Il Giornale di Castelnuovo · 2016. 10. 15. · Paperino della Walt Disney. Ma sono storie passate,...

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Il Giornale di Castelnuovo Sono storie passate, che nessuno più ricorda. Poi in questa società bisogna sem- pre guardare avanti. Oltre la siepe del consumo, cer- cando di non ricordare quei moccichini bianchi, che uscivano dai finestrini del postale verso Bagni di Lucca. Partì il 5 dicembre del 1943 proprio dalla fer- mata della Fiumana Bella alla porta dell’aiottola. Certo far scomparire set- tanta persone non è una cosa da un viaggio e via e quindi fu necessario altro. Forse anche il treno. E così come erano arrivati silen- ziosi e quasi invisibili, alla fine ripartirono. I settanta ebrei di Castelnuovo. A Bagni di Lucca i tedeschi avevano con l’aiuto della nascente Repubblica So- ciale, adattato una costru- zione – il Grande Albergo delle Terme - a campo di concentramento degli ebrei che poi dovevano essere condotti in Germania. E così avvenne nel silenzio dell’inverno, nella paura della guerra, nel vuoto che lascia chi parte senza dare più notizie. Gli ebrei dei castelnuovesi, quelli che avevano vissuto, lavorato, intrecciato le anime della speranza, par- tirono tutti. Molti, la mag- gior parte in poche settimane erano già volati via dai camini di Au- schwitz o di altri campi di sterminio. Ma sono storie passate, che nessuno più ricorda. Sigmund Karpeles nel 1941 aveva 65 anni. Era derma- tologo a Stoccarda con uno studio al numero 4 di Ko- nigstrasse. Sigmund Kar- peles tedesco fu trasportato nel maggio del 1944 ad Au- schwitz e gassato. Anna, sua moglie, era già stata as- sassinata nel campo di con- centramento di Theresien. L’altro Sigmund Karpeles era nato nel Ghetto di Praga da una antica famiglia ebraica. Di Sigmund Karpe- les cecoslovacco non sap- piamo altro. Cancellato dalla furia dell’odio raz- ziale. Il nostro Sigmund Karpe- les era nato nel 1897 a Cra- covia. Dopo essere fuggito dalla Polonia era riuscito a trovare quiete in Italia, ma con lo scoppio della guerra Mussolini decise di far in- ternare le famiglie ebraiche straniere. Così tra l’agosto e l’ottobre del 1941 furono con altri 70 trasferiti al con- fino coatto a Castelnuovo di Garfagnana. Con lui la mo- glie Sabina e i figli Arturo di 17 e Anna di 14 anni. Vissero prima ospiti al Cro- cifisso nella casa di Laerte Fioravanti, poi alla Ma- donna presso i Ferrari. Altre famiglie andarono nei pochi alberghi tra i quali il Globo e il Vittoria in Piazza Umberto, l'Aquila d'Oro in vicolo al Serchio, Il Palma- rino in Santa Lucia, od ospi- tati presso altre famiglie castelnuovesi. Stavano alla Madonna, in Santa Lucia, a Torrite, al Crocifisso, in Centro e avevano una pic- cola Sinagoga alla Barchetta nel palazzo che al piano terra oggi ospita il negozio di Mario Moscardini. Settanta persone rimasero 28 mesi a Castelnuovo la- vorando come sarte, un barbiere, un fabbro, ad- detti nei negozi di alimen- tari. Arturo Karpeles, figlio Periodico di informazioni, opinioni e approfondimenti della Garfagnana Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca). Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma) Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca Anno IV - Numero 25 - Gennaio 2010 OMAGGIO Confinato con altri 70 ebrei morì a Castelnuovo il 19 gennaio 1943 In memoria di Sigmund Karpeles di Sigmund, trovò impiego in via Garibaldi nello studio fotografico Bertani, dove fece amicizia con Mario Valdrighi (che poi con Lemmi creò lo studio degli storici “fotografi di Castel- nuovo”). Renata Bertoncini ricordava sempre le sue amiche Berndt, Margaret, la mamma di 42, ed Elizabeth, la figlia di 18 anni. Erano fuggite da Vienna. Anche loro furono inghiottite e cancellate. Curati dal Dott. Mario Bian- chini (padre dei nostri dot- tori Alessandro e Franco, e di Carlo), i settanta ebrei vissero le stesse privazioni di guerra dei garfagnini, ma con il macigno di non poter disegnare il loro futuro. La figura più importante della comunità fu certa- mente quella del dottor Israel Meier, medico pedia- tra che svolse il suo lavoro con visite e consulenze per i giovani figli della Garfa- gnana. Con la moglie Pau- lina abitava in Fortezza e curò decine di bambini, tra i quali una piccola castelnuo- vese che a 6 anni, inappe- tente, ancora oggi ricorda di aver visto nelle mani di quel medico per la prima volta Paperino della Walt Disney. Ma sono storie passate, che nessuno più ricorda. Tra gli ebrei castelnuovesi il nostro Sigmund Karpe- les polacco si ammalò e, nonostante le cure ospeda- liere, morì a Castelnuovo il 19 gennaio 1943. Fu l’unico grave lutto all’in- terno della piccola comu- nità, ma tutto ormai stava collassando su se stesso. La fine era prossima e divenne realtà il 5 dicembre del 1943. L’ordine germanico era tassativo: tutti gli ebrei dovevano spostarsi nel campo di concentramento di Bagni di Lucca e 54 su circa 70 lo fecero, raggiun- gendo la città termale, da dove furono poi trasferiti a Firenze il 25 gennaio 1944. Da qui furono poi condotti a Milano. Il 30 gennaio gli ebrei di Castelnuovo partirono per Auschwitz con il convoglio numero 6 dal tristemente noto binario 21. Dodici di loro, i bambini e gli an- ziani al loro arrivo furono avviati alle camere a gas. Miriam di 7, Jechiel di 8, Anna di 11, Mosé di 5, Jacob di 13, Manfredo di 10, Abramo di 8 anni, che ave- vano giocato per le vie di Castelnuovo e imparato a leggere scrivere e frequen- tato la Sinagoga alla Bar- chetta, morirono asfissiati e come molti altri poi bru- ciati. Gli altri furono denudati, marchiati, tosati e con un abito di stoffa leggera e due zoccoli e tra il gelo e il buio gettati in pasto alla mac- china dello sterminio, lento, silenzioso. Uno ad uno furono in- ghiottiti. Solo 2 su 54 si sal- varono dai campi di sterminio. Ma sono storie passate, che nessuno più ricorda. In Garfagnana rimasero na- scoste due famiglie: i Meier ospiti dei Gigli a Porreta nel comune di Careggine e i Kienwald che trovarono ri- fugio in un casolare nei pressi dell’Alpe di Sant’An- tonio. Entrambe le famiglie di ebrei, dopo mesi di an- goscia e peripezie, si salva- rono oltrepassando la Linea Gotica. I Meier scalarono le Alpi Apuane con il famoso “Ba- ionetta”, Adriano Tardelli, che poi fu fucilato; i Karpe- les riuscirono a passare du- rante un attacco dei partigiani della “Lunense” nella zona delle Rocchette sotto le Panie. Il 27 gennaio di ogni anno in tutta Europa si ricorda la liberazione da parte delle truppe sovietiche del Campo di Concentramento di Auschwitz. La giornata delle memoria. Ebbene, caro lettore, ora che anche tu conosci la storia degli ebrei di Castelnuovo non puoi più dire che è “una storia passata che nessuno più ricorda”. Perché ora tu sai. Sai di Sigmund Karpeles, conosci la fine di Mosé di 5 anni. Sai. E nessuno potrà mai cancellare dalla tua me- moria questa storia che hai appena letto. Sarebbe bello avere a Castelnuovo, il ca- poluogo culturale ed eco- nomico della Garfagnana, una strada o una piazza in- titolata a Sigmund Karpeles ebreo polacco di Cracovia finito a morire quassù per l’odio che non vorremmo mai più vedere. Sarebbe bello averlo come cittadino onorario, come l’ebreo di Castelnuovo. Andrea Giannasi Foto STUDIO BIANCO

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Il Giornale di Castelnuovo

Sono storie passate, chenessuno più ricorda. Poi inquesta società bisogna sem-pre guardare avanti. Oltrela siepe del consumo, cer-cando di non ricordare queimoccichini bianchi, cheuscivano dai finestrini delpostale verso Bagni diLucca. Partì il 5 dicembredel 1943 proprio dalla fer-mata della Fiumana Bellaalla porta dell’aiottola.Certo far scomparire set-tanta persone non è unacosa da un viaggio e via equindi fu necessario altro.Forse anche il treno. E cosìcome erano arrivati silen-ziosi e quasi invisibili, allafine ripartirono. I settantaebrei di Castelnuovo.A Bagni di Lucca i tedeschiavevano con l’aiuto dellanascente Repubblica So-ciale, adattato una costru-zione – il Grande Albergodelle Terme - a campo diconcentramento degli ebreiche poi dovevano esserecondotti in Germania. Ecosì avvenne nel silenziodell’inverno, nella pauradella guerra, nel vuoto chelascia chi parte senza darepiù notizie.Gli ebrei dei castelnuovesi,quelli che avevano vissuto,lavorato, intrecciato leanime della speranza, par-tirono tutti. Molti, la mag-gior parte in pochesettimane erano già volativia dai camini di Au-schwitz o di altri campi disterminio. Ma sono storie passate, chenessuno più ricorda.Sigmund Karpeles nel 1941aveva 65 anni. Era derma-tologo a Stoccarda con unostudio al numero 4 di Ko-nigstrasse. Sigmund Kar-peles tedesco fu trasportatonel maggio del 1944 ad Au-schwitz e gassato. Anna,sua moglie, era già stata as-sassinata nel campo di con-centramento di Theresien. L’altro Sigmund Karpelesera nato nel Ghetto di Pragada una antica famigliaebraica. Di Sigmund Karpe-

les cecoslovacco non sap-piamo altro. Cancellatodalla furia dell’odio raz-ziale. Il nostro Sigmund Karpe-les era nato nel 1897 a Cra-

covia. Dopo essere fuggitodalla Polonia era riuscito atrovare quiete in Italia, macon lo scoppio della guerraMussolini decise di far in-ternare le famiglie ebraichestraniere. Così tra l’agosto el’ottobre del 1941 furonocon altri 70 trasferiti al con-fino coatto a Castelnuovo diGarfagnana. Con lui la mo-glie Sabina e i figli Arturodi 17 e Anna di 14 anni.Vissero prima ospiti al Cro-cifisso nella casa di LaerteFioravanti, poi alla Ma-donna presso i Ferrari. Altre famiglie andarono neipochi alberghi tra i quali ilGlobo e il Vittoria in PiazzaUmberto, l'Aquila d'Oro invicolo al Serchio, Il Palma-rino in Santa Lucia, od ospi-tati presso altre famigliecastelnuovesi. Stavano allaMadonna, in Santa Lucia, aTorrite, al Crocifisso, inCentro e avevano una pic-cola Sinagoga alla Barchettanel palazzo che al pianoterra oggi ospita il negoziodi Mario Moscardini.Settanta persone rimasero28 mesi a Castelnuovo la-vorando come sarte, unbarbiere, un fabbro, ad-detti nei negozi di alimen-tari. Arturo Karpeles, figlio

Periodico di informazioni, opinioni e approfondimenti della GarfagnanaRedazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca).Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it

Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma)Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di LuccaAnno IV - Numero 25 - Gennaio 2010

OMAGGIO

Confinato con altri 70 ebrei morì a Castelnuovo il 19 gennaio 1943

In memoria di Sigmund Karpelesdi Sigmund, trovò impiegoin via Garibaldi nello studiofotografico Bertani, dovefece amicizia con MarioValdrighi (che poi conLemmi creò lo studio degli

storici “fotografi di Castel-nuovo”).Renata Bertoncini ricordavasempre le sue amicheBerndt, Margaret, lamamma di 42, ed Elizabeth,la figlia di 18 anni. Eranofuggite da Vienna. Ancheloro furono inghiottite ecancellate.Curati dal Dott. Mario Bian-chini (padre dei nostri dot-tori Alessandro e Franco, edi Carlo), i settanta ebreivissero le stesse privazionidi guerra dei garfagnini, macon il macigno di non poterdisegnare il loro futuro.La figura più importantedella comunità fu certa-mente quella del dottorIsrael Meier, medico pedia-tra che svolse il suo lavorocon visite e consulenze per igiovani figli della Garfa-gnana. Con la moglie Pau-lina abitava in Fortezza ecurò decine di bambini, tra iquali una piccola castelnuo-vese che a 6 anni, inappe-tente, ancora oggi ricorda diaver visto nelle mani di quelmedico per la prima voltaPaperino della Walt Disney.Ma sono storie passate, chenessuno più ricorda.Tra gli ebrei castelnuovesiil nostro Sigmund Karpe-

les polacco si ammalò e,nonostante le cure ospeda-liere, morì a Castelnuovoil 19 gennaio 1943. Ful’unico grave lutto all’in-terno della piccola comu-

nità, ma tutto ormai stavacollassando su se stesso. Lafine era prossima e divennerealtà il 5 dicembre del1943. L’ordine germanicoera tassativo: tutti gli ebreidovevano spostarsi nelcampo di concentramentodi Bagni di Lucca e 54 sucirca 70 lo fecero, raggiun-gendo la città termale, dadove furono poi trasferiti aFirenze il 25 gennaio 1944.Da qui furono poi condottia Milano. Il 30 gennaio gli ebrei diCastelnuovo partirono perAuschwitz con il convoglionumero 6 dal tristementenoto binario 21. Dodici diloro, i bambini e gli an-ziani al loro arrivo furonoavviati alle camere a gas.Miriam di 7, Jechiel di 8,Anna di 11, Mosé di 5,Jacob di 13, Manfredo di 10,Abramo di 8 anni, che ave-vano giocato per le vie diCastelnuovo e imparato aleggere scrivere e frequen-tato la Sinagoga alla Bar-chetta, morirono asfissiatie come molti altri poi bru-ciati.Gli altri furono denudati,marchiati, tosati e con unabito di stoffa leggera e duezoccoli e tra il gelo e il buio

gettati in pasto alla mac-china dello sterminio, lento,silenzioso. Uno ad uno furono in-ghiottiti. Solo 2 su 54 si sal-varono dai campi disterminio.Ma sono storie passate, chenessuno più ricorda.In Garfagnana rimasero na-scoste due famiglie: i Meierospiti dei Gigli a Porreta nelcomune di Careggine e iKienwald che trovarono ri-fugio in un casolare neipressi dell’Alpe di Sant’An-tonio. Entrambe le famigliedi ebrei, dopo mesi di an-goscia e peripezie, si salva-rono oltrepassando la LineaGotica.I Meier scalarono le AlpiApuane con il famoso “Ba-ionetta”, Adriano Tardelli,che poi fu fucilato; i Karpe-les riuscirono a passare du-rante un attacco deipartigiani della “Lunense”nella zona delle Rocchettesotto le Panie.Il 27 gennaio di ogni annoin tutta Europa si ricorda laliberazione da parte delletruppe sovietiche delCampo di Concentramentodi Auschwitz. La giornatadelle memoria. Ebbene,caro lettore, ora che anchetu conosci la storia degliebrei di Castelnuovo nonpuoi più dire che è “unastoria passata che nessunopiù ricorda”. Perché ora tusai.Sai di Sigmund Karpeles,conosci la fine di Mosé di 5anni. Sai. E nessuno potràmai cancellare dalla tua me-moria questa storia che haiappena letto. Sarebbe belloavere a Castelnuovo, il ca-poluogo culturale ed eco-nomico della Garfagnana,una strada o una piazza in-titolata a Sigmund Karpelesebreo polacco di Cracoviafinito a morire quassù perl’odio che non vorremmomai più vedere. Sarebbebello averlo come cittadinoonorario, come l’ebreo diCastelnuovo.

Andrea Giannasi

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Pagina 2 Numero 25 - Gennaio 2010 Il Giornale di CastelnuovoLa frana di Pasquigliora deve ancora una volta far riflettere sul nostro rapporto con il territorio

Tutta la paura della vigilia di NataleE’ la Vigilia di Natale: le fami-glie sono riunite intorno al ta-volo e vicine al loro focolarecome vuole la tradizione.Fuori, dopo giorni di neve efreddo intenso, le tempera-ture si sono alzate, la neve si èsciolta sotto l’incessante piog-gia che rende i fiumi gonfi eminacciosi. Il pericolo di frane, smotta-menti, cedimenti di strade eterreni è già argomento caldodopo la frana che nella nottedel 22 si è abbattuta sulla exStatale 445 in località Termini,Filicaia, e che ha causato lachiusura della strada e l’eva-cuazione di una abitazione.La Garfagnana si sa è da sem-pre martoriata da questo irri-solto problema.Quello che accade però a Tor-rite, Castelnuovo in località“Pasquigliora” è un po’ fuoridall’ordinario e lo raccon-tiamo così, come lo abbiamovissuto fin dai primi minuticon l’intento di prenderespunto da un fatto realmenteaccaduto, vero come quelliche si vedono in televisione eche si pensa non tocchino maile nostre vite, affinché ci siaun monito e una lezione pertutti, soprattutto per chi può edeve fare qualcosa.I presenti raccontano di un ru-more forte, rapido e strano:quasi un terremoto, ma più si-nistro, meno usuale una sen-sazione mai provata. Di corsaa vedere il retro della casa, dadove il boato e il frastuono eraarrivato e dopo aver apertouna finestra, quello che si pre-senta è pauroso ed inatteso. Un groviglio indistinto difango, pietre, tronchi e legnaoccupa i giardini delle fami-

glie Cossu e Rossi. Alcuni de-triti e sassi hanno colpito lepareti delle case, imbrattandoanche porte e finestre, ma for-tunatamente il fronte dellafrana si è fermato a pochi cen-timetri dalle soglie e non haimpattato i muri. E’ buio, lapioggia è incessante e la visi-bilità praticamente azzerata:la frenesia di quei momentispinge le persone a disperarsi,ad aver paura ma anche adagire rapidamente e con adre-nalinica cognizione di causa.Fatte le prime telefonate, chia-mati i soccorsi si pensa a faruscire donne, bambini ed an-ziani che salgono sulle auto, siprendono poche cose poi dinuovo fuori per cercare di ca-pire meglio.Sul posto arrivano i vicini dicasa poi i Vigili del Fuoco, il

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Sindaco, le forze dell’ordine:quando i fari illuminano l’an-tico Monte Alfonso lo spa-vento cresce perché si notacon stupore che dalla som-mità si è staccata una stretta eripida lingua di fango che poiè precipitata fino alle case tra-scinando i numerosi e precarialberi che dominavano l’erta.La rete di protezione esistenteed i muri di sostegno al sen-tiero di Ludovico Ariostosono stati spazzati via con sor-prendente facilità.Il problema è che continua apiovere e si può fare poco: lasicurezza delle famiglie èprioritaria e la decisione ditutti fin da subito è quella ditransennare l’area, mettere insicurezza la zona evacuando inuclei familiari della lungaserie di abitazioni poste sottomonte Alfonso poi si vedrà.Ma mentre le persone cercano

sistemazioni alternative,acqua e fango aumentano ine-sorabilmente e iniziano ad in-filtrarsi ai piani bassi, negliscantinati, accompagnati dauno strano odore di terra, dizolla profonda, smossa e peri-colosa. Autorità e Vigili nonpossono fare niente o comun-que si astengono da iniziativeche vista la situazione pos-sono esporre a rischi le per-sone, quindi solo l’attenzionee la cura dei proprietari chevedono minacciati anni di sa-crifici può scongiurare altridanni. Con una mazza da muratore,Andrea Cossu abbatte unmuro per creare uno sfogo al-l’acqua che scende forte dallamontagna. E’ la soluzionegiusta, il torrente di fango im-provvisato trova una nuovavia aggirando le case e sfo-ciando nel piazzale laterale.Notte insonne, con gli occhiall’insù con mille domande sucosa poteva accadere, su cosasi farà, su quando si potrà tor-nare a casa, sulla pioggia chenon cessa e su chi e comepotrà intervenire sulla frana.Il giorno di Natale è inesora-bilmente un giorno diverso,impegnato a spalare il fango ea cercare di organizzarsi perun futuro immediato pieno diincertezza: unica nota posi-tiva tutti stanno bene e per-sino un gatto, credutospacciato dai più fa il suo ri-torno dalla montagna di de-triti.Questa la cronaca di unevento per così dire eccezio-nale e inatteso, ma che a benvedere forse era già scritto oannunciato e che ci porta asollevare alcune impietoseconsiderazioni.Già nell’editoriale del mese dinovembre, questo giornaleaveva puntato il dito sulle“tragedie annunciate”. Co-muni, Provincia, ComunitàMontana, corpo Forestale, au-torità di bacino (se c’è...)apriamo gli occhi, la nostraterra, la Vostra terra la Garfa-gnana ci sta sfuggendo dasotto i piedi.Non si tratta di prevedere ocontrollare l’impronosticabilesi tratta di aver cura di ciò cheabbiamo con la lucida consa-pevolezza che viviamo in unadelle zone più piovose d’Ita-lia, dove la cartografia di fra-nosità disegnata dagli esperti,sembra una battaglia navaleda tanti sono i circoletti rossidi pericolo.Garfagnana: zona altamentesismica, zona di laghi artifi-ciali e di fiumi lasciati al lorodestino, con letti ricolmi di al-beri e detriti che ne deviano eostacolano il corso. Fiumi misteriosamente secchid’estate (eppure l’acqua nondovrebbe mancare) e vorti-cosi in inverno.Terra di boschi maltrattataticon tagli di dubbia legittimità,oppure abbandonati a lorostessi, con canali che si for-mano e si snodano in libertà e

dove a volte nascono stradeinvece dei funghi!! Son finiti i tempi in cui i nostrivecchi a loro spese e con illoro sudore curavano e custo-divano le selve e le nostresponde.Strade vergognose che sal-gono, scendono, si piegano, sibucano e cedono quasi fosseropiste per le palline da sabbia.Muretti di sostengo decadenti,lasciati al loro destino Edilizia senza freni, cementifi-cazione forse scriteriata e conpiani regolatori che forse sonoda rivedere. Ci troviamo sem-pre ad agire sull’emergenza,per riparare e ricostruire, pertamponare, con costi e sacri-fici tripli. Sforziamoci di agireper prevenire, per curare, permantenere e rispettare il no-stro patrimonio idrogeolo-gico; chiediamo l’aiuto dellapopolazione se c’è bisognonon ce lo negherà!!!Tutto questo ci deve far riflet-tere e ci deve far agire ora, su-bito senza aspettare laprossima e magari più gravetragedia annunciata!!!

Fabrizio Ferrari

L’intervento dell’amministrazionePubblichiamo il comunicato del Sindaco Gaddo Gaddi: “Tengo a precisare, a nome dell’ammi-nistrazione comunale di Castelnuovo di Garfagnana che, contrariamente a quanto è stato scrittoda qualcuno, nel corso dell’incontro con la popolazione di giovedì 7 gennaio 2010 è stato pre-sentato a tempo di record il progetto per la messa in sicurezza di tutto il fronte di Pasquigliorae Cerri. Un progetto definitivo dell’importo di circa 3 milioni di euro che finalmente darà sicu-rezza agli abitanti di quella zona. Ho già dato incarico alle imprese che inizieranno i lavori a par-tire dai primi giorni della prossima settimana. Lavori che saranno portati avanticontemporaneamente da più ditte in modo da accelerare il rientro in casa dei cittadini coinvolti.Pur senza fare polemica, mi chiedo se questi non sono passi in avanti a 15 giorni dall’evento!Entrando nel merito, l’intervento riguarderà tutto il versante di Pasquigliora essendo stata con-statata dai geologi una situazione di pericolosità generale. Purtroppo allo stato delle indaginiidrogeologiche non è possibile escludere da eventuali rischi di frane e smottamenti nessunadelle abitazioni oggetto dell’ordinanza di evacuazione.I lavori cominceranno con la messa in opera di reti ad alta resistenza a protezione dei singoli nu-clei di case al termine dei quali sarà possibile rientrare nelle abitazioni. In contemporanea saràcostruito un muro su micropali che permetterà la raccolta di eventuali residui di materiale li-moso. Successivamente sulla testa del versante sarà effettuata la rimodulazione del terreno esaranno realizzati pozzi drenanti per la raccolta delle acque con rivestimento della scarpata conrete metallica.Per quanto riguarda le dichiarazioni apparse sulla stampa sono costretto inoltre a precisare chele spese di alloggio in hotel, utilizzati per la prima sistemazione nell’imminenza dell’evento al-luvionale, non sono assolutamente state a carico degli ospiti, ma sono sostenute dal Comune cosìcome i canoni di locazione per le famiglie alloggiate in appartamenti e agriturismi. Restano a ca-rico dei cittadini soltanto le spese relative alle utenze che avrebbero pagato in ogni caso.In un momento così drammatico chiedo anche gli organi di stampa il giusto aiuto per evitare chenotizie non verificate creino allarmismi inutili in cittadini già provati da questi eventi negativi.Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente i tecnici, la protezione civile, le forze dell’or-dine e i volontari che sono intervenuti nell’immediatezza del fatto e hanno continuato la loroopera durante tutte le festività natalizie trascorse nella casa comunale.”

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Il Giornale di Castelnuovo Numero 25 - Gennaio 2010 Pagina 3 Il ragazzo che ha scritto “Bea ti amo” avrebbe potuto mandargli un sms

La mamma degli scemi è sempre incinta

Avevamo già pubblicato sulsito la notizia denuncia che ciera arrivata da Antonio Or-soni, che riguarda un attovandalico compiuto a dicem-bre fa nel centro del capo-luogo. Durante la notte sonostati imbrattati i muri di di-versi edifici di Vicolo al Ser-chio, via Domenico Pacchi,via XX settembre (sul murodella scuola media) e anchedei quartieri di Sant'Antonio eSanta Lucia. Un murales di notevoli di-mensioni è stato, per così dire,realizzato sull'edificio di di-stribuzione elettrica nei pressidei Giardinetti. L'atto vanda-

lico ha indotto alcuni cittadinia sporgere denuncia controignoti, presentandola al co-mando dei Carabinieri di Ca-stelnuovo. Gli ignoti graffitarisi sono ben guardati dall'agirenel centro storico forse dis-suasi dalla presenza delle te-lecamere divideosorveglianza, che nonhanno però salvato il restodella cittadina, come il nostrolettore ci ha segnalato. L'ama-rezza dell'abitante si esprimenon solo per l'episodio sin-golo, ma va aldilà dell'imbrat-tamento dei muri.

Come ci racconta, e comepossiamo facilmente consta-

tare con una semplice passeg-giata, Vicolo al Serchio è dive-nuto luogo di ritrovo perragazzetti molto maleducati,che continuamente gettano ri-fiuti a terra, lasciamo i loromessaggi con colori indelebilisu muri e portoni e addirit-tura urinano nella zona la-sciandola maleodorante esporca. Ancora il lettore ci invita apromuovere una riflessionesull'educazione che i genitoridi oggi impartiscono ai lorofigli e sul senso civico perdutoe calpestato, al quale il nostro-

giornale dedica una giornata,e che, a suo parere, si avvicinaalla celebrazione di un fune-rale visto che nelle giovanileve ormai è morto.

Gabriele Coli

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Il dito nell’occhio

Dopo anni e anni di abbandono ormai sono giunti al pettine inodi che riguardano il cimitero monumentale di Castelnuovo.Le pietre della scalinata stanno cedendo mentre la strutturaantica mostra evidenti segni di decadenza. L’intonaco e il tettodella cappella stanno cadendo, mentre la cripta con le tombesotterranee è al limite del transito. Una cappella è crollata,mentre altre sono transennate o malandate.LE AVVENTURE DI LUDOVICO ARROSTO

“..in questa valle con tutti questi campanili non si riesce proprio a vedere più lontano!”

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Pagina 4 Numero 25 - Gennaio 2010 Il Giornale di CastelnuovoA Viareggio, a quasi 100 anni, si è spento il parroco di Torrite

Don Giliante: arrivederci in ParadisoAl mattino del 19 dicembre aViareggio, dove ha trascorsogli ultimi due anni, con la so-rella Mariella, Don GilianteMaffei, nato a Piano di Mom-mio il 30 gennaio 1910, par-roco di Torrite dal 1934 al2007, a pochi giorni dal com-piere i 100 anni ci ha lasciatoper raggiungere la casa delpadre.La salma di Don Giliante èstata esposta nella chiesa par-rocchiale di Torrite dovemolte persone si sono recateper porgergli il proprio sa-luto. La cerimonia funebre siè tenuta nel duomo di Castel-nuovo di Garfagnana, presie-duta dal vescovo ItaloCastellani, e concelebrata daDon Lazzereschi, Don Ales-sandro ed i parroci della Gar-fagnana.Per le istituzioni erano pre-senti il sindaco di Castel-nuovo, Gaddo Gaddi conl’intera giunta comunale, ilmaresciallo Orecchio coman-dante della stazione Carabi-nieri di Castelnuovo.Al duomo sono giunte moltepersone provenienti da tuttala Garfagnana per porgerel’ultimo saluto a Don Giliante.Al termine della cerimonia fu-nebre la salma è stata tumu-lata nel cimitero di Torrite.“Miei cari parrocchiani di Tor-rite, vi ho amato tanto, e ancheora che sono nell’eternità… per-ciò vi dico: Attenti al mondo dioggi, è insidioso perché pagano,travestito da cristiano. Salvatevi,ne avete i mezzi adatti… Perdo-natemi gli errori pratici. Ma viripeto vi ho sempre amato… Oranon vi parlo più con la mia vocema sarà la Chiesa Cattolica ad il-luminarvi… Siate voi Torritesiad aiutare come catechisti, comegenitori , come Azione Cattolica,come paesani ben pensanti, a farconoscere il Vangelo… Benedicotutti voi Torritesi… Arrivederciin Paradiso, pregate per me. Vo-stro Don Giliante”.Queste sono le parole più toc-cati e significative del testa-mento spirituale lasciato daDon Giliante ai suoi parroc-chiani, già da queste frasi pos-siamo capire la profonditàdella sua fede, e l’amore versoi fedeli. Tutta la sua vita sa-cerdotale Don Giliante l’hatrascorsa in Garfagnana nellasua Torrite, il 25 maggio 1934Don Giliante fu ordinato sa-cerdote a Massa (insieme alfratello Emanuele diventatopoi parroco - abate mitrato diCastelnuovo, e deceduto inun incidente stradale nel1962), fu inviato a castel-nuovo presso l’abate monsi-gnor Giannini, come suocappellano. Torrite non eraancora parrocchia, e Don Gi-liante ebbe l’incarico di farviservizio, cosi il 26 agosto del

1934, settantacinque anni fa,arrivò in bicicletta a Torrite, ealle ore 10.00 celebro la primaMessa domenicale. Per sei mesi quasi ogni pome-riggio, in bicicletta, veniva aTorrite per incontrarsi con iragazzi e ragazze sotto i 14anni, sui gradini del sacratodella chiesa, non essendo agi-bile la canonica.Cosi nel 1935 ebbe iniziol’Azione Cattolica ragazzi,con adunanze settimanali, enel 1936 iniziò per i giovanidai 18 ai 20 anni, successiva-mente verranno formati anchei gruppi di adulti divisi in uo-mini e donne.Inizia il periodo bellico, dal1943 al 1945, i tedeschi inva-dono il paese comandati dalmaresciallo Franz, delle S.S., ilquale si era stabilito in unacasa in via San Rocco.I tedeschi portavano via fienoe bestiame ai contadini senzapagare, allora Don Gilianteandò alla villa Bertagni dovesi teneva il comando supe-riore per chiedere giustiziaper i contadini, e ottenne dalcolonnello il documento dacui risultava che il bestiame eil fieno servivano per l’ospe-dale militare, e nessuno do-veva toccarli. Il marescialloFranz venuto a sapere tutto siarrabbiò, disse che il prete erauna spia e doveva essere fuci-lato, fortunatamente la si-gnora che abitava anche essain quella casa riuscì ad avvi-sare Don Giliante, il quale al-l’imbrunire fuggì in biciclettarifugiandosi al convento diMigliano, quella notte i tede-schi andarono in canonica perprelevarlo ma non trovarononessuno.Con i tedeschi in spostamentosubentrarono i militari Ita-liani, così Don Giliante rien-

trò a Torrite e venuto a cono-scenza che alle famiglie man-cava il pane necessario, andòa Camporgiano dal GeneraleCarloni, dal quale ottenne uncartoncino col timbro dellachiesa il cognome e il numerodei familiari, con il quale ognitre giorni le famiglie potevanoritirare il pane necessario.Don Giliante e il paese interofurono ancora testimoni di unfatto molto doloroso che nonhanno mai dimenticato. Duesoldati Italiani di appena 20-23 anni, arrestati a Campor-giano perché fuggiti dalfronte di Sassi, furono portatia Torrite dove gli fu letta lacondanna alla fucilazione perle ore 17.30. Non cera tempoda perdere Don Giliante corseal comando presso la villaBertagni per chiedere la gra-zia, ma il Generale questavolta fu irremovibile, occor-reva un esempio. I due soldatifurono portati dietro la chiesadi Torrite e bendati, nei lorovolti si leggeva la dispera-zione, chiesero a Don Giliante

di confessarsi e comunicarsi,poi dal plotone composto diotto soldati loro amici, partìuna scarica che si riversò su diloro. Si giunge al 1946 Torrite nonè ancora parrocchia, ma tuttinel paese pensavano che eragiunto il momento che lo di-ventasse. Don Giliante con al-cuni parrocchiani si riunironodiverse volte per predisporrela pratica da inoltrare al go-verno: occorreva la somma di£ 95.000 ma non c’era. Ognifamiglia si tassò con una liraal mese, ma occorreva moltotempo per raggiungere talesomma, ci fu allora l’offerta dicinque persone facoltose dellazona che diedero subito £50.000, così sommate a quelledel popolo si raggiunse lasomma di £ 100.000 e la pra-tica parti per Roma, e nel 1947con la chiesa nominata par-rocchia si fece grande festa.Nel 1948 Don Giliante co-nobbe l’Ing. Prinetti il qualedirigeva i lavori per la costru-zione della centrale idroelet-trica di Torrite, e gli chiese unaiuto per costruire un Tea-trino per i giovani, l’ing. Pri-netti diede l’ordine di dareferro e cemento senza misura.Iniziarono i lavori, Don Gi-liante il sabato col carrettoportava la sabbia per prepa-rare il lavoro della domenica,dove tutti i paesani giovani evecchi lavoravano dalle 7.00del mattino fino alle ore 11.00,ora in cui si celebrava la S.Messa. Dopo tre anni di durolavoro nel 1951 fu inauguratoil teatrino, capienza di 350posti a sedere tra platea e gal-leria, palcoscenico con came-rini, e attrezzatura per ilcinema. Con gli anni più duridella guerra e della miseriaormai alle spalle, Don Giliantemette tutte le sue energie perla formazione spirituale deisuoi parrocchiani, e di buonaparte della Garfagnana comeresponsabile della commis-sione famiglia, e come inse-

gnante di religione alle scuoleelementari e medie di Castel-nuovo. Organizza inoltre ilcorso per fidanzati che si te-neva a Castelnuovo, per pre-parare spiritualmente legiovani coppie, e riportare lafamiglia ad essere il pilastrodella società. Siamo giunti negli anni ot-tanta, le poche industrie diCastelnuovo che finora ave-vano portato un poco di tran-quillità alle famiglie dellaGarfagnana, entrano in crisicon la prospettiva di perderecentinaia di posti di lavoro(Caltos, Tessile Valserchio,Plinc). Iniziano le assembleedei lavoratori , con i sindacati,i sindaci e tutte le istituzioni,al cinema Eden, per vederecome risolvere la grave crisioccupazionale. Don Giliantecon il suo motorino corre perpartecipare all’assemblea, inprima fila per rivendicare ildiritti di questi lavoratori. Nonon era politica, ma comenegli anni della guerra, avevasentito il dolore e la dispera-zione di molte famiglie chestavano perdendo quel pocoche gli consentiva di mante-nere la propria famiglia.Quante cose ancora po-tremmo scrivere, ma daquanto già scritto si può com-prendere la preziosità e la ric-chezza spirituale per noinell’aver avuto un parrococome Don Giliante.Ci ha visto nascere, ci ha datoi sacramenti del Battesimo,della Prima Comunione, dellaCresima, e ci ha sposati, cosìpure ai nostri figli.Ci hai chiesto di perdonarti glierrori pratici, allora noiquante volte dovremmo chie-derti perdono? Ma noi sap-piamo che il tuo amore eratalmente grande che ci hai giàperdonato. Grazie Don Giliante, e comehai detto tu… Arrivederci inParadiso.

Mario Bonaldi

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Abbiamo intervistato il dirigente scolastico del Liceo, Scientifico prof. Pietro Paolo Angelini

Uno studioso al servizio della valleIl Giornale di Castelnuovo Numero 25 - Gennaio 2010 Pagina 5

la vita, si è passati ad unascuola vissuta quale obbligo,quale dovere, lontana, conminore interesse del giovaneper lo studio. A mio parere lagrande scommessa dell’oggi ècome restituire centralità, cre-dibilità, prestigio alla scuola;come creare una scuola chesusciti il coinvolgimento el’interesse dei nostri giovani.Nella realtà della Valle lascuola mantiene comunqueancora un certo prestigio, va-lore culturale e formativo perle famiglie, attenzione daparte degli studenti.

Da alcuni mesi è consiglierea Castiglione di Garfagnana,una delle realtà più dinami-che tra i comuni della valle.Un bellissimo castello, mol-tissime tradizioni e una sto-ria ricca e fieramente libera.Castiglione è un Comune pre-valentemente montano, conalcune zone ormai in partequasi spopolate o ad alto ri-schio. E’ un territorio che vapertanto sostenuto con i ser-vizi e con lo sviluppo econo-mico perché la gente possarestare o ritornare. Le sue ri-sorse sono soprattutto artisti-che, naturalistiche, storiche eculturali, legate alle sue tradi-

zioni.E’ in questa ricchezza che puòessere individuata la solu-zione alle difficoltà sopra evi-denziate. Un turismocostante, sia invernale cheestivo, che attivi anche tutte lefrazioni in un percorso circo-lare, turistico – ambientale, frale zone di Castiglione, SanPellegrino, Chiozza o vice-versa. Un museo su GiovambattistaSantini, su Domenico Cecchi,il recupero della Rocca di Ca-stiglione, il sostegno alle atti-vità sciistiche, lavalorizzazione del museo diSan Pellegrino, il rilanciodella cultura gastronomica lo-cale, possono essere di validoaiuto in questo progetto.

Lei è uno dei fondatori del-l'Associazione NazionaleSindrome X-Fragile. Di cosasi tratta e quali sono le atti-vità che lei, in qualità di pre-sidente della sede Toscana,organizza?Nel 92 ho provato a creareun’esperienza di gruppo, con-divisa per sostenere, per dareun po’ di speranza e di luce achi vive nel buio; per diffon-dere la conoscenza della sin-drome X Fragile nel mondomedico – sanitario e del terri-torio; per sostenere la ricercascientifica. Con l’occasione ricordo che laSindrome X Fragile è asso-ciata prevalentemente a ri-tardo mentale di grado lieve omedio. E’ gravemente invali-dante, è una condizione gene-tica trasmessa. Le madri portatrici sono1/250 sulla popolazione ge-nerale ed i padri portatorisono 1/1000. E’ la primacausa di ritardo mentale ge-neticamente trasmesso. Oggi l’Associazione è cre-sciuta ed è collegata con altreesperienze europee.

Intervista di Andrea Giannasi

E’ sicuramente una delle per-sonalità più note in Garfa-gnana. Parliamo del Prof.Pietro Paolo Angelini, diri-gente scolastico al LiceoScientifico “Galileo Galilei” diCastelnuovo. Lo abbiamo in-tervistato.

Lei oltre che dirigente scola-stico è scrittore e saggista.L'ultima sua opera tratta l'ar-gomento dei presepi. Come ènata l'idea e come si sviluppail suo saggio?Scrivere è fermarsi per parlarecon se stessi, è un monologo, èatto della mente che contem-pla e riflette. Pubblicare è par-lare anche con gli altri, aprireun dialogo nella speranza cheritorni una risposta o che solopossa comunque lasciare unmessaggio. Il libro sulla tradi-zione del Presepe nasce nellascuola, per dare “la parola”anche ai ragazzi più “fragili”;nasce dalla Mostra dei Presepiallestita nella Rocca di Castel-nuovo nel 2007 e quest’annonel Palazzo Comunale di Ca-stiglione. E’ attenzione per letradizioni della nostra Valle; èaffacciarsi al passato diognuno di noi a cui deside-riamo ritornare con nostalgia;è recuperare e fermarsi perprovare a gustare un misteroche appartiene all’invisibilema anche alla nostra storiaemotiva e religiosa.

Oltre all'impegno intellet-tuale lei da anni lavora nel-l'ambiente scolastico. Dallasua esperienza come vede lascuola in Garfagnana e comegli alunni e la preparazionedi questi?Dalla scuola, dall’istruzionedesiderata quale momento diarricchimento per ogni gio-vane, per la famiglia e per lasocietà, investimento per tutta

Un sogno al Teatro

Nel cartellone della stagione di prosa 2009-2010 del teatro Al-fieri compie il proprio debutto il gruppo teatrale pisano “L’al-bero di Putignano”. Questo è un gruppo dove si respira anchearia di Garfagnana, in quanto il Dott. Roberto Merlino, chesvolge da oltre vent’anni l’attività di guardia medica a Castel-nuovo, è il regista, mentre tre nostri concittadini partecipanoda sei anni a tutte le attività realizzate: Matteo Palmieri comeattore, Maurizio e Maria Rosa dietro le quinte. L’appunta-mento è fissato alle ore 21.00 di sabato 27 Febbraio per unospettacolo, giunto alla sesta replica, tratto dal famosissimo“Sogno di una notte di mezza estate” di W. Shakespeare conmusiche di Sergio Brunetti. E adesso un po’ di storia circa l’al-bero di Putignano che nasce nel 1991 come laboratorio teatrale,voluto dalla Circoscrizione 3 del comune di Pisa ed è semprestato diretto e condotto dal regista Roberto Merlino (dal 1998per conto dell’associazione culturale “Corte Tripoli Cinema-tografica”). Il gruppo ha al suo attivo 11 spettacoli di cui 2scritti in proprio e partecipa da oltre 10 anni alla rete provin-ciale pisana del progetto “Intesa Teatro Amatoriale” con lamessa in scena di spettacoli sempre alla ricerca di migliorequalità. Il gruppo, pur facendo leva sul “nucleo storico” deisuoi fondatori, è in continuo rinnovamento grazie ai nuovi ele-menti che ogni anno vengono inseriti: così oggi la compagniaè formata da circa 40 elementi, di diverse età, dai 4 ai 65 anni,e dalle diverse occupazioni (medici, impiegati, pensionati, li-beri professionisti, studenti delle medie, superiori e università,insegnanti, bancari, ecc.). Al di là della produzione artistica,da diciotto anni il gruppo si caratterizza per essere diventatoanche un punto di riferimento sociale, oltre che culturale. Alsuo interno ci si trova per condividere e provare l’emozionedel teatro, portando il proprio bagaglio quotidiano, la propriavita e la propria giornata. Giorno dopo giorno, si è creata unaprofonda stima e un affetto reciproco fra tutti i componenti delgruppo, immediatamente trasmessi anche ai nuovi arrivati. Latrama dello spettacolo. Alla Corte di Atene stanno per cele-brarsi le nozze fra il duca Teseo e la Regina delle Amazzoni,Ippolita, da lui rapita. Davanti a loro compaiono la nobileEgea, sua figlia Ermia e i giovani Demetrio e Lisandro: Ermiae Lisandro si amano, ma Egea ha promesso sua figlia a Deme-trio. Lisandro ed Ermia decidono di fuggire. Si incontrerannodi notte nel bosco, poco lontano da Atene. Elena, amica diErmia e innamorata di Demetrio, venuta a conoscenza del pro-getto di fuga, decide di informarne l’amato. Nel bosco, si in-contrano il Re delle Fate, Oberon, e la Regina Titania. Fra i duec’è inimicizia, perché titania rifiuta di cedere un suo paggettoa Oberon che lo vorrebbe al proprio servizio. Oberon decide divendicarsi mandando il folletto Puck a procurargli un filtrod’amore, con il quale bagnerà gli occhi di Titania dormiente.Al suo risveglio, la Regina si innamorerà del primo essere vi-vente che vedrà.Oberon incarica Puck di stregare Demetrio con lo stesso filtro,affinché si innamori di Elena, ma Puck, per errore, versa il fil-tro sugli occhi di Lisandro, il quale s’innamora di Elena. Comeproseguirà, ma soprattutto quale epilogo avrà questa storia losi può scoprire sedendo comodamente su una poltrona delTeatro a godersi lo spettacolo.

La Giornata della MemoriaIn apertura di questo numero l’editoriale è dedicato alla me-moria dei circa settanta ebrei che finirono confinati a Castel-nuovo tra il 1941 ed il 1943. Negli anni sono stati prodottialcuni saggi che hanno raccontato questa storia. Segnaliamo su tutti il libro “L’orizzonte chiuso” di Silvia Q.Angelini, Oscar Guidi e Paola Lemmi che racconta la tremendastoria dell’internamento ebraico. Il saggio è frutto della ricercad’archivio e della memoria dei cittadini di Castelnuovo, cheancora oggi hanno presenti i volti e i gesti di quelle “brave per-sone” che vissero con loro due anni e mezzo di attesa.La fotografia di pagina uno ci arriva dall’archivio dello STU-DIO BIANCO. Si tratta di un ebreo con due amiche fotografidavanti al Santa Zita, alla Madonna.

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Pagina 6 Numero 25 - Gennaio 2010 Il Giornale di Castelnuovo Riaperto, dopo i lavori di restyling, un negozio storico di Castelnuovo

Dal 1919 la qualità del “Castelli”

Dopo alcune settimane di re-styling, il 5 dicembre 2009 lostorico supermercato “Ca-stelli” ha riaperto i battentiinaugurando la sua nuovavita commerciale sotto l’inse-gna “Metà” , gruppo Pam.Dal 1919 punto di riferimentoper i Castelnuovesi, simbolodi qualità, tradizione e indi-pendenza commerciale, il su-permercato in pieno centrocittadino si presenta oggi conuna nuova offerta e nuovi ob-biettivi.Per spiegare i motivi di que-sto sodalizio con la grandedistribuzione, scoprire le pro-spettive future e le caratteri-stiche del servizio ai cittadini,abbiamo incontrato tutto il“team” del supermercato(Divo, Leo, Antonio, Anto-nio, Marco, Lauro), in unanormale giornata di lavoro,insieme a loro e ai clienti ditutti i giorni e ci fa piacereraccontarvi quello che ab-biamo raccolto.

Non potevamo che iniziaredalla voce storica del super-mercato: Divo Bertoncini,presente dal 1978. Con lui ri-percorriamo gli anni passatie capiamo subito quella cheè stata la filosofia commer-ciale e osiamo dire la sceltadi successo del supermer-cato Castelli.In tutti questi anni – raccontaDivo - abbiamo sempre cer-cato di garantire un serviziodi qualità, con una prefe-renza convinta per le produ-zioni locali, la genuinità e labontà di quello che offri-vamo. Questa è stata senz’al-tro la scelta vincente e cheriproponiamo anche oggi pertutti prodotti da banco, con ilvantaggio di poter offrireprezzi competitivi anche per

tutti gli altri prodotti da scaf-fale.

In questi anni di attivitàavete senz’altro avuto mo-menti floridi ma anche annidifficili. Raccontaci qual-cosa e che idea ti sei fatto peril futuro?Le attuali dimensioni del su-permercato sono il segno evi-dente anche del fatto che cisono stati periodi difficili ec’è stata la necessità di ridi-mensionare, ma la nostraforza è sempre stata come di-cevo, quella dell’offerta diqualità. Il nostro supermer-cato in pieno centro, senza unparcheggio, è sempre statodestinato ad un cliente che faspesa quotidianamente, con-tro i grandi supermercatidella Gdo. Tanti clienti sonorimasti con noi perché evi-dentemente la nostra propo-sta è stata gradita. Ricordo con piacere il 1990quando grazie all’afflusso dituristi invogliati dalla visitaal Lago di Vagli vuoto, ab-biamo registrato picchi dipresenze eccezionali e ab-biamo riscontrato la soddi-sfazione del turista per leproduzioni locali e tipicheche potevamo offrire. Per ilfuturo sono fiducioso, nono-stante la prossima aperturadi una media struttura ali-mentare a Castelnuovo,credo che … ce la faremo!

Dietro il banco gli altri ra-gazzi servono i clienti con di-sponibilità e sorriso. Leo ci raggiunge e ci mostrala vecchia licenza del super-mercato: pressoché unica nelsuo genere e tra le merceolo-gie consentite leggiamo constupore… autoveicoli e im-barcazioni!! Come dire, tra

un salume e l’altro, tanti annifa avremmo potuto acqui-stare anche un’auto. Un va-lore inestimabile almeno finoa quando la liberalizzazionedelle licenze ha stravolto leregole del commercio, maquesta è un’altra storia.Leo ci racconta:“Io sono qui dal 1982 e tuttinoi siamo sempre stati moltoattenti e meticolosi sulla sele-zione dei salumi, dei for-maggi e delle carni. Ricordoancora quando seguivamoanche la macellazione qui aCastelnuovo. Oggi questa af-filiazione ci consente di pro-seguire la politica dellaqualità e della scelta di pro-duzioni locali sane e genuine,con l’ulteriore possibilità digarantire ai clienti prezzivantaggiosi su tutte le altreesposizioni…”.

Come stanno andando lecose in queste prime setti-mane di lavoro dopo la ria-pertura?Siamo soddisfatti e il primoimpatto ci sembra positivo.La speranza è di poter con-vincere anche i più dubbiosie conquistare la fidu-cia anche di nuoviclienti.

Ci ascoltano ancheLauro Bandini albanco della carne e lanew entry dellasquadra MarcoGuazzelli.C’è da dire che iclienti vengono ancheper la nostra simpatiae il servizio efficiente,abbinato al buonumore funziona!!” cisuggerisce Lauro intono scherzoso.In effetti non pos-

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siamo che evidenziare comeil connotato di “piccola bottegadi paese” si sia mantenuto intutti questi anni ed è evidenteche la fidelizzazione dellaclientela è passata anche perla disponibilità e il serviziocordiale degli addetti.

Marco, sei il nuovo arrivato,vieni da una esperienza per-sonale nella gestione di unpiccolo supermercato e tanticonoscono il tuo impegno ela tua passione verso le pro-duzioni tipiche e l’anticanorcineria, cosa puoi dircidel tuo nuovo lavoro e cosapuoi dare di tuo?Sono felice del mio nuovoruolo, mi trovo bene e misoddisfa poter lavorare of-frendo ai cittadini produzioniscelte e di qualità garantita.La strategia della nuova inse-gna commerciale ci permettedi mantenere i legami con iproduttori locali per quantoriguarda i prodotti freschi eallo stesso tempo fa sì che iclienti possano acquistaretutti i generi a prezzi compe-titivi e al pari dei grandi su-permercati. Da parte miaspero di poter portare la miaesperienza per cercare di am-pliare sempre di più l’offertadel prodotto tipico (farro, for-mentone, biroldo ecc) e dialtre produzioni particolaricome la cinta senese.Ci gratifica poter essereanche un punto di riferi-mento per il turista che vuoleconoscere sapori e aromi deiprodotto Garfagnini.

Le ultime considerazionicirca la nuova insegna e iprogetti futuri anche in vistadegli sviluppi sul cantiere

della vecchia Valserchio incui si insedierà un polo ali-mentare, le abbiamo scam-biate direttamente con lasignora Daniela Negrini,proprietaria.La scelta di un legame con unmarchio della Gdo è stataquasi obbligatoria per potersopravvivere nel mercatoodierno. L’insegna “Metà” èstata studiata per i supermer-cati di quartiere e mi ha sod-disfatto più di altre, sia perl’importanza che riveste nelpanorama nazionale ilGruppo cui appartiene, siaper l’idea aziendale che per-mette di abbinare i requisitidel grande supermercato allafilosofia della tradizionalebottega di paese. È stata una decisione presaanche in prospettiva futura ein vista della ormai certaapertura di un supermercatoCoop a Castelnuovo. Parloovviamente a titolo personalee sono perplessa oltreché del-l’impatto estetico delle nuovecostruzioni nell’area dell’an-tica Valserchio, anche del-l’opportunità che qui siinserisca un altro polo ali-mentare della Gdo, in unmercato che mi pare già ab-bastanza saturo. Comunqueresto fiduciosa e convinta cheabbiamo fatto la scelta giusta.

Uscendo è con cognizione dicausa che vediamo come ac-canto alla nuova insegna“Metà” sia rimasta fiera e or-gogliosa la tradizionale dici-tura “Supermercato Castellidal 1919”. Tradizione e qua-lità aggiungiamo noi, per unbinomio di successo.

Fabrizio Ferrari

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Successo per la partecipazione a “Montecitorio” alla Camera dei Deputati

Il Coro “Alpi Apuane” a RomaIl Giornale di Castelnuovo Numero 25 - Gennaio 2010 Pagina 7

Lo scorso 18 dicembre il CoroAlpi Apuane di Pieve Fo-sciana è stato chiamato a rap-presentare la Toscana a Roma,in occasione del Concerto diNatale della coralità di mon-tagna tenutosi in Parlamento.Il coro garfagnino, selezionatodalla commisione artistica

presieduta dall'On. ErminioQuartiani, insieme ad altridieci cori provenienti dallevarie regioni italiane, ha par-tecipato alla quinta edizionedel concerto alla Camera deiDeputati alla presenza delPresidente Gianfranco Fini,dell'On. Raffaella Mariani e

delle massime autorità di Go-verno. Dopo il saluto augurale delPresidente, il concerto si èaperto con l'esecuzione del-l'inno di Mameli da parte ditutti i cori all'unisono. Il programma prevedeve poiche ogni coro eseguisse duebrani, uno dei quali caratteri-stico della terra d'origine.I brani scelti dal Maestro LucaBacci per l'occasione sono stati"Resonet in laudibus", di ispi-razione natalizia e "Dolcevalle", brano composto dallostesso Maestro, dedicato allaGarfagnana il cui testo evocala bellezza della valle e la te-nacia ed onestà dei suoi abi-tanti. Il concerto è poi terminato conl'esecuzione, da parte di tutti icoristi presenti (circa 500), delbrano "La Montanara", cantotipico dei cori di montagna.Gli undici direttori dei gruppicorali intervenuti sono stati ri-cevuti personalmente dall'On.Fini che si è complimentatocon loro per l'alta professiona-lità con la quale i cori diffon-dono le tradizioni delleproprie regioni e per lo spiritodi amiciziia e aggregazioneche la coralità montana riescea creare. L'evento, di risonanza nazio-nale, è stato trasmesso in di-retta su Rai Uno Sky ed inreplica, la domenica succes-siva al Natale, su Rai 3.

Barbara Coli

Il nuovo consiglio del CAISi è insediato Giovedì 7 Gennaio il nuovo consiglio direttivodel Club Alpino Italiano sezione Castelnuovo di Garfagnana“Roberto Nobili”.Durante la prima riunione sono state assegnate le nuove cari-che tra i consiglieri eletti dai soci per il triennio 2010/2012: ilnuovo presidente è Gabriele Turri, affiancato dal vice-presi-dente Pietro Bonucci. Segretario è stato riconfermato LucianoTurriani. I consiglieri eletti, tra cui tre nuovi e tre confermati sono : Ro-berto Barsanti, Davide Biagioni, Riccardo Gennaro, DaniloMusetti, Andrea Pierotti, Alessio Rossi.Al presidente vanno i migliori auguri di tutto il direttivo e deisoci perché possa guidare la sezione nella realizzazione deiprogetti e degli impegni che la attendono.Particolare rilievo avrà, nelle intenzioni del consiglio, l’attivitàdell’alpinismo giovanile che cercherà di avvicinare i giovanialla montagna attraverso una serie di iniziative che coinvol-geranno anche la scuola.Altra iniziativa di grande interesse è la costituzione del gruppoGarfagnana Climbing dedito all’arrampicata sportiva.Accanto alle tradizionali attività escursionistiche, la sezioneCAI è impegnata anche sul fronte della tutela dell’ambiente inmontagna attraverso l’attività dell’apposita commissioneTAM (Tutela Ambiente Montano).Il direttivo ricorda a tutti, soci e non, che la sede sarà apertaogni giovedì dalle 21,00 alle 23,00 (giorno nel quale verrannoorganizzate serate di proiezione di foto e filmati sulla monta-gna, o attività formativa e preparatoria) e il sabato dalle 18:00alle 19:00. Infine un ringraziamento va al presidente uscente Eugenio Ca-sanovi e a tutto il consiglio che ha lavorato nello scorso trien-nio.

Idee per la sala parrocchiale

La proposta, non ufficiale, è arrivata grazie ad una chiacchie-rata con il consigliere comunale di maggioranza Eugenio Ca-sanovi. Si tratta dello stabile della Sala Parrocchiale costruitoagli inizio degli anni ‘60 e fortemente voluto dall’allora Mon-siglio Maffei.Uno stabile che ha accolto per anni la dottrina e non solo digenerazioni di castelnuovesi. Ebbene la struttura - di fatti un cubo di cemento grigio - non ècerto bella nell’insieme della storia di Castelnuovo. Un vero e proprio pugno in un occhio.Sarebbe bello allora, come accade nelle grandi città di mezzaEuropa, lanciare sulla struttura una sorta di concorso archi-tettonico che veda coinvolti gli specialisti del settore.Disegni, idee, aggiunte, tagli e ttutto quello che le matite e l’in-ventiva dei design siano in grado di creare. Avanti allora con i progetti.

Due notizie di calcioStiamo lavorando, grazie ad un castelnuovese doc, calciatorestorico, ad un articolo con alcune rivelazioni circa MarcelloLippi. Il commissario tecnico della nazionale infatti giocò con-tro il Castelnuovo nel 1964 o 1965, quando giovanissimo mili-tava nella Stella Rossa Viareggio.Aneddoti curiosi e particolari.

Questa foto, scattata solo qualche giorno fa, appartiene già didiritto alla storia del calcio locale.Qualche giorno fa si è infatti giocato il primo derby in un cam-pionato FIGC nella storia di Castelnuovo.Sul trreno di gioco si sono incontrati il Real Castelnuovo e laVirtus et Robur Castelnovese per il campionato provinciale Ju-niores girone A. Per la cronaca il risultato è stato di 8-0 per il Real Castelnuovoallenato da Pacifico Fanani, vittorioso sulla Virtus et Robur al-lenata da Pietro Gaddi. La partita è stata disputata sul campodi Pontecosi.

Page 8: Il Giornale di Castelnuovo · 2016. 10. 15. · Paperino della Walt Disney. Ma sono storie passate, che nessuno più ricorda. Tra gli ebrei castelnuovesi il nostro Sigmund Karpe-les

Pagina 8 Numero 25 - Gennaio 2010 Il Giornale di Castelnuovo

A seguito della pubblicazionedell’ultimo dito nell’occhio(quello sui panni stesi) abbiamoricevuto in redazione numerosenote. Abbiamo deciso di pubbli-care solo quelle legate al dissensoper creare un dibattito.

Gentile redazione,abito a Lucca,ma amo moltola Garfagnana e nei fine setti-mana, con mio marito ve-niamo sempre a fare un giro.Il primo gennaio, in un bar diCastelnuovo, ho trovato ilvostro giornale, e gli ho datoun'occhiata.Sono rimasta più che per-plessa di fronte a due breviarticoli: quello sui panni stesie quello su Escrivà .Il primo, mi ha riportato allamente il G8 di Genova. L'al-lora e attuale presidente delconsiglio, impose che du-rante il vertice degli otto capidi stato, i genovesi non sten-dessero niente ad asciugare,perché quei cenci avrebbero"stonato" con la scenografiache si voleva creare, fattaanche di cose assurde, comelimoni fatti cucire su pianteche non ne avevano.. Moltigenovesi disobbedirono aquel divieto, e a mio parerefecero bene.Ma mi sto dilungando. Ilpunto qual'è? Mi pare che vistiate occupando di della pa-gliuzza senza far caso allatrave.. Chi arriva a Castel-nuovo da Lucca, specie disera, vede in lontananza unaspecie di discoteca, tante luciche non riesce a capire cosasiano. Ho poi scoperto che sitrattava di un inceneritore..Ed io che scappo dalla miacittà perché, quartiere doveabito, sono strozzata dal traf-fico e dal relativo smog!Allora, sarebbe forse il casoche lasciaste in pace la po-vera signora che stende il suobucato sul ciglio della stradae che non fa male a nessuno,e vi occupaste di di temi piùseri, meno da "salotto" aristo-cratico, da circolo del tè.Riguardo ad Escrivà, il vati-cano può farlo santo in tempi

record e l'estensore dell'arti-colo, Matteo Ferranti, può ci-tarlo come esempio (ognunoè libero di scegliere i propripunti di riferimento, ci man-cherebbe..), ma io non di-mentico, avendo una certaetà, le simpatie dell'alloramonsignore per la dittaturafranchista, in Spagna, il suoessere contro le posizioni ri-formatrici del Concilio vati-cano II e l'avversionedell'Opus dei contro la teolo-gia della liberazione in Ame-rica latina (e mi fermo qui,perché il discorso, se volessiparlare dell'Opus dei, diven-terebbe troppo lungo).Mi scuso se sono stata troppoimpertinente, ma non potevotacere.

Claudia Pardini

***Caro direttore,leggo il giornale fin dalprimo numero con atten-zione, ma quel brano sul ditonell’occhio e dei panni stesinon l’ho proprio capito. Holetto e riletto e alla fine misono fatto questa idea. Sitratta di una provocazionedialettica. Avete voluto al-zare dei panni per mettere ildito in una piaga e non far di-menticare chi vive in quellacasa e perchè è finita lì, quellagente. Avete voluto parlarnema da un angolo diverso cer-cando una dialettica forte. In-somma oltre al dito avetevoluto dare anche un belloschiaffo. Se è così bravi an-cora una volta.Visto il lavoro che faccio aCastelnuovo vi prego di nonmettere il mio nome nel casovogliate pubblicarla.

Lettera firmata

***Dei panni stesi possonoaprire un dibattito molto piùampio, che vada cioè al di làdelle questioni legate al de-coro urbano o, ancor“meno”, a questioni di lavan-derie e lavandaie? Normalmente non avreinemmeno risposto ad una

domanda del genere essendoevidentemente, messa fuoridal nostro attuale contesto,una sciocchezza un assolutonon sens; sta di fatto chesiamo di fronte ad una que-stione che sorvola mutande elenzuoli stesi e riesce a pro-iettarsi, con la buona pace dichi non riesce a comprenderequesti slanci di vitalità cultu-rale e civile, in un tema moltopiù vasto che è quello delladignità delle persone e del ri-spetto umano. Il nodo centrale, o meglio cheappare centrale è: i pannistesi subito dopo la rotondadella variante ed all’ingressodi Castelnuovo sono indeco-rosi un vero e proprio “ditonell’occhio”. A volte, ciò che pare bruttoad un primo sguardo è talesolo perché visto con occhitroppo imborghesiti e direttiad una bellezza di facciatache sia di comodo e, adesempio, faccia tacere ognipossibile disgusto da parte dituristi ben paganti o, moltopiù facile, cittadini dalla fa-cile puzza sotto il naso.La “casa attigua alla ro-tonda” con i suoi panni, nonbonariamente ma obbligato-riamente stesi all’esterno, èun ottimo front city inquanto rappresenta, un pro-getto di civiltà e di umanitàche ha permesso a due fami-

Il Carnevale di Castelnuovo di GarfagnanaNei giorni 6/7 e 14 febbraio nel centro storico si svolgerà il Carnevale

Per informazioni Numero Verde: 800-533999Email: [email protected]

Sito web: www.pontineltempo.it

ALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO

PONTI NEL TEMPOALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO

glie di fuggire dalla miseriadi una vita in pineta a Via-reggio, mandare a scuola ibambini e far lavorare, digni-tosamente, i capi famiglia. Una casa ai bordi della città,come vuole la ragion politicache asseconda il popolosordo alla miseria perchéspaventato da questa ma benattento ai domenicali suonidi campana per recarsi amessa, una casa senza riscal-damento ma soprattutto duefamiglie decorose. Affermare egualmente che“quei panni” sono indecorosie trovando soluzioni inasciugatrici o altri luoghi perstendere riporta alla mentequel che diceva, pace al-l’anima sua, la Regina MariaAntonietta quando, incalzatadai suoi collaboratori con "re-gina il popolo ha fame, nonha pane" ella rispondeva "senon ha pane dategli le brio-che".

Matteo Ferranti

***Che ve la prendiate per deipanni stessi mi sembra ecces-sivo e fuori luogo. Avete inpoche righe calpestatol’onore e la rispettabilità fa-miliare di una donna che la-vora tutto il giorno e poi allafine stende semplicemente ipanni della propria famiglia.Cosa avrebbe fatto di male se

LETTERE IN REDAZIONEnon rivendicare il suo titolo afare quello che liberamenteuna donna può e deve fare?Qui non si tratta di unaasciugatrice ma della posi-zione della donna nella so-cietà sempre più subalterna eschiava. Perchè non parlatedi questo?

Roberta Poli

***Un’asciugatrice salverà ilmondo. Perchè come gior-nale non vi fate portavoci diuna colletta per comprareuna asciugatrice alla famigliache abita nella casa all’in-gresso di Castelnuovo?

***Quando vivevo in unagrande città misero fuoridalle finestre dei lenzuolibianchi per vedere quantosmog c’era nelle strade.Credo che quei panni stesipossano rappresentare un se-gnale simile. Alla Madonna per il conti-nuo passaggio dei camionormai non si vive più. E allora perchè non sten-diamo fuori dalle finestre deipanni bianchi, gli facciamo lefoto e dopo un mese li por-tiamo in Piazza per far ve-dere a tutti quantoinquinamento respiriamo nelnostro Rione?

C.P.