Il Giornale della Filarmonica · mente la tecnica». ... Michele Campanella dedica il concerto...

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giovedì 1° dicembre Michele Campanella pianoforte musiche di Brahms giovedì 8 dicembre Monteverdi Choir English Baroque Soloists Sir John Eliot Gardiner direttore musiche di Bach giovedì 15 dicembre Il Cabaret a Berlino fra le due guerre canzoni tedesche eseguite dai Berlin Comedian Harmonists giovedì 12 gennaio Andreas Staier fortepiano musiche di Mozart da mercoledì 18 a sabato 21 gennaio Compagnia Aterballetto “Les Noces” “Rossini Cards” coreografie di Mauro Bigonzetti giovedì 26 gennaio Maderna “Satyricon” opera buffa in un atto da Petronio Orchestra Roma Sinfonietta Luca Pfaff direttore Giorgio Pressburger regista Mensile dell’Accademia Filarmonica Romana n. 2 dicembre-gennaio Direttore artistico Giorgio Battistelli I l G i o r n a l e d e l l a Filarmonica Bimestrale - Anno XIV - n. 2 - Spedizione Romana Recapiti

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giovedì 1° dicembre

Michele Campanellapianoforte

musiche di Brahms

giovedì 8 dicembre

Monteverdi ChoirEnglish Baroque

Soloists

Sir John Eliot Gardinerdirettore

musiche di Bach

giovedì 15 dicembre

Il Cabaret a Berlinofra le due guerre

canzoni tedesche eseguite dai

Berlin ComedianHarmonists

giovedì 12 gennaio

Andreas Staierfortepiano

musiche di Mozart

da mercoledì 18 asabato 21 gennaio

CompagniaAterballetto

“Les Noces”“Rossini Cards”

coreografie di Mauro Bigonzetti

giovedì 26 gennaio

Maderna“Satyricon”opera buffa in un atto da Petronio

Orchestra Roma Sinfonietta

Luca Pfaff direttore

Giorgio Pressburger regista

Mensile dell’Accademia Filarmonica Romana n. 2 dicembre-gennaio

Direttore artistico Giorgio Battistelli

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Le composizioni per pianofortedi Brahms risalgono a tre periodi di-stinti: il primo, che comprende es-senzialmente le tre Sonate, si chiu-de nel 1854; per i successivi noveanni il compositore scrive soprat-tutto delle Variazioni; l’ultimo pe-riodo, al quale il maestro Campa-nella dedica il concerto conclusivodel suo ciclo brahmsiano, com-prende brani lirici isolati, raggrup-pati nelle categoria, volutamentegenerica, dei pezzi per pianoforte(Klavierstücke).

«La vecchiaia di Brahms riserva -ha notato Massimo Mila - qualcosa disorprendente e di totalmente nuovo:una fioritura di liberi pezzi pianisticitotalmente sganciati dall’ossessionedella venerabile forma sonata. Que-st’uomo, che per tutta la vita era sta-to un grande pianista e che pure perlo strumento aveva scritto soltanto treSonate giovanili, poi Variazioni o Valzer o Danze un-gheresi, ci ritorna nell’estrema vecchiezza e, la-sciando parlare se stesso, ne trasforma completa-mente la tecnica».

“Pezzi pianistici” è la denominazione dell’op. 76che vide la luce nel 1878 (Brahms aveva 45 anni) aPörtschach in Carinzia dove il musicista trascorse permolti anni le sue operose vacanze; poco tempo do-po fu la volta delle due Rapsodie op. 79 (già ascol-tate nel primo concerto).

Bisognerà poi arrivare al 1892 perché Brahms,ormai alla soglia dei ses-sant’anni, si rivolga di nuo-vo al pianoforte, per com-porre quattro raccolte nu-

merate in successione e composte perlo più in estate a Ischl.

Sotto il titolo complessivo di Fan-tasie, Intermezzi o Klavierstücke es-se racchiudono Capricci, Ballate, Fan-tasie, Romanze e appunto Intermez-zi, pagine cioè che non hanno una for-ma definita, ma che piuttosto si av-vicinano alla confessione intima espontanea. In questi brani Brahms af-fida le sue fantasticherie segrete a pez-zi brevi, ma incredibilmente densi,sottili, in cui ritroviamo non solo lesue riflessioni, ma anche i risultati diun’esplorazione dedicata per una vi-ta intera ai problemi compositivi e aquelli legati allo specifico linguaggiodel pianoforte. A tratti compaionosquarci della veemenza che aveva ca-ratterizzato le pagine giovanili, ma piùspesso il tono è introspettivo, assor-to, rivolto a brevi composizioni chesembrano distaccate dal pubblico.

Proprio a commento di questi ultimi pezzi SergioMartinotti ha sottolineato che «insieme a Proust e aKafka, a Joyce, a Freud, a Svevo, a Musil, l’ “accade-mico” Brahms si pone come uno dei grandi protago-nisti della crisi del mondo moderno, uno dei primi cheabbiano patito nel profondo il male di vivere sotto uncielo vuoto, risentendo i traumi difusi nella società eu-ropea del tempo e prevedendo quelli peggiori a ve-nire». Le pagine pianistiche composte nella piena ma-turità sono infatti veri e propri monologhi interiori,dominati da un’atmosfera malinconica, da un senso di

riflessivo isolamento,espressione di una vicendapuramente interiore, unasorta di addio alla vita.

L’ultimo BrahmsMichele Campanella dedica il concerto conclusivo del ciclo sulla musica pianistica di Brahms

alle estreme opere della maturità, vero testamento spirituale dell’autore

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Filarmonica

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Prezzo dei biglietti € 23,50; 18,00; 13,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 5,00

Go Card € 8,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

giovedì 1° dicembreore 21

turni A e B

Michele Campanellapianoforte

programma

BrahmsOtto Klavierstücke op. 76

Tre Intermezzi op. 117

Sei Klavierstücke op. 118

Quattro Klavierstücke op. 119

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Con qualche anticipo sul calen-dario ecco un grande e ricco concertobachiano dedicato al Natale, con unascelta di pagine legate alle varie ri-correnze di questa festività.

La cantata “Dazu ist erschienender Sohn Gottes” BWV 40 venne scrit-ta per il giorno di Santo Stefano del1723 ed è caratterizzata da un’ampiapartecipazione del coro; la arricchi-scono inoltre due arie, la prima delbasso, drammatica e dai ritmi moltoaccentuati, e la seconda in cui la vo-ce del tenore è circondata dai ricchimelismi delle coppie di oboi e corni.Le altre due cantate in programmaappartengono alle celebrazioni natali-zie del 1725. Nella prima (secondo l’or-dine cronologico), “Unser Mund seivoll Lachens” BWV 110, ritroveremonell’introduzione il primo tempo dellaQuarta Suite orchestrale,ma si sa che Bach riutilizza-va spesso musiche già com-poste per altre occasioni.

Tutto cameristico è invece iltono dall’altra cantata in program-ma “Süsser Trost, mein Jesuskommt” BWV 151, che contieneuno dei gioielli della vocalitàbachiana, la prima aria del sopranoin dialogo con gli arabeschi del flau-to traverso.

Per lo stesso Natale del 1723 alquale risale la Cantata BWV 40, Bachcompose anche un Magnificat in mibemolle maggiore, nel quale inter-polò quattro canti natalizi (VonHimmel hoch, Freut euch und jubi-liert, Gloria in excelsis Deo, VirgaJesse floruit). Anni dopo, fra il 1728 eil ’31, il compositore riprese questolavoro, trasportandolo nelle più “bril-lante” tonalità di re maggiore eaumentandone la strumentazione:sarà questa seconda versione che Sir

John Eliot Gardiner ese-guirà, pur mantenendo le“interpolazioni” nataliziedell’originale.

Natale con BachUna scelta di cantate legate alle celebrazioni della Natività

e lo splendido Magnificat nell’interpretazione di Sir John Eliot Gardiner, uno dei più accreditati interpreti della musica di Bach

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Prezzo dei biglietti € 26,00; 21,00; 16,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 5,00

Go Card € 8,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

giovedì 8 dicembreore 21

turni A e D

Monteverdi ChoirEnglish Baroque

Soloists

Sir John EliotGardiner

direttore

programma

BachTre Cantate:

“Dazu ist erschienen der Sohn Gottes” BWV 40

“Süsser Trost, mein Jesus kommt” BWV 151

“Unser Mund sei voll Lachens” BWV 110

Magnificat BWV 243a

in collaborazione con la Regione Lazio

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Dopo il successo riportato nelmaggio dell’anno scorso dalla PalastOrchester di Berlino, debutta alla Fi-larmonica un altro ensemble, che siè dedicato alla riscoperta di un re-pertorio “leggero” del passato: le can-zoni del cabaret tedesco fra le dueguerre, un genere di spettacolo cheha saputo rappresentare come pochialtri le vicende artistiche, ma anchepolitiche, di quel periodo.

Nei dorati anni Venti Berlino eraforse la metropoli europea più viva-ce: circa 35 teatri, due dozzine di sa-le da concerto e per finire 145 fra quo-tidiani e settimanali ne indicano be-ne il vivacissimo clima culturale. Icaffè concerto e i cabaret nella bohé-mienne Friedrichstrasse così comequelli del Kurfürstendamm, davano un particolare sa-pore alla città, i teatri di rivista ne arricchivano lo spi-rito, la malizia.

In uno di questi teatri, in occasione della rap-presentazione di una fastosa rivista, Casanova di ErikCharel, iniziò un fenomeno che oggi può essere con-siderato uno dei più tipici del decennio allora de-clinante: il primo successo dei Comedian Harmoni-sts. Un gruppo di cinque cantanti accompagnati daun pianista, alcuni di loro attori che seguivano an-cora gli studi, altri musicisti già attivi, si misero in-sieme per creare uno stile di canto del tutto nuovo.Furono ospitati all’inizio per le prove nella villa diuna diva dell’epoca, Asta Nielsen. Le prime prove du-rarono sei mesi: un lungo e assiduo lavoro destina-to a curare le loro immagine, porgere le canzoni conimmediatezza e soprattutto fare sì che tutto sembrasseimprovvisato, mentre invece l’accuratezza musicaledivenne forse la principale qualità di questo sestet-

to. E davvero lo stile fu il loro mar-chio di fabbrica, la loro precisioneconquistò il pubblico. Il loro mododi cantare del tutto nuovo per la Ger-mania, l’esattezza del ritmo, ma an-che l’arguzia e il senso dell’armonia,della cantabilità, in breve per ciò chefunziona in scena, condussero l’am-bizioso ensemble a una grande po-polarità.

L’idea del gruppo era stata diHarry Frohman, un allievo di ErwinPiscator, che aveva fatto pubblicaresui giornale un annuncio con il qua-le si cercavano cantanti. Il primo fuRobert Biberti, il basso dal timbro divelluto: il suo aspetto, e la sua capa-cità di immedesimarsi nei personag-gi, fecero di lui la pietra angolare del

gruppo. Comparvero poi il tenore bulgaro Ari Le-chnikoff, Erwin Bootz, che avrebbe assunto in seguitola direzione musicale, il secondo tenore Erich Col-lin e il baritono Roman Cycowski: l’ensemble era for-mato.

I “Comedian Harmonists” seppero cogliere lospirito dei tempi: la passione per i dischi all’iniziodegli anni Venti era trasmigrata dall’America in Eu-ropa, il Charleston, lo Shimmy erano i ritmi favo-riti del pubblico, così come il Black-Bottom, il Bo-ston e il Paso Doble. Poi arrivò una rivale dei di-schi, la radio. La musica dall’etere guadagnò sem-pre più seguaci e diventò un essenziale punto di ri-ferimento per gl’interpreti di quegli anni. I Come-dian Harmonists furono i primi ad approfittarne: letramissioni delle principali emittenti tedesche liospitavano con grande successo. Ebbero denaro,onori, viaggi in tutto il mondo. La critica lodava l’ar-te del loro canto, la perfetta intonazione, la preci-

Sono solo canzonette?Cinque cantanti e un pianista ripropongono uno spettacolo

pieno di virtuosismo e gaiezza, con un po’ di melanconia, dedicato alle atmosfere e alle canzoni del cabaret berlinese degli Anni Venti

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giovedì 15 dicembreore 21 turno A

Il Cabaret a Berlinofra le due guerre

canzoni tedesche eseguite dai

Berlin Comedian Harmonists

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sione ritmica del sestetto: cantavano gli hits del tem-po ma imitavano con le loro voci anche l’orchestra,eseguendo brani celebri di Kreisler, Boccherini eOffenbach. Furono a Parigi, a Stoccolma, negli Sta-ti Uniti. Sacha Guitry li invitò ad esibirsi nel suo ho-tel, Yehudi Menuhin, ancora giovane, chiese di ave-re un loro autografo.

I Comedian Harmonistsparteciparono anche ad al-cuni film di successo, per-sino con la grande MarleneDietrich. Cantavano in fran-cese a Parigi, in napoletanoa Napoli; per un decenniofurono un esempio raro di

amicizia e di unità di intenti. Manon durò a lungo: nel 1934 inGermania si denunciò il loro“stridìo giudaico-marxista”, an-che se i loro spettacoli eranosempre strapieni e anche se ilgruppo era costituito solo permetà da musicisti ebrei: ma perla lealtà dei componenti nonebrei verso i colleghi, i ComedianHarmonists dovettero scioglier-si e dettero l’ultimo concerto il25 marzo 1934 cantando la loroultima canzone: Addio, buonviaggio. Il tono abitualmente“leggero” dei loro spettacoli simutò, nelle ultime recite, in unadrammatica polemica contro lescelte del regime nazista.

Sessant’anni dopo, un grup-po di giovani musicisti berline-si ha deciso di riportare in vitaquello storico gruppo: sono na-ti così nel 1994, i “Berlin Co-median Harmonists”.

Usando gli arrangiamenti au-tentici dei Comedian Harmoni-sts degli anni Venti e cercandodi ricostituire lo stesso colore vo-cale originalissimo, basandosisui vecchi 78 giri per fortuna so-pravvissuti, il nuovo gruppo haimmediatamente riscosso, nonsolo in Germania, uno straordi-nario successo.

Il loro repertorio include canzoni tedesche deglianni Venti e Trenta, come pure arrangiamenti di fa-mosi brani di musica classica (le Danze Ungheresi diBrahms per esempio), o canzoni internazionali comeAmapola, Funiculì Funiculà, Happy Days, Oi Marì!

Celeberrimi in tutta la Germania, in residenza perquattro mesi l’anno al teatro “Komödie am Kurfür-

stendamm” di Berlino, iBerlin Comedian Harmo-nists si sono esibiti anchein Francia, Austria, Sviz-zera ed hanno rappre-sentato la Germania aiGiochi Olimpici di Sid-ney nel 2000.

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Prezzo dei biglietti € 23,50; 18,00; 13,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 5,00

Go Card € 8,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

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“Fortepiano” è il nome con il quale si indicano iprimi esemplari di pianoforte, dai primi costruiti al-l’inizio del Settecento dal padovano Bartolomeo Cri-stofori, passando attraverso gli strumenti del tede-sco Gottfried Silbermann, che attirarono l’attenzio-ne di Federico II di Prussia, fino ad arrivare ai primidell’Ottocento.

La meccanica di questi strumenti prevedeva checorde fossero percosse dai martelletti, e non pizzi-cate dalle penne come accadeva nei clavicembali: ciòpermetteva l’alternanza e il gioco delle sfumature frapiano e forte. Tuttavia, perchè si arrivasse al suonodel pianoforte come oggi lo conosciamo, e che si èrealizzato atraverso successive continue evoluzioni,occorrevano dei mutamenti tecnici che prevedeva-no in particolare l’impiego di un telaio metallico sulquale le corde (anch’esse di metallo e non più di bu-dello) potessero esseresottoposte a una maggio-re tensione, per permet-tere il suono più forte, ric-

co, brillante al qua-le siamo abituatioggi.

Mozart (comegli altri composito-ri del suo tempo)non ebbe modo diconoscere l’evolu-zione del nuovostrumento. Le suecomposizioni de-stinate allo stru-mento a tastiera,erano immaginate non per la potenza timbrica di unmoderno Steinway gran coda, ma per il suono sof-fuso, delicato, attutito dello strumento che verrà im-piegato stasera da Andreas Staier, collezionista, ol-

tre che interprete, di que-sti rari strumenti che ci re-stituiscono il suono delpassato.

Il vero suono di MozartAndreas Staier, su uno strumento della sua collezione, interpreta una scelta di pagine

mozartiane restituendole alla loro autentica sonorità

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Prezzo dei biglietti € 23,50; 18,00; 13,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 5,00

Go Card € 8,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

giovedì 12 gennaioore 21

turni A e F

Andreas Staierfortepiano

programma

Mozart12 Variazioni K. 265 su

“Ah, vous dirais-je Maman”

Sonata in la minore K. 310

8 Variazioni sul Lied “Ein Weib ist das herrlichste

Ding auf der Welt” K. 613

6 Variazioni su un tema originale K. Anh. 137

Sonata in si bemolle maggiore K. 570

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Premiata nel 2004 come “migliore compagnia ita-liana” nella prima edizione del “Premio Adriana Pan-ni per la danza”, l’Aterballetto ritorna sul palcosce-nico del teatro Olimpico, con due tra le più apprezzatecoreografie di Mauro Bigonzetti, che ne è direttoreartistico dal 1997 (suo predecessore, e fondatore del-la compagnia nel 1979, è stato Amedeo Amodio).

Les Noces, “scene coreografiche russe in quattroquadri”, di Igor Stravinsky nascono nel 1923 comepartitura originale destinata a un balletto: la primaversione originale andò in scena a Parigi per i Bal-lets Russes di Diaghilev con la coreografia di Broni-slava Nijinska. Per rendere a pieno il significato delrito nuziale, inteso come celebrazione primordialee non come avvenimento religioso, Stravinsky im-piegò, dopo molti ripensamenti, un inedito organi-co formato dalle voci, quattro pianoforti e un nutri-to numero di percussioni.La versione che vedremostasera è uno dei grandisuccessi dell’ATER ed è

stata coreografatanel 2002 da MauroBigonzetti.

Rossini Cards è una composizione presentata perla prima volta al Teatro Comunale di Modena nel gen-naio 2004. «Creazione astratta - ha scritto DonatellaBertozzi - libera combinazione di immagini, di bre-vi “cartoline” condizionate solo dal ritmo vitale (“dio-nisiaco” dice il coreografo) della musica di Rossini,Rossini Cards evidenzia alcuni motivi fondamentalidel profilo di Bigonzetti come autore: l’uso “classi-co” del contrasto fra l’insieme del gruppo - plastico,mobile, disciplinato ma con un interesse costante peril disordine come generatore di invenzioni - e l’av-vicendarsi in primo piano di elementi protagonisti -assoli, duetti, passi a tre, quartetti. Lascia trasparirela padronanza che Bigonzetti possiede del linguag-

gio classico-accademico einsieme la sua fascinazio-ne per l’invenzione e peril dinamismo creativo».

Tra Rossini e StravinskyLa Compagnia Aterballetto, vincitrice l’anno scorso del Premio Adriana Panni,

torna al Teatro Olimpico con due coreografie del suo direttore artistico Mauro Bigonzetti

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Prezzo dei biglietti € 23,50; 18,00; 13,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 5,00

Go Card € 8,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

da mercoledì 18 a sabato 21 gennaio

ore 21 mercoledì 18 turno Cgiovedì 19 turni A e B

Compagnia Aterballetto

“Les Noces”“Rossini Cards”

coreografie di Mauro Bigonzetti

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“...Tornando all’antipasto, su ungrande vassoio era sistemato un asi-nello, di bronzo corinzio, che porta-va una bisaccia a due tasche, dellequali l’una conteneva olive chiare, l’al-tra scure... Dei piccoli sostegni sor-reggevano dei ghiri spalmati di mie-le e cosparsi di polvere di papavero.Non mancavano anche delle salsicceche friggevano sopra una griglia d’ar-gento e sotto la griglia prugne siria-ne con chicchi di melograno... Seguìuna portata : si trattava di un vassoiorotondo che aveva disposti, uno do-po l’altro, in circolo, i dodici segni zo-diacali, sopra ciascuno dei quali ilmaestro di cucina aveva sistemato ilcibo proprio e adatto al referente...A questo tenne dietro un vassoio, sulquale era sistemato un cinghiale digrande mole, e per giunta fornito diun cappello, dalle cui zanne pende-vano due cestini, fatti di foglie di pal-ma intrecciate, ripieni l’uno di dat-teri freschi, l’altro di datteri secchi.Intorno al cinghiale, poi, dei porcel-lini fatti di pasta biscottata, dandol’impressione di stare attaccati allemammelle, indicavano che il cin-ghiale era femmina... un vassoio, con-tenente un maiale enorme, riempì latavola centrale... Il cuoco impugnò uncoltello e, con gesto prudente, cominciò ad incide-re il ventre del maiale da una parte e dall’altra. E su-bito dai tagli che si allargavano spontaneamente perla pressione del contenuto, rotolarono fuori salsic-ce e sanguinacci... Fu poi portato un vitello lesso, di-sposto su un vassoio di duecento libbre, per di più

con tanto di elmo... e già era stato si-stemato sulla tavola un Priapo, rea-lizzato da un pasticcere, che secon-do l’iconografia consueta teneva nelsuo ampio grembo ogni sorta di frut-ti e di grappoli...”

Questa ampia citazione dalla Ce-na di Trimalcione di Petronio Arbi-tro può essere un’itile introduzioneall’opera di Bruno Maderna che ven-na eseguita per la prima volta ad Am-sterdam nel 1973, l’anno stesso del-la morte dell’autore. Maderna era na-to, ricordiamolo, aVenezia nel 1920,vi aveva studiato con Malipiero e poisi era dedicato alla direzione d’or-chestra con Antonio Guarnieri e Her-mann Scherchen. Soprattutto que-st’ultimo musicista lo avrebbe moltoinfluenzato, in una carriera equa-mente divisa fra l’attività di compo-sitore e quella di direttore d’orche-stra, in particolare dèdito alla musi-ca contemporanea. Dal 1949 Mader-na partecipò ai Ferienkurse di Darm-stadt e ne fu, con Pierre Boulez, unafigura di riferimento. Dieci anni do-po fondò a Milano, con Luciano Be-rio, lo studio di Fonologia Musicaledella RAI. Figura di primissimo pianodell’avanguardia post-weberniana Ma-derna è stato non soltanto un ese-

cutore insostituibile di tante pagina della Nuova Mu-sica, ma al tempo stesso un compositore di operenelle quali rivelava originalità, fantasia, rigore e unastraordinaria conoscenza della musica del passato (an-che di quello più remoto), eredità questa in gran par-te dovuta agli studi seguiti con Malipiero e con

Un’opera buffa del NovecentoUn omaggio a Bruno Maderna, il compositore veneziano prematuramente scomparso nel 1973, ricordato con un suo divertente lavoro teatrale che vedrà anche la partecipazione del pubblico

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giovedì 26 gennaioore 21 turno A

Satyricon

opera in un atto trattada Gaio Petronio

libretto di Bruno Maderna e Ian Strasfogel

musica diBruno Maderna

Orchestra Roma Sinfonietta

Luca Pfaff direttore

Giorgio Pressburger regista

Andrea Stanisciscenografo

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Scherchen. Nelle sue creazioni si dedicò in pari mi-sura alla musica “pura” e a quella elettronica (Musi-ca su due dimensioni per flauto, piatto e nastro ma-gnetico del 1952 è il primo esempio di combinazi-ne di suoni elettronici e dal vivo) come pure all’e-sperienza aleatoria, della quale fu uno di più con-vinti sostenitori (Serenata per un satellite del 1968rimane un caposaldo del genere).

Una parte rilevante della produzione di Mader-na è infine riservata al teatro dal Don Perlimpin, unacommedia radiofonica con musica del 1961 tratta daFederico García Lorca, alla lunga elaborazione di Hy-perion, il suo lavoro più intimo e misterioso, trattoda Hölderlin e mai davvero compiuto (un vero workin progress secondo lo spirito dell’ ”opera aperta”teorizzato da Eco in quegli anni), fino a Ages del 1972,con il quale concorse al premio Italia, su un libret-to di Giorgio Pressburger che ritroviamo stasera re-gista del Satyricon.

Questo suo estremo la-voro (durante la composi-zione Maderna seppe del-la malattia che di lì a pocolo avrebbe condotto a unaprematura scomparsa) ap-partiene, nelle parole diMassimo Mila, a una sfera

“piuttosto che minore, privata e scherzosa”. Dal sog-getto di Petronio viene ripreso soprattutto il ben no-to episodio della Cena di Trimalcione, il romanoarricchito che ostenta negli eccessi del banchetto lasua recente quanto dubbia ricchezza, definendosi co-sì un personaggio di straordinaria attualità.

L’opera si svolge come un pastiche musicale ra-pido e divertito, denso di citazioni che vanno da Wa-gner a Verdi, dal jazz, al folk, al cabaret. Composi-zione di abile eclettismo, Satyricon mette in luce unaspetto complementale dell’impegno più avanzatodi Maderna: ci mostra l’altra faccia del suo caratte-re, quella dell’umorismo e della simpatia, il riso sa-lutare e goliardico di chi non ha bisogno di mostra-re la propria serietà.

Proprio a sottolineare questo carattere di “diver-timento” del lavoro, il pubblico sarà invitato a parte-cipare in forma diretta: all’inizio della serata sarannomessi a disposizione pepli, tuniche e corone di allo-

ro e chi lo vorrà potrà par-tecipare al banchetto, cer-to non fastoso come quel-lo di Trimalcione, mesco-lando così platea e palco-scenico, con quello spiritoludico che avrebbe certomolto divertito Maderna.

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Prezzo dei biglietti € 23,50; 18,00; 13,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 5,00

Go Card € 8,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

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Dopo le recitedel Fantasma del-l’opera, il musicalispirato al mondodel tango argentinoe al fascino delle not-ti di Buenos Aires,un nuovo titolo sipresenta al teatroOlimpico. Sulla sciadel successo di Winx

Club, la serie animata rivelazione dell'ultima sta-gione televisiva e arrivata già alla seconda serie, lesei magiche fatine protagoniste del cartoon arri-vano “dal vero” in teatro con un entusiasmante spet-tacolo, il Winx Power Music Show.

Le hanno disegnate pensando a star come Jen-nifer Lopez e Britney Spears; le hanno vestite co-me tutte le ragazzine adorerebbero vestirsi, top va-riopinti, stivaloni aggressivi, tutine scintillanti; lehanno dotate di caratteri diversi, ma complemen-

Tutto il calendario da

Fantasmi e cartoons

www.teatroolimpico.it

[email protected]

Sul sito si possono acquistare i biglietti degli spettacoli del Teatro Olimpico

e dell’Accademia Filarmonica Romana

fino a lunedì 19 dicembre

Il fantasma dell’opera

con Giorgio Carli, Alexandra Alise, Simone Sibillano, Concetta Ascrizzi,

Nicola Ciulla, Laura Geraci

regia e coreografie André De La Roche

da giovedì 22 dicembre a domenica 8 gennaio

MAS Music, Arts & Show presenta

Winx Power Music Show

da lunedì 9 gennaio

Cinzia Leone in

“Poche idee... ma molto confuse”

di Cinzia Leone e Fabio Mereddu

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tari; le hanno messe tut-te insieme, un po' fem-ministe e un po' mo-daiole, in una squadradal fascino imbattibile.

Al loro fianco le"Pixie", fate in miniatura,abitanti degli alberi diSelvafosca e destinate adiventare compagne fedelissime. Bloom, Stella,Tecna, Musa, Flora e Aisha sono le Winx, fatineapprendiste in lotta contro le forze del male.

È la prima volta che un cartoon sale sul pal-coscenico per diventare un music show e lo fa ingrande, con uno spettacolo in cui protagonisti in-discussi saranno la musica e i ritmi più amati dai

giovani. Creato per i bambini, ma pensato per striz-zare l'occhio anche ai grandi, lo show vedrà le Winxscatenarsi sulle note della colonna sonora origi-nale della serie televisiva e su ritmi rock, pop, hip-hop e rap appositamente composti per lo spetta-colo, in un mix di colori, giochi di luce, video-proiezioni, effetti speciali, laser e colpi di scena.

Lo spettacolo si apre proprio a Magix, dovedalla Terra giunge la voce di Melissa, una giova-ne ragazza dubbiosa sull'esistenza delle Winx. Lanuova missione delle trendy fatine sarà proprio farricredere la scettica terrestre; una volta scese sul-la Terra Bloom (Mary Dima), Flora (Claudia Alfon-so), Musa (Erika Iacono), Tecna (Annamaria DeMatteo), Aisha (Karima Machehour) e Stella (SaraMarinaccio) si troveranno ad affrontare le loro ag-

guerrite e perfide nemiche di sempre,le Trix, alleate al temibile Lord Darkar.

Da gennaio torna poi una beniami-na del nostro pubblico, Cinzia Leone,

col suo ultimo spettacolo Poche idee...ma molto confuse, un titolo che

è tutto un programma. Si rac-conta di una realtà nella qua-

le qualunque banalità viene tra-sformata in un grande evento perchénessuno si accontenta più di niente. Edecco quindi gli "effetti speciali" che ser-vono per migliorare una realtà, miseracome prima, ma camuffata in modo chesia soddisfacente. -Così nascono i rea-

lity, così che nasce il "telefonino esi-bizionista" "l'automobile egocen-trica" "la lavatrice taciturna". Perpaura di non accontentare noi

stessi e gli altri spendiamotutte le nostre energiealla ricerca di semprenuove alternative.

a dicembre a gennaio al Teatro Olimpico

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I l G i o r n a l e d e l l a

FilarmonicaI luoghi dei concerti

Teatro OlimpicoP.zza Gentile da Fabriano 17 tel. 06-32.65.991

Botteghino aperto tutti i giorni dalle 11 alle 19

Per ogni concerto in abbonamento della Filarmonica è a disposizione del pubblico

un servizio di prenotazione taxi.Gli interessati possono rivolgersi all’apposito box,

allestito presso l’ingresso del Teatro Olimpico

Parcheggio consigliato:in piazza Mancini, a pochi passi dal Teatro.

Autobus utili:dalla Stazione Termini - 910; da piazzale Flaminio - 2;

da Piramide - 280; dai Parioli - 910; da Prati - 280; da Vigna Clara - 200 e 201; da San Lorenzo - 19

Sala Casellavia Flaminia 118 (piazzale della Marina) tel. 06 - 3201752.

I biglietti si acquistano alla Filarmonica un’ora prima del concerto

Accesso facilitato per i portatori di handicap

I biglietti

I biglietti si acquistano al botteghino del Teatro Olimpico (tel. 06-3265991) anche con carta di credito, tutti i giorni, orario non-stop 11-19(anche dalle 20 alle 21 per lo spettacolo del giorno), e presso i punti vendita aderenti al circuito CHARTAnet,presso Messaggerie Musicali (via del Corso 473, Roma, tel. 06-68192349), Hellò Ticket (Ala Mazzoniana -Stazione Termini - via Giolitti 34, Roma, tel. 06-47825710),Centro Commerciale “I Granai” (via Rigamonti 100,06-51957610), Centro Commerciale Arca(via Tiberina, Capena).

Prevendita telefonica con carta di credito solo al numero di Hellò Ticket 800907080 e 06-48078400, dal lunedì al venerdì ore 10-17.

Prevendita su Internet con carta di credito, www.chartanet.it.

Convenzioni per gruppi

Per informazioni su convenzioni e riduzioni sul prezzo deibiglietti riservate ad associazioni, Cral e gruppi rivolgersial numero 06. 3201752 (fax 06.3210410)[email protected]

Il Giornale della Filarmonica

Direttore responsabile: Stefano CatucciTesti di Renato Bossa

Mensile di informazione musicale dell’Accademia Filarmonica RomanaRedazione e amministrazione: via Flaminia, 118, 00196 Roma. Tel. 06-32.01.752; fax 06-32.10.410

Anno XIV - n. 2 Abbonamento gratuito

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