Il Giardino Magico

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PAOLO BENDA

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PAOLO BENDA

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IL GIARDINO MAGICO DI PACIANO

Il giardino è in realtà un laboratorio di ricerca multidisciplinare a carattere scientifico, culturale e pedagogico, nasce dal voler comprendere cosa c’è oltre la parte visibile dell'essere umano. E' un percorso a sette punti energetici per il benessere psicofisico, meditativo vibrazionale e introspettivo. Siamo circondati da realtà non tutte percepibili dai nostri sensi tradizionali: dimensioni parallele, mondi sconosciuti alla logica… L'universo in cui viviamo e' fonte di una manifestazione pressoche' illimitata di fenomeni. Alcuni di questi piu' vicini alla nostra dimensione quotidiana di altri, posti su piani impercettibili all'immediatezza dei sensi, ma pur concreti e che bene o male finiscono per coinvolgerci nostro malgrado. Il giardino è situato di fronte al Comune di Paciano IL PAESE

Paciano è un comune di 988 abitanti della provincia di Perugia. È inserita tra i Borghi più belli d'Italia. La città medievale è posta sul monte Petrarvella (391 m s.l.m.) dove, in antichità, si trovava un tempio consacrato al dio Giano. Vi si può accedere da tre porte: la Fiorentina, la Perugina e Porta Rastrella. Di origine medievale (XIV secolo), il paese fu dato in feudo da Carlo IV a Guglielmo di Beaufort e successivamente incorporato allo Stato della Chiesa (prima metà del XVI secolo). La Storia • IX secolo, è citata in un documento la curtis di Pacciano Vecchio, l'insediamento più antico situato a monte dell'attuale paese e di cui rimane una torre detta "d'Orlando".

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• XII secolo, sull'area domina il Comune di Chiusi; solo alla fine del secolo Paciano, con Castiglione del Lago e Panicale, entra nella sfera d'influenza del Comune di Perugia. • 1300 ca., nasce Paciano Nuovo (l'attuale borgo) intorno al castello feudale. • 1373, Paciano, insieme a Panicale, è donato da Carlo IV al conte di Toscana Guglielmo di Beaufort, nipote di papa Clemente V, ma questo periodo "toscano" dura solo 3 anni. • 1416, Paciano si consegna al condottiero Braccio da Montone che vi ricostruisce il castello. • 1489, vi si rifugiano gli Oddi, inseguiti dai Baglioni, signori di Perugia. Il borgo passa in seguito alla Santa Sede e alla città di Perugia. • 1643, le truppe del Principe Mathias, fratello del granduca di Toscana Ferdinando II, occupano il paese. Ma poi di nuovo il villaggio torna allo Stato della Chiesa. • 1798, Paciano passa dal governo pontificio alla Repubblica Romana. Nel periodo napoleonico e della Restaurazione diventa comune aggregato a Panicale. • 1860, con un referendum sceglie di appartenere al nuovo Regno d'Italia. Tre le ipotesi del nome Paciano. La più suggestiva è quella che fa derivare il nome dal dio latino Giano, nelle versioni Pax Iani, pace di Giano, Passus Iani, passaggio al tempio di Giano (i cui resti sono ancora visibili lungo l'antica via di collegamento tra Chiusi e Perugia), o Pagus Iani, villaggio dedicato a Giano.

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La seconda interpretazione è Pagus Dianus, villaggio luminoso, in bella posizione. Infine, Paciano (come in genere i toponimi in -ano) da un nome di origine romana legato al possesso di fondi rustici: Pacius. GIANO

Si credeva che avesse il potere di far zampillare all'improvviso dal terreno sorgenti e polle d'acqua, come ad esempio accadde quando salvò Roma dai Sabini, nemici dei Romani, che stavano per entrare in città attraverso una porta, rimasta inspiegabilmente aperta: fece scaturire una sorgente, addirittura una cascata, che mise in fuga gli assalitori. Ma Giano, definito anche Janus Pater, padre di tutti gli uomini, della Natura e dell'Universo, fu essenzialmente il dio dell'apertura e dell'inizio, con caratteristiche simili a quelle della divinità solare che apre il cammino alla luce accompagnando l'attività umana nel corso della giornata. Il suo nome stesso evoca la porta, in latino ianua, e januarius è il mese che apre l'anno e dà inizio alle stagioni, e il primo giorno di gennaio veniva dedicato alla festa del dio. Presiedendo alle porte, aveva la chiave e il bastone; sorvegliava tutto ciò che stava all'interno della città o della casa, non perdendo però di vista quello che accadeva all'esterno, e quindi era rappresentato con due facce (Giano bifronte). La prima preghiera nell'intraprendere qualsiasi impresa o attività era sempre rivolta a Giano, che proteggeva anche il concepimento e la nascita, principio della vita individuale. Il tempio a lui dedicato doveva rimanere aperto in occasione di imprese belliche, ma solennemente sbarrato in tempo di

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pace, e le cerimonie che avevano luogo per la chiusura delle porte del tempio tendevano ad esaltare il ruolo di custode della pace del dio Giano, perché solo in una situazione di tranquillità la vita quotidiana può dar luogo ad esordi positivi e creativi. All’interno del borgo medievale, spiccano, nella chiesa di S. Giuseppe, il Gonfalone della Madonna della Misericordia, a ricordo delle pestilenze di quel periodo (~ 1480), della bottega del Bonfigli, e, nella Confraternita del SS. Sacramento, una parete di fondo affrescata con una “Crocefissione” (1407) di Francesco di Castel della Pieve (ora Città della Pieve), presunto maestro del Perugino. Inoltre vi si trova una pregevole raccolta d’arte sacra. Da Porta Rastrella, incorniciata dai Palazzi Buitoni e Baldeschi (del XVII secolo), si raggiunge il piccolo Santuario della Madonna della Stella (1572-1579) con affreschi di Scilla Pecennini e, nella sagrestia, un ciclo di affreschi popolari (1590-1620) della storia del santuario. La Torre d’Orlando, lungo la strada del Ceraseto che conduce a Panicale, è quel che resta del vecchio castello di Paciano Vecchia, distrutto nel 1250. Si trova sulla cima di un colle a circa 6 Km. di distanza dal lago Trasimeno. Insieme ai ruderi che la circondano, è ciò che rimane del borgo antico di Paciano, sulla via che collegava Perugia a Chiusi attraverso Panicale. Secondo la tradizione, il nome del complesso deriva da un capitano di ventura, probabilmente l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto che, in uno dei suoi numerosi viaggi, sarebbe transitato per questa località lasciando alcune tracce del suo passaggio.

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Dell’antico castello di Paciano Vecchio rimangono soltanto alcuni ruderi, dominati dall’alta torre. Questa è costituita da pietre di arenaria e termina con una parte più sporgente sorretta da beccatelli (archetti con funzione di sostegno). Accanto alla torre si trova un elegante fabbricato settecentesco adibito a nucleo abitativo e circondato da un parco lussureggiante. Poco dietro il complesso, a circa 500 m., sorge l’antico convento di Sant’Antonio da Padova, che in passato era strettamente collegato al borgo. La costruzione dell’antico castello di Paciano, di cui fa parte la torre d’Orlando, risale probabilmente a prima del X secolo. Secondo un documento scritto del 917, l’imperatore Berengario I concede in dono il feudo a Uguccione II, marchese di Toscana. Nel 1312, gli abitanti di Paciano Vecchio decisero di trasferirsi più in basso costruendo un grande castello, nucleo dell’attuale borgo di Paciano. Da quel momento il borgo antico e la torre d’Orlando persero d’importanza; passarono nelle mani di vari proprietari che ne modificarono la fisionomia con l’aggiunta di nuovi corpi di fabbrica. Nel 1672 il complesso venne acquisito dalla famiglia dei Conestabile Della Staffa che lo mantenne fino all’inizio del XIX. Poi passò ai Misciattelli, che lo utilizzarono come rimessa per gli attrezzi agricoli. Nel 1919, la tenuta fu acquistata dai Biavati che seppero sapientemente restaurare la torre e l’adiacente palazzo settecentesco.

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IL PERCHE’ DEL GIARDINO Da sempre la civiltà e i popoli della terra hanno convissuto con l'idea che energie e luoghi mistici potessero essere d'aiuto al benessere dell'individuo. Questo risultato messo in luce dagli archeologi unitamente a storici e antropologi, ha permesso nel corso del tempo di comporre un interessante mosaico nel quale l'uomo del passato, in ogni epoca e cultura, sia Occidentale sia Orientale, aveva come obiettivo primario quello di contrassegnare zone sacre con complesse costruzioni geometriche ed architettoniche. I dotti sacerdoti delle varie culture diffuse nell'arco di millenni di storia, si preoccuparono attivamente di analizzare i movimenti celesti del Sole e della Luna, delle stelle e dei pianeti e di tutta la cosmologia fino ad allora conosciuta. Essi racchiusero all'interno dei loro templi, vergarono su antiche pergamene o incisero su rocce neolitiche il loro sapere e i segreti di una conoscenza che si perde tra le onde e lo scorrere del tempo. Ancora oggi gli archeologi, alla stessa stregua del semplice turista, quando ammirano queste innumerevoli ed antiche vestigia, non possono non pensare al profondo e intenso rispetto che gli architetti e gli ingegneri del passato avevano per i flussi delle potenti energie radicate nella Terra. Le opere che essi hanno eretto nel corso delle varie ere infatti ne sono la chiara ed evidente dimostrazione e per comprendere alcuni di questi misteri, ci viene spesso in aiuto l'archeologia psichica. Approfondimenti sulle linee Sincroniche

La grande differenza tra la conoscenza di tipo scientifico e la conoscenza esoterica risiede nel fatto che la scienza si basa su dati sperimentali oggettivi, aperti alla verifica e al controllo da parte di tutti, (e quindi ripetibili) mentre l'esoterismo è un tipo di conoscenza che per sua natura non

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è aperto a tutti ma solo a pochi iniziati che condividono l'accesso a un sapere o a una esperienza esclusiva (e quindi ha caratteristiche di non ripetibilità). Scientifico è dunque sinonimo di oggettivo, esoterico di soggettivo, cioè non oggettivo e quindi non ripetibile. Ma le ultime scoperte della Meccanica Quantistica hanno enfatizzato il ruolo del soggetto cosciente a tal punto da portare alla inevitabile conclusione che nulla può esistere al di là della percezione del soggetto, e che quindi non ha senso attribuire oggettività (cioè esistenza propria e indipendente) ad alcunchè per il semplice fatto che nulla può esistere al di là dell'essere percepito. Questa prospettiva di fatto riduce la posizione della scienza (così come viene intesa comunemente oggi nel mondo occidentale) a quello di una mera credenza esoterica nel primato della materia, che ha sul piano ontologico la medesima validità di una fede. Quello scientifico diventa quindi solo uno dei tanti metodi di indagine della realtà, in nulla e per nulla superiore o migliore, da qualsiasi punto di vista, degli altri tipi di conoscenza sviluppati dall'uomo. Scompare dunque il primato della Scienza Occidentale, e tra Fisica ed Esoterismo non c'è più di fatto nessuna differenza ontologica.

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IL PERCORSO I sette percorsi culturali energetici: Basterebbe ricordare che, come raccontato nella Bibbia, Dio impiegò 7 giorni per realizzare la Sua Creazione e che 7 sono i giorni della settimana che lo ricordano all’Uomo, che sette sono le note musicali che producono l’Armonia (parola di sette lettere) della Musica per intuire il carattere esoterico del numero sette.[1] 1. Colonna Benessere psicofisico 2. Sfera orgonica + piramide Vibrazionale 3. Porta Magica Meditativo-vibrazionale 4. Spada Meditativo 5. Fiore di vita Meditativo e benessere psicofisico 6. Specchio dell'anima Introspettivo 7. Musica delle Piante Pedagogico Culturale [1]Il Numero 7, è il Mondo della Formazione. La Bibbia allude alla sacralità di questo Numero, che rappresenta il trionfo dello Spirito sulla Materia e la pienezza dei Divini Misteri. È considerato “vergine”, perché nella Decade non genera altro Numero. Numero di Potenza, Virtù, Pienezza e Beatitudine, il Numero 7 è consacrato allo Spirito Santo per i settemplici doni enunciati da Isaia.

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Sette sono gli Attributi Divini. Sette sono gl'ingressi del Mondo di Yerzirah. Sette cicli cosmici presieduti dai sette Arcangeli che corrispondono ai sette centri sottili luminosi dell'uomo, ai sette gradi di luce, ai gradi delle sette virtù, ai sette metalli puri, ai sette colori, alle sette beatitudini. Sette Giorni della genesi. Sette Età del Mondo. Sette giorni della settimana. Sette gradini del Tempio e sette le luci del suo Candelabro (la Menorah). Sette sono le piaghe d'Egitto e sette le folgori. Sette soni i veli d'Iside celeste. Sette i colori dell'Arcobaleno della Genesi. Sette le note dell'armonia. Sette i fori della testa dell'Uomo. Sette sono le lettere scritte da Giovanni alle sette chiese dell'Asia. Sette sono i sigilli dell'Apocalisse. Sette le trombe. Sette i segni. Sette i calici. Sette i Re. Sette le teste della Bestia. Sette i sacerdoti dell'Arca dell'Alleanza. Sette i lavacri di purificazione. Sette giorni Daniele rimase nella fossa con sette leoni. Sette volte Paolo fu gettato in prigione. Nei salmi di Davide è detto che bisogna lodare Dio sette volte al giorno. Ezechiele si è lamentato per sette giorni. Sette sono i sacramenti e sette furono i primi diaconi. Sette i Re di Roma (che gli ebrei chiamavano Edom) e Septimonium sono i sette colli su cui sorge l'antica città. Sette anni Gesù dimorò in Egitto. Sette otri d'acqua mutati in vino alle Nozze di Cana. Sette furono i pani benedetti da Gesù, e sette i panieri di pane avanzati. Sette furono le parole che Cristo pronunciò sulle croce. Sette i dolori della vergine. Sette sono le invocazioni nel Pater Noster. Il sette corrisponde alla Lettera ebraica Zain. Il Numero sette è universale, così come lo è Zain, considerata Lettera dell'Universo, e il segno che la raffigura ha le sembianze di 7.

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Attorno a questa Lettera, prima Lettera della Manifestazione del Mondo di Yerzirah, l'Universo formato rotea e si appoggia. IL GIARDINO

Il giardino è situato in un contesto geografico di conoscenza esoterica-simbolica. Ogni cosa esistente sulla terra possiede la sua controparte eterica al di sopra della Terra, e non vi e nulla, per quanto possa apparire insignificante nel mondo,che non dipenda da qualcosa di superiore; cosi che, se la parte inferiore agisce, la sua parte superiore, che presiede a essa, reagisce a ciò. Il giardino è collegato sincronicamente[1] e radionicamente con collegamenti strutturali a 4 siti archeo-simbolici-geografici per formare una spada.[2] Questi luoghi sono: Una Piramide in marmo come da foto (1 e 2)a Passignano sul Trasimeno (PG), Fonte della Regina (SI) a sinistra, Pieve a Caiola (PG) a destra e la punta della spada a Blera VT (sito archeologico etrusco). La forma della spada è a croce e come tale, rappresenta i quattro elementi: aria - fuoco - acqua - terra, uniti al centro. Il centro della croce (Paciano) è ciò che fonde, che amalgama, che mescola gli elementi in un equilibrio da cui scaturisce la vita. È l’opera alchemica. La spada ha una simbologia legata all’elemento acqua. (Attraversa il lago Trasimeno).

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[2]In Europa le tradizioni dicono anche che una spada sacra è custodita in uno specchio d’acqua calma e limpida. La spada Excalibur (il cui nome vero è Calibur) viene custodita dalla Dama del lago, una divinità pagana che si credeva vivesse nell’acqua e che la si potesse vedere negli specchi di acqua pulita, calma e cristallina. Tale dama donava la spada all’Uomo Giusto, a colui che avrebbe usato la forza della spada per il benessere del popolo. Ma cosa accadeva se l’uomo giudicato giusto, accecato dal potere, diventava improvvisamente egoista? Non potendo la Dama del lago rimpossessarsi personalmente dell’arma, la spada veniva comunque confiscata dalla Natura: l’arma veniva attratta dalla terra e quando entrava in contatto con essa, la terra si chiudeva tenendola stretta. Nella tradizione esoterica occidentale troviamo la spada conficcata nella roccia; oppure spade custodite in grotte impervie con a guardia (a volte) animali mitologici o mostruosi e solo un uomo dal cuore puro poteva osare estrarla dalla roccia, o avventurarsi nelle grotte per trovarla. Si nota, osservando le leggende, che chi custodisce la spada è generalmente una figura femminile, o qualcosa che simboleggi la femmina. Nella nostra tradizione la terra è donna (Madre terra); la grotta è cava e ci si può accedere da stretti cunicoli, ciò ricorda il ventre della donna.

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LA PORTA MAGICA Affrontare il problema della porta significa anzitutto comprendere che essa è inserita in un sistema vivo composto da tutto ciò che la circonda, che la sormonta, che le fa da base. Basti pensare ai complessi studi architettonici di Vitruvio o di Palladio e all’enfasi che pongono su cosa è bene che sia intorno alla porta. La porta pensata da sola rischia di perdere il suo significato, e d'altronde la porta da sola è inconcepibile: l’arco di trionfo o il portico isolato del cerimoniale scintoista, i portici di alcune popolazioni centro africane o il tigillo romano non sono porte isolate: questi tipi di varchi sono inseriti in un sistema invisibile, non per questo non esistente, e comunque vincolante e limitativo che è quello formato dalla complessità dei simboli relativi al passaggio spirituale che esse rappresentano. La porta è in rapporto alle azioni di separare e di unire, di distaccare e di collegare, la porta è la sintesi di due azioni contrapposte che ci appaiono come una sola azione. La "porta magica" in realtà è un percorso vibrazionale in cui è possibile azionare un ingresso su altri piani energetici.

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IL QUADRATO MAGICO SATOR

SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS Il quadrato del Sator è una struttura a forma di Quadrato magico composta dalle cinque parole latine (tranne una, di origine dubbia): SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS, che, lette una di seguito all'altra, danno luogo ad un palindromo (che è una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra o viceversa, come potete verificare subito in questo caso). Disponendo le parole su una matrice quadrata (come in figura), si ottiene una struttura che ricorda quella dei quadrati magici numerici. Le cinque parole si ripetono se vengono lette da sinistra a destra e da destra a sinistra, oppure dall'alto al basso o dal basso in alto. Al centro del quadrato la parola TENET forma una croce palindromica. Il curioso quadrato magico è visibile su un numero sorprendentemente vasto di reperti archeologici, sparsi un po' ovunque in Europa. Ne sono stati rinvenuti esempi nelle rovine romane di Cirencester (l'antica Corinium) in Inghilterra, nel castello di Rochemaure (Rhône-Alpes) , a Oppède in Vaucluse, a Siena sulla parete del Duomo di fronte al Palazzo Arcivescovile, nell'abbazia Certosa di Trisulti a Collepardo (FR), a Santiago di Compostela in Spagna, ad Altofen in Ungheria, solo per citarne alcune.

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A volte le cinque parole si trovano disposte in forma radiale come a Sermoneta (Latina), oppure in forma circolare come nella Collegiata di Sant'Orso di Aosta. Altre chiese medioevali ancora nelle quali si registra, in Italia, la presenza della frase palindroma (in forma di quadrato magico oppure in forma radiale o circolare - sono la Pieve di San Giovanni a Campiglia Marittima, la chiesa di San Pietro ad Oratorium a Capestrano (AQ), la Chiesa di San Michele ad Arcè frazione di Pescantina (Verona), ed altri ancora. L'esempio più antico e più celebre è quello rinvenuto nel 1925 negli scavi di Pompei, inciso sulle scanalature di una colonna della Grande Palestra: esso ha avuto una grande importanza negli studi storici relativi alla frase palindroma; a partire da questo ritrovamento, il quadrato del Sator viene anche detto latercolo pompeiano. L'ultimo ritrovamento italiano risale al luglio del 2007: un gruppo di giovani siciliani durante una uscita notturna ha rinvenuto il Quadrato del Sator inciso sulle dismesse travi di un vecchio scheletro d'abitazione, accompagnato dai disegni di un oplita greco e da quello di un geroglifico, oltre che all'epigrafe latina "Sum gaudens horizonti tuo nomine viventis in perpetuum", in località Sciara di Scorciavacca, nel territorio di Presa, in provincia di Catania. Qual è il significato del quadrato magico? Per quale ragione ha avuto tanta diffusione? Difficile stabilire il significato letterale della frase composta dalle cinque parole, dal momento che il termine AREPO non è strettamente latino. Alcune congetture su tale parola (nelle Gallie e nei dintorni di Lione esisteva un tipo di carro celtico che era chiamato arepos, si presume allora che la parola sia stata latinizzata in arepus e che nel quadrato essa avrebbe la funzione di un ablativo strumentale, cioè un complemento di mezzo) portano ad una traduzione, di senso oscuro, quale Il seminatore, col suo carro, tiene con cura le ruote, della quale si cerca di chiarire il senso intendendo il riferimento al seminatore come richiamo al testo evangelico. Pensando invece che il termine AREPO sia il nome proprio di un misterioso seminatore, si arriva alla traduzione Arepo, il

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seminatore, tiene con cura le ruote che sembra prosaicamente alludere a pratiche agricole. La presenza del palindromo in molte chiese medievali induce a considerarlo - per quanto possa aver avuto un'origine più antica - un simbolo che si inserisce nella cultura cristiana di quel periodo. Partendo dalla identificazione del Sator, il seminatore, con il Creatore, qualche studioso ha proposto la seguente interpretazione: "Il Creatore, l'autore di tutte le cose, mantiene con cura le proprie opere". L'interpretazione del palindromo nell'ambito della cultura cristiana è coerente con la grande quantità di presenze e ritrovamenti in luoghi di culto medievali. Il ritrovamento del "latercolo pompeiano", risalente a data anteriore al 79 D.C., ha sollevato numerose controversie sull’origine cristiana o meno del quadrato. Osservando l'insieme delle lettere che lo compongono, F. Grosser ha rilevato che esse possono servire a comporre una croce nella quale la parola "PATERNOSTER" si incrocia sulla lettera N: avanzano due A e due O, che possono porsi ai quattro estremi della croce, come fossero l'alfa e l'omega, il principio e la fine. Il quadrato sarebbe dunque una crux dissimulata, un sigillo nascosto in uso tra i primi cristiani ai tempi delle persecuzioni. Questa interpretazione è confermata dal fatto che il quadrato magico stesso contiene al suo interno una croce quadrata dissimulata, costituita dall'incrocio, al centro del quadrato, delle due parole TENET, l'unica parola della struttura che è palindroma di sé stessa. Inoltre è stato osservato che lo stesso carattere T era utilizzato dai primi cristiani per indicare la croce, così come altre strutture che ne potevano richiamare la forma come l'albero della nave o il timone. Questa interpretazione, per quanto plausibile, non è accettata da tutti gli studiosi, specie da quanti rifiutano l'origine cristiana del palindromo. Una spiegazione più semplice sostiene che l'impiego in ambiente cristiano del quadrato del Sator doveva corrispondere a finalità apotropaiche come avvenne per molte altre iscrizioni suggestive, del tipo "Abracadabra" o

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"Abraxas". Non sarà stata ininfluente, a questo riguardo, la presenza all'interno del quadrato della croce formata dalla doppia parola TENET. La lettura all'interno del palindromo della parola "PATERNOSTER" come crux dissimulata avviene per via di anagramma. Tale lettura parte dall'attribuzione del quadrato all'ambiente cristiano: essa è stata posta in dubbio da alcuni studiosi, ma è basata su fondamenta storiche che risultano ben più solide rispetto alle tante congetture che si reggono sulla semplice analisi degli anagrammi che, di per sè, non può essere considerata come probante. In effetti è ben noto come, a partire da un certo numero di lettere, sia possibile ottenere un gran numero di frasi completamente diverse, anche se non palindrome. Tra i tanti esempi possibili in campo religioso, se ne possono citare alcuni : O PATER, ORES, PRO AETATE NOSTRA (O Padre, prega per la nostra età); ORA, OPERARE, OSTENTA TE, PASTOR (Prega, opera e mostrati, o Pastore); RETRO SATANA, TOTO OPERE ASPER (Vai dietro, Satana, crudele in tutte le tue opere). Non mancano neppure invocazioni diaboliche: SATAN, TER ORO TE, REPARATO OPES! (Satana, ti prego per tre volte, restituiscimi le mie fortune). Una studiosa italiana, la professoressa Bianca Capone, attraverso una approfondita analisi dei siti in cui sono stati rinvenute vestigia del Quadrato Sator, arriva a sostenere che dietro alla diffusione del misterioso sigillo ci sia stata l'opera dei Cavalieri Templari. Questo studio, in vitù del richiamo ai Templari, ha probabilmente stimolato ulteriormente la formulazione di congetture ermetiche, cabalistiche e negromantiche (che popolano oggi i siti Internet sull'argomento). Un'altra congettura suggestiva è quella formulata dalla scrittrice Silvana Zanella. Viene proposta una lettura "bustrofedica" del quadrato, vale a dire effettuata cambiando verso di percorrenza alla fine di ogni riga (o di ogni colonna), in modo tale che la frase da interpretare diventa "SATOR OPERA TENET AREPO ROTAS". L'oscuro termine AREPO viene preso come contrazione di

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Areopago (nel senso di tribunale supremo). In questo modo si arriva alla traduzione “Il seminatore decide i suoi lavori quotidiani, ma il tribunale supremo decide il suo destino”, e, restituendo ad essa il suo significato morale, L'uomo decide le sue azioni quotidiane, ma Dio decide il suo destino. La congettura ovviamente non spiega tutto. In particolare non spiega quelle iscrizioni in cui - come in quella di Aosta - le parole del Sator non sono disposte nella forma canonica del quadrato, impedendone una lettura bustofedica. Una ulteriore spiegazione proposta è quella per cui il quadrato Sator sarebbe una mappa universale per la distribuzione della posta nei primi secoli dell'impero romano. In questo senso la croce centrale TENET+TENET veniva fatta coincidere col Cardo e il Decumano degli accampamenti militari e di molte cittadine a base quadrata. Il Quadrato era una vista da Nord del modello di città, con il lato superiore corrispondente al Sud e il lato sinistro all'Est. Ad esempio : all'indirizzo Arepo-Opera corrispondeva l'incrocio tra la riga Arepo e la colonna Opera, che coincideva con un punto preciso della mappa della città al centro del settore Sud-Ovest.

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La croce dei Cavalieri Templari. A. D. Grad, nel suo libro "Introduzione alla Kabbala ebraica", MEB, 1986. osserva che: le due parole TENET formano una croce a bracci uguali; congiungendo le A e le O con la N che sta al centro e tracciando il cerchio di raggio NA (o NO) si ottiene la famosa croix pattée dei Cavalieri Templari.

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LABORATORIO RADIONICO

E’ la scienza che studia le proprietà radioattive ed energetiche delle onde di forma, che vengono realizzate ed utilizzate mediante circuiti grafici su tavole disegnate. Partendo dal concetto ormai consolidato nei millenni che, i numeri non sono altro che una delle tante espressioni astratte, profonde e filosofiche comprendere la sua vera natura originale e tutto ciò che lo circonda, e che di conseguenza la geometria non è altro che la rappresentazione fisica di dette espressioni matematiche o numeriche, possiamo dire che tramite la radionica, che studia le onde di forma realizzate su circuiti grafici come per le suddette espressioni o formule elaborate dall’esperienza di tutte queste scienze, è possibile attingere a forme di azione-pensiero e di espressione tramite le radiazioni da loro sprigionate legate ad un dato problema di cui noi necessitiamo una risposta in modo più diretto, profondo e astratto, quindi di conseguenza a noi sconosciuto a livello razionale.

Queste forme di energia-pensiero create energeticamente tramite l’uso del pendolo radiestesico realizzate poi fisicamente su circuiti grafici radionici sottoforma di figure geometriche in tavole disegnate, possono essere utilizzate ed incanalate mediante diversi metodi per i più disparati utilizzi. Per ora mi limiterò a spiegare soltanto uno degli utilizzi che questa scienza può offrirci a livello terapeutico e per riacquistare il nostro benessere psicofisico ed interiore. Si è riscoperto che nell’azione-pensiero materializzato su ogni circuito radionico, è possibile realizzare un serbatoio energetico inesauribile di informazioni legate alla forma-pensiero stessa dove possiamo attingere le sue radiazioni anche come azione compensatoria relativa ad ogni problematica in questione, apportandovi così equilibrio.

Parlando sempre di forma-azione-pensiero, principio base della radionica, giunge subito spontaneo che la sua azione

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risulterebbe più mirata per quanto riguardano le problematiche di compensazione e astratte che appartengono alla sfera mentale e spirituale dell’individuo e che qui potrebbero trovare le risposte più profonde e adeguate ad essa.

La scienza ufficiale contemporanea ci insegna oggi che ogni cosa esistente e forma concepita (e in questo caso anche la forma-azione-pensiero), è plasmata da un’energia o radiazioni in costante movimento regolamentata da Leggi Cosmiche ben precise che sono ancora a noi oggi sconosciute a livello razionale; migliaia e migliaia di atomi, cellule e microparticelle invisibili che interagiscono tra loro, creano ogni forma esistente nel globo e nello spazio con caratteristiche proprie a seconda della risultante delle informazioni ricevute da ognuna e che a loro volta interagiscono con i loro opposti o simili e così via……creando continuamente poi quello che definiremo Universo.

Quindi possiamo sviluppare il concetto che, se come detto anche le forme azione-pensiero create e concretizzate fisicamente nei circuiti radionici fanno parte della stessa energia definita Universale, possono a loro volta cedere le loro particolari informazioni sotto forma di radiazioni secondo le loro caratteristiche energetiche, di applicazione in maniera autonoma e continuativa.

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La figura sotto, chiamata il "Fiore della Vita" è la forma più complessa, anche se vista così potrebbe sembrare abbastanza semplice. All'interno del Fiore della Vita, sono inscrivibili tutte lo forme dell'universo. Tutto è stato creato e completato attraverso questo schema, tutti i linguaggi, le leggi della fisica, le forme biologiche e anche noi singolarmente. Questa immagine viene chiamata il Fiore della Vita in quanto la sua replica origina un albero. Pensate ai frutti di un albero, e al gran numero di semi all'interno dei frutti, così come all'interno di ogni seme vi è rappresentato un albero, nella geometria del fiore della vita vi è tutta la creazione.

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Quest'altra figura rappresenta il Seme della Vita, in quanto esso delinea il primo circolo e i primi 6 cerchi intorno a esso. La rappresentazione qui esposta è in grafica bidimensionale, ma, in realtà tutte queste immagini vanno viste tridimensionalmente. Quelli che vedete come dei cerchi interconnessi sono delle sfere interconnesse. In tutte le culture esoteriche il cerchio, o meglio ancora la sfera rappresenta il tutto o il vuoto, la scienza ci dice che l'universo ha forma sferica, all'interno del quale tutto è contenuto. Nelle varie definizioni esoteriche si arriva alla conclusione che Dio è onnipresente e che pervade qualsiasi cosa della creazione. Se ragionate attentamente questo è possibile solo con una proiezione interna. Quindi se rappresentiamo Dio come il tutto è logico che la sua forma sia la sfera. All'interno del quale vi si trovano altre sfere, dove a questo punto è possibile inscriverci all'interno qualsiasi altra forma.

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Musica delle piante Se ci viene chiesto di pensare ai suoni della natura ci immaginiamo il canto di un torrente e degli uccellini a primavera o il suono delle fronde di un albero mosse dal vento. Ma la natura non "suona" solo così. C'è un universo di suoni nascosti che animano tutto il mondo vegetale: La Musica delle Piante. San Francesco scriveva del Canto del Creato e forse si riferiva anche ad una melodia non udibile da tutti a "orecchio nudo". Per ascoltare la Musica delle Piante occorre infatti un apparecchio in grado di registrare il flusso linfatico per convertirlo in impulso sonoro. Si tratta di un piccolo convertitore di impulsi che registra, attraverso due sensori, lo scorrere della linfa da foglia a radice sia di una pianta in vaso o di un albero ad alto fusto come dell'erba di un bel prato verde. Il meccanismo è paragonabile ad un elettrocardiogramma per un essere umano ed il risultato è una musica senza eguali, unica solo per il mondo vegetale. Per quanto sappiamo e possiamo più o meno immaginare che le piante siano vive, l'ascolto di questa musica non finisce di stupire. In pratica con questo apparecchio si offre la possibilità alla pianta collegata ai sensori, di suonare uno strumento musicale ma ciò che stupisce molti ascoltatori è l'armonicità dei suoni creati dalle piante. La melodia, secondo i parametri di ritmo, altezza e intonazione, cambia da pianta a pianta a seconda della specie, dell'età, delle stagioni, delle ore del giorno e della situazione logistica stessa.

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Volendo tentare un analisi musicologia della melodia delle piante, occorre risalire ad un sistema di scale arcaiche organizzate secondo i "modi" della musica greca antica e non sul sistema tonale della musica occidentale. Si tratta di una successione di più "tetracordi" (4 suoni) che per la musica greca avevano un particolare collegamento con l'ethos umano, cioè con lo stato d'animo, lo stato emozionale. I greci utilizzavano "modi" diversi per ogni ethos, allo scopo di riportare il soggetto in uno stato di sano equilibrio. Così potrebbe essere anche per la Musica delle Piante, una musica che vibra, risuona, vicino ad ogni essere vegetale come vibrazione di liquidi, la linfa, e che si propaga ai nostri liquidi corporei, sangue ed acqua, in modo assolutamente a noi inconscio ed udibile soltanto attraverso un apparecchio come quello da noi utilizzato. Così quando ci fermiamo su di un prato, sotto le fronde di un grande albero, ci sentiamo rigenerati in pochi minuti ma ciò può accadere anche se ci fermiamo un minuto di più vicino ad una pianta in vaso, magari vicino ad una di quelle che non dovrebbero mai mancare nelle nostre case. Attraverso il linguaggio dei suoni possiamo sentire quanto le piante siano sensibili ed interattive con il mondo circostante e con gli esseri umani. Sentire la melodia di una quercia centenaria, di un ulivo o di un giovane pioppo e percepire nei suoni la melodia che si ferma e si trasforma quando noi ci avviciniamo al fusto o ne accarezziamo le foglie, è certamente un'esperienza indimenticabile che porta l'ascoltatore ad una dimensione nuova di rapporto con il mondo vegetale,che tra l'altro rappresenta i 2/3 della biosfera del nostro pianeta.

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PROGETTO SEDV SEDV non è altri che le iniziali di "Search for Extra-Dimensional Visitation". La SEDV è un'iniziativa privata creata da Paolo Benda nell'ambito del gruppo scientifico interno all'associazione DOGMA.. Quello delle sfere di luce galleggianti (note anche come “Balls of Light”) è uno dei fenomeni più curiosi o perfino misteriosi dei tempi moderni. Nel giardino dal giorno 13 Maggio 2008 dopo l'installazione di alcune telecamere ad infrarosso appaiono spesso delle manifestazioni luminose. Alcune dettagliate indagini sono state effettuate, in merito a corpi luminosi anomali filmati da membri di alcune missioni effettuate dallo Space Shuttle, ma senza portare a risultati concreti se non alla confutazione su base matematica della natura prosaica di tali corpi (particelle di ghiaccio, pezzi di satelliti, ecc.). Esiste anche una teoria che prendendo in esame in senso statistico gli unici rapporti attendibili di avvistamenti di corpi luminosi anomali nell'atmosfera terrestre, postula l'esistenza di particolari "finestre di rientro" per eventuali sonde di natura presumibilmente extraterrestre. Allo stato attuale in Irlanda sta per entrare in fase operativa un osservatorio astronomico dedicato anche al monitoraggio automatico di oggetti luminosi avvistati piuttosto spesso nella zona di Boyle . In realtà sono almeno 20 i luoghi della Terra in cui fenomeni luminosi anomali fanno la loro apparizione in maniera più o meno ricorrente. La valle di Hessdalen in Norvegia è probabilmente la più importante di queste aree di incidenza del fenomeno, dal momento che è stata la prima zona del mondo in cui i fenomeni luminosi sono stati misurati con strumentazione scientifica, prima nel 1984 nell'arco di un'osservazione intensiva multi-strumentale

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durata 36 giorni , poi dal 1998 a tuttora con una stazione automatica specificamente mirata alla rilevazione di corpi luminosi anomali presenti nella vallata . Le misurazioni norvegesi sono state precedute da analoghe iniziative nate in USA, i cui risultati si sono comunque limitati ad aspetti cinematici del fenomeno avvistato in quell'area specifica. L'esperimento norvegese, tuttora in corso, ha dimostrato che il fenomeno è dunque misurabile, e che i dati ottenibili da tali misurazioni non solo sono completi, dato che vengono ottenuti con strumenti come i magnetometri, i radiospettrometri, i radar, e le videocamere, ma si prestano ad una vera e propria analisi quantitativa. Progetti che comportano strumentazione molto sofisticata, avvalentesi di sensori radar-guidati, sono stati messi a punto, e allo stesso modo sono stati definiti i parametri fisici più rilevanti che si intende misurare in futuro: in particolare, dalle tecniche di fotometria CCD e ad alta velocità, spettroscopia, spettrofotometria con filtri interferenziali e polarimetria. Nella fenomenologia riscontrata a Hessdalen l'effetto doppler ha luogo con spostamenti ora verso il blu (fascio di particelle in avvicinamento), ora verso il rosso (fascio di particelle in allontanamento), un meccanismo che ricorda su grande scala anche quanto avviene nei "jets extragalattici" [4]. Affinchè tale fenomenologia si verifichi così come è stata registrata dallo spettrometro VLF, è necessario che il canale di accelerazione magnetica avvenga o lungo il polo sud magnetico o lungo il polo nord magnetico del solido in rotazione, ma non lungo entrambi. Esistono in natura meccanismi spontanei di accelerazione particellare, e in particolare nella nostra atmosfera? Lo si sospetta, ma non ce n'è conferma per ora. Le stesse teorie che stanno alla base dei meccanismi fisici che produrrebbero un fulmine globulare, prevedono di fatto forti campi magnetici localizzati con caratteristiche di contenimento e confinamento del plasma, cosa che farebbe assumere ad un fenomeno luminoso la caratteristica sferoidale che i testimoni hanno più volte riportato. Tuttavia non è noto, sulle piccole scale, se il campo magnetico sia in grado di estrarre

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particelle da un plasmoide e di eiettarle verso l'esterno usando un canale preferenziale. Ci è tuttavia ben noto che tale meccanismo viene di fatto rilevato su scale macroscopiche, in particolare in certe radiosorgenti galattiche ed extragalattiche di interesse astrofisico. Esistono in natura meccanismi che simulano quanto avviene nell'universo? Non lo sappiamo ancora, d'altra parte i dati rilevati mostrano un profilo fenomenologico ben chiaro, dal quale, proprio come in astrofisica, è possibile ricostruire sia la geometria che la fisica in atto. Cosa ci spinge ad affermare che sia proprio una palla di plasma a produrre i meccanismi rilevati, quando al momento della rilevazione dei segnali non veniva quasi mai avvistato in simultanea alcun fenomeno luminoso? Per rispondere a questa domanda ci viene in aiuto la teoria di Plank del corpo nero che afferma che i meccanismi di emissione termica possono spaziare ben oltre gli stretti limiti dello spettro visibile. E dalla fisica della "radiazione non-termica" sappiamo anche che quando sussistono condizioni in cui è presente una grande quantità di elettroni liberi, che in questo caso verrebbero prodotti da efficaci processi di ionizzazione, accoppiati a fortissimi campi magnetici, tali elettroni possono venire accelerati verso l'esterno. Se immaginiamo una palla di plasma con un forte campo magnetico, e supponiamo (come nel caso del nostro pianeta) che quest'ultimo assuma la configurazione di una mela con linee chiuse all'equatore e linee aperte lungo i poli, è facile immaginare che proprio lungo i poli debba avvenire il canale di sfogo degli elettroni. Elettroni ad alta energia accelerati da un forte campo magnetico danno luogo al meccanismo dell'emissione di sincrotrone il cui picco, capita più spesso nelle onde radio. Ciò lo si verifica molto bene sulle scale macroscopiche. Se si è portati a supporre che le leggi di natura siano "autosimili", si può dunque pensare che il macrocosmo e il microcosmo siano legati da meccanismi comuni, allo stesso modo in cui il volo di una farfalla è supportato dalle stesse leggi del volo di un'aquila. Ma come spiegare, in termini puramente naturali, l'emissione di tipo Spike caratterizzata da fasi estremamente regolari di "on" e

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"off"? Non sono conosciute al momento cause naturali in grado di innescare questa fenomenologia. Può la casualità con cui si manifestano i fenomeni naturali produrre fenomeni di tale regolarità? Sappiamo che certe stelle, come le Cefeidi, pulsano regolarmente. Ma non sappiamo se un analogo esista sulle piccole scale. Quindi resta un punto interrogativo in merito all'origine dei fenomeni radio rilevati a Hessdalen, anche se il meccanismo di emissione in sè sembra piuttosto chiaro dal punto di vista osservativo. L'inaspettato avvistamento anche di oggetti luminosi nettamente strutturati, che per qualche ragione sconosciuta sembrano veramente sovrapporsi ai fenomeni non strutturati di tipo plasmoide, mette a dura prova la ricerca. Si è potuto appurare che gli avvistamenti anomalmente strutturati sono di fatto "oggetti", non solo per via dei loro contorni definiti, ma anche per via del tipo di luminosità emessa. Un'analisi effettuata con software specifico ha permesso di studiare il profilo tridimensionale della luminosità delle sfere. Dunque di cosa si tratta esattamente? Al momento non c'è risposta a questa domanda, ed ogni interpretazione in merito è sia rischiosa che prematura, dato che, nonostante la possibilità di processare una delle immagini acquisite, in quelle circostanze non si disponeva di apparati di misurazione ottica adeguati.

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Info prenotazioni visita: [email protected] www.ilgiardinomagicodipaciano.it

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PACIANO PG