Il Libro Magico Degli Gnomi

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    DOMENICO DE FERRARO si presenta cos: autore napoletanocantore di periferia, ove il mito e la storia s'intrecciano nellatradizionale fabula, contemplazione e interpretazione d'un

    mondo antico. Il mio sogno da ragazzo, sembra scontato, eraquello di diventare scrittore. Ho iniziato a scrivere molto presto,influenzato dall'estro creativo familiare.Cresciuto con il desiderio di fuggire via dal natio borgoselvaggio, m'iscrissi alla facolt di psicologia per poi passare alettere e filosofia, per finire a fare un corso di tecnico inospedale, oggi laureato, misera fine...La volont, la voglia di scrivere, il sacro furore dell'arte non mihanno mai abbandonato; lavorando e studiando ho scrittomigliaia di poesie e racconti, partecipato a innumerevoliconcorsi letterali, ricevuto decine di proposte di pubblicazione

    accompagnate sempre da richieste di soldi; cosa che io hosempre puntualmente respinto. Il mondo di internet, lapossibilit di poter comunicare e far conoscere il mioverseggiare attraverso gloriosi e liberali siti letterali, comewww.isogninelcassetto.it, hanno realizzato in parte quel miomondo sotterraneo e inconscio, che ho provato a rappresentareattraverso le mie novelle, poesie, fiabe, sceneggiatureUn grazie ai tanti lettori che hanno apprezzato il mio scrivere, aldi l del bene e del male, nel vivere i sogni alla luce del sole.

    PROPRIET LETTERARIA RISERVATA

    Copyright 2006 Domenico De Ferraroinfo: [email protected]

    Copyright 2006 www.isogninelcassetto.itEditing on line no profitinfo: [email protected]

    I edizione in e-book, agosto 2006

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    Sommario

    Il libro magico degli gnomiCap.I pag. 4Cap.II 7Cap.III 9Cap.IV 11Cap.V 14Cap.VI 17Cap.VII 18Cap.VIII 21

    Magico sogno di giugno 23Sogno duna mattina di primavera 29Marino sogno estivo 31La lampada della vita 37Breve fiaba di unauto turbo 39

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    Il libro magico degli gnomi

    CAPITOLO I

    Nel regno delle favole, situato in un bel boschetto, sullependici dun romantico promontorio, bagnato dal mare chiaro eceleste quasi confuso con il vasto cielo azzurro, vivevano tanti

    piccoli gnomi dalle lunghe barbe e dai cappelli colorati, sempre allavoro tutti insieme allinterno del loro gaio villaggio.Sapienti e furbi, capaci di far scherzi memorabili come

    lapparire nelle case degli umani, combinare guai, ribalderie,malefatte ed altre birbonerie varie. Ma anche capaci dintenerirsi difronte al dolore e alla miseria ed aiutare i vecchi o i bisognosi con ilfar trovare loro pentole colme doro zecchino, stoffe pregiate, pietrepreziose ed altre cose e ricchezze da rendere lieto il poveroprescelto.

    Conoscitori delle arti magiche e di tanti segreti della natura,capaci dintendere ogni linguaggio animale, di saper parlare con gliuccelli ed i scoiattoli del bosco, perfino con i pesci che di naturasono muti. Possessori, alcuni dicono, dellantica formula dellesserefelici, bevanda composta da rare erbe capace di rendere sereno espensierato chiunque la beve.

    Segreto questo che in passato aveva procurato loro non pochiproblemi, attirando in prossimit del villaggio un mucchio dimalintenzionati disposti a tutto pur di possedere la magica formula.

    Fuorilegge, criminali incalliti, depressi cronici, vecchie zitelle,rappresentati farmaceutici, folli affaristi, imbroglioni, speculatori.Queste e tante altre ancora le persone disposte a tutto per avere trale mani quella magica bevanda.

    A causa di ci i graziosi gnomi dalle lunghe barbe bianche edai sopraccigli irti furono costretti a cambiare spesso luogo in cuivivere, per sfuggire ai tanti cattivi sulle loro traccia.

    Dopo tanto girovagare, stanchi ormai di fuggire, giunsero sucodesto promontorio e l saccamparono creando un bel villaggio

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    fornito dogni comfort, acqua corrente, luce, gas, linea telefonica,internet. Con a capo un sindaco saggio e sapiente provvisto di tanta

    cultura e passione per il suo lavoro.Tutti gli gnomi sono un po maghi. Ognuno ha il suo compitonel villaggio: vi sono gnomi falegnami, gnomi muratori, gnomipanettieri, gnomi che non vogliono far nulla ma sono bravi nel farsorridere i bambini, gnomi pellegrini, gnomi simili a nomi ecognomi, gnomi pizzaioli, gnomi soldati e cosi via.

    Un bel giorno il primo cittadino in persona, vestito tutto puntocon cravattino e gil ricamato con fili doro, affacciato al balconedella casa comunale band una gara di ballo a premio, con la scelta

    del vincitore come futuro mago del villaggio, invitando chiunque aparteciparvi. La gara sarebbe durata fin quando lultimo ballerino,dopo aver ballato una serie di danze, sarebbe rimasto in piediinsieme alla sua compagna nel centro della pista.

    Fatto il bando che fu affisso su ogni tronco dalbero, tutti glignomi del villaggio furono presi dalla smania di partecipare allagara. Vecchi e giovani, animati dalla frenesia di voler mostrare lapropria bravura, presero ad imparare o a seguire lezioni di ballo percompetere poi in gara.

    Il sindaco del villaggio, soddisfatto delliniziativa, sicrogiolava dellidea avuta e nel vedere contenti gli gnomi tutti.Cosa che voleva dire vederli lavorare pi del solito, rendendomaggiori lentrate nelle casse comunali. Denaro e pietre preziose,gioielli e stoffe pregiate lavorate a mano, tutto frutto del faticoso ecertosino lavoro dei simpatici gnomi.

    La festa avrebbe avuto inizio nei primi giorni del mesedagosto e sarebbe terminata con il finire dellestate. Fin quando,post scriptum, lultima coppia sarebbe rimasta in gara.

    Alcuni gnomi, approfittando del fatto di conoscere le artimagiche, provarono a fare incantesimi su se stessi per divenire pibravi, ma furono tempestivamente scoperti tramite altri controincantesimi e invitati a pagare delle cospicue penali per non esserestati leali. Alcuni che avevano osato addirittura trasformarsi inRudolf Nureyev o in Carla Fracci furono subito squalificati edallontanati dalla competizione.

    Il giorno del grande evento sembr non tardare ad arrivare. Ipiccoli gnomi affinarono e curarono il loro stile imparando balli

    acrobatici di notevole valore artistico e arricchendo i loro

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    movimenti di performance spettacolari, mai viste al mondo, neppurenei circhi pi famosi. Capriole multiple di sei e otto volte di

    seguito, con giravolte e piroette, salti allindietro, avvitamenti epresa per i fondelli da lasciare con gli occhi fuori dallorbite dallameraviglia.

    I pi giovani invece impararono balli a corpo a corpo,avvinghiati ognuno alla sua compagna, riuscendo a fare lunghi eveloci passi di danza guancia guancia e poi salti e girotondi al ritmodi musiche frenetiche ed incalzanti, dove ognuno mostrava la suainnata bravura. Ballando prima da soli per poi accoppiarsiallimprovviso, quasi mimando un amplesso amoroso in un coito

    non interrotto e infuocato, coinvolgendo ogni spettatore che battevale mani e li seguiva gridando bene, bravi.I vecchi gnomi, invece, sicuri di s e della loro millenaria e

    segreta conoscenza capace di tramutare ogni cosa, non preparanonessun passo di danza particolare. Sicuri che loro esperienza esapienza delluniverso intero li avrebbe condotti a far la cosamigliore al momento opportuno.

    Il sindaco gnomo, che aveva assai viaggiato nella sua lungavita con i mezzi pi disparati, facendo spesso lautostop, o

    lavorando a bordo di navi e treni merci diretti in paesi lontani,freddi o tropicali, adattandosi ad ogni genere di vita, cambiandoaspetto, parlando lingue incomprensibili e dialetti misteriosi,sempre lasciando di s un buon ricordo in quelle popolazioni in cuiaveva condiviso il pane quotidiano - lavor addirittura incompagnie circensi riscuotendo grande popolarit e successosoprattutto tra i bimbi e i poveri sognatori dogni tempo nonstava pi nella pelle.

    Contento come non mai, egli and dunque dal suo barbiere di

    fiducia a farsi accorciare barba e capelli; indossato quindi labitodelle grandi cerimonie comunali, si prepar a scrivere le regole e lecontroregole per la grande gara di ballo.

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    CAPITOLO II

    Intanto nel villaggio, gli gnomi erano pronti a fare di tutto perconquistare il premio messo in palio.

    Voci dicevano si trattasse del segreto libro doro del grandemago gnomo, morto alcuni anni addietro alla veneranda et dimilleduecento anni. In quel libro verano contenute tutte le formule,gli incantesimi, gli studi fatti sulle arti naturali e negromanti.

    Invenzioni e piani, formule medicamentose capaci di guarire daogni male. Segreti inaccessibili e incredibili in grado di poterarrecare felicit e prosperit a chiunque ne fosse in suo potere. Masoprattutto vi era contenuto il segreto della formula dun decottocapace di ringiovanire e rendere forte chi lo avesse bevuto. Questodecotto rendeva longevo il possessore che acquistava perincantesimo il potere delle arti magiche segrete al pari del vecchiogrande mago, che stanco dessere giovane dimentic di bere laporzione e mor sul colpo alla sua millenaria et.

    In altri termini, il vincitore maschile sarebbe divenuto ilsuccessore del mago del villaggio degli gnomi.I preparativi furono frenetici e senza sosta. Ognuno si

    preoccup come poteva essere utile nel preparare la grande festa.La pista da ballo fu fatta allombra dellantica quercia, ove

    vivevano le fatine ed i maghetti dal naso aquilino, i discoli scoiattolied il gufo con gli occhiali.

    Sistemate le luci, asfaltata la pista come meglio si poteva, conlaiuto di due principianti maghetti fu creato anche un piccolo palco

    per la banda dei musici, giunta per loccasione dal lontano paesedelle meraviglie, guidata dal mitico presentatore Nick Bongnomo,gran camaleonte della scena artistica mondiale.

    Ai lati della pista venne sistemata la tribuna per i giudici; alleloro spalle una cucina da campo sarebbe servita per prepararesucculenti pasti a base di frutti di bosco, cacciagione prelibata ealtre leccornie capaci di rifocillare le forze e calmare lappetitodegli gnomi.

    Famosi cuochi giunti per loccasione da ogni parte del mondo

    magico per soddisfare il pi fine palato, intervennero alla festa

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    preparando per il lieto evento delizie culinarie dogni genere:agnolotti alla panna, bocconcini di carne tenera, torcinelli molisani,

    busecche varie, cinghialetti rosolati con rosmarino ed altre erbearomatiche, porchetta di Ariccia alla brace, cacciucco alla livornese,paella al baccal, couscous, pollo alla bourguignonne, sushi,mozzarella di bufala di Mondragone, provola dagerola, soppressatee salami vari calabresi, piadina della Romagna, dolci e gelatisiciliani, pizze e sfogliatelle napoletane, fichi del Cilento,ricciarelli di Siena e i cantucci di Prato bagnati nel vin santo. Iltutto accompagnato da vini rinomati quali barbaresco, barolo,chianti, muller thurgau, brunello di montalcino, moscato dasti,

    vernaccia di san gimignano, marsala, falanghina, lacrima christi.

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    CAPITOLO III

    Il sopraggiungere del grande evento eccit tutti in paese,soprattutto le signore moglie degli gnomi.

    Accarezzando lidea ognuna di veder il proprio consortedivenire illustre e temuto mago del villaggio, si preparano con ilfarsi belle curando e cucendo, con le proprie abili manine, abitigraziosi colorati riccamente ricamati.

    Tutta la frenesia del preparasi al grande evento fu seguita daun gran pettegolezzo di comare invidiose e acide zitelle, su chi maiavrebbe potuto vincere il gran ballo dellestate. Chi credeva fossegiusto far vincere il sindaco primo cittadino del villaggio. Gnomosaggio, viaggiatore instancabile di mondi sconosciuti, semprepronto a correre in aiuto dumani e gnomi in difficolt. Conoscendola sua savia statura, nella nuova veste di mago avrebbe guidatoancor meglio il villaggio. Nessuno poi avrebbe avuto a ridirequalcosa contro, in luce delle sue pubbliche virt.

    Lipotesi e la fantasia di molti gnomi si sbizzarr assai,candidando qualche aiutante del vecchio mago scomparso ooptando di lasciar alla sorte e alla bravura del singolo gnomo diconquistare lambito premio, proseguendo cos per diritto naturale esecondo la legge gnomica il compito di continuare a seguire glistudi magici e negromanti.

    Certo un falegname, un calzolaio o un povero contadino diprofessione gi avanti negli anni sarebbe stato difficile vederlo neipanni del mago. Comunque questa era la regola e la legge di tale

    mondo gnomo da oltre diecimila anni.La festa avrebbe avuto inizio con leclissi lunare, cosa cheavrebbe mandato in visibilio molti gnomi mannari; tale eventoavrebbe costretto questultimi, contro la loro volont, ad uscire fuoridalle sembianze usuali e tramutarsi in feroci dandy allultimamoda, agghindati con vestiti elegantissimi, smoking succinti, gelnei capelli crespi, lanciati verso conquiste amorose in nightclub odiscoteche illuminate dalle svariate luci psichedeliche.

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    Allo scoccare di tale ora, quando il nuovo giorno stava persorgere accompagnato per mano dallaurora vestita di rosa e

    darancio, ebbe inizio la sospirata festa.Il sindaco con al seguito i suoi numerosi consiglieri, molti deiquali inquisiti per illeciti e truffaldini raggiri ai danni dei pi deboliaveva in bocca un grosso sigaro cubano e sbuffafa nuvole di fumoin faccia a chiunque avesse da ridire sul suo operato, facendo tostoil petto e camminando sulle punte per sentirsi pi alto di tutti.

    Dopo aver letto un lungo documento preparato con cura perloccasione, insieme al suo segretario di fiducia, un talMacchiagnomi dei Macchiagnomi, in cui si elencavano le regole e

    le contro regole per partecipare alla manifestazione comunale, sicitavano modelli e virt, si condannavano trucchi e tranelli, doppigiochi, spiate, scorrettezze, appostamenti criminosi rivolti a colpirei pi bravi in gara egli present lambito premio in palio e diedeinizio alla grande kermesse, suonando il lungo corno della felicitcon tutto il fiato stipato nei polmoni.

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    CAPITOLO IV

    Linizio delle danze avvenne con il primo canto del gallo,ancora mezzo ubriaco per aver partecipato la sera prima nel pollaioad un matrimonio tra una gallina ed una faina.

    Faticando a smaltire la sbornia, il gallo cant in ritardo e abrevi intervalli; la cosa fece innervosire il borgomastro, che tir algallo una ciabatta, prendendolo in pieno e facendolo saltare su unramo dun albero, dove inton Vado al massimoe Vita spericolata,

    con un breve accenno a Tu vu fa lamericano.Le prime luci dellalba, chiare e solari, illuminarono benpresto lintera piazza, ove serano accampati diversi venditoriambulanti con i loro carretti pieni dogni cacciagione e leccornia.

    Una grande pedana pronta ad ospitare i diversi artisti invitati,fatta di tubi ed assi di legno, troneggiava nel bel mezzo della piazza.Da ogni parte giungevano in fretta gnomi ed elfi capaci di crearecose meravigliose.

    La musica risuon per il bosco intero e, cavalcando le

    mareggiate, leco giunse sulle onde del mare in tempesta; misteriosiabitanti delle fiabe doltreoceano la poterono udire al terminedellorizzonte marino, oltre le mitiche colonne dErcole.

    Trascinato da quei dolci e ritmici suoni, ognuno prese amuoversi dapprima lentamente, quasi a scatti, per poi esplodere inacrobatici movimenti, salti e passi di danza mai visti fino ad allora:mani, piedi, braccia tese, unorgia di sequenze ginniche, movimentiperfetti in sincronia tra loro.

    Mai cosa sembr essere pi bella di quella festa tenuta nel

    villaggio degli gnomi.Gli organizzatori entusiasti, con il sindaco davanti, seguiti dabodyguard con tetri occhiali oscuri e armati fino ai denti, sifacevano largo tra la folla raggiante dispensando biglietti gratis atutti, con dedica firmata dal sindaco e annessa raccomandazione dicomportarsi in modo leale poich, come diceva il Barone DeCoubertin, limportante partecipare.

    Chi mai ora avrebbe vinto lambito premio?Chi mai tra i numerosi gnomi, molti dei quali assai ignoranti,

    beoni e burloni pronti a fare un bel bidone per divertirsi alle spalle

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    dei creduloni, degli sciocchi e degli allocchi con gli occhiali esenza. Gnomi dispettosi e crudeli, ma anche gnomi lavoratori

    indefessi, infaticabili manovali dalle tute rosse e verdi, sempre congli arnesi in mano, pronti a riparare or questo or quello. Pronti amettere a posto sogni e fantasie, desideri sognati durante la notte odurante una tranquilla pennichella.

    Sembrava impossibile vedere apparire il vincitore tra quellafolla di barbuti gnomi, licantropi gnometti, che avrebbe preso ilposto del vecchio mago defunto.

    Il sindaco in cuor suo saffidava alla buona sorte, i pi furbi algioco del lotto, dando per vincente ora luno ora laltro,

    accumulando grosse somme di denaro che sarebbe servito perfinanziare altri affari illeciti allinsaputa di tutta la comunit.Le signore gnome, contrarie a qualsiasi imbroglio, andavano

    affiggendo manifesti con su scritto le loro giuste osservazioni. Lagara doveva essere condotta lealmente senza trucchi e inganni,doppi giochi che avrebbero arrecato pi punti ai preferiti delle varielogge massoniche. Poich un buon mago non sarebbe stata solo lapersona a cui chiedere consiglio dogni genere per superare le tantedifficolt, ma soprattutto la persona a cui chiedere aiuto per guarire

    dai tanti malanni che con linverno diventavano pi tosti dasuperare.Animata da ritmi latini e afro cubani, la musica coinvolgeva

    tutti i partecipanti; solo allinizio pi di trecento, numero cheandava progressivamente aumentando con il passare dei giorni.Linizio li vedeva alla pari, poi incominciarono a fioccare le primeammonizioni con relative squalifiche.

    Molte le infrazioni commesse, come quella di non superare lalinea gialla per non finire nel burrone creato da un sortilegio dun

    apprendista gnomo mago che si divertiva ad andar in giro per ilvillaggio a fare incantesimi e sortilegi con una bacchetta magica diprovenienza ignota; alcuni dicono fosse rubata, altri che fosse stataregalata dalla strega delle paludi allignaro gnomo per un favorericevuto da questultimo.

    Altri atti non regolari commessi dai piccoli bricconi gnomifurono elencati su una pergamena: al primo posto vi era quello dinon spingere le coppie avversarie, poi quello di non usare scarpemagiche, di non aggrapparsi gli uni su gli atri e far finta di niente.

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    A causa di queste trasgressioni, fu deciso despellere dallagara pi di cinquanta gnomi, molti venuti a partecipare alla magica

    competizione da lontani villaggi. Questi gnomi, arrabbiati comegatti a cui stata calpestata la coda, corsero dai giudici a protestareper le sanzioni prese nei loro riguardi.

    Dopo tale selezione sincominci a intravedere diverse coppievincenti ballare in modo assai romantico e delizioso, suscitandolammirazione degli spettatori.

    Della loro bravura sincominci a parlare in ogni dove, tuttiparlavano con ammirazione, o con profondo senso critico dellognomo alchimista, dello gnomo naturalista, dello gnomo farmacista

    o dello gnomo professore...Gli gnomi ignoranti, quelli non furono per nulla menzionatinellipotesi duna loro vincita, in quanto ritenuti assai imbroglioni efurfanti. Sicuri che il tempo avrebbe fatto giustizia delle loromalefatte; non corretto giudicare una persona perch ignorante ecostretta a rubare per vivere, ma se si voleva vedere trionfaregiustizia ed eleggere un gnomo saggio bisognava esser onesti adogni costo.

    A un mese esatto dallinizio della gara, quasi sul finire

    dellestate e con il giungere delle prime piogge di settembre, nel belvasto spiazzato sotto la grande quercia verano rimasti in gara soloquattro coppie: tre formate da gnomi e gnome di gran cultura; laquarta composta da un povero gnomo, anche un po gobbo, di cui lavita aveva poco sorriso, sempre inseguito dalla sfortuna, padreduna numerosa prole presente sugli spalti che, incurante degli altri,faceva gran tifo e gran baccano.

    Il nostro gnomo, assai povero e costretto a tirare la cinghia pernon far mancare cibo ai suoi tanti figlioli, era un gran conoscitore

    dei segreti della natura; soprattutto era assai pio e dedito allapreghiera e alla meditazione.Vederlo continuare a ballare in mezzo allaia insieme alla sua

    compagna, con tanta grazia e semplicit, faceva destare tanta invidiae meraviglia nellanimo altrui.

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    CAPITOLO V

    Dopo un terribile temporale, costellato da furiosi fulmini erombanti tuoni, una pioggia intermittente prese a cadere senzatregua, fredda e forte.

    Delle quattro coppie rimaste in gara, due si ritiraronoinfreddolite, tremanti, infradiciate fino al calcagno; raffreddate estanche, le due coppie furono subito soccorse da una valente equipe

    di medici ed infermieri gnomi che, lesti, prestarono tutte le cure delcaso.Ad uno degli gnomi usciti di gara fu praticato una flebo e

    ripetute iniezioni a base vitaminica. Questo lo rese di nuovo cos informa, che prese a saltare dietro alle vecchie gnome come unconiglio per lintero paese. Il fatto fece tanto scalpore che usciperfino un breve trafiletto sullo gnomo giornale del villaggio: lanotizia fece crepare dal ridere due gnomi centenari e un elfo in curada un psichiatra per problemi didentit.

    Sotto lincessante diluvio rimasero a competere la coppia pisaggia, a detta di tutti, e laltra pi ignorante.La gara si fece terribilmente eccitante; uno scontro tra due

    classi, tra due modi dessere. Le due coppie continuarono a ballarecon brio ed eleganza, tra pozzanghere e pantani, in mezzo alleranocchie canterine.

    Dopo due interminabili giorni sotto una pioggia scrosciante,con meraviglia di tutti, nel bel mezzo della pista vera rimasto soloil povero gobbo gnomo e la moglie, innamorata come il primo

    giorno dopo quellincontro per caso alla festa del cinghiale. Leirammentava ancora i baci focosi di lui, e di come riusc a farlainnamorare, dopo chegli sfid un giovane cinghiale del brancoselvaggio in una gara capoccia contro capoccia. Lo scontro fuviolento; tutti davano per perdente il gobbo gnomo, ma dopo lasfida ognuno dovette ricredersi. La testa pi dura laveva lo gnomo,non il cinghiale; tramortito, questultimo fu soccorso e portato inbarella allospedale dei cinghiali, in mezzo al bosco, per un traumacranico. Se la cav con una settimana di riposo, accudito da una

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    graziosa cinghialina infermiera, che divenne in seguito la suacompagna di vita.

    La moglie del gobbo gnomo, stanca, continu a ballareaggrappata alla gobba di lui, che inflessibile muoveva i suoi passi inarmonia con la banda musicale.

    Fino allaffacciarsi delle prime stelle, riflesse sul lenzuolo delcielo dipinto di nero, disteso per laeree puro.

    La luna illumin il bosco risvegliando le creature della nottee, specchiandosi nel mare, lincantevole promontorio fece venire agalla tutti i pesci, a cantare gloria a te oh signore della luna chedoni luce e magie segrete.

    Cos tutti gli animali del bosco corsero a vedere tal prodigio dinatura, insieme ai loro piccoli tentennanti sulle zampe e con essitutti gli abitanti del villaggio e dei monti circostanti; ognuno vollevedere chi fosse rimasto sulla pista per proclamarlo vincitore.

    Meravigliati, videro la coppia danzare, stretta luno allaltra,parlarsi e sorridersi.

    Dichiarata vincitrice e portata in trionfo dalla folla chiassosa,la coppia fu condotta davanti al sindaco, in persona, per ricevere lecongratulazioni e la sua stretta di mano.

    Il gobbo gnomo, emozionato come non mai per la gioia dellavittoria raggiunta, non seppe trattenere un pianto di commozione etra balbettanti, parole e lunghe soffiate di naso strombettanti, prova ringraziare tutti i presenti, con tra le mani il magico libro deglignomi.

    La moglie, commossa, circondata dalla folta famigliacomposta da una decina di piccoli gnomi figli suoi, lo applaudivacalorosamente felice al settimo cielo.

    Alzato il libro al cielo in segno di pace, un raggio di luce

    illumin il gobbo gnomo che si tramut improvvisamente in ungrande mago dalla lunga barba bianca e dagli occhi cisposi edispidi, con un cappello a punta in testa ed un magico mantello sullespalle, adesso prive delle antiche gibbosit.

    In quella nuova veste, egli fece il suo primo discorso allafolla accorsa a vedere il nuovo mago del popolo degli gnomi delbosco sacro.

    Miei cari compagni, miei care compagne, amici animali delbosco; voglio prima di tutto ringraziare la buona sorte che mi ha

    permesso di divenire ci che io oggi sono, ci che io sono sempre

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    stato ed ero destinato ad essere per questo gioioso e glorioso giorno.Dedico questo premio, offerto dal fato, alla mia cara moglie;

    prometto dessere onesto e leale e di rispettare chiunque avrbisogno dei miei magici servigi. Da oggi in poi io sar il vostromago, colui cui poter chiedere qualsiasi cosa si desideri, qualsiasitisana o farmaco necessario per guarire i tanti mali che affliggono ildebole corpo nostro. La magia, miei cari, un bene, ma pudivenire un male se non si sa comprendere e difendere i sogni fattida noi tutti; la magia un bene se si opera per il bene comune.Quando ella diviene strumento per i propri scopi, diventa qualcosadoscuro di cui si deve seriamente temere.

    Essere mago - prosegu il gnomo gobbo - non vuol direessere un pio saggio. Lesperienza insegna ad avere pazienza.Lamore ci conduce lontano verso nuovi orizzonti, oltre ogni limite,al di l del bene e del male, ove spesso incontriamo noi stessi e ciche un tempo siamo stati, il nostro destino. La scuola della vita, gliinsegnamenti lasciati giorno dopo giorno dai nostri padri gnomi,con gioia di vivere in letizia, imparando sempre pi ad aver rispettodi chi ci sta affianco. Ma soprattutto lesperienza insegna ad averefiducia in noi stessi, nelle nostre umili capacit dartigiani. E la

    vita, vedrete, continuer a regalarci momenti felici, la volont disorridere sempre, come il sole sorride allalba del nuovo giornoaffiorando allorizzonte sul mare dei nostri sogni. Ogni gnomo unpiccolo sogno quando regna lamore nellanimo, cos ognunoritorna fanciullo. Non ci sono ricette, basta essere semplici e saperecredere, per vivere ancora la favola bella che ieri tutti cilluse eancora oggi cillude, avvinti al nome delle cose mute.

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    CAPITOLO VI

    Preso possesso dei suoi poteri, il mago gran gnomo si trasferai limiti del bosco con tutta la sua famiglia.

    Poco tempo dopo essere divenuto mago, sent battere alla suaporta nel cuore della notte. Tutti dormivano. Egli si precipit adaprire per vedere chi fosse.

    Affacciatosi sulluscio, si trov davanti alcuni piccoli gnomi,dal viso sofferente, che chiedevano dessere guariti dal terribile maldi piedi che li affliggeva da lungo tempo.

    Il buon mago, preso alla sprovvista, inizi a ragionar tra s es; allimprovviso ebbe una mirabile idea: si precipit in giardino,tir lacqua dal pozzo e recit alcune magiche parole; poi feceimmergere nellacqua i piedi dei piccoli gnomi.

    Per incanto, tutti guarirono sullistante.Il giorno dopo, la notizia della guarigione fece il giro del

    villaggio.In poco tempo, il nuovo mago gran gnomo ebbe un sacco da

    fare; a guarire e recitare formule magiche, spesso trovate per caso

    nel grande libro, riuscendo a compiere veri miracoli.Per i prodigi compiuti, il mago gran gnomo venne portato intrionfo; fu acclamato da tutti e decorato grande mago degli gnomidel bosco sacro.

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    CAPITOLO VII

    Il buon mago, dal naso perennemente rosso peperone e dalgrande turbante stellato sul capo, sempre preso da tante cose da faree da mettere a posto, aveva dieci figli.

    Uno di questi era discolo assai; un piccolo delinquente, di cuitutti nel villaggio avevano timore dincontrre.

    I suoi genitori, in passato, avevano provato ogni rimedio perricondurre quel figlio disgraziato sulla retta via.Quante volte il gobbo gnomo era uscito di casa a notte fonda a

    cercarlo. Spesso laveva trovato mentre giocava a carte o a dadi incompagnia di gnomi poco raccomandabili, mentre fumava erbe delbosco o combinava guai ai danni di qualche povero gnomo.

    Una vera disgrazia, una pecora nera, se paragonato ai suoifratelli e sorelle, ubbidienti ed educati, disciplinati e bravi a scuola.

    Lo gnomo, divenuto adesso un mago poich possessore del

    libro magico, voleva trovare nel grande libro una formula, unincantesimo per rendere il figlio un buon fanciullo. Un gentilegnometto. un vivace genio dei boschi.

    Quel giorno il buon mago gran gnomo dovette uscire prestofuori di casa, chiamato durgenza dallaltra parte del villaggio, ascongiurare una disgrazia capitata a uno gnomo agricoltore. La suavacca aveva smesso improvvisamente di produrre latte. Abbandonla sua tazzina di caff fumante sul tavolo da lavoro e corse fuori infretta, lasciando la porta del suo studio aperta. E lasciando anche il

    libro magico, incustodito alla merc di chiunque, aperto alla paginadegli incantesimi per rendere persone e cose invisibili.Il figlio vagabondo e discolo, di ritorno sporco ed unto da una

    partita di pallone contro i folletti delle colline, vide la porta dellostudio spalancata. Sinfilo dentro velocemente, con lintenzione ditrovare qualcosa che gli servisse: rovist e cerc, ma trov nulla chegli potesse risultare utile. Alla fine savvicin al libro magico e,senza rendersi conto, prese a leggere la formula in bella vista.

    Per incanto ci fu un botto ed egli scomparve in una nuvola di

    vapore, per divenire invisibile agli occhi di chiunque.

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    Ignaro di quella sua nuova condizione, egli usc dalla stanzaavviandosi verso la cucina; nel passare davanti a uno specchio non

    vide la sua immagine riflessa e si disper, pensando dessere mortoper il botto di prima.Allora ritorn di corsa nello studio del padre per rileggere

    attentamente la formula e comprese il prodigio.Quindi usc in strada esultante e inizi a gironzolare,

    sgambettando di qua e di l.Certo dessere invisibile, entr in un negozio di dolciumi e

    mangi a saziet.Alcuni gnomi si spaventarono assai nel vedere volare e sparire

    dolci e liquirizie. Pensarono a una stregoneria e fuggirono in cercadaiuto.Nel frattempo il ragazzo vagabondo, sazio dogni leccornia e

    prelibatezza gratuite, si rec a scuola con lintenzione di vendicarsidalcuni torti subiti.

    Invisibile comera, fece dapprima volare il cappello dalla testadel bidello gnomo che, poveretto, dovette piegarsi pi duna volta araccoglierlo da terra, provocandosi cos un tremendo mal di schiena.Poi fece volare la parrucca dalla testa della povera preside che corse

    impaurita fuori del suo ufficio, gridando aiuto-nella-scuola-ci-sono-i-fantasmi. Infine, dopo aver messo a testa in gi due o tre monellidella sua stessa pasta, fugg divertito facendo risuonare la suasinistra risata per le aule della scuola.

    A quel punto, accertata la stranezza degli eventi, alcunicoraggiosi gnomi si recarono di corsa a riferire della cosa al sindacoin persona, per porre fine a quella malvagia insolita magia.

    Il signor sindaco, occupato a prepararsi un buon decottoderbe del bosco, ebbe un attimo di panico nel vedere arrivare tanti

    gnomi irritati nel suo ufficio di prima mattina. E si chiese cosa fossemai successo di cos grave nel villaggio, da far diventare verde erossa la cute degli gnomi per la rabbia e il disappunto.

    Quand venne informato dellaccaduto, il sindaco ordinimmediatamente di chiamare lo gnomo mago per sentire il suoprezioso parere sullevento.

    La voce corse da un capo allaltro del villaggio.Il mago aveva quasi terminato il suo lavoro quando gli venne

    recapitato limportate messaggio.

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    In un attimo tir fuori la sua bacchetta magica, fatta di radicadi quercia secolare, e dopo aver formulato alcune parole magiche si

    trov improvvisamente alla presenza del signor sindaco.Il mago ascolt attentamente i fatti; si gratt pi volte il capoprima di rispondere e, cercando di rendere chiaro quel mistero,prese a ragionar seriamente intorno allaccaduto.

    Intanto prese a cadere una forte pioggia fitta. Lacquapiovana, lavando e trascinando via ogni cosa che trovava lungo ilsuo percorso, disciolse ogni incantesimo e sortilegio.

    Cos allimprovviso, il discolo figlio del mago riapparve dinuovo, in carne ed ossa, per le strade del villaggio; quasi ignudo,

    pieno come un uovo per i troppi dolci mangiati a sbaffo.Fu immediatamente acciuffato, ammanettato e condotto incarcere.

    L mortificato il povero padre lo and a trovare, dopo averchiesto scusa e ripagato tutti quelli che avevano subito danni. Mavisto quel suo figlio immaturo, rinchiuso come un animale ingabbia, non poter fare a meno di compiere una magia.

    Gli apparve per incanto vicino al letto di paglia e sussurrallorecchio:

    Questo ti serva da lezione, per i tuoi errori e le tue malefatte,e ti sia di monito per gli anni a venire; ora dormi e rinasci a nuovavita. Noi tutti, impazienti, attendiamo il tuo ritorno a casa.

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    CAPITOLO VIII

    Il tempo il miglior medico per curare certe ferite dellospirito.

    I fiori aprirono le loro timide corolle al sole del mattino e lavita ritorn allegra, chiassosa e disordinata come sempre lungo lestrade del villaggio.

    Dopo la brutta avventura e aver ricevuto il perdono del padre,dopo essere stato carcerato e additato come una specie di mostro a

    tre occhi e tre gambe, lignaro figlio del mago ritorn a casa come ilfigliol prodigo; abbracci la madre e i numerosi fratelli e sorelle.Guarda caso levento della sua liberazione coincise con il

    compleanno del mago, che avrebbe compiuto centoventi anni, e ipreparativi per i festeggiamenti tennero occupati per giorni interitutta la famiglia.

    La gioia di riabbracciare un figlio, che aveva pagato i suoierrori commessi, coincise quindi con la gioia di brindare alla salutedel vecchio taumaturgo padre.

    Il mago volle cogliere loccasione di tali gioiosi eventifamiliari per festeggiare con grande risonanza, estendendo la festa,per il suo compleanno e per il ritorno del figlio, allintero villaggio.Quindi volle invitare tutti gli gnomi a casa sua per una nuova festadi ballo.

    In cuor suo, il mago sperava che il castigo al figlio fosseservito alla sua educazione e che mai egli sarebbe ritornato acommettere altre scelleratezze che avrebbero potuto macchiare ilbuon nome della famiglia.

    Per rendere lieto tale evento, il mago pens di compiere unamagia. Dopo aver quindi recitato alcune formule e usato la suabacchetta magica, trasform la sua minuscola casa, in fondo albosco, in una grande villa colonica; bianca e lucente e dal tettorosso, con una grande veranda dipinta di blu, mille stanze e forsepi che qualcuno, meravigliato della sua bellezza, si perse e civollero pi giorni per ritrovarlo.

    Fece preparare dalle figlie tanti dolci e tante cose buone damangiare; ci vollero pi dun mese per finire di cucinate con cura

    tante prelibatezze.

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    La voce si sparse per tutto il villaggio e, giunto il giorno dellafesta, la casa del mago fu piena dinvitati arrivati da ogni parte del

    regno delle favole.Questa sia la festa di fine estate, ballate e mangiate, disse ilmago, vestito con labito delle migliori cerimonie. Divertitevi cariamici gnomi, tra non molto arriver di nuovo il duro inverno; questamia personale e comune festa sia un momento felice per tutti, percoloro che soffrono, per coloro che non credono, per coloro chehanno per breve tempo abbandonato la diritta via. Per coloro chenon sanno e dicono di conoscere il mondo e i suoi folli abitanti, pertutti quelli che amano e si prodigano per il bene altrui, per gli onesti

    e i disonesti, per gli infelici, per i bambini abbandonati, per i vecchisoli e depressi. Sia questa una festa dellamore e della pace, unafesta per provare ad essere un attimo diversi, per intravedere infondo a se stessi uno spiraglio di luce, una dolce speranza.

    Il mago fin cos di parlare; i balli iniziarono, scatenati, edurarono tutta la notte e il giorno successivo.

    Il mago, soddisfatto, abbracciava la moglie, in cuor suodisperata nel vedere imbrattare mobili e pavimenti, esaurita al solpensiero di dover poi lavare e mettere a posto; ma contenta di

    vedere che, in fondo, tutti erano felici.Allora il mago e la moglie si baciarono, illuminati dallagrande pallida luna, bianca e ridente, sulle pendici dellimmensopromontorio.

    Il mare lucente lambiva gli scogli, l dove chimere sireneimprovvisarono canzoni damore per tutti gli gnomi; figli dei nostrisegreti sogni.

    La festa libera lindividuo dal male, lo aiuta a crescerecosciente nel suo impegno morale e civico; attraverso il sognare

    scacciamo via gli incubi quotidiani, ritorniamo ad essere innocenti,nella favola assaporiamo il mito, viaggiamo nella magia delleparole; di nuovo fanciulli poeti di quel mondo aureolare ovelimmaginazione, madre dogni forma di pensiero, ci guida versouna civilt di pace e speranza.

    Fine

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    Magico sogno di giugno

    La fiera settimanale che si tiene vicino casa mia piena dinovit e colori. Vedo sempre un nonno felice, a passeggio con ilsuo caro nipotino.

    Un cielo carico di sogni alati che sinfrangono su i vetricolorati della chiesa silenziosa, in fondo alla strada.

    Mille voci che echeggiano dai lunghi vicoli marini, linguaggidiversi di terre lontane carichi di suoni, onomatopee che sanno di

    sale, di sole, di sangue.La fiera attrae casalinghe, caste come befane, in cerca dirisparmio. Tra verdure agli e peperoni, calamari e gamberetti, tondesode e beate, dai grandi seni ancora gonfi di latte materno, lemassaie saggirano incontrando vecchie amiche, civettano o parlanomale del loro afflitto, scanzonato vicino di casa.

    Carretti colorati, con attaccati asini stanchi dai denti dorozecchino. Povero ciuco, malato e bastonato.

    Fatine e streghine, maghetti d malaugurio, sci sci

    ciucciuettola aglio e travaglio, scaccia lo spirito malvagio da questacasa timorata. Va gridando la zingara, menando incenso in ogniloco.

    Lanimo, stracco e avvilito, si getter mai nel vuoto dallarupe dun promontorio tinto dincubi e ricordi?

    Domenica, tutta la famiglia riunita attorno al tavolo, dolcedesio, chi piccirillo grida io tengo fame.

    Sulla tavola apparecchiata compare una pentola fumantechiena chiena di fagioli.

    Luna novella dalle trecce bionde, dagli occhi verdi come ilmare. Barchetta felice che va per il mare sullonde allegre versosolitarie isole incantate.

    Seduto a prua, un povero pescatore, padre di sei figli.Quel giorno gett lamo recitando una breve intensa

    implorazione alla divina misericordia, piccola preghiera daiuto,dopo un po sent tirare cosi forte la rete che fece fatica a issarla su;dentro, prigioniero, un grosso pesce parlante. Intrappolato nella reteincominci a supplicare:

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    Lasciami andare, oh pescatore, te ne prego, ho una famigliamolto numerosa daccudire, un piccolo pesce che non sta molto

    bene e ha bisogno di cure. Se mi lasci andare, ti svelo un grandesegreto, un tesoro nascosto in fondo al mare.Il pescatore enorme, con un sorriso ironico, tra le mani la rete

    del pescato, lo guard meravigliato e rispose:Tu mi prendi in giro, mi vorresti fare fesso, io ti lascio

    andare e tu cos fuggi via, addio cos per sempre a una succulentacenetta. Anchio son padre di sei creature, affamate e mal vestite.No, pescione mio, se vuoi ritornare ad essere libero, accompagnamil addo st tesoro e io ti lascio libero dopo aver appurato la

    verit.Va bene, rema con forza verso quellinsenatura, poi tuffaticon me in fondo al mare e vedrai con gli occhi tuoi se io ti homentito. Andiamo, cosa aspettiamo?

    Rema con foga e vigore, mai stanco il pescatore. Remanellazzurro mare, mentre Nettuno si diverte a fare sci nautico conun gruppo di delfini.

    Pi in l, sirene e marinai fanno festa, ballando e suonando,per consumare a tarda notte sulla riva duna spiaggia un amore

    frutto duna avventura marina.Naviga e va, la bella barchetta sullazzurro mare, pergiungere infine l dove c un ampia insenatura.

    Pensoso, il pescatore si ferma ad ammirare il fondo del mare.Tuffati, dai, dice il pesce.Siamo sicuri che l in fondo trover il tesoro promesso?Alzando la pinna, il pesce lo giur: Hai la mia parola.Il pescatore si gratt il capo ed annui.Sai ho poca fiducia nel prossimo, pensa in un pesce. Mi

    tuffo?Tuffati, non perdere tempo, seguimi, io ti guider l dov iltesoro.

    Gi un bel tuffo, in fondo al mare.Aggrappato alla coda del pesce, scende gi, sempre pi gi,

    nel blu dipinto di blu.Guarda di l, guarda di qua.Poi a un tratto, una luce intensa, un bagliore, un luccichio.Il tesoro!, pensa il pescatore strabuzzando gli occhi.

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    Pietre preziose, diamanti e zaffiri, smeraldi e rubini, coronetempestaste di gemme preziose; tra tante ricchezze perfino una

    trombetta doro, cesellata con cura, con un viso assai brutto sulcorpo della cornetta.Il pescatore abbraccia, bacia e ringrazia il pesce che ha

    mantenuto la sua parola.Una volta in superficie, il pescatore lo lascia andare libero.Il pesce saluta stringendogli la pinna.Addio amico pesce e fatti vedere quando vuoi verso la costa,

    tira tre volte la mia rete ed io capir che sei tu. Ti dar da mangiareci che desideri e grazie, di nuovo tante grazie.

    Ti saluto pescatore, e fai opere buone con tanta ricchezza.Addio.In barca, remando allegramente con il sacco colmo doro e

    pietre preziose, il pescatore savvia verso la costa cantando.Giunto a riva, egli ammira il tesoro e non pu credere ai suoi

    occhi. Corre a casa, felice come non mai, a portare la lieta notiziaalla moglie.

    Elena, vieni a vedere che fortuna grazie a un magico pesceho trovato un tesoro sepolto in fondo al mare, guarda quante

    ricchezze.La gioia tanta, che i due si mettono a cantare e a ballare.Lasciando udire il loro entusiasmo perfino gi in strada.

    I vicini saffacciano stupiti.So asciuto pazze?Ma chi callucca e fa rumore a questora?Sono i coniugi Brambilla.Avranno qualcosa importante d festeggi.Madonna mia, c dormono tutti, fanno scet e creature.

    Se non la smettono io chiamo la polizia.Mariaaa entra dentro, fatti gli affari tuoi.Uhee non gridare, adesso rientro.Qualche giorno mi farai perdere seriamente la pazienza,

    possibile ti devi sempre interess degli affari degli altri.I festeggiamenti durarono cos tutta la notte.Il mattino seguente quando il sole fa capolino dietro il grande

    monte tingendo laria di rosa, il pescatore ammira e rimira il tesorotrovato; non crede ancora ai suoi occhi.

    Dal mucchio di pietre preziose tira fuori la trombetta doro.

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    La guarda, la scruta; prova timore nel farla suonare.Pensa che ci si potrebbe quadagnare un sacco di quattrini.

    Vedendolo perplesso, la moglie gli dice di soffiargli dentro, diprovare a farla suonare.Ora ci provo, gli risponde. Come appoggia le labbra, un

    suono stridulo risuona ogni dove e si sente nellaria, ferendola.Un gran polverone appare allimprovviso; i due tossiscono,

    poi a un tratto in mezzo al fumo vedono comparire uno strano buffovecchietto, con una lunga lunga barba bianca. Assai basso, con unturbante in testa.

    Tu chi sei?, grida il pescatore. Sei venuto forse a rub il

    mio tesoro?No, stai calmo, io sono Mustaf, lo spirito della trombetta.Mustaf?Si, signore. Tu mi hai chiamato ed io sono apparso per

    esaudire tre tuoi desideri. Comanda e verrai soddisfatto.Uehh, Maria, ma tu hai sentito, chisto nu genio.E se fosse un imbroglione, replica la moglie un tantino

    impaurita da quella apparizione.Sei forse nu mariuolo, venuto a rub il mio tesoro?, gli

    dice il pescatore con un bastone tra le mani. O peggio, una spiadellagente delle tasse?No padrone, io sono Mustaf, lo spirito millenario della

    trombetta, che apparteneva anticamente a un potente mago indianoe rubata insieme al tesoro dal regno delle favole dai corsari; tesoroche finito in fondo al mare, a causa di una tempesta scatenata daimaghi che fece colare a picco la nave dei pirati.

    Ma tu dici veramente? Puoi esaudire tre miei desideri?Si, signore; comanda e vedrai.

    Va bene, allora voglio n bella casa con piscina e garage etanti camerieri che mi servono come un re.Se questo ci che vuoi, padrone, eccoti subito

    accontentato.In un battibaleno, appare per incanto una reggia principesca

    con tanti servitori.La moglie, entusiasta del prodigio, grida:Anchio voglio esprimere un desiderio.Se tu vuoi, padrone, tua moglie sar accontentata.

    V bene, accontentala, risponde il pescatore.

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    Io voglio n bella pelliccia, n collana tutta doro condiamanti, zaffiri e rubini. No una, ma due, tre, mille collane

    Vestiti di seta, ricamati doro, poi voglio che tu mi faccia diventarecos bella che la gente deve rimanere con la lingua di fuori solo alvedermi.

    Se questo ci che vuoi, padrona, ecco esaudito il tuodesiderio Adesso ricordate, avete solo un altro desiderio.Pensateci bene, riflettete, perch dopo io ritorno ad essere un uomolibero.

    Maria, ma tu te laspettavi na fortuna accoss grande, siamoricchi miliardari, m teniamo tanti soldi.

    Ti ti, la sfortuna se ne iuta, dice la donna.A un tratto si sente una voce:Mamma, pap, dove siete?Uehh, Carletto nostro, vieni vieni tra le mie braccia, dice

    il pescatore. Mustaf, questo Carletto, nostro figlio. Saluta belloe pap...

    Ciao Mustaf.Ciao piccino, vorresti tu esprimere lultimo desiderio?Buona idea, facciamolo esprimere a lui lultimo desiderio,

    esprime il pescatore contento.Concentrati, Carletto, gli dice il padre. Pensa bene, di unacosa bella, qualcosa che hai sempre desiderato...

    Veramente papSu, Carletto, esprimi un tuo desiderioVa bene, per farvi contenti Io voglio io voglio che

    mamma e pap diventano piccoli, piccoli ed io grande grande.No Carletto, questo no!Lultimo desiderio stato esaudito, afferma lo spirito

    della trombetta. Addio!Mannaggia a morte Carletto, che hai combinato?Mamma, pap come siete piccoli.Soffia nella trombetta, ricomparisse di nuovo Mustaf.Niente non c nulla da fare e ora per quanto tempo

    rimarremo cos? Gli darei una gran sculacciata a questobirbantello, replica la madre visibilmente irritata.

    Tutta colpa tua, sei il solito cretino m come ne usciamoda questa situazione? Ti darei una cosa in testa, continua la

    donna rivolgendosi al marito.

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    Come, io ti porto a casa un tesoro inestimabile e tu mivorresti pure picchiare?...

    Carletto lascia stare il barattolo della nutella...Carletto non dare i calci al gattoCarletto attento dove metti i piedi, Carletto NOOOOO!

    Fine

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    Sogno dun mattino di primavera

    La primavera era tornata e quella mattina era una bellagiornata.

    Il signor Bianchi avrebbe dovuto recarsi presto al lavoro; percolpa di una gomma sgonfia e limpossibilit di reperire ungommista in tempi brevi, dovette per prendere lautobus.

    Egli aspett alla fermata larrivo del mastodontico mezzopubblico, sempre pieno di gente proveniente dalle pi lontane

    province, per venti minuti.Il tempo scorreva e il ritardo non sarebbe passato impunito.Il signor Bianchi non sapeva proprio cosa fare; prese a

    desiderare di trasformarsi in un uccello per poter volare e giungerecosi in ufficio, in orario.

    Pensa e ripensa, ecco che il signor Bianchi inizi atrasformarsi in un magnifico Canarino, dalle piume colorate, espicc il volo in cielo, tra le soffici nubi.

    Vol cos tanto, preso dalleuforia di librarsi nel vento, di

    scendere in picchiata, e soprattutto di poter cantare in un modo cosmelodioso da incantare chiunque, che il signor Bianchi prese altrestrade e si diresse verso altri lidi. Dimenticandosi cos dessere inritardo di mezzora; cosa che la signora Vinceslao, suo capo ufficio,non avrebbe tollerato per niente al mondo.

    Il signor Bianchi si sentiva felice, come non lo era mai statoprima, poteva volare, cantare, dimenticare il grigiore della vitaquotidiana, recluso tutto il giorno dietro una scrivania a selezionaredocumenti da far firmare, e continu a volare.

    Generoso, il signor Bianchi, lo era sempre stato.Ora, cos libero nel cielo, pens nella sua graziosa testolinapiumata di rendere altrettanto felici per un attimo anche gli altri.

    Quindi si ferm sopra un lampione, nella grande piazza dellasua citt, e incominci a cantare.

    Note dolcissime si diffusero subito nellaria, giungendoovunque: nelle case, negli uffici, dentro le fabbriche, negli ospedali,nelle caserme.

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    La gente si fermava estasiata ad ascoltare quella dolcemelodia, altri ancora si precipitavano per strada a vedere chi fosse a

    cantare in quel modo cos dolce e melodiosoIn poco tempo la citt si ferm, bloccata da ingorghi dimacchine e dalla folla che si era riversata nelle strada e nella piazza:non funzionava pi nulla, le linee telefoniche erano fuori uso, uncaos senza fine simpossess piano piano dellintera citt e scattlallarme generale

    Fu deciso dunque di chiamare lesercito, i vigili del fuoco,laeronautica, la marina, insomma tutte le forze dellordine in gradodi riportare lordine in tutta la citt e trovarela causa dun simile

    disastro.Il signor Bianchi, tramutato canarino, continuava a cantare lasua aria melodiosa, ignaro di cosa stava succedendo.

    Non solo egli si dimentic completamente di dover andare inufficio, ma si dimentic persino dessere un uomo, un impiegato diquinto livello agli ordini della signora Vinceslao.

    Cosa che a lui, nella sua coscienza, lo faceva star bene.Cant tanto.E a tutti quelli che corsero ad udirlo sembr per un attimo di

    sentirsi migliori e pi ubbidienti.Quel caotico giorno pass presto e la causa di tanto disordinenon fu mai compresa.

    Comunque chiunque lo voglia, ancor oggi pu risentire quelcanto melodioso e lasciarsi catturare da quella dolce musica etrasportare nel vento, tra le nuvole, verso luoghi incantati

    Basta rimanere in silenzio, socchiudere gli occhi e allungareun po lorecchio: cos ogni tristezza fugge via.

    E tutto questo grazie alla trasformazione in canarino del

    Signor Bianchi, impiegato di quinto livello.

    Fine

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    Marino sogno estivo

    Poseidone, nome dato in onore del re dei mari, era un piccolocefalo dorato, con una macchietta nera sullocchio sinistro.

    Quando nacque Poseidone insieme ad altri circa trentafratellini e sorelline, la mamma ed il pap, la signora Cefalina ed ilsignor Cefalino, invitarono un sacco damici alla festa per la loronascita.

    Amici e parenti giunsero cos da lontani mari freddi e tropicali

    e con loro tanti doni per i piccoli appena nati.Fu una gran festa e si divertirono molto i congiunti invitati.Pap Cefalino De Cefaloni, lisciandosi i baffetti fu veramente

    soddisfatto di quella covata; talmente soddisfatto che regal alla suasignora moglie una collana di perline, decorata a mano, lavorata neilontani mari del sud.

    Dopo la gran festa, i pesciolini iniziarono a pinnegiare di quae di l, sempre accompagnati dalla mamma e dal pap, sfilandotutti allineati, birichini e sorridenti, tra alghe e rocce in fondo al

    mare. Era una bella scena di famiglia, tutte le comari del dintornomare non facevano altro che parlare bene di quella famigliola.La signora calamara apostrofava i suoi piccoli, sul modo

    corretto di nuotare dei piccoli cefalini; perfino la scorbutica signoraDentice ne rimase incantata e ne parlava bene con chiunque.

    Poseidone cresceva nel gruppo, insieme ai suoi fratellini esorelline, e si divertiva un mondo con loro; soprattutto quando siritornava a casa allinterno duna piccola grotta marina e si potevagiocare di nascosto a tirare i sassolini o con la palla di corallo.

    Per Poseidone e i suoi fratelli il mare era ancora un misteroprofondo. Non aveva n una fine n un inizio. Poseidone notavaspesso delle luci in superficie: delle ombre vaghe lo attiravano;confuso, avrebbe voluto nuotare fin lass per vedere cosa fossero.Ma la paura e le raccomandazioni dei genitori lo fermavano, glibloccavano la pinna, e ritornava a nuotare dritto verso altre mete.

    Per diverse notti Poseidone sogn di vedere da vicino quelleombre e luci in superficie, colori e figure leggiadre nella luce

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    solare; ma mentre nuotava felice verso di loro si trov imprigionatoin una grossa rete insieme ad altri pesci, grandi e piccini.

    Il bel sogno si tramut subito in un incubo; si svegli di colpoe impaurito corse a nascondersi sotto la grande pinna della madre el attese che passasse lo spavento.

    Una bella mattina, un suono stridulo corse fin sotto al mare;era un fischio talmente prolungato e potente da far vibrare losquame delludito. Una grande ombra scura apparve in lontananza esavvicinava sempre pi verso di loro.

    Pap Cefalino nuot a vedere e, dopo aver quasi volato a pelodacqua, vide con stupore un gigantesco transatlantico avvicinarsi

    minaccioso, sbuffando grossi nuvoloni neri dalla ciminiera.Nuot a pi non posso, per avvertire dellimminente pericolotutti gli abitanti di quel breve tratto di mare.

    Nuot a perdifiato per mettere in salvo lintera famiglia,facendo lunghissimi balzi in avanti.

    Mamma Cefalina, preoccupata come non mai, teneva i suoifiglioli al riparo dentro una piccola caverna marina; li ammoniva dinon muoversi da l, per nessuna ragione al mondo.

    Il grande transatlantico giunse nelle loro vicinanze ed il

    timore pavesato divenne subito terrore: il suo passaggio smossedelle grandi onde, provocando vortici e correnti che risucchiaronotutto ci che vi finiva dentro.

    Poseidone fu risucchiato via dalla corrente come tanti altripiccoli pesciolini e trasportato lontano dalla sua famiglia.

    Furono ore e giorni duri; si ritrov solo e indifeso, in mezzo algrande mare, preda facile di tanti malintenzionati.

    Incominci a nuotare a pi non posso, in lungo e in largo peril grande mare, gridando con tutte le forze i nomi dei fratelli e delle

    sorelle che non vedeva pi. Fu cos che riusc anche a sfuggire aitentacoli duna grande medusa. Nuotanto sempre a pi verso ilfondo, fin per rifugiarsi in un vecchio veliero, disteso sul mantosabbioso. Dei grandi cannoni di bronzo e grossi botti eranodisseminati ovunque Poseidone sinfil dentro e attese chepassasse il pericolo per poter ritornare a cercare la propria famiglia.

    In quel luogo oscuro, tra travi di legno corrose, egli ebbemodo di fare amicizia con un simpatico pesce pappagallo di nomeGlauco, giunto l da lontano sulla scia spumosa delle eliche del

    grosso transatlantico .

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    Egli aveva viaggiato a lungo, schivando le fauci di pescecanie grandi pesci predatori, pronti a papparselo in un sol boccone. La

    sua innata curiosit lo aveva sconsideratamente portato adallontanarsi dalla barriera corallina e quindi da tutti gli altricomponenti della famiglia.

    Poseidone e Glauco si raccontarono le loro vicissitudini,rimanendo a lungo impauriti dentro la pancia del vecchio veliero; sigiurarono anche eterna amicizia e di aiutarsi nel ritrovare la via dicasa e riabbracciare cos i loro familiari.

    Finch spinti da un certo brontolio allo stomaco, i due amicidecisero di muoversi con prudenza fuori, in mezzo al mare, alla

    ricerca di qualche alga da sgranocchiare, di un mollusco o dirametto derba marina da mangiare. E nuotando trovarono ogni bendi Dio, che sazi la loro fame.

    Alla fine bel banchetto, il pesciolino pappagallo cant dellebelle canzoncine che fecero beatamente addormentare Poseidone.Anche Glaudo fin per appisolarsi.

    E la luce del sole a svegliarli. Poseidone e Glaucoschizzarono lesti dal loro nascondiglio, ripresero il loro viaggiofacendo mille capriole e rincorrendosi lun laltro.

    Non riuscirono per a fare molta strada; tutta un tratto sisentirono afferrati da una grande rete che, trascinandosi, faceva manbassa dogni forma viva sul fondo del mare.

    Poseidone voleva gridare, ma si sentiva inerme: era comerivivere quel sogno che faceva spesso da piccolo; purtroppo adessoera tutto vero e lui non riusciva a fuggire, a nascondersi sotto lagrande pinna della madre. Adesso era solo, indifeso controqualcosa che aveva sempre temuto potesse un d avverarsi.

    Si sent trascinare verso la superficie, lazzurro del mare

    diveniva celeste e bianco, non riusciva a distinguere bene le forme,vedeva grandi braccia tirare su la grande rete e un essere strano, conun grande barba scura, ridere soddisfatto di s. Furono attimiterribili: prov a chiamare Glauco, lo cerc tra le centinaia di pescie piccoli calamaretti, si gir e rigir; poi tutta un tratto lo vide,balzar fuori con una grande alga verdognola sulla testa esorridergli...

    Poseidone sono qui, tutto bene? Come riusciremo afuggire da questo imbroglio?

    Anchegli urlando, Poseidone rispose:

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    Non lo so Prova a farti venire qualche idea mondopesciolino! Se no finiamo entrambi in padella!

    E Poseidone pens tra s e s:Ora, se ci fosse pap, saprei cosa farePoi vennero tirati su in barca; il pescatore, contento, apri la

    rete e la svuot sul fondo della barca: aveva fatto una buona pesca,tutta quella roba glielavrebbero pagata bene al mercato.

    Forse, di quel pescato, avrebbe potuto portarne un po a casae, chiss, regalarne un po anche a mastro Biagio, che il mesepassato gli aveva aggiustato la rete gratis.

    Era contento il pescatore e prese a cantare, pensando di

    ributtare di nuovo la rete in mare per unultima volta; poi avrebbefatto ritorno verso la costa.Intanto Poseidone cadde in mezzo a tanti pesci; molti

    piangevano e si disperavano, altri urlavano Voglio la miamamma. Poseidone cerc di non farsi prendere dal panico: erafinito accanto a un polipo monco dun tentacolo. Prov a guardarsiattorno e guarda qua e guarda l, allimprovviso scorge i suoifratellini e le sue sorelline, disperati e piangenti

    Oh Dio!, disse. Mondo pesciolino, i miei fratelli e le mie

    sorelle!Prov a chiamarli. Lo riconobbero. Si abbracciarono e loro gliraccontarono come fossero malauguratamente caduti nella rete,mentre tutti insieme nuotavano alla ricerca di cibo al largo dunpromontorio.

    Mamma e pap sono salvi?, chiese Poseidone.Non sappiamo dove siano finiti, risposero i fratelli in coro.

    Erano scesi in fondo al mare quando noi, in attesa della lororisalita dagli abissi, per nostra sfortuna siamo stati presi nella rete

    Poseidone, come faremo adesso ad uscire da qui?Poseidone si gratt il capo con la pinna e disse:Non lo so, mondo pesciolino, ci vorrebbe solo un

    miracoloE cos linaspettata sorte giunse improvvisa come il vento di

    ponente.Un surfista astigmatico e anche un po miope, privo degli

    occhiali mentre provava una tavola da surf con vela, corse come ilvento su di unonda, poi unaltra ancora, finendo per speronare la

    povera barca del pescatore.

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    Lurto fu molto forte; catapultandosi su se stessa, la barca fececadere in acqua il pescatore e lintero pescato di quel giorno.

    Le parolacce furono tante e non non si possono elencare... Ilpescatore, infuriato nero, voleva stringere le sue grandi maniintorno intorno al collo dellorbo surfista che, poverino, avendoingoiato molto acqua, si trovava in uno stato confusionale e gridava:Aiuto! Aiuto! Salvatemi, ve ne prego Annego!

    Intanto i pesciolini, di nuovo liberi nel mare, si allontanaronolesti da l e nuotarono per ore uniti in branco finch, stanchi esfiniti, si nascosero in una grande grotta marina e si dissero salvi!

    La gioia di essere nuovamente insieme fu grande. Poseidone

    riabbracci i fratelli e le sorelle, felice come non mai.Frattanto un pesce trombetta ed uno chitarra, insieme ad unpesce tamburo, presero a suonare un motivetto che allietlincontro.

    La notizia della loro liberazione non tard a farsi conoscere.Di bocca in bocca, sulleco delle onde marine, la lieta notizia

    si era sparsa velocemente per i sette mari.Un anziano merluzzo, che per caso conosceva i genitori dei

    pesciolini salvi, corse lesto a cercarli. E trovandoli al calar del sole,

    afflitti e disperati, gli comunic la felice novella.Schizzarono nellacqua ed abbracciarono lanziano merluzzo;fecero giro tondo quanto bello il mondo e, dopo averlo tantoringraziato, nuotarono dai loro piccoli che li attendevano intimoritinella grotta.

    Ci fu cos una gran festa che dur tre giorni, con tantissimiinvitati: mamma Cefalina, stremata e felice daver ritrovati i suoifiglioli, saddorment di colpo in una conchiglia.

    Durante il bel evento, inaspettata ci fu anche la promessa di

    matrimonio duna sorella di Poseidone con Glauco, il pescepappagallo, lamico della trascorsa avventura.In seguito, i due ebbero tanti pesciolini pappagallo che fecero

    la gioia degi zii e soprattutto di Poseidone, che amava molto ibambini.

    Infatti lui apr una scuola di salvataggio; insegn a tutti i pescidei sette mari come difendersi e cosa sapere sul quel grande essereche ha il nome di Pescatore.

    Il mare, dopo tante avventure, riscaldato dallestivo sole

    sembr tornare sereno e piatto, solcato in volo solo da qualche

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    gabbiano solitario, bianco come una nuvola in mezzo al cieloazzurro, precipitante in acrobatiche picchiate a caccia di cibo.

    Ma questa unaltra storia che vi racconter un altro giorno.Adesso vi basti sapere che i nostri amici vissero tutti insiemeper sempre felici e contenti, laggi in fondo al mare, cullati dalcanto marino delle sirene, regine di tante leggende.

    Fine

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    La lampada della vita

    Fui acquistata improvvisamente una sera dinizio inverno nelreparto luci e materiali elettrici di un grande magazzino, pieno disignore televisioni alla moda e barbuti fax multifunzionali, dopouna breve permanenza nellimballo di cartone colorato, compressaai lati da due simpatici fogli di polistirolo.

    La prima volta che aprii gli occhi fu appoggiata su un vecchiocom rococ; illuminavo un foglio bianco, su cui il signor

    Beniamino scriveva alcune note della spesa.Sentii una strana onda magnetica nellintera strutturametallica, vibrare e correre dentro il mio cavo principale.

    In seguito ogni volta che premevano il pulsante, peraccendermi, avvertivo uno strano cambio di tensione.

    Una mattina mi portarono nella stanza studio dei ragazzi, infondo al corridoio, dove sotto la grande finestra viveva una solidascrivania di legno.

    L compresi perch provavo da tempo quella strana

    emozione. Era per la presenza magnetica di Margaret, la lampadastudio della stanza dei ragazzi.Anche se avanti negli anni, essa conservava una luminosa

    longeva eleganza; poteva ancora allungarsi per un metro, snodabileed agile alluso.

    Tramite alcune onde elettromagnetiche le sussurrai quelle mieemozioni.

    La risposta non tard ad arrivare; anche lei avvertiva da unpo di tempo una inquietudine elettromagnetica, che quasi le faceva

    bruciare la lampadina.Le avrei voluto narrare tutta la mia vita, da quando nacqui inunumile fabbrica della Repubblica Federale Tedesca fino al mioarrivo in Italia su un grosso tir guidato da un omone scorbutico,gran bevitore di birra.

    Ma non ebbi tempo di farlo, perch Margaret venne smontatadavanti ai miei occhi e gettata via per essere sostituita da me,giovane lampada di studio, moderna e a basso consumo energetico.

    Posizionata al suo posto, per diverso tempo pensai a Margaret.

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    Quando ero spenta provai a sognare la sua vita e la vidi, nellamia giovanile immaginazione, nelle lunghe ore passate a far

    compagnia ai ragazzi alle prese con i compiti di matematica estoria.La vidi spegnersi e riaccendersi, illuminare un mondo

    silenzioso in cui la fantasia dei giovani studenti bruciava il buio deigiorni infrasettimanali.

    Forse un giorno succeder anche a me, dessere sostituita,cambiata con una nuova lampada, molto pi forte e bella.

    Intanto continuo ad illuminare la scrivania dei ragazzi, aguardare attraverso la finestra il trascorrere dei giorni e delle notti, il

    susseguire della luce del sole alla fioca luce della luna che, quando piena, a volte giunge fino alla mia base.E lascio che in sere come queste, la mia luce aiuti i ragazi a

    conoscere tante cose scritte, nei severi e dotti libri di scuola.

    Fine

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    Breve fiaba di unauto turbo

    Maril era un auto a quattro posti tutta blu. Aveva una grossaantenna, che ondulava nel vento, con cui poteva captare tutte lestazioni radio del paese.

    Quando usc dal ventre della grande mamma fabbrica era cosideliziosa che Toni, il proprietario, fece morire dinvidia tutto ilvicinato.

    Maril era un auto turbo, comoda e veloce, prototipo di

    gloriose macchine turbodiesel famigliari. Aveva due grandi occhidolci, un tantino malinconici da fare tanta tenerezza, e una passioneradiofonica per la musica in generale.

    Toni non nascose mai il suo amore per Maril, n tanto menoprov mai a separasi dalla sua auto; amica e fedele compagna ditanti viaggi e gite.

    Un giorno Maril incominci troppo a tossire, rallentando lamarcia; Toni fu costretto a portarla da un suo vecchio amicomeccanico.

    Dovettero cos sostituirle un pezzo importarnte, il sistemadiniezione del combustibile; e quello fu solo linizio, poich Marilsoffr in seguito di molti problemi.

    Per riportarla in sesto si rese necessario portarla in unofficinaspecializzata e lasciarla l il tempo necessario per la guarigione.

    Dopo diverse operazioni, Maril sembr ritornare forte eveloce come un tempo.

    Toni and a ritirala con tutta la famiglia. E per il suo ritorno acasa organizzan una grande festa.

    Maril si commosse. Scorazz Toni e tutta la famiglia in giroper la citt. Senza un minimo graffio, tirata a lucido, dal suo tubo discappamento uscivano nuvolette bianche e pure che odoravano dimughetto.

    Quella fu una giornata memorabile.Le sue vecchie amiche del parcheggio sotto casa le

    mandarono sul suo telefonino tanti messaggini di auguri.La signora Mercedes organizz addirittura una festa da ballo

    in maschera nel grande garage in cui la sera tutte le auto del

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    vicinato ritornavano a dormire; per loccasione venne addobbatocon luci psicadeliche, festoni e cartelloni colorati con su scritto

    Ben tornata tra noi Maril.Olio e benzina di buona qualit furono serviti a volont.Lamica del cuore di Maril, la signora Renault, prepar

    delizioni pasticcini al petrolio. Anche la signora Toyota si diedemolto da fare nel raccogliere offerte per regalare a Maril dei nuovitappetini e copri sedili in pelle.

    Maril non aveva mai provato tanta gioia insieme;emozionata, ringrazi tutti gli amici esibendosi in un concerto perclacson in fa minore. Una giovane berlina a due porte e unauto

    sportiva dal tetto apribile si innamorarono.

    Fine