“...il futuro è passato qui da noi...” - 1997 - 2009 - Idee, Proposte, Successi

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1997-2009: Idee, Proposte, Successi “...il futuro è passato qui da noi...”

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Raccolta cronologica degli atti – idee , proposte e successi – che hanno caratterizzato la nostra attività dal 1997 ad oggi, utile non solo a rimarcare la nostra coerenza politica in ragione delle linee congressuali assunte e le nostre capacità contrattuali ma anche la bontà del nostro modello organizzativo. Riteniamo, pertanto, che la raccolta di che trattasi debba essere considerata non solo un’opportunità di valutazione e di analisi ma anche strumento che acculturi ed informi le nuove generazioni di militanti e di quadri sindacali della nuova Federazione per garantire la doverosa continuità d’azione del nostro Sindacato nei futuri e complessi scenari in cui sarà chiamato ad operare. Con la speranza che l’iniziativa riscuota il gradimento sperato, auguriamo buon lavoro alla Federazione Nazionale della Sicurezza CISL.

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Indice

PREMESSA pag. 3

CAPITOLO 1 - 1997 pag. 7

CAPITOLO 2 - 1998 pag. 41

CAPITOLO 3 - 1999 pag. 51

CAPITOLO 4 - 2000 pag. 75

CAPITOLO 5 - 2001 pag. 91

CAPITOLO 6 - 2002 pag. 132

CAPITOLO 7- 2003 pag. 161

CAPITOLO 8 - 2004 pag. 191

CAPITOLO 9 - 2005 pag. 227

CAPITOLO 10 - 2006 pag. 263

CAPITOLO 11- 2007 pag. 287

CAPITOLO 12- 2008 pag. 339

CAPITOLO 13 - 2009 pag. 371

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Premessa

Con la celebrazione del 1° Congresso della Federazione Nazionale della Sicurezza CISL, in cuiconfluiranno i lavoratori dei Vigili del Fuoco, della Polizia Penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato,un ciclo si conclude ed un altro sta per iniziare.

In questa particolare circostanza ed al fine di non disperdere quanto dal punto di vista politico eorganizzativo è stato da fatto nel corso degli ultimi 12 anni di vita del Si.Na.L.Co.VVF CISL prima e dellaFederazione VVF CISL poi , la Segreteria Nazionale uscente ha ritenuto predisporre questa appositapubblicazione.

Si tratta, in sostanza, della raccolta cronologica degli atti – idee , proposte e successi – che hannocaratterizzato la nostra attività dal 1997 ad oggi, utile non solo a rimarcare la nostra coerenza politica inragione delle linee congressuali assunte e le nostre capacità contrattuali ma anche la bontà del nostromodello organizzativo.

Riteniamo, pertanto, che la raccolta di che trattasi debba essere considerata non solo un’opportu-nità di valutazione e di analisi ma anche strumento che acculturi ed informi le nuove generazioni dimilitanti e di quadri sindacali della nuova Federazione per garantire la doverosa continuità d’azione delnostro Sindacato nei futuri e complessi scenari in cui sarà chiamato ad operare.

Con la speranza che l’iniziativa riscuota il gradimento sperato, auguriamo buon lavoro alla Fede-razione Nazionale della Sicurezza CISL.

La Segreteria Nazionale

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1997

Capitolo 1

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capitolo 18 1997

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capitolo 11997 9

RELAZIONE DELLA SEGRETERIA

Cari Amici e Compagni,con la relazione che mi appresto ad illustrarvi avvio la fase ultima del lungo percorso congressuale

iniziato nel mese di febbraio che, con il vostro contributo, ma anche e soprattutto con quello di tantissimialtri colleghi rimasti nelle sedi di servizio, ha consentito a migliaia di lavoratori del Corpo Nazionale diritrovarsi e dibattere, approfonditamente, sia i problemi che interessano la categoria, sia quelli più gene-rali e complessi del Paese.

Rispetto a ciò ed al dovere che noi tutti, oggi qui, abbiamo di tenerne debitamente conto, mi correl’obbligo, anzitutto, di ringraziarvi.

Ringraziarvi per l’impegno che avete profuso, per le difficoltà che avete superato e per il sacrificio cheavete sopportato.

So bene, infatti, che non sempre e dappertutto l’ampio e democratico confronto al quale doverosamentevi siete e ci siamo sottoposti è stato facile. E non lo è stato per tante ragioni. Non ultime quelle delleestreme difficoltà, politiche ed economiche, nelle quali si trova il Paese e dell’aggravarsi della situazionecomplessiva nella quale si dibatte la categoria.

Per questo, oltre al mio, rivolgo a voi tutti, senza retorica, il sincero apprezzamento della SegreteriaNazionale uscente per i concreti risultati che siete riusciti a cogliere sia sul piano del consenso politicoche su quello organizzativo, dando vita, peraltro, ad un ampio rinnovamento generazionale della nostraOrganizzazione Sindacale, garantendone la “continuità”.

Continuità che, per quanto ci riguarda, vuoi dire impegno, serietà, competenza, moralità e spirito diservizio non solo nei confronti dei nostri rappresentati, ma di tutta indistintamente la categoria. Continui-tà che vuoi dire anche conferma degli obiettivi strategici che da anni stiamo perseguendo.

Di ciò, naturalmente, sono lieto. E lo sono, particolarmente, perché ho avuto modo di constatare chequesto è avvenuto democraticamente ed in un clima di grande serenità. Senza cioè quei deleteri traumiche spesso si manifestano in occasioni del genere, soprattutto, quando le medesime, per ragioni diverse,non sono responsabilmente accompagnate e favorite con convinzione da coloro i quali si trovano nellanon facile condizione di passare il “testimone”.

Un “testimone”, Cari Amici e Compagni Congressisti, che pesa; che richiede sacrificio e che, spesso,pone chi lo regge al centro di enormi responsabilità e, talvolta, in solitudine, anche di ingiustificate edingenerose critiche.

11° CONGRESSO NAZIONALEChianciano Terme, 15-17 maggio 1997

VERSO IL 2000Insieme. Più forti.Con chiarezza.

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capitolo 110 1997

Un “testimone”, però, che gratifica il “portatore” come poche altre cose possono e, sovente, da sensoalla vita e sbocco ai sentimenti di solidarietà e giustizia sociale ai quali si ispira la stragrande maggioranzadi chi opera e s’impegna nel sindacato.

Per questo, ancora prima di entrare nel vivo delle questioni che costituiranno oggetto del nostrodibattito, vi invito ad onorare coloro che oggi non sono qui con noi. Coloro che per ragioni organizzativesono rimasti nelle sedi di servizio. Coloro che, magari, per i motivi ai quali prima ho fatto cenno, osse-quiosi delle norme statutarie che regolamentano la nostra vita interna, si sono fatti indietro per rinverdirel’Organizzazione. Coloro che dopo anni di fedele militanza, hanno lasciato il Sindacato ed il CorpoNazionale per raggiunti limiti di età e coloro, infine, che - pur desiderandolo - non hanno riconquistato ilconsenso dei lavoratori rappresentati.

In particolare, a quella parte di questi ultimi che, probabilmente, anche a causa di nostre responsabi-lità, con dei limiti più marcati rispetto ad altri, ma in buona fede, ha dato il suo contributo per la causacomune della categoria e del Sindacato, vorrei che andasse il nostro saluto più affettuoso ed il ringrazia-mento più caloroso per averci perlomeno “provato”. Per essersi, cioè, messi a disposizione dei lavoratorie per essersi, comunque, impegnati con grande volontà nel difficilissimo compito di dare risposte alleloro molteplici, quotidiane e pressanti domande che, come ognuno di noi ben sa, non sempre, a causadella loro articolata complessità, sono alla nostra portata e/o trovano le risposte giuste nei tempi che lorichiederebbero.

Si pensi, ad esempio, a quelle crescenti che attengono la situazione politica e socio-economica delPaese che, nonostante la fiducia riposta nell’attuale, rinnovata classe politica dirigente, la comprovatadisponibilità al sacrificio e la speranza di milioni e milioni di cittadini, stenta ancora a normalizzarsi econtinua ad essere caratterizzata da incertezze circa la stabilità del quadro politico, da tensioni sociali eripetute, quotidiane, preoccupanti polemiche all’interno della stessa, composita coalizione che costitui-sce la maggioranza parlamentare e sostiene l’Esecutivo.

Si pensi a quelle che riguardano le grandi piaghe che affliggono da anni la nostra società, prima fratutte quella della disoccupazione, soprattutto giovanile, che sembra perpetuare nel nostro Paese; chenell’ultimo quinquennio, in particolare nel Meridione, si è addirittura aggravata e che insieme al cancrodella criminalità organizzata, all’iniquità del sistema fiscale, alla farraginosità di quello giudiziario, all’ar-retratezza della pubblica amministrazione , alla fatiscenza delle infrastrutture e dei servizi pubblici, allamancanza di un chiaro e complessivo quadro di riferimento progettuale di risanamento dell’economia edi rilancio dello sviluppo, rende incerta la speranza in un futuro migliore, nella modernizzazione delsistema Italia, nel superamento dei gravi squilibri sociali, nella ripresa produttiva e nella definitiva econcreta creazione di quella stessa Europa dei popoli - e non solo dei mercati - che quarant’anni fa, in uncontesto storico, politico ed economico assai diverso dall’attuale, con un’ispirazione di straordinariospessore politico e solidaristico, si impegnarono a realizzare taluni tra i più lungimiranti ed intelligentileaders politici dell’epoca.

Si pensi, inoltre, alla precaria situazione in cui versano complessivamente gli apparati dello Stato e, inquesto quadro, nello specifico, a quella in cui si dibatte da sempre il Corpo Nazionale; alla confusioneripetutamente e strumentalmente ingenerata riguardo i suoi profili istituzionali e le sue stesse future sortiordinamentali; alle carenze complessive con le quali sembra essere stata permanentemente condannataa convivere l’Organizzazione Antincendi; ai rischi incombenti ed al grave disagio, anche contrattuale,nel quale sono costretti ancora ad operare i suoi componenti - in particolare, i Dirigenti - per corrispon-dere alle crescenti e giustificate attese di sicurezza dei cittadini.

Ebbene, Cari Amici e Compagni, rispetto a tale scenario, peraltro, nei fatti più intricato e grave diquello che ho appena schematicamente illustrato e, inoltre, sicuramente, più confuso di quello vissutonel precedente percorso congressuale, noi oggi ci ritroviamo qui a Chianciano a celebrare I’ 11° Con-gresso Nazionale della nostra Organizzazione.

L’ultimo del millennio che sta per concludersi, la cui vigilia, come vi è noto, è stata caratterizzata dacritiche e giustificate manifestazioni di malessere da parte dei lavoratori del Corpo Nazionale, rivolte siaal .Governo che al Sindacato, che, per quanto mi, riguarda, stante la situazione, personalmente, non solodavo per scontate, ma, francamente, le ipotizzavo di gran lunga più vivaci.

E questo, essenzialmente, perché c’è in me, come peraltro in ognuno di voi, la consapevolezza delle

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loro ragioni, la condivisione delle loro insoddisfazioni, la medesima inquietudine e la stessa ansia diuscire rapidamente fuori dal tunnel dell’incertezza e della precarietà complessiva nel quale da troppotempo, ormai, siamo imprigionati a ‘causa degli effetti, che ancora oggi scontiamo, della sordità dei variMinistri dell’Interno succedutisi al Viminale negli ultimi anni e/o soprattutto, delle scellerate e, talvolta,persino immorali, passate gestioni politiche del Paese.

Di conseguenza, pur comprendendo il disagio e l’amarezza provata da alcuni Amici nelle occasionisu richiamate, confesso, che le critiche che ci hanno rivolto i lavoratori non mi hanno sorpreso.

Al riguardo, sento, semmai, la responsabilità - naturalmente, per la parte ed il ruolo che mi compete- di non avere avuto la forza ed i mezzi necessari per fare valere sino in fondo le loro ragioni e, soprattutto,di non avere efficacemente loro illustrato l’enorme e serio impegno profuso dal Sindacato, nel corso deltempo, per affrancarli significativamente dalla loro generalizzata, frustrante condizione. Impegno che, amio giudizio, non è mai mancato, anche se riconosco, che rispetto alle attese della categoria, l’effetto deisuoi risultati, il più delle volte rilevanti sotto l’aspetto politico, per ragioni e responsabilità che non ciappartengono, tarda ancora, in larga parte, a concretizzarsi.

Se questo, però, è vero e riguarda, prevalentemente, buona parte delle grandi e complesse questionipolitiche e sociali anzi accennatele altrettanto vero che senza il Sindacato, la sua profonda radicalizzazionenel tessuto civile e sociale, le sue proposte, le lotte che in piena autonomia e coerenza ha sostenuto peraffermarle, le coraggiose scelte che ha operato, da ultimo, alla vigilia della campagna elettorale del 21aprile dell’anno scorso, e gli accordi che ha faticosamente raggiunto con il Governo e le altre parti socialinel quadriennio che abbiamo alle spalle, il più significativo dei quali resta certamente quello del lugliodel ’93 sulla politica dei redditi, noi oggi vivremmo in un altro Paese. In un Paese, sicuramente, piùtormentato ed iniquo, dove non solo la situazione politica ed economica, non solo i livelli occupazionali,non solo il potere d’acquisto reale dei salari, non solo lo stato sociale, ma fors’anche le stesse libertàdemocratiche sarebbero state profondamente diverse.

Da Guglielmo Maccione a Pompeo Mannone

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Come dimenticare, infatti, il rovinoso contesto politico e socioeconomico nel quale il medesimoversava appena qualche anno fa, soprattutto, dopo la meritevole e coraggiosa inchiesta promossa - perprima, ma non soltanto - dalla Procura di Milano e lo smascheramento dell’inquietante intreccio politico-affaristico sul quale si fondava largamente il consenso, il potere e la stessa sopravvivenza di una largarappresentanza della classe politica dirigente dell’epoca ?

Come dimenticare le grandi lacerazioni che ne sono scaturite, lo smarrimento e l’enorme sfiduciaingeneratesi nei cittadini nei riguardi delle istituzioni e del sistema democratico dei partiti ? La bancarottanella quale era precipitata la nostra economia, l’immensa voragine del debito pubblico, la svalutazione ele ricorrenti speculazioni alle quali era esposta la nostra moneta, l’alto tasso di inflazione e l’enormecosto del danaro con il quale convivevamo ?

E quindi, come non evidenziare i risultati che, per quanto parziali ed ancora insoddisfacenti, grazieanche alle strategie del Sindacato, ai riferimenti che ha costituito, agli indirizzi politici che ha suggerito,alla moderazione ed al grande senso di responsabilità che ha dimostrato, sono stati generalmente conse-guiti sul piano della riacquisizione della credibilità delle istituzioni, dell’abbattimento dell’inflazione,dell’avvio del risanamento del debito e del controllo della spesa pubblica, della difesa dell’occupazionee dello stato sociale, del contenimento dei prezzi e, sostanzialmente, del potere d’acquisto dei salari deilavoratori e dei redditi fissi ?

Come dimenticare, inoltre, i rischi che incombevano sul Paese a causa dell’avvento al potere, sia purecon il democratico suffragio popolare, del cosiddetto polo neo-liberista di centro-destra, di cui, seppure,per lasso di tempo breve, come Vigili del Fuoco, con Maroni e Gasparri all’Interno, ne abbiamo diretta-mente testimoniato sulla nostra pelle l’estrema gravita ?

E come, infine, sottacere gli stravolgenti turbamenti che, non già e/o solo nel tessuto produttivo esociale del Paese, ma anche nella coscienza democratica di milioni e milioni di cittadini, aveva provoca-to l’elezione ai vertici del governo nazionale della coalizione politica composta dal partito-azienda di undiscusso imprenditore, peraltro, ancora oggi, paradossalmente, a capo di uno dei due più grandi mono-poli dell’informazione televisiva nazionale, e da quella degli spezzoni più conservatori del dissolto expartito di maggioranza relativa, dai post-fascisti e dai rappresentanti del movimento regionale più inquie-tante tra quelli affacciarsi alla ribalta della politica italiana nell’ultima metà dei secolo ?

Chi ha dimenticato quel clima? Le reazioni dei mercati, le preoccupazioni insorte a livello internazio-nale, lo sgomento dei meno abbienti, lo sdegno di quelle comunità che per fede religiosa sono statebarbaramente perseguitate e trucidate nel corso della storia, nonché gli attacchi durissimi, “senza prece-denti, portati al Sindacato, al suo modo di essere autonoma e libera associazione, al suo ruolo di soggettopolitico, al suo potere contrattuale, ai lavoratori ed ai pensionati da quel “nuovo che avanzava”, la cuiascesa ed il cui consolidamento al potere, proprio a causa dello smarrimento generale dei cittadini, maanche delle difficoltà incontrate dai partiti storici a riorganizzarsi ed a rinnovarsi e, conseguentemente, adoffrire loro un credibile e serio progetto politico alternativo, sembrava inarrestabile ?

Chi ha rimosso dalla memoria le frasi, gli atteggiamenti ed il modo virtuale di far politica del sedicente“Unto dal Signore” ? Il suo populismo, il milione di posti promessi ai disoccupati, gli attacchi frontaliportati all’autonomia della magistratura, soprattutto a quella inquirente, alla Guardia di Finanza ed allacarica più alta dello Stato ? E come scordare, infine, la composizione e la provenienza dello staff dei suoicollaboratori più stretti, taluni dei quali approdati, addirittura, ad alti incarichi ministeriali, e lo straordi-nario, evidente e mai risolto conflitto di interessi che ne contraddistinguevano la delicata posizioneistituzionale rivestita?

lo, Cari Amici e Compagni, penso nessuno. Sicuramente, nessuno, in questa sede e , comunque,pochi, pochissimi fra coloro che seguono gli avvenimenti del Paese senza pregiudizi, partecipano con unbriciolo d’interesse alla vita della collettività nazionale e dispongono di un minimo di memoria e razio-nalità critica.

Ed allora, se le cose stanno così e conveniamo sulle stesse, come peraltro già in altre occasioniabbiamo fatto, lesserci esplicitamente schierati, alla vigilia della tornata elettorale di un anno fa, con laparte politica più vicina ai grandi valori democratici e solidaristici del movimento sindacale; l’avernecondiviso il programma e contributo sia alla sua affermazione che al consolidamento di quel circolovirtuoso dell’economia, già avviato dai precedenti governi Amato, Ciampi e Dini, che, naturalmente,

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hanno avuto dei limiti, hanno imposto dei sacrifici, ma hanno anche riallargato gli orizzonti della speran-za in un futuro migliore e nella normalizzazione del nostro Paese, non è forse un merito da ascrivere aiSindacato e da considerare positivamente ogni qualvolta, come anche in questi giorni faremo, si è chia-mati liberamente a giudicarne il ruolo, la coerenza, le scelte politiche e strategiche e l’autonomia ?

E’ forse fuorviante, dispersivo e demagogico evidenziarlo e, soprattutto, farlo, come era doveroso e loabbiamo ripetutamente fatto, anche recentemente, nel corso dei nostri dibattiti precongressuali ?

E’ davvero questo un modo subdolo e scorretto di porsi nel confronto con la categoria, o, come dataluni ci è stato rimproverato, il cinico e strumentale ricorso ad espedienti artificiosi per distrarre ladiscussione dei lavoratori da chissà quali altri, reali ed indefiniti problemi, per sottrarci dalle

nostre responsabilità ?A me, questo, francamente, non sembra. Tuttavia, come sapete, nelle assemblee precongressuali alle

quali abbiamo partecipato, ma anche in quelle che già svolgemmo nelle varie sedi di servizio in occasio-ne dell’approvazione della piattaforma contrattuale e, poi, della ratifica del definitivo accordo raggiuntocon l’Aran, spesso, seppure da una minoranza di lavoratori, di questo e di altro siamo stati accusati.

Ci sono stati rimproverati sia gli accordi su accennati, perché, a loro dire, penalizzanti rispetto alleattese della categoria e costrittivi rispetto alla libera contrattazione tra le parti, sia le decisioni operate sulpiano squisitamente politico a sostegno dell’Ulivo. Siamo stati tacciati, inoltre, di immobilismo ai finidella risoluzione delle nostre specifiche vertenze e, infine, in maniera addirittura grottesca, di aver disper-so quel grande patrimonio fiduciario, politico e contrattuale, accreditatoci dalla categoria con le lottesindacali, da noi promosse, effettuate tra la fine del 95 e l’inizio del 96 e con la grande manifestazione diprotesta svolta a Roma nel febbraio dello stesso anno da oltre 8.000 lavoratori e lavoratrici del CorpoNazionale.

Il tutto, in taluni casi, con livore, da colleghi prevalentemente non iscritti al nostro Sindacato e , purtuttavia, invitati a partecipare al nostro libero dibattito, senza alcuna democratica, ma fermacontrapposizione degli altri lavoratori presenti, come, invece, ragionevolmente, per onestà concettuale,appartenenza sindacale e coerenza politica, sarebbe stato perlomeno lecito ed opportuno attendersi.

Naturalmente, non è assolutamente nelle mie intenzioni mettere per ciò sotto accusa qualcuno, né,tanto meno, ribadire in questa sede quello che già abbiamo sostenuto con grande forza in quelle occasio-ni in difesa del nostro operato, dei risultati concreti conseguiti sul versante contrattuale e delle nostreautonome e complessive scelte politiche, delle quali, peraltro, non siamo affatto pentiti.

Al contrario, ritengo doveroso richiamare la vostra attenzione su quelle esperienze, essenzialmente,per capire, attraverso il dibattito che svilupperemo in questi giorni, le ragioni per le quali nonsoltanto i nostri detrattori, ma anche parte dei lavoratori che rappresentiamo, sono spesso sembrati, da unlato, dimentichi delle complesse vicende politiche vissute dal Paese negli ultimi anni e, dall’altro, dellestesse, negative ricadute che le medesime hanno avuto sia sulla nostra condizione generale di cittadini elavoratori, sia nell’ambito dell’Amministrazione dell’Interno e, quindi, del Corpo Nazionale dei Vigili delFuoco.

Le richiamo, inoltre, perché sono convinto che senza una doverosa e seria analisi sullo stato realedella tenuta della nostra Organizzazione, sulla composizione della nostra base, sulla formazione dellasua coscienza politico-sindacale e sulle ragioni di certi, minoritari, ma presenti comportamenti, noi ri-schieremmo non soltanto di non progredire, ma di rappresentare una forza effimera, fors’anchequalunquista, priva di una propria capacità di giudizio rispetto agli eventi generali che la riguardano,perennemente esposta al rischio di pericolose oscillazioni politiche ed organizzative, nonché, infine, piùattenta agli effetti dei problemi che l’assillano e non, invece, alle cause che li determinano.

Le richiamo, infine, perché, laddove, paradossalmente, di ciò non ne tenessimo debitamente contoed incentrassimo il nostro dibattito congressuale sulla ritualità e/o, peggio, sulla verifica ragionieristicadei risultati conseguiti, o meno, nel corso del precedente mandato congressuale, senza collocarla all’in-terno del contesto politico ed economico nel quale lo abbiamo esercitato e, quindi, senza valutare lospessore e la tipologia delle difficoltà nelle quali ci siamo imbattuti, non solo verremmo meno ad unanostra precisa funzione politica, non solo rischieremmo di dividerci tra “giustizialisti e buonisti”, ma nonsaremmo neanche in grado di delineare né gli eventuali correttivi alla nostra azione, né gli obiettivistrategici futuri della nostra Organizzazione. E questo, oggettivamente, sarebbe estremamente grave,

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soprattutto, in considerazione delle grandi sfide con le quali dovremo misurarci prossimamente, sia comeorganizzazione di categoria che come sindacato confederale.Queste sfide, Cari Amici e Compagni, sulpiano generale, riguardano il superamento dei complessi problemi politici, economici e socialigià schematicamente illustrati all’inizio dì questa mia relazione, mentre sul versante categoriale, siriferiscono a quelli a voi tutti noti, di cui inseguiamo da sempre la risoluzione, che, negli ultimi anni,peraltro, si sono ulteriormente aggravati.

Circa i primi, è indubbio che il loro superamento investe largamente la responsabilità delle forzepolitiche, in primo luogo dell’Esecutivo, e la capacità che quest’ultimo sarà in grado di manifestare nelgestire, d’intesa con la sua I esigua e traballante maggioranza e con l’indispensabile consenso delle forze| sociali, l’immane e gravosissima opera di risanamento e di stabilizzazione | dell’economia pubblica,favorendo il rilancio produttivo, la ripresa i dell’occupazione, la modernizzazione dello Stato e l’integra-zione monetaria, senza la quale il nostro Paese rischierebbe di essere tagliato fuori dall’Europa e schiac-ciato, inevitabilmente, dall’internazionalizzazione dell’economia e dalla cosiddetta competizione glo-bale.

Per il conseguimento di questi traguardi, come sapete, il Sindacato ed i lavoratori hanno già contribu-ito con grande coerenza e senso di responsabilità, sottoponendosi a pesantissimi sacrifici.

L’accordo faticosamente raggiunto nel 1995 con il Governo Dini sulla riforma del sistema previdenziale,ne è sicuramente una testimonianza indiscutibile.

Non meno significativo, inoltre, è quello siglato nel settembre scorso con il Governo Prodi per rilanciareil lavoro, soprattutto, quello giovanile nelle aeree più depresse del Paese, che, tuttavia, nonostante ifinanziamenti, le agevolazioni fiscali per le imprese, l’introduzione di alcune concrete e controverseflessibilità nel mercato del lavoro, impensabili appena qualche anno fa, ed il grande bisogno di riavviarel’occupazione, stenta ancora a decollare. Ciò nonostante, per alcuni, in particolare per i grandi potentatieconomici e per le forze politiche neo-liberiste, tutto questo non sembra essere sufficiente e si pretende -soprattutto, dopo i contestati e strumentalizzati pronunciamenti tecnici della commissione europea inca-ricata di verificare l’allineamento dei conti pubblici dei vari Paesi che dovranno dar vita alla monetaunica europea con i parametri di Maastrich - che i lavoratori, soprattutto quelli dipendenti, e le classimeno abbienti contribuiscano ulteriormente al conseguimento di questa tappa, sempre più economica esempre meno politica, pagando ancora dei prezzi insostenibili.

Vi è noto, infatti, che è quotidiano ed asfissiante l’attacco al sistema pensionistico riformato appenadue anni fa - di cui, peraltro, nessuno è ancora in grado di quantificarne gli effetti prodotti - e quello allostato sociale di cui si vorrebbe, sensibilmente, limitare la copertura solidaristica. .

Al riguardo, dobbiamo purtroppo rilevare che sotto la spinta poderosa e spregiudicata di queste forze,non sempre il Governo e le forze politiche che lo sostengono sembrano in grado di “tenere” e, in propo-sito, talune preoccupanti avvisaglie - anche se, per il momento, manifestate solo sul versante della poli-tica estera - le abbiamo già potute recepire in occasione della recente crisi dell’Albania.

A nostro giudizio, sono tante, troppe e quasi sempre discordanti le dichiarazioni rilasciate a taleriguardo dai suoi rappresentanti. E queste, naturalmente, non solo smarriscono ed alimentano la sfiduciain larga parte di quei cittadini che nell’aprile dell’anno scorso hanno sostenuto con convinzione il pro-gramma di governo dell’Ulivo, ma, oggettivamente, rivitalizzano quella stessa opposizione che, spingecon grande determinazione verso la crisi del gabinetto Prodi, ora, con il sostegno di coloro che si la-mentano dell’eccessiva pressione fiscale, pur non avendola, magari, mai provata; altre volte cavalcandola rabbia degli emarginati è dei disoccupati, ponendosi come il toccasana dei loro problemi e lanciandosinistri messaggi circa il futuro dell’economia del Paese ed il suo ingresso in Europa; ed altre ancora,ricorrendo alla rappresentazione di inverosimili ed apocalittici scenari politici che, sotto il profilo dellatenuta democratica e della convivenza civile, non avrebbero trovato giustificazione neanche negli anni’50, ai tempi della guerra fredda.

Di questo ne abbiamo avuto ampia riprova anche recentemente, nel corso della campagna elettoraleper il rinnovo delle amministrazioni comunali, dove, come sapete, da parte del “polo” si è argomentatodi tutto, tranne che dei problemi reali dei cittadini dei territori interessati. Ebbene, in clima così arroven-tato, il Sindacato, ancora una volta, si sta apprestando a sostenere un delicatissimo e complesso confron-to con il Governo per la riforma dello stato sociale.

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Personalmente, ritengo che nessuno ignori la delicatezza del momento e, quindi, nemmeno cosa sipropongano autenticamente i più, quando accennano all’esigenza di intervenire strutturalmente sul me-desimo e quanto questo peserà sulla stessa, futura stabilità dell’attuale quadro politico del Paese.

Del resto la tentazione di intervenire nuovamente ed anzitempo sul sistema previdenziale e quella diapportare tagli significativi alla spesa sociale è forte ed è diffusa non solo nell’opposizione, ma investeanche spezzoni importanti della maggioranza, i quali non ne fanno affatto mistero, anche se poi, comespesso accade nel nostro Paese, si affrettano a dare luogo a quel miserevole balletto del “dichiaro esmentisco” che sta rappresentando il tormentone della vita politica del nostro Paese degli ultimi mesi.

Al riguardo, il Sindacato sembra pronto a presentarsi al tavolo dell’imminente confronto con il Gover-no attestato su una linea fortemente unitaria ed a battagliare affinchè l’Esecutivo ed il Parlamento provve-dano sì a riformare lo stato sociale per migliorarne la ridistribuzione, senza, però, ridurne la spesa com-plessiva e toccare le pensioni.

A mio giudizio, occorrerà che la nostra Organizzazione segua con grande attenzione gli sviluppi ditale confronto e vi chiami a partecipare la categoria.

Non dobbiamo dimenticare, infatti, che i vari rappresentanti dei partiti, oltre che su questo tema, sonoimpegnati all’interno della Commissione Bicamerale nel difficilissimo compito di “riscrivere” la secondaparte della Costituzione, che gli interessi in campo - in particolare, per quanto concerne la giustizia, letelecomunicazioni e la riforma istituzionale - sono notevolissimi e che la pratica dello scambio politico,specie sotterraneo, per quanto discutibile, è tutt’altro che estranea alla tradizione parlamentare del nostroPaese.

Ciò per dire, in altri termini, che al di la delle dichiarazioni, e/o delle sottili distinzioni ufficiali rilascia-te dai vari leaders sul modo e sui tempi entro i quali dovrà conseguirsi questo obiettivo, nell’aria si avverteun forte odore di “inciucio”, i cui capri espiatori, laddove si dovesse abbassare 1a guardia e dovesseroprevalere le spinte liberiste, potrebbero essere proprio i pensionati, i lavoratori dipendenti e le classimeno abbienti della società, che si vedrebbero ridotti ancora i diritti sociali che si sono conquistati con lelotte nel corso dei decenni.

Per questa ragione, Cari Amici e Compagni, tornando a casa, vi invito a garantire la massima parteci-pazione dei lavoratori del Corpo Nazionale alle manifestazioni promosse dalle Segreterie Confederali asostegno del lavoro e per definire un’equa riforma dello stato sociale, che, come vi è noto, sono state giàunitariamente calendariate dagli Esecutivi Confederali a partire dagli ultimi giorni del corrente mese.

E’ bene, infatti, che la nostra categoria, solidale per professione, si impegni sempre più nel sostenerebattaglie di cosi largo interesse e partecipi in prima fila alla mobilitazione del mondo del lavoro.

Per quanto concerne i secondi, ossia, le note problematiche riguardanti il Corpo Nazionale e lacategoria che, recentemente, dopo anni di oscuramento -grazie anche alla consolidata unità strategica econtrattuale con la CGIL e la UIL - siamo riusciti a rimettere concretamente al centro del confronto con ilgoverno, occorrerà verificare se, come ed in quali tempi si realizzeranno gli importanti e complessiviimpegni programmatici contenuti nel protocollo d’intesa sottoscritto a Palazzo Chigi il 18 marzoscorso.

Dico questo perché, a mio giudizio, è sul terreno della loro coerente, complessiva e rapida realizza-zione che, nell’immediato, prossimo futuro, si giocheranno sia l’onorabilità della controparte pubblica,sia la nostra stessa capacità di rappresentare debitamente, coniugandoli, gli interessi reali della colletti-vità e della categoria.

Di tali impegni, come sapete, ne abbiamo già diffusamente discusso negli organismi deliberanti delnostro sindacato e, unitariamente, con i lavoratori, riscuotendone l’apprezzamento, ma registrandoneanche lo scetticismo.

Uno scetticismo ragionato, non infondato e, quindi, non censurabile, viste le passate esperienze, che,peraltro, nel corso dell’esame del verbale di accordo è stato espresso da più di un componente delquadro dirigente del nostro Sindacato ed anche da quelli delle altre due organizzazioni sindacali confe-derali. Del resto, non sarebbe la prima volta che ci troveremmo di fronte a degli impegni solennementeassunti dal Governo in sede negoziale e, poi, disattesi.

Noi, però, vogliamo sperare che in questa occasione i responsabili del Governo e, soprattutto, irappresentanti dell’Amministrazione dell’Interno, a tutti i livelli, manifestino la necessaria consapevolez-

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za della gravita della situazione in cui versa il Corpo Nazionale e confermino davvero la loro realevolontà politica circa l’improcrastinabile esigenza di dargli le risposte di cui abbisogna, magari, scaglio-nandole nel tempo per renderle compatibili con le risorse finanziarie disponibili, purché in una visioned’assieme generale.

Oggi, Cari Amici e Compagni, diversamente dal passato, o meglio, dopo oltre un decennio da un’ana-loga ed addirittura più avanzata manifestazione di volontà politica - poi non concretizzatasi per una seriedi complesse ragioni - le premesse per guardare con un po’ più di ottimismo al futuro dell’organizzazioneantincendi sembrano esserci.

Infatti, anche se tardivamente e sulla spinta delle pressioni sindacali della categoria, negli ultimi mesiabbiamo registrato un’apprezzabile attenzione ai nostri problemi da parte del Ministro Napolitano e delSottosegretario Barberi. Sicuramente, una loro certa disponibilità ad affrontarne la risoluzione.

Il protocollo di accordo surrichiamato, tutto questo, perlomeno,formalmente, io testimonia.Tuttavia, l’esperienza ci suggerisce di vigilare attentamente affinchè gli obiettivi che si andranno a traguardarerisultino davvero corrispondenti alle esigenze della categoria e della collettività nazionale, nei riguardidella quale abbiamo il dovere, non soltanto istituzionale, di impegnarci a fondo per migliorare il servizioche le prestiamo per tutelarla dai crescenti ed incombenti rischi, prevalentemente, connessi all’insipientee disordinato sviluppo tecnologico,ai quali diuturnamente è esposta. E questo lo evidenzio perché, inproposito, nutriamo più di una perplessità.

Perplessità che ci derivano, essenzialmente, dall’approssimazione e dalla contraddittorietà di taluneiniziative sin qui intraprese dall’Amministrazione nella gestione dei fatti correnti del Corpo Nazionale;dal tempo, ingiustificatamente lungo, occorso per nominare il nuovo Ispettore Generale Capo; dagliatteggiamenti del suo apparato amministrativo e burocratico, sicuramente capace, ma più incline adoccuparsi del quotidiano piuttosto che dei problemi strutturali dell’Organizzazione che sovrintende;dall’inadeguatezza complessiva della compagine dirigenziale tecnica, professionalmente valida, ma sto-ricamente restìa a coinvolgersi in prima persona nelle problematiche politiche di fondo concernenti ilservizio e, infine, dagli atteggiamenti e da talune affermazioni, espresse confusamente, ma ripetutamente,in merito ai profili istituzionali dell’Organizzazione Antincendi ed al suo futuro assetto ordinamentale, daautorevoli esponenti dei vertici politici dell’Interno.

Ebbene, Cari Amici e Compagni, è soprattutto a questi ultimi che nell’immediato, prossimo futurodovremo fare molta attenzione, poiché, a mio giudizio, è in essi che potrebbero annidarsi i rischi piùgrandi per la nostra azione futura, per la proficuità e la stessa continuità delle relazioni sindacali con lacontroparte pubblica e per i risultati che ci siamo prefissi di conseguire.

Questi comportamenti, come sapete, riguardano taluni arbitrar! interventi effettuati sull’organizzazio-ne del servizio ed il ripetuto tentativo di mettere indebitamente mano su materie squisitamente contrat-tuali. Mentre le affermazioni si riferiscono, solitamente, al Corpo Nazionale, ai tempi ed al modo con ilquale riformarlo, nonché al mutato rapporto che il medesimo dovrebbe avere con il sistema di protezionecivile.

In altri termini, riguardano temi scottanti e complessi dei quali, malgrado le nostre ripetutepuntualizzazioni, da parte politica non sembra aversi ancora, o si finge di non avere, un’esatta cognizio-ne.

Proprio per ciò, quindi, ci corre l’obbligo di profondere ogni possibile sforzo per attrezzarci ulterior-mente sul piano politico ed organizzativo, allo scopo di qualificare debitamente il confronto che di qui apoco entrerà nel vivo con la nostra controparte pubblica ed accertare, definitivamente, se tutto ciò trovauna giustificazione in quanto riferito a complesse materie di tipo giuridico ed istituzionale e, quindi, aquestioni non di comune e generalizzata padronanza, oppure, risponde a precisi disegni politici che, seconfermati, non sarebbero assolutamente condivisibili.

Dobbiamo attrezzarci, inoltre, perché riguardo agli stessi, da un lato, continuiamo a non registrare lanecessaria attenzione della dirigenza tecnica del Corpo Nazionale - per la quale, invece, il problemadovrebbe essere di prioritario interesse - e, dall’altro, perché non ignoriamo che quello stesso rinnova-mento generazionale che ha investito la nostra organizzazione sindacale ed a cui mi sono riferito all’ini-zio di questa relazione, ha interessato anche gli altri sindacati confederali del settore e larga parte deglistessi ruoli organici del Corpo Nazionale.

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Dobbiamo attrezzarci, infine, perché non possiamo assolutamente permetterci il lusso di dare peracquisiti definitivamente dall’insieme della categoria gli obiettivi che complessivamente perseguiamo, inquanto sappiamo che, per i

4motivi anzi detti, per molti lavoratori, specie quelli delle ultime leve, che,

peraltro, oggi costituiscono circa la metà dei contingenti organici del Corpo Nazionale, tali obiettivi, inlarga parte, rappresentano soltanto degli slogan.

Questo, Cari Amici e Compagni, naturalmente, non vuoi dire sminuire le già presenti e mature capa-cità di vantazione e/o di gestione di alcuno.

Significa, invece, prendere realisticamente atto di una situazione organizzativa, in taluni casi, mutatarepentinamente, e ripuntualizzare, con paziente chiarezza, i termini delle nostre principali rivendicazionie le loro ragioni.

Ciò, in particolare, vale sia per quelle riferite alla riforma de! servizio, sia per la ventilata revisionelegislativa ed organizzativa del sistema di protezione civile, rispetto alla quale, a tutt’oggi, da un lato,denunciamo l’assoluta mancanza di informazioni da parte del Governo e, dall’altro, constatiamo unadiffusa e preoccupante approssimazione progettuale dell’apparato ministeriale.

Riguardo alla riforma del servizio reso dal Corpo Nazionale che, come la stragrande maggioranza divoi ben sa, rivendichiamo vanamente da venti anni e di cui, anche se in maniera estremamenteschematizzata, siamo riusciti a reinserine soddisfacentemente le principali linee-guida all’interno dell’ac-cordo sottoscritto con il governo nel marzo scorso, la nostra posizione è chiarissima; non è nuova e sifonda principalmente sull’esigenza di dare risposte compiute alla notevole disorganicità delle numeroseed anacronistiche norme legislative che lo regolamentano, al tuttora mancato riconoscimento formaledella sua natura sociale, all’esiguità delle risorse di cui complessivamente dispone, all’assoluta inadegua-tezza del suo assetto ordinamentale, strutturale ed organizzativo.

Si fonda, inoltre, sulla necessità di separare nettamente le responsabilità politiche da quelle gestionalidel servizio; di attribuire un’ampia sfera di autonomia alla Dirigenza tecnica, sia a livello centrale cheperiferico; di incentrarne l’attività sul metodo programmatorio e quindi sulla sistematica e periodica

Un momento del Congresso Nazionale 1997 Chianciano

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valutazione dei risultati conseguiti, così da responsabilizzarla e qualificare debitamente l’intervento pub-blico; sulla realizzazione del massimo decentramento possibile del momento decisorio ed organizzativo,per il conseguimento degli obiettivi e l’assolvimento dei compiti istituzionali del Corpo Nazionale fissatidalla legge.

Si fonda, infine, sull’esigenza di creare le condizioni - fermo restando il rispetto dei singoli profiliistituzionali di ciascuna - per un più efficace e funzionale collegamento operativo tra le strutture delCorpo Nazionale e quelle delle altre organizzazioni od enti che operano e/o concorrono, al centro comein periferia, all’espletamento delle diverse fasi della delicata ed importante funzione pubblica di prote-zione civile.

Si riassume, concludendo, sulla necessità di superare l’attuale, rigido modello organizzativo e buro-cratico sul quale è stato concepito il Corpo Nazionale circa sessantenni fa, ridefinirne i compiti e ristrut-turarlo sulla base di quei moderni ed efficienti modelli sui quali sono state già riorganizzate talune tra, lepiù importanti amministrazioni ed organizzazioni pubbliche erogatrici di servizi sociali.

Questa posizione, oltre che corrispondere alle aspettative del servizio, è sostenuta fortemente anchedalle altre due Organizzazioni Sindacali Confederali ed io sono certo che gli Amici dei CoordinamentiNazionali della CGIL e della UIL, che, peraltro, oggi, sono nostri graditissimi ospiti, intervenendo, loconfermeranno.

Si tratterà, allora, di verificare come, rispetto alla medesima, si porrà l’Amministrazione, poiché èindubbio, che, al di là di ogni altra nostra considerazione, al punto in cui siamo, spetta esclusivamente aisuoi rappresentanti sciogliere definitivamente le riserve e pronunciarsi senza ambiguità sul come inten-dono concretamente onorare gli impegni programmatici che hanno assunto recentemente a PalazzoChigi.

Questo vuoi dire che dalle autorità politiche dell’Interno, che ci hanno voluto gratificare con la loropresenza, stamattina, oltre al saluto, ci aspettiamo di conoscere il loro punto di vista in proposito; chegradiremo, cioè, che approfittando di questa nostra importante assise congressuale, sciolganodefinitivamente il nodo che imbriglia da tempo la nostra discussione e lo facciano con la massima fran-chezza, partendo dal presupposto, però, che difficilmente potremo accettare eventuali, loro ulterioritentativi di dribblare il problema.

In relazione a ciò, e ferma restando l’attesa per i contributi che ci forniranno, voglio qui ricordare,soprattutto ai più giovani, a coloro, cioè, che non hanno vissuto le lotte sostenute dal Sindacato sul finiredegli anni 70, che ai problemi suaccennati, già all’inizio degli anni 80 - dopo molteplici rivendicazionidella categoria, circa un anno di comuni studi con l’Amministrazione ed un appassionato, altrettantolungo e proficuo confronto con i responsabili politici, amministrativi e tecnici dell’epoca - eravamoriusciti a dargli delle adeguate risposte, attraverso l’elaborazione e la presentazione al Parlamento di undisegno di legge organico, che, però, non è mai stato approvato e nemmeno riproposto alla sua attenzio-ne, malgrado che i suoi contenuti innovatori mantengano, ancora oggi, del tutto inalterata la loro attuali-tà.

E questo, sia a causa delle ricorrenti crisi politiche che hanno caratterizzato il periodo di riferimento,sia della pochezza dei più recenti responsabili del Ministero dell’Interno, sia del disinteresse posto allaquestione dalla Dirigenza tecnica del Corpo Nazionale e sia, infine, per le pressanti, gattopardeschemanovre messe ripetutamente in campo dall’Alta burocrazia del Viminale per contrastarli.

Ebbene, al riguardo, personalmente, temo, e non lo nascondo, che gli stessi gravi ed imperdonabilierrori a cui ho appena fatto cenno, la stessa scelta di continuare con la politica delle “pezze”, possanoessere nuovamente commessi dall’attuale classe politica ed amministrativa dell’Interno.

Di conseguenza, al fine di evitare malintesi da parte di chiunque, voglio qui ribadire, con grandefermezza, che per la parte che ci riguarda, ai fini della riforma del servizio e dell’adeguamentoordinamentale e strutturale del Corpo, noi, nel confronto che in proposito avvieremo con la nostra con-troparte, ripartiremo proprio da lì. Da quel disegno di legge, dalle ragioni che lo avevano motivato e daiproblemi che si proponeva di concorrere generalmente a superare.

E questo, Cari Amici e Compagni, perché oggi, più di ieri, siamo convinti che per realizzare seria-mente il delicato e non più rinviabile processo riformatore che ci prefiggiamo, peraltro, riferito ad un’Or-ganizzazione dello Stato complessa ed essenziale per la garanzia e la tutela della sicurezza della collet-

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tività, qual’è indubbiamente quella rappresentata dal Corpo Nazionale, non si possa procedere a sogget-to, in maniera ondivaga ed improvvisata, e/o condizionati da fattori esterni, talvolta suggestivi, ma chenulla, però, hanno a che vedere con i risultati che, invece, dobbiamo rapidamente traguardare nell’inte-resse generale della società e della categoria che rappresentiamo. Questo per noi è un punto fermo. Unpunto non mediabile che sosterremo con grande forza, non perché siamo innamorati del nostro passatoe, quindi, legati sentimentalmente alle nostre esperienze remote, quanto invece perché le cause dellaconfusa e precaria condizione che vivevamo allora sono tuttora presenti, sia sotto il profilo legislativo cheorganizzativo, e negli ultimi tempi - proprio a causa della mancata approvazione di quel disegno di leggedi riforma, dell’affossamento delle sue ragioni e dei suoi principi ispiratori - si sono addirittura, innegabil-mente, aggravate.

Basterebbe, in proposito, richiamare alla memoria le vicende vissute dall’Organizzazione Antincendinell’ultimo lustro.

Basterebbe ripensare, con la dovuta serenità, ma seriamente, a tutto quello che, per i motivi ai qualiho fatto cenno, di drammatico e nel contempo di incredibile, è accaduto nella nostra realtà dal 1992 inavanti. In particolare, dopo la clientelare e fallimentare nomina ai vertici della Direzione Generale dellaProtezione Civile e dei Servizi Antincendi, di due tra i meno indicati Dirigenti dello Stato provenienti dairuoli tecnici del Corpo Nazionale. A quello di gravissimo di cui si sono resi responsabili. Alle tensioni chehanno provocato. Agli arbitrii, anche giuridici, che hanno commesso nella gestione del servizio e neiconfronti del personale, soprattutto, dei dirigenti, molti dei quali, benché universalmente apprezzati,hanno pagato dei prezzi salatissimi, ivi compreso l’ingiustificato avvicendamento di sede e, persino,l’autoritario trasferimento in altre Amministrazioni Pubbliche, a causa delle legittime riserve espressesull’approssimativa, personalizzata ed autoritaria gestione dell’Organizzazione Antincendi che stavanoconducendo, e/o solo per essere iscritti al Sindacato Confederale, in particolare alla CISL, di cuicoerentemente ne sostenevano le ragioni.

Basterebbe, inoltre, ricordare le profonde ferite che costoro, con la compiacenza di taluni prezzolaticortigiani, taluni, tuttora a capo di alcune delle più importanti strutture dell’Organizzazione Antincendi,hanno inferto all’ordinamento del Corpo Nazionale, e l’isolamento nel quale hanno costretto l’Ufficiodell’Ispettore Generale Capo ed il suo legittimo rappresentante, sempre a causa dell’assenza di quelchiaro quadro legislativo anzi accennato, che avrebbe consentito, da un lato, di separare nettamente leresponsabilità esercitate dalle componenti amministrativa e tecnica della Direzione Generale e del Cor-po Nazionale e, dall’altro, a tutti indistintamente i loro rappresentanti, di adempiere in piena autonomiaai compiti istituzionali attribuitigli dalle leggi.

ì Basterebbe, infine, ricordare le boriose “pallonate” di cui si sono resi sciatti protagonisti ed i ripetutitentativi - sventati esclusivamente grazie alla forte ed unitaria contrapposizione dei sindacati confederali- messi in atto, da ultimo, dall’Amministrazione, nel corso della scellerata gestione del Prefetto Corbo, didequalificare e marginalizzare l’Organizzazione, svendendo a privati, prima, i servizi istituzionali residalla categoria nei sedimi portuali ed aeroportuali e, poi, quelli essenziali della prevenzione e dellavigilanza antincendi.

Certo, Cari Amici e Compagni, rispetto al quel vissuto, non vanno e non debbono essere dimenticatele gravissime responsabilità delle autorità politiche dell’epoca e non debbono nemmeno essere sottaciutequelle, altrettanto gravi, di Ancillotti, che, per motivi oscuri, comunque inaccettabili, è venuto ripetutamentemeno alle sue funzioni, ha vivacchiato per sei anni, ha supinamente accettato che altri ne surrogasseroindebitamente il ruolo ed ha consentito che il Corpo Nazionale, tra lo smarrimento generale della cate-goria ed alcuni complici silenzi dei suoi collaboratori, andasse alla malora.

E’ indubbio, però, che se le regole del gioco, allora, fossero state già fissate ed il quadro di riferimentonormativo che ora stiamo nuovamente riproponendo fosse stato operante, non solo tutto ciò, probabil-mente, non sarebbe accaduto, ma sicuramente l’Organizzazione Antincendi e la categoria non versereb-bero nella disastrosa e drammatica condizione che tutti conoscete.

Ebbene, quelle vicissitudini non vogliamo più riviverle: né per l’opera di un qualsivoglia DirettoreGenerale, né a causa delle indebite interferenze politiche sulla gestione dell’organizzazione del servizioe del Corpo Nazionale, come invece, purtroppo, ancora accade.

Al contrario, esigiamo che il Corpo Nazionale, per il quale ognuno di noi ha dato tanto e molti Amici

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e colleghi persino la vita, sia rilanciato opportunamente; venga messo nelle migliori condizioni persoddisfare la crescente domanda di sicurezza della società e che, al suo interno, ognuno, nell’ambitodelle proprie prerogative istituzionali e, quindi, senza alcuna felpata intimidazione e/o sovrapposizione,faccia interamente la sua parte e se ne assuma le conseguenti responsabilità.

Esigiamo, infine, che ciascuno, al centro, ma soprattutto in periferia, dove le attuali e complessivecarenze del Corpo Nazionale si avvertono drammaticamente e pesano quotidianamente sulla stessasicurezza dei lavoratori, possa essere adeguatamente messo in grado di esercitare con serenità il proprio,gravoso ruolo e di perseguire efficacemente gli obiettivi dei quali è incaricato, disponendo di” chiariindirizzi programmatici e, soprattutto, dei mezzi e degli strumenti necessari per adempiervi.

Vogliamo, in sostanza, che l’Organizzazione Antincendio esca gradualmente da quell’eterna e pre-caria fase congiunturale nella quale tuttora è costretta e che il potere politico dell’Interno, prendendonecoscienziosamente atto, se ne faccia definitivamente carico.

Ecco, allora, perché abbiamo espresso la nostra soddisfazione per l’accordo sottoscritto il 18 marzoscorso con il Governo. Ed ecco perché auspichiamo che i suoi contenuti, per quanto schematici edinsufficienti, si concretizzino correttamente al più presto.

Ecco, infine, perché - malgrado taluni diversi avvisi - noi riteniamo che sul quel terreno, e non su altri,si giocheranno, come ho già accennato, sia la credibilità della controparte pubblica, sia la nostra capaci-tà di rappresentare coerentemente, in uno, gli interessi generali della collettività e quelli della categoria.

E’ questa, infatti, Cari Amici e Compagni Congressisti, la sfida autentica con la quale noi oggi, comevigili del fuoco, siamo chiamati a misurarci. Non ce ne è un’altra.

Non c’è ed io sono assolutamente convinto che se sapremo far valere, in piena autonomia e congrande responsabilità, le nostre ragioni, ricorrendo, qualora necessitasse, al nostro potere contrattuale,tutti insieme, decisamente, senza ambiguità e distinzione: vigili, tecnici, amministrativi e dirigenti, cosìcome abbiamo saputo fare in tante altre occasioni, persino, cacciando dai vertici della Direzione Gene-rale gli Amministratori incapaci, questa sfida noi la vinceremo. Politicamente, ce ne sono le condizioni enon dobbiamo assolutamente perderne l’opportunità.

Del resto, senza l’acquisizione di questi prioritari ed essenziali risultati, che peraltro debbono essereconseguiti ora, rapidamente, e non tra decenni, di quale moderno ed efficace Servizio Nazionale diProtezione Civile si potrà mai parlare nel nostro Paese, se, nella condizione in cui siamo, non riusciamonemmeno a garantire nell’ordinarietà, in maniera accettabile, quello reso dal Corpo Nazionale?

Con quale autentico senso di responsabilità - e questo lo chiedo, particolarmente, ai rappresentantidel Governo - si può seriamente pensare che senza un Corpo Nazionale debitamente riformato, adegua-tamente potenziato e riorganizzato, tecnicamente preparato, gestito autonomamente dalla sua Dirigenzae largamente decentrato sul territorio, si possa efficacemente garantire al Paese, soprattutto quando piùacuto è il suo bisogno, l’intervento di soccorso tecnico urgente alfa popolazione ?

E’ forse possibile farlo con l’assolutismo che abbiamo testimoniato nel recente passato e delle cuiscorie, peraltro, non ci siamo ancora dei tutto liberati, oppure, con quelle assurde ed arbitrarie conven-zioni, tanto care al Sottosegretario Barberi, che ne snaturano indiscutibilmente i profili istituzionali, nemarginalizzano il ruolo ed hanno l’esclusivo merito di nascondere sia le nostre perduranti insufficienzefinanziarie, sia le vistose crepe organizzative di altre amministrazioni pubbliche delle quali si vorrebbe,addirittura, che ce ne facessimo ordinariamente carico?

Ed allora, se non è così, di cosa parliamo ? Di quale revisione del sistema di protezione civile voglia-mo discutere, come pure, in qualche modo, tra qualche settimana dovremo fare in occasione dellaprossima Conferenza Nazionale che si sta allestendo, se non ci adopereremo prima per chiarirci edassicurarci, perlomeno a livello progettuale, sia sulle linee fondanti della riorganizzazione del servizioreso dal Corpo Nazionale e sia del funzionamento di quella che oggi è, e sicuramente rimarrà, non lasola, ma certamente la più importante e strategica delle sue strutture tecniche ed operative ?

E’ reazionario, Cari Amici e Compagni, richiamare l’attenzione su questi problemi ?- Significa davvero sollevare strumentalmente delle sterili polemiche, “remare contro” qualcosa o

qualcuno e/o indossare i panni della “prima donna”, come spesso mi si è demenzialmente rimproverato,quando manifesto tutta l’insofferenza di cui sono capace nei confronti di quegli interlocutori, non soloistituzionali, che, benché autorevoli, rifuggono costantemente l’approfondimento di problemi di così

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elementare comprensione, oppure, quando continuo tenacemente a sostenere, come anche qui ribadi-sco, con grande forza e senza ambiguità, che il Corpo Nazionale dei VV.F. deve essere riformato, epotenziato a prescindere da qualsiasi altro tipo di iniziativa che si intraprenderà - se e quando, veramen-te, si intraprenderà - in relazione alla ventilata revisione del sistema di protezione civile ?

Cosa impedisce alla nostra controparte di capire la ragionevolezza di questa nostra posizione e lafondatezza delle necessità che rappresentiamo?

Come si può, nei fatti, continuare a rifiutare, come concretamente sta avvenendo da un anno a questaparte, un serio ed esaustivo confronto sull’argomento che ne consenta l’esame approfondito e, magari,anche la ricerca di altre, patimenti qualificate però, soluzioni alternative?

E quanto tempo occorrerà ancora a coloro che, per mero calcolo o insufficienza, si attardano aconsiderare il Corpo Nazionale e la Protezione Civile un’unica entità istituzionale ed organizzativa, percomprendere che è stato proprio questo madornale errore, l’incapacità di vedere oltre il proprio naso e,magari, anche l’assenza del necessario coraggio di operare delle scelte definitive, la causa fondamentaledegli evidenti, ripetuti fallimenti delle varie leggi varate dal Parlamento dal 1970 in poi, nel tentativo difornire al Paese un efficiente e qualificato sistema di protezione civile?

Ora qual’è l’intendimento, quello di ricorrere ad un’altra legge? E di che genere? Quali sono gliobiettivi che ci si prefigge? E’ lecito conoscerli? Può essere questa l’occasione per consentircelo ?

A questi semplici e lineari interrogati, io spero che le parti interessate, soprattutto le autorità politichedell’Interno, stamattina chiariscano la propria posizione e forniscano delle chiare e compiute risposte.

Mi auguro, inoltre, che, prima dell’avvio di ogni loro iniziativa, non si chiudano in sé stesse e tenganoconto sia dell’esperienza che al riguardo ha maturato la Dirigenza del Corpo Nazionale, sia del contribu-to che in proposito è sicuramente in grado di offrire loro il Sindacato. • .’

E questo l’auspico, non allo scopo di proporre chissà quali particolari e, peraltro, mai ricercati odesiderati rapporti consociativi con chicchessia, quanto invece perché, come Vigili del Fuoco, sulla deli-cata materia della funzione pubblica di protezione civile, abbiamo la presunzione di volere dire la nostrae siamo pronti a batterci per farlo, non foss’altro perché, già sul finire degli anni 60, quando, magari,taluni ignoravano la stessa esistenza del Corpo Nazionale, noi fummo i primi ed anche i soli a lottarestrenuamente affinchè nel Paese si istituisse un apposito, efficace ed efficiente Servizio Nazionale che siinteressasse seriamente e compiutamente della materia.

“ Nel 1970, come è noto, non ci riuscimmo. Allora nel Legislatore prevalse l’errato convincimentoche il sistema di protezione civile dovesse essere organizzato, specie dopo i fatti del Polesine, del Vajont,di Firenze e della Valle del Belice, solo in ragione del soccorso tecnico urgente ed assistenziale allepopolazioni in caso di catastrofi e di eventi calamitosi; rifiutò qualsiasi altro suggerimento, snobbò grave-mente la stessa collaborazione offertagli dai rappresentanti del mondo scientifico e licenziò un testo chenemmeno sotto il profilo dell’assetto ordinamentale del Corpo Nazionale, di cui peraltro si occupo larga-mente, lasciò soddisfatto alcuno. Forse, solo la parte più gretta e retriva della classe prefettizia dell’epoca.

Non ci riuscimmo nemmeno vent’anni dopo. Quando cioè, nel 1992, dopo i luttuosi eventi calamitosiche colpirono il Paese ed in particolare, il Friuli, la Campania, la Basilicata, l’Umbria e l’alto Lazio, simise nuovamente mano alla questione e si “innovò” legislativamente.

Infatti, neanche in quell’occasione, pur registrando raccoglimento di alcune nostre osservazioni, che,a tutt’oggi, rappresentano ancora la parte più qualificante del dispositivo legislativo, riuscimmo a convin-cere completamente il Governo ed il Parlamento che quello di cui si abbisognava non era l’istituzione diun’ulteriore apparato centralistico e burocratico, per di più, sovrapposto gerarchicamente ad altri, comedel resto si è rivelato nel tempo il Dipartimento della Protezione Civile, ma, al contrario, di un ServizioNazionale che rispondesse a chiari fini sociali; si avvalesse organicamente degli studi e delle esperienzedella comunità scientifica; si articolasse su tutto il territorio; 5 non fosse distinto da altri, specialmentenelle fasi concernenti la prevenzione e la previsione degli eventi calamitosi, e si incentrasse sull’eserciziocorretto dei poteri previsti, nel rapporto Stato-Regioni, dalla legge 382 del 1975 e i DPR 616 del 977.

Le conseguenze della sordità manifestata nei confronti delle istanze, Cari Amici Congressisti,sono sotto gli occhi di tutti ed° oggettivamente, ritengo che non ci si possa accusare di eresia seaffermo benché nel nostro Paese si discuta di Protezione Civile da oltre 70 anni ; ancora lontanissimi daltraguardare quei risultati che, in relazione al suo estremo bisogno, alla peculiarità del suo territorio, al suo

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disordinato sviluppo ed al nostro grado di civiltà, dovrebbero essere responsabilmente assicurati aicittadini.

Non disponiamo ancora di una chiara, organica ed esaustiva disciplina generale che stabilisca pun-tualmente gli standard ed i vincoli sull’uso e lo sviluppo del territorio; non viene assicurato, come sidovrebbe il coordinamento dell’attività delle regioni da parte del governo centrale- è ancora del tuttoinsoddisfacente il rapporto con il mondo della ricerca scientifica; sono episodici e spesso non finalizzatii rapporti internazionali- non si esercita nessun vero controllo e , men che meno, l’istituto della sostituzio-ne nei casi di accertata inadempienza delle norme di riferimento, dì autonomie locali e regionale.

Non ci risulta, inoltre, che alcuna di queste ultime abbia ancora assunto culturalmente edamministrativamente, la fase della prevenzione e della previsione, come profilo prioritario della loroattività di programmazione dello sviluppo e/o conservazione delle aree governate.

Scarseggiano, infine, o sono,assolutamente episodiche, iniziative culturali promosse per accrescere ediffondere capillarmente nella società un’adeguata coscienza ambientalista e di autoprotezione.

Continuano, in sostanza, ad essere largamente ignorate, proprio parte chi ne ha le maggiori responsa-bilità, le norme esistenti e non vengano nemmeno osservate quelle stesse, doverose cautele gestionaliche da sole se applicate, costituirebbero, indubbiamente, l’asse centrale intorno al quale

dovrebbe

correttamente esplicarsi l’essenziale funzione pubblica di protezione civile.Cosicché, nel mentre, per queste ragioni, che debbono essere rimosse rapidamente, da un lato, testi-

moniamo il costante peggioramento del già grave dissesto idrogeologico ed ambientale del Paese, causa

tra le principali dei terrificanti e luttuosi danni che periodicamente siamo costretti a panare dall’altro,registriamo la continuità degli abusi edilizi, delle ommission amministrative e tecniche, delle fughe diresponsabilità, del cadenzato ricorso a condoni e sanatorie, la pubblicizzazione di mistificazioniorganizzative i

strumentalizzazione del volontariato e, finanche, il ripetersi di inconsulti tentativi di

disarticolare e mettere il “cappello” sul Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.Naturalmente, Cari Amici e Compagni, tutto questo è inaccettabile ed abbiamo l’obbligo di denun-

ciarlo in ogni sede e contrastrarlo con tutti i mezzi specie quando i promotori, talvolta incoscientemente,altre per interesse spesso gli identifichiamo tra le file quegli stessi rappresentanti delle istituzioni chedovrebbero impedirlo.

Ecco allora, nuovamente, la spiegazione del perché ci rifiutiamo categoricamente di lasciarci coin-volgere in qualsiasi progetto di revisione legislativa del sistema di protezione civile che non abbia ilchiaro fine di rimettere la “palla al centro” su queste importanti ed essenziali questioni riconducibileprecisamente gli ambiti istituzionali di ciascuno, e rifiuteremo sempre, tenacemente, di prendere anchesolo in considerazione la possibilità di farci ulteriormente marginalizzare, rendendo di fatto residuale lanostra attività, scaricandoci addosso, come anche di recente è accaduto, compiti istituzionali e responsa-bilità che non ci appartengono, che altri dovrebbero assumersi e che per inerzia, convenienze politicheed economiche, o incapacità organizzative, disattendono.

Per queste ragioni, esemplificando, rinnoviamo il nostro dissenso per la recente convenzione stipula-ta tra il Ministero dell’Interno e l’Assessorato alla Sanità della Regione Lazio per l’ordinario utilizzo deglielicotteri del Corpo Nazionale per il trasporto degli infermi e dei malati, che è cosa estremamente diversadal garantire, come non abbiamo mai mancato di fare, l’elisoccorso urgente - già regolamentato da unapposito decreto interministeriale - laddove, in presenza di accertate, urgentissime e non alternativepossibilità, verrebbe messa a repentaglio la vita dei cittadini.

Per queste ragioni, che continuano a trovare gravemente sordo il potere politico ed assolutamenteafona e subalterna la Direzione Generale e la Dirigenza tecnica del Corpo Nazionale, è bene che sisappia che noi contrasteremo con tutti i mezzi consentiteci, finanche quello del ricorso alla competentemagistratura, non solo questo arbitrario ed improprio compito istituzionale accollateci prepotentemente,ma che contesteremo vivacemente in tutte le sedi possibili, anche da soli, se vi saremo costretti, gli stessiintendimenti, assolutamente non condivisibili, già manifestati ufficialmente dal Sottosegretario Barberi,di estenderlo con delle motivazioni oggettivamente risibili, anche in altri territori.

Ecco, ancora, perché continuiamo a mantenere un atteggiamento critico e motivatamente sospettonei riguardi della nostra controparte politica”rispetto al ruolo, all’autonomia ed alla collocazioneordinamentale del Corpo Nazionale e pretendiamo di capire bene cosa intende riservarci quando, anco-

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ra oggi, vagamente, accenna a prossimi, nuovi ed indefiniti scenari di protezione civile che dovrebberoriguardarci.

Questo per dire, in sostanza, che anche rispetto alla ventilata revisione legislativa di tale delicata edessenziale funzione pubblica ed al rapporto che questa dovrà avere con l’Organizzazione Antincendi,come Vigili del Fuoco, ma particolarmente come C!S1_, non intendiamo affatto essere estromessi dalladiscussione e dalle iniziative che in proposito si assumeranno; che la nostra posizione è tutt’altro chechiusa laddove le proposte saranno corrette e, men che meno, come ho cercato di chiarire, ambigua.

Sul piano ordinamentale ed organizzativo, noi siamo e vogliamo, . orgogliosamente, continuaread essere il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Un’organizzazione dello Stato, cioè, unica, indivisibilee presente su tutto il territorio nazionale.

Sul piano dei profili istituzionali, vogliamo continuare a svolgere la nostra essenziale funzione nelPaese, adempiendo diuturnamente ai compiti ai quali siamo ordinariamente deputati e concorrendo,soprattutto, ai fini del soccorso tecnico urgente, con la passione, la solidarietà e gli entusiasmi di cuisiamo capaci, con i nostri interventi, le nostre riconosciute qualità tecniche e con il rafforzamento di queiservizi di prevenzione e vigilanza antincendi, recentemente, messi addirittura in discussione dalla leggeBassanini, alla sicurezza dei cittadini ed alla tutela del patrimonio pubblico e privato.

E questo, vogliamo farlo da soli e/o, a seconda dei casi, in collaborazione con altri, distinguendonettamente, però, le nostre prerogative istituzionali dalle loro e senza lasciarci minimamente coinvolgeredalle approssimative e rabberciate proposte di quei “soloni” dell’ultima ora, affetti da esterofilia, chespesso pontificando, dimostrano non solo di non avere un progetto organico ed innovativo chiaro sullamateria, non solo di non conoscere sufficientemente la nostra realtà organizzativa e la nostra storia, manemmeno quella dei Paesi ai quale vorrebbero farci somigliare.

Su piano generale, infine, vorremmo poter confidare che anche il nostro al più presto divenga unPaese normale.

Foto di gruppo Congresso Nazionale 1997 Chianciano

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Un Paese come tanti altri, dal punto di vista della prevenzione e della sicurezza dei cittadini dai rischie dai pericoli incombenti ai quali sono particolarmente sottoposti a causa dell’opera dissennata dell’uo-mo, nel quale si torni ragionevolmente a considerare, ad esempio, un fenomeno naturale, quali chequesto sia, non il principio della fine o la punizione divina impostaci dall’Alto per chissà quali nostriimperdonabili peccati originali, ma un evento controllabile con il quale, con il supporto della scienza,una chiara legislazione, la responsabilizzazione reale di tutti i protagonisti interessati, la prevenzione e latutela del territorio ed il contributo organizzato delle varie forze tecniche deputate a fronteggiarlo, èpossibile convivere e progredire.

Questo è, in sintesi, quello che vorremmo. Quello che, a nostro giudizio, è possibile realizzare ed èquello che auspichiamo comprenda e persegua definitivamente, senza ambiguità ed equivoci, la nostracontroparte pubblica, in particolare il Ministro dell’Interno al quale è stata riaffidata la delega per laProtezione Civile, poiché è con questo metro e su questo terreno che

; di qui in avanti, a cominciare

dall’occasione che ci sarà offerta nella prossima Conferenza Nazionale che avrà luogo nel mese digiugno, misureremo la sua reale volontà di voltare pagina, sia nelle relazioni sindacali che nel modo digestire il Corpo e più in generale la cosiddetta “cosa pubblica”.

Naturalmente, lo stesso atteggiamento, Cari Amici e Compagni, lo riserveremo, senza pregiudizi,ma nemmeno sconti, al nuovo Ispettore Capo del Corpo Nazionale, che, finalmente, dopo unatravagliata gestazione, il Consiglio dei Ministri, recentemente, ha avuto la bontà di restituirci, chiamandoa ricoprire l’Alto incarico ring. Alberto D’Errico.

A costui, in questa sede, oltre alle mie fraterne congratulazioni,.rinnovo gli auguri più fervidi di buonlavoro a nome del Congresso e dell’Organizzazione Sindacale che, per la verità, ancora per poche ore,mi onoro di rappresentare di questi auguri, sicuramente, ne avrà bisogno. Del resto, a nessuno sfugge cheassume il delicato ed importante incarico di che trattasi in un momento assai difficile e gravido di atteseper il Corpo Nazionale e la categoria e che eredita una situazione confusa ed estremamente compromes-sa.

Ciò nonostante, nel breve tempo, ci sono degli appuntamenti importanti a cui non dovrà assoluta-mente mancare e delle decisioni rilevanti da assumere che non possono essere ulteriormente rinviate.

Queste ultime, per prime, a nostro giudizio, dovranno riguardare lo stato di insufficienza operativa egestionale in cui versano taluni Ispettorati Regionali e più di un Comando Provinciale.

Analogamente, un attento interessamento occorrerà riversarlo sulle strutture centrali per assicurarneun maggiore coordinamento, anche con gli Uffici della Direzione Generale, ed una più efficace funzionedi programmazione e di indirizzo nei confronti di quelli periferiche.

Vi è, inoltre, un quotidiano da riassestare, un qualificato programma di lavoro da definire e, soprattut-to, la necessità di ricostituire rapidamente al centro un punto di riferimento autorevole e credibile, indi-spensabile sia per il servizio che per la categoria.

vi sono, infine, degli uomini da rimotivare, estromessi sconsideratamente dalle loro funzioni attive,del cui valore e dell’attaccamento all’Organizzazione Antincendi nessuno nutre dubbi, i quali, attraversouna sensata ed intelligente opera di recupero, potrebbero offrire un sostegno ed una collaborazione digrande qualità per percorrere con meno affanno il lungo e difficile cammino che separa il Corpo Nazio-nale dal suo riscatto ci si deve, in sostanza, rimboccare le maniche, mettersi alla stanga, tirare fuori dallesecche nelle quali si è arenata, da tempo, la nostra barca e guidarla con perizia in mare aperto seguendouna precisa rotta e non affidandosi allo “stellone”. Per quanto ci riguarda, Caro Alberto, il nostro Sindaca-to - così come sempre ha fatto con i tuoi predecessori - non ti farà mai mancare la sua leale, critica efattiva collaborazione che, ti assicuro, sarà in ogni occasione qualificata e scrupolosamente rispettosadei. diversi ruoli e delle diverse responsabilità.

Altrettanto, sono certo, faranno gli Amici delle altre due OO.SS. confederali e tutti i dirigenti delCorpo Nazionale ai quali, sicuramente, come a Noi, stanno a cuore le sorti dell’Organizzazione Antincendi.

Tuttavia, su di una cosa ti voglio mettere, con grande affetto, ma con altrettanta chiarezza ed onestàconcettuale, sull’avviso: non commettere gli errori di taluni dei tuoi predecessori. Emula i migliori.

Non lasciarti mai prendere la mano o imbrigliare da nessuno, come sicuramente in tanti tenteranno difare.

Ricerca, sino in fondo, con la modestia, la serietà e la perseveranza di cui sei capace, la fattiva

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collaborazione di tutti ed offrila a tutti, senza mai dimenticare, però, che il ruolo che ora rivesti e leresponsabilità che dovrai esercitare nei confronti del Paese, della categoria e del Corpo Nazionale - che,per quanto scalcinato, sopravvivrà ai tempi ed a qualsiasi apparato amministrativo o politico - dovranno,sempre e solo, essere il parto dei tuoi convincimenti, della tua esperienza professionale, del leale contri-buto dei tuoi collaboratori e della tua ultra trentennale conoscenza-di quelli che sono i suoi reali interessied i suoi bisogni.

Questi ultimi, considerali sempre prioritari e mettili, comunque, sopra a tutto ed a tutti. Non sacrifi-carli mai a qualsivoglia altro tipo di esigenza.

Assolvi in piena autonomia le tue funzioni ed affronta, senza incertezze o alcuna soggezione, ledifficoltà che incontrerai, poiché io sono certo che, se così farai, indipendentemente dal loro spessore,non sarai mai solo a sopportarne il peso.

Al tuo fianco troverai sempre, in ogni momento, pronti a sostenerti ed a battersi, tutti, indistintamente,i lavoratori del Corpo Nazionale.

Diversamente, conosci le regole del gioco: nessuno ti sarà benevolo. Soprattutto, Noi. Cari Amici eCompagni, come vi è noto, tra i punti dell’accordo di marzo che sin qui ho ripetutamente citato, oltre agliimpegni per la risoluzione delle problematiche anzi trattate, che, ovviamente, abbisogneranno di ulterio-ri approfondimenti e dei tempi tecnici necessari per realizzarsi, il Governo ne ha assunti altri, concernen-ti sia taluni interventi urgenti da operare con immediatezza per colmare le carenze più vistose dell’Orga-nizzazione Antincendi, sìa per migliorare l’assetto organizzativo del servizio.

Tra questi ultimi, vi è quello delicatissimo dell’aggiornamento del regolamento in base al quale pre-stano la loro opera nel Corpo Nazionale i Vigili del Fuoco Volontari.

Vi è noto, inoltre, che l’Amministrazione, già da tempo, ce ne ha sottoposto all’esame una bozza.Ebbene, il contenuto di quel testo non è, oggettivamente, serio.E’ molto superficiale e conferma, inequivocabilmente, l’insufficienza con la quale l’apparato ministeriale

continua a porsi di fronte ai grandi e delicati problemi che interessano il servizio ed il Corpo Nazionale.Sotto il profilo squisitamente personale, poi, lo giudico, addirittura mortificante per la concezione

che ho dello Stato e del modo di essere e Rappresentare le istituzioni.Si tratta, in sostanza, di un mero e grigio elaborato burocratico, privo di ogni doverosa considerazione

sulle ragioni e sul modo con il quale il fenomeno del volontariato si sviluppato nel corso dei decenni nelPaese e nel Corpo Nazionale, dalla cui lettura scaturisce il forte sospetto che i suoi estensori, piuttosto chead una seria riflessione sull’argomento per poi addivenire alla elaborazione di un documento che mirassea regolamentare adeguatamente la materia, si siano limitati a raccogliere vecchie cartacce dai loro archi-vi e le abbiano sbrigativamente ammucchiate, magari, nell’intento di soddisfare, compiacentemente,possibili sollecitazioni politiche.

Questo, indubbiamente, è grave e fa torto alle stesse, ben note e riconosciute capacità intellettuali deirappresentanti della Direzione Generale.

Quindi, comprendo perfettamente, e faccio mie, le sdegnate reazioni che, proprio per ciò, il predettoschema di regolamento ha suscitato nelle strutture sindacali periferiche della nostra Organizzazioneall’atto del suo esame. Tuttavia, il problema esiste e deve essere risolto.

Personalmente, ritengo che il modo meno indicato per farlo sia quello di ricorrere a scorciatoie o,magari, immaginare di mettere in pratica malcelati ed inconfessabili propositi. Che sarebbe sbagliato,cioè, da un lato, limitarsi a sottolineare e/o correggere le parti del medesimo che più appaionoanacronistiche e, dall’altro, pensare a questa, come all’occasione per avviare una sorta di resa di conti trale due componenti.

Ad un momento, in altri termini, durante il quale, anziché far prevalere la ragione, guardare con ildovuto pragmatismo alla situazione e dare il contributo necessario affinchè la questione si risolva, sitentassero operazioni penalizzanti nei confronti di questi lavoratori che, salvo casi sparuti, nella stragrandemaggioranza, si sentono, a ragione, parte integrante dell’Organizzazione Antincendi, hanno alle spalleun’antica e meritoria tradizione solidaristica e, ritengo, soffrono quanto noi per l’assenza di una chiaradisciplina che ne regolamenti l’attività.

Nessuno può ignorare, infatti, il lodevole contributo che costoro rendono quotidianamente alla socie-tà, particolarmente in alcune regioni del settentrione, garantendo ai cittadini di numerose, piccole e

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dimenticate comunità quel servizio che lo Stato, per una serie infinita di ragioni, non esclusa quella dellairresponsabilità, non ha mai inteso assicurare.

Naturalmente, sono a conoscenza anche dei gravi abusi di cui una parte dèi Volontari, nel corso deltempo, si è resa responsabile; delle polemiche di cui si è fatta promotrice nei riguardi del personalepermanente ed anche del sistema politico-clientelare di cui è stata, al tempo stesso, protagonista e vitti-ma, specie a livello locale.

Malgrado ciò, comunque, è mio convincimento che in occasione della revisione del loro regolamen-to, il Sindacato debba produrre ogni possibile sforzo per superare quei pregiudizi che ancora caratteriz-zano negativamente , per dare senso allo spirito ed agli apprezzabili valori che li animano e per sottraili,definitivamente, dall’ambigua subalternità alla quale spesso sono costretti dai rappresentanti delle varie-gate forze politiche locali e da buona parte della stessa dirigenza politica, amministrativa e tecnica dellanostra Amministrazione.

Aggiungo, inoltre, che, per conseguire tali risultati, questo sforzo, a mio giudizio, lo si deve fareinsieme: noi, i rappresentanti dell’Amministrazione e quelli della loro Associazione Nazionale.

Per questo ringrazio il suo Presidente, ‘l’Amico Gino Gronchi, di avere accettato l’invito di partecipa-re al nostro Congresso e vi prego di salutarlo calorosamente.

Questo sforzo, però, per essere proficuamente finalizzato non dovrà essere caratterizzato dal tentati-vo di alcuno di difendere aprioristicamente posizioni di rendita o lo “status quo”. E non dovrà nemmenoessere condizionato dall’interesse che taluni potrebbero avere di minimizzare i problemi.

Al contrario, ritengo che si debba e si possa serenamente approfittare dell’occasione per guardarvidefinitivamente dentro e ricercarne le soluzioni più idonee.

Per farlo, però, non dovremo assolutamente esimerci dall’approfondire responsabilmente, perlomeno,le quattro seguenti, principali questioni:

la prima è di ordine politico e riguarda essenzialmente il modo con il quale l’Amministrazione sipone nei confronti dei Vigili del Fuoco Volontari; la seconda è di ordine giuridico ed investe il loro“status”; la terza è di tipo organizzativo e si riferisce alle modalità attraverso le quali si intende avvalersidel loro contributo ; la quarta è di natura socio-culturale ed investe le iniziative da mettere in campo perarrivare a conseguire la necessaria, reciproca e definitiva “accettazione” delle due componentinell’ambito dell’Organizzazione Antincendi.

Ebbene, per ciò che attiene l’aspetto politico del problema, credo che nessuno possa dubitare dell’ap-prezzamento e della stima che il Paese nutre nei riguardi del volontariato.

Da questo punto di vista, pertanto, non ritengo che ci siano delle differenziazioni tra il nostro ed ilmodo di giudicarlo dell’Amministrazione. Del resto, il Sindacato Confederale è promotore da moltissimianni di centinaia di iniziative politiche ed organizzative tese a sviluppare questo importante e solidaristicofenomeno in tutte le attività sociali ed assistenziali del Paese.

Semmai, queste differenziazioni esistono e dobbiamo evidenziarle nettamente, quando l’Ammi-nistrazione sostiene, come ha fatto ripetutamente negli ultimi tempi, peraltro,, con un semplicismo spa-ventoso, che l’utilizzo dei Vigili del Fuoco Volontari e la loro eventuale, maggiore espansione sul territo-rio potrebbero costituire un’efficace risposta, tra l’altro, meno onerosa, all’inadeguatezza del servizio edegli organici permanenti del Corpo Nazionale.

Queste differenziazioni diventano poi dirompenti, quando - al di fuori di ogni logica connessa alleesigenze del servizio, che, per legge, dovrebbe essere rappresentata esclusivamente dai Dirigenti Provin-ciali del Corpo - ne surroga arbitrariamente le prerogative istituzionali e stabilisce, verticisticamente:dove, quando, quanti e come costoro debbano dar vita alla propria attività, arrivando persino a sottoscri-vere, come si è addirittura permesso Corbo, dei veri e propri accordi con i rappresentanti della Associa-zione Nazionale dei VV.F. Volontari - che, oltre tutto, non ne hanno alcuna veste - in merito alla quantitàed alla qualità degli approvvigionamenti tecnici di cui complessivamente i predetti abbisognano.

E questo è il massimo, non solo perché è la cartina di tornasole di quel sistema gestionale del servizio,approssimativo e clientelare, al quale sopra ho accennato, ma anche perché rende, oggettivamente, piùdifficile la costruzione di un qualsiasi serio, nuovo, chiaro e proficuo rapporto tra i Volontari medesimi, lacategoria, il Corpo formale e quello reale.

Proprio perciò, quindi, diciamo subito che nel regolamento dei Volontari, tra le priorità da chiarire, vi

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dovrà essere l’indicazione sia dei rappresentanti del Corpo Nazionale dai quali dovrà dipendere com-plessivamente l’attività dei medesimi, sia quella degli ambiti entro i quali l’Amministrazione intratterrà lerelazioni con i rappresentanti della loro Associazione Nazionale, che, per quanto ci riguarda, dovrannoessere oggettivamente informali, visto che i medesimi non esercitano poteri contrattuali e, men che meno,salvo aspirazioni recondite, incarnano i “vertici gerarchici” dai quali i VV..F. Volontari dipendono.

Sembra evidente, che così facendo, oltre a mettere al riparo tutti da ogni possibile malinteso, evitere-mo sia il ripetersi delle indebite interferenze politiche ed amministrative verificatesi nel recente passato,sia che si continui ad arrecare gravemente danno alla dignità professionale ed al ruolo istituzionale dellaDirigenza tecnica del Corpo Nazionale.

Ciò premesso e sempre riferendomi alla parte squisitamente politica del problema, voglio aggiungereche non ritengo meritevole di alcuna considerazione la stravagante e suggestiva idea enunciata in qual-che occasione dal Sottosegretario Barberi, in base alla quale, nel futuro, si potrebbero, sostanzialmente,relegare i Vigili del Fuoco permanenti a prestare la loro opera esclusivamente nelle province, così dapotenziarle e consentire la diffusione dei Volontari negli oltre 8.000 comuni italiani scoperti dal servizio,poiché non solo si tratta di una grossolana assurdità sotto il profilo organizzativo, ma anche di un’eviden-te contraddizione in termini con l’assetto

ordinamentale ed i fini istituzionali del Corpo Nazionale, che, proprio perché tale, non può esserelimitato nel suo intervento da vincoli territoriali.

Altro sarebbe, invece, se ci si proponesse, in primo luogo, di accertare, attraverso un serio studio, ilfabbisogno organico reale del Corpo badando, .naturalmente, a tutti i ruoli.

In secondo luogo, di quantificarne la spesa, fare realisticamente i conti con le risorse disponibili perconcorrere, tra l’altro, sia pure nei limiti delle nostre possibilità, ad offrire il massimo degli sbocchioccupazionali agli oltre 3 milioni di disoccupati che contiamo nel Paese, e, poi, da ultimo, in caso dioggettivo impedimento, tentare di omogeneizzare il servizio antincendi su tutto il territorio con il ricorsoal contributo del Vigili del Fuoco Volontari, là dove questo, naturalmente, sarà possibile.

E’ chiaro, infatti, che, qualora così ci venisse rappresentato il problema, difficilmente potremmo elu-derlo, poiché, da un lato, risulterebbe estremamente ragionevole e, dall’altro, è noto che nessuno di noiha mai rincorso, irrealisticamente, l’obiettivo di posizionare un “pompiere” nei dintorni, o dentro lusciodi ogni edificio, o all’ingresso di ogni fabbrica.

Chiarita così la nostra posizione in merito all’aspetto politico del problema e prescindendo, al mo-mento, da quello che ne sarà lo sviluppo, è indubbio, tuttavia, che, in occasione della definizione delregolamento, occorrerà, comunque, approfondire il problema del loro “status”.

•E questo perché è evidente che quello dei Vigili del Fuoco Volontari, attualmente, è del tutto anoma-lo rispetto a qualsiasi altra esperienza solidaristica vissuta nel Paese.

Per quanto mi riguarda, dubito persino che la loro denominazione rientri correttamente nell’accezio-ne giuridica del termine.Come vi è noto, infatti, il volontariato, indipendentemente dalla sfera di attivitàpubblica o privata nella quale lo si esercita, si caratterizza, nel nostro come in altri Paesi, in quanto la suaprestazione si fonda sul “NO PROF1T”.

Ebbene, a me, onestamente, non sembra che questo corrisponda alla loro condizione. Anzi, tutt’altro.Ed allora, se così è, appare del tutto scontato che, nel corso della nostra prossima discussione, dovremoobbligatoriamente porci anche questa questione e dirimerla serenamente, senza imboccare, però, alcu-na scorciatoia.

Al riguardo, anticipo che, come CISL, siamo aperti al confronto e pronti a prendere in esame qualsiasiproposta, purché questo non significhi continuare a praticare la politica dello struzzo, che, peraltro, oltreche insostenibile, non qualificherebbe nessuno e costituirebbe, inevitabilmente, motivo di lacerazioni,fors’anche all’interno dello stesso Sindacato.

Vi è, poi, la terza questione, che è strettamente connessa alla precedente e si riferisce alle modalitàattraverso le quali ci si intende avvalere del loro contributo, favorendone lo sviluppo anche in quelle areedel territorio nazionale dove, sinora, il fenomeno non si è mai manifestato spontaneamente.

Ebbene, anche al riguardo, io credo che si imponga una seria riflessione. Infatti, dovremo pure chie-dercene le ragioni.

Naturalmente, in queste sede, non ho alcuna intenzione di avventurarmi in affrettate e complesse

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analisi di tipo sociale/culturale o politico, rispetto alle manifesterei limiti paurosi. Sicuramente, cisaranno altre occasioni per farlo e lì, probabilmente, troveremo le risposte ai nostri interrogativi.

Tre cose, però, in relazione a questo argomento ed al contenuto del nuovo regolamento, voglio dirle:· la prima è che dovrà essere evidenziato a carattere cubitali che l’inclusione nei quadri dei Vigili

del Fuoco Volontari non rappresenta, assolutamente, l’anticamera dell’inquadramento nei ruoli del per-sonale permanente;

· la seconda, e questa vale anche per le realtà esistenti, è che non si dovrà in alcun modo consen-tire ulteriormente che la componente dei Vigili del Fuoco Volontari venga abbandonata a se stessa e siautogestisca . Che, in altri termini, si permetta ancora che, attraverso una sorta di insignificante “procura”,spesso, costituita da semplici ordini del giorno, che, peraltro, non hanno alcun valore giuridico e nonimpegnano assolutamente alcuno, come si è verificato in più casi, gli venga semplicisticamente affidatala delicata e complessa responsabilità dell’espletamento del servizio istituzionale reso ai cittadini, anome e per conto di un’Organizzazione dello Stato, ivi compresa quella della gestione del non indiffe-rente patrimonio pubblico rappresentato dai mezzi, dalle attrezzature, dal vestiario, dalle strutture e dalleinfrastrutture dei distaccamenti, che è regolamentata da precise norme, di cui i Dirigenti Provinciali sonogli esclusivi destinatari.

Pertanto, qui non si tratta di innovare, stimolati da chissà quali libidini vessatorie nei riguardi dialcuno; si tratta, invece, di riportare rapidamente e doverosamente in un ambito di legalità, formale esostanziale, una parte importante dell’attività ordinaria svolta dal Corpo Nazionale, in assenza dellaquale, a mio parere, gli stessi Dirigenti Provinciali continuerebbero ad essere esposti a gravi rischi, e nonsolo di tipo amministrativo.

A nostro giudizio, una delle soluzioni praticabili, da adottare nell’immediato per superare questoproblema, è quella di affidare a taluni componenti del Corpo - da dislocare permanentemente nei cosid-detti distaccamenti dei VV.F. Volontari - la responsabilità di dirigere e sovrintendere alla gestione com-plessiva dell’attività delle predette unità organizzative, cosi come peraltro avviene nei distaccamentipermanenti.

Sotto il profilo giuridico, infatti, ritengo che solo costoro, e nessun altro, possano essere i destinatari diuna siffatta, complessa ed onerosa delega.

Detto ciò, naturalmente, siamo disposti a valutare altre soluzioni, purché si propongano rapidamenteed abbiano gli stessi fini e la stessa valenza giuridica di quella anzi esposta.

Fatta questa premessa, ho però l’obbligo di aggiungere che, stante la delicatezza del problema, ovemai nel frattempo intervenissero delle situazioni, tali da pregiudicare gli interessi individuali dei Dirigen-ti, noi comunque chiameremo in causa la responsabilità dell’Amministrazione per le omissioni, la legge-rezza e gli annosi ritardi di cui sin qui, a tale riguardo, si è resa responsabile.

Mi auguro che il Dott. Maninchedda, al quale riconosciamo il merito di essersi, sin qui, apprezzabil-mente adoperato per ripristinare in molti settori dell’attività della Direzione Generale e del Corpo Nazio-nale le regole del diritto amministrativo e giuridico, prenda atto di questa nostra posizione, la valutatiopportunamente e disponga, celermente, quanto di conseguenza.

O la terza delle cose sulle quali voglio soffermarmi riguarda il rapporto tecnico-operativo e funziona-le che deve caratterizzare le due componenti.

Naturalmente, pur non essendo un giurista, conosco le leggi e, quindi, so perfettamente che vigeancora la famigerata 1570 del 1941.

Questo, però, a mio parere, non giustifica assolutamente che si preveda ancora di subordinare, neimodi e nei casi in cui il predetto dispositivo legislativo lo sancisce, l’esercizio irrinunciabile del ruoloistituzionale del personale permanente del Corpo Nazionale a quello dei Volontari.

Si tratta dì un paradosso gravissimo, inaccettabile giuridicamente e politicamente, dal quale è neces-sario uscire con grande tempestività approfittando del primo o di qualsiasi altro provvedimento all’esamedei Parlamento, non solo per adeguare correttamente ai tempi la legislazione, ma anche per dimostrareun diverso senso del dovere e ben altra applicazione rispetto alla risoluzione dei problemi dell’Organiz-zazione Antincendi di quella sin qui manifesta dall’Amministrazione.

Questo per dire, in sintesi, che è offensivo ed anacronistico riproporre ufficialmente, come è statofatto, in uno schema di regolamento, che dovrebbe rappresentare di per sé qualcosa di serio, situazioni

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organizzative abnormi e figure professionali assolutamente superate e non conformi all’ordinamentoprofessionale della categoria, e che occorrerà, pertanto, rivedere anche come, nell’immediato, prossimofuturo, i VV..F. Volontari dovranno qualificarsi all’esterno ed all’interno dell’Organizzazione Antincendi,poiché se è vero ed è comprensibile che nell’ambito della loro sfera organizzativa dovranno pure riferirsi,in qualche modo, ad un ordine “gerarchico”, è altrettanto vero, però, che per il Corpo Nazionale ed il suopersonale, sotto il profilo squisitamente giuridico ed organizzativo, specie in occasione dell’espletamentodi interventi combinati, ciò è relativamente significativo, rappresentando costoro soltanto una valida,sicuramente apprezzabile, ma complementare forza operativa. Quindi, né sostitutiva, né gerarchicamen-te sovrapposta.

Ciò premesso, l’ultima delle questioni sulla quale voglio esprimere una sintetica considerazione pri-ma di concludere questo capitolo, si riferisce alle strategie che occorrerà comunemente mettere in cam-po per arrivare a conseguire, nel breve e con la massima serenità, la necessaria, rispettiva ed auspicata“accettazione” fra le due componenti.

Al riguardo, debbo dire che, personalmente, sono convinto che se, insieme, terremo nel debito contole problematiche che ho appena schematicamente esposto ed agiremo di conseguenza all’atto delladefinizione del nuovo regolamento, non ignorando, inoltre, quanto già contenuto riguardo ai Volontarinell’accordo che abbiamo sottoscritto con il Governo il 18 marzo scorso, compieremo un grande passoin avanti.

E’ mio convincimento, infatti, che nulla, più che delle regole chiare, possa contribuire alla distensionedei rapporti ed al miglioramento dell’intero funzionamento del sistema. Tuttavia, sul piano organizzativopotrebbero attivarsi una serie di iniziative, talune delle quali di concerto con la stessa Amministrazione,mirate a sensibilizzare opportunamente i lavoratori interessati sugli obiettivi che ci si prefigge e sul nuovoclima che, con l’attuazione dei medesimi, si andrebbe positivamente ad instaurare.

Un clima, certamente, più sereno e costruttivo, nel quale, proprio perché innovato ed adeguato ainostri giorni ed ai bisogni complessivi dell’Organizzazione Antincendi, non si consentirebbe

Foto di gruppo Congresso Nazionale 1997 Chianciano

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più ad alcuno di trincerarsi dietro pretesti per sentirsi antagonista, non gratificato per l’opera l’impegnoprofuso, o, addirittura, “escluso”.

Anche a tale riguardo, Cari Amici e Compagni, offriamo sin d’ora la nostra disponibilità ad incontrarciper definire rapidamente il dettaglio di tali ; iniziative ed avviarle.

Dall’Amico Gino Gronchi, però, ma, naturalmente anche dagli Amici dell’Amministrazione e dellealtre OO.SS., gradiremo conoscere le loro franche vantazioni rispetto alle questioni che abbiamoevidenziato, poiché è indubbio che tanto più saremo d’accordo e chiari sulle cose da fare, tante menosaranno le difficoltà che nelle prossime settimane incontreremo per concludere questa (delicata partitache, d’altronde, non è più rinviabile, se vogliamo davvero evitare di ritrovarci, anche in altre zone delPaese, di fronte a quei discutibilissimi e laceranti avvenimenti che, da ultimo, hanno avuto luogo, rispet-tivamente, nel Lazio e nell’ Emilia-Romagna.

Non dobbiamo dimenticare, infatti, che la situazione è calda anche nel Piemonte, nella Lombardia,nel Friuli e nel Veneto e che potrebbe scapparci, irrimediabilmente, di mano all’improvviso con conse-guenze inimmaginabili.

Per quanto ci riguarda, come CISL, ne avvertiamo, con grande preoccupazione, l’incombente rischioe, proprio per ciò, ci siamo voluti intrattenére sugli aspetti più scottanti del problema e ci siamo corretta-mente sforzati di sottoporre all’esame del Congresso e delle parti interessate degli obiettivi praticabili,una ragionevole ipotesi di lavoro sulla quale sviluppare il confronto ed un modo concreto per uscirnefuori.

Naturalmente, ci auguriamo che le nostre proposte riscuotano un largo apprezzamento.Quantomeno, ci aspettiamo che le medesime siano valutate, responsabilmente, da ognuno e che, se

non condivise,-ce ne vengano illustrate le ragioni e se ne facciano altre, parimenti serie, meditate ecompiute. Noi, sicuramente, non mancheremo di prenderle nella dovuta considerazione.

Avere un quadro di riferimento certo in proposito, sul quale sviluppare con fermezza e coerenza laloro attività futura.

Da parte nostra riteniamo che le considerazioni esposte e quello proposto sia un metodo pagante,peraltro, positivamente collaudato nel Sindacato da tempo, poiché è lo stesso sul quale sin qui, abbiamoproficuamente incentrato i rapporti all’interno dei nostri organismi e quelli unitari con i responsabilinazionali della CGIL e della UIL, traendone tutti il massimo profitto possibile.

E’ quel metodo, in sostanza, Cari Fabrizio e Franco, improntato sulla chiarezza delle posizioni e latrasparenza dei comportamenti, che ci siamo dati da tempo; che, negli ultimi anni, anche in presenza ditalune diversità, ci ha consentito di conseguire positivi risultati in varie direzioni e che ora, naturalmente,con il vostro favore, vorremmo migliorare per adeguarlo, politicamente ed organizzativamente, ai tempi,in modo da rappresentare meglio e più ampiamente la categoria e fronteggiare più efficacemente i sèmprecrescenti e complessi problemi con i quali siamo chiamati a misurarci.

Ad una parte di questi ultimi, perlomeno a quelli più significativi, a me sembra -di averne sufficiente-mente fatto cenno in questa relazione.

Tuttavia sappiamo che ce ne sono altri, più spinosi, sui quali nel breve dovremo chiarirci, ed altriancora che, malgrado il nostro comune e quotidiano impégno, per così come oggi lo profondiamo,tardano a trovare soluzione.

I Fame l’elenco minuzioso, o illustrarne nuovamente le ragioni in questa assise congressuale, loreputo del tutto superfluo, visto che ce ne occupiamo tutti i giorni e non abbiamo mai mancato didiscuterne approfonditamente tra di noi, in seno agli organismi deliberanti e con le strutture periferiche.

Ciò nonostante, è indubbio, che sia gli uni che gli altri ora abbisogno di qualche ulteriore, coraggiosainiziativa, sul versante politico ed organizzativo, che ci consenta di affrontarli in una diversa e più fortecondizione a superarli.

• Su piano politico, Cari Amici e Compagni, io ritengo che oggi esistano le condizioni nostro settore,per spiccare insieme, con decisione, un grande balzo in avanti verso la tanto agognata unità sindacaledella categoria, superando i limiti oggettivi di quell’unitarietà strategica e di azione, sempre praticata.

E questo perché non mi pare che permangano ancora delle significative ragioni per ridistinguerciperché non ritengo proficuo, ai fini della rappresentazione e la difesa degli interessi dei lavoratori che

associamo, Continuare a competere tra di noi, spesso, velatamente e ricorrendo a mezzi non sempre

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capitolo 11997 31

ortodossi per renderci, vicendevolmente, più visibili agli occhi della categoria; perché, indipendente-mente dalle responsabilità che, in proposito, potremmo avere, dobbiamo realisticamente prendere attoche nel Corpo Nazionale non siamo più soli; perché il nostro linguaggio ed il nostro differenziato mododi porci, soprattutto in periferia, non, aiutano la causa comune

ed infine perché, con la caduta delle

ideologie e l’introduzione del bipolarismo, continuare ad essere “separati in casa” non ci auguriamo,infine, che, particolarmente, il Congresso si pronunci con chiarezza in merito alle medesime,’ così daconsentire agli Amici che entreranno a fare parte degli organismi dirigenti della nostra Organizzazione difavorisce: né i nostri rapporti contrattuali con la parte pubblica, né il conseguimento degli obiettivi cheunitariamente perseguiamo, né il rafforzamento delle nostre tre rispettive organizzazioni confederali, seè vero, come è vero che, al momento, nell’Organizzazione Antincendi, circa 8.000 lavoratori non risul-tano iscritti ad alcun sindacato.

Questo è un dato estremamente serio, mai verificatosi nel passato, che dovrebbe indurci a ripensareall’attuale, nostro modo d’essere; verificare se, come è dove abbiamo sbagliato; rimediarvi correggendo-ci e, soprattutto, aprirci maggiormente — senza, ovviamente, rinunciare alle nostre coerenze -alle esi-genze di coloro nei confronti dei quali non riusciamo da tempo a costituire un’attrattiva, politica edassociativa, convincente. Naturalmente, so bene che, in relazione alla qualità delle nostre irivendicazioni ed all’impegno che quotidianamente vi spendiamo per

realizzarle, ognuno di noi, non foss’ altro per la credibilità che si è conquistatonel corso degli anni, meriterebbe una diversa e più consistente ‘’rappresentatività1'

nell’ambito della categoria.Però, purtroppo, così non è. E , seppure, ancora, rappresentiamo largamente la stragrande

maggioranza dei lavoratori del Corpo Nazionale, per qualche seria ragione, che non può essere banal-mente solo attribuita al destino cinico e baro, continuiamo a perdere consensi e, a nostre spese, assistia-mo alla progressiva nascita di pseudo organizzazioni sindacali, capeggiate da squalificati elementi,che si inseriscono costantemente nelle”pieghe delle nostre insufficienze e, talvolta, anche delle nostrecontraddizioni, speculando sul settarismo di talune fasce di lavoratori, trovando spesso strumentaleudienza presso l’Amministrazione e creandoci quotidianamente una serie” infinita di problemi anchecon i nostri iscritti.

Ebbene, io sono fermamente convinto che questo dipenda anche dalla nostra attuale condizioneorganizzativa e che attraverso la promozione di una forte ed unitaria campagna politica rivolta nei riguar-di dell’assieme della categoria, effettuata sulla base di un chiaro cartellone programmatico nel qualepossano rispecchiarsi, anche in prospettiva, tutti i lavoratori del Corpo Nazionale, accompagnata daun’altrettanto chiara manifestazione di intenti circa il conseguimento di una solida e forte unità sindacaledella categoria, da realizzarsi rapidamente, magari, in via sperimentale, nei modi che decideremo, noi;non solo riusciremo ad invertire la tendenza, ma torneremo a rappresentare, fors’anchetotalmente, la categoria, indipendentemente dal ruolo è dalla qualifica professionale rivestita da ognisingolo lavoratore.

E questo perché, ragionevolmente, escludo che nel Corpo esistano lavoratori non in grado di capireche l’unità sostanziale, ma anche formale, fa la forza e che - al di fuori di un grande sindacato democra-tico e pluralista, dotato di una forte autonomia politica e di una comprovata capacità propositiva, com-patto sotto il profilo organizzativo e rafforzato contrattualmente potrebbero sopravvivere soltanto clubselitari, confraternite, associazioni filantropiche o consorterie.

E’ evidente, Cari Amici e Compagni, che non ignoro le difficoltà, anche di ordine politico, che già sulterreno pratico hanno incontrato le nostre Confederazioni per realizzare questo obbiettivo e che nonignoro, nemmeno, che una parte dei lavoratori che, rispettivamente, rappresentiamo, per una serie diragioni - alcune meritevoli di considerazione, altre meno - potrebbero non essere disposti a seguirci inquesta nostra, straordinaria ed esaltante impresa.

Tuttavia, sono convinto che la carta dell’unità valga la pena di essere giocata comunque e che se lofaremo con grande convinzione, impegnandoci a fondo e chiamando a parteciparvi democraticamente,tutti indistintamente i nostri quadri, dando, altrettanto democraticamente il benservito a quanti non lacondivideranno, noi troveremo il consenso più ampio della categoria, compieremo un’impresa storica epotremo porci ad esempio anche di altri lavoratori, sia pubblici che privati.

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Come CISL teniamo particolarmente a questo traguardo e vorremmo poterci presentare all’appunta-mento europeo avendolo realizzato.

Quindi, per quanto ci riguarda, già a partire dai prossimi mesi | verificheremo in tutte le sedidi lavoro la disponibilità politica dei nostri associati.

L’obbiettivo è quello di invitarli a sottoscrivere, per intanto, una simbolica tessera sindacale unitaria,assolutamente priva di costi, ma di grande valore politico.

Naturalmente, vorremmo farlo unitariamente, magari, facendo precedere l’avvio dell’iniziativa dauna riunione straordinaria dei nostri tre Consigli Generali, da svolgere prima delle ferie estive, in modo dafissarne dettagliatamente, con estrema chiarezza e trasparenza, gli scopi e le modalità.

Del resto, comprenderete che per cultura, storia, tradizione e volontà politica, i nostri interlocutoriprivilegiati non potete essere che voi, Cari Fabrizio e Franco, e le vostre Organizzazioni Sindacali.

Ciò nonostante, noi pensiamo che sia corretto ed utile coinvolgere in questo tendenziale processo diriunificazione delle forze sindacali della categoria anche talune di quelle Associazioni che con noi han-no in comune gli stessi obiettivi per l’evoluzione dell’Organizzazione Antincendi e gli stessi valori dellasolidarietà, le quali nel corso del tempo, seppure da altre sponde e, talvolta, anche polemizzando stru-mentalmente con le nostre organizzazioni sindacali, non hanno mai mancato, però, di rivendicare gliinteressi dei loro associati coniungandoli a quelli del servizio e della collettività nazionale.

Mi riferisco, ovviamente, alla Dirstart e all’USSPI, i cui dirigenti nazionali, non a caso, per la primavolta nella nostra storia, abbiamo voluto che partecipassero ai nostri lavori congressuali e li ringraziarneper averlo accettato.

Infatti, sono presenti in sala, rispettivamente, i Colleghi Elio Andò e Claudio De Angelis ai quali pregoil Congresso di indirizzare un caloroso saluto.

A costoro, in questa nostra solenne occasione, intendiamo rivolgere nuovamente l’invito, già vana-mente indi rizzategli dalle Segreterie Nazionali CGIL, CISL e UIL in un recente passato, di incontrarci, nelbreve tempo, allo scopo di distendere i nostri rapporti e finalizzare comunemente gli sforzi alla risoluzio-ne dei gravissimi problemi che assillano da anni il Corpo Nazionale e la categoria tutta, di cui ho tratteg-giato gli aspetti essenziali.

Chiaramente, li invito a prendere la parola e ad esprimere liberamente un giudizio sull’analisi dellostato dell’Organizzazione Antincendi e sulle proposte politiche ed organizzative che, in proposito, hosottoposto all’esame del Congresso. E li prego di farlo con grande franchezza per evitare di perdereun’occasione che reputiamo importante e, fors’anche, irripetibile.

E1 indubbio, infatti, che, a seconda delle posizioni che esprimeranno, come CISL, ma ritengo anchecome CGIL e UIL, ci sentiremo impegnati, o meno, a riprendere da soli, o insieme, subito dopo laconclusione di questo Congresso, l’iniziativa sindacale della categoria sui vari problemi insoluti concer-nenti la vertenza generale che, al punto in cui siamo, per quanto ci riguarda, pare indispensabile.

Infatti, al di là di una convocazione del Sottosegretario Barberi, peraltro, ricevuta alcuni giorni fa, allaquale naturalmente non abbiamo potuto aderire per i correnti impegni congressuali, attendiamo ancoradi conoscere le proposte risolutive dell’assieme degli impegni assunti dal Governo nel marzo scorso e, inparticolare, se e quando si darà corso alla verifica che era stata prevista circa lo stato dell’arte dei mede-simi, che, oggi, non è più rinviabile anche in relazione allo stallo in cui versano da tempo i negoziati conl’Aran per la conclusione del primo contratto collettivo nazionale di lavoro dei Dirigenti.

Al riguardo, infatti, non dobbiamo dimenticare che erano stati assunti dei precisi impegni sia dalSottosegretario al Tesoro che della Funzione Pubblica per favorirne la conclusione, ancora impedita acausa di una “manciata” di lire.

Ebbene, Cari Amici e Compagni, noi riteniamo che nei confronti di questa parte di lavoratori, di cui,peraltro, deteniamo una cospicua rappresentanza, ci si imponga l’obbligo morale e politico di tutelarnele giuste rivendicazioni ricorrendo alle iniziative sindacali più idonee per soddisfarne le attese.

D’altra parte, l’esiguità del loro numero ed il fatto che non dispongano di un effettivo, autonomopotere contrattuale, non può giustificare solo un’attenzione solidale da parte nostra. Dobbiamo fare dipiù, assumendo direttamente la vertenza contrattuale e conducendola rapidamente a soluzione.

Solo in questo modo, infatti, a nostro giudizio, avrà ancora senso per costoro continuare a militarecon convinzione nelle fila delle nostre Organizzazioni Sindacali.

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Di conseguenza, mi auguro che si convenga sull’esigenza di mettere in campo rapidamente tutte leiniziative che si renderanno opportune per conseguire tale risultato, ivi compresa, la mobilitazione gene-rale della categoria. Ne va di mezzo la nostra credibilità.

Fatta quest’ultima precisazione in merito alla nostra posizione circa la vertenza contrattuale ancoraaperta della Dirigenza, mi corre l’obbligo, prima di avviarmi a concludere questa relazione, di soffermarmibrevemente sulla riforma del nostro sistema previdenziale, definitasi un paio di settimane fa con l’appro-vazione di un apposito decreto legislativo da parte del Consiglio dei Ministri del quale troverete copianella documentazione fornitavi.

In proposito, stante le attese e, soprattutto il tecnicismo della materia, nel corso dei lavori del nostroCongresso torneremo specificatamente sull’argomento per illustrarcene gli aspetti più rilevanti.

Ciò nonostante, ritengo che si possa sin d’ora affermare che il suo esito non è stato così drammaticoe penalizzante come si temeva. E questo, sicuramente, grazie all’opera di sensibilizzazione delle Com-missioni Parlamentari svolta unitariamente dalle tre organizzazioni sindacali di categoria ed al contributooffertoci dalla stessa Amministrazione.

Questo, naturalmente, non vuoi dire che siamo soddisfatti della sua conclusione, che, chiaramente,avremmo voluto più corrispondente alle nostre peculiarità ed alle aspettative dei lavoratori del Corpo.Vuoi dire, invece, che nonostante gli iniziali orientamenti politici generali estremamente negativi, siamosostanzialmente riusciti a conseguire degli apprezzabili risultati sìa in ordine all’elevazione dell’etàpensionabile della categoria, che si attesterà definitivamente a 60 anni nel 2008, sia relativamente altrattamento pensionistico di fine servizio.

Questi, come vi è noto, costituivano gli obiettivi più rilevanti della nostra rivendicazione ed essereriusciti a conseguirli, quindi, non è trascurabile.

Non va dimenticato, infatti, quale era il contenuto del provvedimento approvato dal Consiglio deiMinistri il 21 marzo scorso, peraltro, rimesso, senza alcuna preventiva consultazione delle categorieinteressate, all’esame del Parlamento.

Saluto a Paolo Celli (Congresso Nazionale 1997 Chianciano)

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Ciò premesso, aggiungiamo che resta, tuttavia, l’insoddisfazione per il mancato riconoscimento dellagravosità del nostro lavoro, che è stato rinviato ad altro provvedimento, e della sua negativa incidenzarispetto alle attese di vita della categoria.

Rispetto a ciò ed all’eventuale possibilità di correggere il provvedimento appena adottato, dobbiamoevidenziare, con estrema franchezza, che nutriamo forti dubbi.

Di conseguenza, per l’onestà concettuale che sempre ci ha contraddistinto, non riteniamo serio, inquesta sede, alimentare facili illusioni.

E’ chiaro, però, che non mancheremo di seguire con l’attenzione dovuta l’evolversi dello scenariogenerale, peraltro ancora fluido, per introdurvi, possibilmente, quei correttivi che consentano un piùadeguato riconoscimento della nostra particolare attività lavorativa.

Vi ringrazio per l’attenzione.

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L’11° Congresso Nazionale dei lavoratori del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, aderenti al SINALCOVV.F-CISL, svoltasi a Chianciano Terme (SI) il 15, 16 e 17 maggio 1997, approva la relazione dellaSegreteria uscente, ne condivide i contenuti e le linee strategiche e li fa propri ai fini del conseguimentodegli obiettivi della categoria e del miglioramento del servizio, unitamente agli arricchimenti del dibattitocongressuale.

Il Congresso considera indispensabile, per il perseguimento delle finalità di evoluzione dei lavoratorie di sviluppo della politica sindacale e contrattuale, la riaffermazione dei valori dell’autonomia e dellasolidarietà del Sindacato, requisiti essenziali del suo proporsi come soggetto politico di trasformazione edi crescita democratica del Paese.

Il Congresso è infatti pienamente consapevole che la situazione sociale ed economica del paese, iprocessi di evoluzione del quadro politico ed istituzionale in essere, i prossimi appuntamenti per realiz-zare l’unione politica ed economica dei paesi europei e, sopratutto gli interventi da attuare in tema diripresa del lavoro e di politiche per l’occupazione, debbano essere affrontati da un sindacato che confer-mi, valorizzi ed accresca i suoi elementi fondanti di uguaglianza, partecipazione, solidarietà.

Tutto ciò, però, può non risultare sufficiente per essere all’altezza delle grandi sfide che derivano dallaglobalizzazione dell’economia e del lavoro, dalla riforma dello Stato e della Pubblica Amministrazione,dal dibattito politico sulla riforma dello stato sociale, su quella previdenziale e sul risanamento del Paese.

Al movimento sindacale confederale i tempi e gli scenari economico-politico-istituzionali impongo-no il perseguimento dell’irrinunciabile obiettivo dell’unità con una diversa determinazione e convinzio-ne che non in passato.

Si devono superare le reticenze e le deficienze ancora esistenti e realizzare, da subito, quelle comu-nanze di intenti e di comportamenti senza i quali il ruolo di soggetto politico e di trasformazione delSindacato nella società verrebbe irrimediabilmente compromesso.

Il SINALCO VV.F-CISL, consapevole che il processo di unità organica dei lavoratori possa e debbatrovare impulso e sviluppo anche a partire dal basso delle istanze sindacali, vuole perciò, nel corso dellacelebrazione del suo 11° Congresso, lanciare un segnale simbolico ma allo stesso tempo tangibile dellasua volontà di stare insieme, di ricercare e raggiungere le ragioni dell’operare uniti per promuovere lecondizioni delle lavoratrici e dei lavoratori del Corpo tutto, ivi compresa la dirigenza. E ciò allo scopo ditraguardare finalmente gli ambiziosi obiettivi che la categoria ci ha indicato ai fini dello sviluppo e delmiglioramento del servizio a tutela della sicurezza dei cittadini.

Per ciò gli impegni assunti dal Governo a seguito della vertenza sindacale unitaria sostenuta dallacategoria tutta, di cui la manifestazione del febbraio 1996 rimane grande testimonianza, vanno onorati e

11 ° CONGRESSO NAZIONALEDEL SI.NA.L.CO. VV.F. - C.I.S.L.

MOZIONE FINALE

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realizzati, pervenendo, nei modi possibili e pur nel quadro delle compatibilità generali all’attuazionedegli interventi di risanamento organizzativo, strutturale e finanziario del Corpo Nazionale.

Su questo versante, va sviluppata una pressante azione sindacale che, da un lato, vigili sulla puntualeattuazione del contenuto degli accordi sottoscritti e, dall’altro, rappresenti con chiarezza e coerenza leproposte sindacali in ordine agli importanti temi della riforma del servizio e dell’attività di ProtezioneCivile.

ìPER QUANTO CONCERNE LA RIFORMA DEL SERVIZIO:L’11° Congresso del SINALCO-VV.F-CISL ribadisce la unanime volontà dell’organizzazione di perse-

guire, in una rinnovata continuità e coerenza, la rivendicazione di un progetto di revisione legislativariguardante il Corpo Nazionale che si fondi :

· sul riconoscimento della natura sociale ed essenziale del servizio prestato dal CNVF a tutela esalvaguardia della sicurezza e dell’incolumità pubblica;

- sulla razionalizzazione ed organicità del quadro normativo e legislativo che attualmente regolamentail Corpo;

· che puntualizzi fini, compiti e limiti del servizio da rendere alla collettività , confermando ilCorpo quale struttura dell’Amministrazione centrale e periferica ai fini del mantenimento di competenzein materia di soccorso tecnico, prevenzione e sicurezza antincendio;

· che, coerentemente ai principi contenuti nel decreto legislativo 29/93 e nei provvedimenti“Bassanini”, in particolare a quello riguardante la separazione tra compiti e responsabilità di direzione,spoliticare responsabilità di direzione delle strutture, riconosca rilevanza al vertice del Corpo garanten-done nel contempo la piena autonomia.

· che si articoli sul più ampio decentramento possibile dell’organizzazione e della gestione delservizio

CIRCA IL SERVIZIO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE:II Congresso, nel ribadire l’importante funzione pubblica del servizio di protezione civile, ritiene che

esso debba prevalentemente svilupparsi sui versanti della prevenzione e previsione dei fenomeni calamitosi.Da questo punto di vista particolare rilevanza va assegnata al ruolo delle regioni e degli enti locali sulversante della programmazione, gestione e controllo dello sviluppo urbanistico del territorio.

Questa funzione va supportata dagli studi e dalle esperienze dei Servizi Tecnici Nazionali e delleComunità Scientifiche, cui deve prevedersi anche la verifica, ai fini del rispetto delle indicazioni fomite.

Va inoltre favorita la promozione di una serie di iniziative che, a partire dalla scuola, sensibilizzino icittadini sugli aspetti relativi alla tutela dell’ambiente ed alla protezione individuale.

In questo quadro, il Congresso ribadisce che qualsivoglia revisione dell’articolato legislativo inerentela materia debba con estrema chiarezza riconfermare gii specifici ambiti istituzionali di ciascuna dellecomponenti del sistema e, tra essi, i compiti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che ne rimane unaprimaria struttura operativa.

Vanno perciò rispettate le prerogative del servizio reso dal Corpo ed evitate le situazioni di confusionedi ruoli, sovrapposizioni e conflitti di competenze che pure continuano a manifestarsi fra i vari settori cheinteragiscono nel sistema.

Va sopratutto respinto il tentativo di svilirne il ruolo, utilizzandone illegittimamente strutture, uominie mezzi per supplire ad inefficienze altrui e/o surrogare funzioni di altri Enti ed Organi dello Stato.

Nel merito dei due importanti temi, il Congresso del SINALCO-VV.F-CISL valuta positivamente leposizioni espresse nel corso del dibattito dal Sottosegretario Barberi, che ha condiviso i contenuti e lelinee politiche della relazione congressuale e che ha manifestato l’impegno a sostenerle, congiuntamen-te al Sindacato, nel corso della Conferenza Nazionale sulla Protezione Civile e il Servizio Sociale deiVigili del Fuoco del 9 giugno prossimo.

L’ 11° Congresso del SINALCO-VV.F-CISL ha puntualmente analizzato l’aspetto relativo all’importan-te fenomeno del volontariato sviluppatosi nel Paese, apprezzandone il contributo che esso rende quoti-dianamente alla società.

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I concetti di civiltà, solidarietà ed impegno nel sociale che il volontariato esprime sono infatti glistessi cui sottende lo spirito del servizio reso dal Corpo stesso e cui fa riferimento la CISL, promotrice diiniziative politiche ed organizzative tese ad accrescerne la partecipazione di tutti i cittadini.

Pur tuttavia, il censurabile e talvolta irresponsabile atteggiamento assunto da una parte di volontaridel CNVF ha comportato l’insorgenza di conflitti e/o sovrapposizioni, causando nuove difficoltà neirapporti, recentemente ripristinati, tra le componenti dell’organizzazione antincendi.

La confusione prodotta dai predetti atteggiamenti obbliga il Congresso a ribadire che il personalevolontario del CNVF è parte integrante dello stesso e, in quanto tale, deve sottostame funzionalmente edorganizzativamente,

Per le predette considerazioni, il Congresso da mandato al gruppo dirigente di sviluppare il confrontocon l’Amministrazione in relazione allo specifico tema con la seguente impostazione:

· la prima, di carattere politico, concerne i comportamenti e le linee di tendenza cui si è sinoramossa l’Amministrazione, prefigurando un’espansione sul territorio dei volontari VF, anziché in direzionedi un’armonica integrazione, in alternativa, se non in antitesi con lo sviluppo ed il potenziamento dellastruttura “permanente”.

· la seconda, di carattere normativo regolamentare, riguarda lo status del volontario VF, attualmenteanomalo a quello di analoghi settori, che sono caratterizzati dal “NO PROFIT”.

Ai fini del chiarimento di questo aspetto va effettuata un’opportuna riflessione anche sulla confusio-ne, generatasi nel territorio , a causa della doppia veste di volontari VF ed allo stesso tempo di volontari diprotezione civile del personale in questione, che ha determinato, da parte di talune Regioni, il ricorso adambigue convenzioni con l’Amministrazione al limite della legittimità e comunque dannose per unachiara distinzione di funzioni, compiti e responsabilità.

· la terza, che riguarda il rapporto con il Corpo, è che la condizione di volontario non può conside-rarsi una sorta di contratto di formazione lavoro , né può significare che esso possa essere lasciato a formeincontrollate di “autogestione” organizzativa.

Per le predette ragioni deve essere avanzata, nei confronti dell’Amministrazione, una proposta orien-tata a prevedere, nei cosiddetti “distaccamenti volontari”, la presenza di personale permanente del CNVF,cui affidarne la direzione ed il coordinamento operativo e gestionale.

In quest’ambito, va definito un regolamento che superi anche le contraddizioni della esistente norma-tiva e che precisi i rapporti funzionali tra le due componenti , comunque prevedendo la prevalenza delruolo istituzionale di quella permanente rispetto a quella volontaria.

Il Congresso, con ulteriore dimostrazione di senso di responsabilità da perciò mandato alla Segreteriadi porre in atto ogni utile iniziativa tesa al conseguimento della necessaria, reciproca e definitiva accetta-zione delle due componenti l’organizzazione antincendi per superare i conflitti e le incomprensionipresenti ancor oggi in varie zone del Paese.

L’11° Congresso del SINALCO-VV.F-CISL, ribadisce la determinazione della categoria a contrastare,con le opportune iniziative sindacali e, se necessario, con il ricorso ai competenti organi giurisdizionali,l’illegittima ed arbitraria ordinanza della Commissione di Garanzia 146/90, che vanifica, nei fatti, l’essen-ziale diritto dei lavoratori VF all’esercizio dello sciopero nelle sedi aeroportuali.

Nel ribadire il grande senso di responsabilità e di rispetto per i diritti dell’utenza manifestati sempredalla categoria, il Congresso concorda sulla decisione della Segreteria di disdettare unitariamente l’ac-cordo sottoscritto con l’Amministrazione in materia di servizi minimi essenziali. Le assegna perciò ilmandato di riconsiderarlo solo in presenza di precise garanzie della stessa Commissione e del Ministerodei Trasporti a riconoscerne la validità ed a rispettarne i valori.

Il Congresso incarica inoltre la Segreteria Nazionale di intervenire urgentemente nei riguardi dell’Am-ministrazione per la definizione delle parti del CCNL non ancora applicate nonché a sollecitarla adadottare le iniziative necessarie per il potenziamento dell’organico, l’adeguamento delle sedi di servizio,dei mezzi, dei materiali e del vestiario.

In aggiunta si sollecita l’attuazione dell’accordo sottoscritto con il Governo in relazione all’acquisizionedei materiali ed equipaggiamenti di auto protezione nonché l’applicazione del D.Leg.vo 626 in materiadi igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro.Il Congresso, facendosi portavoce delle istanze di tutta la cate-goria, ribadisce la necessità d’i sviluppare ulteriormente i processi di arricchimento e di formazione

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capitolo 138 1997

professionale, intervenendo sopratutto sul versante della vigilanza, della prevenzione nonché sugli aspet-ti normativi e giuridici introdotti dal CCNL.

IL Congresso auspica inoltre che nell’ambito della trattativa con l’ARAN sull’ordinamento professio-nale, nel quale deve essere riaffermato in generale il concetto di polivalenza dell’operatore VF, sia perse-guito l’obiettivo di completare l’ordinamento del ruolo amministrativo, oggi acefalo e quindi funzionalmenteinadeguato.

In questo quadro, il Congresso invita la Segreteria Nazionale ad individuare migliori prospettive per losviluppo della carriere del personale dell’area amministrativa e tecnica, favorendo prioritariamente leaspettative del personale attualmente in servizio.

Infine, il Congresso riconferma il bisogno che , ai fini del miglioramento dell’organizzazione, vadaconsolidata e sviluppata la formazione dei quadri e delle strutture di base del SINALCO-VV.F-CISL

Unitamente all’impegno su questo versante va rinvigorita e rinnovata una capillare azione di presen-za sui luoghi di lavoro, che favorisca la crescita organizzativa e culturale della categoria e che rilancil’azione di proselitismo verso l’ampia fascia di personale non ancora sindacalizzato, affinché esso trovi,nel sindacato confederale ed in particolare nel SINALCO-VV.F-CISL, un riferimento certo delle aspettati-ve di tutela e di soddisfacimento dei bisogni in uno con gli interessi generali della categoria e del servizio.

PER QUANTO CONCERNE LA COLLOCAZIONE CONTRATTUALE DELLA CATEGORIA IN UNNUOVO COMPARTO DI CONTRATTAZIONE:

a seguito del sostanziale dissolvimento del comparto Aziende, il Congresso impegna la Segreteria aricercare una soluzione che consenta di sviluppare l’attività del SINALCO-VV.F-CISL nella continuità dipiena autonomia organizzativa e contrattuale.

Nel corso dei lavori congressuali ha avuto luogo anche la riunione della Consulta dei dirigenti con laSegreteria Nazionale per fare il punto sulla situazione in generale, sullo stato relativo al contratto delladirigenza, nonché per procedere alla rielezione del Presidente e del Direttivo sindacale.

Durante la riunione sono state riconfermate le ragioni della scelta effettuata dal 9° Congresso Nazio-nale del SINALCO-VV.F-CISL nel costituire là Consulta dei dirigenti e sottolineata la necessità di unmaggiore impegno dell’organismo rappresentativo della dirigenza sulle tematiche oggi in discussionecon l’Amministrazione, nonché di un maggiore raccordo politico- organizzativo con il gruppo dirigentedel SINALCO-VV.F-CISL per favorire la reciproca crescita culturale e sindacale.

In particolare è stato posto l’accento sull’esigenza di pervenire celermente alla sigla del contratto, dalquale la dirigenza del Corpo e la categoria si attendono il giusto conoscimento giuridico ed economico.

Per ottenere tale risultato è stata ribadita la unanime volontà di pretendere il rispetto degli impegniassunti dal Governo nell’incontro con CGIL-CISL-UIL del 18 marzo 1997 e, se necessario, di ricorrerealle necessario iniziative sindacali con il sostegno di tutta la categoria ed in un auspicabile quadro diunità sindacale di tutta la dirigenza.

APPROVATO ALL’UNANIMITÀ

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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Capitolo 2

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capitolo 21998 43

RIUNIONEDEL COMITATO ESECUTIVO

DOCUMENTO FINALEdel 17 febbraio 1998

Il Comitato Esecutivo del SINALCO-VVF-CISL si è riunito in Roma il 17 febbraio 1998 per discuteresugli sviluppi dell’attuazione della Legge 59/97, con particolare riguardo a quelli riguardanti il CorpoNazionale; per fare il punto sullo stato di avanzamento dell’accordo sottoscritto col Governo il 18 marzo1997; per valutare lo stato delle relazioni sindacali con i responsabili politici ed amministrativi delladirezione e quello dei rapporti unitari in categoria.

Il Comitato Esecutivo valuta positivamente il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri il 6febbraio 1998, che riconduce l’attività antincendi in quelle di pertinenza dello Stato, correggendo laprecedente impostazione che prevedeva la delega alle Regioni ed agli Enti Locali del soccorso tecnicourgente e la conseguente cancellazione del Corpo Nazionale.

Il Comitato Esecutivo a riguardo, nel mentre ritiene che il risultato di mantenere la struttura Nazionaledel Corpo vada ascritto anche all’autorevole e fermo atteggiamento del Ministro dell’Interno, rileva comeil testo dell’articolato, che sarà sottoposto alla competente Commissione Parlamentare non chiariscadefinitivamente il livello di attribuzione di talune competenze istituzionali del Corpo quali quella diprevenzione e, più specificatamente quella di normazione dei criteri di sicurezza, la formazione, lostudio e la ricerca in materia antincendi.

Pertanto il Comitato Esecutivo, tenuto conto dello stretto collegamento e dell’interdipendenza dellevarie attività istituzionali del Corpo Nazionale e, conseguentemente, dell’impraticabilità a settorializzarle,ritiene che sarebbe stato più coerente ricondurre le funzioni complessive del Corpo nell’ambito di quelleconcernenti sicurezza pubblica, e, come tali, non delegabili ai sensi dell’art. 1, comma 3, lettera l dellalegge 59/97.

La collocazione delle attività del Corpo nell’ambito della protezione civile cui il medesimo concorrealla stregua di altre Amministrazioni od Enti pubblici rischia infatti di generare confusione ed ambiguitàorganizzative e non chiarisce il rapporto di interrelazione tra Enti Locali e Corpo Nazionale in materia diprocedimenti autorizzativi concernenti la sicurezza antincendio.

Per tali ragioni il Comitato Esecutivo valuta non più rinviabile la emanazione del Regolamento diprevenzione incendi non ancora definito malgrado gli impegni assunti e riconfermati recentemente in talsenso dal Ministro dell’Interno, sulla base dei quali il Sottosegretario Barberi ha assicurato un sollecitointeressamento.

Circa lo stato di attuazione del protocollo d’intesa siglato con il Governo il 18 marzo 1997 il ComitatoEsecutivo non può non prendere atto della determinazione assunta dal Ministro Napolitano ad onorarlo.

Rileva però che, ciò malgrado, nella sostanza al predetto non venga dato corso verificando al contra-rio, sopratutto da parte del Sottosegretario Barberi, delegato dal Ministro, un atteggiamento dilatorio ed

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inconcludente caratterizzatosi, da ultimo, anche nell’assunzione di provvedimenti che mettono in di-scussione le legittime prerogative del sindacato in ordine alla definizione dei trattamenti economici alpersonale.

E’ sintomatica, in proposito, l’indisponibilità che si manifesta di fatto ad aprire il confronto con le partisul progetto di riforma del Corpo Nazionale e sul tema relativo al regolamento del personale volontario,la sostanziale empasse in ordine al progetto di adeguamento dell’organico, che necessita invece, stante leannose insufficienze e gli effetti derivanti dall’accordo sull’orario di lavoro, di un urgente superamento.

Così come sono dimostrabili gli atteggiamenti di interferenza posti in essere dal predetto in materieche attengono il libero dibattito tra i sindacati ed i provvedimenti assunti nell’ordinanza n. 2742 del 6febbraio 1998 che determinano una clientelare ed inaccettabile se non illegittima attribuzione di tratta-menti economici aggiuntivi al personale, sebbene parte di esso non sia intervenuto nelle zone interessatedalla calamità.

Urge pertanto, a parere del Comitato Esecutivo del SINALCO VVF CISL, un iniziativa da parte dellaSegreteria Nazionale finalizzata ad un opportuno chiarimento di carattere politico, che superi le contrad-dizioni oggi rilevabili tra le direttive e gli impegni assunti dal Ministro dell’Interno in materia di relazionisindacali e rispetto degli accordi ed i comportamenti, oggettivamente difformi, tenuti dal Sottosegretarioin rappresentanza del Ministro.

L’importanza della posta in gioco e lo spessore delle problematiche esistenti non possono infattirimanere ancora senza risposta e giustificano il ricorso all’iniziativa sindacale della categoria che il Comi-tato Esecutivo rimette alle determinazioni della Segreteria Nazionale.

Il Comitato Esecutivo esprime insoddisfazione per l’andamento delle relazioni sindacali con l’Ammi-nistrazione ed il sostanziale immobilismo che si registra in ordine anche alla ordinaria gestione delservizio.

Tale condizione risente pesantemente della indefinizione degli orientamenti politico-amministrativiin ordine ai futuri assetti istituzionali ed organizzativi del settore antincendi e dalla vacanza dell’ impor-tante funzione di vertice del Corpo Nazionale, che attende ancora, malgrado le assicurazioni fornite intale senso, di essere colmata.

Sul tema relativo ai rapporti unitari il Comitato Esecutivo conferma la linea approvata al Congressoorientata a raggiugere l’obbiettivo dell’unità organica e ribadisce la necessità espressa dalla CISL di pro-cedere, senza ulteriori incertezze, alla costituzione del nuovo soggetto politico del Sindacato Unico.

Detto questo il Comitato Esecutivo esprime preoccupazione per lo stato dei rapporti unitari, in parti-colare per quelli che si registrano con la CGIL che, sebbene le annose problematiche che interessano ilCorpo restino sostanzialmente tutte in piedi, non sembra disposta ad assumere le conseguenti iniziativesindacali per rivendicarne la soluzione nè a sostenere con la determinazione che l’ha sinora caratterizza-ta, le vertenze della categoria.

La CISL, e con essa il SINALCO-VVF, ha sempre tenuto, nel rapporto con ogni tipo di coalizionepolitica, al geloso rispetto dell’autonomia del sindacato confermando la propria indipendenza di elabo-razione, progetto e giudizio rispetto all’operato del potere politico e quindi opererà nella conferma diquesta linea e nel rispetto di questi valori.

Il venir meno a questi principi non mette in discussione solo chi si sottrae, incomprensibilmente, alraggiungimento degli obiettivi indicati dalla categoria, ma ha riflessi negativi sul complesso dell’azionedel sindacato che, è dimostrato, è forte solo se è unito.

Pertanto il Comitato Esecutivo sosterrà un libero dibattito all’interno della categoria nel corso delquale esporrà chiaramente il punto di vista del SINALCO VVF-CISL sulle varie tematiche oggetto dellavertenza con il Governo e sulla linee che intende perseguire in ordine all’ assetto istituzionale, organizzativoe contrattuale del Corpo e della categoria.

Auspica che su tale confronto si impegnino anche le altre organizzazioni sindacali confederali po-nendo con estrema chiarezza alla valutazione dei lavoratori, invece di generiche e contraddittorie indi-cazioni, le linee che intendono perseguire per l’adeguamento complessivo del servizio e la valorizzazionedella categoria. affinchè ci si avvii ad una sintesi unitaria che resta obiettivo primario del SINALCO-VVF-CISL.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’

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Il Consiglio Generale del SI.NA.L.CO riunitosi in Trevi (PG) il 22 e 23 aprile 1998 approva la relazionedella Segreteria Nazionale, condividendone i contenuti, le strategie e la corrispondenza con le lineepolitiche definite dal Congresso e costante riferimento dell’azione del SI.NA.L.CO. VV.F. CISL.

Il Consiglio Generale, pur prendendo atto delle difficoltà derivanti dall’attuale stato delle relazionicon i rappresentanti politici ed amministrativi dell’Interno, della condizione di grande complessità poli-tica che si manifesta a fronte dei rilevanti scenari di cambiamento e riforma della Pubblica Amministra-zione nonché della crisi dei rapporti unitari valuta positivi i risultati politico-organizzativi raggiunti edinvita la Segreteria Nazionale a perseguire con rinnovata determinazione ed impegno gli obiettivi politi-co-contrattuali indicati dalla categoria ed indispensabili al miglioramento complessivo del servizio edella sicurezza dei cittadini.

A tale riguardo va respinta e ricondotta nell’alveo della contrattazione la grave iniziativa didelegittimazione del ruolo del sindacato assunta dal Sottosegretario Barberi con la nota ordinanza cheattribuisce compensi aggiuntivi al personale elicotterista.

In particolare il Consiglio Generale, assunto con soddisfazione il risultato di conferma della naziona-lità del Corpo, dell’unicità della struttura di direzione, della permanenza al Corpo delle sue competenzeistituzionali, in special modo quella riferita alla normazione ed al controllo amministrativo dei parametridi sicurezza, preso inoltre atto del fatto che, soprattutto per il grande impegno profuso dal SI.NA.L.CO.VV.F. CISL, è stato rigettato il grave tentativo di regionalizzare la struttura antincendi, indica il percorso cuisi dovrà articolare l’azione dell’organizzazione, dandone mandato ai fini della sua gestione alla Segrete-ria Nazionale.

Per quanto riguarda i processi di riordino strutturale dei ministeri in applicazione della Bassanini:il Consiglio Generale ritiene che, nell’ambito della definizione della nuova struttura, che regolerà

l’organizzazione antincendi ed i collegamenti funzionali con il sistema di protezione civile, debba trova-re compimento il processo di riforma del servizio nell’ambito dell’attuale dicastero, l’identificazione deicompiti e, soprattutto, la creazione di un modello organizzativo perneato su una spiccata autonomiapatrimoniale, amministrativa e gestionale centrale e periferica.

Il Consiglio Generale condivide l’orientamento teso al superamento dell’attuale duplicazionedelle strutture di funzione di coordinamento di Protezione Civile e conferma l’obiettivo del SI.NA.L.COVV.F. CISL di promuovere nel Paese un nuovo assetto del servizio di Protezione Civile che si fondi sulcontrollo dello sviluppo del territorio da parte delle amministrazioni locali e, in un quadro di

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razionalizzazione delle attività di predisposizione, gestione e direzione degli scenari di emergenza, valo-rizzi la funzione del Corpo e ne riconosca, nel concreto, il ruolo fondamentale all’interno del sistema diProtezione Civile.

Il Consiglio Generale inoltre conferma la linea politica e strategica del SI.NA.L.CO VV.F. CISL riguar-do al volontariato in generale e, per quanto attiene in particolare l’aspetto relativo al volontariato VV.F.,ritiene non più rinviabile un processo di revisione tecnico-giuridico-amministrativo, che ne indirizzi lacrescita sul territorio e ne definisca puntualmente le dipendenze funzionali ed organizzative con l’intentodi sgombrare il campo dalle tensioni, anche strumentali, che si registrano in talune aree in materia dirapporti tra componente permanente e volontaria del Corpo Nazionale.

In un quadro di chiarezza delle attività e delle competenze reciproche dovrà infine essere opportuna-mente approfondito il rapporto che dovrà intercorrere tra Corpo Nazionale e volontariato di ProtezioneCivile.

A tale proposito il Consiglio Generale invita la Segreteria Nazionale a valutare con la debita attenzio-ne lo sviluppo dei progetti di revisione organizzativa del Corpo e, in particolare i rapporti che le strutturedecentrate dell’organizzazione antincendi dovranno avere con le strutture di protezione civile territorialie regionali.

Il Consiglio Generale, prende atto delle assicurazioni fornite dai responsabili politici circa il superamentodell’empasse relativa alla nomina del vertice del Corpo.

Auspica che la definizione del capo del Corpo ponga fine allo stato di confusione e di assenza dicoordinamento organizzativo che si registra al centro e nelle sedi periferiche sia di impulso allavalorizzazione del ruolo del settore antincendi nel quadro dei mutamenti funzionali ed organizzativi incorso.

Circa le rivendicazioni contrattuali il Consiglio Generale conferma il metodo ed i contenuti indicatidalla relazione e dalla ipotesi di piattaforma rivendicativa.

Dà quindi mandato alla Segreteria di procedere nella trattativa in stretto raccordo con quella riguar-dante il comparto della sicurezza traguardando le acquisizioni contrattuali che, per similarità, siano piùconfacenti alle esigenze della categoria vigili del fuoco.

Il Consiglio Generale ritiene che la piattaforma contrattuale che dovrà valorizzare opportunamente illivello di contrattazione decentrata, debba perseguire l’obiettivo di valorizzare della professionalità deilavoratori VV.F. anche attraverso un percorso carrieristico professionale articolato sul merito, sui processiformativi, sulla modifica dell’attuale sistema rigido di avanzamento, superando anche l’insostenibile con-dizione che vede il personale del settore amministrativo impossibilitato a vedersi riconosciute le legittimeaspettative di evoluzione della propria situazione lavorativa.

Circa la rivendicazione relativa alla riduzione dell’orario di lavoro, il Consiglio Generale condivide alriguardo le linee e le strategie confederali e ritiene che il raggiungimento dell’obiettivo debba prevedereda una parte una concreta risposta in termini occupazionali, dall’altra considerarne la pratica possibilitàdi applicazione nel quadro dei processi organizzativi del servizio, della sicurezza degli operatori e del-l’attuale conformazione delle turnazioni lavorative.

Circa, infine, i rapporti unitari si riconferma l’obiettivo congressuale di pervenire ad un unico soggettosindacale e la volontà di operare, per quanto possibile ed ove le condizioni lo consentano, per raggiun-gere quel minimo di unità indispensabile per rafforzare il potere contrattuale della categoria.

Il Consiglio Generale è consapevole che esistono tuttora marcate differenze in ordine soprattutto agliorientamenti circa le revisioni istituzionali ed organizzative in essere, ma valuta utile e doveroso produrreogni sforzo, in particolare in relazione alla riforma del Corpo Nazionale, per addivenire ad una posizioneche confermi i contenuti già condivisi unitariamente.

In relazione poi al bilancio, consuntivo 1997 e preventivo 1998, il Consiglio Generale, sentita larelazione della Segreteria Nazionale, ne approva i contenuti, condividendone gli obiettivi di natura poli-tico - organizzativa in essa indicati.

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In particolare, sottolinea la positività dei progetti relativi alla Formazione Sindacale ed allamodernizzazione dei mezzi di informazione, sollecitando, nel contempo, la messa in campo di iniziativedi propaganda per favorire una migliore conoscenza delle attività complessive dell’organizzazione equindi una ulteriore e positiva crescita.

APPROVATO A LARGHISSIMA MAGGIORANZA.

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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capitolo 354 1999

Roma, 22 marzo 1999

On.le Massimo D’ALEMAPresidente del Consiglio dei Ministri

e, p.c. On.le Rosa RUSSO JERVOLINOMinistro dell’Interno

On.le Angelo PIAZZAMinistro della Funzione Pubblica

Prof. Franco BARBERISottosegretario di Stato all’Interno.

Signor Presidente,pur prendendo doverosamente atto dell’interesse manifestato dal Governo e dal Parlamento nei ri-

guardi del servizio reso alla collettività dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, sentiamo il dovere dimanifestarLe, a nome dei lavoratori impegnati a garantire la sicurezza della collettività, lo stato di males-sere derivante dal mancato adeguamento organizzativo del settore da un lato e, dall’altro, dalle difficoltàche si registrano, nell’ambito delle trattative per il rinnovo del CCNL per riconoscerne la professionalità eper considerarne debitamente le particolarissime condizioni lavorative.

In estrema sostanza verifichiamo che il provvedimento di incremento di organico è all’esame delSenato da oltre 6 mesi, malgrado tutti i gruppi politici abbiano riconosciuto l’esigenza di procedereurgentemente al potenziamento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco anche per gli straordinariimpegni derivanti dalle emergenze accadute nel Paese.

Inoltre, esprimiamo viva preoccupazione per la stagnazione del negoziato in corso con l’Aran per ilrinnovo del CCNL.

Questo perchè le risorse finanziarie disponibili per il contratto non risultano adeguate a soddisfare siale indicazioni contenute nella direttiva del Dipartimento della Funzione Pubblica, che indica all’Aran ditener conto, relativamente al contratto dei vigili del fuoco, di quanto convenuto per altri settori e Corpidel Ministero dell’Interno, sia le rivendicazioni, da noi avanzate, di valorizzare la specifica attività eprofessionalità dei lavoratori antincendio.

Siamo pertanto a pregarLa, conoscendo peraltro la Sua considerazione per il lavoro svolto dallacategoria nonchè la sensibilità delle autorità che leggono per conoscenza sui temi anzidetti, ad un auto-revole intervento per l’auspicabile superamento delle problematiche esposte.

La salutiamo distintamente.

Letteraalla Presidenza del Consiglio

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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Amiche ed Amici,questa relazione, che mi accingo a sottoporre al Consiglio Generale a nome e per conto della Segre-

teria vuole essere un contributo alla nostra riflessione ed il segno di continuità con le indicazioni politi-che e strategiche delineate al Congresso e con gli affinamenti stabiliti nel precedente Consiglio Generaleche, come l’anno precedente, celebriamo a Trevi , nel cuore dell’Umbria. Una Regione che superatal’emergenza, forse la paura, attende ancora di ritornare ( soprattutto coloro che ancora vivono nellaprecarietà ) alle normali condizioni di vita e di lavoro.

Grazie agli amici Umbri per l’ospitalità. Confidiamo di fare sempre di più per rendere le riunioni diquesto organismo sempre più qualitativamente valide anche sotto l’aspetto del confort.

Dicevamo un segno di continuità, pur con le inevitabili mutazioni e modificazioni che ci impone losviluppo degli eventi, la condizione politica e sindacale, il rapporto tra noi e di noi con gli altri interlocutori,nella controparte e nel sindacato.

Non si può, infatti, nemmeno volendolo, rimanere o essere estranei a quello che sta accadendo e cheè avvenuto recentemente in Italia e vicino all’Italia con la guerra. Gli esodi di massa, le barbarie e che,solo recentemente vede forse prevalere, accanto alla giusta determinazione ad opporsi a chi, oltre alledevastazioni ed agli eccidi del Kosovo, danneggia il proprio popolo, la tenace e mai abbandonata ricercadel dialogo, della mediazione, di una soluzione che potesse riportare pace, libertà e democrazia nellazona dei Balcani.

E non si può non considerare che questi eventi, che hanno comunque determinato la coesione delleforze di maggioranza, non hanno però soppresso il dibattito politico tuttora in corso, che, iniziato conqualche accentuazione prima e dopo la prova referendaria, ha assunto toni aspri nel corso della elezionedi Ciampi a Presidente della Repubblica e si avvia, inevitabilmente, ad accentuarsi in previsione delleprossime tornate elettorali, a partire dalle elezioni europee.

Rispetto a queste tematiche, appena sfiorate perché note a tutti, è doveroso fare un minimo di rifles-sione anche perché, come sindacato, in ordine ad esse abbiamo espresso, in piena autonomia, taluniorientamenti e giudizi.

Sull’intervento in Kosovo è stato già detto. Come CISL, pur auspicando la soluzione politica a quellainterventistica, e di ciò sono segno le manifestazioni sindacali unitarie di Bari ed Ancona, abbiamo senzatentennamenti approvato l’azione della Nato, motivata non tanto da interessi egemonici o economiciquanto da ragioni di carattere umanitario.

Se però questo è uno degli scopi che sottintendono il ruolo di vigilanza dell’alleanza nel terzo millen-nio è bene che lo si dica a chiare note e che il diritto a convivere, nelle diversità delle religioni e delle

RIUNIONEDEL CONSIGLIO GENERALE

NAZIONALE

Relazione del Segretario GeneralePompeo Mannone

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capitolo 358 1999

etnie, sia garantito sempre ed in ogni luogo della terra.La questione Kosovo, pur nella sua drammaticità, ha dimostrato che la coesione europea, oltre che sul

piano squisitamente monetario, può trovare sviluppo e terreno di coltura anche su quello politico. Sta oraalle Nazioni ed al Parlamento europeo, che andremo ad eleggere fra breve, compiere altri passi in avantinell’unità politica e, da questa, trovare la sintonia per favorire lo sviluppo e la crescita dei Paesi che viappartengono, a partire da quelli che registrano, in talune aree, forti malesseri sociali ed insostenibilicondizioni di disoccupazione.

La questione Kosovo, al di là degli altri giudizi sull’operato del Governo che conterrà questa relazio-ne, ha visto il gruppo dirigente del Paese fare e fare bene. Forse per la prima volta, assumere, senzaambiguità, responsabilità ed iniziativa e recitando un ruolo rilevantissimo per favorire il dialogo ed ilritorno alla pace.

Il Paese reale ha dimostrato, e ciò alla faccia degli scettici italiani e stranieri che ancora ci mortificanocon irriconoscenti e stantii stereotipi, di essere un grande popolo, che ha messo in campo uno spirito disolidarietà che non trova pari in Europa, che ha soccorso, assistito, aiutato, sorretto quanti ne avevanobisogno, fuori e dentro l’Italia.

Permettetemi inoltre un’ultima riflessione sul referendum. Chi parla e con me molti cislini, non perspirito di militanza ma per profonda convinzione ha auspicato, come poi è avvenuto, che esso fallisse.

E questo perchè, al di là di ogni disquisizione che pure si può fare sull’argomento e delle legittimeconvinzioni di ognuno di noi, il referendum conteneva in sè il sottile e malcelato obiettivo di limitarefortemente, se non cancellare il ruolo dei partiti, che al contrario, come tutte le altre grandi organizzazio-ni che orientano il consenso e che fanno la politica, come il Sindacato, e soprattutto come la CISL restanovitali per la democrazia di un Paese.

Cari Amici e Compagni,abbiamo accennato all’inizio di questa relazione che le problematiche ed i bisogni da noi individuati,

le vere discriminanti della nostra azione sindacale in categoria erano e purtroppo restano, ad oggi, anco-ra indefinite.

Restano cioè ancora irrisolte le grandi questioni che riguardano il futuro dell’organizzazione antincendie della categoria, la valorizzazione e le soddisfazione dei lavoratori che vi operano, la sfida per dare alPaese una più adeguata e qualitativa risposta in termini di tutela di sicurezza ai cittadini.

In sintesi non traguardiamo ancora l’obiettivo della riforma del servizio, non vediamo vicina la con-clusione della trattativa contrattuale, non apprezziamo un benchè minimo segnale dei responsabili poli-tici, tecnici ed amministrativi del Corpo utile a fuoriuscire da una gestione grigia, meramente formale ,incapace non solo di sviluppare l’attività, ma anche di gestire bene l’ordinario.

Su questo immobilismo incide e crea alibi l’interferenza del Sottosegretario Barberi, che, traendospunto dalle note emergenze che hanno coinvolto il Paese in questi ultimi due anni, non si limita adassumere iniziative politiche discutibili ed al limite della legittimità amministrativa, ma gestisce di fatto ilCorpo e la sua organizzazione.

Di tale atteggiamento, che abbiamo sempre avversato , ne sono prova le convenzioni stipulate per ilservizio di eliambulanze, le attribuzioni salariali al personale stabilite attraverso le ordinanze, le indica-zioni su come e dove individuare le strutture del volontariato dei vigili del fuoco nonchè, da ultimo, ildiscutibile ruolo che ha recitato nel corso dell’esame del provvedimento di potenziamento del Corpoapprovato recentemente dal Senato. ( il termine potenziamento è quasi un eufemismo. Sappiamo inrealtà che il Governo ed il Parlamento hanno risposto certamente in modo insufficiente.

Con questo quadro di riferimento, difficile da rimuovere anche per la sostanziale impossibilità adincidere con l’arma dello sciopero negli aeroporti che ci è stata tolta, lo sottolineo, non da un Governo didestra, ma da una coalizione di centro sinistra che abbiamo sostenuto e votato, non è stato facile avanza-re.

EPPURE L’ABBIAMO FATTO!Abbiamo cioè svolto una tale attività, sia al centro che in periferia, noi e voi, con iniziative di pressio-

ne e di sensibilizzazione che, alla fine, ma non completamente, hanno fatto prevalere le ragioni dellenostre posizioni.

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Cari Amici e Compagni, Amiche e Compagne,per rendere conto dell’affermazione prima fatta dovremo necessariamente risalire alle condizioni di

partenza che si registravano all’inizio delle discussioni sulle varie tematiche, all’influenza del quadrogenerale su esse, alle posizioni espresse dalla nostra organizzazione e, infine agli esiti, definiti o probabi-li, delle vicende. Solo così potremo valutare compiutamente l’efficacia ed i risultati della nostra azione.

SULLA RIFORMA:Non sfugge a nessuno, addetti ai lavori e non, che, sul piano generale, l’esigenza di modificare

l’assetto dello Stato, di riorganizzare le sue strutture in modo da essere funzionali allo sviluppo e nonfrenarlo, di sburocratizzare il lavoro della Pubblica Amministrazione, di avvicinare i servizi ai cittadini

E’, ALLO STATO ATTUALE, NON PIU’ RINVIABILE!E’ infatti universale, trasversale alle istituzioni, ai partiti, alle parti sociali, alle comunità, la convinzio-

ne che una nazione moderna, integrata in Europa, in un’era dove la competizione e la globalizzazione lafanno da padroni,

NON PUO’ TENERE CON L’ATTUALE SISTEMA DELLO STATO E DELLA PUBBLICA AMMINISTRA-ZIONE.

E’ giusto quindi che si riformi e si riordini, che si ristrutturino gli apparati, che si taglino le duplicazioni,che si eliminino gli sprechi, che , per dirla con uno slogan, la Pubblica Amministrazione sia al serviziodei cittadini e dello sviluppo.

D’altra parte, e ciò è stato riconfermato con forza nella relazione di Sergio D’Antoni all’AssembleaOrganizzativa di Napoli, il decentramento, la semplificazione, la sussidiarietà tra i corpi sociali e tra lefunzioni dello Stato, l’efficienza e l’efficacia del servizio pubblico sono condizionanti ed essenziali perfavorire lo sviluppo e con esso l’occupazione.

Ma, fare una riforma condivisa, cui si appellava il Ministro Piazza recentemente durante i lavori delForum della Pubblica Amministrazione ovvero fare una riforma “ a prescindere e comunque “, comesostenuto da Bassanini, NON E’ LA STESSA COSA.

QUESTO E’ IL PUNTO !

Sit in Montecitorio 1999

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capitolo 360 1999

Un progetto condiviso e concordato, infatti, trova diverso respiro ed attuazione di un altro imposto,magari senza sentire le ragioni di chi opera, di coloro cioè che, in pratica, sono l’interfaccia, il trait-d’union dello Stato con il cittadino.

Ecco perchè abbiamo fatto sentire la nostra voce, ecco perchè, a partire dal metodo abbiamo conte-stato il progetto del Governo.

Nel merito del riordino, poi, pur condividendo in larga parte l’impianto complessivo della proposta,per ciò che ci riguarda da vicino abbiamo opposto forti resistenze all’ipotesi di ingabbiare il Corpo in unastruttura la cui attività non porta, secondo noi, a razionalizzare e migliorare, ma a ricreare quella confu-sione organizzativa ed organica che fu superata, quantomeno sulla carta, qualche anno fa.

L’AGENZIAInfatti, a prescindere dal nome l’Agenzia non è in discussione in quanto “modello” strutturale, come

non sono in discussione gli altri modelli che la legge individua per riformare lo Stato, quali i Dipartimentio le Direzioni o le Autority, il problema vero è quello di individuare il modello più idoneo alle diverseattività della pubblica Amministrazione.

L’Agenzia per la Protezione Civile, e qui è lo snodo del ragionamento, la contestiamo perchè oltrenon assicurare una risposta certa alla delicata funzione, accorpando in tutt’uno funzioni operative conattività programmatorie e di coordinamento dello stato in materia di protezione civile non garantiscequella distinzione, che ci deve essere, tra attività di soccorso ordinaria svolta dal Corpo e quella straordi-naria espletata in concorso con altre strutture dello Stato.

Non garantisce la separazione tra funzioni di prevenzione e previsione, quelle di soccorso tecnicourgente e quelle di ricostruzione o di ripristino svolte da vari istanze dell’apparato pubblico, in particola-re dalle Regioni e dagli Enti Locali.

In estrema sostanza l’Agenzia non assicura quell’autonomia organizzativa e gestionale del Corpoche, va sottolineato, non è la rivendicazione di questo sindacato, ma ( quantomeno era ) di CGIL CISL UILdi categoria.

Certo, non è questo il modello propagandato da Barberi e dalla CGIL.Non foss’altro perchè, sull’Agenzia, viene riconfermata la responsabilità politica e di indirizzo del

Ministro dell’interno. ( e questo, lasciatecelo dire, alla faccia di chi ci bollava come reazionari e burocra-ti).

E non ha organicamente dipendenti i Servizi Tecnici Nazionali, che soltanto il prof. Barberi potevaimmaginare separati, per così dire, dal Ministero dell’Ambiente, al quale li legano fini e funzioni.

Pur tuttavia l’Agenzia di protezione civile non è il modello ne la configurazione che auspicavamo.Perchè, così come è conformata, rischierebbe di assegnare all’organizzazione del Corpo Nazionale unacoacervo di attività le più indistinte e marginali. Dal soccorso, all’assistenza, dalla demolizione allaricostruzione.

Sarebbe , e concludo questa parte, il modo INDIRETTO, DI SURROGARE, SOSTITUIRE, VEDERSIACCOLLATE FUNZIONI E RESPONSABILITA’ CHE SPETTANO AD ALTRI E PER LE QUALI AD ALTRIVENGONO ASSEGNATI COSPICUE RISORSE E MEZZI con la conseguenza di svilire le funzioni delCorpo trasformandolo in una sorta di tappabuchi, quindi senza alcuna valorizzazione e annullando difatto la professionalità degli operatori sul cui riconoscimento tanto ci battiamo.

Tutto questo, poi, con le inevitabili ricadute che si avrebbero sulla categoria in termini professionalie contrattuali.

Per le ragioni che sono state dette, pertanto, non condividiamo. Non condividiamo al punto tale cheabbiamo proposto il Dipartimento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e un’altra struttura diprotezione civile, la si chiami come si vuole, MA DISTINTA E SEPARATA DAL CORPO.

Per approfondire meglio questa parte troverete in cartella una mia intervista rilasciata agli organi distampa di Napoli in occasione della assemblea programmatica della CISL ed una riflessione della segre-teria che leggerete sul nostro giornale il Vigile del Fuoco di cui abbiamo ripreso la pubblicazione e che viverrà consegnato domani nel corso dei lavori.

Amiche ed Amici, Compagne e Compagni, Consigliere e Consiglieri,Come vedete, la posta che abbiamo in gioco è grande, così come è stato grande, forse al di sopra

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delle nostre possibilità, lo sforzo per affermare le nostre convinzioni e le nostre ragioni, di vedere accolte,sebbene parzialmente, le nostre argomentazioni e proposte.

Tuttavia, l’evoluzione degli eventi e l’avvicinarsi delle decisioni ci impone di assumere, qualora ledeterminazioni fossero diverse da quelle sostenute, atteggiamenti pragmatici e concreti, ESSERE CO-MUNQUE PROTAGONISTI DEI PROCESSI.

Voglio dire che, se malgrado le nostre contrarietà, le nostre pressioni, i convincimenti che abbiamosaputo coagulare sulle nostre tesi, a partire da quelle espressa dalla Confederazione col documento a voinoto, non riuscissimo, fino in fondo a far prevalere la nostra linea, NON POTREMMO comunque tirarcifuori dalla mischia.

Quello che sto prefigurando, e lo faccio con grande realismo, è il modo ed il fine con cui dovremmoaffrontare lo sviluppo della situazione se le determinazioni del Governo giungessero alla costituzionedell’Agenzia così come prevista nell’ipotesi iniziale del Governo.

Questa possibilità non è remota; gli avversari, politici e sindacali sono forti ed agguerriti e la comples-sità dei rapporti politici non ci garantisce sulla certezza che i nostri obiettivi, pur sostenuti da qualificatirappresentanti del governo e del Parlamento siano raggiunti.

Per dirla in parole povere, se fosse costituita l’Agenzia di protezione civile dovremmo, come Cisl,ritirarci sull’Aventino, o, come noi invece riteniamo, continuare a scavare, approfondire, pretendere ilriconoscimento di dignità e di ruolo che al Corpo spetta?

Noi siamo convinti che, al di là delle contrapposizioni, delle diversificazioni, delle tensioni che regi-striamo, e non da ora, con le nostre controparti e con la CGIL, NESSUNO, sottolineo Nessuno, possaabdicare alla rivendicazione di riconoscere la piena autonomia e di valorizzare comunque il ruolo e lafunzione del Corpo Nazionale. Anche se esso, alla fine, malauguratamente, fosse assorbito dall’Agenzia.

Per questo, e dando ovviamente per scontato che faremo il nostro dovere fino in fondo, dobbiamoprepararci a studiare prima, proporre poi raggiungere infine, il risultato dell’assoluta valorizzazione epreminenza del Corpo all’interno di questa struttura.

Cioè, dovremo affermare politicamente e tradurre tecnicamente la conformazione di una struttura delCorpo che abbia attribuite chiare competenze specifiche, proprie risorse, e peculiare autonomia digestione.

Il riordino del Corpo dovrà essere disciplinato sul rispetto di taluni principi fondamentali :- puntuale e chiara individuazione dei compiti da attribuire al Corpo nel quadro della riconosciuta

rilevanza sociale del servizio ;- predisposizione di una organizzazione imperniata sulla funzione di indirizzo politico, di alta

direzione e vigilanza del Ministro dell’Interno che preveda una configurazione distinta del Corpo rispettoalla struttura di Protezione Civile , il quale si articola nel Comitato Amministrativo competente in tema diprogrammazione dell’attività e di gestione amministrativa e nel vertice del Corpo il responsabile opera-tivo.

- peculiarità del regime contabile, di gestione e dei successivi controlli per rendere più spedital’azione amministrativa ed assicurare un più proficuo servizio alla collettività.

- individuazione di adeguate modalità di raccordo e coordinamento del Corpo con il sistema dellaprotezione civile e con le Autonomie locali nell’ambito delle rispettive competenze.

- previsione dello statuto del Corpo quale strumento atto ad assicurare una peculiare autonomianell’organizzazione del Corpo, in particolare alla modularità organizzativa, al decentramento funzionalee territoriale ed all’efficienza operativa.

- previsione dei collegamenti con i cittadini e con la realtà sociale del territorio.

IL CONTRATTO DI LAVORO

Gli inevitabili intrecci che fanno dipendere la condizione contrattuale dalla capacità professionale,i riconoscimenti economici dal grado di qualità e responsabilità del lavoro prestato portano alla secondaimportante riflessione che dobbiamo effettuare in relazione allo stato della trattative per il contratto dilavoro.

Diciamo subito, a scanso di equivoci e malintesi che se questa categoria riuscirà ad ottenere, non

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completa soddisfazione, ma un apprezzabile risultato, lo dovremmo anzitutto alla nostre testarderivendicazioni di “ guardare “ e pretendere quanto dato agli altri ; agli altri, parlo dei lavoratori delcomparto sicurezza con i quali, pur non essendo uguali, quantomeno somigliamo, per i fini dei compitisvolti per le condizioni di lavoro.

Se quindi riusciremo a portare a casa un risultato migliore , è perchè abbiamo costretto il governo adassumere un preciso indirizzo in ordine al nostro rinnovo contrattuale.

Chi dice il contrario dice il falso e lo sa, perchè, in assenza della direttiva governativa contenente quelpreciso segnale l’Aran si sarebbe limitata a proporci e concederci niente di più e niente di meno diquanto dato, in termini salariali e normativi, agli altri comparti in funzione del recupero dell’inflazione.

Al contrario, non solo potrà essere possibile dare un segnale, pur minimo, di miglioramento normativoalla categoria, ma trovare soluzioni, anche originali, per finanziare un adeguato incremento economico.

Per dirla con estrema franchezza, noi pensiamo di fare due operazioni distinte ma strettamente con-nesse: la prima è quella di incrementare la parte economica spalmando gli aumenti sia sul tabellare chesull’indennità ed utilizzando in proposito sia le risorse della finanziaria sia parte delle risorse aggiuntivedisponibili nel provvedimento di adeguamento del CNVF; la seconda è quella di costruire, gettandone lebasi nell’accordo con l’Aran ma rinviandone la definizione a livello di contratto decentrato, un sistemaordinamentale, sempre finanziato dalle risorse della legge, che attraverso soprattutto un equilibratodimensionamento della indennità, differenzi la professionalità e la responsabilità dei lavoratori all’inter-no delle aree professionali.

Per portare a compimento questa rivendicazione ci vuole ben altro che il tergiversare dell’Aran. El’altro, lo deve assicurare il Governo, onorando gli impegni assunti e mettendo sul tavolo della trattativarisorse, non parole e gratificazioni di rito che hanno assunto addirittura il sapore della presa in giro.

Anche per questo siamo ricorsi allo sciopero, con l’obiettivo primario di richiamare l’attenzione di chici governa sulla latente insoddisfazione della categoria e sulla inconcludenza del negoziato.

Le iniziative di lotta intraprese, di cui la prima effettuata lunedì scorso, alla quale hanno aderito unalarga parte dei lavoratori anche non iscritti a CISL e UIL , non hanno ancora prodotto taluni significativirisultati.

Conoscete infatti, gli esiti dell’incontro svolto con il prof. Barberi venerdì scorso nel vano tentativo diconciliazione. E sapete anche delle mancate e timide risposte sui temi della riforma e sul versantecontrattuale.

Comunque il ricorso allo sciopero ha prodotto l’effetto positivo di dare uno scossone al lungo immo-bilismo dell’Amministrazione su importanti problematiche del servizio.

Abbiamo firmato infatti, l’accordo sull’art.61 che da mesi rivendicavamo e quello relativoall’incentivazione dei dirigenti.

Nel merito dell’art.61 abbiamo raggiunto l’obiettivo di razionalizzare meglio i servizi di vigilanza e dimigliorare la risposta del Corpo in materia di prevenzione incendi allargando la partecipazione in tutte lesue fasi a tutto il personale operativo compreso i vigili.

Quest’ultimo risultato di grande rilevanza politica è stato possibile solo grazie alle nostre tenaci insistenzeprofuse ed alle argomentazioni sviluppate nel corso del confronto finale.

La mobilitazione ha inoltre sbloccato l’atteggiamento dilatorio di Barberi in relazione al progetto diindividuazione delle sedi nel territorio ed alla revisione del personale volontario.

In proposito c’è stato preannunciato che nei prossimi giorni l’Amministrazione ci fornirà i documentielaborati.

Infine, il sottosegretario ha dato, bontà sua, il placet alla discussione che si avvierà nel breve sulrischieramento del personale nelle zone colpite dagli eventi calamitosi.

In conclusione la nostra azione a cui ha aderito una grande parte della categoria nonostante i tentativimessi in campo dalla CGIL per contrastarla, ha prodotto per intanto dei risultati e ci fa ben speraresull’evoluzione del negoziato.

Esprimiamo quindi soddisfazione e ringraziamo tramite voi i lavoratori che ci hanno sostenuto e chenon faranno mancare il loro contributo per il prosieguo delle iniziative.

Care Amiche, Cari Amici,

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si accennava prima al comportamento della CGIL . La CGIL e mi addentro ad analizzare lo stato deirapporti unitari, sia in occasione delle nostre critiche al progetto di riordino che all’atto di ricorrereall’azione dello sciopero insieme alla UIL ( decisione peraltro condivisa da molti altri ), ha reagito inmaniera scomposta ed estremamente confusionaria, oserei dire in modo sostanzialmente seccato, pernoi preoccupante per le sorti dei lavoratori, anche di quelli della stessa CGIL.

Voglio dire, cercando di esplicitare il ragionamento, che la CGIL non ha contrapposto alle nostreargomentazioni avverse all’Agenzia, altre significative argomentazioni, se non quella che l’Agenzia assi-curerebbe un servizio di protezione civile moderno, efficace ed all’avanguardia in Europa.

Ci ha debolmente tacciati di non comprendere, come se fossimo dei limitati, o peggio, di tirare lavolata, per indicibili interessi, alla bieca burocrazia del Ministero dell’Interno.

La CGIL ci accusa di non averla informata della nostra intenzione di ricorrere allo sciopero.Falso! Non solo ho avvertito personalmente Cola della decisione ma abbiamo anche scritto, con

estrema correttezza che la CGIL non era d’accordo con le nostre critiche all’Agenzia.Ci siamo infatti ben guardati dal sostenere che era contraria all’iniziativa per dare una scossa alla

trattativa contrattuale.Quanto alla decisione di ricorrere allo sciopero e di sottolineare l’inadeguatezza della dirigenza

amministrativa e tecnica dell’organizzazione antincendi, decisione che secondo Cola discenderebbedall’esito del concorso, non replico. Attendo doverose scuse.

Ma la cosa più grave è che la CGIL, nel tentativo di dissuadere la categoria ad aderire allo sciopero, hariconfermato, strumentalizzando la condizione tutta particolare di questi momenti, che lo sciopero sa-rebbe inopportuno considerata la particolare situazione internazionale.

Questa particolare motivazione porterebbe all’originalissimo assunto che lo sciopero è comunqueinopportuno: sia che riguardi l’operato del Governo in ordine agli impegni assunti a Natale in tema dioccupazione e di sviluppo, sia che riguardi le nostre sacrosante rivendicazioni, tra cui, non è una battuta,non va dimenticata quella di riconquistare il diritto di sciopero nelle sedi aeroportuali.

Insomma, l’impressione è quella che la CGIL non voglia comunque ricorrere allo sciopero. A prescin-dere dal merito delle questioni.

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In conclusione questo comportamento ha determinato un solco difficilmente sanabile reso più pro-fondo dalla decisione della Funzione Pubblica e del sindacato di categoria di sospendere i rapportisindacali con noi e con la UIL . Fatto questo di gravità eccezionale.

Eppure, e malgrado tutto con costoro un qualche filo, come diceva D’Antoni a Napoli, è necessariomantenerlo. Non per il nostro interesse ( siamo grandi, vaccinati e capaci, molto capaci ), ma per quellodei lavoratori tutti, iscritti e non al sindacato.

La categoria, infatti, non comprenderebbe e, d’altronde le nostre responsabilità ci impongono diessere pragmatici e realisti, anche perchè, con il lavoro comune abbiamo raggiunto sempre risultati chesarebbero stati difficili da ottenere con un sindacato spaccato e contrapposto.

Noi, pertanto, con il senso di responsabilità che ci è proprio, vogliamo lanciare un ulteriore segnale didisponibilità ad affrontare congiuntamente le gravi problematiche che interessano il servizio e la catego-ria per trovare una soluzione comune che le superi e ci liberi dalla situazione paludosa nella quale siamoda ormai troppo tempo.

Per far questo, non appena ci saranno le condizioni, se ci saranno, c’è bisogno di pervenire ad undefinitivo chiarimento politico che ci faccia apprezzare la volontà dei nostri partners ad abbandonareformali posizioni di facciata per sostenere, tanto per cominciare, una convinta rivendicazione contrat-tuale che abbia come sbocco indispensabile l’adeguato miglioramento economico e normativo dellacategoria.

Vogliamo poi apprezzare se, come noi, sosterranno convintamente una iniziativa che ponga fine aldilatorio atteggiamento del Sottosegretario Barberi e dell’Amministrazione in ordine al progetto di svilup-po dell’organizzazione antincendi sul territorio.

E con esso in ordine alla individuazione dei criteri tecnici per la costituzione delle sedi permanenti evolontarie e, ancora, alla regolamentazione di questa importante parte del Corpo cui, ribadiamo, nonsiamo ostili, ma che rivendichiamo venga meglio organizzata e gestita.

Questo progetto è pronto da tempo, ma non ci è stato ancora sottoposto per la discutibilissimamotivazione che sarebbe alla valutazione dello stesso Sottosegretario. Analogamente questo si verifiche-rebbe in relazione al regolamento riguardante il personale volontario. Solo nella serata di venerdì scorso,come dicevo in precedenza finalmente il prof. Barberi ne ha autorizzato la discussione con le partisindacali.

L’assenza di questi provvedimenti ha come conseguenza da un lato la scandalosa attivazione di talunidistaccamenti volontari quasi coincidenti con l’area di competenza delle sedi permanenti e, più grave-mente, una sorta di improvvisazione o, peggio, di anarchia, nella organizzazione e gestione del servizio.

Il risultato di questo caos è che gli stessi volontari, strumentalizzando una condizione di particolareconsiderazione utilizzano il veicolo del Corpo per rivendicare l’apertura di nuove sedi, quello delleRegioni per prestare la loro opera, indiscutibilmente meritoria, in Albania. Tutto favorito dall’atteggia-mento pilatesco dell’Amministrazione, che dovrebbe controllarne e gestirne l’organizzazione.

Vogliamo infine, e ritorno brevemente ai punti che hanno determinato, specie in quest’ultimo perio-do, una grave contrapposizione tra i sindacati di categoria, vogliamo, dicevo, verificare quanto e che tipodi impegno metteremo tutti in campo affinchè, all’interno del processo di riordino del nostro settore edindipendentemente dal modello che sarà definito e di cui si assumerà la responsabilità politica l’assiemedel Governo, vengano garantite al Corpo Nazionale la piena autonomia, le giuste risorse e, soprattutto, ladefinizione dei compiti cui dovrà adempiere.

Concludo questa parte ribadendo un concetto che ormai da tempo caratterizza il nostro modo diessere e di operare: verificheremo senza pregiudizi ed in piena libertà ed autonomia se su queste tematichetutti, Governo, Amministrazione e partners sindacali, opereranno con la coerenza politica che noi abbia-mo sempre manifestato.

Dall’esito dei risultati, poi, faremo discendere i nostri giudizi e le nostre decisioni.Noi, cari Amici e Compagni,in quanto cislini, abbiamo la presunzione di aver giudicato e giudicare la sostanza dei risultati, non i

risultati in funzione del colore dei Governi che li conseguono o meno.Questo modo di operare, che dimostra sì la vera autonomia, ci ha portato, al contrario di altri che

hanno manifestato un sorprendente e sospetto entusiasmo, a giudicare quantomeno insoddisfacente il

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contenuto del provvedimento di legge licenziato dal Senato e trasmesso recentemente all’esame dellaCamera in relazione al potenziamento del Corpo.

Per intanto diciamo subito che, pur facendoci carico delle condizioni generali, troviamo insufficientela risposta che il Parlamento ed il Governo hanno saputo dare alle esigenze del Corpo.

Questo, soprattutto in considerazione che lo stesso Governo e lo stesso Parlamento avevano più voltesottolineato la necessità di potenziare le strutture operative e le tecnologie dell’organizzazione antincendiper metterlo in grado di affrontare gli impegni, in questi ultimi anni eccezionali cui è stato sottoposto.

Il provvedimento è inoltre la riprova di come, tra i responsabili politici dell’Interno e tra i rappresen-tanti del Parlamento si sia consolidato quel convincimento per cui all’espansione della cosiddetta com-ponente permanente del Corpo sia preferibile lo sviluppo del volontariato, come se quest’ultimo assicu-rasse pari livelli di professionalità ed ingenti risparmi di risorse, cose che, vi è noto non corrispondonoalla realtà.

Ovviamente non possiamo ritenerci del tutto insoddisfatti; questo non foss’altro perchè taluni conte-nuti del provvedimento sono nostre proposte.

Esprimiamo però grande rammarico per il rigetto di una nostra richiesta che aveva in sè un significatopolitico e sostanziale allo stesso tempo. Quella di ottenere lo stesso trattamento previdenziale del perso-nale che, come i vigili del fuoco, è regolamentato dal D.Leg.vo 165/97.

Ebbene, su questo aspetto, il Governo prima ed il Parlamento poi, al di là di meri attestati di volontàmanifestati tramite ordini del giorno, non ha voluto riconoscere alla Categoria un diritto che noi ritenia-mo giusto e che non escludiamo di ottenere attraverso un contenzioso di carattere giuridico.

Quello che però ci ha fatto maggiormente riflettere è stato l’atteggiamento del sottosegretario Barberie della stragrande maggioranza dei senatori in relazione alle misure adottate nei confronti del volontariatodei vigili del fuoco, alcune accettabili, tali altre di chiaro sapore lobbystico, per non dire clientelare. ( siveda l’inaccettabile decisione di elevare, per i volontari discontinui, l’età per la partecipazione ai concor-si e la previsione di espletare per i volontari il servizio di leva nel distaccamento volontario di cui fannoparte).

Tutto ciò, a dimostrazione che l’interesse per le sorti dei volontari attraversa tutti i partiti e l’attenzionenei loro riguardi è particolare, molto particolare. La scelta, tutta politica di utilizzare il volontariato inKosovo lo sta a dimostrare.

Detto questo, chiudiamo le nostre riflessioni in argomento per invitarvi ad osservare con quale impe-gno il predetto sottosegretario abbia avversato gli emendamenti, presentati non dall’opposizione, ma datalune forze della maggioranza, che perseguivano l’obiettivo di determinare le linee strategiche sullequali si sarebbe dovuto riformare il servizio reso dal corpo ed i suoi collegamenti col sistema di protezio-ne civile.

Sit in Montecitorio 1999

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Tutto questo in barba ai conclamati proclami di valorizzare il Corpo.Care Amiche e Compagne,poichè sono intimamente convinto che lo svolgimento del Consiglio Generale, come pure le riunioni

del Comitato Esecutivo, siano momenti di riflessione ed elaborazione comune della situazione politico-generale mi avvio alla conclusione di questa relazione, di durata non breve ma necessaria a delineare,pur con le carenze che avrà manifestato, lo stato dell’arte nel quale ci troviamo.

Prima di lasciare, però, il dovuto spazio ad un dibattito che auguro all’altezza della nostra tradizione,sento l’obbligo di effettuare, seppur in termini generali, una brevissima riflessione sulle opzioni organizzativee politiche scaturite dall’Assemblea di Napoli e sugli effetti che tali innovazioni comporteranno, inevita-bilmente, sulla organizzazione della nostra categoria.

Tralascio, in proposito, le considerazioni e gli approfondimenti che, in tema di organizzazione, for-mazione e sviluppo del proselitismo saprà fare meglio e con più specificità Sandro Orlandi domani.

Vado oltre, poi, ai contenuti di carattere politico e strategico che hanno caratterizzato il dibattito ed ilconfronto sui temi dell’unità, della democrazia economica , della contrattazione e della concertazione.

Essi sono noti così come sono note le insoddisfazioni marcate da Sergio D’Antoni nei confronti delGoverno e dell’Europa per lo scarso impegno manifestato, sinora, in ordine agli importanti temi dellosviluppo e dell’occupazione.

Sento però forte l’esigenza di sottoporre a questo Consiglio Generale, relativamente ai processi diriorganizzazione e di accorpamento categoriale che dovranno caratterizzare la CISL del 2000, le aspet-tative del SINALCO-VVF-CISL e gli esiti che, a breve e medio periodo potranno ragionevolmenteprevedersi.

Conoscete tutti la determinazione con la quale abbiamo chiesto alla Confederazione di mantenereper questa categoria, pur coscienti delle evoluzioni generali, una particolare conformazione organizzativae contrattuale, supportando tale richiesta con la motivazione che, questa condizione, ci ha permesso dilavorare bene e di crescere costantemente .

A tale riguardo, ho il piacere di annunciarvi che, come qualche anno fa:SIAMO ANCORA I PRIMI !!!!SIAMO IL SINDACATO CHE HA I MAGGIORI CONSENSI !!Quanto alla capacità di elaborazione e proposta, è scontato che siamo i più capaci, e questo senza

possibilità di smentite!Ebbene, Consigliere e Consiglieri, Amiche ed amici, Compagne e Compagni,a fronte di questa rinnovata esigenza di mantenerci nella condizione attuale, dobbiamo dire che la

Confederazione, anche per il prezioso lavoro da voi svolto nel territorio, non ci ha deluso.Benchè non formalmente, ci ha dato assicurazioni, e questo è accaduto ad alti livelli, che, la proposta

organizzativa che abbiamo avanzato, quella cioè della costituzione del comparto sicurezza è una ipotesida perseguire soprattutto nell’ambito di una piena sindacalizzazione delle forze di polizia ad ordinamen-to civile.

Queste assicurazioni, se da un lato ci gratificano perchè sono il segno della considerazione, dellastima e della simpatia che la CISL nutre per la nostra categoria, non debbono cullare in noi l’illusione chequest’ultimo sia un traguardo già raggiunto.

Il senso di realismo che ci contraddistingue non può non portare alla considerazione che gli sviluppiorganizzativi della CISL comunque coinvolgeranno anche noi.

L’evoluzione dei fenomeni è tale che, anche noi prima o poi, potremo essere interessati a queifenomeni di razionalizzazione organizzativa e strutturale che è funzionale al decentramento, anche con-trattuale e, non ultimo, all’idea di un’unità sindacale organica, che ormai appare molto lontana e chemalgrado gli altri continuiamo a perseguire.

Affronteremo quest’appuntamento con la militanza che ci contraddistingue, valutando con attenzio-ne le varie opzioni in campo, certi che la CISL, pur in uno scenario di modernizzazione, non potrà e nonvorrà cancellare i valori della autonomia e della contrattazione che l’hanno caratterizzata e fatta grande.

Vi ringrazio.

Trevi (PG), 19/20 maggio 1999

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capitolo 31999 67

Il Consiglio Generale del SINALCO-VF-CISL tenutosi a Trevi (PG) il 19 e 20 maggio 1999, nel farpropri i contenuti e le indicazioni della relazione della Segreteria Nazionale ed i contributi intervenutinel corso del qualificato dibattito svolto sui principali temi di ordine politico-sindacale:

ESPRIMEla ferma condanna per il feroce assassinio del prof. Massimo D’Antona, uomo simbolo e protagonista

di quella politica di concertazione con le parti sociali, sostenuta fortemente dalla CISL, che ha contribuitoal risanamento del Paese ed all’ingresso dell’Italia in Europa;

AUSPICAche gli sforzi orientati a perseguire la soluzione politica della crisi dei Balcani raggiungano gli obiet-

tivi della pace, della fine delle atrocità, del ritorno dei profughi nella loro terra e del pieno riconoscimentodei diritti alla democrazia, alla libertà ed alla autodeterminazione dei popoli del Kosovo;

CONFERMAla giustezza della rivendicazione della categoria tese ad ottenere il rispetto degli impegni assunti dal

Governo per una riforma che riconosca al Corpo Nazionale la piena autonomia, ne confermi la colloca-zione nel Ministero dell’Interno e svincoli la struttura dalla ipotizzata Agenzia di Protezione Civile, per ilmiglior svolgimento dei compiti istituzionali e del servizio ordinario e straordinario a tutela dei cittadini:

STIGMATIZZAla gravissima decisione della Funzione Pubblica CGIL e di categoria di interrompere i rapporti sinda-

cali con CISL e UIL di settore. Questo atto unilaterale produce effetti che non saranno facilmente sanabilia breve, anche per le pretestuose argomentazioni, le gratuite accuse e le strumentali polemiche chel’hanno caratterizzato.

Ciò malgrado auspica, per l’interesse dei lavoratori che del servizio, che nei tempi e nei modi ritenutipraticabili, sia riavviato un processo che, quantomeno, permetta di pervenire ad un minimo di unitàd’intenti tra le organizzazioni confederali.

Questo dovrà avvenire sulla preliminare verifica della comunanza di intenti e di obiettivi che perse-guano, in assoluta autonomia, con coerenza e lealtà, la valorizzazione del Corpo Nazionale e dei lavo-ratori che vi operano;

VALUTAcon soddisfazione la partecipazione della categoria alla giornata di sciopero del 17 maggio 1999

promossa da CISL e UIL a sostegno del riordino del Corpo in modo distinto da quello del servizio diprotezione civile e per sollecitare il Governo ad onorare, nei fatti, l’indirizzo assunto in ordine al rinnovocontrattuale della categoria.

RIUNIONEDEL CONSIGLIO GENERALE

NAZIONALE

Documento finale

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capitolo 368 1999

L’impegno politico a prevedere, per i vigili del fuoco, soluzioni contrattuali analoghe a quelle definiteper gli altri corpi del Ministero dell’Interno, come la Polizia, va rispettato mettendo a disposizione lenecessarie risorse economiche.

INVITAla Segreteria Nazionale a proseguire nelle iniziative di mobilitazione della categoria e a confermare,

qualora non pervengano precise assicurazioni in ordine alla sostanziale revisione dell’ipotesi della Agen-zia ed alla assunzione di formali impegni per il positivo rilancio della trattativa per il rinnovo del contrat-to, la giornata di sciopero del 28 maggio prossimo.

Sollecita quindi le strutture regionali e territoriali del SINALCO-VVF-CISL-VVF a promuovere nelterritorio specifiche iniziative per sensibizzare le istituzioni ed i cittadini sulla vertenza in atto;

RINGRAZIAi lavoratori del Corpo, iscritti e non, per il consenso manifestato alle rivendicazioni promosse e per

l’apprezzamento alle linee politiche del SINALCO-VVF-CISL che perseguono, in piena autonomia, gliobiettivi di miglioramento delle condizioni dei lavoratori e della qualità del servizio a tutela della sicurez-za del Paese

Trevi, 20 maggio 1999

Sit in Montecitorio 1999

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capitolo 31999 69

ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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capitolo 370 1999

Convegno UDC NAPOLI (intervento Pompeo Mannone)

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capitolo 31999 71

ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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capitolo 372 1999

Convegno UDC NAPOLI (palco)

Convegno UDC NAPOLI (platea)

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capitolo 31999 73

Sit in Montecitorio 1999

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2000

Capitolo 4

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capitolo 476 2000

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capitolo 42000 77

Roma 3 gennaio 2000

prot. n.004/3/01

Dott. Enzo BIANCOMinistro dell’InternoPalazzo ViminaleROMA

Egregio Signor Ministro,la ripresa dell’attività lavorativa dopo il breve periodo delle Festività, se da un lato è occasione per

rinnovarLe i voti augurali per l’anno appena iniziato e, soprattutto, per un proficuo lavoro nell’alta egravosa funzione reenemente assegnataLe, ci permette di richiamare la Sua attenzione sulle problematicheche interessano il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ed i lavoratori che, senza soluzione di continuità,vi prestano servizio a garanzia della sicurezza della collettività.

Tra i vari punti all’oggetto dell’attenzione dell’ Amministrazione e della categoria, che auspichiamosottoporLe direttamente allorquando riterrà ricevere i rappresentanti confederali del personale, particola-re interesse ed urgenza rivestono, come è noto, quelli concernenti i rapporti funzionali dell’Organizza-zione Antincendi con la costituenda Agenzia di protezione civile e l’iter parlamentare del provvedimentolegislativo di potenziamento del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco.

Sul primo aspetto, dopo aver preso atto con soddisfazione della decisione del Governo in meritoalla conformazione nazionale del Corpo ed alla dipendenza politica ed organizzativa del predetto dalMinistero dell’ Interno, si tratta di delineare e definire compiutamente un quadro di raccordi organizzativiche rendano più funzionale il composito e complesso sistema di protezione civile.

Per ciò occorre valorizzare il ruolo del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco nell’ambito dellaprogrammazione e gestione delle attività di soccorso tecnico legate alle emergenze e garantirne unamaggior efficacia nell’espletamento dei compiti ordinari di sicurezza pubblica recentemente riconfermatiglidal Decreto Legislativo 300/99 rimodellandone la struttura in un apposito dipartimento che ne esaltil’autonomia organizzativa ed operativa.

Sul secondo punto occorre invece sollecitare il Parlamento, stanti i gravosi impegni dei vigili delfuoco, alla rapida approvazione del provvedimento che, comunque, coglie solo parzialmente le esigenzedi adeguamento dell’organico antincendi rappresentate da varie istanze del Paese.

In attesa di incontrarLa , Le riformuliamo le nostre felicitazioni per il prestigioso incarico e gliauguri di buon lavoro.

IL SEGRETARIO GENERALE ( Pompeo Mannone )

Lettera Ministro

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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Il Consiglio Generale del SINALCO-VVF- CISL, riunito in Roma il 27 e 28 aprile 2000, approva larelazione della Segreteria Nazionale, ne assume le linee politiche e strategiche e ne fa propri i contenuticon gli arricchimenti ed i contributi emersi dal dibattito.

Il Consiglio Generale, in particolare, esprime soddisfazione per la conclusione della vicenda relativaal riordino dell’organizzazione antincendi, che ha visto prevalere la linea della CISL e del SINALCO-VVF-CISL tesa a mantenere la centralità e l’unicità del Corpo nazionale ed a distinguerne i compitiordinari da quelli che il medesimo svolge in concorso con altri soggetti nel sistema di protezione civiledel Paese. Ribadisce inoltre la propria convinta adesione a perseguire l’obiettivo di una reale ristrutturazionee riorganizzazione del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco attraverso la sua collocazione in uno deiquattro dipartimenti del Ministero dell’Interno, la separazione delle responsabilità politiche da quellegestionali ed un maggior grado di autonomia organizzativa e finanziaria centrale e periferica.

Circa i raccordi con la struttura dell’Agenzia di protezione civile, il Consiglio Generale ritiene che essidebbano essere improntati sul principio della pari dignità ed il concetto della dipendenza funzionaledeve essere inteso come la facoltà dell’Agenzia di formulare indirizzi e richieste d’intervento al CNVF inrelazione agli obiettivi da raggiungere per far fronte agli eventi calamitosi e limitatamente alle proprieprerogative istituzionali. Sulla problematica predetta, ed in particolare sugli aspetti che riguardano i livelliperiferici, il Consiglio generale auspica l’attivazione di un tavolo di concertazione che veda anche lapresenza dei rappresentanti degli Enti locali, allo scopo di chiarire puntualmente gli ambiti ed i limitidelle competenze istituzionali dei vari settori pubblici e privati in materia di emergenze di protezionecivile ed al fine di assegnare al Corpo nazionale dei vigili del fuoco un ruolo preminente nella pianifica-zione e nella gestione tecnica delle emergenze derivanti da eventi eccezionali.

A giudizio del Consiglio Generale il tavolo di discussione sugli importanti temi prima citati, per ilquale il Ministro dell’interno Bianco ha assunto un formale impegno nell’incontro con i sindacati del 1marzo scorso, va attivato sollecitamente, visto anche l’avanzamento che si registra nella costituzionedegli organi dell’Agenzia di protezione civile e la decisione di non rinnovare l’incarico di sottosegretarioalla protezione civile al Prof. Franco Barberi.

Il Consiglio Generale, nel corso dei propri lavori ha riconfermato la positività della conclusione delnegoziato relativo al rinnovo del CCNL ed ha espresso soddisfazione per la determinazione con cui laSegreteria Nazionale e tutta l’organizzazione si sono opposte ai gravi tentativi del Governo di rimettere indiscussione quanto convenuto con l’Aran.

Il Consiglio Generale apprezza quindi le modifiche intervenute nell’accordo ed il reperimento dirisorse contrattuali aggiuntive che garantiscono la possibilità di procedere ai passaggi di qualifica del

CONSIGLIO GENERALEDEL SINALCO - VVF - CISL

Roma, 27-28 aprile 2000

Documento Finale

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capitolo 480 2000

personale appartenente al settore amministrativo ed ai funzionari del settore operativo.Invita la Segreteria Nazionale ad attivarsi per fare in modo che la trattativa riguardante il secondo

biennio economico 2000 – 2001 per i vigili del fuoco inizi contestualmente a quella degli altri settoripubblici e, preliminarmente, a rappresentare al Governo ed all’Aran la insoddisfazione della categoriaper le risorse messe a disposizione per il predetto periodo.

Il Consiglio Generale ritiene infatti assolutamente insufficienti e comunque sottostimate rispetto alreale recupero dell’inflazione le somme stabilite dalla legge finanziaria e rivendica un determinato inter-vento della Confederazione affinchè in sede di predisposizione del Documento economico di program-mazione finanziaria il Governo le adegui, al fine di garantire il potere d’acquisto delle retribuzioni.

Relativamente al versante contrattuale, il Consiglio Generale attribuisce una particolare importanzaal contratto integrativo, perché finalizzato a migliorare ulteriormente le condizioni economiche e lavora-tive della categoria.

Condivide pertanto le linee di indirizzo elaborate dalla Segreteria, considerandole utile base di di-scussione e confronto per la predisposizione di una piattaforma, auspicabilmente unitaria, sulla basedella quale chiedere l’inizio della trattativa con l’Amministrazione antincendi.

Le linee di indirizzo della piattaforma del contratto collettivo integrativo individuano, nelle materiedello sviluppo professionale, della formazione e della sicurezza del lavoro, i cardini principali sui quali sidovrà sviluppare il tavolo negoziale, non sottovalutando un preliminare intervento per la razionalizzazionedi taluni settori, anche in relazione alla inadeguatezza delle risorse umane e finanziarie, per migliorarenel complesso l’efficacia e l’efficienza del servizio sul territorio.

Non è indifferente al raggiungimento degli obiettivi utili al miglioramento della qualità del servizioreso alla cittadinanza un deciso ed innovativo intervento sul fronte del personale volontario vigilfuoco.

Il Consiglio Generale contesta decisamente le unilaterali iniziative assunte dall’Amministrazione inmateria di regolamento del personale volontario VVF, ne richiede la sospensione rivendicando il ripristi-no della trattative interrotte e la revisione sostanziale dell’attuale quadro nomativo inerente i volontari,partendo dalla assimilazione della loro attività alla caratteristica di prestazione no-profit che contrasse-gna tutto il mondo del volontariato.

Conferma e sostiene inoltre la linea della Segreteria nazionale orientata all’elaborazione di un proget-to realistico e scevro da qualsivoglia condizionamento politico, che definisca lo sviluppo del servizioantincendi nel territorio e l’individuazione dei presidi permanenti e volontari in termini razionali e di

Consiglio Generale 2000

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oculata gestione delle risorse della collettività.Il Consiglio Generale, nel ringraziare i numerosi dirigenti tecnici ed amministrativi della Direzione

che hanno voluto presenziare all’importante assise del SINALCO-VVF-CISL, esprime un particolare esincero augurio di buon lavoro all’Ing. Alberto D’ERRICO, che assumerà a breve l’incarico di IspettoreGenerale Capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Auspica che il suddetto Dirigente affronti con spirito costruttivo e con grande determinazione le sfideonerose ed esaltanti che lo attendono e sappia pienamente raggiungere gli obiettivi di autonomia evalorizzazione di cui necessita l’organizzazione antincendi, riconfermando il franco e rispettoso rappor-to con i rappresentanti del personale che ha contrassegnato in passato il suo operato e la capacità diassunzione delle responsabilità che gli competono.

Nel corso del dibattito i componenti del Consiglio Generale hanno debitamente affrontato l’attualestato dei rapporti unitari e, specificatamente, quello con la CGIL, valutando sbagliate e criticabili le sceltedi quest’ultima sia in ordine al futuro assetto organizzativo del Corpo nazionale, sia, più gravemente, neirapporti con il precedente Governo, contrassegnati dalla sostanziale assenza di toni critici e di contesta-zioni soprattutto in occasione delle ultime vicende contrattuali.

Ciò premesso il SINALCO-VVF-CISL, preso atto della indisponibilità della CGIL a percorrere la strada,proposta dalla CISL, di costituire un nuovo ed unico soggetto sindacale e verificato che il rapporto unita-rio non può essere inteso come una mera operazione di facciata, è consapevole che il primario interessedei lavoratori impone di ricercare possibilmente un’eventuale convergenza unitaria.

Ciò, per la CISL, significa valutare pragmaticamente fatti e comportamenti per assumere in pienaautonomia le iniziative utili a raggiungere gli obiettivi che saranno comunemente individuati.

Pertanto il Consiglio Generale invita la Segreteria nazionale a valutare la proposta della CGIL-VVF,che, benchè tardiva, coglie l’esigenza, più volte rappresentata dal SINALCO-VVF-CISL, di individuarepossibili e vincolanti posizioni unitarie sulle problematiche che interessano il servizio e la categoria

Infine, il consiglio Generale rivolge un appello agli iscritti al SINALCO-VVF-CISL ed a tutti i lavoratorivigili del fuoco affinchè si oppongano con grande determinazione e mobilitazione al tentativo di abbat-tere il Sindacato e cancellare le conquiste faticosamente raggiunte dai lavoratori attraverso i quesitireferendari, che saranno sottoposti ai cittadini il 21 maggio 2000.

A prescindere dalla valutazione sul ricorso ossessivo di taluni esponenti politici all’istituto del referen-dum abrogativo, che provoca la grave disaffezione dei cittadini all’esercizio del diritto di voto, il Consi-

Consiglio Generale 2000

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capitolo 482 2000

glio Generale giudica inaccettabili e reazionari i progetti tendenti a prefigurare un lavoro senza garanziee tutele, a mettere in discussione l’associazionismo in generale nonchè a costruire un modello di rappre-sentanza politica e parlamentare che non garantisce appieno il pluralismo ed il diritto alla cittadinanza ditutte le istanze della società e del Paese.

A conclusione dei lavori il Consiglio generale ha approvato il bilancio consuntivo 1999 e quellopreventivo del 2000, assumendo nell’interezza le indicazioni programmatiche contenute nella appositarelazione organizzativa-finanziaria. Ha inoltre deliberato la cooptazione dell’ Amico Biagio CARRIERIdel SINALCO-VVF-CISL di Ragusa a membro del Consiglio Generale.

In particolare il Consiglio generale, esprimendo soddisfazione per i dati confortanti che si registranosul versante associativo, ritiene quantomai opportuno per l’immediato futuro favorire ogni utile iniziativafinalizzata all’avvicinamento dei lavoratori non iscritti ad alcun sindacato, che risultano essere una parterilevante della categoria.

Per tali ragioni ed al fine di non arrestare il trend di crescita sul versante associativo, oltre a far propriele sollecitazioni contenute in relazione per una maggior militanza dei propri quadri, il Consiglio Genera-le reputa necessario attuare maggiori iniziative sulla formazione sindacale in materia di contrattazione,sicurezza sul lavoro e proselitismo.

Il Consiglio generale sollecita inoltre la Segreteria Nazionale a rendere operative le scelte indicate inrelazione sulla politica dei servizi a favore degli associati, a completare il progetto di informatizzazionedell’organizzazione ed a continuare nelle iniziative, valutate positivamente, per far conoscere ad ognilavoratore, le proposte del SINALCO-VVF-CISL sui vari temi di interesse della categoria.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’.Roma, 28 aprile 2000

Consiglio Generale 2000 - Tavolo Segreteria Nazionale

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Consiglio Generale 2000

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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Consiglio Generale 2000 - Sandro Orlandi

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CGIL - CISL - UILCOORDINAMENTI E SINDACATO NAZIONALELAVORATORI CORPO VIGILI DEL FUOCO

Roma, 27 settembre 2000

Prof. Giuliano AMATOPresidente del Consigliodei MinistriPALAZZO CHIGI

Dott. Enzo BIANCOMinistro dell’InternoPALAZZO VIMINALE

Le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno chiesto ai responsabili politici in indirizzo di prevedere,nell’ambito della programmazione della legge di bilancio, un congruo adeguamento di risorse per ilCorpo Nazionale dei vigili del fuoco allo scopo di far fronte alle gravissime carenze organiche e finanzia-rie dell’organizzazione antincendi ed al fine di adeguare gli stanziamenti economici per il biennio con-trattuale 2000-2001, alla stregua di quanto definito per altre categorie che operano nel settore dellasicurezza pubblica.

A fronte delle nostre richieste non ci è stato dato modo di apprezzare la risoluzione delle questionirappresentate in particolare quella concernente gli organici, questione per noi prioritaria e non più rinviabilepena la messa in discussione della sicurezza dei cittadini e degli stessi operatori

Per queste ragioni abbiamo deciso la mobilitazione della categoria e il ricorso allo sciopero nazionaledei vigili del fuoco per il giorno 15 ottobre prossimo.

Con successiva nota saranno inoltrate le modalità della protesta sindacale.

F.P. CGIL Nazionale e VVF SINALCO-VVF-CISL UIL -VVFf.to Antonella Morga Pompeo Mannone Franco Giancarlo

LetteraPresidente del Consiglio

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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2001

Capitolo 5

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capitolo 52001 93

Lettera MinistroRoma, 3 gennaio 2001

Dott. Enzo BIANCO On.le Aniello DI NARDOMinistro dell’Interno Sottosegretario di StatoPALAZZO VIMINALE MINISTERO DELL’INTERNO

e, p.c. On.le Gianfranco SCHIETROMA On.le Severino LAVAGNINISottosegretario di Stato Sottosegretario di StatoMINISTERO DELL’INTERNO MINISTERO DELL’INTERNO

TELEFAX URGENTE

Egregio Signor Ministro,nel corso dell’incontro del 21 novembre scorso con CGIL CISL UIL dei Vigili del fuoco apprezzammo

la Sua determinazione a definire urgentemente, oltre alla costituzione dell’Agenzia di protezione civile,la riorganizzazione del Ministero dell’Interno sulla base dei compiti assegnatigli dal D.Leg.vo 300/99.

In particolare prendemmo atto del Suo impegno, più volte manifestato pubblicamente, di costituireun apposito Dipartimento del soccorso e dell’emergenza ove collocare l’attuale struttura antincendi non-ché di dar corso alle opportune iniziative per regolare i rapporti funzionali che devono intercorrere traCorpo Nazionale dei Vigili del fuoco ed Agenzia di protezione civile.

Ad oggi, mentre la formazione dell’Agenzia è pressochè completata, non ci sono noti gli sviluppidelle altre problematiche prima elencate; non conosciamo, infatti, l’ipotesi di lavoro elaborata dal grup-po interministeriale incaricato di studiare la riforma del Dicastero dell’Interno né ci consta sia statoportato a compimento il progetto concernente i rapporti funzionali fra le due strutture che pure la S.V. siera impegnata a farci conoscere prima delle festività.

Tutto ciò, è il caso di sottolinearlo, in un quadro di ristrutturazione che prevede anche il superamentodell’attuale Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e ilconglobamento di talune funzioni svolte attualmente dalla Direzione Generale della protezione civiledel Ministero dell’Interno.

Il mancato raggiungimento degli obiettivi suesposti ed il poco tempo che ci separa dalla prossimalegislatura stanno determinando pertanto le forti critiche della categoria, che pur prendendo doverosamenteatto dell’impegno posto per l’approvazione di talune misure a favore del servizio e del personale nellalegge finanziaria, non ha affatto condiviso, e conseguentemente ci invita ad una decisa azione atta arimuoverli, il metodo ed i contenuti che hanno caratterizzato altri importanti provvedimenti dell’Ammi-nistrazione.

Ci riferiamo in particolare al regolamento concernente il personale volontario del Corpo nazionaledei vigili del fuoco, che non assicura l’auspicata integrazione con la componente permanente ed ilcoerente sviluppo dell’attività di soccorso e protezione del Paese, e, soprattutto, non adegua il caratteredell’attività a quello della generalità del volontariato .

Per sollecitare il superamento delle problematiche prima rammentate siamo quindi costretti ad an-nunciare lo stato di agitazione della categoria e la nostra decisione di riconfermare, in mancanza disoluzioni certe, lo sciopero sospeso per lo stato di emergenza che ha interessato gran parte del Paese.

Distinti saluti.

F.to IL SEGRETARIO GENERALE Pompeo Mannone

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capitolo 52001 95

Il Consiglio Generale del Sindacato Nazionale dei Lavoratori del Corpo nazionale dei vigili del fuocoCISL ( SINALCO-VVF-CISL ), riunito in Roma il 25 e 26 gennaio 2001

APPROVAle relazioni della Segreteria Nazionale sullo stato della situazione politico-sindacale, contrattuale ed

organizzativa;NE ASSUMEi contenuti e gli indirizzi e si impegna a portarli a conoscenza della categoria, delle strutture della

CISL e dei responsabili politico amministrativi del CNVF:ESPRIME SCONCERTO ED INSODDISFAZIONEper la condizione di non chiarezza e di conseguente confusione che si sta generando in tema di

processo di riordino del Corpo nazionale dei vigili del fuoco in un Dipartimento del Ministero dell’Inter-no nell’ambito della riorganizzazione del medesimo dicastero.

L’assenza di elementi di certezza sul modello strutturale e funzionale che dovrà connotare il nuovoDipartimento del soccorso, della prevenzione e della difesa civile, missioni queste che il D.Leg.vo asse-gna allo Stato tramite il Ministero dell’Interno, sottintende, a parere del Consiglio generale del SINALCO-VVF-CISL :

· l’espressione dell’indisponibilità dei responsabili politico-amministrativi dell’organizzazioneantincendi a concertare con le Organizzazioni Sindacali modificazioni organizzative e strutturali che,per il loro spessore, non possono non coinvolgere l’organizzazione del servizio ed i lavoratori;

· il rischio di creare allarmismo e strumentalizzazione tra i lavoratori e di porgere il fianco a chi, perinteressi esclusivamente politici, continua a perseguire l’obiettivo della fuoruscita del CNVF dal Ministe-ro dell’Interno

Per le predette motivazioni il Consiglio generaleIMPEGNALa Segreteria Nazionale ad assumere ogni iniziativa, compreso il ricorso allo sciopero della categoria,

per ottenere:· l’apertura del tavolo negoziale per il confronto sulla riorganizzazione del CNVF nel Ministero

dell’Interno e per verificare le interconnessioni e gli effetti che produrranno sull’organizzazione antincendile ristrutturazioni di altri importanti settori, quali gli Uffici territoriali di Governo;

· la piena valorizzazione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della propria dirigenza nelprocesso riorganizzativo in corso e una vera riforma del servizio, improntata alla ridefinizione dei com-piti e ad un modello che ne garantisca la necessaria autonomia gestionale ed organizzativa;

CONSIGLIO GENERALEDEL SI.NA.L.CO - VVF - CISL

Documento Finaledel 25-26 gennaio 2001

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capitolo 596 2001

· l’emanazione, previo un serrato confronto, del provvedimento che dovrà regolare i rapportifunzionali tra il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco e l’Agenzia di protezione civile, rapporti chedevono essere rispettosi delle competenze istituzionali dei due settori, garantire l’autogoverno del CNVFnella partecipazione all’emergenza, porre in risalto il ruolo dell’organizzazione antincendi nella gestionedel soccorso in caso di eventi calamitosi;

· la profonda revisione delle norma emanate in tema di volontariato VVF attraverso un interventolegislativo che sancisca la natura no-profit dell’attività e mediante disposizioni amministrative o regola-mentari che assicurino la dipendenza gerarchica, organizzativa ed operativa della predetta componenteda quella permanente

Il Consiglio Generale, inoltre, prendendo atto di quanto riferito sullo stato delle trattative relative alsecondo biennio contrattuale ed al contratto integrativo ne sollecita l’accelerazione e la conclusionenonché il raggiungimento del risultato di garantire il maggior riconoscimento professionale possibile allacategoria.

Il Consiglio Generale, pur consapevole della necessità di produrre ogni utile sforzo per conseguire unminimo di unità d’azione delle organizzazioni sindacali confederali, determinante per il raggiungimentodegli obiettivi prima elencati, non può non prendere atto e conseguentemente stigmatizzare l’atteggia-mento contraddittorio ed ambiguo della dirigenza CGIL-VVF, che pur manifestando apparenti convergenzesulle linee politiche e contrattuali del SINALCO-VVF-CISL, all’atto del confronto nel merito delle que-stioni, ripropone soluzioni che appaiono legate più a principi ideologici che a perseguire gli interessi delservizio e della categoria.

Nel dibattito svolto durante i lavori, cui hanno partecipato il Direttore Generale, i rappresentanticonfederali e numerosi dirigenti del CNVF, è intervenuto anche l’Ispettore Generale Capo, oggetto dipesanti critiche per la mancanza di iniziative atte a migliorare l’organizzazione e la qualità del servizioprestato dal Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.

Il vertice tecnico del CNVF, pur ammettendo i limiti della sua azione, determinati da una preliminaree maggior attenzione alle problematiche della periferia e dei rapporti con gli Enti esterni, ha dichiarato dicondividere totalmente le linee politiche-strategiche e rivendicative dell’azione del SINALCO-VVF-CISLe ne ha sottolineato la comunanza con quelle dell’Amministrazione. Si è impegnato quindi a porre inessere le dovute iniziative politiche e progettuali per perseguire gli obiettivi di valorizzazione del Corpoe di miglioramento del servizio.

Infine il Consiglio Generale approva le proposte della Segreteria in ordine alla predisposizione deibilanci ed alla successiva approvazione, cui è delegato il Comitato Esecutivo, ed i regolamenti per losvolgimento del prossimo Congresso Nazionale previsto per la fine del prossimo mese di maggio.

Il Consiglio Generale esprime soddisfazione per la definizione delle iniziative improntate a fornireagli iscritti più adeguati servizi e si impegna a pubblicizzarle tra i lavoratori.

Roma, 26 gennaio 2001

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capitolo 52001 97

ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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Care Amiche ed Amici Congressisti,

dopo i congressi tenuti nei territori e nelle regioni, ci accingiamo a svolgere questi tre giorni diriflessione, dibattito e confronto per indicare insieme le prospettive e le speranze del nostro lavoro comu-ne, per individuare i percorsi ed i modi, utili a soddisfare le esigenze e le aspettative dei lavoratori e perconcorrere al miglioramento del servizio che prestiamo a garanzia della sicurezza del cittadino.

Per eleggere, infine, il gruppo dirigente che avrà l’onore e l’onere di rappresentare e rivendicare gliobiettivi che saranno definiti da questo congresso.

Ci attende pertanto un duro ed esaltante impegno , al termine del quale non dovremo indicare sologli obbiettivi più alti e più squisitamente politici da perseguire, ma individuare anche i punti di sofferenzadel lavorare quotidiano ed i modi per superarli.

Nello slogan di questo Congresso sono racchiuse le tre direttrici principali sulle quali vogliamoincentrare la nostra azione. Con l’indicazione del terzo millennio vogliamo dare il senso del progresso,dell’ammodernamento, dell’avanzamento tecnologico del CNVF, ma nello stesso tempo della culturadell’efficienza, della qualità, della sicurezza sul lavoro della categoria.

Il punto relativo alla professionalità delle operatrici e degli operatori VVF che partecipano ai varicampi di attività del C.N.V.F. assume per noi un duplice significato; allorquando evochiamo il termine“professionisti del soccorso” non ci riferiamo solo, od esclusivamente, al grado di preparazione tecnicoprofessionale che deve interessare tutti noi, che deve costituire patrimonio ed evoluzione culturale eprofessionale. Ci riferiamo anche alla valorizzazione in termini contrattuali e normativi della nostra cate-goria; al suo sviluppo ed alla sua evoluzione nell’ambito di un quadro più generale che riguarda unproblema fondamentale e mai così attuale: quello della sicurezza dei cittadini.

Da questo deriva, in stretta connessione, la questione della collocazione contrattuale dei vigili delfuoco.

E’ sulla base di queste sintetiche premesse che si articolerà questa relazione che svolgo a nome dellaSegreteria Nazionale, insieme ai tratti che caratterizzeranno il bilancio di questi quattro anni di attività ele indicazioni sulle future linee politiche e contrattuali.

E ancor prima di addentrarmi nella analisi più compiuta della condizione politica sindacale gene-rale, voglio ringraziare tutti voi, delegate e delegati, della presenza e della vostra partecipazione, che staa dimostrare l’attaccamento e la militanza alla nostra Organizzazione ed alla CISL, e, soprattutto, lasensibilità alle sorti dei lavoratori e del lavoro.

Basta questo impegno, questa attenzione quotidiana, senza parlare degli altri importanti traguardi

XII CONGRESSO NAZIONALEDEL SI.NA.L.CO. VV.F. - CISLFiuggi, 23, 24, 25 maggio 2001

Relazionedella Segreteria Nazionale

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capitolo 5102 2001

raggiunti, a motivare l’adesione della categoria al nostro Sindacato; ad apprezzare la qualità e la capacitàche esso esprime nel quadro dei valori di autonomia, di solidarietà e di riscatto sociale che sono fonda-mento della CISL.

Desidero altresì ringraziare dell’accoglienza la città di Fiuggi, che ci ospiterà in questi tre giorni e lepersonalità politiche, sindacali, amministrative e tecniche per la loro qualificata ed autorevole presenzaa questi lavori.

Credo di poter dire che la partecipazione di questi gentili Ospiti sia la testimonianza, al di là dei ruolicontrapposti o di competizione che svolgiamo, della fondamentale stima e considerazione della nostraOrganizzazione, delle persone che la rappresentano, del rispetto delle posizioni politiche che esprimia-mo.

La CISL si presenta all’appuntamento dei congressi con la conferma dei valori che l’hanno semprecaratterizzata e resa originale. Questi valori, nello scenario del lavoro attuale, contrassegnato dallaglobalizzazione dell’economia e della società, dal mutamento delle istituzioni e del lavoro, mantengonorinnovata la loro rilevanza e attualità.

Ci riferiamo alla centralità del lavoro e della dignità del lavoratore, ai valori della libertà e dell’auto-nomia del sindacato, al pluralismo come essenza della democrazia , all’organizzazione della CISL comeinsieme di sindacati, alle sue sfide per il cambiamento e per il progresso.

In particolare la CISL riafferma la volontà di porsi come riferimento per la difesa dei diritti e delleconquiste dei lavoratori, per le sfide che sappiano coniugare sviluppo e flessibilità, per il miglioramentodel sistema contrattuale che va adattato alle dinamiche di decentramento territoriale in atto. Per ribadi-re la centralità del lavoro e la salvaguardia del potere d’acquisto dei salari non più garantita dal manca-to rispetto degli accordi sul controllo dell’inflazione e da una strategia imprenditoriale orientata piùverso il profitto e l’abbattimento del costo del lavoro che a politiche di investimento e di sviluppo.

La CISL, insieme a questi principi, mantiene ferme anche le linee politiche che ne hanno contrasse-gnato le strategie e le azioni. Quella della concertazione innanzitutto, senza la quale non saremmo moltoprobabilmente approdati in Europa; quella per favorire lo sviluppo del sud, indispensabile per porre fineall’inaccettabile divario sociale ed economico che si riflette sulla competitività complessiva del Paese;quella della democrazia economica, necessaria a promuovere il pluralismo e la partecipazione nellagestione delle imprese.

Quella, infine, dell’unità sindacale.Su quest’ultimo tema la CISL, come ricorderete, aveva avanzato con grande forza, pur scontando

qualche perplessità manifestata al proprio interno, la proposta di costituire un’unità organica del mondodel lavoro, cioè quella di un Sindacato unico.

Questa proposta è stata rigettata, in particolare dalla C.G.I.L. ed è prevalsa, come è noto,consequenzialmente la linea della competizione, anche dura, tra Confederazioni.

Dobbiamo però ancora perseverare, non perdere cioè definitivamente l’orizzonte di un grande sog-getto politico sindacale anche in considerazione della lenta e graduale integrazione europea. Dobbia-mo necessariamente ricercare, per gli interessi generali dei lavoratori e di quelli che ancora sono senzalavoro un nuovo modello di unità, coscienti delle nostre diverse storie e dei nostri diversi modi diintendere il Sindacato.

Tale obiettivo, come ha acutamente osservato il nostro Segretario Generale Savino Pezzotta, “saràperseguibile nella misura in cui tutti abbandoneremo la convinzione che il rispettivo modello di esseresindacato debba essere quello da imporre agli altri e ci faremo tutti interpreti dell’essere vero delsindacato: quello di rappresentare gli interessi autentici delle lavoratrici e dei lavoratori ”.

Amiche ed Amici, i temi complessi appena delineati, non possono non riflettersi sulla nostra azione a breve ed a medio

termine, sulle iniziative che assumeremo in relazione alla riforma ed all’organizzazione del nostro setto-re, sulle opzioni contrattuali che rivendicheremo, sul rapporto che avremo con gli altri partners confede-rali.

Siamo ormai al day – after le elezioni politiche, che hanno visto prevalere lo schieramento dellaCasa delle libertà.

Come cittadini prendiamo atto di questa vittoria legittima, resa ancor più rilevante dal meccanismo

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del sistema maggioritario che ha sbaragliato le piccole formazioni e che non ha trovato quelle correzioniche pure erano state richieste a garanzia di un maggior pluralismo democratico.

Come lavoratori e come sindacato aspettiamo il prossimo Governo alla prova sul campo.E lo giudicheremo da quello che saprà fare sulla concertazione ed i contratti e dalle scelte sulla

politica dei redditi, di sviluppo e dell’occupazione; della disponibilità che saprà manifestare nel rapportocon il Sindacato e le rappresentanze sociali.

Abbiamo vissuto una campagna elettorale caratterizzatasi per la virulenza dello scontro, per ladenigrazione e la demonizzazione del rispettivo avversario. In particolare per la totale assenza “dell’eti-ca del conflitto”, della passione civile, del confronto democratico da cui deriva prevalentemente l’allon-tanamento del cittadino, dei giovani in particolare, dall’impegno politico e dalla partecipazione allademocrazia del Paese.

A questa preoccupante condizione si aggiunga il deleterio orientamento verso la cultura e la modadell’individualismo, lo scadimento dei valori della solidarietà e della fratellanza, la tendenza, sostenutada qualche irresponsabile, a sentimenti di intransigenza ed intolleranza.

Non basta; nel corso della campagna elettorale appena conclusa abbiamo assistito a fenomeni poli-tici ed a polemiche all’interno degli schieramenti senza precedenti per virulenza e gravità.

Uno di questi ha riguardato il distacco che la polarizzazione della competizione elettorale ha deter-minato tra rappresentanti e rappresentati. Abbiamo assistito tutti al balletto delle candidature, imposte aprescindere dal radicamento del candidato nel territorio, sopra la volontà degli elettori e senza esercitarequindi quel minimo di esercizio democratico che pure sarebbe stato doveroso oltre che opportuno.

L’altro, di ben diversa rilevanza, è stato l’espandersi del dibattito politico oltre i confini nazionali. Allaglobalizzazione dell’economia e dei mercati è seguita una sorta di globalizzazione della politica, anchese le polemiche e gli scontri non hanno riguardato tanto la competizione elettorale, quanto, invece unodei problemi più etici e delicati ancora in essere nel nostro Paese: quello dell’intreccio e della contiguitàtra interesse economico ed esercizio di governo che deve rapidamente essere superato per l’interessegenerale del Paese.

Non merita particolari ed ulteriori commenti oltre a quelli già letti o sentiti la gravissimadisorganizzazione manifestata dalla macchina elettorale.

Credo che i cittadini che hanno subito pesantissime code ai seggi e tanti disagi soprattutto nellegrandi città meritino davvero l’appellativo di cittadini esemplari per il grande attaccamento dimostratoall’esercizio democratico del diritto al voto.

Le preoccupazioni e le considerazioni espresse poc’anzi hanno permeato il dibattito congressualedella nostra Confederazione a tutti i livelli.

La CISL, attenta alle proprie tradizioni di rispetto nei valori democratici e di profonda adesione versoun modello che sappia coniugare in modo solidale i bisogni individuali con la società, ha lanciato unaccorato invito a ritornare alla politica quale confronto civile, quale conflitto orientato alla alta media-zione ed al rispetto dei diversi interessi e posizioni.

Nell’interpretare questo diffuso bisogno di ritorno ad una vera fase di leale confronto, anche all’inter-no del Sindacato, esprimiamo anche noi la speranza che si ritorni ad una stagione in cui il confrontoavvenga nella correttezza, nella libertà e nella partecipazione di tutti i cittadini. Questo nell’interesse delPaese e della democrazia.

Con analoga correttezza e responsabilità valuteremo l’operato del nuovo Governo che si sta insediando.Dai fatti e in piena autonomia.

E’ infatti nostra tradizione giudicare senza pregiudizi e condizionamenti, senza strumentalizzazioneo per partito preso.

Non abbiamo nascosto le nostre critiche al governo uscente ed ai precedenti ogni qualvolta hannomesso in atto comportamenti da noi giudicati sbagliati.

Non abbiamo lesinato giudizi positivi allorquando il medesimo Esecutivo ha assunto, a parere nostro,decisioni condivisibili e utili per il servizio e per la categoria.

Cito, esemplificando, la questione relativa al diritto di sciopero dei vigili del fuoco ed i risultati,sicuramente insufficienti ma ugualmente apprezzabili, raggiunti sul piano del potenziamento organico etecnologico del Corpo.

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Sul primo aspetto dobbiamo registrare una grande contrarietà e profonda delusione.Intendiamoci: noi condividiamo la necessità di regole pattizie che, in caso di conflitti sindacali garan-

tiscano i diritti degli utenti; siamo infatti una delle prime categorie ad aver adottato un codice diautoregolazione in caso di sciopero.

Ma non possiamo accettare la decisione di negare ai vigili del fuoco il diritto costituzionale di effet-tuare lo sciopero negli aeroporti. Eppure questo diritto ci è stato negato, e ci è stato negato da un Governodi centro sinistra, specificatamente dall’ex Ministro diessino Burlando che ha imposto l’esercizio deltrasporto aereo anche in caso di sciopero dei VVF nelle sedi aeroportuali.

Come dire : il Ministro è parso più attento agli interessi commerciali delle compagnie che rispettosodei principi sanciti dalla carta costituzionale o coerente con le garanzie democratiche che pure il Gover-no di cui ha fatto parte aveva assicurato.

E non sono valse, allora, le giuste rimostranze della nostra Amministrazione e del Ministro dell’Inter-no dell’epoca, né sino ad ora, la nostra disponibilità a convenire soluzioni che armonizzino diritto allosciopero e diritto alla circolazione del cittadino, quali quelle di legare la sospensione del traffico aereoalla rappresentatività dei sindacati che proclamano lo sciopero.

LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONEE LA RIORGANIZZAZIONE DEI MINISTERI.Di contro abbiamo sempre dato atto ai responsabili politici del nostro Ministero, al Governo ed al

Parlamento, dei passi avanti raggiunti in relazione all’adeguamento organico e finanziario del CNVF.Pur consapevoli, infatti, che le carenze della nostra organizzazione sono annose e derivano da una

scarsissima sensibilità dei responsabili politici susseguitisi alla guida dell’Interno, forse anche da unatimida rappresentazione delle esigenze da parte dei responsabili amministrativi e tecnici della nostraDirezione; sebbene cioè consci dell’insufficienza delle misure adottate, non possiamo disconoscere glisforzi compiuti in termini di adeguamento organico, finanziario ed anche contrattuale.

Per ritornare al concetto prima espresso non siamo, cioè, tra quelli che hanno ancora nel loro DNA lacultura del “Governo amico “, ovvero condividono comunque la linea politica dello stesso Governosenza considerare se essa faccia o meno gli interessi dei lavoratori.

Non ci ritroviamo con coloro che predicano il “tanto peggio, tanto meglio”, o ancora, con quelli cherispondono alle proposte con i falsi allarmismi e le strumentalizzazioni, dando dimostrazione di un’one-stà concettuale di basso profilo e di una vocazione a ritenere la verità e la ragione un proprio diritto da farvalere con ogni mezzo.

Siamo invece tra quelli che, seppur accusati di tradizionalismo o fors’anche di essere reazionari,abbiamo lottato e raggiunto un grande risultato: che il servizio sociale svolto da tutti voi a salvaguardiadella sicurezza della gente rimanesse tale, assicurato a tutti i cittadini, di caratteristiche uniche edomogenee in ogni territorio.

Per queste ragioni, pressoché soli ed in compagnia della UIL e di quelle forze politiche che restanoancora attente ad un minimo di equilibrio fra la “devolution” che oggi va tanto di moda e le garanzie deiservizi primari al cittadino, abbiamo contribuito al risultato di vedere confermata la struttura del CorpoNazionale dei vigili del fuoco, la sua unicità, la presenza nel Ministero dell’Interno. In una parola lasopravvivenza del Corpo, delle sue tradizioni, del suo essere vicino al cittadino possibilmente inogni parte del territorio.

E’ così fallito il tentativo di snaturare l’essenza stessa della nostra organizzazione, di relegarla a brac-cio operativo di una struttura ancora oggi indefinita, che dovrà dimostrare sul campo la propria affidabilitàe dissipare i dubbi insorti anche nella gestione della missione umanitaria nei Balcani.

E’ fallito il tentativo di trasferire il Corpo alla dipendenza dei governi locali, ipotesi questa che potreb-be anche apparire suggestiva, ma che sottintende concetti antitetici alla nostra cultura solidaristica ed alvalore intrinseco della socialità del nostro servizio pubblico di primario interesse per i cittadini : quello didifferenziarlo secondo le scelte dei governi locali , quello di migliorarlo o renderlo più efficiente sullabase della ricchezza del singolo territorio o della capacità contributiva del cittadino.

E’ stato quindi saggio stabilire che funzioni del soccorso pubblico, della prevenzione incendi e quelle

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che le leggi attribuiscono al CNVF siano restate di pertinenza dello Stato, che le esercita tramite ilMinistero dell’Interno.

Certo, il lavoro, l’impegno a volte superiore alle nostre forze, le iniziative sindacali messe in campoper ottenere gli scopi raggiunti con le norme contenute nel Decreto Legislativo 300/99 potevano essererisparmiati se, al momento della definizione dei compiti che sarebbero rimasti di competenza dello Statoe di quelli che sarebbero stati trasferiti alle competenze delle Regioni, il Governo, il Parlamento ed ancheil Sindacato fossero stati più accorti e lungimiranti.

Se cioè all’atto della definizione della norma primaria fosse stato previsto, senza ombra di dubbio,che nel concetto di sicurezza pubblica rientrassero anche le attività dello Stato mirate alla salvaguardiadella sicurezza del cittadino in senso lato; quindi anche quelle relative alla sicurezza dai rischi e allatutela dell’incolumità in caso di eventi imprevedibili.

Ebbene questo non è accaduto anche perché sia il nostro Sindacato che la Confederazione sono statisostanzialmente esclusi dal confronto che ha preceduto, a cavallo del ‘96 ’97, l’emanazione della Legge59/97, nota come Legge Bassanini.

Non a caso, relativamente alla specifica attività svolta dal C.N.V.F., ci si è barcamenati in soluzionilegislative confuse e contraddittorie; non a caso la recente legge sul federalismo, pur se le attività disoccorso pubblico sono confermate alla Stato, prevede in materia di protezione civile, di cui il soccorsotecnico è cardine, la possibilità di intervento sussidiario delle regioni.

Non a caso assistiamo ad iniziative che vedono i Comuni attribuirsi indebitamente ed illegittimamen-te funzioni e compiti che spettano allo Stato.

Dai contenuti dei provvedimenti emanati emerge quindi una confusione, talvolta una sovrapposizionedi competenze ed un quadro non chiaro della ripartizione dei compiti tra Amministrazioni centrali eperiferiche.

Per tali ragioni abbiamo chiesto fossero emanate le necessarie direttive. Specificatamente quelle chedevono regolare i rapporti tra C.N.V.F. ed Agenzia di protezione civile, e tra C.N.V.F. e regioni ed autono-mie locali sia riguardo alle attività di protezione civile ed alla estinzione degli incendi boschivi su cuiritorneremo successivamente.

Congresso Nazionale Fiuggi 2001 (Francesco Berardino e Pompeo Mannone)

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Amiche ed Amici congressisti,lo scenario richiamato, per l’intrinseca complessità, oltre alle dinamiche politiche che lo hanno

caratterizzato, non appariva inizialmente foriero di soluzioni corrispondenti alle nostre impostazioni edagli obbiettivi politici del SI.NA.L.CO. – VV.F. - C.I.S.L.

Anche per questo la soluzione alle problematiche, e qui diamo doverosamente atto ai responsabilipolitici ed amministrativi del Ministero dell’Interno, deve essere valutata positivamente, addiritturaannoverata tra gli eventi che hanno caratterizzato la lunga storia del Corpo Nazionale dei vigili delfuoco.

IL DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE.I RAPPORTI FUNZIONALI TRA IL C.N.V.F. E L’AGENZIA DI PROTEZIONE CIVILE.

Non è il caso di ritornare, perché note, sulle cronache che hanno caratterizzato la definizione dellariorganizzazione del Ministero dell’interno e sul famoso articolo 6, concernente la nuova struttura chedovrà delineare soprattutto il funzionamento del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco.

E’ però il caso di dedicare un minimo di riflessione sul risultato politico acquisito che, facendogiustizia di strumentali mistificazioni e populistiche rivendicazioni ha letteralmente sconvolto un assettoorganizzativo palesemente insufficiente sul piano funzionale ed amministrativo ma profondamente radi-cato e, come tale, difficile da rimuovere.

Per questo pervenire ad una soluzione che elevasse il rango del vertice del Corpo Nazionale e dellaDirigenza tecnica a responsabili delle attività operative, finanziarie ed amministrative nonché quelledella gestione del personale e che superasse la diarchia esistente nella Direzione Generale;

arrivare a raggiungere il traguardo, storico, dell’inizio di un processo che assicuri al C.N.V.F. unareale autonomia

è un risultato che solo chi non ha memoria storica, solo chi non ricorda vent’anni di lotte dellacategoria, solo chi auspicava il contrario o solo chi era interessato al proprio “particulare”, può sottovalu-tare e millantare come una vittoria del potere prefettizio o della bieca burocrazia dell’apparato ministeriale.

Per sminuire la portata l’esito di questi fatti si sono evocati scenari da guerra atomica, militarizzazionidel personale, digressioni sul concetto di difesa civile del tutto gratuite e strumentali.

Non si sono apprezzati, scorrettamente, i passi avanti compiuti nella definizione del provvedimento,inaccettabile nella prima stesura, ma poi coerente e rispondente alla necessità di migliorare il servizio edai nostri suggerimenti tesi a far avanzare in termini significativi l’impianto. E’ vero; nel provvedimentonon è indicato in modo esplicito che il Capo del Corpo sia anche il Capo del Dipartimento, ma non ènemmeno escluso e non è detto che non lo possa essere. La garanzia sta nel fatto che noi continueremoa lottare per completare il progetto! Ed anche su questo misureremo la volontà del nuovo Esecutivo.

La verità vera, care Amiche e cari Amici Congressisti, è che l’impianto approvato dal Consiglio deiMinistri ha in un certo qual modo “rotto le uova nel paniere” a chi prefigurava e prefigura ancora soluzio-ni organizzative diverse da quelle indicate dal D.Leg.vo 300/99.

Essi sono i soliti noti: il professor Barberi ed gli amici della C.G.I.L.- F.P. e qualche occasionale eopportunista compagno di viaggio.

Coloro i quali , sull’onda del leit-motiv del trasferimento dei poteri non avevano prima nascosto gliorientamenti a cancellare il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e poi ripiegato sull’inglobamento delCorpo nell’Agenzia.

Le speranze che prevalesse tale strategia erano così consistenti da farli entrambi avventurare nel giocodi prestigio, poi miseramente fallito, di far diventare, nell’arco di una notte un soldato, generale.

Un Capo - squadra – dirigente generale!La verità è che, allorquando nel testo del provvedimento non solo si enunciano i concetti prima

espressi, ma si prevede che la vigilanza ed il controllo sull’operato dell’Agenzia lo espleti, per conto delMinistro, il Capo del dipartimento dei vigili del fuoco, si disarticola un progetto politico, elaborato a suotempo contro la CISL e - lasciatemelo dire - contro la categoria, che prevedeva l’asservimento della nostraorganizzazione alla neo struttura dell’Agenzia, allo scopo di dare alla medesima Agenzia quel “peso”,quella consistenza che oggi è limitata all’emanazione di indirizzi ed all’azione di coordinamento delle

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varie strutture che operano nel sistema di protezione civile per poterne giustificare la costituzione.In poche parole l’obiettivo di costoro era quella di costruire una struttura le cui funzioni non fossero

circoscritte a impulso guida e coordinamento delle organizzazioni che concorrono al servizio, ma divera e propria gestione dell’Organizzazione Antincendi, che in siffatta ipotesi avrebbe persoirrimediabilmente il proprio potere di autodeterminazione ed autogestione. Non a caso, nel periodo didiscussione del provvedimento osservammo provocatoriamente perché, all’interno dell’Agenzia, nonfosse previsto l’accorpamento di altri importanti settori che pure concorrono a tale scopo nel sistema,come ad esempio i Servizi Tecnici, le Agenzie per la protezione dell’ambiente, le Autorità di bacino oaddirittura i Corpi dello Stato.

Non è un caso che con la stessa forza con la quale abbiamo sostenuto la creazione del Dipartimentodei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile che vedesse la piena responsabilizzazionedella parte tecnica del C.N.V.F., abbiamo rivendicato a più riprese, ed anche stavolta senza l’apporto edil sostegno della CGIL, l’emanazione di disposizioni che chiarissero i limiti e gli ambiti del rapporto “ didipendenza funzionale “ del C.N.V.F. dall’Agenzia di protezione civile, non essendo riusciti, al momen-to della predisposizione del D. Leg.vo 300/99, a cancellare l’impropria e pericolosa definizione.

Vedete, care Amiche ed Amici,anche su questo aspetto la nostra insistenza per ottenere chiarezza e regole di comportamento nella

gestione di due importanti settori dello Stato, oggi dello stesso Ministero, non è stata determinata dalsottinteso scopo a chiuderci nel nostro guscio o dal voler ignorare le novità che attraversano il Paese, lasocietà e le istituzioni. Oppure a non considerare che l’accezione stessa di servizio di protezione civilesignifica lavoro comune, collaborazione disponibilità e solidarietà ad operare congiuntamente agli altri.

E’ stato, al contrario, finalizzato ad evitare la riproposizione di due problemi endemici; l’uno, tuttopolitico, sta nella constatazione che l’assenza di regole, la mancata individuazione degli ambiti e limiti dicompetenza delle due strutture potesse causare debordanti “invasioni di campo” non evitabili, comepure si è cercato di sostenere, con il buon senso o con il ricorso al metodo del “vogliamoci bene”.

L’altro sta nella considerazione che l’azione sinergica deve perseguire gli obbiettivi di migliorare laqualità del servizio e l’efficienza della fondamentale funzione del soccorso in caso di emergenza; deveevitare confusioni e sovrapposizioni organizzative o dispute sui livelli e le responsabilità di direzione ecoordinamento. D’altra parte, quanto detto non è una rivendicazione sindacale. E’ una delle direttive cheil Governo ha emanato in materia di riorganizzazione dello Stato e dei Ministeri.

Se questo è, come non ricordare il modo con cui fu gestita la nostra Organizzazione nel corso delleultime emergenze che hanno colpito il Paese?

Come non rammentare il senso dato a questo cosiddetto “rapporto di dipendenza funzionale”, inter-pretato da qualcuno come licenza di utilizzare il C.N.V.F. a proprio piacimento e riproponendo nellasostanza la medesima logica dell’assorbimento nell’Agenzia o nel Dipartimento di protezione civile cheil Governo ed il Parlamento avevano rigettato ?

Chi non ha visto nella gestione delle emergenze un inclinazione più politica che mirata all’efficaciaed all’economicità dell’intervento della Pubblica Amministrazione?

Chi può dimenticare le unilaterali iniziative assunte da Barberi, forte della doppia funzione di Sotto-segretario all’Interno e di responsabile della protezione civile e con la compiacenza di qualche nostrodirigente tecnico nella formazione dei sedicenti “disaster managers” o nella previsione nell’ordinarietàdelle sale operative miste?

Come ignorare, infine, le polemiche intervenute sull’utilizzo improprio della nostra struttura a sosti-tuzione od a surroga delle competenze di altri settori pubblici, vedi le convenzioni per le eliambulanzee lo strumentale utilizzo delle associazioni del volontariato contro chi, come noi, aveva denunciatoepisodi di clientelismo e di lassismo ?

O forse dovevamo tacere allorquando sono stati inviati in Umbria gruppi di sommozzatori volontaripiemontesi oppure quando nell’alluvione della Val d’Aosta sono stati mandati i volontari di Cuneo,mentre i vigili permanenti, richiamati in servizio, aspettavano di essere impiegati?

Ecco, sono queste in sostanza le ragioni che ci hanno portato a chiedere testardamente prima ilconfronto con i responsabili tecnici ed amministrativi della direzione, e poi l’emanazione del provvedi-

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mento da parte del Ministro.D’altra parte la richiesta, anche se supportata prevalentemente dal nostro Sindacato nell’indifferenza

quasi generale, non faceva che seguire la previsione del legislatore, che all’interno dell’articolato dellaLegge 225/92, rinviava a successive procedure la disciplina delle forme di collaborazione tra le struttureoperative nazionali ed il Servizio di protezione civile.

Devo dire in proposito che il lavoro fatto, anche se perfettibile, risponde alle esigenze di chiarezzamanifestate ed è la dimostrazione del ruolo positivo svolto dalla dirigenza amministrativa e tecnica cheha partecipato alla sua stesura. Ruolo che va quindi apprezzato ancora di più in considerazione dellenon poche difficoltà incontrate nella definizione.

Difficoltà ed intralci, Care Amiche e Cari amici, largamente messi in conto e posti in campo da chinon aveva interesse a chiedere l’ordine delle cose, posto che, in precedenza era abituato a fare il bello edil cattivo tempo:

mi riferisco al professor Barberi, oggi Direttore dell’Agenzia, ieri responsabile politico del CorpoNazionale e del Servizio di protezione civile.

Paradossalmente ritengo comprensibili e giustificabili, dal suo punto di vista, le resistenze a definireun minimo di sistema convenzionale proprio per il fatto che dal medesimo le regole erano state sempredisattese.

Non giustifico, però, né accetto che in quanto dirigente dello Stato, ruolo oggi rivestito, intervengaindebitamente nell’iter amministrativo del regolamento concernente il riordino del Ministero dell’Inter-no e del Dipartimento dei Vigili del fuoco.

Per essere chiari fino in fondo:se corrispondesse al vero la notizia che Barberi abbia presentato al Consiglio di Stato proprie osserva-

zioni al testo del provvedimento elaborato dal Ministero ed approvato dal Consiglio dei Ministri il23 febbraio scorso ci troveremmo di fronte ad una impropria, oltre che grave ingerenza, che il Ministronon può e non deve ignorare.

Ritornando al contenuto della direttiva possiamo dire che essa coglie sostanzialmente le esigenzerappresentate, non solo dal sindacato, e delinea un quadro che prevede:

- l’utilizzo del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco in coerenza con i compiti di protezione civileche gli sono attribuiti, con la considerazione che il C.N.V.F. ha anche la responsabilità di rispondere alleistanze di sicurezza ordinarie del cittadino, perdippiù avvalendosi di risorse sottodimensionate rispetto aibisogni;

- la valorizzazione del C.N.V.F. attraverso la partecipazione alle fasi di prevenzione e dipredisposizione dei piani di emergenza ed il coordinamento delle attività di soccorso tecnico urgentenella prima fase dell’emergenza;

- il mantenimento della piena autonomia gestionale ed amministrativa in caso di concorso alleoperazioni;

- la considerazione, all’interno delle ordinanze, dei contributi necessari al C.N.V.F. per l’impegnostraordinario prestato nelle emergenze in termini di personale e mezzi.

Non va infine sottovalutato l’aspetto che coinvolge il Corpo nell’attività di informazione alle popola-zione sui rischi presenti sul territorio e in quella di formazione al personale incaricato, cioè a quell’ampiagamma di Associazioni di volontariato che operano a sostegno dell’intervento pubblico.

IL VOLONTARIATO ED I VIGILI DEL FUOCO, IL VOLONTARIATO DEI VIGILI DEL FUOCO.Amiche ed Amici,non poteva mancare in questa relazione un richiamo alle varie vicende che in tema di volontariato si

sono succedute durante questi ultimi quattro anni di attività sindacale della categoria.Non poteva mancare da un lato perché sul fenomeno sia esterno che interno alla nostra organizzazio-

ne avevamo elaborato una precisa posizione e rivendicazione; dall’altro perché la vastità del medesimofenomeno, il suo impatto sulla società e sulla politica, il suo coinvolgimento in importanti operazioniumanitarie nazionali ed estere impone una riflessione certamente non esaustiva, ma più matura e consa-pevole.

In questo quadro non ci sottrarremo dal fare il punto sulle vicende del volontariato di casa nostra,

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meno rilevanti ma più a cuore alla nostra gente per il contatto e le ricadute dirette sul servizio e suilavoratori.

Deluderemo certamente i nostri avversari e detrattori o coloro che ci attribuiscono la vocazione aremare contro il volontariato, ma continuiamo ad affermare che siamo per il volontariato, siamo per lasolidarieta’, siamo per una societa’ moderna che faccia tesoro ed utilizzi al meglio il sostegno ed il lavoroche il cittadino fornisce gratuitamente per assistere ed aiutare il prossimo.

Siamo per questi valori che sono a fondamento di una società solidale e fanno parte del DNA dellaCISL. Siamo per favorire e sostenere questa importante risorsa, consapevoli dei limiti dell’intervento dellostato sociale. Siamo però, nello stesso tempo, contro l’ulteriore riduzione del welfare-state, che sarebbela fine delle tutele elementari, la definitiva condanna dei deboli e degli emarginati.

Ma siamo anche per un volontariato che fornisca un apporto qualificato, che integri le strutture depu-tate ad erogare i servizi, che non si ponga in competizione o addirittura in contrapposizione con i lavora-tori che operano nelle amministrazioni.

Che si metta a disposizione con lo stesso spirito di servizio che ha determinato la scelta di manifesta-re solidarietà; che non persegua primati od egemonie; che utilizzi la grande considerazione della societàe delle forze politiche non per sostenere l’obiettivo di diventare parte alternativa al pubblico, ma dimigliorare le condizioni legislative utili a favorire la propria crescita e lo sviluppo dell’attività altamentemeritoria che si presta.

Siamo in sostanza per un volontariato complementare e funzionale alle attività che espletano leamministrazioni pubbliche, non per un volontariato raccogliticcio ed inefficiente per il quale la richiestadi autonomia organizzativa e gestionale non si traduce con l’integrazione, ma con la separazione el’inevitabile conflitto.

Siamo per un’attività del volontariato regolata e regolare come abbiamo cercato di spiegare inutil-mente all’Amministrazione nel corso del defatigante, infruttuoso ed offensivo confronto che abbiamosvolto sul Regolamento dei volontari vigili del fuoco.

Uso non a caso il termine offensivo, perché vergognoso è stato l’esito della vicenda, ridicole le inno-vazioni introdotte, anacronistico l’impianto normativo ed organizzativo definito, grave la decisione diignorare le proposte che il Sindacato aveva presentato.

Congresso Nazionale Fiuggi 2001 (Tavolo Presidenza)

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Ma come si può pensare, e mi rivolgo specificatamente ai responsabili politici, amministrativi e tecni-ci della nostra organizzazione, di subire le angherie di chi, a dispetto di un minimo di organicità, senzasentire il dovere di utilizzare oculatamente le risorse pubbliche, mortificando il parere dei dirigenti tecni-ci che operano sul territorio, impone la scelta di dove allocare un insediamento del C.N.V.F., permanenteo volontario che sia ?

Come si può accettare la creazione di un corpo dei vigili del fuoco volontari alternativo e concorrentea quello permanente, svincolato da un pur minimo collegamento organizzativo con i Comandi provin-ciali?

Come si può giustificare la artificiosa creazione di talune figure professionali (Funzionari, Capo repar-to) quando i presidi volontari sono assimilabili ad una unità operativa di base?

Come si può accettare ancora la condizione di retribuire le prestazioni del volontariato VV.F. fuoridalle circostanze previste dalla legge?

Forse questa prassi sarà certamente gratificante per chi si arroga ancora il ruolo di rappresentanza deivolontari VVF, ma è sicuramente umiliante per coloro che prestano la propria opera scevri da ogniinteresse ed animati da spirito di appartenenza alla nostra organizzazione, imbarazzante per i dirigentiche devono compiere un atto, a nostro avviso, illegittimo; antitetico allo spirito di no - profit che costitu-isce l’essenza stessa del volontariato.

Care amiche ed Amici Congressisti,le problematiche prima ricordate, che peraltro facevano parte della relazione del precedente Con-

gresso ed il cui sviluppo avete vissuto giorno per giorno non possono continuare a occuparci in modoindefinito senza che si intraveda una conclusione chiara e duratura nel tempo.

I correttivi operati in corso d’opera, con la circolare del Sottosegretario Schietroma prima e con lasuccessiva disposizione organizzativa della Direzione poi, volte in particolare a disciplinare il rapportogerarchico tra le due componenti, possono ancora prestarsi a gestioni ed interpretazioni, non pongonofine alla diatriba in atto, rischiano anche di allontanare i volontari dalla categoria.

Fanno indirettamente il gioco di chi, nel territorio, si vuole sostituire illegalmente al CNVF nell’attivitàdi soccorso tecnico urgente alla cittadinanza.

Occorre quindi chiudere il cerchio, e su questo obbiettivo chiamiamo in causa:- la parte amministrativa della direzione, che obiettivamente su questo tema non ha brillato per

pragmatismo e senso di ammodernamento;- la dirigenza tecnica del C.N.V.F., che è apparsa supina se non complice di una gestione politica e

non organica del fenomeno;- gli Amici volontari con i quali l’assenza di un confronto organico ha causato equivoci ed ha

determinato lo strumentale utilizzo contro chi, come noi, reclamava e reclama il superamento di ambi-guità ed incomprensioni.

La sfida che ci sentiamo di lanciare è quella di pervenire ad una revisione normativa e regolamentaredell’attività svolta dai volontari VVF che presupponga un progetto di sviluppo condiviso, elaborato suparametri che tengano in considerazione il potenziale rischio del territorio; che eviti la contiguità degliinsediamenti permanenti e volontari; che si fondi sulla razionalità del servizio e sull’armonizzazione dellavoro delle due componenti.

Occorre arrivare inoltre ad una nuova regolamentazione del volontariato che superi le tipologie pro-fessionali introdotte e che ponga fine alla classificazione prevista ( mi riferisco agli elenchi A e B ).

Nel contempo è necessario porre in essere regole più snelle e non onerose per l’iscrizione nell’albodel volontariato VVF e snellirne le procedure amministrative, con un marcato decentramento delle prati-che burocratiche.

Bisogna predisporre un provvedimento legislativo che superi le leggi anacronistiche vigenti in materiaed applicare al nostro volontariato VVF ed alle associazioni cui aderiscono le norme ed i benefici previstiper il volontariato in generale.

Preliminare a questo è l’affermazione del carattere no-profit del volontariato VVF e la conferma, anzil’allargamento, delle tutele previste relativamente alla garanzia del posto di lavoro e alla assicurazionecontro gli infortuni e le infermità derivanti da causa di servizio.

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Ecco, è questa la provocazione che intendiamo mettere in campo. Siamo infatti convinti che la diasporaeterna non paghi nessuno e si rifletta poi negativamente sul soggetto più indifeso ed estraneo alla contro-versia : vale a dire sul cittadino.

Auspichiamo che in questo confronto sapranno prevalere la ragione e la disponibilità a recedere daatteggiamenti di natura corporativa. Auspichiamo, soprattutto, che la doverosa soluzione del problemanon sia influenzata da interferenze e da dinamiche politiche che niente hanno a che fare con il servizioche tutti insieme, permanenti e volontari, prestiamo a tutela della sicurezza del Paese:

la sicurezza quale diritto fondamentale del cittadino, la sicurezza quale servizio primario che lo statodeve assicurare. la sicurezza intesa nel senso globale del termine, cioé come previsione, prevenzione,protezione.

Care Amiche, Cari Amici, Colleghi congressisti,non sono mancate, nel corso del dibattito pre elettorale, polemiche e scontri feroci anche su questa

materia, alimentati anche dalla recrudescenza del fenomeno terroristico sul quale è stata fatta qualcheimprovvida improvvisazione e dette parole in libertà.

Questo dibattito ha messo al centro la sicurezza del cittadino dagli episodi di criminalità, spessoaddebitati quasi per convenzione agli immigrati che popolano il nostro Paese, ha prodotto specifici pro-getti per futuri provvedimenti legislativi, ha marcato infine la sostanziale volontà degli schieramenti poli-tici a mantenere la competenza in materia di sicurezza allo Stato. Escludiamo da questi ultimi gli irridu-cibili, che evocano ancora improbabili ma, ahimé, non impossibili scenari con forze di sicurezzaregionali o comunali.

Ho voluto fare questo richiamo per trattare, anche perché la circostanza ce lo impone, un altro temache, volenti o nolenti, dobbiamo affrontare insieme, responsabili politici e responsabili sindacali. Temaperaltro ineludibile perché al termine dell’anno in corso dovrà porsi mano alla revisione dei comparticontrattuali; e la revisione del nostro comparto, quello delle aziende, è praticamente in atto per l’elemen-tare considerazione che il comparto non c’è più.

Morale: i vigili del fuoco devono trovarsi un’altra casa, una diversa aggregazione. Allo scopo, aggiun-giamo noi, di valorizzarne il potere contrattuale, di favorirne le tutele, di aumentarne le retribuzioni.

In una parola al fine di riconoscere debitamente – e sottolineo debitamente - la professionalità, laspecificità lavorativa, la particolarità dell’attività che essi prestano.

Tutto questo in un quadro che salvo sconvolgimenti, dovrebbe confermare allo Stato ed ai ministeri lecompetenze in materia di sicurezza, in un ambito che dovrebbe ribadire la ripartizione funzionale defi-nita dai provvedimenti legislativi di riordino delle amministrazioni, in uno scenario di conferma dellanostra organizzazione nel Ministero dell’Interno.

Condizione che unita alla considerazione della similitudine di status e di affinità lavorative ci avvicinasempre più, auspicando anche prossimi passi avanti nella piena sindacalizzazione delle forze di polizia,al cosiddetto “comparto sicurezza”.

Ricorderete, Care Amiche ed Amici Congressisti, come questo problema abbia creato uno deifossati più profondi con gli amici della C.G.I.L. Le differenze in ordine ai processi di riassetto dei ministerie anche la sostanziale ed arrogante scelta di autoisolamento di quella organizzazione hanno fatto il resto,portandoci ad uno stato di incomunicabilità totale.

Ebbene, questa contesa non ha visto prevalere la nostra linea. Quindi non abbiamo colto uno degliobiettivi che pure ci eravamo prefissi già in diversi precedenti congressi.

Quando dico che la disputa non ci ha visto vincenti non mi riferisco però alla vittoria della ragione;mi riferisco al fatto che, nelle circostanze che precedevano la decisione sulla scelta del comparto non haprevalso la democrazia o, come si suol dire, la maggioranza.

Ha prevalso il niente di fatto, la non scelta, l’immobilismo.Ha prevalso l’interesse, giustificato o meno, di una singola organizzazione a scapito dell’interesse

manifestato dai lavoratori.E’ accaduto in sostanza quello che sta avvenendo in quest’ultimo periodo nel panorama generale: un

accordo non si firma se non è disponibile la C.G.I.L., come se fosse la depositaria esclusiva della ragione.Tralascio di ricordare su quest’aspetto della confluenza nel comparto sicurezza le strumentalizzazioni

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e le forzature politiche messe in atto per arginare le nostre argomentazioni che erano e restano semplicie limpide, svincolate dall’ideologia, orientate ad un sano pragmatismo, corrispondenti alle aspettativedei lavoratori.

Quindi, cari Amici della C.G.I.L. niente pistole o manganelli, niente licenza di trasferire, niente nega-zione dei diritti politici o altro. Se solo avremmo il sentore di inclinazioni o pulsioni orientate a restaura-zioni oppure a riflussi sul piano delle conquiste democratiche e sindacali saremmo noi per primi adopporci.

Al contrario fare questa scelta significa confluire in un comparto assumendone i tratti generali, man-tenere la specificità e l’autonomia contrattuale della categoria, puntare a migliorare le condizioni com-plessive, siano esse normative che economiche.

Detto in soldoni, traguardare una collocazione contrattuale che ci porti ad un miglioramento com-plessivo e non, al contrario, a qualche apparentamento incompatibile ed improprio. Certamente non inquel contenitore, ieri chiamato Federazione Statali dal quale, come CISL - VVF, ci siamo distaccati datempo per veder riconoscere la nostra peculiarità.

Anche in quella circostanza quando operammo quella scelta con il pieno supporto della Confedera-zione fummo da traino alla C.G.I.L. che non perse occasione per ostacolarci.

Per questo, se da un lato ci rendiamo disponibili a ritornare sul serio sull’argomento ed approfondirlonuovamente ed insieme, pronti a considerare le diverse posizioni ed anche l’ipotesi di mantenere, nelperiodo transitorio, una specifica ed autonoma area contrattuale per i vigili del fuoco, dall’altro nontollereremo che lo si affronti con pregiudizi e preclusioni, ma con l’esclusivo fine di effettuare una sceltache persegua gli interessi reali della gente che rappresentiamo.

Se così non sarà, avremmo certamente perso un’occasione di riacquistare quel minimo di unità diintenti che a parole tutti perseguiamo.

Per quanto ci riguarda, seguiremo l’idea lanciata da Cofferati a margine dell’assemblea dei Quadridella C.G.I.L. dello scorso aprile:

“ Quando non si è d’accordo tra organizzazioni sindacali è doveroso richiedere il parere delle lavo-ratrici e dei lavoratori che devono esprimerlo in termini vincolanti “

E questo noi faremo, Amici della CGIL, con chiarezza e determinazione.

LA CRISI DEI RAPPORTI UNITARI – RICOSTRUIRE DALLE MACERIE.Cari Congressisti,sono state prima sottolineate con estrema chiarezza le differenze tra noi e la CGIL relativamente alle

linee su cui incentrare l’azione sindacale ed agli obbiettivi politico-contrattuali da conseguire.Non può sfuggire, inoltre, il senso di critica e di contrapposizione alle posizioni via via assunte dai

nostri partners sindacali, ai quali abbiamo anche rimproverato il cambiamento delle posizioni ed ilmancato rispetto degli impegni assunti.

In taluni casi, con lealtà e sincerità, abbiamo espresso il dubbio che i nostri amici fossero più attentialle dinamiche politiche interne ed esterne alla propria organizzazione che alle sorti ed agli interessi realidella categoria. Non ci è sfuggito, infatti, il recentissimo ritorno ad un atteggiamento conflittuale chequel sindacato aveva abbandonato da tempo.

La situazione attuale dei rapporti sindacali con la C.G.I.L. è conseguentemente ai minimi terminiquasi a livello zero mentre con la UIL ci ha accomunato la posizione in ordine ai processi diriorganizzazione ed alle rivendicazioni contrattuali, compresa l’indicazione del nuovo comparto, ma cidiversificano, soprattutto sul territorio, lo stile, la fermezza, la coerenza. In una parola il modo d’essererappresentativi e rappresentanti dei lavoratori.

Ora, Care Amiche ed Amici,qualcuno penserà che questa condizione, unita al successo delle nostre opzioni politiche e contrat-

tuali ed alla condizione di essere il sindacato maggiormente rappresentativo in categoria, sia vissuta danoi positivamente o sia motivo di soddisfazione.

Non è così: questo stato dei rapporti unitari è per noi motivo di autentica sofferenza e di amarezza,anche perché tentando di anticipare quel progetto di sindacato unico che la CISL aveva lanciato, propo-

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nemmo nell’ultimo congresso del SI.NA.L.CO. – VV.F. - CISL una simbolica tessera unitaria.Noi siamo autenticamente per l’unità : non solo perché si conta di più, non solo perché si diventa il

riferimento dei tanti che non sono iscritti al sindacato. Siamo per l’unità perché un sindacato disgregatofavorisce i particolarismi, le corporazioni, non diventa il punto di sintesi delle attese di tutti e soprattuttoè debole a fronte dei tentativi di restaurazione, a fronte degli attacchi alle tutele basilari dei lavoratori chestanno con forza riemergendo.

Per questi motivi, pur consci delle grandi diversità prima sottolineate, esprimiamo soddisfazione peri momenti di unitarietà ritrovati in occasione della celebrazione del 1° maggio, nella vertenza per irinnovi dei contratti, nella posizione di assoluto contrasto con chi non ha abbandonato l’insano progettodi cancellare dal nostro Paese il Sindacato.

E allora, dobbiamo aspettare che nella nostra categoria si ripetano le gravi circostanze dette prima ovogliamo tentare di riavviare un percorso comune ?

Vogliamo continuare a dividerci sulle questioni, anche su quelle definite e normate o affrontare iproblemi – e ce ne sono tanti - del servizio e della categoria ?

Vogliamo essere sindacato dei lavoratori e per i lavoratori o far permanere il ragionevole sospetto chei nostri comportamenti possano cambiare in relazione a chi governa?

Abbiamo diverse occasioni importanti per unire i nostri sforzi e pervenire ad una visione comune:

PER UN SERVIZIO ADEGUATO ALLE SFIDE DEL III° MILLENNIOquella dell’ulteriore sviluppo del processo di riordino dell’organizzazione antincendi, della

individuazione delle strutture che devono completare l’impianto previsto nei scorsi mesi dal Governo;quella di una decisiva iniziativa vertenziale, da assumere prima del varo della prossima legge finan-

ziaria, per rivendicare un sostanzioso adeguamento organico e finanziario del Corpo Nazionale dei Vigilidel fuoco;

quella del rinnovo contrattuale, cui è propedeutica la scelta di collocazione di comparto che richia-mavo prima.

Congresso Nazionale Fiuggi 2001 (Tavolo Presidenza)

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La prima questione elencata assume una rilevanza strategica. Si dovrà cercare di ricostruire il Corpo,di riformarlo in termini più rispondenti ai fini che le leggi gli affidano, fini e compiti che occorre peraltroriformulare e rivisitare sulla base del riconoscimento della rilevanza sociale del servizio e del fondamen-tale ruolo nel sistema di protezione civile predisponendo un testo unico e abrogando quelle norme che,allo stato, non hanno più senso perché superate ed anacronistiche.

Si dovrà riorganizzare la struttura tramite un organizzazione imperniata sulla funzione di indirizzopolitico, di alta direzione e vigilanza del Ministro dell’Interno, sulla autonomia gestionale , amministrati-va ed operativa al fine di rendere più spedita l’azione amministrativa, che dovrà caratterizzarsi per lamodularità organizzativa, il decentramento funzionale e territoriale e l’efficienza operativa.

Si dovranno individuare adeguate modalità di raccordo in tema di protezione civile con le autonomielocali, con i cittadini e con la realtà sociale del territorio..

In questo quadro, si dovranno adeguare gli Uffici e gli organismi centrali del dipartimento adeguan-done le direzioni centrali con logiche macro-organizzative, con funzioni di indirizzo, di studio, ricerca,formazione, impulso, coordinamento e controllo di gestione, gestione che va decentrata ulteriormentefornendo particolare autonomia e potere di spesa agli Ispettorati Regionali ed ai Comandi Provinciali.

Verificare realmente la dirigenza sui risultati raggiunti in funzioni degli obiettivi assegnati.Su questo versante si dovrà in particolare prestare attenzione alla trattazione degli affari legislativi che

riguardano il CNVF. Sottolineo quest’aspetto perché troppe volte accade di veder pubblicate norme cheriguardano le attività del Corpo senza che il Corpo sia stato “sentito “, o addirittura ignorandolo. Conl’effetto di impegnarci tutti ad inseguire Governo e Parlamento per riparare ai danni al servizio a volteinconsapevolmente prodotti.

Per tali ragioni l’Amministrazione dovrà garantire la partecipazione dei nostri dirigenti tecnici ai lavoridell’ufficio legislativo del Ministero dell’Interno.

Dovrà inoltre rilanciare e qualificare la presenza del Corpo nelle sedi comunitarie ove si determinanole politiche di prevenzione e protezione nel campo della sicurezza che troppo spesso subiamo .

Un particolare impegno va posto nel campo dell’innovazione e dell’estensione delle tecnologie infor-matiche, che per la nostra Amministrazione deve riflettersi sul funzionamento degli uffici, sulla trasparen-za e sulla qualità dei servizi, sui costi di gestione. Non ultimo sull’accelerazione delle procedure per ilpagamento delle competenze al personale. Non è più sopportabile, veramente, che vuoi per ritardiendemici, vuoi per rimpalli di responsabilità tra centro e periferia, ai vigili del fuoco si liquidino gliaccessori dopo mesi, o addirittura anni. Stendiamo poi un velo pietoso sul pagamento delle prestazionieffettuate durante le emergenze.

L’Amministrazione dovrà anche meglio interfacciarsi con i referenti pubblici e privati per gestire almeglio i processi di cambiamenti in atto.

Per fare un esempio l’attivazione dello sportello unico per le attività produttive, che per ora ha interes-sato poche realtà, nonché le nuove disposizioni in materia di vigilanza sui pubblici spettacoli, interver-ranno ad aumentare i carichi di lavoro delle sedi provinciali; urge una decisa iniziativa tesa ad allargarea tutto il personale operativo l’espletamento delle attività di prevenzione incendi e la presenza negliorganismi di controllo. E’ necessario altresì che l’Amministrazione metta in campo rapidamente unaconferenza di servizio nazionale per definire congiuntamente alle autonomie locali una linea d’azioneuniforme in relazione alle varie incombenze previste dai provvedimenti in materia.

Si dovrà poi favorire e completare quell’opera di osmosi tra le diverse anime della dirigenza, superarele dannose rivalità e gli screzi tra la parte amministrative e tecnica, fondere le diverse esperienze profes-sionali allo scopo di creare strutture di servizio più qualificate ed efficienti.

Si dovrà procedere, accanto ad un urgente potenziamento degli organici degli uffici, a fare capire aqualche dirigente – e qui mi rivolgo al Sig. Direttore Generale ed al Sig. Ispettore Generale Capo – che ilruolo che essi esercitano deve essere orientato al favorire il cittadino ed il lavoratore vigile del fuoco, nonal contrario a creare loro problemi, sfiancando l’utente in iter burocratici senza fine per l’ottenimento diun diritto che gli spetta, ovvero non rispondendo, o rispondendo dopo tempi inaccettabili, alle istanzepresentate.

Dico questo, cari dirigenti, perché giorno per giorno verifichiamo con grande insoddisfazione che glisforzi che pure mettiamo in atto insieme (Amministrazione e Sindacati) nell’elaborare le norme contrat-

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tuali, risentono di una gestione che sembra più attenta a cercare di sterilizzarle che a favorirne l’applica-zione.

Cito, ad esempio, la questione del rimborso delle spese per infortuni sul lavoro, così complicata dafar recedere il più ottimista dei vigili del fuoco, la trattazione delle pratiche di trasferimento temporaneoo in deroga, che spesso si conclude quando il dipendente non ha più la necessità di usufruirne, lastrisciante contrarietà ad operare meglio e di più per la gente che presta servizio lontana dalla propriasede oppure per il cittadino in predicato di diventare nostro collega.

Cito, e vi risparmio la fatica di altre esemplificazioni, la propensione di taluni dirigenti ad interpretarele norme in maniera penalizzante per i lavoratori, cosa questa che ci costringe a sfibranti discussioni eda trattative per definirne l’interpretazione autentica.

Denuncio, in sostanza , una condizione su cui incide indubbiamente anche la scarsità dell’organico,ma che in parte deriva da un modo di fare, oserei dire da una cultura. Ebbene, questa cultura va rimossadecisamente e definitivamente.

Non vorremmo, infatti, che l’Amministrazione scelga la strada del conflitto sindacale o che si instau-rino, su questi aspetti, contenziosi a non finire.

Per dirla in altri termini, verifichiamo che nel C.N.V.F., in specie in taluni dirigenti locali, non si èancora affermata la pratica delle relazioni sindacali e del confronto con i rappresentanti dei lavoratori.

Il ruolo del Sindacato viene infatti accettato con sopportazione, se non con fastidio; spesso al Sinda-cato vengono addebitate colpe o mancanze di esclusiva pertinenza dell’Amministrazione; altre volte,invece di risolvere i problemi, si ricorre al metodo pilatesco dei quesiti al Ministero.

Sintomatica, da questo punto di vista, è la vicenda relativa alla mensa di servizio.L’Amministrazione si è molto preoccupata di rispettare le norme e le direttive in materia igienico-

sanitaria. Si è poco preoccupata di indicare o trovare delle soluzioni, anche delle soluzioni creative, chegarantissero un servizio aderente alle necessità ed alle tradizioni della categoria.

Peggio ancora: ha escluso i rappresentanti del personale da un confronto che contribuisse alsuperamento dei problemi.

Risultato: il livello di questo servizio è divenuto inaccettabile e la qualità dei pasti, vuoi in formatorefrigerato che precotto, è decisamente bassa.

Anche in questo caso invitiamo l’Amministrazione a mettere la parola fine alla vicenda. Apriamo untavolo di discussione e definiamo una volta per tutte la questione ! Abbiamo gli strumenti ( vedi ledisposizioni delle finanziaria 2001 ), la volontà e l’inventiva per farlo!

Altrimenti, la categoria nominerà sul campo i dirigenti centrali e periferici, notoriamente di palatofine, quali degustatori ufficiali dei pasti refrigerati forniti al personale.

Care Amiche ed Amici,ho voluto per un attimo lasciarmi andare ad una battuta, anche se la questione mensa non è cosa da

sottovalutare, prima di addentrarmi sulla problematica relativa agli organici ed alle risorse finanziariedell’organizzazione del settore antincendi.

Premetto che sull’analisi dei bisogni, cioè sulla constatazione che il C.N.V.F. debba essere meglioadeguato sia sul versante del personale che del bilancio non registro parere diversi. Siamo cioè tuttid’accordo, compresa l’Amministrazione.

E’ necessario a questo punto mettere in piedi un progetto comune, magari di ampio respiro, chesoddisfi le esigenze obiettive che si manifestano nel Paese in termini di sicurezza antincendi.

Occorre cioè che per prima l’Amministrazione rappresenti ai responsabili politici del Ministero, sen-za timori e con la determinazione che deve caratterizzare i responsabili di un settore cruciale, la gravitàdella situazione. Ho sottolineato la parola determinazione perché non abbiamo mai assistito ad unapresa di posizione decisa da parte dei responsabili del Corpo, magari sotto forma di una pubblica denun-cia o, provocatoriamente, sotto la minaccia di dimissioni.

Siamo stati testimoni, invece, del solito modo “burocratico” di porre i problemi anche per non correreil rischio di contrariare il Sottosegretario o il Ministro di turno.

Unica eccezione, in questo panorama, le iniziative e le decise prese di posizione del Direttore Gene-rale. Ci risulta che non sia andato tanto per il sottile allorquando si discuteva della ripartizione del

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finanziamento straordinario per l’adeguamento dei mezzi e della attrezzature del ministero dell’interno .Con il risultato, gliene va dato atto, di ottenere una maggior considerazione delle necessità della nostraorganizzazione. Siamo ancora in attesa, però, di poter valutare il conseguente progetto di ripartizione ditali risorse sulla base dell’individuazione di oggettive priorità del servizio.

Ritornando al da farsi occorre che i nostri dirigenti, soprattutto l’Ispettore Generale Capo del quale,dopo aver fatto della sua nomina al vertice antincendi una vertenza sindacale, non riusciamo ancora adapprezzare il benché minimo protagonismo ed attivismo.

Dicano entrambi chiaramente al Governo che i vigili del fuoco non sono presenti in migliaia dicomuni italiani, che fra qualche anno l’importante supporto dei vigili ausiliari ci verrà meno, che siamoimpegnati ahimè periodicamente nelle emergenze, che il bilancio del Corpo è irrisorio.

Necessita cioè che convincano Governo e Parlamento ad investire nel nostro settore. Sarà un contri-buto al problema dell’occupazione, si rifletterà sul piano della sicurezza sociale e sul sistema produttivodel Paese. Per quanto ci riguarda noi faremo la nostra parte: daremo luogo ad una decisa rivendicazionecoinvolgendo l’opinione pubblica ed i numerosi amministratori di enti locali che richiedono la presenzadei vigili sul territorio.

Nel frattempo manifestiamo e confermiamo la nostra disponibilità ad individuare congiuntamente lemisure organizzative necessarie a razionalizzare talune attività del C.N.V.F. allo scopo di ripartire meglioi carichi di lavoro, di recuperare le risorse umane, di migliorare complessivamente la qualità del lavoro ela risposta del servizio.

LE QUESTIONI CONTRATTUALI APERTE E FUTURE.Mi avvio alla conclusione di questa parte della relazione che attiene i rapporti sindacali per trattare,

seppur sinteticamente, le questioni contrattuali ancora aperte e quelle che interesseranno il prossimoquadriennio.

Circa le prime, che riguardano il contratto integrativo e le code contrattuali, speravamo definirle epresentarle oggi, al 12° Congresso del SI.NA.L.CO. – VV.F. - CISL.

Questo non è stato possibile; per la definizione delle code contrattuali, cioè per la pienacontrattualizzazione degli istituti normativi, compresa l’individuazione del fondo comune per la previ-denza integrativa, l’Aran, che pure si era dichiarata disponibile, non ha aperto il confronto. Ciò natural-mente vale per molte altre categorie pubbliche.

Il ritardo nella conclusione del contratto integrativo ha invece risentito sia della obiettiva complessitàdelle materie da trattare , sia del preliminare confronto sulla determinazione delle nuove dotazioni orga-niche, rielaborate sulla base degli incrementi previsti dalla Legge 246/2000 e della Legge 73/2001.

Aggiungiamo che la trattativa su questo tema è stata molto laboriosa; da un lato in quanto l’Ammini-strazione inizialmente aveva lanciato la proposta, poi rivista, di caricare sul fondo di Amministrazionetaluni passaggi di qualifica; dall’altro per la difficoltà a soddisfare le richieste di aumento di organicooperativo ed amministrativo manifestate da tutto il territorio.

In sintesi la storia della coperta troppo corta.Allo stato attuale, salvo correttivi di dettaglio, possiamo dire che in linea di massima il quadro di

sviluppo organico è coerente con i bisogni accertati, anche se non li soddisfa. Da qui il nostro impegnoad una vertenza che raggiunga il risultato di adeguare meglio l’organico del C.N.V.F.

Detto questo, riteniamo che al negoziato si debba imprimere una forte accelerazione e che debbaconcludersi prima delle ferie estive, in modo da applicare operativamente il contratto, specificatamentesul fronte dei passaggi di qualifica, a partire dall’autunno prossimo.

Per quanto ci spetta abbiamo rappresentato la nostra piattaforma, inizialmente anche in termini uni-tari, ed abbiamo svolto ulteriori approfondimenti sulle materie che dovranno formare oggetto dell’accor-do.

A questo punto è l’Amministrazione che deve sottoporci un articolato sul contenuto del quale effet-tuare uno stringente e definitivo confronto prima di stipulare l’accordo.

Non è il caso, in questa sede, di ritornare sulle linee che hanno caratterizzato le nostre proposte inmateria di contrattazione integrativa.

Rammentiamo a noi stessi che perseguiamo il fine di offrire a tutto il personale le migliori opportu-

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nità di sviluppo professionale e di legare tale sviluppo all’esperienza professionale, al merito ed allaformazione; formazione che deve essere una scelta strategica, non un occasione sporadica.

Noi rivendichiamo una formazione in grado di garantire una maggior sicurezza sul lavoro, una for-mazione orientata alla coscienza ed alla conoscenza dei rischi insiti nell’attività operativa, una formazio-ne che migliori il bagaglio culturale del personale e lo prepari per funzioni e compiti di rango più elevato,quali la prevenzione e gli esami progetto; noi rivendichiamo una massiccia attività formativa che adeguile conoscenze degli addetti ai compiti amministrativi sulle normative legislative e contrattuali, noi siamoper iniziative che rendano più adeguata la dirigenza ed i quadri all’esercizio delle responsabilità che glicompetono e, in particolare, alla cultura del confronto con il sindacato, al rispetto della pratica dellacontrattazione e della concertazione.

Su questo versante ci aspettiamo molto dalla nuova dirigenza delle Scuole Centrali Antincendi, ciaspettiamo cioè l’avvio di un percorso che individui un unico referente per l’attività formativa centrale eperiferica, autentica sfida, questa, per il futuro di questo determinante settore.

All’interno del contratto integrativo dovranno poi essere considerati una serie di temi più specifici,che sono ragione di sofferenza della categoria per la mancanza di chiarezza ed omogeneità.

Parlo della questione relativa alla tutela del personale che viene dichiarato inidoneo all’attività opera-tiva, degli istituti degli orari, delle modalità di utilizzo e di pagamento del personale in caso di emergenzeal quale bisogna riconoscere particolari trattamenti accessori, dei correttivi da porre in essere per favorirelo sviluppo professionale di talune categorie e, in particolare di una materia che e’ ritornata al centro deldibattito e delle vertenze sindacali: quella della sicurezza sul lavoro.

Il 1° maggio scorso CGIL CISL UIL hanno celebrato la festa dei lavoratori con lo slogan “ più lavoro,più sicurezza “ per richiamare l’attenzione di tutti sul significato del lavoro e sulla piaga degli infortuni.

La scarsa sicurezza del lavoro è un problema mondiale e italiano. Nel 2000 sono quasi un milione ilavoratori italiani colpiti e sono stati oltre 1300 i morti.

Gli incidenti derivano dalla scarsa applicazione dei sistemi di sicurezza nelle aziende e nei cantierie proliferano anche per la diffusione del lavoro nero e sommerso.

Congresso Nazionale Fiuggi 2001

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Nella nostra categoria, il fenomeno ha assunto dimensioni ormai insostenibili, vuoi per il rischiointrinseco nella tipologia della attività lavorative, vuoi per l’approccio, spesso improvvisato e difficilmen-te sistematico, ai vari scenari d’intervento che si affrontano quotidianamente.

Noi non siamo populisti a tal punto da pretendere che la sicurezza nel nostro lavoro raggiunga ilparametro massimo; siamo però altrettanto convinti che si debba assumere un’iniziativa immediata eforte per ridurre i rischi.

Questo si può fare intervenendo:- sui metodi di approccio alle varie tipologie di interventi tecnici;- sulla preliminare formazione e su un continuo aggiornamento professionale dei lavoratori;- sulla conoscenza degli impianti a rischio attraverso la partecipazione di tutti alle attività di prevenzione;- sull’utilizzo dei presidi e delle attrezzature antinfortunistiche;- sull’impiego, da parte di tutti, di mezzi ed attrezzature di elevata tecnologia e di natura più sofisticata e

funzionali ai vari scenari di emergenza;- su una politica vera sul fronte del vestiario e dell’equipaggiamento, orientata ad armonizzare standard

di sicurezza con il confort individuale, a dare certezza e periodicità nelle forniture, ad assicurare un’immagineomogenea degli appartenenti al Corpo.

Ci sono però taluni adempimenti che non possono essere ulteriormente dilazionati. Parlo della sicu-rezza dei luoghi di lavoro, della loro salubrità, del rispetto delle elementari norme igienico-sanitarie.

Non possiamo assistere ancora, ed è mortificante per la stessa immagine del Corpo nazionale deivigili del fuoco, alla visione di Comandi o distaccamenti che offendono chi ci lavora, al mancato rispettodelle norme minimali sulla sicurezza degli impianti.

Superfluo aggiungere che tutte queste esigenze riconducono ad un bilancio irrisorio e talvolta, all’uti-lizzo in maniera discutibile delle risorse finanziarie, a spese improvvide ed inopportune, ad episodi chedovrebbero interessare i magistrati amministrativi e fors’anche i magistrati ordinari.

(vedi acquisto elicotteri della Marina Militare, gli ingenti investimenti fatti alle S.C.A. ed i fallimentaririsultati ottenuti).

Riconducono anche ad una gestione delle risorse umane approssimativa e contraddittoria. Basti pen-sare alla questione delle Officine Regionali di supporto tecnico il cui progetto iniziale si è arenato senzache si conosca in che direzione l’Amministrazione intenda andare o in che termini intenda riconvertire ilpersonale impiegato.

Come si può ancora impunemente accettare l’assenza di un progetto di sviluppo e lo stato di abban-dono e di avvilimento che pervade gli addetti ai lavori? E’ arrivata l’ora, dopo circa dieci anni di tenten-namenti, di fare delle scelte. O si rivisita il progetto, adeguandolo ai mutamenti intervenuti ed alle espe-rienze fatte, oppure si decida una volta per tutte di mettere il personale a disposizione delle esigenze deiComandi, anche predisponendo attività di formazione che ne adattino le competenze e conoscenze allenecessità della periferia.

Disponibili quindi ad individuare le migliori soluzioni possibili, fuorché a quella di vedere pratica-mente inerte questa potenzialità di lavoro.

L’altra questione dirimente riguarda il ruolo e lo sviluppo del Servizio Sanitario del C.N.V.F.Non abbiamo infatti avuto occasione di approfondire, presi da problemi più impellenti, la funzione

reale che svolge il Servizio Sanitario.Due indicatori però sono sintomatici della sua inadeguatezza ai bisogni del Corpo Nazionale; la

lentezza esasperante con cui si procede alle visite mediche di controllo per il personale, con intervalli divari anni; l’assenza di qualsivoglia attività di prevenzione delle malattie professionali e di controllo sullaigienicità delle Sedi di servizio.

Sulle visite relative al libretto sanitario di rischio abbiamo inutilmente proposto all’Amministrazionedi ridurre i tempi di controllo, avvalendosi anche di convenzioni con le AA.SS.LL, con gli ospedali,oppure con le strutture private.

Sulla prevenzione delle malattie non abbiamo potuto apprezzare una qualsivoglia iniziativa; nonsiamo in possesso di una banca dati ; non è stato svolto uno studio, cito una delle questioni attuali, perverificare i danni derivanti da possibili esposizioni all’amianto del personale.

Non sono stati ancora definiti, ad oltre un anno dalla stipula del contratto, gli standard psicofisici

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richiesti al personale del settore operativo in attività di servizio che tengano conto dell’attività svolta edell’età del personale. Lavoro, questo, necessario a ridurre i numerosissimi casi di inidoneità al serviziooperativo che le CC.MM.OO dichiarano riferendosi all’unico strumento in possesso; al decreto ministerialeche fissa i criteri per l’ingresso nel C.N.V.F.

Anche su questo settore bisogna pertanto rimboccarsi le maniche e predisporre una serie di iniziativeutili a assicurare al personale la doverosa tutela sanitaria.

A nostro avviso il servizio sanitario non può ridursi a svolgere solo prevalentemente le visite medichepropedeutiche alle assunzioni in servizio, aspetto, questo, che pure qualche interrogativo lo pone.

Non si riesce a capire, infatti, se siano larghi di manica i Tribunali Amministrativi Regionali, che accettano laquasi totalità dei ricorsi avverso i decreti di inidoneità all’impiego, o se c’è necessità di una più spiccata profes-sionalità unita a minori intransigenza e radicalismo da parte degli addetti ai lavori. Resta il fatto negativo chequesti contenziosi, oltre a causare danni al cittadino, impegnano l’Amministrazione e gli organi preposti ad unsurplus di lavoro che, in molti casi si potrebbe evitare

Dicevo delle iniziative; a nostro parere, la strada per una decisa azione di controlli ispettivi sulle condizionilogistico-sanitarie delle sedi di servizio, decentrando il servizio sul territorio, i progetti per l’identificazione dellemalattie professionali dei dipendenti, le attività di formazione in materia di medicina del lavoro, sono condizio-ni essenziali per una politica più generale ed attiva sul fronte della sicurezza sul lavoro e sul rispetto dellanormativa nazionale e comunitaria.

Su questa importante materia abbiamo già proposto all’interno della piattaforma del contratto integrativo, diistituire un osservatorio paritetico sulle politiche della sicurezza sul lavoro.

Occorre però andare oltre: noi proponiamo all’Amministrazione di organizzare un convegno, aperto aivigili del fuoco europei, che abbia lo scopo di approfondire le tematiche e le esperienze del nostro lavoroparticolare, che ci faccia conoscere le iniziative assunti dai colleghi, che sia utile a verificare come negli altriPaesi sono state recepite ed applicate le direttive europee in tema di sicurezza.

Verificheremo nel breve se questo invito sarà raccolto. Ove non fosse praticabile, valuteremo la possibilità diorganizzarlo come sindacato, contando sul già annunciato sostegno della confederazione CISL.

Amiche ed amici Congressisti,mi avvio alla conclusione di questa relazione, che non ha la pretesa di essere esaustiva delle

problematiche in essere, toccando sinteticamente, come prima accennato, l’aspetto relativo al prossimocontratto di categoria.

Peccherei di presunzione se proponessi in questo momento le linee su cui incentrare le rivendicazionifuture. Mi limito quindi a sottolineare due esigenze specifiche, che pongo alla vostra riflessione e valuta-zione.

La prima è la necessità di guardare, anche dal punto di vista contrattuale o più squisitamente econo-mico, all’Europa. Il convegno internazionale in tema di sicurezza potrebbe essere utile per verificareanche questo non trascurabile aspetto.

La seconda va correlata con il decentramento che dovrà riguardare la nostra organizzazione ed hacome scopo un maggior sviluppo contrattuale nel territorio, che riguardi cioè anche vari aspetti dicarattere retributivo.

Per essere più precisi: se, come noi auspichiamo, gli Ispettorati Regionali ed i Comandi Provincialisaranno riorganizzati con più spiccate responsabilità gestionali ed amministrative e con maggiore capa-cità di spesa; se ad essi, oltre agli ordinari compiti istituzionali sarà demandata la funzione di svolgeretalune attività in raccordo ed in collaborazione con gli enti territoriali per mezzo di apposite convenzioni; ebbene, se questo sarà, a tale impianto organizzativo e funzionale non potrà non corrispondere unanaloga interfaccia contrattuale.

Di conseguenza ci dovremo attrezzare meglio come SI.NA.L.CO. - CISL e come sindacato in generaleper svolgere il ruolo che ci compete nella regolazione e nella concertazione di progetti e di attività chesi riflettono sul piano del trattamento economico accessorio. Mi riferisco alla formazione agli enti esterni,mi riferisco alle attività in concorso con il servizio di protezione civile; mi riferisco alla potenzialità delleconvenzioni con le regioni e/o con gli enti locali.

Ricapitolando, una contrattazione di secondo livello, che tenga conto delle specificità territorialiarmonizzandosi con i criteri nazionali e che sia più vicina alle esigenze quotidiane del lavoratore. Que-

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sto, anche per favorire l’adesione al sindacato dei non iscritti e per far crescere ancora di più la nostraorganizzazione.

Organizzazione, Amiche ed Amici, che è in buona salute ma, usando un eufemismo, doveva scop-piare di benessere, considerando il lavoro ed i risultati acquisiti in quest’ultimo periodo.

Non sfugge, infatti, che non c’è stata piena rispondenza tra obiettivi raggiunti ed apprezzamentodelle nostre linee politiche con la crescita organizzativa; condizione, questa, che non è per niente ininfluentesulle possibilità di successo delle nostre rivendicazioni.

Intendiamoci, noi siamo comunque soddisfatti ed orgogliosi. Perché nonostante gli attacchi subiti ele difficoltà incontrate in questo quadriennio i lavoratori confidano e credono nel SI.NA.L.CO. – VV.F. -CISL. Altrimenti non ci saremmo affermati come l’organizzazione sindacale maggiormente rappresenta-tiva della categoria con un trend di crescita nel quadriennio pari al 20%.

Ovviamente dobbiamo continuare a crescere, possiamo ambire a ben altri traguardi. Avremo occa-sione di approfondire successivamente con quali iniziative e strumenti.

Mi limito perciò ad esprimere talune brevi considerazioni.Il processo di affinamento dei mezzi e degli strumenti che abbiamo avviato in questi quattro anni, il

costante coinvolgimento del gruppo dirigente periferico e dei quadri dell’organizzazione nell’elabora-zione delle politiche e nell’assunzione delle decisioni, ha indubbiamente migliorato la qualità dellanostra attività.

Il percorso di arricchimento comune, l’interscambio di esperienze, l’affidamento di specifiche inizia-tive ai quadri in tema di sicurezza, di formazione, ecc.., ha accresciuto il livello complessivo della nostraorganizzazione.

Queste iniziative vanno confermate, sviluppate ed ampliate potenziando la Segreteria nazionale edinvestendo sui quadri dell’Organizzazione affidando loro, in virtù di particolari spiccate competenze,compiti di rilevanza nazionale come ad esempio l’igiene e la sicurezza del lavoro, il vestiario, i mezzi ele attrezzature, la formazione, l’assistenza, la previdenza integrativa, il tutto senza alterare l’attuale asset-to organizzativo e le sue prerogative statutarie.

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Tutto questo rischia di essere insufficiente se non viene accompagnato da una continua ed incessantepresenza dei nostri dirigenti territoriali tra la gente, tra i lavoratori.

Dal ricorso alla formazione sindacale, strumento di valore strategico per qualificare le nostre cono-scenze ed investimento per garantire la continuità del nostro sindacato e per adeguare il ruolo dei nostriiscritti in seno alle rappresentanze sindacali unitarie dei lavoratori.

In merito alle R.S.U. consapevoli dello scarso giovamento, se non addirittura impedimento, alle rela-zioni sindacali ed alla contrattazione decentrata territoriale, ma convinti che non ci siano le condizionipolitico generali per apportare gli opportuni correttivi al loro ruolo e funzionamento, dobbiamo indivi-duare le necessarie ed efficaci strategie per renderle complementari al ruolo del Sindacato.

Ciò riteniamo sia possibile e praticabile prevedendo una maggiore, diversa e qualitativa partecipazio-ne dell’Organizzazione in seno alle R.S.U. già a partire dalla prossima tornata elettorale.

Dovremo, inoltre, relativamente all’attività di proselitismo sviluppare un maggior impegno sul versan-te dei servizi agli iscritti ed alle loro famiglie e dare più visibilità al nostro operato in seno al Consiglio diamministrazione dell’Opera Nazionale di Assistenza.

In sostanza, caratterizzarci con maggior protagonismo ed entusiasmo, con quella voglia di fare e dimettersi al servizio degli altri che ha animato l’opera di quanti vi hanno fatto parte e che è l’essenzadel Sindacato.

Gianfranco Lagostena, operaio e sindacalista della CISL, scriveva nel suo libro “La fabbrica con unacittà intorno”:

“E’ stato bello guardare al passato, senza rimpianti e senza rimorsi, verificare che i valori di oggisono ancora quelli di allora”.

Continueremo a lavorare con questo spirito e questa speranza.

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DOCUMENTO FINALECONGRESSO

Il 12° Congresso nazionale dei lavoratori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco aderenti al SI.NA.L.CO.VV.F. C.I.S.L. svoltosi a Fiuggi (FR) nei giorni 23, 24 e 25 maggio 2001.

APPROVAla relazione della Segreteria uscente e ne condivide le linee, i contenuti e le strategie per il perseguimento

degli obiettivi politici e contrattuali della categoria e per lo sviluppo del servizio.ASSUMEgli arricchimenti ed i contributi emersi dal dibattito congressuale che, unitamente alla relazione,

costituiscono le basi dell’azione sindacale del SI.NA.L.CO. VV.F. C.I.S.L. sul versante politico-contrattua-le generale e categoriale.

Il Congresso, preso atto degli esiti delle elezioni politiche, che hanno segnato la vittoria della forma-zione del centro-destra, ribadisce il proponimento di giudicare il prossimo Governo dalle decisioni cheil medesimo assumerà in ordine alle problematiche di carattere politico- economico e sociale del Paese.

Tale giudizio, che vuole riaffermare il valore fondamentale dell’autonomia della CISL e del SI.NA.L.CO.VV.F. C.I.S.L., riguarderà in particolare la garanzia del sistema della concertazione e della contrattazione,le politiche dello sviluppo e dell’occupazione, il mantenimento dello stato sociale e l’avvio della demo-crazia economica, la salvaguardia del potere d’acquisto dei salari e dei diritti dei lavoratori.

Nello specifico il giudizio riguarderà i termini della preannunciata verifica del sistema pensionisticostrettamente collegata con il sistema della previdenza integrativa, le iniziative atte a garantire la pienaattuazione delle norme in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, in special modo nella Pubblica Ammi-nistrazione; le politiche di formazione e riconversione professionale orientate all’inserimento ed al man-tenimento del posto di lavoro.

Il SI.NA.L.CO. VV.F. C.I.S.L. intraprenderà ogni opportuna iniziativa sindacale, anche unitaria, qualo-ra si registrassero tentativi di ridimensionamento del ruolo del sindacato ed attacchi ai principi diuguaglianza, solidarietà e cittadinanza delle varie istanze sociali.

In particolare, per quello che concerne il servizio e la categoria, la valutazione sull’operato deiresponsabili politici sarà riferita alla conferma della struttura del CNVVF quale settore dello Stato , alcompletamento dei processi di riordino e di riforma definiti dal precedente Esecutivo, allo sviluppo delprocesso di autonomia dell’organizzazione antincendi con particolare riguardo al decentramentogestionale, all’adeguamento ed al potenziamento delle risorse umane e finanziarie ed all’espansione delservizio sul territorio;

- la valutazione riguarderà inoltre la definizione del comparto contrattuale dei vigili del fuoco conl’inserimento nel comparto della “sicurezza” insieme ai lavoratori delle Forze di Polizia ad ordinamento

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civile per i quali deve essere completato il processo democratico di piena sindacalizzazione econtrattualizzazione; in tale prospettiva va comunque garantita l’autonomia contrattuale della categoriain una propria area ai fini della valorizzazione della professionalità e della specificità del lavoro avendocome riferimento le condizioni complessive dei Vigili del Fuoco europei con particolare riguardo all’alli-neamento agli standard operativi

Il 12° Congresso del SI.NA.L.CO. VV.F. C.I.S.L., condivide le critiche espresse sull’operato della C.G.I.L.-VV.F., in particolare verso il Coordinamento della Funzione Pubblica per le posizioni relative allariorganizzazione dei Ministeri ed alla collocazione nel comparto contrattuale dei lavoratori della sicu-rezza. È comunque consapevole della necessità del maggior grado di unità sindacale possibile in catego-ria, condizione essenziale per il pieno raggiungimento degli obbiettivi contrattuali e per lo sviluppo delservizio reso ai cittadini.

Per tale ragione il Congresso auspica l’inizio di una nuova stagione di relazioni sindacali basata suuna marcata autonomia politica, maggiormente attenta ai problemi veri dei lavoratori del CNVVF, finaliz-zata a superare la condizione di stallo che si registra sia su problematiche di rilevante importanza, qualila definizione dell’organizzazione della nuova struttura del dipartimento, la conclusione del negoziatosul contratto integrativo e l’assunzione di iniziative per il potenziamento degli organici del Corpo, sia sutemi di più immediata ricaduta sui lavoratori, quali il vestiario, l’equipaggiamento, i mezzi od il serviziomensa.

Il Congresso invita pertanto la Segreteria Nazionale ad assumere le opportune iniziative intese asollecitare i responsabili politici ed amministrativi al superamento urgente di tali problematiche nonchéa prevedere, già in sede di predisposizione del documento di programmazione finanziaria lo stanziamentodi adeguate risorse per un sostanziale incremento degli organici, che faccia fronte all’attuale gravecarenza e che attenui anche gli effetti della prossima abolizione del servizio di leva e per l’adeguamentodel bilancio ordinario del Corpo Nazionale.

Inoltre, in previsione dell’apertura del tavolo di trattativa per il contratto 2002 – 2004, il Congresso dà

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mandato alla Segreteria Nazionale di predisporre una piattaforma contrattuale che, partendo dall’obiet-tivo di valorizzare la condizione complessiva dei lavoratori del Corpo, raggiunga il fine di ottenere mag-giori disponibilità economiche per valorizzare e finanziare quei progetti mirati a fornire più adeguatiservizi legati all’esigenza del territorio e delle realtà produttive ed amministrative, nonché per dare con-sistenza al ruolo della contrattazione decentrata di secondo livello.

Il 12° Congresso del SINALCO-VF-CISL ha svolto un’attenta riflessione sul problema dell’igiene esicurezza dei luoghi di lavoro, marcando l’esigenza di una più attenta vigilanza sul rispetto degliadempimenti legislativi e di una effettiva attività di informazione e formazione utile a ridurre gli infortunie le malattie professionali ed a far crescere una reale cultura della sicurezza.

A tale scopo il SI.NA.L.CO VVF CISL chiederà all’Amministrazione di favorire uno scambio di espe-rienze con i vigili del fuoco europei utile a fare il raffronto sulle metodologie gestionali ed operative delservizio di soccorso tecnico urgente e promuoverà, con l’apporto della confederazione, l’organizzazionedi una sessione di studio con i colleghi VVF europei in tema di salute e sicurezza sul lavoro.

Il Congresso esprime preoccupazione per la palese insufficienza del quadro dirigente centrale e peri-ferico della nostra Amministrazione, per la permanenza dello stato di conflitto endemico tra la compo-nente burocratica e tecnica della Direzione Generale, per la perdurante carenza della cultura del con-fronto con il Sindacato che si registra soprattutto in periferia e che si riflette sulla qualità del servizio.

Fa proprie quindi le analisi e le soluzioni poste dalla relazione, peraltro condivise dal DirettoreGenerale, ed invita la Segreteria a sollecitare l’emanazione di direttive che migliorino la risposta degliUffici alle esigenze dei dipendenti, che mettano insieme le diverse esperienze professionali, che adegui-no le conoscenze e le competenze del gruppo dirigente al grado di responsabilità esercitata, soprattuttosul piano dei rapporti con i rappresentanti del personale.

Il Congresso, in particolare, esprime la protesta di tutta la categoria per i ritardi inaccettabili che siregistrano nella liquidazione degli emolumenti accessori e ritiene tale metodo offensivo della dignità deilavoratori. Impegna pertanto la Segreteria Nazionale ad intervenire per l’accelerazione delle procedureamministrative e, in prospettiva, a proporre iniziative legislative che adeguino le norme generali di con-tabilità dello Stato alle esigenze peculiari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Circa la questione del volontariato il Congresso, nel ribadire che la solidarietà e una dei valori portantidella CISL e del SI.NA.L.CO.VV.F., concorda pienamente sull’impostazione della Segreteria tesa a conse-guire l’allineamento dell’attività di volontariato VV.F. al principio del NO PROFIT. Sollecita conseguente-mente la Segreteria a proporre le opportune modifiche normative utili allo scopo , oltre ad attivarsi peruna sostanziale revisione dell’attuale regolamento dei volontari VVF che superi le anacronistiche qualifi-che previste, realizzi una completa integrazione con la componente professionistica e chiariscadefinitivamente il concetto della dipendenza funzionale e gerarchica della componente volontaria daquella permanente.

Relativamente al contratto integrativo il Congresso dà mandato alla segreteria di concludere sollecita-mente il negoziato per poter dar luogo sia agli effetti di carattere economico, sia ai percorsi professionalidella categoria, con particolare riguardo agli sviluppi di carriera del personale amministrativo.

Il Congresso concorda pienamente sull’impostazione, contenuta nella relazione, che assegna valorestrategico alla formazione professionale, formazione che deve perseguire gli obiettivi di maggior sicurez-za sul lavoro, dinamico sviluppo professionale, adeguatezza alle richieste dell’utenza interna ed esterna.In quest’ambito vanno evidenziate le necessità, da parte dei lavoratori dell’area amministrativa, di essereanch’essi sottoposti a processi di qualificazione che ne adeguino le conoscenze sugli aspetti normativi,contrattuali e gestionali della propria attività.

Sul piano generale il Congresso valuta positivamente il progetto di unificazione delle responsabilità intema di gestione della formazione e il tentativo di rilanciarne la qualità attraverso un progetto di risanamentoe riqualificazione della struttura a tal fine deputata.

Il Congresso ha esaminato con particolare attenzione lo stato di efficienza e di funzionamento delleofficine regionali, rilevando l’assenza di qualunque prospettiva di sviluppo, di aggiornamento professio-nale e di progressione carrieristica che mortifica i lavoratori addetti.

Ha verificato, inoltre, il superamento dell’originario progetto di servizio regionale con la conseguentenecessità di ricondurre a livello provinciale l’attività di supporto tecnico, ovvero di riconvertire professio-

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nalmente il personale adeguandolo alle esigenze di altri settori.Circa l’aspetto organizzativo il Congresso prende atto della crescita del SI.NA.L.CO. VV.F. C.I.S.L. che

è la dimostrazione dell’apprezzamento delle sue linee politiche e del raggiungimento degli obbiettiviprefissati, della capacità e progettualità manifestata anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie estrumenti di comunicazione; della qualità e della competenza dei suoi quadri centrali e periferici.

Il Congresso valuta largamente positiva e produttiva l’esperienza concretizzata nel coinvolgimentodel gruppo dirigente nei processi di elaborazione delle linee politico contrattuali del SI.NA.L.CO. VV.F.C.I.S.L. e ritiene che tale pratica venga confermata e consolidata, avvalendosi dell’apporto di specificheconoscenze in ordine a particolari materie.

Esorta tutte le strutture a rinnovare l’impegno per fare crescere l’organizzazione e ringrazia tutti ilavoratori del CNVF che hanno voluto testimoniare la condivisione delle linee e strategie del SINALCO-VVF-CISL portandola, con la loro adesione, ad essere l’organizzazione più rappresentativa del Corponazionale dei vigili del fuoco.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’

Congresso Nazionale Fiuggi 2001 (Tavolo Presidenza)

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C.G.I.L. – C.I.S.L. – U.I.L.Coordinamenti e Sindacato Nazionale Lavoratori Corpo VV.F.

Roma 26 giugno 2001

On. Claudio SCAJOLAMinistro dell’InternoPalazzo Viminale

ROMA

On.le Signor Ministro,nell’esprimerLe il benvenuto e nel formularLe i più vivi auguri per il proficuo assolvimento delle

gravose responsabilità connesse al Suo alto incarico, rappresentiamo la necessità di incontrarLa.

L’occasione, oltre che consentirci di salutarLa personalmente, sarà utile per rappresentarLe il nostropunto di vista sulle condizioni complessive del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dei lavoratori chevi operano e del servizio sociale prestato alla collettività, che necessitano di urgenti provvedimenti diadeguamento dell’organico e delle risorse di bilancio da assumere con la prossima finanziaria.

Avremmo inoltre l’opportunità di sensibilizzarLa per la definizione del nuovo assetto organizzativodel Ministero dell’Interno, che dovrà assicurare all’organizzazione antincendi la piena autonomia gestionalein grado, da un lato, di riconoscere e valorizzare l’insostituibile ruolo dei Vigili del Fuoco, dall’altro, dimigliorare l’efficacia e l’efficienza del Servizio che quotidianamente erogano alla Popolazione.

Auspicando un cortese cenno di riscontro, La salutiamo distintamente.

f.to LE SEGRETERIE NAZIONALI DELLE OO.SS. VV. F.

C.G.I.L. C.I.S.L. U.I.L.(A. Forgione ) (P. Mannone ) (F. Giancarlo )

Lettera Ministro

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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2002

Capitolo 6

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capitolo 6134 2002

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capitolo 62002 135

Roma, lì 9 gennaio 2002

On.le Claudio SCAJOLAMinistro dell’InternoPalazzo ViminaleROMA

Egregio Signor Ministro,

nel Suo messaggio augurale di fine anno rivolto ai vigili del fuoco, apprezzato pubblicamente daquesto Sindacato e dal personale, è stata manifestata l’intenzione del Governo di operare nel prossimofuturo per il miglioramento delle condizioni del servizio e dei lavoratori che lo espletano.

Tali intenti hanno trovato una prima, seppur limitata conferma, nell’attribuzione al Corpo Nazionaledei vigili del fuoco, attraverso lo strumento della finanziaria, di un incremento di risorse, pari a circa 40miliardi per tre anni, allo scopo di fronteggiare le emergenze derivanti dai rischi chimico-nucleari-batteriologici.

Vengono però crudemente smentiti da altre disposizioni della medesima legge finanziaria che riducedel 9 per cento il capitolo di bilancio per le spese relative ai “consumi intermedi”, determinando gravis-sime difficoltà per la gestione ordinaria dell’organizzazione antincendi.

La legge di bilancio non ha infatti escluso, alla pari delle Forze Armate e delle Forze di Polizia, ilCorpo Nazionale dei vigili del fuoco dalla riduzione delle predette risorse.

E’ urgente a questo punto cercare di sanare la situazione che si è venuta a creare, reintegrando lerisorse decurtate ed auspicando per il nostro settore, anch’esso impegnato a garantire la sicurezza insenso lato del cittadino, la medesima considerazione riservata ad altri settori che operano nella sicurezza.D’altronde, la ipotesi di collocare la categoria nel medesimo comparto di contrattazione sottintendeanche l’obbiettivo di valorizzare il ruolo del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco dentro il medesimoDicastero dell’interno.

La invitiamo pertanto ad intervenire e risolvere autorevolmente il problema.

Ringraziandola per l’attenzione, porgiamo distinti saluti.

IL SEGRETARIO GENERALE (Pompeo Mannone)

Lettera Ministro

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Lettera Ministro/2

Roma, lì 9 gennaio 2002

On.le Claudio SCAJOLA On,le Maurizio BALOCCHIMinistro dell’Interno Sottosegretario di StatoPalazzo Viminale Ministero dell’Interno

On.le Franco FRATTINI Dott. Mario MorconeMinistro della Funzione Pubblica Capo Dipartimento dei

Vigili del Fuoco Soccorso Pubblicoe Difesa Civile

LORO SEDI

OGGETTO : comparto di contrattazione dei vigili del fuoco.

Siamo a conoscenza della disponibilità delle SS.LL. in indirizzo a considerare con favore l’ipotesi dimodifica dell’attuale assetto normativo-organizzativo che sovraintende al sistema di contrattazione pub-blica e di ricondurre la categoria dei vigili del fuoco nel comparto di contrattazione delle forze di sicurez-za ad ordinamento civile, poste anche talune affinità lavorative ed organizzative.

Risulta evidente, negli auspici di chi scrive, che tale scelta, peraltro pienamente sostenuta e condivisa,è sostanzialmente mirata al miglioramento complessivo delle condizioni della categoria.

I lavoratori vigili del fuoco da essa si aspettano non solo il mantenimento delle attuali garanzie giuri-dico-normative-sindacali, ma un decisivo passo avanti in termini di adeguamenti economici, normativi eprevidenziali.

Per tali ragioni si reputa necessario, ove la decisione politica fosse confermata, l’attivazione di untavolo di trattativa per l’individuazione delle modalità operative utili alla definizione dell’importantequestione.

Si ringrazia per l’attenzione e si resta in attesa di un cortese riscontro.

L’occasione è utile per rinnovare i migliori auspici per un fecondo Nuovo Anno

IL SEGRETARIO GENERALE ( Pompeo Mannone )

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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Amiche ed Amici Consiglieri,lo scenario politico - generale che ci troviamo di fronte manifesta dei tratti in comune con quello che-

alcuni anni fa – registrammo nel corso di un analogo Consiglio Generale.Anche allora, come ora, svolgemmo i lavori in un’atmosfera caratterizzata dal ritorno del fenomeno

del terrorismo interno, dall’attacco alle regole democratiche ed al vivere civile.Anche allora ad essere colpito fu un uomo colpevole solo di essere uno studioso al servizio della

politica, inerme di fronte alla ferocia degli assassini e soprattutto lasciato solo, abbandonato ed indifeso.Allora, però, come negli anni ’70, il senso della democrazia ricompattò tutte le istanze politiche e

sociali del Paese, fece da collante nella difesa delle Istituzioni e dello Stato, superò le divisioni ed attenuòi toni della dialettica politica.

Dialettica e confronto che restano per tutti gli elementi vitali ed insostituibili della democrazia.La fase che è appena trascorsa, al contrario, è stata caratterizzata da una virulenza politica e da

strumentalizzazioni mai registrate nel passato.Molti esponenti del Governo, nel pieno di uno scontro senza precedenti, hanno operato il grave

tentativo di associare la protesta sociale a terreno di coltura della violenza, hanno insinuato sospetti dicollusione tra movimento sindacale e terrorismo; hanno tentato in sostanza di negare il sacrosanto dirittoalla protesta; hanno irriso perfino le migliaia di lavoratrici e lavoratori che sono scesi in piazza perdifendere la democrazia ed il confronto civile. Elementi fondamentali, a nostro giudizio, per rinnovare lasocietà italiana.

A questo irresponsabile e per fortuna non generalizzato modo di intendere i rapporti sociali e digovernarli il movimento sindacale ha risposto sempre con fermezza e nel rispetto delle regole democra-tiche, ponendosi come baluardo contro i crimini del terrorismo e ritrovando, su questo terreno una forteunità.

Se c’era qualcuno che facendo leva sulle diverse e legittime opinioni presenti nel sindacato, nelmetodo e nel merito delle problematiche oggetto di confronto, si era illuso di spaccarne la compattezzasui valori della democrazia e del confronto, ebbene questo qualcuno ha incassato esattamente il contra-rio. Ha fatto ritrovare il sindacato più unito e monolitico a difesa dei diritti del lavoro e contro ogniforma di violenza.

E’ per queste ragioni, per la difesa delle istituzioni e per riaffermare il diritto al dissenso ed al liberoconfronto, oltre che per impedire le unilaterali modifiche che il Governo si appresta ad apportare allostatuto dei lavoratori che la nostra Confederazione ha aderito con grande convinzione allo scioperogenerale del 16 aprile scorso.

CONSIGLIO GENERALE NAZIONALE22-23 aprile 2002

Relazionedella Segreteria

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Manifestazione Montecitorio 2002

Sciopero generale indetto da CGIL CISL UIL che ha visto la partecipazione per la prima volta anchedella UGL e della CISAL oltre che degli autonomi.

Sciopero perfettamente riuscito: oltre 13 milioni di lavoratori hanno aderito all’iniziativa ed almeno2 milioni di persone sono scese nelle piazze italiane a manifestare.

L’adesione allo sciopero generale non cancella però, la grave ed inusitata decisione della CGIL diassumere precedenti iniziative da sola e di proporsi, a scapito del valore dell’autonomia, a punto diriferimento politico.

Il Presidente Berlusconi dopo lo sciopero generale è pronto a trattare, ebbene noi della CISL siamosempre pronti a farlo.

La CISL vuole continuare a negoziare, convinta della bontà della proprie ragioni e ritiene che lematerie oggetto di contestazione: le modifiche all’articolo 18, la decontribuzione e l’arbitrato non sonoquestioni ideologiche ma materie SINDACALI.

Il fatto stesso di aver tenacemente insistito sul prosieguo del negoziato e di avere, lungo la strada,determinato divisioni tra esponenti dello stesso Governo è la riprova che il confronto paga; sicuramentepiù dei NO pregiudiziali e politici che in qualche misura hanno dato linfa alla prevalenza delle posizionireazionarie presenti nella coalizione governativa.

E’ prevalsa, nel Governo, la linea di esasperazione dello scontro sociale ed il conflitto è diventato piùideologico e sempre meno pragmatico.

Si diceva delle ragioni da far valere nel negoziato; bastava guardare ad esempio gli ultimi dati sull’oc-cupazione, al trend di crescita che ha riguardato prevalentemente forme di lavoro consolidate, peraccorgersi non solo che la questione posta sulla modifica dell’articolo 18 si sgonfia da sé, ma che glistessi datori di lavoro che ne reclamano la modifica sono quelli che poi preferiscono instaurare rapportidi lavoro a tempo indeterminato.

Come dire , a parte le difese d’ufficio e la determinazione a non ritirare il problema dal tavolo per non“cedere “ al sindacato, che il conflitto su questo tema assume un valore del tutto residuale e appare

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invece solo strumentale ad abbassare la soglia dei diritti e delle conquiste per attaccare quello che da piùparti si ritiene lo strapotere del sindacato confederale.

Tutto questo per ribadire che le posizioni radicali non giovano al confronto e che allorquando lequestioni declinano sul versante del principio tutto diventa più difficile. Anche per coloro, e ce ne sononel Governo, nel sindacato e tra gli imprenditori, che si sono adoperati per trovare una ragionevolemediazione sulle questioni.

La riprova che tale strategia è pagante sta, ad esempio, nei risultati ottenuti nel corso della trattativa sulrinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici.

Il paziente lavoro del sindacato e in particolare della CISL, ha portato la controparte governativa ariconoscere le nostre ragioni, ha sterilizzato le posizioni più rigide, ha sortito l’effetto di strappare incre-menti contrattuali adeguati al recupero del potere d’acquisto dei salari in una misura più consistente diquella concessa da precedenti governi, compresi i governi che altri, ma non NOI, chiamano governiamici. C’è ancora nel Sindacato infatti, chi continua nell’errore di considerare i governi amici a prescin-dere, e non sulla base di quello che fanno nell’esercizio delle proprie funzioni.

Amiche ed Amici,fatta questa doverosa premessa di carattere generale indispensabile per delineare il quadro d’insieme

nel quale operiamo, andiamo ad esaminare la situazione specifica del nostro settore.Questo esame, per essere corretto, va fatto considerando gli obiettivi che la nostra organizzazione si

è data nell’ultimo congresso, va valutato alla luce del cambiamento del quadro politico; va correlatoinfine con le dinamiche di riorganizzazione che riguardano l’Amministrazione dove operiamo e con irapporti che abbiamo con i nostri partners sindacali.

Tenteremo quindi, anche perché tale metodo è stato apprezzato, di affrontare le questioni in terminisistematici e, per quanto ci sarà possibile, comprensibili a tutti.

CONTRATTI DI LAVOROAbbiamo da poco messo la parola fine al cosiddetto “tormentone” del contratto integrativo di catego-

ria. Parliamo di tormentone non a caso; insieme a voi, con il Comitato Esecutivo pressoché in sedutapermanente, abbiamo vissuto la gestazione, lo sviluppo e la conclusione di questa lunga e complicatatrattativa, condizionata da ogni sorta di ostacoli, strumentalizzazioni e forzature, messa in discussione daripensamenti vari e da una sostanziale impreparazione di molti alla pratica dei contratti. Non ultimo dallaconsiderazione che questo contratto, nel bene e nel male, è frutto dell’impostazione della nostra organiz-zazione, al di là dei tentativi dei soliti noti di assumerne i meriti e la paternità.

Tutto questo, oltre al cambio di guardia al vertice dell’Amministrazione e dei dirigenti degli ufficidelegati alla trattativa nonché al ritardo con il quale è stato approvato l’articolato delle code contrattuali,strettamente connesso all’integrativo per la materia dei passaggi interni, ha determinato un allungamentodei tempi insostenibile prima ancora della categoria, dalla Segreteria nazionale e dai componenti del-l’Esecutivo, coscienti che il mancato accordo non solo determinava l’inapplicabilità di alcune importantiinnovazioni normative ma soprattutto ritardava gli auspicati passaggi interni rispetto alle previsioni, congrave ricaduta sui processi di mobilità di cui parleremo successivamente.

Entrando nel merito dell’articolato e tanto per sgombrare eventuali equivoci diciamo subito che noncrediamo di aver stipulato un contratto perfetto; siamo però consapevoli di aver raggiunto un primorisultato, equilibrato e giusto, migliorabile nel prosieguo della nostra attività ed adattabile ai cambiamentiche interverranno.

Questo risultato contrattuale nasce dall’esigenza, che solo il sindacato confederale ha la capacità dirappresentare, di guardare alla generalità della categoria, cioè a tutti.

In questo caso la nostra azione ha guardato in particolare a quelle lavoratrici ed a quei lavoratoridelusi e sofferenti, increduli anche nella capacità del sindacato di creare le condizioni per la soddisfazio-ne delle speranze ed aspirazioni ad un miglior sviluppo professionale.

Si pensi al personale amministrativo, ai funzionari CTA, agli ingegneri del CNVF che hanno assistitorecentemente alla collocazione nei livelli apicali del personale della carriera prefettizia e che – perquanto ci riguarda e sempre nella direzione della valorizzazione della componente tecnica del CNVF nelDipartimento – non potevano non vedersi riconosciuta un’analoga valutazione.

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Siamo anche soddisfatti di avere chiarito e risolto talune questioni organizzative che nella gestionequotidiana del servizio rappresentavano punti di sofferenza della categoria e che vedevano le rappresen-tanze territoriali del sindacato e le RSU escluse dai processi di concertazione e di contrattazione.

Ci riferiamo, tanto per esemplificare, al sistema degli orari, alle prestazioni lavorative in scenari diemergenza, ai processi di mobilità territoriale, alla ricollocazione del personale dichiarato inidoneo al-l’impiego nel settore operativo.

Dal punto di vista delle risorse economiche abbiamo agito su quattro versanti in particolare:- il primo è stato quello di impiegare i risparmi accumulati nei precedenti esercizi a beneficio di

tutta la categoria con l’attribuzione della cosiddetta “una tantum”;- il secondo è stato quello di ripartire le risorse del fondo aventi carattere di certezza e stabilità in

modo equilibrato tra progressioni verticali ed orizzontali, tenendo debitamente presente che le progres-sioni verticali dell’area B del settore operativo sono garantite dalle risorse di bilancio e non gravano sulfondo;

- Il terzo consiste nell’aver previsto di distribuire le risorse non spese entro l’anno per i passaggi diqualifica a tutti coloro che non sono beneficiari ne degli incrementi derivanti dai passaggi di qualifica nedi quelli relativi alle fasce economiche;

- il quarto, quello che per noi assume un significato politico rilevante, è quello di aver previstol’utilizzo di una parte del fondo per la contrattazione integrativa territoriale.

Il tentativo che vogliamo fare è molto ambizioso; si tratta di metterci alla prova come referenti territo-riali nell’elaborare e convenire con la controparte dei progetti che premino la qualità del lavoro intesa nelsenso di riorganizzare al meglio il servizio e le varie attività per rispondere meglio alle esigenze dell’utenza,oppure di individuare, all’interno del sistema organizzativo, attività e funzioni che comportino particola-re impegno o assunzioni di responsabilità.

Indubbiamente si tratta di una scommessa e di una sfida a noi stessi; dalla nostra capacità di indivi-duare le priorità da soddisfare, di saper definire criteri oggettivi di valutazione si misurerà la nostra com-petenza e la volontà di favorire il decollo del livello territoriale di contrattazione, strada ormai obbligatae non ulteriormente dilazionabile per i processi di decentramento dei servizi in atto.

L’altra sfida che abbiamo lanciato con la sottoscrizione del contratto integrativo è stata quella dicreare le premesse per una consistente modifica dei criteri che determinano i percorsi professionaliinterni.

Vale a dire cioè, che la discriminante “anzianità”, che era e resta il principale parametro di valutazio-ne per i passaggi troverà nel medio e lungo periodo una sostanziale contrazione a favore dello svolgi-mento dei corsi di formazione, dei titoli di studio e della qualificazione professionale.

Per essere più chiari diciamo che dalla prossima tornata contrattuale questi parametri troverannomaggiore considerazione di quella attuale e che i passaggi interni non saranno stabiliti solo sulla basedell’anzianità, parametro che indirettamente significa esperienza, ma anche e in misura sempre piùconsistente sull’adeguamento e miglioramento professionale che i lavoratori vorranno acquisire, attraver-so una gestione della formazione non discriminante ma uniforme e continua.

Per queste ragioni , insieme a quelle volte alla tutela della propria incolumità , nonché della migliorequalità del servizio, la politica , l’attuazione ed il controllo della formazione professionale diventa la verasfida sulla quale misurare la capacità del Corpo di migliorarsi ed adeguarsi ai tempi moderni.

Nell’ambito della materia contrattuale, infine, non è da sottovalutare la definizione delle “code”,cioè della parte normativa del rapporto di lavoro sino a ieri prevista in legge ed oggi pienamente ricondottaall’accordo fra le parti.

Anche in quest’occasione, per quanto ci è stato possibile, non ci siamo limitati ad una mera operazio-ne di riconversione delle norme, ma in taluni casi abbiamo cercato di adattarle alle specifiche esigenzedelle categoria pur con estrema fatica in ragione della logica omologante prevalente nell’Aran di consi-derare tutti i lavoratori alla stessa stregua.

Tra i punti che vanno considerati positivi va ricordato quello relativo al reinserimento nell’attivitàoperativa del personale transitato ad altri profili, l’aumento della indennità di missione in caso di parteci-pazione a scenari di emergenza e il computo dell’indennità di rischio e dell’indennità mensile del perso-nale amministrativo ai fini della liquidazione e del trattamento di fine rapporto.

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Quindi, siamo riusciti a completare il percorso di trasformazione di tutti gli istituti pubblici in elemen-ti di diritto privato anche se abbiamo avuto grandi difficoltà ad adattarli al nostro settore che ha spiccatecaratteristiche di sistema pubblico e soprattutto forti peculiarità che non trova riferimenti nel regimepubblico ormai completamente privatizzato.

Amiche ed Amici ,proprio la predetta difficoltà di adattare alla nostra realtà lavorativa la privatizzazione sempre più

spinta insieme ad altre più importanti ragioni ci induce sempre più ad orientarci a perseguire l’obiettivocongressuale di collocare contrattualmente la categoria nel comparto sicurezza, riconducendola al siste-ma contrattuale cosiddetto pubblicistico.

COMPARTO DI CONTRATTAZIONEEbbene per la pace dei detrattori della nostra linea o meglio degli avversari che strumentalmente

valutano la scelta del comparto sicurezza una vera iattura vorremmo una volta per tutte chiarire il nostropensiero in proposito.

Il SINALCO-VVF-CISL ha indicato la strada della confluenza dei vigili del fuoco nel comparto sicu-rezza già dal lontano 1987, i più anziani ricorderanno le decisioni assunte nel Consiglio Generale chesvolgemmo a Montesilvano (PE).

L’intuizione che avemmo allora, plagiata, come spesso capita, da altri sindacati – uno in particolare -la UIL, la cui ricorrente pratica è ormai quella di ascriversi il merito delle nostre elaborazioni – si fondavae si fonda, tuttora, su due cardini elementari ma importanti:

- l’appartenenza al comparto sicurezza avrebbe determinato una maggiore sensibilità dei governisulla condizione economica dei vigili del fuoco e su quella del servizio ( risorse contrattuali, finanziamentidi bilancio, organici, mezzi ed attrezzature);

- l’appartenenza al comparto sicurezza di una categoria fortemente sindacalizzata come la nostraavrebbe contribuito, di riflesso, al completamento del processo di sindacalizzazione delle forze dell’or-dine ad ordinamento civile.

La consistenza delle tesi prima dette sta nella verifica che alle forze dell’ordine, oltre agli ordinariincrementi contrattuali sono state destinate risorse aggiuntive, con buona pace di qualche amico dellaCGIL che si è arrovellato - e ci è riuscito solo omettendo taluni dati - nel tentativo di dimostrare che ilnostro trattamento è uguale a quello dei dipendenti della Polizia di Stato e nella preoccupazione espressada taluni dirigenti del Dipartimento di P.S. nei due incontri avvenuti nelle scorse settimane presso laFunzione Pubblica con il Dipartimento VVF proprio sul tema del nostro accorpamento nel settore con-trattuale della sicurezza.

Pare infatti, da qualche notizia trapelata ufficiosamente, che l’eventuale inglobamento dei vigili delfuoco nel comparto sicurezza desti qualche timore, soprattutto a causa dell’eccessivo potere contrattualedel sindacato.

Come ci muoviamo allora in questa situazione? Come operiamo in un quadro che è connotato dadifficoltà oggettive cui si aggiunge una situazione generale (il conflitto sociale in atto, i rigurgiti delterrorismo nostrano) facilmente strumentalizzabile dai detrattori della nostra linea?

Come sarebbe possibile però rinunciare ad una linea indicata dal nostro Congresso e ad un aspetta-tiva che è presente e viva tra la categoria tutta al di là dell’appartenenza a questo o a quel sindacato?

Ebbene, di fronte a questo scenario noi, come CISL, siamo sostenuti da due fatti; il primo che c’è unavolontà politica del Ministro e del Governo a portare avanti questa operazione; il secondo è che siamocislini.

Siamo cioè per il confronto sulla materia; un confronto serio, serrato, pragmatico e non ideologico nelcorso del quale si evidenzino le esigenze della categoria e quelle, legittime della controparte.

Dovremo cioè verificare, con la trattativa e non le illazioni, che genere di miglioramento economicoe normativo otterremo con il passaggio nel predetto comparto, quali contropartite saranno eventualmen-te richieste, con quali modalità la categoria, TUTTA LA CATEGORIA , effettuerà questo passaggio.

A nostro avviso, e dando per scontata anche una certa lungaggine della trattativa, ci sono le condizio-ni politiche ed organizzative perché questo processo avvenga.

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C’è infatti, la consapevolezza e l’impegno del Ministro della necessità di riconoscere meglio la pro-fessionalità dei vigili del fuoco, c’è un sistema contrattuale degli altri settori che si discosta solo per talunematerie dal nostro, c’è un assetto della nostra categoria che con l’istituzione del Dipartimento ha acqui-sito la stessa “cittadinanza” degli altri presenti nel Ministero dell’Interno; c’è infine l’argomentazione che,come si verifica all’interno del Corpo Forestale dello Stato, i nostri lavoratori dell’area amministrativa etecnica concorrono, con il settore più prettamente operativo, al raggiungimento dei fini istituzionali delCorpo e del Dipartimento.

Come tali, quindi, non possono essere contrattualmente separati dal resto della categoria.A conclusione di questa parte ripetiamo il concetto espresso: quello cioè, di contrattare la materia

fino alla fine, non tralasciando evidentemente ogni tentativo per ottenere un risultato positivo per lacategoria.

Solo allora, democraticamente e sentito il parere di tutta l’organizzazione, decideremo tutti insieme.

IL DIPARTIMENTOCare Amiche ed Amici,abbiamo toccato prima, molto rapidamente, l’aspetto della ristrutturazione della nostra Direzione

Generale e del CNVF e la costituzione, ancora in corso della neo struttura del Dipartimento dei vigili delfuoco del soccorso pubblico della difesa civile.

La lunga ed intensa concertazione che abbiamo svolto sull’argomento, segnale questo della disponi-bilità del nuovo gruppo dirigente a confermare e rinvigorire l’aspetto delle relazioni sindacali, ha portatofinalmente alla definizione dell’impianto organizzativo della struttura centrale del Dipartimento.

Sulla prima conclusione della partita – come sapete è prevista la possibilità di rivisitare l’impiantodopo il periodo di sperimentazione – ha pesato, e non poco un vizio di origine, cioè la preliminareindividuazione dei posti di funzione da attribuire ai viceprefetti ed ai vice prefetti aggiunti operata con lostrumento del decreto ministeriale prima ancora di delineare l’assetto organico e funzionale della struttu-ra.

Manifestazione Montecitorio 2002

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capitolo 6144 2002

Tale condizionamento ha rischiato di riprodurre, in scala più ampia, la vecchia separazione tra leparti amministrative e tecniche dell’organizzazione e di compromettere l’auspicata fusione delle compe-tenze utili per l’arricchimento professionale dei dirigenti e per il miglioramento della qualità del servizio.

Il nostro decisivo contributo, se da un lato ha ottenuto l’impegno del Capo Dipartimento a modificareil sistema strutturale, dall’altro ha sortito l’effetto immediato di migliorare il sistema inizialmente proget-tato, articolando meglio le funzioni e le competenze delle cosiddette direzioni tecniche, prefigurandouna più marcata fusione degli uffici, razionalizzando l’impiego dei dirigenti dell’area amministrativo-contabile.

Questo risultato, accompagnato dalla possibilità di riconoscere alla nostra dirigenza generale lafunzione prefettizia e quindi anche il potenziale incarico di capo dipartimento potrà produrre la condi-zione di vera integrazione del CNVF nel Ministero dell’interno e l’acquisizione della piena “cittadinan-za” citata in precedenza.

Naturalmente questo è il primo passo di un processo più ampio che dovrà svilupparsi sul territorio.La riorganizzazione del Corpo dovrà toccare le strutture periferiche, a partire dagli Ispettorati regiona-

li per finire ai distaccamenti.Una riorganizzazione parziale e che non crei le effettive condizioni di collaborazione ed integrazio-

ne tra centro e periferia sarebbe doppiamente negativa; perché il centro rimarrebbe un entità astratta edistante dai bisogni del territorio e perché è NEL TERRITORIO, e non nel Ministero, che l’organizzazioneespleta le funzioni attribuite dalle leggi

E’ NEL TERRITORIO che si misura concretamente il grado di risposta che si può fornire alla crescentedomanda di sicurezza del Paese.

Continueremo pertanto ad incalzare i responsabili politici ed amministrativi dell’Amministrazioneaffinchè si dia una risposta adeguata ai bisogni che sono segnalati dal territorio e, più in generale, affinchèsi soddisfino meglio le necessità di protezione della popolazione.

A tale proposito abbiamo richiesto al Ministro dell’Interno un apposito provvedimento legislativo chepotenzi l’organico e garantisca le congrue risorse finanziarie e tecnologiche, in buona parte già previstedalla finanziaria 2002, per dare risposte possibili alle esigenze del servizio e degli operatori.

Sul versante delle risorse finanziarie diamo atto al Governo di aver provveduto a stanziare importantirisorse straordinarie per ammodernare i mezzi e le attrezzature del Corpo ma dobbiamo constatarenuovamente che, il medesimo Governo, non si è preoccupato di proporzionare alle crescenti necessità ilbilancio ordinario, da sempre sotto dimensionato, anzi lo stesso bilancio in taluni capitoli è stato decurtatocome in altre amministrazioni dello stato.

Linea politica adottata dalla recente finanziaria per tutti ad eccezione del settore della sicurezza.Non si è capito ancora che con questo modo di fare ci potremo trovare paradossalmente ad aver a

disposizione una fiammante ferrari senza aver a disposizione il carburante per accendere i motoriSiamo ancora in attesa peraltro di poter discutere in riferimento agli stanziamenti straordinari sulle

priorità di scelta dei conseguenti investimenti.Su questa materia un dato è certo, per quanto è in nostro potere, non consentiremo che chi quotidia-

namente mette a rischio la propria vita, penso ai nostri colleghi delle sedi più decentrate, subisca scelteorientate prevalentemente verso settori specialistici.

Anche qui, l’Amministrazione deve assumere la consapevolezza che i colleghi che operano nel terri-torio per l’espletamento del soccorso tecnico urgente spesso vivono una sensazione di pericoloso ab-bandono e necessitano di tangibili e pronte risposte.

Tralascio per esigenza di sintesi della relazione di entrare nella ingiustificata e corporativa azione ditaluni esponenti sommozzatori che prima hanno indotto l’Amministrazione ad emanare un confusiona-rio e ed erroneo decreto di riorganizzazione del settore e poi contestato la circolare successiva che avevatentato di correggere le varie storture contenute nel decreto stesso.

Un dato deve essere chiaro e soprattutto presente nelle scelte dell’amministrazione: l’attività inerenteil soccorso acquatico, materia complessa e delicata è, e deve essere appannaggio di tutti gli operatori atal fine abilitati che in modo sinergico dovranno contribuire a fornire la migliore risposta complessiva delservizio.

Solo in queste condizioni si potrà cogliere l’importante obiettivo di adeguare meglio le strutture alle

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esigenze del servizio e soprattutto rispondere alla forte esigenza di estendere a tutti i componenti delCorpo padronanza acquatica e capacità natatorie.

Sul versante dell’organico abbiamo anche promosso un’iniziativa parlamentare per dotare il CNVFdi un incremento di circa 5000 unità nell’arco di tre anni.

Quanto sopra per attenuare, da una parte, il dirompente effetto della prossima abrogazione del servi-zio di leva che sottrarrà al Corpo una consistente forza lavoro, dall’altra per soddisfare le aspettative degliidonei al concorso a 184 posti di vigile del fuoco e, in subordine, del concorso a titoli per discontinui.Infine per concorrere alla positiva evoluzione della problematica relativa alla sicurezza sul lavoro.

E’ giunto il momento che su questo fronte si dispieghi meglio ed in modo più incisivo l’azione contrat-tuale e rivendicativa. Quello della sicurezza sul lavoro è una questione strategica che deve assumerecentralità e vederci più protagonisti sia al centro che in periferia.

Il ritardo che abbiamo accumulato nella trattazione di questa materia va recuperato con ogni inizia-tiva utile, anche per dar seguito ad uno dei vari punti deliberati dal recente congresso.

Una di queste prime risoluzioni è senza dubbio lo svolgimento del Convegno “vigili del fuoco: soc-correre in sicurezza “ promosso dalla nostra Amministrazione e al quale hanno partecipato diverse orga-nizzazioni dei vigili del fuoco europee e mondiali.

Si è trattato di un passo iniziale che l’Amministrazione ha messo in campo ed organizzato autonoma-mente, sotto l’impulso del SINALCO-VVF-CISL.

Ricorderete infatti, che la relazione congressuale conteneva questo qualificante punto, anche se essoper noi, aveva un respiro più ampio e soprattutto una concezione di tipo partecipativo, quindi momentonel quale far interagire tutti i soggetti che contribuiscono al sistema sicurezza.

Tale convegno evidentemente non può avere la pretesa di esaurire il problema, ma di affrontarne,sotto l’aspetto più eminentemente tecnico - scientifico delle importanti branchie specifiche, quali quellidella ricerca e della formazione riguardanti l’incolumità dei vigili del fuoco, la sicurezza sanitaria, lasicurezza fisica e quella tecnica.

E’ indubbio infatti, che dopo il Convegno dovrà seguire un ulteriore momento che potrà ancheconcretizzarsi con un’apposita tavola rotonda tra Amministrazione e Sindacati dove valutare e dibattereanche quanto scaturito dai lavori del predetto Convegno senza poi escludere un’iniziativa più eminente-mente “sindacale” in materia mettendo in cantiere un ulteriore convegno di carattere generale dove poteraffrontare anche il tema sulla sicurezza dei vigili del fuoco per il quale ci fu manifestata la disponibilitàdella Confederazione.

Questi due momenti potrebbero essere l’occasione per valutare meglio, anche con i contributi tecniciemersi dal simposio internazionale dell’Amministrazione, lo stato reale della sicurezza e dell’igiene sullavoro nel CNVF.

A tale scopo e per una più puntuale valutazione, è nostra intenzione sollecitare l’Amministrazioneaffinchè’ preliminarmente fornisca quanto prodotto sino ad oggi, compresa la documentazione del con-vegno citato, in tema di direttive e di statistiche degli infortuni, faccia conoscere inoltre i progetti diintervento alla luce della istituzione, nell’ambito della struttura del neo-dipartimento, della precipua areadella medicina ed igiene sul lavoro, supportata dall’osservatorio epidemiologico occupazionale e con-venga con noi un sistema di gestione della sicurezza anche avvalendosi dell’Osservatorio per le politichesulla sicurezza sul lavoro e sanitarie previsto dal Contratto Integrativo.

Per intanto, come organizzazione, siamo presenti nel Comitato Nazionale confederale per la salute esicurezza, impegno questo che, altre a qualificarci, ci consente di contribuire alla predisposizione diprovvedimenti ed iniziative di supporto all’importante tema sul quale la categoria ripeto annette notevoleimportanza.

Ritornando alla questione del Dipartimento, nel quadro dei processi di innovazione e trasformazionein corso si è poi innestata la questione del servizio di protezione civile. Non è il caso di ritornare in questasede sul provvedimento del Governo che ha abrogato l’Agenzia di protezione civile ed ha ricondotto alDipartimento delle protezione civile presso la Presidenza del Consiglio le funzioni attribuite allo Stato dalD.Leg.112/98.

Per quanto ci riguarda ribadiamo il giudizio positivo sull’operato del Governo insieme alla necessità,

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confermata dallo stesso Ministro Scajola nel corso dell’incontro con le OO.SS. del CNVF, di portare adunitarietà le competenze in materia di soccorso ordinario e straordinario.

Non sfuggirà, infatti, che la riorganizzazione della struttura del Dipartimento di protezione civiledoveva ricondurre al massimo livello la responsabilità politica degli indirizzi e del coordinamento delservizio prestato dalle varie amministrazioni centrali e periferiche dello stato ed evitare l’insorgere delleannose confusioni funzionali ed organizzative. Al contrario, si è operata la riorganizzazione di tale dipar-timento perpetrando nelle discrasie e nelle sovrapposizioni dei compiti e creando una mega struttura chepiù che ad un organismo di staff assomiglia ad un vero e proprio ministero.

Per queste ragioni occorre affermare nell’ambito del dibattito parlamentare in corso al Senato sullaProtezione civile il concetto di portare a razionalità il sistema organizzativo.

Da questo punto di vista siamo d’accordo con la volontà espressa dal Ministro dell’Interno, che ha ladelega del Presidente del Consiglio sulla materia, di riportare sotto la responsabilità del Ministero, equindi del Dipartimento dei Vigili del fuoco l’attività di gestione e coordinamento del soccorso e primointervento in caso di calamità.

Care Amiche e Cari Amici Consiglieri,le questioni importanti che abbiamo prima trattato in modo sommario ma sufficiente per stimolare il

dovuto approfondimento e dibattito non esauriscono certamente l’assieme delle problematiche sindacalied organizzative che affrontiamo giornalmente al centro e in periferia. Né riteniamo sia il caso di ritorna-re su questioni, più di dettaglio ma ugualmente importanti, che quotidianamente formano oggetto dicomunicazioni e di scambio di pareri tramite la rete telematica della CISL che - salvo qualche eccezione– sta divenendo quello che tutti auspicavamo, cioè un formidabile veicolo di conoscenza e di dibattito,oltre che di trasmissione di notizie in tempo reale.

Lasciando l’approfondimento degli aspetti organizzativi - strumentali alla relazione che verterà suibilanci del SINALCO-VVF-CISL riteniamo utile affrontare brevemente alcune questioni che ci hannolungamente appassionato ma che stentano ancora a trovare soddisfacenti risposte alle nostre aspettative.

Cominciamo con quella relativa ai vigili del fuoco volontari e quella riguardante i trasferimenti delpersonale.

Sul primo aspetto, evitando nell’occasione di ripetere le nostre tesi congressuali, c’è da ribadire pre-liminarmente un concetto, che condiziona fortemente la nostra azione politica in materia: il volontariatoin genere – quindi anche i volontari vigili del fuoco – è un settore al centro dell’attenzione dei partitipolitici, nessuno escluso. Il settore svolge funzioni sussidiarie a quelle dello Stato e, per le dimensioni cheha via via assunto è un potenziale bacino elettorale.

I volontari dei vigili del fuoco sono quindi considerati, e non poco, anche dagli attuali responsabilipolitici della nostra Amministrazione. La prova di questa considerazione sta negli incontri che periodica-mente i loro rappresentanti svolgono con i funzionari del nostro Dipartimento e con il sottosegretarioBalocchi, nel tentativo di modificare il contestato regolamento e le successive circolari esplicativeemanate dall’Amministrazione.

In sostanza ci dobbiamo fare i conti ed essere coscienti delle difficoltà che incontreremo.La prima reale e concreta difficoltà si è manifestata recentemente nell’incontro svolto tra noi il Sotto-

segretario Balocchi ed i rappresentanti dei volontari.Questo però, non significa venire meno alla nostra impostazione politica né rinunciare al diritto di

contrattare l’aspetto complessivo della materia.Per quanto ci riguarda continueremo a sostenere i due concetti chiave che sono alla base del nostro

progetto e che ci risulta quantomeno a parole essere condivisi da parte dell’Amministrazione: quello chelo sviluppo territoriale dei distaccamenti volontari deve essere armonico ed integrato con quello deipresidi permanenti, cioè rispondente ai criteri di funzionalità e sana amministrazione; l’altro, quello delledipendenza funzionale ed operativa dal personale professionista.

Quanto alla questione del no – profit o ad altre particolarità di dettaglio, vista l’assoluta chiusuradell’Amministrazione, siamo disponibili ad un confronto serrato e sereno. Non siamo talmente ottusi danon accettare una sorta di soluzione economica che, analogamente al volontariato in generale, passiattraverso altre forme, ad esempio ad una sorta di rimborso spese o ad altri meccanismi che superino

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questa sorta di precariato esistente.L’amministrazione deve sapere che per affermare tali convincimenti siamo disponibili a mettere in

campo anche forti iniziative sindacali insieme a tutti coloro che nel sindacato la pensano come noi.Si accennava prima alla problematica relativa ai trasferimenti, punto di sofferenza dei lavoratori, del

nostro sindacato ed anche dell’Amministrazione.Abbiamo cercato in tutti i modi di calmierare questo fenomeno e soprattutto di sostenere tenacemen-

te le aspettative degli interessati.Sicuramente le norme inserite nel contratto integrativo, in particolare modo quelle che prevedono la

priorità di assegnazione nelle sedi dei residenti e l’istituzione delle progressioni economiche ridurrannoil turn-over continuo che si registra nelle sedi di servizio.

Analogamente l’accordo raggiunto di considerare “temporanei” i trasferimenti previsti da leggi (104/92 – 267/00) dà ragione alle legittime aspettative degli interessati.

Una cosa però deve essere chiara, non è possibile andare oltre nonostante il nostro spasmodicoimpegno profuso quotidianamente.

E’ sempre più difficile infatti, coniugare le istanze di chi aspira ad essere trasferito con le esigenze diservizio che non possono essere responsabilmente ignorate , diversamente dal passato nel quale, per ilfatto di dover recuperare l’arretrato delle promozioni la mobilità avveniva senza soluzione di continuitàed a breve periodo, oggi e domani ci si dovrà abituare a tempi estremamente più lunghi.

Tutto questo sta a significare che ai lavoratori va rammentata la necessità di ponderare bene la sceltache faranno perché questa, oltre agli effetti positivi di una promozione, può comportare per taluni unlungo periodo di lontananza dalla propria sede di residenza.

Cito questo anche perché trovo del tutto ingiusto ed ingeneroso che parte del personale carichi suiresponsabili territoriali e nazionali del sindacato responsabilità ed oneri insostenibili.

Ho fatto cenno a due delle questioni che ci tengono continuamente sotto pressione, ne vorrei citareuna terza che è completamente dimenticata dall‘Amministrazione e forse anche da una buona parte delSindacato, quella delle officine regionali.

Come è noto, quel progetto ambizioso di oltre un decennio fa’ si è ormai arenato per inerzia epressappochismo e l’Amministrazione non ha ancora pensato ad alcun ché di alternativo lasciando nelcompleto stato di abbandono chi vi opera.

Non fornendo loro un’organizzazione del lavoro, né assicurando al personale le tutele previste dallenorme sulla sicurezza del lavoro, né la necessaria formazione professionale.

Insomma i nostri colleghi delle officine regionali vivono una condizione indecente ed offensiva per ladignità che deve avere la persona in quanto tale.

Siamo nuovamente a sollecitare l’Amministrazione a rispondere in modo adeguato a questo proble-ma che necessita rapidamente di una soluzione.

Noi del SINALCO VVF CISL , con questo appello, vogliamo farci carico di far sentire la voce anche aquesto piccolo gruppo di dipendenti, abbandonati dai più ma che invece meritano ascolto e soprattuttorisposte per migliorare le loro condizioni.

L’ultima questione che occorre ribadire e che resta al centro della nostra attenzione riguarda i servizidi prevenzione e della vigilanza antincendi.

Sappiamo che soprattutto la prevenzione, e non da adesso, costituisce un attività molto ambita, sia daparte di altre amministrazioni pubbliche, sia da parte di privati.

Sappiamo, infatti, dei tentativi messi in atto da parte di talune regioni, o di AA.SS.LL., per appropriarsidelle competenze sulla materia.

Sappiamo anche che continuano le pressioni di varie associazioni per limitare il campo di obbligato-rietà del servizio di vigilanza.

Sappiamo, infine, delle continue richieste di “deregulation” delle norme che sono alla base delleautorizzazioni per l’esercizio di attività industriali, commerciali e civili.

Esse trovano terreno fertile nel richiamo, spesso strumentale, allo snellimento delle pratiche ed allosviluppo delle attività produttive.

Rischiano poi di essere favorite dal timore e dalle preoccupazioni dei nostri addetti ai lavori chevengono chiamati in causa dalla magistratura in caso di sinistri od incidenti.

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La nostra posizione sull’argomento è molto chiara: la prevenzione e la vigilanza, cioè l’accertamentodelle condizioni di sicurezza deve rimanere di competenza dello Stato, cioè del Corpo.

Non è pensabile che una materia che concerne la tutela della sicurezza del cittadino, sia in terminiindividuali che collettivi, possa essere, per così dire, attestata da istanze private.

Verrebbero meno i fondamenti di imparzialità, interesse generale ed obiettività sui quali si basa l’azionedello Stato.

Quanto invece alle responsabilità che derivano dal rilascio del certificato di prevenzioni incendi,abbiamo già interessato l’Amministrazione affinchè, con gli idonei strumenti normativo-regolamentari,chiarisca che i vigili del fuoco non posso essere considerati responsabili della rispondenza dei materialie/o degli strumenti tecnici utilizzati negli impianti, ma esclusivamente della conformità alle prescrizionigenerali dell’esercizio soggetto e delle cose concretamente verificabili al momento del sopralluogo.

Care Amiche e Cari amici del Consiglio Generale,è doveroso chiudere questa breve relazione introduttiva ai lavori che svolgeremo in questi due giorni,

tentare di effettuare un primo e sommario bilancio politico-organizzativo ad un anno circa dal CongressoNazionale e dalla nomina degli Organismi Dirigenti del nostro Sindacato.

Abbiamo, come SINALCO-VVF-CISL, raggiunto molti risultati. Taluni indirizzi contenuti nel mandatocongressuale devono ancora essere raggiunti e sarà necessario tutto il nostro impegno per perseguirlicompiutamente.

Quello che è certo è che le tesi di fondo della nostra organizzazione hanno prevalso o stanno preva-lendo, dando così ragione alla nostra azione ed all’impegno quotidiano che tutte le strutture mettono incampo per far crescere, con le idee e le intuizioni, il SINALCO -VVF-CISL e le condizioni dei lavoratoridel CNVF.

Abbiamo attuato e messo in campo molte iniziative, a cominciare dal più serrato coinvolgimento delgruppo dirigente alle decisioni strategiche e politiche dell’organizzazione, abbiamo allargato i processiconoscitivi e decisionali, convinti che una maggiore circolazione di idee contribuisca alla crescita del-l’intero sindacato. Altre iniziative di partecipazione, soprattutto della periferia, alle problematiche dellavoro, della sicurezza e della formazione, sono inserite nel contratto integrativo che troverà reale appli-cazione tra breve.

Tutti questi sforzi, a parte qualche nota stonata che insieme abbiamo rilevato ed al di là dell’auspiciodoveroso che “tutto è perfettibile” ha portato il nostro Sindacato ad essere il primo sindacato dei vigili delfuoco, il più rappresentativo, il più forte e quello composto dagli uomini e donne più capaci e competen-ti.

Il successo nelle recenti elezioni delle RSU ha coronato il nostro modo di interpretare l’alto ruolo delnostro Sindacato ispirato ai valori della solidarietà e dell’autonomia.

Nei prossimi giorni saranno noti i dati ufficiali dell’Aran sulle elezioni delle RSU ed il rapporto conquelli associativi. E’ molto probabile che avremo la più alta percentuale di consenso di tutto il pubblicoimpiego.

Risultato che ci riempie di orgoglio, ci da grandi soddisfazioni ed è il giusto riconoscimento delnostro intenso lavoro.

E’ nostra ferma intenzione continuare a lavorare sodo, anche con l’apporto delle nuove leve e degliamici delle RSU che saluto calorosamente, per non tradire le nostre speranze e le speranze dei lavoratoriiscritti a questo Sindacato.

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Il Consiglio Generale del SINALCO-VVF-CISL riunitosi presso l’Istituto Superiore Antincendi (Roma)il 22 e 23 aprile 2002 approva la relazione della Segreteria Nazionale sulla situazione politico-sindacale-contrattuale generale e della categoria.

Il C.G. ritiene infatti coerenti con le linee politiche definite al Congresso e adeguati al raggiungimentodegli obbiettivi della categoria le valutazioni e gli indirizzi contenuti nel documento elaborato dal verti-ce del SINALCO-VVF-CISL.

In tale quadro di coerenza il C.G. inserisce i risultati raggiunti con l’accordo del contratto integrativodei vigili del fuoco che condivide ed apprezza perché rispondenti alla generalità delle rivendicazionielaborate e rappresentate dal SINALCO-VVF-CISL.

Il contratto integrativo rafforza il sistema della concertazione sindacale, compie notevoli passi inavanti in ordine alle tutele del personale e completa il quadro regolamentare definito dai contratti nazio-nali.

L’articolato convenuto con l’Amministrazione crea le premesse per un nuovo sistema di sviluppoordinamentale della categoria basato, oltre che sull’esperienza professionale, sulla qualità del lavoro esull’arricchimento formativo, nei cui processi devono trovare coinvolgimento e pari opportunità tutti ilavoratori del CNVF.

Infine il contratto integrativo dei vigili del fuoco, in ordine alla definizione dei contingenti dei passag-gi interni e delle progressioni economiche, si fa debitamente carico di soddisfare largamente le esigenzee le aspettative di ampi settori di lavoratori cui, sinora, non era stata data l’opportunità di sviluppo profes-sionale e, per quanto riguarda la ripartizione delle risorse economiche, si caratterizza per la sostanzialeequità e solidarietà.

Il C.G. ,inoltre, prende favorevolmente atto della conclusione delle procedure di definizione dellecode contrattuali con cui si completa il processo di contrattualizzazione degli istituti inerenti il rapportodi lavoro della categoria e si riconoscono talune peculiarità lavorative dei vigili del fuoco. Pur tuttavia, ilCG valuta carente e restrittiva, in quanto generalizzante e orientata alla omologazione dei trattamenti deipubblici dipendenti, l’attuale condizione contrattuale, che vede come controparte l’Agenzia per la rap-presentanza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni.

In tale contenitore, malgrado gli sforzi compiuti, risulta oltremodo difficoltoso , anche per la sostan-ziale assenza di autonomia negoziale dell’Aran, soddisfare le legittime aspirazioni dei lavoratori delCNVF a vedersi riconosciuti trattamenti retributivi e normativi rispondenti alla particolarità e specificitàdell’attività svolta.

Anche per tali ragioni il CG conferma e ripropone con forza l’obbiettivo di confluenza della categoria

DOCUMENTO FINALE

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nel comparto sicurezza ed invita la Segreteria Nazionale a richiedere l’apertura di uno specifico tavolonegoziale con il Ministero della Funzione Pubblica allo scopo di definire sollecitamente le procedure, itempi e le modalità per l’inserimento dei vigili del fuoco nel predetto ambito di contrattazione.

Per il C.G. l’opzione del comparto sicurezza favorirà la valorizzazione professionale e retributivadella categoria e determinerà una più marcata attenzione del Governo e del Ministro dell’Interno aibisogni organizzativi e finanziari del settore antincendi.

Allo scopo di verificare le predette attese , il C.G. dà mandato alla Segreteria di valutare gli esiti delconfronto con la controparte e assumere poi con l’organismo dirigente del SINALCO-VVF-CISL, le con-seguenti decisioni operative.

Il Consiglio Generale del SINALCO-VVF-CISL si associa al giudizio della Segreteria sull’attuale insuf-ficienza di politiche e misure in materia di sicurezza ed igiene sul lavoro e condivide le strategie indivi-duate per sollecitare l’Amministrazione ad assumere più marcate iniziative per ampliare l’attuale stato ditutela dai rischi professionali, anche attraverso una vera azione di prevenzione e monitoraggio degliinfortuni sul lavoro e della malattie professionali. Su questo versante, preso atto positivamente dell’inizia-tiva del Dipartimento di effettuare il riuscito convegno internazionale sul tema della “sicurezza nel soc-corso”, il C.G. auspica l’organizzazione di uno specifico convegno nel quale si possano confrontare ipunti di vista della parti, sempre al fine di elevare le garanzie dei lavoratori nell’espletamento del serviziodi soccorso a tutela della popolazione.

Il C.G. assegna grande valenza politica alla costituzione del Dipartimento dei vigili del fuoco ed alladisponibilità manifestata dai dirigenti politici ed amministrativi a concertarne prima l’assetto funzionaleorganizzativo ed a rivederne poi la organizzazione sulla base del periodo di sperimentazione e deirisultati verificati. Ravvisa la necessità di porre mano, a seguire, al riassetto funzionale ed organizzativodelle sedi periferiche del CNVF, che rappresentano il cuore vero dell’attività resa a garanzia della sicurez-za del cittadino. In questo ambito, concorda con la necessità di attribuire alle strutture regionali delCorpo più pregnanti e sostanziali responsabilità di coordinamento e direzione, anche nel campo delleattività di primo soccorso in caso di eventi di protezione civile. A riguardo il C.G. ribadisce le indicazionigià formulate circa il perseguimento degli obbiettivi di efficienza del servizio di protezione civile e dellariconduzione dei relativi compiti operativi al Ministero dell’Interno.

Nel corso della riunione il Consiglio Generale del SINALCO-VVF-CISL ha approfondito il tema delvolontariato VVF, anche attraverso un produttivo confronto con la dirigenza tecnica del Dipartimento cheha partecipato ai lavori.

Il C.G. non può che confermare ,sul tema, le linee dell’organizzazione sancite al Congresso Naziona-le ed è consapevole dell’importanza del fenomeno nella società e dell’orientamento governativo di svi-lupparlo sul territorio nazionale.

Tale sviluppo, a parere del Consiglio, va perseguito contestualmente all’estensione dei presidi perma-nenti, alla conferma della dipendenza funzionale ed organizzativa dei volontari VVF dalla componentepermanente ed all’individuazione di misure economiche di sostegno al volontariato che ne garantiscanola dignità morale e non costituiscano le premesse per una sorta di precariato.

Eventuali soluzioni diverse che i responsabili politici amministrativi e tecnici del Dipartimento hannolasciato intravedere, assunte senza considerare i costruttivi e responsabili apporti delle organizzazionisindacali, sortirebbero l’effetto di cogliere le richieste di talune istanze, peraltro poco rappresentativedell’assieme dei volontari VVF, ma anche quello di costituire un’organizzazione parallela, concorrenteed alternativa al Corpo reale e come tale non accettabile dai lavoratori e dal sindacato, che, in caso didecisioni unilaterali, sarà costretto ad assumere le debite iniziative. In ogni caso il SINALCO-VF CISLritiene urgente e preliminare ogni utile azione per potenziare la struttura permanente del CNVF e plaudeall’iniziativa promossa dalla Segreteria Nazionale atta a sensibilizzare tutte le forze parlamentari persostenere un provvedimento legislativo che adegui l’organico del CNVF.

Infine, dopo aver dibattuto sugli altri aspetti della relazione introduttiva e convenuto pienamente sulleconsiderazioni e sulle proposte concernenti il perfezionamento delle attività di prevenzione incendi e larevisione organizzativa delle officine regionali, il C.G. ha esaminato il bilancio consuntivo 2001 e pre-ventivo 2002.

Il Consiglio Generale approva all’unanimità la relazione economico- finanziaria di supporto ai bilan-

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ci ed esprime parere favorevole alla cooptazione in seno al Consiglio Generale degli amici Franco Galluzzo,Nino Manca ed Antonio Angotzi; prende inoltre atto della decisione dei Consigli Regionali di indicare gliamici Fabrizio Pomilia e Graziano Soddu come membri di diritto del Lazio e della Sardegna in seno alConsiglio Generale del SINALCO-VVF-CISL.

Roma, 23 aprile 2002

APPROVATO ALL’UNANIMITA’

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Capitolo 7

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Amiche ed Amici,Lo scorso anno svolgemmo i lavori del Consiglio Generale in un momento critico per il Paese, carat-

terizzato dalla ripresa del fenomeno del terrorismo con l’assassinio del prof. D’Antona prima e poi con laferoce uccisione di Marco Biagi; dalle tensioni determinate dall’attacco al movimento sindacale con viliattentati alle sedi e dalla spaccatura sul tema dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

In questo periodo, purtroppo, gli scenari generali che ci circondano destano ancora più preoccupa-zione.

E’ successo,quello che tutti volevamo non accadesse. Sono andati a monte tutti gli sforzi diplomaticiper risolvere in modo pacifico la crisi irachena ed ha prevalso la linea dell’intervento armato.

Ciò, senza l’assenso generale della comunità internazionale ed al di fuori delle indicazioni del Con-siglio di sicurezza e dell’ONU. ONU che vede così svuotata la propria funzione fondamentale di garantedei diritti dei popoli.

E’ successo nonostante il diffuso sentire di tanti in molte parti del mondo; che mai si sono illusi chela guerra, anche la più sofisticata e tecnologica, non potesse produrre morti, vittime innocenti, esodi ,profughi, fame e malattia.

E’ successo pur in presenza di un forte sentimento di pace nel mondo ed anche nel nostro Paese, nelquale il movimento dei lavoratori e la CISL in particolare si sono spesi sino all’estrema mobilitazione.

Riconfermiamo, qui, il grande valore della pace, e ribadiamo come SINALCO-VVF CISL il convinci-mento che la decisione di attaccare l’Iraq resti discutibile, perché presa unilateralmente e al di fuori delmandato delle Nazioni Unite, ed anche perché pericolosa per gli equilibri geopolitici mondiali.

Ma confermiamo questo concetto rifiutando nettamente gli avventurosi slogan “né con Saddam nécon Bush” ascoltati in questi giorni in qualche piazza italiana. Come ha giustamente sottolineato Pezzotta,la guerra è sbagliata, ma Saddam è un dittatore e bisogna trovare il modo di cacciarlo via, fermorestando che la guerra è la sconfitta della politica e chi crede nella pace deve sapere che “ un conto èavere un avversario, altro è trasformarlo in un nemico “.

La CISL ha messo in campo, nel pieno rispetto della legalità, tutti gli strumenti democratici percontribuire a bloccare il conflitto, fermare la guerra, ricostruire la pace.

LA CISL E’ STATA E SARA’ SEMPRE PER LA PACE E PER LA CONVIVENZA CIVILE TRA I POPOLI DITUTTO IL MONDO, CONTRO LA BARBARIE DELLA GUERRA, CONTRO LE DITTATURE E CONTROIL TERRORISMO

Ora che la guerra sembra volgere alla fine il dovere ed il sentire di ogni uomo di buona volontà èquello di conquistare la pace. Quella duratura per consentire a tutti ad ogni cittadino di poter determi-

CONSIGLIO GENERALE NAZIONALETirrenia (Pisa), 15-16 aprile 2003

Relazione del Segretario GeneralePompeo Mannone

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nare democraticamente il proprio futuro.Ebbene, cari Amici, pur se profondamente toccati dagli eventi e da circa un mese di guerra, di cui

abbiamo potuto vedere nelle televisioni scene atroci e fasi drammatiche che purtroppo hanno coinvoltovittime innocenti, abbiamo l’obbligo statutario e politico di svolgere i nostri importanti lavori e di fare ilpunto sulla situazione politico sindacale generale e di categoria; sui suoi sviluppi nonché affinare lenostre strategie per il perseguimento degli obiettivi congressuali e per contribuire alla soluzione deivecchi e dei nuovi problemi che toccano il nostro settore.

Sul piano generale dobbiamo ricordare che il 2002 da poco trascorso ha registrato fatti e comporta-menti che hanno allontanato sempre più l’obiettivo del sindacato unitario ed anche quello, molto menoambizioso, dell’unità di azione.

Tutto ciò nonostante la comune e generale visione che a fronte di un sistema elettorale maggioritario,che avrebbe dovuto esprimere un governo forte o comunque in condizioni di espletare tutto il mandato,sarebbe stato necessario come protagonista sociale un sindacato altrettanto forte, dotato di forte autono-mia e libero da ogni condizionamento ideologico.

Invece, si sono riprodotte nel Sindacato con estrema chiarezza - favorite anche dai tentativi di divisio-ne operati dal Governo- le grandi differenze di fondo.

Hanno trovato, cioè, conferma, favoriti anche dalla natura del Governo e della maggioranza parla-mentare due modi opposti di intendere il Sindacato.

Il primo, quello che ci caratterizza , è improntato ai principi che ogni cislino segue; autonomia,solidarietà, libertà ed uguaglianza; concertazione delle politiche sociali e del lavoro, contrattazione,governo del cambiamento e dell’innovazione.

Il secondo, quello cui si riferiscono gli appartenenti alla CGIL, segue invece la logica delle valutazionipregiudiziali ( un governo non “amico “ è comunque da avversare ), della chiusura al dialogo, dellaindisponibilità al confronto, insomma del tanto peggio tanto meglio.

Da queste profonde differenze di tipo storico, culturale e strategico derivano le spaccature verificatesisulla concertazione delle politiche sociali e del lavoro definite con il Patto per l’Italia;

da queste impostazioni diverse derivano le avventurose ed inutili iniziative di sciopero unilaterale;da questi atteggiamenti, che spesso hanno manifestato l’arroganza di chi si attribuisce impropria-

mente il diritto di rappresentare, da solo, il mondo del lavoro, è conseguita una oggettiva diminuzionedella forza e del potere del Sindacato, la sua emarginazione dai processi di politica economica ed indu-striale, la difficoltà che incontra nel far attuare una puntuale ed equa politica dei redditi che, come è noto,fu uno delle scelte fondamentali che contribuì all’entrata in Europa del nostro Paese.

La situazione descritta , quella cioè, delle profonde divisioni nel sindacato, non ha consentito diaffermare con il Governo la politica della concertazione, unica strada per governare fenomeni comples-si di tipo sociale e quindi la sola in grado di correggere i negativi effetti che si sono registrati in questiultimi tempi, e cioè l’aumento dell’inflazione, la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni, lepesanti problematiche derivanti dai processi di crisi della grande industria che lascia senza lavoro miglia-ia di persone, l’ incremento del tasso di disoccupazione e l’acuirsi del divario tra Nord e Sud.

Situazione, questa, ancora più pesante se si inserisce nello scenario attuale della guerra le cui riper-cussioni sull’economia sembrano assai preoccupanti e quindi le prospettive di sviluppo e di occupazio-ne si fanno sempre più lontane.

Questo quadro di crisi dei rapporti sindacali mai registrato nel passato ha inciso pesantemente suirapporti unitari in categoria, già estremamente critici per le visioni antitetiche di CISL e CGIL sia sull’as-setto e sulla collocazione organizzativa del CNVF che sul sistema contrattuale della categoria.

Anche nel nostro settore , quasi come una copia esatta delle divisioni confederali, si sono riprodottevisioni e strategie opposte, che partono da profonde differenze di valutazione politica, organizzativa edanche da diverse sensibilità sociali.

Quando, noi della CISL, abbiamo testardamente operato affinché nella fase di riforma della PubblicaAmministrazione, il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco rimanesse unitario e restasse incardinato nelMinistero dell’Interno;

quando abbiamo ottenuto che al CNVF fosse riconosciuta analoga dignità degli altri settori del Dica-stero;

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quando abbiamo rivendicato per i vigili del fuoco la trasformazione del rapporto d’impiego;ed infine quando ne rivendichiamo, anche all’interno del sistema generale della protezione civile,

l’autonomia organizzativa ed operativa.Quando abbiamo messo in campo queste scelte politiche non abbiamo guardato solo all’interesse

della categoria, che è molto importante, ma a quelli generali che interessano i cittadini cui deve esseregarantito il servizio essenziale della sicurezza.

Scelte che in sostanza sono:per un Corpo Nazionale dei vigili del fuoco quale espressione di una funzione dello Stato,per un Corpo riconosciuto come servizio monopolistico ed insostituibile,per un Corpo Nazionale quale parte di un Dicastero cui non siano attribuite soli le missioni di sicu-

rezza pubblica ma quelle, più ampie, di sicurezza sociale;per un Corpo Nazionale ai cui lavoratori fosse riconosciuta, senza regali o mance, la giusta profes-

sionalità e la doverosa considerazione del lavoro svolto.Di contro nella CGIL verifichiamo l’opposto; una proposta di collocazione organizzativa presso la

Presidenza del Consiglio di difficile praticabilità nei fatti per il ruolo di coordinamento che alla Presiden-za è attribuito;

gratuite accuse di eccessivo centralismo per la struttura dipartimentale;la permanenza nel comparto delle aziende ormai svuotato nella rappresentanza ed anche dell’idea

che l’aveva originato;la propensione alla regionalizzazione del CNVF confusa ad arte col sano decentramento che, inve-

ce, noi per primi abbiamo perseguito e contribuito ad attuare anche per mezzo della istituzione delleDirezioni Generali regionali.

Direzioni a cui bisognerà fornire le risorse umane e finanziarie per metterle in grado di svolgere l’altocompito interno verso i comandi di competenza e quello esterno di relazione istituzionale con le Regionie le autonomie locali.

Al riguardo, rivendichiamo nuovamente la necessità che il provvedimento ormai vigente trovi il suonaturale e logico completamento con l’istituzione delle mancanti altre tre direzioni relative alle regionipiù piccole.

E’ indispensabile altresì, che si stabilisca con chiarezza il rapporto coordinato e funzionale tra le neoDirezioni ed il Dipartimento Centrale al fine di evitare pericolose derive organizzative che rappresente-rebbero esattamente l’opposto di un efficace decentramento.

Si dovrà procedere anche alla verifica del funzionamento del Dipartimento ad un anno dalla suarealizzazione poiché iniziamo a registrare pesanti malfunzionamenti.

Stenta, anzi è addirittura assente, la funzione di coordinamento delle direzioni centrali; varie direzio-ni sono affette da carenze di organici qualificati, altre hanno limiti di carattere logistico senza parlare poidella difficoltà che vive il territorio nel relazionarsi con la neo struttura; difficoltà che si incontranopersino nell’ individuare gli uffici competenti.

In altri termini sulla base di talune carenze descritte non si riesce ancora a percepire in termini diefficienza e funzionalità la portata di tale innovazione.

Per queste ragioni è necessario che l’Amministrazione sia più disponibile a recepire le nostre propo-ste. Proposte, di chi vuole contribuire a migliorare il quadro di riferimento e non di chi invece esprimesolo sterili contrarietà.

Le contrarietà della CGIL infatti, manifestate recentemente anche in un loro convegno sulla Protezio-ne Civile, sono dirette su tutti i fronti, si basano su elementi prevalentemente ideologici e si infrangono insostanza sul datato ed abusato slogan “ tutto è sbagliato” ;

contrarietà che hanno trovato la massima mistificazione nel giudizio sul DdL di trasformazione delrapporto di lavoro e l’allineamento complessivo al cosiddetto comparto sicurezza.

Tanto per citare qualche loro sciocchezza; come si può, Amiche ed Amici, sostenere che questoprovvedimento attribuisca ai vigili del fuoco compiti di ordine pubblico; come si può dire che l’assegna-zione di compiti di difesa civile, attività questa che può interessare gli ospedali, le AASSLL, le Agenzie perla protezione ambientale, ed anche la Protezione Civile, è svolgere compiti di polizia ?

Ecco, questo è quello che abbiamo registrato finora; estremizzato da pesanti attacchi anche personali

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ai rappresentanti della nostra organizzazione sindacale ed anche da un fatto gravissimo, che non registraprecedenti nemmeno nei momenti più bui dei rapporti unitari; la decisione assunta dalla SegreteriaNazionale della Funzione Pubblica CGIL di promuovere un appello in categoria affinché il personalenon aderisse alle iniziative di sciopero, da noi svolte in autunno, a sostegno della vertenza “ compartosicurezza “.

Anche questo patetico, estremo tentativo da parte della CGIL è andato miseramente fallito; le nostreiniziative di sciopero dell’autunno scorso, anche se non hanno portato ad un risultato immediato, hannoperò determinato l’attenzione dei cittadini ai nostri problemi, ci hanno fatto avere quella visibilità che imass-media nel passato mai ci avevano concesso: siamo entrati infatti anche nel circuito televisivo adiffusione nazionale; hanno prodotto nel Governo e nel Parlamento quella condivisione di intenti che poiha portato alla stesura del provvedimento.

Con grande sconcerto degli amici della CGIL quelle iniziative sono riuscite sia al centro che in peri-feria. E spesso hanno registrato anche il sostegno dei lavoratori della medesima CGIL i quali, evidente-mente, non hanno portato il cervello all’ammasso – come in gergo usiamo dire.

Resta il fatto che questi ultimi comportamenti della CGIL sono stati per noi motivo di amarezza maanche di consapevolezza della nostra grande credibilità e consenso; amarezza perché, anche nei mo-menti di grande contrapposizione politica e strategica la correttezza e lo stile si impongono oltre ledivisioni; consapevolezza della nostra forza perché le nostre rivendicazioni hanno travalicato gli schiera-menti sindacali, e lo hanno fatto perché hanno toccato l’interesse vero dei lavoratori, quello di vederriconosciuti loro migliori trattamenti normativi ed economici.

Care Amiche ed Amici Consiglieri,sapete tutti, perché ampiamente discusso negli organismi dirigenti e reso noto in categoria, degli esiti

della nostra battaglia per la modifica del rapporto di lavoro e l’allineamento economico potenziale equindi di prospettiva con il trattamento delle forze di polizia.

Coinsiglio Generale Tirrenia 2003

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Ricorderete, peraltro, che al di là della paternità reclamata a destra e a manca fu questa organizzazio-ne ad indicare questa strada già nel Consiglio Generale di Montesilvano, oltre 15 anni fa.

Siete, e siamo consapevoli, infine, che la strada per raggiungere effettivamente il nostro obiettivo nonè in discesa, tenuto conto dell’iter parlamentare cui dovrà essere sottoposto il disegno di legge e delleobiettive lungaggini derivanti dalla successiva emanazione dei decreti legislativi, che dovranno rendereoperativi i principi sanciti dalla legge.

Eravamo anche consci che nella fase di valutazione del provvedimento da sottoporre all’approvazio-ne del Consiglio dei Ministri qualche Ministro avrebbe potuto contrastarne il contenuto così come mettia-mo in conto che il Parlamento poi, possa apportare modifiche al testo predisposto dalla nostra Ammini-strazione.

Le previsioni fatte purtroppo sono diventate certezza già nella prima fase: prima il Ministero dellaFunzione Pubblica e poi quello dell’Economia hanno posto una serie di intralci che hanno rallentato emesso in discussione l’iter del progetto.

E ciò, è stato condizionato anche dagli eventi straordinari della guerra in Irak, sui quali il Governo hadovuto occuparsi con le annesse preoccupazioni delle ripercussioni di carattere economico e finanziariosul Paese.

In questo contesto di oggettiva difficoltà abbiamo nuovamente operato tutti insieme ogni forma dipressione sui due Ministeri interessati, soprattutto sul Ministro Tremonti che, in virtù del fatto che ha inmano “le chiavi del forziere”, è lui che detta la linea del Governo sovrastando tutti gli altri Ministricompreso il titolare del nostro Dicastero che, non appare nelle sue azioni politiche di Governo, moltodeterminato ed autorevole.

Insomma come dire, il Ministro Pisanu non sembra brillare di luce propria bensì di quella riflessa.Ciò nonostante, siamo riusciti con l’aiuto dell’Amministrazione a far portare il testo alla valutazione

del Consiglio dei Ministri.Le notizie forniteci ci danno per certo che il Consiglio dei Ministri di questa settimana pre -pasquale

avrà come argomento di discussione il disegno di legge in questione.Il testo del DDL potrebbe subire qualche variazione durante l’approvazione al Consiglio dei Ministri;

ciò malgrado, pensiamo che il provvedimento manterrà l’ossatura iniziale in linea con le necessità dellacategoria e le richieste di questo sindacato.

Il provvedimento che abbiamo condiviso con l’Amministrazione infatti, garantisce:· l’applicazione del rapporto di lavoro di diritto pubblico a tutta la categoria; compreso il personale

addetto ai settori tecnici ed amministrativi; per i dirigenti prevede una specifica area contrattuale;· un’autonoma area di negoziazione per i vigili del fuoco;· Il mantenimento dei livelli di relazioni sindacali attuali;· la prospettiva dell’adeguamento salariale, mettendo a disposizione ulteriori risorse pari a circa 15

milioni di euro per l’anno 2003 ed analoghe risorse per gli anni successivi oltre quelle stabilite dallafinanziaria per i rinnovi contrattuali.

· potenziali risorse ad hoc per la categoria da acquisire negli esercizi finanziari futuri al fine diallineare le nostre retribuzioni a quelle delle forze di polizia ad ordinamento civile.

· In sostanza per la categoria si apre uno scenario nuovo carico di potenzialità che dovremosfruttare insieme agli obiettivi che come sempre dovremo conquistare.

· Indubbiamente l’innovazione contrattuale proposta rappresenta l’unica reale e concreta prospet-tiva di sviluppo per il personale anche se il testo, sulla base delle forti chiusure manifestate del MinistroTremonti potrebbe subire delle variazioni durante i lavori del Consiglio dei Ministri.

La proposta, come poc’anzi dimostrato , fa quindi piazza pulita di tutte le argomentazioni false estrumentali messe in campo per controbattere la nostra tesi ed ostacolare il perseguimento del nostroobiettivo.

Contraddice cioè, in modo eclatante, le contraffazioni che i nostri avversari hanno cercato di farpassare tra la categoria, prima dicendo che la rivendicazione del Sinalco VVF – CISL avrebbe portato alrisultato di annullare tutti i diritti sindacali conquistati sinora e trasformato i vigili del fuoco in operatoridelle forze dell’ordine con compiti repressivi e di polizia; poi insinuando che dall’eventuale trasforma-zione sarebbe stato lasciato fuori il personale del settore amministrativo; infine sostenendo che questa

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modifica non avrebbe portato nessun beneficio dal punto di vista economico.Ma questi signori, come hanno potuto immaginare che noi della CISL, che abbiamo nel DNA la

concertazione e la contrattazione, avremmo cancellato la nostra natura?Come hanno potuto sostenere che non avremmo fatto gli interessi della categoria quando è la nostra

storia che dimostra con quale capacità e forza abbiamo lavorato per migliorare continuamente le condi-zioni normative ed economiche dei vigili del fuoco ?

Come si sono permessi, infine, di accusarci di militarizzare la categoria quando sanno che operiamo,come CISL e come SINALCO-VVF, per il progresso e per la piena sindacalizzazione anche delle forze dipolizia?

Come vedete, Care Amiche e Cari Amici Consiglieri, i nostri avversari hanno fatto tutti i tentativi perfarci fallire l’obbiettivo, non escludendo il ricorso a vere e proprie menzogne per dissuadere la nostragente a non seguirci.

Ora, ad esempio, i nostri avversari scoprono anche in ritardo la positività di effettuare le trattativecontrattuali da soli come vigili del fuoco quando – e lo dimostra anche il loro sistema organizzativo –hanno sempre osteggiato la nostra particolarità e specificità.

Ora, addirittura, esaltano il trattamento economico della Presidenza del Consiglio a sostegno dellaloro idea di collocazione organizzativa del CNVF e del loro rifiuto della appartenenza al Ministerodell’Interno, gonfiando artatamente i numeri e le cifre per dimostrare che quei lavoratori hanno un tratta-mento migliore del nostro.

Malgrado tutto ciò e malgrado quello che faranno poi, perché non vanno escluse altre contrapposizionistrumentali al nostro disegno, diciamo che i lavoratori che ci hanno sostenuto nella lotta e l’Amministra-zione, che ha condiviso con noi l’idea del cambiamento, hanno dato ragione al nostro operato.

Ed al nostro progetto hanno dato ragione, condividendolo in pieno, anche i numerosi parlamentaridella maggioranza e dell’opposizione che ci sono vicini e che hanno fondato il movimento “Amici deivigili del fuoco”.

Certamente, questo del comparto di contrattazione non è il solo tra i problemi che interessano lacategoria, anche se il disegno di legge che conoscete pone sostanziali basi per la revisione dell’ordina-mento professionale e l’introduzione di nuovi istituti orientati a rafforzare la specificità dei vigili delfuoco.

Permangono infatti, Care Amiche ed Amici Consiglieri, una serie di problematiche alle quali i respon-sabili politici, tecnici ed amministrativi del nostro Dipartimento non danno risposta o danno solo risposteparziali.

Sul tema degli organici, checché ne dicano il Ministro Pisanu ed il Sottosegretario Balocchi la rispostadi questo Governo è stata veramente ridicola. La misura di 230 unità previste in finanziaria non smuovedi un millimetro i problemi del CNVF in termini di copertura del servizio sul territorio, non risponde alleesigenze di sicurezza dei cittadini in termini di efficacia ed efficienza del soccorso; determina la solitaguerra tra i poveri o tra i “campanili “.

Non si comprende perché L’Amministrazione si attarda ancora ad affrontare la questione in modoorganico e ragionevole. L’obiezione classica a questa domanda è che non ci sono i soldi. La nostrarisposta all’obiezione è che la spesa pubblica si potrebbe meglio qualificare; basta guardare ai finanziamentiche annualmente interessano in modo disordinato ed irrazionale il settore del volontariato in genere.

Abbiamo da tempo indicato all’Amministrazione in primo luogo di definire un piano di sviluppoorganico del servizio e portarlo alla confronto istituzionale nell’ambito della Conferenza Unificata inmodo tale che ogni soggetto istituzionale centrale e locale che concorre alla sicurezza si faccia carico perla sua parte nel rispondere in modo razionale ed efficacie senza sperperi di denaro pubblico di risponde-re alla crescente domanda di sicurezza dei cittadini, nel soccorso ordinario e in quello emergenzialecompreso quello relativo agli incendi boschivi e quello attuale della difesa dagli attacchi terroristici.

Se questo è, come riteniamo, un modo serio e razionale di procedere nell’interesse dei cittadini, laPolitica e l’Amministrazione sono colpevolmente responsabili di non operare per il bene dei cittadini eper la salvaguardia del loro patrimonio.

Sappiamo che nei prossimi giorni L’Amministrazione si farà promotrice di una proposta di aumentodi organici di cadenza triennale di circa 4500 unità.

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Ciò, è finalizzato ad adeguare per quanto possibile il servizio ma anche per compensare la gravesituazione che si registrerà nell’organizzazione dei servizi per l’abolizione del servizio di leva che recen-temente ha subito per iniziativa governativa una forte accelerazione.

Tale proposta avrà senz’altro il nostro sostegno ma se strategicamente non si utilizza il percorso sopradescritto, quello cioè, del coinvolgimento delle Regioni ed Autonomie Locali in un sistema integratodella sicurezza potremmo correre nuovamente il rischio di incappare nei soliti ed insopportabili vincolie limiti di spesa che il Ministro dell’Economia pone sempre come ostacolo in ogni circostanza.

Un’altra delle questioni che sta assumendo una contingenza grave è quella legata alla sicurezza sullavoro.

Gli incidenti che sono accaduti, taluni dei quali mortali, non possono essere attribuiti solo alla sorte;Abbiamo già pubblicamente rappresentato la preoccupazione per un colpevole abbassamento della

guardia, della mancanza della necessaria consapevolezza e tensione nel fronteggiare gli eventi che civedono coinvolti.

Abbiamo già detto e lo ribadiamo che non siamo disponibili a fare da vittime sacrificali per una seriedi inadempienze che trovano i loro punti di crisi nella mancanza di adeguate politiche di formazione delpersonale, nell’assenza di quell’aggiornamento continuo che possa dotare il personale delle opportuneconoscenze; nella mancata assistenza e coordinamento nell’intervento da parte delle professionalitàsuperiori e infine nel venir meno del travaso delle esperienze.

Certamente lo stato delle attrezzature ed i mezzi, a causa del rapido logoramento cui sono sottoposti,non è estraneo alle dinamiche di alcuni incidenti sul lavoro, ma anche gli aspetti relativi alle procedureoperative, all’approccio sistematico allo scenario d’intervento, alla valutazione dei rischi oggettivi e po-tenziali non vanno sottovalutati; si ha invece l’impressione che tutti questi fattori non vengano debitamentecurati, sia in fase di formazione che nel corso dell’intervento.

La stessa nostra impressione pare che l’abbia avuta l’Ispettore Generale Capo, che ha assunto – conla nota che vi abbiamo fatto conoscere – l’iniziativa di sensibilizzare i Dirigenti ad una maggior presenzanegli scenari d’intervento e all’assunzione delle iniziative per la contrazione del preoccupante fenome-no degli infortuni in servizio.

Come dire …. Non è mai troppo tardi. Anche se è un’iniziativa parzialeed insufficiente per le cose anzi dette.Abbiamo accennato alle questioni ancora irrisolte, delle quali gli aspetti dell’organico, delle attrezza-

ture e dei mezzi sono parti rilevanti, ma non le sole. Ci sono, infatti tanti altri punti cui non si è potuto,o meglio voluto dare una risposta soddisfacente o definitiva, quali lo sviluppo e l’organizzazione delvolontariato VVF, i rapporti funzionali con il Dipartimento di protezione civile, quelli con altre strutturepubbliche o private in materia di soccorso, talune problematiche relative alla materia della prevenzioneincendi.

Ecco, su questi ed altri aspetti della nostra organizzazione la Legge delega che prevede il riassettodelle disposizioni legislative del CNVF offre una grande opportunità; quella di chiarire, possibilmentesenza il rischio delle interpretazioni distorte o dei tornaconti, o, peggio ancora delle convenienze politi-che, i compiti, le prerogative, gli ambiti ed i limiti delle competenze del Corpo Nazionale dei Vigili delFuoco.

Per semplificare, e se su questa partita saranno debitamente considerati gli apporti ed i contributi delnostro sindacato, l’occasione va sfruttata, anche per operare una profonda revisione in materia divolontariato, cioè per correggere le storture del regolamento approvato tempo fa, imposto dall’allorasottosegretario Barberi e condizionato da un corollario di normative post belliche e risolvere definitivamentele problematiche dell’accesso, del compenso, del rapporto funzionale con la componente permanente;insomma tutte quelle proposte di modifica ed integrazione elaborate dal nostro gruppo di lavoro e poirivendicate unitariamente nel tavolo di trattativa.

L’occasione andrebbe sfruttata, ad esempio, per chiarire le competenze di coordinamento dei soccor-si in materia di interventi in montagna, ponendo fine alla diatriba continua con il CAI; per normare sulraccordo collaborativo tra CNVF e Dipartimento di PC che fissi le competenze dei vigili del fuoco in casodi emergenza, che attribuisca al CNVF il ruolo di direzione del soccorso nella prima fase emergenzialedi tutte le componenti che vi concorrono, che preveda la partecipazione certa e vincolante del CNVF alla

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predisposizione delle ordinanze, per quanto riguarda le questioni di finanziamento delle spese dei mezzie del personale.

Analoghe possibilità di miglioramento si presenterebbero sul fronte dell’attività di prevenzione, con-fermando le responsabilità del Corpo in ordine al rilascio del certificato di prevenzione incendipuntualizzandone il confine nel sopralluogo alle cose concretamente verificabili rafforzando il ruolodella nostra organizzazione come garante della sicurezza del cittadino, respingendo i tentativi, ancorapresenti, di privatizzazione o attribuzione ad altri dell’attività di prevenzione incendi da parte di talunidirigenti.

Gradiremmo a questo riguardo di conoscere pubblicamente il pensiero ufficiale dell’Amministrazio-ne. Vogliamo verificare cioè, se il chiacchiericcio dei corridoi o lettere o articoli sulle riviste private sonoda considerare in contrasto con la linea dell’ Amministrazione oppure no?

L’amministrazione deve sapere che ci batteremo con tutte le nostre forze affinché non venga minatauna delle attività più importanti del Corpo.

La sicurezza degli operatori e dei cittadini non può diventare libero arbitrio legata ad interessi privatiche proprio per definizione non possono rappresentare quelli generali della sicurezza anzi nella fattispeciesono proprio all’antitesi.

Questa pericolosa involuzione dell’approccio alla sicurezza sotto la spinta di elementi esterni all’isti-tuzione sta generando nell’Amministrazione il perverso processo di deregulation selvaggio anche quan-do emana norme sulle prescrizioni di prevenzione incendi.

Il recente esempio relativo al decreto per il parcamento delle autovetture con serbatoi a GPL nelprimo piano seminterrato delle autorimesse ed altri forse in itinere sono la riprova, a nostro giudizio, dicome si affrontano con approssimazione e/o superficialità questioni così importanti.

Le nostre valutazioni critiche al riguardo le abbiamo già fatte prima e dopo il provvedimento e credia-mo che abbiano contribuito a provocare in tutti l’attenzione al problema e lo sviluppo di una riflessione.

Coinsiglio Generale Tirrenia 2003

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Speriamo che le recenti affermazioni ufficiali dell’Ispettore Generale Capo siano esatte e responsabilianche se non esaustive della problematica, e che quindi, noi umili rappresentanti del personale abbiamomanifestato limiti tecnici e peccato di eccesso di preoccupazione. Se così non fosse l’Amministrazionerimarrà responsabile anche sul piano morale delle decisioni assunte e dovrà rispondere delle eventualiconseguenze al personale in scenari incidentali di questa natura.

Circa il contratto integrativo, siete tutti a conoscenza degli aspetti positivi e delle difficoltà legate allasua applicazione, in una parola delle problematiche, in parte esistenti in parte addebitabili all’Ammini-strazione, legate alla sua effettiva applicazione.

In sostanza, però, ad otto mesi dalla stipula, i benefici economici e normativi introdotti col contrattointegrativo non sono stati incassati.

Infatti il Dipartimento, non ha ancora completato la parte relativa all’attribuzione delle posizionieconomiche, che dovranno essere assegnate al personale dal 1° gennaio 2002.

A questo riguardo si spera che prima delle ferie estive siano trasmessi, per la liquidazione, i relatividecreti alla competenti Direzioni provinciali del tesoro.

Siamo però notevolmente in ritardo sulla parte delle riqualificazioni, cioè su quell’aspetto che dovràsoddisfare le annose aspettative di talune categorie di dipendenti ai quali, nel corso degli anni, non è statadata alcuna possibilità di progressione in carriera.

Parliamo del personale dei ruoli amministrativi e tecnici .che attendono l’inizio delle procedureconcorsuali per passare nei livelli retributivi superiori.

Non sottovalutiamo la difficoltà complessiva di tutta la materia ed anche il fatto che, nel frattempo, sistanno svolgendo le procedure per i passaggi verticali del personale operativo, cioè i concorsi a Caporeparto e Capo squadra ; chiediamo però che il Dipartimento imponga una decisiva accelerazione aiprocessi, emanando i decreti ministeriali di individuazione dei posti da mettere a concorso nelle sedi diservizio per poi partire con i singoli concorsi.

Occorre inoltre concludere celermente anche la partita delle progressioni economiche, perché dallasua definizione deriva anche la liquidazione dell’una tantum del 2002 da attribuire ai colleghi che nonhanno avuto il beneficio economico delle progressioni economiche.

Sempre sul piano dell’ordinamento professionale, va rispettato il dettato contrattuale che prevedel’istituzione dell’area aeronavigante.

Anche per questa trasformazione l’Amministrazione accusa un notevole ritardo che non ha permessodi applicare, come era nell’intenzione della parti, allo specifico settore con annesse le dotazioni organi-che, i profili professionali ed il sistema delle progressioni economiche.

La mancata operazione non ha permesso di sganciare il personale elicotterista dalla dinamica deipassaggi di qualifica ed ha conseguentemente determinato la partecipazione dei colleghi elicotteristi aiconcorsi di Capo reparto e di Capo squadra con le conseguenze che tutti sappiamo in materia di mancataapplicazione del contratto integrativo.

Amiche ed Amici Consiglieri, Amici Segretari Territoriali,l’accenno fatto all’ attuazione del Contratto integrativo dei vigili del fuoco è utile per entrare rapida-

mente in tema di rinnovo contrattuale per la vigenza normativa 2002-2006 e per il biennio economico2002-2003.

Siete tutti a conoscenza del quadro generale nel quale si colloca questo rinnovo proprio per l’evolu-zione - che speriamo conclusiva e positiva – della questione della collocazione contrattuale.

Avete quindi potuto prender visione delle nostre proposte, peraltro confortate dal parere dei colleghidell’Esecutivo, in materia di impostazione generale della piattaforma.

Prima, però, di entrare nel merito della nostra piattaforma, che come vedrete è stata orientata all’es-senziale, è opportuno chiarire le ragioni che non hanno permesso di elaborarla e presentarla unitariamente.

A dire il vero c’è stato un comune tentativo di farlo, ma il condizionamento delle diverse visionistrategiche ed organizzative del nostro settore, la riconferma delle distanze registrate anche in tema disistema, struttura e sviluppo del Corpo e nelle attività di protezione civile, non ha consentito la stesuradi un testo pur se di massima.

Sull’argomento, con molta probabilità, le posizioni che si registreranno al tavolo di negoziazione

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saranno simili.Nessuna organizzazione sindacale, crediamo, verrà meno al dovere di rivendicare un aumento con-

trattuale coerente con l’inflazione reale, né potrà esimersi dal rappresentare i bisogni dei vigili del fuocoin materia di valorizzazione professionale, tutela della sicurezza e maggior sviluppo professionale.

Sono però le premesse di fondo diverse a fare la differenza.Per noi questo è un contratto cosiddetto di transizione, o ponte con cui distribuire possibilmente

sugli istituti fissi e ricorrenti – le risorse economiche e correggere e/o integrare alcune parti dei prece-denti contratti.

Per i nostri amici-avversari la vigilia del rinnovo contrattuale è stata l’occasione di riproporre le ideedella loro organizzazione e le strategie politico-sindacali che ne caratterizzano l’azione e che possonoessere ridotte ai seguenti slogan:

I VVF fuori dal Dipartimento e dal Ministero dell’InternoCollocare i VVF alle dipendenze del Dipartimento di protezione civile ( prima la collocazione richie-

sta era presso l’ Agenzia di PC, poi abrogata )Mantenimento dell’attuale collocazione contrattuale e del rapporto di lavoro privatistico.Insomma la solita “ minestra riscaldata “ che con piglio autolesionistico continuano a portare avanti

nonostante le sollecitazioni che più volte gli abbiamo rivolto nel tentativo di farli uscire dall’imbuto nelquale si sono cacciati.

Inoltre, pongono questioni che con i contratti non c’entrano per niente.Gli accordi contrattuali non contengono linee o strategie politiche, ma semplici articoli riguardanti i

trattamenti economici e normativi del personale.Anche questo i nostri Amici lo sanno e quindi sanno pure di fare controinformazione disorientando il

personale.Ebbene, e malgrado tutto ciò, noi continuiamo nella nostra strada convinti della forza delle nostre

proposte e consapevoli che le nostre strategie – diversamente dagli altri che subiscono becericondizionamenti politici lontani dal bene della categoria – sono orientate a soddisfare i veri interessi deivigili del fuoco che per noi sono :

UN MIGLIOR TRATTAMENTO ECONOMICOUN LAVORO PIU’ SICUROUN QUADRO NORMATIVO-CONTRATTUALE PIU’ FAVOREVOLEE’ per queste ragioni di fondo che abbiamo lottato per un Dipartimento specifico dei vigili del fuoco,

per il mantenimento della nostra struttura nel Ministero dell’Interno, per l’autonomia organizzativa edoperativa anche nell’ambito del sistema di coordinamento di protezione civile.

Per un sistema, cioè, dal quale potesse scaturire in sequenza logica l’adeguamento delle retribuzionie la sostanziale omogeneità contrattuale con i lavoratori delle forze dell’ordine che operano nel nostromedesimo Dicastero.

Noi pensiamo che, per ottenere questi scopi, non ci siano alternative alla nostra visione; ed il segnalecontenuto nel disegno di legge di trasformazione del rapporto d’impiego di disporre di una cifra aggiuntivaper la contrattazione, anche se parziale, è estremamente importante.

Importante perché crea le premesse di una dinamica alla quale il Governo ed il Parlamento non sipotranno sottrarre nella elaborazione delle prossime leggi di bilancio, importante perché crea le condi-zioni per innovare anche dal punto di vista della destinazione di talune risorse contrattuali.

Per essere più chiari vogliamo dire che intendiamo porre una maggior attenzione a quei lavoratori delCorpo Nazionale dei vigili del fuoco impegnati nel soccorso e soggetti, non meno di altri, ad un comples-so di attività ad alto rischio.

Ebbene, questi colleghi, non meno preparati e professionalizzati di altri, non meno specialisti di altri;che anzi proprio per la variabilità degli scenari che affrontano sono i portatori di quella cultura dellapolivalenza del lavoro dei vigili del fuoco che non deve essere perduta; questi colleghi meritano unmaggior riconoscimento professionale, legato all’usura della attività ed alle condizioni in cui operano.

Il Governo, all’interno della Legge finanziaria, ha deciso di anticipare la tendenza all’omologazionedi taluni istituti contrattuali dei Vigili del fuoco con quelli attribuiti alle forze dell’ordine. Ci riferiamo alladisponibilità di risorse per gli elicotteristi, i sommozzatori ed il personale portuale.

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Ha fatto cioè un’operazione condivisibile dal punto di vista dell’orientamento alla omologazione deitrattamenti, ma parziale e ingiusta nei contenuti in quanto mirata solo ad una parte dei vigili del fuoco,certamente sbagliata nel metodo perché ha sottratto alla discussione tra le parti la ripartizione e l’utilizzodelle risorse economiche.

Confermiamo ai rappresentanti dell’Amministrazione presenti con assoluta chiarezza che il CorpoNazionale è un tutt’uno composto da varie ed articolate professionalità che tutte insieme concorronoall’obbiettivo di salvaguardare il cittadino e, come tali, sono meritevoli - pur nelle oggettive particolarità- di una complessiva valorizzazione dal punto di vista economico.

Per queste ragioni siamo orientati - e nel proseguo ne proporremo modalità e criteri - a legare parte disalario alla prestazione reale ed ai carichi di lavoro del personale, con particolare riguardo, lo ribadiamo,per coloro che svolgono l’ordinaria attività di soccorso tecnico urgente.

Un’altra questione assolutamente rilevante per la categoria in particolare per i giovani colleghi èquella relativa alla previdenza complementare.

Sapete che in Parlamento vi è in corso un acceso dibattito sulla legge delega sulla previdenza ed almomento non conosciamo gli esiti finali e quindi non sappiamo se il Governo recepirà le osservazioniprodotte unitariamente al testo originario.

In ogni caso in tempi brevi dobbiamo affrontare la questione e assumere le decisioni migliori nell’in-teresse dei nostri giovai lavoratori.

In sostanza una volta definiti legislativamente gli elementi, la misura ed il meccanismo con i quali sicontribuisce all’alimentazione del fondo pensionistico dovremo individuare in quale fondo confluiresapendo che le maggiori garanzie di rendimento le offrono quelli più consistenti.

Care Amiche ed Amici Consiglieri,il grande livello di comunicazione e di interscambio di idee nonché di confronto raggiunto sui vari

temi oggetto della nostra attività sindacale ci esime dal ritornare su una serie di argomenti di varia natura.E’ necessario affrontare invece in relazione ai cambiamenti che avvengono rapidamente nella socie-

tà, nell’economia, nella politica, nelle istituzioni ed i mutamenti che intervengono nel Corpo, se i nostristrumenti, le nostre strutture organizzative sono adeguate alle sfide da sostenere.

La nostra Confederazione ha iniziato da qualche settimana questa lunga e profonda riflessione che siconcluderà nell’assemblea organizzativa prevista nella prima decade del mese di Novembre prossimo.

Siamo certi che ognuno di voi non farà certo mancare nelle varie riunioni confederali sul territoriol’apporto della nostra categoria sia sui temi generali che settoriali come noi costantemente cerchiamo difare negli organismi nazionali.

Tra i vari temi oggetto di discussione in preparazione dell’assemblea organizzativa vi è anche quelloricorrente inerente la nostra collocazione organizzativa nell’ambito degli accorpamenti categoriali esi-stenti.

Nell’Ultimo Esecutivo Confederale che doveva tracciare l’orientamento del dibattito organizzativo èprevalsa la linea di confermare la nostra specificità categoriale.

Tra le varie ipotesi in campo vi è anche quella di elevare la nostra federazione al rango di primaaffiliazione.

Riteniamo che questa ipotesi se confermata nell’assemblea organizzativa rappresenti un ulteriore etangibile riconoscimento alla categoria ed a chi la rappresenta al centro e sul territorio, in particolare achi quotidianamente sta in prima linea sui luoghi di lavoro.

Amiche ed Amici,abbiamo voluto ampliare la composizione di questo Consiglio Generale.La scelta di far partecipare ai lavori tutto il gruppo dirigente del SINALCO-VVF-CISL nonché i nuovi

quadri che si sono avvicinati da poco a questa attività, che pur nel sacrificio personale resta esaltante egratificante, è stata dettata dalla necessità di rendere ancor più uniforme e coesa l’organizzazione perfarla divenire sempre più capace ad affrontare le sfide che dovremo sostenere nel nostro cammino.

L’organizzazione è in buona salute basta guardare i dati associativi per averne contezza.Essere di gran lunga il primo sindacato in categoria ed avere il più alto livello di rappresentanza nel

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pubblico impiego ci riempie di orgoglio e di soddisfazione.E’ la riprova che i lavoratori credono in noi, nella nostra serietà ed onestà concettuale e nell’impegno

che mettiamo quotidianamente nel nostro difficile lavoro.E’ la prova che le nostre linee sono vincenti e che le bugie e le strumentalizzazioni di taluni hanno vita

breve così come le brutte abitudini di qualcuno che al il vezzo di mistificare i fatti attribuendosiprimogeniture e meriti quando invece tutti sanno chi realmente elabora le linee e chi ha il determinanteruolo nel realizzarle.

Gli esaltanti risultati raggiunti tuttavia non ci debbono far cullare sugli allori ci debbono invecespingerci a fare e a dare di più.

Dice un vecchio saggio che “il futuro non è interamente nelle nostre mani ma in qualche modo lo èanche se solo in parte. Non dobbiamo aspettarci che si avveri del tutto, ma non dobbiamo neppuredisperare che esso non si avveri affatto”

Con questa convinzione andremo avanti.Procederemo con i percorsi formativi avviati al fine di dare la necessaria continuità all’organizzazio-

ne per mezzo di uomini e donne che intendono dedicare il proprio tempo e le loro capacità nell’interes-se del personale rappresentato.

Ne avvieremo degli altri completando il progetto cosiddetto motivazionale per nuovi giovani quadri.Cercheremo di adeguare le esigenze formative intercettando i bisogni reali dell’organizzazione utilizzan-do esperti interni ed esterni all’Organizzazione.

Continueremo nelle scelte di successo già fatte relative al sempre più stretto coinvolgimento deicomponenti l’esecutivo nella partecipazione , nella formazione e nell’attuazione delle linee dell’organiz-zazione anche tramite la partecipazione diretta in Commissioni e Gruppi di lavoro.

Tutto ciò, e rilanciando una vasta campagna di proselitismo insieme alla piena disponibilità che lasegreteria nazionale fornisce costantemente è finalizzato a rendere ancor più grande ed importante ilSINALCO VVF CISL:

Io come sempre ce la metterò tutta e sono certo che ognuno di voi ci metterà lo stesso impegno per lanostra organizzazione nella consapevolezza che senza di noi, senza la nostra funzione, i lavoratori delCorpo perderebbero l’unica prospettiva di sviluppo del proprio lavoro.

Viva il SINALCO VVF CISL.

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Il Consiglio Generale del SINALCO-VVF-CISL, allargato ai Segretari Territoriali ed ai partecipanti alcorso di formazione per quadri sindacali, riunito a Tirrenia (PI) il 15 e 16 aprile 2003 approva la relazionepolitica del Segretario Generale Pompeo Mannone, le sue conclusioni e gli arricchimenti emersi neldibattito. Approva inoltre la relazione organizzativa del Segretario Nazionale Fabio Martella con annessiil bilancio consuntivo 2002 e preventivo 2003. Tutto questo rappresenterà la base per il proseguo delleiniziative politico-sindacali ed organizzative che la Segreteria Nazionale, con l’apporto del ComitatoEsecutivo, metterà in atto.

Il Consiglio Generale lancia un pressante appello al Governo Italiano ed agli Organismi internaziona-li ( ONU ed Unione Europea in primo luogo ) affinchè la guerra in atto, e con essa le angosce, i dolori ele devastazioni, terminino quanto prima; sia avviato il processo di pacificazione e di ristabilimento dellademocrazia in Iraq e sia riaffermato il primato della politica nella soluzione dei confliti internazionali; siapreservata e rinnovata la cultura dela pace e della fratellanza. Il Consiglio Generale del SINALCO-VVF-CISL, facendosi interprete della volontà dei vigili del fuoco, che attraverso il loro lavoro di aiuto esoccorso al cittadino testimoniano giornalmente i valori della convivenza pacifica e della solidarietà,condivide ed apprezza le iniziative assunte dalla CISL in tutte le città italiane per favorire la fine delconflitto attraverso la raccolta delle firme di migliaia di uomini e donne e per stimolare ogni sforzo utilea ripristinare la pace in Iraq.

Il SINALCO-VVF-CISL , in generale e per quanto riguarda il settore vigilfuoco, rilancia e riproponel’idea di un sindacato autonomo, un sindacato che contratti, un sindacato che partecipi ai processideterminati dal cambiamento per rafforzare le tutele dei propri iscritti, in particolare sul fronte del ricono-scimento del lavoro e della professionalità dei vigili del fuoco. Per questo il SINALCO-VVF-CISL ribadiscela necessità che il Disegno di legge di trasformazione del rapporto di lavoro della categoria, che nelgarantire il mantenimento delle prerogative sindacali dei lavoratori VVF introduce le premesse per unavalorizzazione del servizio e del particolare lavoro svolto, trovi sollecitamente attuazione, ponendo cosìle basi per i successivi interventi legislativi che qualifichino la particolare peculiarità dei vigili del fuocoanche attraverso la revisione di taluni istituti normativi ed una profonda rivisitazione del sistemaordinamentale.

Come corollario a tale iniziativa il SINALCO-VVF-CISL ripone grande aspettativa nel processo disemplificazione amministrativa approvato recentemente dal Parlamento. La Legge in materia, che delegail Governo a ridefinire le competenze dello Stato, prevede per il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco ilriassetto della normativa che ne disciplina le funzioni ed i compiti in materia di soccorso, prevenzione,protezione civile, difesa civile ed incendi boschivi. Nel SINALCO-VVF-CISL è infatti fortemente radicata

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la convinzione che con tale strumento si possano risolvere taluni dirimenti problematiche che da tempointeressano il CNVF, a condizione che per la definizione delle proposte venga attivata la dovutaconcertazione col sindacato. Le materie in gioco, per le innegabili ricadute sull’attività lavorativa e sullecondizioni della categoria non possono vedere esclusa la partecipazione dei rappresentanti dei lavorato-ri.

Il SINALCO-VF-CISL ritiene pertanto che nella predisposizione dei decreti legislativi di riassettonormativo, oltre ad una generale semplificazione delle norme, vada riaffermata l’esclusiva competenzadel CNVF in materia di prevenzione incendi, ruolo, questo, non delegabile per la garanzia di sicurezzadel cittadino; vada valorizzato il ruolo del CNVF nella responsabilità di direzione delle fasi di soccorsotecnico urgente inerenti l’attività di protezione civile; venga effettuato il definitivo chiarimento in ordineal coordinamento degli interventi di soccorso in ambienti impervi in modo che sia garantita l’autonomiafunzionale ed operativa delle squadre VVF; sia avviate le dovute modifica ed innovazioni alle norme cheregolano il settore del volontariato VVF.

Su quest’ultimo aspetto, occorre che alle proposte della CISL-VVF elaborate con il prezioso contribu-to di talune strutture periferiche e poi assunte dagli altri sindacati confederali, sia dato seguito ed applica-zione. Bisogna in questo campo superare la normativa arcaica ancora in vigore, trovare originali soluzio-ni per la questione dei compensi al personale volontario, soprattutto statuire la dipendenza organizzativae funzionale del persponale volontario dalla componente permanente.

Quanto allo sviluppo del servizio di soccorso sul territorio, cioè al progetto di individuazione delleunità operative che dovranno essere attivate per poter raggiungere l’obbiettivo racchiuso nello slogan “soccorso in venti minuti ” , dobbiamo verificare ancora la coerenza dell’Amministrazione rispetto allapropaganda che su questo tema effettua a più riprese, presentando il potenziamento dei distacamentivolontari come risolutivo delle problematiche del servizio di soccorso sul territorio. Questo per dire chese da una parte l’attivazione dei distaccamenti volontari non è a costo zero, se ancora l’attivazione di undistaccamento volontario in una zona già coperta dalla sede permanente è uno spreco di risorse edanche un potenziale incentivo alle note contrapposizioni; dall’altra non potrà essere immaginata comealternativa al potenziamento del Corpo permanente in quanto non ugualmente professionale e speciali-stica.

Il Consiglio Generale ripropone con forza al Ministro dell’Interno, al Governo ed al Parlamento lanecessità di interventi legislativi che adeguino gli organici alle esigenze del territorio in materia di soccor-so pubblico ed attività istituzionali rese del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco; rinnova la richiesta dimaggiori risorse economiche per modernizzare le attrezzature ed i mezzi ed i dispositivi di protezioneindividuale. Tutte queste misure, da considerare come investimento in quanto intervengono a garantiremeglio la sicurezza della popolazione e delle attività produttive e sociali, risultano necessarie per limitareil fenomeno, non più accettabile, dell’aumento esponenziale degli infortuni e dei decessi in servizio;sono inoltre indispensabili per attuare una decisa politica di formazione ed aggiornamento professionaleche migliori la sicurezza sul lavoro anche attraverso il completamento e l’affinamento delle procedure diintervento.

Le tipologie degli scenari nei quali è richiesta l’opera dei vigili del fuoco, con l’evoluzione tecnologi-ca e il progressivo sviluppo industriale sono divenute via via più complesse e sofisticate, sino a racchiu-dere l’intervento tecnico del CNVF in scenari di rischio chimico e batteriologico. Occorre pertanto rinno-vare l’impegno su tale versante, mettendo in condizione tutti gli operatori ad esercitare il proprio lavoronelle migliori condizioni possibili di sicurezza e, a tale scopo, ricorrere anche a straordinarie iniziativeche permettano, con i debiti finanziamenti, l’espletamento delle attività di formazione anche fuori dal-l’orario di lavoro.

Il SINALCO-VF-CISL, che ha perseguito e difeso l’attuale conformazione strutturale del Ministerodell’Interno, è convinta che il modello dipartimentale - pur con qualche riserva dovuta al basso profilodella componente tecnica del CNVF - garantisca una coerente organizzazione rispetto ai bisogni delservizio e sia funzionale al riconoscimento di quella cittadinanza e valorizzazione che il settore hasempre reclamato nel Dicastero dell’Interno.

Il recente regolamento di istituzione delle Direzione Regionali del CNVF costituisce, in una lineaorganizzativa coerente e funzionale, una importante innovazione dal punto di vista del decentramento

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delle funzioni, anche amministrative, sul territorio.Il processo di miglioramento organizzativo va completato anche dal punto di vista dell’attribuzione

delle funzioni e responsabilità operative in caso di emergenza; per questo il Consiglio Generale riproponel’idea che al Corpo Nazionale, tramite le strutture decentrate, sia assegnata la gestione tecnica dell’attivi-tà di soccorso urgente in caso di calamità nonché di direzione e coordinamento di tutti i soggetti checoncorrono a detta attività di primo soccorso.

Pur tuttavia in SINALCO-VVF-CISL non può non rilevare, a distanza di oltre un anno dalla costituzio-ne del Dipartimento dei vigili del fuoco, il pressapochismo, la confusione organizzativa, la difficileindividuazione delle competenze e delle responsabilità che accompagnano la fase di trasformazionedella struttura. Tali condizioni, unite anche ad un sostanziale rinnovamento dei responsabili dei settori,stanno determinando un oggettivo abbassamento dei livelli di efficacia ed efficienza dell’Amministrazio-ne in termini generali, una discutibile sottrazione alle responsabilità definite dall’ordinamento, in sostan-za una gestione monocratica e non, invece, di indirizzo e coordinamento.

Le carenze osservate si riflettono, inoltre, su un generale scadimento ed improduttività delle relazionisindacali e ritardano in modo inaccettabile l’applicazione di tutti quegli istituti normativi ed economiciconseguenti agli accordi contrattuali di livello nazionale e settoriale.

Il Consiglio Generale rivendica pertanto una decisa sterzata nelle relazioni sindacali e l’effettiva ap-plicazione dei contenuti dei contratti, sia nazionali che integrativi. La categoria, infatti, non è disponibilea veder ancora dilazionati nel tempo i benefici derivanti dai passaggi verticali, la liquidazione degliincrementi previsti dalle progressioni orizzontali, la realizzazione dei tavoli di trattativa per la definizionedei programi di formazione, dei criteri per la mobilità, l’attivazione degli osservatori sulle politiche delservizio, sulla sicurezza, sulle politiche assistenziali e quelle formative.

Il Consiglio Generale ha valutato le indicazioni elaborate dalla Segreteria in tema di rinnovo delCCNL. L’impostazione data è condivisa e sostenuta, nel metodo e nel merito delle singole rivendicazioni,che si muovono sia nella direzione del giusto miglioramento economico e normativo, sia nel rafforza-mento delle tutele normative che dell’adeguamento e miglioramento di taluni istituti contrattuali, siainfine in quella di una miglior considerazione dell’attività, altamente professionale, rischiosa e gravosa,del personale operativo che effettua servizio nelle sedi.

Infine, il Consiglio Generale ringrazia tutti i lavoratori per il convinto sostegno che ha portato ilSINALCO-VVF-CISL ad essere il Sindacato più rappresentativo in categoria. Tale obbiettivo, raggiuntograzie alla bontà delle linee politico-sindacali, all’impegno dei suoi quadri, alla qualità ed alla diffusionecapillare e sollecita dell’informazione, ad una più marcata visibilità sugli organi di informazione, vapreservato e migliorato. Il Consiglio Generale ritiene che l’attività complessiva del SINALCO-VVF-CISL,che è stata gratificata da una rinnovata e più marcata attenzione della Confederazione ai bisogni politicied organizzativi della categoria, possa e debba trovare affermazione anche nei confronti di quella largafetta del personale del CNVF tuttora non sindacalizzato. Per tale fine le iniziative di accostamento alsindacato di giovani attivisti e quelle di formazione per adeguare e preparare la dirigenza di domanisono, per il Consiglio Generale, il segno delle vitalità e del rinnovamento del SINALCO-VVF-CISL nellacontinuità del lavoro a sostegno dei bisogni del servizio e della categoria.

Tirrenia, 16 aprile 2003

APPROVATO ALL’UNANIMITA’

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Manifestazione Montecitorio

Piero Fassino, Franco Giancarlo e Pompeo Mannone (Manifestazione Montecitorio)

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Fabio Martella (Manifestazione Montecitorio)

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Capitolo 8

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Ringrazio la Confederazione per l’iniziativa intrapresa finalizzata a portare alla ribalta un tema moltoimportante per la collettività come quello della sicurezza e giustizia.

Saluto tutti i presenti ed in particolare il sottosegretario all’Interno D’Ali’ in rappresentanza del Mini-stro dell’Interno. Avremmo gradito la presenza del Ministro, essa avrebbe assunto per noi particolaresignificato poiché è estremamente difficile poter interloquire direttamente in ragione degli intensi e vastiimpegni istituzionali. Sinora infatti, è stato possibile sviluppare eccezionalmente solo un confrontodall’atto del Suo insediamento in qualità di Ministro dell’Interno; comunque siamo certi che il sottosegre-tario D’Alì saprà fornirci le indicazioni politiche del Dicastero alle valutazioni che faremo durantel’intervento.

Limiterò il mio intervento all’essenziale dato il poco tempo a disposizione. Cercherò di enucleare iprincipali problemi che investono il servizio ed indicare le possibili proposte risolutive.

L’analisi che, come Cisl abbiamo sviluppato, ha posto al centro delle nostre valutazioni l’attoreprincipale, il cittadino e sui suoi bisogni di sicurezza e di giustizia e come riteniamo sia possibile soddi-sfare tali esigenze primarie.

Partendo da questo snodo, cioè da questa domanda sempre più pressante di sicurezza, tema focaledella scala dei bisogni dei cittadini della società moderna soprattutto in questi ultimi anni , si deveparlare inevitabilmente, considerare ed affrontare il fondamentale ruolo e la funzione insostituibile che ilCorpo Nazionale dei Vigili del Fuoco svolge in favore della collettività.

Come è noto, la mission istituzionale principale del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco è quella disoccorre i cittadini e salvaguardarne i propri beni sia in condizioni ordinarie che durante eventi straordi-nari o calamità che investono sempre più frequentemente il Paese.

Mission istituzionale ritenuta essenziale dai cittadini e dall’intera opinione pubblica. Non a caso isondaggi tanto importanti nella società moderna o per meglio dire nella cultura attuale indicano i vigilidel fuoco come una delle professioni più amate dai cittadini.

Anche per questo e ovviamente non solo per questo la politica nella sua espressione più autentica enobile dovrebbe rispondere concretamente a questo bisogno primario dei cittadini mettendo nellemigliori condizioni possibili i fornitori di questo importante servizio.

Al contrario, registriamo a tal riguardo da parte dei vari Governi e Parlamenti succeduti nel corso deltempo solo risposte parziali , insufficienti, non all’altezza di un Paese moderno e di una società civile.

IL Corpo Nazionale dei vigili del fuoco infatti, registra in primo luogo forti carenze di risorsefinanziarie:

il bilancio ordinario non consente un normale funzionamento gestionale delle strutture operative, la

CONVEGNO NAZIONALE

Sicurezza e GiustiziaEsigibilità dei dirittiTra bisogni e riforme:cosa deve cambiare

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formazione professionale strumento di importanza strategica per il mondo del lavoro in generale ma cheassume valore fondamentale per il nostro settore stenta a decollare a causa come già detto della insuffi-cienza di risorse.

La domanda o grido di dolore che rivolgiamo alle autorità presenti è questa :Come si fa a sottovalu-tare oppure a non comprendere fino in fondo l’importanza di questa denuncia ed i suoi possibili effettidrammatici e devastanti ?

Come si fa a non avere la consapevolezza che non formare adeguatamente il personale addetto alsoccorso significa mettere in primo luogo a repentaglio la vita dello stesso e poi non dare in termini diefficienza ed efficacia un servizio migliore ai cittadini? Perché la politica , il Governo, il Parlamento nonrispondono?

Anche sui mezzi e le attrezzature stesso problema ed uguale risposta : il bilancio è inadeguato.Quando nel corso dei vari esercizi finanziari i vari Governi sono riusciti a recuperare risorse straor-

dinarie per acquisti di mezzi ed attrezzature e contestualmente poi non hanno adeguato il bilancioordinario necessario al loro funzionamento l’azione pur positiva iniziale diventa assolutamente ineffica-ce.

Questa situazione ricorrente diventa drammaticamente acuta anche in riferimento alla particolareesposizione che il Corpo ha per fronteggiare gli eventuali attacchi terroristici che come è tristementenoto riguardano anche il nostro Paese.

Paradossalmente viviamo la condizione di colui che grazie ad un colpo di fortuna riesce ad acquistareuna fiammante Ferrari e poi è costretto a tenerla ferma perché non è in grado di acquistare il carburanteper metterla in moto.

In questo quadro di si incentra il problema annoso della carenza di organici.Il Corpo necessita di un potenziamento di almeno 10.000 unità per garantire un livello minimo di

servizio a tutti i cittadini nel territorio.La situazione odierna determina di fatto una insopportabile discriminazione tra i cittadini poiché una

parte di essi ha un servizio adeguato e la restante purtroppo non può apprezzare in caso di necessità unarisposta appropriata.

Centinaia di comuni infatti sono scoperti dal nostro servizio e ciò è assolutamente intollerabile per unPaese che si definisce civile.

E’ facile intuire che in caso di accadimenti che richiedano la nostra presenza arrivare tardi significasostanzialmente solo prendere atto dei danni prodotti o peggio ancora registrare il numero delle eventua-li vittime.

Alla domanda sempre più forte di sicurezza che proviene dalla società, le Istituzioni nonostante lenostre continue sollecitazioni, non rispondono o rispondono solo parzialmente e soprattutto non porta-no alla ribalta politica il tema e su come adoperarsi per garantire alla collettività un servizio essenzialecome il nostro.

A ciò si aggiunge l’insoddisfazione degli operatori a cui non viene riconosciuto sul piano contrattualee salariale il particolare lavoro altamente professionale e fortemente a rischio.

Da tempo la categoria rivendica una svolta su questa materia poiché la nostra specificità lavorativanon è mai riuscita a trovare soddisfazione nell’ambito dell’attuale sistema contrattuale caratterizzato dalogiche omologanti e limiti finanziari nei quali è difficile trovare risposte peculiari ad oggettive e partico-lari funzioni e mansioni che caratterizzano il nostro lavoro.

Il Ministro dell’Interno tramite il DDL di trasformazione del rapporto di lavoro dei Vigili del Fuoco invia di approvazione in Parlamento ha messo in campo le premesse per rispondere in modo più confacen-te alle esigenze del settore in termini ordinamentali e salariali.

E per questo esterniamo il riconoscimento della categoria , ma il Ministro Pisanu ed il Governodebbono sapere che ciò è solo un primo passo verso il giusto riconoscimento professionale della catego-ria. Quelle prime risorse stanziate nella legge a questo fine rappresentano solo l’iniziale percorso di ungiusto riconoscimento della categoria.

Proposta finale : investimenti produttivi sul servizio, riconoscimento professionale della categoria. Piùrisorse finanziarie ed umane, maggiore dignità anche retributiva al nostro lavoro.

Questioni istituzionali:

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Ho citato appena all’inizio dell’intervento le questioni istituzionali e quindi della necessità dellosviluppo del nostro servizio in favore della collettività.

Appare evidente e ragionevole che per garantire il servizio che rendiamo ai cittadini ed al fine direnderlo il più uniforme possibile sul territorio è necessario che le funzioni svolte dal Corpo debbanoessere di pertinenza dello Stato.

Il Corpo cioè, deve rimanere con la sua unicità centrale e con un forte decentramento nel territorio,peraltro tale decentramento è già stato accentuato con la costituzione delle Direzioni generali regionali,la conferma degli attuali Comandi provinciali ed i distaccamenti territoriali.

Percorso che deve completarsi con l’istituzione di nuovi distaccamenti periferici allo scopo di avvici-nare sempre più il servizio ai fruitori dello stesso, cioè i cittadini.

E’ facile immaginare il nefasto effetto che produrrebbe sui cittadini la malaugurata ipotesi di devolve-re il nostro servizio, poiché verrebbe messo in discussione la socialità e l’essenzialità del servizio e lostesso sarebbe regolato solo dalle disponibilità economiche delle varie Regioni.

Tema questo, ancora non chiarito a sufficienza e che preoccupa particolarmente proprio in funzionedelle ricadute sui cittadini sia nel servizio ordinario che negli eventi straordinari di Difesa civile e diProtezione Civile.

Protezione civileL’Italia è un Paese a rischio, il 40% della popolazione vive in zone a rischio sismico, il 64% degli

edifici non hanno i requisiti antisismici, su centinaia di migliaia di persone incombe il rischio vulcanicole alluvioni e le frane sono ormai così ricorrenti da passare quasi inosservate .

Se consideriamo poi che il costo delle emergenze e delle ricostruzioni degli ultimi venti anni è statopari a circa 200 mila miliardi delle vecchie lire , il tema in tutti i suoi aspetti non può non essereconsiderato come centrale nel Paese.

Una delle prime iniziative da prendere non in termini episodici ma in modo programmatico e certoperché necessario al Paese, è quello di diffondere nel modo più vasto possibile cultura di protezionecivile tra i cittadini sia in termini di autoprotezione che di partecipazione civile e sociale; ciò anche perindurre le Istituzioni locali ad adoperarsi per la messa in sicurezza del territorio, fare cioè prevenzione.

Fare prevenzione significa adottare nello sviluppo del proprio territorio parametri di sicurezza tali dalimitare gli effetti delle mini o grandi emergenze a volte devastanti sulla popolazione, sulle infrastrutture,sulle attività produttive di intere comunità.

Spesso tutto ciò diventa una semplice enunciazione di principio, non appartiene infatti ancora allacultura politica ed amministrativa di moltissime zone del Paese.

Dopo questa grave sottovalutazione complessiva della prevenzione dai rischi appena tratteggiata,c’e da rilevare che il sistema della protezione civile ha un forte criticità anche in caso di accadimentodi un evento eccezionale, allorquando viene richiesto il concorso di molti soggetti istituzionali compre-so le associazioni di volontari.

La macchina del sistema soccorso in emergenza non risponde come dovrebbe nel fronteggiare i varieventi calamitosi o comunque fenomeni straordinari che flagellano il Paese.

Le cause sono in primo luogo di carattere legislativo: c’è da osservare infatti, che il complessosistema di protezione civile ha trovato nel corso del tempo miriadi di provvedimenti legislativi contraddit-tori ed indefiniti che hanno creato confusione organizzativa, ambiguità funzionali, uso a volte eccessivodelle ordinanze, dualismi istituzionali a livello centrale, a livello regionale e provinciale che si ripetonocontinuamente nella gestione delle emergenze.

In questo quadro estremamente incerto e scoordinato dove interagiscono Il Dipartimento della Prote-zione Civile della Presidenza del Consiglio, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco del soccorso pubblicoe della Difesa civile del Ministero dell’Interno, le Forze armate, le Forze dell’ordine, le Regioni , leprovince, i comuni, le associazioni di volontari di protezione civile ecc, l’unico elemento certo e chiaroe soprattutto rispondente, definito dal legislatore è quello che il Corpo Nazionale dei VVF è la compo-nente fondamentale del servizio di protezione civile.

Partirei da questo punto fermo, riconosciuto da tutte le istituzioni ed in modo gratificante dal comunesentire dei cittadini, per lanciare una proposta razionale di miglioramento del sistema che indubbiamen-

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te contribuirebbe a rendere più certa la risposta che il complesso sistema deve rendere all’intero Paese.Come CISL quindi, riproponiamo su questo campo, l’idea, il modello e l’indicazione che ci sono

sempre appartenuti e che pongono al centro del sistema – vale a dire della macchina operativa in caso diemergenza – i vigili del fuoco, e quindi il Dipartimento del soccorso pubblico e della difesa civile incardinatonel Ministero dell’Interno.

In questo quadro naturalmente non va sottovaluto la scelta del legislatore di individuare nelle Regionie negli Enti locali le autorità locali di protezione civile

Né si può ignorare che la richiamata autorità degli Enti locali in materia di protezione civile hadeterminato la crescita esponenziale del cosiddetto volontariato di protezione civile, sostenuto dalleRegioni, dalle Province e dai Comuni.

Lo scenario che abbiamo di fronte registra quindi sul versante delle risorse umane una composita edeterogenea presenza di addetti a generiche “ attività di protezione civile “; su quello delle competenzeuna clamorosa indeterminatezza che sfocia, livello comunale, anche in sconfinamenti in attività relativeal soccorso tecnico urgente, su quello delle risorse disponibili un budget elevatissimo.

Tale caotica situazione può trovare ordine funzionale tramite lo sviluppo del Corpo Nazionale deivigili del fuoco a livello centrale unificando i due Dipartimenti, cioè portando le funzioni di coordina-mento delle emergenze del dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio in quellodei Vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell’Interno e sul territorio,leDirezioni Regionali e i Comandi provinciali strutture decentrate del Dipartimento costituiranno l’esclu-siva interfaccia con le Regioni e le Autonomie locali per quanto concerne il coordinamento tecnico delleprime fasi acute delle emergenze , con annesso la formazione , la gestione tecnica dei volontari diprotezione civile.

D’altra parte l’attuale dibattito e l’attenzione che si registrano sul tema strategico della difesa civile afronte della grave escalation del terrorismo internazionale inducono il Governo a mantenere intatti ilivelli e le competenze istituzionali affidati prevalentemente al Ministero dell’Interno.

Non si può immaginare infatti di delegare al Dipartimento della Protezione civile la Difesa civilemateria che presuppone oltre il soccorso alle popolazioni, fasi delicate di prevenzione e previsionetipicamente appannaggio dei servizi di intelligence

C’e inoltre da dire che quando nel passato fu assunta la decisione di affidare il coordinamento dei varisettori interessati alla protezione civile alla Presidenza del Consiglio, essa nacque dall’esigenza di indivi-duare un soggetto istituzionale terzo, atto a coordinare i due principali attori operativi del servizio, IlMinistero dell’Interno e quello della Difesa.

Riguardo le Forze Armate poi, sono note a tutti le scelte di creare il cosiddetto esercito professionisticocon l’abolizione del servizio di leva e quindi il loro utilizzo sarà orientato oltre che per la difesa del Paesesempre più in missioni internazionali e pertanto verrà meno nel sistema di protezione civile la forzalavoro di grande impatto operativo molto utile nella passate emergenze

Tale progetto, rappresenta quindi anche in ragione delle suddette valutazioni, una risposta di raziona-lità di sistema, certezza del servizio, risposta professionale, utilizzo razionale delle risorse, soddisfazionedella domanda di sicurezza del cittadino.

Peraltro questa impostazione è già prevalentemente adottata nei maggiori Paesi Europei dove il servi-zio di protezione civile, proprio perché parte del concetto più ampio ed assorbente della difesa civile, èattribuito al Ministero dell’Interno, né va sottaciuto che fino a qualche anno fa’ la protezione civile venivadelegata dal Presidente del Consiglio proprio al Ministro dell’Interno.

La proposta di cui siamo portatori è fortemente innovativa ;e come tale non avrà vita facile, ancheperché scardina convinzioni ed interessi consolidati, ha l’obbiettivo di costituire una struttura organica,completa ed efficiente deputata alla tutela della sicurezza del cittadino dai rischi ordinari e straordinari,massiccia, capillare e qualificata.

In questo progetto il CNVF tramite il Dipartimento del Ministero dell’Interno deve essere il centro dipropulsione per le attività di protezione civile , e nel territorio lo devono essere le Direzioni Regionali edi Comandi.

In questo progetto l’obbiettivo, dopo quello di razionalizzazione delle competenze e coordinamentodelle varie forze coinvolte, deve essere quello di qualificare ed addestrare il volontariato di protezione

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civile, di farne parte integrante della struttura del Corpo nazionale dei vigili del fuoco ai fini dell’adempi-mento dei compiti straordinari di protezione civile nelle varie calamità od eventi eccezionali.

In questo progetto le Direzioni regionali dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesacivile ed i Comandi provinciali devono costituire l’interfaccia dell’autorità locale in materia di protezio-ne civile per quanto concerne la gestione della fase operative altamente professionali nel primo momen-to topico dell’emergenza.

Infine, questo disegno, che deve trovare evidentemente una soluzione legislativa ma che deve partiresubito e dal basso, deve dare risposte organiche e compiute in tema di utilizzo di risorse, della lororazionalizzazione e del loro impiego.

Questa scommessa epocale, tutta da giocare ma affascinante proprio per le alte finalità che persegued’altra parte non è per niente neutrale sul futuro del Corpo nazionale.

E’ indubbio, infatti, che un progetto del genere non potrebbe trovare sviluppo senza un consistenteincremento di organico, senza un sostanziale adeguamento delle risorse finanziarie del settore; senza,infine il riconoscimento del ruolo di protagonista e referente esclusivo delle strutture territoriali delCorpo nazionale nell’operazione di formazione ed coordinamento del volontariato di protezione civile.

Pensiamo che il contributo che la Cisl intende dare su questo argomento sia molto importante perchétra tutte le varie ipotesi messe in campo e da diversi anni, nessuna è così netta e razionale e realizzarisposte concrete sia a livello centrale che a livello territoriale.

Naturalmente sarà difficile realizzarla ma confidiamo che venga esaminata dai responsabili politicicon lo spirito e la disponibilità necessaria perché essa nasce dall’esperienza sul campo dei vigili delfuoco sempre in prima linea per soccorrere ogni cittadino.

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Amiche ed Amici,la riunione del Consiglio generale, che svolgiamo annualmente, serve a fare il punto sullo stato del-

l’arte del nostro lavoro; serve per correggere ed adeguare, se necessario, le strategie per raggiungere gliobbiettivi che come organizzazione ci siamo dati; serve, infine per effettuare un bilancio, sia a livellopolitico che organizzativo, dei risultati ottenuti ovvero delle eventuali battute d’arresto registrate.

Il livello e la quantità delle informazioni e il dibattito che quotidianamente svolgiamo tra di noi quadridirigenti e con la categoria, livello in questo momento molto alto per il recente confronto svolto tra ilavoratori sull’ipotesi contrattuale e sulla prospettiva di sviluppo contrattuale del settore ci inducono anon ripercorrere analiticamente tutte le varie fasi, anche critiche, che hanno caratterizzato quest’ultimoperiodo.

Pertanto la mia relazione sarà molto netta nei contenuti e nelle valutazioni; abbiamo infatti l’esigenza,come SINALCO -VVF-CISL, non tanto di autocelebrarci – cosa questa comprensibile visti i risultatiottenuti – quanto invece approfondire e ragionare tra di noi su taluni punti di criticità registrati nell’ulti-mo periodo, soprattutto a riguardo di quell’area non sindacalizzata e scomposta che contesta il sindacatoconfederale.

Metto questa problematica al centro del dibattito che svolgeremo in questi due giorni perché dobbia-mo interrogarci sulle origini di questo fenomeno, analizzarlo compiutamente e trovare possibilmente irimedi per governarlo.

Ci dobbiamo insomma chiedere per quali ragioni ha trovato spazio questa strisciante contestazione,soprattutto in un quadro di riferimento – per quanto riguarda la categoria – molto positivo.

Non credo, infatti, che i risultati raggiunti in termini contrattuali, in termini di modifica del rapporto diimpiego, in termini di incrementi di organico e risorse, insufficienti ma significativi guardando il quadrogenerale, non interessino positivamente il lavoratore singolarmente inteso.

Aggiungo poi, che la nostra Organizzazione ha mantenuto ed accresciuto l’autonomia politico-organizzativa attraverso il riconoscimento di federazione di prima affiliazione recentemente deliberatodagli organismi della Confederazione. Risultato di grande valore politico organizzativo.

Si tratta infatti, di un giusto riconoscimento alla qualità della nostra dirigenza e alla nostra capacitàprogettuale e di proposta.

Peraltro, tale alto riconoscimento, che ha trovato diversi ostacoli nel suo percorso, rappresenta anchel’orientamento e forse un futuro approdo anche per coloro che militano in altre organizzazioni sindacatinelle quali le dinamiche e le ragioni categoriali sono spesso sacrificate ad esigenze più generali, troppospesso più politiche che sindacali.

RIUNIONEDEL CONSIGLIO GENERALE

DEL SINALCO VVF-CISLRoma, 15-16 aprile 2004

Relazione del Segretario GeneralePompeo Mannone

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Sapete di chi parlo.Mi riferisco ad altri sindacati presenti nel Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco ed in particolare a

coloro che ci hanno avversato abusando della nostra pazienza.Tutto questo, in uno spaccato d’insieme che è sotto gli occhi di tutti noi : la stagnazione dello sviluppo

se non la recessione, la progressiva riduzione del welfare, l’aumento indiscriminato dei prezzi e delletariffe, l’avvento dei nuovi poveri, il venir meno delle tutele e dei diritti nel lavoro, l’aggressione al sistemaprevidenziale e la previsione di scarse risorse per i rinnovi contrattuali del secondo biennio.

Tutto questo in un quadro che registra sostanzialmente l’abbandono della politica della concertazioneda tutti riconosciuta proficua e positiva per il Paese ed il rischio di nuove stagioni di aspri conflitti socialidall’esito imprevedibile che già sono sfociati nelle iniziative di sciopero messe in campo dalle Confede-razioni alle quali hanno partecipato milioni di lavoratori.

La vicenda della riforma del sistema previdenziale è sintomatica di questa volontà politica, tanto piùinaccettabile in quanto attuata senza un vero confronto con le parti sociali e finalizzata a far ricadere suilavoratori i costi di una gestione dell’economia inadeguata , solo ragionieristica e discriminante.

A fronte di ciò, e ciò nonostante e’ facile quindi dimostrare che il nostro stato di salute è buono e chele nostre rivendicazioni sono state ampiamente soddisfatte:

· a cominciare dall’intesa contrattuale che è andata ben oltre il previsto, anche se non ha raggiunto– e non poteva ragionevolmente farlo – le fantomatiche e soprattutto strumentali richieste, in ragione deivincoli contrattuali esistenti, di una parte del sindacato; sui suoi risultati economici e specialmentenormativi abbiamo ampiamente detto e scritto, li abbiamo apprezzati nelle riunioni degli organismi edhanno trovato ampio consenso nelle assemblee con i lavoratori; si tratterà nel prosieguo di completare alivello decentrato il percorso stabilito;

· per seguire, in ordine di tempo, con la conversione in legge del decreto che ha reso disponibilel’integrazione salariale e un ulteriore incremento di organico, che va aggiunto a quello previsto dallalegge finanziaria;

· l’approvazione poi , prevista nei prossimi giorni del disegno di legge delega sulla modifica delrapporto di impiego, va vista non solo come importante strumento di carattere normativo, ma va apprez-zata sia per gli indirizzi che persegue – in particolare quelli riguardanti il potenziale adeguamento econo-mico – sia per le ulteriori risorse che mette a disposizione della categoria; parte delle quali ( e su questoindirizzo il Consiglio generale è chiamato ad esprimersi ) riteniamo utilizzarle per valorizzare il persona-le che effettua il soccorso tecnico urgente.

· infine, l’aggiuntiva disponibilità di 10 milioni di euro per il Corpo Nazionale VVF resa possibiledalla ripartizione del fondo di 100 milioni di euro messo a disposizione del Ministero dell’Internodall’ultima legge di bilancio; queste risorse saranno infatti utilizzate per l’incremento del capitolo straor-dinari e per la formazione del personale.

Ebbene, malgrado tali esiti, non solo non riusciamo a raccogliere in modo proporzionale i frutti diquanto seminato, non solo non riusciamo a far compiere al nostro sindacato quel salto di qualità –soprattutto organizzativo – che merita, ma registriamo momenti di disagio, di incertezza; soprattuttoquando diventiamo il bersaglio di attacchi populisti e strumentali.

VORREI CHE TUTTI, FOSSIMO CONSAPEVOLI CHE LA NOSTRA ORGANIZZAZIONE E’ IL VEROBERSAGLIO !

Siamo noi, Cari amici, quelli da colpire:· perché abbiamo la grande virtù di agire in piena autonomia;· perché abbiamo la vera cultura sindacale di giudicare l’operato della controparte dai risultati e

non dal suo colore politico;· perché abbiamo grandi capacità relazionali con le controparti che ci consentono di acquisire

significativi risultati;· perché perseguiamo un modello organizzativo che metta al centro la difesa e lo sviluppo del

servizio e l’elevazione delle condizioni della gente che ci lavora;· perché siamo per la unicità del Corpo Nazionale VVF e perché resti un organismo dello Stato

fortemente decentrato sul territorio.· perché siamo per una politica che migliori la risposta dello Stato, in tutte le sue articolazioni, alle

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accresciute esigenze del cittadino in materia di sicurezza e tutela dai rischi e dagli eventi incidentali – siaquelli ordinari che straordinari -.

· perché le nostre scelte sono condivise e sostenute dall’intera organizzazione e trovano apprezza-mento anche da parte di lavoratori non iscritti e/o iscritti ad altre organizzazioni.

Queste sono le ragioni autentiche per le quali veniamo ingiustamente attaccati o forse invidiati.Tanto per fare un esempio, nel corso dell’ultimo negoziato sul rinnovo del contratto ci hanno accusa-

to rispettivamente:· di non perseguire una strategia rivendicativa più spinta solo perché richiamavamo tutti al

pragmatismo ed alla realtà delle cose e delle regole contrattuali; sostenevamo, cioè, che la richiesta di unincremento salariale di 250 euro pur giusta era fuori dalle logiche di compatibilità economica e dagliaccordi confederali.

· ( ora nel tentativo di salvare la faccia i populisti sostengono che questa è la rivendicazione perl’intero quadriennio )

· di non essere attenti alle aspettative della categoria quando per primi abbiamo sostenuto l’esigen-za di un particolare riconoscimento del personale che svolge l’attività di soccorso;

· di essere noi i responsabili del mancato raggiungimento di taluni loro impraticabili obbiettivi.Ma l’operazione criminalizzazione della CISL, con annessa la indiretta sponsorizzazione dei sedi-

centi comitati spontanei, operazione questa suicida proprio perché messa in atto contro gli stessi sindaca-ti confederali, ha raggiunto il suo apice in occasione della discussione in Parlamento del disegno di leggedi trasformazione del rapporto di impiego.

La CGIL, perché di questa organizzazione si tratta, ha messo in campo tante e tali strumentalizzazionied artifici, tante e tali falsità sostanziali ed ideologiche da farci dubitare di trovarci davanti ad una organiz-zazione confederale ma a degli autonomi, ciechi ed incoerenti, interessati non alla categoria ma esclusi-vamente a contestare, a prescindere dal merito e dai problemi, l’operato del Governo.

C’è stata anzitutto, da parte di quest’ultima, un’operazione politica di avvicinamento all’RDB, inusualeper chi, come i confederali, sono additati come i mali del mondo; ma questa è durata molto poco;ognuno si è ripreso il terreno di coltura in cui si muove.

Poi è stato messo in atto un tentativo di condizionamento della opposizione parlamentare con l’argo-mentazione della militarizzazione del CNVF, della manette, manganelli e accessori vari.

Infine, visto che parte dell’opposizione, che fortunatamente non ha portato il cervello all’ammasso,ha votato secondo un proprio convincimento, si è gridato al tradimento.

Ora, Cari Amici , noi non sappiamo se, dopo la definizione delle questioni che ci vedono in disaccor-do, i nostri colleghi della CGIL del vigili del fuoco sapranno e vorranno trovare un diverso approccio allevarie problematiche che investono il CNVF.

Sappiamo, però, che anche sulle questioni spicciole, sulla soluzione di problemi in apparenza banalinon ha prevalso la ragione quanto invece il pregiudizio politico e la strumentalizzazione.

Li invitiamo però ad una sana riflessione.Un sindacato confederale, un sindacato dei vigili del fuoco, che per tradizione si è sempre caratteriz-

zato per capacità di proposta e di soluzione dei problemi, non può permettersi, pena la flessione dellarappresentatività di tutta la categoria, un atteggiamento del genere, della serie, cioè :

tanto peggio tanto meglio.Ma la questione sulla quale voglio ritornare è quella che denunciavo prima, cioè la nostra timidezza,

la nostra preoccupazione, taluni dubbi ed incertezze manifestati in alcune realtà territorialI nel corsodell’attacco cui siamo stati sottoposti.

Noi dobbiamo essere forti e convinti nella misura in cui sono forti e giuste le nostre idee e grandi lenostre ragioni.

Non dobbiamo temere le strumentalizzazioni, le falsità, le mistificazioni create a nostro danno; noiabbiamo argomenti e motivazioni per portare la nostra gente a condividere e sostenere le nostre lineepolitiche e i nostri obbiettivi; l’importante è che divulghiamo e socializziamo le nostre proposte; chestiamo tra i lavoratori e non solo con quelli che militano nella nostra organizzazione.

Tutto il resto non conta;il consenso è difficile da acquisire ma ancor più difficile da mantenere e su tale versante, al di là di

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qualche debolezza che pure registriamo, è la coerenza che paga.D’altronde pressoché su tutto il territorio abbiamo potuto constatare il consenso generalizzato sul

contratto e sulla proposta di sviluppo contrattuale che abbiamo messo in campo.

Care Amiche ed Amici Consiglieri,tra le questioni centrali che avevamo esaminato nel corso del Consiglio generale del 2003, c’era

quella di una ampia revisione del regolamento concernente il personale volontario dei vigili del fuoco.Ebbene, devo dire, e di questo ne sono testimoni i colleghi dell’ Esecutivo che hanno partecipato al

tavolo della trattativa, che il risultato finale del lungo e difficile confronto non ha reso giustizia del tuttoalle nostre qualificate proposte, non ha risolto alle questioni di fondo, non ha creato le migliori condi-zioni per un autentico sviluppo della componente volontaria dei vigili del fuoco sul territorio.

E’ indubbio che sull’esito della trattativa hanno pesato da un lato i vari interessi anche politici cheruotano intorno al fenomeno volontariato; che sul provvedimento hanno inciso anche se molto parzial-mente le pressioni più corporative della sedicente dirigenza dell’Associazione; che infine la stessa naturadel provvedimento (l’atto regolamentare mediante Decreto del Presidente della Repubblica) nonpoteva ragionevolmente permettere il superamento dell’attuale quadro normativo sancito da Leggi invigore.

Sta di fatto, però, che il contenuto del DPR del 6 febbraio 2004 n. 71, pubblicato sulla GazzettaUfficiale n. 71 del 25.3.2004 non è per noi soddisfacente.

Infatti, esclusi taluni aggiustamenti di carattere tecnico organizzativo, pur utili per migliorare il nefa-sto regolamento precedente ,vedi il superamento degli elenchi A e B per l’iscrizione nei quadri deivolontari, l’abrogazione del requisito di svolgimento del servizio militare, la previsione che per i funzio-nari e capo reparto volontari il servizio viene espletato esclusivamente presso i distaccamenti con funzio-ni organizzative ed il congelamento del reclutamento dei funzionari e delle promozioni a capo reparto,la disposizione non ha superato le due questioni importanti da noi sollevate e cioè il compenso daattribuire a tale personale e, soprattutto, il dissidio sull’ordinamento gerarchico o dipendenza funzionaleche dir si voglia.

A questo riguardo la formula che il personale permanente è sovraordinato al personale volontariosolo a parità di qualifica, è pilatesca e di dubbia legittimità.

Comunque non risolve radicalmente forse il principale dei problemi registrati con i volontari VVF alivello di gestione del servizio e di rapporti di collaborazione.

Per tali ragioni riteniamo che la modifica del nuovo DPR, che non coglie completamente le nostreaspettative pur ritoccando un complesso di regole già molto discutibili e inattuali, sia solo un primopasso nella trasformazione di un quadro normativo-giuridico che intendiamo riproporre, cogliendo l’oc-casione della legge delega con la quale si debbono razionalizzare le competenze del Corpo ed insintonia con i contenuti che abbiamo tutti condivisi, all’atto della adozione dei decreti legislativi attuatividella legge delega di disciplina del rapporto di impiego del personale dei vigili del fuoco.

In tale contesto dovremo anche tentare di risolvere definitivamente anche le altre problematicheconcernenti le competenze, o meglio la confusione delle competenze in materia di soccorso tecnicourgente in scenari montani e nell’attività di contrasto agli incendi boschivi.

Non posso sottrarmi, in questa occasione, dal fare il punto sullo stato di attuazione del CCNL recen-temente firmato e del contratto integrativo , che, come è noto, tarda ad essere attuato in diversi campi diattività.

Circa l’ipotesi di contratto siglato alla fine dello scorso gennaio da tutte le OO.SS. presenti al tavolosappiamo che, allo stato attuale, è all’esame degli organismi competenti; l’Aran, infatti, lo ha trasmessoalla Corte dei Conti ed al Comitato di settore dopo circa un mese dalla firma dell’accordo perché questoè stato il tempo necessario per predisporre la relazione tecnico-finanziaria allegata.

Al momento l’intesa dovrebbe essere già stata esaminata dal Comitato di settore ( Interno, Economia,Funzione Pubblica ) che dovrebbe al più presto sottoporlo al Consiglio dei Ministri per l’approvazione.

E’ indubbio che il ritardo che si sta accumulando sull’approvazione e quindi sulla stipula definitiva dell’ac-cordo contrattuale è dipeso anche dal fatto che si è aspettata la conversione in Legge del Decreto Legge 24/2004che mette a disposizione gli ulteriori 10 ML di euro per la cosiddetta indennità di partenza.

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E’ altrettanto indiscutibile che queste lungaggini, che speriamo siano superate in questo mese per darcorso all’applicazione dei benefici economici, dimostrano da sole che la tanto decantata privatizzazionedel rapporto di lavoro, in quanto a iter di applicazione dei contratti, non è molto più rapido delle proce-dure previste in caso di contratto del tipo pubblicistico.

Questo, tanto per amore della verità.Abbiamo già operato ogni forma di pressione sul Ministro dell’Interno ed abbiamo anche richiesto

alle altre OO.SS. confederali di partecipare con noi all’iniziativa di lotta volta ad accelerare l’iter proce-durale del provvedimento.

Quanto invece al contratto integrativo, esso sinora si è snodato sostanzialmente nell’applicazione delsistema classificatorio con lo svolgimento dei passaggi verticali e l’attribuzione delle progressioni oriz-zontali.

E’ stata questa un’operazione complessa e molto laboriosa; al di là dei ritardi registrati, determinatianche dalle difficoltà di applicare per la prima volta i nuovi criteri, possiamo dire che le procedure, checomplessivamente hanno interessato più di un terzo del personale, sono pressoché giunte a conclusione.

C’è anche da dire che la prima applicazione delle nuove procedure di passaggi interni è stata ancheresa difficile dalla circostanza che si procedeva alle promozioni con vari e diversi parametri di riferimen-to ed il lavoro istruttorio è stato oggettivamente più complesso; con molta probabilità in futuro il fenome-no sarà più diluito e crediamo che L’Amministrazione possa eseguire procedure molto più rapide.

Resta il fatto che dobbiamo fare tesoro dell’esperienza, verificando l’opportunità di mantenere inpiedi taluni parametri che concorrono alla formulazione delle graduatorie e, soprattutto stabilirnel’applicabilità senza il rischio di interpretazioni discrezionali da parte della commissioni di concorso.Ricordo per memoria e solo a titolo di esempio la diatriba relativa al riconoscimento delle mansionisuperiori. O quella degli incarichi di particolare responsabilità.

Quanto alla restante parte del contratto integrativo, dobbiamo rimarcarne ancora la non applicazio-ne.

Restano da definire delle materie rinviate alla contrattazione integrativa e mai discusse , quali laformazione anche nella forma a distanza appena sperimentata ed i criteri di mobilità; rimangono darendere operativi, e su tale esigenza ritorneremo con forza, gli osservatori bilaterali.

Noi riponiamo grande aspettative nel ruolo e nel lavoro di tali organismi, sia per le finalità che essidevono perseguire, ma soprattutto perché attraverso la partecipazione dei nostri rappresentanti possiamotestimoniare e rappresentare le esigenze del territorio in materia di gestione e della qualità del servizio, diigiene e sicurezza sui posti di lavoro, di qualificazione e adeguamento professionale della categoria.

Le determinazioni che scaturiranno da tali lavori credo contribuiranno in modo significativo perindividuare le migliori soluzioni e per affrontare con più contezza le varie materie importantissimedell’attività lavorativa e che ricadono direttamente sul lavoratore e sul servizio che rendiamo alla collet-tività.

Dovremo infatti a riguardo affrontare in termini complessivi ed in modo organico lo sviluppo dei varisettori che concorrono al soccorso con grande razionalità, individuando con l’Amministrazione le prio-rità delle scelte in relazione al bilancio del Corpo che, come è noto, non è adeguato alle necessitàgestionali del servizio.

Insomma, come si suol dire, non si possono fare le nozze con i fichi secchi.Dovremo anche contribuire a trovare idonee e possibili soluzioni atte a sostituire l’attuale apporto al

servizio che proviene dagli ausiliari di leva che, come è noto, dal 2005 non potranno più essere utilizzati.Sapete infatti, che con la riforma del servizio di leva verrà abolito tale servizio e pertanto le varie

Amministrazioni interessate si dovranno preoccupare di trovare risposte compensative o alternative agliinevitabili effetti che ricadranno nell’organizzazione dei vari servizi.

A tal riguardo ci risulta che dopo le continue e pressanti sollecitazioni fatte all’Amministrazione, lastessa stia elaborando un progetto di fattibilità che, seppure in termini parziali potrebbe attenuarne leindubbie ricadute.

Mi riferisco alla possibilità di utilizzare i giovani cittadini che richiedono di svolgere il servizio civile.Anche questo tema insieme ad altri poteva essere gestito anzi tempo e non solo nella fase finale, nella

quale la Presidenza del Consiglio deputata ad approvare i vari i progetti di tutte le Istituzioni interessate

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sarà sommersa da innumerevoli richieste a fronte di disponibilità economiche limitate.Situazione anche questa che viene resa ancor più pesante per la completa assenza del ruolo di

coordinamento tecnico delle direzioni centrali che continua a generare disfunzioni, mancate sinergie equindi effetti negativi nella gestione complessiva del servizio: vengono cioè intentate e praticate scelteestemporanee non legate ad un indirizzo univoco e coordinato e che generano difficoltà all’intero servi-zio. Confidiamo perciò nuovamente in una rapido mutamento della situazione anche attraverso un op-portuno ricambio del vertice tecnico.

Protezione civile

Cari Amici,è’ evidente che il traguardo della modifica del rapporto di impiego, la conferma del Corpo Nazionale

quale settore cruciale del Ministero dell’Interno, la concreta aspettativa di miglioramenti economici al-l’altezza del lavoro che i vigili del fuoco svolgono e infine l’aver ribadito i valori della unicità e dellastatualità del CNVF ed il suo decentramento funzionale, che necessita di essere perfezionato, non esau-riscono i problemi e le criticità in materia di tutela del cittadino dai rischi e, in particolare, dalle grandiemergenze.

Non mi soffermo sulla primaria necessità che, abbiamo sempre ribadito nel campo della protezionecivile, quella cioè, di sviluppare la prevenzione nel Paese e quindi diffondere tra i cittadini cultura diprotezione civile sia in termini di autoprotezione che di partecipazione civile e sociale per contribuirealla messa in sicurezza dei territori appannaggio della autonomie locali, quanto invece voglio esaminarecon voi la fase della gestione delle emergenze.

Sappiamo tutti che la macchina del sistema soccorso in emergenza non risponde come dovrebbe nelfronteggiare i vari scenari incidentali che investono il Paese.

Le cause sono molteplici ma le più importanti sono quelle di carattere legislativo: il sistema dellaprotezione civile è stato interessato da miriadi norme contraddittorie ed indefinite che hanno generatoconfusioni organizzative , ambiguità funzionali, uso distorto delle ordinanze, dualismi istituzionali alivello centrale ed a livello locale che si ripetono in continuazione.

In questo quadro estremamente incerto e scoordinato dove interagiscono il Dipartimento della prote-zione civile della Presidenza del Consiglio, il nostro Dipartimento dei Vigili del fuoco del soccorsopubblico e della Difesa Civile del Ministero dell’Interno, le Forze armate, le Forze dell’ordine, le Regioni,le Autonomie Locali e le associazioni dei volontari di protezione civile ed altri,

l’unico elemento certo e chiaro e soprattutto rispondente definito dal legislatore, è quello che il CorpoNazionale dei vigili del fuoco è la componente fondamentale del servizio di protezione civile.

Partirei da questo punto fermo, riconosciuto a parole da tutti, ma soprattutto dal comune sentire deicittadini, per rilanciare la nostra proposta, dato che il tema della protezione civile e della difesa civile èattuale, è portato alla ribalta politica di questi giorni ed i dualismi istituzionali sono sempre più acuti,che veda il Corpo l’asse su cui ruota l’intero sistema di soccorso emergenziale.

Come CISL e come SINALCO-VVF-CISL non possiamo non riproporre su questo campo, l’idea, ilmodello e l’indicazione che ci sono sempre appartenuti e che pongono al centro del sistema – vale a diredella macchina operativa in caso di emergenza – i vigili del fuoco, e quindi il Dipartimento del soccorsopubblico e della difesa civile incardinato nel Ministero dell’Interno.

In questo quadro non va sottovaluta la scelta del legislatore di individuare nelle Regioni e negli Entilocali le autorità locali di protezione civile e il nuovo assetto del Dipartimento dei vigili del fuoco, con lacostituzione delle Direzioni regionali del soccorso pubblico e della difesa civile, che conferma e rafforzail concetto di spiccato decentramento delle funzioni operative del CNVF sul territorio.

Né ignoro che l’esigenza di maggior tutela del cittadino e la richiamata autorità degli Enti locali inmateria di protezione civile hanno determinato la crescita esponenziale del cosiddetto volontariato diprotezione civile, sostenuto dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni.

Lo scenario che abbiamo di fronte registra quindi:sul versante delle risorse umane una composita ed eterogenea presenza di addetti a generiche “

attività di protezione civile “;

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su quello delle competenze una clamorosa indeterminatezza che sfocia, specialmente a livello co-munale, in attività relative al soccorso tecnico urgente con tutti i risvolti civili e penali che questo compor-ta;

su quello delle risorse disponibili un budget elevatissimo.Tale caotica situazione può trovare ordine funzionale tramite il trasferimento delle funzioni di coor-

dinamento emergenziale del Dipartimento della protezione civile in quelle del Dipartimento dei vigilidel fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile con il conseguente sviluppo del Corpo Nazionaledei Vigili del Fuoco e sul territorio le Direzioni regionali ed i Comandi provinciali costituiranno l’esclu-siva interfaccia con le Regioni e le Autonomie Locali per quanto concerne il coordinamento tecnico delleprime fasi, le più acute delle emergenze con annesso la formazione e la gestione tecnica dei volontari diprotezione civile.

Quindi in questo nuovo e razionale sistema nel quale il referente esclusivo del sistema soccorso é ilCorpo ,lo stesso non potrà non interagire con il volontariato di protezione civile piuttosto dequalificatoed indefinito, non compiutamente organizzato, sicuramente migliorabile nell’attribuzione enell’espletamento dei suoi compiti.

Qualcuno potrebbe chiedersi che cosa c’entri questo ragionamento con i problemi specifici dei vigilidel fuoco.

Rispondo che dal riconoscimento del ruolo del Corpo nelle emergenze e dall’approccio che avremocon questo determinante settore deriverà invece una buona parte dello sviluppo del Corpo Nazionale sulterritorio, con annesso il ruolo delle Direzioni Regionali e dei Comandi Provinciali.

Dal nostro punto di vista la strategia, che dovremo portare avanti e su cui confrontarci con le forzepolitiche, con gli amministratori locali e con lo stesso volontariato, può essere racchiusa nello slogan:

“ I VIGILI DEL FUOCO ITALIANI PER UNA DIMENSIONE EUROPEA DEL SERVIZIO – OBBIETTIVO: ESCLUSIVO COORDINAMENTO TECNICO OPERATIVO DI TUTTI I SOGGETTI CHE CONCORRO-NO AL SOCCORSO COMPRESO IL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE DA PARTE DEL COR-PO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO “

La proposta di cui dovremo essere i portatori è, Care Amiche ed Amici Consiglieri, fortemente innovativanel sistema attuale e molto ambiziosa ; come tale non avrà vita facile, anche perché scardina convinzionied interessi consolidati.

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Quello che vogliamo dire, in estrema sintesi, è che non è ulteriormente rinviabile un progetto diprogressivo sviluppo del servizio del CNVF attraverso la gestione tecnico operativa di tutti gli attoricoinvolti ed anche della componente volontaria che oggi opera nel campo della protezione civile perfronteggiare in particolare la prima fase quella più acuta degli scenari emergenziali.

Tale operazione , che trova analogie organizzative in taluni stati europei anche nella Germaniafederale, cito questo importante Stato poiché è alla ribalta politica il tema della devolution, ha l’obbiet-tivo di costituire una unica struttura deputata alla tutela della sicurezza del cittadino dai rischi ordinari estraordinari, massiccia, capillare e qualificata.

In conseguenza l’obbiettivo dovrà essere anche quello di qualificare ed addestrare il volontariato, ilquale, debitamente formato, fornirà la cosiddetta forza lavoro aggiunta, alle dipendenze funzionali delCorpo nazionale dei vigili del fuoco, ai fini dell’adempimento dei compiti straordinari nelle fasiemergenziali.

Le Direzioni Regionali dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile ed i ComandiProvinciali dovranno quindi costituire l’interfaccia dell’autorità locale in materia di protezione civile perquanto concerne la gestione della fase operativa delle emergenze.

Siamo consci, infine, che questo progetto, che dovrà trovare accoglimento evidentemente attraversoun supporto legislativo ma anche per le ragioni sopra esposte, sarà irto di ostacoli; potrebbe, però, farei primi passi dal basso, con una interlocuzione attenta ed oculata tra le strutture del Corpo e le autoritàlocali, al fine sia di rispondere in modo più efficace al soccorso in scenari calamitosi, che dandorisposte organiche e compiute in tema di utilizzo di risorse, della loro razionalizzazione e del loroimpiego.

Questa grande scommessa, tutta da giocare ma affascinante proprio per le alte finalità che persegue,non è per niente neutrale sul futuro del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

E’ indubbio, infatti, che un progetto del genere non potrebbe trovare sviluppo senza un consistenteincremento di organico, senza un sostanziale adeguamento delle risorse finanziarie del settore anchecon il concorso delle autorità locali; senza, infine il riconoscimento del ruolo di protagonista e referenteesclusivo delle strutture territoriali del Corpo nazionale come autorità tecnico operativa del soccorso neivari scenari.

Resta ovviamente inteso che l’idea ed il progetto che qui stiamo rappresentando è soltanto un’indica-zione di percorso, tutta da esplorare e tutta da confrontare ma credo che valga la pena tentare fino infondo per la massima valorizzazione del Corpo e dei suoi componenti.

Cari Amici,voglio affrontare ancora prima di terminare scusandomi per il troppo tempo che ho tenuto impegnata

la vostra attenzione due ultimi argomenti di estremo interesse per la categoria e per il Sindacato; laprevidenza complementare e le RSU.

Nella relazione che approvammo durante i lavori dello scorso Consiglio Generale, ponemmo ladovuta attenzione sull’evoluzione della materia previdenziale e più in particolare sulla previdenza com-plementare, questione questa di rilevante importanza per la categoria e soprattutto per i nostri giovanicolleghi.

Già allora non passò inosservato l’acceso dibattito parlamentare relativo al disegno di legge delega inmateria previdenziale, dibattito che ancora oggi, come certamente sapete, non si è di fatto concluso.

La Confederazione, il cui ruolo concertativi in particolare su questa materia è stato messo in seriadiscussione dall’attuale Governo, ha continuato a rivendicare l’apertura di un confronto al fine dirappresentare tutte le osservazioni e le conseguenti modifiche da apportare al testo del provvedimento.

Già alla fine del 2003, al termine di una serie di incontri, si riteneva che il Governo avesse tutti glielementi per decidere di modificare la propria proposta sulla base delle principali obiezioni econtroproposte avanzate dal sindacato che si sostanziavano:

nel favorire la diffusione della previdenza complementare con i fondi collettivi e negoziali attraversolo strumento del silenzio assenso;

nel rinunciare alla decontribuzione per i nuovi assunti;nel ripristinare i criteri attualmente previsti dalle legge 335/95 per i lavoratori assunti dopo il 1 genna-

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io 1996;nel consentire il doppio canale di accesso al pensionamento di anzianità;nell’incrementare i contributi previdenziali dei lavoratori autonomi in previsione di un allineamento

della contribuzione;nel procedere per l’ulteriore separazione tra previdenza e assistenza.Ebbene, alla fine dello scorso mese di febbraio, le Confederazioni CGIL CISL e UIL, pur apprezzando

i positivi risultati ottenuti, in particolare la cancellazione della decontribuzione, l’introduzione del silen-zio assenso per l’adesione alla previdenza complementare e il ripristino del doppio canale di accesso alpensionamento anticipato, risultati comunque da ascrivere all’azione del sindacato, hanno ritenutoinaccettabili le modifiche apportate dal Governo con il suo nuovo emendamento al testo del disegno dilegge.

Una contrarietà che si concentra sull’innalzamento dell’età per le pensioni di anzianità; sulle rigiditàche introduce, lasciando il solo requisito dei 35 anni di contribuzione; sulla mancanza di chiarezza e diequità sui contributi dei lavoratori autonomi; sulla assoluta mancanza di misure di sostegno per il lavoroatipico, una operazione di fatto che taglia una spesa sociale già tra le più basse d’Europa.

Dal qui e sui temi di politica economica, di sviluppo e di politica dei redditi la decisione di ricorrereallo sciopero generale del 26 marzo scorso cui ha aderito pressoché la totalità del mondo del lavoro.

In questo scenario si collocano anche le attese dei lavoratori pubblici per un reale avvio della previ-denza complementare.

Troppi e centrali i nodi ancora da sciogliere per agevolare la costituzione dei fondi pensione e per ilreperimento delle risorse economiche necessarie alla loro costituzione.

Per quanto ci riguarda stiamo lavorando affinché entro la fine dell’anno in corso si possa presentare ailavoratori VVF una proposta che garantisca loro una prospettiva pensionistica decisamente più accettabi-le di quella ipotizzabile senza il ricorso ad una previdenza complementare.

Su questo fronte, intendiamo riunire il Comitato Esecutivo per un monotematico confronto sul temacui inviteremo anche i responsabili della previdenza confederale.

Quest’anno, inoltre, dovremmo cimentarci in una ulteriore competizione.Saprete già, infatti, che le Confederazioni lo scorso 23 marzo hanno sottoscritto all’ARAN il protocol-

lo per la definizione del calendario delle votazioni per il rinnovo delle RSU nella pubblica Amministra-zione.

L’intesa in questione stabilisce che già dal prossimo mese di settembre dovranno iniziare le procedureelettorali che si completeranno tra il giorno 15 e 19 novembre prossimi con le votazioni ed i relativiscrutini elettorali.

Prima ancora di soffermarmi però su questa scadenza, ritengo, per coerenza, ritornare sulle valutazio-ni che insieme facemmo durante i lavori dell’ultimo Congresso e all’indomani della competizione eletto-rale relativa a questo strumento di rappresentanza dei lavoratori.

Ricordo, che insieme, non lesinammo nel merito osservazioni critiche sia a riguardo della filosofiache ne determinò l’istituzione che della confusione di ruoli e competenze che si sarebbe venuta a deter-minare.

In sostanza intravedemmo in questo strumento una sorta di ridimensionamento del ruolo del sindaca-to, pur se in presenza di un regolamento che ne sanciva ambiti, compiti e momenti di contrattazionedecentrata.

Ciò nonostante ed in assenza di condizioni politico generali tali da apportare correttivi al ruolo ed alfunzionamento delle RSU, accettammo la sfida con il massimo impegno ed ottenemmo , ricorderete,lusinghieri e confortanti risultati.

Ebbene, a quelle valutazioni, oggi dobbiamo aggiungerne delle altre.In primo luogo e sulla base dei contenuti del testo del disegno di legge di trasformazione del rapporto

di lavoro della categoria, va detto che potrebbero essere individuati spazi per una valutazione di meritosul ruolo e sul funzionamento delle RSU, sta di fatto però che il testo del provvedimento recepisce leindicazioni previste dalla legge in tema di rappresentanze sindacali;

in secondo, bisogna considerare che, anche in caso di diversa valutazione, i decreti applicativi dellalegge di trasformazione del rapporto di lavoro interverrebbero sicuramente in date successive a quelle

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indicate in premessa e relative alla elezione delle RSU.Capirete quindi che questa sfida la dovremmo comunque affrontare pena un ridimensionamento del

nostro coefficiente di rappresentatività.Per quanto sopra ma anche convinti dei successi che nel corso di quest’ultimo periodo abbiamo

conseguito, ricorrendo al nostro consueto e determinato entusiasmo, affronteremo questa competizione,per la quale non lesineremo iniziative finalizzate alla sua completa e vincente riuscita.

Competition is competition

Abbiamo vinto tante sfide nella nostra vita sindacale anche quando gli avversari erano molto più fortidi noi; oggi abbiamo delle armi in più da mettere in campo i risultati acquisiti e quelli in divenire unitialla nostra qualità e capacità e perché no, utilizzando a nostro vantaggio anche le difficoltà altrui avantia tutta forza la vittoria è alla nostra portata.

Abbiamo già detto poc’anzi della accresciuta considerazione riservata dalla Confederazione allanostra categoria che si è manifestata attraverso l’elevazione a rango di federazione di prima affiliazione.

Un risultato che se da un lato premia la nostra azione complessiva , dall’altro dovrà vederci maggior-mente impegnati, oltre che nella quotidiana attività sindacale anche attraverso una maggiore e qualificatapresenza nell’ambito confederale.

Il prossimo futuro, inoltre, alla luce della trasformazione del rapporto di lavoro e delle implicazioniche ne deriveranno, unitamente alla necessità già accennata, di avviare il funzionamento degli osservatori,edanche in funzione del momento concertativi regionale sancito dalla recente ipotesi contrattuale, dovràvedere maggiormente coinvolti i componenti del comitato esecutivo ed altri quadri dell’organizzazionenella partecipazione, nella formazione e nell’attuazione delle nostre linee.

Per tali ragioni e con le ulteriori misure che metteremo in campo, continueremo con l’impostazioneche ormai da tempo abbiamo dato alla nostra macchina organizzativa, così come proseguiremo l’attivitàformativa dei nostri nuovi quadri, completando i percorsi già iniziati ed avviandone nel corso dell’annoquanto meno un altro.

Quanto sopra e con l’invito a rilanciare un’ampia campagna di proselitismo, unitamente all’impegnoed alla disponibilità che questa Segreteria Nazionale assicura costantemente, siamo certi che tutti insie-me renderemo ancor più grande il SINALCO VVF CISL.

Grazie.

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DOCUMENTO FINALE

Nei giorni 15 e 16 aprile 2004 il Consiglio Generale del SINALCO-VVF-CISL ha esaminato ed appro-fondito la situazione politico sindacale e contrattuale della categoria e, più in generale, il quadro d’insie-me concernente le politiche di sviluppo e del mondo del lavoro , con particolare riferimento alle questio-ni delle tutele sociali e previdenziali.

L’analisi delle problematiche affrontate nella relazione introduttiva – molto condivisa - e nei successi-vi contributi del dibattito, porta ad esprimere viva preoccupazione per il progressivo scadimento delsistema delle relazioni sindacali, per il sostanziale abbandono della politica della concertazione nonchéper l’aggressione al sistema delle garanzie sociali ed assistenziali. Tutto questo in aggiunta ai problemieconomici del Paese, aggrava le condizioni dei più deboli, crea nuove povertà, determina malesseresociale e sfiducia nel futuro.

In questo quadro di complessità il Governo, al di là della sterile propaganda sull’arrichimento degliitaliani, non pare in grado di delineare una strategia per favorire una nuova stagione di crescita dell’eco-nomia e dell’occupazione, abbandona gravemente la politica dei redditi; vuole intervenire nuovamentesulla materia previdenziale per riequilibrare i conti pubblici.

Tale indeterminatezza di proposte e soluzioni è maggiormente percepibile nel settore del pubblicoimpiego nel quale si assiste non solo al blocco del turn-over ed alla sempre più accentuata privatizzazionedei servizi; ma anche all’incomprensibile stagnazione dei rinnovi dei contratti scaduti da oltre due annie, soprattutto, alla negazione della politica dei redditi.

Il Governo infatti, per i rinnovi contrattuali del biennio 2004/2005 ha reso disponibili risorse permeno della metà dell’inflazione programmata, con il risultato di un ulteriore perdita del potere d’acquistodei salari, già erosi dall’aumento dell’inflazione, dei prezzi e delle tariffe. Questo, nel mentre sipreannunciano riduzioni della pressione fiscale che, stando agli annunci, avranno effetto reale solo suglialti redditi.

Malgrado gli ottimismi strumentali al consenso di chi governa, la situazione si mostra quindiobbiettivamente critica. Per questo il SINALCO-VVF-CISL ha aderito ed aderirà convintamente alle futureiniziative di lotta del pubblico impiego, insieme alle quali, se il contratto di lavoro dei vigili del fuoco nongiungerà sollecitamente a definizione, si articolerà la specifica protesta della nostra categoria.

Lo scenario prima citato, sicuramente non idilliaco, non può però far sottacere la positiva risponden-za fra gli obbiettivi traguardati ed i risultati raggiunti dal SINALCO-VF-CISL in tema di sviluppo delservizio e della condizioni complessive della categoria; ci si riferisce , in particolare, al positivo percorsodella legge per la riforma del rapporto di lavoro che prefigura una nuova e più consona collocazionecontrattuale della categoria, all’adeguamento, benchè parziale, degli organici; alla positiva conclusione

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del contratto nazionale, resa possibile dallo stanziamento aggiuntivo di risorse del bilancio del Ministerodell’interno.

A detti risultati non sono estranei la determinazione dell’Amministrazione ed una nuova e piùmarcata attenzione del Ministro dell’Interno e della Politica alle sorti del Corpo nazionale dei vigili delfuoco.

Tracciata questa strada virtuosa, resta ora da tenere alta l’attenzione della Politica sulle esigenze delservizio che il CNVF assicura alla popolazione, sul proprio bisogno di potenziamento finanziario edorganizzativo, sul ruolo centrale che il Corpo Nazionale deve ricoprire nel sistema di protezione civile,del quale deve essere componente fondamentale e fulcro, anche direzionale, delle operazioni di primosoccorso.

Su questo ultimo versante, la prospettiva che il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco diventi nelterritorio il riferimento formativo del volontariato di protezione civile acquisisce valore fondamentale; perquesto il progetto e la sua attuazione devono iniziare dal territorio, a partire dal ruolo, determinante,svolto dalle nuove strutture delle Direzioni regionali dei vigili del fuoco in collaborazione con gli leregioni e gli Enti locali.

Bisogna inoltre far seguire, alla prevista modifica del rapporto di lavoro, le fasi applicative e regola-mentari previste dalla legge, cogliendo anche l’occasione della revisione normativa prevista dalla leggesulla semplificazione, per chiarire gli annosi nodi relativi alle competenze istituzionali in materia disoccorso alpino e di volontariato vigili del fuoco, problematica, quest’ultima, ancora aperta per la man-cata risoluzione degli aspetti concernenti il no-profit e le dipendenze funzionali .

Resta inoltre irrisolto , nella media prospettiva, il nodo del dualismo funzionale tra Dipartimento diprotezione civile della Presidenza del Consiglio e Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubbli-co e difesa civile del Ministero dell’interno.

La proposta del SINALCO-VVF-CISL per ricondurre la gestione operativa dell’intervento in caso diemergenza di protezione civile al Ministro dell’Interno, e quindi al Dipartimento VVF, si ripropone in tuttala sua attualità non solo per evitare impropri conflitti di competenze e rischi di invadenza in campi diattività specifici di altri Dicasteri, ma anche per riaffermare con forza il ruolo di centralità statuale delservizio a tutela della sicurezza ed incolumità publica assicurato dall’organizzazione antincendi.

Il tema dei rapporti unitari con la CGIL è stato inoltre oggetto di grande attenzione e preoccupazio-ne, da parte del Consiglio Generale, per gli atteggiamenti passati e presenti messi in campo per contrasta-re – anche ricorrendo a buone dosi di populismo e strumentalizzazione - le strategie portate avanti dalSINALCO-VVF-CISL.

Pur in un quadro di forte critica, si manifesta però l’esigenza di recuperare tale rapporto; l’unità e launivocità delle posizioni è infatti indispensabile per portare a risoluzione le diverse problematiche dellacategoria e del servizio.

Occorre quindi effettuare un ulteriore tentativo di verifica, auspicando di ritrovare, a partire dai picco-li e specifici temi, nuove condizioni di unità di azione connotate dalla volontà di privilegiare gli interessidella categoria e del servizio reso dai vigili del fuoco.

Il Consiglio Generale non ignora il profondo stato di insoddisfazione della categoria e il sacrosantodiritto dei lavoratori di vedere messe in pratica le conquiste ottenute ed i miglioramenti acquisiti.

Pertanto ritiene ineludubile, pena il ricorso a forti e reiterati conflitti sindacali:· l’urgente conclusione dell’iter del CCNL con l’applicazione degli istituti giuridico-normativi,

l’adeguamento delle retribuzioni e la liquidazione delle competenze arretrate;· il superamento della stagnazione dei rapporti sindacali con il Dipartimento, l’applicazione di

parti importanti del contratto integrativo e l’apertura del tavolo di confronto per rendere immediatamenteesigibili le importanti conquiste della idoneità parziale e della indennità di turno;

· dare corso nel più breve tempo possibile ai processi di trasferimento del personale vigile, caposquadra e capo reparto;

· aprire il tavolo di trattativa per definire le modalità di utilizzo dei 10 miliardi di euro resi disponi-bili sul fondo del Ministero dell’Interno dalla legge finanziaria, prevedendone principalmente lafinalizzazione per l’incremento dello straordinario utile alla effettuazione dei processi formativi;

· verificare la possibilità di utilizzare ai fini contrattuali, non appena il provvedimento sarà approva-

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to dal Parlamento, le risorse che sono alla base del finanziamento del ddl delega sulla modifica delrapporto di impiego. Il Consiglio Generale ritiene che parte di tali risorse vadano utilizzate per incremen-tare l’indennità di turno del personale direttamente impegnato nell’attività di soccorso con la conseguen-te esposizione ai rischi ed all’usura.

Alla definizione del quadro normativo delineato dalla medesima legge delega, va inoltre dato seguitocon il reperimento, prima a livello di predisposizione del DPEF e poi all’atto della presentazione dellafinanziaria in Parlamento, di risorse contrattuali specifiche per i vigili del fuoco.

Relativamente alle altre questioni sul tappeto, il Consiglio generale del SINALCO-VF-CISL ha postol’accento sulla necessità che il Dipartimento proceda alla definizione delle competenze funzionali edall’assetto organizzativo delle Direzioni regionali affinchè acquisiscano la piena operatività e possanosvolgere con efficacia l’importante ruolo di coordinamento delle attività di soccorso e prevenzione nelterritorio loro attribuito e, in particolare quello di relazione con i Governi regionali.

Il dibattito svolto, inoltre, ha ampiamente trattato l’aspetto della formazione del personale ribadendo-ne la stretta connessione con la sicurezza sul lavoro e con la qualità del servizio.

Per questi importanti fini si manifesta l’esigenza di intraprendere, da subito, una vera politica per laformazione, dando anche applicazione alle norma del contratto integrativo. Resta infatti estremante cri-tico da parte del Consiglio generale sia il giudizio sulla approssimativa gestione dei corsi NBCR sia quellosul metodo della formazione a distanza attuato per i corsi di riqualificazione che, se da un lato si rendevanecessario per accelerare le procedure, dall’altro non può esser considerato come un completo processoformativo.

Sempre in tema di tutela del personale, il Consiglio Generale ripropone con forza la questione digarantire il personale operativo, in particolare gli autisti, nelle attività di servizio. Sollecita a tale propositola Segreteria Nazionale affinchè sostenga la previsione di un apposita assicurazione da parte dell’Operanazionale di assistenza.

La relazione relativa agli aspetti finanziari ed organizativi, con annessi i bilanci a consuntivo del 2003e preventivo del 2004 viene inoltre apprezzata per gli scopi di crescita organizzativa che persegue ancheattraverso la disponibilità per le strutture di maggiori risorse.

Resta infine confermato l’impegno di tutta l’organizzazione a portare a compimento le rivendicazioniin atto anche al fine di affrontare meglio la prossima competizione elettorale per il rinnovo delle RSU.

In questa competizione il SINALCO-VVF-CISL si aspetta il massimo impegno del quadro dirigente edi ogni lavoratore iscritto per ottenere la conferma della preminenza rappresentativa, politica e di propo-sta della nostra organizzazione.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’

Roma, 16 aprile 2004

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Roma, lì 3 settembre 2004

On.le Giuseppe PISANUMinistro dell’InternoPalazzo Viminale

Egregio Signor Ministro,siamo a conoscenza che il Governo sta mettento a punto la manovra economico- finanziaria per

l’anno 2005, dopo che il Consiglio dei Ministri ha approvato il 29 luglio le linee generali per lo sviluppodel Paese per gli anni 2005/2008.

E’ nostra convinzione che il problema sicurezza, anche sulla scorta delle affermazioni del Presidentedel Consiglio, continui ad essere considerato come un punto prioritario della politica dell’Esecutivo.

Pur nell’ambito delle missioni attribuitegli dalla Legge, il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco concor-re a perseguire l’obbiettivo della tutela del cittadino in termini di sicurezza globale e la prossima appro-vazione da parte del Parlamento del Disegno di legge di riforma del rapporto di lavoro rafforza questafinalità, riconoscendo nel contempo alla categoria la specificità del lavoro svolto attraverso una autono-ma area negoziale .

Per queste ragioni auspichiamo che l’attenzione nei riguardi dell’organizzazione antincendi, sin quimanifestata dal Governo e soprattutto da Lei, Signor Ministro, venga confermata e accresciuta.

Come le è noto, infatti, il settore necessita di un consistente incremento di organico, sia per le annosecarenze che per la recente abrogazione del servizio di leva.

I lavoratori, in attesa delle definiva approvazione della riforma contrattuale da parte del Senato, aspet-tano la giusta valorizzazione professionale ed economica attraverso lo stanziamento di ulteriori specifi-che risorse contrattuali per l’allineamento retributivo con le forze dell’ordine, obbiettivo per il quale lostesso Parlamento ha impegnato il Governo.

Siamo pertanto ad invitarLa ad intervenire, con l’autorevolezza che Le è riconosciuta, affinchè laLegge finanziaria dia risposte positive alle esigenze prima rappresentate.

La ringraziamo per l’attenzione e La salutiamo distintamente.

IL SEGRETARIO GENERALE (Pompeo Mannone)

Lettera Ministro

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capitolo 82004 219

Documenti

IL PASSAGGIOTRA IL REGIME DI DIRITTO PRIVATOED IL SISTEMA DI DIRITTO PUBBLICO

L’esperienza avuta nella contrattazione di diritto pubblico, svoltasi sino al 1993 con risultati positivi –basti citare gli automatismi stipendiali e l’istituzione dell’indennità di rischio – determina la motivazionea base della nostra richiesta di ricostituire il rapporto contrattuale di tipo pubblicistico, che prevede losvolgimento delle trattative direttamente con il Governo.

D’altra parte, su tale scelta pesa anche la critica del rapporto contrattuale con l’Aran; l’essere, comevigili del fuoco, inseriti in un comparto che raggruppava Monopoli, Cassa Depositi e Prestiti e AIMA, sulpiano degli incrementi economici soprattutto, frena la giusta e sacrosanta esigenza di veder meglio retri-buito un’attività che per la propria specificità e gravosità, non trova alcuna analogia con gli altri settori delcomparto Aziende.

C’è inoltre da aggiungere che da parte dell’Amministrazione, in considerazione degli approfondi-menti politici e della discussione sulla materia della deregulation, si pone la problematica riguardante lapertinenza del servizio reso dal Corpo Nazionale dei vigili del fuoco ( Stato o Regioni ).

Ricondurre la categoria in regime di diritto pubblico rafforza l’idea che le attività istituzionali delsoccorso e della prevenzione antincendi, debbano restare prerogative dello Stato; tali, quindi, da essereassicurate a tutti i cittadini ed in termini uniformi sul territorio.

Circa, infine, l’ opzione sulla collocazione contrattuale nel sistema pubblicistico, nel quale al mo-mento si trova il personale del comparto sicurezza, il personale della carriera prefettizia ed il personaledella carriera diplomatica, si ipotizza anche l’inglobamento dei vigili del fuoco nel “comparto sicurez-za”.

Tale opzione , che peraltro non coglie nemmeno l’obbiettivo della parificazione retributiva in quantonon sono disponibili ulteriori stanziamenti di risorse oltre quelli stabiliti, non trova luce per le difficoltàlegislative ed i riflessi contrattuali e politici che può determinare.

Per inserire i vigili del fuoco nel comparto sicurezza si deve cambiare loro lo status giuridico, e cioètrasformarli in quello che non sono mai stati né sono, cioè un corpo di polizia, con la conseguenza cheessi non possono più esercitare il diritto di sciopero.

Sul piano contrattuale, inoltre, posta la conseguente necessità della parificazione normativa, verreb-bero abrogate importanti materie negoziali ( vedi mobilità del personale, articolazione degli orari dilavoro ).

Per tali ragioni, ed anche per le perplessità manifestate dall’Amministrazione e dal Governo, nonchéper l’opposizione del Parlamento, in special modo da parte della minoranza firmataria del Disegno diLegge delega di trasformazione del rapporto di lavoro del personale appartenente ai vigili del fuoco, èstato individuato “ un autonomo comparto di contrattazione denominato vigili del fuoco e soccorsopubblico”.

Nel corso della discussione del predetto Disegno di Legge delega, a fronte di specifiche richieste diallineamento retributivo dei vigili del fuoco con il personale del comparto sicurezza, sono stati approvatispecifici ordini del giorno che impegnano il Governo in tale direzione.

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Lettera Ministro/2

Roma, lì 8 ottobre 2004

On.le Giuseppe PisanuMinistro dell’Interno

e, p.c. On.le Maurizio BalocchiSottosegretario all’Interno

Prefetto Mario MorconeCapo Dipartimento VVF

Egregio Signor Ministro,

ci vediamo costretti a sottoporre alla Sua attenzione l’inaccettabile ritardo del Ministero dell’Econo-mia nell’attribuire al Dipartimento dei vigili del fuoco i fondi per il pagamento dell’indennità di turno eper l’alimentazione del Fondo unico di Amministrazione.

Ciò, malgrado il Contratto collettivo nazionale di lavoro sia stato stipulato da oltre tre mesi e lecontinue sollecitazioni del Dipartimento dei vigili del fuoco.

La invitiamo pertanto ad intervenire autorevolmente affinchè vengano attribuiti, con la celerità che ilcaso richiede, i dovuti stanziamenti di risorse.

Sentiamo altresì l’obbligo di informarLa che in caso di ulteriore ritardo saremo costretti, nostro mal-grado, a ricorrere alla protesta della categoria.

La salutiamo distintamente.

IL SEGRETARIO GENERALE(Pompeo Mannone)

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capitolo 8224 2004

Roma, lì 21 dicembre 2004

Il Consiglio Generale del SINALCO VVF CISL , riunitosi in Roma il 21 dicembre 2004 per valutare lostato della situazione politico – sindacale - contrattuale nonché per procedere agli adempimenti formalipreliminari allo svolgimento del 1° Congresso Nazionale della Federazione Nazionale VVF CISL,approva la relazione della Segreteria con gli arricchimenti emersi dal dibattito ed impegna tutta l’organiz-zazione a perseguire gli obbiettivi indicati per il miglioramento delle condizioni della categoria e delmiglioramento del servizio.

Il Consiglio Generale condivide l’analisi della Segreteria relativa agli esiti della recente tornata eletto-rale per le RSU; esprime soddisfazione poiché dal voto è emersa la condivisione dei lavoratori VVF sullelinee e sugli obiettivi propri dell’Organizzazione; apprezza l’impegno profuso a tutti i livelli, centrali eperiferici, per il raggiungimento del lusinghiero risultato ottenuto.

Il Consiglio Generale, nel far propria la proposta della Segreteria relativa al nuovo sistema ordinamentaledel personale del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco, ne sottolinea il grande spessore e ne auspica ilpieno accoglimento, soprattutto per le prospettive di sviluppo interno mirate alla valorizzazione profes-sionale della categoria.

Condivide pienamente le osservazioni formulate alle bozze elaborate dall’Amministrazione, chevanno nella direzione di rendere l’impianto più rispondente alla particolare attività istituzionale resa dalCorpo Nazionale dei vigili del fuoco ed alla specificità lavorativa di tutta la categoria perseguendo, nelcontempo, l’abrogazione di una serie di elementi del tutto anacronistici e dalla dubbia legittimità norma-tiva.

Il Consiglio Generale, preso atto delle misure definite nella Legge finanziaria, esprime insoddisfazio-ne per la quantità delle risorse messe a disposizione per il rinnovo dei contratti, per l’insufficienza deiprovvedimenti volti ad incrementare l’organico e le disponibilità economiche utili al funzionamento delservizio.

Per tali ragioni impegna la Segreteria Nazionale a persistere nell’opera di sensibilizzazione delleautorità politiche e del Parlamento affinchè, in sede di esame dei decreti delegati conseguenti il processodi riforma del rapporto d’impiego, vengano reperite ulteriori risorse per il finanziamento del sistemaordinamentale e per il progressivo allineamento del trattamento economico della categoria tutta con idipendenti delle forze dell’ordine ad ordinamento civile. In subordine, condivide la proposta della Segre-teria Nazionale di prestare prioritariamente attenzione, anche attraverso un provvedimento stralcio, allaparte della categoria che svolge prevalentemente l’attività di soccorso.

RIUNIONEDEL CONSIGLIO GENERALE NAZIONALE

Roma, 21 dicembre 2004

Documento finale

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Nel frattempo dà mandato alla Segreteria Nazionale di porre in essere tutte le necessarie iniziative perla rapida definizione del biennio economico contrattuale 2004 – 2005, dell’utilizzo del Fondo unico diAmministrazione e di tutti gli aspetti contrattuali ancora non definiti, con speciale riguardo alla applica-zione dell’istituto della inidoneità parziale, che deve contemperare le esigenze dei lavoratori guardandoanche all’efficienza del servizio.

Il Consiglio Generale, sulla base di una eventuale rinnovata disponibilità, accoglie l’orientamentopolitico per la riconferma del Segretario Generale uscente alla guida della neo Federazione e ciò perassicurare l’impegno a proseguire nel lavoro tracciato e nella continuità politica che ha caratterizzatol’azione rivendicativo - contrattuale del SINALCO – VVF - CISL, portandola ad essere l’organizzazionepiù rappresentativa del settore.

Il Consiglio Generale ritiene che la serietà, l’impegno e la qualità dell’organizzazione nel suo insiemeabbia contribuito non poco alla decisione della CISL di riconoscere al SINALCO – VVF - CISL il rango diFederazione di prima affiliazione. Tale determinazione, se da un lato accentuerà l’identità e l’autonomiadel nostro Sindacato, valorizzerà la presenza dei responsabili della nostra organizzazione all’internodegli organismi orizzontali della CISL creando nel contempo le condizioni per una miglior conoscenzadel servizio reso alla cittadinanza da parte delle istanze confederali decentrate.

Il Consiglio Generale delibera la convocazione per la celebrazione del 1° Congresso della Federazio-ne dei Vigili del Fuoco che, secondo le indicazioni confederali, dovrà svolgersi entro il 20 del mese digiugno del 2005.

A tal riguardo dà mandato alla Segreteria Nazionale di indicare successivamente data e luogo in cuisi svolgeranno i relativi lavori.

Il Consiglio Generale fa proprie le indicazioni della Confederazione CISL che, in ragione della fasecostituente della neo Federazione dei Vigili del Fuoco, prevedono che l’eventuale prossimo mandato peri quadri dirigenti della Federazione stessa, non venga considerato nell’ambito dei tre mandati previsti dalvigente statuto.

Il Consiglio Generale, pertanto, delibera che i Segretari Generali Nazionali, Regionali e Territorialidella neo Federazione che stanno ultimando il terzo mandato, potranno essere ricandidati a ricoprire lecariche sindacali di cui sopra per il prossimo quadriennio.

Per quanto sopra ed anche in ragione delle integrazioni prescritte dalla Confederazione, il ConsiglioGenerale approva i regolamenti per l’elezione dei delegati e per lo svolgimento del 1° Congresso diFederazione.

Provvede altresì alla formalizzazione delle proposte di modifica dello statuto e del relativo regola-mento di attuazione.

Il Consiglio Generale, inoltre, in ragione dei tempi tecnici occorrenti, delega il Comitato Esecutivoall’approvazione del bilancio consuntivo 2004 e preventivo 2005; circa quest’ultimo, ritenendo valido efunzionale l’attuale modello organizzativo ed alla luce del crescente grado di rappresentatività, ritiene diproseguire nel percorso già iniziato possibilmente attraverso i necessari miglioramenti.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’

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Capitolo 9

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capitolo 9230 2005

Lettera Ministro

Roma, 10 maggio 2005

On.le Giuseppe PISANUMinistro dell’Interno

e,p.c. On.le Maurizio BALOCCHISottosegretario di Stato

Dr. Mario MORCONECapo Dipartimento VVF

Egregio Signor Ministro,

come Le sarà certamente noto, con una serie di provvedimenti unilaterali ed estremamente discutibili,il Sottosegretario di Stato On.le Maurizio BALOCCHI ha disposto la conversione di sedi di servizio indi-viduate dal Dipartimento come presidi antincendi permanenti in distaccamenti misti ( permanenti +volontari ).

Tale declassamento, che risulta in controtendenza rispetto al progetto “Soccorso in venti minuti”intrapreso dal medesimo Sottosegretario, determina oggettivamente una caduta della efficienza e dellaqualità del servizio di primo intervento in comprensori, quali quelli oggetto della disposizione, contrasse-gnati da elevati indici di rischio per l’elevata densità abitativa ed industriale.

Il provvedimento di “trasformazione”, che riguarda nello specifico le sedi di Salò, Dalfo Boario Terme(BS), Seregno (MI) e Cantu’(CO), sta determinando non solo le reazioni delle locali rappresentanze sinda-cali ma registra la protesta degli amministratori locali che vedono messa in forse la garanzia diuturna e laqualità dell’attività di soccorso tecnico urgente.

Auspichiamo pertanto un Suo autorevole intervento atto a ripristinare la condizione esistente, tecni-camente ed organizzativamente approvata dai vertici tecnici ed amministrativi del Dipartimento deivigili del fuoco, accelerando, nel contempo, l’azione di completamento dell’organico permanente nellesedi citate.

In attesa di un cortese riscontro si inviano distinti saluti.

IL SEGRETARIO GENERALEf.to (Pompeo Mannone)

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Lettera Ministro/2

On.le Giuseppe PisanuMinistro degli InterniPalazzo del Viminale00184 Roma

Roma, 8 giugno 2005

Prot. SG 1121/PI

Egregio Ministro,

desidero richiamare la Sua attenzione sul delicato argomento delle modifiche alla disciplina delrapporto di lavoro del personale del Corpo dei Vigili del Fuoco.

Dal settembre 2004, data dell’approvazione della delega legislativa, il tema è stato dibattuto in modoapprofondito nella sede della concertazione sindacale. Il confronto con il Suo dicastero è poi maturatocon l’elaborazione di un testo che delinea il nuovo ordinamento.

Questo importante risultato consente di avviare a soluzione le annose questioni giuridiche ed econo-miche della categoria e procedere così alla omogeneizzazione delle retribuzioni con quelle del persona-le del comparto sicurezza.

Ritengo ora doveroso per coloro che, come la CISL ed il Ministero, si sono impegnati su questoprogetto, portare a conclusione il percorso attuativo della legge.

Mi rivolgo perciò alla Sua chiara sensibilità politica, chiedendoLe di dare il definitivo impulso all’ap-provazione del decreto. Certo della Sua puntuale risposta. La saluto cordialmente.

f.to Il Segretario Generale Savino Pezzotta

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1° CONGRESSO NAZIONALEDELLA FEDERAZIONE DEI VVF CISL

Riccione, 7, 8 e 9 giugno 2005

Relazione della Segreteria

Care Amiche ed Amici Congressisti,dopo lo svolgimento dei congressi territoriali e regionali, oggi celebriamo il congresso nazionale, il

primo congresso di Federazione dei Vigili del Fuoco aderenti alla CISL.L’impressione che ho avuto, partecipando direttamente a quasi tutti i congressi regionali, è stata

molto positiva.La qualità ed i contenuti delle relazioni congressuali ed il livello assunto dai dibattiti che ne sono

scaturiti mi hanno dato la netta e piacevole sensazione dell’alto livello raggiunto, della grande capacitàdi analisi, delle convinte scelte fatte e del forte senso di appartenenza all’organizzazione ed alle sue lineerivendicative.

Nel ringraziarvi di questo, colgo l’occasione di esternarvi i miei sentimenti di pubblico affetto per ilcalore e gli apprezzamenti che mi avete rivolto durante questo lungo e faticoso percorso nei vostri terri-tori.

Questa consapevolezza raggiunta, la compattezza manifestata anche tramite i vari documenti dellestrutture dell’intera organizzazione, mi consente, in questa relazione, di affrontare prevalentementetemi politici di ordine generale, fare valutazioni sullo stato dell’arte, e indicare le proiezioni future delCorpo e della nostra organizzazione.

In questi tre giorni di analisi, riflessioni e di aperto dibattito, dovremo indicare infatti, gli orientamenti, le linee sulle quali basare le nostre azioni e comportamenti volti prevalentemente a sviluppare ilservizio di sicurezza che forniamo ai cittadini e ad elevare e migliorare le condizioni dei lavoratoriinterpretandone le esigenze e le aspettative.

Saremo chiamati infine, a indicare il gruppo dirigente che avrà l’onore e l’onere di rappresentarel’Organizzazione e perseguire gli obiettivi che scaturiranno da questo alto consesso.

Ci attende quindi, un importante ed esaltante compito con il quale dovremo individuare le prospetti-ve e le linee strategiche del nostro agire di grande respiro e di medio termine ed anche analizzare i punticritici del lavoro quotidiano e valutare le proposte e le strategie atte a risolverli.

Dovremo pertanto fare il bilancio della nostra attività e lanciare la fase programmatica per il prossimoquadriennio, non trascurando tutti gli accadimenti che hanno interessato il servizio antincendio ed ilpersonale e che hanno valorizzato la nostra organizzazione sindacale.

In questo momento, in primo luogo , non posso che affermare con grande orgoglio e trasporto emo-tivo l’importante approdo che abbiamo raggiunto come categoria, quello di essere diventati una federa-zione di prima affiliazione.

La CISL ha voluto riconoscerci questo ruolo esaltante al suo interno, alla pari di categorie di lavoratori

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molto più numerose della nostra.Si tratta di un risultato politico organizzativo senza precedenti, maturato dopo molti anni e rappre-

senta il coronamento di un lungo ed ambizioso percorso iniziato dai nostri predecessori e che finalmenteoggi trova il suo alto compimento.

Riteniamo che sia il giusto riconoscimento della qualità delle nostre linee politico contrattuali e dellacapacità, competenza e passione della dirigenza che a tutti livelli rappresenta l’organizzazione.

Grazie a voi tutti, grazie a noi, grazie a tutti i cislini .Abbiamo scelto per questo congresso lo slogan :la nostra storiala forza delle idee per nuovi traguardile nostre radici nel futuroperché queste frasi sono per noi l’essenza del nostro essere sindacato, di come interpretiamo il nostro

ruolo ed è l’animum degli uomini che ne fanno parte.La nostra storia, le idee, i percorsi, i traguardi, il futuro sono di fatto ieri l’oggi ed il domani del Corpo

Nazionale dei Vigili del Fuoco e dei lavoratori che lo compongono.E’ una affermazione forte, che può essere considerata eccessiva dai non addetti ai lavori ma chi

guarda la realtà delle cose, con sano approccio ed oggettive analisi, non può che arrivare a questaconclusione.

Basta constatare che il dispiegarsi di ogni avvenimento positivo che ha riguardato il Corpo daglialbori ad oggi e quello che si proietta nel futuro, è dipeso e dipende dal nostro fare, dalla capacità dirappresentare le istanze di ogni lavoratore e le necessità del servizio, una logica di scenario che mette alcentro il cittadino con il crescente bisogno di sicurezza, tema centrale del nostro tempo e che nellesocietà moderne, in particolare nel mondo occidentale, assurge ad esigenza primaria.

Ciò, si sintetizza perfettamente nella frase: “le nostre radici sono il futuro”.Reale speranza di tanti uomini e donne che partecipano con noi e tra di noi per migliorare le condi-

zioni di tutti i lavoratori, anche di quelli che non militano nella nostra organizzazione e di quelli noniscritti al sindacato, sempre avendo come valore guida la nostra autonomia.

La nostra autonomia è la nostra forza, la forza di donne ed uomini liberi che hanno scelto di mettersial servizio dei lavoratori e di tutelarne gli interessi complessivi.

Da questo valore partiamo per condurre la nostra analisi, fare proposte e battersi per esse.Ogni giorno che passa la situazione politica assume contorni sempre più preoccupanti e la fotografia

della crisi economica del Paese assume tinte sempre più opache ed i cittadini sono sempre più poveri.Il balletto della politica, la sua deriva, la continua ricerca di supremazie dei vari partiti all’interno dei

diversi schieramenti, allontana la prospettiva e l’individuazione di risposte adeguate alle questioni cen-trali che attanagliano il Paese.

La partita che si sta giocando è molto delicata e molto più complessa di quanto appaia.Si tratta di una sfida che riguarda le forze politiche di maggioranza che coinvolge quelle di opposizio-

ne ma che investe anche le parti sociali e, in primo luogo, quelle che come noi hanno sempre assunto ilconfronto , la negoziazione, la concertazione come elementi essenziali per il “buon governo” del Paese.

Il rapporto tra istituzioni e società civile si sta logorando in modo insopportabile sfibrando il tessutoche li lega portando le due entità in direzioni opposte : la società civile sta diventando un soggetto semprepiù autonomo con una vocazione transnazionale, il mondo politico italiano, invece, ha imboccato lastrada di una semplificazione estrema, riducendo il bipolarismo ad una perenne chiamata referendaria, afavore o contro, che tende a mortificare i corpi intermedi della società.

Quello che dobbiamo difendere con tutte le nostre forze è l’idea di democrazia mediata, partecipatae plurale, antitetica a quella dominante di oggi, di democrazia del leader che tende al populismo scon-finato.

Il fatto che recentemente si sia discusso sulla riduzione delle tasse in alternativa alle risorse perrinnovare i contratti pubblici è la riprova di come si cerca di intaccare il sindacato su un terreno che èstrettamente proprio. Ma non è solo questo.

Siamo ad un punto delicatissimo e di svolta profonda del rapporto tra Governo e Sindacato, perchéquello che si tenta di minare non è tanto e solo il ruolo tradizionale ma soprattutto il ruolo e la funzione

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capitolo 92005 235

del sindacato nella sua dimensione confederale e pertanto politica. Viene messo in discussione cioè laveste di promozione e tutela sociale di carattere generale

Come se la politica autoreferenziale fosse in grado di affrontare da sola i problemi veri del Paese : ildebito pubblico, le attese delle famiglie che vedono indebolirsi i livelli di benessere raggiunti dopo tantefatiche, le esigenze dei pensionati che chiedono attenzioni alle loro pensioni, le necessità strutturalidell’intervento sul Mezzogiorno, le politiche della ricerca e dell’innovazione a sostegno dei settori pro-duttivi, la valorizzazione delle risorse umane e il rinnovo dei contratti pubblici, scaduti da oltre 17 mesi,il decollo della previdenza complementare e questi non sono problemi veri?

In questo quadro un capitolo a se, per le ricadute che produce su milioni di lavoratori, è il mancatodecollo della previdenza complementare, questione sempre aperta e scottante.

Da oltre dieci anni, cioè dall’avvio dalla transizione verso un sistema pensionistico basato sul metodocontributivo, stenta ancora a prendere il via.

La politica parla tanto di previdenza complementare senza fare niente per incoraggiarla, venendomeno al suo ruolo di realizzare lo strumento volto a garantire ai lavoratori l’applicazione del principiocostituzionale della tutela previdenziale adeguata.

I lavoratori pubblici aspettano da nove anni, anni che non si recuperano più, basterebbe solo questodato, anzi questo danno, per indurre tutti a trovare una soluzione, a partire dal sindacato che deveconcentrare tutte le forze ed il massimo dell’impegno per realizzare tale obiettivo a tutela di centinaia dimigliaia di lavoratori perché ogni giorno che passa appesantisce la condizione futura di tutti.

Ho richiamato questi aspetti per mettere a nudo grandi questioni irrisolte che pur tenendo conto deglieffetti internazionali sulla nostra fragile economia, di fatto non si è messa in campo con rigore unapolitica economica degna di questo nome, come quella tratteggiata con il patto per l’Italia che è stato ingran parte disatteso per quanto riguarda la tutela del reddito e la competitività, mettendo in crisi inparticolare noi della Cisl che ci siamo fatti carico di dare il nostro contributo.

Pompeo MannoneCongresso Nazionale, Riccione 2005

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Per questo siamo stati attaccati da chi riteneva che con i Governi nemici non si dovesse trattare.Per risolvere la recessione che investe l’economia italiana sarebbero necessari percorsi e progetti di

medio e lungo periodo che solo una politica economica coraggiosa e capace di guardare ai reali interessidel Paese potrebbe stimolare ed accompagnare e per questa ragione dobbiamo continuare a far sentirela nostra voce, esternare le nostre preoccupazioni, fare le nostre proposte per tentare di far cambiare lapolitica economica del Governo anche nel breve scorcio di legislatura rimasta .

Bisogna essere tutti della partita così come ci richiede il Presidente Ciampi. Noi ci saremo.Anche se come dice Pezzotta “ la concertazione non è come l’ambulanza che si chiama solo quando

c’è bisogno”.Se non facessimo questo verrebbe meno la nostra autonomia quanto di più caro possediamo.Per noi l’autonomia non significa neutralità o passività, significa rappresentanza diretta, senza media-

zioni, delle richieste dei lavoratori e dei pensionatiIn questo quadro si incentrano i temi che riguardano la pubblica amministrazione in generale e le

nostre specifiche questioni.Anche su questo versante sta prevalendo nella politica la visione sbagliata e miope di considerare la

pubblica amministrazione un peso anzi un ostacolo allo sviluppo del paese.E’ pur vero che nella Pubblica Amministrazione si registrano sacche di inefficienza che bisogna asso-

lutamente superare e renderla all’altezza di un Paese moderno, ma da qui a generalizzare e considerarel’intero sistema negativo è grave ed irresponsabile.

Al contrario bisogna mettere in campo politiche virtuose ed investimenti per valorizzare la pubblicaamministrazione come opportunità, come elemento decisivo per la crescita produttiva del Paese.

In quest’ottica destinare le risorse necessarie per rinnovare i contratti ormai scaduti da lunghi mesi piùche un dovere istituzionale è un obbligo morale che il Governo deve onorare .

Come sapete al riguardo il Governo già ha fatto la meschina figura di delegare prima tre ministri e ilsottosegretario alla presidenza a trattare con il sindacato e a distanza di poche ore poi il Presidente delConsiglio, con un colpo di spugna, ha delegittimato parte del Suo Governo, sostenendo la tesi che nongli aveva affidato nessun mandato.

Sembra incredibile ma accadono anche questi ridicoli fenomeni degni di diversi scenari.La reazione del Sindacato non poteva che essere immediata e forte e le Confederazioni hanno procla-

mato nuovamente la mobilitazione generale non solo del pubblico impiego ma dell’intero mondo dellavoro.

Le iniziative si sarebbero sviluppate sul territorio per poi declinare in iniziative nazionali per tutto ilmese di giugno.

Le iniziative avrebbero riguardato anche noi, perché dobbiamo chiudere la fase finale del nostropercorso alla stessa stregua del personale di diritto privato nonostante che i più, in particolare i mass-media, ci considerano già facenti parte del sistema di diritto pubblico dopo l’approvazione della legge loscorso anno.

Solo in quest’ultimi giorni si è raggiunto l’accordo con il Governo; questo consentirà, dopo le direttivedel Ministero della Funzione Pubblica, di avviare le trattative per ogni singolo comparto con la speranzadi chiuderle entro la fine dell’Anno cioè alla scadenza del biennio.

Avremmo continuato a manifestare il nostro dissenso oggi, come abbiamo già fatto nel passato e nelprecedente anno con il quale ci siamo opposti insieme alle Confederazioni tramite l’ennesimo scioperogenerale contro le decisioni del Governo sulla legge finanziaria.

Ricorderete tutti che la mobilitazione generale del mondo del lavoro non ha prodotto nessun effettopositivo ed è stata approvata lo scorso anno la legge di bilancio di 36 miliardi di euro, una delle manovrepiù restrittive degli ultimi dieci anni

Solo grazie alla nostra vertenza specifica ed alla considerazione di appartenere ormai al settore dellasicurezza ci ha consentito, pur se in modo insufficiente, di aumentare l’organico e di ottenere il finanzia-mento di 5 milioni di euro per l’attività NBCR, diversamente dalla riduzione dell’organico della PubblicaAmministrazione e dal taglio dei bilanci.

Tale decisione, pur con tutti i limiti, sta a dimostrare ulteriormente che la nostra scelta di sostenere latrasformazione del rapporto di lavoro e la collocazione nel comparto di diritto pubblico era ed è giusta.

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Essa è complementare ed è parte del nostro progetto di sviluppo del servizio che rendiamo al Paesecome Vigili del Fuoco.

L’analisi che abbiamo fatto e sviluppato ha già di per se una nobiltà di approccio perché pone alcentro delle nostre valutazioni il cittadino con i suoi crescenti bisogni di sicurezza e come sia possibilesoddisfarli.

Parliamo di sicurezza, ribadisco tema focale dei tempi moderni, soprattutto degli ultimi anni, cheinveste i cittadini, in particolare nel mondo occidentale, nel campo del soccorso alle popolazioni e dimessa in sicurezza dei beni per cause derivanti da fenomeni naturali e non di carattere ordinario o pereventi straordinari.

In questo quadro il servizio reso dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco assume i connotati dellaindispensabilità quale servizio sociale da assicurare alla collettività.

Pertanto, deve essere adeguato alle necessità, in termini di risorse umane e finanziarie, per renderlopiù corrispondente alle esigenze quotidiane del servizio da assicurare in modo uniforme su tutto il terri-torio nell’attività ordinaria quotidiana ma anche potenziarlo per fronteggiare, in modo corrispondentealle necessità del soccorso, gli scenari emergenziali che sempre più frequentemente investono il Paese.

In sostanza il Corpo, adeguatamente sviluppato, deve trovare il necessario riconoscimento politico,legislativo ed organizzativo di perno fondamentale intorno al quale costruire l’intero sistema di soccorsopubblico del Paese.

Pensiamo che questo obiettivo che non ha nulla di corporativo ma guarda agli interessi più generali,possa rappresentare la migliore risposta reale alla domanda di sicurezza sempre più pressante dai cittadi-ni sia in termini di difesa civile che di protezione civile .

Sappiamo che nel Paese non è diffusa come dovrebbe una autentica cultura di protezione civile,intesa come autoprotezione e come partecipazione civile e sociale dei cittadini.

Strumento questo propedeutico ad indurre i referenti istituzionali locali a programmare ed operarenel campo della prevenzione dai rischi e del controllo dello sviluppo del territorio.

La mancata sensibilità istituzionale descritta rende più devastante l’effetto di qualsivoglia eventoemergenziale mettendo a nudo anche il farraginoso ed inefficiente sistema composito e complesso delsoccorso.

Savino Pezzotta saluta i congressisti

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E’ su quest’ultimo aspetto, cioè sulla macchina del soccorso, che riteniamo si debba far chiarezzadefinitiva, rendendo razionale efficiente ed efficace la risposta delle Istituzioni e di tutti coloro checompongono il variegato sistema di soccorso, sia a livello centrale che territoriale.

Anche perché ciò contribuirebbe ad evitare sperpero di denaro pubblico, darebbe certezza del servi-zio e la risposta alla collettività.

L’esigenza rappresentata nasce dal coacervo di provvedimenti legislativi, spesso contradditori ed in-definiti, che regolano la materia, che determinano duplicazioni istituzionali centrali, vedi i due diparti-menti, il nostro e quello della Presidenza del Consiglio che spesso inducono a sconfinamenti istituzionalianche con l’uso, a volte disinvolto, delle ordinanze di protezione civile, oppure i dualismi territoriali trale istituzioni regionali e locali ed i rappresentanti territoriali di Governo in quanto autorità locali diprotezione civile.

Tale scenario determina sul versante dell’utilizzo delle forze in campo sul territorio la presenza digruppi addetti a generiche attività di protezione civile di cui ogni regione si è dotata e nell’area dellecompetenze e dei ruoli anche sconfinamenti istituzionali in taluni comuni dove arbitrariamente questigruppi vengono utilizzati nel soccorso tecnico urgente.

Pensiamo che tale caotico ed imperfetto sistema possa trovare ordine funzionale tramite un’organicaproposta che potenzi il Corpo soprattutto a livello decentrato.

Si può al centro definire una unica struttura dipartimentale deputata ad interessarsi della difesa civilee della protezione civile alle dipendenze del Ministero dell’Interno, in analogia alle strutture esistenti neimaggiori paesi europei, anche in quelli con spiccate tradizioni federaliste.

Sul territorio le Direzioni Regionali ed i Comandi provinciali opportunamente potenziati, in quantostrutture decentrate del Dipartimento, potranno costituire l’esclusiva interfaccia operativa con le regionile province ed i comuni, per quanto concerne il coordinamento tecnico delle prime fasi, le più acutedell’emergenza.

Quando è richiesta l’alta professionalità dei Vigili del Fuoco e l’apporto dei vari soggetti pubblici eprivati che interagiscono nel sistema.

A livello centrale crediamo, infatti, che non possa più emergere, perché assolutamente anacronistica,la resistenza che nel passato fu operata dal Ministero della Difesa per evitare il coordinamento di quellodell’Interno e che poi fu risolto con l’italica mediazione, trovando la Presidenza del Consiglio come terzotra pari.

I Vigili del Fuoco, a fronte del riconoscimento formale e sostanziale della responsabilità tecnica del-l’attività complessiva, svilupperanno, a livello locale quindi, i piani d’intervento, previa disponibilità aformare e finalizzare la collaborazione dei volontari di protezione civile nello scenario emergenziale.

Apporto indispensabile quello dei volontari di Protezione Civile ove opportunamente addestrati fina-lizzati allo scopo necessari anche per supplire al mancato contributo che si registrerà inevitabilmente daparte del personale delle forze armate, in particolare quello di leva a seguito della istituzione dell’eserci-to professionistico.

Tale progetto, schematicamente rappresentato sulla scorta delle argomentazioni portate, può essereuna risposta razionale al sistema, certezza nel garantire il servizio con le professionalità necessarie,proficuo coinvolgimento dei soggetti interessati, uso finalizzato delle risorse pubbliche a disposizione esoddisfazione della domanda di sicurezza del cittadino.

La proposta, di cui siamo portatori, è ambiziosa, fortemente innovativa e come tale non avrà vitafacile anche perché scardina convinzioni ed interessi consolidati, ha il pregio però di costituire unastruttura organica completa ed efficiente a livello centrale e soprattutto a livello locale, delinea un’orga-nizzazione massiccia capillare e qualificata per rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini.

In tale progetto il Corpo, tramite l’unificato Dipartimento di Difesa Civile e di Protezione Civile delMinistero dell’Interno, sarà il centro di propulsione e di gestione operativa delle attività di protezionecivile, e sul territorio, in particolare, le direzioni generali regionali dovranno svolgere il loro ruolo strate-gico opportunamente messe in grado di agire.

A questo fine è diventato intollerabile l’atteggiamento riluttante dell’Amministrazione nel non darerisposte complessive al funzionamento di tali uffici, vanificando così nei fatti la grande scelta didecentramento funzionale operata.

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L’Amministrazione deve sapere che non lasceremo nulla di intentato per indurre il Dipartimento adare sostanza al progetto che ha un significato ben più ampio di quello che da taluni è stato percepito.

Naturalmente questa proposta deve trovare una risposta strutturale e complessiva di carattere legisla-tivo e sarà più facile arrivarci se partirà dal territorio, luogo di sintesi massima e di verifica dell’espletamentodel servizio.

La proposta l’abbiamo già lanciata nel convegno organizzato dalla nostra confederazione lo scorsoanno intitolato: “Sicurezza e Giustizia” ed io ringrazio la Confederazione per questa brillante iniziativa,testimonianza di come la CISL dedica attenzione ad attività importanti come quella che noi espletiamo infavore della collettività.

In quella circostanza, sia il segretario confederale ed amico Nino Sorgi, promotore dell’iniziativa, siaSavino Pezzotta condivisero l’impostazione e pertanto per noi questa rappresenta l’orientamento dellaConfederazione che potrà trovare compimento nell’ambito delle tesi confederali che verranno definitenel mese di luglio nel congresso confederale.

La sfida che lanciamo è ambiziosa , forte, e con grandi finalità ed è strettamente legata al futuro edallo sviluppo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

E’ indubbio, infatti, che un progetto così ampio non potrà trovare sviluppo senza un consistenteaumento di organico, senza un sostanziale adeguamento delle risorse finanziarie a disposizione senza ilriconoscimento del ruolo del Corpo come referente esclusivo, come autentico regista e protagonistaprincipale dell’attività di soccorso anche per mezzo della formazione e del coordinamento operativo delvolontariato di protezione civile.

Nel Corpo, comunque, si registrano gli annosi e sempre irrisolti problemi relativi all’organico ed alsuo sviluppo sul territorio all’inadeguatezza del bilancio ordinario, alla formazione carente, alla sicurez-za sul lavoro.

Su questi temi, nonostante il nostro grande impegno messo in campo, la politica, le istituzioni nelcorso del tempo non hanno mai fornito risposte organiche e risolutive, ma soltanto interventi tamponeepisodici e pertanto parziali che non consentono quel salto di qualità necessario per rispondere di piùe meglio alle esigenze del servizio e degli operatori.

Congresso Nazionale, Riccione 2005

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Questo fenomeno è storico, pertanto non appartiene solo alla responsabilità dell’attuale Governo,però diventa sempre più pressante la necessità, non solo per noi ma per l’interesse più generale deicittadini e del Paese, che la politica, la politica che noi desideriamo, risponda in modo corrispondentealle necessità prioritarie della società.

Questa è l’amara verità.Noi però, non ci arrendiamo, continueremo l’opera incessante di stimolo, di sollecitazione, di pro-

posta, di partecipazione ed anche di conflitto se necessario per far prevalere le ragioni di chi come noi hascelto di dedicare il proprio impegno per gli altri e non vogliamo perdere la fiducia di chi in noi vedel’unica speranza di cambiamento delle cose.

Noi crediamo però che, al di la delle carenze strutturali descritte, molte responsabilità funzionaliricadono sulla carente gestione del servizio che si registra a livello centrale e territoriale.

Da tempo richiediamo invano di affrontare una riflessione complessiva e una discussione di meritosul servizio, sul suo sviluppo ordinato e coerente alle esigenze del territorio, sulle scelte prioritarie daeffettuare, su come ripartire le scarse risorse a disposizione, su come rilanciare una politica della forma-zione degna di questo nome e strumento strategico della nostra attività, su come individuare mezzi i edattrezzature idonee al servizio e quindi su come garantire e migliorare la sicurezza del lavoro.

Alle nostre sollecitazioni non c’è stata ancora risposta.E questa è la riprova che anche nella nostra Amministrazione non si intrattengono delle vere e

moderne relazioni sindacali, non si fa concertazione, non si individuano obiettivi comuni, si sviluppanoconfronti solo su questioni di carattere meramente contrattuale.

Manca nei nostri amministratori una vera cultura al confronto, manca il riconoscimento della funzio-ne del sindacato come soggetto politico, naturalmente parliamo del nostro sindacato, quello che sipone l’obiettivo di coniugare l’interesse del servizio in uno con i diritti dei lavoratori.

Questa posizione, assunta dal Capo Dipartimento e dai Dirigenti responsabili degli Uffici Centrali dimuoversi autonomamente, determina una condizione di difficoltà e di precarietà del servizio inaccetta-bile, vengono assunte decisioni discutibili, parziali, a volte neanche rispettose delle regole formali esi-stenti che determinano incertezza, confusione, disservizi e disaffezione da parte di molti che non riesco-no ad intravedere nelle decisioni e nei comportamenti assunti un filo logico.

Questo si acuisce allorquando lo stesso Capo Dipartimento, superando le funzioni ed i ruoli delleDirezioni Centrali, si rapporta direttamente sia con i responsabili di talune aree sia, inoltre, con la Diri-genza periferica.

Manca sostanzialmente una vera cabina di regia, partecipata e condivisa all’interno del Dipartimentoed un rapporto continuo con i rappresentanti del personale che crediamo possa provocare le sinergienecessarie per migliorare il sistema gestionale da cui scaturirebbero gli effetti positivi che il personale eil servizio si aspettano.

Questione questa delicata e resa più complicata anche dal ruolo non da protagonista esercitato dalCapo del Corpo.

Non me ne vorrà l’amico Alberto D’Errico che saluto con affetto, ma ci saremmo aspettati da lui moltodi più e meglio di quello che ha fatto nell’organizzazione antincendio

Confidiamo molto nel nuovo Capo del Corpo. Al nuovo incaricato chiediamo di affrontare condeterminazione e risolutezza i vari problemi del servizio affinché ,insieme al Responsabile del Diparti-mento, possano essere avviati a soluzione.

La questione vera Caro Capo Dipartimento, è che se non si affronta il tema in termini generali, comeda noi richiesto, non si va avanti nella direzione giusta e si accentuano incomprensioni strumentalizzazionie disorientamento tra tutti a partire dalla dirigenza.

Questo non significa in nessun caso da parte nostra invadere il vostro campo, significa contribuireaffinché le scelte che vengono fatte siano razionali, legate ad un disegno strategico condiviso e pertantoutili all’interesse del servizio.

Molte decisioni, infatti, sono fuori contesto, scollegate fra di loro, improvvisate e non comprese dagliaddetti ai lavori su cui ricadono gli effetti.

Parlo della qualità e della tipologia dei mezzi e delle attrezzature, della loro distribuzione sul territo-rio, del vestiario, della formazione e del suo mantenimento, del funzionamento dei settori specialistici e

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di come essi si raccordano e coesistono con il classico settore interventistico data la carenza degli orga-nici, della distribuzione degli stessi sul territorio, delle decretazioni dei distaccamenti permanenti e vo-lontari e sulla trasformazione degli stessi, sulle convenzioni per gli incendi boschivi e quant’altrol’elenco è lunghissimo.

Caro Prefetto Morcone e caro Sottosegretario Balocchi,avete indubbiamente dato il vostro apporto determinante alla risoluzione di taluni problemi impor-

tanti per la categoria che mi appresto ad affrontare ma sui temi gestionali appena indicati non accettiamoil vostro atteggiamento.

Continueremo a contestare con tutte le nostre forze il vostro approccio, la vostra visione di intendereil ruolo del sindacato, che troviamo assolutamente sbagliati, certamente non utili a creare le condizioniper progettare il futuro del servizio.

I nostri responsabili appelli sinora sono stati inascoltati.L’Amministrazione deve sapere che terminata la fase relativa alla grande questione del comparto e

dell’ordinamento del personale, dirotteremo le nostre forze su questo fronte e la nostra pressione saràinterminabile perché riteniamo che la nostra sia una scelta giusta, necessaria, di principio e va nell’inte-resse del settore.

Siamo convinti che chi vive quotidianamente i problemi del servizio, chi ogni giorno sta in primalinea debba e possa trovare tramite noi una vera cittadinanza e portare quindi le esperienze vissute comepatrimonio insostituibile per le scelte più utili al servizio.

E’ una questione legata alla sopravvivenza del Corpo e del servizio e quindi, per noi, è un argomentovitale.

A Voi dell’Amministrazione sta la scelta: o accettare l’apporto propositivo di chi ha a cuore le sorti delservizio, oppure scegliere la strada opposta, quella di un conflitto permanente che allontana la risoluzio-ne dei problemi.

Noi ci siamo e siamo pronti e lanciamo la sfida.Come dicevo poc’anzi, proprio in rispetto della nostra forte autonomia di giudizio, c’è da riconoscere

nell’agire dell’Amministrazione anche dei lati positivi, mi riferisco in modo particolare alla questionerelativa alla legge di trasformazione del rapporto di lavoro dei Vigili del Fuoco.

Congresso Nazionale, Riccione 2005

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Ritengo utile, anche allo scopo di metterci un punto e girare pagina, ritornare su questo aspetto, cheha caratterizzato le nostre strategie e la nostra azione per gran parte dei quattro anni del nostro mandatocongressuale .

Lo facciamo per tentare ancora di fare chiarezza e per dare ai numerosi giovani che per la primavolta partecipano al Congresso l’esatta dimensione ed il senso della nostra scelta politica.

Senza fare tanti giri di parole, diciamo subito che abbiamo perseguito l’obiettivo di ricollocare lacategoria nel settore contrattuale di diritto pubblico per due semplici ma prioritari motivi:

· aumentare le retribuzioni della categoria, uscendo dalla logica massificante della contrattazionedel comparto delle aziende e del pubblico impiego con cui l’Aran gestisce i rinnovi dei contratti;

· applicare taluni istituti normativi che la privatizzazione del rapporto di lavoro aveva cancellatoperché trasformati in elementi di diritto privato.

Non solo;l’opzione di reinserimento dei vigili del Fuoco in regime di diritto pubblico, assume anche un signifi-

cato più alto e nobile, quello di ancorare il nostro servizio nell’ambito dei poteri che anche la cosiddetta“deregulation” affida allo Stato.

Inglobare il settore dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile nel medesimocontenitore che ospita dipendenti di organismi che svolgono funzioni non delegabili alla potestà legisla-tiva, funzionale ed organizzativa delle regioni, significa anche lanciare il segnale netto e chiaro che ilCorpo Nazionale dei Vigili del Fuoco resta una organizzazione unitaria e le funzioni che svolge di perti-nenza dello Stato e come tali non possono essere attribuite ai governi regionali.

In un ipotesi contraria è facile immaginare le gravi conseguenze che ne scaturirebbero sul servizio darendere in modo uniforme ai cittadini.

Non a caso la Lega e taluni partiti di opposizione che erano e forse sono ancora per la regionalizzazionedel Corpo, si sono opposti all’approvazione della Legge di riforma del rapporto d’impiego.

E per questo la coerenza istituzionale del sottosegretario Balocchi merita un giusto apprezzamento.L’ulteriore motivo della nostra scelta è connaturata con la nostra storia ed il nostro modo di fare il

sindacato, cioè con la ricerca di un’autonomia contrattuale sempre più spinta, con rivendicazioni chehanno posto al centro gli interessi dei lavoratori ma, allo stesso tempo, la efficienza e la qualità delservizio che svolgiamo, la maggior tutela del cittadino e della società dai rischi e dai danni.

E nel corso della nostra storia e della nostra esperienza abbiamo sempre caratterizzato la nostraazione per valorizzare la specificità e la particolarità della categoria, costituendo prima il Sindacato e poifinalmente oggi la Federazione dei Vigili del Fuoco.

Evitando e contrastando , senza nessuna difesa corporativa ma con argomentazioni oggettive, i tenta-tivi di omologazione con altri settori dei lavoratori pubblici.

E’ questa nostra maniera di essere, questo nostro modo di concepire il futuro del Corpo Nazionaledei Vigili del Fuoco che fa la differenza tra noi e gli altri.

Questo è il motivo per il quale siamo entrati in rotta di collisione con chi, diversamente da noi,vedeva la collocazione organica del nostro settore nell’Agenzia di Protezione Civile, oggi all’interno delDipartimento di Protezione Civile, ne vuole decentrare le competenze a livello di regione, è che vuolerimanere ancorato all’interno della propria organizzazione ad un sistema organizzativo orientato allivellamento ed all’appiattimento delle politiche rivendicative e contrattuali.

Queste ragioni, cioè le diversità di visione politica e contrattuale, sono le vere discriminanti poste adorigine della contrapposizione feroce al processo di riforma ed ai decreti delegati che ne conseguono.

Le mistificazioni sulla perdita dei diritti, sull’arretramento delle conquiste sindacali, sulla militarizzazionedel Corpo sono corollari, deduzioni aggiuntive, pretesti necessari per strumentalizzare una posizionecontraria in quanto profondamente diversa sul piano politico.

Cari Congressisti,tutti sanno che il sistema contrattuale pubblicistico non cambia la sostanza della contrattazione col-

lettiva, ma soltanto la forma di recepimento degli accordi;il vero problema storico delle conquiste negoziali di ieri e di oggi, come sanno tutti gli addetti ai

lavori, non sta nel fatto che bisogna pattuirle e poi normarle, la partita vera si gioca quando bisognafarle applicare.

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Paradossalmente si potrebbe dire che la forza del sindacato non deriva soltanto dalla sua legittimazionecontrattuale formale, condizione comunque necessaria, quanto invece dal saper operare e contare an-che in assenza di tali garanzie formali, forte della sua capacità di rappresentanza .e di proposta, degliinteressi dei lavoratori e del servizio.

Non si spiegherebbe altrimenti la grande capacità di elaborazione che svolse il sindacato negli anni’70 ed ’80, allorquando iniziò la battaglia a sostegno della piena cittadinanza dei dipendenti pubblici edella contrattazione.

Non altrimenti si spiegherebbero le conquiste dei lavoratori del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco,l’introduzione di istituti di tutela specifici, il superamento di rigidità burocratiche che ingessavano l’ope-rato della Amministrazione, il raggiungimento, all’interno dei DPR di recepimento dei contratti, di eleva-ti livelli di libertà, prerogative ed agibilità sindacali e contrattuali.

Questi erano, per chi non lo ricordasse, contratti di diritto pubblico, quelli ad esempio che partivanodal DPR 269 del 1987, al DPR 335 del 1990, oltre alle varie disposizioni legislative a favore del CorpoNazionale dei Vigili del Fuoco elaborate d’intesa con l’Amministrazione..

Successivamente, con l’approvazione del D.Leg.vo 29/93, iniziò quello che viene chiamato il proces-so di privatizzazione del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti.

Da taluni, enfaticamente, venne chiamato in modo erroneo processo di piena contrattualizzazione,dimenticando che di fatto la piena contrattualizzazione già esisteva e prevalentemente, il cambiamentoconsisteva principalmente nella trasformazione degli istituti esistenti presenti per legge in norme di veste“contrattuale”.

A questo fine proprio, a dimostrazione della diversità del dipendente pubblico e tra questi c’è unpubblico più pubblico, cioè quelli che come noi assolvono compiti di rilevanza istituzionale, con quelloprivato, basta leggere al riguardo le sentenze passate e recenti della corte costituzionale.

Insomma come dire, invece di usare semplificazioni di comodo, sarebbe più corretto guardare l’insie-me del sistema cioè a tutto tondo.

Peraltro quella scelta in quel contesto storico specifico, cioè la cosiddetta “privatizzazione”, fu ancheun’operazione di contenimento di spesa e di uniformità salariale e normativa col privato .

Congresso Nazionale, Riccione 2005

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Fu perseguito il contenimento della spesa perché molti Ministri, all’atto dei rinnovi dei contratti“elargivano” risorse senza controllo;

fu tentata l’omologazione normativa col privato per togliere ai dipendenti pubblici taluni privilegi,senza però estendergli tali altri che aveva il privato.

Il risultato di quest’operazione è stata l’istituzione dell’ARAN, agente contrattuale in rappresentanzadelle Amministrazioni Pubbliche, che sostanzialmente, però, non possiede nessun’autonomia negoziale.

Una sorta di struttura a libertà vigilata.Le dinamiche di incremento salariale vengono decise dal Governo, ormai senza più rispetto degli

accordi intervenuti;la ripartizione dei benefici contrattuali viene anch’essa definita dalle direttive del Dipartimento della

Funzione Pubblica.Spesso, anche marginali richieste al tavolo contrattuale di diversificazione normativa – che abbiamo

avanzato forti di una specificità lavorativa che l’Aran medesima riconosce – non sono state accolte per iltimore che potessero creare delle rincorse di altre categorie.

Quindi, una sorta di opera incompiuta, un’operazione contrassegnata da contraddizioni ed incoeren-ze;

i dipendenti delle Amministrazioni Pubbliche sono privatizzati secondo le convenienze del momen-to;

ad esempio per loro non si applica la normativa INAIL sugli infortuni sul lavoro e non è previstol’anticipo della liquidazione mentre viene riaffermato il vincolo della esclusività del rapporto di lavoro,cioè il divieto – pena il licenziamento – di svolgere, come può fare invece il privato, un’altra attivitàlavorativa .

Sulla contrattazione e l’autonomia contrattuale delle parti, poi, invito solo ad osservare lo spettacolocui stiamo assistendo in questi giorni;

non è l’Aran che decide, nell’ambito dell’incremento medio contrattuale, se riconoscere un euro dipiù ai Vigili del Fuoco ed un euro di meno ai dipendenti dei ministeri, ma il Governo, anzi il Presidentedel Consiglio in persona, come ho già ricordato, visto che ha avocato a sé le trattative e le decisioni finali,alla faccia dei Ministri e dei Sottosegretari che avevano raggiunto l’accordo con le Confederazioni.

Tutti questi ragionamenti, ed altri che se ne potrebbero fare,hanno dimostrato nel corso delle recentie passate tornate contrattuali che il sistema vigente non si attaglia alle nostre particolarità lavorative edalle nostre esigenze contrattuali.

E conducono alla conclusione oggettiva che la contrapposizione manifestata da taluni sindacati alpassaggio della categoria in regime di diritto pubblico ha altri motivi – e sono stati gia citati – che quelliartatamente messi in campo, quali ad esempio la messa in mora del sindacato, la cancellazione dellacontrattazione, e chi più ne ha più ne metta.

La riprova di quanto affermato è che la contrattazione, con annesse le invasioni di campo che Gover-no ed Amministrazione mettono in atto su tale materia, non è ritenuta da costoro un valore assoluto, maun peso relativo e difendibile secondo le convenienze.

Se infatti, come dovrebbe essere per taluni, la contrattazione fosse ritenuta una sorta di dogma, leincursioni del Dipartimento prima, del Governo e del Parlamento poi, avvenute nella predisposizionedella finanziaria 2004, avrebbero trovato, come minimo, l’opposizione che oggi trova l’ordinamento cheinvece garantisce il sistema di relazioni sindacali.

Sì, perché allorquando il Capo Dipartimento Morcone assunse l’iniziativa di incrementare per leggele indennità degli specialisti – chiaro esempio di invasione del terreno contrattuale – i nostri amici non sistrapparono certo le vesti e non fecero nemmeno le barricate;

forse perché il vulnus alla contrattazione interveniva sulle indennità di settori cui pongono una atten-zione particolare ? O no?

Pensate che firmarono accordi insieme a noi con i quali si accettavano per gli specialisti il principioe le finalità della perequazione retributiva con le forze di polizia.

Perché questo obiettivo non deve valere per il resto del personale?Forse i colleghi che tutti i giorni fanno le partenze mettendo a rischio la propria vita sono figli di un

dio minore?

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capitolo 92005 245

Noi pensiamo di no!Anzi, siamo convinti che debbano trovare anche prima di altri le soddisfazioni che meritano.Noi andremo avanti senza sosta per questo obiettivo.

Amiche e Amici,come ricordavo prima, dopo la legge sono continuate, allo scopo di ritardare il percorso dei decreti,

le opposizioni strumentali e propagandistiche al progetto di riforma dell’ordinamento;al gruppo dei contrari a prescindere, si sono accodati, da ultimo, i contrari scontenti perché mortifi-

cati.Tutti con poche argomentazioni ma facendo leva e cavalcando le aspettative – in taluni casi legittime

in altri no – di chi a torto riteneva che il neo ordinamento fosse la soluzione definitiva ai propri desideri oaspirazioni individuali.

A ben vedere ed a patto di un minimo di onestà concettuale che, date le circostanze, non si puòpretendere, il nuovo sistema – al di là degli appellativi di ingessato e di restauratore, dati da qualcuno, hain sé diverse potenzialità.

Intanto ha insita una propria originalità;quella di contenere al proprio interno non solo il personale operativo, ma tutto il personale del Corpo.Questo fatto non va sottovalutato e non è rinvenibile in altre aree di contrattazione, vedi forze di

polizia.E’ invece il riconoscimento della particolarità lavorativa anche del personale amministrativo tecnico

informatico del CNVF.Non a caso ne viene sottolineata la connessione al sistema operativo ed i percorsi professionali ven-

gono omologati a quelli del restante personale.Questo particolare è stato però subito dimenticato perché, complice l’Amministrazione che ha sfornato

bozze a non finire, tra questi colleghi sono state create aspettative e soluzioni inattuabili, con tentativi dirimediare a delle cantonate che l’Amministrazione aveva preso all’atto dell’assunzione di alcuni.

Il sistema prefigurato, inoltre, ha una propria dinamicità e certezza.Offre, a colui che vuole misurarsi, opportunità per una carriera più veloce;

Congresso Nazionale, Riccione 2005 (Pompeo Mannone e Maurizio Balocchi)

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capitolo 9246 2005

assicura, comunque, una dinamica salariale a tutti che, oggi non è garantita.Un esempio:nel precedente contratto integrativo ogni dipendente si è visto detrarre una quota di aumento contrat-

tuale che ha alimentato il Fondo unico di Amministrazione;questa quota è stata riversata, in termini di passaggi di qualifica e progressioni economiche orizzon-

tali su poco più di un terzo del personale.Ciò, in base alle linee strutturali del contratto privatistico.Risultato: tutti hanno contribuito, pochi hanno beneficiato.Col nuovo sistema la progressione diventa automatica;tutti i vigili, al compimento dei cinque anni di anzianità, percepiscono un aumento di stipendio, lo

stesso vale per gli operatori, per i funzionari tecnici ed amministrativi.E così via , sino al passaggio alla carriera immediatamente superiore che garantisce al personale

anziano inquadrato nella qualifica apicale dei singoli ruoli una congrua (60%) percentuale dei postimessi a concorso.

Per il personale operativo delle qualifiche dei Vigili, Capo Squadra e Capo Reparto le norme di primoinquadramento nel nuovo ordinamento prevedono anche il mantenimento dell’anzianità;

cosicché se un capo squadra con dodici anni di servizio viene inquadrato, con decorrenza dalla datadi applicazione dell’ordinamento, cioè 1° gennaio 2006, nel profilo di capo squadra, dal 1° gennaiodell’anno successivo, cioè dal 1° gennaio 2007, allorquando compirà 13 anni di servizio, sarà collocatonel profilo di capo squadra esperto.

Detto questo, c’è da rammentare sia l’aspetto dei concorsi straordinari per l’accesso nei ruoli diispettore antincendi, previsto complessivamente per 300 posti da riservare ai capo reparto diplomati equello a 340 posti da riservare ai Capo Squadra e Capo Reparto.

Per non citare i concorsi straordinari per il personale amministrativo e dirigente che, in fase di primaapplicazione tendono a soddisfare le esigenze del personale di qualsiasi settore che è in possesso dideterminati titoli.

Altra questione rilevante è il sistema di accesso nel Corpo dall’esterno;praticamente l’ordinamento in questione configura un accesso nella qualifica di vigile operativo riser-

vato, nella maggior parte ,al personale volontario che ha svolto servizio cosiddetto “discontinuo”. Superata, in quanto da noi fortemente osteggiata, l’iniziale ipotesi di accesso al profilo di capo repar-

to dall’esterno, la previsione finale è quella di prevedere l’ingresso dall’esterno nel profilo di vice ispetto-re, con una riserva interna per i vigili, capo squadra e capo reparto del 62.5% addirittura superioreall’attuale quota.

Per gli amministrativi, addirittura, viene previsto l’accesso dall’esterno solo al livello iniziale dei col-laboratori, lasciando ampio spazio per la promozione dei diplomati che attualmente trovano collocazio-ne nei profili di operatore amministrativo ed operatore informatico.

In estrema sostanza si prefigura un sistema ordinamentale nel quale trovano spazio una serie diopportunità, che legate al possesso del titolo di studio, permettono al personale interno di accedere sia allivello iniziale di ispettore antincendi che a quello amministrativo, sia nei ruoli dei direttori amministrativied informatici, sia infine in quello dei direttivi antincendi.

Evitiamo di citare, in questa sede, le garanzie ottenute in relazione alla restante normativa dellematerie di contrattazione, del sistema delle relazioni sindacali e della parte relativa ai procedimentidisciplinari.

C’è però da osservare che il miglioramento del testo dell’ordinamento, ancorché perfettibile, lo sideve esclusivamente alla nostra capacita di rappresentare le esigenze della categoria ed alla nostra osti-nazione nel farlo.

Questo nel mentre tutti gli altri, con varie motivazioni, si sono o rifiutati in pratica di entrare nelmerito del confronto perché comunque contrari, oppure indisponibili o peggio forse incapaci di farprevalere le proprie proposte.

Amiche ed Amici congressisti,le vicende prima rammentate danno l’opportunità ed impongono l’obbligo di affrontare un tema

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ricorrente nei consessi della nostra organizzazione, quello dei rapporti con le altre Confederazioni;un tema che nel passato ha registrato negatività e positività; comunque prospettive e speranze di

miglioramento ed evoluzione.Purtroppo , e ce ne dispiace sinceramente, dobbiamo registrare una condizione pesantissima che

cioè, lo stato dei rapporti unitari è una ferita aperta, difficile da rimarginare, più o meno alla stessastregua delle lacerazioni fortissime che si sono registrate nel recente passato tra le Confederazioni, quan-do cioè la CGIL affermava che la CISL faceva degli accordi scellerati.

Condizione che è ulteriormente scaduta nel corso degli ultimi anni, addirittura in questi ultimi tempinon si registra un minimo di rapporto unitario, nemmeno sulle questioni spicciole.

Ricorderete al riguardo, le difficoltà avute durante la contrattazione relativa all’indennità di turno, lacui definizione ha trovato limitazioni ed insoddisfazioni di coloro che partecipano all’attività di soccorsoe non sono contemplati dall’istituto a causa della forte contrapposizione che ci hanno rivolto sul tavolodelle trattative.

Il progressivo degrado dei rapporti nasce evidentemente da ragioni politiche, principalmente nascedal tipo di approccio relazionale che si deve intrattenere con il Governo del centro destra.

Per noi della CISL, a partire dalla Confederazione, il rapporto va fatto sulle cose, sulle questionisostanziali, con il pragmatismo e d il realismo che ci anima da sempre.

Per la CGIL il rapporto non deve esserci a prescindere dal merito;Cioè, essa sceglie con chi trattare dall’alto della presunzione che tutto si fermi senza il loro placet.Per fortuna la realtà delle cose è un’altra.Oggi, questa lacerazione tra le Confederazioni per motivi tattici e di sopravvivenza complessiva ap-

pare superata, in realtà i valori dell’autonomia, del rapporto con la politica ed il modello associativo nonconsentiranno nessuna impostazione organica comune quanto invece rapporti unitari episodici.

In questo contesto si innesta la vicenda dell’iter della Legge di trasformazione del rapporto di lavorodei vigili del fuoco , pretesto per additarci in questo caso, a noi di categoria, come complici con lamaggioranza malgrado che anche una larga parte dell’opposizione abbia votato per la sua approvazionee nonostante che abbiamo rivolto sollecitazioni a tutti i gruppi presenti in Parlamento.

Congresso Nazionale,Riccione 2005(Pompeo Mannonee Mario Morcone)

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capitolo 9248 2005

Stessa storia in occasione del rinnovo contrattuale dello scorso biennio;pur consapevoli dei limiti imposti dall’incremento delle retribuzioni, si tentò di esasperare la situazio-

ne;la CGIL ritrovò una momentanea armonia strategica con l’RDB, nacquero movimenti spontanei, ma

non troppo, per rivendicare, come poi si è verificato, l’impossibile in quel tavolo contrattuale con l’Aranche agisce, come tutti sanno, su vincoli stabiliti a monte.

A mente fredda tutti possono riconoscere che rispetto al can can strumentalmente organizzato dataluni, sempre con l’intento di contestare il Governo, le soluzioni le abbiamo trovate noi della CISL;

prima suggerendo di aumentare la retribuzione media ponderata sulla quale si calcola l’incrementocontrattuale con un’operazione a dir poco fantasiosa;

poi facendo notte nei corridoi del Ministero per convincere i responsabili politici ed amministratividel Dipartimento a trovare ulteriori risorse contrattuali con le quali abbiamo iniziato, attraverso l’istituzio-ne dell’indennità di turno, a dare un primo segnale ai lavoratori del Corpo che rischiano e sono piùesposti.

Lo strappo con la CGIL ha raggiunto il suo massimo apice sull’attuazione del decreto delegato delnuovo ordinamento;

le ragioni sono politiche e non di merito.Non a caso la stessa CGIL si ritira sull’ Aventino, non intende discutere sulle varie proposte presentate;

eppure il testo è stato molto migliorato, molti passi abrogati.Il risultato finale è un sistema, comunque ancora perfettibile, che offre le opportunità dette prima, non

arretra, non militarizza, non fa tornare indietro i lavoratori Vigili del Fuoco.L’atteggiamento della CGIL pur coerente con le sue strategie è venuto meno al ruolo di proposta che

appartiene al sindacato.In particolare nella ricerca di soluzioni al problema acuto del personale che rivendica un’adeguata

retribuzione.Sorprende il cambiamento di rotta repentino della UIL che, come faceva Penelope, ha disfatto in una

sola notte, e non si sa perché, la tela che aveva tessuto faticosamente con noi da lungo tempo.Detto questo, ritengo che su questa vicenda non ci si debba soffermare ulteriormente; saranno i

lavoratori che dovranno giudicare.D’altra parte la coerenza non è una virtù per tutti.Per quanto ci riguarda ci rammarichiamo solo di aver perso del tempo prezioso, costretti a discussioni

faticose anche perché per una materia quale l’ordinamento, bisogna avere le idee chiare, essere consa-pevoli dei vincoli e delle opportunità che lo connotano, guardare all’insieme ed al complesso dellacategoria.

Chissà quale recondito motivo sta alla base dell’inversione di rotta della UIL?Non sappiamo e non vogliamo neanche ascoltare tutta una serie di mormorii che circolano nei

corridoi ed in taluni ambienti.La verità è che si sta consumando un attacco alla nostra ragione, alla nostra cultura, alla nostra storia

di sindacato propositivo e vertenziale, alla nostra capacità di aggregare, al nostro essere il sindacato piùrappresentativo.

Ci stanno accusando di essere coloro che gestiscono il potere, che nominano i dirigenti, che condi-zionano il Capo Dipartimento;

da ultimo ci hanno additato come una sorta di sindacato affiliato all’Amministrazione, che va controi lavoratori ed i loro interessi.

E’ in atto un tentativo di isolarci.Riteniamo che sia una gravissima scelta assolutamente sbagliata e velleitaria.Come possono pensare che noi che abbiamo il consenso dei nostri iscritti e della stragrande maggio-

ranza dei lavoratori che ci hanno spinto con numerosissime petizioni ad andare in questa direzionepossiamo essere isolati?

Questa condizione non ci spaventa!Anzi ci gratifica!Siamo convinti di avere ragione e la faremo prevalere.

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capitolo 92005 249

Abbiamo noi dichiarato lo stato di agitazione e minacciato lo sciopero affinché si desse corso alladefinizione dell’ordinamento;

abbiamo noi sollevato l’esigenza di reperire ulteriori risorse per completare quell’allineamentoretributivo con le forze di polizia che è stato il vero fine della riforma.

Noi pretendiamo che si rispetti quanto indicato dalla legge!Pretendiamo che questo sia fatto perché non vogliamo rinunciare agli incrementi stipendiali che

l’ordinamento comporta ed altrettanto per quanto riguarda l’una tantum per gli arretrati;vogliamo che sia fatto perché siano subito banditi i concorsi straordinari che permetteranno a molti

colleghi di progredire in carriera; desideriamo che si faccia alla svelta perché a questo primo processoseguiranno altri che individueranno il sistema normativo e contrattuale.

Si accennava ad un primo processo.Certo, Care Amiche ed Amici, la riforma non si esaurisce con questo primo provvedimento che non è

il massimo, ma non è nemmeno da buttare nel cestino come dicono taluni.Anche noi abbiamo avanzato le nostre critiche e continueremo a farlo;d’altra parte i decreti delegati si possono correggere e poi ci sono i rinnovi dei contratti che permetto-

no di migliorare l’impianto.Ma dire che è carta straccia non è rispondente al vero né corretto ! Si mente sapendo di mentire. Lo si

fa solo nel disperato tentativo di annullare tutto.Noi andremo avanti, sino alla fine, consapevoli delle difficoltà ma anche delle nostre ragioni e del

sostegno della categoria, della stragrande maggioranza della categoria.Non possiamo fermarci perché dei gruppi di lavoratori, non ritengono di essere soddisfatti.Noi abbiamo fatto il massimo e guardiamo all’interesse generale.Ci proponiamo , per quanto possibile, di ricercare i necessari correttivi nella fase prevista successiva-

mente di verifica dell’impianto.In gioco ci sono 42 milioni di euro da ripartire tra il personale e l’avvio dei processi di promozione.

Intervento SorgiCongresso Nazionale, Riccione 2005

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capitolo 9250 2005

Qualcuno è arrivato addirittura a scrivere, oltre alle solite mistificazioni, che gli incrementi sarebberodi pochi euro al mese.

Nel migliore dei casi è un ignorante perché non sa leggere.Nel peggiore dei casi è in mala fede e senza onestà concettuale.D’altronde, non ci dobbiamo meravigliare più di tanto; questo passa il convento!Quindi, Cari Amici avanti tutta.Concludiamo questa partita e prepariamoci, una volta stipulato il contratto relativo al biennio eco-

nomico 2004-2005, a fare il prossimo con il Governo.E a proposito di rinnovo del contratto , tutti sappiamo che il 27 maggio scorso ha visto finalmente

l’epilogo il tormentone del biennio economico 2004/2005.Dopo lungo penare, il Governo ha concesso un aumento a regime del 5,01%, con un’aggiunta dello

0,71%, rispetto alla precedente offerta di un incremento del 4,3%.Le risorse aggiuntive, però dovranno essere reperite nella prossima legge finanziaria.All’interno dell’accordo viene previsto che lo 0,5% dell’incremento (circa 10 euro pro-capite) siano

utilizzati per incentivare la produttività dei dipendenti e che Governo e OO.SS. attiveranno prossima-mente un confronto per attivare piani di mobilità territoriale del personale pubblico.

Questo significa che a breve si avvieranno le trattative dell’Aran con i singoli comparti di contratta-zione e che nel corso del corrente anno saranno probabilmente stipulati i contratti per poi prenderne ibenefici nel 2006.

Per quanto ci riguarda opereremo in coerenza con i nostri obiettivi;al di là del fatto di riuscire a spuntare il più possibile continueremo a perseguire il fine dell’allinea-

mento retributivo con le forze di polizia, rivendicando che gli aumenti delle retribuzioni vengano ripartitiesclusivamente sul trattamento fondamentale, cioè sul tabellare e sull’indennità di rischio e di ammini-strazione. Cercheremo, pertanto, di evitare l’utilizzo di parte delle risorse contrattuali su ipotetici incre-menti di produttività difficilmente misurabili in generale e figuriamoci per quanto ci riguarda comesettore. Soprattutto, vogliamo rinnovarlo velocemente, ammesso e concesso che questo aggettivo si pos-sa usare a diciotto mesi dalla scadenza e pensare che quando lo scorso anno facemmo osservare che ilavoratori di polizia avevano chiuso il secondo biennio del contratto con oltre 150 euro i soliti noti ciaccusarono di fare propaganda e che il dato dell’aumento non corrisponde alla realtà.

Se, oltre agli aumenti tabellari, andassero a verificare anche gli incrementi sugli accessori e sulleindennità, si accorgerebbero invece che quanto riportato dalla CISL e pubblicato dalla stampa è corretto! Altro che bugie!

Ricapitolando e concludendo per questa parte, riconfermiamo la nostra posizione per procederesollecitamente alla definizione dell’ordinamento ed al rinnovo del biennio contrattuale 2004/2005 inmodo tale che per la fine dell’anno in corso e l’inizio del 2006 la categoria percepisca sia gli incrementicontrattuali con i relativi arretrati, sia i benefici dell’applicazione del nuovo ordinamento, sia, infine,l’una tantum, posto che la legge di riforma è finanziata per gli anni 2005 e 2006.

Nel frattempo ed una volta che il decreto delegato è stato trasmesso al Parlamento, interverremosull’Amministrazione affinché siano definiti i titoli per i concorsi straordinari, in modo tale che i predettisiano attivati non appena l’ordinamento sarà approvato.

Se poi,saranno verificate delle economie per gli anni 2004 e 2005 a livello di risorse del Fondo unicodi Amministrazione non aventi caratteristiche di certezza e stabilità proporremo di attribuirle al personaledel CNVF che svolge l’attività di soccorso.

Sul piano più squisitamente politico siamo quindi per proseguire la vertenza per la ricollocazione nelsistema di diritto pubblico senza ripensamenti ed indugio alcuno.

Alla fase presente, dovrà infatti seguire il CCNL prossimo nello stesso periodo in cui si aprirà ilconfronto con le forze di polizia, con le risorse che riusciremo ad ottenere, l’emanazione dei regolamenticoncernenti la parte normativa, quella dei livelli delle relazioni sindacali, i diritti, le prerogative ed ipermessi sindacali e tutte quelle parti che il nuovo ordinamento rinvia a successive disposizioni.

Come vedete, un lavoro di non poco conto, che la nuova dirigenza eletta da questo Congresso dovràportare avanti con nuovo vigore e con la continuità d’intenti manifestata dalla nostra organizzazione ogginella nuova veste di Federazione.

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capitolo 92005 251

Cari Amici,all’inizio di questa relazione abbiamo voluto manifestare il senso di orgoglio e di soddisfazione per

l’avvenuto traguardo raggiunto , quello della Federazione.Come ho gia ricordato l’alto traguardo raggiunto oltre avere un significato politico ha dei risvolti

importanti sul piano organizzativo.Molti dei presenti a questi lavori hanno già toccato con mano la diversa considerazione riservataci

nel corso dei congressi territoriali e regionali confederali.I nostri quadri, sono stati inseriti a pieno titolo negli organismi sia delle unioni territoriali che di quelle

regionali.Si è determinata in sostanza una condizione che sicuramente, se ben utilizzata, ci dovrebbe assicura-

re maggior sostegno nel perseguire i nostri ambiziosi ma certamente giusti obiettivi.Se sapremo affinare le nostre capacità relazionali, se verrà assicurata una maggiore disponibilità ed

una più assidua presenza, allora potremo certamente esportare le nostre tesi e quindi contare su unamaggior conoscenza e condivisione da parte della Confederazione a livello orizzontale sugli obiettiviche ancora intendiamo cogliere.

Congresso Nazionale,Riccione 2005(Pier Paolo Baretta)

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capitolo 9252 2005

Il tema della sicurezza del cittadino, è oggetto di grande attenzione soprattutto negli ultimi anni daparte della Confederazione.

Il Convegno “Sicurezza e Giustizia” svolto a Roma lo scorso anno , cui abbiamo partecipato, ne è unariprova e testimonianza.

In quella come in altre precedenti occasioni abbiamo avuto modo di esternare il nostro pensiero sulmodello di sicurezza da realizzare nel nostro Paese ed ancor più sul ruolo che il Corpo Nazionale dovràrecitare nel complesso sistema di protezione civile e di difesa civile.

Ritorno su quel momento poiché abbiamo bisogno che analoghe iniziative vengano assunte anchenel territorio, convinti che se alle nostre voci si aggiungeranno anche quelle di un sindacato conscio econvinto della ragionevolezza delle nostre proposte, di una più attenta e responsabile classe politicaregionale e territoriale, il Parlamento ed il Governo sarebbero certamente più sollecitati ad assicuraremaggiore attenzione e più concrete risposte.

Siamo convinti che la nostra Federazione possiede queste potenzialità, la sua capacità di proposta, lasua capacità di interpretare compiutamente le esigenze di sicurezza del cittadino e le aspettative deilavoratori le ritroviamo nell’essere il sindacato maggiormente rappresentativo della categoria, le ritrovia-mo nei consensi che i nostri candidati hanno conseguito nelle elezioni delle RSU, anche in questa provaprimi nelle preferenze, le ritroviamo anche nel numero degli avversari che di giorno in giorno aumentanoinfastiditi dal nostro ruolo da protagonisti guadagnato sul campo e con le nostre capacità di intercettarei bisogni del personale e tradurli in fatti.

Sempre avendo come principio guida la nostra autonomia e manifestando qualità e coerenza.Ma la nostra libertà ha un prezzo: sono le reazioni di chi non potendo batterci sul piano delle propo-

ste e dei contenuti tenta di ferirci con strategie e scelte di basso profilo che sono un boomerang soprattut-to per chi le utilizza.

Ancor più crediamo potrà essere fatto, se nella Confederazione, a tutti i livelli, si affermerà la convin-zione di costituire, nell’ambito degli accorpamenti già da tempo avviati, anche l’accorpamento dellecategorie che operano nella Sicurezza in un’unica federazione.

Crediamo sia ragionevole, infatti, che alle categorie sindacalizzate e impegnate nel settore dellasicurezza sia data la possibilità di concorrere con un diverso peso politico ed organizzativo per ilraggiungimento di obiettivi comuni di natura contrattuale stante la peculiarità di questi settori ed ancheper agevolare il completo processo di sindacalizzazione della polizia di stato.

Dovremo per intanto continuare nell’opera di adeguamento organizzativo già iniziata continuandoed intensificando i percorsi formativi che dovranno essere in particolare rivolti ai giovani al fine di crearenuova linfa vitale per l’organizzazione.

Dovremo stimolare la Consulta dei dirigenti che dovrà essere estesa al personale laureato tecnico perun maggior impulso e contributo all’organizzazione sulle politiche istituzionali, contrattuali edorganizzative.

Dovremo intensificare lo stretto e continuo rapporto che abbiamo istaurato tra la segreteria nazionalee l’esecutivo per rendere l’organizzazione più partecipe nei processi di formazione, attuazione e verificadelle linee congressuali.

Dovremo infine coinvolgere le diverse esperienze e capacità tecniche dei quadri territoriali persupportarci e fornire insieme il contributo più qualificato dell’organizzazione sulle tematiche piùprettamente tecnico operative importanti nella gestione del servizio.

E tutto ciò a partire dai prossimi giorni al termine dei nostri lavori.Diceva Seneca:” il più grande impedimento alla vita è l’attesa, che dipende dal domani, perde l’oggi ……pertanto, contro la celerità del tempo bisogna gareggiare con la velocità nel farne uso,e come da un torrente rapido, ma destinato a non scorrere sempre, bisogna attingere prontamente”Questa saggia indicazione la facciamo nostra.

Grazie

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capitolo 92005 253

Il 1° Congresso della Federazione Nazionale della CISL – Vigili del fuoco tenutosi a Riccione neigiorni 7, 8 e 9 giugno 2005

APPROVAla relazione del Segretario Generale Pompeo Mannone, i contributi forniti dagli interventi del Segre-

tario Generale Savino Pezzotta e dai Segretari Confederali Antonino Sorgi e Pierpaolo Baretta, ed unitamenteagli approfondimenti intervenuti dal dibattito e dalle conclusioni, la considera parte integrante di questodocumento finale.

Approva inoltre le modifiche, proposte del Consiglio Generale, allo statuto, al regolamento di attua-zione ed al regolamento della consulta dei Dirigenti e Direttivi della Federazione dei Vigili del Fuoco;inoltre delega il Segretario Generale e la Segreteria Nazionale ad effettuare tutti gli adempimenti necessa-ri per la registrazione del nuovo statuto e tutte le eventuali registrazioni amministrative necessarie all’at-tività organizzativa della Federazione VV.F..

CONDIVIDEl’analisi politica relativa alla situazione generale del Paese, alla necessità di elaborare nuove politiche

di sviluppo, di tutela delle retribuzioni e di maggiore equità sociale da perseguire attraverso una nuovapolitica dei redditi e di ridistribuzione della ricchezza; condivide inoltre le linee e le prospettive politicheindicate, le strategie e gli obiettivi contrattuali traguardati e finalizzati al perseguimento della valorizzazioneprofessionale, economica e normativa del personale del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco.

CONFERMAla forte determinazione a sostenere il percorso legislativo ed a intraprendere quello contrattuale per la

definizione della riforma del rapporto di lavoro al fine dell’allineamento retributivo della categoria conquello del personale del comparto della sicurezza ed allo scopo di migliorare il quadro normativo con ilreinserimento di adeguati istituti giuridici che riconoscano la particolarità e la specificità del lavoro deivigili del fuoco.

DA’ MANDATOai nuovi organismi dirigenti che verranno eletti dal Congresso, ed in particolare alla Segreteria Nazio-

nale ed al Comitato Esecutivo della federazione CISL-VVF, di intraprendere, prima e durante lapredisposizione della legge finanziaria le opportune iniziative, anche attraverso la mobilitazione dellacategoria, finalizzate ad ottenere maggiori risorse economiche da gestire in sede di prossimo rinnovo delCCNL.

DENUNCIAla grave insufficienza delle risorse umane, finanziarie e logistico-strumentali dell’Organizzazione

DOCUMENTO FINALE

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capitolo 9254 2005

Antincendio, che si ripercuote sull’efficienza del servizio, sul livello di tutela dei cittadini e sulla sicurez-za degli operatori Vigilfuoco. Pertanto, pur consapevole della situazione economica del paese, ritieneineludibile, in quanto orientata a garantirne la sicurezza quale bisogno primario del cittadino, una forteazione di potenziamento degli organici e delle risorse di bilancio del Corpo.

CONSIDERAfondamentali gli indirizzi politici esplicitati, in relazione, circa:lo sviluppo del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco quale componente “effettivamente” fondamen-

tale del servizio protezione civile;la riconducibilità del servizio di protezione civile sotto la responsabilità politica del Ministero dell’In-

terno;la necessità che il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco assuma la funzione di coordinamento della

fase di soccorso tecnico urgente conseguente ad eventi calamitosi;l’opportunità di porre il Corpo quale punto di riferimento nel processo di formazione ed aggregazione

del volontariato di protezione civile in un quadro di armonizzazione ed integrazione organizzativa efunzionale.

Pertanto, forte anche della condivisione espressa su tali indirizzi dalla CISL, impegna la SegreteriaNazionale ed il Comitato Esecutivo ad operarsi per il loro raggiungimento .

FA PROPRIELe determinazioni assunte dalla Consulta dei Dirigenti tese allo sviluppo ed al potenziamento della

rappresentanza e della rappresentatività del settore con l’inserimento, all’interno dell’organismo, di unacongrua rappresentanza dei Direttivi tecnici antincendi.

Il 1° Congresso della Federazione CISL dei Vigili del Fuoco, nel corso del qualificato e nutrito dibattitoha ancora evidenziato i limiti e le insufficienze dello stato relativo alla formazione dei lavoratori VV.F. edella tutela della loro sicurezza e salute; invita pertanto la Segreteria Nazionale ed il Comitato Esecutivoa promuovere, per il primo aspetto, le debite iniziative per il rilancio di un’attività di formazione coerenteai compiti, vecchi e nuovi, cui è chiamata l’organizzazione antincendio, funzionale all’accrescimentoprofessionale dei lavoratori, dello sviluppo di carriera, nonché ad un possibile riconoscimento di creditiformativi utili ai successivi percorsi di studio.

Per quanto attiene invece la problematica relativa alla salute e sicurezza, oltre al perfezionamento deiDPI e all’accentuazione di politiche di prevenzione sanitaria, va immediatamente attivato il tavolo pariteticoal fine di monitorare e valutare la situazione nel suo complesso.

Analogamente vanno resi operativi gli altri organismi paritetici di partecipazione e ripreso con mag-giore impulso il confronto sulle politiche organizzative del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, sulla mi-gliore individuazione delle competenze e delle responsabilità centrali e periferiche, su modelli gestionalie di impiego delle risorse economiche coerenti con le reali esigenze del territorio.

Il Congresso, inoltre, invita la Segreteria Nazionale a concertare la revisione delle modalità di erogazionedell’indennità di turno, a riaprire il confronto con il Dipartimento al fine di individuare nuove misure diretribuzione per le prestazioni effettuate al di fuori dell’orario ordinario e straordinario di servizio, ivicomprese le attività svolte in convenzione, con particolare attenzione a quelle inerenti l’antincendioboschivo.

Il Congresso in aggiunta, esprime grande preoccupazione per la mancata definizione dei provvedi-menti legislativi inerenti l’applicazione, anche nel settore pubblico, della previdenza integrativa .

Ritiene pertanto, da un lato concorrere all’accelerazione dei processi di applicazione del predettoistituto, dall’altro ricercare, insieme alle categorie del Comparto Sicurezza o di altri settori pubblici, lepossibili sinergie per l’eventuale individuazione di un comune fondo pensionistico.

VALUTApienamente condivisibili gli orientamenti manifestati in ordine allo sviluppo organizzativo, del

proselitismo e della formazione sindacale della categoria; in particolare quelli relativi ad una più costantepresenza e partecipazione in seno agli organismi confederali della CISL ai fini della crescita complessivadella CISL e della assunzione politica delle rivendicazioni dei lavoratori VVF da parte delle struttureconfederali.

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INVITAla Segreteria Nazionale ad intraprendere,in collegamento con la FNP, le opportune iniziative atte a

conservare il patrimonio associativo del personale che viene collocato in pensione, anche attraversomodalità che ne prevedano il passaggio alla Federazione Nazionale Pensionati della CISL, raggruppa-mento tecnico VV.F. , senza soluzione di continuità.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’

IL PRESIDENTE DEL CONGRESSO SIGNOR IVANO

Pier Paolo Baretta e Pompeo MannoneCongresso Nazionale, Riccione 2005

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RICCIONE (dal nostro inviato). –Pompeo Mannone è statoriconfermato alla guida della Federazione dei Fuoco Ampioconsenso anche per tutta la segreteria i cui componenti sono:Franco Acqua, Sandro Orlandi e Fabio Martella. Un teamaffiatato che ha portato a casa in questi ultimi quattro annirisultati importanti. Primo fra tutti il nuovo ordinamento con-trattuale per la categoria equiparato alle altre forze di polizia.Questo risultato oltre a riconoscere aumenti retributivi impor-tanti affida alla categoria dei Vigili del fuoco un ruolo di mag-giore identità all’interno delle forze di appartenenza dello Stato.

Altro obiettivo rilevante ottenuto dalla categoria è esserediventati un sindacato di prima affiliazione all’internò dellaCISL . Un percorso partito negli anni ’80 e maturato nel corsodel tempo che ha visto oggi il suo compimento. “Ora -ha det-to Mannone- ci aspettano altri quattro anni di intenso lavoro.In particolare come sindacato maggiormente rappresentativodella categoria ci impegneremo nell’avviare un processo dicrescita della Federazione lanciando la grande sfida di costi-tuire all’interno della Cisl una grande Federazione della sicu-rezza, aggregando insieme con noi, il Corpo Forestale delloStato, la Polizia Penitenziaria e in un secondo tempo anche ilSiulp”.

Una tre giorni congressuale di rilievo con importanti interventi che analizzando i principali problemidel Paese e della società sono arrivati ad affrontare le specificità riguardanti più da vicino la categoria delVigili del fuoco come la formazione e la questione dei volontari. Al riguardo la forte proposta lanciata daMannone durante questo 1 ° Congresso di Federazione è la costituzione di una struttura unica che facciacapo al ministero dell’Interno e che riconduca unicamente ai Vigili del fuoco il ruolo primario di interven-to nei casi di soccorso ed emergenza.

Complimentandosi per il risultato ottenuto con la nascita della Federazione, Savino Pezzotta, harivolto a tutti i delegati e i congressisti l’invito ad impegnarsi sempre di più nel proprio lavoro, ancherimarcando il fatto che i prossimi anni saranno difficili, in particolare per la gestione delle politiche disviluppo del territorio e del Paese. Pezzotta ha poi ribadito l’importanza dell’uguaglianza, della solidarie-tà e dell’autonomia sindacale. Quest’ultima è una questione fondamentale per la crescita di un sindacatosempre più rappresentativo come la Cisl che pone al centro del proprio impegno l’interesse dell’uomo siaesso lavoratore, pensionato, giovane o disoccupato.

Sara Martano

CONQUISTE DEL LAVORO

10 giugno 2005

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Lettera Ministro/3

On.le Giuseppe PisanuMinistro dell’Interno

Roma, lì 17.06.2005

Egregio Signor Ministro,

Le rappresentiamo il nostro sconcerto e grande preoccupazione per i contenuti del D.L. n.90/05riguardante “Disposizioni urgenti in materia di Protezione Civile”in discussione in Parlamento.

Con tale provvedimento infatti, viene esautorato il ruolo del Ministro dell’Interno e del Ministero inmerito alle politiche di protezione civile previsto dalle norme attualmente vigenti ed azzerata la possibi-lità al Ministro dell’Interno di essere delegato al coordinamento della protezione civile.

Per quanto riguarda poi, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, l’unica organizzazione che rispondecertamente ed in tempi reali nell’arco delle 24 ore a qualsiasi evento emergenziale, con tale provvedi-mento viene sostanzialmente messo in discussione il riconoscimento reale al Corpo della funzione dicoordinamento tecnico operativo delle varie forze che interagiscono nella fase di soccorso alle popola-zioni.

Per tali ragioni Le richiediamo un intervento preciso ed autorevole nell’ambito della discussioneparlamentare di tale norma prima della sua conversione in legge che riconduca la competenza di chetrattasi al Ministero dell’Interno e che venga chiarito che il ruolo di coordinamento tecnico del soccorsospetti al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, competenza come è noto, riconosciuta nell’esperienzaquotidiana da tutti ma che non trova tutt’ora definizione di carattere legislativo.

Distinti saluti.

IL SEGRETARIO GENERALE (Pompeo Mannone)

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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Capitolo 10

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Care Amiche Cari Amici,siamo riuniti per svolgere il Consiglio Generale della Federazione dei Vigili del Fuoco al fine di

valutare l’attività politica, contrattuale ed organizzativa, svolta dalla nostra Organizzazione dal Con-gresso Nazionale ad oggi .

Dobbiamo fare cioè, il bilancio degli ultimi mesi e verificare se le nostre linee politico- contrattualie quelle più in generale tracciate dalla CISL sono avviate nella direzione giusta e quali ostacoli ancora sifrappongono alla loro realizzazione.

Ci corre l’obbligo in primo luogo, prima di affrontare le questioni più specifiche categoriali, di fare unsintetico quadro delle questioni più generali che riguardano il Paese, la politica, l’economia, lo statosociale, la CISL e la sua autonomia, tema quest’ultimo che ha coinvolto nelle ultime settimane l’interaorganizzazione, la politica ed i mass media.

Il quadro che cercherò di tratteggiare si incentra e risente del periodo di piena campagna elettoraleche coinvolge i cittadini.

Come è noto, la situazione economica del Paese è critica , la crescita è la più bassa in Europa ed ilsistema produttivo non riesce a competere nel cosiddetto mercato globale perché fortemente condizio-nato dall’economie emergenti, soprattutto asiatiche, che nel dispregio di diritti e regole sociali riescono aprodurre prodotti a basso costo e quindi mandano in crisi i Paesi, soprattutto quelli europei, che nonpossono competere sul piano dei costi di produzione.

La produzione industriale infatti, si attarda colpevolmente ad orientare le produzioni su settori dell’al-ta qualità e delle nuove tecnologie, ormai esclusivi elementi per superare la competitività sfavorevole inatto. Ed a ciò, si aggiunge il drammatico fenomeno della crisi energetica, della nostra forte vulnerabilitàsul piano delle materie prime ed il ritardo sul quale si affronta la politica delle fonti energetiche alterna-tive. Cioè, come si rende possibile il cosiddetto sviluppo sostenibile.

Quando si affronta il tema dello sviluppo sostenibile rammento sempre una saggia frase detta daCapriolo Zoppo, vecchio capo sioux, ricordo della mia formazione giovanile che ancora è fortementeattuale e dovrebbe essere di riferimento ai governanti ed ai cittadini del pianeta:

“la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra.Qualunque cosa capiti alla terra capita ai figli della terra.”In altri termini non si registra nel Paese lo sforzo di un progetto condiviso di sviluppo complessivo .Non c’è ancora un piano strategico di rilancio dell’economia.Il dibattito politico infatti, condizionato dalla campagna elettorale in corso e dai continui sondaggi

propagandistici, non affronta in termini prioritari questo tema,anzi, al contrario, le varie forze politiche in

RIUNIONEDEL CONSIGLIO GENERALE

NAZIONALE

Relazione del Segretario GeneralePompeo Mannone

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campo si stanno orientando alle politiche di breve termine, propedeutiche e più affini alla competizioneper le elezioni ormai alle porte.

Le polemiche tra i due schieramenti fanno perdere di vista i problemi reali del Paese che, in ogni caso,dovranno essere affrontati e possibilmente risolti o avviati a risoluzione dalla compagine governativache scaturirà dalle urne.

Alcune questioni fondamentali dovranno essere affrontate con determinazione e tra queste il recuperodella produttività , della competitività ed il declino demografico che, tra gli altri, sta minando la sostenibilitàdello stato sociale e con esso, i suoi sistemi di solidarietà e coesione sociale.

Per quanto riguarda gli obiettivi della nostra confederazione è indubbio che essi dovranno essererilanciati con forza e chiarezza:

- Il rilancio dello sviluppo e del sistema produttivo ed in particolare quello prioritario del mezzo-giorno;

- il sostegno del reddito e della lotta al caro vita anche con politiche di carattere fiscale e di control-lo dei prezzi e delle tariffe che vadano a tutelare i redditi medio bassi, quelli del ceto medio, le nuovefasce di povertà del Paese;

- la stabilizzazione dei lavori precari introdotti dalla legge Biagi che necessita di appropriati corret-tivi e compensazioni sul piano degli ammortizzatori sociali;

- il miglioramento del sistema previdenziale che necessita di gradualità applicative e la rapidaattuazione dei fondi pensione relativi alla previdenza complementare, in particolare nel pubblico impie-go;

- la riforma del sistema contrattuale non più adeguato ai tempi moderni ed il rilancio delle relazio-ni sindacali.

Come si può facilmente constatare l’anno in corso sarà un anno che richiederà grande impegno epresenza forte del sindacato.

Le elezioni politiche alle porte determineranno, molto probabilmente, una sostanziale discontinuitàdell’azione di Governo.

Questo potrebbe accadere a prescindere se vincerà il centro sinistra o si confermerà il centro destra.Taluni cambiamenti interverranno indipendentemente dalla coalizione politica che si affermerà.

Dovremo evitare che al modo lassista e confusionario con il quale questo Governo ha affrontatoalcuni importanti problemi del Paese, si sostituisca un nuovo modello caratterizzato da rigorismotecnocratico.

Risanamento e sviluppo dovranno caratterizzarsi con un grande contenuto sociale e quindi con rifor-me condivise con i corpi intermedi della società.

Al sindacato confederale spetta il compito di portare il Governo su questi orizzonti .Più il sindacato è autonomo più sarà in grado di svolgere al meglio il proprio ruolo.In quest’ultime settimane come accennavo in precedenza ci sono state nel dibattito anche fuori dalla

nostra organizzazione strumentalizzazioni sull’autonomia della CISL conseguenti la presunta candidatu-ra di Pezzotta per le prossime elezioni politiche.

Si è riproposto un tema di discussione, quello cioè dell’autonomia della Cisl che è assolutamentefuorviante e sbagliato, perché la CISL su questo piano non corre alcun rischio.

Essa non può incrinarsi perché è la nostra essenza, è il nostro essere sindacato.Naturalmente autonomia non è agnosticismo o neutralità, è invece rapportarsi alla politica sulla base

di contenuti, dei progetti e delle analisi esclusivamente interni, figli cioè di coloro che associa, ai qualisoltanto deve rendere conto.

E’ automatico e consequenziale che, in tale rapporto, nell’agone politico si trovi più rispondenza incoloro che hanno identici valori sociali o sono ispirati a tutelare al meglio quelli che noi rappresentiamo,i lavoratori dipendenti, i disoccupati, gli anziani , le famiglie e i non autosufficienti.

Sulla base di tale convinta affermazione, che fa parte del patrimonio genetico della CISL, ritengo cheanche se Pezzotta avesse abbracciato la politica non avrebbe assolutamente intaccato il nostro esserecislini, cioè la nostra autonomia.

Sappiamo anche però che l’autonomia non è conquistata una volta per sempre, è nostro doveredifenderla ogni giorno con tutte le nostre forze.

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E per dare sostanza a questa affermazione è necessario, come sindacato, lanciare una prospettivaprogettuale che colmi il vuoto attuale della politica preelettorale.

Prospettiva che appartiene al nostro modello di rappresentanza sociale che si fonda sulla centralitàdella persona : che cerca lavoro, quando lavora, consuma ed invecchia .

Per affrontare i temi di fondo dell’economia, del lavoro, delle pensioni, della sicurezza del Paeseoccorre un rilancio serio della concertazione.

E’ necessario che il nuovo Esecutivo riconosca il sindacato confederale come interlocutore fonda-mentale che, nel rispetto della reciproca autonomia, concerti, definisca obiettivi comuni e stipuli accor-di.

La concertazione è la vera ricchezza del Paese, come lo stesso Presidente Ciampi afferma, deveindividuare le linee di indirizzo strategico di una politica attiva e condivisa, stabilire i tempi e le modalitàdi attuazione per concorrere insieme allo sviluppo.

Tutto ciò sarà possibile con un sindacato confederale unitario.Condizione questa sempre difficile da realizzare; il dibattito del recente congresso della CGIL ne è

una riprova;le differenze di impostazione sulla contrattazione di secondo livello, sulla rappresentanza, sulla valu-

tazione dei governi in base alla composizione politica, cioè sulla autonomia, sono elementi che rendonodifficile e tortuoso il percorso.

Percorso che comunque è necessario fare insieme, con le necessarie mediazioni e che potremorendere più proficuo soprattutto con una CISL più forte.

Gli assetti organizzativi della Confederazione, con un coinvolgimento intenso dell’esecutivo confe-derale, dopo qualche polemica ed eccessive fibrillazioni, hanno trovato un assetto definitivo.

La segreteria generale della Confederazione sarà assegnata al prossimo consiglio generale a RaffaeleBonanni ed a Pier Paolo Baretta, l’uno in qualità di segretario generale e l’altro in quello di segretariogenerale aggiunto.

Per quanto concerne la soluzione trovata, penso sia la migliore possibile in relazione alla situazionedata, ed io ho operato e fornito in tale direzione il massimo convinto contributo.

Consiglio Generale Tirrenia 2006

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Essa rappresenta l’unità della organizzazione e contiene un ricco pluralismo interno; il progetto nonguarda il passato ma svolge lo sguardo verso il futuro.

Io ho stima di entrambi e ritengo che ci siano le condizioni per poter lavorare in modo proficuo sia sulversante esterno che verso nuovi assetti di carattere organizzativo ed in questo quadro, partendo da unaseparazione contrattuale tra i comparti sicurezza e difesa, approdare nei tempi e con la gradualità neces-sarie alla federazione della sicurezza che abbiamo indicato al congresso.

Dopo questa breve analisi della situazione generale ci corre l’obbligo di entrare nel merito dellequestioni squisitamente categoriali.

Dobbiamo rilanciare le problematiche più specifiche di settore sia per quanto concerne lo sviluppoistituzionale, sia per gli aspetti riguardanti la gestione complessiva del servizio, dopo che il nostro impe-gno, in quest’ultimo periodo, è stato prevalentemente profuso sui versanti del rinnovo del biennio con-trattuale 2004/2005 e del completamento e delle prime applicazioni del nuovo sistema ordinamentale.

E’ evidente che sul piano più politico, sul sistema istituzionale, la nostra opera di sensibilizzazioneverso i partiti non è mai venuta meno.

La nostra proposta, cioè, di riformare il sistema di protezione civile e con esso il ruolo dei vigili delfuoco al suo interno, l’abbiamo più volte sottoposta alla valutazione sia delle forze politiche della mag-gioranza che dell’opposizione, cercando di farla inserire nel programma di governo che le coalizioni inlizza sottoporranno agli elettori in vista del voto di aprile prossimo.

Anche se, al riguardo, al di là delle condivisioni di carattere generale, non abbiamo potuto apprezza-re nei vari programmi elettorali tracce significative su un tema così importante per i cittadini.

Ritorno sui concetti basilari solo per rammentarlo a noi tutti:- la Federazione CISL VVF è per una affermazione della cultura di protezione civile tra i cittadini;- è per un servizio di protezione civile che espleti la funzione generale di prevenzione e previsio-

ne degli eventi e per una razionale e funzionale attività che preveda, al centro del sistema, la direzioneed il coordinamento del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco nelle fasi di primo soccorso;

- è per una struttura organizzativa unica che si occupi di difesa civile e protezione civile;- è per il superamento dei dualismi, delle sovrapposizioni funzionali e per la riconducibilità di tutta

la gestione operativa delle predette attività al Ministero dell’Interno,con un’unica responsabilitàpolitica,anche tramite l’istituzione della figura del viceministro a questa attività esclusivamente dedicato,come avviene nella stragrande maggioranza dei Paesi europei;

- è per un sistema integrato che coinvolga in modo ordinato e sinergico gli attori del sistema, con unrapporto stretto e collaborativo tra Stato , Regioni ed autonomie locali e quindi tra noi professionisti edi volontari della protezione civile;

- è, all’interno del sistema, per una valorizzazione piena del Corpo e dei suoi vertici al centro e nelterritorio, dando a questo fine forza ed autorevolezza alle Direzioni regionali sia per l’attività interna cheper quella esterna con le Regioni e le Autonomie Locali.

La nostra proposta completa ed organica è nota a tutti voi , la stessa è stata oggetto e parte dellarelazione congressuale.

Abbiamo esplicitato la nostra proposta in più occasioni; sia nel corso del convegno su Sicurezza eGiustizia promosso dal Dipartimento del Pubblico Impiego della CISL, sia nel corso di convegni organiz-zati dai Democratici di sinistra, che come ripeto in sede di 1° Congresso Nazionale delle federazioneCISL Vigili del fuoco.

Attendiamo ora di conoscere, come e con quali strumenti, la politica intenda affrontare la problematicaevidenziata, che è sotto gli occhi di tutti per le connotazioni di confusione, precarietà, pressappochismoche la determinano.

Resta il fatto che ci siamo fatti carico di una proposta che non pretendiamo sia la panacea dei mali,ma che ha comunque il pregio di costringere ad una analisi ed ad una discussione.

Quello che possiamo dire è che comunque, in quanto addetti ai lavori e profondi conoscitori dellasituazioni che accadono e si ripetono nel tempo, sentiamo il diritto ed il dovere di far sentire la nostravoce.

Non per una questione di bottega, ma per contribuire ad una soluzione che doti il nostro Paese di unservizio generale efficiente ed in tema di soccorso, in eventi di protezione civile, affidabile, snello e

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rispondente alla necessità di celerità che si impone in tali circostanze, ma soprattutto a direzione unitaria,evitando duplicazioni, conflitti di competenze e contrapposizioni istituzionali.

Altra questione, sulla quale vogliamo ritornare, è la gestione del quotidiano, che vogliamo riaffrontarecon rinnovato impegno ed energia.

Sentiamo cioè l’esigenza di ritornare su una serie di problematiche, se si vuole spicciole, ma che lacategoria percepisce sulla propria pelle e sulla propria vita quotidiana.

Prima, però, di entrare brevemente nel merito delle questioni abbiamo l’obbligo di fare, seppur agrandi linee, un bilancio di questo lasso di tempo che ci ha separato dalla celebrazione del recenteCongresso.

Indubbiamente la fase di fine anno 2005 è stata per la nostra organizzazione ricca di fatti positivi:- rinnovo del contratto di lavoro;- pubblicazione del decreto legislativo concernente il nuovo ordinamento professionale;- inquadramento del personale nelle nuove qualifiche.Come già anticipato, con lo stipendio di marzo la categoria beneficerà degli incrementi tabellari

previsti nel nuovo sistema e del saldo dell’ ”una tantum” sempre prevista dal decreto legislativo sull’ordi-namento.

C’è stata nel frattempo l’emanazione del primo bando del concorso straordinario per ispettore, cuiseguiranno, via via tutti quelli elencati nel Decreto legislativo 217/2005.

Nel frattempo abbiamo affrontato con il Dipartimento la problematica del Decreto legislativo concer-nente la semplificazione delle norme che regolano il settore antincendi. Il cosiddetto “ testo unico “.

Abbiamo rappresentato all’Amministrazione le nostre osservazioni, frutto anche dei contributi perve-nutici dal territorio, insieme al coordinatore della consulta dei dirigenti.

Talune osservazioni sono state recepite, alcune di queste, pur se accettate dall’Amministrazione, nonhanno superato l’ostacolo della Presidenza del Consiglio per ferrea opposizione del Dipartimento dellaProtezione civile.

Vedi, in particolare, la rivendicazione di affidare al Corpo la direzione ed il coordinamento delsoccorso, complessivamente inteso, sia in attività ordinarie che in caso di evento di protezione civile.

Nonostante che questo concetto, al fine razionalizzare l’attività di soccorso, era stato suggerito anchedal Consiglio di Stato, che si era preoccupato come noi, di …”superare quei penosi conflitti di competen-za che insidiano l’efficienza delle operazioni di soccorso”, l’opposizione del Dipartimento della Prote-zione Civile è stata insuperabile.

Si è potuto parlare a questo fine solo di direzione degli interventi tecnici di soccorso e non di coordi-namento di tutti gli attori dello stesso, come era auspicabile e necessario, affidato oggi, come è noto, allaPresidenza del Consiglio.

Anche se, interpretando in modo positivo e realistico la definizione di direzione degli interventitecnici anche di primo soccorso e legando ciò alle competenze dei dirigenti previste all’art.40 comma 3dell’ordinamento del personale, si può anche superare di fatto la questione del coordinamento di tutti gliattori del soccorso, come rivendicato da noi, sostenuto dall’Amministrazione ed ostacolato come detto inprecedenza dalla Presidenza del consiglio.

Per quanto concerne poi, la richiesta esplicita di affermare il principio della gerarchia assoluta trapermanenti e volontari, abbiamo trovato la contrarietà fin dai primi momenti degli esponenti politici delDicastero dell’Interno.

In ogni caso, queste ed altre questioni più di dettaglio, continueremo a rivendicarle al nuovo Gover-no perché sono battaglie giuste, di principio e meritano di essere affrontate con ulteriore massimo impe-gno.

Il testo altresì, ha subito altre modifiche dalla Conferenza Stato Regioni , dal Consiglio di Stato e dalleCommissioni parlamentari ed è stato approvato dal Consiglio dei Ministri nella versione finale che viabbiamo trasmesso.

E’ stato un periodo, quindi, di grandi innovazioni per il Corpo dal punto di vista generale con i duedecreti legislativi approvati ed anche un periodo di forte visibilità all’esterno.

Basti vedere al riguardo per ultimo, lo spot video di commemorazione dei 60 anni della assembleacostituente, al cui interno, nelle immagini, oltre i cittadini, sono presenti i vigili del fuoco, unica istitu-

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zione inserita, che, data la sua diffusione oltre i confini nazionali, rappresenta un fatto di particolarerisonanza e prestigio.

Sempre in questa ottica, abbiamo appreso nei giorni scorsi che il 27 aprile prossimo si celebrerà, aRoma presso il Colosseo, la festa del Corpo alla presenza del Capo dello Stato.

C’e da constatare che c’è stata indubbiamente grande visibilità per il Corpo ma non c’è stata corri-spondente affermazione dal punto di vista delle necessità reali del servizio e degli operatori.

La politica cioè, è stata gravemente colpevole nel non interpretare il sentire comune e non risponden-do concretamente alle necessità reali.

Si è interrotto un percorso che faceva presagire la risoluzione di annosi bisogni sia del servizio che deiprotagonisti dello stesso.

Abbiamo inoltre ,come è noto, iniziato i contatti con il Dipartimento della Funzione Pubblica alloscopo di iniziare i primi ragionamenti sulla prossima trattativa che vedrà come nostro referente questoorganismo, tenuto conto che l’Aran, con la quale abbiamo stipulato la coda contrattuale sottoscritta il 20gennaio scorso, non sarà da questo momento il nostro riferimento negoziale.

Su questo versante ed in tutta evidenza, siamo coscienti delle limitazioni imposte dal quadro genera-le;

le elezioni incombono, il rinnovo contrattuale inteso nel senso dell’adeguamento delle retribuzioni almomento non è realizzabile anche per la esiguità delle risorse disposte in finanziaria;

il negoziato sarà in ogni modo avversato dalla CGIL, che non ha ancora abbandonato il disegno dicancellare la riforma ed il successivo ordinamento.

Per quanto ci riguarda tenteremo di raggiungere una prima intesa che delinei il quadro delle preroga-tive e permessi sindacali, che specifici il sistema di relazioni negoziali e che aggiorni e migliori gli aspettinormativo - contrattuali.

Sull’altro versante, rinnoveremo e porteremo avanti le nostre proposte per apportare elementi corret-tivi ed integrativi al decreto legislativo dell’ordinamento del personale prima citato.

Non mi dilungo sulle nostre principali opzioni che restano :· Una soluzione di sviluppo ordinamentale per l’ex personale CTA attraverso l’individuazione di

uno specifico ruolo ed in stretto collegamento con quanto previsto per le analoghe qualifiche dellaPolizia di Stato;

· In collegamento con tale obbiettivo la possibile revisione del sistema delle qualifiche degli ispettoriantincendi, ovvero la rimodulazione dei periodi temporali previsti per il passaggio da una qualifica all’al-tra. Superando in questo modo anche la questione relativa allo sviluppo carrieristico degli ex ata.

· Previsione di passaggio a titoli senza il requisito del diploma per i capireparto esperti nella quali-fica di viceispettore.

· Analoghe soluzioni di cui ai punti precedenti debbono essere individuate per il personale ammi-nistrativo

· La revisione delle percentuali di accesso nel profilo di vigile del fuoco allo scopo di allargare lapossibilità di ingresso del personale discontinuo e del cittadino;

· Rimodulazione dei posti di funzione da dirigenti superiori insieme alla rivendicazione di ulterioriaspetti normativi presenti nell’ordinamento della Polizia di Stato.

· Riconoscimento al personale direttivo e dirigente medico delle stesse prerogative riconosciute alpersonale di pari qualifica della Polizia di Stato in materia di acquisizione di specializzazioni in medicinadel lavoro ed in medicina legale;

· Mantenimento delle possibilità di trasferimento nel CNVF dai Corpo provinciali di Trento e Bolzanoe dal Corpo regionale della Val d’Aosta;

Su questo argomento avete in cartella una proposta delle modifiche da apportare che sono la base diriferimento della nostra azione nei confronti con l’Amministrazione.

E’ inoltre evidente che, nel proseguo dell’applicazione del nuovo ordinamento valuteremo i punti chedetermineranno dei problemi o che si presteranno a non chiare interpretazioni allo scopo di correggerlicon il nuovo decreto legislativo.

Basti pensare, in proposito che l’Amministrazione dovrà emanare una serie innumerevole di decretiministeriali e/o regolamenti applicativi nel merito dei quali abbiamo intenzione di far valere anche il

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nostro punto di vista:- Partecipare e non rifiutare il confronto come taluni sindacati hanno scelto di fare.L’altro importante punto da affrontare riguarda le definizione delle dotazioni organiche territoriali.Come ricorderete abbiamo messo in campo ogni iniziativa dalla pressione politica all’azione di lotta,

per rivendicare il potenziamento dell’organico e l’adeguamento del bilancio all’atto della approvazionedella Finanziaria, senza ricevere alcuna risposta al riguardo.

Per poi verificare, una normativa di stampo elettoralistico, relativa alle Olimpiadi invernali di Torino.Olimpiadi nelle quali il Corpo ha dato prova di spiccata capacità organizzativa, ha dimostrato alta

professionalità ed impegno e anche l’adeguato ruolo svolto, nella circostanza, dal sindacato, il nostro perprimo.

Ritornando alla legge, essa prevede al suo interno l’assunzione inusuale ,anomala e scandalosa nelCorpo di personale della società privata che gestisce il servizio antincendi presso l’aeroporto di Cuneo,a prescindere dai limiti d’età.

Ciò, è ancor più mortificante, quando ci sono centinaia di persone che hanno già partecipato aiconcorsi per vigile del fuoco e aspettano con trepidazione un posto di lavoro che per molti è l’unicasperanza di futuro.

Come dire il Governo è arrivato al limite della schizofrenia comportamentale ed agisce nel dispregiodei diritti costituzionali dei cittadini.

Per di più, come sapete, la legge finanziaria ha tolto ai dipendenti pubblici sia il rimborso delle spesedi cura a seguito di infortunio che l’indennità di trasferta.

Sapete anche che le forze di polizia hanno recuperato l’indennità di trasferta, tramite un emendamen-to fatto approvare in un decreto legge di fine legislatura.

Analoga iniziativa é stata messa in campo anche da noi, tramite un emendamento specifico fattopresentare in Parlamento, che nonostante la grande pressione operata, tramite anche molti amici delterritorio, qui presenti non ha prodotto il risultato sperato.

Consiglio Generale Tirrenia 2006 (Fabio Martella)

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capitolo 10272 2006

Ci siamo fatti carico, a tal fine, di ricercare con l’Amministrazione una soluzione al problema percompensare tale ingiusta e discriminante determinazione del Parlamento.

In attesa di una revisione di carattere legislativo, che continueremo a rivendicare, l’Amministrazionesi è trovata d’accordo nel ricercare una soluzione amministrativa di carattere compensativo attraversol’utilizzo dell’istituto dello straordinario, al fine di sanare il vulnus che la stessa amministrazione hasubito, scatenando, per questo, le strumentalizzazioni di coloro che hanno avversato la legge sul passag-gio della categoria nel settore del diritto pubblico.

Tornando all’organico ed alla sua distribuzione sul territorio,diciamo subito che su questo versantec’è grande approssimazione se non confusione.

Sono stati infatti anche abbandonati i vecchi parametri che definivano la classificazione dei Comandie dei distaccamenti, secondo le categorie, per una gestione delle risorse umane che se da una parte lascial’organizzazione del soccorso alla responsabilità della dirigenza, dall’altra non chiarisce nemmeno ladiscriminante tra dotazioni teoriche e reali, in modo tale da avere un quadro di riferimento rispetto alleesigenze organiche.

Un confronto di merito sulla materia non è stato possibile anche per l’indisponibilità nella riunioneappositamente programmata da parte di alcune OO.SS., impegnate prevalentemente a contrastare l’or-dinamento.

E per intanto l’Amministrazione come era facile prevedere è andata avanti unilateralmente.A questo fine, soprattutto sul potenziamento degli organici, auspichiamo dopo le elezioni, di trovare

le necessarie convergenze unitarie per lanciare una grande vertenza sul tema, al fine di tentare di rispon-dere, con più fortuna, alle esigenze indifferibili del servizio.

Certo è che a fronte delle inadeguate risorse finanziarie ed umane a disposizione, dobbiamo incalza-re l’Amministrazione sulla necessaria razionalizzazione ed ottimizzazione dell’insieme delle risorse adisposizione, tema sul quale abbiamo istituito come CISL-VVF un apposito tavolo tecnico, nonostanteche sinora la nostra richiesta stenta a trovare il dovuto accoglimento dell’Amministrazione.

Si va avanti senza il minimo di programmazione necessaria e ci si attarda colpevolmente sullaindefinizione dell’organizzazione e sulla mancata rivisitazione delle dotazioni organiche a partire daglispecialisti e dal settore aeroportuale.

Se aggiungiamo a tutto questo le comprensibili rivendicazioni e le attese del personale fuori sede altrasferimento nella propria residenza, cavalcate e sostenute senza che ci si ponga il problema dell’operativitàdel servizio, il quadro diventa più complicato ed ai limiti della risoluzione, anche in considerazione dellaprevisione dei prossimi concorsi straordinari .

Senza citare poi, perché già fatto anche durante i lavori congressuali, della difficoltosa e lenta defini-zione complessiva dell’applicazione dell’art.18 del contratto di lavoro, riproposto come è noto all’inter-no dell’ordinamento.

Un capitolo a se merita la questione della formazione e della sicurezza sul lavoro.A questo fine c’è da registrare l’assoluta assenza di una adeguata politica della formazione e della sua

finalizzazione all’attività operativa che si deve espletare.Come dire, manca in modo assoluto da parte dell’Amministrazione, una visione d’insieme, un pro-

getto organico sul servizio, sul quale misurarci per un confronto serio.Argomento questo ormai non più rinviabile.A questo fine alleghiamo a questa relazione delle schede sintetiche sui vari filoni di carattere gestionale

che, se condivise, avranno la funzione di orientamento per rappresentare la nostra posizione all’Ammi-nistrazione e per discuterla con i lavoratori.

Ancora una volta e come è nostro costume, tentiamo tutti insieme di elaborare un progetto realisticoche possa rispondere, nella condizione attuale, al miglior utilizzo delle risorse a disposizione.

Quanto sopra per dire che da qui alla fine dell’anno, fatta salva la soluzione della continuità politicache determineranno le elezioni, ci attende non poco lavoro, con l’aggravante che lo stato dei rapportiunitari, mai registrato a livello così basso, concorre a far diventare irrisolvibili anche le questioni piùbanali, causa la prevalenza dell’ideologia sulla praticità e della propensione a contrastare, comunque leproposte che vengono dal nostro sindacato.

Basti pensare, ad esempio, alla penosa discussione avvenuta in occasione della ripartizione dei ri-

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capitolo 102006 273

sparmi di gestione dell’anno 2004 e che si ripeterà allorquando saremo chiamati a discutere quelli del2005;

alla strumentale e propagandistica proposta di ripartizione dei 4 euro medi sull’indennità di rischio;infine alle discussioni ed alle obiezioni che nasceranno per l’utilizzo degli 11 euro pro-capite messi a

disposizione del CCNL 2004/2005 per la contrattazione integrativa.Non contenti delle continue bugie che continuano a propinare in categoria sull’ordinamento, i nostri

amici continuano strumentalmente a sostenere che tali risorse debbano essere impiegate in operazionisuperate di fatto dal nuovo assetto, quali i passaggi interni, mentre noi, più semplicemente, continuiamoa sostenere, e non da ora, che tali risorse debbono andare a rivalutare l’indennità di turno, posto che allostato attuale è poco più di una miseria.

Non è il caso, Amiche ed Amici Consiglieri, attardarci ancora sullo stato dei rapporti unitari; l’abbia-mo fatto diffusamente al Congresso.

Diciamo solo che l’approvazione della riforma non ha contribuito, come auspicavamo, a riportare unclima di collaborazione e coesione per superare le problematiche in essere e che si continua a sostenerela tesi del “comunque contro”, confidando, magari in una improbabile abrogazione e cancellazione diquanto fatto sinora.

Tutto questo ci convince, se ce ne fosse ancora bisogno, che siamo dalla parte della ragione e siamosoprattutto dalla parte della categoria.

Per questo siamo sempre di più il sindacato più rappresentativo e siamo in continuo progresso.Nei prossimi giorni, il Dipartimento della Funzione Pubblica diramerà la nuova rappresentatività del

CNVVF, e dovremmo aver aumentato il nostro alto grado di rappresentatività e molto probabilmentesaremo i primi anche per quanto concerne la parte relativa ai dirigenti –direttivi.

Di questo va dato atto principalmente a voi tutti, che lavorate quotidianamente in mezzo alla gente eche vi sacrificate a sostenere le aspirazioni della categoria per una condizione di lavoro migliore e piùdignitosa.

Noi cercheremo di fare di più, intensificando i corsi di formazione sindacale e facendo opera dicoinvolgimento di nuove leve, linfa vitale della nostra Organizzazione.

Cercheremo di rinforzare le strutture sindacali al centro e sul territorio utilizzando al massimo lenuove agibilità sindacali che dovremmo ottenere negli accordi con la funzione pubblica, cercando cosìdi creare le condizioni per un futuro migliore dell’Organizzazione.

In altri termini ci sentiamo fortemente impegnati a creare le basi per dare continuità, forza e qualitàall’Organizzazione per il presente e per il futuro.

Ispirandoci in questo alla massima di Stevenson, scrittore scozzese, che recita:“Non giudicare ciascun giorno in base al raccolto che hai ottenuto, ma dai semi che hai piantato”

Grazie

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capitolo 10274 2006

Manifestazione Montecitorio, 2006 (Pompeo Mannone)

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capitolo 102006 275

Il Consiglio Generale della Federazione CISL-VVF si è riunito il 16 e 17 marzo 2006 a Tirrenia (PI) perl’analisi della attività politico – sindacale, contrattuale ed organizzativa.

Il Consiglio Generale esprime sentito cordoglio per la recente scomparsa del collega ENNIO SALVI epartecipa al grave lutto unitamente alla famiglia ed ai lavoratori del Comando VVF di Bergamo.

La circostanza di tale ennesimo luttuoso sinistro fa emergere l’impellente necessità di rimettere ur-gentemente mano al tema della sicurezza e della salute dei lavoratori VVF.

Il Consiglio Generale, udita la relazione politica e quella organizzativa della Segreteria Generale, coninclusi il bilancio consuntivo 2005 e preventivo 2006, le approva.

Tali relazioni, unitamente ai contributi, agli arricchimenti ed alle conclusioni del dibattito rappresen-tano la continuità dell’azione politica, rivendicativa e contrattuale indicata al 1°Congresso della Federa-zione e costituiscono il tracciato per le politiche sindacali future.

Il Consiglio Generale condivide l’analisi relativa alle problematiche politiche generali, in specialmodo riguardo alla criticità della condizione economica, alla assenza dello sviluppo e della crescita, allamancanza di politiche di sviluppo che creino condizioni di maggiore competitività delle imprese, all’ab-bandono di scelte strategiche sul piano delle fonti energetiche, che hanno accresciuto i livelli di dipen-denza energetica e la vulnerabilità della nazione.

E’ inoltre consapevole che tali situazioni, accanto alle scelte politiche attuate dal Governo hannodeterminato:

· L’aumento della povertà dei poveri e della ricchezza dei più ricchi; l’indebitamento delle fami-glie, che unitamente alla condizione di insicurezza, causano il declino demografico del Paese;

· L’incremento incontrollato dei prezzi e delle tariffe;· L’assoluta precarietà del lavoro, che si riflette anche sulla futura condizione previdenziale del

lavoratore;· La diminuzione dei livelli di occupazione del Paese, in particolare nel mezzogiorno, per il quale

non è stata ancora individuata una politica di sviluppo e di competitività.Tutto ciò, unito all’assoluta assenza di una politica di concertazione con le parti sociali, tanto cara al

Presidente della Repubblica, in quanto leva fondamentale per scelte politiche condivise, che facciano dacollante per le varie istanze produttive in un quadro di solidarietà e tutela per i più deboli.

A fronte di siffatto scenario la Federazione CISL-VVF sposa e condivide le analisi e le proposte avan-zate nel corso del recente Consiglio Generale della Confederazione che si incentrano sulle seguentilinee:

· Riaffermazione della piena autonomia della CISL, che travalichi il colore dei Governi e la loro

DOCUMENTO FINALE

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capitolo 10276 2006

composizione, ma che si estrinsechi attraverso la condivisione delle analisi e delle soluzioni delleproblematiche che attanagliano il Paese;

· Riconoscimento del ruolo del Sindacato in quanto portatore di istanze di tutela degli occupati edei disoccupati, degli anziani e delle famiglie, dei meno abbienti e dei nuclei, sempre più crescenti,vicini alle soglie di povertà;

· Rilancio delle politiche di sviluppo, di sostegno ai redditi, lotta al carovita e forte vigilanza sulfonte dei prezzi e delle tariffe;

· Riacquisizione del lavoro, inteso nella sua essenza di condizione di cittadinanza, superamentodel precariato e dell’eccessiva flessibilità; innovazione sul piano delle tutele e degli ammortizzatori so-ciali;

· Revisione del sistema previdenziale in modo da renderlo meno rigido, attuazione della previden-za integrativa anche per i dipendenti pubblici;

· Rilancio ed ammodernamento delle relazioni sindacali.Il Consiglio Generale auspica che sugli obbiettivi predetti si pervenga ad un ampia condivisione,

soprattutto da parte di quelle istanze che pongono il lavoro, la tutela dei più debiti e la solidarietà alcentro delle proprie attenzioni.

Come nella migliore tradizione della CISL e riconfermando il fondamentale valore dell’autonomiache ne caratterizza strategie ed azioni, saprà valutare dalle prospettive che i nuovi governanti saprannodare alla esigenza di sviluppo del Paese, alla tutela dei lavoratori e delle famiglie, ad una politica dicoesione e solidarietà sociale che dia nuove prospettive e speranze alle nuove generazioni.

In questa continuità di ideali e di rivendicazioni si muove il percorso organizzativo ed il nuovoassetto del gruppo dirigente della CISL individuato nell’ultimo Consiglio Generale del 3 marzo 2006.

La Federazione CISL-VVF apprezza quindi la soluzione adottata che prevede l’attribuzione dell’inca-rico di Segretario Generale a Raffaele Bonanni e di Segretario Generale Aggiunto a Pier Paolo Baretta inquanto segno di unità della organizzazione e conferma della presenza del pluralismo al suo interno.

La scelta di assegnare agli amici Bonanni e Baretta la conduzione politica della CISL, per la Federa-zione CISL-VVF , è anche garanzia per la valorizzazione della nostra categoria nonché sostegno per lacreazione di quella Federazione della sicurezza da noi indicata al Congresso, che innovi sul piano dellaseparazione contrattuale tra comparti sicurezza e difesa e coordini e sostenga i processi di sviluppo deilavoratori che concorrono alla tutela della integrità del cittadino.

Il Consiglio Generale, ha affrontato, sia a livello di relazione introduttiva che nel corso degli interven-ti, gli aspetti più tipicamente categoriali, riguardanti, da un lato, le politiche relative al sistema di prote-zione civile ed i provvedimenti legislativi di razionalizzazione delle norme concernenti il CNVF, dall’al-tro gli aspetti relativi alla riforma del rapporto di lavoro della categoria ed agli sviluppi del nuovo ordina-mento professionale.

In rapporto all’assetto del sistema di protezione civile, il Consiglio Generale riconferma la posizionepolitica indicata al Congresso e ribadita in quest’assise. Quella, cioè di una forte revisione dell’impiantolegislativo del servizio di protezione civile che lo riconduca alla responsabilità politica del Ministerodell’Interno, con l’attribuzione al CNVF delle funzioni di direzione e coordinamento del soccorso, chearticoli meglio le competenze dello Stato e delle autonomie al fine di sviluppare la sinergia e la collabo-razione tra i vari soggetti competenti nel territorio che valorizzi in questo ambito il ruolo delle DirezioniRegionali e dei Comandi provinciali dei Vigili del fuoco.

Prende atto della definizione del Decreto legislativo inerente le funzioni ed i compiti del CNVF chericonferma le competenze e prerogative del servizio antincendi, rendendole più cogenti e in taluni casianche affinandole.

Esprime rammarico per l’opposizione, messa in atto dal Capo del Dipartimento della ProtezioneCivile Bertolaso, all’ipotesi, valutata positiva anche dal Consiglio di Stato, di affidare al CNVF le attività didirezione e coordinamento del soccorso allo scopo di superare i penosi conflitti di competenza cheinficiano l’efficacia e l’efficienza delle operazioni.

Ciò nonostante, il Consiglio generale rinnova alla Segreteria il mandato alla risoluzione di tale que-stione, che oltre ad essere improntata ad un utilizzo più razionale delle risorse, deve essere il legittimoriconoscimento funzionale della struttura , e con essa degli operatori, che sono il fulcro e l’essenza della

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capitolo 102006 277

attività a beneficio dei cittadini ed a salvaguardia dei beni in caso di calamità.Analogo impegno richiede venga messo in atto per la soluzione dell’annosa questione concernente la

dipendenza funzionale, gerarchica ed organizzativa dei volontari VVF dal personale permanente.Il Consiglio Generale esprime soddisfazione per l’approvazione del nuovo ordinamento dei vigili del

fuoco e per i collegati benefici economici nonchè per la positiva la definizione del CCNL biennio 2004-2005.

La approvazione del provvedimento relativo al nuovo sistema delle qualifiche è conseguente al pro-cesso di modifica del rapporto di lavoro che ha visto la Federazione CISL- VVF protagonista malgrado ivari oppositori e che ha portato ad un nuovo assetto organizzativo e contrattuale che pone al centro dellariforma l’unicità e la centralità del servizio assicurato dai vigili del fuoco.

E’ questo, a parere del Consiglio Generale il discrimine che ha causato la feroce contrapposizione ditaluni al progetto di riordino e che è il vero motivo a base dell’intendimento di abrogare le legge diriforma ed i decreti legislativi conseguenti.

Quanto al merito, la Federazione CISL-VVF conferma la esigenza di perseguire gli opportuni cambia-menti allo schema dell’ordinamento con la stessa determinazione con cui ha sostenuto il processo diriordino.

Il fine del decreto correttivo ed integrativo al D.Leg. 217/2005 deve essere quello di sanare le situazio-ni non definite correttamente e correggere quelle che si presenteranno nel processo di elaborazione deiregolamenti di attuazione del provvedimento.

Il Consiglio Generale, al riguardo, condivide e sostiene le modifiche sostenute dalla Segreteria eritiene che facciano parte integrante di questo documento finale.

Circa, inoltre, le altre questioni che sono state ampiamente esplicitate e dibattute il Consiglio Genera-le impegna la Segreteria Nazionale:

· Ad un nuovo confronto con il Dipartimento della Funzione Pubblica propedeutico al rinnovo delCCNL ed utile all’individuazione di importanti istituti normativi e contrattuali, dal sistema delle relazionisindacali all’insieme delle norme che connotano il rapporto di lavoro;

· Ad intervenire sul Dipartimento per la definizione delle piante organiche e per affrontare la notaquestione da noi avanzata relativamente alla razionalizzazione delle risorse umane e strumentali ivicomprese le politiche relative alla formazione professionale ed a quelle della sicurezza sul lavoro;

· A raggiungere, non appena l’accordo sarà formalmente stipulato, l’intesa per la destinazione dellerisorse contrattuali che incrementano la produttività; va ribadito che tale utilizzo deve essere miratoprevalentemente a valorizzare le condizioni di lavoro del personale che svolge attività di soccorso attra-verso l’incremento dell’indennità di turno, e comunque assicurando la necessaria attenzione anche allarestante parte del personale;

· A sollecitare il tavolo di trattativa per la ripartizione dei risparmi di gestione del Fondo unico diAmministrazione, esercizio 2005;

· Ad individuare con l’Amministrazione, in attesa di una congrua e definitiva misura legislativa, unasoluzione formale che risolva gli effetti negativi dell’abrogazione dell’indennità di trasferta.

Infine il Consiglio Generale ha valutato la situazione organizzativa ed i bilanci preventivo e consun-tivo riferiti agli anni 2005 e 2006.

Esprime soddisfazione per i segnali di crescita che si registrano in pressoché tutti i territori del Paese eper il significativo grado di rappresentatività raggiunto, che vede la nostra Federazione confermarsi comeprimo sindacato di categoria.

Il Consiglio Generale, considerate le problematiche esistenti in tema di rapporti unitari impegnal’organizzazione per un’azione di proselitismo finalizzata all’accrescimento della percentuale dirappresentatività .

Il Consiglio Generale, proprio in considerazione della maggiore responsabilità che ci viene dal con-senso dei lavoratori VVF ed in ragione delle non soddisfatte aspettative e dei ritardi circa l’avvio dellaprevidenza complementare, ipotizzato per l’anno 2010, impegna la segreteria a ricercare uno specificostrumento che concorra a ridurre le ricadute economiche causate dalla riforma del sistema previdenzialeed assicuri le necessarie garanzie sulle modalità di utilizzo delle risorse economiche accantonate.

Il Consiglio Generale, ritenendo rispondente l’attuale modello organizzativo della Federazione relati-

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capitolo 10278 2006

vo alla gestione delle risorse economiche a disposizione, ne conferma l’applicazione nel contempoapprova il bilancio consuntivo 2005 e preventivo 2006.

Particolare riguardo dovrà essere assicurato all’innovazioni possibili sul versante della informazione edella telecomunicazione al fine di ridurne gli elevati costi di gestione.

Il consiglio Generale conviene sul proseguimento dell’attività connessa alla formazione sindacaleritenendola nevralgica e strategica per la garanzia di continuità dell’azione di rappresentanza sino adoggi soddisfacentemente assicurata.

Il Consiglio Generale, nell’ottica di accrescimento della rappresentanza territoriale in seno all’organi-smo, approva, come da statuto, la cooptazione dei quadri sindacali della federazione, di cui all’elencoallegato.

Tirrenia (PI) 17 marzo 2006

Approvato all’unanimità

Manifestazione Montecitorio, 2006

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capitolo 102006 279

Roma, 29 maggio 2006

On.le Giuliano AmatoMinistro dell’InternoPalazzo VIMINALE

e, p.c. On.le Ettore RosatoSottosegretario all’Interno

Egregio Signor Ministro,

nel rinnovarLe gli auguri di proficuo lavoro sentiamo l’esigenza di rappresentarLe, in modo moltosintetico, le condizioni generali nelle quali versa il servizio ed il personale del Corpo nazionale dei Vigilidel fuoco.

Lo stato di salute della nostra Organizzazione antincendio non si discosta molto da quello che Le fusottoposto allorquando ricopriva la carica di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: organici asso-lutamente insufficienti, bilancio non all’altezza delle esigenze operative del settore, condizione salarialedegli operatori vigilfuoco inadeguata rispetto alla professionalità ed alla gravosa attività espletata a garan-zia della sicurezza del cittadino.

Si aggiunga che la pubblicizzazione del rapporto di lavoro della categoria, fortemente voluta dallascrivente e da gran parte del personale per affermare, da un lato, la centralità e l’unicità del servizio e,dall’altro, per perseguire l’obbiettivo di omogeneizzare il trattamento economico con il personale dipolizia, non ha raggiunto gli effetti sperati per l’esiguità delle risorse disponibili.

Si pone quindi la necessità che la Legge di riforma venga ulteriormente finanziata e che al DecretoLegislativo concernente il nuovo ordinamento del personale vengano apportate sostanziali e profondemodifiche più rispondenti alla realtà organizzativa del servizio ed alle aspettative del personale.

Auspichiamo, memori della Sua attenzione alle problematiche dei Vigili del fuoco, un’attenta consi-derazione ed attenzione e, in attesa di incontrarLa, Le porgiamo distinti saluti.

IL SEGRETARIO GENERALE ( Pompeo Mannone)

Lettera Ministro

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capitolo 10280 2006

Lettera Ministro/2

Roma, 17 luglio 2006

On.le Giuliano AmatoMinistro dell’InternoPalazzo VIMINALE

e, p.c. On.le Ettore RosatoSottosegretario all’Interno

Egregio Signor Ministro,le recenti misure di contenimento della spesa pubblica che il Governo, senza discernere settori ed

attività, ha messo in atto recentemente col Decreto Legge 223/06, hanno ulteriormente messo a nudo lacondizione, di per sé già critica, delle risorse finanziarie del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.

Se si aggiunge a questo l’ulteriore contrazione dei capitoli di spesa in sede di assestamento di bilancioed il preanunciato taglio nell’ambito della Legge finanziaria si può agevolmente concludere che l’Orga-nizzazione antincendi si troverà pressochè al collasso.

Infatti, è notoria l’annosa insuficienza delle risorse finanziarie del Corpo nazionale e la scarsa effica-cia di estemporanei stanziamenti straordinari che, essendo tali, hanno effetti temporali limitati se noncoontroproducenti, posta la assenza di disponibilità finanziarie consolidate per assicurare la manuten-zione dei mezzi ed attrezzature reperiti con tali stanziamenti .

E’ altresì noto che i capitoli di spesa dei cosidetti consumi intermedi, nel Corpo nazionale dei vigilidel fuoco servono a finanziarie attività operative, di formazione del personale e di acquisizione diapparechiature e mezzi indispensabili per garantire la sicurezza del cittadino.

Conosciamo il Suo parere sui provedimenti assunti e la Sua determinazione sostenere la necessità diazioni più mirate e non indiscriminate, soprattutto quando intervengono su settori cruciali che attengonole tutele fondamentali del Paese.

Pur tuttavia Le rinnoviamo l’invito ad intervenire affinchè si possa continuare ad assicurare le funzioniche la Legge ha atttribuito al nostro settore.

Questo sarà possibile non solo incrementando il bilancio, ma assicurando tempestivamente il ricam-bio del turn over del personale, anzi potenziando l’organico per rispondere alle accresciute ed onerosecompetenze che Governo e parlamento hanno affidato al Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorsopubblico e difesa civile.

Non meno importante saranno, infine, le modifiche al sistema ordinamentale recentemente istituito,a sostegno delle quali occorreranno ulteriori stanziamenti di risorse.

Fiduciosi della Sua attenzione e considerazione restiamo in attesa di un cortese riscontro alla presen-te, nell’auspicio di incontrarLa insieme all’Onorevole Sottosegretario che legge per conoscenza perrappresentare il complesso delle problematiche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Distinti saluti.

IL SEGRETARIO GENERALE (Pompeo Mannone)

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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capitolo 10282 2006

ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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capitolo 102006 283

ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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capitolo 10284 2006

ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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capitolo 102006 285

Lettera Presidente del Consiglio

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capitolo 10286 2006

Pompeo Mannone, Fabio Angiulli e Adriano Forgione - Manifestazione Montecitorio, 2006

Manifestazione Montecitorio, 2006

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2007

Capitolo 11

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capitolo 112007 289

ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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capitolo 11290 2007

ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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capitolo 112007 291

ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLELa Segreteria Nazionale

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capitolo 112007 293

Care Amiche, Cari Amici,Siamo riuniti per svolgere il Consiglio Generale della Federazione dei Vigili del Fuoco al fine di

valutare l’attività politica, contrattuale ed organizzativa, svolta dalla nostra Organizzazione dal prece-dente Consiglio di Tirrenia ad oggi.

Dobbiamo fare cioè, il bilancio degli accadimenti e del nostro fare, valutare se le nostre lineepolitico- contrattuali e quelle più in generale tracciate dalla CISL stanno avanzando e quali ostacoliancora si frappongono alla loro realizzazione.

Ci corre l’obbligo, come è nostro costume, prima di affrontare le questioni più specifiche categoriali,di fare un sintetico quadro dei temi più generali che riguardano il Paese, la politica, l’economia, lo statosociale, il sindacato.

Dopo l’esito delle scorse elezioni politiche, come è noto, il centro sinistra ha potuto formare l’attualeGoverno che, sia a causa della eterogeneità della sua composizione che della debole maggioranza alSenato della Repubblica, ha dimostrato grandi difficoltà ad operare scelte strategiche ed importanti per ilPaese.

Le difficoltà si manifestano sovente sia nella politica internazionale che nelle politiche riformistenecessarie per rendere più moderno ed efficiente il sistema Italia.

Il primo vero cimento del nuovo Governo è stato l’approvazione della Finanziaria 2007.E’ stata un ardua e difficoltosa prova e l’entità delle misure approvate è di tale ampiezza che se ne

ricorda una simile solo se si pensa a quella varata nel 1992 con il Governo Amato.Anche in questa circostanza il Governo ha denunciato il grave deficit dei conti pubblici lasciato dal

governo precedente, esercizio stucchevole che si ripresenta in ogni cambio di coalizione politica e che,a loro dire, giustifica manovre pesanti per i cittadini.

La Finanziaria infatti, a sentire il Governo, si sarebbe ispirata a principi di risanamento, equità esviluppo.

Ora, sarà perché il Presidente del Consiglio ed i Ministri attuali sono carenti nella comunicazioneistituzionale o perché, al di là delle affermazioni di principio, ancora non si è sviluppata una proficuaconcertazione con le parti sociali sui temi sopra citati, il dato comune è che non c’è alcuna percezione ovalutazione positiva da parte dei cittadini.

Anzi, se consideriamo le tasse dei cittadini, quelle statali a cui si sommano quelle regionali e comu-nali, la tenuta del reddito delle famiglie ha raggiunto minimi storici ed ha assunto connotati di gravità talida generare strati di nuova povertà.

Per questo è necessario ed urgente che il Governo affronti insieme alle parti sociali i temi fondamen-

RIUNIONEDEL CONSIGLIO GENERALE

NAZIONALE

Relazione del Segretario GeneralePompeo Mannone

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capitolo 11294 2007

tali che fanno parte del documento unitariamente predisposto dalle Confederazioni. Ma la di là degliannunci il Governo naviga a vista, senza alcuna programmazione, è ostaggio delle contraddizioni inter-ne e vivacchia giorno per giorno preoccupandosi solo della propria fragile sopravvivenza, approfittandoanche delle divisioni delle opposizioni.

Scenario desolante che attarda il Paese e gli fa perdere il passo con il resto dell’Europa e con leeconomie emergenti nel mondo, soprattutto con quelle del continente asiatico.

La crisi della politica è sempre più profonda ed inquietante per l’aggravarsi del suo scollamento dallarealtà dei cittadini.

La politica è incapace di istaurare un rapporto diretto ed autonomo con i cittadini, è ostaggio di poteriforti economici ed è sempre più lontana dalla realtà sociale che soffre di un diffuso malessere e didisuguaglianze sempre più intollerabili.

L’unica possibilità di rigenerazione della politica passa attraverso un rilancio della democraziapartecipativa cioè un valorizzazione del rapporto concertativo con le espressioni della società e quindianche con il sindacato riconosciuto quale protagonista indispensabile per il progredire e lo svilupposociale del Paese.

Confidiamo che con i nuovi assetti dei partiti in divenire: quello del partito democratico, quello dellafederazione delle libertà o quello del partito dei moderati possano rendere il sistema politico più stabile.Esigenza questa del Paese e del sindacato.

Perché indubbiamente un governo stabile aiuta anche l’esercizio del ruolo del sindacato e dunquedei lavoratori e dei pensionati.

Le Confederazioni con grande senso di responsabilità dopo alcuni mesi di confronto sono riuscite asintetizzare un documento unitario con il quale hanno lanciato gli obiettivi fondamentali dell’azionesindacale che si possono sintetizzare così:

- Il rilancio dello sviluppo e del sistema produttivo ed in particolare quello prioritario del mezzo-giorno; senza sviluppo non c’è stato sociale ne distribuzione della ricchezza.

- il sostegno del reddito e della lotta al caro vita anche con politiche di carattere fiscale e di control-lo dei prezzi e delle tariffe che vadano a tutelare i redditi medio bassi, e quelli del ceto medio, appunto lenuove fasce di povertà del Paese;

- la stabilizzazione dei lavori precari introdotti dalla legge Biagi che necessita di appropriati corret-tivi e compensazioni sul piano degli ammortizzatori sociali;

- la riforma del sistema contrattuale non più adeguato ai tempi moderni ed il rilancio delle relazio-ni sindacali.

- il miglioramento del sistema previdenziale che necessita di gradualità applicative e la rapidaattuazione dei fondi pensione relativi alla previdenza complementare nel pubblico impiego;

su tale versante, infatti, è in atto da tempo una manovra allarmistica a più voci volta a sostenere chesi provocherebbe lo sfascio del sistema previdenziale se non si introducono misure urgenti e severe dicontenimento.

Noi siamo convinti che il sistema pensionistico, dopo 15 anni di riforme e di modifiche, spessonegative per i lavoratori, necessita solo di maggiore equità, in particolare, nei riguardi dei giovani e dicoloro che sono impegnati in attività particolarmente usuranti.

Occorre ripristinare la flessibilità nell’età pensionabile e non modificare in peggio gli attuali coefficientidi trasformazione delle pensioni perché arrecherebbero grave danno per le giovani generazioni

Su quest’ultimo tema le confederazioni hanno proposto una serie di misure volte a garantire perquanto possibile un futuro pensionistico più dignitoso e che possono sintetizzarsi nei seguenti punti:

· separare al spesa previdenziale da quella assistenziale;· estendere ai lavori flessibili identica copertura pensionistica;· garantire al pubblico impiego la costruzione della previdenza complementare;· incentivare la permanenza volontaria in servizio attivo;· riconoscere benefici ai lavori usuranti;· adeguare le pensioni in essere al caro vita.Valuteremo a tal riguardo nell’ambito della trattativa avviata la volontà del Governo ad affrontare

organicamente la materia così importante per i lavoratori e per il proprio futuro.

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Anche se le riserve sull’attività del Governo sono d’obbligo.Basti vedere l’indisponibilità del Governo manifestata recentemente nel settore del pubblico impiego,

dopo la sigla del memorandum sul lavoro pubblico e sulla riorganizzazione delle pubbliche amministra-zioni.

Tale memorandum si è reso necessario anche per fronteggiare la feroce campagna di stampa, accom-pagnata dalle esternazioni della Confindustria e di buona parte della politica volte alla demonizzazionedel pubblico dipendente.

Ma nonostante l’intesa con il Governo non si e avviata alcuna iniziativa concreta su nessun puntodelle questioni generali.

Né tanto meno si è proceduto all’apertura delle trattative dei rinnovi contrattuali e si è messo indiscussione perfino l’accordo sulle decorrenze dei benefici contrattuali definiti congiuntamente.

Da qui la pronta e conseguente reazione e l’iniziativa di sciopero del pubblico impiego proclamataper il 16 aprile scorso alla quale abbiamo aderito come categoria.

Purtroppo, indipendentemente dalle diverse coalizioni, assistiamo al consueto comportamento dellapolitica:

si predica bene e si razzola male.Come sapete, dopo questa annunciata iniziativa di lotta si e sopraggiunti, il 5 aprile scorso, ad un

nuovo accordo con il Governo che dovrebbe definitivamente aver chiarito le decorrenze economichecontrattuali e la necessità di ulteriori risorse da inserire nella finanziaria 2008.

A questo fine era stata prevista l’emanazione immediata della direttiva generale sui contratti da cuidovevano scaturire le direttive di settore, utili per aprire la stagione dei rinnovi contrattuali della PubblicaAmministrazione ma la bozza della direttiva generale proposta, sostanzialmente elimina la possibilità diesercitare la contrattazione integrativa e per ciò è stata giudicata inaccettabile dal sindacato.

L’iniziativa di sciopero del 16 aprile scorso è stata per il momento e sulla base del confronto tuttoraaperto, rinviata al mese di maggio prossimo.

La questione, come è noto, riguarda anche i contratti di diritto pubblico e quindi anche il rinnovo delcontratto dei vigili del fuoco.

Primo contratto di diritto pubblico con il quale dovremo trasformare gli istituti contrattuali vigenti innorme più favorevoli di diritto pubblico e continuare il percorso della equiparazione retributiva eprevidenziale con gli altri Corpi dello Stato.

Circa le risorse contrattuali, sono note al Consiglio Generale le nostre insoddisfazioni ed i reiteratitentativi di tutta l’Organizzazione per adeguarle, anche attraverso un ulteriore finanziamento del provve-dimento relativo all’ordinamento del personale.

Per il finanziamento dell’ordinamento del personale pensiamo, come abbiamo proposto con gliemendamenti in Parlamento, che si possano utilizzare le risorse derivanti dai finanziamenti dei serviziaeroportuali previsti in Finanziaria.

E, sempre nello spirito dell’equiparazione con gli altri Corpi dello Stato, riteniamo che, si possautilizzare tale dispositivo ordinamentale per reinserire per il personale l’istituto della missione edaumentare la quota oraria dell’indennità notturna e festiva dello stesso personale operativo da troppotempo non aggiornata.

Non appena poi, si determineranno le condizioni avvieremo le trattative avendo, come sempre, uni-co riferimento quello di migliorare le sorti complessive dei lavoratori del Corpo Nazionale dei vigili delfuoco.

Dobbiamo fare ciò continuando a mettere in campo tutte le armi a nostra disposizione; fare ogniforma di pressione sul Governo e sul Parlamento anche ricorrendo sulla parte pensionistica ad azionigiurisprudenziali, quali quella del ricorso sulla previdenza che recentemente abbiamo promosso e messoa disposizione gratuitamente per ogni lavoratore.

Il fatto che il TAR Lazio ancora non si è pronunciato sui primi ricorsi presentati è la dimostrazione cheil ricorso fatto ha una sua forte problematicità e non può essere superficialmente liquidato.

Il rinnovo del nostro contratto non è la sola questione importante che abbiamo da affrontare comecategoria.

La grande partecipazione alla manifestazione unitaria sotto il Parlamento del 6 dicembre scorso non

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ha prodotto gli effetti sperati.Pur tuttavia mi piace ricordare che ad essa hanno partecipato soprattutto i nostri iscritti.Grazie a voi tutti per questo; quando ci sono questioni serie da affrontare i cislini sono sempre in

prima fila.Ritornando alla nostra vertenza sulla finanziaria c’è da evidenziare una condizione complessiva del

servizio assolutamente negativa.Il bilancio del Corpo, selvaggiamente tagliato, è ridotto a punto tale da non consentire del tutto i

pagamenti dei creditori che bussano ai cancelli di ogni sede di servizio.Il blocco della fornitura di gas alla sede di servizio di Taranto rappresenta la punta dell’iceberg di una

dello stato della situazione.Lo stesso magro bilancio non consente di fare formazione al personale, aumentano così i rischi

professionali degli operatori e si peggiora la qualità del servizio da erogare ai cittadini.L’organico, già insufficiente ordinariamente, viene depauperato dalla mancata copertura del turn over

e la annunciata stabilizzazione dei precari difficilmente potrà essere attuata nell’anno in corso.La valorizzazione retributiva e previdenziale del settore ha ancora difficoltà a trovare risposte adegua-

te.Tale situazione è grave e molto preoccupante, non a caso abbiamo lanciato su tutto il territorio la

necessità di ricorrere ad iniziative di lotta locali, propedeutiche alla preparazione di quella che attuere-mo a livello nazionale.

Percorso vertenziale che abbiamo rivolto a CGIL e UIL allo scopo di essere uniti nel rivendicaresoluzioni a problemi reali ed oggettivi e quindi sgombra da qualsivoglia condizionamento ideologico opolitico.

Con lo stesso spirito e con analoga determinazione dovremo ricercare altresì adeguate soluzioni allealtre problematiche più specifiche di settore e ciò sia per quanto concerne lo sviluppo istituzionale cheper gli aspetti riguardanti la gestione complessiva del servizio dopo le prime applicazioni del nuovosistema ordinamentale.

I problemi sono tanti e complessi e richiedono forte senso di responsabilità da qui l’appello ad unpercorso unitario finalizzato alla ricerca di convergenze possibili.

Purtroppo c’è da constatare che nonostante i nostri sforzi per ritrovare o intraprendere un’azioneunitaria, abbiamo trovato l’indisponibilità della CGIL ad effettuare una iniziativa vertenziale specifica disettore. Siamo rammaricati da tale risposta e siamo costretti a marciare comunque con chi ci sta. D’al-tronde non possiamo restare paralizzati.

Abbiamo quindi dichiarato lo stato di agitazione della categoria insieme alla UIL e domani 27 aprilesiamo stati convocati per la procedura di raffreddamento del conflitto.

Valuteremo in quella circostanza il tenore delle risposte e l’eventuali iniziative da mettere in campod’intesa con il comitato esecutivo.

Sul piano più politico, sul sistema istituzionale, la nostra opera di sensibilizzazione verso i partiti nonè mai venuta meno.

La nostra proposta, cioè, di riformare il sistema di protezione civile e con esso il ruolo dei vigili delfuoco al suo interno, l’abbiamo nuovamente sottoposta alla valutazione delle forze politiche della mag-gioranza, come nel recente passato a quelle dell’attuale opposizione. Per ultimo l’abbiamo rappresenta-ta al convegno di marzo a Pisa organizzato dai Democratici di sinistra.

Abbiamo ribadito nella circostanza i concetti basilari del nostro progetto:- la Federazione CISL VVF è per una affermazione della cultura di protezione civile tra i cittadini;- è per un servizio di protezione civile che espleti la funzione generale di prevenzione e previsio-

ne degli eventi e per una razionale e funzionale attività che preveda, al centro del sistema, la direzioneed il coordinamento del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco nelle fasi di primo soccorso;

- è per una struttura organizzativa unica che si occupi di difesa civile e protezione civile;- è per il superamento dei dualismi, delle sovrapposizioni funzionali e per la riconducibilità di tutta

la gestione operativa delle predette attività al Ministero dell’Interno, con un’unica responsabilità politica,anche tramite l’istituzione della figura del vice Ministro, a questa attività esclusivamente dedicato, comeavviene nella stragrande maggioranza dei Paesi europei;

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- è per un sistema integrato che coinvolga in modo ordinato e sinergico gli attori del sistema, con unrapporto stretto e collaborativo tra Stato , Regioni ed Autonomie Locali e quindi tra noi professionisti edi volontari della protezione civile;

- è, all’interno del sistema, per una valorizzazione piena del Corpo e dei suoi vertici, al centro enel territorio, dando a questo fine forza ed autorevolezza alle Direzioni Regionali sia per l’attività internache per quella esterna con le Regioni e le Autonomie Locali.

A fronte dell’ampiezza del progetto di riforma, per il momento la politica pur condividendo ingenerale il progetto intende affrontare il tema facendo dei timidi passi pur se importanti.

Si è intensificato infatti, il rapporto collaborativo tra il nostro Dipartimento e quello della ProtezioneCivile sia dando l’incarico di Vice Capo Dipartimento della stessa Protezione Civile all’ing. Colcerasa, siaricorrendo a sinergie utili ad entrambi.

Ne è riprova che il 5 aprile scorso si è stipulata la convenzione tra le due strutture dipartimentali chein particolare ha riguardato le colonne mobili, la formazione dei volontari di P.C. e le comunicazioni.

Convenzione programmatica a cui bisogna rapidamente dare sostanza per fruirne dei potenzialibenefici complessivi in essa contenuti.

In sostanza sta passando lentamente il concetto che ho esternato in ogni sede istituzionale , quellocioè, che un Corpo funzionante nell’ordinaria attività e una risorsa per l’intero sistema di protezionecivile.

Passi in avanti si sono fatti anche in alcune aree del Paese con accordi a tre, Regioni, DipartimentoVVF e Dipartimento della Protezione Civile, sulle varie attività di protezione civile.

Percorso che riteniamo possa divenire sistema, esigibile dalla collettività e con l’identificazione dirisorse aggiuntive da assegnare rapidamente nel bilancio del CNVVF anche al fine del pagamento delleprestazioni del personale.

Problema peraltro ancora aperto e non chiarito dal punto di vista tecnico nonostante le assicurazio-ni fornite dall’Amministrazione.

Altra questione, sulla quale vogliamo ritornare, è la gestione del quotidiano, che vogliamo riaffrontaree rilanciare con rinnovato impegno ed energia.

Sentiamo cioè l’esigenza di ribadire con forza e pretendere l’attenzione dell’Amministrazione su unaserie di problematiche, probabilmente per qualcuno spicciole, ma che la categoria vive negativamentesulla propria pelle e sull’attività quotidiana.

Questioni strettamente legate alla scarsità del bilancio( manutenzione, forniture di combustibile ecc.)ma anche derivanti da politiche sciatte e sbagliate sugli acquisti di mezzi ed attrezzature.

I passati e recenti acquisti di mezzi nautici, tanto per fare un esempio, gridano vendetta.Ciò, è solo un caso emblematico di come si gestisce la cosa pubblica .Ma i Direttori centrali competenti ed il Capo del Corpo a che cosa erano affaccendati in questi

momenti decisori ?Siamo al solito balletto del rimpallo delle responsabilità e quindi non risponde mai nessuno.Ma parte della nostra dirigenza, al di là di lamentarsi della subordinazione ai prefetti, perché non

svolge al meglio il proprio ruolo al centro ed in periferia?Perché non fa analisi, propone soluzioni, non svolge le funzioni tipiche del dirigente? Perché non

concerta con il sindacato?Annosa questione a cui non si riesce a dare risposta. Problema atavico e di rilevo che contribuisce a

non determinare le condizioni per un rilancio complessivo del servizio ed a volte alimenta i giudizi nongratificanti della politica e dei Governi sull’insieme della nostra istituzione.

Sul versante ordinamentale, abbiamo portato avanti le nostre proposte per apportare elementi corret-tivi ed integrativi al decreto legislativo relativo al personale prima citato.

Non mi dilungo sulle nostre principali opzioni approvate nello scorso consiglio generale che pertitolo elenco:

· Una soluzione di sviluppo ordinamentale per l’ex personale CTA attraverso l’individuazione diuno specifico ruolo ed in stretto collegamento con quanto previsto per le analoghe qualifiche dellaPolizia di Stato;

· In collegamento con tale obbiettivo la possibile revisione del sistema delle qualifiche degli ispet-

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tori antincendi, ovvero la rimodulazione dei periodi temporali previsti per il passaggio da una qualificaall’altra. Superando in questo modo anche la questione relativa allo sviluppo carrieristico degli ex ata.

Accorciamento degli anni nei passaggi all’interno di tutte le carriere.· Previsione di passaggio a titoli senza il requisito del diploma per i capireparto esperti nella quali-

fica di viceispettore.· Analoghe soluzioni di cui ai punti precedenti debbono essere individuate per il personale ammi-

nistrativo· La revisione delle percentuali di accesso nel profilo di vigile del fuoco allo scopo di allargare la

possibilità di ingresso del personale discontinuo e del cittadino;· Rimodulazione dei posti di funzione da dirigente superiore e dei vicedirigenti insieme alla riven-

dicazione di ulteriori aspetti normativi presenti nell’ordinamento della Polizia di Stato.Su questo argomento ampia informazione di dettaglio è stata a voi fornita dopo le valutazioni del-

l’Esecutivo. Abbiamo svolto vari confronti con l’Amministrazione, siamo al rush finale stante i tempi della delega

al Governo, valuteremo la proposta finale ed esprimeremo il nostro giudizio nella consapevolezza chenon trovare soluzioni possibili può fare il gioco di coloro che tendono allo sfascio spinti da rancoroserivincite di bottega .

L’altro importante punto da affrontare riguarda le definizione delle dotazioni organiche territoriali.Come ricorderete abbiamo messo in campo ogni iniziativa dalla pressione politica all’azione di lotta,

per rivendicare il potenziamento dell’organico e l’adeguamento del bilancio all’atto della approvazionedella Finanziaria, senza ricevere alcuna risposta significativa al riguardo.

Tornando all’organico ed alla sua distribuzione sul territorio,diciamo subito che su questo versantec’è grande approssimazione se non confusione.

Sono stati infatti anche abbandonati i vecchi parametri che definivano la classificazione dei Comandie dei distaccamenti, secondo le categorie, per una gestione delle risorse umane che se da una parte lascial’organizzazione del soccorso alla responsabilità della dirigenza, dall’altra non chiarisce nemmeno ladiscriminante tra dotazioni teoriche e reali, in modo tale da avere un quadro di riferimento rispetto alleesigenze organiche.

Un confronto di merito sulla materia nel passato non è stato possibile, come ricorderete, anche perl’indisponibilità nella riunione appositamente programmata da parte di alcune OO. SS., impegnate pre-valentemente a contrastare l’ordinamento.

E per intanto l’Amministrazione come era facile prevedere è andata avanti unilateralmente.Anche recentemente a riguardo in occasione della circolare di mobilità dei vigili abbiamo richiesto

nuovamente di poter discutere sulla ripartizione delle dotazioni organiche e con esso l’ottimizzazionedelle stesse.

Certo è che, a fronte delle inadeguate risorse finanziarie ed umane a disposizione, dobbiamo incal-zare nuovamente l’Amministrazione sulla necessaria razionalizzazione ed ottimizzazione dell’insiemedelle risorse umane a disposizione, tema sul quale facciamo pressioni continue senza successo, perchéper fare ciò è necessario assumersi delle responsabilità che non trovano cittadinanza nei vertici attualidell’amministrazione.

Si va avanti senza il minimo di programmazione necessaria e ci si attarda colpevolmente sullaindefinizione dell’organizzazione e sulla mancata rivisitazione delle dotazioni organiche a partire daglispecialisti e dal settore portuale.

A questo fine c’è ancora da registrare l’assoluta assenza di una adeguata politica della formazione edella sua finalizzazione all’attività operativa che si deve espletare.

Come dire, manca in modo assoluto da parte dell’Amministrazione, una visione d’insieme, un pro-getto organico sul servizio, sul quale misurarci per un confronto serio.

Argomento questo ormai sempre più non più rinviabile.Rilanciamo qui la nostra proposta che abbiamo approvato lo scorso consiglio generale che, oltre non

aver trovato un momento di confronto con l’Amministrazione, non è stata oggetto di approfondimentoneppure tra i lavoratori.

Eppure tale ipotesi va nella direzione di assicurare quantomeno il servizio minimo ordinario ai

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cittadini.Ancora una volta e come è nostro costume, abbiamo tentato tutti insieme di elaborare un progetto

realistico che possa rispondere, nella condizione attuale, al miglior utilizzo delle risorse a disposizione.Prerogativa questa che dovrebbe essere appannaggio dell’Amministrazione che è assente, continua

ad essere assente soprattutto in quest’ultimo anno. Con l’obiettivo di trovare la massima convergenza ditutti, di fatto determina una sorta di paralisi dell’attività amministrativa, basti pensare alle continue riu-nioni svolte sui vari argomenti ordinamento, capi squadra capi reparto ispettori,ecc ) per testimoniare latendenza a non voler fare, ad evitare le problematiche, attuando la politica del rinvio come se questalogica perversa fosse miracolosa e positiva.

Naturalmente l’irresponsabilità dell’Amministrazione viene alimentata o giustificata anche dallo sta-to dei rapporti unitari.

Sui rapporti unitari:Purtroppo dobbiamo rifarci alla frase di sintesi “Nulla di nuovo dal fronte” i rapporti unitari in partico-

lare con la CGIL di categoria sono molto difficili da perseguire.L’approvazione della riforma e dell’ordinamento del personale non hanno contribuito, come

auspicavamo, a riportare un clima di collaborazione e coesione per superare le problematiche in esseree si continua a sostenere la tesi del “comunque contro”, confidando, ancora in una improbabile abroga-zione e cancellazione di quanto fatto sinora.

Siamo riusciti soltanto a trovare una sintesi unitaria episodica e senza la necessaria convinzionedurante la vertenza nei confronti della finanziaria 2007.

Poca cosa dunque, ma per giungere ad estemporanee intese unitarie non possiamo abiurare allenostre convinzioni pur se annettiamo all’unità sindacale un valore aggiunto importante per consentire diarrivare agli obiettivi di interesse della categoria.

Tutto questo appena descritto ci convince, se ce ne fosse ancora bisogno, che siamo dalla parte dellaragione e siamo soprattutto dalla parte della categoria alla quale abbiamo fornito l’unica prospettivapossibile di rilancio.

Questioni organizzative:Per questo siamo sempre di più il sindacato più rappresentativo e siamo in continuo progresso.Il Dipartimento della Funzione Pubblica come sapete, ha diramato i dati della nuova rappresentatività

del CNVVF, ed abbiamo aumentato il nostro già alto grado di rappresentanza e siamo i primi anche perquanto concerne la parte relativa ai dirigenti –direttivi.

Sapete che dal 2006, ai fini della rappresentatività sono stati considerati solo i parametri delle dele-ghe e non quelli relativi alle RSU.

Ciò, anche perché per i rinnovi delle RSU si deve procedere ad un apposito accordo che dovremodefinire presso il Dipartimento della funzione pubblica insieme al rinnovo del contratto di lavoro.

Il vostro ed il nostro giudizio negativo sulle stesse è noto e lo abbiamo ampiamente esaminatodurante i lavori congressuali scorsi, pur tuttavia come sapete, le RSU sono previste per legge anche nelsistema di diritto pubblico e pertanto dovremo valutare lo sviluppo della discussione ed anche il pareredelle altre OO. SS. nel corso della trattativa per valutare la possibilità o meno di rinnovarle.

In tema di rappresentatività inoltre, nei prossimi giorni avremo i dati ufficiali relativi all’anno 2006,Dai dati in nostro possesso si evince che sicuramente siamo cresciuti ulteriormente rispetto all’annoprecedente, superando il 40% degli iscritti, nonostante il gran numero di pensionati registrati sinora.

Di questo va dato atto principalmente a voi tutti, che lavorate quotidianamente in mezzo alla gente eche vi sacrificate a sostenere le aspirazioni della categoria per una condizione di lavoro migliore e piùdignitosa.

Noi cercheremo di fare di più, intensificando i corsi di formazione sindacale e facendo opera dicoinvolgimento di nuove leve, linfa vitale della nostra Organizzazione.

Cercheremo di rinforzare le strutture sindacali al centro e sul territorio utilizzando al massimo lenuove agibilità sindacali che dovremmo ottenere negli accordi con il Dipartimento della Funzione Pub-blica, cercando così di creare le condizioni per un futuro migliore dell’Organizzazione.

Nel mese di novembre la CISL celebrerà l’assemblea dei quadri e delegati momento nel quale laConfederazione rilancia ed affina le politiche organizzative, dei servizi e di proselitismo.

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Le linee guida del documento base sono state assunte dal consiglio generale confederale del 18 aprilescorso.

Si tratta di una proposta che dovrà essere valutata ed approfondita nelle riunioni apposite presso leUST ,le USR e le Federazioni di categoria per poi essere definitivamente approvata nell’assemblea deiquadri del 5-6-7 novembre a Roma.

Tra le 12 tesi confederali sui filoni generali appena indicati, vi è quella relativa agli accorpamenti,nella quale vengono proposti nuovi assetti categoriali che riguarderanno anche la nostra Federazione deiVigili del Fuoco.

A tal riguardo la Confederazione ha ipotizzato l’istituzione della Federazione della Sicurezza in cuiaccorpare i Vigili del fuoco, la Polizia di stato, la Polizia penitenziaria ed i Forestali.

E’ un’idea che abbiamo lanciato al nostro scorso Congresso e che oggi sta prendendo vita, a livellodi proposta, nonostante le forti difficoltà che ancora permangono per la sua realizzazione.

Ci sono infatti delle resistenze già rappresentate da vari soggetti interessati alla materia che potrebbe-ro intralciare o modificare il progetto che noi riteniamo il migliore dal punto di vista del respiro politicoed organizzativo per raggruppare gli uomini e le donne in uniforme che assicurano servizi fondamentalinel Paese.

Nei dibattiti ed approfondimenti che scaturiranno nei prossimi giorni nelle Unioni territoriali eregionali sull’argomento dobbiamo sostenere tale opzione escludendone altre di ripiego che pur rappre-sentando comunque una risposta organizzativa non avrebbero per quanto ci riguarda alcuna fortestrategia e nessuna ampiezza politico -organizzativa .

Ciò nonostante, come è costume e regola saremmo rispettosi delle decisioni che la Confederazionesi darà nell’importante assise di novembre prossimo.

Anche per questo in attesa dei prossimi sviluppi organizzativi confederali che dovrebbero comunquecoinvolgerci, nel breve periodo, vi propongo in via transitoria di non integrare la segreteria nazionaledepauperata oggi, solo sotto l’aspetto formale data la garanzia della disponibilità della continuità dirapporto e di apporto comunque garantiti.

Ancora una volta, come sempre, ci sentiamo fortemente impegnati tutti, a partire da me, a creare lemigliori condizioni per dare continuità, più forza e qualità all’Organizzazione per il presente e per ilfuturo.

Grazie

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DOCUMENTO FINALE

Il Consiglio Generale della Federazione VVF CISL si è riunito IL 26 e 27 aprile 2007 presso l’IstitutoSuperiore Antincendi (Roma) per l’analisi della attività politico – sindacale, contrattuale ed organizzativa.

Il Consiglio Generale, udita la relazione politica e quella organizzativa della Segreteria Nazionale,con inclusi il bilancio consuntivo 2006 e preventivo 2007, le approva.

Tali relazioni, unitamente ai contributi, agli arricchimenti ed alle conclusioni del dibattito rappresen-tano la continuità dell’azione politica, rivendicativa e contrattuale indicata al 1°Congresso della Federa-zione e costituiscono il riferimento per le politiche sindacali future.

PRENDE ATTOdelle difficoltà che si manifestano nell’azione di Governo vuoi per i continui conflitti interni vuoi per

l’assenza di una progettualità di lungo respiro ed improntata a conseguire veramente obbiettivi di equità,sviluppo e miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori:

FA PROPRIEle rivendicazioni che le Confederazioni sindacali CGIL CISL UIL hanno indicato nel documento

unitario presentato nel corso del confronto con il Governo, orientate a perseguire lo sviluppo, il sostegnoai redditi, la stabilizzazione del lavoro precario, la riforma del sistema contrattuale ed il miglioramentodelle riforme previdenziali, anche attraverso l’estensione della previdenza integrativa nel settore pubbli-co;

RIVENDICAl’avvio immediato del confronto per il rinnovo del contratti e il perseguimento di un accordo che, nel

rispetto delle scadenze, per quanto riguarda i vigili del fuoco, ne preveda la giusta valorizzazione retributiva,normativa e contrattuale;

sulla gestione interna un maggior coinvolgimento dei rappresentanti del personale nei processi diindirizzo e di attuazione in tema di acquisti, formazione, sicurezza sul lavoro etc., in sostanza una praticareale della concertazione.

ESPRIME PREOCCUPAZIONEper il grave stato in cui versa l’organizzazione antincendi, sintomatico della disattenzione che le

autorità politiche prestano a tale settore, cruciale per la sicurezza del cittadino.La rilevantissima carenza delle risorse umane e finanziarie del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco,

lo stato di insoddisfazione della categoria, che reclama il giusto riconoscimento professionale e paritrattamenti previdenziali con operatori di analoghi settori, sta inesorabilmente minando alle fondamentail già precario livello di soccorso al cittadino.

Si aggiunga a questo l’immobilismo della dirigenza amministrativa e tecnica, l’assenza di una

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capitolo 11302 2007

progettualità orientata alla razionalizzazione delle risorse umane e finanziarie, allo sviluppo ed allavalorizzazione delle attività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, al centro e nei rapporti con ilterritorio; la sostanziale indisponibilità, sinora registrata, a rivedere, come giustamente reclama il perso-nale, i punti critici dell’ordinamento professionale la cui applicazione, comunque, ha rappresentato unanuova prospettiva per le esigenze e le attese della categoria;

RECLAMAda parte dei responsabili politici, amministrativi e tecnici dell’organizzazione antincendi il superamento

delle problematiche in essere attraverso iniziative e misure che reintegrino gli inaccettabili tagli al bilan-cio ed attribuiscano al CNVF le risorse spettanti per legge, recuperino il deficit di organico continuamen-te in aumento, portino a compimento la revisione dell’ordinamento anche con il reperimento delle risor-se necessarie per le integrazioni ed i miglioramenti auspicati dalla categoria;

DA’ MANDATOalla Segreteria Nazionale in stretto rapporto con il Comitato Esecutivo di assumere, a sostegno delle

rivendicazioni in essere, le dovute iniziative , se necessario anche ricorrendo allo sciopero nazionale,auspicandone la condivisione e l’adesione delle altre organizzazioni sindacali del Corpo Nazionale deivigili del fuoco.

Il Consiglio Generale, relativamente all’aspetto organizzativo della Federazione VVF CISL, nel mentreprende atto con grande soddisfazione della riaffermazione della nostra Federazione come primo sinda-cato in categoria e del crescente consenso tra i lavoratori e nel ringraziare tutti i responsabili sindacali delrisultato acquisito:

AUSPICAun ulteriore accrescimento dei consensi tra i lavoratori attraverso lo sviluppo dell’azione di proselitismo

e della formazione dei quadri al fine di garantire una maggiore e più qualificata presenza in tutto ilterritorio e conseguentemente il raggiungimento di una adeguata agibilità sindacale ;

CONDIVIDEgli indirizzi relativi alla creazione delle Federazione della Sicurezza e ne auspica la realizzazione

sulla base delle necessarie convergenze della altre categorie interessate e della stessa Confederazione;CONVIENEsulla necessità e sull’opportunità di mantenere inalterato l’attuale assetto organizzativo della Segrete-

ria Nazionale, in via transitoria ed in attesa dei successivi sviluppi di carattere organizzativo confederale.Infine, relativamente al bilancio, il Consiglio Generale, nel condividere la relazione sullo stato finan-

ziario ed organizzativo dell’organizzazione, ne condivide le linee e le prospettive future approvando,con le integrazioni e gli arricchimenti emersi dal dibattito il bilancio consuntivo 2006 ed il bilanciopreventivo 2007.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’

Roma, 27 aprile 2007

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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Lettera Presidente del Consiglio

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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La sicurezza dei cittadini e la salvaguardia del territorio messi in pericolo da fenomeni naturali edaccadimenti emergenziali di vario genere sono presupposti irrinunciabili per la incolumità delle personee per la ricerca continua di una sempre migliore qualità di vita. A questi obiettivi deve tendere unapolitica sensibile all’interesse comune.

La Cisl invita i responsabili istituzionali deputati a garantire la sicurezza civile e la difesa e protezionedei cittadini e del territorio a discutere per migliorare il sistema nazionale di protezione civile ed accre-scere la qualità del soccorso pubblico.

ProgrammaOre 9.30 Apertura dei lavori:presiede Rino TarelliSegretario Generale Federazione lavoratori dei pubblici serviziRelazione di Pompeo MannoneSegretario Generale Federazione dei lavoratori del Corpo Nazionale VVF

Ore 10.15 Interventi:On. Alfonso Pecoraro ScanioMinistro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mareOn. Paolo De CastroMinistro per le politiche agricole, alimentari e forestaliOn. Ettore RosatoSottosegretario Ministero dell’InternoGian Piero ScanuSottosegretario Ministero per le riforme e le innovazioni nella P.A.Prefetto Giuseppe PecoraroCapo Dipartimento Vigili del Fuoco, soccorso pubblico e difesa civileGuido BertolasoCapo Dipartimento della Protezione civileRappresentante della Conferenza Stato-Regioni e Province Autonome

Ore 12.00 Dibattito

Ore 13.00 ConclusioniGianni BarattaSegretario Confederale CISLDipartimento Industria, Artigianato, Energia, Pubblico Impiego

Convegno

“La sicurezza dei cittadini e del territorio:la mission del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuocoper una migliore qualità del soccorso pubblico”

Roma, 2 ottobre 2007Auditorium – Via Rieti 11-13

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Convegno: “La sicurezza dei cittadini e del territorio: la mission del Corpo Nazionaledei Vigili del Fuoco per una migliore qualità del soccorso pubblico” (Pompeo Mannone)

Convegno: “La sicurezza dei cittadini e del territorio: la mission del Corpo Nazionaledei Vigili del Fuoco per una migliore qualità del soccorso pubblico” (Pompeo Mannone)

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Intervento di Gianni Baratta

Intanto voglio veramente ringraziare tutti i partecipanti a questa iniziativa, in particolare la Cisl insie-me al sindacato Cisl dei Vigili del Fuoco.

Devo dire che apprezzo la passione di Pompeo impegnato in un settore tanto particolare. La suarelazione è stata molto ben calibrata, divisa fra le analisi approfondite e le consequenziali proposte, macaratterizzata soprattutto da quella giusta dose di trasporto per uno che vive ogni giorno i problemi di unacategoria che è collocata sulla prima linea.

Devo ringraziare la politica presente, non quella assente.Oggi sono presenti due amici: Giampiero Scanu ed Ettore Rosato che credono in un rapporto costruttivo

con il sindacato; lo hanno sempre dimostrato io li voglio ringraziare, perché non era neanche facilevenire oggi qui, sotto finanziaria.

Noi cercheremo oggi di non parlare di finanziaria anche se francamente è complicato, se penso altema dei contratti, dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego.

Il Governo in senso generale e il Ministro dell’Economia hanno disatteso un elemento determinante,un rapporto pattizio stabilito da un accordo che dura dal 1993, ossia quello che prevede che in ognifinanziaria debba essere allocata la voce per i rinnovi dei contratti, secondo le regole dell’inflazioneprogrammata.

Quest’anno e mi dispiace davvero dirlo, ma lo so che gli amici presenti non lo riterranno un giudizioglobale, si è fatto quello che si è fatto nella finanziaria del 2006, che non era di questo Governo, dove èstato messa soltanto la contingenza carsica.

E’ un modo scorretto di dare un segnale al Paese, il più grande datore di lavoro in Italia fa così.Io credo che così non si fa, come ricordava Rino Tarelli, non si fa una riforma della Pubblica Ammi-

nistrazione, con tutti i suoi settori, pensando di dover risparmiare.L’eccellenza della P.A. sono investimenti , investimenti seri, controllati, ma investimenti.Invece ci troviamo in una situazione dove il settore pubblico, lo ricordava molto bene Giampiero e lo

ringrazio per il suo grande carattere e per la sua coerenza dimostrate anche attraverso le analisi che oggiha fatte, dove spesso la Pubblica Amministrazione viene denigrata, anche da dentro, in una sorta diliberismo Giacobino che credo faccia male all’Italia.

Dico questo, perché ad esempio, Giampiero, ha una esperienza di amministratore in una aziendapubblica dove invece l’eccellenza dei servizi è stata una costante degli ultimi 15 anni; però di questaeccellenza, parlo dell’INPS, non se parla.

Io sono stato dipendente INPS per tanti anni; quando sono arrivato all’INPS, moltissimi anni fa, civolevano 12 mesi per fare una pensione, adesso si parla di 28 giorni; praticamente non c’è soluzione dicontinuità tra la corresponsione della retribuzione relativa al rapporto di lavoro e la corresponsione dellapensione.

Sempre su questa linea posso affermare che il vostro settore è un settore di eccellenza, nonostante iproblemi, nonostante gli scarsi investimenti che non sono mai sufficienti, un esempio di efficienza che tral’altro dimostrate ogni giorno, quante vite vengono salvate, quanti interventi vengono fatti . Io sonorimasto sorpreso dalle statistiche che Pompeo mi ha passato relative agli interventi che vengono fatti,centinai di migliaia di interventi.

Questa storia dei 15 minuti mi sembra quasi un miracolo, se penso, oggettivamente, ad una cittàcome Roma; mi sembra quasi un miracolo se penso che mediamente si riesca a fare un intervento entroi 15 minuti, al netto di tutti i problemi che lavorano contro l’azione che deve essere svolta.

Il tema della sicurezza è un tema che in questo momento è molto sentito nell’opinione pubblica,devo dire che lo spazio che trova nei media è ogni giorno più ampio. Ogni giorno i fatti di cronacapurtroppo ci consegnano un Italia sui cui occorre riflettere. Io rifletto molto anche sul fatto che al sud c’èun tipo di delinquenza fortemente connaturata al tessuto sociale, ma guardate che anche la delinquenza

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che c’è al nord è preoccupante. Rilevo questa cattiveria che spesso sfocia nei drammi familiari. La gentefa delle cose incredibili, io credo che la nostra società è arrivata al capolinea. In altri termini dico cheoccorre non soltanto un’azione di prevenzione, pur fondamentale, ma anche un ritorno ad una moralitàe ad una educazione che l’ Italia sta perdendo. Questo è colpa secondo me anche del modo con cui imedia mandano alcune immagini e segnali che non sono esempio dei vecchi principi che stiamo per-dendo.

Della sicurezza ambientale se ne parla meno, se ne parla solo quando scoppiano i drammi, quandoi paesi sono sommersi dalle inondazioni, quando arriva il fango, quando arriva il fuoco. Se ne parla moltomeno, non seguendo una logica che dovrebbe essere completamente inversa, una logica che dovrebbecostituire educazione civica. Una logica che dovrebbe obbligare tutti i soggetti istituzionali interessati aprendersi cura dell’ambiente attraverso un concetto di ambientalismo corretto, non radicale, ma che siriappropri di un territorio troppe volte violato, troppe volte non rispettato.

Territorio che spesso vede l’azione dei Vigili del Fuoco i quali giocoforza arrivano quando i dannisono già fatti. Ritengo che l’opera di prevenzione sia uno degli elementi che la politica generale, centralee periferica, deve riscoprire. La prevenzione è un elemento di civiltà che può contraddistinguere chigoverna, sia al centro che in periferia, un elemento finalizzato alla conservazione del nostro preziosoterritorio, un elemento finalizzato alla conservazione delle nostre bellezze sia naturali che paesaggistiche.

Anche Pompeo nella sua relazione sottolineava con forza l’immanenza di una logica di scarsa con-servazione.

Io penso che in questa logica di disattenzione per i problemi della sicurezza, e su questo concordocon Pompeo, i Vigili del Fuoco rappresentino il patrimonio più importante per attuare una strategiarisolutiva, i Vigili del Fuoco collocati in una posizione centrale rispetto all’intero sistema della ProtezioneCivile. Questo è il grido oggettivo che la Federazione Cisl dei Vigili del Fuoco lancia a tutti. La catena dicomando è troppo lunga e troppo sovrapposta, bisogna renderla più snella e soprattutto renderla orga-nicamente più strutturata, a me pare che sia questo insomma un po’ il vero problema, chi fa che cosa ecome viene fatto. Mi sembra sia ancora un problema a cui bisogna lavorare meglio.

Io sono molto d’accordo sulle considerazioni di coloro che mi hanno preceduto e sono contento diquesta iniziativa ove abbiamo incontrato molti amici, per renderla in qualche modo finalizzata ad unaprospettiva e non per arrivare qui, dirci delle cose e poi salutarci ma senza finalizzarle a qualche obbiet-tivo. Grazie.

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Intervento di Cesare Patrone

Saluto tutti come capo del Corpo Forestale dello Stato e vi porgo il saluto da parte del mio Ministro, ilMinistro Castro che oggi rappresento. Rivolgo un saluto affettuoso ai Vigili del Fuoco perché siamo dallastessa parte della barricata.

In qualità di capo del C.F.S. non posso esporre le mie idee perché ho un grande rispetto della politica,però nemmeno condivido questa linea profondamente antipolitica presente nel Paese, come se la politi-ca non fosse espressione di quella che è la società.

Lancio qui una proposta, ritengo che forse un tavolo, non voglio parlare di un tavolo tecnico ma di untavolo di riflessione aperto a tutti coloro che lavorano fortemente sugli incendi: la Regione , la Protezionecivile, i Vigili del Fuoco, e l’Amministrazione che rappresento, il C.F.S., per fare una riflessione, perché liprobabilmente potremmo evidenziare soluzioni, ferma restando la grande spinta propulsiva dei sindacatiche sono sempre avanti. I sindacati portano sempre prima quelle che sono le esigenze della società,questo va riconosciuto, però noi come tecnici dobbiamo ragionare da un punto di vista organico e nonda un punto di vista sindacale.

Essendo competenti e avendo noi il polso del territorio voglio fare riflessioni dal punto di vista tecni-co, riflessioni secondo me molto serie, e mi permetto di non condividere quello che diceva Mannone:“incendi per il 90% dolosi”. Non è così, probabilmente la riflessione va fatta diversamente, non ritengoche ci sia la malavita organizzata dietro agli incendi. Questo lo rilevo da quelli che sono stati i nostriarresti; abbiamo oggi un quadro piuttosto preciso delineato ormai nell’arco di sette anni.

Io ritengo che ci sia un problema di emarginazione sociale – rurale; così come c’è il tossico nelle cittàio ritengo che un pastore – contadino possa creare in realtà, con dolo o con colpa, questo problema degliincendi. Forse basterebbe, a volte, che l’assessore Regionale convocasse l’associazione degli allevatoriper fare delle riflessioni più interessanti, così come bisognerà attivare un tavolo serio, leale, rispettosodelle competenze e nel quale fare una riflessione, perché mi permetta dott. Mannone, non si può dire chenoi rispettiamo le competenze delle Regioni quando poi i Vigili del Fuoco diventano centrali rispetto alsistema. La legge 353 del 2000 individua, infatti, nelle Regioni l’elemento centrale.

Faccio i saluti all’amico Prefetto Pecoraro verso il quale nutro una grandissima stima, come nutro ungrandissimo rispetto nei confronti dei Vigili del Fuoco e di tutto il compartimento del Ministero dell’Inter-no con il quale c’è una consultazione continua sulle varie problematiche comuni.

Saluto i Sottosegretari rappresentanti del Governo che ho sentito più volte per quello che riguarda lenostre problematiche. Saluto il rappresentante della Protezione Civile e lo prego di portare il mio salutoal dott. Bertolaso. Saluto Tarelli e Mannone come rappresentanti dei loro sindacati, ribadisco, sempre piùpropulsivi in questa opera di sensibilizzazione.

Se quest’anno il numero degli incendi è cresciuto del 70% e le superfici interessate del 250% proba-bilmente dobbiamo fare una riflessione sulla cultura della sicurezza in realtà paradossali, cioè più si parladi sussidiarietà, più si parla di competenza di Regione e di Comune, più si ha un certo senso dideresponsabilizzazione. In realtà vorrei vedere chi ha i piani regionali, vorrei vedere chi ha i piani deiparchi sugli incendi o i comuni i grandi comuni voglio vedere chi c’è li ha i piani.

Bene più si parla di questo più si vede che in realtà questi sono mancati, perché poi di fatto questo èaccaduto; i grandi incendi, come sanno bene gli amici dei Vigili del Fuoco, sono sempre stati piccoliincendi, si è atteso troppo, tanto che i piccoli incendi sono diventati grandi incendi, situazione questacatalizzata e accelerata dalle condizioni climatiche molto difficili.

Rispetto a queste situazioni dico anche che se la nave va a fondo o se c’è un problema, non è che ilC.F.S. si può occupare della cristalleria, cioè non posso pensare che c’è un grande incendio e il Comandostazione struttura dello Stato più delocalizzata, più periferica, non se ne preoccupi. Questo non puòaccadere perché ci sarebbe una mancanza di quella cultura dello Stato invocata anche dal nostro amicosindacalista.

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Quindi se noi vogliamo rispondere alle esigenze della comunità nazionale dobbiamo porci tutti dallastessa parte della barricata e riflettere con grandissima lealtà. Non possiamo essere autoreferenziali perdire come siamo bravi e poi non ottenere alcun risultato; bisogna immediatamente andare ad un tavolodove siano presenti tutte le competenze: Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, Protezione civile ela Regione, considerando che la Regione ha un ruolo centrale, questo è chiaro. Vi ringrazio.

Convegno: “La sicurezza dei cittadini e del territorio: la mission del Corpo Nazionaledei Vigili del Fuoco per una migliore qualità del soccorso pubblico” (Pompeo Mannone)

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Intervento di Giuseppe Pecoraro

Tarelli ti ringrazio, come ringrazio la Cisl per l’invito e per avermi consentito di prendere la parola.Saluto con affetto i miei colleghi che sono qui presenti e i Sottosegretari Rosato e Scanu con cui ormai

lavoro da alcuni mesi.E soltanto da due mesi che sono a capo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, due mesi molto intensi,

due mesi di fuoco si potrebbe dire!Il periodo degli incendi boschivi è stato particolarmente impegnativo; moltissimi incendi hanno inte-

ressato il Paese. Dall’esame di questa grave situazione ho tratto una convinzione: si parla di sistema, siparla di sicurezza civile, si parla di tante cose, ma talvolta si parla e questo a me dispiace, si parla alvento.

Noi diciamo molte molte parole, ma alla fine diventa difficile concretizzare. Gli esempi che vi possofare in questa brevissima esperienza sono: il contratto prima e la finanziaria poi, gli incendi boschivi contutte le polemiche cui faceva cenno il Segretario Mannone; in particolare gli incendi di Peschici e subitodopo quello di Patti; “tutti dolosi, tutto da rifare, tutto da cambiare” secondo i giornali . Poi nulla si èvisto.

Per il problema degli incendi boschivi sono stato chiamato alla commissione ambiente insieme al-l’amico Patrone del Corpo Forestale dello Stato, eravamo insieme; ora ci aspettiamo una risposta dellapolitica su questo importante argomento.

Per il contratto abbiamo ottenuto dopo grandi sforzi i fondi necessari, sembra ormai una cosaacclarata la disponibilità 6.5 milioni di euro. Voglio dire grazie al Sottosegretario Scanu e al Sottosegre-tario Rosato per l’impegno costante che hanno profuso per ottenere questo finanziamento, finalizzatoad ottenere lo stesso incremento retributivo delle Forze di polizia. La situazione che emerge dall’incre-mento dei fondi messi a disposizione dal Governo ci dovrebbe consentire, ovviamente se tutte le volon-tà si incontrano, di chiudere questo contratto in tempi brevi. Ma c’è una delusione perché mi aspettavoe questo lo dico con molta onestà che ci fossero anche risorse aggiuntive per il patto per il soccorso;ovviamente, almeno io dalla mia parte non demordo per cui io credo ancora di potere ottenere altrerisorse dall’attuale Governo. Lo dico come rappresentante dei Vigili del Fuoco; per il patto per il soccorsopenso che ci siano ulteriori risorse, il percorso è avviato, mi auguro che con l’aiuto del SottosegretarioScanu e del Sottosegretario Rosato di poter riuscire anche in questo.

Quest’anno la finanziaria è stata contraddittoria. Una finanziaria che da una parte, ovviamente, vieneincontro alle nostre esigenze, questo per ciò che concerne il contratto; dall’altra parte ci aspettavamoqualcosa in più per quanto riguarda la parte investimenti. Ovviamente, come diceva il sottosegretarioRosato, una finanziaria si legge alla fine, siamo soltanto alla prima puntata; la prima puntata è statadiscreta speriamo che la seconda, quella del giudizio definitivo da parte del Parlamento, sia ancoramigliore.

Abbiamo detto molto sul sistema sicurezza, il Sottosegretario appunto parlava di fare sistema. Suquesta affermazione sono d’accordo fino ad un certo punto; certo, se fare sistema significa stare insiemee collaborare, penso che non ci sia nessun problema. Il problema che mi pongo però è un altro. La miaesperienza passata mi porta a dire che il sistema appunto non va, è necessario uno che comanda, unoche dirige per meglio dire. La parola coordinamento si usa molto. La parola coordinamento a me fapaura; in questo Paese tutti coordinano tutti sono sul medesimo piano, tutti hanno gli stessi poteri, manessuno dirige. Occorre una legge che dica che uno coordina dirigendo o dirige coordinando, in modotale che sia chiaro chi è responsabile rispetto al Governo rispetto Parlamento; il Parlamento e il Governodecidano chi debba essere. I Vigili del Fuoco sono pronti, senza togliere nulla a nessuno, ma sono prontia svolgere il loro ruolo centrale; sono gli unici in grado di spegnere gli incendi sono gli unici anche ingrado di coordinare, sia nelle attività di spegnimento che di avvistamento o meglio di avvistamento espegnimento. Le due attività non possono essere disgiunte, perché non posso cedere l’avvistamento ad

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altri per poi spegnere quando gli altri me lo comunicano, perché la comunicazione può essere tardiva ela responsabilità resta esclusivamente in capo ai Vigili del Fuoco. Il Governo decida, ma l’importante èche ci sia chiarezza in modo tale che i Vigili del Fuoco sappiano cosa debbono fare. Noi ci siamocandidati, abbiamo oltre 1000 sedi di servizio, siamo circa 34000 uomini sul piano teorico e 31000 suquello effettivo. Ai 31000 effettivi e 34000 di organico si aggiungono tanti e tanti volontari che formanoovviamente un esercito di protezione civile, quindi siamo in grado di svolgere un ruolo importante,significativo, in questo Paese.

Si è parlato del volontariato, io non ho nulla in contrario, anzi, ma ad una condizione che sia formatoe coordinato dai Vigili del Fuoco, altrimenti del volontariato non so cosa farmene. Sono molto chiaro,non voglio fare polemiche con le istituzioni locali, abbiamo un sacco di gente volenterosa ma se devonofare protezione civile o fare sistema con noi, devono essere formati e organizzati da noi . Ho un granderispetto per le istituzioni locali a cominciare dalle Regioni. Ho avuto modo di lavorare bene con loro,però quando leggo, caro Tarelli, che soltanto il 21 luglio o tra il 15 e il 20 luglio o il 25 luglio le Regionihanno fatto l’elemosina al Corpo Forestale dello Stato e ai Vigili del Fuoco, vorrei sapere perché dobbia-mo sentirci obbligati nei loro confronti. Le Regioni cioè, ci pagano soltanto quando sono cominciati gliincendi, senza una programmazione, senza una previsione, soltanto quando loro devono costituirsi unalibi, diciamo la verità. Le Regioni sono intervenute con i Vigili del Fuoco soltanto ad incendi iniziati. Noidobbiamo uscire da questo equivoco, se le Regioni sono responsabili perché la Costituzione dice così,perché le leggi lo dicono, bene siano obbligate per legge a dare risorse ai Vigili del Fuoco e al CorpoForestale dello Stato; ci sia un fondo unico in modo che tutte le Regioni partecipino alla spesa e le risorsesiano devolute in relazione alle prestazioni sostenute, a Vigili del Fuoco e a Corpo Forestale dello Stato.La legge sugli incendi boschivi si estrinseca attraverso convenzioni cui intervengono i Vigili del Fuocoma non è necessario che il Sottosegretario Rosato, non è necessario che il sottoscritto che i Direttoriregionali, vadano dalle Regioni per ottenere l’elemosina, questo è successo, si dica la verità, questo èsuccesso. Per cui rivendico il ruolo del sindacato in questo, rivendico il ruolo dell’Amministrazione.

I sindacati hanno svolto un ruolo importante al tempo della riforma della pubblica sicurezza e io nesono stato testimone. Sono venuto qui contento di poter esprimere il mio pensiero, sono contento che miavete invitato.

Anche il sindacato deve svolgere il suo ruolo. Ho ascoltato con grande attenzione la relazione delSegretario nazionale, la sottoscrivo, se non chiarendo un aspetto: la differenza tra le Direzioni regionalie i Comandi provinciali. Noi vogliamo un’ Amministrazione forte. Abbiamo i Comandanti provinciali iquali devono avere esclusivamente un ruolo operativo, in modo tale si da forza ai Comandi provinciali.Le Direzioni regionali dovranno avere una funzione amministrativa e di coordinamento delle ColonneMobili e dei Nuclei specialistici, con un decentramento di risorse finanziarie; questo è il ruolo che a mioparere dovranno avere , ne parleremo anche domani con i Direttori regionali. Le Direzioni regionalidovranno avere un ruolo proprio e di ambasciatori del Dipartimento sul territorio, sul territorio nonviceversa. Le Direzioni regionali sono espressione del Dipartimento del Corpo nazionale dei Vigili delFuoco, questo ruolo va a mio parere rafforzato in modo tale che ci sia questo collegamento forte certoe costante tra il centro e la periferia. Ci lamentiamo sempre che il territorio non è ascoltato che il territorioè lontano dal centro, attraverso le Direzioni regionali possiamo colmare questo vuoto, quindi sonointenzionato a portare avanti il progetto che presenteremo per l’approvazione con i colleghi del Diparti-mento.

E’ bene che il Dipartimento dei Vigili del Fuoco sia forte in modo tale da poter, eventualmente, esserein grado di raccogliere qualunque competenza. Il volontariato deve aggiungere e basta, effettivamentequesto è il ruolo del volontariato. Lo ritengo indispensabile in termini di protezione civile come sistemadi ausilio, ma si vuole soprattutto il professionista.

Condivido pienamente l’auspicio del Sottosegretario Rosato di aumentare l’organico, oggi non èprobabilmente il tempo migliore, ma dobbiamo cominciare a lavorare per avere un aumento di organi-co, come anche una cosa io ritengo di dire agli amici delle rappresentanze: “ma pensate veramente chel’abolizione della leva obbligatoria dello Stato è stato un beneficio per il Paese?” , “ritenete veramenteche noi oggi possiamo fare a meno di giovani di leva nei Corpi di Polizia e nei Vigili del Fuoco?”. Lopongo come problema, perché è un problema soprattutto politico, io sono un tecnico, non penso di

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poter portare all’attenzione questo tema, però una riflessione vi invito a farla: quanti giovani oggi potreb-bero essere nei nostri Corpi ed avere un ruolo importante e non soltanto nei Vigili del Fuoco nella Polizianei Carabinieri ma anche nello stesso Ministero della difesa. E nulla vieta che possiamo trovare deisistemi anche d’ingresso nei vari Corpi di polizia e dare lavoro a tanti giovani che oggi ne sono senza ,poniamoci anche il problema sociale. Forse vado controcorrente, mi sto rendendo conto, però, che oggigli ex ausiliari potevano costituire una fonte inesauribile per migliorare il servizio e soprattutto per diffon-dere, anche nelle famiglie, il senso di appartenenza a questo lavoro. Un doppio ruolo quello degli ausi-liari quello di agevolare il servizio e quello di far conoscere il nostro lavoro nelle famiglie, cosa, molto,molto, importante. Termino qui, forse ho detto poco, forse ho detto molto, comunque mi ha fatto moltopiacere essere qui stamane e mi auguro di poter lavorare ancora a lungo per i Vigili del Fuoco.

Giuseppe Pecoraro

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Intervento di Ettore Rosato

Intanto un sincero senso di gratitudine alla CISL che ha voluto organizzare questo appuntamento diriflessione.

E’ nella storia della CISL dei Vigili del Fuoco, che io ho imparato a conoscere nella tradizione e nellaquotidianità, il cercare di pensare non solo al problema dell’immediato ma ad avere una strategia per ilfuturo.

Mi sembra infatti, consentitemi, che nella relazione di Pompeo Mannone, c’era molta strategia per ilfuturo.

Io devo dire che, in linea generale, ho trovato moltissime cose nelle quali mi riconosco.Io non sono qui per difendere l’operato del Governo, per dire tutto quello che noi abbiamo fatto, io

sono qui perché credo che tutti noi siamo chiamati ad un senso di responsabilità che va la di la delguardare le singole questioni di cui ci occupiamo.

Siamo di fronte ad un senso di responsabilità nei confronti dei nostri concittadini;ognuno di noi, per parti diverse, ha affidata una responsabilità cui dar conto.Quindi io vorrei inserirmi con qualche riflessione nella linea che è stata proposta dalla CISL per

cercare di vedere dove possiamo andare e come possiamo andarci soprattutto.Anche rispettando quel principio che Pompeo ha detto, rivolgendosi alla politica circa il “ parlare di

meno “, cercherò di essere abbastanza sintetico.Questo è un paese difficile, difficile sotto tanti profili.Mi soffermerò solo su quella osservazione, che faceva Pompeo Mannone, in relazione al rischio

idrogeologico, vulcanico e sismico, aggiungendovi che le nostre strade sono sempre più percorse damerci di tutti i tipi, che, ahi me, è il paese più arretrato nell’Unione Europea, almeno nei 15 paesi iniziali,sotto il profilo del trasferimento delle merci, dalla strada alla rotaia e quindi di elenchi lunghi di cose cheaumentano il rischio, ne abbiamo moltissimi.

Accanto a questo, io condivido le affermazioni di principio generale, e cioè che siamo di fronte ad unquadro legislativo che negli anni, un po’ perché sono state idee che sono andate - facciamo l’agenzia,non la facciamo; la 353 è piena di richiami all’agenzia che poi non è nata; un po’ perché questa fortepressione sul fronte del federalismo regionale - ha prodotto un sistema che sicuramente provoca confu-sione nell’applicazione delle normative.

Questo lo abbiamo vissuto, non possiamo nascondercelo, nell’estate con gli incendi boschivi.Io intanto ritengo che serva dare un grande segno di apprezzamento e gratitudine per tutti coloro che,

in questa estate drammatica per motivi climatici prima di tutto e poi per la mano criminale che haaccompagnato molti di questi incendi ed in considerazione anche di tutte quelle affermazioni che faceval’ingegner Patrono , hanno lavorato: Vigili del Fuoco, Forestali, volontariato, in sostanza tutto il sistema diprotezione civile:

Questo va detto altrimenti facciamo un passo falso nel poi dire come vorremmo che il sistema funzio-ni.

Per vedere come il sistema funziona dobbiamo anche essere consapevoli, qui vedo facce di dirigentisindacali che arrivano da tutta Italia, che il Paese vede due motori: uno che gira molto più velocementedell’altro.

Perché se in Toscana , se in Piemonte, se in Lombardia, gli incendi sono stati di natura e controllati inmaniera diversa rispetto a quanto è accaduto in Sicilia, quanto in Calabria , quanto in Campania, ci saràpure qualche motivo che non è imputabile solo al lavoro della Forestale o dei Vigili del Fuoco.

Ma ci sarà pure un sistema di protezione civile che funziona in maniera diversa, perché questo ce lodobbiamo dire, perché io sono convinto che una riflessione seria rispetto ad un ridisegnamento dellecompetenze è da fare.

Ma dobbiamo farlo sapendo che ci sono sistemi che funzionano e sistemi che non funzionano.

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E quindi aprire un confronto con le regioni per capire come ridistribuire nuovamente le competenze.Se questo ragionamento dobbiamo farlo, dovremo avere la consapevolezza che al tavolo con noi

troveremo regioni che funzionano e sanno far funzionare il sistema antincendi boschivo.Quest’anno e chi é qui lo sa, abbiamo fatto un grande sforzo, una grande fatica per arrivare comun-

que a convenzioni tra le regioni e i Vigili del Fuoco per l’antincendio boschivo.Perché loro dicono: noi in Piemonte i volontari dell’antincendio boschivo ce l’abbiamo, funzionano

poi ci sono anche i Vigili del Fuoco; bene, diamo anche le risorse per far funzionare e per aumentarequesto livello di collaborazione.

Quindi questo elemento della nostra riflessione è quanto mai opportuno perché, altrimenti, se nonlo valuteremo noi ce lo faranno calare altri.

Dopo di ché dobbiamo pensare come organizzare meglio il sistema dello Stato.Il sistema dello Stato, al di la di quello che compete alle regioni, io credo, perché poi ne abbiamo

parlato, dobbiamo,insieme al Corpo Forestale, fare ogni sforzo, per migliorarci organizzativamente perpoi giungere ad un sistema dove ognuno fa un mestiere ben definito e non ci sono sovrapposizioni nelfunzioniamo.

Io credo che il Corpo Forestale dello Stato sia una grandissima risorsa per questo paese che vede nelsuo beni ambientali una risorsa insostituibile. Credo inoltre che poi i Forestali vivano lo stesso problemache ha il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Tutti noi, infatti, ambiremo avere, per esempio, molte piùrisorse umane a disposizione per fare le cose che dobbiamo fare.

Quindi, vedo solo come un passo avanti, l’apertura di un tavolo tecnico per ridefinire i confini deinostri ruoli e per aumentare la nostra efficienza per le cose su cui ognuno di noi ha una chiaraspecializzazione

Penso che questo passo avanti debba concludersi e debba trovare una risposta prima della prossimastagione estiva e quindi, su questo, c’è un impegno, ma non è solo mio, è un impegno che già il prefettoPecoraro e il Capo della Forestale hanno iniziato ad onorare.

C’è una riflessione che ha anche carattere politico e che abbiamo cominciato a fare tre i due ministeri.Su questo noi troveremo una modalità diversa di rapportarci, nel rispetto non solo delle competenze

ma anche delle professionalità.Poi quando c’è una emergenza e io concordo con quanto è stato detto prima, arrivano anche i

carabinieri a spegnere gli incendi, perché è cosi e lo abbiamo visto in questa estate. I Carabinieri danno il loro contributo nelle cose che possono dare ma c’è un Corpo che per professio-

ne per competenza durante tutto l’anno spegne incendi e non solo incendi: è il Corpo dei Vigili delFuoco.

E’ bene investire le risorse su questo Corpo che fa questo mestiere per tutto l’anno.Consentitemi, anche io non sono qui per dire le cose tanto per dirle, Pompeo mi conosce.Sul volontariato noi dobbiamo uscire da un drammatico circuito che ci vede soccombere, quando

invece dobbiamo esserne i protagonisti.Noi siamo gli unici che hanno la professionalità per formare il volontariato di protezione civile.Non esiste nessun’altro che ha questa professionalità.Certo che se uno vuole fare il volontariato dei sommozzatori, troverà i formatori tra i sommozzatori,

se uno vuole fare il volontariato dell’attività SAF riuscirà anche ha trovare uno specialista migliore deinostri; ma il volontariato di protezione civile, nella sua più ampia accezione, che sappia contribuirenelle emergenze anche nella logica che diceva Pompeo prima ed anche in ragione del fatto che oggi nonabbiamo più l’esercito di leva; lo possiamo quindi formare solo noi, gli unici che possono tenere unacatena di comando adeguata su tutto il territorio nazionale sotto il profilo del soccorso.

Posto che la competenza del personale permanente dei Vigili del fuoco non è messa in alcun modo indiscussione, non possiamo temere che i volontari ci possano togliere questa professionalità e pertantodobbiamo guidarli noi, senza respingerli ma integrarli all’interno del Corpo Nazionale.

Ogni tanto sento qualcuno che dice: “il Sottosegretario ha in mente un progetto per cui sostituisce ilpersonale permanente con quello volontario”. Ciò non esiste; non è così, io penso che noi dobbiamoaumentare il personale permanente sul territorio ma che dobbiamo anche avere la capacità di metteresotto la nostra ala, sotto il comando dei comandanti provinciali dell’organizzazione dei vigili del fuoco,

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il volontariato di protezione civile.Nella mia regione, provengo dal Friuli Venezia Giulia - abbiamo 8000 casacche gialle , i volontari di

protezione civile e avrei avuto piacere che avessero le casacche dei vigili del fuoco - dove c’è una culturadi volontariato molto spinta che ho citato, ma vedo che ci sono tante altre situazioni che possono essereriprodotte in questi termini.

Questa è la scelta che dobbiamo fare con il volontariato, consapevoli che volontari sono volontari,gente che fa questa scelta per collaborare.

Poi, anche qui, un volontario non cerca solo come impegnare il suo tempo ma cerca anche di trovareuna soluzione lavorativa per la sua vita; tanti volontari, infatti, lo fanno con grande passione, professio-nalità, voglia di mettere al servizio della collettività la propria disponibilità di tempo.

Ecco, mettere insieme questa risorsa è un valore per il Corpo Nazionale.Tante volte vengo sollecitato a ricordare i pompieri francesi, tedeschi e austriaci. In quei sistemi il personale permanente, formato da professionisti, ha accanto un sistema di volontariato

efficiente che consente di arrivare sull’intervento entro quindici minuti.Ogni tanto dico che prima di andarmene, visto che ho trovato l’Italia in 20 minuti senza una lira,

voglio lasciare Italia in 5 minuti, spero non senza un euro. I libri dei desideri si lasciano scrivere, però dobbiamo avere la consapevolezza, al di là delle missioni

politiche, dei percorsi politici, che ci sono persone in questo Paese cui viene assicurato l’intervento deivigili del fuoco oltre i 120 minuti e ciò perché non c’è nessuno più vicino, perché le strade in questopaese non sono tutte autostrade libere e scorrevoli.

Per questo allora bisogna lavorare su due piani: quello di aumentare il personale permanente e quellodi mettere in rete, nel nostro sistema, il personale volontario.

Sul discorso più generale, veramente poi voglio chiudere, le sollecitazioni sono numerose.Io non commento questa finanziaria, perché ho poco da commentare.Per quanto attiene i Vigili del Fuoco dico però che le finanziarie si leggono alla fine e non all’inizio.La finanziaria del 2007 è stata una finanziaria che comunque ha dato una risposta ad alcuni cronici

problemi dei Vigili del Fuoco.Oggi, nei vostri Comandi, si raccolgono le domande per le stabilizzazione del personale precario.Io credo che questa sia una problematica su cui dobbiamo lavorare; intanto per costruire rapidamen-

te la graduatoria che dovrà essere pronta per la fine di ottobre o inizio novembre.Questa graduatoria ci servirà anche per procedere alla riqualificazione dei Comandi VVF italiani.Noi non possiamo pensare che a Napoli ci siano 60/70 Vigili del Fuoco che lavorano per turno e così

vale per Milano o per Palermo, vale per Padova o per Treviso.Io voglio portare avanti combattendo il progetto di riqualificazione dei Comandi che prevedeva l’au-

mento dell’organico, ma non perché sia una richiesta prioritaria del sindacato ma perché è indispensa-bile per il soccorso in questo Paese, perché sono aumentati i rischi e sono aumentate le competenze deiVigili del Fuoco.

In questi anni abbiamo avuto nuovi aeroporti che prima non c’erano e ciò senza il necessario aumen-to dell’organico; non abbiamo avuto 4000 volontari in ferma breve; abbiamo avuto una riduzione del-l’orario di lavoro.

Quindi la mia non è un’idea sensitiva, rivendico la matematica e quindi matematicamente dico cheabbiamo bisogno di un aumento di organico.

Questo lo dico da rappresentante del Governo, sapendo che poi le cose si conquistano combattendoe meglio quando a combattere non si è da soli.

Questo impegno che voglio portare a compimento se lo gestirà forse, visto che le cose non sono poirapide, qualcun altro.

Per quanto mi riguarda la riqualificazione deve essere concordata e definita entro la fine dell’anno.Dopo di che andremo da Giampiero Scanu, alla funzione pubblica così come previsto dalle proce-

dure ma soprattutto, sulla base delle regole, andremo al ministero dell’economia e gli spiegheremo qualisono le esigenze, scaturite non dalla passionalità, non dovute alla sensibilità, semplicemente parleremodi matematica.

Del contratto parlerai tu, Giampiero, credo che una risposta ci sia e che è doveroso chiudere questo

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contratto. Io ho sempre detto che se è stato chiuso un contratto per le forze di polizia e per le forze armatee non è accettabile che si chiuda il contratto dei Vigili del Fuoco con un arretramento sui valori stipendiali.

Questo mio convincimento è anche l’indirizzo di una legge che, nella sua relazione introduttiva,individua come obiettivo anche l’allineamento delle retribuzioni con gli altri corpi dello Stato; aggiungoperaltro che trattasi di una norma che questo Governo ha ereditato e come tutte le eredità va accettata, ivicompresi i debiti cui far fronte.

Quindi anche nel nostro caso non è stato concesso il rifiuto di questa eredità.C’erano grandi onori e molti debiti da pagare.La priorità quindi è stata quindi quella di far fronte a tali debiti ed a questo fine sono stati impegnati

venti milioni di euro assegnati con il decreto di fine anno e qualcosa verrà anche con l’assestamento dibilancio.

Per dire insomma che le risorse ci sarebbero state se non avessimo avuto in eredità l’attuale disastrosacondizione.

Oltre all’allineamento retributivo la stessa norma, nella sua relazione introduttiva, assumeva comeindirizzo la questione relativa all’aspetto previdenziale, questione di non facile soluzione in ragione deicosti da noi quantificati. Detto questo però non possiamo non tenerne conto.

Se c’è una legge che ha dato un indirizzo in quel la direzione stesse, se c’è un Parlamento che l’haapprovata, io non posso che adeguarmi e considerare quella direzione come una direzione da perseguire.

Poi consentitemi di ricordare, e chiudo veramente, che noi abbiamo il quarto debito pubblico almondo.

La mia generazione si trova il quarto debito pubblico al mondo, che qualcuno ha prodotto e noidobbiamo affrontare; si affronta prioritariamente con la riduzione dei i costi della politica, dichiarazioneche ormai faccio prima di ogni mio intervento.

Dico ridurre i costi della politica però anche con altro.Anche con un sistema pubblico efficiente e io sono d’accordo che la Pubblica Amministrazione è

Ettore Rosato

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molto più efficiente di quanto si vuol far credere; io ho girato e visitato tante prefetture ed ho trovatoprofessionisti alla pari di altri settori.

Dopo di che non ma non manco di sottolineare che quando vado in qualche Comando, vi trovo unacinquantina di leggi 104 a dimostrazione che c’è qualcosa che non funziona nella qualità dell’aria.

Ma questo un altro discorso.Abbiamo una Pubblica Amministrazione che funziona e dobbiamo renderla ancora più efficiente.Il nostro sforzo è anche questo dimostrare che abbiamo da richiedere delle risorse per fare le cose

importanti e oggi qui parliamo del soccorso e quindi dobbiamo metterci in discussione nel vedere, nelleprocedure delle nostre cose, nella quotidianità del nostro lavoro, nell’ utilizzo delle risorse, come possia-mo utilizzarle al meglio.

E questo credo sia un compito proprio della politica, dell’amministrazione e insieme del sindacato.Sono convinto che questa riflessione sia una riflessione importante che ha toccato anche altri temi del

di sistema generale come la locazione della Protezione Civile e le funzioni di protezione civile.Io credo che molte delle cose delineate come obiettivo strategico, molto strategico e al di là delle

difficoltà e da perseguire, sono ragionevoli, molto ragionevoli.Sostenere infatti che l’autorità tecnica di protezione civile sul territorio è il Comandante provinciale

dei Vigili del Fuoco è una cosa ragionevole.Quindi almeno le cose ragionevoli dobbiamo cercare di condividerle, con gli altri soggetti che ci

sono e che hanno competenze costituzionali attribuite, per arrivare ad un ridisegno del sistema che nontolga a qualcuno per dare a qualcun altro ma consenta a ciascuno di fare al meglio il proprio mestiere.

Io sono convinto che nel sistema di Protezione civile quelli che fanno meglio il loro mestiere sono iVigili del Fuoco e quindi l’idea non è quella di sottrarre ma più semplicemente quella di organizzarsi pergarantire un miglior soccorso ai cittadini e non per garantire una risposta positiva ai Vigili del Fuoco.

È un’altra cosa.

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Intervento di Gianpiero Scanu

IIo vi dico subito che mi sforzerò di essere breve ma non garantisco sul risultato.Ciò perché l’occasione odierna mi sembra particolarmente interessante sotto tutti punti di vista.L’introduzione che ha fatto Rino e la relazione svolta da Pompeo, impongono un ragionamento che

sia il più ampio possibile senza avere certo la presunzione di svilupparlo in maniera esaustiva.Io vorrei partire, tenendo conto anche del fatto che Pompeo, nella sua relazione ci ha invitati ad

assumere un atteggiamento netto e razionale, dall’ultima sollecitazione di Rino Tarelli per dirvi ciò che iopenso da tempo.

Non me ne vorrà il mio caro amico Ettore Rosato se lo accomuno nella mia sorte, non credo però cheil pensiero dei Sottosegretari sia poi così importante.

Però vi accontenterete del nostro, visto che qualche Ministro non è potuto venire.Ciò che sto per dirvi lo penso da tempo e non mi preoccupo granché, visto che, grazie a di Dio, il

nostro è ancora un paese libero e ancor che condizionato, dai “ grillismi di turno “ anche i politici hannoancora la facoltà di esprimersi e vorrò manifestarlo pubblicamente.

Io mi sono fatto un’idea un po’ strana, forse azzardata, e premetto che il beneficio del dubbio, nonsolo lo invoco, ma lo dichiaro in maniera assolutamente aperta nei riguardi di ciò che sta succedendonella pubblica amministrazione.

Io credo poco alla casualità e relativamente meno a questo aspetto, mi viene un dubbio ed è soltantoun dubbio, quindi prendetelo per tutto ciò che un dubbio può comportare e cioè che l’attacco allaPubblica Amministrazione - che caro Rino, non è, mi permetto non dico di integrare, perché non haibisogno delle mie integrazioni ma di colorare un po’ di più una tua affermazione di poco fa - non è mossodalla politica, soltanto diciamo che eccessivamente tollerato dalla politica e che se un torto può esserlericonosciuto, anche in questo caso, é di essere bovinamente accodata nel seguire, senza alcuna capacitàcostruttivamente critica.

Non è casuale, almeno può non essere casuale secondo me che ad un certo punto questo nostropaese, con i professori che hanno la facoltà di pontificare e che trovano, per poter pontificare, ampi spaziin quel mondo dell’informazione che, guarda caso, lo dico io Rino, visto che non lo hai voluto dire tu, hacompletamente taciuto quel dato che hai appena fornito riguardo il maltrattamento dei dipendenti dellaPubblica Amministrazione.

Comunque una parte del mondo dell’informazione ha di fatto favorito, permesso, caste o non caste,che si creasse un’immagine, un’idea di una nicchia nella quale ci sono 3 milioni e mezzo di donne diuomini che sarebbe, per dirlo all’antica, un esercito di mangia pane a tradimento, che sarebbero deifannulloni, che sarebbero gli abitanti del girone degli accidiosi, sarebbero gli intoccabili in una societàche non può più permettersi di mantenere, in termini propri di mantenimento, tutti questi fannulloni.

Io credo che non sia azzardato pensare che dietro il tentativo di demonizzare il mondo della PubblicaAmministrazione, ci sia il tentativo di disarticolare lo Stato.

Perché non ci può essere uno Stato all’insegna del liberalismo, della democrazia, uno Stato chedegnamente possa offrire, per qualificarsi secondo il terzo articolo della Costituzione, prima ancoradell’articolo 97, un mondo delle Pubbliche Amministrazioni che garantisca l’esercizio dei diritti costitu-zionali.

Può esserci il timore che chi vuole indebolire la Pubblica Amministrazione voglia indebolire lo Statoper immetterlo in una logica di liberismo, per entrare nella suggestione di questa continua ossessivamanifestazione di adeguamento alla globalizzazione.

Per dire che altrove si alleggerisce, si fanno le esternalizzazioni, per arrivare un giorno a logicheaberranti, che qualche documentario, o film, recentemente trasmesso negli Stati Uniti d’America testi-monia e che di democratico, di liberale non hanno proprio niente, rappresentando, viceversa, l’esperien-za drammatica di chi vive, di chi può vivere, di chi può costruire il diritto alla salute oltre che alla

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istruzione soltanto se sta bene, se hai i soldi, se ha l’assicurazione.Dunque stiamo attenti, visto che molto responsabilmente la Cisl oggi pone un problema, non soltan-

to in una logica settoriale, ma lo pone come un problema del paese.Stiamo attenti, lo dico a voi che, ritengo più di ogni altro insieme al comparto sicurezza e difesa,

potete vantare l’eccellenza.Stiamo attenti di fare in modo che non si determini una colpevole, più che colposa, ondata di indigna-

zione che travolga un paese che ha sempre più bisogno di una buona amministrazione.Io sono d’accordo con l’ultima annotazione che ha fatto Rino, quando ha detto che creare efficacia,

efficienza ed economicità per avere una buona, una migliore pubblica amministrazione e fare in modoche le cose funzionino meglio, che questo paese sia moderno, che proceda verso l’innovazione, verso lasemplificazione, non debba essere necessario ricorrere a tagli.

Questa è una logica liberistica alla quale ritengo non ci si debba piegare, non solo perché lo diconoi numeri, non solo perché lo dimostrano le statistiche, che non sono statistiche di regime e quindi sonostatistiche vere, soprattutto perché noi non possiamo andare avanti nella storia per tornare indietro riguar-do a quelle che sono le garanzie istituzionali.

Dobbiamo andare avanti per migliorare non per peggiorare.Dunque questa è la Pubblica Amministrazione.Voi siete la Pubblica Amministrazione.E credo che non guasterebbe ricordarlo ogni tanto a certi amici della politica, del Parlamento ma

anche del Governo che, spesso con saccenteria, trattano l’argomento, magari per ottenere un applausoin più, tanto va di moda l’antipolitica alimentata da luoghi comuni ma non solo.

L’antipolitica si alimenta di calunnie, costruzioni di scenari che non esistono, per portarci alla nega-zione della politica, laddove chi ha i soldi comanda; chi sta male, chi ha bisogno di lavorare per campareè costretto a stare ancora peggio.

Questo sarebbe il frutto della politica e voi, come lavoratori vigili del fuoco e come sindacato, fatebene ad opporvi a questo tipo di atteggiamento perché comunque ci sono in ballo le istituzioni.

Questo, e scusatemi se mi sono dilungato troppo, è il quadro generale.Io vorrei dire anche da ex sindaco, che si è misurato, per quello che ho potuto, con i problemi della

protezione civile, la mia.Io mi sono fatto un’idea, forse azzardata, anche in questo senso e ve la voglio esternare.In questo Paese ancora manca la consapevolezza di quello che nella relazione Pompeo ha definito

condizione a rischio.Io non dico che bisogna vivere come i giapponesi riguardo la realtà del terremoto.Voi sapete che la vita giapponese è scandita da questa terribile condizione per cui tutto l’atteggiamen-

to della società è in qualche modo indirizzato a fare in modo che questa eventualità, che è purtropposempre più frequente, possa determinare meno danni possibili.

Io non credo che si debba entrare in una logica così bigia così drastica, certo è che questa benedettaprevenzione, non mi pare, venga fatta adeguatamente;

non mi pare, cioè, che i piani regolatori dei comuni, tengano conto in maniera adeguata del proble-ma della prevenzione;

non mi pare che i piani regionali paesaggistici tengano adeguatamente conto del problema dellaprevenzione.

Il problema della prevenzione passa spesso anche attraverso il superamento di altri luoghi comuni; vene voglio citare uno:

dalle mie parti c’è chi vuole ci vuole ossessivamente mantenere le campagne in una condizione diisolamento per inseguire una visione romantica; dimenticando che l’antropizzazione delle campagne, lacreazione di strade di accesso, il loro innervamento è condizione essenziale per tutelarle e per difenderlee non si può costruire la propria carriera politica, come spesso succede anche in altre parti di questoPaese, rivendicando un ambientalismo spesso di maniera.

Perché per voler bene alla natura, ai boschi non basta creare parchi, e non basta affermare spesso intermini fondamentalisti questi concetti.

Si vuole bene all’uomo e alla natura quando si ha la possibilità di tutelare l’incolumità dell’uomo e di

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preservare, di salvaguardare la natura.Stiamo attenti perché, spesso il nostro dibattito, anche all’interno della politica, magari per rincorrere

lo stesso filone del qualunquismo, del populismo, del antipolitica, risente di questo tipo di condizionamento.Questa sinergia costituzionale, che Pompeo rivendica, credo sia fondamentale.Mi è capitato di vedere cose spiacevoli, in occasione di incendi tragici;me ne ricordo uno dell’89, nella mia Gallura, nel quale persero la vita 13 persone; ma anche a

Tempio Pausania, a San Pantaleo e poi ancora a Golfo Aranci.Mi è capitato di vedere che al di la delle eccellenze, magari che il prefetto aveva dichiarato la

giornata a rischio, perché si ricorre a queste espressioni, però organizzativamente si sovrapponevano lecompetenze e operativamente spesso si bisticciava.

Non sto dicendo cose nuove, perché voi lo sapete meglio di me, tanto meno tengo venir meno al miosentito rispetto verso queste istituzioni, però che ci sia un disperato bisogno di coordinamento serio edeffettivo e che i Vigili del Fuoco non possono essere ancora una volta bovinamente utilizzati soltanto perspegnere le fiamme, mi pare che questo sia sotto gli occhi di tutti.

Concludo, perché forse più di queste cose, vi aspettate che vi parli del contratto, poiché stavatepensando che me ne voglio andare senza dirvi nulla.

Credo che, anche come cittadino, possa avere il piacere di trattare di queste cose.Io so quanto è stato fatto , secondo me opportunamente, per cambiare la legge che vi faceva vivere in

condominio all’Aran.So anche quanto la Cisl e non per ragioni di piangeria, la storia lo dimostra, abbia voluto fare e abbia

fatto in questa direzione.La vostra collocazione, nell’ambito del diritto pubblicistico, non può essere soltanto un dato di crona-

ca ma a questo deve seguire un atteggiamento coerente da parte della politica.Io credo non sia solo vostro diritto ma un vostro dovere lavorare per una equiparazione con il comparto

sicurezza.Non so quando questo potrà accadere;perché, per dirla tutta, Rino lo sa, lo sa anche Ettore, l’amico Peppino pure, per una ventina di giorni

ho presieduto il tavolo del comparto, senza che fosse presente rappresentante del ministero dell’econo-mia, in una condizione, cari amici, che non era tanto facile;

perché qualche volta a me sembrava di essere come chi stupidamente se la suona è se la balla dasolo, che tanto sapevo che poi sarei dovuto andare la, dove inevitabilmente - in un Paese che giustamentesi è organizzato come è organizzato il nostro, tengono i cordoni della borsa.

Però io credo che, nell’ambito della responsabilità all’interno di un governo, l’indicazione che ci hafornito Ettore Rosato - che vi assicuro di vuole bene e che non passa settimana che lui non mi telefoni persollecitare la soluzione dei vostri problemi - sia sostenibile ricorrendo ad una sana azione sindacale.

Rino, se posso dirlo, essere un po’ sindacalisti, anche all’interno di un ambito governativo, non signi-fica imbarcarsi nel retro della politica significa; magari, senza supponenza, cercare di colmare qualchedistrazione che da altre parti può esserci stata.

Visto che non credo basti essere professori per non sbagliar nulla, capita anche ai professori di sba-gliare e capita anche nella quinta elementare di trovare dei rimedi.

Dunque in questo rapporto di sussidiarietà incrociata tra il sindacato e la politica, possiamo dire che,io credo, voi facciate bene a sollecitare quest’adeguamento che non comporta togliere nulla di niente alcomparto sicurezza, un comparto di eccellenza per antonomasia e credo che, ciò che il prefetto Pecoraroha avuto modo di accennarmi e del quale presumibilmente parlerà nel proprio intervento, al patto per lasicurezza che in quel comparto è stato predisposto, ci si può tranquillamente avvicinare in manieracomplementare e senza sovrapposizioni.

Perché se si raggiunge l’obiettivo nella sostanza, la forma può avere un significato molto relativo,pertanto al patto per la sicurezza potrà accompagnarsi anche il patto per il soccorso.

Credo che questa sia la strada.Badate che l’eccellenza della quale voi siete parte, a mio giudizio insieme a tutte le forze che com-

pongono il comparto difesa sicurezza, ha già un valore in sé e già è importante che voi ve la sentiatedentro, è già importante che questa alimenti l’orgoglio di appartenenza, però più che per il Paese, che

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per voi stessi, più per l’Italia e gli italiani.Che per il Corpo dei Vigili del Fuoco bisogna e io la penso come voi, che dopo le considerazioni,

dopo i complimenti di rito, dopo gli apprezzamenti di turno, conseguano i fatti.Io, nel mio piccolo, affianco ad Ettore ed agli altri amici, cercherò di fare la mia parte.

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Relazionedi Pompeo Mannone

Questa mattina affrontiamo un tema molto importante per i cittadini, ed anche particolarmente com-plesso. Lo scopo che ci prefiggiamo è quello di valutare insieme come migliorare la risposta delleistituzioni rispetto alla crescente domanda di sicurezza dei cittadini e del territorio.

Parliamo di sicurezza civile, quel tipo di sicurezza cioè, deputata ad assicurare l’incolumità dellepersone e l’integrità dei beni dai pericoli derivanti da fenomeni naturali od altri accadimenti emergenzialianche di tipo non convenzionale. Questi rappresentano ormai la quotidianità del soccorso. Pertantoparliamo di un’ attività che abbraccia sia la protezione civile che la difesa civile.

Ci riferiamo ad un sistema complesso di funzioni composite volte a migliorare la qualità della vita deicittadini in tutto il territorio del Paese.

C’è da costatare purtroppo che il sistema generale di risposta delle istituzioni nel suo insieme nonoffre ciò che i cittadini si aspettano e che rivendicano con forza.

Il tentativo odierno è quello di fare un’analisi dei punti di criticità del sistema sicurezza e soccorsopubblico partendo dall’esperienze quotidiane di chi opera sul campo e formulare proposte volte amigliorare la risposta complessiva dei vari interlocutori istituzionali ed in questo quadro in particolarecome adeguare alle necessità il ruolo insostituibile dei vigili del fuoco, asse sul quale si incentra e ruotal’intero sistema di soccorso ai cittadini.

Abbiamo l’ambizione di fornire alle forze politiche spunti di riflessione e proposte in grado dirazionalizzare ed ottimizzare l’intero apparato pubblico la cui inadeguatezza si è manifestata dramma-ticamente anche recentemente nel fronteggiare gli incendi boschivi che durante l’estate hanno devastatogran parte del centro sud del Paese.

Abbiamo dovuto registrare il triste bilancio degli effetti devastanti degli incendi boschivi : perdite divite umane, danni ingenti all’ambiente, all’ecosistema, al patrimonio boschivo, alle attività turistiche edal sistema produttivo di gran parte del Paese.

Un autentico flagello annunciato cui si è risposto in modo indegno per un Paese civile.Le polemiche politiche e i goffi scoop dei mass media hanno fatto la parte da leone. Hanno contribu-

ito a formare un quadro desolante agli occhi dell’opinione pubblica, soprattutto di quella che ha subitosulla propria pelle gli effetti degli incendi stessi. Talune di queste sono state false ed assolutamenteingenerose nei confronti dei vigili del fuoco, chiamati ad un impegno straordinario per fronteggiare ifuochi provocati contemporaneamente in più luoghi distanti fra di loro. Quasi come se fosse utilizzatauna strategia di guerra.

Il Governo, a fronte della situazione, avrebbe dovuto e potuto affrontare in modo organico il proble-ma, analizzandone le cause e gli effetti ; invece si è limitato ad emanare provvedimenti straordinari chehanno il solo fine di tamponare la situazione e non di correggerla in termini sistematici alla fonte.

Pensiamo che sia utile per i cittadini e per tutti gli interlocutori coinvolti dei vari settori affrontarel’argomento facendo in primo luogo un’attenta valutazione d’insieme del dettato normativo che ha disci-plinato la materia e dunque analizzare con attenzione i contenuti di riferimento.

In particolare sotto esame è la legge quadro sugli incendi boschivi ed il decreto legislativo n.112 del1988, i quali affidano le competenze della prevenzione e dell’estinzione degli incendi boschivi alleRegioni, le quali ai fini dell’estinzione degli incendi boschivi possono stipulare apposite convenzionicon il Corpo forestale e con il Corpo dei Vigili del fuoco.

La norma quadro sugli incendi boschivi definisce poi i contorni e la tipologia degli incendi boschivi,traccia cioè, in modo teorico il campo di azione delle Regioni e quello dei Vigili del Fuoco che, come ènoto, tra i vari compiti hanno la competenza generale sugli incendi e quindi chiamati nei fatti ad interve-nire in ogni circostanza allorquando c’è da salvaguardare beni o tutelare la vita.

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L’individuazione dei parametri per definire l’incendio boschivo è stato uno degli esercizi più parados-sali ed irrealistici che potesse fare il legislatore. Ha contribuito infatti, a determinare confusione ederesponsabilizzazione.

Il quadro normativo composto da diverse e sovrapponibili responsabilità ideato dal legislatore deter-mina di fatto la responsabilità di nessuno.

Anche in questa attività così delicata per la tutela del cittadino si è operato con il classico italicobizantinismo legislativo: molte leggi e nessuna chiara.

Chi ne subisce gli effetti sono i cittadini, soprattutto quelli più deboli che non possono fruire di mezzifinanziari per assicurare i loro beni.

Nel sistema ideato dal legislatore vi è anche l’identificazione di un altro soggetto istituzionale ilDipartimento della protezione civile che ha la competenza del coordinamento del soccorso aereo.

In sostanza tanti soggetti formalmente investiti di competenze pochi, a svolgerle in modo efficace,anzi nella maggior parte dei casi gli unici attori che effettuano la estinzione degli incendi sono solo i vigilidel fuoco. In molti territori si può affermare senza timore di essere smentiti che gli esclusivi protagonisti ditale attività sono solo i vigili del fuoco, nonostante la atavica carenza di organici, l’esiguità di bilancioche non consente di munirsi di mezzi ed attrezzature idonee per questo particolare tipo di incendio.

A ciò si aggiunga la scarsa opera di prevenzione degli incendi boschivi che le Regioni dovrebberoeffettuare sia per fare in modo che tali eventi non accadano sia per mitigarne gli effetti in caso diaccadimento ed anche in termini di deterrenza dei reati stimolando il censimento delle aree boschivebruciate al fine di evitare il proliferare degli incendi provocati, cioè dolosi.

Come si può facilmente dedurre dagli aspetti appena evidenziati il sistema nel suo insieme nonfunziona, la normativa di riferimento collegata ad altre norme che disciplinano le attività del Corponazionale dei vigili del fuoco ha vari punti critici che riteniamo possano essere superati con un approc-cio onesto, razionale e volto a rendere più funzionale l’azione complessiva delle istituzioni.

Tentiamo cioè, di fornire il nostro contributo al miglioramento del sistema nell’interesse generale deicittadini.

Dall’analisi alla proposta.Pensiamo che le Regioni di concerto con le autonomie locali debbano svolgere a pieno titolo con più

intensità ed efficacia ed in modo non episodico l’attività di prevenzione degli incendi boschivi.Questa azione primaria può essere svolta anche tramite apposite convenzioni con il Corpo Forestale

dello Stato, che può esercitare la sua funzione di polizia finalizzata a prevenire i reati dei cosiddettiincendiari (oltre il 90% degli incendi boschivi sono dolosi) e tramite gli operai forestali ed altri fare operadi pulizia delle aree boschive, costruire i sentieri tagliafuoco e controllare continuamente i boschitramite la presenza attiva in caso di principio di incendio.

L’ attività di estinzione degli incendi boschivi invece, in ragione di una competenza generale edesperienza quotidiana deve essere chiaramente affidata ai Vigili del Fuoco opportunamente adeguati intermini di uomini, mezzi ed attrezzature con annesso il coordinamento dei soccorsi a terra e le comuni-cazioni con la flotta aerea.

Tale attività deve essere collegata a quella di avvistamento degli incendi che comunque il Corponazionale dei Vigili del Fuoco può svolgere tramite i mezzi aerei a disposizione e con sistemi di rilevazioneautomatica degli incendi stessi

Questo disegno di sviluppo del sistema complessivo che deve trovare evidentemente una soluzionelegislativa deve anche dare risposte compiute in tema di utilizzo di risorse, della loro razionalizzazionee del loro impiego.

Siamo consapevoli che il progetto per sommi capi descritto oggi troverà resistenze e difficoltà direalizzazione per difese ad oltranza e istinti di conservazione, ma crediamo che si possa riformare nelsenso auspicato se si antepone la bontà delle idee agli interessi di nicchia, anche se i tempi probabilmen-te non saranno brevi.

I tempi delle decisioni politiche, infatti, non coincidono spesso con i bisogni immediati della collet-tività ma vogliamo sperare che talvolta ci possano essere delle eccezioni. E ci piace credere che alla finele nostre idee si affermeranno.

Nell’immediato penso che già stabilire che la pianificazione ed il coordinamento di coloro che

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interagiscono nello spegnimento degli incendi boschivi sia affidato ai Vigili del Fuoco sia un opera saggiae meritoria e darebbe il segno di voler migliorare la situazione pesante che ancora si vive nei territorisconvolti dalle recenti emergenze. Come dire, piccoli passi ma nella direzione giusta.

L’argomento che abbiamo affrontato sinora è un aspetto particolare del tema più generale che riguar-da il servizio della protezione civile nel Paese.

Protezione civile.Credo che la riflessione che le forze politiche, soprattutto i riformisti della attuale maggioranza deb-

bano fare sulla protezione civile debba essere a tutto campo: ampia, organica e soprattutto attuale, cioèbasata sullo scenario italiano ed internazionale ed attualizzata ai tempi che viviamo, senz’altro diversi daquelli che hanno caratterizzato le riflessioni degli anni ’90. In questo tenendo conto delle esperienzevissute e del contributo che proviene da chi opera , cioè da chi vive quotidianamente i problemi e puòfornire elementi concreti utili a migliorare il sistema in tutte le sue fasi complesse e variegate.

Lanciamo nuovamente un monito alla politica. La sicurezza dei cittadini, la loro protezione lasalvaguardia dei beni dai pericoli derivanti da fenomeni naturali od altri accadimenti emergenziali anchedi tipo non convenzionale non può essere un optional. Rispondere ai bisogni dei cittadini, fronteggiare ildilagare della percezione di insicurezza deve essere un dovere politico , istituzionale e sociale.

Noi vorremmo tanto che anche su questo tema la politica parli un po’ di meno e faccia un po’ di più.Contribuirebbe così a non aumentare quel solco profondo che c’è tra i cittadini e chi ne dovrebbe

rappresentare i bisogni nel Governo e nel Parlamento.Agire sulla sicurezza dei cittadini e del territorio va proprio nella direzione di avvicinare i cittadini

alle istituzioni e quindi creare gli anticorpi all’antipolitica che avanza.I fenomeni naturali sempre più intensi e devastanti, la fragilità del territorio, la forte spinta antropica,

lo sviluppo disordinato del territorio e lo spregiudicato abuso edilizio e infrastrutturale, nonché il rischioindustriale insieme al pericolo incombente relativo a potenziali ed eventuali attacchi terroristici cheintendono aggredire il vivere civile e l’economia del Paese diventati drammaticamente attuali dopo l’11settembre 2001, impongono una profonda riflessione sul sistema della protezione civile e anche suquello della difesa civile del terzo millennio.

Mi riferisco alle due attività pubbliche deputate a garantire la sicurezza civile del Paese, cioè, lagaranzia della continuità amministrativa della nazione , le sue infrastrutture, le comunicazioni, l’appara-to economico e logistico ecc. In una parola la sicurezza dei cittadini da eventi catastrofici naturali e quelliderivanti dall’azione sconsiderata dell’uomo.

La riflessione sui punti critici di tali importanti attività che vogliamo fornire agli interlocutori presenti,potrà consentire di trovare idonee ipotesi di soluzione. Se condivise tali ipotesi potranno essere assuntecome linea di riferimento per l’azione di Governo e del Parlamento ai fini dei necessari interventilegislativi, amministrativi ed organizzativi.

La prima considerazione è quella sullo stato di salute del territorio.Analisi del territorioDai dati ufficiali degli esperti si evince che l’Italia è un Paese a rischio, il 40% della popolazione vive

in zone a rischio sismico, il 64% degli edifici non hanno i requisiti antisismici, su centinaia di migliaia dipersone incombe il rischio vulcanico, le alluvioni e le frane sono ormai così ricorrenti da passare quasiinosservate, quindi forti dissesti idrogeologici ed interi territori bruciati. Un territorio dunque moltovulnerabile.

Se consideriamo poi che il costo delle emergenze e delle ricostruzioni degli ultimi venti anni è statopari a circa 200 mila miliardi delle vecchie lire , il tema in tutti i suoi aspetti assume connotati tali edimportanti per la politica , per l’istituzioni , per l’economia, per le forze sociali da essere consideratocentrale nel Paese.

Come è noto per gli addetti ai lavori il sistema di protezione civile, è un sistema complesso e composito,dove interagiscono interlocutori istituzionali,(centrali e locali) volontari ed i cittadini.

La protezione civile è materia a legislazione concorrente tra lo Stato e le Regioni.Essa si basa su quattro fasi fondamentali previsione, prevenzione, soccorso e ricostruzione.La prevenzione anche in questa attività come in altri campi di attività è l’opera primaria che spetta in

primo luogo alle Regioni ed alle Autonomie locali.

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In questo campo l’iniziativa da assumere non in termini episodici ma in modo programmatico perchéutile al Paese, è quella di diffondere nel modo più vasto possibile cultura di protezione civile tra icittadini, sia in termini di autoprotezione che di partecipazione civile e sociale.

Diffondere cultura di autoprotezione e con essa elementi di protezione collettiva tra i cittadini puòanche fornire la necessaria spinta nel sollecitare ed indurre le Istituzioni locali ad adoperarsi per farescelte opportune per la messa in sicurezza del territorio. La non partecipazione infatti, l’assenza diconoscenze specifiche, il mancato controllo, non aiuta a superare le difficoltà o i condizionamenti avolte non nobili ai quali gli amministratori locali sono soggetti.

Fare una sana prevenzione significa adottare nello sviluppo del proprio territorio parametri di sicu-rezza tali da evitare, ove possibile, l’insorgere degli eventi e comunque limitare gli effetti delle mini ograndi emergenze, a volte devastanti sulla popolazione e sulla vita sociale ed economica di interecomunità.

La realtà attuale dimostra che spesso tutto ciò diventa una semplice enunciazione di principio, essanon appartiene infatti ancora alla cultura politica ed amministrativa di moltissime zone del Paese.

Da un lato, c’è la sottovalutazione complessiva della prevenzione dai rischi appena tratteggiata;dall’altro c’e da rilevare che il sistema della protezione civile ha forti limiti e carenze anche in caso diaccadimento di un evento eccezionale, allorquando per fronteggiare l’evento viene richiesto il concorsodi molti soggetti istituzionali compreso le associazioni di volontari.

La fotografia impietosa della realtà operativa è che la macchina del sistema soccorso in emergenzanon risponde, come dovrebbe e potrebbe, nel fronteggiare i vari eventi calamitosi o comunque i fenome-ni straordinari che flagellano il Paese.

Le cause a nostro giudizio sono in primo luogo anche in questa attività di carattere legislativo: c’è daosservare infatti, che il complesso sistema di protezione civile ha trovato nel corso del tempo miriadi diprovvedimenti legislativi spesso contraddittori ed indefiniti. Questi hanno creato confusione organizzativa,ambiguità funzionali, uso a volte eccessivo e disinvolto delle ordinanze, dualismi istituzionali a livellocentrale, conflitti di competenze soprattutto a livello provinciale, tra le autorità di governo e quelle locali.Tutto questo si ripete spesso nella gestione delle varie emergenze.

In questo quadro estremamente incerto e scoordinato, dove interagiscono Il Dipartimento della Pro-tezione Civile della Presidenza del Consiglio, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco del soccorso pubblicoe della Difesa civile del Ministero dell’Interno, le Forze armate, le Forze dell’ordine, le Regioni , leprovince, i comuni, le associazioni di volontari di protezione civile ecc, l’unico elemento certo e chiaroe soprattutto rispondente, definito dal legislatore è quello che il Corpo Nazionale dei VVF è la compo-nente fondamentale del servizio di protezione civile,è titolare del soccorso pubblico, ha la competenzagenerale esclusiva nell’estinzione degli incendi ed è attore principale in ragione delle sue spiccate com-petenze nell’attività NBCR della difesa civile sullo scenario di soccorso anche in caso di accadimenti dinatura terroristica.

Il punto fermo su cui partire dunque è il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, riconosciuto da tutte leistituzioni ed apprezzato dal comune sentire dei cittadini, per lanciare una proposta razionale di miglio-ramento del sistema di protezione civile,della difesa civile e più in generale della sicurezza civile.

Come CISL quindi, riproponiamo su questo campo, l’idea, il modello e l’indicazione che ci sonosempre appartenuti e che pongono al centro del sistema – vale a dire della macchina operativa in caso diemergenza di varia natura– i Vigili del fuoco, e quindi il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorsopubblico e della difesa civile incardinato nel Ministero dell’Interno.

In questo quadro naturalmente non va sottovaluto la scelta del legislatore di individuare nelle Regionie negli Enti locali le autorità locali di protezione civile.

Né si può ignorare che la richiamata autorità delle Regioni e degli Enti locali in materia di protezionecivile ha determinato la crescita esponenziale del cosiddetto volontariato di protezione civile, sostenutodalle Regioni, dalle Province e dai Comuni.

Lo scenario che abbiamo di fronte registra quindi sul versante delle risorse umane a disposizione sulterritorio una composita ed eterogenea presenza di addetti a generiche “ attività di protezione civile “; suquello delle competenze una clamorosa indeterminatezza ai vari livelli e su quello delle risorse disponi-bili un budget elevatissimo irrazionalmente distribuito e quindi non finalizzato alle necessità del soccor-

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so. Tale caotica situazione può trovare ordine funzionale tramite lo sviluppo del Corpo Nazionale deivigili del fuoco e per quanto riguarda i livelli centrali prevedendo l’unificazione dei due Dipartimentidell’Interno e della Presidenza del consiglio.

Ciò, significa unificare le funzioni di coordinamento delle emergenze del dipartimento della Prote-zione civile della Presidenza del Consiglio in quello dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e delladifesa civile del Ministero dell’Interno deputato ad assicurare il soccorso pubblico.

Sul territorio,le Direzioni Regionali dei vigili del fuoco ed i Comandi provinciali strutture decentratedel Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco costituiranno l’esclusiva interfaccia dello Stato con le Regioni ele Autonomie locali.

La collaborazione istituzionale si dovrebbe estrinsecare anche con la disponibilità del Corpo Nazio-nale di Vigili del Fuoco a fornire la formazione specifica ai volontari di protezione civile, e di definire lapianificazione ed il coordinamento dell’intervento di tutti i soggetti coinvolti in caso di evento compresola gestione tecnica ed operativa dei volontari di protezione civile.

Una struttura di tale ampiezza ed importanza fortemente decentrata sul territorio potrà prevederenell’ambito del Ministero dell’interno la figura del vice ministro che coordina politicamente ed unitariamentel’attività di che trattasi di rilevanza tale da non essere seconda a quella relativa all’ordine pubblico.

D’altra parte l’attuale dibattito e l’attenzione che si registrano sul tema strategico della difesa civile afronte della grave escalation del terrorismo internazionale inducono il Governo a mantenere intatti ilivelli e le competenze istituzionali affidati prevalentemente al Ministero dell’Interno. Cosa che inevita-bilmente e responsabilmente apparterrà anche ai Governi futuri nelle prossime legislature.

Non si può immaginare infatti, come qualche politico ha sostenuto in passato, di delegare al Diparti-mento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio, la materia della Difesa civile, attività chepresuppone oltre il soccorso alle popolazioni, fasi delicate di prevenzione e previsione tipicamenteappannaggio dei servizi di intelligence e di ordine pubblico, ne si può immaginare per caratteristiche dicoordinamento della presidenza del consiglio la gestione diretta di tutti i Corpi dello stato o di tutti gli entiche interagiscono nel sistema di protezione civile. Ne si può considerare la nefasta ipotesi che qualcheregione avanza di regionalizzare il Corpo dei Vigili del Fuoco. Sarebbe la scelta più miope e grave che sipotrebbe fare nei confronti dei cittadini perché aumenterebbe colpevolmente le disuguaglianze giàesistenti nei vari territori del Paese.

Senza trascurare il fatto che in siffatte ipotesi il ministero dell’Interno privato dei Vigili del Fuocoassumerebbe i connotati di ministero di polizia questione così delicata che credo non possa appartenerealla sensibilità politica di nessuno, quantomeno di questa maggioranza politica.

C’e inoltre da ricordare a tale riguardo che quando nel passato fu assunta la decisione di affidare ilcoordinamento dei vari settori interessati alla protezione civile alla Presidenza del Consiglio, essa nacquedall’esigenza di individuare un soggetto istituzionale terzo, atto a coordinare i due principali attori ope-rativi del servizio fino alla fine degli anni 80, Il Ministero dell’Interno e quello della Difesa.

Riguardo le Forze Armate poi, sono note a tutti le scelte fatte di formare il cosiddetto esercitoprofessionistico con l’abolizione del servizio di leva e quindi il loro utilizzo è e sarà orientato oltre cheper la difesa del Paese in missioni internazionali. Pertanto è venuta meno nel sistema di protezione civilela cosiddetta forza lavoro di grande impatto operativo molto utile nella passate emergenze.

Anche per questo è importante e strategico per il sistema soccorso coinvolgere in modo pieno efunzionale l’apporto di centinaia di migliaia di volontari della protezione civile.

Il progetto, rappresenta quindi, anche in ragione delle suddette valutazioni, una risposta di raziona-lità di sistema, certezza del servizio, risposta professionale, utilizzo razionale delle risorse e soddisfazio-ne della domanda di sicurezza del cittadino.

Peraltro questa impostazione è già prevalentemente adottata nei maggiori Paesi Europei dove il servi-zio di protezione civile, proprio perché parte del concetto più ampio ed assorbente della sicurezzacivile, è attribuito al Ministero dell’Interno, né va sottaciuto che fino a qualche anno fa’ la protezionecivile veniva delegata dal Presidente del Consiglio proprio al Ministro dell’Interno.

Basti pensare al riguardo, solo per citare un esempio, che anche la Germania, paese di profondetradizioni federali ha nell’ambito del Ministero dell’interno il dipartimento della protezione civile e delladifesa civile.

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La proposta di cui siamo portatori è fortemente innovativa e come tale non avrà vita facile, ancheperché scardina convinzioni ed interessi consolidati, ha l’obbiettivo di costituire una struttura organica,completa ed efficiente deputata alla tutela della sicurezza del cittadino dai rischi ordinari e straordinari,massiccia, capillare e qualificata.

In questo progetto il Corpo Nazionale di vigili del fuoco tramite il Dipartimento del Ministero dell’In-terno deve essere il centro di propulsione per le attività di protezione civile , e nel territorio lo debbonoassicurare le Direzioni Regionali VVF ed i Comandi provinciali dei vigili del fuoco.

L’obbiettivo, è quello di chiarire le competenze, riconoscere ai Vigili del fuoco il coordinamento dellevarie forze coinvolte, deve essere quello di qualificare ed addestrare il volontariato di protezione civile,di farne parte integrante della struttura del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ai fini dell’adempimentodei compiti straordinari di protezione civile nelle varie calamità od eventi eccezionali.

In questo progetto le Direzioni regionali dei vigili del fuoco, ed i Comandi provinciali devono costi-tuire l’interfaccia dell’autorità locale in materia di protezione civile per quanto concerne la gestionedella fase operative altamente professionali nel primo momento topico dell’emergenza.

Questo percorso rappresenta la realizzazione concreta ed efficace del rapporto sinergico tra leistituzioni del Paese di cui spesso la politica parla e che nella realtà si traduce spesso in uno sterileaccaparramento di competenze, senza fornire ai cittadini alcun segnale di miglioramento del sistemapubblico.

Anche questo è un elemento che contribuisce allo scollamento che si registra tra la politica ed icittadini.

Il progetto nel suo complesso si ispira al principio di sussidiarietà ed a criteri di efficienza, efficacia,funzionalità ed economicità, parametri che anche il Ministro dell’economia Padoa Schioppa ed i detrattoridei pubblici dipendenti dovrebbero accogliere con disponibilità e favore.

Ancora una volta, ove ce ne fossa bisogno, vogliamo lasciare testimonianza di un sindacato cheprogetta e fa proposte ponendosi l’obiettivo di migliorare i servizi da rendere ai cittadini. Ci aspettiamoanalogo sforzo intellettuale e soprattutto decisioni da chi esercita responsabilità politiche. Come dire lanostra parte noi la facciamo sempre la politica in modo masochistico si fa attendere colpevolmente.

La sfida che lanciamo, è di grandi proporzioni e quindi molto ambiziosa proprio per le alte finalitàche persegue e non è per niente neutrale per il futuro del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

E’ indubbio, infatti, che un progetto del genere non potrebbe trovare sviluppo senza un consistenteincremento di organico, senza un sostanziale adeguamento delle risorse finanziarie del settore e senzauna valorizzazione professionale dei vigili del fuoco.

Le misure indispensabili per il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco sono il recupero di circa tremilaunità dovute al turn over e la programmazione per il prossimo triennio di 10 mila assunzioni. Ciò consen-tirebbe di avere una presenza capillare sul territorio di almeno i vigile del fuoco ogni 800 abitanti. Unrapporto maggiormente in linea con quelli europei.

Ciò coglie l’obiettivo di un tempo medio per raggiungere il luogo di intervento pari a 15 minutimigliorando così la qualità del servizio ed abbattendo gli incidenti sul lavoro che troppo spesso colpisco-no gli operatori nell’espletamento del servizio.

Voglio informare i non addetti ai lavori che effettuare un intervento di soccorso oltre i 15 minutisignifica sostanzialmente soltanto constare sul luogo la perdita di vite umane ed il censimento dei danniprovocati dall’evento.

E’ vitale altresì, il potenziamento del bilancio di gestione selvaggiamente tagliato dalle due ultimefinanziarie.

Le risorse finanziarie sono necessarie per il reintegro, la manutenzione e l’acquisizione dei mezzi edattrezzature, garantire la formazione al personale e quella esterna rivolta anche ai volontari di protezionecivile oltre che garantire l’operatività delle squadre d’intervento.

La formazione è un attività importante per tutto il mondo del lavoro ma per noi assume un valorefondamentale perché contribuisce alla salvaguardia dell’incolumità degli operatori ed a rendere un servi-zio migliore alla collettività.

Anche su questo versante la politica ed il Governo debbono assumere il dato che il termine omolo-gante di pubblica amministrazione è errato; ci sono le varie e diverse pubbliche amministrazioni ed in

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tale contesto ci sono quelli che come noi sono fornitoridi servizi essenziali ai cittadini.

La politica dei tagli generalizzati infatti, già di per sesbagliata, determina effetti devastanti per coloro che deb-bono assicurare la sicurezza ed il soccorso ai cittadini.

Una gestione seria ed onesta della politica dovrebbesaper selezionare ed argomentare le scelte senza scorcia-toie, senza facili e comode semplificazioni massificanti.

Chi ha la responsabilità di governo del Paese dovreb-be convincersi che talune attività in particolare necessita-no di investimenti perché questi sono produttivi e nonsono sperpero di denaro pubblico.

Non ci stanchiamo mai di dire che le azioni positiveche rivendichiamo dal Governo potrebbero qualificare lastessa classe politica perché darebbero la sensazione diinteressarsi ed avviare a soluzione problemi concreti del-la gente che vive una forte percezione di insicurezza dif-fusa.

Le risorse necessarie a questo fine si possono reperireproprio nell’ottica di razionalizzazione e finalizzazionedi quelle ingenti utilizzate a livello centrale e territorialenel campo della protezione civile.

Dopo aver analizzato le questioni strutturali edorganizzative non possiamo che parlare delle risorse uma-ne, essenziali e determinanti in qualsiasi processo cheriguarda le istituzioni, società ed il bene comune.

Mi riferisco ai vigili del fuoco, uomini e donne che mettono al servizio della collettività la loroprofessionalità, il loro coraggio, a volte anche la propria vita.

Lavoratori a cui non viene riconosciuta, se non a parole, l’insostituibile funzione nel Paese.Tutto il mondo del lavoro, come sappiamo, è coinvolto dalla cosiddetta questione salariale, della

difficoltà cioè, di salvaguardare il potere di acquisto dei salari.I vigili del fuoco hanno un problema in più perché oltre alla questione generale appena descritta

manifestano la sofferenza di non vedere riconosciuta la spiccata professionalità che esprimono quotidia-namente e neppure l’usura e la pericolosità della professione. E quindi c’è insoddisfazione anche sul-l’aspetto previdenziale.

E’ un problema serio, importante ed una giusta rivendicazione che deve trovare le soluzioni appropriatea cui il Governo deve rispondere in modo adeguato. Sinora si è operata una forte ingiustizia nei confrontidella categoria.

Solo recentemente qualche segnale di inversione di tendenza c’è stato ma assolutamente insufficienterispetto alle aspettative.

Non ho la competenza per affrontare in termini sociologici la condizione che vivono i Vigili delfuoco ma intercettando i bisogni della nostra gente, ho la netta percezione che se la situazione noncambia la delusione potrebbe generare lo scollamento con la mission istituzionale e questo è un prezzotroppo alto per i cittadini.

La nostra azione si fonda anche sull’altruismo e sul senso del dovere che si mal conciliano con ladelusione e la rabbia. A nostro giudizio questo pericoloso scollamento sarebbe più grave perfino diquello che si registra tra la politica ed i cittadini.

Concludo con l’appello finale al mondo politico di non sottovalutare le questioni poste oggi perchérisolverle darebbero lustro alla missione stessa della politica e farebbe percepire ai cittadini che c’èinteresse e rispetto per le loro necessità.

Grazie

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Convegno Pubblico Impiego

Convegno Pubblico Impiego CISL - Sergio D’Antoni

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Convegno Pubblico Impiego CISL - Savino Pezzotta

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ULTIMISSIME DA VIA DEI MILLEIl Segretario Generale

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Piero Landi

Formazione Sindacale

Formazione Sindacale

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Formazione Sindacale

Formazione Sindacale

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Capitolo 12

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RIUNIONEDEL CONSIGLIO GENERALE

NAZIONALE

Relazione della Segreteria

Care Amiche, Cari Amici,Siamo riuniti per svolgere il Consiglio Generale della Federazione dei Vigili del Fuoco al fine di

valutare l’attività politica, contrattuale ed organizzativa, svolta dalla nostra Organizzazione dal prece-dente consiglio generale e dalla assemblea organizzativa di Frascati del 3 ottobre scorso ad oggi.

Dobbiamo fare cioè, il bilancio dell’attività svolta negli ultimi mesi, valutare se le nostre lineepolitico- contrattuali e quelle più in generale tracciate dalla CISL stanno avanzando e quali ostacoliancora si frappongono alla loro realizzazione.

Ci corre l’obbligo, com’è nostro costume, prima di affrontare le questioni più specifiche categoriali,di fare un sintetico quadro dei temi più generali che riguardano il Paese, la politica, l’economia, lo statosociale, il sindacato.

Sul piano politico dopo la grande difficoltà ad operare da parte del Governo uscente, causa la suavariegata composizione e per l’esigua maggioranza presente al Senato di cui abbiamo ampiamentediscusso nella precedente assise, siamo passati alla crisi politica dello scorso mese e quindi alle elezionipolitiche di metà Aprile senza che i partiti riuscissero a mettere mano alle indispensabili modifiche allalegge elettorale, da tutti preannunciate e poi non apportate.

Pertanto la recente prova elettorale si è svolta con il cosiddetto porcellum nonostante la sensazionediffusa che difficilmente questa legge elettorale avrebbe potuto determinare una maggioranza tale daconsentire il governo del Paese.

La prima valutazione è che non ha prevalso l’antipolitica, anche perché, è evidente, quando vota piùdell’80% degli elettori, pur in leggero calo rispetto alle precedenti elezioni, significa che i cittadiniritengono che ci sia bisogno dei partiti e della politica, della sana politica aggiungo io.

L’esito del voto, facilitato sia dai nuovi assetti dei partiti che dalla pressante richiesta, avanzata daimaggiori di questi, mirata a non disperdere i voti sui piccoli raggruppamenti, ha premiato da un lato legrandi coalizioni e dall’altro ha reso, di fatto, il quadro politico più stabile.

Come dire i cittadini con il loro voto hanno operato, di fatto, le modifiche virtuali che i legislatori nonsono stati in grado di fare prima delle lezioni.

E’ stata fondamentale, infatti, la scelta di Berlusconi e Veltroni di andare alla sfida elettorale tagliandoi rapporti con le forze politiche ritenute non in linea con i rispettivi progetti politici.

Gli elettori hanno accettato tale schema assegnando al PDL, al PD ed ai loro alleati l’85% deiconsensi, sentenziando in sostanza la scomparsa in Parlamento della sinistra radicale e della destra estre-ma.

L’unico partito che ha resistito a questo trend, sostanzialmente maggioritario, è stato l’UDC, che,

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raggiungendo il quorum previsto, avrà la sua rappresentanza parlamentare, se pur estremamente ridottaal Senato.

Berlusconi ha vinto nettamente, ha ottenuto una maggioranza solida anche al Senato.Domani è prevista la prima riunione delle nuove Camere e, dopo la nomina dei Presidenti e dei Capi

gruppo parlamentari, inizierà il giro delle consultazioni e l’incarico al nuovo premier.La procedura di che trattasi dovrebbe concludersi entro la prima decade di maggio.La maggioranza parlamentare, come dicevo, è quindi ampia e tale da assicurare un Governo in

grado di assumere decisioni e con esse tentare di sollevare le sorti del Paese attraversato da gravi proble-mi economici e sociali.

Esigenza questa del Paese e del sindacato; in particolare del sindacato con i nostri valori e con lanostra predisposizione concertativa e contrattuale.

E’ indubbio, infatti, che la stabilità di governo aiuta anche l’esercizio del ruolo del sindacato e quindila rappresentazione e la risposta delle istanze dei lavoratori e dei pensionati.

La scarsa crescita economica, il limitato sviluppo, il mancato potere d’acquisto dei salari e dellepensioni, l’iniqua distribuzione della ricchezza hanno aumentato, infatti, il solco delle disuguaglianzeminando così anche l’indispensabile coesione sociale.

C’è molta più povertà e lo scoramento nella società sta allargandosi sempre più poiché viene amancare tra i cittadini la prospettiva del futuro.

Il presente viene gestito con grande preoccupazione e sofferenza.Siamo in una condizione angosciante nella quale, a differenza del passato, i padri non possono

coltivare la speranza di assicurare ai propri figli un futuro migliore del loro presente.La pressione fiscale poi, è diventata assolutamente intollerabile e non ha precedenti in Europa.Le tasse dei cittadini, quelle statali, a cui si sommano quelle regionali e comunali, la forte ripresa

dell’inflazione, la più alta dell’ultimo decennio, il mancato controllo sui prezzi e sulle tariffe, hannofortemente minato la tenuta del reddito delle famiglie ed hanno generato nuova povertà anche nei redditimedi che nel passato vivevano con meno preoccupazioni la propria esistenza.

La questione salariale e la politica dei redditi quindi, dovrà assumere centralità nelle strategie politi-che di qualsiasi Governo chiamato a gestire le complesse problematiche del Paese.

Per questo è necessario ed urgente che il nuovo Governo affronti insieme alle parti sociali i temifondamentali che fanno parte del documento unitariamente predisposto dalle Confederazioni, senzatrascurare il tema della sicurezza, questione strategica per gli interessi dei cittadini e per la società civile.

Auspichiamo che la politica faccia finalmente il salto di qualità, dovrà superare le pressioni dei poteriforti e dovrà aprirsi alla realtà sociale, dovrà intercettare i bisogni, leggere il diffuso malessere generalee correggere le disuguaglianze sempre più forti e pericolose per garantire la pace sociale.

Pensiamo che l’unica possibilità di rigenerazione della politica passi attraverso un rilancio della de-mocrazia partecipativa, tramite una valorizzazione del rapporto concertativo con le espressioni dellasocietà e quindi anche con il sindacato che deve essere riconosciuto in pieno quale protagonista deter-minante per il progredire e lo sviluppo sociale del Paese.

Le Confederazioni sono riuscite a concludere con il precedente Governo, pur in presenza di unamaggioranza parlamentare esigua, alcune importanti questioni in favore dei giovani e dei precari ed acorreggere le storture sul versante previdenziale della cosiddetta legge Maroni.

Ma molte cose si debbono ancora fare, in particolare è necessario:1. Il rilancio dello sviluppo e del sistema produttivo ed in particolare quello prioritario del mezzo-

giorno; senza sviluppo non c’è stato sociale ne distribuzione della ricchezza.2. Il sostegno del reddito e della lotta al caro vita anche con politiche di carattere fiscale e di control-

lo dei prezzi e delle tariffe che vadano a tutelare i redditi medio bassi e quelli del ceto medio, appunto lenuove fasce di povertà del Paese; insomma in uno slogan più salari, più pensioni meno fisco, più emigliori servizi pubblici

3. Il rilancio del tema sicurezza nel Paese in tutte le sue espressioni:dall’ordine pubblico , al soccorso alle popolazioni, fino al funzionamento della giustizia.

Nel merito, richiederemo al Governo di onorare gli impegni assunti dalla medesima coalizione,contenuti nella legge 252/04 e gli obiettivi in essa prefissati, quelli cioè, di raggiungere la

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perequazione retributiva e previdenziale dei Vigili del Fuoco con gli altri Corpi dello stato.4. la riforma del sistema contrattuale che preveda la detassazione dei benefici economici acquisiti

con la contrattazione di secondo livello.Riguardo al versante contrattuale nel nostro settore, com’è noto, siamo riusciti a rinnovare in termini

positivi il nostro contratto di lavoro.E’ stato il primo contratto di diritto pubblico con il quale abbiamo trasformato una buona parte degli

istituti contrattuali vigenti in norme di diritto pubblico e continuato il percorso graduale della equiparazioneretributiva con gli altri Corpi dello Stato.

Circa le risorse contrattuali, sono note a tutti le nostre azioni, finalizzate a rivendicare un ulteriorefinanziamento delle risorse disponibili, con il preciso scopo, in questa fase, di chiudere le trattativecontrattuali alla stessa stregua di quelle delle Forze di Polizia.

Tale risultato è stato raggiunto grazie alle risorse specifiche previste dalla Finanziaria 2008.I 6 milioni e mezzo di euro infatti, hanno consentito di ottenere lo stesso aumento medio contrattua-

le delle Forze di Polizia e l’aumento dell’indennità di turno e quello relativo all’indennità di presenzahanno consentito di fare un piccolo passo in avanti nel progressivo allineamento retributivo che perse-guiamo.

Voglio ricordare che tutto ciò è stato possibile, diversamente dal passato, grazie alla scelta operata delpassaggio al diritto pubblico.

Naturalmente la scelta del diritto pubblico rappresenta anche la condizione e dunque i presuppostiper continuare il percorso avviato e per raggiungere l’obiettivo di piena equiparazione retributiva con glialtri Corpi dello Stato prefissato.

Nel raggiungimento degli obiettivi contrattuali di carattere economico e normativo è stato importantel’approccio politico e negoziale manifestato nelle trattative dai sottosegretari Scanu e Rosato e dalladelegazione della Funzione pubblica e del Dipartimento.

Consiglio Generale Nazionale, Roma 2008

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Infatti, oltre gli attestati di grande considerazione del lavoro svolto dalla nostra categoria ed agliimpegni poi rispettati di reperire ulteriori risorse per il rinnovo del contratto, abbiamo registrato unagrande disponibilità a valutare le questioni da noi rappresentate.

Queste condizioni, sostanziatesi poi nella valutazione dell’intesa sul “ patto per il soccorso” e facili-tate indubbiamente dal fatto che operiamo in un comparto contrattuale autonomo e quindi senza icondizionamenti omologanti del sistema privatistico, ci fanno ben sperare in un futuro contrattuale checompleti il percorso volto al coglimento dei nostri obiettivi.

In ogni caso già la condizione di aver confermato, in pochi giorni di negoziato, la stragrande maggio-ranza del preesistente assetto normativo, la cui trasformazione, nel passato aveva necessitato di anni dinegoziato, la dice lunga sull’efficienza e sulla positività del nuovo sistema contrattuale.

A tal riguardo e proprio per dimostrare quanto affermato, vi consegneremo un documento di sintesinel quale, fermo restando la necessità di apportare le necessarie ed urgenti correzioni al Decreto Legisla-tivo 217/05, più volte avanzate nei confronti con l’Amministrazione, troverete enucleati gli obiettivivantaggi anche retributivi prodotti dal cambiamento ordinamentale intervenuto a partire dalla legge 252/04.

E’ evidente altresì ed è quasi superfluo ricordarlo al gruppo dirigente qui presente, che i beneficicomplessivi appena citati non sono la risoluzione generale della questione salariale degli appartenenti alCorpo ; rappresentano per ora degli avanzamenti ed hanno determinato i presupposti per progredire intale direzione.

Solo coloro condizionati ideologicamente, i soliti noti, fanno fatica a riconoscere tutto questo ed inmodo strumentale e demagogico cercano di far breccia in categoria criticando a prescindere e senza percontro proporre alternative che vadano nell’interesse del personale.

Finita la campagna della militarizzazione sono partiti con la lesione delle relazioni e dei dirittisindacali poi resisi conto delle sciocchezze annunciate, dopo qualche tentennamento hanno sottoscrittoil contratto con il quale sono stati riproposti gli stessi istituti contrattuali alcuni anche migliorati, previstinel contratto privatistico con annessi i diritti e le prerogative sindacali.

E’ triste constatare che questa visione parziale e di retroguardia caratterizzi ancora parte del movi-mento sindacale, per fortuna fortemente minoritario, che tuttavia, ha l’arroganza di pensare di imporrela propria posizione alla maggioranza del sindacato ed alla stragrande maggioranza dei lavoratori.

Non passerà questa velleitaria posizione non solo perché non è giusta e non siamo d’accordo, masoprattutto perché, non possiamo consentire che valutazioni sciatte ed elitarie vadano contro le aspetta-tive della generalità dei lavoratori.

Insieme al contratto come sapete in questo breve lasso di tempo abbiamo affrontato anche la que-stione relativa al patto per il soccorso ed anche in questa materia si sono registrate divisioni anche perchéi contenuti erano estremamente coincidenti con i nostri progetti di evoluzione del servizio e divalorizzazione professionale del personale operativo.

Le linee programmatiche in esso contenute infatti, sostanzialmente sono la traduzione concreta dellanostra linea politico contrattuale sullo sviluppo del servizio, sulla politica degli organici e sulle rivendicazionicontrattuali e previdenziali.

E’ nota a voi tutti l’impossibilità di definire il patto a causa dell’improvvisa crisi di Governo.Ebbene a riguardo abbiamo deciso, in attesa di rilanciare i contenuti del patto con il nuovo Governo,

di utilizzare il finanziamento dello stesso , 10 milioni di euro, inserendo lo stesso nel contratto di lavorofinalizzandone le risorse a migliorare il servizio da rendere ai cittadini incentivando l’impegno delpersonale.

Con tali risorse intendiamo infatti, ripristinare un istituto analogo all’ indennità di trasferta, incentivarei compensi per festività particolari, garantire le qualificazioni e le specializzazioni del personale oltre checonsentire l’operatività della squadra di soccorso. Prevedere altresì , la reperibilità del personale in casodi preannunciato evento calamitoso e consentire maggiori controlli di sicurezza antincendio alle attivitàproduttive e pubbliche.

In questo quadro, in tema di sicurezza antincendio, abbiamo contribuito a far ribadire le competenzedel Corpo sull’attività di prevenzione incendi e più in generale la sicurezza nell’ambito del decretolegislativo che ha disciplinato nei giorni scorsi la materia inerente la tutela della salute e della sicurezza

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sui luoghi di lavoro facendo altresì prevedere per gli inadempienti l’applicazione sanzionatoria nonprevista nel testo approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri.

Il provvedimento di che trattasi, di importanza straordinaria, è stato esteso anche alle piccole impre-se, ha semplificato e chiarito i vari obblighi, gli adempimenti, le responsabilità, le sanzioni e razionalizzatoil complesso sistema normativo in materia.

Ha dato una risposta normativa a fronte del tragico bollettino di decessi sul lavoro. Si è registratasinora infatti, una media di tre o quattro morti bianche al giorno nel Paese. Un triste primato di cui icittadini non hanno affatto bisogno.

Nonostante le forti critiche della Confindustria, indubbiamente è stato compiuto un passo in avantinella sicurezza, naturalmente bisognerà procedere con la prevenzione , con la formazione e con lapartecipazione che sono il vero cuore del problema.

Siamo consapevoli infatti, che una buona legge non è sufficiente per far cessare la catena di incidentisul lavoro ma pensiamo che inciderà sulla diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’argomento appena citato è utile per fare una riflessione comune insieme agli amici della consultadei dirigenti e dei direttivi, oggi presenti, sull’insieme dell’attività di prevenzione incendi e degli altricompiti svolti dal Corpo Nazionale dei VVF.

In primo luogo c’è da ricordare, e di questo ne andiamo fieri, che ci siamo battuti in tutti i luoghi enei vari ambienti istituzionali per difendere da attacchi esterni ed anche da complicità interne l’attività diprevenzione incendi perché la consideriamo attività fondamentale dello Stato volta a garantire la sicurez-za dei cittadini e non può che essere esercitata dal CNVVF.

Noi siamo convinti che la sicurezza per definizione non può essere un concetto di tipo privatistico,perché mal si concilia con il primato del profitto e quindi con la libera iniziativa privata e dunque deveessere garantita da un istituzione pubblica deputata a tutelare l’interesse generale dei cittadini.

E’ pur vero tuttavia che, se tale servizio alla collettività non viene garantito con tempestività , efficien-za ed efficacia, verranno alimentate le pressioni e gli alibi di coloro che con la scusa di semplificare leprocedure sostanzialmente mirano ad annullare la prevenzione dai rischi e quindi arrivare ad unaderegolation selvaggia pericolosissima quando si affronta la sicurezza pubblica nella quale è e deveessere insostituibile il controllo delle autorità competenti.

Basti pensare al riguardo che la maggioranza delle attività sottoposte al controllo risultano esserediverse da quanto riportato nel CPI o nella documentazione allegata alla Dichiarazione di inizio attività.

Dimostrazione ulteriore, ove fosse necessario, che l’illegalità è diffusa anche tra le attività in cui èprevisto il controllo figuriamoci tra quelle che non richiedono il certificato di prevenzione incendi.

Riguardo al miglioramento della risposta sulla prevenzione incendi del Corpo riteniamo necessariooperare su diversi fronti:

1) Aggiornamento dell’elenco delle attività soggette al controllo dei VVF(Superamento del DM 16.2.82 che riteniamo debba esser basato più sulle sostanze pericolose pre-

senti che sulle specifiche del tipo di attività)2) Uniformità sia delle norme tecniche che delle disposizioni interne che regolano le modalità di

espletamento del servizio.3) Maggiore qualità del servizio rivedendo l’impianto organizzativo dei comandi, l’estensione degli

addetti ai lavori , intensificazione dei controlli, ricerca di equilibrio dell’impegno complessivo dei funzio-nari tra le varie attività istituzionali da svolgere nei comandi senza trascurare l’attività di soccorso stretta-mente legata a quella della prevenzione.

In sostanza dovremo elaborare un progetto organico in materia che meglio disciplini il funzionamen-to e l’efficacia della risposta del servizio di sicurezza antincendio che è uno dei settori più importanti perla sicurezza generale dei cittadini, per il sistema produttivo del Paese e per garantire maggior sicurezzaagli operatori del soccorso .

Riguardo anche alla maggior sicurezza degli operatori la contrattazione integrativa all’uopo previstadovrà rispondere a tali esigenze immediate ed urgenti per migliorare la qualità del soccorso che dobbia-mo rendere ai cittadini.

Tutto ciò non è alternativo e non ci può far dimenticare la complessa ed articolata vertenza cheabbiamo intrapreso durante la discussione della recente finanziaria relativamente al grave problema

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degli organici ed a quello del potenziamento del bilancio.Il bilancio del Corpo, selvaggiamente tagliato, non consente appunto di garantire la normale attività

istituzionale già di per sé inadeguata alle esigenze di sicurezza dei cittadini.E’ superfluo anche sottolineare che tale bilancio non consente di fare formazione al personale, au-

mentano così i rischi professionali degli operatori e si peggiora la qualità del servizio da erogare .A tale riguardo ci interroghiamo e chiediamo all’Amministrazione notizie in merito alle risorse previ-

ste dalla finanziaria 2007, derivanti dai servizi aeroportuali, che avrebbero dovuto compensare i tagli albilancio ordinario operati precedentemente.

In merito pretendiamo una risposta e vogliamo partecipare alla discussione relativa all’individuazionedelle priorità sulle quali ripartire dette risorse.

L’Amministrazione ci dovrà anche informare come intende rispondere al problema dell’organico, giàinsufficiente ordinariamente, che viene depauperato dalla mancata copertura del turn over del personalee dalla ridotta stabilizzazione dei precari

Riguardo al personale rimane aperta e pressante il tema dei volontari dei vigili del fuoco , il lorostatus, la loro retribuzione, il loro rapporto con il personale permanente ed il loro sviluppo nel territorio.

E’ necessario riprendere ed affrontare la questione e necessariamente ottenere la revisione del regola-mento vigente anche alla luce del regime di diritto pubblico del personale permanente.

Con lo stesso spirito e con analoga determinazione dovremo rilanciare il progetto dello sviluppoistituzionale del Corpo nel quadro della Protezione Civile e della Difesa Civile oltre che adeguarlo alleesigenze in termini strutturali ed organizzativi, intervenendo sul funzionamento del Dipartimento centra-le, delleDirezioni Regionali, dei Comandi provinciali, a partire da quelli metropolitani.

Sul piano più politico, non appena il nuovo Governo si insedierà lanceremo nuovamente il nostroprogetto che abbiamo proposto nel Convegno di ottobre scorso organizzato dalla nostra Confederazio-ne.

Abbiamo ribadito nella circostanza i concetti di fondo del nostro progetto :- Vogliamo fare la nostra parte per una affermazione della cultura di protezione civile tra i cittadini;- Siamo per un servizio di protezione civile che espleti la funzione generale di prevenzione e

previsione degli eventi e per una razionale e funzionale attività che preveda, al centro del sistema, ladirezione ed il coordinamento del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco nelle fasi di primo soccorso;

- Rivendichiamo una struttura organizzativa unica che si occupi di difesa civile e protezione civile;- Siamo per il superamento dei dualismi, delle sovrapposizioni funzionali e per la riconducibilità

di tutta la gestione operativa delle predette attività al Ministero dell’Interno, con un’unica responsabilitàpolitica, anche tramite l’istituzione della figura del vice Ministro, a questa attività esclusivamente dedica-to, come avviene nella stragrande maggioranza dei Paesi europei;

- E’ necessario che si realizzi un sistema integrato che coinvolga in modo ordinato e sinergico gliattori del sistema, con un rapporto stretto e collaborativo tra Stato , Regioni ed Autonomie Locali e quinditra noi professionisti ed i volontari della protezione civile;

- All’interno del sistema, è necessaria una valorizzazione piena del Corpo e dei suoi vertici, alcentro e nel territorio, dando a questo fine forza ed autorevolezza alle Direzioni Regionali sia per l’attivitàinterna che per quella esterna con le Regioni e le Autonomie Locali.

- La valorizzazione del Corpo passa anche tramite l’integrazione nel Ministero con un riconosci-mento dei vertici tecnici a rango prefettizio, il consistente aumento dell’organico e dei finanziamenti ericonoscimenti retributivi e previdenziali del personale operativo del Corpo nazionale dei VVF alla stessastregua degli operatori della Polizia di Stato.

Come ricorderete nel convegno di ottobre affrontammo con decisione anche la questione specificadegli incendi boschivi, che tra breve purtroppo, come ogni anno, inizierà a flagellare il Paese.

Su questo versante coinvolgemmo anche la Commissione Bilancio del Senato nell’affrontare il temae le conclusioni di quel dibattito furono simili alle nostre proposte rivendicative istituzionali.

Infatti le conclusioni furono quelle di invitare il Governo a rivisitare la legge quadro sugli incendiboschivi, al fine di razionalizzare le risorse in campo e di migliorare la risposta operativa, di affidare alCorpo nazionale di vigili del fuoco il coordinamento dello spegnimento a terra degli incendi e di utiliz-

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zare il Corpo forestale per funzioni di tutela nel campo della prevenzione dei reati in tema di incendiboschivi.

Da questo quadro di riferimento è scaturito, grazie all’impegno del Prefetto Pecoraro, un intensorapporto a tre, tra il nostro Dipartimento quello della Protezione Civile e il Corpo forestale dello stato ene è scaturito un accordo positivo che nei giorni scorsi è stata siglato tra i vertici delle amministrazioniinteressate e che al pregio di chiarire per quanto possibile le collaborazioni istituzionali ed i rispettivilivelli di coordinamento a terra degli incendi boschivi.

Non possiamo anche a questo riguardo non valorizzare la nostra azione insieme a quella della Con-federazione che ha determinato degli importanti passi in avanti anche su questo versante.

Ci rimangono tuttavia ancora numerose altre questioni da affrontare e da avviare a soluzione..Nell’ambito della gestione del quotidiano infatti, non possiamo che denunciare nuovamente politi-

che scoordinate dei vari settori, dall’acquisto dei mezzi e delle attrezzature, alle politiche sugli organici,a quelle delle esigenze operative.

Ad oggi, l’unica iniziativa positiva in campo in quest’ottica e quella dell’ottimizzazione sul territoriodelle dotazioni organiche previste dalla legge, necessaria dopo la confusione sinora creata con gli incertied arbitrari atteggiamenti dell’Amministrazione.

Naturalmente serve per dare ordine alla materia , regole nei processi di gestione e certezze al perso-nale, ma non tratta lo sviluppo ed il potenziamento del Corpo che rivendichiamo ogni qual volta ilGoverno presenta le varie finanziarie in Parlamento.

Pretendiamo inoltre che l’Amministrazione si confronti con il Sindacato sui tutti i temi gestionali, siindividuino le priorità e sull’attuazione di queste necessita una sorta di cabina di regia che controllil’attuazione conforme alle decisioni assunte.

Rivendichiamo proficue e moderne relazioni sindacali indispensabili per far progredire i processi disviluppo del Corpo e per trovare le sinergie necessarie volte a far fronte comune per dare dignità ad unaorganizzazione così amata dai cittadini e così trascurata dalla casta politica.

Sul versante ordinamentale, abbiamo dovuto constatare che sia le modifiche al D L.vo 139 che quelleal D.L.vo 217 si sono arenate a causa della scadenza dei termini della deleghe.

Consiglio Generale Nazionale, Roma 2008 Pompeo Mannone)

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Non possiamo a tale riguardo che essere fortemente critici circa l’atteggiamento dell’Amministrazio-ne che si è colpevolmente attardata nel mettere in campo le iniziative necessarie atte a ad accelerare l’iterprocedurale previsto. E neppure ci convincono le giustificazioni di maniera o il rimpallo delle responsa-bilità tra vertici politici ed amministrativi.

Sapete il lavoro svolto a tale riguardo sui due provvedimenti e come abbiamo portato avanti le nostreproposte per apportare elementi correttivi ed integrativi ai testi che non richiamo oggi perché noti a tuttivoi ed al personale.

Su questo argomento infatti, ampia informazione di dettaglio è stata a voi fornita dopo le valutazionidell’Esecutivo.

Giova in merito sottolineare perché oggetto di dura contestazione ed anche perché la solitastrumentalizzazione regna sovrana tra il personale, richiamare le richieste di modifica che avevamorichiesto nella fase di discussione del decreto legislativo 217 per quanto concerne i passaggi di qualifica.

Avevamo rivendicato la necessità in via transitoria ed al fine di recuperare i ritardi dell’Amministrazio-ne nella emanazione dei bandi di concorso di procedere in via straordinaria per le decorrenze pregressesolo con la procedura a titoli.

Se l’Amministrazione infatti, avesse operato fin dal 1 gennaio 2006 non ci saremmo trovati in questapesante situazione.

Ricordo in merito che il sistema di tutelare da un lato gli anziani e dall’altro i giovani meritevoli è statoun concetto che da sempre ci appartiene ed aveva trovato una sua definizione nel doppio binario previstodal 217; ma fatto salvo il principio, l’indeterminatezza dell’Amministrazione ci ha portato ai giorniodierni, nei quali la stessa Amministrazione allo scopo di recuperare il tempo perso e per accelerare leprocedure, ci ha fatto la proposta a voi nota, che abbiamo rigettato perché discriminante pur se cogliel’obiettivo di abbreviare notevolmente i tempi della procedura concorsuale e, così facendo, coprirerapidamente i vuoti dei capisquadra e nel contempo attivare la mobilità del personale.

Al di là della situazione contingente richiediamo comunque la predisposizione di un apposito dise-gno di legge governativo che racchiuda organicamente le modifiche sopra indicate ed altre proposizioniriguardanti gli assetti delle Direzioni regionali, quelle dei Comandi, in particolare quelli metropolitani eil riassetto del Dipartimento centrale.

Auspichiamo un diverso e significativo salto di qualità non solo della politica ma anche un diverso epiù incisivo impegno dei vertici burocratici e la realizzazione di proficui e certi rapporti sindacali.

Naturalmente gli atteggiamenti dell’Amministrazione sono alimentati o giustificati anche dallo statodei rapporti unitari.

Purtroppo non è cambiata molto la situazione rispetto ad alcuni mesi or sono.I rapporti unitari in particolare con la CGIL di categoria sono ancora molto difficili da perseguire.Siamo riusciti a trovare fragili sintesi durante la discussione della legge finanziaria e successivamente,

dando sfoggio di grande opera di mediazione, a determinare la stipula unitaria del recente contratto dilavoro.

Poca cosa dunque, ma auspichiamo e vogliamo sperare, oggi più che mai, che sia foriera di inteseunitarie più ampie e convinte sui vari temi sul tappeto anche se l’impresa appare ardua e molto comples-sa dato il loro perdurante ancoraggio a vecchi schemi superati dalla ragionevolezza e dai tempi.

Deve essere chiaro però che, nonostante il nobile tentativo da noi messo in campo, ciò non ci può farabiurare dalle nostre convinzioni e dalle nostre linee programmatiche pur se annettiamo all’unità sinda-cale un valore aggiunto importante per consentire di arrivare agli obiettivi di interesse generale dellacategoria.

Tutto questo appena descritto ci convince, ove ce ne fosse ancora bisogno, siamo dalla parte dellaragione e siamo soprattutto dalla parte dei lavoratori ai quali abbiamo fornito l’unica prospettiva possi-bile di sollevazione rispetto allo stato di insoddisfazione diffuso tra il personale.

La nostra impostazione ci ha consentito, ieri ed oggi, di essere il sindacato più rappresentativo, pur semanifestiamo in qualche realtà territoriale alcune incertezze di troppo che dobbiamo rapidamente supe-rare con un nuovo e diverso slancio e con maggiore impegno.

Siamo in attesa di verificare i dati della nuova rappresentatività del CNVVF al 31 dicembre 2007,auspicando di vedere confermati i dati del 2006, pur se subiamo anche noi e più degli altri, a causa del

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nostro alto numero di adesioni, il grosso numero di pensionati nell’anno appena passato.Riguardo i pensionati ed alfine di tutelarli anche nella loro attuale condizione abbiamo nei giorni

scorsi stipulato una convenzione tra la nostra federazione e quella dei pensionati per favorire la loroadesione nella Cisl pensionati prevedendo in cambio anche dei ritorni finanziari alla nostra federazione.Ovviamente tutto ciò nella direzione di accrescere la rappresentanza delle due federazioni.

Riguardo alla rappresentanza, in ogni caso, continuiamo ad esser di gran lunga il primo sindacato eciò è causa anche degli attacchi di altri che vorrebbero mettere in discussione il nostro ruolo di guidadell’intero movimento sindacale.

Naturalmente questo primato è da ascrivere principalmente a voi tutti, che lavorate quotidianamen-te in mezzo alla gente e che vi sacrificate a sostenere le aspirazioni della categoria per una condizione dilavoro migliore e più dignitosa.

Dobbiamo sentirci tutti impegnati a fare di più e meglio, intensificando la presenza tra i lavoratori,promuovendo corsi di formazione sindacale e facendo opera di coinvolgimento di nuove leve, linfavitale della nostra Organizzazione.

Ci impegnano altresì, di progettare e programmare insieme all’Esecutivo interventi mirati nelle strut-ture in difficoltà anche tramite progetti specifici di proselitismo ed appositi sostegni anche di naturaeconomica.

Cercheremo quindi, di rinforzare ed adeguare le strutture sindacali al centro e sul territorio con ilcontributo del Comitato esecutivo, cercando così di creare le condizioni per un futuro migliore dell’Or-ganizzazione.

Dovremo operare il rilancio sulla base delle linee e delle conclusioni tracciate dall’Assembleaorganizzativa della Cisl del novembre scorso, affinando le politiche organizzative, dei servizi e diproselitismo.

In questo quadro, ricorderete, oltre quella del proselitismo e della politica dei quadri, è di particolarerilievo quella relativa agli accorpamenti, nella quale vengono proposti nuovi assetti categoriali cheriguarderanno anche la nostra Federazione dei Vigili del Fuoco.

Consiglio Generale Nazionale, Roma 2008

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A tal riguardo la Confederazione come sapete, ha deliberato l’istituzione della Federazione dellaSicurezza, in cui accorpare i Vigili del fuoco, la Polizia di Stato, la Polizia penitenziaria ed i Forestali.

E’ un’idea che abbiamo lanciato al nostro scorso Congresso e che oggi sta prendendo vita, nonostan-te le difficoltà che ancora permangono per la sua realizzazione.

Il documento finale della Cisl indica un percorso dove conferma l’obiettivo finale e prevede ancheuna fase di prima attuazione con il passaggio in piena autonomia politica organizzativa e finanziariaall’interno della federazione del pubblico impiego.

Confermiamo la valenza generale del progetto finale che riteniamo il migliore dal punto di vista delrespiro politico ed organizzativo che ha l’ambizione di raggruppare gli uomini e le donne in uniformeche assicurano servizi fondamentali nel Paese.

La commissione dell’esecutivo confederale, all’uopo prevista, dovrà delineare le tappe del percorsoal fine di renderlo esigibile e conforme all’obiettivo politico organizzativo assunto dal massimo organodeliberante della confederazione.

Il nostro approccio è positivo e costruttivo e saremo rispettosi delle decisioni che la Confederazioneha assunto e che d’intesa con le federazioni interessate dovrà trasformare in passi concreti.

Al momento non sono stati delineati passaggi concreti, nel breve tuttavia, nei prossimi mesi dovremoaffrontare la questione e delineare le tappe del percorso, tra noi, la federazione del pubblico impiego e laConfederazione.

In funzione dei prossimi sviluppi a riguardo e sulla base della proposta relativa anche ai tempi ed allemodalità di costruzione del nuovo assetto organizzativo, dovremo elaborare una proposta organica diriassetto della struttura centrale ed anche delle strutture territoriali che tenga conto delle esigenze com-plessive della struttura e dei nuovi scenari organizzativi.

Come sempre ne discuteremo negli organismi e ne attueremo le decisioni.Ancora una volta, con passione e responsabilità, ci sentiamo fortemente impegnati tutti, a partire da

me, a creare le migliori condizioni per dare continuità, più forza e qualità all’Organizzazione per ilpresente e per il futuro.

Grazie

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DOCUMENTO FINALE

Il Consiglio Generale della Federazione VVF CISL si è riunito il 28 e 29 aprile 2007 presso L’IstitutoSuperiore Antincendi (Roma) per l’analisi della attività politico – sindacale, contrattuale ed organizzativa.

Il Consiglio Generale, udita la relazione politica ed organizzativa della Segreteria Nazionale, coninclusi il bilancio consuntivo 2007 e preventivo 2008, li approva.

Tali relazioni unitamente ai contributi, agli arricchimenti, ed alle conclusioni del dibattito, rappresen-tano la continuità dell’azione politica, rivendicativa e contrattuale indicata dal I° Congresso della Federa-zione, costituiscono altresì il riferimento per le politiche sindacali future.

PRENDE ATTODell’esito del voto espresso nell’ambito delle recentissime elezioni politiche, sia in termini di parteci-

pazione dei cittadini, sia con riferimento ai suoi risultati finali. Aspetti questi ultimi che da un lato riaffermanola coesione tra corpo elettorale e partiti politici, e che dall’altro esprimo la grande responsabilità deglielettori, i quali, di fatto, hanno proceduto ad una modifica pur virtuale della legge elettorale.

ESPRIME PREOCCUPAZIONEper la situazione economico – finanziaria in cui versa il Paese, situazione che ogni giorno di più

amplifica i solco delle disuguaglianze, minando così alla radice l’indispensabile principio della coesionesociale tra i cittadini.

FA PROPRIEle rivendicazioni predisposte ed unitariamente formalizzate dalle Confederazioni CGIL CISL UIL,

rammentate nella relazione introduttiva e rafforzate dall’autorevole contributo del Segretario Confederaleper il P.I. Gianni Baratta, afferenti al rilancio dello sviluppo del sistema produttivo, alle politiche di soste-gno dei redditi, al rilancio del tema della sicurezza in tutte le sue espressioni, alla riforma del sistemacontrattuale di secondo livello ed alla relativa detassazione dei benefici economici.

AUSPICAche l’istituendo Governo sappia cogliere, con immediatezza, lo stato reale del Paese, al fine di predi-

sporre i necessari provvedimenti risolutivi; questo in armonia e confronto con le Parti sociali, attraversouna comune assunzione di responsabilità. In questo quadro di collaborazione avrà un ruolo determinan-te la politica, se riuscirà ad essere interprete dei bisogni diffusi della gente, e se riuscirà ad intraprendereuna azione concreta ed efficace, soprattutto a tutela delle categorie più povere del Paese.

APPREZZAcon soddisfazione, i risultati economico - normativi conseguiti attraverso il primo contratto di diritto

pubblico. I dati economici, oggettivamente dimostrabili e soprattutto dimostrati, gli aspetti normativiparticolarmente tutelanti nei confronti del personale e la rapidità delle trattative negoziali, non possono

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che essere considerati quali risultati positivi del progetto iniziale. Tale progetto non ha visto ancora la suanaturale conclusione, ossia la completa equiparazione economico - normativa dei Vigili del Fuoco allealtre Forze di Polizia ad ordinamento civile; in ogni caso i risultati parziali, sino ad ora conseguiti, lascia-no ben sperare in riferimento alla realizzazione dello scopo finale che ci si è preposti. Non possonoinoltre essere sottaciuti gli esiti positivi del Patto per il soccorso che pur se non definito in termini diaccordo con il Governo, ha comunque prodotto un considerevole incremento di risorse spendibili afavore del personale.

VALUTA POSITIVOl’impegno profuso e le iniziative intraprese in tema di sicurezza sul lavoro e con riferimento al tema

della prevenzione incendi. Questi elementi cardine, connotano in modo particolare il lavoro svolto daiVigili del Fuoco e abbisognano di continua difesa, contro coloro che antepongono il profitto alle realinecessità di sicurezza dei cittadini e dei lavoratori. Apprezza inoltre la programmazione di una iniziativapolitica da intraprendere nei confronti del Governo, al fine di rilanciare il progetto già presentato nelConvegno di ottobre 2007, inerente al tema generale della “Protezione Civile”, ed in seno a questo aquello più particolare degli “Incendi boschivi”.

In questo quadro, valuta altresì positivo, l’apporto fornito dalla Consulta dei dirigenti e dei direttivi,auspicando il massimo raccordo e sinergia tra i referenti della medesima e i responsabili territoriali dicategoria e della confederazione, allo scopo di valorizzare l’azione del CNVVF sul territorio, soprattuttosugli importanti aspetti concernenti le attività di prevenzione e di tutela della sicurezza del lavoro.

ESPRIME PREOCCUPAZIONEper il grave stato in cui versa l’organizzazione antincendi, sintomatico della disattenzione che le

autorità politiche hanno sinora prestato a tale settore cruciale per la sicurezza del cittadino. La rilevantecarenza delle risorse umane e finanziarie, stanno minando alla base la stessa funzionalità del dispositivodi soccorso, con innegabili risvolti anche in termini di sicurezza sul lavoro.

La ridistribuzione del personale sul territorio tenta di conseguire un minimo di razionalizzazione, manon è la soluzione del problema più generale che può passare solo attraverso una politica di potenziamentodelle dotazioni organiche.

Ad oggi, purtroppo, non riescono ancora a vedere la luce i concorsi interni a Cs, e questo per le soleinadempienze dell’Amministrazione. Quest’ultima infatti, nell’ambito di questa ristretta materia, non haproceduto ad una puntuale e mirata applicazione del D.L.vo 217/2005 che se condotta nei terminiespressi e nei tempi previsti, avrebbe sicuramente evitato lo stato di crisi denunciato.

Sullo stesso piano ci si può riferire alle necessarie assunzioni indispensabili a coprire il turn over chead oggi si attesta su di un livello mai raggiunto nel passato.

Analoghe riflessioni possono essere fatte in tema di politiche sull’acquisto dei mezzi e delle attrezza-ture, ad oggi sin troppo scoordinate.

Sul versante delle relazioni sindacali occorre ancora un considerevole sforzo da parte dell’Ammini-strazione che deve contribuire a moderne e proficue relazioni, anche attraverso un sistema congiunto dicontrollo sull’adempimento degli obblighi assunti.

Profonda critica si esprime infine con riferimento alla mancate modifiche del D.L.vo 217/2005 e delD.L.vo 139/2006

DA MANDATOalla Segreteria Nazionale in stretto rapporto con il Comitato esecutivo, di assumere, a sostegno delle

rivendicazioni in essere , le dovute iniziative, se necessario anche ricorrendo allo sciopero nazionale,auspicando la condivisione e l’adesione delle altre organizzazioni sindacali del Corpo Nazionale deiVigili del fuoco. Il Consiglio Generale, relativamente all’aspetto organizzativo delle Federazione VVFCISL, nel prendere atto della riaffermazione della nostra Federazione come primo sindacato in categoriae del crescente consenso tra i lavoratori, ringrazia tutti i responsabili sindacali del risultato acquisito ed

AUSPICAun ulteriore accrescimento dei consensi tra i lavoratori, attraverso lo sviluppo dell’azione e del

proselitismo e della formazione dei quadri, al fine di garantire una maggiore e più qualificata presenza intutto il territorio e conseguentemente il raggiungimento di una adeguata agibilità sindacale.

CONDIVIDE

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gli indirizzi relativi alla creazione della Federazione della Sicurezza e ne auspica la realizzazionesulla base delle necessarie convergenze delle altre categorie interessate e della stessa Confederazione.Condivide inoltre l’iniziativa intrapresa a favore della collaborazione con la Federazione CISL dei Pensio-nati.

Infine, il Consiglio Generale, nel condividere la relazione sullo stato finanziario ed organizzativodell’organizzazione, approva il bilancio consuntivo del 2007 e quello preventivo per l’anno 2008.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’

Roma, 29 aprile 2008

Consiglio Generale Nazionale, Roma 2008

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PREMESSALo scopo di questo documento nasce dalla esigenza di fornire ai lavoratori gli strumenti utili ad

esprimere un giudizio ponderato ed oggettivo, quindi edulcorato dai condizionamenti politici od ideolo-gici, sugli effetti “reali” e non presunti del cambiamento intervenuto nel rapporto di lavoro dei vigili delfuoco a seguito della Legge 252 del 2004 e del successivo Decreto Legislativo 217 del 2006, che rinnoval’ordinamento professionale nonché a rinnovo contrattuale avvenuto, sia per il biennio economico 2006– 2007 che per una parte del sistema normativo.

La condizione che l’obbiettivo prefisso sia raggiunto sta, inoltre, nella capacità dei nostri quadri diassumerne le linee fondamentali su cui il documento si muove, nei nostri associati di farlo proprio ancheattraverso una analisi critica, ai lavoratori di altri sindacati di valutarlo con obbiettività, certi come siamoche al di là ed al di sopra delle pur prevedibili e comprensibili dinamiche sindacali che si determinanonel caso di cambiamenti, come è questa, di una certa rilevanza, quello che conta per la nostra gente èottenere una migliore condizione economica, avere certezza di poter progredire professionalmente,mantenere ed accrescere le tutele ed i diritti che i lavoratori del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco sisono conquistati in anni di dure battaglie.

Tutto questo, nella consapevolezza che gli impianti normativi che sostanziano il cambiamento sonocarenti e necessitano di consistenti miglioramenti, che facciamo parte anche noi di un sistema generale ilquale risente delle compatibilità economiche del Paese, che soffriamo, come gli altri lavoratori, di livellidi tassazione di redditi che non ha eguali in Europa, che scontiamo , infine, dinamiche retributive non inlinea con l’incremento reale dei prezzi e, quindi, un generalizzato depauperamento del potere d’acqui-sto delle retribuzioni.

L’avere coscienza di questi limiti non può né deve esimerci dal mettere in gioco il nostro rinnovatoimpegno, auspicabilmente condiviso ed unitariamente sostenuto, per migliorare, quotidianamente, lostato complessivo della categoria e dei lavoratori che vi fanno parte.

IL SEGRETARIO GENERALE(Pompeo Mannone)

BILANCIO DIRITTO PUBBLICO

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capitolo 12356 2008

SOMMARIO:

Linee strategiche su cui si delinea il nuovo ordinamento

I limiti del nuovo assetto ordinamentale

I benefici economici derivanti dall’applicazione del nuovo ordinamento

Il sistema delle promozioni a ruolo aperto rispetto al previgente sistema privatistico

I concorsi straordinari

Il rinnovo contrattuale; le disponibilità finanziarie aggiuntive;il risultato economico complessivo; la parte normativa

Il “Patto per il soccorso”

Il nuovo ordinamentoIl nuovo ordinamento, anziché le qualifiche, istituisce i ruoli, li differenzia tra personale non direttivo

e non dirigente e direttivo e dirigente, identifica, come previsto dalla Legge 252/04, due distinte aree dicontrattazione per il personale ( direttivo e dirigente e non) delinea infine le funzioni delle varie qualifi-che ( vecchi profili professionali ).

Inoltre stabilisce le modalità di promozione alle qualifiche superiori, che possono essere accomunatealle cosiddette “progressioni economiche orizzontali” previste dal precedente ordinamento e le modalitàed i criteri per il passaggio ai ruoli superiori, che nel preesistente ordinamento invece si chiamavano“passaggi tra aree”.

L’innovazione maggiore introdotta dal nuovo ordinamento è che le promozioni avvengono “a ruoloaperto” e sulla base della maturazione di anzianità predeterminate, cioè senza vincoli numerici e, so-prattutto senza che gli oneri di tali operazioni siano caricati sulle risorse contrattuali.

Ad esempio, c’è assoluta certezza che un vigile, dopo 5 anni di anzianità, venga promosso vigilequalificato, che dopo 10 anni venga promosso a vigile esperto e così via.

Così come è certo che un capo squadra acquisisca, man mano che matura l’anzianità prevista, lequalifiche di capo squadra esperto e capo squadra esperto con scatto convenzionale.

L’unica condizione per l’attribuzione delle qualifiche superiori, e cioè delle promozioni, è subordi-nata al fatto che il personale, nel biennio precedente, non abbia avuto una sanzione disciplinare maggio-re delle sanzione pecuniaria, cioè non abbia avuto inflitta la sospensione dalla qualifica.

Le promozioni a ruolo aperto, a tutti gli effetti decorrono dalla data nella quale il dipendente hamaturato il diritto, anche se il Consiglio di Amministrazione, che è l’organo deputato ad approvarle, le hadeliberate successivamente alla data di maturazione della anzianità prevista per nomina ( ad esempio unvigile matura i 5 anni il 1° gennaio ed il CdA approva la nuova qualifica in data successiva)

Per i passaggi da un ruolo a quello superiore ( ad esempio dal ruolo dei Capo Squadra e Capo Repartoa quello degli Ispettori e Sostituti direttori Antincendi ) si conferma sostanzialmente la vecchia normativa,che prevede il concorso ad esame e titoli ed il possesso del relativo titolo di studio.

Il sistema delle cosiddette promozioni “a ruolo aperto” trova applicazione esclusivamente nel regimecontrattuale di “diritto pubblico” essendo stato abrogato, per i dipendenti inseriti nel sistema contrattualeprivatistico dal 1994, cioè subito dopo l’approvazione del D.Leg.vo 29/93.

Si tratta quindi di una grande e positiva innovazione; basti pensare che precedentemente, le progres-sioni orizzontali ( ad es nel casso dei vigili il passaggio da B1 a B1/1 ) erano necessariamente finanziate

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dal Fondo Unico di Amministrazione e quindi dalle risorse contrattuali.Peraltro, essendo il tutto il personale del CNVF inserito nell’area pubblicistica, tale sistema è applicabile

anche ai settori amministrativi tecnici informatici.Questo, diversamente da altri comparti pubblicistici ( vedi Polizia di Stato ) in cui il personale soggetto

al sistema pubblicistico è solo quello in divisa mentre il restante personale amministrativo restacontrattualizzato in regime di diritto privato.

I limiti del nuovo assetto ordinamentale.Benché caratterizzato dagli aspetti positivi prima detti, il nuovo assetto ordinamentale mostra subito

taluni limiti e si caratterizza per un impostazione che, pur confermando sostanzialmente le dinamiche diprogressione nelle carriere, non garantisce appieno in talune qualifiche gli opportuni sviluppi professio-nali.

Infatti, la mancata previsione del ruolo direttivo speciale ad esaurimento del personale operativo edamministrativo collocato nelle vecchie qualifiche C1, C2 e C3 determina un parziale riconoscimentodelle funzioni svolte ed il percorso professionale più lungo nel cosiddetto ruolo diplomati, col risultato diprevedere, invece dei tre livelli preesistenti, un percorso su 5 qualifiche.

Altri punti di caduta:· La lungaggine delle modalità di promozione della quota del 40 per cento relativa alle promozioni

a Capo squadra, capo reparto ed assistente, derivante dalle inadempienze dell’Amministrazione chedetermina inaccettabili tempi di gestione dei concorsi soprattutto di quelli relativi al pregresso.

· La non accettazione della nostra proposta di modificare l’assetto del ruolo dei capi squadra e caporeparto, prevedendo la figura intermedia del capo reparto – ispettore quale terminale della carriera deicapo reparto ed iniziale della carriera degli ispettori. Questo sistema, accanto allo costituzione del ruoload esaurimento dei CTA avrebbe permesso la riduzione delle qualifiche del personale diplomato, ilgiusto riconoscimento professionale del personale CTA anziano, e la valorizzazione del personale caporeparto. Tale impostazione, avrebbe dovuto trovare applicazione ,anche per il personale amministrativo.

In sostanza, e pur con le positività prima sottolineate, il nuovo ordinamento del personale del CorpoNazionale dei vigili del fuoco abbisogna di modifiche su taluni aspetti e delle opportune integrazioni perrenderlo più aderente alle esigenze del personale.

Per fare questo si deve procedere ad una convinta e condivisa iniziative legislativa che abbia comepresupposto il reperimento di risorse economiche necessarie per il finanziamento delle modifiche richie-ste e necessarie.

Come sapete avevamo concordato tali sostanziali modifiche ed altre integrazioni al Decreto legisla-tivo 217 sempre nello spirito di contribuire a migliorare il primo testo che naturalmente non potevaessere perfetto; non a caso il legislatore aveva previsto la possibilità entro un anno dalla sua pubblicazio-ne la possibilità di modificarlo, e poi, purtroppo per ritardi amministrativi nell’iter procedurale previstoche ha determinato la scadenza dei termini della delega non ci ha consentito di raggiungere l’obiettivoprefissato.

L’ulteriore aspetto di ordine organizzativo è dare applicazione a tutti gli istituti che il Decreto legisla-tivo rinvia ad atti regolamentari

decreti ministeriali, ai numerosi concorsi straordinari previsti in fase di prima applicazione ed a tuttele materie che il Decreto Legislativo rinvia a successiva determinazione.

Una delle questioni cruciali su cui intervenire è la pubblicazione dei concorsi interni per i passaggidi ruolo subito dopo la rilevazione delle vacanze. Solo così sarà possibile, a regime, di accorciare i tempidelle procedure concorsuali e permettere ai vincitori l’attribuzione del trattamento economico dellaqualifica per la quale ha concorso.

L’esperienza di questi giorni relativa alle promozioni a capo squadra, per le quali si registra un inac-cettabile ritardo ( sono ferme al 2005 ) oltre alla complessità delle procedure, soprattutto sulla quota del40% dimostra il grave ritardo con il quale l’Amministrazione sta procedendo alle modifiche dei decreti,il caos che si sta determinando sulla definizione dei criteri di selezione; nel complesso il danno che si staperpetrando al servizio ed ai candidati. Tutto ciò, non può comunque mettere in discussione il principioe la logica del doppio binario che consente sia al personale anziano di progredire senza sbarramenti siaa quello giovane meritevole e qualificato di misurarsi tramite il concorso e quindi superando l’apposita

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selezione raggiungere la nuova qualifica.I benefici economici derivanti dall’applicazione del nuovo ordinamentoAl di là dell’aspetto relativo alle promozioni a ruolo aperto, già affrontato e su cui torneremo

diffusamente, si vuole ora affrontare l’effetto economico immediato che ha determinato l’applicazionedel nuovo ordinamento del personale. Questo a prescindere dai rinnovi contrattuali che sono per cosìdire “ a latere” , ma i cui effetti, però si riflettono sulle promozioni a ruolo aperto e sui passaggi di ruolo.

Come si diceva, gli effetti dell’entrata in vigore del D.Leg.vo 217/05 sul piano economico hannocomportato:

· L’attribuzione dell’una tantum;· L’operazione di primo inquadramento del personaleIl calcolo del dell’una tantum ha tenuto conto, evidentemente, del beneficio derivante dall’operazio-

ne di primo inquadramento.Quindi l’una tantum è risultata attribuita in misura inversamente proporzionale agli incrementi

stipendiali conseguenti al primo inquadramento.Lo schema che segue, esemplificativo di talune qualifiche, rende esattamente l’idea degli avanzamen-

ti economici conseguenti dall’applicazione del nuovo ordinamento, cui sono, subito dopo, seguiti quelliderivanti dal rinnovo del biennio contrattuale del CCNL 2004/2005 e 2006/2007

Il sistema delle promozioni a ruolo aperto rispetto al previgente sistema privatisticoPrima delle promozioni a ruolo aperto dette anterioriormente l’incremento economico previsto all’in-

terno delle cosiddette aree oppure il passaggio da un’area all’altra immediatamente superiore eranodefiniti “passaggio all’interno delle aree” o “passaggio tra aree”.

La prima fattispecie si sviluppava sull’attribuzione delle “posizioni economiche” ( B1/1, B1/2 oC1/1, C1/2 ); la seconda nel passaggio dall’area B all’area C, ad esempio.

I passaggi tra aree erano condizionati dal possesso del prescritto titolo di studio e dal superamento diun corso-concorso.

Ambedue le tipologie di progressione professionale dovevano essere finanziate dal Fondo di Ammini-strazione.

Per dare un esempio, con la sottoscrizione del contratto integrativo dei vigili del fuoco del 2002 fupossibile attribuire al personale circa 12.000 progressioni, con in costo di circa 5 milioni di euro.

Con l’introduzione del sistema di passaggi a ruolo aperto, sono finora stati circa lo stesso numero isoggetti ai quali è stata attribuita una qualifica superiore e quindi un trattamento economico superiore.

Solo che tale sistema non ha gravato sul Fondo di Amministrazione, che pertanto è rimasto disponibi-le per altre finalità a favore del personale ovvero è stato rassegnato a tutti in sede di ripartizione deicosiddetti risparmi di gestione.

La logica di questo sistema è chiara: l’Amministrazione carica sul proprio bilancio gli oneri deipassaggi orizzontali e le risorse contrattuali del l FUA per la produttività vengono aggiunte agli incre-menti economici.

Quindi il beneficio per la categoria si somma.Esemplificando ancora, se le risorse pari a 5.200 Milioni di euro avessero, come nel passato finanzia-

to le progressioni orizzontali, la categoria non avrebbe beneficiato nè dell’incremento dell’indennità diturno ( circa + 26 euro al mese pro capite ) né dell’istituzione dell’indennità giornaliera ( + 26 euro almese pro-capite )

I concorsi straordinariAnche su questo versante c’è da registrare un miglioramento rispetto al previgente sistema. Al di là

delle critiche formulate prima e della necessità di modificare, soprattutto per i ruoli ove è previsto l’acces-so con il possesso del titolo di studio della scuola media superiore, la previsione, nel D.Leg.vo 217/2005di bandire numerosi concorsi straordinari, oltre a venire incontro alle giuste esigenze di progresso dellacategoria, anche in questo caso è a carico dell’Amministrazione anziché del Fondo.

A titolo esemplificativo i concorsi straordinari:· previsti dall’art. 153 del D.Leg.vo 217/05 prevedono il passaggio nella qualifica di ispettore

antincendi di 634 unità;· indicati dall’art.167 del D.Leg.vo 217/05 prevedono il passaggio di 1091 unità nella qualifica dei

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vice collaboratori e 106 in quello dei collaboratori;· individuati all’art. 158 del D.Leg.vo 217/05 prevedono il passaggio di 57 unità nella qualifica di

vice direttore.Complessivamente quindi, e fatte salve le riserve previste in caso di concorso pubblico il numero dei

dipendenti che viene promosso ai ruoli superiori risulta all’incirca 1881 unità, con una spesa presunta diminimo 1 ml di euro.

Volendo esprimere su questo particolare un giudizio complessivo, si può dire che, malgrado le pre-concette posizioni di taluni e l’obbiettivo ritardo della emanazione dei bandi di concorso, man mano chele procedure vengono portate a compimento registriamo la soddisfazione dei dipendenti. Anche perché,la promozione ad un incarico superiore non è meramente una questione economica, ma interessa anchela sfera della gratificazione e della soddisfazione personale.

Circa, infine, il can can messo in atto dai soliti contrari per talune dinamiche economiche conseguen-ti i passaggi di qualifica o di ruolo è doveroso rammentare che anche nel precedente ordinamento lostipendio in godimento all’ultima fascia economica risultava inferiore a quello iniziale della qualificaimmediatamente successiva e che le clausole di garanzia retributiva, che prevedono l’attribuzione di unassegno ad personam nel caso i passaggi di qualifica determinino un trattamento economico inferiore aquello in godimento, restano in vigore anche col nuovo sistema ( cfr art.174 >D.leg.vo 217/05 )

Il rinnovo contrattuale; le disponibilità finanziarie aggiuntive; il risultato economico complessivo; laparte normativa

Come vi è noto, a novembre scorso il primo accordo contrattuale fu siglato, nonostante i nostrireiterati tentativi di mediazione volti a ricercare la convergenza totale della delegazione di parte sindaca-le, solo dalla CISL, UIL, RDB e CONFSAL.

La CGIL valutò di non sottoscrivere l’intesa, quando invece tutte le OO.SS. firmatarie ritennero equae razionale la ripartizione delle risorse disponibili.

Nell’intesa, oltre all’incremento medio di 123 euro pro capite, invece degli iniziali 111 euro offertidalla controparte fu prevista, con decorrenza 1.1.2008, la rivalutazione di 2 euro dell’indennità di turnoe la previsione di un’indennità per il personale che effettua servizio giornaliero nella misura di 1 euro pergiornata lavorativa.

Per quanto riguarda la definizione della parte normativa, essa fu rinviata al successivo tavolo nego-ziale previsto dopo l’approvazione della finanziaria.

In sostanza il nostro giudizio sul raggiungimento dell’accordo fu positivo; ai 123 euro medi procapite, sul tabellare e sulle indennità di rischio e di amministrazione, analoghi a quanto ottenuto dalleforze di polizia, si aggiunsero i benefici derivanti dalla maggiorazione dell’indennità di turno e dall’istituzione dell’indennità per il personale giornaliero.

Dopo l’approvazione della finanziaria riprendemmo la trattativa con il Dipartimento della FunzionePubblica per il completamento della parte economica e per l’individuazione di parte degli istituti normativi.Il negoziato fu concluso in modo sollecito per ottenere lo scopo di far approvare il testo dell’accordo dalConsiglio dei Ministri nell’ultima riunione prima delle consultazioni elettorali.

Nell’intesa raggiunta sono presenti una consistente parte normativa, con particolare riguardo al siste-ma delle relazioni sindacali e l’individuazione delle modalità di impiego delle risorse del cosiddetto“patto per il soccorso “.

In sostanza con questo accordo si dà completamento alla parte economica del contratto relativa albiennio 2006 – 2007 e si definiscono una serie di materie di parte normativa, confermando pienamente,se non migliorando, la disciplina dei precedenti contratti ed inserendo delle norme di garanzia chedanno continuità di validità agli istituti non previsti nell’ accordo.

In termini più specifici l’intesa sottoscritta avrà come effetto:· quello di portare a regime gli l’incrementi dell’indennità di rischio e dell’indennità mensile per il

personale amministrativo;· l’apertura della trattativa decentrata con il Dipartimento per le seguenti questioni:· dare attuazione al preaccordo sottoscritto ad ottobre scorso che prevede, a far data dal 1.1.2008,

l’incremento di due euro dell’indennità di turno e per l’istituzione dell’indennità di presenza per il perso-nale giornaliero pari ad 1 euro per ogni giornata.

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· dare corpo all’intesa circa la destinazione delle risorse previste per il Patto attraverso analogacontrattazione con il Dipartimento.

Nel provvedimento, infatti, si è stabilito di impiegare le risorse prioritariamente per il riconoscimentodelle prestazioni lavorative effettuate nel corso delle Festività particolari e per compensare il lavoro svoltoal di fuori della sede di servizio,(Indennità di trasferta) oltre ad ulteriori modalità che definiremo in sededi trattativa ad esempio l’incentivazione della formazione del personale.

Va chiarito che l’accordo con il Dipartimento si rende necessario perché le risorse della produttivitàe quelle stanziate dalla finanziaria per il patto per il soccorso devono confluire obbligatoriamente sulFondo unico di Amministrazione per essere successivamente utilizzate secondo le intese sottoscritte.

A tale riguardo l’Amministrazione si è formalmente impegnata ad aprire subito il tavolo di trattativa inmodo tale da far coincidere i tempi di emanazione del DPR che recepisce l’odierna intesa con l’accordorelativo all’utilizzo delle risorse prima dette.

Questi, in modo sintetico, gli aspetti fondamentali dell’accordo. Per quanto ci riguarda esprimia-mo soddisfazione per l’intesa raggiunta soprattutto perché essa conferma, migliorando taluni istituti,l’impianto normativo conquistato nei precedenti contratti, ribadisce il sistema delle relazioni sindacali edelle tutele relative ai permessi ed ai distacchi e, soprattutto, per le parti non previste, conferma la validitàdei preesistenti istituti.

Relativamente alla parte economica, considerando gli incrementi a regime nonché i benefici indottidalle risorse della finanziaria ( 10 ML + 6.5 ML ) è indubbio ed oggettivo che la categoria beneficia diincrementi al di sopra della media dei contratti degli altri settori.

Anche in tal caso, il far parte del sistema contrattuale di diritto pubblico ha determinato il positivoreperimento di risorse aggiuntive per il fatto che alla nostra categoria non potevano non essere ricono-sciuti benefici analoghi a quelli concessi ad altri settori, tra i quali quello delle Forze di sicurezza.

L’impegno dei responsabili politici del Ministero dell’Interno e della Funzione Pubblica a sottoscrive-re un accordo per migliorare la qualità del servizio istituzionale prestato dai Vigili del fuoco che preveda,nel contempo, ulteriori miglioramenti economici per il personale, conferma la maggiore attenzione allaparticolarità e specificità del lavoro della categoria ed all’importante servizio a tutela della sicurezza delcittadino.

Il “Patto per il soccorso”Una delle maggior iniziative di carattere politico del Dipartimento delle Funzione Pubblica è stata

quella di perseguire, nell’ambito del miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia della Pubblica Ammi-nistrazione, accordi bilaterali con le Organizzazioni Sindacali.

Tale indirizzo si è sostanziato dapprima con il “memorandum per il pubblico impiego “, il quale haindividuato le linee di sviluppo della Pubblica Amministrazione utili a fornire migliori e più qualificatiservizi al cittadino, a razionalizzare le risorse umane, a sviluppare ed a potenziare le risposte al cittadinoattraverso l’evoluzione tecnologica delle amministrazioni.

Successivamente, anche a fronte della richiesta di maggior sicurezza emersa dal Paese, il Governo siè fatto promotore di due analoghi progetti, incentrando la propria iniziativa sulla maggior tutela delcittadino in termini di sicurezza e prevenzione dei reati e di salvaguardia dei beni da eventi imprevisti edimprevedibili.

Tale linea portò alla elaborazione di altri due documenti; il primo, denominato “patto per la sicurez-za” ed il secondo, che ci riguarda da vicino, chiamato “patto per il soccorso”.

I contenuti dei due progetti percorrono la medesima finalità che possono essere riassunte con loslogan “migliorare il servizio per migliorare le condizioni di lavoro “.

Tutto questo a dimostrazione che, siglato il “memorandum del pubblico impiego” gli unici due settoriai quali si è rivolta l’attenzione per uno specifico accordo sono stati quello delle forze di sicurezza e deivigili del fuoco. Questo, a nostro avviso, a dimostrazione non solo di una più sentita “attenzione politica“, ma di una maggiore e più spinta considerazione del servizio sociale svolto. Risulta altrettanto evidenteche nella determinazione a valorizzare il nostro settore c’è il valore della “mission” svolta nonché dellaunicità dell’attività statuale espletata. Indubbiamente, anche la riforma del sistema negoziale, con ilreinserimento del personale nell’area di diritto pubblicistico ha agito come dinamica positiva nei cam-biamenti prima citati.

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Come è ormai notorio, il documento del “patto per il soccorso” non è stato sottoscritto dalle parti inquanto, al momento della stretta finale, era in corso la crisi di governo e indette le nuove elezioni politi-che.

Ciò malgrado, all’interno dell’accordo contrattuale si è riusciti ad individuare talune modalità, integrabiliin sede di contrattazione decentrata, per l’utilizzazione delle risorse a tal fine messe a disposizione dallaFinanziaria.

Questo significa che per l’anno 2008, ed auspicabilmente a seguire, il personale vedrà incrementatele indennità per le prestazioni nelle cosiddette “festività particolari”, si vedrà riconosciuta una sorta dicompenso ( vecchia indennità di trasferta ) per attività svolte fuori dalla propria sede di servizio e, comenoi proporremmo, l’attribuzione di un pagamento per la reperibilità e/o la disponibilità a seguito diprevisione di eventi eccezionali o, ancora, lo straordinario per assicurare la operatività delle squadre disoccorso e le attività di formazione e quelle relative al mantenimento delle qualificazioni e specializzazionied anche l’incentivazione dei controlli relativi alla sicurezza antincendi.

La conclusione di questa breve riflessione, che vuole essere di ausilio ai dirigenti territoriali di questaFederazione CISL-VVF per valorizzare l’impegno del nostro Sindacato per il miglioramento delle condi-zioni della categoria e per favorire l’azione di proselitismo e di consenso, è che OGGETTIVAMENTE,come peraltro è dimostrato, il reinserimento della categoria nel sistema di diritto pubblico ha ottenutodegli indubbi benefici.

Sul piano normativo, contrariamente alle previsioni delle “cassandre “ che hanno contrastato la rifor-ma, ha confermato, in qualche caso migliorato, la disciplina previdente nel sistema privatistico.

Sul piano economico, sommando i benefici dell’ordinamento, le risorse contrattuali aggiuntive e glieffetti del patto per il soccorso, ha registrato un beneficio che va oltre tutti gli altri settori del pubblicoimpiego.

I lavoratori, quando il percorso contrattuale sarà concluso, saranno in grado di fare i conti, di valutarei risultati e di esprimere il proprio giudizio.

Roma, 28 aprile 2008

LA SEGRETERIA NAZIONALE

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Delibere Confederali FNS

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Delibere Confederali FNS/2

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Capitolo 13

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capitolo 132009 377

Roma, 26.03.2009

On.le Roberto MARONIMinistro dell’InternoPalazzo ViminaleROMA

OGGETTO: nota di denuncia sullo stato del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Egregio Signor Ministro,ci corre l’obbligo, con la presenta nota, di mettere la S.V. a conoscenza della grave e preoccupante

situazione finanziaria e gestionale che riguarda il Dipartimento dei Vigili del Fuoco e che si riflette pesan-temente sulle condizioni dei lavoratori e del servizio reso dall’organizzazione antincendi.

Il contesto attuale, infatti, vede il nostro settore interessato, oltre che dalla atavica crisi di disponibilitàdi risorse, dal ritardo, o peggio dall’indisponibilità del Ministero dell’Economia, ad assegnare al Diparti-mento dei Vigili del Fuoco quanto previsto dal bilancio e dalle altre entrate stabilite per legge.

Tale condizione, per rimuovere la quale non è dato conoscere le iniziative dell’Amministrazione, sisostanzia nella caduta a picco delle attività di formazione della categoria, nella sospensione dei controllisanitari dei dipendenti, nel mancato trasferimento dei fondi destinati all’Opera Nazionale del personalevigilfuoco e, ancor più gravemente, nella non corresponsione ai dipendenti degli emolumenti ordinari estraordinari, compresi quelli delle prestazioni del personale effettuate nell’anno scorso tramite conven-zioni con le Regioni.

Quanto sopra, in aggiunta alla ancora grave carenza degli organici che ha come effetto il ridimensio-namento del numero dei componenti le squadre di soccorso, abbassa il livello di sicurezza sul lavoro delpersonale e fa crescere gli infortuni, anche gravi, in servizio.

Si aggiunga, infine, il malcontento che si manifesta in categoria sulla questione retributiva che derivasia per il ritardo delle liquidazione degli accessori che per il fatto che , al momento, non si procede conil rinnovo del contrato di lavoro, biennio economico 2008 – 2009, per il quale è necessario reperireulteriori risorse finanziarie per continuare il progressivo allineamento retributivo con gli altri Corpi delloStato.

Le sarà certamente noto, che allo stato attuale, molte strutture periferiche del Corpo anche di livelloregionale sono prive della dirigenza determinando così conseguenti difficoltà gestionali nel territorio enon siamo a conoscenza di come e quando l’Amministrazione intende procedere alla copertura dei postia disposizione.

La situazione generale appena descritta determina incertezza tra il personale poiché non riesce adintravedere quale tipo di sviluppo deve avere il nostro servizio, più volte da Lei definito indispensabileper la collettività.

La non conoscenza delle impostazioni generali dell’Amministrazione non ci consente di poter svol-gere appieno la nostra funzione volta a coniugare le esigenze del servizio con gli interessi del personaleper contribuire a migliorare la risposta dell’Istituzione a bisogni dei cittadini.

Siamo pertanto a chiederLe un urgente incontro al fine di avere contezza degli obiettivi del Dicasteroe di come avviare a soluzione le problematiche esposte.

Cordiali saluti.

IL SEGRETARIO GENERALE (Pompeo Mannone)

Lettera Ministro

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Ormai nell’opinione pubblica si è fortemente radicata la convinzione che il tema della sicurezza deicittadini è uno dei temi cruciali del Paese ,essa investe tutti, i cittadini ,i lavoratori, le attività produttive edin ritardo finalmente la politica.

C’è un problema di sicurezza globale rappresentato sia dalla illegalità diffusa delle tante “mafie”presenti nel Paese e dalla micro e grande criminalità che quella legata all’esplosione di fenomeni naturaliconnessi agli effetti della forte spinta antropica e non solo esercitata sull’ambiente: incendi, inondazioni,cambiamenti climatici e proliferazioni chimiche e nucleari all’interno ed oltre confine nonché quelladella sicurezza dei luoghi di lavoro ed in particolare di quella dei luoghi pubblici a partire dalle scuole.

E’ indubbio che il tema di così alto spessore deve avere una visione moderna di sicurezza globale edeve assumere rango e valenza strategica per gli attori politici e sociali che contribuiscono al benecomune.

Per ogni collettività e in ogni tempo i “servizi” connessi alla Sicurezza hanno svolto un ruolo essen-ziale nella costruzione della qualità della vita del cittadino e nell’orientarne il consenso rispetto allapolitica, alle istituzioni ed in generale al sistema democratico.

La Cisl si è posta l’obiettivo di interpretare con sempre maggiore incisività il profilo di questa questio-ne nazionale, lo impone la nostra identità di forza storicamente votata alla tutela di interessi generali,l’ambizione di assumere il ruolo leader nella rappresentanza dei lavoratori che operano nel campo dellasicurezza e l’idea fondante di essere sindacato a tutela dei cittadini, ossia responsabili nel cogliere pertempo i problemi che coinvolgono i lavoratori e la collettività nazionale nel suo insieme.

Per queste ragioni la Cisl intende individuare un soggetto unico volto ad affrontare la globalità delproblema anche in termini della propria capacità organizzativa e di rappresentanza. La Cisl garantisceinfatti, da sempre i diversi soggetti che lavorano nel campo della sicurezza: Vigili del Fuoco, PoliziaPenitenziaria, Corpo Forestale ed in particolare tra i Vigili del Fuoco ha un larghissimo consenso.

L’obiettivo quindi è quello di dare vita ad una aggregazione unitaria che potremmo definire “globale”perché ci si connetta ad un problema “globale” come quello della sicurezza.

In questo senso si è pensato ad una Federazione della Sicurezza capace di dare un profilo unitarioalla rappresentanza e di affrontare i problemi con una visione allo stesso tempo articolata e d’insiemepartendo dai Corpi sindacalizzati ed accompagnando il percorso tramite l’iniziativa legislativa checonsenta agli appartenenti alla Polizia di Stato l’iscrizione ai sindacati confederali e quindi alla CISL.

Dando così un’identità unitaria a lavoratori (in “uniforme”) tramite una configurazione organizzativadi federazione della sicurezza.

Sulla base di tale impostazione sarà possibile conseguire diversi risultati:

da Conquiste del Lavoro

Nasce la federazione della sicurezza.

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• Orientare gli interlocutori istituzionali a leggere in modo unitario il mondo della Sicurezza, convantaggi per l’efficacia del servizio e per lo status specifico dei lavoratori.

• Offrire alla Confederazione un solido punto d’appoggio, per dimostrare al Governo ed ai lavora-tori, la capacità di assumere iniziative e ricoprire un ruolo propositivo in un settore strategico per gliinteressi del Paese.

• Garantire ai lavoratori della “Sicurezza” una rappresentatività negoziale più forte nei confrontidella parte datoriale sia nelle tematiche più prettamente contrattualistiche, sia sulle politiche della e perla sicurezza.

• Rafforzare la CISL in termini qualitativi e quantitativi, dimostrando così sempre di più la suacapacità di interagire e prevedere il cambiamento e le nuove esigenze di rappresentatività che le trasfor-mazioni economico-sociali-tecnologiche impongono al Paese.

E’ quindi, un progetto appassionante e di grande respiro programmatico ed organizzativo che si èpotuto realizzare anche grazie all’importante e decisivo contributo della CISL Funzione Pubblica – FPS.

La mia federazione, quella dei Vigili del Fuoco, ha condiviso il progetto, si mette in gioco, accetta lasfida di tale trasformazione organizzativa, avendo come obiettivo primario quello di contribuire a farepiù grande la nostra Cisl.

Pompeo MannoneSegretario Generale della Federazione dei Vigili del Fuoco

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Finito di stampare nel mese di maggio 2009

per conto della CATERINI EDITORE - ROMA

nello stabilimento tipografico

ROMANA EDITRICE - San Cesareo (RM)