Il FOTOVOLTAICO a JANGANY · 2016. 9. 25. · Il 27 agosto 2016 arrivò all’aeroporto di...

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SETTEMBRE 2016 – N.27 [email protected] Carissimi amici di Jangany, sono appena arrivato in Italia con il gruppo dei tecnici che hanno realizzato l’installazione dei pannelli fotovoltaici a Jangany. Porto a tutti voi i saluti dal Madagascar e le notizie della grande impresa che ha dato nuova energia e nuova luce all’ambiente di Jangany. Era da tempo che parlavamo del “progetto fotovoltaico”, ma in questi ultimi due anni eravamo passati dalla riflessione all’azione: se erano preparati gli elenchi dei materiali, calcolate le spese, elaborati i programmi dei lavori. Ci eravamo resi conto che l’impresa era molto impegnativa e poneva dei grossi problemi: - Saremmo riusciti a trovare i fondi per un simile progetto? - Sarebbe andata in porto la complessa organizzazione della spedizione dei materiali, tra le difficoltà della comunicazione e delle strade? - Sarebbero arrivati in tempo i 480 pannelli solari e i due container delle attrezzature provenienti dall’Italia ? - Che sorpresa ci avrebbe riservato la dogana del Madagascar e la corruzione dei funzionari ? - Saremmo riusciti a trovare i trasportatori disposti a portare i nostri container fino alla brousse di Jangany, percorrendo 100 km di strada “di campagna” ? - Avremmo trovato le attrezzature per scaricare dai camion in modo morbido i container che pesavano più di 12.000 kg ciascuno ? - Sarebbe stato possibile rispettare i tempi di scadenza della carica delle batterie e quelli determinati per il viaggio e il lavoro dei tecnici ? Editoriale. Il FOTOVOLTAICO a JANGANY Ecco la traccia di un momento importante per Jangany: «la nuova energia» del fotovoltaico, non è più un sogno, è realtà. 800 mt di cavo elettrico portante e 2 km di cavi derivati distribuiscono 64 kwp di energia fotovoltaica a tutto il villaggio, la scuola, il centro di formazione agrariaLa gioia e lo stupore delle persone di Jangany è indescrivibile. I cavi portanti sono stati interrati a 1 mt di profondità in un paio di giorni con l’impegno di centinaia di ragazzi del villaggio. Dei 64 kwp solo 15 circa sono sufficienti ad alimentare le batterie, che garantiscono energia per tutte le 24h. Il resto è energia utile allo sviluppo. L’utilizzo dell’energia è stato ben spiegato alla popolazione: chi aveva un’utenza sta comprando le lampadine al LED - a costo accessibile naturalmente - per sostituire quelle vecchie ad alto consumo. Per usare bene la nuova energia sono state sostituite tutte le lampadine della scuola, il collegio e la missione. Non solo. Con circa 1 km e 200 mt di tubi è stato realizzato un sistema idraulico importantissimo: 12 pompe alimentate dal fotovoltaico portano l’acqua nei punti essenziali. In particolare, 8 pompe, che attingono da altrettanti pozzi, nel Centro di Formazione Rurale, offrono l’acqua ramificandosi su 26 punti di distribuzione per l’irrigazione dei campi, le aule della scuola agraria, la stalla con le mucche (2), i maiali (1) e le galline (1). Inoltre 1 pompa serve le casette degli insegnanti e di qui si ramifica raggiungendo il collegio dei ragazzi più grandi, che giungono dalla brousse, e tutti i bagni della scuola.

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SETTEMBRE 2016 – N.27

[email protected]

Carissimi amici di Jangany,

sono appena arrivato in Italia con il gruppo dei tecnici che hanno realizzato l’installazione dei pannelli fotovoltaici a Jangany. Porto a tutti voi i saluti dal Madagascar e le notizie della grande impresa che ha dato nuova energia e nuova luce all’ambiente di Jangany.

Era da tempo che parlavamo del “progetto fotovoltaico”, ma in questi ultimi due anni eravamo passati dalla riflessione all’azione: se erano preparati gli elenchi dei materiali, calcolate le spese, elaborati i programmi dei lavori. Ci eravamo resi conto che l’impresa era molto impegnativa e poneva dei grossi problemi:

- Saremmo riusciti a trovare i fondi per un simile progetto?

- Sarebbe andata in porto la complessa organizzazione della spedizione dei materiali, tra le difficoltà della comunicazione e delle strade?

- Sarebbero arrivati in tempo i 480 pannelli solari e i due container delle attrezzature provenienti dall’Italia ?

- Che sorpresa ci avrebbe riservato la dogana del Madagascar e la corruzione dei funzionari ?

- Saremmo riusciti a trovare i trasportatori disposti a portare i nostri container fino alla brousse di Jangany, percorrendo 100 km di strada “di campagna” ?

- Avremmo trovato le attrezzature per scaricare dai camion in modo morbido i container che pesavano più di 12.000 kg ciascuno ?

- Sarebbe stato possibile rispettare i tempi di scadenza della carica delle batterie e quelli determinati per il viaggio e il lavoro dei tecnici ?

Editoriale.

Il FOTOVOLTAICO a JANGANY

Ecco la traccia di un momento importante per Jangany: «la nuova energia» del fotovoltaico, non è più un sogno, è realtà.

800 mt di cavo elettrico portante e 2 km di cavi derivati distribuiscono 64 kwp di energia fotovoltaica a tutto il villaggio, la scuola, il centro di formazione agraria…

La gioia e lo stupore delle persone di Jangany è indescrivibile.

I cavi portanti sono stati interrati a 1 mt di profondità in un paio di giorni con l’impegno di centinaia di ragazzi del villaggio.

Dei 64 kwp solo 15 circa sono sufficienti ad alimentare le batterie, che garantiscono energia per tutte le 24h. Il resto è energia utile allo sviluppo.

L’utilizzo dell’energia è stato ben spiegato alla popolazione: chi aveva un’utenza sta comprando le lampadine al LED - a costo accessibile naturalmente - per sostituire quelle vecchie ad alto consumo. Per usare bene la nuova energia sono state sostituite tutte le lampadine della scuola, il collegio e la missione.

Non solo. Con circa 1 km e 200 mt di tubi è stato realizzato un sistema idraulico importantissimo: 12 pompe alimentate dal fotovoltaico portano l’acqua nei punti essenziali.

In particolare, 8 pompe, che attingono da altrettanti pozzi, nel Centro di Formazione Rurale, offrono l’acqua ramificandosi su 26 punti di distribuzione per l’irrigazione dei campi, le aule della scuola agraria, la stalla con le mucche (2), i maiali (1) e le galline (1).

Inoltre 1 pompa serve le casette degli insegnanti e di qui si ramifica raggiungendo il collegio dei ragazzi più grandi, che giungono dalla brousse, e tutti i bagni della scuola.

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1 pompa serve il collegio dei ragazzi più piccoli della brousse: immaginate le espressioni dei bambini e delle persone che hanno visto l’acqua scorrere da 28 rubinetti (installati in poco meno di un’ora) sui lavandini e su 2 punti d’acqua per le docce.

1 pompa serve Ramouchè, il responsabile del generatore di energia precedente e che ora con i due figli elettricisti seguirà l’impianto. Quest’acqua serve le batterie, che usano acqua distillata con un sistema a resina.

Infine 1 pompa serve la casa dei missionari, padre Tonino e i due vincenziani malgasci.

Il compimento di questo progetto è stato possibile grazie alla coralità con cui decine e decine di persone hanno partecipato. Avviato nel 2015 con la progettazione e la ricerca dei fondi (vedi News 21), l’iniziativa ha risposto a un bisogno nato sul territorio di Jangany: sostenere i costi dell’energia e fornirne un potenziale più alto per agevolare un po’ di sviluppo.

La stagione delle piogge e qualche sorpresa hanno spostato il periodo dell’installazione dell’impianto nel settembre 2016. E non sono mancate le difficoltà come l’impossibilità di comunicare con Jangany (vedi News 24), il peso dei container 12.000 Kg che ha richiesto la sistemazione delle strade perché due TIR («bestioni» il ha chiamati padre Tonino) potessero giungere a Jangany (i camionisti hanno poi detto che quella strada della sperduta brousse era ora migliore della statale)

… e anche insperate sorprese: non ci sono stati problemi di furto né di sdoganamento, consentendo ai materiali di giungere in un solo mese.

C’erano motivi per preoccuparci e perderci d’animo, ma eravamo anche convinti che, se quest’impresa era volontà di Dio, non ci sarebbe mancato l’aiuto per portarla a compimento.

La prima sorpresa fu il miracolo della grande generosità degli amici e benefattori, che raggiunse la quota necessaria per le spese.

Seguirono a catena gli altri fatti straordinari: i pannelli solari, grazie all’interessamento di Agostino Cagni, arrivarono puntuali a Jhosy ed entro metà luglio 2016 furono trasportati incolumi fino a Jangany; i container delle attrezzature, nonostante la complessità del lavoro per la sistemazione dei materiali, partirono dall’Italia nei tempi previsti; le temute operazioni di sdoganamento si svolsero senza complicazioni; il trasporto dal porto di Tamatave fino alla brousse di Jangany (1200 km di strade dissestate e insidiose) avvenne senza incidenti e senza ritardi: la Madonna Consolata, nella cui festa (20 giugno 2016) i due container partirono da Torino, protesse in modo tangibile questo rischioso viaggio.

Anche il problema dello scarico dei container dai camion che li avevano trasportati fino a Jangany, trovò soluzione: padre Mombei ci concesse generosamente le attrezzature e gli operai esperti della falegnameria di Jhosy e, il giorno 8 agosto 2016, festa di San Domenico, i due pesanti container furono posti, in modo morbido, sulle basi per loro preparate a Jangany.

I muretti di sostegno dei pannelli erano già stati preparati per tempo dagli operai della missione di Jangany.

Tutto era pronto per l’arrivo dei tecnici dall’Italia e per l’installazione conclusiva dell’impianto.

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Il 27 agosto 2016 arrivò all’aeroporto di Ivato-Anatananarivo il gruppo dei tecnici provenienti da Torino. L’ing. Filippo Ferrero, già sostenitore con Aromitalia di altri progetti, portò in Madagascar l’équipe di Solaris Tech: l’ing Luca Barrotta e i tecnici Eugenio De Paola, Stefano Sarto, Metanie Georghita detto Adriano. Facevano parte del gruppo anche Silvio Maghenzani di Torino e l’elettricista Antonio Franceschi, elettricista di Chieri. È stata una squadra favolosa: ben motivata, allegra, determinata a portare a termine, in dieci giorni una mole enorme di lavoro, affrontando problemi di ogni genere, dall’elettricità all’idraulica, alla cucina, alla saldatura in carpenteria: li chiameremo “i magnifici 7”.

L’autista del taxi-brousse Mazda, che li ha trasportati dalla capitale Antananarivo a Jhosy, era impressionato dal numero e dalla pesantezza delle loro valige, piene di strumenti di lavoro di ogni genere. I nostri tecnici poterono rendersi conto ben bene della differenza tra i12.000 km percorsi in 12 ore di aereo tra Torino-Parigi-Madagascar e i 700 km di strada insidiosa percorsa in 16 ore di danza tra i fossi dissestati stradali. Questa danza iniziò ad Antananarivo alle 3 del mattino e terminò a Jhosy alle 7 di sera di lunedì 29 agosto 2016. Nonostante i rischi e la fatica, anche questo viaggio si realizzò senza guasti e senza incidenti.

Arrivammo a Jangany il 30 agosto a mezzogiorno. Subito dopo pranzo, senza perder tempo, si diede inizio al grande lavoro: scarico delle attrezzature dai container, installazione dei pannelli, delle batterie e degli inverter, posa dei cavi per la corrente. Ogni giorno, i lavori iniziavano alle 6 del mattino, ai primi albori, e terminavano oltre le 7 di sera, alle luci alimentate dalle batterie solari. Già dopo 2 giorni, si riuscì a dare energia solare a tutto il villaggio.

Filippo Ferrero mi disse che era preoccupato perché tutto andava troppo bene e «la cosa non è naturale». Approvai la battuta e dissi che anch’io ero meravigliato che tutta l’avventurosa impresa andasse così bene, ma invece di essere “preoccupato” ero solo “contento”.

La gente di Jangany guardava sbalordita il ritmo di lavoro degli mpiasa vazaha [operai bianchi] e veniva a domandarmi se questo era il modo di farei i “lavori straordinari”. Qualcuno mi diceva che era stordito solo a guardare. Anche gli operai di Jangany, che lavorarono insieme con i “tecnici bianchi”, pian piano, cercarono di adeguarsi al “ritmo straordinario”.

La domenica 4 settembre, durante la messa, i cristiani accolsero in modo ufficiale i vahiny [ospiti] venuti dall’Italia e offrirono il loro riso come segno di familiarità e di affetto. In quell’occasione si poté dare alla popolazione l’annuncio che era già in funzione l’energia solare e che era possibile utilizzare la corrente e la luce non solo per 3 ore al giorno, ma per tutte le 24 ore. Scoppiò un grande applauso e ci fu tanta gioia.

La domenica successiva, 11 settembre, i lavori dei tecnici erano conclusi e la gente, durante la messa, ringraziò calorosamente con danze e canti e diede il saluto di veloma [congedo] ai prodigiosi operai.

In 11 giorni sono stati installati 480 pannelli, 198 batterie solari, erano stati sistemati gli inverter, messe in opera le nuove lampadine a basso consumo e a elevata luminosità in 36 aule scolastiche e in tutti gli ambienti della missione ed era stata rinnovata l’illuminazione pubblica.

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Nella scuola agraria si erano attivati 8 pozzi con le pompe elettriche e si erano assicurati i punti d’acqua con i rubinetti per l’irrigazione e per l’allevamento delle mucche da latte, delle pecore, dei maiali e delle galline ovaiole.

Si erano installati 2 nuovi acquedotti e attivati con le nuove pompe i 4 già esistenti.

La vita dell’intera cittadina di Jangany (più di 5000 abitanti) è stata rivoluzionata: i “magnifici 7” hanno fatto il miracolo di inserire il meglio della tecnologia dei paesi sviluppati in un ambiente che sta appena iniziando a uscire dall’età della pietra.

Questa grandiosa impresa non si può descrivere in poche righe. Mi propongo di riprendere il discorso in un prossimo articolo. Per ora mi preme specialmente di dare a tutti voi alcune essenziali notizie ed esprimere un gran ringraziamento ai “magnifici 7” e a tutti voi amici benefattori.

Jangany ha toccato con mano che i miracoli esistono e che, con la fede, l’impossibile è possibile. Non mancheremo di chiedere una grande benedizione di Dio per tutti voi.

Vi saluto di cuore.

Padre Tonino

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Il costo del progetto ha superato i 100.000€. Questo denaro - necessario per i materiali del fotovoltaico, delle pompe per l’acqua, dei frigoriferi, del trasporto, della dogana, degli operai e le opere preparatorie a Jangany - è stato il frutto di centinaia di offerte e di molte iniziative, concerti… che hanno coinvolto molti amici, come Solidando onlus, Shalom onlus, AINA onlus, comunità parrocchiali, aziende e un gran numero di sostenitori.

I volontari, svegliati da una campana fatta con una di quelle macchine che macinano la ghiaia e percossa con un pistone da padre Tonino, hanno lavorato dalle 6 di mattina alle 6 di sera, proseguendo anche oltre grazie alla corrente elettrica ora disponibile.

Solo chi conosce Jangany può rendersi conto del divario che intreccia la situazione di povertà sempre presente e quella di crescita, di cui le possibilità offerte dal fotovoltaico e dalle pompe ne sono esempio.

Scrive Silvio da Jangany che «quando andremo via, Jangany non sarà la stessa». Eppure si tratta di 64 kwp, un potenziale che in Europa non è altissimo, ma che a Jangany fa la differenza… per l’illuminazione, l’acqua, i frigoriferi… e per quell’uomo – il primo immaginiamo - che è andato

subito a chiedere «se sarà possibile allacciare una saldatrice per aprire una piccola officina».

Proponiamo in questa news qualche stralcio di corrispondenza, considerandola nella sua forma diretta, qualcosa di vivo che più di tante parole dà il senso del progetto e dell’esperienza. I racconti via via giunti da Jangany durante la realizzazione sembrano surreali, tanto sono reali.

Il supplemento con il diario di Silvio Maghenzani rende ancora più viva la traccia di quest’esperienza.

Il senso di gratitudine e la partecipazione del villaggio di queste settimane speciali sono state il segno più tangibile che non si tratta di un progetto calato dall’alto e senza seguito, ma di un’opera voluta e nata sul campo.

L’entusiasmo di chi è tornato, infine, la dice lunga su quanto abbiamo da imparare quassù.

Ne approfittiamo anche per un cenno su due iniziative editoriali molto molto

importanti e per più motivi:

il libro Le vol à la mission de Jangany, di padre Tonino, e il libro

C’era una volta, proprio ora.

Buona lettura

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Prossime iniziative 1

LE VOL À LA MISSION DE JANGANY

Ny Halatra Ao Amin’ny Fiangonan’i Jangany. Il furto alla missione di Jangany.

Si è concluso il libro scritto da padre Tonino, in lingua francese, con capitoli che hanno seguito la vicenda del furto e giudiziaria, dal 2012 al 2016.

Il libro è un capolavoro degno di un romanzo, con l’aggravante che si tratta di cose accadute, raccontate con precisione. Quasi una cronaca, con momenti spirituali e sofferti, un crescendo di eventi inaspettati che colgono il lettore sorprendendolo e coinvolgendolo nella vicenda passo dopo passo.

La ferita del furto che ha “avvelenato la terra” ha trovato un riscatto nel processo finale celebrato dai giudici di Tulear.

Destinato al Madagascar, è considerato dal Mompera come un suo impegno imprescindibile che scaturisce dall’essere missionario: l’educazione alla legalità.

Traduction de l’Italien éditée par Elena Marocco, che qui ringraziamo di cuore.

Il volume sarà pubblicato nel prossimo ottobre da Shalom onlus. Pronta anche la versione italiana in stampa nel 2017.

La versione francese di questo libro non sarà

distribuito in Italia se non su prenotazione

scrivendo a [email protected] indicando

l’indirizzo. L’offerta – utile a sostenerne le

spese – è di 10€ più spese di spedizione.

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la copertina provvisoria

Prossime iniziative 2

C’ERA UNA VOLTA PROPRIO ORA

È pronto anche il nuovo bellissimo libro con cui nel periodo natalizio potremo sostenere il percorso di Jangany.

Si tratta di 43 storielle, come le ha definite padre Tonino, che prendono spunto da incontri reali. Sono popolate dai volti e le luci di Jangany, dagli sguardi, i pensieri e le emozioni degli amici che l’hanno conosciuta sul posto.

Sono racconti brevi, divertenti e leggeri, che, insieme, lasciano emergere una grande profondità umana e, in qualche modo, ci insegnano a vivere meglio.

Sono scritti dallo stesso padre Tonino

La storia del libro e dello stregone, Tsitàmy e l’animale invisibile, L’uomo con il pigiama, Lahindroy, l’uomo delle spine, Nirìna e il sacco di riso, Marivelo, Appuntamento al sorgere del sole,

Anjara

e da amici di andafy (oltre oceano), come per esempio

La casa nel villaggio, Fabrizio De Andrè nella brousse, Il tappino d’acqua, Il dono di un abbraccio, Il canto senza Teko, Un bue per Pelavelo, Il diavolo nell’orto, Il ladro zoppo, L’oca, La Coca Cola, Tempo di festa…

I testi sono arricchiti da foto e da tantissimi disegni, realizzati dai bambini della scuola di Jangany e da quelli della primaria dell’IC di Pino Torinese.

Confidiamo nell’aiuto di tutti nella distribuzione del libro, certi che si tratta di un bellissimo regalo che insieme potrà continuare a sostenere il sogno della scolarizzazione di Jangany e della sua

brousse.

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Silvio Maghenzani Andrian Matanie Gheorghita

Antonio Franceschi Stefano Sarto

Filippo Ferrero Eugenio de Paola

Luca Barrotta

Un filmetto con qualche cenno sulla progettazione (23 settembre 2015), sulla presentazione alla

scuola secondaria Nino Costa di Pino Torinese (21 marzo 2016), sulla preparazione dei container

(20 giugno 2016) e sulla partenza dei tecnici volontari (27 agosto 2016) potete trovarlo cliccando

su I magnifici sette. È solo una piccola traccia di qualche emozione e impegno da non

dimenticare.

Una ripresa dei lavori musicali della scuola di Pino Torinese sul tema dell’energia in lingua

francese per i compagni della scuola Sainte Marie di Jangany li trovate cliccando su ECO.

I magnifici sette del fotovoltaico

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-----Messaggio originale----- Da: Jangany.mad/padre Tonino Inviato: sabato 9 luglio 2016 16:10

Caro Renato,

Ho appena ricevuto il tuo messaggio che ripete la domanda se sono arrivate le liste del materiale dei container inviate a Fahamaro.

Sono in grande difficoltà con la comunicazione perché è da tre giorni che la radio non riesce a collegarsi con l'Italia: mancanza di propagazione magnetica?

Solo oggi riesco a far passare i messaggi.

Abbiamo ricevuto tutti gli elenchi del materiale dei container e vi ringraziamo. E voi, avete ricevuto le fotografie mandate da padre Fahamaro?

Anche Giacomo Galavotti di Reggio Emilia ha già inviato agli uffici di Antananarivo gli elenchi e la documentazione per lo sdoganamento. Da questo lato, quindi, siamo in regola ed è una grandissima cosa. Ora sto seguendo le operazioni di Antananarivo e Tamatave.

L'arrivo dei container è previsto attorno al 20 luglio: speriamo.

Ripeto che sono in difficoltà con la comunicazione a causa della difficile connessione radio, di cui non saprei spiegare la causa. Solo di tanto in tanto si riesce a ricevere e spedire i messaggi. Chiudo per poter inviare subito il messaggio, dato che questo sembra un momento favorevole.

Grazie e saluti a tutti. Padre Tonino.

La corrispondenza

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-----Messaggio originale----- Da: Jangany.mad /padre Tonino Inviato: domenica 17 luglio 2016 13:43

Caro Filippo,

Vi informo che i 440 pannelli, più i 20 di

riserva, sono tutti a Jangany: Abbiamo

ultimato il trasporto in questi giorni. Ci

sono voluti 4 viaggi di un grosso camion.

Ho viaggiato io personalmente accanto

all'autista del camion affinché il trasporto

si svolgesse con prudenza. Per chi

conosce la situazione delle strade di qui,

non è difficile capire che è stato un

mezzo miracolo percorrere 4 volte 100

km portando incolumi 460 pannelli di

vetro. Ringraziamo Dio per questo

miracolo!

Ora aspettiamo l'arrivo dei 2 container e

speriamo che le operazioni riescano

bene: che Dio ci aiuti!

Aspettiamo anche con urgenza le

indicazioni per le misure da tenere nel

preparare i pali per il cavo.

Grazie e cordialissimi saluti a tutti.

Padre Tonino.

I lavori preparatori realizzati

a Jangany nel luglio 2016.

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---------- Messaggio inoltrato ----------

From: "Jangany.mad"/padre Tonino

Date: Thu, 21 Jul 2016 17:46:53 +0200

Carissimo Silvio,

non so se padre Mombelli abbia risposto

al tuo messaggio. Penso che, in questi

giorni, sia sommerso dalla

corrispondenza eccessiva in occasione

della morte di padre Visca.

Provo a darti qualche risposta, anche se

è un ambito in cui non ho esperienza.

Prima di tutto, riguardo alla Tassa

d'ingresso in Madagascar per i turisti,

penso che attualmente si aggiri sui 100

euro, ma sarò più esatto nei prossimi

giorni.

Tra le 3 società che gestiscono la

comunicazione INTERNET qui in

Madagascar, mi pare che la più

affidabile (sarebbe meglio dire la meno

inaffidabile) sia ORANGE. Anche su

questo domanderò altri pareri e ti dirò.

Sulle pratiche da espletare per avere il

servizio, ti dico ciò che ha fatto padre

Mombelli. Ha comprato un modem

presso Orange e in questo modem

inserisce volta per volta le Tessere

di credito Orange, che acquista presso i

fornitori di Jhosy: ce ne sono da 1000

Ariary, da 5000ecc. Per acquistare il

Modem, penso che bisogni andare fino a

Fianarantsoa. Ti dò queste informazioni

come orientamento, ma sarò più preciso

nei prossimi giorni.

È arrivato a Tamatave anche il 2°

container [NdR - si tratta del container

con ulteriori pannelli solari]. Ci sono

complicazioni per il peso dei 2 container

[NdR – quelli con i materiali per

l’impianto], che supera i 12.000 kg.

Bisogna quindi utilizzare dei camion

SEMI-RIMORCHIO, che sono enormi

(lunghi 14 m.) e non è facile farli

passare per le strade della brousse.

Spero che il Signore ci aiuti a

risolvere anche questo problema.

Spedisco subito perché la

propagazione magnetica sembra

buona.

Saluti a tutti.

Padre Tonino.

Jangany 11 settembre 2016

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-----Messaggio originale----- Da: Luca Barrotta

Inviato: giovedì 28 luglio 2016 15:49

Buongiorno,

la distanza massima per i pali non deve superare i 20 metri, direi di seguire il percorso della linea esistente facendo in modo che ci sia un palo vicino alla chiesa e uno vicino alla scuola per poter fare le derivazioni di alimentazione.

Il primo palo deve essere a pochi metri dai container.

Per qualsiasi informazione scrivetemi pure.

Saluti

Luca

Filippo, Andrian e Luca a Jangany

-----Messaggio originale----- Da:[email protected]

Inviato:30 luglio 2016 7:21 PM

Caro Filippo

ringrazio Luca Barrotta per aver mandato le misure delle distanze tra i pali del cavo.

Siamo già all'opera per piantare gli oltre 40 pali necessari.

Per i 2 container, sono in corso le operazioni di sdoganamento e aspettiamo di sapere la data dalla loro partenza da Tamatave per Jhosy-Jangany: speriamo presto.

Vi terremo informati. Grazie a tutti e cordiali saluti.

Padre Tonino.

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-----Messaggio originale----- Da: Jangany.mad Inviato: martedì 9 agosto 2016 16:13

EVVIVA!!!

I CONTAINER SONO ARRIVATI A JANGANY E SONO PIAZZATI SULLE BASI PREPARATE PER LORO, oggi, lunedì 08 agosto 2016.

Siamo tutti contenti e ringraziamo Dio:

ci sembra un GRANDE MIRACOLO che operazioni così complesse e delicate si siano realizzate senza ritardi e senza incidenti, nonostante la povertà dei nostri mezzi.

Ora aspettiamo il vostro arrivo e chiediamo a Dio che continui ad aiutarci in tutto.

Grazie a tutti voi e cordialissimi saluti.

Vi aspettiamo!!!

Padre Tonino e tutta Jangany.

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-----Messaggio originale----- Da: Filippo Ferrero Inviato: giovedì 11 agosto 2016 15:52

Caro padre Tonino,

siamo molto contenti che i container siano arrivati a Jangany e che li abbiate sistemati sui loro basamenti.

Abbiamo seguito i tuoi consigli per caricare rendendo difficili eventuali furti, speriamo non sia sparito nulla.

Ho parlato con Silvio sul viaggio dalla capitale a Jangany. Se fosse possibile, e se arrivano tutte le valigie, preferirei partire subito la mattina seguente anche presto per Jhosy in modo da non perdere tempo nella capitale.Le valigie sono indispensabili perché all'interno abbiamo molto materiale ed attrezzature.

Sicuramente noi abbiamo modo di riposarci in aereo. Se riuscissimo a fare in un giorno il viaggio fino a Jhosy sarebbe perfetto. So che sarà difficile e faticoso, ma in questo modo guadagneremmo tempo prezioso. Noi a Jangany abbiamo molto lavoro da fare e poco tempo. Tutti noi teniamo molto al progetto e vorremmo fare di tutto per terminare tutte le opere che abbiamo in progetto.

Se fosse possibile ci servirebbe fare uno scavo tutto intorno ai container ad 1 metro di distanza, profondo circa 40 cm. In questo scavo posizioneremo solo un cavo (quindi anche se è stretto va bene) e lo richiuderemo subito.

Il cavo da fissare sui pali è molto pesante quindi avremo bisogno sia del trabattello e scale, sia della jeep con il cassone su cui fisseremo una struttura. In questo modo il lavoro sarà molto più veloce e sicuro. Per accelerare il più possibile i lavori pensavamo di dividerci in squadre e se possibile di avere in aiuto almeno 6 persone locali: 2 per squadra, per aiutarti nei lavori più pesanti.

A presto

Filippo

-----Messaggio originale-----

Da:[email protected]

Inviato:11 agosto 2016 2:42 PM

Caro Filippo,

ho fatto l’ispezione all'interno dei

CONTAINER ed ho visto che siete

stati molto bravi nel sistemare le cose.

Mi sembra che non ci siano stati dei

furti, perché è ben difficile infiltrarsi tra

i macchinari e i carichi pesanti che

avete piazzato. Forse anche i

doganieri hanno visto che non c'era

pane per i loro denti.

Silvio mi ha domandato se a Jangany

c'è il pilone TELMA per i telefoni.

Rispondo che questo pilone c'è da

circa un anno. In teoria serve per la

rete dei telefonini e dà anche il

servizio "face-book", non quello di

internet. In pratica non fa né l'uno

né l'altro, perché è continuamente in

panne. Per prendere Internet padre

Fahamaro va a Jhosy, quando c'è

l’occasione. È tutto quello che posso

dirvi.

Per la possibilità di usare il trabattello

per tendere il cavo, vedrete qui sul

posto. Alcuni punti in cui sono i pali

non possono essere raggiunti dalla

macchina. Abbiamo due buone scale

di alluminio e una di ferro: penso che

ci aggiusteremo.

Mi sto preparando per venire a

prendervi alla capitale Antananarivo:

bisogna che parta di qui alcuni giorni

prima del 27 agosto per curare il

meglio possibile i particolari del

viaggio. Vi ringrazio ancora tutti e vi

auguro un BUON VIAGGIO.

A presto.

Padre Tonino

Page 15: Il FOTOVOLTAICO a JANGANY · 2016. 9. 25. · Il 27 agosto 2016 arrivò all’aeroporto di Ivato-Anatananarivo il gruppo dei tecnici provenienti da Torino. L’ing. Filippo Ferrero,

Luca, Andrian, padre Tonino e Antonio… sulla carta

-----Messaggio originale----- Da: Jangany.mad/padre Tonino Inviato: giovedì 11 agosto 2016 18:12

Caro Filippo,

Ho appena letto il tuo messaggio sul viaggio da Antananarivo a Jangany.

L'autista che ci porterà è quello che vi attenderà con me all'aeroporto e che rientrerà a casa verso le 3 di notte, se tutto andrà bene. Non è possibile farlo ripartire alle 4 del mattino, un'ora dopo, per fare

12 ore di strada insidiosa. Il programma che ho preparato non può essere cambiato, Potremo arrivare a Jangany alle 8 del mattino del 30 agosto, se partiremo da Ihosy alle 5 del mattino. E' il massimo che possiamo fare.

Cercheremo di utilizzare il meglio possibile i tempi. Si vedrà quando sarete qui. Spero che il Signore ci aiuti.

Grazie di tutto e saluti a tutti. P. Tonino.

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-----Messaggio originale----- From: Jangany.mad/Silvio Sent: Thursday, September 1, 2016 1:46 PM

Carissimi tutti,

solo oggi Tonino ha acceso il computer e quindi provo a darvi notizie.

Qui va tutto bene, il lavoro procede tra mille difficoltà ma procede bene e certamente prima della nostra partenza Jangany sarà illuminata con il fotovoltaico.

Il gruppo è affiatato e lavora benissimo. La cucina funziona e l’umore è buono. Il tempo ci accompagna.

Ho convinto padre Fahamaro a ripristinare la linea telefonica mentre per Internet ci sono problemi tecnici e burocratici che poi vi spiegherò a voce.

Quello che si pensava di fare per Internet non è realizzabile e qui a Jangany non c’è alcun segnale di rete.

Le altre missioni hanno situazioni più favorevoli. Io sto bene e per ora non ci sono tante zanzare.

La cosa più complicata e faticosa sono i viaggi. Dalla capitale a Jhosy abbiamo impiegato 16 ore di macchina tra buche, salti e dossi su una macchina senza ammortizzatori e con i sedili senza imbottiture e senza spazio per le gambe: in 15 su una macchina da 9...vi lascio immaginare in che condizioni siamo arrivati! Tonino dice che era il mezzo migliore che ha trovato, ma noi pensiamo malignamente che abbia cercato di spendere poco.

Qui a Jangany io e Antonio dormiamo nella stanza che occupavano Daniele e Marco ma questa volta ci sono le finestre (i vetri li metterà la prossima volta).

Padre Tonino sta bene e oggi è venuta a trovarmi Isabelle per sottopormi un progetto ...Saluta tutti e ringrazia Domenico e Maria per il regalo.

Il gruppo è affiatato e non mancano occasioni per stare allegri, Antonio ci mette del suo e io gli faccio da sponda.

Si lavora davvero tanto e l'impresa è titanica. Anche alcuni ragazzi di Jangany collaborano scavando canali e installando pannelli e strutture.

Il materiale è arrivato tutto e tutto intero.

Per i viveri siamo tutti d'accordo a non mandare più Filippo la prossima volta perché ha acquistato un sacco di roba mentre mancano alcune cose che sono importanti: in compenso abbiamo 7 Kg di nutella e 10 Kg tra Cracker e biscotti nonché bevande energetiche e crodino in quantità industriale. Devo però dire che le capacità di adattamento sono buone e i disagi per ora sono motivo di allegria.

Antonio sta tempestando padre Tonino perché compri il Bue da sacrificare: lo vuole bianco e nero con le corna grandi e la gobba grossa, ma dice che devo pagarlo io mentre lui farà il discorso...Vi racconterò al mio ritorno.

Non posso scrivere e telefonare tutti i giorni perché la radio funziona male e il telefono è molto caro.

Posso scrivere e ricevere sms di testo e se ci sono urgenze utilizzerò quel canale.

Voi come state? Provate e inviarmi una mail. Mi mancate un po' soprattutto alla sera quando guardo il cielo stellato che sembra caderti addosso. Dite a tutti i piccoli che al ritorno avrò un sacco di avventure da raccontare.

Dovremmo partire di qui nel pomeriggio del giorno 11, dormire a Jhosy e poi per tutto il giorno 12 viaggiare nelle condizioni sopra descritte, fino alla capitale.

Il giorno 13 saremo ad Antanananrivo e potrò usare internet, partiremo per l'Italia nella notte.

Un abbraccio forte a tutti

Papà

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-----Messaggio originale----- Da: Jangany.mad /padre Tonino Inviato: domenica 4 settembre 2016 15:16

Carissimo Renato,

Grazie per i tuoi 2 ultimi messaggi. Siamo nel pieno dell'operazione “ENERGIA E LUCE”.

Proprio alla Messa di questa domenica 4 settembre, abbiamo annunciato alla gente che era già entrata in funzione la nuova energia: GRANDE APPLAUSO ED ESULTANZA attorno ai tecnici!

Il mio calendario in Italia è legato alle date dell'operazione di cataratta, che sarà attorno al 20 settembre. Andrò in Sardegna subito dopo l'operazione, secondo i tempi dati dai medici, e starò in Sardegna una ventina di giorni. Poi ritornerò a Torino (penso nell'ultima settimana di ottobre) e ripartirò per il Madagascar il 22 novembre.

Come vedi, molto dipende dai tempi che daranno i medici per l'operazione e per i controlli dopo l'operazione.

Il lavoro già fatto è molto, quello da fare è ancora molto e i giorni sono pochi: che il Signore ci aiuti!

Vi salutiamo tutti con grande affetto.

Padre Tonino

Il Mompera di Jangany

-----Messaggio originale----- From: Jangany.mad/Silvio Sent: Monday, September 5, 2016 1:20 PM

Carissimi tutti

come avrete potuto sperimentare il telefono funziona molto male e quindi affido alla mail le notizie.

Qui va tutto bene, i lavori procedono e da oggi nel villaggio c'è la corrente 24 h al giorno con grande gioia di tutti.

Il Ramounschè per ringraziarci ci ha invitato a casa sua e dopo una serie di discorsi incomprensibili e lunghi ci ha regalato un montone.

Nella messa ci hanno ringraziato con 10 kg di riso e gli sposi (c'è stato un matrimonio mega) ci hanno regalato la parte alta della torta di nozze, che noi... non abbiamo mangiato per paura delle conseguenze.

Noi abbiamo fatto il regalo di nozze di 50 euro e siamo praticamente diventati parenti. Antonio ha dato il suo biglietto da visita e in piemontese li ha invitati a Chieri.

Solo uno di noi è stato poco bene, ma è già guarito ed oggi con tutti gli altri è andato a vedere il fiume Ilanana ad Andryandampy.

Andrian

Luca

Page 18: Il FOTOVOLTAICO a JANGANY · 2016. 9. 25. · Il 27 agosto 2016 arrivò all’aeroporto di Ivato-Anatananarivo il gruppo dei tecnici provenienti da Torino. L’ing. Filippo Ferrero,

Eugenio Antonio Stefano

Io sono rimasto alla base per poter preparare la cena. Oggi la superiora delle suore, visto la situazione in cui lavoro mi ha prestato un coltello che taglia ed una padella decente, ha detto chiaro che Tonino non capisce che deve attrezzarsi un po' meglio quando invita gli ospiti.

Filippo [su indicazioni di padre Tonino] aveva intenzione di tirare una linea area di cavi elettrici lunga un Km ma non avendo l'attrezzatura adatta si è deciso di interrarla.

Ci sono almeno 50 uomini che con la loro vanghetta scavano un fosso profondo un metro che attraversa tutto il villaggio: sembra tornato il tempo dei faraoni e dei lavori forzati. Loro lavorano con entusiasmo perché vengono pagati e perché sanno che lavorano per il villaggio.

È già venuto uno a chiedere se sarà possibile allacciare una saldatrice per aprire una piccola officina.

Spero stiate tutti bene, datemi notizie dei grandi e dei piccoli.

Un abbraccio

Silvio

Trasporto materiali

Page 19: Il FOTOVOLTAICO a JANGANY · 2016. 9. 25. · Il 27 agosto 2016 arrivò all’aeroporto di Ivato-Anatananarivo il gruppo dei tecnici provenienti da Torino. L’ing. Filippo Ferrero,

-----Messaggio originale----- From: Jangany.mad/silvio Sent: Tuesday, September 6, 2016 1:58 PM

Carisssimi,

ecco le news: è venuto il sindaco a congratularsi per il lavoro e per ringraziarci. Dice che neppure nella capitale c’è un impianto così moderno, e ha ragione. Antonio è sempre seguito da una schiera di bambini che sfrutta per tirare i cavi e per portare attrezzi, poi li carica tutti sul camioncino e li porta a spasso per il paese cantando.

Abbiamo fatto alcune foto che manderemo al telefono azzurro. Qui è il contrario di Torino: da noi quando c'è un cantiere i giovani lavorano e i pensionati guardano; qui i pensionati lavorano e i giovani guardano.

Stanno collegando le pompe per i pozzi: potranno irrigare senza problemi tutta la scuola agricola.

Il campo fotovoltaico lavora a pieno ritmo e dobbiamo spiegare che devono consumare di più per tenere in attività corretta le batterie.

Stanno interrando tutti i cavi e sistemando le scatole di derivazione.

Sono finite le provviste che aveva preparato Tonino e ora procediamo a scatolette. Domani la suora dovrebbe portarmi un po' di verdura e un po' di carne. Lo zebù è gustoso, ma un po' duro e stiamo rivalutando la Simmenthal.

La salute e il morale continuano ad essere buoni ma la stanchezza si fa sentire. Filippo ha deciso che tornerà l’anno prossimo con qualcun altro per verificare l’impianto.

I ragazzi si stanno arrampicando su qualunque cosa per vedere se si può prendere Internet. Pare che nel punto più alto della chiesa nuova il segnale si possa ricevere. Domani faranno le prove...vedremo.

Comincia a far caldo e si stanno risvegliando zanzare e insetti vari che pizzicano non poco, ma è tutto normale.

Come sta il mio orto? Ci sono novità in parrocchia? Fate girare le notizie a tutti.

Un abbraccio Silvio

-----Messaggio originale----- Da: Jangany.mad/silvio Inviato: giovedì 8 settembre 2016 16.24

Qui la grande avventura procede bene. Tutti i lavori grossi sono terminati, abbiamo corrente tutto il giorno per tutto il villaggio, elettrificato le pompe e sistemato l'impianto della missione e delle varie scuole.

Stiamo bene. L'unico grosso problema sono le comunicazioni, ma ne parleremo al ritorno perché la cosa è complessa.

Filippo e luca stanno istruendo i due ragazzi elettricisti sul funzionamento delle centraline, ma non è una cosa semplice, speriamo funzionino sempre e non ci diano problemi. Dite una o due preghiere.

La compagnia funziona bene. Silvio

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-----Messaggio originale----- From: Jangany.mad/Silvio Sent: Friday, September 9, 2016 1:25 PM

Carissimi

sono riuscito a leggere tutti i messaggi perché oggi la radio funziona.

Le notizie sono tutte buone, i lavori proseguono e davvero dopo questa avventura Jangany non sarà più la stessa.

Domani mattina faremo la riunione con tutti gli utenti del servizio elettrico per spiegare le novità e il corretto uso dell'impianto.

Dì a Maria che il capo villaggio ci ha chiesto quando portiamo via Antonio perché la sua allegra presenza disturba la quiete pubblica. Proponiamo Maria per il Nobel della pace. È sempre arrampicato su qualche palo che sacramenta e canta, dà ordini a Filippo e a tutti che naturalmente non obbediscono. Lavora di coppia con Adriano, l'uomo rumeno più pacifico della terra che ci ha detto «Ma questo uomo è proprio mato!».

Sono tutti molto soddisfatti del lavoro svolto perché oltre alla luce adesso in molti rubinetti arriva l'acqua dalle pompe specialmente nel collegio e nei lavatoi delle scuole.

Stiamo ragionando già sul ritorno e siccome è previsto un pranzo al sacco stiamo mettendo da parte il necessario perché all'andata il pranzo di Tonino è stato una banana e un formaggino...qualcuno ha commentato «Cominciamo bene!», poi però le cose sono migliorate.

Spero stiate tutti bene, salutate tutti

Un abbraccio e a presto Silvio

Filippo

Silvio

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Immagini di questa esperienza straordinaria sono su

http://jangany-scossa51.tumblr.com

La documentazione dell’avvio del progetto è sul blog

http://unascossaperjangany.tumblr.com

Come sempre il sito degli amici di Jangany è

http://jangany.tumblr.com

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