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Festa del Voto con il Patriarca degli Armeni Cattolici A Livorno, 100 anni dopo DI CHIARA DOMENICI a famiglia Locatelli probabilmente non avrebbe mai pensato di diventare insieme alla città di Livorno un «punto di ritorno». Così infatti la gente del circo indica i luoghi in cui risiedono gli amici, oppure dove si trovano le tombe dei propri cari, o ancora, i posti dove si ricordano avvenimenti particolari come un matrimonio o un battesimo. Tutto è cominciato nel 1997: Margherita Locatelli, giovane adolescente alla ricerca, per caso fa amicizia con la famiglia D’Amico, proprietaria del circo MonteCarlo, che si esibiva in città. Instaura una profonda amicizia soprattutto con la figlia più piccola, Rina, e a poco a poco le due famiglie: quella «ferma» dei livornesi e quella «viaggiante» dei circensi si incontrano, si comprendono e si uniscono dando vita ad un rapporto che dura ormai da quasi dieci anni. «All’inizio – racconta mamma Maria Paola – Margherita non voleva parlarci di questi nuovi amici e ci eravamo preoccupati. Anche noi vittime di tanti pregiudizi sui nomadi avevamo paura che per lei non fossero una buona compagnia. Ma poi abbiamo incontrato queste persone e quest’amicizia è stata un vero dono per tutti». Anche il fratello di Margherita, don Federico, la pensa allo stesso modo: «Basterebbe conoscere la gente del circo per sfatare tanti preconcetti. Da quando siamo diventati amici appena possiamo li raggiungiamo nelle tappe che fanno magari in Toscana. Mia sorella e Rina poi si sentono spesso per telefono». Rina D’Amico oggi ha quasi 18 anni (li compirà il 28 maggio – tiene a precisare) e si esibisce sul cavo d’acciaio. Quando ha incontrato Margherita era una bambina e si è affezionata a lei come ad una sorella. Rina ha due fratelli: Divier e Holer, anche loro impegnati nel circo. La sua famiglia proviene da generazioni e generazioni di viaggianti. È una vita faticosa: si nasce dove capita (lei è napoletana, uno dei suo fratelli è romano come la mamma, l’altro fratello è pugliese ed il padre siciliano), si va a scuola dove si ferma il circo (a volte si cambia anche ogni dieci giorni), ci si sposa con altri circensi incontrati ai raduni, oppure ingaggiati per un ciclo di spettacoli. «Ogni volta smontiamo e rimontiamo tutto, si parte, si viaggia, si arriva e si ricomincia – racconta sua madre Anna – eppure questa vita non la cambierei con nessun’altra. Forse non siamo gente di cultura, ma ogni giorno è nuovo, giriamo il mondo, incontriamo e conosciamo centinaia di persone, mi chiedo se non sia più faticoso alzarsi alle 5 ogni mattina e compiere gli stessi gesti andando a lavorare in fabbrica!» Rina confessa invece di aver pensato a fermarsi: «Chissà, magari quando metterò su famiglia…» «Spesso – purtroppo, continua la signora Anna – ci confondono con gli zingari che vanno a rubare nelle case e siamo bistrattati. L’arte circense in Italia non riscuote grande successo come all’estero, nonostante l’accademia che esiste a Verona. Riscontriamo difficoltà in tutto: dal ritiro delle concessioni, alla possibilità di avere l’acqua e l’elettricità ogni volta che ci fermiamo. Da questo punto di vista le amicizie che riusciamo ad instaurare sono importanti anche per la vita stessa della famiglia». «Necessità banali come un medico di fiducia a cui rivolgersi o analisi da fare – spiega Margherita – oppure trovare un negozio in cui acquistare ciò che serve, rappresentano delle difficoltà per chi si ferma in ogni città solo pochi giorni. Anche per questo gli amici “fermi” sono così importanti per la gente del circo». Anche la fede è vissuta in modo particolare; nel cuore e nei gesti di ogni giorno più che nella partecipazione all’eucaristia.«Io sono molto credente – confessa ancora la signora Anna D’Amico – ed i miei figli hanno ricevuto i sacramenti. Ci sono alcuni sacerdoti che seguono e assistono la gente del circo, per noi sono un punto di riferimento». «Anche il nostro amico Federico che è diventato sacerdote è importante – aggiunge Rina – quando mi sposerò celebrerà lui!» L Locatelli e D’Amico: due famiglie diverse che si incontrano e fanno amicizia Una storia vissuta tra la terra ferma e le ruote dei camper su cui viaggiano i cercensi La vita del circo tra ricchezza umana e difficoltà oggettive IL FILO DELL’AMICIZIA Nella foto, Rina sul cavo d’acciaio. A sinistra, la mascotte del circo: il cammello Giorgio e nella foto in basso, don Federico Locatelli, Anna D’Amico, Margherita Locatelli, Rina D’Amico, Maria Paola Locatelli. Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Alberto Migone Vicedirettore: Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 5 febbraio 2006 a celebrazione della festa delVoto di quest’anno è stata caratterizzata da una presenza davvero straordinaria: ha partecipato infatti alla liturgia eucaristica il patriarca armeno di Cilicia, sua Beatitudine Nerses Bedròs XIX, «padre e capo della Chiesa cattolica armena», come lo definì Giovanni Paolo II in un discorso di saluto nel dicembre del 1999. Proprio in quell’occasione, a pochi giorni dall’elezione a Patriarca di Cilicia, Nerses Bedròs XIX condivise la comunione eucaristica con il Papa il quale sottolineò questo avvenimento dicendo: «Questo evento celebra la bontà del Signore, che tanto ci ha amati da donarci la piena condivisione della stessa fede. Abbiamo manifestato questa gratitudine nel modo più alto e solenne che sia dato ai cristiani: concelebrando la medesima Eucaristia e scambiandoci i santi doni del Corpo e del Sangue del Signore, nostra comune speranza». Lo stesso evento è avvenuto quest’anno a Livorno in occasione della festa delVoto, quando il patriarca Nerses XIX ha concelebrato l’Eucaristia con il vescovo Diego Coletti e con la comunità cattolica livornese. Il patriarca armeno cattolico era arrivato a Livorno in occasione della presentazione degli atti del Convegno promossa dalla Chiesa armena dal titolo «Intercultura di una diaspora». Una curiosità: sono passati esattamente cento anni dall’ultima visita a Livorno di una Patriarca armeno cattolico; l’ultima era avvenuta infatti nel 1906. n.s. L A MONTECARLO IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLE ARTI CIRCENSI on Luciano Cantini, in arte clown Pompelmo, è stato recentemente a Montecarlo, al Festival Internazionale delle Arti Circensi. Quest’anno era la XXX edizione. «Fu voluto dal principe Ranieri – racconta – ed ogni anno giungono a Montecarlo centinaia di artisti da ogni parte del mondo. Nei giorni del festival si svolgono 7 spettacoli ed il galà finale con una media di 3500 spettatori a spettacolo. Gran parte degli spettatori sono circensi: è un modo per incontrarsi, fare festa e per imparare numeri nuovi. Insieme agli spettacoli si svolgono anche tutta una serie di attività collaterali come la riunione dell’Organizzazione Europea delle Arti Circensi, l’assemblea degli Amici del Circo, mostre, ecc ed in particolare una grande celebrazione ecumenica sotto il tendone del circo». «Il circo – continua don Luciano – è un ambiente ecumenico ante litteram. I circensi provengono dai paesi più diversi, professano religioni differenti, parlano lingue diverse, eppure vivono insieme, lavorano insieme, giocano insieme. Alla grande celebrazione che si svolge a Montecarlo partecipano più di 2000 persone, molte delle quali si esibiscono durante la liturgia. Promotore di questa iniziativa è il Forum Ecumenico Internazionale delle organizzazioni cristiane che si occupano della pastorale del circo, scopo del Forum è il coordinamento delle attività del settore e la preparazione di un’assemblea generale, che si svolge ogni tre anni sui temi della pastorale dei circensi. L’ultima assemblea si è tenuta nel 2005 a Barcellona e la prossima sarà nel 2008 in Olanda. I temi su cui riflettere proposti quest’anno dal Forum sono: l’ASCOLTO della gente del circo e dei Luna Park; la TESTIMONIANZA, da parte delle Chiese locali nei confronti dei viaggianti e viceversa e gli STRUMENTI per dire la fede, cercando di trovare nuove forme e celebrazioni per incontrare e far incontrare». c.d. D Don Luciano Cantini racconta l’appuntamento di quest’anno

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Festa del Voto con il Patriarca degli Armeni Cattolici

A Livorno,100 anni dopo

DI CHIARA DOMENICI

a famiglia Locatelliprobabilmente nonavrebbe mai pensato didiventare insieme alla

città di Livorno un «punto diritorno». Così infatti la gentedel circo indica i luoghi in cuirisiedono gli amici, oppuredove si trovano le tombe deipropri cari, o ancora, i postidove si ricordano avvenimentiparticolari come unmatrimonio o un battesimo.Tutto è cominciato nel 1997:Margherita Locatelli, giovaneadolescente alla ricerca, percaso fa amicizia con la famigliaD’Amico, proprietaria del circoMonteCarlo, che si esibiva incittà. Instaura una profondaamicizia soprattutto con lafiglia più piccola, Rina, e apoco a poco le due famiglie:quella «ferma» dei livornesi equella «viaggiante» dei circensisi incontrano, si comprendonoe si uniscono dando vita ad unrapporto che dura ormai daquasi dieci anni.«All’inizio – racconta mammaMaria Paola – Margherita nonvoleva parlarci di questi nuoviamici e ci eravamo preoccupati.Anche noi vittime di tantipregiudizi sui nomadi avevamopaura che per lei non fosserouna buona compagnia. Ma poiabbiamo incontrato questepersone e quest’amicizia è stataun vero dono per tutti». Ancheil fratello di Margherita, donFederico, la pensa allo stessomodo: «Basterebbe conoscerela gente del circo per sfataretanti preconcetti. Da quandosiamo diventati amici appena

possiamo li raggiungiamo nelletappe che fanno magari inToscana. Mia sorella e Rina poisi sentono spesso per telefono».Rina D’Amico oggi ha quasi 18anni (li compirà il 28 maggio –tiene a precisare) e si esibiscesul cavo d’acciaio. Quando haincontrato Margherita era unabambina e si è affezionata a leicome ad una sorella. Rina hadue fratelli: Divier e Holer,anche loro impegnati nel circo.La sua famiglia proviene dagenerazioni e generazioni diviaggianti. È una vita faticosa:si nasce dove capita (lei ènapoletana, uno dei suo fratelliè romano come la mamma,l’altro fratello è pugliese ed ilpadre siciliano), si va a scuoladove si ferma il circo (a volte sicambia anche ogni diecigiorni), ci si sposa con altricircensi incontrati ai raduni,oppure ingaggiati per un ciclodi spettacoli. «Ogni voltasmontiamo e rimontiamotutto, si parte, si viaggia, siarriva e si ricomincia –racconta sua madre Anna –eppure questa vita non lacambierei con nessun’altra.Forse non siamo gente dicultura, ma ogni giorno ènuovo, giriamo il mondo,incontriamo e conosciamocentinaia di persone, mi chiedose non sia più faticoso alzarsialle 5 ogni mattina e compieregli stessi gesti andando alavorare in fabbrica!» Rinaconfessa invece di aver pensatoa fermarsi: «Chissà, magariquando metterò su famiglia…»«Spesso – purtroppo, continuala signora Anna – ciconfondono con gli zingari che

vanno a rubare nelle case esiamo bistrattati. L’arte circensein Italia non riscuote grandesuccesso come all’estero,nonostante l’accademia cheesiste a Verona. Riscontriamodifficoltà in tutto: dal ritirodelle concessioni, allapossibilità di avere l’acqua el’elettricità ogni volta che cifermiamo. Da questo punto divista le amicizie che riusciamoad instaurare sono importantianche per la vita stessa dellafamiglia». «Necessità banalicome un medico di fiducia acui rivolgersi o analisi da fare –spiega Margherita – oppuretrovare un negozio in cuiacquistare ciò che serve,rappresentano delle difficoltàper chi si ferma in ogni città

solo pochi giorni. Anche perquesto gli amici “fermi” sonocosì importanti per la gente delcirco».Anche la fede è vissuta inmodo particolare; nel cuore enei gesti di ogni giorno più chenella partecipazioneall’eucaristia.«Io sono moltocredente – confessa ancora lasignora Anna D’Amico – ed imiei figli hanno ricevuto isacramenti. Ci sono alcunisacerdoti che seguono eassistono la gente del circo, pernoi sono un punto diriferimento».«Anche il nostro amicoFederico che è diventatosacerdote è importante –aggiunge Rina – quando misposerò celebrerà lui!»

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Locatelli e D’Amico: due famigliediverse che si incontrano

e fanno amiciziaUna storia vissuta tra la terra ferma

e le ruote dei camper su cuiviaggiano i cercensi

La vita del circo tra ricchezzaumana e difficoltà oggettive

IL FILO DELL’AMICIZIA

Nella foto, Rina sul cavod’acciaio. A sinistra, lamascotte del circo: ilcammello Giorgio e nellafoto in basso,don Federico Locatelli,Anna D’Amico,Margherita Locatelli,Rina D’Amico,Maria Paola Locatelli.

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/210217

[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAlberto MigoneVicedirettore: Andrea Fagioli

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

5 febbraio 2006

a celebrazione della festa del Voto di quest’anno è stata caratterizzata da una presenzadavvero straordinaria: ha partecipato infatti alla liturgia eucaristica il patriarca armeno di

Cilicia, sua Beatitudine Nerses Bedròs XIX, «padre e capo della Chiesa cattolica armena»,come lo definì Giovanni Paolo II in un discorso di saluto nel dicembre del 1999.Proprio in quell’occasione, a pochi giorni dall’elezione a Patriarca di Cilicia, Nerses Bedròs XIXcondivise la comunione eucaristica con il Papa il quale sottolineò questo avvenimento dicendo:«Questo evento celebra la bontà del Signore, che tanto ci ha amati da donarci la pienacondivisione della stessa fede. Abbiamo manifestato questa gratitudine nel modo più alto esolenne che sia dato ai cristiani: concelebrando la medesima Eucaristia e scambiandoci i santidoni del Corpo e del Sangue del Signore, nostra comune speranza». Lo stesso evento èavvenuto quest’anno a Livorno in occasione della festa del Voto, quando il patriarca Nerses XIXha concelebrato l’Eucaristia con il vescovo Diego Coletti e con la comunità cattolica livornese. Ilpatriarca armeno cattolico era arrivato a Livorno in occasione della presentazione degli atti delConvegno promossa dalla Chiesa armena dal titolo «Intercultura di una diaspora». Unacuriosità: sono passati esattamente cento anni dall’ultima visita a Livorno di una Patriarcaarmeno cattolico; l’ultima era avvenuta infatti nel 1906. n.s.

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A MONTECARLOIL FESTIVALINTERNAZIONALEDELLE ARTI CIRCENSI

on Luciano Cantini, in arte clownPompelmo, è stato recentemente aMontecarlo, al FestivalInternazionale delle Arti Circensi.

Quest’anno era la XXX edizione. «Fu voluto dal principe Ranieri – racconta –ed ogni anno giungono a Montecarlocentinaia di artisti da ogni parte del mondo.Nei giorni del festival si svolgono 7spettacoli ed il galà finale con una media di3500 spettatori a spettacolo. Gran partedegli spettatori sono circensi: è un modoper incontrarsi, fare festa e per impararenumeri nuovi. Insieme agli spettacoli sisvolgono anche tutta una serie di attivitàcollaterali come la riunionedell’Organizzazione Europea delle ArtiCircensi, l’assemblea degli Amici del Circo,mostre, ecc ed in particolare una grandecelebrazione ecumenica sotto il tendone delcirco».«Il circo – continua don Luciano – è unambiente ecumenico ante litteram. Icircensi provengono dai paesi più diversi,professano religioni differenti, parlanolingue diverse, eppure vivono insieme,lavorano insieme, giocano insieme.Alla grande celebrazione che si svolge aMontecarlo partecipano più di 2000persone, molte delle quali si esibisconodurante la liturgia. Promotore di questainiziativa è il Forum EcumenicoInternazionale delle organizzazionicristiane che si occupano della pastorale delcirco, scopo del Forum è il coordinamentodelle attività del settore e la preparazione diun’assemblea generale, che si svolge ogni treanni sui temi della pastorale dei circensi.L’ultima assemblea si è tenuta nel 2005 aBarcellona e la prossima sarà nel 2008 inOlanda. I temi su cui riflettere propostiquest’anno dal Forum sono: l’ASCOLTOdella gente del circo e dei Luna Park; laTESTIMONIANZA, da parte delle Chieselocali nei confronti dei viaggianti e viceversae gli STRUMENTI per dire la fede, cercandodi trovare nuove forme e celebrazioni perincontrare e far incontrare».

c.d.

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Don Luciano Cantiniracconta l’appuntamentodi quest’anno

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI5 febbraio 2006?

UOMINI E DONNE DELLA BIBBIAdi Elena Cerini

Iesseesse, in ebraico, significa «uomo di Jahwe». È ilpadre di Davide, proprietario terriero diBetlemme.Per la tradizione ebraica Iesse è considerato, a

ragione, l’antenato di una casa reale e questo inquanto è giudicato un uomo retto. Si narra che egliconverte il futuro suocero alla fede ebraica con unacitazione di Isaia e ne riceve in moglie la figlia. Dopola nascita del suo sesto figlio vive alcuni anni separatodalla moglie e al momento del ricongiungimentoconiugale la donna resta incinta del settimo figlio,Davide. Iesse, uomo giusto, è esente dal peccato esubisce la morte soltanto perché essa è un destinoche tocca a tutti gli uomini indistintamente.Nella tradizione cristiana, come padre di Davide, Iesseè menzionato anche nella genealogia di Gesù nelVangelo di Matteo ed in quello di Luca. In Isaia,quando si annuncia il Messia si parla del rampollo evirgulto della radice di Iesse. Iesse è citato anche daPaolo nella lettera ai Romani.Nell’arte Iesse compare soprattutto nelleraffigurazioni della radice di Iesse. Lo schemarappresentativo ricorrente è quello di un anzianobarbuto disteso su di un giaciglio, talvolta in unabara. Il tardo medioevo conosce la raffigurazionedella «radice di Iesse» sulle incisioni e sulle pale deglialtari maggiori.

I

...Ma tu, sì tuHai teso la tua manoHai scelto di starecon noiCi hai presi uno perunoE ancora sto scoprendochi seiMa io sentoLa tua presenza dentrodi meE gocciolano stelleSul mondoche respira con te...

GENerazione di paceA Livorno le 24 artiste si esibiranno nel nuovo musical ed incontreranno i giovani della città

DI MICAELA NASCA

na storia che haradici lontane,diversa da tuttele altre. Un per-

corso d’amore le ha fatteincontrare: tutte donne,unite in un solo spirito,unite nel talento e neldesiderio di portare a tut-ti il messaggio del Mon-do Unito .Un talento che si coloradi suggestivi scenari, cheriempie di armonia i pal-chi e il pubblico di tuttoil mondo, dall’Europa al-l’Asia all’America, che co-munica, arriva, colpisce esi ritira… lasciando il se-gno. Tutto questo è ilGen Verde: un comples-so artistico - musicale in-ternazionale compostoda 24 artiste di 14 nazio-nalità che si esprimonoinsieme in spettacoli cheracchiudono una straor-dinaria varietà di lin-guaggi espressivi: dalladanza moderna al teatro,dagli stili rock al jazz allaworld-music. Tanti diver-si linguaggi ma un’unicalingua: la lingua dellalotta per la pace, la lin-gua dell’impegno socialequotidiano, la lingua deldialogo col pubblico diogni Paese e di ogni cre-do.Nasce come espressioneartistica del Movimentodei Focolari, fondato daChiara Lubich nel perio-do di odio e violenza delsecondo conflitto mon-diale; movimento diunità e fratellanza uni-versale, nato dal piccolo,dalla riscoperta del Van-gelo, dalla voglia di vi-verlo nella sua pienezza;movimento che in pocotempo coinvolge ed affa-scina sempre più perso-ne trascinandole versoquella nuova correntedella spiritualità dell’uni-ta, di Dio Amore, espan-dendosi in tutto il mon-do e sostenendo comestile di vita attuale e crea-tivo lo stile del Vangelovissuto e della sua intrin-seca forza rivoluzionaria,alla conquista di unmondo unito. Il Gen Ver-de prende vita proprioda questi valori e li tra-duce in musica, coreo-grafie, danze e armonie:cosa meglio di un grup-po multirazziale, multi-culturale e polivalente,cosa meglio di un «mul-tiartistic performinggroup» al femminile puòmettere in scena valori,sentimenti di unità,amore pace e fratellanza?La sua storia inizia nel1966: un gruppetto di ra-gazze provenienti da lon-tanissime zone del pia-neta, semplici, entusia-ste, coraggiose ed anima-te dal desiderio di co-

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struire qualcosa insieme,iniziano il loro percorsonella cittadella interna-zionale di Loppiano (In-cisa Valdarno – Firenze),senza avere la minimaidea di quello che sareb-be accaduto, della porta-ta che avrebbe avuto illoro successo. Adessoforse loro neanche ci cre-dono, ma il Gen Verdeconta 40 anni di attivitàartistica con all’attivo 60produzioni discografichee 100 tournée mondiali.Ha riempito stadi, pala-sport, teatri di tutte le la-titudini, ha fatto cantare,ballare partecipare, gio-vani, adulti, bambini,anziani. Le tappe dei lo-ro spettacoli hanno toc-cato luoghi come il Par-lamento Europeo di Stra-sburgo, le Nazioni Unite,Seul e Zagabria nellaGiornata della Pace, laCorea durante gli Asian

Games di Busan. L’usuraimposta dalla “moda”non lo tocca: questogruppo, proprio per lasua vera originalità e peri messaggi che divulga,continua ad interessare ea coinvolgere facendoparlare di sé radio, tv ,giornali....non è destina-to a tramontare, comenon è destinato a tra-montare l’ottimismo ver-so il desiderio di Pace dicui sono intessute le stra-de del nostro Pianeta e la

certezza che un mondopiù trasparente «ce lopossiamo creare noi», apoco a poco. Questa vena di fiducia edi positività permette dasempre al Gen Verde diinstaurare un dialogosempre più vero e vitalecon il pubblico di ognicultura ed opinione, dioffrire risposte e propo-ste di impegno e di darela voglia e la forza ai gio-vani di «reagire» in modocostruttivo.

IL NUOVOSPETTACOLO

A COPERTA DELMONDO» è il loro

nuovo musical: lungoun percorso di colori,valori, emozioni emessaggi si traccianosimbolicamente alcunetappe della storia delpropagarsi dell’unità intutti i continenti; siparla e si canta anchedel confronto dialetticotra fede edagnosticismo. Lacoperta avvolge,riscalda il mondoattraverso le sue tramedi tolleranza,confronto, apertura“all’altro” tesa adindividuare un puntodi possibile incontrosulle ali dellafratellanza e dell’amoreevangelico. Unospettacolo che crede che ci sia un’ unicacoperta, senza distinzione di colore, fede,cultura, tradizioni, credenze; un‘unica copertaper tutti, sotto la quale trovare riparo dalfreddo dell’indifferenza e del pregiudizio. Lo spettacolo,che si terrà a Livorno 10 febbraio2006 presso il Pala Algida alle ore 21,rappresenta un’occasione per la città di vivereun piacevole momento di riflessione e di valoreartistico.

Per informazioni: tel. 3356613966 –3332274077Prezzo biglietto 17 euro; Prime file 22 euro;Ridotto (8-18 anni) 10 euroPrevendita biglietti e informazioni:*Villa Alma Pace V.le Vespucci 50 Antignano –Livorno Tel. 0586 – 500160*Piccadilly Sound – C.so Amedeo, 233 - Livor-no

ALLA FONDAZIONE GOLDONI

Il Progetto Pasolinia Fondazione Goldoni, in occasione dellecelebrazioni del quattrocentesimo della

nascita di Livorno, ha voluto elaborare unprogetto triennale per sperimentare nuoveforme per fare teatro. Ed è Pasolini la figura acui fa riferimento e precisamente al«Manifesto per un nuovo teatro» da lui scrittonel ’68, nel quale dichiarava la sua ricercaper un Teatro di parola completamente nuovo«perché si rivolge ad un nuovo tipo dipubblico scavalcando del tutto e per sempre ilpubblico borghese tradizionale». Oltrepassatitrentenni dal manifesto pasoliniano, a seguitodi avvenimenti politici e culturali, il Pasoliniletterato si sta affermando nella giustadimensione. Infatti, la tragica morte unita allasua produzione cinematografica e agli scritti“corsari”, sono gli aspetti che maggiormentesono stati presi in considerazione trascurandoinvece le sue opere teatrali.Stefano Casi, dell’Università di Bologna, cheda oltre venti anni studia il teatro di Pasolini,invitato a presentare il testo da lui scritto “I

L teatri di Pasolini”ha fatto emergere di lui unafigura fortissima, dove non si conosce ilconfine tra la poesia e il teatro, e dove l’uomonelle sue profondità vive enigmi e tensioniche fanno scaturire in lui una ricerca di«senso» di fronte ad una vita che inveceoppone dei modelli «codificati». Pasoliniguarda all’uomo e questi vuole rappresentarema nella sua intima profondità, per questo ènecessario un teatro nuovo, non con rigidischemi ma che deve continuamenteinventarsi.Partendo da questa nuova sperimentazione,la Fondazione Goldoni cercherà di dare vita,nei tre anni di durata del progetto, a tutte lesperimentazioni teatrali che guardano anchealle tradizioni popolari e religiose. Infatti è inprogramma la presentazione di una trilogia acarattere religioso che va dal «TritticoRomano» di Giovanni Paolo II, alla «ViaCrucis» di Luzi e al «Quinto Evangelo»dell’anarchico livornese Taddei.

Monica Cuzzocrea

Ricordando i 40 annide «La Settimana»...

Vi presentomonsignorAblondi

A CURA DI MARIA LUISA FOGOLARI

onsignor Savio mi esortava spesso a trarredall’archivio spunti di meditazione da offrire

per il presente perché, diceva, l’archivio non è solo«luogo della memoria», ma fonte di ispirazione per ilnostro oggi. Con questo intento ho ripercorso ilcammino compiuto in questi quaranta anni dallacomunità diocesana attraverso la lettura del nostrogiornale: »La Settimana» e di questo viaggio virtualeuna volta al mese riproporremo un evento dicronaca.

1966 ANNO I Direttore responsabile Don Roberto Angeli.Capo redattoredon Renato Roberti.Il giornale,composto di 12 pagine,si articolava in varierubriche: tra le quali «La Cronaca» con tanti argomentiinteressanti.Uno in particolare mi ha colpito perché foriero diun grande avvenire: La Consacrazione a Vescovo di un giovanesacerdote di appena 42 anni che sarebbe così diventato il piùgiovane Vescovo d’Italia.La Consacrazione avvenne il 1ottobre 1966 nel mercato dei Fiori di San Remoopportunamente attrezzato a tempio. Il sacerdote che sichiamava Alberto Ablondi: era così destinato a diventareVescovo Ausiliare di Mons.Guano con diritto di successione. Inquel momento è cominciato lo stretto legame tra monsignorAblondi e Livorno.Il Vescovo Guano lo presentò ai fedeli nel nostro duomo,domenica 23 ottobre,con una bella omelia intitolata ilVescovo.Tra l’altro diceva «….Per gli abiti che porta,per gestied i riti che compie per le cose che dice il Vescovo è notatocome uno che è differente dagli altri.Per alcuni è un residuo dicose ormai tramontate … Altri invece,quelli che credono…sentono nel Vescovo il segno e la presenza di una realtàmisteriosa che trascende le cose umane.Ma forse gli uni e glialtri non pensano che sotto quelle vesti c’è un uomo cometutti.È vero: il Vescovo è un uomo,un nato di donna,uno che siincammina con tutti gli altri verso la fine soprattutto versoDio…. Egli, il Vescovo,è stato consacrato per essere mandato.Egli è missionario...Come Gesù e con Gesù egli dovrà starecon gli uomini,anche con quelli che non credono,anzi, in uncerto senso,prima di tutto con loro; dovrà vivere egli,uomo, lavita degli uomini; sentire come cosa sua i loro problemi, le lorogioie, le loro pene: per portare tra loro,e sempre più, lapresenza di Gesù….Nei nomi che gli si danno si esprimonoaspetti diversi delle sue funzioni.Egli è come Cristo Vescovo:potremmo dire Guardiano.È Pastore che nutre.È Maestro checomunica la verità e aiuta a cercarla.È Apostolo mandato daDio .È Guida verso Dio.È Capo della comunità,è Liturgo chepresiede l’azione sacra .È Sacerdote che sta tra il mondo eDio.È Padre che esprime la paternità di Dio».Monsignor Ablondi si è scelto, in quella occasione,un motto eduno stemma: il motto: «Veritas in Charitate»: la verità siraggiunge facendo la carità.Lo stemma raffigura unalampada che illumina una montagna sopra la quale sispalanca l’azzurro dei cieli dove brilla una stella.Secondo lasimbologia cristiana, la lampada rappresenta l’incontenibilecarità dei primi cristiani, la montagna l’ascesa faticosa, la stellala verità celeste. Il motto,scelto dal vescovo Alberto comeispirazione permanente della sua missione di Vescovo,noncostituisce soltanto un programma di vita pastorale,macompendia altresì il suo spirito di uomo e di sacerdote che loha voluto caritatevole prima di tutto.Quell’ordinazione è stata il punto di partenza di quella«Missione di Accoglienza» che è stata per tutto il suo ministerola sua caratteristica più bella.Rivederlo oggi nelle fotografie diallora ce lo fa amare ancora di più perché la sua attualefragilità paragonata a quella giovinezza ci dà la misura di unalunga vita spesa per tutti noi.Al Vescovo Alberto fu affidata,come Amministratore Apostolico,anche la sede vacante di Massa Marittima.

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Le artiste del GENVERDE incontreranno igiovani di LivornoMARTEDI 7 FEBBRAIOalle 18.00 nel teatrodell’Istituto S. Spirito

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI5 febbraio 2006 III

AGENDA DIOCESANAVENERDÌ 3 FEBBRAIO- 21.00 il Vicario Generale incontra il ConsiglioPastorale Parrocchiale della parrocchia di Vada.

SABATO 4 FEBBRAIO- 9.30/18.00 Seconda giornata-ritiro mensileorganizzata dal FIES.- 16.30 alla parrocchia dei Sette Santi secondoincontro del Corso di Mariologia dal titolo «Mariainsegna alla Chiesa ad accogliere la Parola, acredere in essa e a diffonderla con coraggio»,interviene p.V. Grosso, agostiniano docente diMariologia.- 16.45 S. Messa in Cattedrale celebrata dal VicarioGenerale per l’inaugurazione del mezzo della Rondadella sanità della Misericordia di Livorno.

LUNEDÌ 6 FEBBRAIO- 9.30/11.00 Incontro tra il Vescovo ed irappresentanti delle Cooperative e delleAssociazioni, organizzato dall’ ufficio per la pastoraledei problemi sociali e del lavoro.

MARTEDÌ 7 FEBBRAIO - 18.00 presso l’Istituto S. Spirito il gruppomusicale del Gen Verde incontra i giovani della città.

MERCOLEDÌ 8 FEBBRAIO- 9.30/12.30 ASSEMBLEA DEL PRESBITERIO inVescovado.- 17.45 presso il Centro Culturale Diocesanoincontro organizzato dal SAE. Intervengono M.Gnocchi (pres. Naz. SAE), G. Long (pres. FCEI).Moderatore R. Burigana (Dir. CeDoMEI e uff.Ecumenico)

VENERDÌ 10 FEBBRAIO- 10.00/12.30 CONSIGLIO EPISCOPALE inVescovado.

SABATO 11 FEBBRAIO- 9.30 il Vescovo e il Vicario Generale presiedono lacelebrazione Eucaristica al Carmelo per laprofessione Solenne di suor Antonella.- 16.30 Presso la parrocchia dei Sette Santi , corsodi Mariologia sul tema «Maria, luce che rischiaraogni difficoltà della Chiesa in cammino», relatore p.Stefano de Flores, monfortano, docente diMariologia. Conclusione di Mons. Diego Coletti.

LUNEDÌ 13 FEBBRAIO- 9.30/11.00 Incontro tra il Vescovo ed irappresentanti delle Imprese, organizzato dall’ ufficioper la pastorale dei problemi sociali e del lavoro.- 17.30 presso il centro artistico «Il Grattacielo» siterrà la conferenza «Amigos en el Senor»: epistolariodi Francesco Saverio. Relatore: Padre ValentinoDavanzati s.j.- 19.00 presso la chiesa di S.M.del Soccorso, S.Messa presieduta dal Vescovo per la Fraternità diComunione e Liberazione.- 21.15 in Cattedrale Lectio Divina per i giovani sultema «Anna- La fecondità dell’amore»

e oggi, a cento anni di distanza dalla nascita diDietrich Bonhoeffer, teologo e pastore luterano

giustiziato nel campo di sterminio di Flossenburg inseguito alla sua opposizione a Hitler e al nazismo, misi chiedesse di sintetizzare la sua figura, non avreidubbio nel farlo con le parole che, nell’imminenzadella sua morte, rivolse ad un compagno diprigionia: «È la fine. Per me è l’inizio della vita».Parole che esprimono il senso di una testimonianzadi fede in Cristo, che sorpassa ogni divisioneconfessionale e arriva diretta al cuore dellecoscienze, interpellandole sullo spessore della

propria fede, sulla vitalitàdella speranza e sull’efficaciadella carità.Ma quale è stato il percorsostorico-esistenziale di quelloche può essere definito unodei più letti e dei più granditeologi cristiani del ventesimosecolo? Mi limito alle tappe essenziali.Nato a Breslavia (ora Wroclaw,in Polonia) il 4 febbraio 1906da una agiata famigliaborghese tedesca che sitrasferì a Berlino pochi annidopo, compie i suoi studi

teologici a Tubinga e a Berlino.Il 1933, anno dell’avvento al potere di Hitler, vede laChiesa evangelica incerta, divisa e in parte benaccogliente verso la nuova autorità politica. È perquesto che, con altri pastori, darà vita a Barmen nel1934 alla Chiesa confessante, con l’intento di creareuna Chiesa capace di confessare la fede in Cristo, afronte dell’eresia cristiano-tedesca che di fattofaceva coincidere cristianesimo e germanesimo.Nel 1935 gli viene affidata, come rettore, laformazione dei futuri pastori della Chiesaconfessante. Le idee guida di questa esperienza, chesi svolge prevalentemente a Finkenwalde, unsobborgo dell’attuale Stettino in Polonia, siraccolgono intorno alla radicalità della vita cristianae sono contenute in due opere: «Sequela» e «Vitacomune».Nel 1939 il cognato von Donhanyi lo convince adentrare nel gruppo di resistenza al regimenazionalsocialista che si era costituito all’internodell’Abwehr, il servizio segreto militare, e che siestendeva al comando supremo delle forze armate,e a cui capo era l’ammiraglio Canaris. Il compitoreale è quello di utilizzare la sua rete di relazioniinternazionali in campo ecumenico per far conoscereagli Alleati l’esistenza di una resistenza interna alregime nazista, e saggiare la loro disponibilità acollaborare con un’eventuale congiura. Cosa,quest’ultima, che non ebbe successo.Nonostante gli innumerevoli impegni politici edecclesiastici di questo periodo, Bonhoeffer nonrinuncia alle sue riflessioni teologiche, dando inizioad un’opera fondamentale, l’Etica, rimastaincompiuta e in cui affronta le problematiche dellaresponsabilità politica e privata.Il 5 aprile 1943, Bonhoeffer viene arrestato nellasua casa di Berlino, insieme al cognato Hans vonDohnanyi e alla sorella Christine, con l’accusa di«complicità in alto tradimento e tradimento dellapatria», e portato nel carcere militare giudiziario diTegel, a nord-est di Berlino, per essere interrogato.Del periodo della carcerazione ci restano le suelettere ai familiari e all’amico Bethge, pubblicatepostume con il titolo di Resistenza e resa: un testochiave per la teologia del Novecento e, insieme,un’importante opera di spiritualità.Solamente dopo il fallimento dell’attentato a Hitlerdel 20 luglio 1944, la cospirazione viene scoperta eBonhoeffer viene condotto al campo di sterminio diFlossenbürg dove, insieme ad altri congiurati, trovala morte per impiccagione il 9 aprile 1945.

Questi brevi cenni biografici vogliono essere solouno stimolo a conoscere e ad approfondire lapersonalità di Bonhoeffer. E proprio in questadirezione si muovono le due iniziative proposte daCe.Do.M.E.I., Scuola di Formazione teologica eSeminario vescovile, in occasione del centenariodella sua nascita: - il 20 aprile una giornata studio dal titoloDIETRICH BONHOEFFER: L’ATTUALITÀ DI UNATESTIMONIANZA TEOLOGICA, il cui programmasarà comunicato appena possibile. Fra i relatorihanno garantito la loro presenza il teologo donAndrea Milano dell’Università di Napoli e il pastoreluterano Jürg Kleemann.- dal 21 al 27 agosto un viaggio-studio aBERLINO dove c’è la possibilità di visitare la casa difamiglia di Bonhoeffer e i luoghi più significatividella sua attività di pastore, teologo e resistente alnazismo; l’itinerario proseguirà fino al campo diconcentramento di FLOSSENBÜRG dove trovò lamorte. Per il programma e per ulteriori informazionirivolgersi all’Opera diocesana pellegrinaggi - viadella Madonna 24 - tel. 0586211294 - da lunedì avenerdì (9.30-13.00 15.00-17.30).Lo scopo è proprio quello di incontrare la figura el’opera di Bonhoeffer, per non affievolirne lamemoria e mantenere viva l’attualità di unatestimonianza e di un pensiero che possonocontribuire alla formazione di cristiani autentici,capaci di servire la storia da adulti nella fede.

don Andrea Brutto

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PER SCOPRIRE LA TESTIMONIANZA DI DIETRICH BONHOEFFER

Un convegno ed un viaggio

Sabato prossimo sarà inaugurato il nuovomezzo della Misericordia

abato pomeriggioalle 16.45 sulsagrato del duomoil vicario generale

benedirà il nuovo mezzodella Misericordia diLivorno che viaggeràinsieme alla «Ronda dellacarità». Si chiamerà «LaRonda della sanità» erappresenterà un nuovogesto di aiuto concreto achi vive e dorme instrada. Il servizio siaffiancherà ai volontaridella parrocchia S.Giovanni Bosco di Cotetoche ogni sera fanno ilgiro della città per portareun pasto caldo ai barbonie agli immigrati. A bordodel furgone ci saranno unautista, un medico, uninfermiere ed unsoccorritore a livelloavanzato, tutti volontari,che due volte lasettimana offrirannovisite gratuite come in unqualsiasi ambulatorio dimedico di base.La Ronda della sanitàvivrà grazie all’impegnodella Misericordia diLivorno, del CeSVoT(Centro ServiziVolontariato dellaToscana, co-finanziatoredel progetto) e allacollaborazione dellaBrigata Folgore,dell’Accademia Navale edell’Ordine dei Medici eoffrirà un’assistenzasanitaria a quelle personeche non vogliono ocredono di non poterrivolgersi alle strutturepubbliche perché prividel permesso disoggiorno.Il mezzo durante ilgiorno, ma in particolarenelle ore della mensaserale, stazionerà al Portodi Fraternità, la strutturadella Caritas diocesanache ogni giorno si prendecura di centinaia dipoveri.«Siamo fieri di questiservizi – ha sottolineato ilvicario monsignorRazzauti presentando ilprogetto – perché grazie a

queste iniziative concretepossiamo assolvere allanostra missione dicristiani: aiutare chi habisogno».Anche don Luciano Musi,che da quattro anniaccompagna la Rondadella carità, è contento diquesta iniziativa: «graziealle famiglie dellaparrocchia – afferma -che ogni giornopreparano le pietanze ead alcuni bar e pizzeriedel quartiere che a finegiornata regalano ciò cheresta, portiamo cibo econforto a chi è solo edemarginato e adessopotremo portare ancheun’assistenza sanitaria.

Ogni sera incontriamotra le 40 e le 50 persone,molti si fermano anche aparlare: sono persone digrande dignità e rispettoche hanno bisogno diessere rifocillate maanche di essere ascoltate».Ed in questi giorni,proprio durante la visitapastorale del Vescovo, laparrocchia di Coteto hainaugurato la «Casa delsorriso»: una strutturagestita da 220 volontariche ogni giornodistribuisce vestiario,farmaci e generialimentari ai bisognosidel quartiere e della cittàsenza distinzioni di sorta.

c.d.

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GLI INCONTRI IN CATTEDRALE

Meditazioni sulla fedei hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore èinquieto finché non riposi in Te». Da

questa affermazione di S. Agostino ha preso il viain cattedrale la prima delle «Meditazioni sulla fedeCattolica» previste in preparazione del IIcentenario della Diocesi.Il testo agostiniano, citato sopra, richiamal’affermazione secondo la quale «Nel corso dellaloro storia, e fino ai giorni nostri, gli uomini inmolteplici modi hanno espresso la loro ricerca diDio attraverso le loro credenze e i lorocomportamenti religiosi (preghiere, sacrifici,culti,meditazioni, ecc). [...] Malgrado le ambiguitàche possono presentare, tali forme d’espressionesono così universali che l’uomo può essere definitoun essere religioso» (Catechismo della ChiesaCattolica, 28). L’attenzione si è appuntata sulladinamica interiore entro la quale si colloca e sisviluppa il senso religioso. Ci sono domande ches’attaccano alla radice stessa di ogni nostrariflessione: «Per che cosa vale la pena che io viva?Qual è il significato della realtà? Che senso hal’esistenza?» Proprio per sua natura il sensoreligioso è un fattore ineliminabile, una dotecaratteristica della nostra natura. Esso viene a noianzitutto attraverso il richiamo dei diversi aspettidella realtà cosmica e spirituale. S. Paolo in unfamoso passo della Lettera ai Romani, pone ifondamenti di un’affermazione razionaledell’esistenza del problema di Dio: «poiché ciò chedi Dio si può conoscere è loro manifesto; Diostesso lo ha loro manifestato. Infatti, dallacreazione del mondo in poi, le sue perfezioniinvisibili possono essere contemplate con

l’intelletto nelle opere da Lui compiute, come lasua eterna potenza e divinità» (Rm 1, 19 -20).È su questo fondamento razionale che potràsvilupparsi una corretta affermazione dellapossibilità e opportunità della Rivelazione. Con lasua apertura alla verità e alla bellezza, con la sualibertà e con la voce della coscienza, con la suaaspirazione all’infinito e alla felicità, l’uomo siinterroga sull’esistenza di Dio. In queste apertureegli percepisce segni della propria animaspirituale. Inoltre, il mondo e l’uomo attestano cheessi non hanno in se stessi né il loro primoprincipio né il loro fine ultimo, ma che partecipanoall’Essere in sé, che non ha né origine né fine. Sidelineano così alcune vie attraverso le qualil’uomo può giungere all’affermazionedell’esistenza di una realtà che è la causa prima eil fine ultimo di tutto «e che tutti chiamano Dio».Queste «vie» vengono chiamate anche «provedell’esistenza di Dio», non nel senso delle provericercate nel campo delle scienze naturali, ma nelsenso di «argomenti convergenti e convincenti».Su questo punto il Concilio Vaticano I recita: «Lasanta Chiesa, nostra madre, sostiene e insegnache Dio, principio e fine di tutte le cose, può essereconosciuto con certezza con il lume naturale dellaragione umana partendo dalle cose create». Senzaquesta capacità, l’uomo non potrebbe accoglierela Rivelazione di Dio. Restano molti problemiaperti che saranno affrontati nei prossimi incontri,secondo il programma stabilito. È disponibile inCattedrale, per chi lo desidera, la breve tracciastampata delle riflessioni di cui sopra.

Don Mauro Peccioli

La «Rondadella sanità»

VENERDÌ 3 FEBBRAIO ALLE 21.15

EDUCAZIONE E FIGLIi svolgerà venerdì 3 febbraio alle 21.15 pressol’Istituto S. Spirito in corso Mazzini 199 la

conferenza organizzata dal Serra club di Livornosul tema «La famiglia e l’educazione dei figli.Libertà di educazione come diritto e dovere deigenitori. Rapporto scuola famiglia».Interverranno alla conferenza Luisa Santolini,presidente del Forum Nazionale delleAssociazioni Familiari e Enzo Melosi, presidentenazionae dell’AGeSC. Moderatore sarà RobertoLombardi. Alla conferenza sarà presente anchemonsignor Coletti.

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ALLA SCUOLA DI TEOLOGIA

Il secondoquadrimestre

i sono aperte in questi giorni le iscrizioni peril secondo quadrimestre della Scuola diTeologia Diocesana. La segreteria è aperta ilmartedì e il giovedì dalle 18.00 alle 20.00.

La quota è di 15 euro a corso.Gli argomenti del secondo quadrimestre per coloroche frequentano il I anno saranno: «La Rivelazione:la testimonianza della Scrittura nella Chiesa» e «LaChiesa, popolo di Dio, fede vissuta nella storia».Chi si iscrive al secondo quadrimestre del II annoavrà come temi di studio: «Teologia moralesessuale e matrimoniale»; «Elementi di Liturgia»;«L’Apocalisse di San Giovanni».Il prossimo 15 marzo si aprirà inoltre un seminariodi studio su «Comunicazioni sociali e dottrinasociale della Chiesa», che sarà tenuto dallaprofessoressa Marina Basilico.

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LA GIORNATADEL MALATO

n occasione della giornata del malato la cappellaniadell’ospedale di Livorno offre alcuni momenti di pre-ghiera.* Nei giorni 8-9-10 febbraio, triduo di preghiera inpreparazione alla giornata con il seguente programmadi massima:

- ore 15.00 ritrovo in chiesa - inizio processione con lastatua della Madonna di Lourdes – arrivo al repartoprevisto – alcuni volontari distribuiscono ai degentiche lo desiderano, una immagine della Madonna –breve momento di preghiera composto da una liturgiadella Parola e benedizione dei malati ( circa 10 minu-ti)

- ore 15.30 spostamento ad un altro reparto dove si ri-peterà il breve incontro di preghiera – processione finoalla chiesa e celebrazione della S. Messa delle ore16.00

(Giorno per giorno i reparti del triduo: 8 febbraio: ore15.00 – Medicina Generale II 5°/1 – ore 15.30 Medi-cina Generale I 5°/3; 9 febbraio: ore 15.00 – Neuro-chirurgia 2°/1 – ore 15.30 Neurologia 2°/2; 10 feb-braio: ore 15.00 – Oncologia Medica e Radioterapia)* Sabato 11 febbraio nella chiesa dell’ospedale alle16.00, sarà celebrata la S. Messa vespertina della do-menica da Mons. Alberto Ablondi,Vescovo Emerito diLivorno con particolare riferimento alla giornata deimalati

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