Il figlio dell'orizzonte

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IL FIGLIO DELL'ORIZZONTE di Vegas Rome Presumo sia prevedibile domandarsi in parole l'immaginabile e ponderarlo in sobria misura, porre fin dal principio una logica sequenza di Ragionamenti collimanti per espressività di conseguenza, incidere elegantemente sulla opinione di chi si ferma a leggere ma per abitudine, non per diletto, proverò a sedurvi con il fascino della mia verità. Ozierò nei miei ridondismi perchè è lì che è la mia natura, perchè tutti sono proiettati nella ricerca dettata da un equilibrio stereotipato dove chi ne è fuori si ritrova Inesorabilmente non conforme alle etichette di una massa, una massa imperfetta abituata ad arrogarsi il diritto di giudicare sempre. Questo è un piccolo esperimento letterario, un modo come tanti per provare a definire concetti dichiaratamente ritriti, un gioco di prestigio che sgorga improvviso in una reiterazione che prende forma sulle righe, è il vestito di una sola stagione che raccoglie a se' gli odori delle primavere che mi hanno circondato, lo spaccato delle fragilità di una generazione perplessa, la mia e quella di tanti altri, una generazione senza tempo e senza posto. In principio l’ottemperanza era consueta armonia, era interdetta alla mente del cuore la via desueta del pensiero sottile, cieli come compassi fra le sponde di fiumi Circunvessi, sobrietà inappaganti, cecità coatte, equilibri in bilico fra le imprevedibili ganasce del tempo Le mani in tasca al cielo ed il cielo in petto al mare e nell’anima i suoi occhi in forma quadrimensionale, lì ammutolito a ridondare su coloro che d’ogni fragranza cospargon le proprie parole, lì infreddolito nell’Osservar chi dipinge aquiloni sulle stolte labbra della propria anima, lì sul freddo marciapiede della stazione di Genova Brignole ad iniziar i primi passi su questa superficie silenziosa e attendista di nuovi palcoscenici. Oh mio dio com’è inarrivabile certa simulazione di vita, son qui a destarmi in questa apparenza fatta di sterilità e pressapochismo, ogni singolo zampillo d’inchiostro si posa sulla pelle ruvida di questo mini-notes, parole che, di volta in volta, trasborderanno sulla bidimensionale finestra di un file di testo sul mio Pc.

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IL FIGLIO DELL'ORIZZONTE

di Vegas Rome

Presumo sia prevedibile domandarsi in parole l'immaginabile e ponderarlo in sobria misura, porre fin dal principio una logica sequenza di Ragionamenti collimanti per espressività di conseguenza, incidere elegantemente sulla

opinione di chi si ferma a leggere ma per abitudine, non per diletto, proverò a sedurvi con il fascino della mia verità.

Ozierò nei miei ridondismi perchè è lì che è la mia natura, perchè tutti sono proiettati nella ricerca dettata da un equilibrio stereotipato dove chi ne è fuori

si ritrova Inesorabilmente non conforme alle etichette di una massa, una massa imperfetta abituata ad arrogarsi il diritto di giudicare sempre.

Questo è un piccolo esperimento letterario, un modo come tanti per provare a definire concetti dichiaratamente ritriti, un gioco di prestigio che sgorga

improvviso in una reiterazione che prende forma sulle righe, è il vestito di una sola stagione che raccoglie a se' gli odori delle primavere che mi hanno

circondato, lo spaccato delle fragilità di una generazione perplessa, la mia e quella di tanti altri, una generazione senza tempo e senza posto.

In principio l’ottemperanza era consueta armonia, era interdetta alla mente del cuore la via desueta del pensiero sottile, cieli come compassi fra le sponde di fiumi Circunvessi, sobrietà inappaganti, cecità coatte, equilibri in bilico fra

le imprevedibili ganasce del tempoLe mani in tasca al cielo ed il cielo in petto al mare e nell’anima i suoi occhi in

forma quadrimensionale, lì ammutolito a ridondare su coloro che d’ogni fragranza cospargon le proprie parole, lì infreddolito nell’Osservar chi dipinge aquiloni sulle stolte labbra della propria anima, lì sul freddo marciapiede della

stazione di Genova Brignole ad iniziar i primi passi su questa superficie silenziosa e attendista di nuovi palcoscenici.

Oh mio dio com’è inarrivabile certa simulazione di vita, son qui a destarmi in questa apparenza fatta di sterilità e pressapochismo, ogni singolo zampillo

d’inchiostro si posa sulla pelle ruvida di questo mini-notes, parole che, di volta in volta, trasborderanno sulla bidimensionale finestra di un file di testo sul mio

Pc.Una delle tante litanie che si alterneranno nel posto che segue è quella che

pondera sulla spersonificazione dei singoli individui e viene ingoiata dal concetto, sempre più schiacciante, di massa.

Si discute dell’ovvio senza accorgersi di essere nella posizione di chi sta stabilendo un ruolo, così veri nell’essere finti, così meri ed apprendibili nella contemplazione di un esile interporre fragilità mascherate da salde sicurezze,

unicità violentate da consueti meccanismi di isteria di massa.Cos’è il primordio viscerale di una emozione che può essere solo stata vista da

occhi altrui?Il tempo ci devasta i ricordi, ci priva delle loro infinitesimali sfumature, il

tempo combatte la nostra necessità di certezze e la trasforma in precarietà ineluttabile, esigenza recondita di condividere il nostro spazio temporale con

altre porzioni di vita accomunanti.

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Siamo parte dell’incessante rotolare delle pietre nel fiume, polvere che si confonde nell’aria, siamo attori e spettatori Della nostra inafferrabile

evoluzione nel fluttuare del tempo, pionieri di mondi irraggiungibili, cavalieri senza macchie ed invisibili creature.

Ogni concetto è destinato a smarrire la propria immensità sulla scia di questo inevitabile viaggio.......ed è il cielo la mia unica risorsa, il cielo la mia unica dissolvenza dignitosa, l’unica preziosa perla alla quale attingo da sempre, fonte inesauribile che nutre di sogni danzanti la mia realtà, petali di luna

sulla superficie morbida dei miei occhi.Le mie parole sono il mio album fotografico di famiglia, una vita tra le righe di un tempo che mi sottolinea invisibile, mi fumo una sublime pall mall white e

decoloro il grigio che si Affossa fra le dita dell’anima di un pensiero stagnante.Riprendiamo con due righe di frustrazione.

Noncuranze che deformi s’avvinghiano a parvenze semistatiche che di estetiche imbragano i rimbalzi consueti, canoni riproposti puntualmente,

realtà ogni giorno più rarefatte, la vita è una galera senza sbarre e di mestiere fa la puttana part-time.

E’ proprio bello saltellare di onda in onda come un pesce in armonia con La tempesta, fuoriuscire e rientrare come gli occhi del pesce diviso fra mare e

non mare, ma cos’è alla fine che desidera il pesce?Perchè rischiare di affogare d’aria quando il mare ti porge pareti morbide

nelle quali Addomesticare le tue necessità?Il pesce non è stato creato per il mare ne' per l’interezza d’acqua che la Mente

umana può concepire, il pesce è nato per essere universo, per esser cielo terso, il pesce è il padre ed il figlio del proprio destino, il principio e l’epilogo

del proprio cammino.Spesso si preclude l’apice alla noia dell’abisso così come la libertà in catene si

confonde con il compromesso, ma mutevole è l’istante prima e dopo, già costante di una certezza nuova ma non per questo di un dubbio mendicante.

Che significato ha secondo voi la pioggia?Io penso che sia solo uno dei ritmi indispensabili della vita.

Fugace il tempo sollecita il suo passo o ignaro il mio passo è inganno dei miei stessi occhi?

Non amate gli estetismi dell'anima?La conoscenza implica tolleranza, meditare non misura convergenze me

debilita parvenze, Ogni silenzio misura immensità celate o è rappresentanza di vacuità indomabili?

Dov’è il vero limite e cosa combattiamo quotidianamente?E’ la quotidianità o e’ l’inconsistenza dei nostri sogni?

Eppure la massa è una opinione che non si può trascurare, essa concilia sovente l’isteria delle mezze misure, ma vivisezionandola è intuibile dedurre la

singolarità di ogni frammento che la compone.Dunque la massa è distrazione?

Manomissione di identità?Comodo mezzo di comunicazione?

E’ l’esigenza stessa di comunicazione che ci conduce al non parlare affatto, forse le parole stesse sono la sterile prova di una alienazione ramificata, un mezzo che appaga l'ignavia che è ingrediente costante di ogni singola vita.

La noia pervade i fragili e li stringe nella sua morsa apparentemente appagante, essa sveste i singoli della propria nitidezza, offrendo loro l’opaco

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agio di una bandiera accomunante, offrendo la illusione di misere porzioni di individualità, la noia è la polvere che si deposita tra le nervature della vita.

Il vero dramma è l’apparenza e convengo con chi mi disse: limitati ad essere ciò che non sei e nessuno ti chiederà mai di essere te stesso.

Trovo disgustoso leggere per più di cinque minuti e già mi domando come farò a Rileggermi senza dover correre in bagno a rigurgitare le mie stesse parole, mi domando come si possa perdere la vita a leggere vite altrui come se queste

potessero in qualche modo cambiare le nostre.Forse leggere è più cancerogeno che fumare, lì ad immedesimarsi fra le righe di uno stupido paroliere che cerca ad ogni modo di dare un senso alle proprie parole per catturare la vostra attenzione, perchè chi scrive sa quasi per certo che sarà letto e si porge senza grazia alle proprie Esigenze, assecondando le

vostre in maniera sottile.Inutile sottolineare che anche io ho tale certezza, anche io sarò letto, forse da

uno o forse da molti ma non importa, ciò che cerco di dire in queste ultime righe è che ognuno dovrebbe immortalare la propria vita alla realtà.

Ora, alcuni staranno dissentendo in maniera evidente, altri magari staranno già bruciando il libro, mentre altri ancora si reitereranno nella frustrante

vivisezione che colui che scrive sta porgendo con l’eleganza dell’infante, che strilla e schiamazza con l’inchiostro sulle dita.

Faccio pausa un attimo, mingere è meno addomesticabile che scrivere.“ Silente si affaccia la luna al mio davanzale col suo copricapo di stelle e di stupore adorna l’anima mia, di dolcezza colma il mio sonno che ignaro si

addormenta su un cuscino di sogni.”Ogni tanto mi capita di ritrovare i miei stralci di ritagli in inimmaginabili posti, cose scritte un pò dove capita e dimenticate come certi cani sulle autostrade

in agosto.Lo so, il parallelismo non è dei più riusciti ma la realtà non è solo zucchero

filato, la realtà è che ho provato ad essere milioni di volte un poeta, ho provato a scavare nella mia anima in modi e maniere copiose e alla fine mi son detto:

hai mai letto Shakespeare?Certo che l’ho letto e solo la mia anima sa com’è stato piacevole sciogliersi nelle sue parole, solo i miei occhi sanno com’è stato sublime inciampare in

esso e altro che le conigliette di Playboy.Avete presente quelle che fanno di tutto per dimostrare che sono anche intelligenti ed usano parole cacofoniche come ambizione o arte e poi

assumono le espressioni tipiche di chi sa che nella vita si prostituirà per una manciata di monete senza valore?

Ecco il bigotto moralista che incalza, ora lo uccido così rimane tutto per me questo corpo e vado a vedermi le conigliette con la bibbia in mano, laddove

l’onanismo incalza fra i versi.Vorrei essere onesto fino in fondo però, dirla tutta o almeno provare a farlo.

La prostituzione non è prerogativa femminile e non ha attribuzione fisica, ogni benedettissimo giorno c’è chi baratta se stesso e la propria dignità per

arrivare a qualcosa, in ogni posto c’è qualcuno che vende e qualcuno che compra, anche mio padre si è prostituito per mantenere i suoi figli ma aveva le

sue buone ragioni.Ma non stavo parlando del pesce tra le onde?

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Cosa c’entra mio padre coi pesci?Secondo me è come quando ti capita il pazzo sull’autobus che farnetica e tu non riesci proprio a capirlo, è una specie di constatazione lucida che ti urla

dentro, l’incongruenza di fondo che ti fa prendere le distanze.Vorrei essere nella testa di ogni pazzo, ammonticchiare in me tutte quelle

immagini fantasiose che essi celano in se stessi ed allontanarmi più sovente dalla plumbea rigidità e rettitudine cerebrale che questi sani esseri umani ci

propinano ogni giorno.Non riesco ancora a capire che piega prenderanno i miei pensieri e le mie

parole su queste pagine, non so se riuscirò ad esser sempre ironico e se sarò pedante, ma nel dubbio che m’assale mi prometto una cosa: Sarò vero.

Mi piacerebbe trattare di mille questioni e lo farò, andrò a ruota libera senza curarmi dell’estetica della continuità, trasmetterò le mie emozioni attraverso

il dono della tecnologia che tanto mi odia e che tanto mi sopporta ( sono coriaceo come un testimone di geova ).

L’altro giorno guardavo uno dei tanti film di Allen e ne assaporavo particolari che non avevo ancora notato, eppure lo avevo già visto svariate volte quel film

e con grande attenzione ma, nonostante tutto, mi era sfuggito qualcosa.Ciò che mi ha fatto riflettere molto è che anche la vita è cosi, tu pensi di

conoscere il tuo vicino solo perchè lo aiuti a clisterarsi ogni sera e ci scambi interessanti discussioni sulla idealizzazione metafisica della vacuità moderna,

invece poi scopri che è un serial killer o che magari fa lo strozzino.Ecco, il punto è che a volte la propria verità può offendere la interazione di chi

non la vive e non la può apprendere fino in fondo, il punto è che la famosa bandiera accomunante è in definitiva la costante di alienazione che è in

ognuno di noi.Ciò che ci accomuna è ciò che più ci allontana, un pò come dire che con un

paio di scarpe non ci puoi vestire tutta l’umanità.Lo so, non è di immediata comprensione, ma se avreste voluto vita facile

avreste dovuto nascere democristiani, del resto anche le uova più deformi si manifestano con un tuorlo al proprio interno ( forse questa era più ardua della precedente ma la mia inettitudine non è mai stata ottenebrata per nessuno).

Siamo quasi giunti alla fine della terza pagina e, se ancora alcuni sono lì e non hanno gettato la spugna, vuol dire che mi tocca andare avanti, scivolare sulle

righe e colmarle di parole attese o inattese che siano.Qui è giorno da un pezzo oramai e la notte è scorsa via come una foglia in balìa del vento, siamo rimasti insieme, l’uno a scrivere e gli altri a leggere,

insieme a parlare come si fa quando si è fra amici e si respira quella atmosfera così vera ed intensa, insieme come quando vorresti che il tempo non passasse

mai e te la prendi perchè certe serate noiose con certe persone che non sopporti proprio sembrano non passare mai.

Vi dispiace se cito Battisti?Purtroppo non mi è possibile sentire la vostra risposta da qui, perciò andrò

avanti citando il mio caro Lucio e nessuno me ne voglia ma lo faccio con estremo piacere.

In molti si sono divisi fra i due parolieri che hanno accompagnato la carriera artistica di questo grande uomo, lo hanno giudicato e schernito e non ne

hanno capito le scelte.I miei inchini al signor Mogol che è nato poeta nel cuore, ma come non poter

affondare la propria saliva fra le ricchezze cerebrali e le sfumature quasi inarrivabili del signor Panella?

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Questa è una delle costanti che rendono imprevedibile la vita di ogni uomo, ognuno segue la propria evoluzione e ne assapora le tonalità, ognuno è potenzialmente tutto e quasi certamente tutti, la vita non si riassume in

algoritmi ma ha matematiche risposte.Comunque, fra i due parolieri, io ho preferito sempre quello che era in Battisti, ovvero il paroliere che diffondeva nell’etere armomie soavi e

proponeva al prossimo una chiave di lettura diversa dalla consuetudine delle parole.

L’inchino più grande è per lui e per sottolinearlo osserverò un minuto di silenzio.

( 1 Minuto di silenzio)Rieccomi a voi, dunque, gioioso come un calzino in lavatrice, rubicondo di vita

come un cannolo innestato nello stomaco di chi promette da domani dieta, festoso come una campana che un prete suona la domenica mattina.

Ci vorrebbe un mitra per far fuori quello strombazzante servo di dio, dopo una settimana di sveglie nauseabonde ti tocca subire anche le isterie di un

invasato che non ha sonno.Immagino che alcuni di voi siano molto cattolici e che certe atmosfere siano

un pò fuori luogo ma vi assicuro che non ne farò più menzione per le prossime due pagine.

Ritorniamo a noi intelletuali da Maurizio Costanzo show, ritorniamo alle elucubrazioni del folle che miete vittime sulle linee più frequentate dei vostri

centro città.Mi diletto un pò fra le mie rimembranze acriliche, nel tremito che accompagna il claudicante fino a farlo correre, sulle parole delle bocche di abili giocolieri e

cosi fino ed oltre, per le strade del mondo che colme di vita boccheggiano.“L’amore ha solo una casa.....l’anima”, come la trovate?

Questi fogli sparsi mi mettono l’ansia, in ognuno di essi c’è imprigionato un frammento della mia vita, un esile scorcio di un istante rubato all’eternità.Ci sono giornate in cui passo al setaccio questa voluminosa quantità di vita

cartacea, ore dedicate alla ricerca di emozioni dimenticate o forse mai elaborate fino in fondo, immagini di un inarrestabile cammino che mi ha

condotto fin dove ora sono.A volte per me è davvero difficile stabilire se sia maggiore il peso di una foto rispetto a quello di una quantità imprecisata di parole, la battaglia in me è davvero estenuante e forse alla fine non ne esce nessuno vincitore, forse è

l’importanza dell’attimo imprigionato che la fa da padrone, la forza di quel che esso sa trasmettere alla memoria di chi ha vissuto e di chi ne ha totale

consapevolezza.Il tempo in questo ci è amico, nel senso che ci rende più capaci di interpretare

il passato e le sue infinite sfumature, ci avvicina di più ad una verità più oggettiva perchè la distanza temporale, ci rende in molti casi spettatori di noi

stessi e non più attori.Ogni bella rosa, degna di tale nome, ci mostra le due facce della medaglia: la primavera e l’inverno, la giovinezza e la vecchiaia ed il tempo come una rosa

ci porge angolazioni dalle quali scrutare il volger in esso.E’ davvero preziosa la vita ed è un crimine viverla fra le righe o con maschere da teatranti, è davvero il più sporco dei crimini galleggiare in essa aspettando

la fine del supplizio.

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Io ho sempre cercato di vivere nella trasparenza, mi son spesso fermato a fare il punto della situazione, ho scavato come un minatore, concimato come un

contadino e non mi sono mai privato dell’onestà con me stesso.Non riesco minimamente a concepire cosa voglia dire la parola compromesso, non quando si tratta delle mie esigenze emotive e della mia necessità di star bene dentro, non sono mai stato capace di annuire, nella eventualità in cui la

mia spiritualità ne fosse stata contrariata.Mi rileggo fra le righe di qualche mese fa e penso.

“Ho sparso ceneri liquefatte fra le righe sature della mia perpendicolarità, ho disceso cigli imburrati e ben imbellettati a festa, colori mai carpiti dall'occhio

dell'uomo comune.La tempesta mi ha offerto il suo manto di polvere fomentando l'anima che era

in me ed io, senza parola nè fiato, ne ho appreso la indole.Quante strade dovrò ancora percorrere per comprendere il motivo che mi

spinge a camminare da sempre?Ovunque il mio sguardo posi i suoi leggiadri occhi v'è follia, incongruenza che

il cuore rigurgita puntualmente, teriomorfe istinto che si vela fra le spoglie vesti metalliche di una razionalità litanica.

Si sta esaurendo l'ossigeno delle bombole inanimate delle semi-parvenze di un sopravvivere sopravvissuto a se stesso, la realtà è satura di anidride carbonica , il timor di non esser mai stato attanaglia questa mia gracile essenza di uomo

vivisezionato.Domani sarà un altro posto e un altro volto e per grazia ricevuta so che ci

sarò, ci sarò in un per sempre che non pone argini alle mie proiezioni, un per sempre intaccabile.

Quando ti manca il tempo sotto ai piedi non puoi far altro che puntare all'infinito. “

La mia consapevolezza prende fiato di giorno in giorno e mi rende un uomo diverso, un uomo migliore forse o, semplicemente, un uomo stimolato.

Il mio gatto si gode il solarium ed è felice, rincorre un insignificante pallina di carta e sembra tracimare di gioia, si prende due carezze e sembra quasi che

l’universo di cui ha bisogno sia proprio lì in un semplice contatto.Associa mi son detto, lo diceva anche Freud, è solo un animale e vive di

meccanismi molto istintivi, ma chi può contestare il fatto che le emozioni di un uomo siano istinto?

Ci sono espressioni dell’anima alle quali attribuisco la purezza e l’intaccabilita’ dell’istinto, frangenti in cui è difficile controllare le proprie azioni, puri momenti di verità assoluta ed incontestabile libertà di essere.

Ogni giorno cresco dentro di un millimetro di me stesso e, per quanto opinabile, giuro di non essere posseduto, il mio sarcasmo è il mero frutto dello sdrammatizzare a tutti i costi, ho riso su tutta la sofferenza perduta ed ho riso

su tutta la felicità trovata.Ho dormito un pò, le mie ossa erano un pò frastornate dalla stanchezza che mi

sottolinea schifosamente umano e limitato, il mio letto è come al solito uno sfacelo indicibile che di invitante ha solo il fatto che, quando ci ravani dentro,

magari ti capita di ritrovare un pacchetto di sigarette abbandonato.Non ho un ottimo rapporto con quel letto, comodo è comodo, ma è un pò

troppo grande per una persona sola, mi ci vorrebbe una biondina a nolo, una di quelle gracili creature con folta chioma, una di quelle che non ti fanno

dormire per parlarti di argomenti interessantissimi come un film di Truffaut, altro che sonniferi.

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La sola idea sollazza i menischi dell’anticamera dei mei meteorismi, una considerazione non trascurabile viste le mutevoli personalità delle persone, un

punto fermo in cui frantumarsi gli ammennicoli con batacchi addobbati a festa.

Ti rialzi a rate, ed il tuo primo pensiero è preparare un buon caffè, fai lo slalom fra i tuoi dolci spappola anima ed un sorriso al poster di Lennon.

La mia indipendenza è una gradevolissima tridimensionalità fatta su misura, potrei aver un desiderio irrefrenabile di accendere lo stereo e mettere su un

cd da ascoltare a tutto volume, o magari iniziare la mattinata strimpellando la mia amatissima mediocrità di musicante.

La cosa che al massimo ti può fare storcere il naso è ritrovarsi col barattolo di zucchero vuoto, e lì lo sbattimento a travasare i tuoi granelli di canna nella

zuccheriera, sì perchè l’indipendenza comporta preparazione e non implica il fatto che tu possa inveire su altre persone che non siano te stesso e, come

capita sovente, si è sempre pronti a giustificare i nostri atteggiamenti, anche quelli più assurdi e sbagliati.

La natura degli esseri umani è davvero contorta e, anche in quelle persone che si pensano semplici, si ritrovano particolari che ti invitano alla riflessione,

infiniti mondi ed infinite sfumature ed alla fine ripeti le stesse ed identiche parole a te stesso: che tu sia chino o con lo sguardo fiero in ogni direzione

troverai il paradiso che ti sta aspettando.Quanti luoghi comuni asfissianti, quanti piccoli tributi da pagare alla

quotidianità, eppure son certo che, svincolandosi dalle nefandezze di ogni giorno, sia arrivabile quella luce tanto agognata, son fiducioso nelle potenzialità di chi, come me, ha in testa un mondo diverso e meno

canonizzato.Ho investito ore della mia vita su lembi di costa ad un nulla dall’onda, ho

costruito passo dopo passo il mio percorso ed è stato bello sorprendermi e ritrovarmi sotto la pioggia a cantare o magari ad ascoltare silente lo scroscio

di un piacere ogni volta irripetibile.Pensate a tutte quelle persone che si nascondono nel rumore di certi locali per

evitare di comunicare, quelle piccole intelligenze artificiali che si perdono nella filosofia dell’uno vale l’altro, del portare a casa il punticino ad ogni costo

per smuovere la classifica.Riesco a capire bene certi atteggiamenti per la semplice ragione che,

riconoscendomi in alcuni di essi, combatto la mia ipocrisia; sono stato molte volte una pessima persona e mi è servito per crescere, non puoi sapere

quant’è dolce il dolce se non hai mai assaggiato le amarezze della vita ( Sto parafrasando in linea di massima Vanilla sky ).

La filosofia degli opposti, così arcaica ma allo stesso tempo così attuale ed efficace, cosi vera e preziosa.

A volte mi sento davvero infinitesimale quando penso a tutto quello che gli uomini hanno scritto e detto, miliardi di parole e pensieri che si sono mossi di occhi in occhi, esplosioni di vita e dissolvenze, sgargianti emozioni, effluvi di

fiori di campo nell’anima.E’ riuscito qualcuno di loro a varcare l’infinito con il solo ausilio delle parole?Sono davvero interminabili sequenze di domande le mie risposte, una catena senza fine che ti riporta costantemente all’anello sucessivo e così ad oltranza,

senza apparente traguardo.Dove vanno a parare le parole e cosa possono essere capaci di estrapolare?

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Siamo ancora anchilosati ai rudimentali strumenti dei nostri invalicabili limiti, ancora volgarmente incatenati a schemi ormai troppo vecchi, così fortemente

tenaci ed incollati ad una comodità che non ci pone fatica.Io non riesco ancora ad avere immagini nitide sui cambiamenti che

avverranno nel nostro costume di mercanti di pensieri e parole, ma ho grande sentore nel profondo che una rivoluzione è alle porte, ho la impressione che

l’evoluzione sorprenderà gli stessi esseri umani, altro che internet.Spezziamo un pò il ritmo, su, o mi toccherà donarvi dei secchi per ovviare alla

gonorrea dei vostri menischi.Qualche sera fa mi è capitato di dividere il letto con un amico, una persona conosciuta fisicamente per la prima volta in quella precisa occasione ed era una cosa, che se non erro, non capitava dai tempi dell’adolescenza, quando

dormivo vicino a mio fratello.E’ stata una esperienza divertentissima, quel frocetto di Ivan voleva infrattarsi sulla scomoda panca della mia cucina, panca che sovente mi accoglie alle ore

più disparate del giorno e della notte ed io, attingendo al suo imbarazzo di uomo virile, mi sono subito messo a mio agio in slip e t-shirt.

Ho lasciato un pò di luce soffusa e lui ha iniziato a denudarsi, mio dio un uomo seminudo nel mio letto e poi abbiamo parlato e guardato un pò di televisione.Non ci crederete, ma è stata una delle poche persone che non ha cercato di

abusare del mio corpo, una delle poche persone con la quale ho vissuto armoniosamente il mio già citato letto.

Ho apprezzato molto la sua posizione, altri avrebbero sì, certo, approfittato della situazione, ma lui è stato un vero signore, o forse era la sua serata di

chiuso per riposo settimanale.Mi è stato molto utile un riscontro positivo, è stata davvero una nottata

piacevole, una di quelle notti che capitano poche volte nela vita, una di quelle notti in cui sei in un posto dove ti senti libero e hai davanti a te tutto il tempo

che ti serve per lasciarti andare.Ho imparato a vivere l’amicizia nella imminenza stessa del suo accadere, ho imparato a rapportarmi con più trasparenza, mi sono allontanato un po’ da

quella immagine stereotipata che ci vuole ad ogni costo uniti per un dovuto di routine, uniti perchè longevi nel tempo.

Allo stesso modo, ho azzerato tutte quelle che la gente comune chiama parentele strette, ho azzerato i canoni del comune senso delle opinioni radicate nella società ed ho iniziato a pesare le persone per quello che

effettivamente sono, a prescindere da legami affettivi.Sarebbe stupenda sensazione liberarsi in tutta l’aria che ci circonda, prendere

atto della nostra leggerezza, evitando di lasciarsi appesantire dalla stessa mediocrità della quale siamo artefici.

Le porzioni sottili della nostra quotidianità ci appaiono come appaganti comodità, paesaggi che non ci mostrano nulla di eccezionale ma che in

qualche modo ci garantiscono l’agio del poco ma un po’ di tutto.Ora io però mi pongo una semplice questione: cosa sarebbe uno spicchio di

sole dal momento in cui ne conosco la totale interezza?Posso tranquillamente asserire che rispondere sarebbe un po’ come prendersi

in giro, rispondere sarebbe come contarsi i denti in bocca e dopo un istante domandarsi quanti essi siano, sarebbe come dar per scontato l’ovvio.

Il punto focale è che siamo in molti, ma davvero molti, a vivere insignificanti frammenti della nostra vita pensando di cavalcare l’onda, siamo in molti a

cadere nella trappola della quantità e del chi si accontenta gode.

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Una volta ricordo di aver letto una frase, forse su un muro o chissà magari tatuata sulle natiche di qualche esibizionista da spiaggia nudista, una frase che mi colse di sorpresa e mi scivolò dentro più veloce di un proiettile: Tutti

vogliono andare in paradiso ma nessuno è disposto a morire per andarci.Mi piacerebbe commentare quello che ho provato a vivere una tale emozione,

ma per correttezza e spirito individualista mi limiterò a consigliarvi di rifletterci sopra, sperando senza sarcasmo in una vostra interpretazione

profonda.Vedete, nella vita non c’è sempre qualcuno disposto a porgervi una mano in

aiuto, nulla vi è dovuto e nulla è da dovere, perciò fate attenzione a chi vi vuol fare credere a tutti i costi che ad ogni bacio debba corrispondere una replica

esplicita, attenti agli edificatori delle pareti dei vostri recinti.La vita deve accadere cosi come accade la pioggia, e la pioggia non pone mai

domande a se stessa, la pioggia è.Sì, lo so, ogni tanto assomiglio a quel rivenditore d’auto che odiate, quello che si è quasi abbassato i calzoni per rifilarvi un po’ di lamiera farcita di agi inutili, assomiglio a mia madre che con la storia del bravo ragazzo mi ha fatto sentire

feccia solo perchè avevo pensieri miei e avevo aspirazioni diverse da quelle del figlio del vicino che si alzava alle cinque per andare a lavorare e la sera

restava a casa a guardare la televisione.Sono qui con gli occhi fissi sullo schermo e vedo una vastità di parole

ammonticchiate una sopra l’altra e mi perplimo, immobile con le dita pronte a schizzare sulla tastiera, assorto nelle infinità dei miei pensieri e mi dico:

Cazzo, io non sono come il figlio del vicino.Se non vi turba la lettura, ora apro il mio frigo e mi verso un po’ di Zedda Piras nel bicchiere, metto su qualche demo e magari fra un po’ riattacco a

scrivere.Eccomi di ritorno con una novità, ho messo su le mie cuffie ed ascolto il mio

gruppo preferito mentre continuo nella mia introspezione notturna.La notte mi fa sentire più libero, avvolto in una specie di manto che mi

protegge dal caos del giorno, qui senza distrazioni a vivermi intensamente in tutte le mie sfumature di essere umano.

Ha un valore immenso il mondo che abita dentro ad ognuno di noi, un universo che ci rende persone e non gente, singolarità che spiccano lontane

da catene di montaggio che ci vogliono ad ogni costo tutti uguali, tutti catalogabili e ben ubicati come i prodotti sugli scaffali di un gelatinoso

supermercato.La notte ci rende più consapevoli di noi stessi, ci libera da tutti quegli

elementi contaminanti che ci circondano nella nefandezza della quotidianità, regalandoci puri attimi di verità di noi stessi.

Dicono che essa porti consiglio, ma io diffido dei luoghi comuni e delle dicerie popolari, del resto chi si affida alla mediocrità delle emozioni pre-confezionate rischia seriamente di concludere la propria esistenza davanti ad uno specchio

appannato.L’igiene sopra ogni cosa è la filosofia dei gatti, sempre lì con la loro ruvida linguetta a spennellarsi il pelo, fieri e altezzosi nel mostrarsi presentabili.

E’ davvero una carezza morbida quella che mi sfiora l’anima dell’epidermide, una piacevole sensazione che mi percorre e che allo stesso tempo mi frena in

un pensiero.Perchè la natura discrimina?

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Siamo sovente vittime di cernite assassine, deboli creature che si lasciano plagiare dalla insana politica del diverso e, come effetti collaterali di noi

stessi, naufraghiamo in quel bicchiere d’acqua chiamato razzismo.Esistono quotidianamente manipolazioni della mente di cui siamo all’oscuro, manovre di terzi che si insunuano in noi per ogni genere di fine, dalla vendita

di un’auto fino alla scelta di un pensiero.Ogni singola porzione di parole ha uno scopo ben preciso e pur io, nella mera stesura di queste righe, sto sicuramente invadendo e contaminando la mente

di qualcuno.C’è chi la chiama istruzione, chi cultura e chi magari si ostina a pensare che

attingere sia un modo meno penoso di scorrere nel tempo, c’è chi legge come una spugna fino ad annullare se stesso e chi comunque estrapola contesti di

comodo da sventolare nel momento delle difficoltà, piccoli surrogati di saccenza fabbricati per le inettitudini degli stolti.

Quante forme di precarietà esistono nell’equilibrio della sanità cerebrale di un uomo?

Io penso che ci siano grandi feritoie in ognuno di noi, passaggi segreti, ma non inarrivabili, attraverso i quali si può giungere alla vulnerabilità di un uomo ed

abusare senza esitazione di esso.La mia esile coperta mi avvolge le spalle, qui davanti allo schermo a cercare di

intrappolare uno dei milioni di pensieri che mi scorrono dentro alla velocità della luce, mi avvolge come una seconda pelle lasciandomi giusto lo spazio

sufficiente per far sbucare le dita sulla tastiera.Andare a ruota libera senza porsi un percorso preciso mi pone a voi in

maniera trasparente, magari posso apparirvi saltellante e un po’ impacciato, ma quello che sto cercando di fare è diverso da quello che di solito uno fa.Ti balena una idea in testa ed inizi a ricamarci sopra, la progetti a tavolino

cercando di renderla molto attraente ed interessante, sai che il tuo prodotto venderà in proporzione alla propria artificiosità e ti metti nelle condizioni di

renderlo il più perfetto possibile.Io, nella mera considerazione di me stesso, ho iniziato a scrivere per la

esigenza di potermi rileggere senza badare molto al riscontro di altri occhi, ho lasciato scorrere le mie dita sulla tastiera alla ricerca di una verità più

esauriente di me stesso.Ora mi piacerebbe porvi un pensiero di qualche mese fa, alcune righe

imprigionate su una cartella insieme ad altri files.Eccovi una emozione nella sua forma integrale:

“Porsi in e con quesiti impercettibili e divenir sfumatura impalpabile, unisoni di grida che affievoliscono copiosamente identità intime, massificazioni emotive che dissanguano essenze rendendo sterili le particolarità degli

individui.E' opinabile certezza definir intento quel che a mio parere è necessità imposta

nel relazionarsi, inevitabilmente l'impostazione base di scorrere nel tempo accomuna moltitudini in sottoinsiemi predefiniti, le unicità dei singoli

assumono pose irrilevanti al cospetto di barricate poste a difesa di comode porzioni di fragili riferimenti.

Divenir Ego è proiezione utopistica e a volte pur luogo inviolabile, l'esser seme e frutto di se stessi assume forme arroganti e, nonostante ciò sia meta nobile, le logicità di massa ripongono in tale figura una incomprensione innaturale

dettata dalle leggi di una normalità insensata ed irrespirabile.

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In ognuno di noi è subcoscienzialmente radicata la necessità di uno spazio proprio, un desiderio recondito di immensità tangibile, una definizione di

immagine di noi stessi pura.Le conclusioni dei precedenti ragionamenti impongono schemi fin troppo

consueti e scontati, l'eterna e continua diatriba interiore fra l'invisibile ego e gli stereotipi arrivabilissimi del comune intraprendere la vita ci scompone in evoluzioni che ottenebrano la possibilità di punti focali emotivi e cerebrali. “

Adoro porgere la mia intimità spirituale, mi fa sentire decisamente più umano e vero, non mi sono mai curato del fatto che tale atteggiamento possa ledere

la mia persona, mi sento sicuramente più vulnerabile, ma se si tratta di barattare la mia inattaccabilità con la leggerezza della mia essenza allora non

ho dubbi ed opto per la seconda.Ogni volta è cosi, ti trovi spesso davanti a scelte, davanti a strade che si

biforcano e ti ivitano ad andare avanti ecludendone una, istanti in cui la tua vita prende una piega piuttosto che un’altra.

La mia opinione di fondo è che scegliere una strada comporti comunque una evoluzione e, forse, in tanti casi non pesa il fatto di sceglierne una piuttosto

che un’altra ma assume determinante significato l’aver deciso di andare avanti, perchè nessuno in definitiva sa più di quello che vorrebbe sapere ed è cosi che la vita sa darci piacere, l’emozione di apprendere sempre cose nuove,

il desiderio di continuare a crescere in ogni senso.Non è vita aspettare che s’avveri, è piena di “Dietro l’angolo” la nostra strada e, anche quando daresti un calcio a tutto e tutti perchè ne sei davvero esausto, quando vorresti una bacchetta magica che ti proiettasse ad anni luce da quel momento, anche lì si cela la realtà di un nuovo passo verso la dimensione del

tuo prossimo e nuovo presente.“La vita è ciò che ti accade mentre sei occupato a fare altri progetti” cantava Lennon, la vita è ciò che non progetti in definitiva, la vita sa sorprenderti e sa pure deluderti, ma alla fine di tutto ti rendi sempre conto che il solo fatto di

provare a viverla può dare un senso a tutto quel che ti circonda.Avevo abbandonato un po’ queste righe e nel frattempo ne sono accadute di

cose, quel che più mi stimola a voler andare avanti e’ questa curiosità atavica che mi percorre con tutta la propria intensità, una forza primordiale che mi

conduce nei giorni come un viaggiatore del tempo.“E' il buongiorno di un cielo terso a colmar di vita lo schiudersi dei miei occhi, un sincero benvenuto a questo nuovo giorno di luce che si espande per tutta l'interezza della mia essenza e saltella di polline in polline come una carezza

di luce.Le mani strimpellano su una tastiera muta, scivolano su di essa alla ricerca di

intersezioni magiche mentre il sentire si lascia avvolgere dalle note di un piano filtrato dalle casse di uno stereo.

Le biciclette impazzano per le strade di Berlino, percorrono chilometri direzionali in simbiosi con le pedalate di chi le conduce, elicotteri volteggiano nell'etere regalando vibrazioni parche alle finestre immobili ed è tutto sempre

più nuovo, è tutto un dono che non ti lascia il tempo di capire, un omaggio prezioso a chi nella vita ha sempre dovuto pagare ogni cosa.

Hanno costruito muri per proteggersi da loro stessi, recinti elettrificati tutti intorno al cuore, barricate di nebbia ed aureole di filo spinato, hanno scavato

fosse in nome della propria libertà e ci hanno seppellito dentro croci di polistirolo, hanno inquinato la trasparenza delle emozioni vere barattando la

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propria felicità con surrogati e stenti, preziosismi fasulli gettati in un insieme chiamato: " Unisono di una ovvietà opinabile. "

Tutti i nodi si genuflettono alla tirannia di un pettine di plastica, tutte le bolle d'aria assurgono alla superficie, tutte le stelle convergono inesorabili in un

suicidio chiamato Supernova.Una mano lava l'altra per la sola necessità di igienizzare se stessa,

ausiliandosi di un supporto di circostanza, confina il proprio limite nell'attimo stesso in cui il contatto epidermico ne sottolinea la fragilità, aspira ad una autosufficienza inarrivabile e si frustra nella consapevolezza di un bisogno

qualsiasi.Cinguettano i cipressi ed ingannevoli ci porgono arcobaleni non propri,

sorridono i loro rami agli schiaffi del vento, sorridono per non assomigliare ai salici, defaticano la propria ginnastica passiva emulando per pochi istanti i propri desideri, simulano battiti inesistenti nell'assurda speranza di apparir

vivi.Qualcuno diceva che, anche se le nuvole passano, il cielo alla fine resta sempre lì: unica certezza in un contesto troppo labile, unica verità in un

mondo che si culla nella menzogna, infrangibile emozione in fondo al cuore”.I giorni si scindono in miliardi di piccole schegge che vanno a conficcarsi in tutta la mia interezza di uomo, mi carezzano l’anima come morbide piume, i giorni si lasciano scorrere senza sosta e mi regalano emotività cangianti, attimi concatenati che mi avvolgono come un mantello e mi portano a far

l’amore con ogni singolo ticchettio del tempo.Le nuvole svestono i sogni del proprio terso e rendono gli uomini dei sognatori

precari, evoluzioni incalzanti che ti rilegano in quel ruolo di attendista, obliterazioni dettate dai ritmi stereotipati di un consumismo emotivo che

punta sempre più alla qualità declinando i fiori splendidi della qualità.Ed eccoci qua come marinai del tempo, qua fra le rime di una stonatura

sempre più assordante, qua a centellinare povertà derubate della speranza come questuanti di noi stessi perchè alla fine la vita ruba sempre ai poveri.“Il marinaio dedica l'aria dei propri polmoni a gonfiare il canotto sul quale scapperà per raggiungere l'isola che lo allontana dalle contaminazioni del mondo, salperà all'alba di un giorno qualsiasi, un giorno che non trovi sul

calendario.Porterà con se' l'indispensabile, porterà un mezzo sole e un sasso rubato all'anima del mare, porterà la balena disegnata dalla bimba e ogni foto di

quelle perle già scolpite nel cuore.Ci potrebbe essere spazio anche per una chitarra, per uno spartito sbiadito,

un telefonino a energia solare e credito infinito, ci potrebbe essere spazio per uno stereo laccato, uno spazzolino argentato, un decolorante scaduto.

Spazio da dedicare allo spazio irrinunciabile, spazio da custodire gelosamente per un baule colmo di emozioni, spazio illimitato per portar via con se' tutte le

parole del cuore.Il marinaio partirà con braccia forti come remi, con vele nell'anima pronte e salde per condurre il cielo dove l'orizzonte lo fa collimare al mare, partirà

senza indumenti, senza civiltà a bordo, partirà alla ricerca di quella sponda magica dove rimanere a vivere la propria eternità.

Sarà il silenzio a fargli compagnia, un cessate il fuoco in nome della magia che si cela nei pensieri dell'anima, un applauso generato dallo sbattere sinuoso delle ali dei gabbiani, un incedere elegante fra le onde di un blu che ruba

posto all'infinito.

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Non sa nuotare il marinaio ma non è mai annegato, le sue ali gli fanno da remi perchè lui è sempre vissuto sulla superficie del mare ed è il figlio

dell'orizzonte”.Ascolto la tempesta che impazza fra le pareti di questo silenzio e mi rendo

conto che ogni singolo istante mi porge la possibilità di attingere alle strofe di una poesia senza fine, armonia sublime che ondeggia dolce sulla sponda dei miei occhi e anela profumando i miei precordi, parole mute che echeggiano

nelle vallate dei miei pensieri delicati, notturni che si lasciano addomesticare da queste dita protese sulla plastica di una tastiera.

Il mio tempo si impreziosisce nell’istante stesso in cui riesco ad avere la consapevolezza del mio fluttuare in esso, fluttuare come la scia di una cometa che si dirama nell’universo sottolineando la magnificenza che solo un paio di occhi aperti può vivere, arcobaleni nell’anima della pioggia, carezze di sole sulla superficie di un mare che sospira fra le onde incessanti dell’esistenza.Siamo tutti alla ricerca di una felicità dall’apparenza inapprendibile, tutti

dietro le tendine di una finestra ad aspettare che il vento ci spalanchi il cuore e ci soffi dentro una emozione eterna, perchè la nostra più grande paura è

ubicata nella demarcazione schiacciante dei nostri limiti umani, limiti disegnati dalla determinazione di un tempo imprecisato ma pur sempre

confinato.Siamo sempre lì, affossati in una attesa inconsolabile, calcolatori inarrestabili, lì a cercare alibi alla nostra vita, instancabili nel disumano sforzo di cercare tesori fra le sabbie mobili, così maledettamente abituati alle previsioni del

tempo, videolesi da un sole malato che folleggia sulle nostre ferite perennemente sanguinanti.

Sovente mi trovo avvinghiato agli sterili steli della ciclotimia, un pensante che pensoso si lascia pensare e vivisezionare dai propri pensieri, un uomo volubile

che, fragile, combatte quotidianamente se stesso ed i propri desideri, un microcosmo che lotta senza tregua per evitare di essere ingoiato e

agglomerato da un macromondo.Non c’è pioggia capace di eclissare tutta l’interezza del sole ne’ nebbia tanto

fitta che possa rubare tutte le carezze della luce, ogni singolo raggio si espande nell’atmosfera regalando ai nostri occhi spettatori la metafora sottile

della vita, essenza che non cessa mai di sorprendere l’anima, bisogno indiscutibile del nostro equilibrio vitale perchè senza sole anche la notte

smette di avere senso.Ogni tanto rifiato e mi rileggo un po’, mi ripercorro cercando nessi logici nei miei pensieri tramutati in parole, mi osservo come chi, a distanza di tempo,

rivede una propria fotografia ed intenta una sorta di bilancio dell’ito non andato.

Mi sento scorrevole e piacevolmente inarrampicabile, parete ripida di appiccicoso caramello che rallenta lo scalatore ma, allo stesso tempo, non lo

porge al pericolo del burrone.Cari amici, una volta arrivati in vetta non vi resta altro che il panorama

statico, la golosità più estrema è nell’arrampicata e non nella meta finale, la continua battaglia che ti stimola ad andare avanti evitandoti l’ovvio tedioso di

una sedia immobile perchè in fondo quando ottieni qualcosa sei finito sul serio.

Ci si accomoda sul plumbeo divano dei saldi emotivi e si indossa un paio di pantofole fatte su misura, ci si sveste della magia della vita e l’agio di uno

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stento inincrinabile diviene il seguace compagno di tutti i giorni, tempi sempre più medesimi, sorrisi sempre meno percettibili.

Lo so, se continuo con questi discorsi vi procurate un’arma impropria e vi suicidate sul posto, ma siccome, quasi sicuramente, avete pagato il libro allora

vi tocca andare avanti nella lettura per evitare alla vostra persona un altro fallimento economico che frustrerebbe la vostra già esile porzione di

autostima.Si ammonticchiano le parole su questo davanzale che s’affaccia nell’infinito che è ubicato in ognuno di noi, tutto appare e scompare alla velocità della luce, colori e suoni che fanno da cornice a questo quadro fatto di naftalina decolorata, presagio di un disagio radicato nella tela che lenta si consuma

come la cera di una candela.Le stanze dei pensieri sono sempre affollate, la brezza di questo moto

incessante carezza la chioma di questa vastità cerebrale che indossa con eleganza le forme invitanti di una dolce spiritualità, il recondito si materializza

in superficie ed ogni sfumatura diviene fonte di ricchezza e zampillo di conoscenza che pervade gli occhi dello smanioso di vivere.

Percorrere le vie notturne della città ti spalanca gli occhi, una sensazione di leggerezza ti abbraccia ed avvolge come un manto di stelle, il silenzio ruba la

scena alle parole e in questa azzurrità notturna ti accorgi di quanto sia importante il contatto intimo con i tuoi reconditi piu’ inarrivabili.

La gente normale a quest’ora è sotto le coperte a far sogni grandi, ma io preferisco definire il mio sogno più vero è più bello: quello che faccio ogni volta che i miei occhi sono aperti e vedono nelle mie emozioni più tangibili

quella deliziosa increspatura che solletica le pareti della mia anima.La frenesia del rincorrersi senza sosta trova rifugio e riposo fra le lenzuola

calde di una necessità atavica di pace, i colori della notte son copiose fragranze che ti sospirano deliziose melodie ai timpani del cuore, instancabili pionieri che ti cavalcano come onde altissime e ti fanno sentire vivo in tutta

l’interezza di essere umano.Ti accendi una sigaretta e ti senti già in ottima compagnia, pensi a tutti quei

salutisti che sono pronti a spegnere la tua cicca con un idrante in nome di una sanità isterica, personaggi paradossali che ti invitano a tutelare il mondo che ti circonda inquinandoti però con tutte le paranoie assurde di questo mondo,

persone che ti circumnavigano perchè ti giudicano dannoso e si privano a priori di una conoscenza del prossimo che prescinde dalla sostanza, perchè il fumo non è solo filosofia di vita dei tabagisti, me è pur nitida nebbia cerebrale

che si insinua nell’atteggiamento di chi declina le emozioni vere.Rieccomi fra le righe, come un'onda fra le onde che combatte i propri limiti per balzare alta ed apparir bellissima, come una rosa che germoglia tra rovi

pungenti e non manda a dire a nessuno di se', perchè ogni suo petalo è lo specchio della primavera che incalza.

Le parentesi si dileguano dal cuore di chi sa che una eternità è un tempo troppo inapprendibile per essere imprigionato fra le pareti di una repertorietà

ossessionante, zampillano a dismisura le emozioni andando a bagnare gli epicentri dei deserti, zampillano e concimano con arcobaleni il grigiore di

posti chiamati Tristezze.Il mio corpo è ancora giovane ma la mia mente è invecchiata molto,

invecchiata fra le rime spoglie di tempi sempre attesi e attendisti, invecchiata sotto il peso di una inarrestabile usura che, come il vento, giorno dopo giorno,

si è portata via ogni energia.

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Troppo abituati alle previsoni del tempo, troppo anchilosati dalle architetture del tedio e degli dei bigotti, troppo frenetici nella immobilità di un conto alla

rovescia.Le parole prendono e danno, costruiscono e demoliscono, le parole si

accatastano e si mettono in posa per il falò del cambio di stagione, i rigagnoli si smarriscono nei fiumi come aghi nei pagliai ed ogni sorriso finisce sul

prezzario di un viaggiatore del tempo come me, un uomo che esiste in quanto scia tangibile, un uomo che sparisce in quanto privo di scia.

Le carezze dolci alle gote salate ed un pezzo di carbone allo sdentato di turno, destrutturazione inevitabile per sentito dire, un brusio senza volto che si

ostina a contaminare la purezza della vita, uno schiaffo in pieno volto che in livido tramuta la sua essenza ma che nulla può contro la strizzata d'occhio di

un'anima che porge al prossimo la propria immensità.L'utile al dilettevole, l'inutile all'alienabile e così ciclicamente l'uno s'alterna

all'altro piegato alla metrica di un tempo che sembra invincibile, un tempo che cessa di esistere e dettare legge nel momento in cui gli occhi si chiudono e lo

intrappolano in un istante chiamato Eternità.Sono fuggito via dalla tempesta per ritagliarmi questo angolo di tranquillità,

questo posto mi preserva dall’usura dello stereotipo, fra queste pareti apparentemente fredde riesco a ponderare in profondità le mie emozioni più intense, emozioni che mi lacerano di gioia, grandi passi nella conoscenza di me stesso che, giorno dopo giorno, mi portano a vedere i tesori nascosti in

me.Essere genitore è sicuramente un mestiere molto difficile, ma essere figli non

è da meno, ogni singolo sforzo ti edifica e ti rende ogni giorno più forte, essere figli è una certezza quasi tangibile ma non include la ricchezza di essere padre o madre, dono che dona a sua volta reiterando un ciclo longevo sulla coda di

una cometa chiamata Tempo.Mi spezzetto in copiosi frammenti, mi capovolgo, ribalto gli schemi del mio

pensare osando oltre il confine della mia comprensione stessa, percorro cigli pericolosi colorando la mia paura di tutti i colori dell’arcobaleno e non freno,

non mi spaventa mettermi in gioco e, nonostante il tremore del mio domani, io continuo incessante a tentare la mia natura.

La gente cincischia sulle rime rigogliose della poesia della vita, si adagia silente su strofe di pentagrammi consueti, la gente si zavorra di pesi inutili e si lamenta sovente, le carezze preziose della verità del bello sono leggerezze

che ti spingono verso l’alto, catapulte che ti fanno planare le vertigini del cuore, aquiloni liberi dai guinzagli, parole prive di matematiche inopinabili,

sospiri dolci che non son figli di cernite assassine.Distorcere realtà e plasmarle fino a renderle più accessibili alla nostra indole

di esseri anchilosati dai propri limiti, pensatori a volte fragili, sterilità tangibili che si genuflettono alla nostra impotenza di allucinati, necessità primordiali

di alienazioni ineluttabili, desideri recisi dalla metrica asfissiante dettata dalla morale di una immoralità vestita a lutto.

La nudità di una emozione crea il panico negli occhi dei benpensanti, soggetti smarriti fra le pieghe di una ricerca spasmodica che mira all’agio del non

pensiero, la nudità coglie sempre di sorpresa l’uomo col cappotto, colui che ostenta rettitudine e poi infanga la propria dignità nello spettacolino osceno di

se stesso, rappresentazione ironica di uno spirito di contraddizione che intacca solo la sensibilità di chi usa i propri occhi per svestirsi della propria

inarrivabilità.

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Non sento il bisogno di cambiare le mie scelte, ho la sensazione profonda di sentirmi vivo solo laddove la mia realtà ha modo di essere baciata dal mio

flusso vitale, non ci sono altre verità per me oltre il tocco tridimensionale che provo dentro guardando un paio di occhi, apparteniamo all’amore ed il nostro tempo è sempre il migliore di tutti, apparteniamo all’amore e i nostri sorrisi sono l’alba negli occhi del sole, non ho bisogno di dormire per poter aver la certezza di un sogno, esser vivi è sentire di poter esistere in uno sguardo

speciale.Danzano sulla riva le onde accompagnando le movenze sinuose dei nostri

corpi avvolti dal manto silenzioso della notte, la musica si scioglie nei nostri occhi tersi ed è mezzodi nel centro del nostro cuore, la luna accarezza le

nostre epidermidi morbide e la salsedine si deposita nella sua voce soave che mi spettina i sorrisi e li rende più copiosi, un suono meraviglioso che mi

percorre e mi rende felice.Non ci sono tramonti negli occhi dell’amore vero, ogni singola emozione

diviene nel tempo bellezza indelebile che sospira note di miele, canta la Dea dei sassi ed è primavera in tutta la mia essenza, canta l’arcobaleno della sua

anima ed infiniti noi siamo comete che impazzano negli angoli reconditi dell’universo.

Tutto si amplifica, i volti si arricchiscono dei colori della propria intimità, io persisto nel mio viaggio e rubo le emozioni della gente, strappo via dai loro

visi i sorrisi cercando di farli miei.La pioggia intercala fra le strofe di una lettera bianca, le parole saltellano di

rima in riga come gocce che rimbalzano sugli ombrelli della notte.E’ proiezione senza limiti che mai si delinea e mai si assottiglia, esplosione di

immagini in tutto il corpo della mente e nonostante il rumore della folla, nonostante il rumore del vetro che si frange sui marciapiedi, nonostante la

nebbia del deserto, l’isola resta immobile sulla superficie del mare.Gli specchi si arrampicano su se stessi cospargendosi di olio su tutta la

propria interezza, gli amici ti carezzano i sensi e senza dissenso si dileguano fra le sponde assetate dell’estate.

Siedo sulle tavole di legno ed osservo il mio intorno, l’eco del vento mi giunge addosso da ogni direzione e carezzevole si porge ai miei confini fisici, la luce si scinde nel prisma dei miei occhi ed è l’arcobaleno il pittore che mi dipinge nel

volto i colori indescrivibili della vita.Un’ora e cinque minuti all’ombra di un dosso ad ascoltar piccioni che tubano ed in lontananza qualche infante che artificioso cerca di prendere il cielo con le mani, un tempo che puoi solo imprigionare fra le pareti di un quadrante, un

tempo che puoi sottolineare sulle righe di un foglio di carta sottile che dismette margini e sconfina oltre la staticità di un pensiero previsto.

Il piccolo passero mi saltella intorno, mi osserva cercando di comprendere il movimento della penna che incalza gli spazi decolorati del mio notes, le

altalene son tornate a dondolare sotto i copiosi raggi di sole ed è un suono che mi sfiora a percorre i miei timpani, un fluttuare di immagini e colori che mi pervade e mi colma di tutte le parole che il vento porta con se’ in grembo.

Si schiudono le finestre ed è il brivido della luce a far breccia nelle stanze del cielo, un brivido che scivola sulle vie maestose della magia dell’universo, occhi che si affacciano leggeri su di un davanzale di porpora ed insegnano al mondo il mestiere del sospiro incessante, occhi che torreggiano sulle tele di un’arte

di vivere ispirata dalle vertigini del cuore.

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“Si addobbano per i rovi e fan capriole impari su cuscini madidi di decolorante a buon prezzo, si forbiscono delle menzioni di tutti fingendosi unici...... “

Genova Brignole, 7 Agosto 2004 (21:42)In attesa del mio interregionale per Alessandria, seduto su una panchina di

marmo, davanti a me sguscia via dalla stazione l’espresso per Napoli, la gente si sporge dai finestrini a respirare mentre un annuncio metallico sottolinea un

ritardo di 10 minuti del mio treno.Fondamentalmente le ferrovie dello stato, o trenitalia per chi ama farsi

abbindolare dalle mani di bianco, e altre simpatiche strutture come telecom italia ( ex SIP ) sono la dimostrazione fisica del fallimento totale della serietà

e della affidabilità dei burocratici e prolissi apparati statali.Al mio fianco siede una donna, avrà una quarantina d’anni ma ne dimostra

almeno 10 in più, qui seduta ad accarezzarsi la fronte come a voler darsi un tono.

Se solo sapesse che la persona che le siede vicino la sta vivisezionando, forse riassetterebbe il suo atteggiamento ed assomiglierebbe di più ad un essere

umano.Eccomi sul treno.

La prima tappa sarà Alessandria, località estremamente poco invitante ubicata a sud della più insensata regione d’Italia.

Spero non me ne vogliano i piemontesi ( sinceramente non me ne importa molto ), ma penso che dopo essere nati ciechi il peggio che ti può capitare è

essere nato in una regione come quella.Hanno bandito il fumo in ogni posto, non si è più liberi di fumare neanche nel proprio bagno durante una copiosa defecazione, fumo interdetto in ogni dove tranne che per le eccezioni, perchè ti basta accendere una tv per realizzare in un sol istante che la sostanza è in disuso e che la formula dell’apparenza la fa

da padrona.Adesso mi rilasso un po’, tutte queste gallerie mi intorpidiscono l’anima e mi

privano del gusto di scrivere serenamente.A dopo, sempre che non deragli il treno.

Alessandria (22:57)L’unica cosa edificante di certi “ Bar della stazione “ è la radio accesa a tutto

volume, magari su frequenze opinabili dove fanno passare una versione remixata di California dreaming.

Il caffè almeno è buono.Vagonate di genti ( giusto per rimanere in tema ) che transitano in certi

postacci come questi con un look stravagante ( fosse da viandante sarebbe indiscutibile ), addirittura piccoli nuclei familiari alla smaniosa ricerca di un

refrigerante gelato in questo caldo umido da apnea.La cosa che mi perplime di più è non riuscire a comprendere dove abbiano trovato tutte queste biglie in piemonte, biglie che puntualmente finiscono

nella bocca di tutte queste persone dall’intercalare impastato.Un accadimento triste mi colma gli occhi di smarrimento, vedere un genitore rifiutare un cono ad un bimbo per potersi bere il suo drink costoso, attingere

alla visione di una bustina di zucchero porta al piccolo bipede come contentino.Che bello!!

Qui non ti fanno pagare l’acqua minerale, averlo saputo prima visto che sono di Genova, sarei venuto qui con un bottiglione da due litri e mi sarei fatto fare

il pieno.

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Il donnone dietro il banco del bar si chiama Mina, una finta bionda dalla parlata magiara, apparentemente così indaffarata a non far nulla, tanto da

non accorgersi che il cliente vicino al mio tavolo si sta pulendo le mani sotto la sedia dopo aver perlustrato a lungo la sua narice destra ( uno scaccolatore

fascista ).Aspettando la coincidenza me ne torno in stazione.

L’espresso 907 delle 23:56 per Bari arriverà sul binario 4.Nell’alessandrino le zanzare hanno degli ottimi dentisti, non mi dava certi

morsi neanche mia madre quando mi spalmavo tutto di nutella, ma si sa che a volte le affinità anagrafiche ti precludono la gioia del contatto fisico (senza

tenere conto dei mescoli sfracassati sulla testa).Sembra esser scesa un po’ di pace in questa amena stazioncina, figure

rallentate si muovono sui marciapiedi dei binari disquisendo sul nulla delle proprie vite, un crocchio di quattro uomini discute di calcio, uno ha perfino indossato la maglietta del milan (peggio di un insano folle che appende nel

bagno della propria anima un quadro di Guttuso).La mia affollata sacca contiene ogni genere di cosa, tra cui i miei immancabili

mini-manifesti con la scritta “ Ricorda l’Amore ”.Ne ho appena appeso uno in un posto impensabile della stazione,

arrampicandomi su una ringhiera traballante.Ho rollato tre sigarette, una per me e le altre due per una coppietta di

Punkabbestia che è stata cacciata giù dal treno per la mancanza del titolo di viaggio (per i profani biglietto).

Con loro, immancabilmente, due cagnetti simpatici (ai quali ho rollato un po’ di zanzare).

Non so quante forme possa avere la felicità ed anche se la loro non assomigliava alla mia, posso quasi asserire con estrema certezza di averla

letta nei loro occhi, mentre si baciavano dolcemente.( Allontanarsi dal binario 5 treno in transito ).

I treni per il sud sono sempre colmi di bestiame, questo in particolar modo è satollo di simpatiche creature di dio dalla chiaccherata ininterrotta e tipo

volume da venditore di pesce.Sono seduto in un corridoio dove il passaggio incalza, natiche che ti

svolazzano a pochi centimetri dall’olfatto e la mia unica fortuna in questo caso è la mancanza di luce che mi preclude la sfortuna di attingere completamente

anche con il senso della vista.Sono qui a trascrivere i miei appunti di viaggio, qui assorto nelle lettura delle righe di questa mia settimana di vagabondaggio e mi rendo conto della mia necessità di interrompere per qualche strofa la mia ricopiatura, in cambio di

un po’ di flusso di coscienza.Rischiamo tutti di assomigliare ai pazzi quando ci esponiamo con la nostra

verità del cuore, folli dall’apparenza lucida che infrangono i recinti del senso comune.

Sottolineo un attimo: in quest’istante è l’una e sedici del mattino del 18 Agosto 2004.

Ora mi domando come sia possibile che uno sia cosi tanto esaurito dall’interrompere il racconto di un viaggio solo per sottolineare un istante.

Cosa sono gli istanti per voi?Ne avete mai conosciuto uno di persona?

Aveva i baffi?

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O ne avete solo sentito parlare dalla zia di un amico del vostro compagno di banco di scuola?

Il lettore è un frustrato, un burattino appeso ai fili dello scrittore, scrittore che in qualsiasi momento potrebbe decidere di inserire anche un po’ di pubblicità,

o che magari potrebbe sentire la necessità di andare a defecare e ne ritornerebbe cambiato.

Chi scrive compra i vostri sogni in cambio di vile denaro, l’arte è sempre e solo esistita nei portafogli dell’artista, la vita che leggete qui fra le righe non

esiste, è tutta una invenzione dello scrittore.Perciò non mi resta che dirvi che non finirò mai questo libro, non mi resta che dirvi che il libro che state leggendo non è finito e si interromperà sul più bello

per farvi comprare il prossimo.Perchè i lettori li fanno in una catena di montaggio, li fanno ciechi e senza poesia nel cuore, mentre a noi scrittori ci fanno sotto le ali del vento per

raccontare una storia che non vi appartiene.Noi siamo i letti e non i lettori.

Noi siamo soltanto la vostra necessità di sentirvi cognizione di causa dei vostri desideri.

Il mio letto vorrebbe dormire sulla tastiera e gli ho promesso che, se stasera fa il bravo, domani lo accontento.

Tutti vogliono venire sul mio letto ma nessuno ci vuole venire per dormire, tutti ad agitare i polsi ed i campanelli, tutti a voler sottolineare la circostanza

senza considerazione alcuna per la presenza.Esiste l’amore?

L’amore è dappertutto ma siete ciechi.Perciò si potrebbe pur dire che non esiste per molti, ma non per tutti.Alcuni sono l’AMORE in persona perchè l’amore ha un volto umano.

L’amore è l’oppio nell’anima e se non ami non meriti di vivere.Fai entrare il bene e fai uscire il male, perpetua la terapia più volte al giorno, dentro il bene e fuori il male che, se non stai attento, sbagli la terapia e poi ti

riascolti impotente a dire dentro il male e fuori il bene.I fili non hanno mai smesso di muoverti in questo teatrino, le maschere sono le

tue amiche di sempre e, nonostante gli applausi, resti sempre il manichino delle tue stesse precarietà.

Per un pianoforte darei gli occhi, ma per le mani di un pianista darei l’anima.La cosa piu’ preziosa al dono più prezioso.

A volte aprire gli occhi significa iniziare a sognare per la prima volta, essere più reali avvolti da una irrealtà dallo spessore quasi insostenibile, perchè

essere non è poi cosi semplice ed attribuibile al solo fatto di respirare, perchè vivere è piu’ prezioso d’ogni cosa, ma vivere davvero.

Le domande pertinenti agli agenti di borsa, individualità che claudicano nelle cattedrali dell’irriverenza, nessuno vuole mai essere te a meno che tu non

abbia un bel sorriso finto che ti confonda fra la folla di plastica che affolla e satolla le pareti della tua bolla di colla.

Leggo la vostra sconclusionatezza fra le mie righe come s'io fossi in qualche modo capace di rappresentarvi, ma poi mi giro in altre direzioni ed i vostri

occhi seguono i miei distogliendo per un attimo l'attenzione dalle righe ed è sera nei vostri pensieri, tramonto d'ogni colore del cielo nelle vostre anime ed

io ne vivo l'ombra.“Compiangendo gli altri consoliamo noi stessi” ( Foscolo ) e facciamo tutti

parte del sottoinsieme di noi stessi, sembra uguale la musica che passa alla

Page 20: Il figlio dell'orizzonte

radio ma se cambi emittente radiofonica a volte ti capita di inciampare nelle frequenze del battito del tuo cuore e magari, per un attimo, succede pure che

riesci a ricordare a te stesso che sei vivo.Io non scrivo nulla, siete voi che vi inventate cosa leggere, voi che decidete

cosa essere a prescindere dall’oggetto al quale attingete ogni giorno, voi che voltate la pagina e che continuate a credere che la coperta che vi sta sulle

spalle sia fatta delle parole che vi sto porgendo al cuore.Sei la prima persona che saluto stasera amico mio, la prima persona vera che bussa alla mia porta e non la proiezione di una necessità, non una invenzione

della mia mente, perchè chi esiste ha sempre un modo unico per farsi riconoscere: Darti un bacio nell’anima.

Queste sono le ultime mie righe del libro e le stai leggendo nel momento stesso in cui le sto scrivendo sul mio libro, in questo preciso istante il tempo

non esiste, il momento che scrivo esiste e combacia solo con il momento in cui le leggi, se tu non avessi mai letto forse io non avrei mai scritto, “ Sto

scrivendo e lo sto facendo per come mi piace.... Presto mi leggerai” recita un mio sms al mondo, ma la direzione alla fine è sempre una ed una sola: il Sole.

Le nuvole sono volubili come il vento, difficili da inseguire e impossibili da prendere, il Sole è direzionale e dedito alla sua causa, il Sole non fugge neppure quando si spezza in due, perchè le due metà sono destinate a

ritorvarsi sempre per dare un senso alla propria interezza, le cuffie dello stereo mi bombardano l’anima di suoni improvvisi ed io, nel mio esserci, ci

sono con l’orecchio affacciato alla finestra quando albeggia.Ora, se non trovi che sia una cosa imbarazzante, prova per un solo attimo ad

appoggiare i tuoi polpastrelli nel punto preciso in cui leggerai, ed in quel momento preciso, anche se solo per un istante, potrai accarezzare le mie mani

che imperversano ed ondeggiano sulle righe, potrai per un attimo essere tu quello che scrive ciò che stai leggendo.

Arriverai ad avere la consapevolezza di aver pagato un prezzo per poter leggere te stesso, un prezzo che prescinde dall’acquisto di un libro di pessimo gusto in una libreria del centro, un prezzo che, tuo malgrado, è stato scelto

da un’altra persona, un prezzo che può darti atto o seppellirti.Stasera la band che ho in cuffia ha mangiato spinaci e si sta facendo in

quattro per sostenermi nel cuore della notte, musicisti che forgiano aria nei polmoni di chi si sintonizza sulle loro frequenze, miniature di felicità che

distolgono il tuo sguardo dalla drammaticità della vita, i carnefici di ogni tua paranoia.

E’ troppo facile aprire un libro e trovare la pappa pronta da leggere, lì senza cognizione di causa a pretendere in qualche modo di poter comprare l’anima

di chi scrive, lì sempre pronti a giudicare e a concedervi il lusso di poter anche criticare, perchè focalizzare altrove è sempre il miglior metodo per

risparmiarsi la fatica di un riflesso indesiderato.E, come al solito, voi che leggete non avete molto da dire, del resto la vostra

posizione è la verità che sentenzia il vostro ruolo di spettatori.Tra poco riprenderò a trascrivere il mio racconto sul viaggio, ancora qualche riga di delirio ed il mondo tornerà ad essere come l’avete sempre sognato,

non ci saranno impedimenti ulteriori per la consapevolezza di un vostro agio di plastica, ancora qualche riga di un arcobaleno chiamato Verità del Cuore,

ancora qualche piccolo attimo ed il vostro tramonto vi sarà servito su un piatto d’oro.

Page 21: Il figlio dell'orizzonte

Non siete qui per leggere il mio libro, ma ci siete solo per la mancanza di un’alternativa, perchè se ora voi foste a scrivere il libro della vostra vita non sareste qui ad addomesticare il vostro tedio sulla mia, sareste nella vostra

isola a dar da bere alle vostre rose.La poesia non è fra le righe che leggi, ma fra le righe del cuore.

Mi trovano spesso interessante ( o perlomeno mi definiscono così alla propria mente ) e a volte questo è sufficiente per far presumere ch’io debba

necessariamente interessarmi a tutti, il male peggiore è non poter provare dolore, mi hanno detto che sono un poeta e perciò dovrebbero già sapere che come tale mi atteggerò, dovranno mettersi in testa che certe forme d’arte non

sono..........Lo so non potete immaginare cosa ci sarebbe stato scritto dopo i puntini, ma

questa è la sola e semplice dimostrazione che con il vostro prezzo avete comprato solo la mia menzogna, perche’ la mia verità non è per tutti e posso continuare a tenerla per me, perche’ la mia direzionalità è la mia unica verità

del cuore.Anche io ho pagato un prezzo per essere qui fra le righe, anche io ho pagato un biglietto per la musica che sto ascoltando, ho pagato un biglietto per ogni

cosa che ho preso e per ogni cosa che ho dato, ho pagato un biglietto per l’aria che respiro e la pioggia che mi piove addosso, ho pagato persino un

extra per essere felice ma ho dovuto rateizzare il costo per mancanza di così tanto denaro.

Quando arriva quell’istante in cui la musica rincula e rallenta improvvisa, come quasi a dondolarti nella sua culla per addormentarti, senti che il flusso

ha trovato la velocità precisa che stavi aspettando da tutta la vita, ma sai pure che la consapevolezza non ti eviterà il riscontro oggettivo con il tempo.

Il tempo è l’unica invenzione della tua mente che non puoi gestire, i cartelli di Stop in certe vie non esistono ( e non è solo un rifermimento alla hit dei Black

rebel motorcycle band ), forse, e dico forse fuori dalle parentesi della mia intimità, ciò non è neppure un riferimento alla mia inabilita’ a comprendere gli

inabili, del resto la mia fatica più grande è sostenermi.Ed ecco incalzarmi un altro raggio di Sole notturno a voler sottolineare il suo

punto di vista su di me: “Non hai niente se non hai qualcuno con cui condividerlo”.

Da bambino sognavo sempre di fare il comico, ma con il tempo e crescendo mi son reso conto che c’era gente che faceva ridere più di me e ho abbandonato il

mio sogno, ora sono qui fra queste macchie di inchiostro a porgere i miei pensieri, qui a mio agio a scrivere: di certo si tratta di uno dei posti più belli

della mia vita.Mi dispiace, ma offro solo quello che viene richiesto e non mi prendo più il

lusso di dare tutto a chi non lo vuole ricevere, non so se sia solo una questione di valutazione sbagliata o una mera rielaborazione dei concetti prioritari, ma

porgersi è di certo una delle questioni più fragili ed intimistiche di ogni essere umano.

Riecco la pennata perfetta ad invadermi i timpani, ecco le formiche di paglia all'interno del mio cuscino, ecco le piume d'argento sulle ali mie impacciate, ecco che ti volti per fare un sorriso a chi ti giunge da dietro e per la prima

volta vieni accoltellato davanti.L'omicidio non si discute, ma non si discute neanche l'onestà di un assassino

che è giunto dalla direzione più trasparente.

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Ed ora sperimentiamo la vita, proviamo in qualche modo a darle dei lineamenti ben precisi, cerchiamo in qualche modo di incalzarla, accenderla,

lanciarla o rilanciarla, tuffiamoci nell'idea che puoi rendere nuovo ed originale tutto ciò che puoi fare.

Iniziamo col cambiare il colore alle righe che state leggendo, perchè, se l'editore sarà stata una persona onesta, in questo istante le mie righe

dovrebbero passare dal colore nero al colore azzurro.Questo è accaduto per il semplice fatto che ora sto scrivendo il mio libro

altrove, lo sto scrivendo in una finestra dialogo, una finestra silenziosa che si immerge a leggermi fra le righe come spettatore primo e spettatore unico.Perciò, per assurdo, anche se tu fossi il primo lettore del libro, l'editore o

l'uomo del controllo qualità, sappi che queste strofe hanno già un passato che per te ora appare come un presente, queste macchie che fanno da cornice al

bianco della pagina sono solo la reiterazione di un istante già vissuto del quale tu non sei il protagonista.

Cosa ne pensi o a cosa stai pensando?Danzo come una mosca cieca dilaniandomi sulle pareti della stanza, ci giro in

centro e mi leggo lungo l'orizzontalità del suo corpo, sono la sua essenza, esiste perchè esistono i miei occhi per guardarla.

Il silenzio non coglie di sorpresa mai nessuno, ormai è questione risaputa che anche a lui abbiano installato i campanellini della mediocrità, intanto continuo

a scendere lungo i gradini del mio inferno infermo, zampillo di fiore in fiore come un'ape addomesticata.

Certe candele rosse mi ricordano il profumo della mia casa, così protese ad accarezzarmi gli occhi con la loro fiamma gentile, così carezzevoli come la

chioma di un fiume, così tersi da far arrossire il cielo.Con una spada ci tagli il caviale ma con una sigaretta ci spegni un incendio,

magari le parole non rendono l'idea ma vi assicuro che io non sono un visionario e che il mio dire non si appella alla follia.

L'altro giorno ho avuto come l'impressione che mi mancasse un dito ( quello prensile ) e ad un tratto mi son reso conto di essere nudo in mezzo alla folla,

ho sentito l'inverno spegnermi il riscaldamento nell'anima.Le mie pagine danzano, vi danzano intorno come usignoli a primavera, vi canticchiano la vita in ogni poro del vostro udire, le mie pagine vi tengono

compagnia anche in questo vostro momento di solitudine, perchè esse sono la solidarietà che avete sempre cercato altrove.

Se conosci qualcuno vai da qualche parte, ma se conosci tutti vai dapertutto, se conosci tutti fondamentalmente alla fine sei tutti, se conosci tutti non avrai più il problema di dover conoscere qualcuno, non ti sentirai necessariamente

parte esclusa di qualcosa.Lo so, dovrei far stampare in rosso queste righe così almeno voi potreste

avere la possibilità di non leggerle, ma per puro spirito di contraddizione del prossimo ho preferito lasciarle dello stesso colore di quelle tangibili.

Non smetto un istante di essere fra le righe, spazi bianchi che divengono strada facendo stringhe di parole che si intrecciano ed abbracciano fra loro,

righe che ancor prima di avere una fisionomia definita son già frutto di critiche e perplessità.

Mi rendo conto di aver reificato il mio focolare sui tasti di plastica di un mio porgermi statico, mi rendo conto di trovar agio nel silenzio delle mie dita, agio

nelle tasche della ventola che raffredda il mio pc, sono consapevole della precarietà della mia sedia e per questo ho deciso di scrivere seduto in terra.

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Alcuni si sono inventati il capro espiatorio, alcuni hanno impacchettato le fragole con la carta stagnola, altri invece han messo sottovuoto il cuore, i pochi han provato a prendere coscienza e si sono persi nella strada del proprio ritrovarsi, si sono ritrovati nella strada della propria perdizione.

“ Ho voglia di far l’amore. “Si possono scrivere certe cose in un libro?

Si puo’ porgere cosi tanta intimità?O in qualche modo si deve continuare sempre a tutelare il lettore perchè ha

pagato un prezzo per non sentirsi a disagio fra le righe?Non penso che tutte queste risposte siano davvero importanti, ormai ci siete passati sopra con la vista e avete letto quello che c’era da leggere, magari in questo preciso momento state posando il libro per andare a fare l’amore con

la vostra metà ( o presunta tale ).Se è così, allora vuol dire che questo libro è subliminale e che forse in fondo

avevate solo bisogno che qualcuno vi ricordasse l’amore, se invece siete ancora qui a leggere, i motivi possono essere solo due: o il/la vostro/a partner

non è quello/a giusto/a o queste parole sono una retina per farfalle che ha catturato il vostro cuore.

Vorrei tanto che nessuno avesse mai letto questo libro, mi sarei risparmiato così la fatica di scriverlo, magari avrei vissuto di piu’ la mia tridimensionalità

senza alienarmi nella bidimensionalità delle parole, magari oggi sarei un banchiere con la villa al mare e la moglie eternamente in una clinica di bellezza ( sei bello solo se paghi per certa gente ), la mia ferrari rosso

fiammante, i miei figli part-time e la mia cuoca, anche nei sogni, a soddisfare il mio appetito onirico.

Quando è notte la luce ha un colore più trasparente, le rondini si mascherano da zucchero filato e rimbalzano di petalo in palato, le noci si sgusciano da sole e vengono fuori a vedere la pioggia inciampare sulle tese dei cappelli, quando

è notte le lucciole indossano i grembiuli e servono caffè, i leoni si alzano su due zampe per ostentare la propria verticalità interiore e, senza far rumore, le

stelle volteggiano sulle gobbe promiscue degli arcobaleni.Io sono in bilico come un equilibrista, in bilico da molto e faccio fatica a gestire le mie vertigini ( anche se so che mi emozionano ), ho una fottuta paura di morire dentro, una tristezza che si chiama necessità di vivere

veramente.Alla fine non conti un cazzo per nessuno al mondo, conti solo per la persona

che ti ama, per gli altri sei solo una circostanza, per chi ti ama sei il sempre ed io non voglio più essere la circostanza di nessuno, piuttosto muoio di

solitudine.Dicono che io pecchi di narcisismo e ancora non ci capiscono niente.E' un male cosi grande e vergognoso aver bisogno di essere amati?

Mi hanno sempre fatto sentire in colpa perchè avevo bisogno d'amore.Vorrei essere nato vuoto almeno oggi sarei felice perchè alla fine è la

consapevolezza che ti frega e non la mancanza di emozioni.Giunge vitreo un pensiero agli occhi e vero si dondola sulle vertigini della mia comprensione, guardo al succedersi degli eventi e mi accorgo che in definitiva

è sempre ed una sola la strada che si percorre.Ci sono incroci, scelte difficili, gloria e nefandezza, c'è questo tanto citato

libero arbitrio, ci sono le nuvole ed i cieli tersi, le stelle e le lune che si riempiono e svuotano di se stesse a seconda dell'umore.

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Ogni volta ti affidi alla unicità di una verità che fortifichi nel tuo divenire vita, credi che ciò che l'apparenza dei tuoi occhi tange possa essere indiscutibile, cavalchi onde sobrie, fluttui cieli che non ponderano e che ti porgono l'insana

illusione di poter essere ponderati.Come un equilibrista ti avventuri in verticale su un orizzonte che ti porge al

precipizio, vivi la mediocrità di un tempo che definisci intensità, sgretoli la tua sabbia già fine e la liberi nell'aria che si tramuta in tempesta.

Il vero spettacolo della vita è ubicato nello specchio di ciò che gli occhi possono o potrebbero assaggiare, le manovelle del tempo son meccanismi

sempre di moda, e questo rotolare all'interno di una sfera di metallo genera nausee inevitabili, conati che devi declinare per non annegare nel tuo stesso

malessere.Non ci sono mai risposte certe alle domande delle labbra che si tacciono, non ci sono carezze per le gote di chi vive con la testa dentro ad un sacchetto di plastica, non ci sono sorrisi per chi ha fatto delle lacrime il proprio stile di

vita.E allora capita che continui a saltare la corda sullo stesso punto pensando di cavalcare tempeste, capita che guardando i tuoi piedi hai come l'impressione

che un sole di colla abbia trovato dimora fra le stringhe delle tue scarpe, capita che aprendo gli occhi dopo una lunga notte non ci sia nulla di nuovo da colorare, capita che il cielo assomigli ad un velo che ti vieta di vedere oltre la

mediocrità.Costruisci un'isola di carta e prepara una catasta di legna che l'inverno non ha sotto-stagioni o tempi predefiniti, prepara il tuo cuore all'artificiosità e vedrai

che niente potrà più sorprenderti, nulla potrà più scalfire i tuoi occhi.Se in alternativa ti capiterà di vivere, non titubare allora ma osa sempre

perchè certe cose, a volte, accadono una sola volta nella vita.Ovunque è il posto dove ognuno può essere, ovunque quando la luna sorseggia i primi raggi del sole, ovunqe quando piove poesia dal cielo al mare, ovunque

dove il silenzio può rompere gli argini della ragione, ovunque sia luce.I violini saltellano sulle pozze arse del deserto, i chiodi di garofano sulle croci di naftalina, la geografia della vita svenduta sui cartelloni della pubblicità, i

violini s'appisolano sulle morbide gote della primavera, le civette farneticano di mari tridimensionali, i pesci rossi nella lettiera del gatto a far sogni

caramellati.Devi farlo accadere canticchiava l'inglesotto irriverente, farlo accadere nel posto giusto, devi credere in qualcosa se vuoi avere il sussidio dello stato,

avere una religione che sia inopportuno opinare, un sacerdote ubriaco cantare messa, devi essere quello giusto al posto giusto sempre, devi farti l'autografo

sul visto.I serpenti fan la muta, una muta di cani a far da slitta all'orizzonte che capitombola fra le rime dell'amore, l'amore dei perchè con l'amore puoi

varcare ogni porta, l'amore di quelli che per fare un passo avanti ne fanno due indietro, l'amore dei cantieri e dei lavori in corso, l'amore del mese d'agosto, l'amore che dura per sempre e l'amore che dammi un'ora e ti programmo i

prossimi 50 anni.Tutti pronti a fare le valigie per le Maldive e a disfare quelle per l’isola dagli

occhi belli, tutti con l’ombrellone e le creme abbronzanti, piccoli stereotipi per piccole persone, castelli di sabbia in piena mareggiata, canotti di carta per

attraversare le fiamme dei mari persi.

Page 25: Il figlio dell'orizzonte

Non penso che avro’ voglia di andare in Paradiso finchè continueranno a vendere le sigarette solo all’inferno, con 30 Euro oggigiorno ci compri tutto

ma se sorridi quando ti metti in posa per la pioggia, a volte finisce che ti restituiscono i tuoi soldi e che magari ti danno un buono sconto per entrare al

circo.Le foche sono ammaestrate dal conduttore di un TG, mentre il laureato in legge bacchetta i pedoni indisciplinati sui marciapiedi, giudici e avvocati

sprezzanti ed in prima linea per una giustizia divina che stenta a decollare, una giustizia che non contempla la frequenza del battito cardiaco degli innamorati, una giustizia fatta di barriere architettoniche e marmellate

scadute, una coordinata per un ingresso trionfante nella dimensione Perdizione.

Chiedi il perchè di un raggio di sole che trapassa un muro fatto di silenzi in riva al mare, chiedi le conchiglie di marte alle ghigliottine del tempo, il vento

all’istante di un’onda di petali di luna, chiedi la tua porzione di arcobaleno e la tua collana portafortuna, chiedi le mani al cielo ed i piedi ad un vulcano,

catapulta le tue emozioni nella bocca di morfeo.Ti è stata concessa una sola vita e pure il lusso di poterla sprecare, una sola

parola per rivestire di carta da parati il tuo cuore, ti hanno fatto firmare senza farti leggere il contratto e, rispettoso delle norme vigenti, adesso ti devi

attrezzare ad ingoiare la tua quantità di fiele.Le ortiche agli uomini di buona fede, le scorciatoie ai claudicanti, i primi raggi

di sole alle bilance celate sotto ai letti, bilance elettroniche che ti sputano negli occhi inappetenze destabilizzanti.

Le pertiche si ramificano come edera sui muri, piccoli scenari che si lasciano arrampicare lungo direzionalità insane, orizzonti verticali che si porgono alla

speranza di menti arrotolate alla parvenza di se stesse, proiezioni inintenzionate che senz'anima si muovono come marionette in un teatrino da

marciapiede.Siamo tutti prezzati e addobbati di relativo codice a barre, tutti ubicati sugli scafali della vita ad aspettare ignari il sopraggiungere del nostro acquirente,

tutti ben confezionati dalle mani di una cassiera spicciola, mani disinteressate che si arrogano il diritto di spalmarsi sulla sinuosità della nostra epidermide.Ti affacci sul porto e le luci dell'oscurità ti carezzano le palpebre, respiri di volti sconosciuti che percorrono il proprio tempo in funzione di uno spazio

sempre consueto, figure arrivabili che si dileguano sulle striature dell'affievolirsi rapido dei fanali delle auto ed è tutto un inseguirsi senza

ragioni apparenti, un tutto che ha quel magico sapore del nulla.Mi ha precluso il respiro ma mi ha donato l’alito di vita primordiale, Mi ha

aperto gli occhi e ci ha seminato dentro i colori dell’arcobaleno, mi ha accarezzato il cuore con i suoi sorrisi unici e mi ha reso battito.

Il tempo di una passeggiata ed il tempo cambia, ombrelli nelle ventiquattro ore e volantini di sole nel cassetto dei sogni aspettando le vacanze, last

minutes a portata di tasca di un po' di tutti, le approssimazioni piu' certe del vento incalzante.

Le stringhe alle polsiere dei tappullanti, piccole artificiosità vestite da pezzenti per ingannar l'olfatto dei ben pensanti, perle negli occhi di un divano blu, boccoli di rose che disperse navigano se stesse alla ricerca delle propie

radici.

Page 26: Il figlio dell'orizzonte

Lo smalto alle dita dei piedi, a quelle delle mani solo il miele, petali carezzevoli sulle interezze degli occhi innamorati, fragranze estasianti fra gli

apostrofi dell'anima."Sempre" dicono le stelle al buio inciampante dell'universo, "sempre" come

quando è un semplice istante a fotografare un'eternita' statica, "sempre" che se vivi cento volte in un sogno non vale la volta che hai vissuto veramente,

"sempre" per la semplice constatazione che mai potrebbe implicare l'inesistenza stessa anche di questo istante preciso.

I pesci rossi son fuoriusciti dalla lettiera del gatto e son andati a spasso per le vie del centro, i biscottini della nonna a prendere il sole sul davanzale

aspettando i passerotti, e così ancora milioni di vite alla ricerca dell'onda perfetta, milioni di sospiri di speranza nelle bottigliette vuote della Coca-Cola,

prerogativa certa dei beneficiari dei piani pensionistici da qui agli 80.Una volta sono stato in un posto bellissimo, un posto tutto mio dove respirare

aria nuova senza pagare un biglietto, un piccolo microcosmo estraneo al meccanismo dell'opzione di massa, un abito sgargiante fatto su misura per

l'abbigliamento ideale del mio sorriso.I passi circolari del tempo mi percorrono in senso antiorario, frequenze che si dilatano amplificando all'inverosimile realtà apparentemente parche, ti capita

allora che pensi di essere circondato dai fantasmi per poi accorgerti che il vero fantasma sei tu.

Inizia il film e nella prima scena si sente già qualcuno parlare e dire che la sceneggiatura sarà cambiata e che, di conseguenza, voi vedrete solo la vostra versione del film, vedrete lo scheletro di quello che la vostra mente vi renderà

possibile vedere.Lo smilzo in bermuda si sollazza davanti ad un frigo, anche lui è stato a Rodi e dice che porta sfiga, si china su uno sticker dai sorrisi grandi per poi rendersi

di conto che certi concetti sono superati oramai.Mi ricordo che ti tremavano le mani, era il tuo primo tuffo nel cuore e non sapevi cosa sarebbe stato nuotare, l’acqua era fredda ma il tempo dei tuoi

battiti l’ha scaldata, l’estate sembrava dissolversi ma un’altra volta è arrivata, è arrivata in un lungo viale dove era la luna il cielo, una luna direzionale, una

stella polare che brilla incessante.Ed ora, in questa stanza, la luna mi entra direttamente dalle orecchie, luna

che mi viene dentro per urlare i suoi occhi al sorgere del sole, una scheggia di cielo nelle ferite del cuore, un universo senza pareti dove poter volare.Dio sa parlare solo attraverso le mani degli altri, l’amore parla con gli

arcobaleni dell’anima, l’amore sospira al sordo, carezza il lebbroso, l’amore innaffia i giardini di marte, l’amore non si masturba.

Non c’è l’orchestra è tutto registrato dice il granchio col microfono altisonante, se la ride fra i cuscini laddove la realtà è solo il nutrimento della

fantasia, immagini e parole che non contengono i vostri sogni, filtrazioni deviate dei vostri desideri più celati, paure che si camuffano da sorrisi ebeti,

cercando di ingannare il doganiere della vostra irrealtà.Non voglio scrivere una cosa per l’altra, non voglio scrivere una forma che

non desti contenuto, le candele si sono sciolte in mare e alle quattro qualcosa è cambiato.

Son finiti i tempi delle vasche da bagno, finite le prevaricazioni igieniste, finiti i balconi di due metri quadri, son finiti dentro al pozzo senza fondo, dentro al

pozzo del non ritorno.

Page 27: Il figlio dell'orizzonte

Sutter Caine chiede se può prepararmi una camomilla o un tè in quanto, aggiunge lui, avrebbe voglia di un caffè.

Ecco che si espleta il meccanismo che sottende tutto il suo inconscio: si porge a me per un intento che riguarda solo se stesso.

Ed è un angolo di luce nelle tenebre della notte il mio posto ideale, concime per le mie piante grasse e sgrassante delle macchie più intense, è la musica in

sottofondo a ribadire il silenzio di una emozione senza parole.L’universo è un richiamo per l’immensità che mi si cela dentro, uno specchio

senza riflesso che mi ingoia come un buco nero, un mero ingranaggio del tempo che mi inganna fra le rime di un paio di lancette fluttuanti, un invito

unico.Il cielo questa notte si veste della luna piena, qualche striatura di cotone a

farle compagnia ed alcuni spaiati audaci con lo sguardo appeso al manto del suo corpo.

La circostanza agognerebbe un silenzio riverenziale ma la città non può arrestarsi dal gemere, ogni cosa deve andare avanti tra le grida metalliche di

un tram che interseca il tempo degli automobilisti insonni.Gli omini verdi dei semafori ti sdraiano un tappeto rosso al cospetto del tuo divenir strada, le prostitute disquisiscono sul milan della nuova stagione con

motociclisti opinabili.Le prime foglie si sdraiano sulla schiena nuda del viale, rotolano via fra le ali

di un vento leggero andando a spettinare gli sguardi sobri dei pedoni, le altalene ritornano a cigolare e dentro di me cresce alta la sensazione magica

di essere a casa.Imparerai a memoria le immagini ma dimenticherai le parole, assurgerai agli occhi delle tre fontane della vita ma lo farai in ginocchio, correrai nel verde

speranza dei tuoi sogni più malconci, avrai luce ed acqua in abbondanza e non dovrai fare la coda, una via preferenziale ti sottolineerà unico ed

indispensabile, avrai provviste per sopravvivere fino alla fine delle tue provviste stesse.

Stanotte ho messo su una bella canzone e mi sono detto:stasera tu scriverai le parole più belle della tua vita.

La prima cosa che mi è venuta in mente è stato un paio di occhi, due fari nella notte della vita, due immense pozzanghere di dolore causato dall’immenso

amore, due pozzi incolmabili satolli di piacere, due mani nell’anima a strimpellare sul pianoforte di un arcobaleno, lì, quel paio di occhi a parlarmi

come fa il vento sulla cresta del mare, come fa l’usignolo al divenire del sole, lì fra le foglie a rotolare nel vento, lì sulle ali di un cielo ingoiato da un mare, lì

ad un niente dal mio cuore.Ho provato a guardare nel sogno blu di una chiave che aveva perso il suo

cubo, ho sbirciato nell'anima del mio compagno di banco, ho masticato il mio tempo imprigionato dentro la lettiera del gatto, ho fatto a pugni con il mio

migliore amico ma avevo una buona assicurazione.Le sponde magiche han rotto gli argini, le betoniere scalze si sono accomodate

sui divani blu e han fatto tardi, il tabacco è scivolato in ogni posto, ha altalenato sulla testa degli innamorati, il tabacco è la vera chiave di lettura.

Mi sono accomodato in un posto che non apparteneva alla mia tridimensionalità fisica, un posto che aveva però quel pregnante odore che ha

una tridimensionalita' emotiva, il sipario mi ha nascosto per lungo tempo la verità ed anche se era rosso la mia mente non ha fatto eccezioni.

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I miei passi si dileguano nel rumore della propria ombra, silenziosi si siedono sulle ali della propria oggettività, piangono dietro ombrelli di cartapesta, si

decolorano il sorriso in un cassetto posto in fondo ad un merletto, i miei passi si perdono fra le rime spoglie del proprio repertorio, i miei passi deambulano,

i miei passi mi portano dove essi decidono.L'inutile sforzo della vostra mente vi sta alienando, non siete gli attori del

libro, e neppure le comparse, siete solo gli spettatori, gli increduli e maldestri pionieri di un tempo che vi siete inventati, esistete in funzione del fatto che

esistono queste righe, almeno è così adesso e dopo non potrebbe essere altrimenti.

Leggermi fra le righe ha cambiato qualcosa in te, ora sei diverso/a da quello che pensavi tu fossi prima, ma eri uguale ad adesso e non ne avevi la

consapevolezza, avevi gli occhi chiusi ma hai dovuto aprirli per leggere il tuo libro.

Stai leggendo la tua vita qui, queste strofe parlano di te perchè sei tu a scriverle, sei tu che hai deciso di leggere te stesso solo fra le righe del libro

che avresti scritto, tu sei il tuo artefice.Ho sfilato la cornice alla rappresentazione dei tuoi occhi e mi son nutrito della tela, ne ho attinto i colori e ne ho assaggiato le sfumature, mi sono spalmato

sui lineamenti ridondanti di un piacere senza volto, ho svuotato i barattoli della memoria e li ho riempiti della polvere delle stelle lasciata incolta nel tuo

giardino.Il tempo si prolissa sulle pareti del mio appartamento, ogni lembo di superficie

si colma di parole, emozioni che si reificano sulle strofe, emozioni che si arricchiscono di una tridimensionalità oggettiva che va a colmare in ogni dove

il mio senso della vista.Il lunedi mattina ha sempre quel sapore dell’attesa che non porta a niente, prendi tempo nella tua mente nella speranza di ingannarlo, addomestichi la tua impazienza alla ricerca di una miniatura statica che ha i contorni di una multipla grigia, disquisisci con il tuo compagno di banco sul weekend ma sai che la tua realtà è solo complemento oggetto della tua comprensione stessa,

sai per certo che nessuna parola sarà in grado di infondere all’esterno le sensazioni preziose imprigionate nel tuo cuore.

Ti capita di svegliarti e di ricordare un sogno ed è forse allora che il tuo sogno inizia e cessa la tua realtà, la consapevolezza , a volte, uccide il malcapitato e

lo circuisce nell’alienazione più stagnante, i disegni sobri del tempo si impolverano delle foglie incalzate dal vento, i rami si spogliano al cospetto

dell’inverno e si preparano per il letargo.I fratelli si abbracciano sui tavolini del centro e son flore extracomunitarie le

testimoni di tanta grazia, numeri di telefono che si sdoppiano nell’etere, profumi che divengono gargarismi dell’anima, musica bidimensionale che si

imprime nei timpani di chi sa guardare oltre se stesso.Le onde del mare si colorano di rosa (certi film ti entrano proprio nell’anima direttamente dalla scatola dei gioielli) e fanno a pugni coi sogni, si sdraiano negli occhi dei passanti e li saturano di cartellonistiche inapprendibili, gli

scogli si tacciono alle ombre sgretolate di un dire dettato dalla circostanza, le bottiglie di birra si arrampicano sulle impalcature della vita alla ricerca degli

sconti di fine stagione.Meglio chiudere in un cassetto gli elementi destabilizzanti, meglio affidarsi

inesorabili ad un andare avanti che non comprende noi stessi, meglio non far tardi all’orario d’uscita dell’asilo lasciandosi abbracciare dalle dolci campane

Page 29: Il figlio dell'orizzonte

di chi sospira l’amore in silenzio, meglio rimanere appiccicati ad un sorriso bello e colorarne quello di chi ti sbircia discreto nello stato d’animo.

Ricordarsi dell’amore sempre, anche quando il tempo tarda all’appuntamento con se stesso, ricordarsi di annaffiare i rampicanti nel cuore ed esser sole dappertutto perchè alla fine ciò che conta è avere acqua da bere, è avere

tempo per farlo spesso.Le soffici piume dell’amore solleticano i sorrisi nell’anima, le conchiglie si

schiudono e porgono i propri occhi al cielo che si viene a tuffare in mare, le lune sorseggiano nettari di stelle, il vento che porta tutte le parole del mondo è un vortice che si espande dal proprio centro in ogni direzione dell’universo.Puoi far vedere l’amore ai ciechi, lo puoi far sentire ai sordi, puoi raccontarlo

sul ciglio di un burrone senza temere di cadere, puoi respirarlo sotto la superficie del mare, puoi esserlo.

Mi è andato via l'audio......qualcuno mi sente?La mia band preferita tiene un concerto direttamente nella mia anima ed in

forma molto intima, gli unisoni dei cuori hanno la musica come colonna sonora, quando le chitarre vanno sulle montagne russe capita sempre che poi ti cantano una canzone, il mare si è innemtato le note mentre il cielo ne scrive le parole ed è l’amore l’unica risposta a questo nostro desiderio di essere vivi.

Le ore ingoiano i minuti ed i secondi cessano di esistere, siamo tutti personaggi di cornice di un sogno altrui, tutti inginocchiati alle trame di un disegno che non ci riguarda, “siamo la danzante e canticchiante merda del

mondo”, un contorno sbiadito che sfigura al mercatino dell’usato.Mi affaccio alla foto più bella che si è spalmata nel mio cuore, attingo silente ai passi sobri dei tuoi occhi nei miei, carezzo le tue gote con il battere delle

mie ciglia, ti estrapolo dalla fotografia e faccio l'amore con te.Il mio tempo inizia laddove i tuoi occhi si aprono, laddove l'alba sorge al tuo

sbadiglio, il mio tempo porta il tuo nome e altrove sarebbe ignaro di se stesso, il mio tempo indossa la tua pelle.

E, come l'onda, la mia carezza si posa leggera sul velluto della tua epidermide, le labbra son barche che vanno a far l'amore fra gli scogli, gli scogli come

radici aggrappati al mare, ed il mare inevitabilmente nei tuoi occhi di arcobaleni di marmellata.

Dove posso arrivare con le parole del mio cuore?Hanno fatto pagare il biglietto anche a voi per stare qui dentro?

Questa sera non ho voglia di scrivere il mio libro, me ne sto sulle righe di una chat dove non ci sono spettatori, sono in rete ma nessuno in quel posto può

leggermi, Sto abbandonando le mie righe nel nulla.Dopo una giornata cosi arriva giusto mezzanotte e ti accorgi che quelli come te sono in un posto dove la vita non esiste, ti giri e ti guardi intorno, ti rolli una sigaretta e pensi, ti accorgi di avere pensieri che pensano che tu sia un

loro pensiero.Dov'è la pace per quelli come noi?

Non ci hanno mai lasciato defecare in pace, famiglia numerosa e cessi sempre intasati, gente che si trucca, gente che si strucca, Gente che si infila senza

chiedere nella mia doccia.Finalmente arriva una spettatrice che conosco.

Ed ora lei è prigioniera del mio libro, mi saluta ma non fa mai l'inchino, è una ragazza che sa il fatto suo, una piccola flora che devasta il sonno della

Primavera.

Page 30: Il figlio dell'orizzonte

Le mie cuffie sono ubicate sulle ali dell'infinito, tutto ciò che ascolto è tutto ciò che sono, i miei occhi sono fari che spengono la luce delle stelle, fanali che

attrezzano l'illuminazione notturna della Via Lattea.Perchè non hai seguito la via del cuore?

Perche' il tuo tempo si è arreso laddove ha avuto origine?Perchè i tuoi occhi gemono e perchè le tue mani tremano?

Dove hai lasciato la tua vita e dove la tua scia?Abbiamo un nuovo show televisivo chiamato Amore, uno di quegli spettacoli

che ti lasciano senza parole nel cuore e senza fiato negli occhi, abbiamo uno di quegli show sostenuti dalle fauci spietate della pubblicità, avere un nome da

sponsorizzare vuol dire essere qualcuno per molta gente.Vorrei rendervi partecipi di tutta la magia che ho dentro adesso, ma da qui

davvero non posso tutto, vorrei prestarvi le mie cuffie, farvi scivolare come su comodi cuscini in un rotolare infinito fatto di note di marmellata e sorrisi

d'arcobaleno, vorrei farvi indossare i miei occhi e mostrarvi la luce di ciò che proviene da dentro, vorrei essere il vostro gemito nell'anima, ma da qui non

posso davvero.Essere qualcuno potrebbe essere una cosa fantastica, avere molte donne per dimostrare che sei un vero uomo, essere qualcuno potrebbe darti alla testa fino a sentire battere il cuore davvero, avere menzione e cognizione della

propria magia.Potresti dire ciò che vuoi, essere il vento fra le chiome della vita, potresti

scalare te stesso per poi scoprire cosa vuol dire guardarsi dall'alto al basso, ma sei qui, qui genuflesso su queste stupide righe, figlie di una metrica

matematica ed orfane della poesia della magia tridimensionale.Lì, incatenati come piccole spugne alle strofe incerte del tempo, imi al

cospetto dei propri limiti ed artefatti quel tanto che basta per mostrare al mondo l'ostentazione della vostra presunta saccenza spirituale.

Metti una pezza di sughero sulle tue labbra ed il silenzio ti avvolgerà con il suono perfetto delle sue ombre circolari, carezza lieve la foglia che la brezza ti sospira affianco fino a fartela sfiorare, chiudi gli occhi e l'unico desiderio che

esprimerai al tuo Dio sarà il sorriso sul volto della persona che ti ama.Questa è poesia strombazza il merlo sul ramo che, sinuoso, si avviluppa ad un fiore dai petali di nuvola che, candidi, si vanno a sdraiare sui ciuffi dell'onda che gli occhi del cielo viene a bagnare fino a far piovere diamanti sui campi di

marmellate.Non riesco a capire perchè mi riduco a scrivere sempre di notte, potrei farlo a qualsiasi ora del giorno ma va a finire sempre che mi ritrovo su questa tastiera

alle ore più disparate della notte, qui con le mie fedeli cuffie che pompano watts nei miei timpani sordi, qui in tenuta estiva a pendere dalle labbra della

mia prossima sigaretta.Un volta vidi un film girato nei notturni di Genova, forse non era un granchè

( Sinceramente non ricordo ), ma riesco ancora a sentire limpida la sensazione di benessere che mi procurava la vista di certe immagini.

Ora capisco quella sensazione in modo più peculiare, ora so che quella era una visione del futuro, la magia del mio cuore mi aveva porto quello che sarebbe stato il mio tempo oggi, la magia che mi porto dietro insieme ad un terrazzo

dove un bambino suonava il flauto guardando un muro, la magia di una sterpaglia che fra le braccia dell’amore diveniva roseto.

Sono passati gli anni fra i chiari di luna di Chopin e gli invitanti occhi della notte, anni vissuti sulla cresta di un’onda incessante, tempi spalmati sui colori

Page 31: Il figlio dell'orizzonte

delicati degli occhi del cielo, sono passati i mari sulle vertigini del cuore ed esplosi in zampilli di fuoco i vulcani dell’anima, petali di primavera a riempire

i cuscini dei miei sogni.La magia esiste dove esiste immaginazione, se il tuo cuore ha muri o barricate

non ti porterà mai oltre la razionalità delle righe che stai leggendo, se il tuo cuore non pulsera’ leggendomi vorrà dire che il letargo è destinato a

continuare e che il tuo inverno è confinato a non finire.L’azzurrità del cielo se ne va in giro per i campi in fiore con le mani in tasca e fischiettando colma di note l’etere e le sue creature, un sorriso scioglie il sole

come burro e lo fa scivolare lungo gli steli dorati degli orecchini di un paio d’occhi che rotolano incessanti sulle morbide chiome del tempo, filtra leggera la luce dall’ombra di un albero che silente riposa sulla carezza della musica di

un ruscello che sinuoso scivola su un letto fatto di parole ed emozioni.Non puoi andare da nessuna parte se non hai la poesia nel cuore, ovunque ti porteranno i tuoi occhi in alternativa ci saranno solo oscurità inilluminabili, ovunque andrà a riposare la tua necessità di ossigeno nei polmoni della tua

anima trovera’ un pozzo chiuso alla luce del sole, perciò apri gli occhi ed inizia a dare spazio alle tue emozioni perchè se ti rifugerai negli occhi chiusi e nel

ripiego di un sogno vorrà dire che avrai solo finto di vivere.Eccomi qui assorto nella soffitta del cielo, ogni silenzio che mi circonda

sembra lo specchio delle mie emozioni, si tuffa nel vento temeraria ed audace la farfalla dalle ali di rubino, le soffici nuvole bianche vengono a danzare intorno al fuoco insieme ai miei occhi, le note di un arcobaleno tengono

compagnia ai miei timpani.C’è un tempo per rimanere seduti a guardare attraverso l’opaco vetro di una clessidra, lì stantii come una foglia spettatrice di una rana nello stagno, c’è un tempo per reclamare il proprio posto sui binari della vita, un tempo per

guardarsi indietro ma sempre e solo un tempo in cui andare avanti.Le dolci fauci del tempo si imbellettano prima di andare a letto, si fanno belle per una porzione di materasso sempre gelida, una energica lavata ai denti ed

un po’ di rossetto ed il gioco è fatto, pronti per il prossimo spettacolo di marionette nei teatrini dell’ipocrisia.

Come può chiudere gli occhi la notte se il suo lavoro è far da cuscino ai nostri sogni? Come può la notte addormentarsi sui lungomari inebriati dalla luce

delle lampare?Le carezze del buio mi tengono compagnia, mi abbracciano come radici

aggrappate al suolo, mi stringono a sè come la morsa di un boa che s’avvinghia al collo della sua preda, le carezze del buio mi sospirano la brezza

dei cieli diamante degli occhi delle ali di rubino della farfalla che impavida cavalca il vento, mi dipingono un vulcano sulle pareti del cuore.

L’unica verità è che leggendomi puoi finalmente fare parte della mia vita a prescindere dai tuoi desideri, nel momento stesso in cui i tuoi occhi saranno sull’inchiostro che il mio cuore sta scrivendo, in quel momento tu sarai nella

mia vita.Mi accendo l'ennesima sigaretta, oggi mi son concesso il lusso di un pacchetto delle mie gloriose Pall Mall Manhattan, me la accendo tra una parola e l'altra sulla tastiera del mio pc, guardo lo schermo e vedo prender forma la mia vita

in una stringa altisonante su una pagina internet, mi fermo, mi rileggo, mi osservo dallo schermo e ricomincio a scrivere.

Ripiego su Bersani, parla di termosifoni e di scuole, che poi dire ripiego è sbagliato visto che io adoro Bersani, mi spalmo su questa area che mi ricorda

Page 32: Il figlio dell'orizzonte

geometrie sterili nella speranza di catturare la mia stessa attenzione che sembra dileguarsi e scivolare sulla patina oleosa dei concetti.

Fondamentalmente la gente cerca, fra le righe di ciò che legge, un concetto di fondo che sia guidato dalla razionalità e si priva del gusto di provar a lasciar spiccare il volo alle ali della propria fantasia, la gente ( o almeno una vasta

cerchia ) si ammonticchia sulle crepe di una staticità emotiva, vive all’ombra di se stessa.

Viva le immagini che ci porge tutti i giorni il mondo, che siano tridimensionali o no, che siano belle o brutte, ciò che conta è guardare ogni giorno qualcosa

di nuovo con i propri occhi, avere un motivo magico che li tenga aperti.La vita osa in ogni luogo, la vita spacca i marciapiedi con un ciuffo d’erba, la

vita irrompe nella notte con il deflagrare di un tuono, nel giorno con la brezza che il sole soffia ad un campo in fiore, la vita si insinua tra le vertigini del cuore con la delicatezza di un petalo di Luna che fluttua fra le Supernova

nell’universo ( magari fra quelle di Champagne ).Cigolano le altalene mentre vengono giù come steli dalle nuvole, si infrattano sugli scivoli le urla dei bambini, i muschi fanno congressi Sulle ossa scavate degli alberi ed è Sole in ogni centimetro della mia epidermide, Sole che si

viene a sdraiare sul mio cuscino per addolcire i miei sogni.Puoi trovare le violette in una scatola di caramelle, i documenti del gatto sulla

sedia di un bar del lungoviale, puoi trovare i sorrisi negli show televisivi pilotati dai nastri delle finte risate, l’amore.... ah si l’amore, sì per quello

invece ti devi attrezzare e devi essere pronto a cavalcare l’onda più alta di tutte e se soffri di vertigini, allora accontentati di sopravvivere come postilla

matematica.Eccomi in un nuovo posto, nuova notte e nuove puntate di Sex and the city.Quante cazzo di cose nella mia testa e neanche un attimo da dedicare a me

stesso, a volte i pensieri ti portano via il desiderio d’aver qualcuno o qualcosa a cui pensare.

“ Quello che viene dopo non è mai migliore “ canticchiava il ragno sotto la doccia, le farfalle a svolazzare sugli arcobaleni sinuosi di un tramonto

smisurato, Quello che viene dopo non è mai migliore ed i gabbiani si insinuano nel vento con piume leggere ed ali di velluto, la cresta dell’onda improvvisa sussulta una carezza alla barba del cielo ed è sempre l’orizzonte il sipario di

un bacio.Quanto posso far girare le parole e quanto posso dire ciò che voglio e nella

forma che preferisco?A certe ore della notte sembra che vadano a dormire anche le lancette degli

orologi, ore che ti sembrano non aver fine, a certe ore della notte capita che ti giri e neanche l’ombra di un gatto a far da coperta alla tua solitudine.

I miei sogni finiscono ogni notte nel momento in cui chiudo gli occhi, i miei sogni come marmellata di rossetto sulle labbra della vita, i miei sogni il

temperino ed i miei sogni la matita.Spesso la vista ti preclude la verità oggettiva di ciò che stai guardando, spesso la vita ti dona occhi da guardare ma ti priva della vista e cosi ti perdi la magia della vita stessa, ironia della sorte che non è lecita nel mondo di chi, come me,

vive in funzione della realtà.L’esperienza ti insegna che ci sono molti compromessi da fare se vuoi vivere senza soffocare, ma a volte non ti insegna che l’eccesso di compromessi è la

peggior asfissia che ti possa capitare, a volte capita che sul più bello ti accorgi

Page 33: Il figlio dell'orizzonte

che sei solo un granello di sabbia che si perde fra altri miliardi di granelli di sabbia che come te sono in balìa del vento della vita.

Vivere non è facile per nessuno ed il mio tempo finisce sempre sulle prime pagine dei giornali, ogni sensazione è amplificata all’ennesima potenza,

l’amore frantuma gli argini dell’universo ed il dolore ti inabissa nel cuore degli oceani dell’anima.

Vorrei stupire gli occhi dell’assoluto guardandoci dentro, spettinarli come brezza fra le palme di Corso Italia, vorrei portare in ogni cuore del mondo i

colori degli arcobaleni della via Lattea, vorrei essere il passero che da il buongiorno al cielo con il suo cinguettio.

“ Alla fine l’amore che prendi è uguale all’amore che fai “ e si chiude un ciclo che non ne prevede un altro, l’amore che dipingi sulle pareti della strada che ti conduce ogni giorno laddove il sole non ha mai colpi di scena da offrire ai suoi passanti, l’amore che strappa le lacrime ai deserti per dissetare i buchi

neri della coscienza.Il lungomare si rinfranca su una panchina dissetandosi con una Granita di Mandorla, due gatti di passaggio gli scondinzolano intorno canticchiando

( scimmiottando lo stile di un gruppo anni ’50 ) “ Non guardarti mai indietro...Pensa avanti”.

" Ogni sconfitta equivale ad un anno di galera in più " diceva sempre Napoleone alla sua gente e finisce sempre che ti resta un piccolo squarcio nel

cielo dei tuoi occhi per guardare oltre i tuoi sogni.Una volta sono stato al centro di un’isola ma era cosi grande che non mi sono

bastati tutti questi anni per riuscire ad arrivare fino al mare, ogni giorno spero di svegliarmi con il rumore della risacca che viene a decantare sulle mie

palpebre che si schiudono, spero di svegliarmi fra le carezze invisibili di un moto incessante che profuma d’eternità, spero di svegliarmi e venire a vedere il mondo con gli occhi della conchiglia che s’arena a riva con tutta la magia

dell’infinito in fondo all’anima.Mi resta solo il tempo di planare per l’ennesima volta sulle ali di HERE

COMES THE SUN, come a voler sottolineare ogni volta che puoi attenuare certi silenzi solo con la morbide labbra di una canzone che ti si porge gioiosa

all’olfatto del tuo udito e della tua vista.“ Mostra la tua penna alla canzone che sto scrivendo “ perchè tutto il resto

sarà solo un mare d’inchiostro ingoiato da una spugna cieca, solo l’ennesimo spettacolo senza spettatori.

E’ possibile che il mondo non sia in grado di sconfinare oltre il palinsesto dello stereotipo?

Le nuvole si diradano laddove il sole respira lo squarcio che spezza il grigiore del tempo, i gabbiani lasciano esplodere il loro battito d’ali terse ed è luce il

fruscio del vento che irrompe nei pensieri sobri del cielo, è sole che si ammonticchia sulle righe affamate della vita.

C’è chi vive in funzione di una metrica invisibile, chi si addomestica sugli stralci di un sentito dire fin troppo prevedibile, c’è chi s’affida alla verità di

una bugia sterile privando la propria essenza della magia di un arcobaleno che incalza i cinque elementi, magia che albeggia negli occhi di chi ha deciso di

vivere la propria porzione di tempo fra le braccia carezzevoli di un sogno tridimensionale chiamato realtà.

Collasso alla vista di un mondo che si perde nell’ovvietà di una certezza, resto immobile ad osservare l’incessante moto di un martello che, privo d’armonia

sublime, s’accascia sulle impervie litanie di un silente esistere di

Page 34: Il figlio dell'orizzonte

sopravvivenza, m’incateno ad una poltrona sognatrice aspettando il rumore di un palcoscenico ruggente invadermi senza l’asfissiante ombra di una opzione

di massa.Siamo, senza ombra di dubbio, una delle tante proiezioni della realtà, viviamo

di una parte di essa, quella che i nostri occhi riescono a riconoscere come parte determinante del nostro cammino, siamo in continua evoluzione e

sempre a battagliare le proiezioni altrui, privi di una conoscenza totale e di conseguenza arenati alle nostre priorità.

Attingere all’esterno è di certo una delle iniziative più interessanti, le alienazioni non fanno bene alla struttura precaria del nostro vivere ma, nonostante il grande lavoro e l’eterno sforzo di alcuni, resta pur sempre

evidente il limite della mente ( non in quanto spazio o tempo ma in funzione di una incongruenza incolambile).

Torno al racconto del mio viaggio per adesso, ma prima di ritornare al tramonto voglio regalarvi un’alba: “ Le parole rubano spazio alle emozioni, i

suoi occhi prendono spazio nella mia anima, l’amore mi ricorda che sono vivo ( Bip ). “

Il treno è partito ( se non sbaglio eravamo rimasti alla stazione di Alessandria ) ed è esclusa qualche ora di sonno visto il sovraffollamento delle

carrozze, proverò a guardare un punto fisso nella speranza di non essere inghiottito dallo sguardo di qualche passeggero.

A dopo, sempre che ce ne sia l’occasione, potrebbe sempre deragliare il treno ( alcuni definirebbero il fatto Pulizia Etnica ) o, per assurdo, potrebbe

accadermi la magia di cozzare con la testa e di perdere la memoria e con sè la malsana alchimia che mi spinge a defaticare tra queste sterili ed insulse righe.La notte filtra leggera dal finestrino di un missile che si addomestica sui binari

del tempo, la quiete si colora del rumore della notte, nel cielo ruminano le stelle ed è il terzo binario di Tortona.

Voghera ( 8 Agosto 2004 00:35 ).Un uomo torreggiava sulla stazione, una specie di supervisore addetto al

controllo dei treni, uno di quegli impiegati che prende il suo compenso extra ( visto il turno di notte ) per stare su una poltrona a guardare un po’ di

donnine nude sulle frequenze locali della televisione, simbolo e prototipo di una razza che cerca la propria compensazione fra le piaghe di una vacuità

diffusa.Una esile ragazza dai riccioli copiosi siede al mio fianco destro, mi emula dalla partenza alessandrina, lì da quasi un’ora con la sua penna ed il suo quaderno

a righe.Alla mia sinistra, invece, un folcloristico vecchietto in bermuda si sollazza su un seggiolino ribaltabile, lì imbalsamato con le sue braccia conserte ed un

paio di occhiali dala montatura oscena.La cosa che mi rallegra, in tutto questo contesto, è vedere che c’è molta gente

che fuma fottendosene della legge e delle prevaricazioni psicologiche della categoria dei non fumatori, gente che teme il cancro in funzione del fatto di allungare la propria vita di qualche anno e di qualche sofferenza in meno,

gente che si affida alla speranza di una quantità pensando di poter compensare il vuoto esistenziale della propria vita.

Il missile ( per chi non l’avesse compreso è la metafora del treno ) continua ad incalzare lo spazio che trova davanti a sè e tutto quello che sembra poterti condurre da qualche parte alla fine è solo una mera allucinazione di questa

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mia necessità primordiale di essere una unica cosa con tutta l’essenza che mi danza intorno.

Forse questo momento non esiste, forse sono con la testa affossata nel mio cuscino a sognare di un tempo prezioso, lì fra le comode pareti di un posto

sicuro e rassicurante, forse e per assurdo sottolineo forse, non è mai esistito un singolo frammento di quello che il sogno definisce Realtà, forse domani mi

sveglio ed è il mio primo giorno di vita.La mia vicina di banco si è rimessa al suo posto dopo una copiosa boccata di

vita ad una sigaretta ed un intervento all’opinabile servizio igienico.Ha riaperto il suo quaderno a righe e qui nella penombra ha ripreso a scrivere con la sua penna nera, righe che si accatastano sullo spazio bidimensionale di

una pagina, pensieri di una donna che vanno a stuzzicare la mia curiosità.Cosa può mai scrivere di cosi tanto interessante una donna ?

L’espressione del suo viso assorto sul lembo di carta sembra interessante, ma non è certo l’apparenza il punto focale di questo mio viaggio, il mio divenir in

ogni dove è solo figlio di un bisogno di comprensione, uno stimolo che mi spinge all’avventura di me stesso, una voglia indomabile di percorrere le vie

dei pensieri fino ad arricchirsi di quella magia che è insita in me e che ha solo necessità di essere ribaltata su più fronti.

Ora mi alzo e vado a rollarmi una sigaretta.Mi spiace essere interrotto sul più bello e so che non è cosa gradevole perciò ho il sentore che questa ennesima interruzione vi infastidirà, ma sono cosi,

scusate la mia natura contorta, scusate il mio narcisismo incalzante, ma devo assecondare il mio istinto e vi racconterò un episodio.

Oggi è il 10 Ottobre 2004, ho sentito mia nonna al telefono e mi ha fatto molto piacere, mi ha chiamato per ricordarmi che sono a questo mondo e che anche quest'anno lei c'è a ricordarmelo, quasi a voler sottolineare che per logica c'è

anche lei.Grazie per gli effetti speciali Ivan, ah scusate Ivan è quello delle molte righe vedi sopra, quello timido che ha dormito nel mio letto, ora è qui a leggere in

diretta quello che sto scrivendo su una pagina di Msn e ogni tanto, nelle pause in cui scrivo, mi manda dei suoni...... wow la tecnologia.Dicevamo? Ah si, parlavo della telefonata di mia nonna.

Mia nonna è fondamentalmente una buona donna, una di quelle ultime sopravvissute ai tempi della modernità, una di quelle simpatiche vecchiettine

che sbavano su di te tutta la saliva del loro volerti bene.Una di quelle brave persone che ti vedono casa e chiesa e sempre con la testa

china in funzione del fatto che bisogna essere onesti se si vuol continuare a vivere a testa alta ( che poi io mi dico: ma se devo tener la testa china come

posso avanzare guardando in alto? ).Ti vogliono immaginare bello, perchè esser belli per certe persone può voler dire molto, saperti genuflesso al loro contesto, alla loro proiezione distorta di realtà, perchè tu esisti solo in funzione di un riscontro, tu esisti solo se loro

possono vederti senza mettere un paio di occhiali e questo preclude lo sfoggio della tua Realtà.

E allora ti fingi cielo per non apparir come mare, assecondi le diotrie della loro distorsione, e così per tutte le persone che ti circondano, perchè tu hai bisogno di loro e loro hanno bisogno di te, e la menzogna è l'unico legame

certo nella tutela di un rapporto.Sì, certo, mia nonna è una delle tante persone che circonda la mia vita, ma a

modo suo è sicuramente uno dei più bei personaggi sul fumetto della mia vita,

Page 36: Il figlio dell'orizzonte

ha le sue peculiarità ed io le assecondo volentieri per vedere il suo sorriso ma, nel mio caso specifico, la menzogna cesserà presto, nel mio caso tutti

sapranno tutto prima.E' sottile la distanza che separa la Realtà dalla sua proiezione, ma in mezzo a

dividerle ci sta una specie di ghigliottina, una ghigliottina per gli occhi dell'anima, perchè se varchi dalla proiezione alla Realtà rimani solo.

Rimani solo come chiuso fuori dal mondo, tu... tu che invece ci sei appena entrato divieni l'alienato, divieni il pazzo che è eremo fra i suoi simili, il pazzo sul Tram che sputa Verità e vien scambiato per Menzogna, diventi la vetta che

viene ingoiata dall'abisso.Ho paura, sento che quello è il mio destino e che tra poco non sarò più sulle righe, sento che questo mio scrivere mi sarà precluso dalla Verità, sento la

precarietà che affonda gli ultimi colpi sul mio petto.Ormai è un'ora che la Via Lattea mi fa da sottofondo, oltre agli effetti speciali di Ivan, un'ora trascorsa a scrivere e poi fermarmi per leggere i discorsi dei

miei amici sul pc per poi ricominciare a scrivere, qui a leggere e a farmi leggere nel più o meno della vita.

Ad esempio adesso stanno cazzeggiando sul latino, qui consci ma ignari di essere stati intrappolati fra le righe di un libro, come tante piccole istantanee

dove un loro attimo viene immortalato.Se la ridono rubicondi in viso, e si dilettano negli spazi bianchi da colmare, perchè il tempo va percorso ( non importa il come, ma va percorso ), è una

legge fisica alla quale non puoi scappare, anche loro sono qui a recitare il loro ruolo e quello delle loro vite.

Vivere è una finzione, vivere non esiste, vivere è sui libri, vivere è nei film alla televisione, vivere è alle sette di mattina quando ti alzi per far la coda alla tua

misera porzione di vita, vivere lo trovi giusto quando il calendario ti fa l'occhiolino quella volta all'anno.

Sto imprigionando i miei lettori sulla mia pagina Msn, è tutta gente che si conosce dall'esperienza di altre vite e che ora si reincontra e riscopre qui, gente con la propria presunta vita e tutti i casini in testa di questo mondo,

gente che rivedo sempre volentieri.E' arrivata persino la mia cara amica Giulia, ed ora è imprigionata fra le righe del mio libro, volente o nolente la sua vita ora è sulle mie righe, una ragazza così strana, una che mi ha sempre visto come la minaccia di una macchina da

sesso senza aver tenuto mai in considerazione l'esistenza della mia anima.Ecco, la distorsione della sua realtà mi ha dipinto diverso da come sono, ma lei

non può vederlo perchè non ha orecchie per ascoltarmi, lei mi ha catalogato ed archiviato per come la sua irrealtà ha voluto.

Sembra di essere nella casa del grande fratello, tutti dentro a forza, magari qualcuno di noi arriverà all'ultima puntata e vincerà il premio della propria

notorietà.Fondamentalmente sono tutte brave persone, ma son certo che se proponessi loro un gioco avrei solo un riscontro negativo, fondamentalmente fanno parte

del gioco anche loro, ma del gioco dello stereotipo.Esistono in funzione della loro finzione, perchè nel caso in cui fossero stati

veri sarebbero stati soli, esistono e fanno parte del gioco in relazione al fatto che non esistono nella realtà oggettiva, sono funzione di se stessi, hanno

coscienza del proprio essere nella loro precarietà.Ho reso famoso il Bar Motta fra le mie righe e giuro che non ho ricevuto

compensi per la pubblicità, ma mi da un gran piacere nell'anima sapere di

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aver reso vera nella testa di una persona una immagine della mia realtà, comunque ora per chiudere questa parte di libro riepilogherò loro questo

ultimo passaggio e forse non si accorgeranno neanche di averlo vissuto o già letto se preferite.

" Tu ed io abbiamo ricordi più lunghi della strada che si perde di fronte. " è la traduzione simultanea della canzone che sto ascoltando, una delle ultime dei quattro rospetti di Liverpool, e penso che a volte certe cose possano essere

capite solo dalle persone che le hanno vissute o le stanno vivendo, penso che a volte in un concetto c'è quasi un messaggio elitario, mirato ad una categoria

precisa, sparato addosso al primo bersaglio utile.L'amore è il concetto chiave della vita, puoi razionare tutto, privarti dell'aria che respiri e dell'acqua che ti disseta, ma non puoi di certo sopravvivere in

questo mondo se non hai l'amore.Succede che le parole iniziano a gemere sugli incastri dei silenzi, che il tuo

mondo viene mostrato per la prima volta ai tuoi occhi, mostrato in un contesto dove niente e nessuno può inquinare quell'istante di eternità,

succede che milioni di colori ti scendono in fondo all'anima e per un attimo pensi a cosa è servito vivere, l'attimo che è stato la funzione del tuo esistere.

E quando quell'attimo svanisce?In funzione di cosa bisognerebbe esistere?

Forse è solo la non consapevolezza di quell'attimo per certo, forse è la sperzanza che il vero attimo debba ancora arrivare, aggrapparsi al tempo e

strisciarci sopra con le tasche colme di ottimismo.Metto sempre in discussione le mie emozioni, le circuisco negli schemi e le

viviseziono in ogni sfumatura, nulla mi passa inosservato dentro, ogni cosa è analizzata dal microscopio della mia mente e perciò posso dire per certo, cadendo pur in contraddizione ( la cosa mi garba molto ), che non si puo'

opinare sempre tutto.... a volte è vero quello che dice il cuore e la mente non c'entra.

Lo so, uno si compra un libro per leggere una bella storia o magari per distrarsi un po' dallo stress della vita e gli capita di leggere la mia qui, di uno

che non conosce e di cui sinceramente non gliene frega niente, mi legge e forse detesta avermi comprato, ma se in questo istante presti un po' di

attenzione, mio caro lettore inviperito, allora se mi stai leggendo sappi che io non lo volevo neanche scrivere questo libro, mi hanno puntato una pistola

sulla tempia e mi hanno detto: " O scrivi il libro o muori. ".Ascolti The Long and Winding Road e poi muori, ti appisoli sulle ali del tempo e ti lasci trasportare laddove le rondini non hanno stagione, laddove le palme

danzano perpetue nel vento, Ti appisoli sulle ali del tempo e non viene più sera, non viene più il tempo di avere sonno, ascolti The Long and Winding

Road e poi muori.Se l'amore fosse benpensante andrebbe in giro nudo, salterebbe di fiore in

fiore come un'ape inghiottita da un grillo, se l'amore avesse la patente andrebbe in giro sempre sbronzo, se l'amore fosse un'unità di misura

riuscirebbero ad infilarci anche i pallottolieri nelle mutande............... e se l'amore esistesse davvero?

Cosa succederebbe?Tante volte mi hanno detto: Sei un bel ragazzo....ma che bella persona che

sei !!!!, a volte mi hanno anche proposto cose oscene, ma da qui a dire: Hey figliolo che ne dici di andare oltre l'orizzonte?.

Tu chi porteresti oltre l'orizzonte con te?

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Pensi di aver vissuto abbastanza per portare in quel posto qualcuno con te?Parliamo tanto d'amore e poi viviamo per le cose, viviamo di nulla e ci diamo

l'attenuante dell'amore, il genere umano non è nato per amare, è nato per vivere l'egoismo della propria tridimensionalità fisica, amare non è per sempre

da queste parti.Mi hanno mandato sul pianeta sbagliato.

Da queste parti, alle volte, dimenticano la spazzatura davanti alla porta del vicino di casa, mangiano pietanze super caloriche e lasciano ai cani gli avanzi e gli avanzi dei cani li porgono al prossimo, una imbellettata ed una mano di

bianco e anche un rifiuto può apparire come la cosa più bella del mondo.Stasera ho parlato coi miei amici di un argomento a me caro, la differenza che intercorre fra chi fa uso di parole e chi per un motivo naturale ne fa a meno, la

differenza che intercorre fra le persone e gli animali ad esempio, una differenza così inapprendibile ma allo stesso tempo così sottile e legata al

semplice concetto dell’uso della parola.In un mondo perfetto la parola sarebbe superflua, adoro il mondo animale per

questo, per i suoi meccanismi fatti di sguardi, di istinti cosi naturali, ma riconosco a me stesso di essere fottutamente umano e di trovare in me stesso un limite invalicabile, la necessità spasmodica di mischiare la mia essenza a

quella dei miei simili, la mia impotenza nel non poter prescindere la mia necessità dai miei desideri.

Il mondo si riempie la bocca delle parole del vento, navigatore incallito per costume, il mondo si plasma di poesia sulle labbra del cuore, ti manipola ed imprigiona nel suo misero schema chiamato Sopravvivenza, il mondo ti fa

girare mentre rimane immobile a guardare quella tua espressione incupita.La cosa triste è dover sopravvivere a se stessi, aver la necessità di teatrare il tempo in funzione di tutelare la mancanza di un contesto, fedeli ai vestiti alla

moda di un’apparenza fatta di sfumature invisibili, la cosa triste è dover arrampicarsi agli specchi e non potersi guardare, non poter vedere se stessi in

una posizione decisamente precaria.Torniamo per l’ennesima volta al racconto della mia vacanza estiva, alla

settimana vissuta in posti cosi lontani dalla mia realtà di tutti i giorni, uno scorcio di tempo che ha segnato il mio presente in maniera ineluttabile.

Piacenza ( 8 Agosto 2004 01:07 )Perchè secondo voi certa gente si fa tatuare una ragnatela sul gomito sinistro?

Per fortuna essere adolescenti è un dramma che non dura molto, giusto il tempo di scoprire che tutto quello in cui confidi e riponi fiducia non esiste, e

non esiste a tal punto che ti capita di arrivare a pensare all’altra estremità del mondo.

Tutto ti incalza, le direzioni che non collimano con lo stereotipo del mondo che ti circonda ti rimpiccioliscono in un misero angolino di alienazione e allora ti succede di invecchiare precocemente e di vedere la gente tingersi i capelli di un rosso indecente, ti accade che pensi che la vita sia assecondare gli schemi ed i meccanismi di una società che rasenta sterilità incolmabili, e che magari svegliandoti ti ritrovi avvolto da una infantile genuinità come al tuo punto di

partenza con la consapevolezza di un istante che preclude un orizonte lontano, perchè in quel momento realizzi che il tempo si è assottigliato e che nulla puo’

colmare quel vuoto che ti ha accompaganto per tutta la vita.Mi hanno dato del mutante, mi hanno attribuito personalità multiple, han cercato di crocifiggermi risparmiando persino sui chiodi e qualcuno si è

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addirittura preso il lusso di definirmi ipocrita ( come se l’ipocrisia fosse solo peculiarità di alcuni prescelti ).

Non mi sto di certo accomodando sulle righe per sentenziare l’universo escludendomi dalla massa come se fossi sollevato dal palmo di una mano

divina, ma non voglio neanche privarmi del gusto della mia Verità nel cuore e agglomerarmi ad una poltiglia della quale non mi sento parte integrante,

adoro saltellare e preferisco farlo ostentando i miei mille difetti ( Lo so, vi sto adulando ) perchè in definitiva è la falla la vera incarnazione della perfezione.Un contentino per il mio amico Ivan: affacciandomi nei pressi della stazione di Fidenza ( con il treno in piena corsa ) non ho potuto far a meno di notare una

bellissima chiesa illuminata a giorno e nella speranza che un giorno saprò riconoscere stili ed epoche, lascio questo mero appunto per ricordare a me

stesso che chi non dimentica di ricordare, prima o dopo, ritorna sui passi dei propri ricordi per dimenticare un presente troppo sgradevole.

Bologna ( 8 Agosto 2004 02:28 )Il piccolo storpio si aggrega alla comitiva dei fumatori, la sua andatura è

insicura ed i suoi occhi madidi come quelli di un gattino da svezzare.Bisbiglia parole o forse è il rumore del treno a dipingere sulle sue labbra una

timidezza apparente, farfuglia qualcosa sull’indisciplinatezza degli automobilisti di Torino, ma lo fa sempre con questo sorriso ininterpretabile sul

volto.Torna in Puglia dopo tanti anni, più precisamente in un posto indefinito nei

pressi di Taranto ( provincia dove abita la mia nonna materna ), e a detta sua questa volta ci torna per rimanerci definitivamente.

Agogna la pelle carezzevole del mare, anche se sa che questo non potrà accadere, è in dialisi ed aspetta dei reni nuovi, ha fatto domanda in carta

semplice perchè pensionato.Civitanova ( 8 Agosto 2004 05:10 )

A proposito di storpi, ho attinto alle bacheche delle ferrovie dello stato ( Ops Trenitalia ) e ho scoperto che a dieci minuti da questo posto c’è Recanati, non

so come mai questo nome mi sia famigliare, so che dovrebbe ricordarmi qualcosa ma non riesco proprio ad immaginare cosa.

Provi a distenderti sulle lenzuola delle tue riflessioni cerebrali ed emotive ma, per sorte avversa, ti ritrovi in un crocchio di extracomunitari albanesi, intercalano pesantemente ma quel che più mi colpisce di certa gente è

l’abbinamento degli indumenti usati ed è allora che ti rendi conto che a volte le apparenze contano, realizzi che la tua spiritualità ha un’anima, ma che

un’anima vestita da clown non può essere presa troppo sul serio.Da queste parti albeggia, qualche simpatico volatile canticchia la melodia di

“Mother Nature’s Son” e, lasciando scivolare i miei occhi fuori dalla stazione, duecento metri a ore dodici, si affaccia un lembo di mare lungo tutto il mio

sguardo insonnolito.Entro al Bar ternana ( sito in Via Duca degli Abruzzi ) a prendere un caffè.Ottimo il sapore che ha messo radici nella mia bocca, una carezza al palato

che mi percorre in tutta l’interezza sussurrandomi parole gentili.Ovunque si vada si sente parlare di calcio ( La peste del nostro secolo ), neanche il tempo di far sbadigliare il sole e già incalza questa frenesia di

futilità, la radio passa un pezzo della Morisette tra uno spot e l’altro, dicono che la pubblicità sia l’anima del commercio ma troppo ostentata sulle

frequenze di una emittente radiofonica diviene inesorabilmente la tomba di

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quella che dovrebbe essere la fonte sorgiva dell’arte per i timpani ( Per dovere e diritto di cronaca la Emittente in questione è RDS ).

E’ passata qualche ora e ho girovagato per le vie di un mercatino appena impostato, ad una bancarella c’era una svendita totale e ho fatto l’affare della mia vita, ho comprato l’anima del Diavolo con una manciata di Euro, ed ora la

vivisezionerò per comprenderne le irriverenti trame.Certi posti sono cosi noiosi da farti venire la voglia di impiccarti davanti alla

chiesa sulla piazza principale, vie dissestate che vogliono attribuirsi una presunta bellezza storica a tutti i costi, così come certi ruderi adornati da

piccioni paffuti, longevità dimenticate persino da Dio ed abbandonate al moto incessante del tempo, sovvenzionate dalla bontà ingenua del fedele di turno.

Ciò che arricchisce di fascino i centri storici è la immancabile presenza di automobili contrassegnate a norma di legge, perchè sei hai una buona cultura

aristocratica allora ti forniscono un telecomando universale per aprire ogni porta ( altro che San Pietro, è la tecnologia che incalza la vera religione di

oggi ).Tolentino ( 8 Agosto 2004 12:27 ).

Dal terrazzo di una finestra ammonticchio pensieri quadrimensionali ed è il tempo l’unico feroce simulatore di vita, tempo che ci lascia chini sulle

ginocchia in compagnia di un barattolo di ceci stagionati.L’architettura di un meccanismo spirituale non ha geometrie nè matematiche,

tutto si riassume nell’ipotetica comprensione di chi si ostina a pensare che ogni singolo atteggiamento debba essere supportato dalla misera alchimia

della parola.Ho messo l’anima ad asciugare su di un’amaca, lì senza scarpe ai piedi nè

redini ai bordi della bocca, l’ho guardata prendere copiose porzioni di sole in uno sfondo fatto di colline ed un contorno di bandiere bianche sventolanti,

stracci di stoffa in balia di un vento il cui nome è Ipocrisia.Gli spazi ampi mi rigenerano e in questo preciso caso mi refrigerano, i

polmoni si rendono carezzevoli alla vista di una ironia fatta a disegno sulle pagine di un catalogo, gli occhi si distendono stanchi ed è una mezz’ora di

sonno a far breccia nella mia umana stanchezza.Le parole son la forma più superficiale di comunicazione, tanti piccoli segni e

simboli atti ad imbalsamare le emozioni, vani tentativi di sottolineature di preziosi istanti ubicati nel cuore.

Non è lucida la mia movenza nello spazio ed improvviso mi ritrovo a Civitanova senza ricordare neanche il posto dal quale provengo.

Civitanova ( 8 Agosto 2004 18:26 ).Da questo istante in poi il viaggio diventa un indecifrabile percorso che si

divide fra sogno e realtà, salito su quel treno per Napoli mi addormento e mi sveglio in posti strani, mi riaddormento e vedo altri posti, mi risveglio e sono

da tutt’altra parte.Proverò a raccontare tutto come lo ricordo, supportandomi dei pochi appunti che fanno parte dei pochi istanti di lucidità che vanno dal tardo pomeriggio

dell’ 8 Agosto all’alba del 11 Agosto.Salito sul treno, mi ritrovo davanti ad una ipertesa creatura di dio, una rubiconda figura che naufraga sui tasti del proprio telefonino nero nello

smanioso tentativo di ingannare il tempo, a volte viaggiare soli è come non andare in nessun posto, un po’ come la vita.

Mi guardo un po’ intorno, osservo, viviseziono e a tratti tento l’inarrivabile emozione di calarmi nei panni delle vite altrui, provo ad attingere ad ogni

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sfumatura degli sguardi silenti, cerco una sana boccata d’aria negli occhi del mondo che mi circonda, mi estraneo così tanto da sentire scivolare in me ogni

genere di sensazione, sensazioni che mi fanno sentire parte di tutto e allo stesso tempo parte del nulla.

Il sonno continua a tentarmi, mi giro e rigiro su questo scomodo sedile torturando le mie ossa già satolle di stanchezza, la mia dirimpettaia tesse i

propri sguardi lungo la trasparenza del finestrino, i suoi occhi son trame che si intrecciano con i colori del paesaggio che muta di tempo in tempo ed è il

mare in un balzo il nuovo disegno dell’imbrunire, lo scroscio della pioggia che sorprende la gente in questa afosa giornata di Agosto.

L’alfiere scalza la regina e fa di una coppia di pedoni la propria cena, ritaglia per sè le carezze del vento e le porta a pascolare nel cielo fra le nuvole che

tediate tergiversano.Ricordo di esser stato bambino pur io e di aver desiderato con tutto il cuore di

correre via con le gambe dentro ad un sacco, ma dove abitavo non c’erano piazze e cosi mi accontentai di una penna usata ed un foglio di carta riciclato.La notte ruba posto alla luce del giorno ed il missile esausto cerca un po’ di pace sui binari, deambula di stazione in stazione, stazioni gremite di folle

imbalsamate attendiste di uno spiovere che sembra non voler giungere, io mi affaccio con il mio quaderno e continuo a percorrere pigramente le mie righe

a quadretti.Ho fatto un sogno, ero su una piazza all’uscita di una stazione, alcune figure si

erano inventate le bottiglie di plastica per scivolare nella ludica ed ironica interpretazione dello sport degli stupidi, uno spettacolo davvero toccante,

comprendere fra le atmosfere oniriche che ogni cosa può essere magia se la compagnia è quella giusta e che i tuoi occhi possono fare viaggi lontani anche

nella consuetudine di istanti simili fra loro.Ho preso qualcosa dalla mia sacca e la ho ingurgitata senza troppe pretese, il mio palato asseconda l’entusiasmo dei miei occhi sempre protesi alla ricerca di un nuovo input, le fate ignoranti si bendano con lenzuola su comodi letti profumati, fan poltiglia dei cuscini e si accaniscono contro una disumana zanzara di plastilina, farneticano in un dormiveglia precario sottolineando

l’ansia di un sogno leggero che trema.In tutti i paesi del sud riesci tranquillamente a distinguere le turiste dalle residenti, queste ultime ostentano pallori teoricamente inspiegabili, nivee

espressioni frutto di segregazioni medioevali.In questi posti le tabaccherie non vendono cartine per sigarette nè cartine

geografiche, qui si conoscono davvero tutti ma se interpellati nessuno sa mai niente, trattasi di semplice cultura omertosa del ricamo.

Con il casco ci puoi fare l’abbeveratoio per i cani, amici a quattro zampe che senza giunzagli scorazzano sulle strisce pedonali del centro, ad anni luce dal

malsano lezzo dei presunti padroni.Si respira tutta l’atmosfera serena intorno, gli occhi si lasciano contaminare da piacevoli e vibranti sensazioni, la gente viene a vivere fuori dal contesto casa, si spalma con sedie e tavolini sui marciapiedi, i volti appaiono distesi,

qualche clacson persevera turbando la quiete ma non è mai un peso se hai un paio di tappi per le orecchie.

Mi trovo in un piccolo paese senza nome, un posto che in definitiva non è poi cosi male se hai quattro mura dove mettere su famiglia ed allevare bipedi da aia, davvero niente male se hai qualcuno affianco con cui condividere la tua

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piccola porzione di felicità, niente male se hai il sole nel cuore perchè quando il vento ti è in ogni dove allora puoi star pur certo che il tuo destino è volare.

Non ho idea precisa di come sia giunto qui, è l’alba dell’11 Agosto e mi sveglio a Villa San Giovanni, i miei occhi sono ancora assonnati ed increduli, prendo le mie cose e mi precipito fuori dal treno, davanti a me si apre la spettacolare vista dello stretto di Messina e nei miei occhi esplode ogni genere di ricordo.La nave sta per salpare, inizio a correre e faccio in tempo a prenderla, salgo su per le scalette laterali fino ad arrivare sulla pedana del ponte, la brezza inizia ad agitarsi fra i miei capelli mentre mi siedo ad osservare la sponda

opposta che, attimo dopo attimo, è sempre più vicina.In questo posto ho incontrato mia nonna dopo tanti anni e tutto quello che ho

sentito e ho visto ha preso la forma delle parole che leggerete dopo quest'ennesimo punto e a capo.

Un turista senza macchina fotografica stona con il contesto, certi paesaggi si lasciano trapassare dalla memoria ed i fantasmi fanno un inchino alla propria

metafisicità, non lasciando il lusso di una prigione ad una pellicola impressionabile.

Le carezze delle labbra, stupidamente definiti baci, han sempre righe dispari, ubicazioni prescritte da destini laureati in medicina, citofoniere attendiste di

polpastrelli ignari del proprio tempo.I divieti d’accesso si zebrano in tutta la propria interezza di metallo ed è arso il ciglio della strada, sabbie di ortiche contaminate dai sacchetti di plastica,

dettagli delle artificiose vite degli uomini, odori irrespirabili che, senza dimensione apprendibile, si genuflettono al cospetto delle rime spoglie.Qui distribuiscono il pane ed il pesce gratuitamente, ma non per questo

motivo i mutanti travestiti da uomini urlano al miracolo, la vera magia della vita non indossa abiti opachi ma si dondola fra le trasparenze di onde fatte di

sale annacquato.Tenti di comunicare il tuo io al prossimo, provi in qualche modo a coinvolgere il cielo nelle stanze della tua immensità ma è l’incomunicabilità la vera chiave di lettura dei rapporti, legami che si fan forza della propria precarietà, nei e tumefazioni di un lessico spirituale satollo di impercettibili sfumature che

naufragono in scie prive di un punto di origine.Le mani stentano nell’ostentare abbracci, l’asfalto si arroventa sotto le piante

dei piedi e neppure la nudità di una emozione ridimensiona gli schiaffi del sole.

La mediocrità è l’essenza del turista che viene da Scarpino, per quello di Milano l’organizzazione è un tassello fondamentale, a tal punto che son

preventivate persino le singole emozioni, vacanze che si perpetuano ciclicamente fino ad esaurimento scorta.

Le donne telano il proprio corpo di rosso, nascondono gli occhi dietro dispettosi occhiali da sole, si ondeggiano sui fianchi come torrenti nei propri

letti ed ancheggiano sinuose nell’etere.I discorsi inutili la fan da padrone, parole che si perdono sui bordi circolari

della vasiere abbronzate, carezze di vento che divengono danzatrici del ventre, sospiri sui corpi delle palme del viale, passi che non smettono mai di

essere cadenza di un tempo sottile che, sterile, si abbandona all’incedere elegante dei granelli di sabbia nella clessidra.

Qui finisce il mio viaggio estivo, finisce l’ultimo sogno della mia vita, vita che pian piano sfumerà via sulle righe che seguiranno.

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Mi giro per guardar alle mie spalle, si intravede il gatto sul tavolo in questa fitta coltre di fumo che aleggia come nuvola in questo metro e novanta di

cucina, il tavolo è il piano di appoggio di un puzzle di tutti i dettagli di questo mio tempo, il nuovo rolla-sigarette della rizla, rosso con la struttura di plastica color acqua marina, il mio nokia 3410 abbandonato da mesi che mi fa solo da sveglia,il mio tabacco, i miei filtrini, i croccantini dei gatti, un paio di occhiali

da sole e così ancora al di là di ogni immaginazione.Sul mio tavolo puoi mangiare in una scarsa metà, l'altra copiosa si

ammonticchia di tutto quello che è la mia vita, ci trovi le mie emozioni, i miei biglietti, le ultime cose usate, le cose di tutti i giorni del mio tempo di essere

umano.La musica non abbandona mai questi posti, ad ogni ora puoi sentire la vita

strombazzare sulle trombe dei corvi ed invadere ogni istante della magia del mio tempo, tutto intorno è uno spaccato di colori, immagini, forme curiose e

sensazioni intime, in ogni centimetro di quello che mi circonda la vita germoglia senza limite di luce.

Dall'altra parte ogni tanto qualcuno mi legge, giusto per dare un tono alla propria noia e trasformarla nella fittizia cultura del lettore, qui come sempre a

cercare una risposta a quella domanda irrisposta che echeggia in ogni vibrazione delle proprie pulsazioni, siamo i soci di minoranza della nostra vita, lì arrotolati ed avvinghiati alla precaria illusione di appartenerci in ogni dove, scusate ho appena mandato un messaggio con scritto : "Sempre", ed insani ci

esibiamo sulla fragilità di un piedistallo di vetro.I miei due lettori di stasera si saranno già addormentati ( Ivan e Michela ), o

magari sono ad addormentare qualcuno su un'altra pagina, i miei amici usano guanti di velluto per regalarmi il tuffo nella magia, si fanno incantare dai miei occhi per venire a giocare nella mia testa, adoro mostrar loro le cose belle che

Dio, o chi per lui, mi ha donato in fondo all'anima.Stavo pensando che puoi vivere ogni genere di tracollo ed arrivare a toccare il

fondo di te stesso, arrivare ai livelli più imi della coscienza umana, puoi toccarli e sentirne le mani su tutta la tua pelle, puoi sfiorare l'ultimo granello

della clessidra ma, se dall'altra parte c'è un solo amico, allora sei salvo; se qualcuno si ferma ad ascoltarti con il cuore allora per te c'è ancora un raggio

di sole per cui vivere.Non voglio arrivare ad aver risposte per nessuno, non voglio fare il profeta dei

poveri o il folle delle linee cittadine, non voglio regalare un sogno chiamato illusione al prossimo ma ci tengo a dire che, se cerchi una coordinata perfetta

anche al di fuori del contesto amore, allora hai la scia di una magia da seguire.

Ho spalmato la via lattea sul tuo corpo e l'universo nei tuoi occhi, qui a riciclare vecchie frasi che si sono immobilizzate nel tempo, qui con miliardi di parole imprigionate nella strettoia della mente, qui con una consapevolezza maggiore ed una gestazione precaria, diga di me stesso e di tutta l'energia

incatenata dentro.Il tempo si dilata sulle strofe silenti dei miei limiti, mi diverte stare lì a

guardare la battaglia da fuori conoscendone i minimi dettagli della fisicità dello scontro, respiro ogni singolo fruscio del vento che porta voci lontano,

laddove nessuno sa cos'è sentire, in quel posto dove il tempo indossa pur lui un orologio, quel luogo così lontano da non poterne comprendere l'esistenza.

Oggi ho incontrato un mio vecchio amico, non lo vedevo dai tempi della scuola, a volte le emozioni sono inaspettate come le sorprese ed a volte sono

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già preventivate ed organizzate nei minimi dettagli, a volte la vita sa stupirti con effetti speciali senza prezzo.

E' stato bello guardare nei suoi occhi, tutto è cambiato in lui ma i suoi occhi sono meravigliosamente sempre uguali, l'ho riconosciuto dallo sguardo, se non

fosse inciampato nei miei non lo avrei mai riconosciuto.Mi ha parlato di alcune cose, alcune davvero interessanti, mi ha raccontato

della sua vita e di come al giorno d'oggi veda il suo tempo ed il mondo che lo circonda, ci siamo seduti ed ho iniziato ad ascoltarlo.

Cercherò di riportare in parole il suo sfogo seguendo l'ordine dei concetti da lui espressi, ometterò le mie flebili repliche per dare una continuità al suo discorso e forse alla fine mi concederò il lusso di dire la mia a proposito.

Sai, io penso che la gente viva in funzione di arrivare ad uno stato di serenità o felicità in cui fermarsi un po' a respirare la propria vita, ma c'è gente che vedi già dai tempi della scuola lì ad inseguire sempre qualcosa, a darsi un

obiettivo costante per andare avanti, gente che sa che non è l'obiettivo la vera fonte della propria felicità ma la frenetica ricerca dell'obiettivo stesso la unica

e sola felicità.L'obiettivo è una scusa, la realtà è la mancanza di una vita vera e propria che spinge alcuni al paradosso della vita nella ricerca stessa di una vita che non

c'è.Mi incalza nel suo monologo.

Sai, a volte arrivo a definizioni davvero grandi dentro me stesso, talmente grandi che già impressionano me che le penso e mi immagino quanto

turberebbero gli interlocutori, penso che fondalmentalmente la gente abbia una fottuta paura di morire, del resto è proprio bello vivere.

Diciamocelo in faccia, chi vuole morire?E' davvero innata l'attrattiva della vita, però resta di fondo che siamo esseri

umani ed abbiamo impressi i nostri limiti nella mente e sappiamo che dobbiamo morire, una fine che non programmi su di un letto di un ospizio alla

soglia dei tuoi 80 anni, una fine che può arrivare da qualsiasi parte in qualsiasi momento.

Ecco funziona così, questa fottuta paura di dimenticare la morte ci rende vittime dei nostri deliri, ognuno crea una propria distrazione che lo allontani dalla morale della vita, e dunque c'è chi lo fa attraverso manie di arrivismo, chi si isola a scrivere su un libro, chi magari fa del volontariato o del bene in

giro per il mondo nei campi profughi.In quest'ultimo caso conosco persone del genere che mi capita di incontrare di

rado, persone dalla fisicità intensa, persone che sono sempre in giro senza mai fermarsi, persone che però hanno gli occhi spenti dai mali del mondo,

spenti da tutto il dolore che hanno visto in giro, persone che si prostituiscono ad una causa per la mancanza di una alternativa valida.

Se tu avessi una alternativa valida non andresti in nessun posto, fondamentalmente ci vai perchè non hai una vita e penso che ci vadano in

pochi per una vera passione viscerale, che sia solo un ripiego per il fallimento del proprio tempo, io non voglio dire che fare del bene sia sbagliato, dico solo

che far del bene nel proprio piccolo può rendere sicuramente il mondo migliore, ma dedicare la propria vita al bene vuol dire non avere una vita

propria da vivere, aggrapparsi al dolore degli altri per stare meglio o meno male se preferisci.

Ben venga la brava gente che fa opera di beneficenza nel mondo, ma sinceramente io non vorrei essere al loro posto e non in quanto al sacrificio

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che fanno, solo in funzione della consapevolezza della mancanza di una coordinata propria.

Mi piacerebbe essere come Madre Teresa di Calcutta, era un personaggio famoso e aveva un potere mentre la telecamera la riprendeva, poteva dire al mondo qualsiasi cosa e sarebbe stata vista ed ascoltata in ogni angolo della terra, mi piacerebbe essere davanti al mondo e poter dire la mia, poter dire

alla gente che l'amore esiste.Non ci guadagnerei nulla, forse ci perderei la faccia per molti delusi, ma a me

piacerebbe organizzare anche qualcosa a livello nazionale, un'Italia tappezzata di fogliettini con messaggi anonimi che parlino d'amore, finirei in ogni parte del mondo con il mio messaggio per il clamore dello stesso nella

sua primitiva forma di esternazione.Ecco, se fosse così forse sarei arrivato molto vicino al potere di Madre Teresa,

ma non ci sarei arrivato con la mia faccia, ci sarei arrivato con il mio messaggio.

Guarda un po' se un telegiornale ti parla un solo minuto dell'amore, ci trovi proprio di tutto dentro, ci trovi la guerra, la politica, le disgrazie della gente

comune, le calamita' sociali, la droga, l'alcol, la prostituzione, ci trovi i pettegolezzi, i dossier sulle diete e sulle cure da seguire per essere belli, ci

trovi il calcio, la formula uno, ci trovi ogni genere di spettacolarizzazione del brutto e del nulla, così tanto amplificato da renderci ciechi.

Se il prossimo anno vuoi essere alla moda devi pesare tra i 60 e 70 chilogrammi ed andare al mare con una natica al vento.

Cosa me ne frega di sapere che della gente che pago si tira gli aeroplanini quando il governo si unisce per le questioni importanti?

Pensi che mi faccia piacere vedere dove vanno a finire i soldi che mi rubano?Scusa la mia onestà, ma preferisco vivere senza sapere certe cose, sono

cancerogene e tanto succederebbero lo stesso, meglio dedicarsi alle emozioni vere, quelle che mi riguardano davvero.

Bene o male abbiamo visto tutti un po’ di televisione nella vita e penso che se un potere così grande fosse indottrinato in una direzione migliore, forse allora

sarebbe un piacere guardarla qualche ora al giorno ed il mondo sarebbe sicuramente un posto migliore.

Comunque, mi sono sposato, mi sono separato e qualche tempo fa ho lasciato il lavoro, ora vivo cercando di realizzare un mio piccolo sogno nel tempo che

mi è stato concesso e se presto non giungerò ad esso mi rassegnerò e mi rimboccherò le maniche, tornerò a lavorare per tutelare questa sorta di mia

indipendenza.Sai col licenziamento ho davvero chiuso un ciclo, era l'ultimo tassello che mi

teneva ancorato ad un passato che non esiste più da molti anni, un legame che mi tratteneva dallo slancio del mio nuovo tempo, una cosa che doveva

accadere comunque, a prescindere dai miei sogni.Una delle cose che mi ha lasciato l'amaro in bocca in tutta questa situazione è

stato l'atteggiamento del mio principale, sembrava quasi che il peso se lo dovesse togliere lui, non ha mosso un dito nè detto una parola per trattenermi,

si è solo dimostrato vero per la prima volta nei miei confronti.Gli invidio quei pochi giorni, legati al mio licenziamento, di coraggio e di

onestà, ma non gli perdono i quasi dieci anni di finzione passati dietro ad una mediocre maschera di ipocrisia.

Quattri anni fa mi sono sposato, è durata davvero come una stagione abbondante, nel giro di sei mesi son finiti nel cesso quasi 11 anni di vita

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trascorsa insieme alla mia ex, mi ha dato il ben servito e me la sono ritrovata per quattro mesi per casa, faceva i cazzi che voleva senza rispetto, non poteva

andare altrove ed io, spinto dai miei sentimenti, non le ho saputo dir di no.Sai a quel tempo ho preso un pc, lei odiava la teconologia, avevo bisogno di parlare con qualcuno e l'ho fatto con degli estranei, mi ero precluso la mia realtà avendo investito tutto su di lei e sulle nostre presunte progettualità.Ho tagliato via gli amici, amici che dopo qualche mese hanno saputo e son venuti a cercarmi dimostrandomi un amore che forse non meritavo, ne ho

conosciuti dei nuovi attraverso un mondo di cui ignoravo la presenza, ed ho capito una cosa fondamentale: se non fossero successe certe cose nella mia vita, oggi non avrei la fortuna ed il piacere di conoscere e frequentare tutta

questa bella gente.La mia ex ha preso la mia vita e se l'è giocata ai dadi, sapeva che sarebbe

finita ma ha voluto rischiare lo stesso, ma non lo ha fatto solo sua pelle: mi ha usato come cavia per le sue sperimentazioni emotive, poteva evitarsi il

matrimonio, mi ha marchiato di una sconfitta che avrei volentieri evitato, quello che contava era la lealtà, poteva lasciarmi prima di sposarmi, lo avrei apprezzato di più, mi avrebbe sicuramente lasciato un ricordo migliore di lei.Prima di andarsene mi ha detto: resteremo amici perchè noi eravamo anche

amici.Negli utlimi quattro anni l'ho vista una decina di volte, la metà delle volte per

burocrazia, l'altra metà per caso o necessità tecniche.Ha preso le sue belle parole e ci ha riempito la sua bocca, voleva andar via uscendo a testa alta ma, visto e considerato che se n'è fottuta altamente di

quello che aveva detto, il tempo ha solo sottolineato come può essere brutta una persona nel posto sbagliato.

Io rispetto l'amore prima di ogni cosa, giustifico il fatto che due persone che si sposano e dopo un po' di anni si scoprono nel posto sbagliato possano anche

lasciarsi, ma non penso che sia leale sposare una persona con la consapevolezza che la lascerai da un momento all'altro; lei ha fatto questo

perchè comunque fosse andata aveva le spalle coperte in un senso o nell'altro ed i fatti lo dimostrano, ora sta bene dov'è ed io sto ancora meglio.

Sai quando due persone si lasciano, secondo me, c'è sempre una delle due persone che va a stare meglio ed una che va stare peggio, in questo specifico

caso lei è andata a star peggio.In questa situazione ho scoperto molte cose che non conoscevo di me stesso,

questa rottura ha dato origine ad una profonda consapevolezza delle mie esigenze più recondite, oggi so che il concetto di coppia può funzionare, ma perchè questo accada si deve trovare una persona che sia quella giusta e non solo una che assomigli a qualcosa che si avvicini alla nostra proiezione negli

occhi di un altro essere umano.Oggi ci sono cose nuove nella mia vita, c'è tutto il mio mondo e tutta la verità

che ho dentro, e anche se vivo nel mio lussuoso appartamento in centro da solo, so che essere felici non è avere una persona qualsiasi al mio fianco, ma

averne una speciale fino in fondo o piuttosto vivere soli ma vivere veri.E' notte da queste parti, il silenzio si inchina alle note fluttuanti del motivo

estrapolato da un pianoforte, Un silenzio che tace come forma di rispetto alla carezzevole bellezza della vita che si adagia coi suoi deliziosi rumori sugli

spartiti del tempo.Resterò a scrivere aspettando l'ora del mio treno, proverò in qualche modo a descrivere una attesa per colmare di essenza questo incessante movimento

Page 47: Il figlio dell'orizzonte

dei granelli di sabbia nella clessidra, tenterò in qualche modo di sorprendere il mio sonno con l'altalenante flusso di coscienza che è il tempo vissuto.Morfeo questa notte è a badare a tutte quelle anime gentili che si sono

affidate alle sue forti braccia fatte a forma di cuscino, ha fatto molti straordinari ultimamente e non se la sentiva di dover badare anche ai sogni

grandi dei miei occhi chiusi.Sarà l'eclisse lunare la scompensazione del mio sonno, questa mia estenuante ricerca di magia in ogni sfumatura del tempo, in questo primordio di mattino del 28 ottobre dell'anno 2004 voglio parlare con chi mi leggerà domani e con

chi lo farà magari fra cent'anni.Dalle nostre parti non si sta poi cosi male, ci sono un po' di casini per il

mondo, un po' troppa confusione in queste nostre piccole menti stanche ma posso prendermi il lusso di dire che, in linea di massima, stiamo in un bel

posto.Alle 3 del mattino la maggior parte della gente ha concesso le chiavi della propria vita in custodia al già citato Morfeo, ed io mi immagino i volti delle

tante persone che conosco, me li immagino stropicciati fra lenzuola e cuscino, qualcuno teso, qualcuno con un largo sorriso, mi rendo conto di come è bello poter restare qui a quest'ora a vivere e pensare, quando davvero tutto tace e

ogni cosa ti appartiene davvero.Penso a tutte quelle persone che vivono nel caos della vita, così stanche,

avvilite e non trovano un momento da dedicare a loro stessi, incalzati dagli occhi rossi e dagli sbadigli titanici si tuffano fra le comode braccia di un rifugio che ti preclude il pensiero, un coma che dura una notte intera.

Ho ricordi bellissimi legati ad alcune notti della mia vita, ricordi che si sono scavati un posto tutto loro nei miei precordi, ricordi di una felicità senza

pareti e di una consapevolezza maggiore in questi ritagli del giorno che gli altri definiscon notti.

Il pianoforte continua ad intarsiar di luce ogni singola sfumatura dell'epidermide della mia anima, la sigaretta fumante pende dalle mie labbra regalando alla mia vista un piacevole effetto foschia, lo schermo davanti a me è la cornice ideale delle mie parole ed ogni singola lettera nasce nel momento in cui il mio dito tocca il tasto, il mio dito trasporta l'energia della vita da un

corpo all'altro.La trasporta dalle mie dita ai vostri occhi, ed ogni mia sensazione diviene

vostra, vostra nella vostra interpretazione e nel vostro modo di attingere alla vita, io sto per scrivere blu ma ognuno di voi potrebbe collegare a questa

parola l'immagine di un colore diverso.La magia è puntiforme, è il convoglio ideale di tutta l'energia dell'universo, un punto in cui si perde l'infinito, puoi portare amore in ogni posto se la magia è fiorita sugli alberi del tuo cuore, puoi essere arcobaleno nelle scure notti della

luna.Certo che far poesia è sempre più complicato, scrivono davvero tutti oramai e,

a furia di far girare le parole, non ti resta poi così molto da dire di nuovo; allora ti devi inventare una magia più grande delle parole, ti fermi un attimo, fai partire la traccia mp3 sul tuo pc e di colpo un pianoforte irrompe fra il tuo

cluadicante andirivieni sulla tastiera, irrompe e ti ruba le parole di bocca.Ecco, nella vita ci sono dei momenti in cui son le immagini ed i suoni a sostituirsi alle parole, attimi che ti porgono la possibilità di vedere una

emozione da una coordinata esterna, momenti in cui realizzi tutta l'intensità della luce che geme nella tua essenza.

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Nelle ultime 30 ore ho girato qua e là per l'Italia, ho visto posti davvero incantevoli nonostante il moto arruggito della pioggia, ho camminato le

pozzanghere delle strade e ne ho fotograta una a forma di cuore nella metà spaccata della notte.

Una spolverata di silenzio alle parole e la notte scivola sulle chiazze d'olio della vita, il mio passo è sospinto dalla danza delle nuvole nel cielo, cammino e mi sento parte dell'universo che è limitrofo alla mia fisicità, cammino oltre la

gravità dei miei pensieri e mi sento emozione pura.Non c'è nulla di più pericoloso che perdersi negli occhi della notte, rimanerci

troppo dentro con lo sguardo del cuore, nulla di più audace di lasciarsi spettinare l'epidermide dal soffio stellato degli occhi della notte.

Mi sono fermato sotto ad un albero ad ascoltare il rumore della pioggia, ne ho sentito tutto il suo profumo nel rimbalzo delle gocce sull'asfalto, la ho

ascoltata fendere l'aria con tutta la sua irriverenza, ne ho carpito tutto il sapore attraverso la consapevolezza dei miei occhi ed ho pianto in un sorriso

di felicità.Quando percorri il lungoviale a certe ore della notte, ti fanno compagnia i

lampioni della strada che, come tanti piccoli sassi luminosi, sembrano volerti condurre fra le trame dell'oscurità, gli ultimi automobilisti sopravvissutti al

giorno sfrecciano sulle strade ed irrompono, nella loro fuga dal tempo, con un rumore assordante.

Giulietta si è ritagliata, nel buio, la sagoma sul balcone dell'arcobaleno, ha fermato il vento con il movimento dei suoi riccioli che, come rampicanti, han condotto i miei occhi fino al precipizio dei suoi, Giulietta ha sospirato le note della sua anima sugli spartiti dei miei timpani ed ho respirato il fremito delle mie vertigini, ho varcato gli orizzonti dell'infinito, ho carezzato i margini di

una emozione grande come tutti i soli dell'universo.Niente di più bello ti può capitare se non vivere, vivere sulle ali di un'alba che

ogni giorno ti esplode dentro con l'irruenza di un vulcano che fa zampillare fino al cielo ogni goccia di vita che ti geme dentro, niente di più profumato

dei petali che fanno da cornice alle fontane rigogliose dei tuoi occhi.Senti i tuoi passi camminarti dentro e venire a galla sulla superficie della tua

pelle, senti ogni singola vibrazione dell'aria che si sposta per far strada al movimento del piede, i tuoi passi si ammonticchiano sulle increspature sobrie

del tempo e divengono melodia fluttuante che concima i giardini della vita.Ti rendi conto che guardare negli occhi di una notte così bella può darti una pazzìa senza ritorno, affondare negli abissi di un silenzio cosi immenso può lasciarti sordo e appeso alla carezza di un paio di labbra che si agitano nello

spazio.Me ne sto seduto sulla mia poltrona di foglie sulle sponde minute di un

ruscello, ascolto l'abbraccio dell'acqua su tutta la interezza dei miei timpani e mi sciolgo in ogni nota divenendo parte integrante di quello scorrere, divento

acqua che scivola via nei sorrisi del tempo.Il primo sole di questo giorno si mette in posa pigramente ad est sulle ali

dell'orizzonte, prende tempo ma, privo di stampelle, sostiene tutto il proprio peso per lanciarsi verso la cima del cielo, il sole non soffre di vertigini, il sole

si impomata la pelle per venire a guardare nei tuoi occhi ustionanti.Silente mi addomestico sulla sagoma della tua anima e come un raggio di sole audace avvolgo la tua fisicità sfiorando ogni millimetro del respiro della tua

pelle, il tramonto è il destino di ogni cosa, la fisica non è opinabile ma se hai la magia per scavare un nido per il tuo cuore allora puoi sperare di essere vivo.

Page 49: Il figlio dell'orizzonte

Vedi nel momento del bisogno quali sono gli amici diceva mio nonno, io fondamentalmente penso che ognuno in fondo abbia i cazzi suoi, penso che è

bello sapere che anche chi ti sta di fronte ha, come te, qualcosa da recriminare alla vita, qualcuno con un altro fottuttissimo nome sconosciuto

come te, qualcuno che oggi c'è perchè ci sei tu.Siamo tutti potenziale circostanza, un passo a dispetto dell'altro ti può aprire

una porta diversa e cambiare il tuo cammino, il tuo destino sta nella trama che ti disegni intorno, ovunque esso sia sarà frequentato da tante emotività di

circostanza, non esiste una meta precisa, esiste solo la circostanza.La direzionalità è una dolce invenzione del cuore che si aliena nelle fessure più coriacee della mente, è un flusso che personifica la propria precarietà sugli occhi assonnati della verità, le illusioni son divenute i nuovi valori di

questo tedioevo, le offerte speciali, gli affaroni della vita che non ti lasciano neanche il tempo di viverla, gli anni regalati ad una mediocrità irrinunciabile.

A cosa abbiamo rinunciato e per cosa poi?Il tempo è venuto per portarsi via tutto, non è amico degli sconti e non lavora

per la mafia, il tempo ha un battito di cuore sordo, viaggia sulle ali della propria unicità lanciando coriandoli pubblicitari sulla folla: " io sono il tempo e

son venuto a consumarti. "Le tue labbra sono il cuscino del mio cuore mi ha detto una volta una ragazza,

in principio pensavo avesse intenzioni malsane ma poi mi fece capire che la poesia è solo il limite che divide la magia dalla realtà; io ho sempre incontrato grandi difficoltà a riconoscere le metriche ed i meccanismi della vita, ma per

quanto mi riguarda la poesia è la forma più estrema della parola secondo l'anima.

Vorrei fare l'amore con la Morte, sentire le sue mani bagnare il mio corpo di luce, sentirle scivolare dentro la mia anima come il sospiro del vento che si insinua nelle fessure del tempo; vorrei fare l'amore con la morte e sentire

tutto il suo profumo Invadere ogni mio senso di vertigine, immortalare un mio istante nei suoi occhi senza fondo.

Le manovelle del tempo avanzano stanche, i passi si sbriciolano nei granelli di sabbia della clessidra, le nuvole ingoiano l'azzurrità del cielo decolorando la pigmentazione del mare in un riflesso plumbeo; gli avvoltoi si addomesticano su piedistalli di catrame e si mettono in coda per la propria porzione di vita,

vita che s'affida alla precarietà di una vertigine equilibrista ubicata nelle tasche bucate dell'universo.

Le carezze dell'oscurità scendono i gradini impari della vita, le morbide gote della morte sorridono perpetue nel tempo, gli arcobaleni si polverizzano e

vengono reclamati a voce alta dai buchi neri di tutto lo spazio che si perde a vista d'occhio, la melodia raggiunge la sua sublime perfezione nel silenzio.A volte a cosi tanta vita non è neanche concesso un posto in cui morire in pace, a tanta vita non si protende un autografo nè si fanno i tatuaggi nel

cuore, a volte di fronte a cosi tanta vita anche le Lancette degli orologi del tempo si arrestano a guardare.

Arrivi a 50 anni che hai visto tutti gli alti e i bassi della vita, Le parole naufragano in una pagina bianca e non ti stupisci più di nulla, tutto è certo fra

le pareti sature della tua litania, metti le pantofole ai pensieri e ti accomodi sulla tua bella fetta di poltrona, ti copri le spalle per non prender freddo

nell'anima Ed il telecomando delle tue emozioni sintonizza il tuo cuore sulle frequenze del nulla.

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Non servono occhiali per leggere negli occhi della vita, non serve far carte false per avere un posto in prima fila alla prima di uno spettacolo chiamato

repertorio, le curve sinuose del cielo vanno a far defaticare le proprie grazie sul velluto rosso di un sonetto che s'atteggia a bello sulle labbra di un

rossetto.Se non vi spiace continuo ad irrumare sulle vostre righe, mi metto comodo sulla mia sedia ed attraverso la mia fredda tastiera vi trasmetto il calore

indicibile della mia anima, a qualcuno piace sentirsi dire che è bello sentirsi dire che è difficile estrapolare i granelli di luce dall'anima, altri invece si

accontentano di chiedere se il posto dal quale arrivi è un luogo abbastanza accessibile all'ipocondria del tempo.

Sto scrivendo la mia vita agli occhi di un pubblico che è parte di un mio istante che si perde nelle inaccessibili sinuosità del cuore, scrivo la mia

porzione d'inchiostro sulle azzurrità precarie di un Vento che si perde nei silenzi pigri di un arcobaleno in bianco e nero.

Ovunque la mano della mia anima troverà un paio di Occhi a leggerla troverà anche l'applauso a squarciagola strappato alle rubiconde carezze della vita; le mie impronte d'inchiostro sulla scia del tempo danzeranno silenti fra le rime di

un pentagramma, gli zampilli altisonanti della luce mischieranno la propria epidermide con quelle dei cieli notturni della vita.

Io vengo al prossimo per sottolineare l'irriverenza di una apparenza ingannevole che è verità nel cuore del mondo, vengo per porgere le gote della mia anima all'attenzione di chi ha occhi troppo grandi per potersi permettere il lusso di chiuderli, vengo a raccontarvi la storia di un tempo che una volta ha

avuto me in grembo.Ho vissuto sui compassi claudicanti del mio scivolar fra le righe, ho lasciato la sporcizia dei miei passi sull'inchiostro di una vita che non aveva intenzione di

incrociare il mio sguardo, una vita violentata nell'anima dal mio inceder in essa.

Ho tutta La mia vita per vivere sulle indomabili gobbe di un abbraccio, tutta la vita per respirare ogni singola parola della bocca del silenzio, tutta la vita per correr via a gambe levate davanti al sorriso di un dispetto chiamato felicità,

Tutta la vita per scivolar come un bacio sul petto di un burrone che da le vertigini al cuore.

Scrivendo nutri ciò che leggerai, leggi e riscrivi a modo tuo le parole di un tempo che si ricicla fra le oscene mode della consuetudine, vivi il tempo dei

tuoi desideri recisi, respiri i colori caldi di un tramonto all'ombra di un sorriso dalle ali tarpate E ti rendi conto che nulla ha piu' importanza di un istante

vissuto fra le braccia di una Verità inopinabile.Io non ho diritto di parola, mi è stato abbassato il volume a zero in fase di

progettazione, il mio posto è nel silenzio, hanno tolto le orecchie al mondo che mi circonda o forse le hanno solamente sintonizzate su altre frequenze, le mie parole sono gambe in un universo di un metro quadro, sorrisi estrapolati alle lacrime del tempo, le mie parole sono le carezze delle gote del sole nel cuore

della notte, piogge di cieli che sfrecciano sulle ali del vento, passione e tormento, le mie parole sono le mie emozioni recise, le mie parole senza

divise.Nel Buio la luce ti illumina di più, fra le fredde spoglie del silenzio implode

anche l'ultimo raggio di sole, è il tramonto, ogni lembo di cielo va a preparare un cuscino di stelle al divenir della luna, luna che continua a regalarci la

magia del sole anche nelle interminabili notti della vita.

Page 51: Il figlio dell'orizzonte

Ho vomitato l'anima per vedere un giorno di sole, vomitati fiumi di parole per dare un senso a tutto l'amore interdetto nel cuore, ho vomitato quintali di

emozioni per Un solo secondo di felicità, un istante che è valso tutto il senso della mia vita.

Un cuore senza spine non è degno di una rosa esclama l'onda al mare in un tramonto che trova riparo sotto la cascata della vita, il tempo è un elemento che Non puoi destabilizzare, il tempo è la strizzata d'occhio di una clessidra muta e sorda, il tempo è l'invenzione di un uomo che sa cosa sarebbe stato

Starne senza.In certi occhi ci si perde l'anima, non fai in tempo a prendere la targa che la

vita ti è già sparita davanti.Le mie mani, Arcobaleni sinuosi sulle curve del sole, i miei occhi meteroriti

nella breccia del cuore, i miei sorrisi deserti di sale alla ricerca di un granello di zucchero, i miei putti sulla chioma un irriverente inchino alla calvizia della vita, le mie labbra una carneficina in dono ad un dio che Non ha mai nulla da

dire.Non mi resta che scrivere le ultime righe di questo mio libro, un libro senza lieto fine che vi lascerà l'amaro in bocca, un libro che non doveva esser mai

stato scrittO, un libro che non ha capito e voluto nessuno.Mi sono permesso il lusso di sentirmi vivo negli occhi di chi mi avrà letto, di chi avrà Toccato la mia vita per un solo istante e l'avrà resa importante, dico

davvero grazie a Tutti con l'estrema sincerità del mio cuore.Non ho mai creduto alle parole di nessuno e questo mi è servito ad arrivare fino a qui, ho vissuto nella consapevolezza che il silenzio sia l'unica certezza nella vita di un uomo, ho vissuto in equilibrio su un orizzonte, ne sono stato il figlio E ne sono stato il padre, ho vissuto sulle ali di un tempo che è durato un istante e alla fine ho capito che vivere ti salva la vita, a meno che tu non sia

già morto prima.

Genova, 9 Novembre 2004. ( 02:04 )