IL) FIGLIO) NEGATO) - Christian Zanón · 2014. 7. 20. · il figlio negato -...
Transcript of IL) FIGLIO) NEGATO) - Christian Zanón · 2014. 7. 20. · il figlio negato -...
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 1
CHRISTIAN ZANON
IL FIGLIO NEGATO IL DIFFICILE CAMMINO
DEL PERDONO
Vincitore Premio Letterario Internazionale Lilly Brogi Firenze ed. “2012” Primo Classificato
www.christianzanon.com [email protected]
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 2
Messaggio dell’autore al lettore.
Caro lettore, il libro Il Figlio Negato è un libro autobiografico che ho scritto per
due ragioni: la prima, affinché mio figlio, Christian Marie, potesse nascere a prescindere; la seconda ragione trova la motivazione nella possibilità che questo scritto possa salvare anche una sola vita. Per questo lo divulgo gratis e chiedo di far girare questo pdf. Ringrazio i lettori che mi hanno ripagato, e mi danno la forza di continuare questo grande sforzo, semplicemente leggendo il libro e consigliandolo ai propri cari, amici, conoscenti. Con grande entusiasmo, vi informo che il 19 marzo 2014 ho fondato l’associazione “Nostra Signora di Guadalupe, cammino per la vita”, con l’intento di favorire la pubblicazione di storie autobiografiche, affinché esse ci insegnino e ci aiutino a prendere decisioni coraggiose, a volte difficili. La vita è fatta soprattutto di scelte coraggiose, di sofferenza, ma chi ha superato queste prove, sa che la vita ricambia. La nostra vita ha un inizio e una fine, siamo chiamati a difenderla e ad amarla. L’amore si propaga nell’aria, lo possiamo respirare ricevere e donare ancora. È importante avere un pensiero positivo, dare un appoggio morale e non far sentire soli i nostri amici, compagni di viaggio, di vita. Anche tu puoi partecipare a questo progetto dando ciò che hai. Nessuno di noi è così povero da non poter dare nulla. Mettiti in contatto con me se vuoi partecipare attivamente, o se ti va, invia un’offerta all’associazione. I soldi saranno investiti per aiutare le donne in dolce attesa, affinché portino avanti il grande mistero della vita. Grazie. Un abbraccio in Nostro Padre Celeste, Christian Zanon
Se vuoi fare un’offerta:
Associazione Nostra Signora di Guadalupe – via Minorca 7 09045 Quartu Sant’Elena (Ca) ITALY c/c n. 100000100622 IBAN: IT34I0335901600100000100622 BIC: BCITITMX
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 3
Note Biografiche dell’autore.
Christian Zanon è psicologo, psicoterapeuta e neuropsicologo, iscritto all’albo degli psicologi della Castiglia e León e registrato come psicologo sanitario presso il ministero della Salute del Governo della Cantabria, Santander. Si è laureato in Spagna presso l’Università Pontificia di Salamanca (UPSA) in Spagna. Ha studiato presso la University College Dublin 1998 Ireland, la LeedsUniversity 2007/2008 Unite Kingdom, la Universidade do Minho 2008/2009 in Portogallo, la uUniversitat de Barcelona 2009/2010 in Catalogna. Ha realizzato un Master in Neuropsicologia presso l’università di Salamanca (USAL). Nel 2013 ha scritto il libro “Fondamentalismi” chiavi piscologiche per capire l’integralismo religioso, con Arkadia editore. Attualmente sta finendo un dottorato di ricerca presso l’Università di Burgos in Spagna col seguente programma di ricerca: “Ricerca sull’istruzione e protocolli nella diagnosi e nel trattamento del disturbo da deficit d’attenzione con iperattività (ADHD) nella Comunità Europea. Negli anni precedenti agli studi in Psicologia è stato imprenditore, amministratore e direttore di marketing di varie società di capitali. Ha viaggiato in oriente (Cina, Hong Kong, India, Nepal, Giappone), in Marocco, Europa, Sud America dove ha prestato il suo aiuto per tre mesi nelle favelas, USA, Israele. Ha precorso con entusiasmo, a piedi , per due volte, i 1750km da Lourdes a Fatima e si è recato co0me pellegrino in Terra Santa, percorrendo sempre a piedi il cammino da Akkô a Betlemme. Attualmente l’autore sta scrivendo “Cammino di Gerusalemme”. Il 13 marzo del 2014 ha fondato l’associazione “Nostra Signora di Guadalupe – cammino per la vita” e ricopre la carica di presidente.
8 settembre 2012 – Cagliari – 1ª presentazione del libro Il Figlio Negato.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 4
CHRISTIAN ZANON IL FIGLIO NEGATO
- IL DIFFICILE CAMMINO DEL PERDONO -
PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA L'OPERA È FRUTTO DELL’INGEGNO DELL'AUTORE
PER CHI VOLESSE PUBBLICARLO, CHIEDERE L’AUTORIZZAZIONE ALL’AUTORE
ALL’INDIRIZZO: [email protected]
Questo romanzo/saggio biografico è ispirato ad una storia vera.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 6
AGAPE
“Poiché è donando che si riceve” San Francesco
(preghiera semplice)
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 7
Questo libro è dedicato a te, piccolo Christian Marie,
che tanto ho amato, voluto, aspettato.
Il tuo papà
Foxi, 19 marzo 2012
Questo libro è dedicato ovviamente anche a te, Elisabetta,
Mamma del piccolo Christian Marie, che tanto ho amato, amo e vorrò amare a prescindere.
Christian
Foxi, 29 giugno 2012
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 8
MADONNA DI GUADALUPE
IL PICCOLO CHRISTIAN MARIE SAREBBE DOVUTO NASCERE IL 12 DICEMBRE 2011, FESTA E RICORRENZA DELL’APPARIZIONE DELLA MADONNA DI GUADALUPE,
RAGION PER CUI QUESTO LIBRO È MESSO SOTTO LA SUA MATERNA PROTEZIONE.
L’IMMAGINE DELLA MADONNA DI GUADALUPE È APPARSA TRA IL 9 E IL 12 DICEMBRE A JUAN DIEGO, AFFINCHÉ FOSSE ERETTO UN TEMPIO IN SUO ONORE SULLA COLLINA DEL
TEPEYAC, IN MESSICO. IL 12 DICEMBRE, LA VERGINE RIAPPARVE NELLA COLLINA A JUAN DIEGO,
IMPRIMENDOSI MIRACOLOSAMENTE IN UN TELO BIANCO; LA SUA IMMAGINE È PARAGONATA ALLA SACRA SINDONE.
L’IMMAGINE DI MARIA È CIRCONDATA DAI RAGGI DEL SOLE, HA UNA LUNA SOTTO I PIEDI, E INDOSSA UNA CINTURA DI COLORE VIOLA, CHE TRA GLI ATZECHI INDICAVA LO
STATO DI GRAVIDANZA. SOTTO LA LUNA VI È UN ANGELO DALLE ALI COLORATE DI BIANCO, ROSSO E VERDE, CHE
SOSTIENE NOSTRA MADRE.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 9
INDICE Prefazione di S.E. Rev.mo Mons. Arrigo Miglio ............... 11 Presentazione di Padre Carlo Colonna s.j. ......................... 12 1. 8 febbraio ............................................................................. 15 2. Barcellona ............................................................................ 17 3. Il Principe e la Principessa ................................................ 20 4. Christian e Aida ................................................................. 35 5. L’aborto ............................................................................... 38 6. Conseguenze dell’aborto .................................................. 46 7. Amore .................................................................................. 50 8. Soluzioni all’aborto ............................................................ 52 9. Il perdono ............................................................................ 54 10. Cos’è il perdono ............................................................... 56 11.Nel Regno di Nessuno ..................................................... 61 12. Diritto alla Vita ................................................................. 71 13. Conclusioni ....................................................................... 73 Messaggi della Madonna di Medjugorje sull’aborto e lo Spirito Santo ............................................................................ 78 Testimonianze ........................................................................ 82 Ringraziamenti………………………………………………83 Bibliografia .............................................................................. 85 Web Sites ................................................................................. 89
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 10
Voglio iniziare questo libro con una
Preghiera alla Vergine
RICORDATI, O VERGINE MARIA, CHE NON SI È MAI UDITO
CHE ALCUNO, RICORRENDO AL TUO PATROCINIO,
IMPLORANDO IL TUO AIUTO E LA TUA PROTEZIONE,
SIA STATO DA TE ABBANDONATO. ANIMATO DA TALE CONFIDENZA,
A TE RICORRO, O VERGINE DELLE VERGINI E MADRE MIA, A TE IO VENGO E DAVANTI A TE ME NE STO,
POVERO PECCATORE GEMENTE. NON DISPREZZARE LE NOSTRE SUPPLICHE,
MA ASCOLTACI, PROPIZIA, ED ESAUDISCICI.
AMEN
San Bernardo
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 11
PREFAZIONE Le pagine che seguono sono un vero percorso multidimensionale, come afferma l’autore; il percorso di chi è affascinato dal mistero della vita. Un mistero non può essere analizzato freddamente e non finiremo mai di esplorarlo. Il fascino della vita emerge sia nei momenti in cui essa riesce a sorridere, sia quando è sparita per sempre dalla scena di questo mondo, magari soffocata con violenza appena dissimulata. Ma credo di cogliere, nelle parole del dott. Zanon, anche un altro tipo di fascino e stupore: la scoperta che il precetto divino non si lascia cancellare, si rivela inesorabilmente giusto e non lascia mai indenne chi lo calpesta, specialmente se ciò avviene per leggerezza o presunzione. Le storie degli aborti insegnano. Ma è bene tener presente che questo avviene per tutti gli altri Comandamenti divini, anche se non ce ne accorgiamo subito. Per questo Mosè, sceso dal monte, frantuma e riduce in polvere il vitello d’oro, poi versa la polvere nell’acqua e la fa trangugiare al popolo caduto nell’idolatria, affinché non dimentichi mai il gusto amaro del peccato e sia aiutato a non ricadervi. Forse queste pagine potranno avere funzione analoga, specialmente nei passaggi più crudi, aiutando giovani e adulti a non perdere mai di vista il fascino che proviene dal mistero della Vita, ma ad accoglierla e viverla in ogni situazione, anche difficile, fino a quando essa non torni alla Sorgente, dopo aver compiuto tutto il percorso che il Creatore le ha assegnato.
† Arrigo Miglio
Arcivescovo di Cagliari
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 12
PRESENTAZIONE Mi sono ritrovato tra le mani il manoscritto de “Il figlio negato” del dott. Christian
Zanon all’improvviso. Premetto che fino a qualche momento prima, non conoscevo affatto il dott. Zanon. Quand’ecco mi arriva una sua e-‐‑mail, con cui mi chiede di scrivergli una presentazione teologica de “Il figlio negato”, che aveva intenzione di pubblicare. Stava leggendo il mio libro sull’ultimo giorno della storia e il ritorno di Cristo e pensò che fossi la persona adatta per questo compito. Prima di dargli il mio assenso, mi misi a leggere il testo, che accompagnava la richiesta e, dopo poco, mi trovai fortemente coinvolto dal racconto “appassionato” del dramma che ha segnato la sua storia personale: l’improvvisa fine di un innamoramento perfetto, prossimo alle nozze, e la perdita della sua paternità nei confronti del figlio, che la fidanzata Aida, incinta prima delle nozze, abortì di sua decisione all’insaputa di Zanon padre. Il fatto lo sconvolge completamente. La composizione di questo libro appare come un grido di rivolta contro la paternità negata e, al di là del suo caso personale, contro la grave offesa e violenza fatta alla vita umana che ogni aborto contiene. Scrive l’autore: “C’era un solo modo affinché il piccolo Christian Marie (il figlio negato) avesse giustizia: scrivere questo libro, non per vendetta, ma per non dimenticare. Per esprimere la propria rabbia verso un figlio negato. Per esprimere il perdono alla principessa Aida. Per esortare gli uomini a non praticare l’aborto. Per dare un senso alla morte del piccolo Christian Marie. In cuor suo, il principe Christian (Zanon) voleva fare in modo che venisse riconosciuto il diritto alla vita di un embrione e il diritto a essere padre, affermando la condanna dell’aborto con il massimo della pena, dichiarandolo quindi omicidio volontario”.
Il tema di perenne attualità, il modo autobiografico in cui Zanon lo svolge, i diversi generi letterari della narrazione, tutti usati con maestria, rendono il libro di grande interesse umano e letterario. Mi son deciso così a presentarlo, anche se un’adeguata prefazione dovrebbe essere molto più lunga delle poche riflessioni che ora farò, data la ricchezza di contenuto del libro.
Siamo di fronte ad un testo di natura essenzialmente autobiografica, la
testimonianza di un dramma vissuto dall’autore, da leggersi come scontro tremendo tra la vita e la morte. La Liturgia della Chiesa del Venerdì Santo annunzia che sulla croce si sono scontrati la Vita e la Morte e che la Vita, morendo, ha sconfitto la Morte. Ebbene, il dramma di Zanon è una piccola storia rispetto a quella di Cristo, ma riproduce in sé alcune caratteristiche dell’evento che ha salvato il mondo dal dominio della Morte per introdurlo nelle dimensioni supersublimi della Vita, che la Scrittura chiama “Regno dei Cieli”.
Nella storia dell’autore la Vita appare per prima. È narrata in modo fantastico nella favola dell’innamoramento tra il principe Christian e la principessa Aida. Qui tutto è luce, purezza, vita. Interessantissimi sono i significati simbolici della favola, che intende raccontare una storia reale, l’amore tra Zanon e Aida, nelle sue
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 13
dinamiche più profonde e alte. Auguro ai lettori di saperli cogliere. Siamo nel giardino dell’Eden dell’amore. La storia si sta concludendo nell’atto supremo della Vita, quello di generare altra vita mediante il mistero dell’amore coniugale, che arriva all’unione. Ma ecco che al posto della Vita nasce la Morte: l’aborto volontario da parte di Aida del figlio concepito con tanto amore da parte dei genitori. Il principe Christian (Zanon) è annientato da questa improvvisa presenza del Maligno nella sua vita, così come Cristo -‐‑ la Vita -‐‑ fu annientato dalla improvvisa congiura del Diavolo e della Morte contro di lui. L’innamoramento perfetto, prossimo alle nozze, si dissolve in un attimo; il figlio atteso con tanto amore dal padre è ucciso. A Zanon, marito abbandonato e padre negato, è lasciata in eredità la lamentazione di Geremia: “Son rimasto lontano dalla pace, ho dimenticato il benessere. Il ricordo della mia miseria e del mio vagare è come assenzio e veleno. Ben se ne ricorda la mia anima e si accascia dentro di me. Questo intendo richiamare al mio cuore, e per questo voglio riprendere speranza. Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà. ‘Mia parte è il Signore – io esclamo – per questo in lui spero’. Buono è il Signore con chi spera in lui, con colui che lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore. È bene per l’uomo portare un giogo nella sua giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo impone. Ponga nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza… Poiché il Signore non respinge per sempre, ma se affligge avrà ancora pietà secondo il suo grande amore, poiché contro il suo desiderio egli umilia e affligge i figli dell’uomo” (Lam 3,17-‐‑33).
Siamo alla fine del primo atto del dramma di Zanon. Il fallimento del suo folle innamoramento per Aida e il ritrovarsi in mano non l’anello di nozze, ma le spoglie del figlio ucciso dalla sposa e madre, lo conducono in un profondo deserto. Ma non è solo. La fede e il Padre della Vita sono con lui come erano con Gesù sulla croce. Da qui riprende speranza. Intravede una missione, un compito per la Vita, non più da godersi anche se in modo giusto con la sua sposa, ma da impiegarsi in battaglia contro la Morte, soprattutto quella morte che si riveste del volto dell’aborto.
Zanon non perde tempo nello scendere in campo, determinato a tutto. Immediatamente compone i capitoli V, VI, VII del suo libro, in cui da studioso e psicologo, con precisione scientifica, fa conoscere senza mezzi termini l’orribile pratica dell’aborto e le sue conseguenze disastrose per quanti lo praticano e lo fanno praticare, ma anche per quanti come lui vengono colpiti dai figli persi per aborti non voluti, se non dall’altra parte.
Zanon, però, anche se lasciato da Aida, rimane sempre innamorato di lei e pensa ad un possibile ripristino della relazione antica. Come potrà ricostituirsi un rapporto così brutalmente offeso? Qua l’autore si abbandona alla fantasia e alla favola della “grande sfera di cristallo”, che leggerete, ma più realisticamente medita insieme con noi sulla realtà del perdono e delle sue condizioni, che solo può far trionfare la vita dove prima ha regnato la morte, presentatasi col volto dell’offesa e dell’egoismo, della totale attenzione per sé e della nessuna attenzione per l’altro, il padre tradito e il figlio ucciso.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 14
Questo libro di Zanon, autobiografia e messaggio per la Vita, sembra essere solo il primo lancio di una campagna a favore della Vita, che egli intende manifestare nella sua attività futura. La lotta tra la Vita e la Morte è il tessuto quotidiano di cui sono intessute le storie di tutti gli uomini, a tutti i livelli, materiali e spirituali. Sappiamo che a capo di questa lotta vi è lo stesso Dio e Padre della Vita, che noi invochiamo come “Padre nostro che sei nei cieli”. Il suo inviato per far regnare la Vita tra gli uomini è il Verbo della Vita fatto uomo, Gesù Cristo, il quale ha già combattuto questa lotta e l’ha vinta nel giorno della sua Risurrezione. Egli ci ha lasciato il suo Spirito, lo Pneuma della Vita, per risuscitarci dalla morte spirituale e continuare in noi e attraverso di noi la sua battaglia contro la Morte fino alla sua sconfitta definitiva. Quando il Risorto e il Vivente per sempre ritornerà nell’ultimo giorno della storia, Egli completerà la sua vittoria sulla Morte, eliminandola per sempre da quanti gli sono stati fedeli nella vita presente. Questi risorgeranno in Cristo per non morire più e la morte sarà eliminata per sempre.
Alla luce di questa grande speranza apocalittica, che cambierà per sempre la
faccia della terra, ogni combattimento della Vita contro la Morte che noi, discepoli di Cristo, intraprendiamo nel tempo presente, avrà la sua incoronazione, il suo premio, la sua vittoria. Già da quaggiù, ma soprattutto nel giorno della vittoria finale della Vita sulla Morte, si realizzerà quanto dice il profeta Isaia: “Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi” (Is 40, 30-‐‑33). Auguro a Zanon e a quanti leggeranno questo libro di impegnarsi nella lotta della Vita contro la Morte con totale speranza nel Signore e obbedienza a Lui, per sperimentare che la vita nel Padre della Vita è proprio questa: “Riacquistare le forze, mettere ali come aquile, correre senza affannarsi, camminare senza stancarsi”. L’opera del Maligno è il contrario di tutto questo fino all’annientamento di ogni vita. Cristo vinca! Passi questo mondo di morte e venga a regnare per sempre la Vita!
Padre Carlo Colonna s.j.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 15
CAPITOLO I – 8 febbraio
Braga – Il sogno dell’8 febbraio 2009 Oggi è 11 febbraio 2012, festa della Madonna di Lourdes. Inizierò oggi un
cammino spirituale andando a messa ogni giorno, e ciò fino al 13 maggio 2012, festa della Madonna di Fatima. Ho una forte necessità dell’intercessione della Madonna, che guidi la mia mano, la mia mente e la mia lingua nella stesura di questo libro, perché esso sia un messaggio di quell’amore e di quella fede così tanto denigrata ai giorni nostri.
Qualche giorno fa, esattamente l’8 febbraio, ritrovo su un documento word del 2009 un promemoria di un sogno di quella notte. Mi trovo a Braga, in Portogallo e frequento il mio 4º presso la Universidade do Uminho. Sono passati tre anni da allora. Controllo il calendario dei santi: l’8 febbraio è la festa di San Gerolamo Emiliani, un santo di cui non avevo mai sentito parlare. Mi domando chi sia. Faccio delle ricerche su internet, e trovo la risposta: è il fondatore dell’ordine dei Chierici Regolari di Somasca ed è venerato dalla Chiesa Cattolica, come il “patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata”. Strana coincidenza, penso: 8 febbraio 2009 – 8 febbraio 2012…
Eccolo, il mio sogno. “…Mi trovo in compagnia di una ragazza, non ricordo chi sia, ma è sicuramente una
persona a me vicina. Svolto con l’auto verso una località dove generalmente mi reco durante i sogni, ma sporadicamente. Il mare è di un blu limpido e qui sulla spiaggia mi assopisco ammirandone la bellezza. È ora davanti a me un monastero in rovina e forse è dentro il mare, giacché le onde lo raggiungono e lo sommergono: come hanno potuto costruire un monastero nell’acqua? Ma forse allora l’acqua non c’era e poi al suo sopraggiungere l’hanno abbandonato? Lascio la mia amica, mi avvicino e mi aggiro dentro questo monastero bellissimo, fatto forse per ricordare all’uomo la maestosità di Dio; l’acqua mi arriva alle ginocchia. Un lungo e largo corridoio interno si lancia verso il mare e finisce con un grande portale: che sia lì per lanciarsi a Dio affinché Egli possa scendere fra noi?... penso. Guardo le mura di confine e tutta la costruzione, più alta per resistere alle intemperie e alla forza dell’acqua. Ma d’improvviso arrivano due fiere, sono grigie e hanno un collare nero. Hanno un passo determinato e sicuro, mi fanno paura e mi rifugio su un albero di pietra posto al centro del corridoio, forse una quercia. Cerco qualcosa per difendermi, trovo un bastone di legno, e quando la prima fiera si avvicina, con un colpo secco sulla testa la ammazzo. La seconda fiera rimane ora a guardarmi, non mi attaccherà. Forse ce n’è anche una terza, diversa. Per sicurezza decido di tenere sempre un bastone di legno per difendermi e non abbassare la guardia. Mi ritrovo così a guardare il monastero, la chiesa in essa edificata, meditando che è il caso di non restaurarlo, ma bensì sfruttare le sue rovine e l’esperienza come base per costruire dentro una nuova chiesa che mai crollerà.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 16
Burgos -‐‑ 11 novembre 2011
Oggi inizierò la stesura del mio libro, “Il figlio negato”. Il fatto che sia 11/11/11
non ha alcun significato, è una pura coincidenza. Ma l’11 novembre è la festa di San Martino, il proverbio dice: “A San Martino ogni mosto diventa vino”. Il tempo della maturazione del vino è di buon auspicio, forse anche per me è arrivato il tempo. Ieri mi hanno dato una cabina de investigación all’Università per concentrarmi sulla mia tesi dottorale. La stanza ha un’ampia finestra, un computer, una scrivania con una sedia girevole con ruote, molto comoda. È qui che mi siedo per aprire a caso “La Bibbia di Padre Pio”, un insieme di meditazioni del Santo di fronte al mistero della Parola di Dio e del cammino di ogni anima verso la verità del cielo. Trascrivo una lettura con il commento del Santo, è il metodo della Lectio Divina, e voglio seguirla ogni giorno.
Vangelo Secondo Matteo 7,7 -‐‑ 11
Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Poiché chiunque riceve, e chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. Fra voi c’è chi, se suo figlio chiede del pane, gli dà una pietra? O se chiede un pesce, gli porge un serpente? Se dunque voi che siete malvagi date buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli, darà cose buone a coloro che lo richiedono.
Lectio Divina
Ecco come si esprimono i santi padri nell’esortare l’anima ad una tale lettura. San Bernardo nella sua scala claustrale ammette esser quattro i gradini o i mezzi per cui si sale a Dio e alla perfezione; e dice che sono la lezione (la lettura, la lectio) e la meditazione, l’orazione e la contemplazione. E a provare ciò che egli dice, apporta quelle parole del divin Maestro: ”Cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”; e applicando ai quattro mezzi o gradi della perfezione, dice che con la lezione della sacra scrittura e degli altri libri santi e devoti si cerca Iddio; con la meditazione si trova, con l’orazione si bussa al di lui cuore e con la contemplazione si entra nel teatro delle divine bellezze, aperto dalla lezione, meditazione e orazione, agli sguardi della nostra mente.
La lezione, sèguita a dire altrove il santo, è quasi il cibo spirituale applicato al palato dell’anima; la meditazione la mastica coi suoi discorsi; l’orazione ne prova il sapore; e la contemplazione è l’istessa dolcezza di questo cibo di spirito che ristora tutta l’anima e la conforta.
La lezione si ferma nella corteccia di ciò che si legge; la meditazione ne penetra il midollo; l’orazione ne va in cerca con le sue domande; la contemplazione se ne diletta come di cosa che già possiede. (A Raffaelina Cerase, 28 luglio 1914).
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 17
Capitolo II -‐‑ Barcellona
Febbraio 2010: mi affrettavo a scrivere la mia tesi di laurea magistrale in
Psicologia presso la Università Pontificia di Salamanca. Avevo fatto la richiesta l’anno precedente per poter essere ammesso al programma SICUE (Sistemas de Intercambio entre Centros Universitarios Españoles) e avevo dato, come prima disponibilità, l’intercambio per l’Università di Barcellona (UB). La media dei miei esami, piuttosto alta, mi ha dato per i nove mesi di intercambio un aiuto economico di 500 euro al mese. Sono stato molto fortunato: ho trovato inizialmente, per i primi mesi, una camera in un vecchio appartamento di un palazzo storico del 1800, nel barrio Gotico. È un B&B di un tedesco di mezza età, Marc. L’appartamento, circa 180 mq, è molto bello, con un parquet originario dell’epoca e pochi arredi. Le vecchie finestre con persiane, si affacciano sulla strada principale del Passage Escudellers, proprio di fronte all’Universitat Pompeu Fabra.
Vicino c’era la fermata della metropolitana Drassanes nelle Ramblas, dove passa la linea verde che mi porta direttamente alla fermata di Mundet. In 20 minuti a piedi arrivo alla mia Facoltà.
Barcellona è una città bellissima: l’appartamento dove vivo dista dal mare circa
400 metri, ed è sempre un viavai di gente. Adoro tutto di Barcellona. Per me è un anno speciale, l’ultimo anno di università, l’anno delle grandi
soddisfazioni. Per sei mesi sono stato nell’ospedale San Joan de Deus nel reparto di Salute Mentale per bambini/adolescenti dai cinque ai diciotto anni. Ho fatto diagnosi e test, senza mai interrompere la tesi “Claves psycológicas del Fundamentalismo Religioso”.
Ho fatto però una promessa a me stesso: se mi laureerò nella sessione del 1° luglio farò, per ringraziare la Madonna, un pellegrinaggio da Lourdes a Fatima a piedi. Decido anche per un blog, voglio scrivere del mio viaggio ogni giorno, e pubblicarlo, perché chiunque possa partecipare almeno virtualmente a questa mia esperienza. Do per scontata la mia laurea del 1° di luglio del 2010, così pubblico una lettera nella pagina web di www.pellegrinando.it il 1° marzo del 2010.
Pellegrinaggio da Lourdes a Fatima, passando per Santiago de Compostela. 10 luglio 2010 -‐‑ 13 settembre 2010 Qui riassumo le motivazioni dell’iniziativa, sottolineo l’importanza per chi
viaggia da solo di entrare in sintonia col proprio ritmo, preciso che il pellegrinaggio non è a fini di lucro e indico come partecipare a questa iniziativa.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 18
Il mio pensiero ritorna però prepotente a Burgos, a questa bellissima città.
Burgos è piena di verde, la città in Europa con più verde. Le foglie cadono in quantità, i loro colori sono bellissimi e tappezzano la terra formando un tappeto dalle mille tinte autunnali.
Cammino per le sue strade e sollevo gli occhi al cielo: Dio Santo, Dio, Padre mio, dimmi ti prego: perché, perché, perché è successo??! Cerco una risposta. Cammino, penso, medito, “perché?” mi chiedo ancora. Mi fermo davanti ad una bellissima fontana, illuminata; ci sono solo io, il parco è vuoto, non c’è nessuno, e godo di tanta ricchezza dedicata solo a me. Riprendo il cammino. Intravedo degli archi, sono archi senza casa, senza niente, di pietra bianca. Salgo tre gradini, c’è il vuoto. Accarezzo le colonne erose dal vento e mi interrogo sulla pazienza dell’artista nel farle, mi chiedo come mai gli sia venuta l’idea di far tondi i pilastri… Penso, mentre li accarezzo: “È per far circolare l’energia, per fare in modo che tutto sia più armonico, più… più con amore”. Penso a come sarebbe bello incastonare questi archi in una costruzione. Riguardo ancora il cielo: “Perché, perché, dove sei Dio mio?” e mi viene in mente Mosè, e l’agnello sacrificale; mi viene in mente Dio, e il sacrificio di Gesù. C’è un legame con la morte di mio figlio? Non so, voglio scrivere e forse alla fine capirò.
Arrivo davanti alla chiesa della Madonna del Carmen; entro, la luce del confessionale è accesa. La chiesa è deserta, sembra mi aspettasse. Chiedo di confessarmi e inizia il dialogo con Dio attraverso il suo ministro.
È poi la volta della chiesa della Mercede. Sul sagrato c’è sempre lo stesso povero, con lo stesso cartello, lo stesso cappello, lo stesso vestito, lo stesso sorriso, lo stesso cestino, così da un mese. Attraverso il ponte ed entro nell’arco che mi porta nella piazza della cattedrale; tutto è pulito, tutto è perfetto in questa città. I bar sono affollati, ed è bello andare de pinchos. Con due, tre euro mangi un pincho: un costilla, oppure una tortilla, o un piattino di calamari. Le porzioni di cibo sono minime e si mangiano in piedi con un bicchiere di vino o un’altra bevanda. Qui si usa più andare de pinchos che andare a cena. Si ride, si scherza. Io seriamente passeggio, osservo, mi fermo a comprare una bottiglia di vino rosso, El marques de la Concordia. Incrocio la signora che vende le castagne arrosto: è nello stesso posto, con lo stesso cappello, con lo stesso sorriso. Sono le 21.20 e il panificio è ancora aperto. Compro il pane con i cereali e salgo a casa dove i miei compagni Paco, Tucho e Puerto mi aspettano. Oggi è venerdì, non mangio carne come sempre e non ho voglia di cucinare, come mi succede da un po’ di tempo. Mangio solamente perché mi piace il vino rosso e non posso bere a stomaco vuoto. Mi chiedono tutti come sto. Li guardo, sembra che il tempo si sia fermato, niente si muove. In un attimo tutto è svanito, ma rispondo: “Ci sono, sto bene, sto bene”. Riprende tutto, il rumore della televisione, la voce di Puerto, la risata di Paco, il sorriso di Myriam, la sua donna, e poi la risata di Tucho. Vado in cucina, mangio pane con olio, apro la scatoletta di tonno… non cucino, va bene così. E già ho voglia di scrivere, ma ho mal di testa e sono stordito dal niente. Non ho più voglia di niente, di nulla. Voglio chiudere col
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 19
passato, con tutti, perché nessuno capisce e nessuno vuol capire il tuo dolore. Il dolore della morte di un figlio negato, di un figlio desiderato, di un figlio voluto. Ludovico Einaudi suona “Al di là del Vetro” e io mi lascio sommergere dalle sue note.
Come scriverò questo libro, come lo imposterò? C’è tanto da raccontare, in una storia bellissima, una storia triste, diversa dalle altre, ma anche una storia simile a tante, una storia piena e carica di desiderio. Bisogna non farsi prendere dal panico. Bisogna ritornare al passato, analizzare con un nodo alla gola punto per punto, attimo per attimo.
Ora sono di nuovo a Barcellona, è il 27 giugno 2010. Ho appena ricevuto questa
e-‐‑mail alle 24.07: Ciao Christian, mi permetto di darti del tu pur non conoscendoti, poiché è fuori luogo un approccio
formale in questo momento. Mi chiamo Aida xxxxxx ho trent’anni e vivo in xxxxx, ad xxxxxx. Ho letto sul sito del
pellegrinaggio che stai per iniziare il 10 luglio p.v. Voglio parteciparvi, ma ho dei vincoli rispetto ai giorni. Posso unirmi al gruppo solo il 7 agosto sino al 22 dello stesso mese. Sarebbe possibile? Premetto che non ho mai fatto un percorso anche solo lontanamente simile a quello che tu
descrivi nelle modalità pratiche. Tuttavia a mio modo ho camminato anch’io. Vorrei adesso, con la serenità conquistata, trovare il coraggio di intraprendere un viaggio che abbia anche le caratteristiche fisiche di un viaggio. Spero di ricevere un tuo cenno di risposta in merito, unitamente a qualunque
informazione aggiuntiva che tu possa darmi attinente al percorso.
Ti ringrazio in anticipo. Questa e-‐‑mail, così semplice e scarna, ha dato l’avvio ad un grande amore e Aida
è diventata la mia principessa. Mai e poi mai avrei pensato che così come era arrivato, improvvisamente svanisse, e il nostro amore diventasse una cosa mai esistita. Un amore forse come tanti nella vita, o forse come pochi, ma unico, com’è unica la vita di ognuno di noi. Quest’amore è iniziato virtualmente poiché oggi ci si innamora attraverso e-‐‑mail, e con le nostre lettere arrivammo a scrivere anche una storia, una favola. E forse tutto non è stato altro che una favola, appunto. La vita non è virtuale: è materia, è reale. Alle favole possiamo cambiare il finale, alla vita no.
Ma io scriverò ugualmente questa storia come una favola.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 20
CAPITOLO III -‐‑ Il Principe e la Principessa C’era una volta un principe, che viveva in un’isola felice, ma era triste, e la
tristezza lo accompagnava ogni giorno. Oramai era più contento quando nel cielo apparivano le nuvole, quando pioveva, e la pioggia ravvivava l’erba verde dei terreni incolti. Il tempo grigio lo riempiva di tristezza e in quella tristezza trovava se stesso, poteva esprimere i suoi pensieri più profondi. Gli anni passavano, e oramai provava un senso crescente di solitudine, però non avrebbe mai rinunciato alla sua spada. Tutto era disposto a perdere nella sua vita, ma non la spada; senza quella non avrebbe avuto più la speranza. Era abituato a combattere, e dovette combattere tante battaglie nella sua vita, e mai si arrese o perse la speranza, anche quando scoprì, in una brutta battaglia, che il traditore era al suo fianco. Ciò non lo avrebbe mai e poi mai potuto pensare né sospettare. E fu così che quando lo scoprì, con la spada in mano, subito avrebbe potuto difendersi. Invece rimase immobile, assorto, nel guardare gli occhi del traditore, la persona più importante per lui in quel momento, la persona che gli era affianco. Lei apparteneva al popolo, non aveva sangue reale, però il principe ben al di là guardava, e ciò non rappresentava un ostacolo. Così la accolse al suo fianco, aprendole la porta del cuore. In quel momento, quando vide la traditrice, armata di spada, il principe non fece nulla; aprì le braccia: egli era di sangue reale, e mai avrebbe alzato la spada per combattere ciò che non avrebbe potuto uccidere, ma tutt’al più gli avrebbe fatto perdere la sua nobiltà. Ed ecco che la spada della traditrice centrò dritto il cuore del principe, trafiggendolo. Il suo cuore cominciò a sanguinare, i suoi occhi rimasero assorti, increduli, umidi ma senza neanche la forza di lacrimare. Le lacrime si erano prosciugate, perché tanto grande fu la sofferenza che non vi erano lacrime che la potessero colmare.
Da quel momento ci fu siccità per sette anni. Il principe si mise la mano sul cuore cercando di tamponare la ferita, e andò via dal suo castello lasciando tutto alla traditrice, ma portandosi via la sua spada, che mai avrebbe abbandonato.
Il principe, nonostante la ferita che grondava sangue continuamente, ricompose un nuovo esercito e dominò immediatamente il Regno Stellato. Andò a vivere in un nuovo castello, dove vi era un magnifico giardino: gli uccellini facevano i nidi sugli alberi, vi erano alberi da frutta e si sentiva la voce del mare. Passò anni meravigliosi, in cui chiuse la porta del suo cuore e a sua difesa pose l’esercito reale. L’esercito reale aveva il compito di controllare con eleganza tutte le aspiranti principesse. I controlli non erano rigidi, ma nessuna li superava: mancavano di tutto. Il generale faceva rapporto al principe, che si arrabbiava e si rattristava sempre più, perché l’esercito reale non faceva passare nessuna aspirante principessa. Il generale non sapeva più come fare; lui, pur di accontentare il principe, avrebbe concesso il permesso di entrata subito, al minimo requisito, ma le persone che si presentavano erano vuote. Il generale non usciva dai giardini reali,
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 21
perché doveva difendere la porta del cuore; quindi incominciò a pensare che nel mondo ci fosse chissà quale malattia. Infatti, le aspiranti principesse, quando arrivavano, erano vuote: avevano le sembianze umane, però vi era solo la pelle, le ossa, ma l’interno era vuoto. Mancava il sangue, non avevano carne, e soprattutto mancava il cuore. Sembrava che si reggessero attraverso una nuova sostanza che riempiva il corpo, era un miscuglio di niente, era il niente che aveva preso forma. Il generale e tutto l’esercito, nel vedere ciò, erano felicissimi di rimanere nel giardino reale e non avevano alcuna voglia di chiedere permessi per uscire.
Il principe era sempre più triste e il generale non sapeva più cosa fare. Il principe aveva però già trovato la soluzione: “Presto partiremo alla conquista di nuove terre, dove il sole sia un evento raro; andremo al nord, in un’altra isola, e lì costruirò un nuovo regno, che non prevede la necessità di avere una principessa”. “Porterò la mia spada” continuò il principe, “perché la speranza non la perderò mai, ma la vita sarà riempita dall’amore per la vita”. Il principe aveva scoperto che nel suo cuore vi era una sorgente d’amore, e non voleva privarne il mondo, ma voleva distribuirlo in incognito, senza che nessuno lo sapesse, perché aveva timore che i suoi nemici, invidiosi, lo facessero cadere in tentazione per farsi dare dei riconoscimenti, inquinando così la fonte pura dell’amore, che ogni uomo possiede. La data della partenza ancora non era certa; era certo invece che negli ultimi cinque anni il principe aveva iniziato la conquista di nuove terre, e finiva una grande guerra di conquista, durata cinque lunghi anni, dopo la quale fu accolto vittorioso in tanti regni e gli fu data l’onorificenza riconosciuta con l’abito pregiato di colore rosa e la banda bianco-‐‑gialla. Quindi il principe, adesso, era intenzionato ad organizzare la sua nuova conquista: la terra del nord.
Ancora non aveva pianificato niente, ma il generale, che controllava il cuore nei giardini reali, notò che qualcosa stava succedendo: la porta si era aperta, e non c’era verso di richiuderla. Chiamarono i migliori fabbri del regno, ma qualcosa, una forza che non si spiegava, spaccava le serrature, e la porta si spalancava, colpendo i malcapitati che si trovavano nel suo raggio d’apertura. Il cuore poi, emanava un calore incredibile, ed erano intervenuti i pompieri reali, dotati dei sistemi tecnologici più avanzati; spruzzavano un liquido refrigerante che trasformava in blocchi di ghiaccio piscine olimpiche in un secondo. Il cuore non ne voleva sentire, sembrava fosse andato in tilt. Il generale poteva contare sul fatto che il principe ancora non si era accorto di niente e non lo aveva chiamato a rapporto. Quindi egli decise che doveva entrare nel cuore per capire chi ci fosse dentro; radunò alcuni dei migliori tiratori scelti, pronti ad abbattere l’intruso che non era passato al controllo. Entrarono, cercarono in ogni stanza, controllarono le valvole, ma non trovarono nessuno; fino a che, scendendo nella parte più profonda, dopo aver fatto 10.559 scalini, videro una luce che, all’avvicinarsi, si faceva sempre più intensa, sempre di più. Pensarono di aver trovato il motivo del calore immenso del cuore, invece si sbagliavano. Incredibile! Non ci potevano credere, no: c’erano tre candele, piccole, ma emettevano una luce così intensa che dovettero mettersi gli occhiali da sole progettati per guardare il sole da vicino durante i viaggi spaziali. Il generale tirò un
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 22
sospiro di sollievo; non c’era nessuno nel cuore, non capiva però chi avesse potuto accendere le tre candele. Decise quindi di spegnerle: ci soffiò sopra e finalmente quella luce accecante sparì e il buio arrivò. Il generale era davvero contento e sperava che il principe non si accorgesse che un intruso era entrato nel suo cuore senza che le truppe reali se ne accorgessero. Non finì però neanche il pensiero, che le candele si riaccesero; il generale le rispense subito, ma subito si riaccesero un’altra volta, e ancora un’altra, e ancora, fino a che rimase senza fiato e si dovette arrendere. Il generale non sapeva cosa fare: oramai doveva informare il principe; non poteva neanche chiamare i pompieri reali, per paura di danneggiare seriamente il cuore e farlo morire. Quindi si recò nel palazzo del principe (non viveva più nel castello, ma in un grande palazzo, dove vi erano tanti quadri che rappresentavano le sue vittorie). Il principe lo ricevette subito e lo abbracciò; però costatò che il generale era rigido, guardava il pavimento e non riusciva a guardarlo negli occhi. Gli domandò allora che cosa fosse successo, e il generale incominciò a raccontargli del problema del cuore, che era sempre più caldo, delle tre candele accese da qualcuno, che non avevano né visto né trovato e che non si spegnevano. Il principe scoppiò in una grande risata lasciando a bocca aperta il generale, che non sapeva cosa pensare. Il principe, amorevolmente, lo fece sedere sui sofà più comodi del regno e iniziò a spiegargli che nel cuore, dove lui aveva trovato le candele, più in là vi è nascosta una porticina. È un passaggio segreto, è un passaggio che porta ad un viale lungo e alberato. È un viale della sofferenza, dove le persone si ritrovano con se stesse, ma è anche un viale della rinascita, della sapienza, della consapevolezza, dell’essere ciò che si vuole essere. Si tratta del Regno di Nessuno: è di colui che ci va. È un regno magico, che per essere conquistato non deve essere tolto agli altri, ma deve essere guadagnato attraverso una lotta con se stessi: un nostro Io esce dal nostro corpo e dobbiamo ucciderlo. La lotta non è semplice, in quanto entrambi sono forti, ma uno può utilizzare un’arma magica, l’arma dell’amore, l’arma che sconfigge il suo avversario. Nel momento in cui si sta per sferrare il colpo decisivo, i quattro occhi si fissano, e noi passiamo dall’altra parte; allora capiamo che se lo ammazziamo, ammazziamo una parte di noi, e se non ci fermiamo in tempo, in realtà ammazziamo noi stessi.
“Ma che duello è?” chiedo al principe. “Io non conoscevo tutto ciò”. Dimenticavo di presentarmi: io sono lo gnomo scrittore, mi chiamo Irpus e appartengo ad una generazione di scrittori; noi scriviamo per il principe. La nostra terra è protetta dalle truppe reali, il nostro regno si chiama Rius; è cercato da tanti invidiosi, ma nessuno lo trova perché per arrivarci bisogna passare per la valle dei draghi, da cui nessuno esce vivo. Il principe può viaggiare fino al nostro regno, perché quando era piccolo scrisse delle cose bellissime, ma nessuno gli credette e così smise di scrivere. Poi, una fata del cielo chiamò un drago e gli raccontò cosa era successo; il drago si commosse e incominciò a piangere, così tanto che adesso nella valle dei draghi vi è un grande lago salato. Il drago ne parlò con i draghi anziani, e decisero quindi di inviare Curnel, una draga piccolina, che prese il principe nel sonno e lo portò nel regno di Rius, tutte le notti, per tantissimi anni. Qui gli
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 23
insegnarono l’arte dello scrivere durante il sonno, perché non la dimenticasse, e quando avesse superato il trauma avrebbe potuto iniziare a scrivere di nuovo.
Il principe mi risponde. Mi dice che il rischio del duello è la propria morte, e il rischio di non fare il duello, invece, è la morte vivente. Adesso devo però chiedergli che mi racconti della porta segreta: “Chi è stato ad accendere le candele?” domando.
Il principe mi guarda, sorride, gli scende qualche lacrima di commozione, e mi racconta che un giorno sente qualcuno che bussa alla porta segreta; allora non sa che fare, se aprire o lasciarla chiusa e far finta di niente. Poi si ricorda che lui la spada non la lascia mai, e che è pronto per una nuova lotta, non ha paura e quindi apre la porta. Entra una ragazza; si vede poco, perché non c’è molta luce, solamente quella che filtra dal Regno di Nessuno. Il principe le chiede come si chiama, e lei risponde Aida; “Aida” ribadisce il principe, come se già lo sapesse. “Il nome di una principessa”, ribadisce ancora. Aida rimane timida, ascolta, guarda; il principe non ha paura che scappi: nella vita non bisogna avere paura, se inizi a scappare, devi sempre scappare e non la finisci più. Aida ascolta il principe, e gli dice che ha un accento strano; il principe ride fra sé e sé, e rimane affascinato dalla voce angelica di Aida. La vorrebbe far parlare per ore e rimanere ad ascoltarla. Aida prende una candela e l’accende, così fa anche il principe, ed è lì che avviene il miracolo: una luce scende dal cielo, è Dio. Il Re dell’Universo porta con sé una candela accesa; le tre candele si posizionano al centro del cuore e sembrano un tutt’uno. Loro non possono vedere Dio, ma possono percepirlo attraverso una strana sensazione che avvolge i loro corpi, che gli fa dimenticare l’inizio dell’uno e la fine dell’altro.
A questo punto mi sorge un dubbio, e quindi chiedo al principe: “Perché il generale, quando ha trovato le tre candele accese, non ha trovato Aida? Dov’era andata?”
Il principe mi spiega che non c’è perché ancora non si sono fidanzati. “Ma avete acceso le candele dell’amore!” gli dico. Allora il principe mi spiega che ha intenzione di chiederle la mano, ma non lo
vuole fare di persona; vuole qualcosa di più intimo, che può raggiungere solo attraverso la scrittura. Il principe Christian e la principessa Aida si sono incontrati in un regno della magia: si potevano vedere, parlare, ma non toccare, le loro mani attraversavano i loro corpi. Il principe Christian aveva iniziato una nuova impresa: era partito con il suo esercito reale, per incontrare la sua Mamma Celeste e ringraziarla della protezione che in ogni istante gli concedeva.
Il viaggio è magico e si svolge sotto le stelle. Incontrerà anche l’apostolo San Giacomo, che ha combattuto con lui tante battaglie importanti, facendolo trionfare e proteggendolo dagli attacchi malevoli. A questo punto il principe Christian prende la penna reale, intarsiata di rubini, il simbolo della passione, di smeraldi, il simbolo della speranza, di diamanti, il simbolo della perfezione e della luce Divina, e inizia a scrivere.
“Principessa Aida, piccolo dolce tesoro,
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 24
inginocchiato davanti a te, chiedo la tua mano affinché dalla nostra unione possa nascere un nuovo regno; affinché dal nostro nuovo regno possa nascere un’unione con Nostro Padre; affinché questa nuova unione possa far nascere il Regno Reale di Christian e Aida, che avrà le basi nella solida roccia, pronti a combattere insieme, uniti nella spada, nella conquista di nuovi regni. Sarà una unione aperta alla conquista del Creato, di tutto ciò che ci è stato messo a disposizione, seme a disposizione per accogliere nuove vite, dove l’amore non sarà una meta raggiunta, ma sarà il pane quotidiano, una meta che mai raggiungeremo, perché non ci sarà amore che ci possa colmare, perché non vi è un limite nell’amore.” Principe Christian A questo punto, lo gnomo scrittore Irpus prende la lettera e passa, con
l’autorizzazione del principe, per la porta segreta, attraverso il Regno di Nessuno, per recapitarla alla principessa Aida e per mettersi a sua disposizione e continuare a scrivere la storia. 1Irpus ha un permesso speciale che gli consente di entrare in tutti i Regni della terra, e giunge nel Regno Bianco dove abita la principessa Aida. Qui il portone si spalanca all’ingresso appena lui pronuncia il suo nome. La principessa lo riceve nelle sue stanze e con lui riceve la lettera del principe Christian. La legge immediatamente. Poi lacrima. La principessa ha il cuore allagato. Resta senza dire una parola. Irpus si avvicina e le porge un fazzoletto perché possa asciugarsi. Ma lei non lo prende. Sono lacrime troppo rare per lasciare che muoiano in un fazzoletto! La principessa desidera farle scendere fin dentro le viscere della terra, nella carne del globo, perché dalla carne sono nate e lì è giusto che ritornino, per appartenere agli altri viventi di nuovo… Così, bagnata d’amore, lei si addormenta col cuore felice. Nel sonno sogna. Quante volte aveva sognato l’amore!… E al suo risveglio tutto era sparito nel nulla, come neve sciolta al primo sole. Quante volte aveva creduto… e poi la realtà s’era rivelata diversa dalla credenza. Quante volte aveva sperato di parlare una lingua comune a quella di un altro… e invece s’era dovuta ravvedere da quella speranza, perché continuava a scandire una lingua solo sua. Adesso stava sognando di nuovo! Come se improvvisamente, miracolosamente, avesse ritrovato la forza e la voglia di riconcedersi i sogni, quelli delle fiabe, quelli di cui la vita le aveva insegnato a diffidare perché dannosi e deleteri per il cuore, inesistenti in concreto, lontani dal quotidiano, lontani da tutti i popoli della terra, regine e regnanti, servi e plebei, principi e principesse che fossero.
Il sogno inesistente era l’Amore, quello che solo Dio Padre conosce. Quello che può solo crescere e mai finire. L’amore per il creato, per gli esseri viventi, per l’umanità intera. Quell’amore che solo chi Ama può provare.
Ma l’aveva sognato di nuovo. Dopo tante notti, l’amore era riapparso. Appena fu sveglia, ebbe voglia di scrivere al Principe. Notò che Irpus era ancora lì innanzi a lei. Lo guardò, poi lo invitò con un cenno
a sedersi di fianco alla sua seduta. Prese carta e penna da un angolino vicino, e cominciò a segnare il foglio bianco di righe nere:
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 25
“Caro principe Christian, la tua lettera mi ha riempito il cuore di amore. Un amore che non ho mai sentito così
prima d’ora. Un amore pulito, generoso, intenso. Nessuno mai aveva scritto così coraggiosamente e teneramente ad una principessa,
nessuno mai aveva scritto così a me. Le lettere sono strumenti obsoleti per i popoli dei regni moderni. E per quanto da parte mia mi sforzi di trasferire loro un pezzo di verità, i popoli tutti
continuano a nascondersi dietro le bugie. Perciò non scrive più nessuno, per paura di denudarsi. Per paura di lasciar traccia del proprio pensiero. Per il timore di non poter cambiare idea repentinamente, senza sentirsi recriminare alcunché. Per il timore di assumersi un rischio. Invece tu, Principe Christian, coraggiosamente hai segnato con tratto indelebile le tue
parole, ti sei denudato. Il tuo gesto è molto nobile. Solo da un principe forte e leale può nascere tanto. L’onestà e il coraggio sono qualità rare e introvabili tra i viventi della terra. Solamente
per questo meriteresti un grande bacio. Ma… sarebbe poco per rappresentare l’Amore che vorrei esprimerti. Tu non puoi saperlo, non mi conosci abbastanza: io sono una principessa che ha imparato
a volare piano. Con te nel cuore da che ti ho incontrato quella sera, in cui tu hai acceso la prima luce e io
ne ho messa un’altra vicina, e poi una terza è scesa dal Cielo con la benedizione di Dio, da allora ho iniziato a planare. Ma lenta, per godere ogni minuto del sollevamento da terra. Senza fretta. Non ho messo il paracadute questa volta. Ho provato quella strana sensazione che ti fa dimenticare l’inizio dell’uno e la fine dell’altro. Mi voglio fidare di te, principe Christian. Sono arrivata alla tua porta segreta senza neppure rendermene conto, e tu sei arrivato a
me. È successo così, per caso ti ho trovato. Dopo il nostro incontro ho avuto un dialogo molto conciso col mio cuore: “Non essere
scettica!” mi ha detto. “Va avanti, non temere! Ci sono io qui con te! Come sempre!”. Il mio cuore non ha generali al varco. Ho una grande considerazione di lui. Si
autogestisce. Quando mi parla lo ascolto senza remore se pur piena di paure, perché è troppo ingenuo a volte, pensa in bene, è buono e generoso! Perdo la testa quando lui mi parla. Tu, dolce Principe, hai iniziato a insinuarti anche nella mia testa; mentre lei partiva tu
l’hai raggiunta. Sei arrivato fino al Regno Bianco, che io governo, e stai lì davanti al grande portone in attesa del lasciapassare. Quello che solo io sono autorizzata a concedere. Per diventare principessa del mio regno ho valicato la terra dei Ciclopi. Terra piena di
insidie e pericoli, la terra di mezzo per giungere nei luoghi di pace. Lì ho incontrato un Elfo Maestro che mi ha guidata fino al Regno Bianco: senza di lui i pericoli sarebbero stati mortali. Nel mio regno non è mai entrato nessuno prima d’ora, a parte Irpus. Molti si sono avvicinati abbagliati dalla luce che emana, ma non ce l’hanno fatta a restare, erano troppo deboli e vuoti. E io li ho banditi. È troppo Bianco il mio regno, e spaventa. Gli uomini sono
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 26
abituati agli addobbi fluorescenti, che coprono le macchie. Qui invece tutto è visibile, non è possibile celare nulla. Tanto che solo i cuori bambini hanno accesso, perché onesti e puliti. Tu hai il permesso di entrare, dolce Principe! Sei già entrato, senza saperlo. E io voglio
che tu conosca il mio regno fino in fondo. Perciò, nobile sovrano, la mia porta è aperta, affinché tu possa visitare liberamente ciò
che è al di qua di essa. Così io potrò conoscere Rius, il Regno che ti appartiene, viaggiando dentro esso, se tu me lo concedi. E alla fine, se dovessi accorgerti che il Regno Bianco è troppo bianco per te, allora potrai
riprendere la strada che hai percorso per arrivarci, nessuno ti chiuderà dentro. Se, invece, avrai ancora voglia di inginocchiarti davanti a me, io sarò felice di ascoltare le tue dolci parole e risponderti… per sempre… E i nostri regni saranno uniti… E cresceranno come unico Regno, conquistando nuovi spazi, dove l’Amore non sarà una meta raggiunta, ma sarà il pane quotidiano, una meta che mai raggiungeremo, perché non ci sarà amore che ci potrà colmare, perché non vi sarà limite che ci potrà fermare.
A te, Principe Christian, con amore Principessa Aida” Irpus restò a guardare la principessa Aida per tutto il tempo. Non volle dirle
nulla. Sapeva che lei non amava ascoltare consigli, se non dal suo cuore e dalla sua testa. Potevano solo loro guidare la sua penna.
…Poi era talmente assorta che sarebbe stato un oltraggio interromperla. Con lo sguardo pieno di luce, la principessa, appena ebbe terminato, ripiegò il
foglio su se stesso per due volte, lo avvolse con un sottile nastro di seta verde, fissò il piccolo e tenero gnomo per qualche secondo, restando ferma con la lettera tra le mani, e poi gliela porse.
Baciò Irpus sulla fronte e non disse nulla; si voltò e svanì tra le stanze del Regno Bianco.
Irpus, gnomo scrittore, che ha il permesso di sostare in tutti i Regni della terra,
corse dal Principe consapevole dell’importanza fondamentale del suo compito di messaggero, oltre che di gnomo scrittore, uscendo dal grande portone del Regno Bianco. Prese nuovamente la porta segreta del Regno di Nessuno e raggiunse il palazzo del principe Christian.
Fu presto nelle sue stanze, ma prima di lasciargli la lettera tra le mani ebbe cura di dirgli questo:
“Nobile Principe, nonostante non abbia udito una parola uscire dalla bocca della Principessa Aida, i suoi occhi hanno parlato incontrovertibilmente. Mi hanno confessato che lei è perdutamente innamorata di un Principe raro!”.
Poi pose il biglietto bianco avvolto nel nastro di seta verde, ai suoi piedi. E lo lasciò solo.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 27
… Mentre il principe ancora non aveva conoscenza di ciò che la lettera contenesse,
la principessa non faceva che pensare a lui. Attendeva il giorno in cui l’avrebbe visto vicino a lei, attendeva il giorno in cui avrebbe potuto abbracciarlo.
La principessa era ormai persa! Non c’era modo per farla tornare indietro: doveva necessariamente iniziare a percorrere la strada che porta al regno di Nessuno, perché solo così avrebbe potuto abbracciare il suo Principe raro. Sarebbe stato un lungo e faticoso cammino, ma a lei non importava. Avrebbe fatto qualunque cosa.
Perciò decise di partire col suo cavallo bianco e poche altre cose necessarie per il viaggio.
Immediatamente iniziò i preparativi.2 Il principe Christian prese la lettera dallo gnomo Irpus e iniziò a leggerla. Non
disse nulla: una nuvola bianca lo avvolse e Irpus non poteva più vederlo. Il principe voleva godere di ogni parola, senza che nessuno lo potesse disturbare, senza che nessuno gli potesse rubare quell’attimo che apparteneva solamente a lui. Appena finito di leggere la lettera, la nuvola bianca svanì, e Irpus poté nuovamente vedere il principe. Aveva il viso piuttosto serio; si alzò, uscì dal palazzo reale, camminò per un sentiero tra le montagne, fino ad arrivare ad un monastero benedettino dove vigeva l’osservanza assoluta alla regola del silenzio. In questo monastero, i monaci non parlavano mai; solamente la domenica, dopo pranzo, erano concesse nel pomeriggio tre ore di pausa all’osservanza della rigida regola, e i monaci potevano conversare fra di loro. Il principe arrivò al portone, bussò e gli fu subito aperto; fece cenno di volere una cella e un abito da monaco. Lì si rinchiuse per tre giorni e per tre notti, pregò, ascoltò tutte le funzioni religiose dei monaci e digiunò. Il terzo giorno, si recò nella biblioteca del monastero e incominciò a disegnare un anello, l’anello di fidanzamento per la principessa Aida. L’anello era piatto, non rotondeggiante, leggermente più largo di una classica fede. Disegnò l’incisione di una stella, il simbolo di Maria, Nostra Mamma Celeste, poi disegnò il simbolo della spada di San Giacomo, e infine la croce cosmica di Gerusalemme. Tra ogni simbolo, il principe disegnò l’intarsio di tre pietre preziose: il rubino, il simbolo della passione, lo smeraldo, il simbolo della speranza, e il diamante, il simbolo della perfezione e della Luce Divina. Ai bordi, scrisse, nella parte rivolta internamente, “Ti Amo Principessa Aida, Ogni Attimo nell’Infinito”. Nella parte esterna, affinché l’incisione potesse guardare l’universo, “Due cuori, la Luce, un Solo Cuore”. All’interno dell’anello, il principe disegnò l’incisione del suo nome -‐‑ “Principe Christian” -‐‑ col suo stemma reale, che raffigura tre spade, simbolo della triplice alleanza: uomo, donna, Dio, e una stella, simbolo della protezione Materna. Fece incidere anche una data, il 13 luglio 2010, e al suo fianco l’incisione di una conchiglia, simbolo del cammino di Santiago de Compostela. Finito il disegno, arrotolò il papiro, salutò con un cenno il priore, si tolse la tonaca, si mise i suoi abiti
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 28
da principe e uscì fuori, dove ad aspettarlo c’era il suo stalliere con il suo cavallo nero.
Il principe salì a cavallo, si recò dall’orafo più rinomato del regno e gli fece costruire l’anello per la futura Regina Aida. Durante la costruzione dell’anello, il principe fece incastonare su tre lati tre frammenti di pietra del Gulgoleth “skull” -‐‑ dove fu crocifisso Gesù -‐‑ che era una pietra scartata dai costruttori. Questi frammenti gli furono donati in sogno da San Francesco d’Assisi, e nell’anello hanno il significato di essere testata d’angolo, roccia, dove costruire l’amore eterno, che nessuna tempesta potrà mai travolgere. Appena finito l’anello, il principe lo avvolse in un panno di velluto color porpora, ordinò la realizzazione di una cassa d’oro a forma di stella e in ogni punta fece incastonare tante pietre di differenti colori, come l’arcobaleno. Dentro la stella, nel guscio di una conchiglia rivestita internamente del più soffice velluto color porpora, il principe fece posare l’anello di fidanzamento. Quindi chiamò il comandante della fanteria e gli disse di preparare 500 cavalli neri da dare in dono alla principessa. Il principe decise di regalarle i cavalli purosangue arabi di colore nero, perché sapeva che lei avrebbe contraccambiato, per etichetta, con 500 cavalli bianchi. Il nero attira la luce, il bianco scaccia la luce. Il principe adorava il nero, perché aveva sete di luce. I maghi del regno di Christian vedevano bene questo abbinamento, perché uno completava l’altro: erano due poli opposti e si attraevano. Ma qualcosa li turbava: l’allineamento delle stelle non era perfetto, qualcosa di catastrofico poteva accadere: era a rischio la nascita dell’erede al trono. Non fecero parola col principe, perché sapevano che lui voleva vivere un amore puro e non gli interessava cosa le stelle gli potessero dire; lui già sapeva ciò che voleva, aveva deciso. Adesso tutto era nelle mani della principessa Aida. Il principe Christian chiamò il generale in carica della difesa del regno e gli affidò la missione dell’amore. Un esercito di 10.000 cavalieri si doveva dirigere al castello della principessa Aida, vestiti con la divisa elegante, che usavano in occasione dei grandi eventi del regno. La missione era scortare l’anello, ed evitare incursioni di esseri maligni, di regni invidiosi, ché una simile unione non avrebbe certo portato benessere per alcuni. Il principe, inoltre, sapeva che i terribili cavalieri della paura lanciavano dubbi e perplessità su questa missione, il che avrebbe potuto scoraggiare le truppe. Per questo motivo, decise di montare sul cavallo nero e prendere il comando dell’esercito. Con lui fece viaggiare anche tutta la corte e uno squadrone di 70.000 fanti, 30.000 cavalieri, più 20.132 persone che si dovevano occupare dell’organizzazione del montaggio delle tende e della cucina. La cucina era la tipica sarda: uno dei piatti che i 130.132 assaporavano ogni giorno, erano i ravioli di ricotta, conditi con olio d’oliva sardo e pecorino sardo. La mamma del principe, la regina Marinella, era anche lei in viaggio. La regina Marinella presiedeva il club reale dei maghi, e già fece la sua profezia al regno, annunciando presto la nascita di un erede maschio per il 12 dicembre del 2011.
Il regno della principessa Aida era molto lontano, e bisognava attraversare molte vallate. In una vallata, una squadra della cavalleria avvistò i cavalieri della paura appostati a circa 25 km, pronti per fare un’incursione a sorpresa. Subito fu
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 29
informato il principe Christian, che radunò i suoi migliori dodici cavalieri, e decise di affrontarli senza far intervenire la cavalleria reale. Si diresse con il suo purosangue nero verso i cavalieri della paura. Appena questi lo videro, sbiancarono ma non scapparono. Incominciarono a lanciare le paure, che consistevano nei dubbi sulla missione: che la principessa Aida non avrebbe retto alla realtà, per lei era pura fantasia, un gioco; lei oramai giocava, era un suo meccanismo di difesa. Le sue delusioni le avevano fatto credere che l’amore non esisteva, e non ci credeva, ma le piaceva giocare, stuzzicare e vedere se qualcuno era come lei immaginava e voleva. Il principe Christian si fermò ad ascoltare: il vento freddo soffiava forte, e si dovette avvolgere nel suo mantello nero. Guardò con occhi di ghiaccio i cavalieri della paura, ordinò ai suoi dodici uomini di rimanere fermi e si diresse con passo calmo e sicuro verso i cavalieri della paura, che erano 666. Li guardò uno per uno, con occhi glaciali, si fermò e disse loro: “Ciò che dite può essere vero, chi può dire il contrario? Ma voi non esistete, voi siete dei fantasmi, non siete realtà; siete solamente una proiezione di una possibile vera realtà prossima, ma ancora non si è realizzata, e forse non si realizzerà mai. Voi non esistete, io non posso combattere contro coloro che non esistono, per cui sparite dalla mia vista immediatamente!”. Quelle parole furono trasportate con violenza dal vento, che era arrabbiato contro quegli esseri contro cui nulla poteva fare; ma le parole erano delle armi fortissime, e quando le sbatté con la stessa forza di un’onda che s’infrange su una roccia, i 666 cavalieri della paura si coprirono con i loro mantelli grigi. Nulla però poterono fare contro la forza del verbo, e si sgretolarono diventando polvere che il vento pronto disperse negli inferi, dove potessero bruciare eternamente. Così il principe Christian, con i suoi dodici cavalieri, fece ritorno al suo esercito senza che nessuno si accorgesse di niente.
Finalmente arrivarono alle mura del Regno Bianco: l’esercito s’accampò fuori
delle mura. Il principe Christian riunì i suoi dodici cavalieri; misero la stella con l’anello di fidanzamento in un carro reale totalmente d’oro e lo scortarono fin a metà strada tra l’esercito reale e il portone del Regno Bianco. Lì, tre cavalieri piantarono una bandiera verde, bianca e rossa, poi un’altra bandiera, la bandiera sarda dei quattro mori, e infine la bandiera del Regno Stellato, il regno del principe Christian, che rappresentava l’infinito stellare, dove ogni desiderio poteva diventare realtà. Al lato destro erano ordinati, senza cavaliere e senza sella, i 500 cavalli neri.
Ad un certo punto si aprì il portone d’argento tempestato di pietre gialle, verdi e azzurre. Uscirono dodici cavalieri, 500 cavalli bianchi e la principessa Aida. Un suo cavaliere piantò al suolo una bandiera verde, bianca e rossa. I cavalieri rimasero indietro, e i due principi si incontrarono nel mezzo. Prendendo subito la parola, il principe Christian comunicò alla principessa che le aveva portato l’anello di fidanzamento: le specificò che non si trattava di un’opera teatrale ed era libera di accettarlo o rifiutarlo. Le disse che aveva dovuto affrontare i cavalieri della paura,
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 30
che gli avevano lanciato le sue paure, ma lui non si era fatto distrarre e loro si erano sgretolati in polvere. “Cara Aida, ci sono sogni che sono alla nostra portata, che possono diventare realtà; però
chi non sa chiedere, chi non sa crederci, chi non sa sperare, non li realizzerà mai, resteranno sempre sogni. Io, principessa Aida, ci credo, ma io non sono qui per convincere nessuno; qui ho portato un anello, simbolo di una promessa di matrimonio, per creare un nuovo regno e diventare Re Christian e Regina Aida. Un nuovo regno che dovrà essere organizzato, per prepararsi a nuove battaglie. Io non sono qui per portarti un regno da governare, io sono qui per proporti la conquista di un nuovo regno, il regno dell’amore, il regno di trasformazione da due ad uno e l’unione con Dio. Non parlo di un regno utopico, non parlo di un sogno, parlo di una realtà. Un regno che dovrà affrontare tante battaglie; io non ti porto la tranquillità. Io ti porto l’essenza della vita, io ti porto una spada, io ti incito alla battaglia. Mi fermo qui, distante dalla tua porta d’argento tempestata di pietre gialle, verdi e azzurre. Solamente tu deciderai; guarda quei due cavalli: uno è il mio, con il corpo e lo sguardo verso l’est, è il nero; l’altro è bianco ed è il tuo, con il corpo verso ovest; i corpi si volgono in due direzioni opposte, ma le teste sono girate e guardano nella stessa direzione, dove sorge il sole. Adesso ti saluto, mia principessa Aida; io rimarrò accampato fuori del tuo regno, non
entrerò; il mio cocchiere ti porterà la carrozza reale, contenente l’anello di fidanzamento, e poi andrà via. Io aspetterò tre giorni e tre notti: se tu ti affaccerai dalle mura con l’anello al dito, significherà che hai accettato il fidanzamento e da quel momento saremo fidanzati. Io rientrerò con il mio esercito al mio regno, per pubblicare l’evento, cosa che dovrai fare anche tu nel tuo regno. Ma se tu vorrai ascoltare il cavaliere della paura, prendi l’anello e buttalo nel fuoco, affinché nessuno possa cadere vittima dell’amore”.
La principessa Aida, con il suo cavallo bianco, rientrò nel suo Regno Bianco,
mentre il principe Christian ritornò all’accampamento ed entrò nella sua tenda reale; lì c’era una Cappella ed egli vi andò a meditare, a parlare con Gesù, a trovare conforto, perché vi era la possibilità che la principessa Aida rifiutasse la sua proposta di fidanzamento. Invece così non fu: la principessa Aida non fece aspettare un solo attimo il principe Christian, salì velocemente sulle mura del suo castello bianco e infilò l’anello al dito. Un boato di gioia esplose nel regno della principessa e nelle file dei 130.132 appartenenti al Regno del principe Christian, accampati fuori dalle mura del Regno Bianco. Iniziarono i festeggiamenti e i preparativi per il matrimonio.
3La principessa Aida, incantata da quella visione che visione non era più, visto e
toccato il corpo così perfettamente armonioso del suo principe, prese ad innamorarsi di Lui giorno dopo giorno… Dal momento dell’incontro il principe Christian fu suo per sempre, fu un pezzo di Lei, e Lei fu un pezzo di Lui. Non era un’appartenenza volontaria la loro, non si erano scelti; era come se qualcun altro avesse scelto per loro senza possibilità di decisione inversa, era come se qualcosa più grande, nella potenza, di ogni essere della terra, avesse suggellato l’incontro dei
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 31
loro corpi con un voto di appartenenza dell’uno all’altra. La principessa viveva questo inizio senza respiro. “Dolcissimo Principe Christian, da quando sei entrato nel mio regno, tutto è in subbuglio!”.
Nel castello, servi, giullari, cocchieri, cavalieri, dame e fanti, giardinieri, cuochi e
stallieri, sono stravolti. Il giardiniere taglia i petali alle margherite e innaffia le rose dal bocciolo, il cuoco mette i gelati nel forno e il pollo da cuocere nel frigorifero, i giullari piangono anziché far ridere, i cocchieri mandano la carrozza avanti e i cavalli indietro, gli stallieri mettono ai cavalli sandali al posto degli zoccoli, le dame starnutiscono quando si avvicina loro un cavaliere, i cavalieri stanno chiusi nelle stanze del regno incantati a guardare il cielo. È diventato un finimondo!! Nessuno fa più ciò che deve, il regno vive rovesciato… Il principe Christian aveva portato un nuovo alito di vita nel regno della principessa, un uragano di vento dolce, se pure potente al punto da non permettere al respiro di esistere, al punto da non consentire al pensiero di vagare oltre la parola “amore”. Sì, era successo proprio ciò che mai la principessa si sarebbe aspettata. Non sentiva il bisogno di eserciti a proteggerla: non un nemico, non un brigante, non un giovane impostore s’era presentato al suo cospetto. Il principino Christian era il nobile più nobile di tutti i nobili, era il cavaliere più valoroso e impavido di tutti i cavalieri, il principino Christian era il principe più tenero e bambino di tutti i regni… Aida, la principessa del Regno Bianco, un giorno ha raccolto il suo anello, suggellato con Lui una grande promessa, una promessa d’amore eterno…4
Il principe Christian chiama lo gnomo Irpus, per partecipare ad una riunione e per continuare a scrivere la storia del Regno. Prima che il principe si unisca con la sua amata principessa Aida, deve condurre il suo regno alla conquista di una nuova terra. Il principe perciò chiama i suoi consiglieri alla Tavola Rotonda.
La Tavola Rotonda del Gran Consiglio era composta dal Principe della Paura, il Principe del Coraggio, il Principe della Luce, il Principe della Saggezza, il Principe delle Tenebre.
Il Principe delle Tenebre lo facevano sedere lontano, perché emanava un brutto odore e, quando parlava, gli cadevano vermi dalla bocca. Il Principe della Luce era bellissimo, splendente, ed emanava un profumo meraviglioso. Il Principe del Coraggio, era un giovane guerriero, che si lanciava per primo nelle battaglie; mentre il Principe della Saggezza, era un uomo di novantasei anni, che aveva visto tante battaglie, e la sua esperienza lo aveva reso saggio. Poi c’era il Principe della Paura, che era un fantasma e viaggiava su un veliero fantasma. L’oggetto della riunione era la decisione di accettare la venuta della principessa Aida prima del matrimonio nel Regno del principe Christian. Il principe aveva una nuova missione, doveva conquistare una nuova terra, la Terra della Scienza, importantissima per le sorti del suo regno. Si trattava di una terra che gli avrebbe dato l’opportunità di conquistare la Terra del Nord, la Terra della Ricerca. La Terra del Nord gli dava libero accesso a tutte le terre del pianeta, e ciò era molto
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 32
importante per la stabilità del suo regno negli anni a venire. Anche la principessa Aida aveva la necessità di conquistare una terra, la Terra della Giustizia. Da sei anni era in guerra, ma ancora non era riuscita nella sua impresa. Il principe Christian consigliò alla principessa Aida di aggirare il nemico e sorprenderlo alle spalle: vi era un accesso che egli conosceva per sentito dire.
Il principe decise di inviare undici cavalieri in ricerca della valle nascosta. Una volta che la valle fu scoperta, egli studiò un piano d’attacco per la principessa, la quale ne fu entusiasta e decise di unirsi alla spedizione del principe. Infatti, la terra che la principessa doveva conquistare confinava con la terra che doveva conquistare il principe. La principessa e il principe stavano decidendo se vivere nella stessa tenda, o in due tende separate. Questo era il tema della riunione. Anche la principessa Aida fu invitata alla riunione nella Tavola Rotonda. Il principe della Luce prese la parola e si oppose fermamente ad una vita comune prima del matrimonio. Il principe Christian lo ascoltò con grande attenzione e voleva seguire attentamente i consigli del principe della Luce. Il principe della Paura lanciava continuamente le sue preoccupazioni, e insisteva sul fatto che, prima del matrimonio, i due principi si dovessero conoscere, per cui era importante iniziare a vivere insieme. Il principe della Paura non diceva ciò che era giusto, lanciava solo paure, sia per una convivenza, sia per una vita separata e casta. La principessa Aida ascoltava con attenzione il principe della Paura. Il principe del Coraggio incitava a tener fede ai principi, ma le sue parole si confondevano nel definire ciò che era coraggio. Era coraggio vivere insieme e affrontare la vita a due, oppure era coraggio vivere separati? Il principe della Saggezza insisteva nel prendere esempio dal passato, ma il passato offriva storie contrastanti di successi e fallimenti e rendeva difficile capire la via saggia da seguire. L’unico a favore per una convivenza era il principe delle Tenebre, che sputava in continuazione il suo alito pesante e pieno di vermi che uscivano dalla sua carne in perenne putrefazione. Il principe delle Tenebre, però, si rafforzava nella confusione, diventando più piacevole alla vista: la sua carne sembrava guarire. Il principe della Luce non poteva che guardare e insistere sulla via della speranza, della fede.
La riunione finì senza una decisione, se non quella che la principessa Aida si unisse nella spedizione per la conquista della Terra della Giustizia, per cui decise di recarsi insieme al suo esercito nell’accampamento del principe Christian, e da lì sferrare gli attacchi per la conquista della terra agognata.
La principessa Aida venne in groppa al suo cavallo bianco, con il suo esercito. Un gatto nero attraversò il viale, prima dell’entrata della principessa Aida e del suo esercito. La principessa Aida odiava i gatti, ma non ne sapeva spiegare la ragione: al solo vederli inorridiva e incominciava a sudare freddo.
Il principe Christian avrebbe voluto vivere separato prima del matrimonio, che
si sarebbe dovuto celebrare il 25 luglio del 2011. Era la fine di settembre del 2010: la voglia di vivere insieme era così forte, che così fu. Fu un amore travolgente e passionale, e l’unione dei corpi arrivò prima del matrimonio. Il principe Christian
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 33
non voleva che la principessa Aida rimanesse incinta prima del matrimonio, per cui facevano l’amore solamente nei periodi non fertili; ma la passione incontrollabile della principessa a volte si scatenava anche nei periodi fertili.
Il giorno delle nozze si avvicinava velocemente e i due regni si preparavano al grande evento. Sia il principe Christian che la principessa Aida ottenevano ogni giorno vittorie rispettivamente nel campo della Ricerca e della Giustizia. Il principe Christian, inoltre, era stato contattato da un regno con postazioni avanzate, e gli avevano chiesto un’alleanza speciale nella Ricerca che sarebbe durata tre anni. Il principe ne era entusiasta, per cui decise di prendere un castello nella nuova terra che stava cadendo sotto il suo controllo e andò a vederlo insieme alla principessa. C’era un fiume da attraversare: la scorta reale, il principe Christian e la principessa Aida -‐‑ rispettivamente in groppa al proprio cavallo, nero e bianco -‐‑ mentre cercavano un punto dove l’acqua fosse più bassa per poterlo attraversare, videro davanti a sé passare una barca funebre con sopra una bara vuota. Nel mentre, il comandante della cavalleria Reale avvisava la coppia reale di aver trovato un punto dove era possibile attraversare il fiume. Il castello era proprio lì davanti. Non era bello come le residenze rispettive dei regni d’appartenenza dei principi, ma comunque rispondeva alle future esigenze della coppia reale. I principi entrarono e il castello fu fatto visitare dal maggiordomo, un uomo sulla sessantina d’anni, che da oltre venti si occupava e viveva nel Castello della Torre -‐‑ così era chiamato, per la sua altezza. Il Castello della Torre era molto bello, particolare: le sue torri erano alte e strette, servivano per poter meglio osservare la valle. Aveva anche un planetarium, da dove si potevano osservare le stelle. Non mancava ovviamente una biblioteca con oltre 100.000 volumi.
Nel mentre che ci addentravamo al suo interno, si faceva sempre più forte l’odore della morte. Il principe Christian si rivolse al maggiordomo chiedendogli spiegazioni. Il maggiordomo spiegò che i vecchi proprietari avevano dimenticato della carne che andò in decomposizione, e da giorni cercavano di far andar via l’odore acre della morte, ma non era semplice. Il principe Christian aveva lo sguardo pensieroso e preoccupato: pensava a ciò che potevano rappresentare la barca funebre con una bara vuota e l’odore della morte. Il Castello della Torre occupava un punto strategico, e corrispondeva alle future esigenze della coppia. La principessa Aida non voleva il Castello della Torre, lei in cuor suo desiderava che il principe si trasferisse nel suo regno. I principi andarono via e rientrarono nel loro accampamento. Il principe Christian decise alla fine di rinunciare al Castello della Torre, per non contrariare la principessa Aida, ma soprattutto perché aveva un brutto presentimento e non voleva che qualcosa di male potesse accadere alla sua amata. Ciò non lo rese felice: significava rinunciare al Progetto di Ricerca.
Un mese dopo, circa il 19 marzo del 2011, la principessa rimase incinta. Il principe era entusiasta, e la principessa Aida decise che il nuovo erede si sarebbe dovuto chiamare come il suo amato principe: Christian Marie. La data del parto era prevista per il 12 dicembre del 2011, come la regina Marinella, madre del principe Christian, aveva profetizzato.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 34
Tutto era pronto per le nozze: in aprile i due principi firmarono gli ultimi
documenti e la data delle nozze fu pubblicata nei rispettivi regni, come prevedeva il protocollo. Tutto andava secondo i piani: entrambi i principi ottenevano importanti vittorie nelle rispettive battaglie, nessuno si era opposto alle nozze e tutto sembrava perfetto. Però qualcosa non andava bene, la principessa Aida era turbata. Il principe pensava che la causa di tutto ciò fosse l’ultima battaglia che la principessa doveva affrontare per conquistare la terra della Giustizia. L’ultima battaglia era molto impegnativa, e se non fosse riuscita sarebbe stato un altro anno d’insuccessi. Il principe Christian la tranquillizzava, ma ciò non placava le turbolenze dell’anima della principessa Aida. Il principe non sapeva come tranquillizzarla, erano i primi giorni di maggio, e soprattutto era preoccupato per il piccolo Christian Marie; consigliò alla sua futura sposa, su pressione anche dei genitori della principessa, di rientrare nel suo regno. Essi l’avrebbero potuta tranquillizzare, e sarebbe potuta ritornare i primi di giugno, pronta per lo scontro finale.
Così fu; la principessa Aida rientrò nel suo regno, ma fece ciò che di più grave può fare la donna: ammazzò il piccolo Christian Marie, abortì. Il cielo divenne grigio e il sole si nascose, voleva illuminare l’arrivo del piccolo Christian Marie in Paradiso. Le nubi erano grigie e chiunque alzasse lo sguardo al cielo s’intristiva, mentre dall’altra parte, le nubi erano bianco splendente, così bianche che non si potevano guardare. Il principe Christian, informato dell’accaduto, cadde in un grande sconforto. Non la vide più. Poco importa sapere che la principessa Aida conquistò il Regno della Giustizia e che il Principe Christian conquistò il Regno della Ricerca.
Il principe Christian soffrì tantissimo, pianse fino ad esaurire le lacrime. C’era
solo un modo affinché il piccolo Christian avesse giustizia: scrivere questo libro, non per vendetta, ma per non dimenticare. Per esprimere la propria rabbia verso un figlio negato. Per esprimere il perdono alla principessa Aida. Per esortare gli uomini a non praticare l’aborto. Per dare un senso alla morte del piccolo Christian Marie. In cuor suo, il principe Christian voleva fare in modo che venisse riconosciuto il diritto alla vita di un embrione e il diritto a essere padre, affermando la condanna dell’aborto con il massimo della pena, dichiarandolo quindi omicidio volontario.
Il libro commosse il Re dell’Universo, il quale mandò a sostegno del principe
Christian 72 legioni di Angeli, affinché potesse sostenere la guerra sul diritto alla vita. La guerra fu subito vinta: tutti capirono che l’aborto è un crimine contro l’intera comunità; i loro cuori vennero toccati dall’Amore del Re dell’Universo, Dio, e nessuno volle più abortire. E così vissero tutti felici e contenti. Il Re dell’Universo, commosso, decise d’inviare pace e prosperità a tutti i popoli della terra.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 35
CAPITOLO IV -‐‑ Christian e Aida
Io ed Aida vivevamo a Salamanca dalla fine di settembre del 2010. Io, come ho
già scritto, ero stato selezionato per il Master ufficiale in Neuropsicologia presso la facoltà di Psicologia dell’Università di Salamanca. Il Master ufficiale dà diritto a poter proseguire gli studi con un dottorato di ricerca. Aida invece, ad ottobre del 2010 iniziò un master proprio presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Salamanca. Io avevo trovato e consigliato ad Aida questo master dal titolo: “Máster en derecho español para juristas estranjeros”. Superare il master dava l’opportunità di ottenere il riconoscimento della laurea italiana in Spagna, e così Aida aveva l’opportunità di iscriversi all’albo ufficiale degli avvocati in Spagna senza sostenere l’esame di abilitazione. Infatti in quell’anno ancora non era entrata in vigore la legge che prevedeva l’esame di abilitazione per poter praticare la professione d’avvocato. Aida si è laureata a ventitré anni, ma da sei anni cercava di superare l’esame d’abilitazione come avvocato in Italia, senza successo, e ciò, a suo dire, ovviamente l’aveva portata verso la depressione, verso la ricerca di un’alternativa al proprio futuro. Aida, e ogni persona che è laureata in Giurisprudenza in Italia, sa che l’esame d’avvocato non è semplice e purtroppo, a dire degli aspiranti, è una questione di conoscenze e non di capacità.
Le energie di Aida si erano concentrate nella scrittura, ma nonostante le grandi capacità, anche in quel settore non si sentiva né carne né pesce, perché essere giornalisti -‐‑ ciò a cui ambiva -‐‑ non è così semplice. Io avevo consigliato ad Aida di chiudere il primo cerchio: diventare avvocato. Se avesse superato il master, si sarebbe potuta iscrivere all’albo degli avvocati spagnoli e dopo tre anni, se operava anche in Italia, avrebbe potuto ottenere l’iscrizione all’albo italiano. In ogni caso, poteva andare nei tribunali ed essere chiamata “avvocato”, non per una questione d’importanza, ma per poter svolgere il suo lavoro come tale. L’importante era chiudere un ciclo; se non avesse voluto in seguito lavorare come avvocato, sarebbe stata una sua decisione e non una situazione imposta da un destino avverso, “made in Italy”. Ciò che viveva Aida è comune in Italia a tanti giovani, che si ritrovano non solo in una situazione economica non florida, ma anche in un sistema sociale che seleziona non per le capacità, bensì con un metodo paragonabile alle caste indiane. Ovviamente non è sempre così, ci sono le eccezioni, eccezioni che purtroppo confermano la regola. Il mio consiglio fermo per Aida fu: “Prendi l’abilitazione, poi sarai libera di decidere; sarai tu a decidere se lavorare come avvocato oppure no. Potrai fare anche la casalinga, ma sarà perché l’hai scelto tu!”.
Per Aida non fu semplice: ha dovuto imparare lo spagnolo, e dedicare molte ore allo studio, senza sapere se poi avrebbe potuto superare il master. Alla fine del master, per ottenere il riconoscimento, avrebbe dovuto sostenere dieci esami in uno
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 36
-‐‑ modalità tipo test -‐‑ e superarli tutti e dieci; il non superamento anche di solo un esame, significava non ottenere il riconoscimento. Ciò era come una spada di Damocle, e doveva vivere con queste ansie, paure di poter nuovamente fallire.
Io cercavo in continuazione di tranquillizzare Aida, e le spiegavo che anche se avesse fallito non era un problema, avrebbe potuto iscriversi all’università l’anno successivo e preparare gli esami con più tranquillità. Ovviamente so e sono consapevole che non è semplice accettare ciò, ma il nostro pensiero deve andare oltre il problema e costruire mentalmente la nuova possibile realtà, nel caso in cui le nostre aspettative non vengano raggiunte. Abbiamo il potere dell’immaginazione, possiamo creare realtà che a noi possono piacere o no. Poi dobbiamo lasciarle lì, prendere la propria spada e andare a combattere le nostre battaglie quotidiane. Ogni battaglia vinta ci aiuta ad avvicinarci alla meta e ogni battaglia persa, è solamente una battaglia persa, non la guerra. Bisogna rialzarsi e riprendere in mano di nuovo la spada. Le piccole vittorie, la determinazione, sono il cammino che ci porta alla vittoria. Una meta può essere lunga, 30 km per esempio, ma non dobbiamo pensare che è impossibile; bisogna camminare, ogni passo è un avvicinamento alla nostra meta. La vita in alcuni periodi non è semplice; molte volte dobbiamo però lasciarci andare a lei, e arriveranno tempi migliori.
Per Aida non fu così, nonostante il nostro futuro sarebbe potuto essere fantastico. Nel mese di marzo Aida rimase incinta; io ero felicissimo, lo avevamo voluto fare insieme, ed eravamo contenti del grande dono che Dio ci fece. Io dentro di me sapevo che era maschio, ma vi era anche la possibilità che fossero gemelli. Avevamo già fatto il corso prematrimoniale ed espletato quasi tutte le pratiche per convolare a nozze il 25 luglio 2011.
Nel mese di aprile, Aida incominciava a dare i primi segni di cedimento: paure di vario genere, e nulla avrebbe potuto calmarla. Potrei elencare i problemi o preoccupazioni, ma che senso avrebbe? Nel momento in cui si pensa di avere un problema, è inutile dire che non è un grosso problema, perché ciò dipende anche da una valutazione personale, da come lo si vive. Mi ricordo che durante il mese di marzo mi proposero il dottorato di ricerca presso l’ospedale di Zamora nel reparto psichiatrico, con i bambini affetti da ADHD (Sindrome da deficit d’attenzione e iperattività). Trovai una casa molto bella a Zamora: un attico su due piani, due bagni, due stanze da letto, in centro, completamente arredato con gusto, mobili nuovi, il garage e uno scantinato, a soli 450 euro al mese. Lo feci vedere ad Aida, ci accompagnò il titolare dell’agenzia. Eravamo fermi al semaforo, e ci passò davanti un carro funebre vuoto; Aida, che è un po’ superstiziosa, mi guardò preoccupata: io sorrisi. Quando arrivammo, la casa era veramente bella e il prezzo irrisorio; aleggiava solamente un odore acre di morte. Il proprietario dell’appartamento aveva dimenticato carne nel congelatore, lo aveva staccato per farlo sbrinare, ma nonostante già fosse tutto pulito e in ordine, l’odore era forte. Aida era contraria a prendere questa casa, forse in cuor suo voleva rientrare in Italia, mentre io volevo continuare la ricerca: era un modo anche per poter aver maggiore esperienza, in quanto avrei lavorato in ospedale. Io oramai avevo già deciso: mi fermava Aida, e
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 37
l’odore acre di morte che mi faceva paura. Avevo una strana sensazione, e così alla fine non la prendemmo. Nel mese di aprile andammo in Italia e firmammo al Comune la promessa di matrimonio. Devo dire che pensarci, anche oggi a distanza di nove mesi, mi emoziona.
Ai primi di maggio del 2011, Aida continuava a non stare bene; eravamo tornati da poco in Spagna, e i suoi genitori consigliarono di rientrare in Italia. Io consigliai ad Aida di rientrare per alcune settimane e ritornare a Salamanca a metà giugno per l’esame, così avrebbe avuto il conforto della sua famiglia e potuto meglio concentrarsi sull’esame; ma mi sbagliavo. Ero preoccupato, e volevo che stesse bene lei e il piccolo Christian Marie -‐‑ così Aida voleva chiamare il bambino, gli voleva dare il mio stesso nome. Avremmo dovuto fare anche un pellegrinaggio a Fatima in Portogallo, per chiedere alla Vergine di Fatima l’intercessione per i nostri esami.
Aida rientrò in Italia, io rimasi in Spagna e il 12 maggio mi recai a Fatima. Fu in quei giorni che Aida decise di abortire senza dirmi assolutamente nulla. Io, nonostante il grande sconforto, perché ancora non era chiaro cosa Aida avesse fatto, chiesi alla Vergine di poter aiutare Aida a superare l’esame spagnolo per il riconoscimento del titolo di laurea in Giurisprudenza e le promisi, in cambio, che le avrei donato l’orologio -‐‑ un Baume&Mercier -‐‑ che i genitori di Aida un mi avevano regalato per Natale.
Aida purtroppo aveva abortito, senza dirmi niente: né quando, né come, né
dove. Non la rividi più. Io subii un grosso trauma, ma nonostante tutto riuscii a trovare la forza di continuare il master; oramai mi mancava solo la tesi, che avevo già scritto, e la difesa davanti al tribunale Universitario.
Aida rientrò a Salamanca con i suoi genitori per dare l’esame, io preferii andare via e rientrare in Italia; non ero pronto per vederla e preferivo in cuor mio che lei passasse l’esame. Così fu: Aida passò l’esame e adesso è avvocato. Il 25 di giugno circa, difesi la mia tesi e andò tutto bene. Adesso ero anche neuropsicologo: mi sentivo nuovamente libero, assaporavo questa grande libertà, ma in cuor mio ero distrutto. Avevo perso mio figlio e ciò oscurava tutto. Decisi di ripartire; sentii il mio amico Alessandro a Leeds: mi aiutò a cercare una casa e così partii per l’Inghilterra, nel West Yorkshire, a Beeston, Leeds. Alessandro capì subito la mia situazione; purtroppo anche lui aveva subito lo stesso trauma: per coincidenza, anche la sua fidanzata era avvocato. Rimase incinta; Alessandro era felice, ma lei un giorno partì per alcuni mesi, rientrò nel suo paese di origine, abortì senza dire niente e tornò a Leeds come se nulla fosse.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 38
CAPITOLO V -‐‑ L’aborto
“L’aborto è l’interruzione prematura della gravidanza, che può avvenire per cause
naturali o volontariamente. Può essere quindi indotto, oppure spontaneo: consiste nella rimozione o l’espulsione dall’utero di un feto (così chiamato dopo il 60º-‐‑70º giorno dal suo concepimento, quando ha già gli organi, le forme e le caratteristiche della specie), o dell’embrione (organismo pluricellulare non dotato tuttavia di tutti gli organi di un essere già formato)”.
(Grimes et al. 2006). Secondo il punto di vista psicologico, vi sono evidenziati “i sentimenti ambivalenti
d’accettazione e rifiuto nei confronti del nascituro, che causano situazioni conflittuali la cui gravità è in relazione all’accettazione individuale e sociale dell’aborto. È frequente che il ricordo di aborti provocati in epoca lontana e superati apparentemente senza difficoltà ricompaia carico di sensi di colpa in occasione di episodi depressivi. Esiste infine una nevrosi d’aborto in donne che rimpiangono di aver compromesso con l’aborto la possibilità di ulteriori gravidanze”.
(Galimberti 2006, p.4) La seguente definizione è molto esplicita e chiara: “L’aborto è il procedimento
volontario che interrompe lo sviluppo del bambino durante la gravidanza nell’utero materno, attuato con lo scopo di sopprimere la vita. Aborto significa l’espulsione di un feto o embrione vivo da una donna allo scopo di sopprimerlo”.
(Legge francese del 1975 sull’aborto) Nel mondo si verificano circa 205 milioni di gravidanze: oltre un terzo sono
involontarie, e circa un quinto finisce con l’aborto (Cheng, 2008). Quindi significa che in un anno si hanno circa 41 milioni di interruzioni di gravidanza; cioè, ogni minuto si hanno 78 aborti, la media è di 1,3 al secondo. Un genocidio. Senza parole, solo le lacrime agli occhi possono esprimere la mia tristezza e rivivere appieno il mio dramma personale di padre a cui è stato negato un figlio.
Mi chiedo e mi sono chiesto in continuazione, dal principio, che tipo d’aborto abbia fatto Aida. Com’è successo? Ma mi sono anche chiesto da subito che senso aveva sapere come l’ha fatto; dicevo e ripetevo a me stesso che non aveva senso sapere, era solamente un’azione autolesionistica, una maniera per soffrire di più. Eppure, nonostante ciò, avevo bisogno, avevo bisogno di sapere: come, perché, quando, dove, con chi. Io contro l’aborto, io per la vita, io con Dio, mi sentivo una freccia in gola, bloccato. Non potevo più parlare, non potevo più dire niente, non potevo più fare nulla. Vivevo quei momenti assorto, in una realtà che era irreale e non ci credevo ancora, non era possibile. Alcune volte pensavo che forse era tutto uno scherzo, forse Aida mi aveva fatto uno scherzo, una prova d’amore, e allora mi veniva voglia di chiamarla, di pensare di riabbracciarla e di dirle quanto l’amavo. Era difficile per me separare la sofferenza di aver perso un figlio e la sofferenza di
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 39
aver perso anche l’amore. Una donna, che non nego di aver amato tantissimo. Nonostante ciò, non riuscivo a provare un sentimento di tristezza per Aida, non ci riuscivo; il dolore per la perdita del piccolo Christian Marie era così immenso da offuscare la mia sofferenza per la mancata mamma e moglie. Volevo sapere dov’era mio figlio, dove era finito; era stato sepolto? Com’era? -‐‑ no, no… il solo pensiero mi fa star male. Sono passati già otto lunghi mesi, e diciamo che un piccolo miglioramento ce l’ho: riesco a scrivere, per lo meno. Prima era impensabile, non riuscivo a scrivere le mie emozioni, solo il pianto era possibile.
Mi ritorna in mente: come sarà successo? Faccio le mie ricerche perché voglio cercare di capire come si pratica un aborto. Cosa fa una donna per abortire? Ci sono vari metodi, che si possono riassumere in: svuotamento strumentale, isterosuzione, dilatazione e revisione della cavità uterina, dilatazione e svuotamento, induzione farmacologica (RU486), induzione del travaglio e parto prematuro, isterotomia, nascita parziale ecc. Edward Saking, ex P.D.G. della Roussel Uclaf, diceva della RU486 usata per avere un aborto farmacologico: “La RU486 non è di facile uso, una donna che voglia porre fine alla propria gravidanza con questo metodo deve ‘vivere’ col proprio feto abortito durante almeno una settimana, si tratta di una spaventosa prova psicologica” (Guardian Weekly, 19 august 1990). Nelle prime 15 settimane si può fare attraverso il metodo d’aspirazione. Decido di ritornare a leggere ciò che lessi in alcuni siti web, per caso, digitando la parola “aborto” nel motore di ricerca Google; mi è apparso un risultato che faceva riferimento ad un video su Youtube, decido di guardarlo: è la prima volta. Il metodo utilizzato è dilatazione e aspirazione. Si vede la donna che entra: ha un grembiulino celestino chiaro e una cuffia verdina; è accompagnata da un’infermiera, divisa azzurra, mascherina al viso, cuffia verdina: è l’angelo della morte. La mancata mamma ha un sorrisino in viso, come se rasentasse un’incredibile felicità, ma le si legge in faccia che è un sorrisino di nervosismo; infatti in un secondo diventa seria: la fanno coricare nel lettino e divaricare le gambe, che vengono sostenute da delle forcelle. Le mettono delle lenzuola verdi sulle gambe e sulla pancia, le tolgono il grembiulino: rimane solamente visibile l’apparato femminile, la porta della vita, che ahimè oggi è la porta della morte. Arriva il medico della morte: sembra quasi tutto di routine, abituato a questi interventi.
Io ho un nodo in gola, un nodo anche allo stomaco, e una voglia di vomitare. Il medico della morte disinfetta con alcool iodato la zona vaginale, i peli del pube sono completamente rasati; le viene infilato uno speculum per tenere divaricate le pareti della vagina, affinché si possa vedere chiaramente il collo dell’utero. La mancata mamma, nei fotogrammi precedenti, appariva seria, con gli occhi chiusi e penso a ciò che starà pensando lei; “Si rende conto di ciò che fa?” mi chiedo. Il Dottor Morte fa due iniezioni all’interno della vagina, una nel lato destro e una nel lato sinistro: si tratta dell’anestesia. Il canale vaginale è ben dilatato grazie anche al tenaculum, che tiene a posto il collo dell’utero. Il collo dell’utero viene ancor di più dilatato grazie a degli strumenti chirurgici chiamati dilatatori, fino a farlo aprire a sufficienza e poter infilare l’estremità dell’aspiratore, il quale produce un vuoto e
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 40
risucchia il tessuto fetale dalle pareti dell’utero. L’aspirazione dura in questo caso circa tre minuti, ma generalmente richiede dai due ai cinque minuti. Si sentono dei guaiti della mamma assassina durante l’aspirazione: anche se è stata fatta l’anestesia, la donna percepisce dei crampi mestruali forti. La donna contrae le gambe dal dolore, si vede il sangue passare nella cannula d’aspirazione e finire dentro una bottiglia. Il medico della morte si accinge a infilare nel collo dell’utero batuffoli di cotone, che vengono estratti gonfi di sangue; controlla che tutto vada bene. Son passati nove minuti da quando la mancata mamma è entrata: è tutto finito. Un omicidio filmato, pubblico, e sotto la scritta: “In questo video viene mostrato un vero intervento di interruzione volontaria di
gravidanza effettuato nelle prime settimane di gestazione, con il metodo della dilatazione e dell’aspirazione. Come si può vedere nessun bambino viene fatto a pezzi. Nessun bambino potrebbe entrare dentro una sottile e stretta cannula di plastica morbida, nessun bambino potrebbe entrare in una cannula”.
(http://www.youtube.com/watch?v=H_-‐‑MEshSwGM&feature=related) Mi chiedo se è normale scrivere ciò; fin dalle prime settimane è un embrione, è
una vita, il suo corso è già iniziato, esiste. È piccolo, è vero, i primi 15 giorni misura circa 1,5 mm e verso i 30 giorni misura circa 5 mm.
Adesso mi viene però il desiderio di sapere com’è la nuova vita a otto settimane di gestazione, come il piccolo Christian, Marie e che tipo d’aborto sarà stato fatto.
Il piccolo Christian Marie è stato privato della sua vita verso il 13 di maggio del 2011, quindi alla nona settimana di gestazione; purtroppo non mi è stata mai comunicata la data esatta. Cerco nella mia libreria i vecchi libri della psicologia dello sviluppo, e lì rimango in silenzio nel leggere lo sviluppo prenatale. Il piccolo Christian Marie misurava circa 2,5/3 cm, si stava formando il viso con gli occhi rudimentali, orecchie, bocca e le radici dei denti. Le braccia e le gambe si muovevano, si stava formando il cervello, il battito del cuore si poteva già ascoltare con gli ultrasuoni. Aveva appena finito lo sviluppo embrionale, era diventato un feto.
Vicino al video dell’aborto, ce n’è un altro; leggo: un’autopsia di una donna. Sono incuriosito e lo guardo. C’è una donna sdraiata su un lettino, ha al braccio ancora gli aghi infilati: sembra che sia appena morta, ma potrebbe essere anche viva, se non fosse che il medico legale le pratica subito due tagli obliqui dal lato del collo, perpendicolari fino al basso ventre. La pelle della donna è abbronzata, lo si capisce perché il seno è bianco e si scorge il segno del costume. È la prima autopsia che vedo, ed è abbastanza forte, ma poi passa tutto, e sembra qualcosa di normale. Un telo verde copre il viso, ma lascia intravedere la bocca. Avrà una trentina d’anni, quaranta forse. Il medico legale sembra molto esperto, taglia con precisione e sicurezza: sembra veramente un macellaio. Diciamo che non riesco a intravedere differenze tra un medico legale e un macellaio. Dopo aver effettuato i tagli apre la pelle, e un’infermiera si avvicina e fa cenno al medico di controllare il seno; così fa e incontra una protesi per rimodellare il seno: si sente quasi una risatina, poi la protesi le viene rimessa. In quel preciso istante mi rendo conto di come la vita corre
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 41
veloce, di come non lasciamo niente, di come tutto è nulla. In quel momento, ancor di più, il mio pensiero rafforza la voglia di vivere, la voglia di lasciare un segno, di lasciare amore in questa terra. Ciò, non perché si possa morire da un giorno all’altro, perché le cose belle non si fanno nel tempo ma si fanno nell’attimo infinito. Guardo il medico legale continuare ad aprire il corpo: si vede l’intestino, di color rosa; tutto è fresco, tutto dà l’immagine di una morte recente, ma nello stesso tempo sembra tutto routine, non c’e amore per quel corpo; viene smembrato senza grandi precauzioni. Il medico legale prende delle cesoie, quasi uguali a quelle che uso in giardino per tagliare i rami, o quelle che uso per tagliare il maialetto arrosto a Natale, e taglia le costole affinché possa aprire la cassa toracica. Sembra quasi che stia smontando un’auto. Le afferra il cuore e altri organi, poi velocemente solleva la pelle del viso, lo gira, prende uno smeriglio, taglia il cranio ed estrae il cervello. Tutto ciò in dieci minuti. Si vede sempre il braccio con gli aghi infilati, e da lì si capisce ancora che è un corpo umano. (http://www.youtube.com/watch?v=NJox2A1C62o&feature=related). Non c’è assolutamente bisogno di vedere un’autopsia per capire come la vita è
nulla, è un attimo. Ciò che rimane è l’energia positiva, l’amore che abbiamo lasciato in questa terra, che continuerà anche dopo la nostra morte. Come così anche il male che facciamo, ahimè, rimane. Qualcuno si potrebbe chiedere come, ma per esempio non amare un bambino quando è piccolo, maltrattarlo, gli creerà dei danni importanti a livello cognitivo-‐‑emozionale, con conseguenze d’incapacità d’amare quando sarà adulto. Amiamo perché abbiamo ricevuto amore, è impossibile amare se non si è ricevuto amore.
Decido di guardare un altro video, il terzo: si tratta di un aborto per soluzione salina. Non ho parole per descrivere ciò che ho visto, ma lo farò, le cercherò. L’aborto per soluzione salina viene effettuato estraendo il liquido amniotico dentro la borsa che protegge il bebè. S’introduce un lungo ago nell’addome della madre, fino alla borsa amniotica e s’inietta una soluzione salina concentrata. Il piccolo bambino ingerisce questa soluzione che produrrà la morte 12 ore più tardi per avvelenamento, disidratazione, emorragia del cervello e degli altri organi. Ciò che si vede nel video, se non è un omicidio, non saprei come definirlo. Si vede il bambino, è dentro una sacca trasparente: sembra un uovo gigante che è tenuto con due mani, di cui si riconosce esattamente la fisionomia; sarà lungo almeno 20 cm; io penso che si tratti di un feto alla ventesima settimana. Viene preso nelle mani da un’infermiera e si sente chiaramente che le dice che è vivo, e addirittura glielo porta anche per farglielo vedere. Poi verrà lasciato su un tavolo, in attesa della morte. (http://www.youtube.com/watch?v=p1uzPiALlRs&feature=related). Senza parole. Un paio di settimane fa, ebbi la fortuna di trovare nel web la storia di Gianna
Jessen, raccontata in una conferenza presso la Quenn’s Hall, a Melbourne l’8
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 42
settembre del 2008. Gianna racconta la sua storia, è una dei tanti bambini non voluti, ma miracolosamente riesce a salvarsi dal tentativo di aborto della madre. (http://www.youtube.com/watch?v=ZFGRiVGRFXQ&feature=player_embedded#!) (www.youtube.com/watch?v=kCzKc_mSTlc&feature=player_embedded). Faccio una ricerca e riesco a trovare le testimonianze di Gianna Jessen rilasciate il
22 aprile 1996 ed il 20 luglio 2000 davanti al Sottocomitato Giudiziario del Congresso sulla Costituzione; le riporto testualmente:
“Mi chiamo Gianna Jessen. Vorrei dirvi grazie per la possibilità di parlare oggi. Non è
una piccola cosa, dire la verità. Dipende unicamente dalla grazia di Dio il poterlo fare. Ho ventitré anni. Sono stata abortita e non sono morta. La mia madre biologica era incinta di sette mesi quando andò da Planned Parenthood, nella California del sud, e le consigliarono di effettuare un aborto salino tardivo. Un aborto salino consiste nell’iniezione di una soluzione di sale nell’utero della madre. Il bambino inghiottisce la soluzione, che lo “brucia” dentro e fuori, e poi la madre partorisce un bambino morto entro 24 ore. Questo è capitato a me! Sono rimasta nella soluzione per circa 18 ore e sono stata partorita VIVA il 6 aprile 1977 alle 6.00 del mattino in una clinica per aborti della California. C’erano giovani donne nella stanza che avevano appena ricevuto le loro iniezioni ed aspettavano di partorire bambini morti. Quando mi videro, provarono l’orrore dell’omicidio. Un’infermiera chiamò un’ambulanza e mi fece trasferire all’ospedale. Fortunatamente per me il medico abortista non era alla clinica. Ero arrivata in anticipo, non si aspettavano la mia morte fino alle 9.00 del mattino, quando sarebbe probabilmente arrivato per il turno d’ufficio. Sono sicura che non sarei qui oggi se il medico abortista fosse stato alla clinica dato che il suo lavoro è togliere la vita, non sostenerla. Qualcuno ha detto che sono un “aborto mal riuscito”, il risultato di un lavoro non ben fatto. Fui salvata dal puro potere di Gesù Cristo. Signore e signori, dovrei essere cieca, bruciata… dovrei essere morta! E tuttavia, io vivo! Rimasi all’ospedale per circa tre mesi. Non c’era molta speranza per me all’inizio. Pesavo
solo nove etti. Oggi, sono sopravvissuti bambini più piccoli di quanto lo ero io. Un medico una volta mi disse che avevo una gran voglia di vivere e che lottavo per la mia vita. Alla fine potei lasciare l’ospedale ed essere data in adozione. Per via di una mancanza di ossigeno durante l’aborto, vivo con la paralisi cerebrale.
Quando mi fu diagnosticata, tutto quello che potevo fare era stare sdraiata. Dissero alla mia madre adottiva che difficilmente avrei mai potuto gattonare o camminare. Non riuscivo a tirarmi su e mettermi a sedere da sola. Attraverso le preghiere e l’impegno della mia madre adottiva, e poi di tanta altra gente, alla fine ho imparato a sedere, a gattonare e stare in piedi. Camminavo con un girello e un apparecchio ortopedico alle gambe poco prima di compiere quattro anni. Fui adottata legalmente dalla figlia della mia madre adottiva, Diana De Paul, pochi mesi dopo che cominciai a camminare. Il Dipartimento dei Servizi Sociali non mi avrebbe rilasciato prima per essere adottata. Ho continuato la fisioterapia per la mia disabilità e, dopo in tutto quattro interventi
chirurgici, ora posso camminare senza assistenza. Non è sempre facile. A volte cado, ma ho imparato a cadere con grazia dopo essere caduta per diciannove anni.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 43
Sono così grata per la mia paralisi cerebrale. Mi permette di dipendere veramente solo da Gesù per ogni cosa. Sono felice di essere viva. Ero quasi morta. Ogni giorno ringrazio Dio per la vita. Non
mi considero un sottoprodotto del concepimento, un pezzo di tessuto, o un altro dei titoli dati ad un bambino nell’utero. Non penso che nessuna persona concepita sia una di quelle cose. Ho incontrato altri sopravvissuti all’aborto. Sono tutti grati per la vita. Solo alcuni mesi
fa ho incontrato un’altra sopravvissuta all’aborto. Si chiama Sarah. Ha due anni. Anche Sarah ha la paralisi cerebrale, ma la sua diagnosi non è buona. È cieca e ha delle gravi crisi. L’abortista, oltre ad iniettare nella madre la soluzione salina, la inietta anche nelle piccole vittime. A Sarah l’ha iniettata nella testa. Ho visto il punto della sua testa dove l’ha fatto. Quando parlo, non parlo solo per me stessa, ma per gli altri sopravvissuti, come Sarah, ed anche per quelli che non possono parlare… Oggi, un bambino è un bambino, quando fa comodo. È un tessuto o qualcos’altro quando
non è il momento giusto. Un bambino è un bambino quando c’è un aborto spontaneo a due, tre, quattro mesi. Un bambino è chiamato tessuto o massa di cellule quando l’aborto volontario avviene a due, tre, quattro mesi. Perché? Non vedo differenza. Che cosa vedete? Molti chiudono gli occhi… La cosa migliore che posso farvi vedere per difendere la vita è la mia vita. È stata un
grande dono. Uccidere non è la risposta a nessuna domanda o situazione. Fatemi vedere come possa essere la risposta. C’è una frase incisa negli alti soffitti di uno degli edifici del parlamento del nostro stato
(la California). La frase dice: “Ciò che è moralmente sbagliato, non è corretto politicamente”. L’aborto è moralmente sbagliato. Il nostro paese sta spargendo il sangue degli innocenti. L’America sta uccidendo il suo futuro. Tutta la vita ha valore. Tutta la vita è un dono del nostro Creatore. Dobbiamo ricevere e
conservare i doni che ci sono dati. Dobbiamo onorare il diritto alla vita. Quando le libertà di un gruppo di cittadini indifesi sono violate, come per i nascituri, i
neonati, i disabili e i cosiddetti “imperfetti”, capiamo che le nostre libertà come NAZIONE e Individui sono in grande pericolo. Vengo oggi a parlare in favore di questa legge a tutela della protezione della vita. Vengo a
parlare per conto dei bimbi che sono morti e per quelli condannati a morte. Learned Hand, un giurista americano rispettato (del nostro secolo) disse: “Lo spirito della libertà è lo spirito che non è troppo sicuro di essere giusto; lo spirito della libertà è lo spirito che cerca di capire le opinioni degli altri uomini e donne; lo spirito della libertà è lo spirito che pesa i loro interessi insieme ai propri, senza pregiudizi; lo spirito della libertà ci ricorda che neanche un passero cade a terra inosservato; lo spirito della libertà è lo spirito di Colui che, circa 2.000 anni fa, ha insegnato all’umanità la lezione che non ha mai imparato, ma non ha mai dimenticato; che c’è un regno dove gli ultimi saranno ascoltati e considerati accanto ai più grandi”. Dov’è l’anima dell’America?! Voi membri di questo comitato: dov’è il VOSTRO cuore?
Come potete trattare le questioni di una nazione senza esaminare la sua anima? Uno spirito omicida non si fermerà davanti a nulla finché non avrà divorato una nazione. Il Salmo 52,2-‐‑
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 44
4 dice: “Lo stolto pensa: «Dio non esiste». Sono corrotti, fanno cose abominevoli, nessuno fa il bene. Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo per vedere se c’è un uomo saggio che cerca Dio. Tutti hanno traviato, tutti sono corrotti; nessuno fa il bene; neppure uno”. Adolf Hitler una volta disse: “L’abilità ricettiva delle grandi masse è solo molto limitata,
la loro comprensione è piccola; d’altro lato la loro smemoratezza è grande. Essendo così, tutta la propaganda efficace deve essere limitata a pochissimi punti che a loro volta dovrebbero essere usati come slogan finché l’ultimo uomo sia capace di immaginare che cosa significhino tali parole”. Gli slogan di oggi sono: “Il diritto di una donna di scegliere”, “Libertà di scelta” eccetera. C’era una volta un uomo che parlava dall’inferno (ne parla il capitolo 16 di Luca) che
disse: “Sono tormentato da questa fiamma”. L’inferno è reale. Così lo è Satana, e lo stesso odio che crocifisse Gesù 2.000 anni fa, ancora si trova nei cuori dei peccatori oggi. Perché pensate che questa intera aula tremi quando menziono il nome di Gesù Cristo? È così perché Egli è REALE! Egli può dare grazia per il pentimento e perdono a voi ed all’America. Noi siamo sotto il giudizio di Dio – ma possiamo essere salvati attraverso Cristo. Dice la Lettera ai Romani: 5,8-‐‑10: “Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se, infatti, quand’eravamo NEMICI, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita”. La morte non ha prevalso su di me… e io sono così grata!!! (http://www.abortionfacts.com/survivors/giannajessen.asp)
(http://www.godandscience.org/doctrine/jessen.html) GiannaJessen.com Read more: http://sursumcorda-‐‑dominum.blogspot.com/2010/09/io-‐‑gianna-‐‑jessen-‐‑
sopravvissuta.html#ixzz1kaDHJokn Oggi è il 27 gennaio del 2012. Ascolto la musica degli indiani: mi trovo nella mia
casa a lato del mare, i tamburi echeggiano; Candy, il mio cucciolo di Labrador, che proprio oggi compie quattro mesi, è sfinita e dorme sul divano come se nulla fosse. Il caminetto è acceso, emana calore, mi fa compagnia, è bellissimo, e ha un punto in comune con gli indiani d’America: immagino le notti invernali dentro i tipi, il fuoco emana il suo calore, fa compagnia, illumina la mente e l’ambiente. Sono le 23.21 e 56 secondi. Sono rientrato circa un’ora fa da una conferenza a Cagliari svolta da degli indiani d’America, la tribù dei Lakota: essi dicono che l’11/11/11 è iniziato il tempo di divulgare un messaggio nel mondo. “Che coincidenza” penso adesso: è lo stesso giorno in cui ho iniziato a scrivere questo libro. Durante la conferenza pensavo a quale domanda porre al gruppo dei Lakota… non sapevo; volevo porre una domanda sullo sciamanesimo, cercavo le parole giuste… non mi venivano: cosa volevo sapere? Nella mia biblioteca avevo diversi libri sullo sciamanesimo, sapevo tante cose, cosa volevo sapere di più che non fosse già scritto? Ad un certo
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 45
punto uno degli indiani Lakota intonò un canto con i tamburi, seguito dagli altri nativi americani, facendoci rivivere un rituale del passato: bastava chiudere gli occhi e venire trasportati lontano nel tempo, in una notte in cui, ancora, l’uomo bianco in nome della libertà distruggeva un grande popolo che viveva in armonia con la terra e Dio. Uno degli indiani Lakota ci parlò prima dell’energia positiva e negativa, che contagia le opere vive e non, tipo le pietre. Anche le pietre s’impregnano di negatività o di positività, di memoria storica, e ciò influisce su di noi, sugli esseri viventi. Durante il canto, mi arrivò una voce: “Non devo porre domande, nessuna”. Così feci: non posi nessuna domanda.
Per puro caso, al finale, mi avvicinai al capo dei Lakota e gli chiesi sullo sciamanesimo: “Che differenza c’è con la psicologia, o cosa pensa di essa?”. Lui mi guardò e mi rispose: “È amore; questo hanno in comune, l’amore, ciò che cura l’anima”. Eh sì… l’amore è ciò che cura, lo penso anch’io: l’amore cura, guarisce. Gli indiani Lakota hanno una frase di due parole per definire l’amore, la loro spiritualità, verso il creato e il Creatore: “Mitakuye oyasin”, che significa “tutto è mio Parente”.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 46
CAPITOLO VI -‐‑ Conseguenze dell’aborto
In questo nuovo capitolo del libro, vorrei affrontare il tema delle conseguenze a
cui le donne vanno incontro a causa dell’aborto. La donna che decide di avere un aborto volontario della gravidanza, affronta
un’esperienza traumatica, sia dal punto di vista fisico che sul piano psichico. Colei che interrompe la gravidanza va incontro a problemi psicologici e ciò è anche causa di disturbi mentali (Kendall-‐‑Tackett KA, 2004; Fergusson DM et al., 2006). Varie produzioni letterarie evidenziano l’aborto nella nosogenesi di disturbi psicopatologici (Bernard C. 1990). Secondo una ricerca neozelandese (Fergusson DM et al., 2006) le donne che abortiscono una gravidanza indesiderata soffrono di depressione con frequenza maggiore rispetto alle donne che non abortiscono. Alcuni studi hanno evidenziato che la giovane età aumenta il rischio di reazioni psicologiche negative (Adler 1975; Bracken et al. 1974). L’aborto si associa ad una maggiore probabilità di depressione nel corso di una successiva gravidanza (Suri et al. 2004). Una ricerca realizzata su donne che hanno interrotto la gravidanza otto settimane prima del termine naturale, ha mostrato come il 44% manifestava disturbi mentali, il 36% insonnia, il 31% erano pentite e l’11% necessitava la prescrizione di psicofarmaci dal proprio medico di famiglia (Ashton, 1980). Un’altra ricerca fatta da Badgley (1977), evidenzia come il 25% di coloro che hanno interrotto la gravidanza volontariamente, necessitano di visite psichiatriche, contro il 3% del gruppo di controllo. Un altro studio, condotto da Somers R. (1979) e successivamente da David H. (1981), e venti anni dopo da Ostbye et al. (2001), mostrano come nella donna che commette l’aborto volontario, vi siano maggiori possibilità di un ricovero psichiatrico rispetto a chi non ha abortito. Dopo otto settimane dall’aborto il 15,3% delle donne ha riportato una riduzione del desiderio sessuale e il 6.0% una riduzione della capacità di raggiungere l’orgasmo (Boesen et al. 2004). “Le donne che abortiscono al primo trimestre di gravidanza raddoppiano il rischio di contrarre un cancro al seno, in rapporto alle donne che portano a termine la gravidanza” Cain M. (1995). L’aborto si associa ad una maggiore probabilità di depressione nel corso di una successiva gravidanza (Suri et al. 2004). La difficoltà a decidere se abortire rappresenta uno dei fattori predittivi più forti di disturbo psicologico post-‐‑abortivo e può far precipitare dopo l’aborto in sensi di colpa, ansia, rifiuto, depressione e senso di rabbia (Coleman 2005). Le donne che abortiscono hanno una maggiore mortalità (Reardon DC et al 2002) e hanno un tasso di suicidio nettamente più elevato rispetto alle donne che partoriscono, alle donne che hanno un aborto spontaneo e alla popolazione in generale (Gissler et al. 1996; Speckhard A., 1987). Uno studio finlandese ha analizzato i suicidi delle donne finlandesi dal 1987 al 1994, divise per gruppi d’età, mettendo in risalto i seguenti risultati: 5,9% associato alla nascita del bebè, il 18,1% all’aborto avvenuto per cause
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 47
naturali, il 34,7% all’interruzione volontaria della gravidanza (Gissler M, Hemminki E, Lonnqvist J., 1987-‐‑1994).
Erroneamente si pensa che il concepimento, l’embrione, il feto, siano entità separate. Così non è: l’attaccamento madre-‐‑feto inizia subito dopo il concepimento (Leifer M; 1977;) ed è presente durante tutta la gravidanza (Condon JT, 1986); ciò è indipendente dalle decisioni della madre di tenere o no la nuova vita. A sostegno di ciò, un’ulteriore ricerca ha messo in evidenza come il forte stress emozionale per chi ha commesso l’aborto, è similare al lutto di una madre che ha perso il proprio bambino (Kero A., Hogberg U., Lalos A., 2004), aggravato dai sensi di colpa che rendono più difficoltosa l’elaborazione del lutto (Meister R., 1978). Un ruolo importante nella decisione dell’aborto, lo hanno coloro che gravitano attorno alla persona che pensa all’aborto, la quale ha sintomi di stanchezza, accompagnati da confusione, ansia, paure, carenza, che fa sì che la decisione sia presa da altre persone (Stone HW., 1976). Per cui, non è responsabile solo la donna che fa l’aborto ma anche chi le sta vicino, che agisce da ago della bilancia. Nella donna si possono manifestare sintomi ambivalenti espressi col comportamento, quali l’essere taciturne, ansiose o avverse, od ostentare invece un’eccessiva tranquillità (Landy U., 1986). Questi sono segnali di più alta fragilità mentale dopo l’aborto (Coleman PK., 2005), e devono essere tenuti in considerazione.
È prassi pensare che sia solo la madre a soffrire di turbamenti da stress post-‐‑traumatici dovuti all’aborto; invece anche il padre accusa gravi reazioni negative. Un padre che si è trovato in questa situazione ha espresso la sua sofferenza emotiva attraverso le seguenti parole: “Probabilmente avete letto una cosa simile riguardo i sentimenti di colpa irrisolti e le emozioni represse provati dai reduci della guerra del Vietnam. Questo si chiama ‘turbamento da stress post-‐‑traumatico’. Insomma, è il risultato dello sforzo fatto per cancellare o reprimere l’intensa reazione alla morte ed alla violenza che li circondava. Questa reazione è della stessa natura della mia, in seguito all’aborto praticato sulla mia donna. Quando siamo usciti dalla clinica dopo l’aborto, non era tutto finito, per me” (A man’s viewpoint on abortion 1988). Secondo Franche (1978) e Speckhard A. (1992), l’aborto è associato ad un evento violento; per questa ragione l’ansia, il senso di colpa, la sofferenza, si amalgamano dando la sensazione di morte violenta.
Una ricerca sull’aborto volontario e lo stress traumatico è stata realizzata nel 2004, attraverso dati raccolti da un campione di 217 donne che hanno praticato l’aborto una o più volte, utilizzando il questionario: “Institute for Pregnancy Loss Questionnaire”. I risultati prodotti sono: il 65% rivive in modo continuo l’aborto con ricordi persistenti ed intrusivi (47%) e flashback (46%); il 36% evita gli stimoli continui che sono associati all’interruzione della gravidanza, il 50% lo fa evitando discorsi, pensieri, emozioni sull’aborto, mentre il 46% attua il meccanismo di difesa inconscio, l’amnesia di alcune parti dell’evento; il 17% invece manifesta una sintomatologia continua di aumento dell’arousal di cui il 24% ha nervosismo, improvvisi scoppi di ira, e invece il 23% accusa problemi nel conciliare il sonno e a tenerlo (Rue VM, Coleman PK, Rue JJ, Reardon DC, 2004).
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 48
Secondo Speckhard e Rue (1992), i sintomi maggiori del Disturbo Post-‐‑Traumatico da Stress, chiamato da loro “Postabortion Syndrome”, si possono riassumere in: “(a) l’esposizione o la partecipazione ad una esperienza di aborto, che viene percepita come l’uccisione traumatica ed intenzionale di un bambino non ancora nato; (b) rivivere in modo negativo ed intrusivo l’evento dell’aborto; (c) sforzi infruttuosi di evitare o negare i ricordi dolorosi dell’aborto, che determinano una ridotta capacità di reagire al trauma; (d) altri sintomi associati che non erano presenti prima di abortire, inclusi sensi di colpa e la sensazione di essere sopravvissuti” (Cantelmi T., Cacace C., 2007).
Alla luce di tutte queste ricerche, non possiamo che arrivare alla conclusione che
una gravidanza indesiderata, interrotta attraverso l’aborto volontario, comporta una serie di problemi fisici e psicologici.
Si potrebbe forse risolvere il problema con la contraccezione, ma la contraccezione ha parecchie controindicazioni e in più dalle statistiche e ricerche emergono dati contraddittori circa il risultato che un anticoncezionale si prefigge. Per esempio, in Canada la pillola contraccettiva è stata legalizzata nel 1969, lo stesso anno in cui è stato legalizzato l’aborto. L’anno successivo le statistiche canadesi riportavano 11.152 aborti. Oggi gli aborti sono saliti a 106.418. Dal 1970, in un periodo di ricorso alla contraccezione che non ha precedenti nella storia, il numero degli aborti è cresciuto dieci volte. L’OMS riporta che “fra le donne canadesi di età compresa fra i 15 e 44 anni, l’86% fa uso della pillola”. C’è qualcosa che non quadra: mi chiedo se le donne vogliono rimanere incinta, poi la paura prende forma ed è così forte che si interrompe la gravidanza!
Uno sguardo alle giovani generazioni: le relazioni sessuali fra teenagers possono essere fonte di sofferenza per tutta la vita. Vivono i rapporti sessuali con ansietà per la possibilità di una gravidanza indesiderata o di contrarre una malattia venerea; le loro relazioni sono spesso instabili e temporanee e il verificarsi di contrasti e rotture sentimentali può incidere a lungo termine sullo sviluppo. Una serie di rotture sentimentali può ledere gravemente la capacità della persona di instaurare una relazione basata sull’amore e sulla responsabilità. In genere gli individui che hanno un’attività sessuale prematrimoniale hanno il 50% di probabilità in più di divorziare rispetto a quelli che non ce l’hanno (Kahan 1991). È quindi giusto e doveroso promuovere l’astinenza sessuale nei giovani.
Più dell’80% delle donne che abortiscono non sono sposate (Henshaw et al. 2001), quindi il problema dell’aborto, principalmente, si ha a causa di relazioni sessuali al di fuori del matrimonio. Mi dispiace attestare che anch’io sono rientrato in questa statistica (anche se in realtà io già avevo firmato i documenti per sposarmi con Aida e non solo, avevamo anche già fatto le pubblicazioni). Certo è difficile, ai giorni d’oggi, aspettare fino al matrimonio per avere un rapporto sessuale, considerando che ormai il rapporto sessuale arriva quasi subito in una relazione. Valutando però le conseguenze, forse è meglio evitare il rapporto sessuale e concentrarsi sulla conoscenza del partner, con un progetto di matrimonio solido, fondato su principi eterni, una unione che guarda a futuro fin che morte non separi.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 49
Se è possibile, arrivare vergini al matrimonio. Consiglio la lettura del Deus Caritas Est, l’enciclica di Papa Benedetto XVI.
A questo punto, vorrei forse riportare ancora notizie su gravi conseguenze per
chi commette l’aborto. Ma non ha senso, vado più nell’elementare e cito ciò che hanno detto gli indiani Lakota: “Qualsiasi azione d’amore s’impregna nella memoria, vivente e non, per l’eternità, così qualsiasi azione cattiva”. Da qui nasce l’idea di scrivere un capitolo sull’amore. Cos’è l’amore? Lo possiamo misurare? Lo possiamo creare?
Concludo con questa preghiera di Papa Giovanni Paolo II: O Maria, Aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi, affidiamo a Te la causa della
vita: guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere, di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall’indifferenza o da una presunta pietà. Fa’ che quanti credono nel Tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita. (Giovanni Paolo II)
MADONNA DEL PARTO -‐‑ PIEVE S. LORENZO, MONTEFIESOLE (FI)
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 50
CAPITOLO VII – Amore
Roberto Benigni, commentando la Divina Commedia in vari suoi show,
ribadisce che chi fa del male viene sommerso dal male, che non saprà neanche da dove gli arriva; così, in uguale misura, chi fa del bene viene sommerso dal bene. Ognuno di noi ha una coscienza e sa in cuor suo cosa sta facendo, bene o male. Concordo che in molte situazioni non si ha questa consapevolezza; si fanno certe azioni perché si è presi dall’ansia, dalla paura, dal panico, si è immersi nel problema e non si riesce a venirne fuori. Qui è importante capire che cosa sta capitando, e fissarsi su alcuni principi morali universali, come l’Amore. Non pensiamo al problema in cui siamo immersi, bensì pensiamo al principio della vita, l’Amore. Se noi amiamo, l’amore ci ritorna. Se non amiamo non possiamo essere amati. Io mi ricordo di una lettura del Vangelo, quando ero in Israele durante il mio pellegrinaggio a piedi. Mi trovavo sul Monte Tabor, la lettura era quella in cui Gesù risuscita il suo amico Lazzaro. Io rimasi scioccato nel pensare ad un Gesù che piange per la morte di Lazzaro. Mi chiedo il perché: Gesù sapeva bene che c’è un’altra vita dopo la morte. Perché allora piange, si dispera, si dispera così tanto che non accetta la sua morte e lo risuscita? È commovente vedere la disperazione di Gesù. Non solo, perché Gesù ama? Ama perché ha bisogno d’essere amato, è Dio fatto uomo, un essere umano come tutti noi, è di una grande semplicità: “Grazie Papà Celeste per il tuo grande sacrificio, per il tuo grande Amore incondizionato che ci hai dato e ci dai ogni giorno”. Qui mi ricollego a ciò che scrivevo prima: se noi amiamo riceviamo amore; se vogliamo essere amati, dobbiamo amare. Se noi non abortiamo, stiamo amando; quell’amore ci ritornerà indietro. Non è detto che ci ritorni indietro dal bambino, perché magari lo si è dato in adozione, ma ci ritorna indietro dalla vita, da Dio. L’amore si fissa nell’aria, lo possiamo respirare, ci possiamo immergere dentro. Ciò che scrivo non è frutto di un pensiero, è provato scientificamente. Un grande ricercatore inglese, John Bowlby (1969), fu il primo a stabilire che l’attaccamento era un impulso primario per il bambino. Questo punto è importantissimo; Freud per esempio affermava che l’attaccamento era un impulso secondario, cioè i bambini sentono attaccamento alla persona o all’oggetto che somministra una soddisfazione orale. Per la maggior parte dei bambini era la madre, perché con maggior probabilità alimenta il bebè. Ciò era una falsa credenza: il bambino non si attacca alla mamma perché gli dà da mangiare -‐‑ quindi come impulso secondario -‐‑ bensì si attacca alla mamma o a chi si occupa di lui perché è indispensabile per creare lo schema cognitivo emozionale. In altre parole, se il bambino non è amato, non potrà amare, avrà un handicap, invisibile a occhio nudo. Il bambino per amare deve essere amato. Questa fase dura circa 36 mesi e si divide in quattro tappe. È importante sapere che un bambino non può essere dato in adozione tra i 6 mesi e i 24 mesi, perché ai 6 mesi il bambino ha l’ansia della separazione, la paura dell’estraneo: in concreto, è entrato nel legame
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 51
d’attaccamento vero e proprio. Il legame d’attaccamento madre-‐‑bambino è cruciale per la sopravvivenza della specie e s’instaura sin dalla nascita per l’azione congiunta di ormoni e neuromediatori, fra cui il più importante è l’ossitocina (OT), ormone ipotalamico che sovrintende alla conservazione della specie. Dopo circa 6 mesi dalla nascita, il legame madre-‐‑bambino è garantito dal sistema comportamentale innato dell’attaccamento, descritto da Bowlby (1969) come bisogno primario, dove fino ai 36 mesi ha la sua massima espressione ed è un periodo delicatissimo, in cui un cattivo attaccamento pregiudica in maniera significativa la vita futura del nascituro.
In questo punto, quindi, possiamo capire l’importanza dell’amore. È diverso dalla società. Ci si chiede in sociologia se è l’uomo che forma la società, o è la società che forma l’uomo: la risposta è che è la società che forma l’uomo. Ciò è triste, perché è come se fosse impossibile cambiare tutto ciò che c’è di brutto nella società, perché per cambiarla dobbiamo cambiare l’uomo. Ma se l’uomo è formato dalla società, come si fa? Io considero e penso, un pensiero rafforzato da ciò che ho scritto anteriormente, che l’amore ha e dà questo potere, il potere di cambiare. Infatti, noi possiamo cambiare le società future partendo dai bambini, sommergendoli d’amore, e l’amore dà amore. Abbiamo bisogno d’amore e Gesù è il primo a dimostrare questo grande bisogno primario. C’è una grande speranza nel mondo ed è nelle nostre mani: non odiamo, amiamo, non abortiamo per favore, no, no, no!
Vi supplico, o voi che leggete, dite un “no” all’aborto.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 52
CAPITOLO VIII -‐‑ Soluzioni all’aborto
Se i genitori di Steve Jobs avessero abortito, la società sarebbe stata privata di un
grande genio. È molto commovente la storia di Steve Jobs; così lui la descrive in un mitico discorso presso la Stanford University nel 2005:
“Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma era
una ragazza-‐‑madre, perciò decise di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi adottato da persone laureate, così tutto fu pronto affinché ciò avvenisse alla mia nascita, da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo, quelli che poi sarebbero diventati i miei ‘veri’ genitori, che allora si trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo della notte e venne chiesto loro: “Abbiamo un bimbo, un maschietto, ‘non previsto’; volete adottarlo?“. Risposero: “Certamente“. La mia madre biologica venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non si era mai diplomato; per questo si rifiutò di firmare i moduli definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei andato all’università”.
Si può leggere qui il grande amore della madre biologica di Steve, la signora
Joanne Carole Schieble; non potendo tenere il bambino, non ha abortito, no, ha deciso di partorirlo e di darlo in adozione, preoccupandosi anche del suo futuro. Incredibile manifestazione d’amore. Perché ammazzare un bambino, se ci sono tante persone desiderose di avere un figlio? Grazie al coraggio della signora Joanne Carole, oggi il mondo è più ricco, ricco di un grande esempio d’amore.
Estrapolo un’altra frase di Steve Jobs dal suo discorso: “La Morte è la migliore invenzione della Vita. È l’agente di cambio della Vita: fa piazza
pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio’ e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità”.
La morte, la fine di tutto per chi non crede, la fine del nostro corpo fisico e l’inizio di una nuova vita per chi crede. Tutto ha una fine. E, caro lettore che onori questo saggio con la tua lettura, abbiamo una cosa in comune: entrambi dobbiamo morire; forse io sono già morto da tanto, o forse sono ancora vivo -‐‑ adesso di sicuro io sono vivo -‐‑ ma so anche che ogni attimo che passa, ogni secondo che respiro, è un secondo in meno al tempo di vita che mi è concesso vivere. So anche un’altra cosa importante: questo scritto rimarrà su questa terra e comunicherà, io spero, tanto amore; sarà vivo, e sarà uno strumento che forse cambierà la vita di molti, che forse farà in modo che diminuiscano gli aborti. Allora, caro lettore, perché non impegnarci nel diffondere l’amore per la vita? Non solo tu lettrice, ma anche tu lettore: dall’amore nasce l’amore. Che senso ha vivere una vita d’egoismo in cui il nostro Io, il nostro Ego, viene messo al centro di tutto fino a causare la morte di altri
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 53
esseri umani, animali, della natura, della vita? Tutto è vita sulla terra, anche la terra stessa. Attenzione però: noi dobbiamo essere messi al centro di tutto. Sembra una contraddizione rispetto alla frase precedente, invece non lo è. Noi siamo ciò che è più importante nel mondo. Se noi moriamo, muore tutto. La vita continua, ma noi non esistiamo più. Noi lasciamo alla vita amore o odio, e chi verrà dopo di noi riceverà ciò che ognuno di noi lascia. Quando ero imprenditore, pensavo che guadagnando molti soldi avrei potuto cambiare il mondo, eliminare la fame nel mondo. Non era così purtroppo. Il mondo si può cambiare, se ognuno cambia se stesso: il mondo non cambia perché vogliamo cambiare il mondo. Ognuno di noi deve scendere le scale del proprio cuore, e lì incontrare se stesso, l’amore, Dio. La prima persona che dobbiamo amare siamo noi stessi; se noi ci amiamo, amiamo per via indiretta, non perché vogliamo amare ma perché emaniamo amore. L’amore è per via indiretta, non per via diretta. Amare la vita che si sviluppa dentro di noi, dentro un essere umano, è una grande manifestazione d’amore per noi stessi; se noi amiamo noi stessi, non abortiamo e non consigliamo l’aborto. Perché sopprimere una vita se la possiamo donare? Dobbiamo ricordare ed essere consapevoli che la vita la dà Dio, e solamente Dio può toglierla secondo i suoi progetti Divini. È semplice: non abortiamo, ma doniamo nostro figlio, se non lo vogliamo. Dio ci ricompenserà di tutto ciò, Dio ci ricolmerà di bene, così tanto che non sapremo neanche da dove ci arriva.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 54
CAPITOLO IX -‐‑ Il Perdono
Il perdono… Mi viene in mente un necrologio che mi aveva colpito, mi pare di
averlo letto su Repubblica, per cui decido di fare una ricerca e trovo notizie anche su altri periodici. “Profondo rispetto e affetto”, alcune parole di un necrologio, così intitola la Nuova Sardegna. Tutto sarebbe normale, se non fosse che a scriverlo è Cristina Berardi, insegnante rapita nel 1987 dal destinatario del necrologio, Gianfranco Aru. La sua prigionia durò 120 giorni, fu liberata per caso dalla polizia, che notò una tenda nelle campagne tra Arzana e Seui, in Sardegna nella provincia di Nuoro. Il testo completo del necrologio è: “Cristina Berardi è vicina a Maria Grazia e Tini per la tragica scomparsa del fratello Gianfranco, con profondo rispetto e affetto”.
In un primo momento fui felice nel leggere che una persona perdonava il suo rapitore, c’era qualcosa che mi emozionava. Invece, purtroppo, lei, Cristina Berardi non perdona; il Corriere della Sera del 12 settembre del 2011 riporta così il suo commento: «Ma quale perdono... Lui è una cosa, le sorelle un’altra. Loro sono persone perbene e sensibili. Conosco Tina da quindici anni, è insegnante, e io lavoro in biblioteca nello stesso circolo didattico. E Maria Grazia è alla biblioteca Satta. Il necrologio l’ho fatto per loro, non per lui». Su Gianfranco Aru scandisce: «Ha sbagliato, ma ha anche pagato; nessun altro è finito in carcere fra quelli che mi hanno sequestrato. Il problema del perdono non me lo sono mai messa e così pure quello dell’astio. Non sono un giudice: non assolvo e non condanno».
Qui assistiamo a ciò che scrivevo prima, la morte. Gianfranco Aru è morto e non è stato perdonato. Rifletto, guardo il giardino dalla finestra, le tende in seta indiana trasparenti danno un’immagine non nitida, ma chiara. Le note delle campane della musica Zen echeggiano, mi aiutano nella riflessione, nel chiedermi il perché. È triste, gli occhi si inumidiscono al solo pensiero che non ci sia un perdono. Avevo cercato questo articolo perché mi ricordavo erroneamente che vi era stato un perdono, invece no. Ciò però dà la consapevolezza di come il non amore di Cristina Berardi per il suo rapitore, mi trasmette tristezza. Ci si può domandare come è possibile perdonare colui che ti usa violenza, ti priva della libertà per un suo tornaconto economico, per portarti via ciò che ti appartiene con la forza. Cristina Berardi afferma, sempre nello stesso articolo citato anteriormente, che è difficile dimenticare; queste le sue parole: “Cerco di vivere la mia vita, ma questi sono bagagli che ci dobbiamo portare appresso, niente si può cancellare”.
Il 16 gennaio del 2012 ho letto un altro articolo, che adesso mi riviene in mente e lo cerco con il motore di ricerca Google: mi ricordo di una frase di Farouk Kassam, purtroppo un altro sequestrato quando era un bambino, che dice: “Sono forte, ma non perdono i rapitori”. Farouk Kassam fu sequestrato all’età di soli sette anni, il 15 gennaio del 1992; durante la prigionia gli fu tagliata la parte superiore dell’orecchio sinistro. La prigionia durò 177 giorni.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 55
Mi ricordo poi di aver letto un articolo particolare tanti anni fa; lo cerco e lo trovo. Il 29 settembre del 1994, Nicholas Green, un bambino di sette anni, rimase ferito nel tentativo di una rapina, sull’autostrada A3 Salerno-‐‑Reggio Calabria, mentre si dirigeva in Sicilia a bordo di una Autobianchi Y10. Nicholas morì purtroppo il 1° ottobre nel centro neurochirurgico dell’ospedale di Messina. I genitori decisero di donare gli organi: un atto d’amore. Così gli alunni della classe V C del I Circolo di San Nicola la Strada hanno voluto ricordare Nicholas:
Classe V C Donare Donare non è una cosa che fanno in molti. Le poche persone che lo fanno, come i genitori
di Nicholas, sono molto speciali perché donano una parte di loro o di una persona a loro molto cara a gente che ne ha bisogno. Donando gli organi di Nicholas sono state salvate sette persone ed ora una parte di lui vive in sette persone, che grazie a lui vivono ancora. Nicholas era un bambino molto speciale, talmente speciale che forse anche lui avrebbe voluto che i suoi organi fossero donati a persone malate per farle continuare a vivere.
Questo grande gesto d’amore contagia, rende felici tutti, e la morte violenta è
cancellata dall’amore! Roberta, una bambina della V A, così invece scrive: Nicholas era un bambino... Nicholas era un bambino che adorava i miti e le leggende e
anche se non sapeva tutta la storia del mondo si interessava molto agli dèi, ai Romani, ai Greci ecc… Ma Nicholas oltre alla lettura amava sicuramente i suoi amici e la sua famiglia che gli dimostravano affetto e tantissimo amore. Era un bambino che amava l’Italia, ma era anche un bambino molto gentile, generoso, amichevole. La tragica notte, quando Nicholas morì, era stata la notte più brutta che potesse succedere a tutti. Ma il padre non si rattristò e donò sette organi a sette bambini che stavano per morire. Ma oltre a donare sette organi a sette persone, il padre costruì un monumento formato da campane ed ogni volta che suonano gli ricordano il cuore di Nicholas che è come se dicesse che si sta divertendo in paradiso.
Il perdono, ma cos’è il perdono? Il perdono è donare? E perché il perdono è
importante? Il perdono, ancora penso… Il perdono ha diversi significati, per cui è importante scrivere un nuovo capitolo sul perdono.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 56
CAPITOLO X -‐‑ Cos’è il Perdono? Il significato, l’importanza, il cammino del perdono.
Il perdono cambia significato secondo il percorso della propria vita: dove siamo
nati, la cultura della nostra terra, il tipo di religione, il nostro Io interiore. “Insegnami a perdonare” chiese il discepolo al suo maestro in un vecchio racconto
indiano. “Se non avessi condannato” fu la risposta, “non avresti la necessità di perdonare”. (Soares-‐‑Prabhu, 1986:63)
La necessità del perdono nasce dalla condanna o dal desiderio di condannare
qualcuno per qualcosa che ha fatto e che noi giudichiamo sbagliato. Abbiamo due elementi: la condanna e il perdono. Mi sono venuti in mente i casi di condanne mediatiche. L’uomo condanna anche per fatti di cui è portato a conoscenza, e non solo per un danno subito. La condanna presuppone un giudizio; ciò significa che subito si è portati a giudicare il prossimo, nella maggiore e quasi totalità dei casi, senza neanche sapere esattamente come i fatti si sono svolti. Nel caso specifico dell’aborto, la donna può essere giudicata assassina o è un’assassina? Io mi posi questa domanda con Aida: la giudico assassina o è un’assassina? È importante capirlo, perché io non voglio giudicare nessuno, solamente Dio può giudicare. Io ho timore di offendere Dio, e del suo giudizio; io ho bisogno della sua Misericordia. “A me la vendetta, sono Io che ricambierò, dice il Signore” (Romani, 12,19). A me piange il cuore vedere condannata una persona, di più ancora nei confronti della madre del piccolo Christian Marie. Il versetto 17, 18 e 20 che riporto, dà una visione interessante di come comportarci nella vita: Non rendete a nessuno male per male (Romani 12,17); Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti (Romani 12,18); Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male (Romani 12,20). Faccio qualche passo indietro e ritorno al giudizio. Io ho una grande paura di
giudicare, ma non penso che scrivere che chi commette un omicidio è un assassino, sia un giudizio. L’aborto è l’interruzione volontaria di una vita, sia allo stato embrionale sia come feto. Chi si macchia di tale colpa è un assassino. Chi promuove ciò è un complice in un assassinio. Mi dispiace però utilizzare questo termine; se tra di voi lettori c’è qualche persona che ha effettuato un aborto, consigliato, obbligato, ciò appartiene al passato solamente se c’è stato il pentimento. Se c’è il pentimento, ci può essere il perdono. Molto spesso il perdono è associato al Cristianesimo, ma non è una sua esclusività; infatti nella maggior parte delle religioni è contemplato il chiedere e ottenere il perdono. La religione indù fa risalire in India l’idea del perdono e del pentimento, ad un’epoca lontana, ancora prima che fosse scritta la Bibbia, nel periodo 5000-‐‑1000 a.C. Un esempio del RigVeda, antico testo sacro indiano, scritto in sanscrito, dice: “Perdonami tutti gli errori che ho commesso […] oh,
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 57
Dio dell’Amore” (Easwaran, 1991:40). Beck scrive che il potente dio Varuna era indulgente con quelle persone che si pentivano ed eliminava i peccati delle varie generazioni. Nelle differenti tradizioni dell’Induismo, negli scritti come il Dharmaśāstra, oggi si discutono concetti come il perdono, la compassione, la pazienza, che si considerano qualità essenziali per tutte quelle persone che desiderano seguire il dharma, il sentiero della rettitudine (Rye et al., 2000). Nell’idea buddhista è difficile incontrare la parola “perdono”, ma l’idea buddhista sulla pazienza include sia sopportare un male come rinunciare alla ira contro le persone che ti hanno offeso (Ibidem). Una storia buddhista del Mahvagga raccontata da Soares-‐‑Prabhu (1986:57), narra del principe di Kosola, che ricordandosi il consiglio che gli diede il padre moribondo, perdonò la vita dell’uomo che aveva assassinato la sua famiglia e usurpato il suo regno: “Non guardare lontano (cioè, non lasciare che il tuo odio duri troppo tempo), non guardare vicino, (significa non avere fretta di discutere con i tuoi amici), poiché l’odio non si placa con l’odio, l’odio si placa solamente con l’assenza dell’odio”. Nella tradizione ebraica, il malfattore deve pentirsi ed espiare le sue colpe prima di poter ricevere il perdono. La tradizione ebraica quindi non vede di buon occhio il perdono gratuito, cioè a prescindere se il malfattore si sia pentito oppure no. Gli ebrei pensano che per chi non si è pentito aumenta la probabilità che ripeta l’errore commesso. Nel Cristianesimo è fondamentale la predisposizione a perdonare ed essere perdonati. Così anche nell’Islam, il Corano invita a perdonare a prescindere se la persona sia pentita o no. Alcuni eruditi ritengono che il Corano indica che la ricerca del perdono è “più virtuosa e vicina a Dio” della ricerca della giustizia.
Oggi è venerdì 3 febbraio 2012, il primo venerdì del mese, per cui adesso devo
interrompere lo scritto per andare in chiesa perché dal mese d’agosto, quando mi trovavo a Leeds, sto facendo la novena dei primi nove venerdì del mese, per la “Grande Promessa” che Gesù ha rivelato a Margherita Maria Alacoque, pratica che consiglio a tutti per usufruire delle promesse di Gesù e affinché il mio nome possa essere scritto nel suo cuore e mai cancellato per l’eternità: 1. Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato. 2. Metterò e conserverò la pace nelle loro famiglie. 3. Li consolerò in tutte le loro pene. 4. Sarò loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte. 5. Spanderò copiose benedizioni su di ogni loro impresa. 6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l’oceano infinito della misericordia. 7. Le anime tiepide si infervoreranno. 8. Le anime fervorose giungeranno in breve tempo a grande perfezione. 9. La mia benedizione poserà anche sulle case dove sarà esposta ed onorata l’immagine
del mio Cuore. 10. Ai sacerdoti io darò la grazia di commuovere i cuori più induriti. 11. Le persone che propagheranno questa devozione, avranno il loro nome scritto nel mio
Cuore e non ne sarà cancellato mai.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 58
12. A tutti quelli che, per nove mesi consecutivi, si comunicheranno al primo venerdì d’ogni mese, io prometto la grazia della perseveranza finale: essi non morranno in mia disgrazia, ma riceveranno i Santi Sacramenti (se necessari) ed il mio Cuore sarà loro sicuro asilo in quel momento estremo.
L’avevo già fatta in passato, ma avevo la necessità di ripeterla. Per chi volesse
intraprenderla, le condizioni sono le seguenti: 1. Accostarsi alla Comunione. La Comunione va fatta bene, cioè in grazia di Dio;
quindi, se si è in peccato mortale, bisogna premettere la confessione. 2. Per nove mesi consecutivi. Quindi chi avesse incominciato le Comunioni e poi
per dimenticanza, malattia ecc. ne avesse tralasciata anche una sola, deve incominciare da capo.
3. Ogni primo venerdì del mese. La pia pratica si può iniziare in qualsiasi mese dell’anno.
Oggi è anche la festa di San Biagio, per cui al finale della messa c’è stata la
benedizione delle gole, in quanto egli è protettore dalle malattie della gola e anche da altri mali fisici.
La preghiera scritta nel retro della sua immaginetta, invoca l’impiego della nostra lingua a difendere la verità della fede, e io mi raccomando anche a lui, affinché questo scritto sia redatto secondo queste intenzioni.
Che cos’è il perdono? Cos’è? Watson (1984, p.149) scrive che il perdono è in
relazione con l’amore e cita alcune parole di McCall: “Il perdono è un amore dato prima che l’altro lo abbia dato, guadagnato, accettato o incluso, capito. È il naturale amore di Dio, che inviò Suo Figlio molto prima di quando noi neppure avessimo pensato ad amarlo. L’amore prende l’iniziativa”. Watson continua scrivendo che, quando ci hanno ferito gravemente, forse non abbiamo la capacità d’amare la persona che ci ha ferito, però possiamo ottenere la forza dell’amore di Dio, che “può essere costantemente sentito nel nostro cuore per mezzo dello Spirito Santo”. Secondo Hargrave (1994), il perdono è la liberazione del risentimento verso colui che ci ha offeso, mentre per Di Blasio y Proctor (1993), è il restauro delle relazioni e la cura delle ferite emozionali interne. Due belle definizioni. Tanti anni fa giustificavo sempre un comportamento altrui, e cercavo sempre le cause del perché, e in quel perché perdonavo, forse. Ma no, non penso che fosse perdono; io non considero il perdono una giustificazione. La giustificazione è importante, ci aiuta a capire perché un evento si è verificato, ma il perdono va molto al di là. Non dobbiamo basarci sul perché un’azione è stata fatta, e quindi agevolare un perdono. Il perdono in sé è molto di più, è una forza travolgente, che va a prescindere da qualsiasi scusante. Se noi giustifichiamo, stiamo in qualche modo giudicando: il valore del nostro giudizio, alla fine, influisce sul perdono.
Il perdono, invece, è a prescindere da tutto.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 59
Il filosofo francese Comte-‐‑Sponville (1998:123) afferma che il male non è un errore: “Il male dipende dalla volontà, non dall’ignoranza; dal cuore, non dall’intelligenza e neanche dalla mente; dall’odio, non dalla stupidità […] il male è egoismo, perversione, crudeltà”. Comte-‐‑Sponville cita a proposito anche le parole di Jankélévitch: “Scusiamo l’ignorante, perdoniamo i malvagi”.
L’aborto è un atto che dipende dalla volontà della persona, della donna. Quindi è un male voluto, perciò è malvagio, e l’unica arma che abbiamo per contrastare ciò è l’arma del perdono, amare. North (1988), scrive che la tortura infantile, il genocidio (l’aborto è un genocidio silenzioso), sono così orribili e tanto gravi che sfidano la nostra comprensione. Lo psicologo sociale Baumeister (1999) investigò la maniera delle persone di giustificare la violenza e la crudeltà, sia nelle piccole trasgressioni, sia nei casi di assassinii e torture. Scrive che le azioni malvagie hanno luogo quando si rompe l’autocontrollo come conseguenza della pressione del gruppo o di piccole decisioni. Nel caso di Aida e di tutte quelle persone che decidono d’abortire, agisce una piccola decisione o una pressione del gruppo familiare o sociale. La parola “assassinato” svanisce nella mente di chi commette l’aborto; Baumeister (1999) scrive ancora che la maggior parte delle persone che commettono crimini -‐‑ lui scrive in senso generale -‐‑ non considerano ciò che fanno come qualcosa di malvagio; si vedono essi stessi come vittima che stanno correggendo qualcosa mal fatta. E ciò è vero. Quando io parlai con Aida, e le domandai se si rendesse conto di ciò che aveva fatto, mi disse che era la cosa giusta. La maggior parte delle donne che commettono un aborto, pensano che sia la cosa giusta, o per lo meno la più sensata in quel momento. Perdono di vista completamente il senso della propria vita, si dimenticano della propria morte fisica e metaforica: in quel momento esistono solo loro e nient’altro. Vi è un egoismo incredibile, non c’è più amore; l’amore è stato scacciato dall’egoismo, ha riempito i loro cuori. Un cuore senza amore non può amare. Le donne, dopo un aborto, hanno il loro cuore vuoto, pieno del niente. Il niente che prende forma. Per recuperare l’equilibrio, devono svuotarlo del niente per permettere all’amore di riprendere pian pianino il suo posto e iniziare il percorso d’amore verso se stesse, e conseguentemente possono così iniziare a poter dare amore. La persona che commette un aborto priva il mondo del loro amore. Da qui la necessità di perdonarsi. Ma perché?
Baures (1996:89) scrive a proposito: “Il perdono non deve essere incentrato su colui che ha commesso l’offesa, ma bensì per il sopravvissuto, che si rende conto che l’odio è distruttivo”. Il perdono quindi deve essere dato da colui che ha subito il torto, piuttosto che da una persona che ha commesso il male. Ironicamente, se ci ragioniamo, colui che ha subito un’offesa può anche essere la stessa persona che l’ha commessa. Nel caso specifico della donna che commette l’aborto, investe le due figure: autrice del delitto e sopravvissuta al delitto. L’aborto non dà conseguenze solamente a chi è contrario, che quindi subisce un’offesa -‐‑ per esempio Dio, un padre che non si può opporre, o la società che viene resa più povera -‐‑ ma soprattutto a colei che l’ha fatto. Si potrebbe pensare che le conseguenze per chi
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 60
commette un aborto siano relative, ma non è così. La ricerca, le testimonianze di tante donne raccontano che abortire è un forte trauma, un dolore immenso con cui bisogna condividere le proprie giornate, a volte una bomba a orologeria, che non si sa quando, come e se esploderà.
Importante è ciò che afferma Melanie Klein (1990): la nostra necessità e la nostra capacità d’amare sono inestricabilmente unite. Non possiamo amare se non siamo amati, abbiamo bisogno d’amore, quindi pretendiamo amore per poter dare amore. Il bambino ha la necessità di perdonare il proprio genitore, così Klein scrive: “E se li abbiamo perdonati per le frustrazioni che abbiamo dovuto sopportare, in questo caso possiamo essere in pace con noi stessi e saremo capaci d’amare gli altri nel vero senso del termine” (1990:343). Questo meccanismo è uguale nel caso dell’aborto, di un trauma.
Io in questo caso, ahimè, sono parte offesa, però perdono Aida e l’amo nel vero senso del termine. Non perdono Aida perché mi sento superiore moralmente: la perdono perché ho bisogno di perdonarla per essere in pace con me stesso e per poter dare amore. Anche Aida ha bisogno del perdono, di perdonarsi, in quanto persona, e poter vivere in pace con se stessa ed esser capace d’amare nel vero senso del termine. Da qui la necessità dell’amore, la necessità del perdono.
In tre parole, cos’è il perdono? Una necessità primaria.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 61
CAPITOLO XI -‐‑ Il Regno di Nessuno Il principe Christian si trovava rinchiuso nel suo castello in riva al mare. Faceva
freddo, tutto intorno era nevicato, il suo regno, il Regno Stellato, era sotto la morsa del gelo. Il principe Christian aveva un bellissimo studio con una folta libreria. Aveva ampie vetrate che gli facevano vedere il suo bellissimo giardino. I mobili erano tutti in legno e antichi. Aveva delle sedie di oltre 300 anni che appartenevano alla dinastia Ming, in legno di olmo, che adorava per la loro semplicità. A volte pensava chi vi si fosse seduto, qualche filosofo o scrittore. Dietro il suo tavolo-‐‑studio vi erano due spade realizzate in osso da esperti artigiani cinesi, erano intagliate a mano. Durante il viaggio dalla Cina al Vecchio Continente, si erano smontate e si erano fatte in tanti pezzi. Il principe non volle che nessuno le riparasse. In quei giorni le guardava e decise di riaggiustarle da solo: si mise sopra il suo tavolo-‐‑studio ad armeggiare con gli attrezzi finché non ebbe finito. Una spada era la sua; l’altra, leggermente più piccola, sarebbe potuta essere della principessa Aida. Avrebbe voluto inviare la spada alla principessa, ma non poteva, perché le due spade dovevano rimanere unite e combattere fianco a fianco. Quella spada sarebbe appartenuta alla sua sposa, ma la principessa Aida adesso non era la sua sposa. Nonostante tutto non si era rassegnato a perdere per sempre la sua amata principessa Aida. Chissà, qualcosa può sempre succedere.
Oggi, 14 febbraio 2012, il principe Christian è andato ad ascoltare la messa come
tutti i giorni; la messa era in ricordo di una donna morta un anno prima, si chiamava Elisa, come alla principessa Aida piaceva farsi chiamare in privato dal principe Christian. Il principe Christian era un po’ pensieroso. Alla fine della messa, i parenti di Elisa regalavano il pane ai partecipanti; il principe Christian pensò che se non gli fosse stato dato il pane, significava che forse ancora c’era un barlume di speranza con la principessa Aida, e così fu. “Voglio ritornare nel Regno di Nessuno” disse ad un certo punto il principe, per cui decise di scendere nel suo cuore, aprire la porticina e passare per il passaggio segreto.
Tutto era grigio, il viale alberato era triste, gli alberi erano tutti spogli, le foglie secche a terra erano in decomposizione e creavano un tappeto, il tappeto della morte. Il principe camminava, era sceso solo ma io, Irpus, ho il permesso di seguirlo ovunque vada, affinché possa scrivere e raccontare. Qui però il principe Christian volle prendere la parola e raccontare questo suo cammino nel Regno di Nessuno.
Camminavo, perso, assorto nei miei pensieri, in una sofferenza tutta mia,
quando ad un certo punto vidi una luce in fondo al viale alberato, una luce di color giallo, bella, con dei raggi stupendi. Rimasi fermo, immobile, quasi impassibile ad ammirarla. Poi mi avvicinai, e la luce scomparve lasciando al suo posto qualcuno.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 62
Mi avvicinai ancora di più e gli chiesi chi fosse. Lui mi disse, con voce sorpresa, come facessi a non riconoscerlo. Io gli risposi che mi dispiaceva, ma non lo conoscevo. E lui, ancor più sorpreso, mi disse: “Come?! Se ogni giorno leggi il mio poema!
Son proprio io, sì… non aver paura, non è arrivata la tua ora, son venuto qui mandato da “Colui, lo cui saver tutto trascende, fece li cieli e diè lor chi conduce, sì ch’ogni parte ad ogni parte splende, distribuendo igualmente la luce: similmente a li splendor mondani ordinò general ministra e duce, che permutasse a tempo li ben vani di gente in gente e d’uno in altro sangue, oltre la difension di senni umani; per ch’una gente impera ed altra langue, seguendo lo giudicio di costei, che è occulto come in erba l’angue. Vostro saver non ha contasto a lei: questa provede giudica e persegue suo regno, come il loro li altri dei. Le sue permutazion non hanno triegue: necessità la far esser veloce; sì spesso vien chi vicenda consegue. Quest’è colei ch’è tanto posta in croce pur da color che le dovrien dar lode, dandole biasmo a torto e mala voce. Ma ella s’è beata e ciò non ode: con l’altre prime creature lieta volve sua spera e beata si gode. Or discendiamo ormai a maggior pietà: già ogni stella cade che saliva quand’io mi mossi, e ‘l troppo star si vieta” Finito di parlare, Dante volse il suo sguardo a me, Irpus, senza proferir nulla.
Presi la parola: “Dio è Colui che tutto trascende, va al di là di tutti i saperi del mondo, non
potete saper chi è Dio, fece i cieli e la Sua Intelligenza Celeste produsse altre intelligenze Celesti e Angeliche che conducevano ad altre parti dei Cieli, ma sempre si tratta di Dio. Ogni parte splende, distribuendo ugualmente la luce; non ci sono parti buie, quando c’è il buio, arriva sempre la luce. Ordinò con una legge un’amministrazione Sua, di fare così anche con gli splendori del mondo, con le
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 63
fortune, con le grazie, con le ricchezze che ci sono nel mondo, “fate che esse girino”. Che cambino nel tempo i poteri, la fortuna; ciò l’ha deciso Dio: non si può cambiare. Una persona sta bene e l’altra soffre, seguendo il giudizio della fortuna che è un’emanazione dell’intelligenza Divina, il giudizio è occulto, non si vede, come il serpente nell’erba. Ciò che volete fare voi, non ferma la fortuna; ciò è decisione e volere di Dio: questa provvede, giudica e persegue, su tutti i regni, cioè, di come sempre Dio ha deciso che vada. Non si ferma mai su un punto la fortuna, la necessità la fa esser veloce, così passa il potere da quello all’altro. È provvidenziale la fortuna, perché bisogna fare tutti i percorsi, bisogna star male, bisogna soffrire, bisogna capire che cos’è la vita in tutti i suoi aspetti; questa è la provvidenza che va sia nei popoli che nelle singole persone. Adesso scendiamo giù ad un più grande dolore, perché le stelle già scendono, siamo nell’Inferno e non c’è dato rimaner più di ventiquattr’ore”.
Il principe Christian si rivolse a Dante: “Io so, caro Dante, lo che tu comunicar
vuoi. Io sempre pensai d’esser l’uomo più fortunato della terra nell’aver incontrato la principessa Aida. Sempre considerai un gran regalo del Ciel, un dono di Colui che tutto trascende. La mia felicità era così immensa, che non potevo far altro che ringraziar il mio Padre Celeste del gran dono che mi fece”. Oh Papà, Papà Celeste… Io t’amo ugualmente e nelle tue mani ripongo la mia completa fiducia, fede in Te. Adesso, caro Dante, capisco ancor di più. Mi sono sempre chiesto il perché, e forse è perché già Dio ha deciso; ma perché ha deciso che la principessa Aida cadesse nel peggior peccato che l’umanità può conoscere?”
“Dio non ha deciso” rispose Dante. “Dio ha dato il potere alla principessa Aida di decidere e lei un dio si sentì, si sentì il potere nelle mani di decidere ciò che era giusto e ciò che non lo era, e così uccise il piccolo Christian Marie”.
“Caro Dante, se come tu dici, la fortuna è provvidenziale, per cui io, che fortunato son stato, adesso soffro per ciò che fu e che non fu. Soffro, soffro tanto; in questa sofferenza però voglio rinascere a nuova vita, e dare ancor più amor, amare ancor di più Dio, il mio Papà Celeste”.
“Ma dimmi, principe Christian, perché sei disceso qui, di nuovo, nel Regno di Nessuno?” domandò Dante al principe. Egli con gli occhi umidi, rispose: “Per trattar del ben ch’io vi trovai. La principessa Aida è una persona che amo, amo nel suo animo, perché il suo animo è una sorgente di gemme preziose, una cascata d’oro, il suo cuore è un diamante puro, perfetto”.
“Oh, ahimè, mio principe Christian, notizia brutta io portar ti devo. A gran dolor dobbiamo andar… Noi ricidemmo il cerchio a l’altra riva Sovr’una fonte che bolle e riversa Per un fossato che da lei deriva. L’acqua era buia assai più che persa: e noi, in compagnia de l’onde bige, entrammo giù per una via diversa.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 64
In la palude va, c’ha nome Stige, questo triste ruscel, quand’è disceso al piè de le maligne piaggie grigie. E io, che di mirare stava inteso, vidi genti fangose in quel pantano, ignude tutte, con sembiante offeso. Questi si percotean, non pur con mano, ma con la testa e col petto e coi piedi, troncandosi co’ denti a brano a brano. Lo buon maestro disse: “Figlio, or vedi l’anime di color cui vinse l’ira: e anche vo’ che tu per certo credi che sotto l’acqua ha gente che sospira, e fanno pullular quest’acqua al summo, come l’occhio ti dice, u’ che s’aggira. Fitti nel limo, dicon: “Tristi fummo Ne l’aere dolce che dal sol s’allegra, portando dentro accidioso fummo: or ci attristiam ne la belletta negra” Quest’inno si gorgoglian ne la strozza, chè dir nol posson con parola integra”. Io, Irpus, senza aspettare lo sguardo di Dante incominciai a parlare. Il principe Christian si trova ora in compagnia di Dante nell’Inferno, nel cerchio
dei violenti, degli iracondi e degli accidiosi. Decidono dunque di andare nell’altra riva sopra una fonte che bolle e riversa per un fossato che da lei deriva; l’acqua è buia, nera, sanguinea, e noi in compagnia dell’onde bige entriamo giù per una via diversa, nella palude che ha il nome Stige: è un ruscello che ristagna, puzza, tutto nero, e io che voglio veder, vedo gente fangosa in quel pantano, figure tutte ignude e con sembiante offeso. Queste si percuotono non solo con le mani, ma con la testa, col petto e con i piedi, staccandosi la carne a morsi. Sono persone che hanno malmenato il corpo con l’isteria. Sotto l’acqua vi sono persone che sospirano dal dolore, e si vedono le bolle dei loro sospiri. Parlano e dicono che furono tristi: sono i depressi, non i depressi per una patologia, ma quei depressi che vogliono essere depressi. Coloro che hanno vissuto nella nebbia, in una depressione, perché non sono riusciti a godere neanche della luce del sole, adesso s’attristano nella melma nera. Ciò che dicono gorgoglia nella strozza, e non possono dire una parola integra.
“Però, Dante, dimmi, qual è il dolor a lo qual dobbiamo andar?”. Non finisco di
pronunciar ciò, che vedo la principessa Aida nello Stige, ignuda, brutta, irriconoscibile, che sputa; lo sputo le ritorna in faccia con una tale violenza che le stacca la pelle, le cava gli occhi e le scolpisce il cranio. Si percuote la pancia, si picchia, si morde, si strappa tutto, fino all’utero, e si mangia il feto che aveva
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 65
abortito; alla fine, non contenta, si spezza le ossa e se le rosicchia fino a che non rimane nulla. Dante spiega che il suo comportamento è dettato dall’isteria, è alimentato dall’ira che ha scagliato contro il piccolo Christian Marie, uccidendolo. Quest’ira ha condannato la principessa Aida al perpetuo spezzettamento del suo corpo, facendola diventare una bestia che sputa e si mangia in eterno.
Vi è vicino anche suo fratello: vicino anche nell’età e vicino ancora nella condanna eterna. Un demone lanciatosi nello Stige, strappa gli attributi del fratello e li lancia a quella bestia di sua sorella, che incurante se li divora con avidità, perché neanche sa che cosa siano. Il fratello è condannato eternamente a cercare i suoi genitali, ma trovarli è impossibile, perché la principessa se li è divorati. Egli quindi viene catturato dai demoni, che iniziano a scuoiarlo con le unghie, staccandogli la pelle, la carne, consumandogli le ossa con i denti fino a che non rimane nulla. Dante spiega che la principessa Aida non aveva avuto il coraggio nella vita, e non solo: nella sua vita accusava chi poteva di non avere gli attributi. Per questo è condannata a mangiarsi i genitali del fratello, che perde perché non aveva avuto il coraggio di imporsi nella sua famiglia e salvare così la vita a suo nipote.
I resti dei due fratelli sprofondano nello Stige, e lì due anime immerse mangiano il tutto, prese dall’ira della loro sorte. Sono i genitori della principessa Aida, irriconoscibili. Quando hanno finito di divorare i figli, arrabbiati per ciò che la sorte gli ha riservato, maledicendo il giorno in cui li hanno messi al mondo, il padre della principessa è attaccato da alcuni demoni che gli infilzano gli attributi con un forcone staccandoglieli. Per riaverli deve rispondere alle domande dei demoni, che gli chiedono quando e perché la principessa Aida ha ucciso il piccolo Christian Marie. Ma lui non riesce a rispondere; non si capisce se sa o non vuole parlare, emette guaiti da bestia, e quindi i demoni lo scuoiano fino alle ossa e buttano tutto nello Stige. La madre della principessa Aida, anche lei accecata dall’ira, si dimena nella melma; lei che nella vita voleva tutto pulito, tutto bianco, si trova immersa nell’acqua torbida, puzzolente; si dimena sotto la melma, cercando di pulire i resti del feto abortito della figlia, che le si attacca alla pelle, e per pulirsi deve scuoiarsi. Lei è condannata anche a cercare il crocifisso, che non può stare nell’inferno: è la fede che lei diceva di avere, ma era solamente un’ipocrita; infatti aveva aiutato la principessa Aida ad abortire, mettendosi contro Dio. Cerca il crocifisso e maledice tutto e tutti, si dimena nella melma e si stacca la pelle cercando di pulirsi dal feto abortito che le divora le membra, facendola guaire dal dolore immenso. Non riesce a trovare il crocifisso, è adirata, isterica. Due demoni la prendono per i capelli sostenendola nell’aria, le chiedono il crocifisso; lei domanda del tempo, “ancora un po’!” implora, ma i due scoppiano in una gran risata: “Ti diamo tutto il tempo che vuoi, per l’eternità!”. La prendono e la scuoiano, le staccano la carne, le rosicchiano le ossa fino a non lasciare nulla. I resti di questa famiglia infame cadono quindi nell’acqua stagnante e puzzolente dello Stige, arrivando fino al fondo ancor più melmoso, puzzolente e schifoso, e qui si ricompongono a bestie e inizia nuovamente la loro condanna per tutta l’eternità.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 66
Dante spiega al principe che i genitori della principessa Aida sono stati condannati perché colpevoli insieme alla figlia dell’omicidio del piccolo Christian Marie. Il principe Christian aveva una grande stima dei genitori della principessa Aida, e quando vide che la sua amata non stava bene, aveva pensato che il posto migliore dove i suoi due Grandi Amori potessero trovare rifugio, fosse nelle braccia dei genitori della sua diletta sposa. Dante inoltre spiega che essi si sarebbero dovuti trovare nel quarto cerchio dell’Inferno, poiché la scelta di non opporsi all’aborto della principessa Aida fu dettata anche da ragioni economiche e perché disconobbero il gran valore umano, la vita. Si fecero beffa della gran fortuna che Dio gli aveva dato: l’agiatezza economica, la salute dei figli. A causa di un problema durante il parto, alla principessa Aida era stata diagnosticata una demenza permanente alla nascita, ma grazie alle preghiere dei genitori, Nostro Signore Eterno concesse la grazia. Grazia concessa anche al figlio più piccolo della coppia, quando a tre anni un’infermiera sbagliò una puntura e colpì un nervo, danneggiandolo seriamente, tanto che gli impedì di camminare. Le preghiere alla Madonna del Miracolo furono ascoltate ed esaudite, ed oggi il fratello più piccolo può camminare. Questa grande ricchezza che il Padre Celeste gli ha donato, se la sono tenuta tutta per loro, con avarizia e ingordigia. Non hanno avuto la capacità di donare l’amore ricevuto, la clemenza di salvare la vita al proprio nipotino, il piccolo Christian; per questo adesso sono condannati e resi irriconoscibili a causa della loro vita condotta nell’ingordigia e avarizia d’amore. Sono condannati però nel quinto cerchio, poiché la loro fu una risposta attuata per affrontare una situazione a loro sfavorevole: si è trattata di una rabbia frettolosa e improvvisa, dettata dall’impulso di autoconservazione, con l’aggravante di essere deliberata. La rabbia è una forza sia positiva che negativa, che agisce sulle risorse psicologiche e ciò porta in due direzioni opposte: la giustizia o l’ingiustizia, il bene o il male.
“Ma dimmi Dante, che fine ha fatto il fratello più piccolo della Principessa Aida?” chiede il principe Christian.
“Il fratello più piccolo della principessa Aida si trova nell’Antinferno; ciò perché ha assunto una posizione neutrale davanti all’aborto di sua sorella. Adesso corre nudo dietro ad una bandiera senza alcuna insegna, è punto da vespe e mosconi e il suo sangue misto alle lacrime è raccolto dai vermi: è un ignavo. Con lui corre anche il Sacerdote del Regno Bianco, reo di non aver preso, di fronte alla decisione della principessa, una forte e capace posizione a favore della vita e degli ideali a cui ha dato i voti”.
Poi, presolo per mano, lo conduce nella Città di Dite, dove gli mostra le tombe infuocate degli eretici. Vi erano sepolti i medici e le infermiere del Regno Bianco, che praticarono l’aborto poiché non credevano che il feto e l’embrione avessero vita, e non credevano in una vita dopo la morte. Erano degli eretici e condannati a stare vivi nelle tombe aperte, perché pensavano che la vita finisse con la morte stessa. Attendevano il Giudizio Universale per riunirsi col proprio corpo; il sepolcro allora sarà chiuso e la condanna sarà definitiva: restare eternamente vivi dentro la tomba.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 67
Il principe Christian inizia a preoccuparsi; quindi pensa che tutti coloro che non si oppongono all’aborto, che sono indifferenti davanti a questo genocidio, non avranno speranza. “Caro Dante, dimmi perché mi hai mostrato tutto ciò: io non ho condannato la principessa Aida, la sua famiglia e i loro complici alla condanna eterna, bensì ho perdonato l’offesa che mi hanno fatto. Io gli ho inviato il mio amore eterno” dice rivolto a Dante.
“Caro principe Christian, A me la vendetta, sono Io che ricambierò, dice il Signore. È Dio che condanna, ma condanna perché essi vogliono essere condannati. Ad ogni uomo è concessa la via della salvezza. Ciò vuol dire che ancora hanno una speranza, ancora sono vivi. Principe, la condanna già è scritta, io non posso prevedere il futuro, ciò non dipende da me”.
All’improvviso tutto scompare ed il principe si trova di nuovo nel Regno di Nessuno. A questo punto, si sente un gran rumore: forti passi si odono. Tutto è buio. Il sole sta per risorgere. Da lontano si scorgono sette luci che si avvicinano. Il principe Christian rimane a guardare e ad aspettare. Finalmente arrivano le sette luci, portate da sette frati incappucciati. Si mettono tutti e sette di fronte al principe Christian e lo guardano in silenzio. Si fa avanti un frate: “Mi presento a te, principe Christian: io sono San Alessio Falconieri, e sono stato uno dei sette Santi fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria; arriviamo dal Monastero di Monte Senario”. Il principe capisce che si trova davanti a sette Santi: c’erano infatti anche San Buonagiunta, San Buonfiglio, San Amadio, San Manetto, San Uguccione e San Sostegno. Il principe Christian si butta in ginocchio e chiede quale notizia gli portano. San Alessio gli spiega che dal Cielo gli è stata data la missione di venire qui, nella Terra di Nessuno, per portargli la Parola di oggi, 17 febbraio. San Alessio gli dice che lui è morto in questo giorno: oggi in Cielo e nella Terra si celebra la festa dei Sette Santi Fondatori, e invita il principe Christian e i lettori a seguire le seguenti letture. Appare un altare; ad un certo punto sono in una chiesa: la sua architettura è semplice, con il tetto in legno come nelle case di montagna. Tutto è in penombra: solamente le sette fiaccole dei sette Santi illuminano la chiesa. Il principe Christian è seduto nel banco a sinistra in prima fila. Ma c’è un’altra persona seduta: sei tu, o lettore, che ti accingi a leggere in questo momento.
La preghiera del mattino la legge San Amadio: Padre, fonte della vita, ti ringrazio per avermi conservato nell’essere e per avermi donato
questo nuovo giorno. “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde se stesso?”: il tuo Santo Spirito scriva queste parole del tuo Figlio nel mio cuore. Che io non perda oggi me stesso, dandomi in cambio dei beni limitati e passeggeri.
Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva, perché tu sei mio baluardo e mio rifugio; guidami per amore del tuo nome. (Sal 31,3-‐‑4)
San Sostegno prende la parola: “O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e
sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. Per il
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 68
nostro Signore Gesù Cristo, tuo figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
San Buona Giunta legge la prima lettura (Gc 2,14-‐‑24.26): Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta. Dalla lettera di San Giacomo apostolo: A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può
forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. Al contrario uno potrebbe dire: “Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede”. Tu credi che ci sia un Dio solo? Fai bene; anche i demoni lo credono e tremano! Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore? Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le sue opere quando offrì Isacco, suo
figlio, sull’altare? Vedi: la fede agiva insieme alle opere di lui, e per le opere la fede divenne perfetta. E si compì la Scrittura che dice: Abramo credette a Dio e gli fu accreditato come giustizia, ed egli fu chiamato amico di Dio. Vedete: l’uomo è giustificato per le opere e non soltanto per la fede. Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta. Parola di Dio.
San Buon Figlio legge il Salmo Responsoriale (dal Salmo 111):
R. La tua legge, Signore, è fonte di gioia. Beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia. Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. R. Prosperità e ricchezza nella sua casa, la sua giustizia rimane per sempre. Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti: misericordioso, pietoso e giusto. R. Felice l’uomo pietoso che dà in prestito, amministra i suoi beni con giustizia. Egli non vacillerà in eterno: eterno sarà il ricordo del giusto. R. San Manetto intona il Canto al Vangelo (cf. Gv 15,15b): R. Alleluia, alleluia.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 69
Vi ho chiamato amici, dice il Signore, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. R. Alleluia. VANGELO (Mc 8,34 -‐‑ 9,1) Chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. San Uguccione si appresta a leggere il Vangelo:
Dal Vangelo secondo Marco:
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e
peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi”. Diceva loro: “In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza”. Parola del Signore.
San Alessio si alza in piedi e prende la parola per l’omelia. “Siamo qui riuniti, leggendo questo libro, che parla del dolore di Dio e del principe Christian per il figlio che a loro è stato negato. Non solo, siamo qui per ricordare tutte quelle vite che ogni giorno vengono negate. Gesù, nel Vangelo, ci spiega la grande importanza della nostra persona. Noi siamo importantissimi: non vi è nulla nell’universo che possa valere quanto noi. Perdere la vita però è facile. La vita è fatta di spirito, di fede, ma anche di opere. Non ha senso credere in Dio e poi non fare la volontà di Nostro Signore. La principessa Aida crede in Dio, va in chiesa, come anche i suoi genitori, ma ciò nonostante la loro fede non è seguita dall’opera. Gesù in questa lettura del Vangelo ci dice di seguirlo, di rinnegare se stessi e prendere la propria croce. La principessa Aida avrebbe dovuto prendere la propria croce e dare alla luce suo figlio. I genitori dovevano glorificare Dio, non solamente andando in chiesa, ma anche operando secondo i precetti di Dio. Avrebbero dovuto allontanare la principessa Aida dal regno e ripudiarla come figlia. Lei, vedendo il diniego della famiglia, non avrebbe più abortito. Era difficile, ne sono consapevole: era una croce, ma così si sono resi complici in un omicidio, e hanno meritato il castigo all’inferno. Cos’hanno guadagnato con l’aborto? Cosa guadagna una donna abortendo? Hanno voluto salvare la loro vita, ma l’hanno persa. Chi segue il Signore nella rinuncia a sé
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 70
per il dono agli altri, entra nella vita. La vita non è eterna, è limitata. Non solo, s’invecchia velocemente; il tempo scorre veloce. Nessuno di noi è obbligato a fare qualcosa che non ci va, a tenere un figlio se non lo si vuole, ma dobbiamo darlo alla luce. Nessuno ha il diritto di togliere la vita. Dio non dice che devi crescere tuo figlio, dice che non devi uccidere. Prendi tuo figlio e dallo in adozione. In questo modo, glorifichi Dio nello spirito e con l’opera, e Dio ti ripagherà per l’eternità, come ha fatto con l’Arcangelo Michele. Io vi posso garantire che Dio vi sommergerà di bene se non abortite e propagate e vi prodigate per difendere la vita”.
San Alessio e gli altri sei Santi si mettono in piedi, invitano il principe
Christian -‐‑ e te, lettore -‐‑ e iniziano le preghiere della sera: “Al termine di questo giorno, o Padre, sii misericordioso con me peccatore. La luce è
tramontata; la morte si avvicina; che mi giova guadagnare il mondo intero, se poi perdo me stesso? Il Figlio tuo unigenito ha versato il suo sangue perché non perdessi me stesso: che il suo sacrificio non sia vano. Perdonami se oggi mi sono vergognato di Cristo e delle sue parole davanti a questa generazione adultera e perversa”.
Poi tutto svanisce. In lontananza si vedono le sette luci ritornare al Monastero
del Monte Senario… Il principe Christian e il lettore si ritrovano fra le mani tre santini: il primo
raffigurante la Madonna di Fatima, il secondo con l’effigie di Papa Giovanni Paolo II, nel terzo vi è invece Santa Faustina Kowalska insieme con l’immagine della Divina Misericordia, e vi è scritto nel retro: Gesù disse a Santa Maria Faustina Kowalska: “Figlia Mia, parla a tutto il mondo della
Mia inconcepibile Misericordia. Desidero che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori. In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. L’anima che si accosta alla Confessione ed all’Eucarestia, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. Che nessuna anima tema ad avvicinarsi a Me, anche se i suoi peccati fossero come porpora. Questa causa è Mia ed è scaturita dal seno della Santissima Trinità, che attraverso il Verbo vi fa conoscere l’abisso della Divina Misericordia. Desidero che questa Festa venga celebrata solennemente la prima Domenica dopo la Pasqua.”
È consigliato preparare la festa con una novena che consiste nella recita,
cominciando dal Venerdì Santo, della Coroncina alla Divina Misericordia, seguita da altre preghiere.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 71
CAPITOLO XII -‐‑ Diritto alla vita
Il diritto alla vita è un diritto che appartiene alla vita stessa e non può essere
violato. Nessuno ha il diritto di sopprimere una vita, neanche la propria, perché non ci appartiene, anche se è nostra. Ciò è dovuto anche al fatto che nessuno sceglie di nascere, per cui nessuno può scegliere di morire. Vivere è un dovere e non un diritto cui tutti siamo chiamati, esseri umani e non. Perciò la “vita” ha diritto a “vivere”. L’essere umano è dotato dell’intelligenza, perciò è chiamato a difendere il diritto alla vita, di tutto ciò che è vivo. L’universo è vivo e in continua espansione. La terra è viva, e ha il diritto di continuare a vivere. Tutte le forme del pianeta hanno diritto alla vita e devono essere salvaguardate dall’uomo. I nostri figli hanno il diritto di nascere, sono il futuro dell’umanità.
L’essere umano non può vantare nessun diritto nel sopprimere la vita. L’aborto è il più grande crimine che l’umanità possa commettere, perché compiuto verso colui che non si può difendere. È vero che vi è a volte, o spesso, una grande sofferenza da parte della donna, smarrimento per svariati motivi. È vero, ne sono consapevole, ed è una gran sofferenza. La vita è sofferenza a volte, ma da un atto di coraggio può germogliare la felicità. Non abortire può dare nel futuro una gran felicità, il sentirsi orgogliosi di una scelta fatta. Quando avevo diciassette anni, la mia fidanzatina dell’epoca, mia coetanea, rimase incinta. Inizialmente volevamo abortire, per ragioni ovvie; poi, decidemmo di tenere il bambino e di affrontare tutti i problemi di quella scelta. Oggi, anche se non stiamo più insieme, siamo felicissimi di quella decisione: ci rende orgogliosi. È una felicità inestimabile.
Dalla biologia ci arriva la prova inequivocabile che la vita si crea dalle dodici alle
diciotto ore dopo il rapporto sessuale. Infatti, la cellula chiamata zigote, la prima di un nuovo individuo, formata da quarantasei cromosomi, nasce dall’unione di ventitré cromosomi del gamete femminile e da ventitré cromosomi del gamete maschile, ed ha un nuovo codice genetico, differente dal padre e dalla madre e da ogni altro individuo umano; altro particolare importante è il sesso, infatti la monocellula è maschile o femminile (Sally B. Olds et al. 1980). Lui o lei, è Unico, non è mai esistito e mai esisterà più in futuro, infatti “il concepimento conferisce la vita rendendola unica nel suo genere” (Landrum B. Shuttles, Rorvik, D. 1983). Lo zigote è completo perché il suo codice genetico (genotipo) contiene tutte le informazioni su tutte le caratteristiche del nuovo nascituro, come colore della pelle, occhi, capelli, statura, etc. Da questa chiara, reale e inconfutabile conoscenza scientifica, possiamo affermare che lo zigote è un essere umano in potenza di diventare adulto, per cui ha il diritto a vivere, e questo diritto deve essere riconosciuto nel diritto degli uomini.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 72
Il diritto degli uomini è un complesso di norme che regolano i loro rapporti reciproci, uniti in società, la quale dà ad essi la forza necessaria per la loro esistenza e per il loro perfezionamento, conducendo all’accordo fra l’interesse individuale e quello sociale. In molti Stati è riconosciuto il diritto all’aborto e ciò non dà onore ad uno stato che si definisce moderno, perché la scienza, dimostra che l’inizio della vita umana coincide con quella biologica. Uno stato moderno deve vietare l’aborto, deve proteggere il più debole, dare un’assistenza importante a tutte le donne, uomini, famiglie, che per svariate ragioni decidano di non voler crescere una nuova vita. Lo Stato moderno si deve sostituire alla famiglia ed essere garante della nuova vita. Uno Stato che uccide i propri figli è destinato a veder scomparire per sempre la propria specie.
Le religioni, nel mondo, si trovano quasi tutte concordi nel diritto alla vita e
contro l’aborto. Questo è già un grande punto di partenza. Nella religione Cattolica si può riassumere il diritto alla vita con le parole di
Gesù circa “il più grande comandamento”: “Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?”. Gli rispose: “Amerai il
Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente. Questo è il più grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti” (Mt 22,37-‐‑40).
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 73
CAPITOLO XIII -‐‑ Conclusioni
Nelle fiabe tutto è permesso, e quindi posso cambiare la storia a riportarla ad un
lieto fine; così scriverò il finale del principe e della principessa. Dio, il Re dell’Universo, non era però ancora contento. Guardava dall’alto la
felicità di tutti i popoli della terra, vedeva tutti felici, tranne il principe Christian, ancora triste, felice per la felicità altrui ma malinconico. Il suo sguardo a volte era assorto, perso, per giorni e giorni, e nessuno poteva catturare la sua attenzione. Anche Dio rimaneva immobile a guardarlo, a osservarlo, e anche Lui era assorto e malinconico. Nonostante Dio sia Amore, l’amore fatto uomo, sorgente, fuoco, vento d’Amore, soffriva nel vedere solo uno dei suoi figli malinconici, per cui anche lui era malinconico insieme al principe Christian. Dio non poteva accettare ciò. Ma cosa poteva fare? Passarono i secondi, i minuti, le ore, i giorni, i mesi… Qualcosa doveva fare: non poteva sopportare che il principe Christian fosse così triste. Decise perciò d’inviare il soffio d’amore nei regni del principe Christian e della principessa Aida. I loro cuori furono stravolti e fu così che furono trasportati nella Terra di Nessuno, e lì avvenne il miracolo.
E qui finisce la storia… e vissero felici fino a che, per ciascuno, non fu ora di
prendere la carrozza Reale Celeste per far ritorno alla casa del Nostro Padre Celeste, Dio. Non ci è dato sapere chi per primo prese la carrozza Reale Celeste. Non ci è dato sapere… “Ma no… noi vogliamo sapere”… si odono voci. “Cos’è successo, Irpus, tu che sei lo scrittore reale, racconta, facci sapere!”. Erano voci che arrivavano dal nulla, dalla mente di ognuno di noi, dalla mente di nessuno, dall’inconscio, terra che ognuno di noi ha ma nessuno conosce o esplora per paura, timore. “Irpus, racconta… siamo qua…”. C’è buio, tanto buio, però si riconoscono gli occhi di tutti noi: sono fosforescenti, sul verdino, sono allineati a semicerchio, come una platea in un teatro. Silenzio: c’è tanto silenzio. Ecco che s’accende un fascio di luce che illumina un albero del Regno di Nessuno, c’e tanto buio, appare Irpus: è sotto un albero. C’è silenzio, tanto silenzio. Si sentono le note della musica Zen in sottofondo. Un altro fascio di luce illumina dei monaci Zen, che hanno vissuto nel XIII secolo. Le loro anime sono rimaste nel Regno di nessuno, avevano raggiunto la perfezione, il satori, e suonavano eternamente lo shakuhachi, un flauto giapponese. Emettevano note pure ed armoniose che aiutavano a scendere con dolcezza dentro il nostro Io, nella visione interiore. Una mente si lamentò che non succedeva niente. Irpus allora rispose che era venuta l’ora che tutti ritornassero a casa, perdevano il loro tempo. Nessuno però andò via e tutti rimanevano a guardare increduli. Irpus rimase in silenzio e non avrebbe continuato a parlare, fino a che le menti, turbate nel cuore, decisero di andare via. In quel momento, allora, Irpus invitò tutti a rimanere ancora: avrebbe spiegato. “Non è importante sapere cosa succederà: se il
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 74
principe Christian e la principessa Aida si uniranno in matrimonio, in un cuore solo insieme a Dio e inizieranno una nuova vita. Io non posso raccontarvelo in questo regno terreno” spiega Irpus, “dove tutto passa, ha un inizio e una fine, dove nulla è eterno e nulla è deciso, tutto è in continuo cambiamento, è vivo”.
Ad un certo punto, come per magia, apparve una grande sfera di cristallo. Irpus si avvicinò e domandò il futuro dei due principi. La sfera incominciò ad illuminarsi di sgargianti colori, ed ecco apparire il responso: Si vedono il principe Christian e la principessa Aida presi per mano; adesso si vedono
vestiti con gli abiti da cerimonia all’interno di un’antica e maestosa cattedrale, si riconosce: è la Cattedrale di San Giacomo di Compostela; un uomo con gli abiti color porpora li unisce in matrimonio, si vede la colomba di Dio discendere su di loro, unirsi alla coppia Reale e trasformarli in una sola carne. Scorre il tempo… Dio concede alla coppia reale tre figli, due maschi e una femmina, rispettivamente Emunah, Giacomo, Aida (così volle chiamarla il Re Christian, in ricordo del piccolo principe Christian Marie, e a testimonianza del perdono e amore che nutriva per la regina Aida). Crescono, arrivano i nipotini e i pronipoti, la barba bianca, invecchiano insieme. Una notte arriva la carrozza Reale e prende con sé la Regina Aida. Il re, oramai vecchio, di nuovo separato dal suo amore, fiducioso però che l’avrebbe rincontrata presto, abdica in favore di suo figlio primogenito, che si chiama Emunah, che significa “fede”: così fu chiamato per dimostrare la loro fede in Dio. Il Re Christian lascia il Regno, si spoglia di tutti i suoi beni e va ad aspettare la carrozza Reale del Padre Celeste, nel monastero della Grande Chartreuse situato a 1.190 metri d’altitudine, nelle Alpi appartenenti al regno che fu; indossa l’abito monacale. Passano gli anni. Il Re Christian invecchia bene, ha adesso già novantasei anni: è il mese d’aprile, la domenica dopo Pasqua. La sfera di cristallo mostra l’arrivo della grande carrozza Reale all’imbrunire, prima che fosse nuovo giorno: è scolpita nel diamante perfetto, unico nell’universo, splendente più del bianco, ed è trainata da cavalli bianchi più splendenti del sole. All’interno della carrozza c’è la Regina Aida: è giovanissima e bellissima, vestita con una tonaca di color grigio, giallo e rosso, e viene per ricongiungersi con il suo amato Re Christian per l’eternità, accompagnata da una legione d’Angeli che scorta la Carrozza Reale. Con la Regina Aida è venuta anche la Madre Celeste in compagnia di Gesù Misericordioso, per accogliere il Re Christian nel Regno Eterno e ricongiungerlo al Padre Eterno.
La palla di vetro diventa lucente più della luce, non si può più guardare, e tutto
in una volta svanisce, ritorna trasparente, e così come è apparsa sparisce. Un fascio di luce illumina Irpus. Le menti guardano e pensano che tutto sia finito. Irpus chiede se adesso sono contenti: sanno il finale. Le parole di Irpus toccano profondamente il cuore delle menti; gli occhi verdi sono lucenti: qualcuno si è emozionato per il finale, altri sono indifferenti, alcuni forse avrebbero voluto un finale drammatico. Ehi! Ladies and Gentlemen, pensate sia tutto finito qui? Come un film, avete il finale; avete voluto conoscere come sarebbe finita. Però attenzione, perché è un futuro predetto non dalla sfera di cristallo, ma dalle vostre emozioni, che sono state proiettate nella sfera di cristallo. Vi piace il finale? Ad un certo punto, tre merli iniziano a cantare, e portano tutti in mondi paralleli in contatto con
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 75
loro stessi. Non è più la storia del principe Christian e della principessa Aida: è la storia d’ognuno di loro, della loro vita, unica e diversa al mondo.
“Cosa succede?” s’iniziano a sentire voci, urla. “Vogliamo scappare, nooo... Cosa succede, Irpus?”. “Niente, non succede niente; vi disperate perché state perdendo il vostro tempo,
e non ne siete consapevoli: per questo vi dimenate. Le vostre menti sono concentrate sul futuro, su cosa capiterà; per questo avete voluto sapere come finiva la storia del principe Christian e della principessa Aida. Ma il futuro non è lo scopo della vita, non esiste uno scopo nella vita, ed inseguire un ipotetico scopo è quanto di più assurdo esista. Una cosa sola è importante: vivere, camminare verso la perfezione. La perfezione non è un qualcosa che si raggiunge, perché non esiste nella Terra, per cui non può essere il nostro scopo. Il cammino stesso è il nostro futuro, perché determinerà il nostro essere del domani. Ognuno di noi deve vivere la propria vita e non quella di qualcun altro; ricercare il dono che c’è in noi, per poterlo offrire a noi stessi e al mondo. Ogni caduta significa che stiamo camminando. Dobbiamo rialzarci e riprendere il nostro cammino. La principessa Aida, quando ha abortito, ha abortito il suo futuro, perché ha avuto paura del futuro, si è creata un futuro nella sua mente. Il futuro però non esiste. Il passato è esistito, non si può modificare, perché oramai è passato. La principessa Aida ha abortito, nel passato, ma adesso può ricostruire il suo futuro perché niente è perduto. In questo caso il cammino è nel perdono di se stessa, accettare la sua debolezza, le sue paure, affinché esse non siano un intralcio nel suo futuro. L’elemento importante è la fede in Dio, affinché guidi i nostri passi. Il principe Christian ha dovuto fare un cammino nel perdono, affinché il trauma, il lutto subito non bloccasse la sua vita, il suo percorso.
Il dovere di ogni essere umano è lottare nel rispetto della vita, ognuno con i suoi credo: Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo, Buddismo, Induismo, Taoismo, Jainismo, Scintoismo, Confucianesimo… L’amore è una parola universale, non c’è credo che sia favorevole all’aborto. Il Concilio Vaticano II dice esplicitamente che il Regno di Dio è per tutte le persone che conducono una vita secondo i principi cristiani, che sono comuni a tutte le religioni. Per cui, anche se una persona non ha potuto conoscere Dio, però la sua vita è all’insegna dell’amore, anch’essa andrà in Paradiso”.
Le menti capiscono che l’Amore universale non ha un credo specifico: l’Amore di Dio è per ognuno di noi, e così si sente il cuore pieno d’amore, talmente pieno che hanno necessità d’emanarlo per non scoppiare. Più emanano amore e più si sentono felici e ricevono sempre più amore, e tutto dentro di loro è amore. C’è una così grande felicità che vanno in estasi e prendono a librarsi nell’aria.
Ad un certo punto, Irpus sente un rumore, si gira e vide Sua Altezza Reale, il principe Christian. Gli fa l’inchino e gli domanda a quale onore deve la sua visita. Il principe Christian prende la parola: “Carissimi lettori, lettrici, siamo arrivati alla fine di questo racconto. Il finale non si conosce. Forse si potrà avverare la profezia della sfera di cristallo, forse no. Non sempre le cose vanno come vogliamo; ciò perché abbiamo il libero
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 76
arbitrio, ma non solo. C’è chi cresce di più a livello spirituale e chi no; “il segreto è nel lasciarsi guidare dalla Madonna verso il Paradiso, mettendo suo figlio Gesù al primo posto nella nostra vita. Questo mondo è passeggero, bisogna decidere per la pace e vivere in pace e pregando ogni giorno”5. Voglio, in questo finale, solamente chiedervi a nome mio e di Maria, di non abortire, ma
di rispettare la vita, anche se fosse frutto di una violenza, ‘perché il figlio che nascerà non è un aggressore, bensì la seconda vittima innocente”6. So che non è semplice, ma Dio vi ripagherà tantissimo per ogni vita salvata. Io non so se riuscirò a creare un’organizzazione d’aiuto che si occupi di dare il sostegno psicologico e monetario per le ragazze, donne, che non vogliono avere un bambino. Un’associazione che possa selezionare i futuri genitori dei piccoli, sempre che la mamma non cambi idea, e una struttura anche in grado d’accogliere i bambini abbandonati e bisognosi d’affetto. Non conosco il mio futuro: può essere che la principessa Aida decida d’aiutarmi in questa impresa, o forse che trovi tante persone desiderose di dare amore e aiuto. Io vivrò la vita, ogni respiro, ogni attimo, ogni giorno, cercando di fare tutto ciò che mi rende felice e mettermi a disposizione come umile strumento nelle mani di Dio. Lascerò i dati della vita reale a fine pagina, per chiunque si voglia mettere in contatto, anche solo per un ciao. Ringrazio tutti coloro che hanno onorato, con la lettura, questo racconto scritto in memoria del piccolo Christian Marie, sperando che ciò serva a far sì che abbiate fede in Dio, e con l’intercessione della Madonna abbiate la forza di dire sì alla vita”.
Grazie.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 78
Messaggi della Madonna di Medjugorje sull’aborto e sullo Spirito Santo
Aborto
Messaggio del 3 settembre 1992
“I bambini uccisi nel seno materno sono ora come piccoli angeli attorno al trono di Dio”.
Messaggio del 2 febbraio 1999
“Milioni di bambini continuano a morire a causa dell’aborto. La strage degli innocenti non è avvenuta soltanto dopo la nascita di mio Figlio. Si ripete ancora oggi, ogni giorno”.
Messaggio del primo settembre 1992 “L’aborto è un grave peccato. Dovete aiutare molto le donne che hanno abortito.
Aiutate loro a capire che è un peccato. Invitatele a chiedere perdono a Dio e ad andare a confessarsi. Dio è pronto a perdonare tutto, poiché la sua misericordia è infinita. Cari figli, siate aperti alla vita e proteggetela”.
Messaggio del 2 maggio 1995
“Di’ a tutte le donne che hanno paura di avere figli che più figli avranno, meglio sarà! Dovrebbero piuttosto temere a non averne!”
Spirito Santo Ad un veggente che le chiede se tutte le religioni siano buone, la Madonna
risponde: “In tutte le religioni c’è del buono, ma non è la stessa cosa professare una religione o un’altra. Lo Spirito Santo non agisce con uguale potenza in tutte le comunità religiose”. (25.02.82)
“Oltre al venerdì digiunate a pane e acqua un altro giorno della settimana in
onore dello Spirito Santo”. (09.09.82) “Non si vive soltanto di lavoro, ma anche di preghiera. I vostri lavori non
andranno bene senza la preghiera. Offrite il vostro tempo a Dio. Abbandonatevi a
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 79
Lui. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo. E allora vedrete che anche il vostro lavoro andrà meglio e avrete pure maggior tempo libero”. (02.05.83)
“Consacratevi al mio Cuore Immacolato. Abbandonatevi totalmente a me e io vi
proteggerò e pregherò lo Spirito Santo perché si effonda su di voi. Invocatelo anche voi”. (02.08.83)
“La gente si sbaglia quando si rivolge unicamente ai santi per chiedere qualcosa.
L’importante è pregare lo Spirito Santo perché scenda su di voi. Avendolo si ha tutto”. (21.10.83)
“Cominciate a invocare ogni giorno lo Spirito Santo. La cosa più importante è
pregare lo Spirito Santo. Quando lo Spirito Santo discende su di voi, allora tutto si trasforma e vi diventa chiaro”. (25.11.83)
“Prima della Messa bisogna pregare lo Spirito Santo. Le preghiere allo Spirito
Santo devono sempre accompagnare la Messa”. (26.11.83) “Pregate e digiunate. Desidero che approfondiate continuamente la vostra vita
di preghiera. Ogni mattina in famiglia rinnovate le preghiere di consacrazione ai sacri Cuori di Gesù e di Maria. Pregate ogni giorno l’Angelus, il Credo, cinque Pater, Ave e Gloria in onore della passione di Gesù, un sesto per il nostro Santo Padre, il Papa, e un settimo per l’effusione dello Spirito Santo su di voi. Poi la preghiera di invocazione dello Spirito Santo. Se vi è possibile, pregate anche il Rosario”. (27.01.84)
“Pregate e digiunate. Chiedete allo Spirito Santo di rinnovare le vostre anime e
di rinnovare il mondo intero”. (05.04.84) “Per tutte queste domande che mi rivolgete vi do una sola risposta: pregate lo
Spirito Santo che vi illumini e poi capirete”. (26.05.84) “Cari figli, dovreste rinnovare le vostre preghiere allo Spirito Santo. Partecipate
alla Messa. E, dopo la Messa, fareste bene a pregare in chiesa il Credo e sette Pater, Ave e Gloria come si fa per Pentecoste”. (02.06.84)
“Miei cari figli sacerdoti. Pregate incessantemente e chiedete allo Spirito Santo
che vi guidi sempre con le sue ispirazioni. In tutto ciò che chiedete, in tutto ciò che fate, cercate solo la volontà di Dio”. (13.10.84)
“Cari figli, vi invito ad una preghiera più attiva e all’ascolto della Santa Messa.
Desidero che ogni vostra Messa sia esperienza di Dio. Voglio dire in particolare ai giovani: siate aperti allo Spirito Santo, poiché Dio vi vuole attirare a sé in questi
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 80
giorni in cui Satana è all’opera. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”. (16.05.85)
“Cari figli, voi siete troppo presi dalle cose materiali e, a causa loro, perdete tutto
quello che Dio desidera darvi. Vi invito a chiedere i doni dello Spirito Santo, che adesso vi sono necessari per poter testimoniare la mia presenza e tutto quello che io vi sto dando qui. Cari figli, abbandonatevi totalmente a me, affinché io possa guidarvi pienamente. Non preoccupatevi delle cose materiali. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”. (17.04.86)
“Cari figli, oggi vi ringrazio per tutti i sacrifici che mi avete offerto in questi
giorni. Figlioli, vi invito ad aprirvi a me e a decidervi per la conversione. I vostri cuori, figlioli, non sono completamente aperti a me. Per questo vi invito di nuovo ad aprirvi alla preghiera, perché lo Spirito Santo vi aiuti a pregare, in modo che i vostri cuori diventino di carne e non di pietra. Figlioli, grazie per aver risposto alla mia chiamata e per aver deciso di camminare con me verso la santità”. (25.06.96)
“Cari figli, desidero condividere con voi la mia gioia. Nel mio Cuore
Immacolato io sento che ci sono tanti che si sono avvicinati a me e portano in maniera particolare nei loro cuori la vittoria del mio Cuore Immacolato, pregando e convertendosi. Desidero ringraziarvi e stimolarvi a lavorare di più per Dio e il suo Regno, con l’amore e la forza dello Spirito Santo. Io sono con voi e vi benedico con la mia benedizione materna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”. (25.08.00)
“Cari figli, in questo tempo di grazia vi invito alla preghiera. Figlioli, lavorate
tanto, ma senza la benedizione di Dio. Benedite e cercate la sapienza dello Spirito Santo, affinché vi guidi in questo tempo per poter comprendere e vivere nella grazia di questo tempo. Convertitevi, figlioli, e inginocchiatevi nel silenzio del vostro cuore. Mettete Dio al centro del vostro essere, così che possiate testimoniare nella gioia le bellezze che Dio vi dona continuamente nella vostra vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”. (25.05.01)
“Cari figli, anche oggi vi invito a vivere ancora più fortemente i miei messaggi
nell’umiltà e nell’amore affinché lo Spirito Santo vi riempia con la sua grazia e forza. Soltanto così sarete testimoni della pace e del perdono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”. (25.05.04)
“Cari figli, anche oggi c’è gioia nel mio Cuore. Desidero ringraziarvi perchè
rendete realizzabile il mio progetto. Ognuno di voi è importante. Perciò, figlioli, pregate e gioite con me per ogni cuore che si è convertito ed è diventato strumento di pace nel mondo. I gruppi di preghiera sono forti: attraverso loro posso vedere,
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 81
figlioli, che lo Spirito Santo opera nel mondo. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”. (25.06.04)
Messaggio a Mirjana 2 Novembre 2007: “Cari figli! Oggi vi invito: aprite il vostro
cuore allo Spirito Santo e permettetegli di trasformarvi. Figli miei, Dio è Bene supremo e per questo come Madre vi prego: pregate, pregate, pregate, digiunate e sperate, che questo Bene è possibile raggiungere, perché da questo Bene nasce l’Amore. Lo Spirito Santo rinforzerà questo amore in voi e potrete chiamare Dio vostro Padre. Attraverso questo supremo amore amerete sinceramente tutte le persone e attraverso Dio le considererete fratelli e sorelle. Grazie Durante la benedizione, la Madonna ha detto: “La via sulla quale io vi porto a mio
Figlio, accanto a me camminano coloro che lo rappresentano” (Mirjana). (02.11.07)
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 82
TESTIMONIANZE Una donna profondamente ferita viene a trovare Marija (Marija Pavlovic è una
delle veggenti di Medjugorje) e le dice: “Vengo da te perché non ho il coraggio di andare da un prete e non oso confessarmi. Ho
abortito otto volte e ho paura che il prete si arrabbi con me e mi cacci dal confessionale. Ma penso che tu possa fare qualcosa, puoi chiedere alla Santa Vergine di aiutarmi. Non riesco più a dormire, sono depressa, ho tanti disturbi e soffro terribilmente. Tu capisci, mio marito era talmente contrario alla vita. Avevamo molti mezzi. Ma ora non posso più avere figli. Puoi confidare tutto questo alla Madonna?”.
Marija si è sempre mostrata attiva nel fare amare e proteggere la vita. Ascolta quella donna con amore e la sera stessa la affida alla Vergine. Allora la Madonna ci ha sconvolto ancora una volta con la straordinaria speranza che sa infondere in noi suoi figli, soprattutto quando tutto sembra umanamente impossibile.
Rispose a Marija: “Ora sarà lei a portare la vita per aiutare gli altri”. La donna si riconciliò con Dio, si confessò e il suo cuore venne così trasformato
che oggi testimonia con forza la guarigione di tutta se stessa, ottenuta per la misericordia di Dio. Ora prova una gran gioia di vivere e fa un grande bene; con la sua testimonianza ha già incoraggiato molte madri a tenere il bambino che aspettavano. È in questo modo che Maria desidera agire in ognuno di noi. Dalle nostre ferite di morte vuole fare delle fonti di vita! Se solo noi offriremo a Gesù tutto il male che ci si è accumulato dentro, Lui ci guarirà attraverso le Sue piaghe, eternamente gloriose.7
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 83
Ringraziamenti Una delle pagine più belle è quella dei ringraziamenti. È la fine di un lavoro, è la
parte in cui prende il sopravvento il piacere di ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini:
Il primo posto è per le donne che danno la vita: prima di tutto la mia Mamma
Celeste e poi quella terrena che ha avuto il coraggio di dire no all’aborto nonostante le pressioni ricevute nella sua stessa famiglia, e a mia sorella Federica, a me sempre vicina.
Un ringraziamento particolare non può che andare all’Arcivescovo di Santiago
de Compostela, S.E. Julian Barrio Barrio che mi ha sostenuto e incoraggiato non solo di persona ma anche attraverso una fitta corrispondenza.
Un ringraziamento pieno d’affetto è per il mio caro padre spirituale del convento
di San Estebán a Salamanca, il domenicano Manuel Ángel Martinez Juán, sempre presente nelle vicissitudini della mia vita, e guida dei miei scritti in lingua spagnola.
Ringraziamenti sentiti a Franca Pala che, sempre e gratuitamente, è stata mia ospite nella mia casa in riva al mare per correggere le bozze del manoscritto. Franca, piacevolmente sorpresa dalla mia scrittura, è stata artefice della mia forte autostima.
Un contributo decisivo è arrivato dall’amico Matteo Marcelli, che mi ha regalato
il libro “L’ultimo giorno della storia” scritto da Padre Carlo Colonna, autore della prefazione nonché di diversi libri di spiritualità e catechesi.
Ringrazio il prof. Matteo Calisi, che pur non conoscendomi, mi ha messo in
contatto con padre Carlo Colonna. Non ci sono parole per esprimere il profondo ringraziamento per la preziosa
prefazione di padre Carlo Colonna, sacerdote gesuita che ha scritto, cogliendo in maniera profonda, tutti quegli aspetti del romanzo che ha evidenziato con efficacia.
Un altro sentito grazie alla mia cara amica Norma Renda, per aver scritto
un’ottima sinossi, elogiata da tanti, e per essermi stata vicina nei miei momenti di forte dolore.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 84
Sono riconoscente a mia figlia Nicole per i suggerimenti ricevuti a fine stesura e per essermi costantemente vicina nella mente e nel cuore.
A Elena Caravello, un grazie per l’attenzione che mi ha rivolto ogni volta che le
raccontavo gli sviluppi del progetto. Non posso non citare la mia amica, collega ed ex compagna di studi del master,
Claudia Aybar che dall’altra parte del mondo mi è sempre stata vicina e mi ha incoraggiato a continuare a lottare, dandomi sempre un forte appoggio disinteressato.
Impossibile non ringraziare Claudia Saba, Lucrezia Zedda e Valentina Ligas per
l’interesse mostrato attraverso le interviste fatte ancor prima che il libro uscisse. Un forte sentimento d’amore e ringraziamento è per tutti voi lettori che siete
arrivati alla fine del libro e, attraverso la vostra lettura, avete fatto vivere e dato un senso al piccolo Christian Marie e a tutti quei bambini che ogni giorno vengono rifiutati dal cuore dell’uomo, incapace a volte d’esprimere un sentimento d’amore incondizionato. Vi invio un forte augurio e un invito affinché, con l’intercessione della Nostra Madre Celeste, possiate propagare questo messaggio per la vita. Proponete e regalate questo libro, a chi pensate ne abbia bisogno e non, ai ragazzi che sono il futuro della nostra società, ai genitori, ai nonni, educatori, a tutti, finché l’aborto diventi solamente un triste ricordo.
A conclusione di questi ringraziamenti il mio pensiero corre all'ʹarcivescovo di
Cagliari, S.E.Monsignor Arrigo Miglio che, senza conoscermi personalmente, mi ha dedicato la sua attenzione. Le parole da lui scelte per la prefazione di questo mio lavoro, toccano per la loro incisiva essenzialità e aprono ad ulteriori riflessioni. Grazie!
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 85
BIBLIOGRAFIA “A man’s viewpoint on abortion” (1988). Great Expectatives pp. 1 and 4. Adler N., David H., Major B., et al. (1992). Psychological factors in abortion, American Psychology; 47:1194-‐‑204. Adler N., (1975). Emotional responses of women following therapeutic abortion. American J Orthopsychiatry; 45:446-‐‑54. Ashok, PW., et al. (August 2005). Acta Obset Gynecol Scand; 84(8): 761-‐‑6. Ashton, (1980). The Psychological Outcome of Induced Abortion, British Journal of Ob&Gyn. Badgley, (1977). Report of the Committee on the Operation of the Abortion Law. Ottawa: Supply and Services 313-‐‑321. Bearman Peter S. and Brunckner Hanna, (January 2001). “Promising the future: Virginity pledges and First Intercourse”, American Journal of Sociology, Vol. 106, No. 4 pp. 861, 862. The effects of a virginity pledge were shown to be statistically significant at the 95 percent confidence level. Boesen HC et al. (December 2004). Acta Obset Gynecol Scand, 83(12):1189-‐‑92. Bowlby, J. (1969). Attaccamento e perdita, vol. 1: L’attaccamento alla madre. Trad. it. Torino: Boringhieri, 1972. Baumeister, R., (1999). Evil: Inside Human Violence and Cruelty. New York, W.H. Freeman and Company. Baures, M., (1996). Letting go of bitterness and hate, Journal of Humanistic Psychology, 36(1):75-‐‑90. Bernard C., (1990). The Long-‐‑Term Psychological Effects of Abortion. Portsmouth, N.H.: Institute for Pregnancy Loss. Bracken M., Hachamovitch M., Grossman G., (1974). The decision to abort and psychological sequelae. J Nerv Mental Dis;158:154-‐‑62; Buranasin B., (1991). The effects of rooming-‐‑in on the success of breastfeeding and the decline in abandonment of children. Asia Pac J Public Health; 5:217-‐‑20. Buswell S., Spatz D., (2007). Parent-‐‑Infant Co-‐‑sleeping and Its Relationship to Breastfeeding. J Ped Health Care, 21:22-‐‑8. Cagnacci A., and Volpe A., (2001 August). Human Reproduction, Vol.16, No. 8, 1748-‐‑1752.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 86
Cantelmi T., Cacace C., (2007) Aborto Volontario e Salute Mentale della Donna: Una review della Letteratura Internazionale. http://www.scoutperlavita.it/sites/default/files/files/Articolo%20post-‐‑aborto%20Cantelmi%20Cacace.pdf Coleman PK., (2005). Current Women’s Health Reviews, 2005, 1, 21-‐‑34. Comte-‐‑Sponville A., (1998) Pequeño tratado de las grandes virtudes. Madrid, Espasa Calpe. Charles E. Rice, (1990). No exception: a pro~life imperative. Tyholland Press, Notre-‐‑Dame, p. 76. Cheng L. (2008 1, November), Surgical versus medical methods for second-‐‑trimester induced abortion. The WHO Reproductive Health Library. World Health Organization. Archived from the original on June 17, 2011. Retrieved June 17, 2011. Christensson K., Cabrera T., Christensson E. et al. (1995). Separation distress call in the human neonate in the absence of maternal body contact. Acta Paediatr; 84:468-‐‑73. Coleman PK., (2005) Induced Abortion and Increased Risk of Substance Abuse: A Review of the Evidence. Current Women’s Health Reviews; 1, 21-‐‑34 21. Condon JT., (1996) The spectrum of fetal abuse in pregnant women. J Nerv Ment Dis; 174: 509-‐‑516. Cvejic H., Lipper I., Kinch R., et al. (1977). Follow-‐‑up of 50 adolescent girls 2 years after abortion. Can Med J 1977; 116:44-‐‑6; David H., (1981) Postpartum and Postabortion Psychotic Reactions. Family Planning Perspectives; 13:88-‐‑91. DiBlasio, F.A., y Proctor, J. H., (1993) Therapist and the clinical use of forgiveness American Journal of Family Therapy, 21:175-‐‑184. Easwaran, E., (1991) God Makes the Rivers Flow. Tomales, CA, Nilgiri Press. Fergusson DM et al. J Psychol Psychiatry. (2006 January) 47(1):16-‐‑24. Franche, (1978) The ambivalence of Abortion. New York; Random House, 84-‐‑95. Galimberti U., (2006) Psicologia, Le Garzantine, Garzanti, Milano. Garfinkel, et al., (1996). Stress, Depression and Suicide: A Study of Adolescents in Minnesota, Minneapolis: University of Minnesota Extension Service. Gissler M., Hemminki E., Lonnqvist J., (1987) Suicides after pregnancy in Finland, 94: register linkage study. BMJ 1996; 313:1431-‐‑1434.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 87
Grimes D. A.; Benson, J.; Singh, S.; Romero, M.; Ganatra, B.; Okonofua, F. E.; Shah, I. H. (2006), “Unsafe abortion: The preventable pandemic”. The Lancet 368 (9550): 1908–1919. doi: 10.1016/S0140-‐‑6736(06)69481-‐‑6. PMID 17126724; “Guardian Weekly”, (1990, 19 august). Hargrave T. D., (1994) Families and Forgiveness. New York, Brunner/Mazel. Hatcher S., (1976). Understanding adolescent pregnancy and abortion. Primary Care; 3:407-‐‑25; Henshaw SK et al., The Allen Guttmacher Institute: (1973-‐‑1996). Readings on Induced Abortion, Volume 2: A World review 2000, New York: AGI, 2001, Table 7. (1997-‐‑ 1999): Distributions published by the Center for Disease Control and Prevention, adjusted for year-‐‑to-‐‑year changes in the reporting states. Kahn Joan R., and Kathryn A. (1991 November). Premarital Sex and the Risk of Divorce, Journal of Marriage and the Family, London, pp. 845-‐‑855. Kendall-‐‑Tackett KA. (2004). Trauma Associated with Perinatal Events: Birth Experience, Prematurity and Childbearing Loss. In Kendall-‐‑Tackett K.A. The Handbook of Women, Stress and Trauma. New York: Taylor & Francis. Kero A, Hogberg U, Lalos A. (2004). Well-‐‑being and mental growth – long-‐‑term effects of legal abortion. Soc Sci Med; 58:2559-‐‑2569. Klein, M., (1990). Amor, culpa y reparación. Obras completas, vol. I, Buenos Aires, Editorial Paidós. Landrum B. Shuttles, Rorvik D. (1983). Human life begins at conception. Pubblicato su Rites of life, Zondervan Grand Rapids. Landy U. (1986). Abortion counseling: A new component of medical care. Clin Obstet Gynecol 13: 33-‐‑41. Laurentin R., (1997). Il segno dell’amore di Dio. Edizioni Segno, pp. 149-‐‑150 ripreso in “Genocidio Censurato” pp. 173 di Antonio Socci. Leifer M. (1997). Psychological changes accompanying pregnancy and motherhood. Genet Psychol Monogr; 95: 55-‐‑96. Meister R. (1978) Induced abortion and psychotherapy. Psychother Psychosom; 30: 98-‐‑104. Moschetti A., Tortorella M. L., (2007). Ossitocina e attaccamento. Quaderni acp 2007; 14 (6) 254-‐‑260.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 88
North, J., The “ideal” of forgiveness: a philosopher’s exploration (1998). R.D. Enright y J. North (eds.), Exploring Forgiveness. Madison, WI, University of Wisconsin Press. NSFG (1995). National Survey of Family Growth and 1994-‐‑1995 Abortion Patient Survey (APS); Ostbye T, Wenghofer EF, Woodward CA, Gold G, Craighead J. (2001). Am J Med Qual 16(3): 99-‐‑106. Pope, LM, Adler, NE, Tschann, JM (2001). Postabortion psychological adjustment: are minors at increased risk? J.\of adolescent Health, 29(1), 2-‐‑11. Reardon DC et al South (2002 August). Med J;95(8):834-‐‑41. Reardon DC, Coleman PK, Cougle JR., (2004). American Journal of Dng and Alcohol Abuse; 26 (1):369-‐‑383. Rue VM, Coleman PK, Rue JJ, Reardon DC., (2004). Induced abortion and traumatic stress: A preliminary comparison of American and Russian women. Med Sci Monit; 10(10): SR5-‐‑16; Rye, M.S., Pargament, K.I., Ali, M. A., beck, G. L., Dorff, E. N., Hallisey, C., Narayan, V., and Williams, J. G., (2000). Religious perspectives on forgiveness en M.E. McCullough, K. I. Pargament and C.E. Thoresen (eds.), Forgiveness: Theory, Research and Practice (2000). New York, The Guilford Press. Sally, B. Olds et al. (1980). Obstetric Nursing, Addison-‐‑Wesley Pubblishing, Melo Park. Schmiege, S., Russo, N.F. (2005). Depression and unwanted first pregnancy -‐‑ longitudinal cohort study. Electronic version. British Medical Journal, 331 (7528), 1303. Siecus Report, (1999 December -‐‑ 2000 January). National Consortium of State Physicians Resource Councils. Vol. 28, n.2 p.23. http://www.aletta.nu/ezines/email/SiecusReport/1999/Dec-‐‑Jan00.pdf Soares-‐‑Prabhu, G., (1986). “As we forgive”: interhuman forgiveness in the teaching of Jesus. En C. Floristan y C. Duquoc (eds.), Concilium: Forgiveness. Edimburgo, T & T Clark. Somers R. (1979). Risk of Admission to Psychiatric Institutions Among Danish Women who Experienced Induced Abortion: An Analysis on National Record Linkage. Dissertation Abstracts International, Public Health; 2621-‐‑B. Speckhard A. (1987). Psycho-‐‑Social Stress Following Induced Abortion. Sheed and Ward; Kansas City. Speckhard A., Rue V. (1992). Postabortion syndrome: An emerging public health concern. J Soc Issues; 48(3):95-‐‑119. Stone H.W., (1976). Crisis counseling. Ed. Fortress Press, Philadelphia.
www.christianzanon.com
Il Figlio Negato - [email protected] 89
Suri R et al., (2004 August). Am J Psychiatry; 161:1502. Ussher, J.M., (2000). Women’s health: Contemporary concerns. In J. M. Ussher (Ed.) Women’s Health: Contemporary International Perspectives. Leicester: BPS Books – chapters by Alder – Contraceptive Choise, Russo and Deniou – Abortion, Boyle – Abortion. Watson, D., (1984). Fear no Evil. London, Hodder & Stoughton. Zabin L, Hirsch M, Emerson M. (1989). When urban adolescents choose abortion: Effects on education, psychological status and subsequent pregnancy. Fam Plann Perspect 1989; 21:248-‐‑55.
Web Sites http://www.abortionfacts.com/survivors/giannajessen.asp http://www.ansa.it http://www.corriere.it/cronache/11_settembre_12/necrologio-‐‑ex-‐‑rapitore_d6488cb6-‐‑dcfc-‐‑11e0-‐‑a93b-‐‑4b623cb85681.shtml http://www.godandscience.org/doctrine/jessen.html http://www.elpais.es http://espresso.repubblica.it http://www.GiannaJessen.com http://www.guardian.co.uk www.nicholasgreen.eu/files/copia_di_libro_v2.pdf http://www.preghiereagesuemaria.it/devozioni/la%20sacra%20spalla.htm http://www.repubblica.it http://www.repubblica.it/scienza_e_tecnologia/index.html http://www.scoutperlavita.it/sites/default/files/files/Articolo%20post-‐‑aborto%20Cantelmi%20Cacace.pdf http://scuoladimaria.info/medjespiritosanto.htm http://sursumcorda-‐‑dominum.blogspot.com/2010/09/io-‐‑gianna-‐‑jessen-‐‑sopravvissuta.html#ixzz1kaDHJokn http://www.who.int/en/ http://www.youtube.com/watch?v=H_-‐‑MEshSwGM&feature=related http://www.youtube.com/watch?v=NJox2A1C62o&feature=related http://www.youtube.com/watch?v=p1uzPiALlRs&feature=related http://www.youtube.com/watch?v=ZFGRiVGRFXQ&feature=player_embedded#! http://www.youtube.com/watch?v=kCzKc_mSTlc&feature=player_embedded