il Fascismo · Nel 1929 scoppia una grave crisi economica, che dagli USA investe tutto il mondo con...

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il FASCISMO Europa, Primo Dopoguerra

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il FASCISMOEuropa, Primo Dopoguerra

IL DOPOGUERRAparte prima

il Dopoguerra in EU: economiaIn tutti i paesi c’è una grave crisi economica:

1. gli stati vincitori hanno le casse vuote, e si sono indebitati con gli USA per le spese belliche

2. il settore industriale è a terra perché: • falliscono i produttori di forniture militari • le altre industrie devono riconvertire la produzione

3. non c’è più piena occupazione perché: • è finita la situazione di emergenza • molti reduci fanno fatica a reinserirsi perché tornano

dal fronte inabili al lavoro

Si diffonde disoccupazione e inflazione.

il Dopoguerra in EU: societàIn tutti i paesi c’è una grave crisi sociale:

1. i reduci fanno fatica a riadattarsi alla vita di pace per il trauma psicologico della vita in trincea 2. sono arrabbiati per la promessa non mantenuta di redistribuire la terra ai contadini 3. pretendono, dopo tanti sacrifici, migliori condizioni di vita e più potere nella gestione dello stato

Gli stati liberali faticano ad accontentare le richieste: • Gran Bretagna e Francia riescono ad accoglierle in

maniera democratica • in Italia e in Germania tali proteste portano al potere

delle dittature populiste

Italia: economia e societàLa situazione è ancora più grave di quella europea:

• al sud si attende invano la redistribuzione delle terre • la disoccupazione colpisce le aree industriali del nord • gli USA iniziano a limitare gli ingressi degli immigrati • il boom demografico tipico del dopoguerra non trova

sostegno economico

Conseguentemente aumenta l’inflazione e crolla il valore della Lira, e nel 1919 il popolo reagisce:

scioperi a catena occupazione delle terre sciopero generale

Italia: politicaIl Partito Liberale al governo è incapace di reagire.

Le masse popolari sono rappresentate da: • Partito Socialista - diviso tra i riformisti (vogliono

riforme graduali e pacifiche) e massimalisti (vogliono costruire uno stato socialista senza trattare coi borghesi), nel 1921 si scinde e i secondi fondano il Partito Comunista

• Partito Popolare - fondato nel 1919 da don Luigi Sturzo, raccoglie i cattolici che tornano alla politica dopo il veto del 1870

Le elezioni del 1919 certificano una situazione di ingovernabilità: nessuno vince nettamente, nessuno vuole allearsi per formare un governo.

il Partito Fascista: genesiNel 1919, l’ex socialista Benito Mussolini fonda i Fasci di Combattimento, che nel 1921 diventano Partito Nazionale Fascista.

Le prime idee mescolano istanze rivoluzionarie socialiste con rivendicazioni nazionaliste.

Piace: • ai dirigenti e ai ceti medi che temono la reazione di

protesta alla crisi da parte delle masse e vogliono un ritorno all’ordine

• all’opinione pubblica nazionalista - arrabbiata con gli alleati che non hanno dato all’Italia i promessi compensi territoriali (vittoria mutilata, l’Italia ha vinto la guerra, ma ha perduto la pace)

il Partito Fascista: l’appealIl Partito Nazionale Fascista ottiene il successo perché: • le classi agiate (latifondisti, industriali, liberali)

preferiscono la violenza fascista al timore di una rivoluzione socialista - con la convinzione di poter controllare Mussolini.

• le classi operaie sono disorientate per il dissidio interno al Partito Socialista, che non si oppone con forza al PNF per timore di una guerra civile.

• lo stato, attraverso molti suoi funzionari, appoggiava il PNF e non è intervenuto a reprimere la sua azione come avrebbe potuto e, teoricamente, dovuto.

la crisi politica prefascistaNel 1919, con Giovanni Giolitti al governo: • dopo che il poeta D’Annunzio aveva occupato la città

jugoslava di Fiume, viene firmato un accordo che riconosce Fiume città aperta e Zara all’Italia.

• durante l’occupazione operaia delle fabbriche del 1920, Giolitti non interviene -nonostante le richieste degli imprenditori- ma lascia che le parti si accordino.

Ma l’opinione pubblica è turbata dai moti degli operai, e la crisi economica non dà tregua. I Fascisti organizzano impuniti squadre d’azione che aggrediscono violentemente le istituzioni legate alla sinistra - allo scopo di annientare il movimento operaio.

il Fascismo al potereNel mese di ottobre del 1922, il PNF organizza la marcia su Roma: mentre Mussolini attende a Milano, 50 mila fascisti - nella loro divisa a camicie nere - occupano i luoghi strategici della capitale.

Il Presidente del Consiglio L. Facta chiede al re la mobilitazione delle forze armate contro i fascisti, ma Vittorio Emanuele III fa il contrario: convoca Mussolini e lo incarica di formare un nuovo governo.

Il Parlamento sostiene il primo governo fascista anche coi voti di liberali e popolari - che garantivano una larga maggioranza.

L’ITALIA FASCISTAparte seconda

i primi passiMussolini impone subito una svolta autoritaria: • 1923: nasce il Gran Consiglio del Fascismo, composto

dai capi del partito, che in sostanza esautora il Parlamento.

• nasce la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, che persegue privatamente qualsiasi opposizione.

Nel 1924 si tengono le elezioni - che i fascisti vincono con brogli, intimidazioni, violenze. Il deputato socialista Giacomo Matteotti, che le aveva denunciate in Parlamento, viene ucciso da una squadra fascista. L’opinione pubblica è colpita, i deputati antifascisti abbandonano la Camera (Aventino), il governo vacilla. Ma il re non fa nulla, e Mussolini resta al suo posto.

lo stato fascistaScampato il pericolo dell’affaire Matteotti, nel 1925/26 si definisce il carattere dittatoriale dello stato fascista: • abolizione della libertà di stampa • abolizione del diritto di sciopero e dei sindacati • scioglimento di tutti i partiti politici - tranne il PNF • fondazione della Magistratura del Lavoro e delle

Corporazioni - che riuniscono sotto l’egida del regime imprenditori e lavoratori per dirimere ogni controversia

• modifiche autoritarie allo statuto albertino che rendono predominante il potere esecutivo:

il capo del governo non dipende più dalla maggioranza parlamentare ma risponde solo al re il governo legifera senza l’approvazione delle camere

Il Parlamento diventa meramente consultivo

l’eliminazione degli oppositoriMussolini, capo del governo, è il duce - la guida unica.

La Magistratura del Lavoro sostiene gli interessi dei grandi gruppi industriali, perché le opposizioni sindacali sono state smantellate.

Il Tribunale speciale per i reati politici sopprime qualsiasi ideologia politica contraria, condannando gli oppositori al carcere, al confino - e perpetrando violenze. Il comunista Antonio Gramsci viene incarcerato per 20 anni. I liberali Amendola e Gobetti vengono massacrati dalle squadre fasciste. Altri (Turati, Sturzo, Nitti, Salvemini) scelgono l’esilio e lasciano l’Italia.

la politica economicaIl fascismo adotta con forza una politica economica interventista, allo scopo di: • incrementare la produzione interna • diminuire le importazioni dall’estero

Per conseguire tali obiettivi, lo stato fascista cerca l’autosufficienza alimentare (autarchia) con: • la battaglia del grano (cereali, in particolare) • la bonifica integrale di vaste aree del paese

In ambito monetario, rivaluta la lira fissando per legge la quota 90 nel cambio con la sterlina inglese. Ciò • deprime le esportazioni (quota90 fa crescere i prezzi) • frena l’inflazione e favorisce il mercato interno

la politica socialeCi si adoperò per stimolare la crescita demografica - allora creduta vera forza dell’esercito: • l’Opera nazionale maternità e infanzia sovvenzionava

le famiglie numerose - indicate come modello • il Duce lanciò lo slogan Otto milioni di baionette

Ci si concentrò sull’educazione dei giovani per indottrinarli alla fedeltà al regime: • a partire dai 4 anni, i bambini venivano inquadrati in

formazioni paramilitari divise per fasce di età • si praticavano attività ginniche - culto del corpo

L’Opera nazionale dopolavoro organizzava il tempo libero, sempre allo scopo di educare agli ideali del regime.

la politica ecclesiasticaPur essendo originariamente anticlericale, Mussolini era conscio dell’importanza della Chiesa in Italia. Nel 1929 Stato e Chiesa firmano i Patti Lateranensi: • il papa ha la piena sovranità sullo Stato del Vaticano • lo stato risarcisce la Chiesa per la presa di Roma • il cattolicesimo diventa religione di stato insegnata

nelle scuole pubbliche • il matrimonio religioso acquisisce valenza civile • vengono riconosciute e tutelate le scuole e le

associazioni cattoliche • vengono tutelati i diritti dei sacerdoti

Grazie ai Patti Lateranensi il PNF guadagnò prestigio. Papa Pio XI definì il Duce uomo della Provvidenza.

il controllo totaleLo stato diviene totalitario controllando ogni aspetto della vita dei cittadini - tutti obbligati a prendere la tessera del PNF: • scuola • associazioni sportive e ricreative • associazioni di professione • esercito • pubblica amministrazione centrale e locale (niente più

sindaci, ma podestà nominati dal governo)

Lo stato fa ampio uso della propaganda, con radio cinema stampa, per educare a: • amor di patria e spirito di sacrificio • disciplina e obbedienza Il Duce è esaltato come modello etico del perfetto fascista

la diffusione del modelloIl fascismo guadagnò ampi consensi anche all’estero - ad esempio in Gran Bretagna.

Soprattutto, divenne un punto di riferimento per molti stati europei - che negli anni successivi mandarono al potere forze politiche di Destra le quali instaurarono governi dittatoriali:

• in Spagna - con Rivera • in Portogallo - con Salazar • in Polonia - con Pilsudski • in altri paesi dell’Europa orientale • in Germania - con Hitler

l’autarchiaNel 1929 scoppia una grave crisi economica, che dagli USA investe tutto il mondo con una drastica riduzione della produzione, il fallimento di molte imprese, e una larga disoccupazione. Il fascismo reagisce in maniera fortemente interventista: • stimola le grandi opere pubbliche • istituisce l’Istituto per la Ricostruzione Industriale

(IRI), per: finanziare le industrie in crisi impartire commesse redditizie potenziare la produzione fondando imprese (Agip) consolidare il protezionismo

Lo stato diventa padrone di metà del sistema produttivo e creditizio, e inaugura l’autarchia - cioè la piena autosufficienza economica.

la politica colonialeTra il 1935 e il 1936 l’Italia riprende l’avventura coloniale, conquistando l’Etiopia - che con Somalia e Eritrea forma l’Africa Orientale Italiana.

La conquista fu faticosa e difficile, fu condannata dalla Società delle Nazioni con sanzioni economiche, e non fu di alcuna utilità.

Nonostante le atrocità dei soldati italiani, la propaganda dell’impresa guadagnò al fascismo consenso ed entusiasmo per la nascita dell’Impero: nel 1936 il regime di Mussolini toccò il massimo del favore popolare.

la politica esteraNel 1936 Italia e Germania hitleriana firmano l’Asse Roma-Berlino, un patto col quale i due paesi dichiarano la loro volontà di espandersi.

Germania e Italia intervengono quindi in Spagna a sostenere le forze fasciste contro la repubblica.

L’Italia dà avvio alla politica razziale e perseguita gli ebrei in nome dell’antisemitismo hitleriano con le leggi del 1938: nonostante la perfetta integrazione degli ebrei, vengono esclusi da varie professioni private e da tutte quelle pubbliche, dal servizio militare, dall’imprenditoria, dalle manifestazioni di vita sociale.

L’opinione pubblica rimase perplessa.