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• GDOWEEK n. 480 • Settimanale • Il Sole 24 ORE Business Media Srl – via G.Patecchio 2 – 20141 Milano • Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, Comma 1, DCB Milano - Taxe perçue (tassa riscossa) Intervista Mario Gasbarrino: la filosofia di Unes pag. 22 4 MAGGIO 2009 - N°480 Retail Le nuove soluzioni dell’Iper di Vittuone pag. 24 Intervista Paolo Cavallo, Reckitt Benckiser pag. 40 Servizi In compagnia di Esselunga nel proprio backstage pag. 53 Il fascino discreto delle partnership idm-gdo

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IntervistaMario Gasbarrino: la filosofia di Unespag. 22

4 MAGGIO 2009 - n°480

RetailLe nuove soluzioni dell’Iper di Vittuone pag. 24

IntervistaPaolo Cavallo,Reckitt Benckiserpag. 40

ServiziIn compagnia di Esselunganel proprio backstage pag. 53

Il fascino discreto delle partnership idm-gdo

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Retail

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“Un negozio funziona quando riesce a rac-contare il marchio e diventa un tassello di

una strategia di comunicazione più ampia”, esor-disce TTiizziiaannoo VVuuddaaffiieerr ii, fondatore insieme aCCllaauuddiioo SSaavveerr iinnoo dello studio di architetturae interior design VVuuddaaff iieerr ii SSaavveerr iinnoo PPaarrtt--nneerrss, cui si deve la realizzazione di alcuni deipiù noti flagship del mondo della moda: Tod’s,Roger Vivier, Pucci, Moschino …Nessuna classificazione è possibile dunque,nel mondo dei pdv, in termini di “bello o brutto”,ma solo di capacità o meno di raccontare unastoria, di tracciare un percorso che tiene contoevidentemente del passato, ma lo attualizzanell’oggi. “Lavorare con i marchi del lusso èmolto stimolante da questo punto di vista, per-ché stilisti e designer vivono di creatività e han-no capito l’importanza dello store più e primadel largo consumo, come luogo per veicolareun sogno, una possibilità, uno scenario ideale”,osserva Vudafieri. Che racconta come sia pos-sibile applicare questo approccio strategico alpunto di vendita anche al pronto moda: “Ognimarchio ha una storia da raccontare, ogni inse-

gna porta con sé dei valori e delle proposte checorrispondono a un target in cui i suoi compo-nenti si riconoscono”. E lo dimostrano due ca-si che lo studio sta seguendo, entrambi in Cina:si tratta di due insegne di abbigliamento giova-ne pronto moda, di cui è stato ripensato intera-mente il concept dei punti di vendita, combi-nando la volontà di vendere sogni, con quelladi renderli una “macchina da guerra” sul frontedei fatturati.

QUALITÀ DIETRO LE QUINTEPerché il team Vudafieri Saverino è convintoche non basti un concept esteticamente validoperché un negozio funzioni. Se non c’è allespalle una parte, solitamente non visibile, chefa in modo che tutto funzioni sul piano dellostock, del servizio, è impossibile lavorare su zo-ne di attrazione, focus point, messaggi sublimi-nali. “È fondamentale combinare un layout fun-zionale con uno emozionale, utilizzando la sto-ria del marchio o dell’insegna per dare potenzaal messaggio. I risultati si vedono: il pdv che

ROGER VIVIER, MILANO

Nel flagship store di Via Sant’Andrea, un palazzo del ‘700, il concept sviluppato richia-ma la dimora dello stilista francese, con pezzi d’arredo -alcuni appartenuti a lui- sceltiin collaborazione con Inès de La Fressange. Pezzi unici e preziosi su cui poggiano, inmodo fintamente casuale, le calzature, le borse, gli accessori. Ogni ambiente è caratte-rizzato in modo differente: le pareti sono rivestite in pannelli imbottiti di tessuto beige aeffetto camoscio, in cui sono incastonate piccole nicchie semitrasparenti in plexiglas,retro illuminate. Il pavimento, in tavole di legno di quercia grigia e la luce diffusa dei lam-padari vintage, contribuiscono a creare un’atmosfera da salotto.

TOD’S, MILANO

Lo studio Vudafieri Saverino ha lavorato per esprimere nelconcept l’idea di lusso borghese contemporaneo, posizio-namento storico del marchio, in un mood caldo e dome-stico. L’ambiente è accogliente nella sua essenzialità e l’e-sposizione è organizzata in modo da suggerire un totallook. In posizione più nascosta, volutamente, il mocassi-no, pezzo cult della collezione, per stimolare la visita del-l’intero pdv. I 600 mq su tre livelli sono collegati da duegrandi scale e un ascensore panoramico. Gli arredi hannoi colori tenui dell’avorio, del grigio chiaro e del marronecioccolato, in contrasto con le pareti e il pavimento. La lu-ce, calda e mirata, illumina i capi in modo discreto e sot-tolinea le diverse zone espositive.

Vudafieri Saverino: il layout del pdv deve essere emozionante e funzionale

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abbiamo appena ridisegnato, pur sorgendo a500 metri dal flagship vecchio stile, fattura qua-si il doppio”.Un approccio tanto più valido in un momento dicrisi come quello attuale, in cui i marchi, per re-sistere al meglio, devono trasmettere consi-stenza, sicurezza, solidità. “È così che torna ingioco il concetto di storia, attualizzata. Vincechi propone capi di tradizione, intramontabili,che il consumatore sa di poter continuare a in-dossare per più di una stagione, se parliamo dilusso e quindi di un investimento economico ri-levante. Per il fast fashion, invece, che già èben posizionato a livello di prezzo, occorre la-vorare sulla costruzione di un’identità precisa”.

IL PUNTO DI VENDITA COME TEATROSfruttando, suggerisce Vudafieri, anche unnuovo trend sempre più evidente nell’allesti-mento dei negozi, in particolare all’estero: larealizzazione di un “hardware” neutro, noncostoso, che si possa attrezzare di volta involta in modo diverso. “Quasi come se il ne-gozio diventasse un teatro, le cui quinte sve-lano e raccontano ogni volta una trama inedi-ta. Mobili, soffitti, materiali, devono essereleggeri e flessibili, così da lasciarsi reinventa-re di continuo. In qualche modo, è la stradadei temporary store fatti bene, con serietà eprogetto alle spalle”.

SOLUZIONI ESPOSITIVE INEDITEDi fondamentale importanza, infine, anche la ri-cerca di nuove soluzioni espositive, che aiutino aleggere l’offerta, andando a stimolare le vendite inmodo strategico: “Una delle proposte della Vuda-fieri Saverino e Partners è l’allestimento di unascala di collegamento tra i livelli di un pdv, legger-mente arretrata rispetto al normale, in modo dacreare un piccolo soppalco/pianerottolo. Si creain questo modo una zona espositiva supplemen-tare, in cui posizionare i prodotti più venduti, peresempio, in modo da stimolare il passaggio attra-verso la prima parte del negozio e suscitare curio-sità per quello che si trova ai livelli successivi”. So-luzione vincente, non sfacciata, non eccessiva-mente urlata, dai risultati importanti. “Abbandone-rei, una volta per tutte, l’idea che entrando tuttodebba essere visibile. Si rischia di creare unagran confusione. Meglio svelare, a poco a poco,aiutando il cliente a trovare quello che desidera emagari anche quello a cui non aveva pensato. Difronte a una così lunga esperienza, sembra inop-portuno chiedere se c’è un pdv che Vudafieri vor-rebbe aver progettato. Ma l’Architetto rispondesenza esitazione: “È il pdv AAssppeessii di Via Monte-napoleone a Milano. Un negozio che racconta al-la perfezione il marchio, trasmette l’idea della vitain città e quindi dell’impiego primario che si fa deicapi Aspesi e ha delle soluzioni innovative, digrande impatto, dai muri grezzi ai container usaticome camerini prova”. Valeria Volponi

MOSCHINO, PARIGI

Un’atmosfera surreale, legata al mondo delle fiabe. Il pdv è concepito come un set,che richiama una foresta incantata e in cui una immaginaria Alice nel Paese delleMeraviglie si muove con libertà e disinvoltura: i display richiamano alberi, i tavolisembrano enormi diamanti, le sedute sono borse da donna oversize. I colori chia-ri e luminosi danno all’ambiente un’aria magica e cristallina, accentuata dai lampa-dari che trasformano le classiche gocce di plexiglass in cuori trasparenti che pio-vono a terra per formare decorazioni metalliche. Le appenderie, invece, diventanoalberi di alluminio o di metallo laccato nero che si diramano sui muri come rami efoglie, dai quali pendono gli abiti e dai quali cadono, come frutti, gli espositori.

EMILIO PUCCI, PARIGI

Un pdv che ricorda uno scrigno per i gioielli, in cui gli abiti so-no oggetti preziosi. Il sole e il mare, richiamati da un arreda-mento color acqua, rimandano alla storia del marchio, alla vi-ta del suo creatore e alla sua passione per i colori della Co-stiera Amalfitana: ai capi il compito di ambientare la scena ericreare ogni volta una suggestione diversa. L’impressionegenerale è di trovarsi di fronte a uno spazio “liquido”, dinami-co e sinuoso, in cui tutti gli elementi si fondono: le linee cur-ve caratterizzano gli scaffali e i banconi in plexiglas lumine-scente e laccato, su cui sono esposti gli accessori. La luce,elettrica e di impatto, accende le tonalità degli abiti e illuminadai riflettori del soffitto il pavimento, che ne segue l’andamen-to ovale.