Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

20

description

Dopo una serie di sofferenze e fragilità, Lilia decide di affrontare il suo passato ritornando alle sue origini, nella sua amata terra: il Salento. I luoghi, i colori, gli odori, i sapori, risvegliano in Lilia antichi frammenti di memoria che si intrecciano tra le righe di un taccuino che le appartiene. Riga dopo riga Lilia riscopre se stessa e il vero senso dell’amore, abbandonando nel vento del sud ciò che per anni l’aveva ingabbiata: il fantasma di Lemich. Scheda libro: http://bit.ly/1AhN6Cd

Transcript of Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

Page 1: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone
Page 2: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

Il fantasma di Lemich

Page 3: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

Titolo: Il fantasma di Lemich

Autrice: Anna Maria Benone

Collana: Introspezioni

Questo romanzo è un’opera di fantasia: nomi, personaggi, luoghi e avveni-menti sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in modo fittizio. Qualsiasi riferimento a fatti, luoghi o persone è puramente casuale. Tutti i diritti di traduzione, riproduzione e adattamento, totali o parziali, con qualsiasi mezzo, anche copie fotostatiche e microfilm, sono riservati.

© 2013 Runa Editrice www.runaeditrice.it - [email protected]

ISBN 978-88-97674-22-1 PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA Copyright 2013 Runa Editrice

Stampato per conto di Runa Editrice nel mese di dicembre 2013 da Projectimage (Padova), su carta ecologica certificata FSC

Page 4: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

Anna Maria Benone

Il fantasma di Lemich

RUNA EDITRICE

Page 5: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone
Page 6: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

5

Prefazione a cura della prof.ssa Letizia Mazzella

In ogni situazione narrativa, gli unici elementi

veri sono: il narratore reale e il lettore reale. Il narratore reale è quello il cui nome figura

sulla copertina del libro e del quale conosciamo tutti i dati anagrafici. Stessa cosa per il lettore reale che è colui che prende realmente in mano il “libro”, lo sfoglia e lo legge.

In questo caso, il narratore reale – Anna Ma-ria Benone – si è laureata in Lettere Moderne a Lecce con una tesi su Pirandello e, guarda caso, il lettore reale è Letizia Mazzella, docente uni-versitaria di Anna Maria e sua relatrice di laurea.

Ogni storia, prima di essere narrata, vive al-l’interno del narratore reale coprendone l’intero sistema della sensorialità. Per giorni egli vive, dorme, agisce con questo “alieno” al suo inter-no. E piano piano la storia prende forma, i per-sonaggi hanno un nome e uno status di vita: bi-

Page 7: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

6

sogna “scrivere”. Altre sono le vie che inducono il lettore reale

a “leggere” un libro: una recensione che ha incu-riosito, qualcuno che glielo ha fatto conoscere o, come in questo caso, un invito garbato a leggere questa storia per darne un giudizio – l’allieva le-gata da affetto e da stima alla sua vecchia docen-te universitaria ora in pensione.

Quando il lettore reale “apre” il libro, entra-no in campo altri elementi e altri meccanismi, tutta la “macchina narrativa” attiva i suoi stru-menti, annullando anche il suo autore reale.

Appena il lettore reale apre il testo deve av-venire una magia: “scrivere” e “leggere” debbo-no entrare in sintonia. Se la scrittura “dice” cose interessanti, la lettura diventa vogliosa di sapere, ma se il testo balbetta, e stenta, la lettura si sente come un amante tradito e “chiude” il libro.

Quest’opera di Anna Maria Benone non bal-betta, ma da subito “intriga” il lettore e lo fa fino all’ultimo rigo di questo romanzo che non ha una parola fine, invitando il proprio lettore a continuare questa storia facendola parte del pro-prio vissuto.

Tre donne, tutte di nome Lilia, intrecciano i

Page 8: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

7

loro destini: sono Lilia-figlia, Lilia-madre, Lilia-nonna.

Lo sviluppo della storia si serve di tutti gli strumenti narrativi: diario, ricordi, vite vissute in una oscillazione temporale che va dall’hic et nunc al recupero memoriale a ritroso nel tempo e nello spazio.

I legami tra presente e passato avvengono spesso – direi quasi sempre – attraverso il mono-logo interiore che sfocia nel flusso di coscienza. Il destino di Lilia-figlia somiglia molto a quello di Lilia-madre e tutte e due hanno ereditato una particolare sensibilità divinatrice – il “dono” – da Lilia-nonna.

Tutte e tre hanno conosciuto il fantasma di Lemich.

Il personaggio, in questo romanzo, non è mai descritto, ma lentamente, con una tecnica pro-pria del teatro, emerge per via indiretta, attraver-so i pensieri e le parole di un monologo interiore o di un flusso di coscienza.

I personaggi maschili sono lasciati intravede-re attraverso il ricordo, anche i due personaggi fondamentali Michi e Sirio, non hanno uno sta-tus anagrafico, “appaiono”, come la donna, a cui

Page 9: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

8

sono legati, li vede. Sembra quasi che i personaggi maschili siano

degli sfondi spaziali, perché, qui, anche lo spazio è sempre descritto dal cuore, raramente dagli oc-chi. Solo il sud è visto attraverso tutta la senso-rialità della protagonista: odori, profumi, luce, vento, acqua, sapori…

È la terra dei “trulli” dove Lilia ritorna alla ri-cerca delle proprie radici dalle quali trarre una nuova forza per continuare a vivere.

Un ritorno alla terra è anche il cimitero, qui la chiarezza espositiva si tinge di nuovo dell’oscuri-tà dell’equivoco. Chi, in realtà, non ha mai dimenticato?

Page 10: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

Questo romanzo è frutto di mia fantasia e sensibilità…

Page 11: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone
Page 12: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

Alla mia cara amica Margherita

che dall’etereo mi protegge e sostiene:

“angelo in terra

stella in cielo…”

Page 13: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone
Page 14: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

il respiro nel vento…

Page 15: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

14

Page 16: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

Il ricordo

15

1. Il ricordo

Il vento accarezzò il volto di Lilia, erano anni

che gli occhi della donna non vedevano quello splendido paesaggio. Nulla era cambiato, tutto si era fermato.

Lo scorrere del tempo aveva scalfito più volte gli attimi della sua vita e se alcune cose erano passate, altre erano ferme e ben fisse nel suo presente. Di uomini ne aveva avuti diversi, il suo fascino non passava indisturbato, nemmeno la statura da vichinga che a volte la rendeva goffa e buffa nella camminata altalenante tipica di una donna molto alta. La carnagione chiara, su quel-l’altezza, rimembrava la tipica bellezza nordica, pur essendo nata in Terronia.

Era ritornata alle origini, dove la terra e i pro-fumi aiutavano a riscoprire la linfa della vita di cui aveva decisamente bisogno. Aveva bisogno di guardarsi dentro e capire cosa le era accaduto. Era come spenta ormai da troppo tempo, il sole

Page 17: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

Il fantasma di Lemich

16

sembrava non illuminare più le sue membra ap-parentemente perse in qualcosa che lei non desi-derava ricordare. Sapeva di essere stata fortuna-ta, di aver avuto gli uomini che voleva e di poter avere anche quelli che non l’attraevano. Era qualcosa che si portava da bambina, la sua bel-lezza sembrava uscita dalle mani di un pittore eccessivamente esteta, ossessionato dalla piace-volezza. Spesso il fascino del suo involucro di-ventava un’ossessione. L’invidia e gli occhi gelo-si di chi la conosceva, in alcuni momenti, erano troppo pesanti per il suo animo sensibile. Senti-va in cuor suo che tale avvenenza non le appar-teneva, pur essendo utile in alcuni momenti di vita.

Non era mai appagata e serena, il conto da saldare per tale apparenza sembrava essere l’in-quietudine con cui conviveva ormai da anni. La considerava una parte di sé, un altro arto, come se fosse necessaria. L’aveva giustificata con la sua, talvolta, eccessiva sensibilità.

Quel giorno, il sole si fece sentire, aprendo le

porte alla stagione calda. Dalla scogliera si intra-vedevano le spiagge ricche di ombrelloni e sdra-

Page 18: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

Il ricordo

17

io, pronte a rilassare i corpi e le menti dei primi vacanzieri. Dall’entroterra, le campane della vec-chia torre scandivano con chiarezza il tempo marino, dando il benvenuto all’estate appena iniziata. Lilia sapeva che non era lì per una va-canza, ma attendeva il momento giusto per af-frontare, capire, liberare, parlare, urlare e decide-re qualcosa. Milano, dove ormai viveva da anni, l’aveva stressata abbastanza e le polveri sottili le avevano portato via anche gli ultimi respiri.

Il piccolo trullo era ancora impregnato dal chiuso della solitudine, ma era in ordine ed ema-nava dalle pareti fresche, il buono di una terra mai dimenticata.

“Ricordo ogni gioia, ogni frastuono di noi, sono passati molti anni, ma per me il nulla”, pensò Lilia girovagando nei ricordi della cucina dove con la famiglia aveva trascorso festosi pasti estivi.

Si sarebbe fermata lì per i prossimi tre mesi. Era tutto come una volta, in un attimo fisso: il tavolo di legno di ulivo, il copritavolo di unci-netto cucito dalla nonna, ancora bianco e fra-grante come allora, persino la polvere non aveva attecchito; il portafiori di terracotta al centro; le

Page 19: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone

Il fantasma di Lemich

18

sedie di legno per un nuovo banchetto. Dalle fi-nestre, la luce entrava fiera di soleggiare la casa, per troppo tempo rimasta nel buio. All’angolo, il letto se ne stava solitario, in attesa. Dal piccolo cucinino, la caffettiera brontolava. Il caffè che Lilia aveva appena preparato era pronto. Lo sor-seggiò, era buono, persino la moka non aveva bisogno di essere lavata più volte per togliere il sapore dell’umido raccolto dal tempo. L’aroma si sparse per tutto il trullo, ogni sorso era un sor-riso suscitato da un lieto ricordo che le tornava in mente, finché qualcosa la distolse dall’incanto. Sul tavolino di legno d’ulivo, accanto alla dispen-sa, un taccuino blu aspettava.

La luce era giusta, il momento per rivivere era quello.

Page 20: Il fantasma di Lemich di Anna Maria Benone