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26 IL MASSOFISIOTERAPISTA

Il drenaggio linfatico manuale1 Drenaggio linfatico manuale metodo Vodder. 2 Utilizzo di Tecarterapia® in paziente con linfedema secondario da carcinoma

mammario. 3 Bendaggio multistrato.

Il sistema dei vasi linfatici rappresenta uno scolo supplementare al sistema venoso. Esso inizia a fondo cieco, nell’interstizio cellulare e termina nel sistema venoso in prossimità del collo in una zona denominata “TERMINUS” che coincide con l’angolo succlavio giugulare di destra e di sinistra.1. Il linfodrenaggio manuale metodo Vodder, ha notevoli effetti. I più signifi cativi sono:1 elimina le stasi di liquidi interstiziali causa del gonfi ore, con effetto

antiedematoso.2 favorisce il processo di cicatrizzazione in quanto la linfa fresca è ricca di

cellule rigeneratrici.3 favorisce l’aumento delle difese immunitarie4 contribuisce a nutrire meglio i tessuti ed è in grado di restituire l’equilibrio

idrico alle zone disidratate con effetto rigenerante.5 inoltre essendo molto lento e ritmato, produce un effetto rilassante sia sui

singoli muscoli, sia sull’organismo in generale (miorilassante)

LE SUE FUNZIONI1 Sistema di drenaggio per la rimozione del liquido interstiziale eccedente delle

sostanze deputate al trasporto linfatico, le quali, per la loro mole, non possono essere assorbite dai capillari venosi (es. grassi, proteine di alto peso molecolare, batteri).

2 Sistema di difesa e di fi ltrazione della linfa attraverso i linfonodi.

FISIOPATOLOGIA DELLA FORMAZIONE DEGLI EDEMI:è legata direttamente ad una patologia del sistema dei vasi linfatici che può tradursi sostanzialmente in una diminuita capacità di drenaggio del sistema linfatico.I linfedemi secondari sono causati dalla distruzione dei linfonodi o delle vie linfatiche, in seguito ad interventi chirurgici, radiazioni, traumi, infi ammazioni,ustioni, tumori.

DRENAGGIO LINFATICO MANUALE METODO VODDER DELL’ARTO SUPERIORE Il drenaggio linfatico manuale è una tecnica manuale nella quale si effettuano movimenti ondulatori in direzione della corrente centripeta (che va verso il cuore). Tramite la frequente ripetizione manuale, si riesce a stimolare l’automatismo dei vasi linfatici (contrattilità linfovasale). Con un trattamento continuo si arriva ad un incremento della capacità di trasporto linfatico e alla formazione di effi cienti vasi collaterali linfatici del circolo superfi ciale. Poiché la presenza di cicatrici nel tessuto, costituisce un ostacolo supplementare al decorso linfatico,la linfa in eccesso verrà guidata manualmente verso le stazioni linfatiche vicine che

Donato LecciMassofi sioterapista

Libero professionista a Milano e Lecce

www.ellesei-fi sioterapia.it

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funzionano normalmente. In presenza di edema, si applicano delle prese manuali particolari che determinano un maggior assorbimento di liquido da parte dei capillari linfatici e venosi. È da sottolineare che il lavoro sulle catene linfatiche del collo, viene eseguito all’inizio di ogni trattamento di linfodrenaggio, poiché contribuisce allo svuotamento del terminus ed è essenziale ai fi ni dell’effi cacia del trattamento stesso.Nel caso specifi co descrivo il problema di una paziente con carcinoma mammario. La paziente ha subito un intervento chirurgico di quadrantectomia, più svuotamento completo del seno, e asportazione parziale dei linfonodi ascellari, con inserimento di un espansore per un periodo di mesi sei, dopo tale periodo è stata posizionata protesi mammaria defi nitiva.

2. TRATTAMENTO CON TECNOLOGIA HUMAN-TECAR®Il trattamento con tecnologia human tecar® è stato eseguito ad appena dodici giorni dall’intervento chirurgico. La signora presentava spalla dolente e bloccata nei movimenti. Come prima fase è stato molto importante sbloccare la spalla, e le aderenze al margine laterale della scapola, e in seguito ridurre l’edema con il linfodrenaggio manuale metodo Vodder. Nel caso specifi co i tempi di recupero nella mobilizzazione della spalla, e nel liberare il tessuto dalle aderenze, sono stati ridotti grazie alla tecnologia human-®.

3. TECNICA DEL BENDAGGIO MULTISTRATO IN LINFEDEMA SECONDARIOVi sono diversi tipi di terapie compressive che vengono utilizzate in diversi momenti terapeutici. Non è lo stesso invece per quanto riguarda le singole tecniche di bendaggio. Molte tecniche offrono gli stessi vantaggi, quindi la scelta della tecnica è determinata dalle condizioni anatomiche, dalle dimensioni dell’edema e dall’esperienza personale.Il materiale di bendaggio deve essere a corta estensibilità, in modo che la guaina rigida del bendaggio, opponendo resistenza alla dilatazione muscolare, durante il movimento attivi effi cacemente la pompa muscolare. La compressione dall’esterno dà un maggiore supporto al tessuto bendato, che non cede più per effetto dell’aumento della pressione venosa interna. Questo aumento della portata sanguigna determina riduzione della pressione idrostatica nei vasi efferenti ed in tal modo evita la formazione di un nuovo edema.Per poter compensare le zone cave anatomiche che circondano le zone prominenti, come intorno alla caviglia, si applicano dei materiali in schiuma di lattice o in silicone. Questo fa si che la pressione sia trasmessa anche alle zone cave e non sia limitata alle zone prominenti. Per mantenere il gradiente di pressione venoso, nell’esercitare una compressione deve esserci sempre una diminuzione di pressione da distale a prossimale. Nell’arto superiore la pressione massima è la mano.

BENDE A CORTA ESTENSIBILITÀI bendaggi effettuati sugli arti edematosi con bende a corta estensibilità hanno un’ottima effi cacia in quanto queste bende svolgono un supporto soddisfacente sia a riposo che in movimento, dando così la possibilità al paziente di tenerle fi no a 24 ore.

Fig. 1

Fig. 2 - Prima del trattamento

Fig. 3 - Dopo il trattamento

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Le fasi del bendaggio possono essere schematizzate: 1 Applicare tubolare in cotone su tutto l’arto superiore per isolare la cute dal

cotone idrofi lo per eventuali allergie (Fig. 4)2 Applicare benda in cotone idrofi lo partendo dalla mano lasciando libere le

dita (Fig. 5)3 Bendaggio delle dita con cotone elastico altezza cm.4 partendo dalla mano

(Fig. 6, 7, 8, 9)

Fig. 4

Fig. 6

Fig. 8

Fig. 7

Fig. 9

Fig. 5

Fig. 5

4 Bendaggio dell’avambraccio e braccio con benda a corta estensibilità fi no al cavo ascellare, con due bende applicate in direzioni opposte, altezza cm 10 (Fig. 10)

CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE NEI LINFEDEMI 1 Nel massaggio classico, al contrario del linfodrenaggio si eseguono delle manovre

più energiche sul tessuto, le quali causano un peggioramento degli edemi.2 Vanno eliminate terapie che sviluppano calore a causa della vasodilatazione

che crea un aumento di produzione di linfa.3 Diuretici, perché non possono rimuovere le proteine dall’interstizio.4 Esclusiva compressione con l’apparecchio (presso terapia) può causare una

fi brosi circolare alla radice dell’arto.5 Bendaggi energici, in quanto potrebbero lesionare i vasi linfatici e provocare

degli ematomi con ulteriore danno alle vie linfatiche.

SITUAZIONI IN CUI VIENE SCONSIGLIATO IL LINFODRENAGGIO1 Infezioni acute batteriche delle estremità edematose (pericolo di diffusione).2 Trombo fl ebite acuta (pericolo di embolia polmonare).3 Tumori maligni con solo metastasi loco regionali (pericolo di disseminazione

linfogena accelerata).4 Il linfodrenaggio manuale metodo Vodder viene effettuato da

Massofi sioterapisti e fi sioterapisti altamente specializzati.