Il Dovere Della Memoria...in Ricordo Di Mario Tornatora

48
 La vita di MARIO TORNATORA (1925-1986), merita di essere raccontata per la coerenza e integrità costante alle sue idee, per l’azione quotidiana e per la molteplicità dei campi in cui si impegnò: dalle lotte sociali, all’a~ricolIura. dall’azion e sindacale a quella della solidarietà e dell’assistenza ai meno abbienti. dal territorio, al la sanità, ai trasporti. Coprì la carica di Consigliere Comunale a Polistena: di conipo— nente della Segreter ia Regiona le del P.C.I,: (li Segr etar io del la Federa zione Comunista Re~ina: di Consigliere Regionale. I a vocazione al l’assistenza e alla solidarietà lo ide impegnato nella Direzione del Patronato INCA della CGIL della provincia cli Reggio Cala bria e nel la Presidenza del nuo~ o Ospedale Civile (li Polistena, L’interesse per il territorio e i trasporti & attestato dal la Su a Presidenza nell ‘AJ’vIA (Azienda Munic ipal e Autobus) (li Reggio Calabri a e ne l Dipartimento Territorio della Regione Cala bria, In cima ai pensieri di M. Tornatora c’era sempre la consape~ o— le7ia che ti a tutte le lotte quella contro la malia fosse la più importante e necessaria per superare il \ ero ostacolo al progresso sociale, cR ilc e democratico della nostra terra, Signilicati~ o sul pi ano dela su a coe— renza e rispetto delle regole & stato l’incarico di membro dela Coni— missione Regionale cli Controllo sugli atti della Regione pr ess o il Commissariato di Governo, incarico espletato sino all’ultimo giorno della su a vita. La su a scomparsa privò la Calabria non solo di un uomo politico militante ma soprattutto di un a figura signilicativa di qLiel la parte sana e onesta del meridione che incessantenietne lotta per il suo progresso e il suo a~ anzanieiito ci~ i le e democratico. Il dovere della memoria ...in ricordo di 4rio Tornatora d ‘a ‘4— a cura di I~asquahno Tornatora lIana C \i \i’i’rsi li i usi ~i ScoNosci Nuove Ediì ion i Barbaro di Cilei in~i Di Piuit o 10,00 ISBN 97S-$8-7$5$-()-t6-6 \.

description

a cura di Pasqualino TornatoraNuove Edizioni Barbaro di Caterina Di PietroCollana "Calabresi Illustri Sconosciuti" N.7Finito di stamapre nel mese di novembre 2011

Transcript of Il Dovere Della Memoria...in Ricordo Di Mario Tornatora

La vita di MARIO TORNATORA (1925-1986), merita di essere raccontata per la coerenza e integrit costante alle sue idee, per lazione quotidiana e per la molteplicit dei campi in cui si impegn: dalle lotte sociali, alla~ricolIura. dallazione sindacale a quella della solidariet e dellassistenza ai meno abbienti. dal territorio, al la sanit, ai trasporti. Copr la carica di Consigliere Comunale a Polistena: di conipo nente della Segreteria Regionale del P.C.I,: (li Segretario della Federa zione Comunista Re~ina: di Consigliere Regionale. I a vocazione al lassistenza e alla solidariet lo ide impegnato nella Direzione del Patronato INCA della CGIL della provincia cli Reggio Calabria e nel la Presidenza del nuo~ o Ospedale Civile (li Polistena, Linteresse per il territorio e i trasporti & attestato dal la Sua Presidenza nell AJvIA (Azienda Municipale Autobus) (li Reggio Calabria e nel Dipartimento Territorio della Regione Calabria, In cima ai pensieri di M. Tornatora cera sempre la consape~ o le7ia che ti a tutte le lotte quella contro la malia fosse la pi importante e necessaria per superare il \ ero ostacolo al progresso sociale, cR ilc e democratico della nostra terra, Signilicati~ o sul piano della sua coe renza e rispetto delle regole & stato lincarico di membro della Coni missione Regionale cli Controllo sugli atti della Regione presso il Commissariato di Governo, incarico espletato sino allultimo giorno della sua vita. La sua scomparsa priv la Calabria non solo di un uomo politico militante ma soprattutto di una figura signilicativa di qLiel la parte sana e onesta del meridione che incessantenietne lotta per il suo progresso e il suo a~ anzanieiito ci~ i le e democratico.

Il dovere della memoria ...in ricordo di

4rio Tornatoraa4

d

a cura di I~asquahno Tornatora

lIana C \i \iirsi li i usi ~i ScoNosci 10,00

Nuove Ediioni Barbarodi Cilei in~iDi Piuit o

ISBN 97S-$8-7$5$-()-t6-6

\.

Il dovere della memoria... in ricordo di Mario Tornatora

a cura di Pasqualino Tornatora

Presentazione

Scorcio di casa Tornatora dalla Piazza della Repubblica a Polistena.(Dz~into di Angelo Formica)

Il 24 settembre 1986 dallo scanno pi alto del nostro ordinamento regionale il Commissario di governo, dott. De Francesco nella comme morazione dellOn. Mario Tornatora aveva affermato: Lencomiabile impegno nelle funzioni di componente della commissione era un aspetto di quello pi intenso per la nostra Regione e dellamore per le genti calabre delle quali interpretava anelito allo sviluppo e alla chiarezza dei rapporti pubblici e sociali. Nel celebrare il 25 anniversario dalla sua scomparsa, sicuri, dinter pretare i sentimenti unanitr della nostra popolazione di stima e rico noscenza, rivolgiamo un ringraziamento ai familiari dellillustre scom parso per aver scelto il nostro comune per la celebrazione di tale avve nimento. Commemoriamo la memoria, il suo passaggio meritorio per le vie del mondo, come si conviene nei confronti di chi stato fhlgido esem pio per tutti, nei confronti di chi ha dato lustro e gloria a questo paese che si onora di averlo avuto figlio. E giusto e doveroso che restino vivi e indelebili il ricordo e le testimonianze dei cittadini come lui, che si sono distinti e che ci hanno fatto inorgoglire per la comune apparte nenza, dei cittadini come lui che hanno lasciato alle generazioni da venire le vivide tracce di un concreto impegno sociale e politico e di una civilt da emulare. Specialmente ora che questi nostri paesi si vanno spopolando e i giovani conoscono un nuovo esodo, pi triste e deprimente dei tanti precedenti, importante che resti viva la memoria di chi qui si for mato, di chi qui ha forgiato le idee e gli ideali che ne hanno poi eleva to il nome, di chi da qui partito verso un futuro radioso che inorgo glisce la sua famiglia e la sua gente, verso un lustro e un prestigio che sapranno sopravvivere allusura del tempo.

7

Rester, Mario Tornatora, un esempio e una guida per le generazio ni future, un galantuomo di cui sembra essersi perso lo stampo e a cui rendere lomaggio ossequioso che si guadagnato in vita. Rester, Mario Tornatora, anche un rimpianto, per la scomparsa prematura, per ci che sarebbe ancora potuto essere e non stato. Nel testo cammino di una comunit dal Medioevo ad oggi lo sto rico don Santo Rullo, dopo aver tratteggiato in maniera egregia la figu ra dellOn. Mario Tornatora, cos annota: la morte che avvenne il 19 settembre 1986 priv la Calabria di un appassionato promotore del suo progresso e la cittadina di Scido di un degno figlio. Condividiamo in pieno. Mai parole furono pi veritiere e appropriate. Nel rinnovare il ringraziamento ai familiari del nostro illustre con cittadino per aver scelto Scido come luogo dove celebrare il venticin quennale della scomparsa, plaudiamo alliniziativa della Nuova Edizione Barbaro che ha inserito lon.le Mario Tornatora nella collana calabresi illustri sconosciuti. Uniniziativa meritoria che serve a non disperdere la memoria, a lasciare traccia indelebile di uomini che meri tano leterna riconoscenza della nostra terra. Laugurio che questa pubblicazione raggiunga pi lettori possi bili e incontri il favore del sensibile ed orgoglioso pubblico calabrese. Scido, l 10 novembre 2011 IL SINDACO Doti. Giuseppe Zampogna

Sensi di memoria. Mario Tornatora, un comunista giustoRocco Lentini

Mario Tornatora1 nato a Scido il 6 luglio 1925, ma dal piccolo paese aspromontano si trasfer, ad appena sei anni, nel 1931, con la fami glia a Polistena. Vincenzo, il padre, un artigiano antifascista che ha sposato Marina Siipo2, una donna di Polistena, ed qui che si trasferi sce anche per sfuggire alle persecuzioni dei fascisti scidesi. A Polistena tra gli animatori principali delle cellule del Pci e svolge attivit clande stina3. Crollato il regime Vincenzo Tornatora candidato, nella tornata elettorale amministrativa del 1946, in una lista socialcomunista che vince le elezioni a Polistena. O_ui cresceva in quegli anni, grazie anche ad un gruppo di reduci come Rocco Pizzarelli4, Francesco Ierace5 e Bartolo

Scarne notizie biografiche di Mario Tornatora sono in Santo Rullo, Scido. Cammino di una comunit da/Medio Evo ad oggi, Gangemi, Reggio Calabria, 1993.2

Marina Silipo appartiene ad una famiglia di scultori in legno polistenesi cui si

deve, tra laltro, il Coro ligneo ai lati dellaltare maggiore della chiesa Matrice. 3i Fusco, Polistena Storia sociale epolitica (1221-1979), Parallelo 38, Reggio Calabria, 1981. ~ Rocco Pizzarelli (Polistena 30.7.1912 - Reggio Calabria 8.1.1986) di Luigi e Angela Sorrenti. Sulla figura adamantina del sindacalista della Cgil si rinvia a Rocco Lentini, Terra senza pane. Rocco Pizzareii e le lotte braccianti/i a Polistena negli anni Cinquanta, Inedito, (Premio Letterario citt di Polistena 2009). ~Il Prof. Francesco lerace (Polistena 17.9.191918.2.2005), ufficiale dellesercito a Tannali, nellIsola di Rodi, dopo l8 settembre 1943 fu trasferito a Vati al Comando 309 Rgm Fanteria Regina, alla compagnia comandata dal maggiore Anacleto Graiso, coadiuvato dal capitano Saverio De Simone. Partecipa alla resistenza contro i tedeschi a Lardo, e catturato a lannali viene deportato a Neapsichicon, e a Biala Podlaska. Nel gennalo del 1944 si rifiuta di aderire alla RSI: su circa 2.000 saranno soltanto 126 a non aderire. Da Biala Podlaska, il 27.3.1944 quando le truppe sovietiche premono sui con fini, fu trasferitio nel grande campo di prigionia XB di Sandbostel (Bremervorde Hannover Bassa Sassonia). Di l il 27.1.1945 a Weitzendorf (Distretto di Soltau). Dopo la liberazione conclude i suoi studi allUniversit di Messina dove fu allievo di Galvano della Volpe laureandosi in Lettere Moderne, ma la prigionia a Wietzendorf,

8

9

Daniele6, internati nei campi di concentramento, una pi matura coscienza politica messa al servizio della citt e destinata a cambiare il destino della comunit contadina e bracciantile. In lista ci sono irriducibili antifascisti e alcuni reduci dai campi di concentramento. I socialisti si assumono lintera responsabilit dellam ministrazione escludendo, con il consenso di gran parte dei consiglieri comunisti7 il Pci. Tra gli assessori c anche Bartolomeo Daniele, che anche per ragio ni di lavoro si trasferisce in un altro comune. A sostituirlo in giunta viene chiamato Vincenzo Tornatora al quale viene assegnata la delega allAnnona che cura il settore dellalimentazione e dei generi razionati. Non facile intervenire in questo settore. Comporta una serie di rela zioni istituzionali, in primo luogo la Prefettura, che non vede di buon occhio un assessore comunista. Le difficolt vanno relazionate anche alla forte spinta popolare e bracciantile per soddisfare i propri bisogni ali mentari. Lesperienza non fu delle migliori, nonostante laiuto dellOn.

Biala Podlaska, Sandbostel fu, pi dei libri, la sua scuola di vita e contribu a fargli abbracciare le idee socialiste. Compagno di prigionia di Giovanni Guareschi e di Gianrico Tedeschi, dopo la Liberazione fu presidente dellAssociazione nazionale dei reduci e degli invalidi di guerra di Polistena e dal 1952 al 1956 sindaco frontista della citt con in giunta il segretario della Camera del Lavoro, Rocco Pizzarelli, uomo di punta della Cgil e del Pci alla testa del movimento contadino nella Piana e tra i consi glieri il comunista Girolamo Tripodi, successivamente dirigente della Cgil, deputato e senatore per pi legislature. Alla fine del mandato non si ricandidato dedicandosi totalmente alla scuola e allinsegnamento, torn a candidarsi nel 1960 e ricopr linca rico di vicesindaco e assessore alla Pubblica Istruzione in una coalizione, la prima in Italia insieme a Milano, di centrosinistra. Per una sua biografia si rinvia a: Calabresinella Resistenza. Francesco lerace internato nei lager nazisti e sindacofrontista di Polistena. Ricordo di un socio dellIstituto, Sud Contemporaneo, a. VI n. 1-2, dicembre 2005.

Paolo Suraci, allepoca responsabile della Federazione del Pci di Reggio Calabria. A complicare le cose si aggiunse la circostanza che nel comune limi trofo di San Giorgio Morgeto lamministrazione aveva applicato un sistema col quale riuscivano, a differenza dei grossi centri, a non fare mancare quasi mai il pane essendo che la distribuzione in quel comune veniva fatta in farina e quindi raggruppata in diverse razioni e per diver si giorni, in modo che era facile, su tante razioni, trattenere un quantita tivo, sia pure minimo, ma sufficiente ad accantonare una certa riserva per fare fronte alle necessit, nei giorni che il rifornimento veniva a manca re. Cos i consumatori avevano anche la possibilit dintegrare la razio ne con granone o altra miscela di produzione propria8. Tale sistema non era applicabile nei grossi centri come Polistena dove la distribuzione veniva fatta quotidianamente con pane confezionato e San Giorgio Morgeto restava, per i cittadini di Polistena, il termine di paragone mentre Vincenzo Tornatora, che scontava anche la circostan za di essere forestiero, laffamatore della popolazione. Ad offuscare limmagine, tra i cittadini polistenesi, di Vincenzo Tomatora contribu anche il pregiudizio socialista sulla sua attivit di presi dente della Commissione per il tesseramento differenziale. I socialisti sotto posero a critica la sua rigida onesta imparzialit ritenendo che avesse attua to favoritismi con tariffe differenziali pi alte per il prezzo del pane, a qual che famiglia benestante dei compagni socialisti, rispetto alla povera gente. Lattivit democratica della Giunta, secondo Tornatora, si rivel frammentaria.Alcuni compagni assunsero un atteggiamento troppo autoritario e spesso agirono di propria iniziativa9. A questi atteggiamenti non si manc di reagire, ma, per evitare una crisi in seno allamministrazione si chiuse un occhio. Pi volte Tornatora dovette intervenire per sedare vivaci dissidi fra Papandrea e Pisano10

6Bartolomeo Daniele (Polistena 18.8.1915 - 20.8.1976). Reduce dai campi di con centramento, rientrato a Polistena, dopo una breve esperienza amministrativa, dal 1952 al 1956 nella giunta guidata da Francesco Ierace, si dedic allinsegnamento. Educatore appassionato e dirigente scolastico si prodig per il riscatto culturale dei figli dei lavo ratori. ~ Vincenzo Tornatora, Relazione sullamministrazione comunale di Polistena (19461952), 15aprile1952. In: Archivio Pasqualino Tornatora, Polistena

ibidem ~ ibidem. 10 Michele Pisano, calzolaio, sar eletto, nellultimo scorcio di legislatura, dopo8

lamministrazione guidata da Domenico Mileto, secondo sindaco socialista di Polistena

10

11

contro il Laruffa11; fra Papandrea e il sindaco Mileto12 i quali, con trop pa leggerezza minacciavano continuamente le loro dimissioni13, ma la sfiducia reciproca aveva raggiunto il massimo in seguito alle dimissioni del sindaco Mileto e degli assessori Laruffa e Angelo Daniele14. In seguito alle dimissioni del sindaco la maggioranza socialcomuni sta si ricompatta, tra veti incrociati e zizzanie sul nome del socialista Michele Pisano che eletto secondo sindaco socialista di Polistena. Lelezione di Michele Pisano, che accentra tutti i poteri della giunta, aumenta la conflittualit nelle sinistre e provoca dissidi insanabii nella coalizione. I figli di Vincenzo Tornatora, Mario, Alberto e Pasqualino si nutro no di idee di libert, giustizia, eguaglianza, pace e si avviano allattivit politica svolgendo intensa azione politica e sindacale. Mario alla caduta del fascismo fa parte del Comitato di volontari per laiuto ai proflighi giunti in citt dal litorale laziale dove, nellimminenza dello sbarco di Anzio, era in atto un bombardamento a tappeto e si iscrive al Pci ponen dosi alla testa del movimento bracciantile che reclama il diritto a pi umane condizioni di vita. Mario e Alberto, la mattina dell8 marzo 1950, dopo unassemblea alla Camera del Lavoro, alla quale partecipano circa centocinquanta brac cianti agricoli guidano insieme al segretario Francesco Condello e a Giuseppe Fragomeni segretario della Confederterra di Reggio Calabria i lavoratori allassalto delle terre della Vittoria del duca Riario Sforza. Innalzati dei cartelloni e la bandiera rossa, marciando in corteo, si erano diretti verso la contrada Vittoria ed erano penetrati in un fondo

~

Agostino Laruffa (1893-1958) il pi popolare socialista polistenese tra il 1940 ed

il 1950 12 Domenico Mileto, medico chirurgo, primo sindaco socialista di Polistena eletto nel 194613 V. 14

del duca Riario Sforza dove, issata la bandiera rossa su un albero di ulivo e piantati nella terra i cartelloni, si erano irradiati per circa trenta torno late di detto fondo15 dividendo, con paletti, lappezzamento fino allin tervento dei carabinieri. Si apre quindi unaspra trattativa tra Mario Tornatora e il tenente Mario Nardelli della caserma di Taurianova giunto con altri militari di rinforzo. Mario riesce ad ottenere, in cambio dellabbandono dei fondi, che una commissione formata da lui e dal tenente NardeUi si recasse al comune per risolvere immediatamente il problema dei disoccupati. Durante la riunione al comune alla quale partecipano anche il sinda co dott. Domenico Mileto, il vice sindaco ms. Agostino Laruffa, il diri gente dellufficio comunale di collocamento avv. Attilio Milano, Lumicisi Giuseppe e Condello Francesco era stata rappresentata lesi genza di rivedere le liste de~ disoccupati per giungere, la sera, ad altra riunione con i proprietari per concretizzare un piano di assorbimento immediato della manodopera agricola effettivamente disoccupata.. Fallita la riunione serale, il giorno dopo, 9 marzo, i lavoratori, guida ti da Condello e dai fratelli Tornatora, rientrano sul fondo occupato e spingono per tenere una nuova riunione con i proprietari per lassunzio ne dei disoccupati. La riunione si tiene anche alla presenza delling. Conca, dellimpie gato comunale Cesare Panato e del segretario comunale. Nel corso della riunione i proprietari si dissero disposti ad assumere 70 persone e Sorrenti Edoardo, fattore dellazienda del duca Riario Sforza. Saltati gli accordi, il giorno seguente, 10 marzo, mentre Francesco Condello trattava allufficio di collocamento la massa dei lavoratori gui data da Alberto Tornatora tornava nelluliveto del duca Riario Sforza e continuava i lavori gi iniziati, ma lintervento dei carabinieri guidati dal Nardelli porta allarresto di Mario Tornatora.

Tornatora, op.cit. Angelo Daniele (1914), Professore di matematica e Preside delle Scuole Medie ~ Repubblica Italiana, Tribunale di Palmi, Sentenza della Corte dAppello n. 691 del17.10.1951.

si rivel un punto di forza per inteffigenza e capacit amministrative del movimento socialista polistenese e della sinistra unita fino alla fine degli anni Cinquanta. In segui to fu apprezzato Presidente della Banca Popolare di Polistena.

12

13

Francesco Condello riesce a rendersi irreperibile, mentre Giuseppe Fragomeni, che aveva partecipato alloccupazione dell8 marzo era ripar tito per Reggio Calabria. Insieme a loro e ad Alberto Tornatora saranno denunciati altri 24 lavoratori per avere con pi azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra di loro, invaso arbitraria mente, al fine di occupano, il fondo denominato Vittoria, di propriet del duca Riario Sforza16 con laggravante, per Alberto, Mario, Giuseppe Fragomeni e Francesco Condello per avere permesso e diret to la cooperazione del reato. Mario Tornatora inoltre deve rispondere di offese al tenente Mario Nardelli e al maresciallo Giuseppe Romeo per avere redarguito il tenen te che aveva ordinato il suo accompagnamento in caserma con le parole voi fate accompagnare un fico secco. Quello che state facendo lo pagherete il tenente e voi. Il processo si rivel un formidabile atto daccusa nei confronti delle autorit che impedivano lapplicazione dei decreti del ministro rosso Fausto GuJlo17 sulle terre incolte o malcoltivate, ma Mario sappell anche al fatto che la sua presenza su quelle terre era dovuta alla sua atti

16 17

ibidem Fausto Gufo (Catanzaro l6.6.1887-Spezzano Piccolo 3.9.1974), avvocato,

entrato molto giovane nel Psi nel 1907 fu consigliere comunale di Spezzano Piccolo (Cosenza) e svolse attivit politica a Cosenza e nei paesi della Presila. Nel 1914 fu elet to consigliere provinciale per il mandamento di Spezzano Grande, con un programma che conteneva, tra le altre cose, labolizione della propriet privata, della religione e delle attuali istituzioni. Nel dopoguerra, sostenne la Frazione comunista astensionista capeg giata da Amadeo Bordiga. Nel 1921, ader al (PCdI) e, nel 1924, fu eletto deputato, ma la sua elezione fu annullata dai fascisti. Nei giorni successivi al delitto di Giacomo Matteotti, insieme ad Antonio Gramsci, fu contrario allAventino. Arrestato nel 1929 per attivit antifascista nel 1944 fu nominato Ministro della gricoltura nel Secondo governo di Pietro Badoglio e nel governo Bonomi.tenendo lin carico fino al 1946. Noto come Ministro dei contadini, ricopr lincarico di Ministro dellAgricoltura fino al 1946 e di Ministro alla Giustizia. Tra lestate del 1944 e la pri mavera del 1945 eman i decreti per la concessione ai contadini delle terre incolte (DLL 19 ottobre 1944). Deputato della Costituente conferm il suo seggio alla Camera dei Deputati fino al 1972, quando si ritir dalla vita politica attiva.

vit di giornalista corrispondente dellUnit e Alberto di trovarsi in quel luogo per interessi giornalistici essendo corrispondente del quotidiano Il Paese Gli imputati confermarono la loro partecipazione alloccupazione e ribadirono il loro diritto ad occupare le terre incolte perch i braccianti esercitavano un loro diritto chiedendo di lavorare in un territorio, quel lo di Polistena, dove vigeva il decreto prefettizio del massimo imponibi le di manodopera. Il presidente del collegio giudicante, presieduto dal dott. Guido Marino non pot fare a meno di rilevare che la Calabria era pervasa da unondata di agitazioni dei disoccupati che in vari luoghi e con svariate manifestazioni chiedevano la risoluzione di un problema essenziale alla loro vita, quello del lavoro e che il fatto innegabile che le manifestazio ni andassero al di l delle rivendicazioni di mero carattere sindacale, non toglie che un fondamentale obiettivo sostanziale di miseria e di disoccu pazione fosse, insieme con altri fattori, alla base di quelle manifestazio ni18. La sentenza del tribunale di Palmi, accoglie parzialmente le tesi difensive anche perch il fondo invaso come si desunto dalle dichia razioni di Sorrenti Edoardo, fattore dellazienda agricola Riario Sforza aveva bisogno di colture e ci farebbe pensare ad un certo stato di abban dono19. E quindi comprensibile come dei disoccupati in condizione di miseria fossero procivi ad un gesto clamoroso che affermasse da un lato il loro diritto al lavoro diritto che non solo veniva illustrato dai loro dirigenti sindacali comunali e provinciali verosimilmente ai fini di agita zione, ma che si trova solennemente sancito nella nostra Costituzione e dallaltro suonasse protesta contro il comportamento di chi non impie ga il lavoro necessario per il maggiore potenziamento produttivo della terra20. Il Tribunale di Palmi non ignor, dunque, il profilo ed il valore socia

18 Sentenza della Corte dAppello, 20

19 Sentenza della Corte dAppello,

op.cit. op.cit. Sentenza della Corte dAppello op. cit.

14

15

le dei fatti concedendo le attenuanti, ma condann, con la sentenza 691 del 17.10.1951, quasi tutti i 24 imputati. Giuseppe Fragomeni e Condello Francesco furono condannati a venti giorni di reclusione mentre Mario Tornatora, riconosciuto anche colpevo le di oltraggio, oltre ai venti giorni di reclusione per avere diretto loccupa zione della Vittoria rimedi altri quindici giorni di reclusione per oltraggio alle forze dellordine. Se la cavarono, invece, Alberto Tornatora per insuffi cienza di prove, Simari Francesco, Napoli Angelo e il minore Romano Serafino per la concessione del perdono giudiziale. I condannati, in appel lo, beneficiarono di un non luogo a procedere per sopravvenuta amnistia. Dopo loccupazione della Vittoria Mario Tornatora viene chiamato a lavorare a tempo pieno per il sindacato andando a dirigere lInca, il patro nato per lassistenza ai lavoratori della provincia di Reggio Calabria. Alle elezioni amministrative del 1952, che si tennero il 25 maggio, non ostante il clamoroso fallimento nazionale e la grande delusione seguita alla prima esperienza di centrosinistra della citt, a Polistena le sinistre riesco no a conquistare il comune. Nella lista comunista non si ricandida il delu so Vincenzo Tornatora e prende il suo posto Mario accanto al nuovo segre tario della Camera del lavoro Rocco Pizzarelli che candidato al 19~ posto nella lista del Pci risulta il primo degli eletti, seguito da Libero Borgese e Mario Tornatora. Nella lista socialista vengono eletti, tra gli altri, Francesco lerace e Bartolo Daniele. Francesco lerace superstite delleccidio nazista di Rodi Cefalonia e Corfu ed ex internato nei lager di Neapsichicon, Biala Podlaska21, Sandbostel e Wietzendorf con Giovanni Guareschi e Gianrico Tedeschi, non ottenne un grande successo, ma i socialisti, che conquistarono la mag gioranza relativa, ebbero diritto ad esprimere il sindaco.

Nel partito cera, molto forte, la vecchia anima degli antifascisti e sem brava logico che per tale incarico fosse scelto uno della vecchia guardia socialista che aveva, a Polistena, grandi tradizioni sin dai primi del Novecento. Nel corso delle trattative per lelezione del sindaco e della giun ta il gruppo socialista, forse anche per risolvere naturali conflitti interni, fece il nome di Francesco lerace ed i comunisti che, in base agli accordi pre-elet torali, avrebbero avuto la maggioranza in giunta lo sostennero. Francesco lerace fu eletto sindaco frontista della citt ed ebbe in giunta il segretario della Camera del Lavoro Rocco Pizzarelli che era stato posto alla testa del movimento bracciantile nella Piana e Bartolo Daniele. Le condizioni di vita nelle campagne e nei paesi sono ai limiti della povert assoluta, mancano le strade, le scuole, la casa e lesordio dellamministrazione lerace drammatico tuttavia, nonostante le notevoli difficolt economico-finanziarie, la netta ostilit della pre fettura di Reggio Calabria che non poteva tollerare un sindaco socia lista ed un comunista come Rocco Pizzarelli in giunta e le defezioni, anche clamorose, allinterno del suo partito. Sono gli anni in cui la Cgil tent, dopo le aspre polemiche e le divisio ni sindacali, il rilancio che fu affidato al piano per il lavoro discusso ampia mente nel Congresso di Genova nellottobre del 1949 e ripreso nel Convegno nazionale di Roma del febbraio 1950. La parte del piano per il lavoro che pi di ogni altra incise sul movi mento calabrese e della Piana di Gioia Tauro Ri quella legata alle tra sformazioni fondiarie e al mondo agricolo e lelemento unificante fu la vertenzialit diffusa per la conquista dellimponibile di manodopera. Il piano per il lavoro, con limponibile di manodopera, fu importan tissimo. Pizzarelli lo cap e lo attu con intelligenza22 insieme al giova nissimo comunista Francesco Catanzariti23 chiamato, nel 1952, a diri

21

-

Nel gennaio del 1944 i tedeschi chiedono ai 2.000 internati del campo di ade22-

rire alla RSI, solo 145 resistono rifiutando ladesione e Francesco Ierace tra questi: gli eroi di Biala Pndlaska. Dopo qualche giorno, perquisiti e torturati sotto una bufera di grandine e neve, scalzi, con le gambe congelate, li caricarono come sacchi di patate su carri bestiame per il trasferimento in Germania nel campo XB di Sandbostel, nella Bassa Sassonia.

Domenico Formica, Testimonianza al Convegno La Cgil e la sua storia. Rocco

Pizzarelli, una vita per lemancz~pazione dei lavoratori di Polistena e della Calabria,

Polistena, 8 luglio 2009 23 - Francesco Catanzariti (Plat, 10 gennaio 1933). Iscritto al PCI dal 1948, fin dallet di sedici anni ricopre diversi incarichi nel movimento sindacale della CGIL.

16

17

gere la Federbraccianti provinciale, erede diretta della Federterra e a Tommaso Rossi che era stato a lungo alla testa del movimento dei braccianti della Piana incaricato, nel 1953, di guidare la Federazione provinciale del partito comunista di Reggio Calabria. La questione bracciantile e la voce delle raccoglitrici la cui paga veniva rapportata alla quantit di olive raccolte e una donna in una gior nata raccoglieva da venti a trenta litri di olive si lev alta per mesi nelle campagne calabresi, una lotta dura, serrata, difficile. Nel gennaio del 1954 un vasto sciopero delle raccoglitrici di olive nei comuni di Polistena, Cinqueftondi, Melicucco e Anoia guidato da Francesco Catanzariti e Rocco Pizzareffi per rivendicare lapplicazione degli accordi salariali provinciali degenera: ventotto dimostranti riman gono feriti negli scontri con la polizia e i mazzieri degli agrari e lin tervento del largo schieramento di forze dellordine porta allarresto di Rocco Pizzarelli, e di altri lavoratori24. Larresto dellassessore e popolare sindacalista della Cgil provoca

Nel 1951 segretario della Camera Comunale del Lavoro di Plat. Promuove e dirige importanti lotte popolari dopo lalluvione del 51, che colpisce duramente la Calabria, per la difesa del suolo, il ripristino delle opere pubbliche, la ricostruzione, unadeguata assistenza agli alluvionati. Per queste lotte viene denunziato e subisce processi e con danne. Nel 1952 viene eletto segretario della Federbraccianti provinciale di Reggio Calabria. Promuove e dirige imponenti lotte di raccoglitrici di olive, di gelsomino e braccianti. Nel 1958 viene eletto segretario generale della Camera Confederale del Lavoro di Reggio Calabria. Nel 1967, al I~ Congresso Regionale della CGIL calabre se, viene eletto segretario regionale. Promuove lo sciopero generale regionale del 15 aprile 70 per i 100.000 posti di lavoro e per una nuova politica di sviluppo economico e sociale della Calabria e del Mezzogiorno. Membro del Consiglio Generale della CGIL sin dal 1965 ricopre anche numerosi incarichi: segretario del circolo giovanile e della sezione comunista di Plat, membro del Comitato Federale Direttivo di Reggio Calabria, membro del Comitato regionale ed esecutivo calabrese. Dal 1956 consigliere comunale di Taurianova. Dal 1960 al 64 Sindaco di Plat. Dal 1964 consigliere comu nale di Reggio Calabria. Nel 1972 viene eletto deputato al Parlamento nella circoscri zione di Catanzaro, nel 1985 rompe con il partito e aderisce al PSI che poi lascia per il Movimento Meridionale. 24 - Girolamo Tripodi, Testimonianza, In: AAVV, Dalla Federbraccianti alla FLAI 40 annidi lotte nella Piana di Gioia Thuro, LAlternativa, Catanzaro, 1997. Si veda anche Girolamo Tripodi, Il riscatto, Rubbettino, Soveria Manneffi 2007.

limmediata reazione dei braccianti e delle raccoglitrici dolive, si tengo no imponenti manifestazioni della Federbraccianti, con la presenza dei parlamentari Eugenio Musolino e Rocco Minasi25, ma a favorire la composizione della vertenza e ristabilire la grave situazione dellordine pubblico si rivelano determinanti gli interventi e la straordinaria capaci t di mediazione del sindaco Francesco Terace e di Mario Tornatora. Nel corso della protesta a Polistena il paese fu paralizzato per diver si giorni Rocco Pizzarelli convocato al municipio dai carabinieri che tentano di convincerlo a fare desistere i lavoratori dallo sciopero ad oltranza, ma di fronte alla sua fermezza per sbloccare la situazione, deci dono di arrestarlo e per tradurlo al carcere evitando le conseguenze dis astrose della reazione dei lavoratori, che erano molto decisi, sul piede di guerra, viene camuffato, nascosto, da un abito militare26. Travestito da carabiniere, tra gli altri carabinieri, Pizzarelli, uscendo per una porta secondaria vieiie tradotto al carcere di Palmi. Quando si sparge la voce che Pizzarelli era stato arrestato aumenta la tensione. Il paese si divide in due secondo una demarcazione precisa: da una parte non entravano i carabinieri, perch cerano tutti i manife stanti, dallaltra parte cerano loro, i carabinieri, mentre i sindacalisti si potevano muovere da destra a sinistra, cio avevano, come ambasciatori, libero accesso alle due parti della citt27. Lo schieramento di forze dellordine imponente. Quello dei lavo ratori anche. Il presidio della piazza dei lavoratori che decidono in modo assembleare. Comizio ogni giorno; mentre nei centri vicini si alza la protesta. La situazione, complice la grande popolarit di Pizzarelli, sfugge di mano ai dirigenti sindacali assediati tra lo Stato che attraverso la prefet tura e la magistratura vuole sgomberata la piazza e i lavoratori che recla mano la liberazione di Pizzarelli.

25. 26

-

Avanti, 14.1.1954. Francesco Catanzariti, Videointervista concessa ad Arturo Lavorato, Reggio

Calabria, 03-12-2004, Copia in Archivio Istituto Ugo Arcuri, Cittanova 27 Francesco Catanzariti, Videointervista concessa adArturo Lavorato, . . .cit.

18

19

Al ritorno a Polistena, dopo un colloquio con il procuratore della Repubblica di Palmi, si svolge uninfuocata riunione tra il gruppo diri gente sindacale, i partiti e lamministrazione comunale per stabilire la linea da tenere. Il gruppo dirigente e spaccato. Molti spingono per lo sciopero ad oltranza, Francesco Catanzariti sostiene che, in assenza di altre soluzioni, necessario praticare quella suggerita dalla procura di Palmi: Pizzarelli sar libero appena sgombrata la piazza. Anche la scelta del dirigente che avrebbe dovuto convincere la piaz za diventa elemento di divisione: Va Catanzariti. No, Catanzariti... sempre Catanzariti, no, facciamogli fare questo comizio a Mario Tornatora perch del posto, in modo da convincere i lavoratori perch non pu non riscuotere stima e fiducia. Mario Tornatora, direttore provinciale dellInca e consigliere comunale affronta il comizio, ma la tensione palpabile e sviene. Rimedia Francesco Catanzariti che riesce a sciogliere la piazza in pochi minuti. Puntuale, dopo mezzora, viene rilasciato Rocco Pizzareffi che giunge a Polistena dove la popolazione lo acclama in un improvvisato corteo per le vie del paese. Alle elezioni del 1956 i proprietari terrieri e il notabilato locale fanno quadrato per arginare la massa di diseredati che preme per ottenere migliori condizioni di vita e riescono, anche per defezioni nello schiera mento di sinistra e per la scelta che maturava il Psi, nellintento di strap pare ai rossi il comune, insediando alla guida della citt il sindaco democristiano Giovan Francesco Amendolea. Alberto Tornatora, senza mai rinunciare al suo credo, lascia la politi ca attiva per dedicarsi allattivit professionale mentre Pasqualino, il minore dei fratelli, nelle elezioni amministrative del 1960, viene eletto, alla sua prima candidatura nel Pci, in un consiglio che esprime una mag gioranza democristiana che, complice il cambiamento di strategia del Psi che va orientandosi verso il centro, costruisce a Polistena il secondo governo locale di centrosinistra dopo Milano con sindaco Giovan Francesco Amendolea e vice Francesco Jerace, ex sindaco frontista dal 52 al 56, che aveva disertato la candidatura a fine mandato. Pasqualino sar rieletto nel 1964 in un consiglio diviso a met tra il Pci e la Dc con quattro socialisti di vecchia miitanza come Libero

Borgese che aderir al Psiup, Francesco Nasso, Francesco Jerace e Giovanni Gangemi a fare da ago della bilancia. I rapporti allinterno della sinistra, per una soluzione che vede il Pci dentro la giunta in unamministrazione di sinistra (Pci, Psi, Psiup) che vede designato a ricoprire la carica di sindaco Francesco Jerace, diventano complicati e presentano circostanze inquietanti poich un consigliere del Pci si rende irreperibile per un lungo periodo facendo mancare il proprio voto e vani ficando la possibilit di formare la maggioranza. Inevitabile lo sciogli mento anticipato e la nomina del Commissario prefettizio che porta il comune alle elezioni anticipate del 1965. Il Pci determinato in questa occasione nello stesso anno Mario Tornatora chiamato allincarico di segretario della Federazione del Pci di Reggio Calabria in sostituzione di Tommaso Rossi e viene eletto Presidente dellEnte ospedalieroS. Maria degli Ungheresi di Polistena, incarico che ricopre fino alla sua elezione a consigliere regionale ad imprimere una svolta per relegare allopposizione la Democrazia Cristiana e chiama in lista i dirigenti pi popolari compreso Mario Tornatora e Girolamo Tripodi, che al Congresso della Cgil di Reggio Calabria era stato eletto, nel 1963, segretario generale della Federbraccianti provinciale, anche perch, dal 17 aprile 1964, ha perso lapporto di Rocco Pizzarelli internato nel manicomio di Reggio Calabria in seguito ad un gesto eclatante: si barrica, armato, dentro la sede della Camera del Lavoro minacciando di sparare contro chiunque si fosse avvicinato28. Le cose non vanno come si spera, e, nonostante lavanzata del Pci i democristiani riescono a conquistare, grazie anche al cambio di fronte dellex dirigente della Cgil Francesco Condello, un consigliere in pi a discapito dei socialisti che confermano i soli Francesco Jerace e Giovanni Gangemi e costituiscono unamministrazione di centrosini stra guidata da Giovan Francesco Amendolea. La consiliatura non giunge per al termine e si determina uno scio

28

Rocco Lentini, Terra senza pane. Rocco Pizzarelli e le lotte bracciantili a Polistena

negli anni Cinquanta, op. cit.

20

21

glimento anticipato del consiglio con la nomina, nel 1969, di un com missario prefettizio che porter il comune alle elezione del 1970 che segnano lo spartiacque e creano le condizioni per un lungo periodo di governo del Pci a Polistena. Da presidente del Consiglio di amministrazione dellOspedale ha lasciato limpronta di un appassionato amministratore attento ai proble mi della salute e capace di imprimere un assetto moderno allente ospe daliero e alla sua nuova sede. In questa attivit risaltano la trasparenza, lonest, le mani pulite, il supremo interesse dei bisogni della salute, il rapporto corretto con i collaboratori e gli operatori ospedalieri, messa al bando di ogni favoritismo. Ha lavorato molto, insieme allOn. Girolamo Tripodi, per il nuovo ospedale di Polistena e il 10 novembre 1974 allinaugurazione, che si svolse in un clima di festa alla presenza di Giacomo Mancini, Fortunato Seminara ed Emilio Argiroffi, Mario ammon che lavvenimento non concludeva la battaglia per il superamento della crisi del sistema sanita rio nazionale e per lopera di prevenzione delle malattie, e quel risultato era limpegno sofferto della lotta e della vigilanza democratica della popolazione di Polistena per realizzare laspirazione dei cittadini ad una assistenza ospedaliera pi dignitosa e umana. Alle elezioni del 1970 il Pci, guidato da Girolamo Tripodi29, che alle

29

Girolamo Tripodi (Polistena 19.10.1927). Bracciante agricolo fu segretario della

Federbraccianti di Reggio Calabria (dal 1963) e del Comitato centrale nazionale della Federbraccianti Cgil. Candidato alla Camera nel 1968 nella lista del Pci fu eletto depu tato nella circoscrizione Catanzaro-Cosenza-Reggio Calabria. Confermato deputato nelle politiche del 1972 fu nel componente dellUfficio di presidenza della commissio ne antimafia. Nel 1987 fu eletto, sempre nel Pci, al Senato della Repubblica. Nel 1991 fu protagonista al Congresso del Pci, a Rimini, della spaccatura. Non ader al Pds e insieme ad altri dieci senatori diede vita al gruppo parlamentare di Rifondazione comu nista. Nel 1992 stato eletto membro della Direzione nazionale del Partito della rifon dazione comunista. Candidato nel 1992 alla Camera, nella circoscrizione calabrese, e al Senato nel collegio di Palmi collezion una doppia elezione. Nel 1987 fu eletto, sem pre nel Pci, al Senato della Repubblica. In seguito alla scissione di Rifondazione comu nista fu uno dei promotori, insieme ad Armando Cossutta del partito dei Comunisti italiani del quale dirigente nazionale.

politiche del 1968 sostenuto da Mario Tornatora, segretario della Federazione provinciale comunista era stato candidato alla Camera dei Deputati risultando eletto nella circoscrizione Catanzaro-CosenzaReggio Calabria, ottiene la maggioranza assoluta e forma un monocolo re comunista con sindaco lo stesso On.Tripodi e vice sindaco Pasqualino Tornatora. Lamministrazione lavora bene e alle comunali del 1975 riporta una schiacciante vittoria che gli consente di riproporre il mono colore comunista sempre con la guida di Tripodi e vice sindaco Pasqualino Tornatora. Mario Tornatora, alle elezioni regionali del 1970, candidato di punta del Pci, ma non riesce ad essere eletto. A fine legislatura, muore il consigliere Giuseppe Fragomeni, compagno di tante battaglie con il quale aveva subito il processo per loccupazione della Vittoria. A suc cedergli in consiglio regionale viene chiamato, il 23 aprile 1975, proprio Mario, primo dei non eletti iiella circoscrizione di Reggio Calabria. Far in tempo ad insediarsi nel consiglio regionale quando sono convocate le elezioni del 1975. Candidato nella lista comunista raccoglie una lusinghiera afferma zione e viene eletto. Per buona parte della legislatura presiede la Commissione Politica economica del consiglio regionale e sia in aula, che nei lavori della commissione, si fa apprezzare per la seriet e limpe gno con cui affronta i gravi problemi della regione. Alle elezioni politi che del 1972 anche Girolamo Tripodi era stato confermato deputato del Pci e la successiva tornata amministrativa del 1975 riconfermano a Polistena il quadro politico che vede Tripodi ancora sindaco, mentre Pasqualino Tornatora, eletto consigliere comunale, deve cedere lincari co di vice sindaco a Giovanni Laruffa. E un periodo di elaborazione politica feconda a Polistena e nel Pci calabrese, ma anche di sinergie istituzionali e di collaborazione che por tano alla trasformazione della citt di Polistena facendogli assumere caratteristiche moderne. Lavanzata comunista prosegue anche nelle elezioni del 1980 e il Pci riesce ad aggiungere un altro consigliere comunale ai sedici conquistati nel 1975, Pasqualino ancora eletto, Tripodi sindaco, Laruffa vice.

22

23

Sono gli anni in cui Mario, con una eccezionale visione prospettica sostiene dopo il disastro ferroviario del 21 novembre 1982 a Lamezia Terme che cost la vita a trenta passeggeri e registr oltre cento feriti dalle pagine dellUnit, da quelle dei quotidiani calabresi e in ogni occa sione di incontro e di riflessione ladozione di un Piano regionale dei tra sporti per procedere ad un razionale sviluppo del trasporto pubblico nel momento in cui lacutizzarsi della crisi energetica avrebbe provocato quasi certamente nella nostra regione una crescente domanda di tra sporto collettivo30. Sostenne la necessit dellammodernamento della rete ferroviaria e si batt contro lorientamento del governo di procedere allo smantella mento delle ferrovie Calabro-Lucane proponendo, inascoltato, la ristrut turazione e il risanamento finanziario prima del loro trasferimento alla regione. Alle amministrative del 1985 i comunisti portano al governo della citt il binomio Tripodi- Laruffa lasciando alle altre liste le briciole. Conquistano infatti 19 consiglieri comunali sui trenta assegnati al con siglio e tra questi c Pasqualino Tornatora. 1119 settembre 1986 Mario Tornatora muore in circostanze tragiche. Un infarto lo fulmina sulla via di casa. Sta tornando in auto a Reggio Calabria da Catanzaro dove ha partecipato alla riunione del Commissariato di Governo per il controllo degli atti della Regione Calabria. Sia Mario che Alberto Tornatora moriranno precocemente mentre a continuare con rigorosa coerenza limpegno politico, prima nel Pci e poi nel Pds di Polistena, rimarr il fratello minore Pasqualino31. La morte prematura di Mario e le stesse circostanze lasciano sgo menti i compagni di partito. E morto sul posto di lavoro, nellambito di un impegno istituzionale e pubblico che lo aveva visto protagonista qua rantanni.

Il comitato regionale del Pci lo ricord per il suo impegno appassio nato come protagonista di tante battaglie per il riscatto del popolo cala brese, dalle lotte per la terra, alle battaglie per la democrazia e per laf fermazione di principi di moralit nella vita pubblica32 additandolo alle nuove generazioni come esempio di rigore e onest e come figura esem plare di uomo politico che ha dedicato la sua esistenza a sostegno di alti principi e di grandi idealit, di emancipazione, di progresso, di libert33. Il Consiglio regionale della Calabria esprime il cordoglio, il giorno dopo, con un commosso intervento del Presidente Quirino Ledda, e a qualche giorno di distanza, il 24 settembre 1986, il Commissario di Governo per la Calabria, Emanuele De Francesco, commemora il Prof. Mario Tornatora, persona stimata e apprezzata34, soffermandosi sul limpegno morale e sociale, lapporto dato, particolarmente apprezzato ed utile in relazione allesperienza amministrativa e legislativa possedu ta, ricordando le doti umaae e la unanime stima della quale era cir condato35 e mettendo in evidenza che poco prima della morte lo stes so era presente in ufficio allo scopo di acquisire elementi per la elabora zione di un provvedimento particolarmente importante sul quale era stata richiamata la sua attenzione36. De Francesco sottolinea anche che lencomiabile impegno nelle fun zioni di componente della commissione era un aspetto di quello pi intenso per la nostra regione e dellamore per le genti calabre delle quali interpretava lanelito allo sviluppo e alla chiarezza dei rapporti pubblici e sociali37. Gli apprezzamenti sono unanimi, anche da parte avversa che gli rico nosce una esistenza spesa per gli altri, per la causa in cui ha creduto e

32

Comitato regionale del Pci, Manifesto, 19.9.1986, Archivio Pasqualino

Tornatora, Polistena u ibidem ~ Emanuele De Francesco, Lettera ad Emilia Tornatora, 25.9.1986 ~ Commissariato del Governo nella Regione, Commissione di Controllo, Estrattodel verbale della seduta del 24 settembre 1986, Archivio Pasqualino Tornatora, Polistena36

Tornatora, Il disastroferroviario di Lamezia Terme, LUnit 31 Vincenzo Fusco, Polistena, storia sociale e politica... cit.30~~jj0

ibidem ~ ibidem

24

25

per la quale ha lottato. Ha lavorato per la giustizia, per la promozione del suo comune, per la pace. E giusto quindi che ad una persona che ha lavorato in questo senso vada il ricordo di tutte le componenti di questa citt. Il ricordo di questuomo possa costituire per tutti un invito e un monito per superare la durezza delle contrapposizioni, per cercare sem pre e dovunque occasioni di dialogo e di verifica per la difesa delluomo, coscienti, nella ricerca effettiva della pace, che oggi pi che mai la verit ci render liberi38. La sua esistenza stata improntata ad un impegno incessante di lotta a favore degli oppressi e degli sfruttati39 e di lui si ricorda limpe gno esemplare di un combattente per lemancipazione dei lavoratori, un dirigente di tante battaglie per obiettivi di giustizia e di libert, un amministratore comunale e ospedaliero impegnato alla soluzione dei problemi della povera gente e alla rigida difesa dei valori pi alti dello nest e della moralit40. Proprio nel momento in cui si verificavano gravi inquinamenti dege nerativi e penetrazioni mafose nelle istituzioni locali e nella vita pubbli ca Mario stato un emblematico esempio di onest e instancabile assertore dei grandi valori morali di risanamento e di sani principi quali presupposti fondamentali per il rinnovamento della societ41. Il Sen. Emilio Argiroffi, ricorda lamico e compagno di lotta con una poesia medita42, poi sulla figura di Mario Tornatora, sulla sua attivit di

politico onesto e leale, sulla sua felice capacit prospettica, si stende una coltre di silenzio durata venticinque anni. La parabola politica dei Tornatora finita, nessuno in lista nelle amministrative del 1990 quando, seppure in lieve calo, la lista del Pci, guidato da Tripodi, ottiene la maggioranza assoluta, ma le elezioni ven gono annullate per un ricorso del democristiano Luigi Ciardullo e lan no seguente, alle elezioni del 1991 seguite ad una breve gestione com missariale, quando la lista comunista fu esclusa per un vizio di forma favorendo una parentesi amministrativa democristiana con guida di Luigi Ciardullo interrotta prima della scadenza del mandato. Il commissario prefettizio insediato al comune port gli elettori al voto nel 1995 e i comunisti ripresero la guida della citt con lOn. Girolamo Tripodi e il vice Michele Pronest. Nel 2000 si riconferma Tripodi alla guida della citt con vice Claudio Roselli, ma nel corso della l~gislamra intervengono frizioni interne che dividono i partiti ed il fronte comunista portando alle elezioni del 2005 il diessino Giovanni Laruffa scalzato, da un plebiscito elettorale dei comunisti italiani nelle amministrative del 2010 che porta, a 31 anni, alla guida della citt lassessore provinciale Michele Tripodi, nipote dellOn. Girolamo Tripodi.

38

Don Pino De Masi, OmeliaJl~nebre per Mario Tornatora, Archivio Pasqualino

Tornatora, Polistena ~ Girolamo Tripodi, ElogioJlinebre per Mario Tornatora, s.d. ma1986 ~ ibidem ~ ibidem 42 Parliamo di/1\lario Tornatora/quando ricordiamo che! nessuno pot mai com prendere! perch! la storia abbia affidato! a un manipolo di uomini fatali/il compito di pesare!sul destino di masse!che flirono soggiogate!da parole animate!dallimmensa misura/della speranza in un mondo migliore/dal sacrificio per costruirlo!Parliamo di/Mario Tornatora/quando ricordiamo che!per ragioni che sfuggirono!ai saggi del tempio!si tratt sempre!di profeti spesso inconsapevoli!della caducit del corpo! Parliamo di/Mario Tornatora/portatore per tutta una vita/fin troppo breve!della fiac cola accesa/in tempi infinitamente lontani/quando luomo cominci!a conoscere s

stesso! e in s!la poesia/e leroismo del quotidiano/Parliamo! del volto gentile di Mario/della voce che ci guid/in momenti elevati e giusti/della figura minuta/che divenuta grande/improvvisamente grande/nella memoria/e negli affetti che ci condur ranno!per mano sino alla fine.

26

27

Il dovere della memoria. Mio fratello MarioPasqualino Tornatora

Il carro attravers, derbe ripieno, tutta ne odora, la silvestre via. Sappifare anche tu come quelfieno, memorie anima mia. (Il carro difieno, G. Bertacchi)

Oggi ricorre il venticinquesimo anniversario da quel diciannove settembre del millenovecentottantasei, anno della scomparsa di mio fratello Mario e sento il bisogno di fermare sulla carta il ricordo di qualche momento della mia vita trascorso accanto a Lui in famiglia, a scuola o nella societ. Ritornando indietro nella mia memoria mi sembra di risentire la voce di mia madre quando raccontava della prima filastrocca che Mario, ad appena cinque anni, aveva recitato con un garbo ed unespressione ammi revoli tanto da suscitare un buon successo in famiglia e a scuola, lasilo di Scido. La filastrocca recitava cos: Fare il babbo che magnifica trovata! Il taschinopien di soldi, libertate sco nfinata; primo a tavola a sedere dopo tutti a comandare,perch i bimbi sono bimbi eda lui devono sottostare;fare il babbo che magn~flca trovata A questo ricordo si accompagna quello di qualche anno pi tardi quan do Mario suscit lilarit di tutti a proposito del controllo della quantit di olio nella minestra degli operai dellantico oleificio gestito da mio Padre a Scido. Un giorno mio fratello chiese loliera utilizzata a tavola in famiglia per portarla agli operai per condire la minestra del morsedu (colazione). Ma la zia Rosaria, sorella di mio padre, gli spieg come, la cosa che Lui proponeva, era praticamente inutile proprio perch lolio veniva prodotto nello stesso oleificio dove lavoravano gli operai che potevano condire il loro pasto a piacimento. La proposta gli Ri sempre rimproverata come hai zana e Mario non ci mise molto a capirlo.Questo episodio una prima

29

testimonianza della sua inclinazione a lenire le sofferenze umane, che lo spinse, durante la Seconda Guerra Mondiale a costituire a Polistena un comitato di volontari per laiuto ai profughi sopraggiunti nella nostra cit tadina dal litorale laziale: Anzio, Minturno, Nettuno, ecc. dovera avvenu to lo sbarco degli Anglo-Americani, preceduto da un bombardamento a tappeto di tutta la zona. Come pochi ricorderanno lo storico sbarco aveva lobiettivo di stroncare la resistenza accanita opposta dai Nazisti intorno allabazia di Monte Cassino, resistenza che aveva bloccato lavanzata delle forze alleate verso Roma per la sua liberazione. Il comitato costituito da Mario si era assunto il gravoso compito, in un momento tanto difficile e calamitoso della guerra, di fornire qualche aiuto concreto alle persone sfol late, stremate dalla fatica di un lungo viaggio a piedi sotto le bombe, tra scinando povere carrette con poche masserizie raccolte in gran fretta sotto i bombardamenti. Naturalmente questo gruppo di sfollati, qualche centi naio, era costituito essenzialmente da anziani, donne e bambini. Bisognava quindi provvedere subito a reperire qualche alloggio dignitoso per queste sfortunate persone, sfinite e terrorizzate che avevano dovuto attraversare il fronte di combattimento. Il comitato provvide in pochissimo tempo a quantera necessario, facendo leva sulla sensibilit e generosit di molti Polistenesi. La popolazione si adoper con tutti i mezzi per procurare anche degli alloggi, avvalendosi di unautorizzazione prefettizia alquanto ortodossa, per la requisizione delle case sfitte o comunque non abitate.

veramente problematico, non tutti gli alunni possedevamo una bicicletta. Grazie al concreto interessamento di Mario e potrei dire anche al Suo carisma verso tutto il corpo docenti, avemmo la possibilit di frequentare il terzo anno a Polistena, senza viaggiare. Con la sensibilit che lo contrd distingueva Mario venne incontro alla situazione di noi alunni proponen dosi ad insegnare per un intero anno scolastico senza percepire alcuna retribuzione. Seppure liniziativa si scontr con la gelosia del Direttore della scuola di Taurianova, dove era necessario sostenere gli esami di licen za, nella sessione autunnale fummo tutti promossi. Durante quei tre anni di frequenza a tale scuola, ero nellocchio del ciclone giacch mio Fratello ci teneva sempre a dare prova della Sua imparzialit e del Suo rigore. Venivo quasi sempre interrogato per primo e spesso rimproverato. Ricordo ancora perfettamente le spiegazioni chiare e suadenti di Mario sullagricoltura tra cui rammento quella sulla Legge del Minimo del celebre Liebig ed il barile o mastello che ne costituisce la Sua efficace dimostrazione.

Esperienza professionale Anche nella mia esperienza professionale la presenza di mio fratello stata importante e determinante. Nel 1951 ebbi come primo incaricato la lottizzazione delle terre demaniali nelle montagne di Cinquefrondi per lassegnazione ai contadini poveri e senza terra, alcuni reduci dalla guerra e privi di qualsiasi risorsa, riuniti in una cooperativa. Era unesperienza molto interessante poich si trattava di procedere alla formazione di oltre cento quote di terreno incolto, ricadenti nelle contrade Limina, Soverato, Sciofi e Magromone ecc., nellestensione ciascuna di circa due ettari, su un territorio scosceso che veniva messo a coltura per la prima volta. Il lavoro di campagna, protrattosi per circa due mesi, si svolse in piena estate. Io e Mario eravamo coadiuvati da una squadra di operai improvvisati canneg giatori, che conoscevano bene il territorio. Un periodo faticoso ma pieno di condivisione. La giornata lavorativa aveva inizio allalba e si protaeva fino al crepuscolo interrotta solo da una frugale colazione. Il pernotta

Gli anni della scuola Veniamo agli anni dellesperienza dellinsegnamento di Mario nel Corso di Avviamento Professionale Agrario, a Polistena dal millenove centoquarantadue al quarantacinque. Io alunno e Mario insegnante di esercitazioni pratiche di agricoltura. Tutto and bene per i primi due anni. Ma, poich per conseguire la licenza bisognava completare il ciclo scola stico dei tre anni, ed il corso di Polistena ne aveva soltanto due, per la fre quenza del terzo anno bisognava raggiungere Taurianova o Palmi. Viaggiare in quel periodo, con servizi pubblici pressoch inesistenti era

30

31

mento avveniva sul luogo, in una casa cantoniera abbandonata dellAmministrazione Provinciale lungo la strada che da Cinquefrondi porta a Mammola, in localit Soverato o Cantone. Si dormiva su giacigli di paglia improvvisati alla meno peggio. Anche se con grandi difficolt logi stiche, il lavoro fa portato a termine. Senza dubbio la presenza di mio fra tello mi aveva dato la forza di andare avanti e quando finalmente ci fu comunicato che il lavoro era stato approvato regolarmente dallOrgano competente, il Commissariato agli Usi Civici di Catanzaro, autorit di grande prestigio, ci fu una grande gioia e soddisfazione. Pi contenti di noi erano i contadini soci della coperativa ai quali erano destinate le singole quote di terreno che venivano loro concesse in affitto con un canone sim bolico, tanto era la fame di terra a quellepoca.

Esperienza di vita politica Le lezioni che io e molti compagni di Polistena, in particolare giovani animati di grandi speranze e aspettative, abbiamo appreso da Mario sono state parecchie. Momenti esaltanti ricchi di emozioni, occasioni che hanno lasciato un segno indelebile nelle nostre personalit in formazione, stimolandoci allimpegno nel sociale e alla militanza politica. Cercher di ricordare qualche esperinza come quella contro la lottizzazione abusiva nel Rione Risorgimento, che intorno agli anni sessanta ha provocato uno scem pio urbanistico ambientale. La lottizzazione, avvenuta durante lAmministrazione guidata dal Sindaco Ing. Giovan Francesco Ammendolea, riguardava un complesso di circa seimila metri quadrati, frazionato su iniziativa di uno speculatore di Rizziconi. La cosa che sba lordi sin dallinizio fu la larghezza delle strade di appena sei metri mentre la legge sismica in vigore allepoca (R.D.L. 22/11/1937 n 2105, conver tito in legge 25/04/1938,n710) prevedeva larghezze minime di metri dieci. Non solo, di opere di urbanizzazione primarie (acquedotto, fogna ture, pavimentazione, illuminazione pubblica, ecc.) e di urbanizzazione secondaria (verde pubblico, parcheggi, verde privato, asili, scuole, ecc.) non vi era nemmeno lombra. Ma la cosa che sconcert di pi venne alla luce

dalla ricerca minuziosa e circostanziata che Mario aveva condotto con tanta seriet nella veste di Consigliere di opposizione. Gli acquirenti dei vari lotti in cui era stato frazionato il compendio, organizzati da Mario, si portarono al Municipio per elevare vibrata protesta contro questo stato di cose. Durante la discussione in Consiglio Comunale, appositamente con vocato, emersero delle ulteriori criticit. Non soltanto non erano state pre viste le fognature e ogni servizio primordiale ma addirittura scorreva tran quillamente sotto le case gi costruite la cloaca massima di tutto labitato di Polistena che, nemmeno a dirlo, era stata regolarmente lottizzata dallo speculatore e trasferita, a loro insaputa e dietro pagamento, ai singoli acquirenti dei rispettivi lotti. Il sistema purtroppo, sempre ad opera dello stesso speculatore e sotto legida del medesimo Sindaco, continu in altre zone dellabitato come San Francesco, Pateii, Scarapio, ecc., dove facile riscontrare oggi edifici di quattro-cinque piani prospettanti su strade lar ghe appena sei metri. Anche in contrada Violelli, nella propriet del Sindaco e dei suoi congiunti, erano previste strade larghe sei metri e man canza assoluta di urbanizzazione primaria e secondaria. Lazione di Mario rese consapevoli i proprietari delle case, spesso braccianti agricoli, di quel lo che stava accadendo, facendogli prendere coscienza dei propri diritti e delle regole necessarie per la crescita urbana di una societ civile.

Battaglia per la dotazione di uno strumento urbanistico a Polistena Con lentrata in vigore della legge Ponte o Mancini (2/4/1968 n 765), nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici scatt la paralisi completa nel campo edilizio, sicch divenne necessario dotarsene il pi presto pos sibile. Il comune di Polistena aveva avuto la fortuna, diversi anni prima, di ricevere in regalo un piano regolatore redatto dal prof. ing. Domenico Andriello, concittadino, docente in Urbanistica presso lUniversit Federico TI di Napoli. Il Piano, rimasto per tanti anni nel cassetto del sin daco, insofferente a qualsiasi regola e controllo, era evidentemente supera to. Da qui lesigenza della battaglia, condotta dal nostro partito, dallop posizione ed in prima persona da Mario che ne era a capo, per sensibiliz

32

33

zare lopinione pubblica e pi ancora, per costringere lAmministrazione Comunale a provvedervi rapidamente, stanandola dal suo torpore. Si ottenne un primo successo con la convocazione in tempi rapidi del Consiglio Comunale e quindi si decise di restituire al prof. Andriello tale Piano per un opportuno aggiornamento. Pervenuto al Comune, dopo pochissimo tempo il Piano aggiornato, lAmministrazione Comunale fu costretta a portarlo in discussione per ladozione al Consiglio Comunale. In questa sede il Piano fu sottoposto dallopposizione ad una serie di cri tiche per le scelte classiste che sottendeva. A questo punto il Sindaco, approfittando della contingenza, avanz al Consiglio Comunale linten zione di restituirlo al progettista per una ulteriore rielaborazione. Ma tale proposta, che evidentemente nascondeva il proposito del Sindaco di rin viare ad oltranza lapprovazione dello strumento urbanistico, fu respinta categoricamente da Mario che richiese una rapida adozione del Piano, fis sando cos una grande vittoria dellopposizione in Consiglio Comunale, conclamata succesivamente con lapprovazione da parte degli organi com petenti. Fu quindi una conquista dellopposizione quella di essere riusciti dotare il Comune di uno strumento urbanistico e la lapalissiana dimostra zione che, quando lopposizione condotta con intelligenza, si pu gover nare mettendo allangolo la maggioranza. Il nostro Comune fu cos uno dei primi della Calabria a dotarsi di uno strumento urbanistico e ad avviar si verso un ordinato sviluppo del territorio e nel contempo porre un vali do freno allabusivismo che intanto dilagava in tutti i paesi vicini. A distanza di quarantanni possibile valutare limportanza dellintenso e attivo lavoro della sinistra, testimoniata dalla qualit urbana della citt di Polistena che evidentemente rimane ancora oggi una realt significativa della Piana di Gioia Tauro.Presidenza Ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena Da una lettura dello statuto dellOspedale Santa Maria degli Ungheresi,

fondato nel 1909, emerge una impostazione e una natura essenzialmente feudale della gestione dellEnte. Erano i tempi in cui lassistenza sanitaria era riservata soltanto alla gente bisognosa, alla poveraglia come la defini va il vescovo Valensise nel suo discorso inaugurale alla nascita dellOspedale, frutto della carit dei possidenti locali. Da tale premessa si

deduce la natura filantropica della benefica istituzione. In base allo statu to, lAmministrazione dellOspedale era affidata a quindici governatori di cui otto di nomina del principe di Ardore, oggi Duca Riario Sforza, men tre gli altri sette erano in ordine: lArciprete, lAssessore anziano, due rap presentanti del comitato Ungherese, il Presidente della Congrega di Carit (pi tardi denominata ECA), un successore della famiglia del Principe di Ardore ed un altro della famiglia Valensise. Essendo per for tuna tramontata lepoca feudale veniva maturando nel Paese lesigenza di un assistenza sanitaria concepita non pi come una benevola concessione dei ricchi verso i poveri ma come diritto alla salute per tutti i cittadini, cos come sancito dalla nostra Costituzione Repubblica. Lo statuto diveniva quindi sempre pi anacronistico ed una palla al piede allo sviluppo dellEnte. Si pose quindi difronte alle forze democratiche di Polistena limprescindibile esigenza di una battaglia per labrogazione del vecchio statuto o quanto meno di un~ sua radicale riforma. Le forze della sinistra polistenese in quegli anni Mario era capo dellopposizione e successiva mente Assessore Comunale condussero una lunga e ostinata battaglia che non vide la partecipazione delle altre espressioni politiche. Limpresa si concluse positivamente con lemanazione di un decreto da parte del Presidente della Repubblica che, pur lasciando qualche rappresentanza ai successori dei fondatori (definiti portatori dei diritti originari), affidava finalmente lamministrazione dellOspedale agli autentici rappresentanti degli organismi elettivi: Comune, Provincia e Regione. Intanto anche la struttura che ospitava lOspedale diventava sempre pi inadeguata alle nuove segenze. Cos nel 1954 venne redatto il proget to per la costruzione di una nuova sede e nel 1966 fu firmato il Contratto di appalto del primo lotto per la sua costruzione, stipulato dal notaio Gaetano Nostro in Palmi con affidamento dei lavori allimpresa Sciarrone di Gioia Tauro per un importo di lire 177.677,940. Lesecuzione dei lavo ri ebbe diverse interruzioni e fu sospesa per molto tempo a causa della incapacit tecnica degli amministratori dellepoca e per la mancanza di fondi. Con linsediamento nel 1970 della nuova Amministrazione Comunale, guidata dal partito comunista con a sindaco Girolamo Tripodi, vennero ripresi definitivamente i lavori che si conclusero nel 1974 con un

34

35

costo complessivo dellopera (esclusi i poliambulatori successivamente rea lizzati) di 1 miliardo e 200 milioni di lire. Per il trasferimento nella nuova sede fu messo in atto qualche tentati vo di boicottaggio superato grazie a un colpo dala di Mario che mobilit tutto il personale ospedaliero per il trasloco definitivo. Linaugurazione avvenne con una memorabile festa popolare il 10 novembre dello stesso anno. Per dare un concreto contributo al dibattito sulla battaglia che si anda va sviluppando in Italia per la riforma sanitaria, Mario organizz a Polistena una conveno regionale che si svolse nel salone delle feste del Municipio, al quale parteciparono anche molti sindaci e il personale medi co dei pi importanti ospedali della Calabria. Il convegno fu concluso da Mario che mise in evidenza, attraverso unacuta e approfondita analisi, le problematicit e le necessit del sistema sanitario. Nella relazione, che riscosse un plauso unanime, venivano individuati gli obiettivi a breve e a lungo termine indispensabili per garantire un corretto servizio e il diritto alla salute. Queste iniziative sicuramente incisero sullandamento della struttura ospedaliera in quegli anni, al punto che Mario riusc ad intro durre il tempo pieno per tutto il personale medico, senza eccezione alcu na, segnando una conquista importante contrariamente a quanto accade va in gran parte della Calabria. Molte furono le misure messe in atto per assicurare al nostro Ospedale lerogazione di un servizio sanitario di eccel lenza tra queste sicuramente si pu annoverare la costruzione dei poliam bulatori che dotarono la comunit di attrezzare non solo finalizzate alla cura della persona ma alla prevenzione delle malattie.

In ricordo di MarioGiuseppe Lavorato

Quando Pasqualino Tornatora mi ha telefonato per chiedermi di par tecipare al 25 anniversario della morte di Mario, per contribuire a ricor darlo con un intervento, mi sono sentito commosso ed onorato. Ma ho anche avvertito la consapevolezza dei miei limiti rispetto al compito che mi stato richiesto. Mario Tornatora stato un compagno di salda e vigorosa passione politica e di alte qualit morali ed intellettuali. La sua vita si intreccia ta con la storia delle lotte socigii e politiche nella Piana ed in Calabria, nei trentanni successivi allultimo conflitto mondiale. Giovanissimo, a 21 anni, nel 1946, si iscrisse al Partito Comunista Italiano. Partecip inten samente a tutte le battaglie sociali di quei lontani anni. Quelle asperrime per la terra. Per le quali venne arrestato, assieme ad altri compagni. E sub a Taurianova anche la cella di isolamento. Partecip alle lotte per il lavo ro, il salario, i diritti che braccianti e raccoglitrici di ulive combatterono con grande vigore. Io ebbi la fortuna di conoscerlo, alla fine degli anni 50, quando Mario aveva gi sulle spalle quella ricca ed importante esperienza ed era un autorevole dirigente provinciale e regionale del Partito Comunista Italiano. In quel tempo la sezione di Rosarno era diretta da un gruppo di braccianti combattivi, intelligenti ed attenti a quanto cresceva attorno a loro. Si accorsero che alcuni giovani studenti eravamo costantemente pre senti alle iniziative ed alle lotte del partito e del sindacato e che in noi incominciavano a sorgere gli ideali comunisti. Quel gruppo di braccianti poveri e quasi tutti analfabeti (compagni affettuosi dei quali vorrei fare tutti i nomi, ne faccio uno che si elevava su tutti: Turi Bonfiglio) ci colti vavano come solevano fare i contadini con le pianticelle messe a dimora. Ci portavano la stampa comunista (lUnit, Rinascita, Vie Nuove, Il Contemporaneo etc.) e ci facevano incontrare con i compagni dirigenti

36

37

della federazione, quando venivano a Rosarno. Mario Tornatora era uno dei pi assidui, anche per la vicinanza di Rosarno con Polistena, suo paese di adozione e residenza. Si intratteneva con noi, seguiva e sosteneva la nostra maturazione politica con la delicatezza, linteresse e lintelligenza che erano parte costitutiva del suo carattere e della sua personalit. Rifuggiva sempre dalla superficialit e dalla demagogia. I problemi li stu diava, li analizzava e poi rifletteva. Conosceva molto bene la storia, la composizione sociale e leconomia della nostra terra ed aiutava anche noi ad approfondirne lanalisi e la conoscenza per rendere pi adeguati ed efficaci il nostro lavoro e la nostra iniziativa politica. Lui e Pippo Tropeano, un altro grande dirigente comunista scomparso anchegli in giovane et, ci parlavano della necessit di articolare la lotta tenendo conto delle peculiarit sociali e territoriali. Mentre a Polistena erano pre senti gli Sforza, gli Avati, gli Acton e la grossa agraria, Rosarno era lar gamente caratterizzata dalla proprietfazzoletzo. Erano molto numerosi i coltivatori diretti. Diveniva importante costruire una politica di alleanza sociale tra i braccianti ed i coltivatori diretti. Non era facile, anzi era dif fidilissimo. Perch tra di loro lostilit era altissima. Quando i braccianti rivendicavano laumento salariale, i pi ostili erano i piccoli proprietari. E lo stesso avveniva in direzione opposta. Quando, per condizioni atmosfe riche avverse, i coltivatori chiedevano i benefici dello Stato, lostilit dei braccianti era altrettanto forte. Addirittura manifestavano diffidenza anche verso di noi, dirigenti della sezione, se prestavamo ascolto alle richieste degli agricoltori. Rendeva difficile quellalleanza, anche la com pleta subalternit della Coldiretti alla Confagricoltura. Ricordo un episo dio degli anni 60. Una nevicata straordinariamente, violenta per il nostro territorio, colp grande parte della produzione e danneggi gravemente anche le strutture agricole, le piante, gli alberi. Per far fronte alla situa zione vi furono molti incontri e riunioni tra le forze politiche, sindacali, la Coldiretti, lAlleanza contadini, la Confagricoltura. Questultima dopo lunghissime discussioni avanz la proposta di inserire tra le rivendicazio ni lannullamento delle tasse per tutti gli agricoltori. Noi comunisti ci dichiarammo favorevoli alla sospensione delle tasse per i piccoli coltivatori ma ci opponemmo alla estensione del provvedimento anche ai gran-

di agrari. Si determin una rottura che port ad una dura e vivace con trapposizione. Confagricoltura e Coldiretti promossero la manifestazio ne ma, mentre il corteo di grandi agrari e coltivatori diretti attraversava le vie cittadine, agli angoli delle strade formammo folti gruppi di comunisti e braccianti che gridavano: dovetepagare le tasse anche voi. Nel 1970, otte nuta finalmente la legittimazione da parte del demanio regionale, il numero dei piccoli proprietari aument con lingresso dei 1300 braccian ti e contadini poveri che nel 50 avevano occupato il Bosco Selvaggio e, con il lavoro delle proprie braccia, lavevano trasformato in uliveti, agrumeti e frutteti. Acquisita, quindi, maggiore consapevolezza dei danni che pro duceva lo scontro tra i braccianti e i coltivatori diretti e dellesigenza di sottrarre questultimi allabbraccio con la grossa agraria, nel 1968 la CGIL proclam uno sciopero su una piattaforma che, difendendo i dirit ti salariali e normativi dei braccianti, tentava di cucirli con quelli dei pic coli proprietari. Quella lotta dur unintera settimana, durante la quale occupammo anche la stazione ferroviaria e la centrale ortofrutticola. Di segno politico completamente opposto fu una successiva manifestazione di Gioia Tauro diretta dalla Confagricoltura: su una piattaforma netta mente reazionaria (anche in opposizione alla riforma dei patti agrari abnormi che ancora vigevano nelle campagne) i grossi proprietari terrie ri e gli agrari assenteisti trascinarono nella lotta anche i coltivatori diret ti ed i contadini. Fu quello che chiamammo il blocco rurale (unit indi stinta di interessi opposti egemonizzata dai grossi agrari), preludio del blocco urbano che si realizz con la rivolta di Reggio Calabria. In quegli anni Mario era il segretario della federazione ed in quel limportante ruolo aveva promosso la crescita e lingresso di giovani negli organismi dirigenti provinciali. Ricordo la riunione del Comitato Direttivo della federazione, dopo lo scoppio della rivolta. I boia chi molla avevano occupato gli snodi ferroviari e stradali di Villa San Giovanni e si era formata una colonna di camion ed automobili fino a SantElia. Con Gianni Romeo, altro ottimo compagno prematuramente scomparso (che in quelle settimane era commissario desame a Nicotera),per raggiungere Reggio Calabria e partecipare alla riunione,fummo costretti a percorrere le strade dellAspromonte. Trovammo il Corso Garibaldi stracolmo di

38

39

i

manifestanti (se non ricordo male fu il giorno della manifestazione delle donne), mentre nella federazione del partito cerano pochi compagni. La riunione del comitato direttivo si svolse in un clima di forte preoccupa zione. La relazione introduttiva di Mario fu molto puntuale e chiara. Parl della confusione politica che, in quei primi giorni, spingeva molti compagni a condividere le ragioni della rivolta ed a parteciparvi, ma parl anche della paura fisica che ne teneva altri lontani dalla federazione. Pose il problema della difesa della sede della federazione dagli attacchi fascisti. Concluse presentando una lista di sezioni della provincia che, a turno, avrebbero dovuto difenderla. Compito che incominciammo a svolgere sin dallindomani. Una ventina di compagni di alcune sezioni della Piana, con quattro o cinque macchine attraversammo lAspromonte, scendem mo a Reggio Calabria e arrivati nei locali di via Castello, fummo accolti dal sorriso di Mario e dai forti abbracci dei compagni presenti, rincuora ti dal nostro arrivo. Nei giorni successivi continuarono a giungere per difendere il partito i compagni di tante altre sezioni della provincia. Ma con il passare dei giorni e delle settimane anche quei compagni di Reggio Calabria che, in buona fede, avevano sostenuto la rivolta, si resero conto delle sue finalit eversive e ritornarono a schierarsi con il partito ed a difenderlo. Da allora sono trascorsi molti anni. In me non suscita alcuno stupo re o contrariet che, nelle ricorrenze dellanniversario di quegli eventi, la destra reggina promuova manifestazioni, convegni, celebrazioni. Perch legittimo ricordare la propria storia, le battaglie e le lotte nelle quali si creduto. Stupore ed indignazione mi suscita il fatto che anche parti della sinistra si infilino nelle medesime analisi e celebrazioni. Mentre, invece, legittimo orgoglio dovrebbe suscitare a sinistra il ricordo di aver difeso quarantanni or sono a Reggio Calabria, in condizioni molto difficili e pericolose, i propri ideali e con essi i valori della libert e della democra zia. Quanti difendemmo la sede della federazione del PCI e partecipam mo alle iniziative ed alle manifestazioni pubbliche, consapevoli dei peri coli cui andavamo incontro, lo facemmo perch convinti di difendere il nostro partito, la nostra concezione della democrazia ed il futuro che volevamo per lintero Paese. Cos come gli uomini che guidarono la rivol

ta, ne accettavano i relativi rischi, perch avevano in testa un mutamento nazionale, autoritario, dellassetto politico. I moti di Reggio Calabria furono uno scontro duro, con aspetti di guerra civile, tra una parte politica che, per i suoi fini, utilizz un forte e vasto risentimento popolare ed unaltra parte politica che comprese quan to fosse pericolosa quella strumentalizzazione e, in condizioni di grave inferiorit, quasi di isolamento, seppe difendere i valori della democrazia. Durante tutto un lungo periodo, mentre Reggio era in mano ai rivoltosi, la federazione del PCI fu lunica sede politica difesa dai suoi militanti, rimasta aperta ed agibile allattivit democratica ed alla promozione di iniziative pubbliche di rigoroso contrasto alleversione. I comunisti cala bresi devono essere orgogliosi di aver meritato la riconoscenza che Enrico Berlinguer espresse pubblicamente, a conclusione della Conferenza Meridionale del PCI, nel teatro comunale di Reggio Calabria stracolmo di compagni e cittadini. Mar~o Tornatora fu uno dei protagonisti fonda mentali di quella battaglia. Dopo quegli anni di scontro duro contro i fascisti ed in difesa della democrazia, giunsero quelli dello scontro contro la mafia. Anche su que sto grave e pericoloso terreno furono importanti le attente analisi che Mario ci stimolava a compiere. La trasformazione e la crescita della ndrangheta, il suo ingresso nella politica, in tutte le attivit economiche e nei grandi affari. E le sue non furono solo parole. A Reggio Calabria nel 79, nel processo contro le pi potenti cosche mafiose calabresi, mentre tanti sindaci di altri partiti testimoniarono che nei loro paesi la mafia non esiste, Mario Tornatora assieme ad altri comunisti, i compagni Tripodi, Martorelli, Macino, Sprizzi, con le loro coraggiose testimonianze, com scritto nelle motivazioni, contribuirono alla sentenza che inflisse pesanti condanne ai boss mafiosi pi potenti e pericolosi. Sono trascorsi venticinque anni dalla sua prematura morte. Venticinque anni durante i quali la devastazione del territorio, nel segno della speculazione e dellaffarismo, ha raggiunto ritmi crescenti, produ cendo tragedie sempre pi grandi. Mario fu il comunista calabrese che di pi comprese limportanza del governo democratico del territorio, della difesa e valorizzazione di tutte le sue risorse. Non vi sembri esagerato il

40 i.

41

rapporto che sto per fare, naturalmente tenendo conto della diversit della statura politica e dei rispettivi compiti. Enrico Berlinguer stato uno degli uomini politici italiani che di pi hanno saputo aguzzare lin gegno politico e guardare lontano. Erano gli anni 70, quando lindimen ticabile nostro segretario nazionale, parlava dellesigenza di un governo mondiale delleconomia, di austerit e moralit della politica, rispetto del lambiente. Allora cera, anche a sinistra, chi lo sbeffeggiava, ritenendo quelle riflessioni degne di monaco di clausura. Tutti, invece, oggi sappia mo che, non avendoli affrontati in tempo, sono diventati problemi di stringente e drammatica attualit e necessit. Scrivendo questa nota, mi sono tornati in mente quei pensieri lunghi di Berlinguer. Perch ho avuto la fortuna di ascoltare Mario molte volte. Nelle riunioni di partito ed in tante passeggiate e conversazioni. Negli anni cinquanta e sessanta cera ancora una forte contesa tra Rosarno e Nicotera per lattribuzione del sito di Medma. Nei decenni successivi, agli scavi di Paolo Orsi si aggiunsero quelli di Salvatore Settis, e di altri importanti archeologi che rivelarono senza ombra di dubbio che limportante citt magnogreca sorse nel territorio rosarnese. Ma Mario mi parlava di Medma gi sul finire degli anni cinquanta e mi confidava di aver visto in case nobiliari rosarnesi reperti che avremmo dovuto fare di tutto per recuperare e siste mare in un museo cittadino. Compito che incominciammo realizzare dopo parecchi anni, quando nel 1994 conquistammo il comune ed inau gurammo la Mostra permanente per un museo dellAntica Medma. E ci parlava della necessit di dotare i comuni di strumenti edilizi per gover no democratico e civile del territorio, coinvolgendo i cittadini nella loro elaborazione. Insegnamenti e suggerimenti importantissimi. Conservo ancora la pagina di un giornale che riproduce una foto di unassemblea dei primi anni 70 nella quale i consiglieri comunali di Rosarno discute vamo il progetto di Programma di Fabbricazione (questo era il nome dello strumento edilizio in quegli anni) con i cittadini. Metodologia che abbiamo seguito con maggiore efficacia, con diverse assemblee pubbliche nellaula consiiare e nelle piazze, per la elaborazione del Piano Regolatore Generale che approvammo nel 1999. Queste sue grandi qualit, che aiutarono tanti comunisti nel loro

impegno politico ed amministrativo, Mario le impresse nella sua attivit di dirigente politico ed uomo delle istituzioni : Consigliere comunale di Polistena, Consigliere regionale, Presidente dellospedale di Polistena, membro del Comitato di controllo sugli atti della Regione. Ne sono testi monianze (per ricordarne solo alcune) le sue battaglie per dotare il suo paese di adozione dello strumento ediizio, lintroduzione del tempo pieno per tutto il personale medico nellospedale di Polistena. E, per ren dersi conto della concretezza del suo operare e della lungimiranza del suo pensiero, basta leggere la sua relazione introduttiva alla Conferenza pro grammatica per la Citt ed il Comprensorio dello Stretto, che si svolse a Reggio Calabria il 18/19 gennaio del 1985. Mario descrisse, venticinque anni or sono con efficacia e chiarezza, tutti i temi ed i problemi che anco ra affliggono la nostra terra. La distorsione di uno sviluppo economico, imposto dallalto ed in contrasto con le vocazioni locali, che ha sconvol to il territorio e consentito agli avventurieri della produzione industriale, come gli Ursini ed i Rovelli, di dilapidare ingenti risorse finanziarie, senza creare un solo posto di lavoro. I pesanti condizionamenti delle numerose e crescenti cosche mafiose sulleconomia e sulle istituzioni, la crisi della gricoltura e degli altri settori produttivi, laumento della disoccupazione. In quella relazione, con grande lucidit, indic il progetto politico alter nativo per il quale avremmo dovuto combattere per corrispondere ai pro blemi ed ai bisogni della nostra terra e delle nostre popolazioni. Propose unautorit democratica regionale che, in costante rapporto con le popo lazioni, avrebbe dovuto orientare tutte le risorse e gli investimenti inter ni ed esterni, pubblici e privati verso lo sviluppo delloccupazione ed il miglioramento della qualit della vita. Queste idee furono alla base della sua netta opposizione alla ipotesi della costruzione della centrale a carbo ne a Gioia Tauro e della illuminata e preveggente idea di un porto polifunzionale che collegasse pi rapidamente la nostra regione con i pi lon tani mercati e proiettasse la Calabria e lItalia verso rapporti nuovi ed intensi con i paesi africani che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Ma affinch il porto svolgesse la sua importante e rivoluzionaria funzio ne, Mario gi allora affermava che era assolutamente necessario che fosse collegato ad una moderna rete stradale, autostradale e ferroviaria. Solo

42

43

cos sarebbe diventata la rivoluzionaria infrastruttura intermodale neces saria ai collegamenti ed ai trasporti del Mezzogiorno e dellItalia. Rileggendo quella relazione non si pu non convenire che non aven do seguito quelle illuminate indicazioni di iniziativa e di lotta abbiamo perso un quarto di secolo, rischiando oggi di precipitare in una situazio ne che diviene drammatica per i giovani che lavorano al porto e nellin dotto. Perch le insipienze e le gravi inadempienze delle classi dirigenti calabresi e nazionali verso i problemi del collegamento terrestre della struttura portuale e della valorizzazione della contigua area destinata agli investimenti produttivi stanno diventando uno degli speciosi motivi addotti da imprenditori che incominciano anche loro a delocalizzare, verso altri porti pi convenienti ai loro interessi, attivit che si svolgono a Gioia Tauro e che hanno permesso loro di lucrare ingenti guadagni sul faticoso lavoro dei nostri giovani. Permettetemi di dire che ricordare Mario Tornatora deve per noi significare produrre tutto limpegno neces sario per impedire che si abbandoni o si sottoutilizzi il porto di Gioia Tauro. Perch sarebbe un disegno sciagurato che accrescerebbe il disagio economico e la disoccupazione in un territorio infestato dalle pi forti e pericolose cosche mafiose che, nonostante i colpi subiti, sono i soli sog getti economici solidi, sempre pronti a reclutare manodopera criminale nelle aree sociali del disagio e della disperazione. Il lavoro, gli scritti, il pensiero di Mario parlano ancora con vibrante attualit a noi, ai nostri giovani, alle nostre popolazioni. Anche sullargo mento che in queste ultime settimane ritornato allattenzione dellopi nione pubblica nazionale ed internazionale. Il ponte sullo stretto di Messina. La fantomatica opera (che, nella malaugurata ipotesi venisse messa in esecuzione, distruggerebbe una delle risorse naturali e un ecosi stema marino tra i pi belli del pianeta) che di concreto fino ad oggi ha soltanto le centinaia di milioni di euro prelevate dal pubblico denaro per mantenere in vita la societ Stretto di Messina SPA. Gi 25 anni fa Mario ne parlava come un diversivo per eludere i problemi immediati del traffico sullo stretto. E proponeva che le ingenti risorse previste per il ponte venissero destinate per adeguare e modernizzare gli approdi di Villa San Giovanni e di Messina, potenziare la flotta con nuove navi pi

veloci e di facile carico, modernizzare le reti ferroviarie calabresi (in par ticolare sulla fascia ionica) e siciliane, costruire la metropolitana di super ficie tra Rosarno e Melito Porto Salvo, sviluppare laeroporto di Reggio Calabria, dotandolo anche di un approdo per gli aliscaf provenienti dalla citt di Messina. Ed inoltre destinare le ingenti risorse alla rinaturalizza zione e difesa degli argini di fiumi e torrenti, al consolidamento del suolo ed al riassetto di due territori che sono ad alto rischio idrogeologico e sismico. Dopo un quarto di secolo quella relazione di Mario pu ancora essere una importante ed avanzata base di discussione e di iniziativa per i problemi ed i compiti che abbiamo di ftonte. Permettetemi, infine, una considerazione personale. Oggi nessuno pu arrogarsi la presunzione di dire quale sarebbe stato il pensiero di Mario Tornatora nel dibattito che si aperto nel partito dopo la svolta della Bolognina del 1989 e quale la sua collocazione successivamente alla scomparsa del PCI. Per posiiamo affermare che la sua era la lucidit, la concretezza, la passione di un militante e dirigente del PCI. Prima che fossero innescati i continui processi di dannazione della memoria e di regressione della identit di quel grande partito, che ebbe una storia com pletamente diversa da quella che port alla degenerazione altri partiti comunisti nellest europeo ed in altri parti del mondo. La scomparsa del PCI ha prodotto, in questi ultimi decenni, formazioni politiche che, inve ce di abbattere o mitigare limiti e difetti di quella organizzazione politi ca, hanno appannato e cancellato le qualit positive. Non voglio mitizza re il PCI. So bene che anche allora cerano ambizioni personali, stru mentalizzazioni, lotte interne, tal volta anche aspre. Perch anche quel grande partito era composto da persone, e tutte le persone umane hanno i loro pregi ed i loro difetti. Anche Mario doveva averne, ma io anche for zando la mia memoria non ricordo alcun suo difetto. Di lui ricordo la modestia, la serenit e la compostezza del comportamento. Anche quan do subiva un torto. Nel 1980 non fu ricandidato al Consiglio regionale. Nel dibattito dentro il comitato direttivo della federazione, io mi opposi e sostenni decisamente la riproposizione della sua candidatura. In un momento di sospensione della discussione, Mario mi prese sottobraccio e mi disse di accompagnarlo al bar per un cafPe. Lo fece per dirmi di fre

44

i i

45

nare il mio carattere istintivo, di non oppormi e di accettare le decisioni, perch importante non la singola candidatura, ma laffermazione del partito e degli interessi sociali che rappresenta. Voglio finire con un ricordo che riguarda i suoi legami con questa real t territoriale ed umana di Scido. Quando fui candidato al Parlamento Mario mi propose di venire insieme in questa parte del territorio aspromontano per trascorrervi una giornata. Mi fece conoscere i suoi parenti e mi fece incontrare con compagni e con suoi conoscenti che mi parlarono delleconomia del territorio, dei boschi, del legno, delle alte qualit del lartigianato e delle altre attivit. Mario amava questa terra, i suoi paesi e la sua gente. Mario stato un figlio illustre di Scido e della Calabria. Nei ruoli importanti che ha svolto nel partito e nelle istituzioni ha sempre saputo rappresentare e difendere gli interessi, la volont e le speranze di crescita sociale e civile delle nostre popolazioni.

Appendice

46

i

Documentazione fotografica

G~[~J3

Delegazione al Congresso Nazionale del PCI a Roma, 1966

Comizio in piazza a Fabrizia, 1964 Comizio a Reggio Calabria con Pietro Ingrao, 1970

48

49

1- Mario Tornatora con il sindaco di Polistena Girolamo Tripodi, alcuni amministra tori e dottori. 2 - Al centro lo scrittore Fortunato Seminara.

2- Diffusione dellUnit sul Corso Garibaldi a Reggio Calabria, Luigi Longo, 1968

50

51

DOMENICA IO NOVEMBRE ALLE ORE IO avr luogo linaugurazione del NUOVO OSPEDALE alla presenza dello On. GI C O MO M AN CI N I, Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno e delle autorit locali, provin ciali e regionali. Questo avvenimento conclude la legittima attesa delle popolazioni di Polistena e dei molti Comuni della zona, che vedono cos realizzarsi laspirazione ad una Assistenza Ospeda liera pi dignitosa ed umana. In questa occasione ci gradito ringraziare quanti, Tecnici, Operatori Sanitari e Amministratori, hanno contribuito alla realizzazione dellimportante struttura civile, sottolineando che lapertura del nuovo Ospedale soprattutto il risultato dellimpegno sofferto, della lotta e della vigilanza democratica della popolazione di Polistena. Tale avvenimento non conclude certo, la nostra bat taglia per Il superamento dellattuale crisi del sistema sanitario italiano, per una efficace e reale difesa della salute che si potr realizzare soltant