“Il Cyberbullismo” - comprensivogereschi.gov.it · Con il termine pet therapy, o anche detto...
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Sondaggio Cyberbullismo Tecnologie e disabilità
Oggetto di atti di bullismo virtuale sono
sempre più spesso le ragazze (il 7,1% di
quelle )tra gli 11 e i 17 anni che si colle-
gano a internet o dispongono di un tele-
fono cellulare è stata vittima di bulli-
smo. Pag.2
Gentili lettrici e lettori è
con enorme piacere che
apro questo numero del
giornale, del mese di giu-
gno intanto per salutarvi
prima delle sperate vacanze
e poi per invogliarvi a leg-
gere. Un altro anno è già
trascorso ed è stato ve lo
assicuro, molto intenso ma
in ogni caso ricco di novità.
Tra le tante, una è proprio
questa, occuparmi del labo-
ratorio di giornalismo dopo
che il nostro prof. Viaggio è
partito per l’Eritrea ad in-
segnare. Devo dire che scri-
vere il giornale della scuola
con i ragazzi mi ha inse-
gnato un’altra competenza
in più, quella di creare una
redazione digitale e ne sono
entusiasta. La passione per
la scrittura ce l’ho sempre
avuta ma l’avevo accanto-
nata, il bello della vita è
proprio questo, l’inaspetta-
to che sta dietro l’angolo e,
quando è positivo non si
deve fare altro che
“indossarlo” proprio come
un bel vestito nuovo ed
essere felici. L’argomento
di questo numero è il Cy-
berbullismo, buona lettura
da tutti noi! La vostra prof.
Numero 18 - Giugno 2018
Cyberbullismo al femminile Insulti e scherzi
Con il termine pet therapy, o anche detto zooterapia, di
solito con questo termine si intende terapia “dolce” basa-ta sull’interazione uomo-animale, aiutano il paziente affetti da diverse patologie, di solito questa terapia è applicata dagli ospedali, case di riposo e comunità..Pag.3
Paolo Lapi è nato nel 1935 e ha iniziato la sua
attività artistica negli anni ‘50. Ha esplorato
molte delle correnti dell'arte contemporanea:
espressionismo, informale, astrattismo. Ha
partecipato a decine di mostre collettive. Pag.4
Omaggio a Paolo Lapi
Il Giornale della Scuola Media “E. Fermi” - IC “Livia Gereschi” Pontasserchio
Quello di disabilità non è un concetto universale, ma mol-to spesso la sua definizione è legata al ricercatore e/o al tipo di ricerca. Pag.5
Pet therapy
L’URLO DELLA GERESCHI
“Il Cyberbullismo”
Il cyberbullismo è una forma di violenza che si sviluppa in genere tra bambini e adolescenti. A
differenza del bullismo “tradizionale”, il cyberbullismo (come dice la stessa parola -Cyber- ovve-
ro interazione tra uomo e computer) è una forma di violenza digitale. I Cyberbulli o le Cyberbul-
le agiscono prevalentemente su social network o mandano foto e video offensivi; il loro vantag-
gio è che possono agire in un qualsiasi momento rimanendo anonimi quindi non rintracciabi-
li. Questo può spingere il cyberbullo a colpire in modo ancora più aggressivo e violento, dicendo
cose che dal vivo non direbbe. E le conseguenze possono essere gravi e persistenti come nel bulli-
smo tradizionale, anche se non c’è contatto fisico. Per la prevenzione occorre aumentare la con-
sapevolezza del problema tra gli adulti che non sempre sono a conoscenza del coinvolgimento
dei ragazzi in questo fenomeno. Ad un’aumentata coscienza della gravità di tale fenomeno do-
vrebbe accompagnarsi una maggior conoscenza e padronanza dei nuovi mezzi di comunicazione,
che spesso risulta più carente negli adulti/educatori rispetto ai ragazzi, creando un divario gene-
r a z i o n a l e n e l l ’ u s o de l l e m et o do l og i e d i co m u n i ca z i o n e d i g i t a l i .
(Giorgio Bernardo)
Un bambino italiano tra gli 11 e i 17
anni ha subìto un episodio di bulli-
smo nell'arco di un anno. Quali sono
le cause? Le cause sono molteplici: il
bullo è incapace di comunicare.
Pag.2
Gli alunni della redazione hanno
posto in forma anonima un
questionario ai ragazzi/e delle
classi I e II sul cyberbullismo.
Pag.6
Insulti e altro genere di soprusi
Partiamo dall'ultimo e recentissimo ca-
so, quello della quattordicenne inglese
Bethany Gallimore, colpita con violenza
da un gruppo di coetanee incontrate per
strada, le quali, successivamente, hanno
postato il video dell'aggressione su Fa-
cebook. Il cyberbullismo è un fenomeno
drammaticamente in crescita e non ri-
guarda soltanto la condivisione in rete di
foto e video che testimoniano atti di
violenza fisica, ma anche altre
“prepotenze virtuali”, che si situano in
continuità rispetto alle offese offline o le
integrano e, che includono una vasta
gamma di violenze di natura Pagina 2
psicologica. Episodi come quello di Be-
thany dimostrano come le ragazze possa-
no trovarsi anche tra gli aggressori, spe-
cialmente quando la vittima è dello stes-
so sesso. In un sondaggio del 2013 pro-
mosso da Save the Children e Ipsos il
67% degli studenti intervistati dichiara-
va che il motivo per cui un ragazzo/una
ragazza viene preso/a di mira è da ricer-
care nelle sue caratteristiche fisiche (tra
le motivazioni specifiche vi è, ovviamen-
te, la bellezza, con un 59% degli intervi-
stati che rispondono con “se femmina, è
considerata brutta” e un 46% con “se
maschio, è considerato brutto”), nella
timidezza (67%) e nel successo scolastico
(59%).
Abbiamo affrontato questo tema con
un'esperta, la senatrice e docente Elena
Ferrara, I ragazzi" ci dice Ferrara
"spesso non hanno la percezione di com-
piere dei reati e non si rendono conto dei
rischi ai quali vanno incontro; come nel
caso del sexting che consiste nell'inviare
tramite smartphone e pc immagini e
messaggi con espliciti contenuti o riferi-
menti sessuali Indagini confermano che
questo tipo di messaggi sia comune tra i
più giovani.
(Alena Lenzoni)
Cyberbullismo al femminile
Wonder(che in italiano significa
"meraviglia”) è un film del 2017 diretto da
Stephen Chbosky, che vede protagonisti
Jacob Tremblay, Julia Roberts e Owen
Wilson. August Pullman (detto Auggie)è
un bambino di undici anni con una malfor-
mazione cranio facciale. Ama Halloween
(perché è l’unico giorno in cui può essere se
stesso, perché tutti sono “paurosi”) .Ha
subito circa 27 interventi chirurgici e, un
po’ per questo e un po’ per paura della rea-
zione degli altri bambini, non è mai andato
a scuola in vita sua. È arrivato per lui il
momento di affrontare la prima media e i
suoi genitori gli fanno visitare la Beecher
Prep School. Il preside, il signor Tushman,
delega a tre studenti di nome Julian, Jack e
Charlotte il compito di fargli visitare la scuo-
la. Auggie a scuola si rivela un buon alunno,
naturalmente non tutti vogliono fare amici-
zia con lui. Persino a mensa quando tutti i
tavoli sono affollati, al suo tavolo non c’è
nessuno Nel frattempo Julian prende di mira
Auggie con continue battute sul suo aspetto,
tormentandolo ogni giorno. Finché non sente
brutti commenti su di lui da alcuni compa-
gni, compreso Jack che sostiene di stare solo
fingendo di essere amico di August su richie-
sta del preside, e perciò i due ragazzi smetto-
no di frequentarsi. August, alla fine dell'anno
scolastico, ottiene un importante riconosci-
mento dal preside: il ragazzino emarginato è
diventato un esempio e l'amico di tutti. La
diversità fisica può essere un proble-
ma, soprattutto quando la malattia
deforma il proprio aspetto. Quando
poi è un bambino a sottoporsi allo
sguardo dei propri compagni, in un
contesto in cui il bullismo è un ri-
schio, allora la diversità diventa un
rischio assoluto. (Alena Lenzoni)
Wonder
Un bambino su 5 è vittima di atti di bulli-
smo ripetuti e frequenti. Il bullismo è un
fenomeno troppo spesso trascurato, ma
molto frequente nelle nostre scuole. Le
aggressioni possono essere di tipo fisico,
oppure psicologico. Avvenire dentro gli
spogliatoi di una palestra, all’intervallo,
all’uscita da scuola o dentro un gruppo
di WhatsApp. Per Amnesty Internatio-
nal il bullismo è una violazione dei dirit-
ti umani. Toglie agli studenti il rispetto
e la dignità impedendo il godimento ai
diritti quali l’inclusione, la partecipazio-
ne e la non discriminazione. Il bullismo è
un fenomeno troppo spesso trascurato,
ma molto frequente nelle nostre scuole.
(Cesare Galli, Tommaso Vattiata)
Cos'è che spinge un bullo a compor-
tarsi così? La paura di non sentirsi
accettato o dimostrare di essere
grande. Cosa spinge un bambino o
un ragazzo a fare il prepotente? Se
siete stati vittime di un bullo, potre-
ste essere tentati di dire: “Non me ne
importa! Non ci sono scuse per que-
sto modo di comportarsi”. Probabil-
mente avete ragione. C’è una bella
differenza, però, fra individuare una
causa e accampare scuse. I motivi
per cui un ragazzo diventa un bullo
non giustificano il suo comporta-
mento scorretto, ma forse aiutano
a capirlo. E questo può essere vera-
Numero 18 – Giugnio 2018
La legge 71 votata dalla Camera dei depu-
tati ed in Senato e promulgata dal Presi-
dente della Repubblica, all’Art. 1, comma
1. è scritto che tale legge si pone l’obiettivo
di contrastare tale fenomeno, con azioni a
carattere preventivo e per tutelare ed edu-
care sia i minori vittime che quelli coinvol-
ti, assicurando l’attuazione degli interventi
senza distinzione di età, nell’ambito delle
istituzioni scolastiche. Ai fini della presente
legge,all’art.2,comma 1. leggiamo:
per «cyberbullismo» si intende qualunque
forma di pressione, aggressione, molestia,
ricatto,ingiuria, denigrazione, diffamazio-
ne, furto d' identita', alterazione,
acquisizione illecita, manipolazione, tratta-
mento illecito di dati personali in danno di
minorenni, realizzata per via telematica,
nonché la diffusione di contenuti on line
aventi ad oggetto anche uno o piu' compo-
nenti della famiglia del minore il cui
scopo intenzionale e predominante sia quello
di isolare un minore o un gruppo di minori
ponendo in atto un serio abuso, un attacco
dannoso, o la loro messa in ridicolo.
Da questa lettura è da riconoscere tuttavia
che prima di arrivare a sancire una legge che
riconosca questi comportamenti devianti, dei
reati seri, sono dovuti accadere diversi suici-
di tra i giovani e giovanissimi e senza pensare
al dolore delle famiglie. La legge era stata
proposta dalla senatrice del Partito Demo-
cratico Elena Ferrara, che era stata
l’insegnante di una ragazza di Nova-
ra che nel 2013 si suicidò dopo che era
stato diffuso un video dove veniva
molestata sessualmente. La legge è
rivolta soprattutto ai minori. È stata
abbassata a 14 anni l’età minima per
fare richiesta a siti che gestiscono dati
o ai social network di rimuovere un
contenuto sgradito, anche se appa-
rentemente non prefigura ipotesi di
reato; se il sito non provvederà a
rimuovere il contenuto entro 48 ore,
dovrà farlo il Garante per la protezio-
ne dei dati personali entro 48 ore.
(A. Lenzoni G. Bernardo)
Pet Therapy
Pagina 3
Legge sul Cyberbullismo 2017
Le persone per cui risulta più efficace
questo tipo di cura sono i bambini e gli
anziani. I ragazzi quando crescono gra-
zie all’animale potranno fare delle rifles-
sioni, su cosa significhi rispetto, fiducia
e, magari trovare la soluzione per con-
trastare il bullismo. Questo tipo di tera-
pia è stata “annunciata” la prima volta
dallo psichiatra Boris Levinson nel
1960, il quale scrive che un animale può
calmare l’ansia, stress e può dare calore
affettivo. Gli animali che si usano per
fare questa terapia sono: gatti, cani,
conigli, cavalli e asini. In Italia la pet
therapy è diffusa praticamente dapper-
tutto, al centro-nord, ma soprattutto
all’ospedale
Niguarda di Milano, il Meyer di Firenze e
la Delta Society in Lombardia. Negli
anni questa forma di aiuto psicologico per
superare le paure, le ansie e lo stress della
nostra società contemporanea si è diffusa
anche nelle scuole attraverso degli opera-
tori sociali (psicologi, educatori, istruttori
di animali). Questi sono chiamati sempre
più nelle scuole, là dove c’è più bisogno di
intervenire per aiutare quei ragazzi/e che
hanno un disagio profondo. Tali fenomeni
sempre più in crescita nelle nostre realtà
di paesi e piccoli centri sono il risultato, di
adolescenti sempre più soli e che non rie-
scono più a dialogare con la famiglia. Le
cooperative che spesso si occupano di
portare nelle scuole gli animali da
compagnia sono in grado dopo un
ciclo di incontri, in compresenza con
gli animali addestrati, (cani) di far
ritornare il sorriso, la fiducia, la
responsabilità che deve scattare tra
esseri umani e poi tra esseri umani e
animali. Questo tipo di percorso
insegna a volersi bene e a prendersi
cura di una persona, imparando
prima da un animale. Inoltre sono
svolti dei giochi dagli educatori con
gli animali e gli studenti per insegna-
re tramite il gioco, il rispetto delle
regole e della sana convivenza civile.
(Samuele Bottai)
Numero 18 - giugno 2018 L’aula magna della nostra scuola intitolata a Paolo Lapi Paolo Lapi ha partecipato a decine e decine di esposizioni, perso-
nali e collettive, all'Italia e all'estero. Nel 1979 è stato nominato
Cavaliere della Repubblica per meriti artistici. Sono migliaia i
suoi quadri in giro per il mondo. Al secondo piano di Palazzo
Gambacorti si trovano esposte alcune delle sue opere. Anche il
Museo della Grafica ha una collezione delle sue tele, che sono
state esposte nel 2013 durante la mostra “Lasciare un segno”.
Ma sono anche molte le collezioni private e le donazioni agli enti
pubblici, per esempio, quest’anno è stato donato dalla famiglia
Lapi un suo quadro alla nostra scuola, e successivamente la no-
stra dirigente scolastica ha invitato Ilario Luperini (critico d’arte
e conoscente di Paolo Lapi), a ricordare la figura dell’artista,
sindaco di S. Giuliano Terme
Sergio Di Maio che apriva
una giornata così importante
e la famiglia Lapi emozionata
la cara moglie per l’invito
della nostra scuola, a donare
il nome di Paolo Lapi all’aula
magna.
(Francesco Pierini,
Luca Franchi)
Nata a Milano in una famiglia ebrea, visse con suo padre. La
madre, morí quando Liliana non aveva neanche compiuto un anno. La consapevolezza di essere ebrea giunge a Liliana attra-verso il dramma delle leggi razziali fasciste del 1938, in seguito alle quali viene espulsa dalla scuola. Dopo l'intensificazione
della persecuzione degli ebrei italiani. Il 10 dicembre 1943 pro-vò, assieme al padre e due cugini, di fuggire in Svizzera: i quat-tro furono però respinti dalle autorità del paese elvetico. Il gior-
no dopo, venne arrestata in provincia di Varese, all'età di tredi-ci anni. Dopo sei giorni in carcere a Varese, fu trasferita a Como e poi a Milano, dove fu detenuta per quaranta giorni. Il 30 gennaio 1944 venne deportata con il padre in Germania,
partendo dal 'Binario 21' della Stazione Centrale di Milano. Raggiunto il campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz, fu internata nella sezione femminile. Non rivedrà mai più il padre, che morirà ad Auschwitz il 27 aprile 1944. Anche i suoi
nonni paterni, arrestati a Inverigo, Como, il 18 maggio 1944, furono deportati ad Auschwitz, dove furono uccisi il giorno stesso del loro arrivo, il 30 giugno dello stesso anno. Il 27 gen-naio 1945, sgomberato il campo di concentramento di Birkenau
-Auschwitz per sfuggire all'avanzata dell'Armata Rossa, i nazi-sti trasferirono 56.000 prigionieri, tra cui anche Liliana Segre, a piedi, attraverso la Polonia, verso nord. La Segre, non ancora
15enne, fu condotta nel campo femminile di Ravensbrück e in seguito trasferita nel sotto campo di Malchow, nel nord della Germania. Fu liberata il 1° maggio 1945, dopo l'occupazione del campo di Malchow da parte dei russi. Tornò a Milano nell'ago-
sto 1945.
Il fenomeno dell’immigrazione
Nel 1990, dopo 45 anni di silenzio, si rese per la prima
volta disponibile a partecipare ad alcuni incontri con
gli studenti delle scuole di Milano, portando la sua
testimonianza di ex deportata. E' insignita dell'onorifi-
cenza di Commendatore Ordine al Merito della Repub-
blica Italiana, conferitagli con motu proprio del Presi-
dente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 29 no-
vembre 2004; della Medaglia d'oro della riconoscenza
della Provincia di Milano. Quest’anno dal Presidente
Mattarella è stata insignita senatrice a vita della Re-
pubblica. (Niccolò Feola)
La storia di Liliana Segre
L'immigrazione in Italia, ha cominciato a raggiungere dimensioni
significative all'incirca nei primi anni settanta, per poi diventare
un fenomeno caratterizzante della demografia italiana del XXI
sec. Secondo le definizioni fornite dall'ISTAT, la popolazione immigrata
non va confusa con la popolazione straniera: la popolazione immigrata è
composta da tutti i residenti che sono nati all'estero con cittadinanza stra-
niera, anche se hanno poi acquisito la cittadinanza italiana; mentre la
popolazione straniera è composta da tutti i residenti che hanno cittadi-
nanza straniera, anche se sono nati in Italia. Secondo Eurostat, al 1º gen-
naio 2015 l'Italia era il quinto Paese dell' U.E. per popolazione immigrata,
ovvero nata all'estero, con 5,8 milioni di immigrati Analizzando i Paesi di
provenienza dei cittadini stranieri regolarmente residenti, si nota come
negli ultimi anni ci sia stato un deciso incremento dei flussi provenienti
dall'Europa orientale, e dai paesi del Nordafrica, fino dagli anni novanta.
Negli ultimi anni si vede la presenza anche di rumeni. (N. Testi C. Galli)
La moda fra i nostri alunni Numero 18 - giugno 2018
Tecnologie e sport in aiuto dei disabili Quello di disabilità non è un concetto universale, ma molto spesso
la sua definizione è legata al ricercatore e/o al tipo di ricerca che si
sta effettuando. Non esiste a livello internazionale un'univoca defi-
nizione del termine, anche se il concetto di disabilità è stato dibattu-
to in occasione della Convenzione ONU per i diritti delle persone
con disabilità, redigendo un documento finale approvato dall'As-
semblea generale il 25 agosto 2006, ovvero qualsiasi limitazione
della capacità di agire, naturale conseguenza ad uno stato di mino-
razione/menomazione. Ad esempio nei casi di incidenti stradali
gravi, centri di alta formazione e ricerca come la Scuola S. Anna di
Pisa hanno portato a termine dei robot in grado di aiutare o sosti-
tuire là dove, gli arti del corpo umano sono stati amputati o sono
assenti dalla nascita. Un robot flessibile è utile quando in campo
medico, tale flessibilità gli consente di evitare nelle esplorazioni
ostacoli e zone sensibili o pericolose. Tale caratteristica fa progetta-
re applicazioni mediche sul corpo umano “La tecnologia brevettata
consente al robot di costruirsi una guida tramite il suo stesso avan-
zamento. Il robot è costituito da due strumenti flessibili identici e
“intrecciati”, che avanzano uno sull’altro supportandosi a vicenda,
in modo alternato” che ricordano i movimenti delle gambe e delle
braccia di un essere umano. Anche nello sport si utilizzano protesi
che permettono di raggiungere gli stessi risultati di un atleta nor-
modotato. (Lorenzo Tamarri)
In questo ultimo mese siamo passati in
tutte le classi della scuola per chiedere
loro, se usavano capi di abbigliamento di
una marca che conoscevano tra una serie
di nomi da noi elencati. E’ stato interes-
sante notare la differenza di risposte data
dai ragazzi rispetto le ragazze; la marca
per ragazzi è di gran lunga più gettonata,
scrivo Boy London, mentre spopola per
entrambe le categorie prese in esame, la
marca Adidas che marchio inconfondibi-
le , è in testa a tutte. Il nostro sondaggio
è stato divertente non è stato fatto in
modo superficiale ma attento alle regole e
risponde bene alle aspettative dei ragazzi/
e
La storia di Bebe Vio Bebe Vio è una donna che ha
avuto ad undici anni un vacci-no il quale se non lo avesse fatto le sarebbero scoppiate le vene. Lei non lo fece e quindi
in una intervista disse che le era scoppiata per prima una vena sulla fronte. Bebe si rivol-
se con la sua famiglia da un chirurgo e così venne a sapere che le avrebbero dovuto ampu-tare, le gambe e le gambe. Lei
dal dolore tentò di suicidarsi ma non lo fece perché sui padre la fermò. Chiese poi al chirurgo
se le avesse potuto trovare un rime-
dio a parte le stampelle e la sedia a rotelle perché lei avrebbe voluto con-tinuare a correre, giocare e soprattut-to a fare sport cioè la scherma. Il
chirurgo non sapeva cosa fare allora le diede delle braccia e delle gambe artificiali. Bebe Vio è diventata mol-
to famosa perché continuando a fare scherma, ha vinto dei tornei interna-zionali per ben tre volte. Nonostante ciò Bebe è anche stata violentata su
facebook.Questa è la storia di Bebe Vio o come il suo vero nome Beatrice Vio. (Dario Baldocchi)
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oltre a queste vengono usate anche molti
altri capi di abbigliamento come le-
vis,scorpion bay,nike,hunt,vans,puma.
(Angelica Lagordi, Filippo Repetto)
Supreme: 17
Boy london: 54
Pyrex: 180
Adidas:206
Le gare d’istituto che si sono svolte nel mese di marzo, a San Giuliano Ter-
me ha visto svolgersi 4 gare che comprendevano: 80 m. ostacoli, il vortex e il
lancio del peso. Tra gli alunni che si sono qualificati ha vinto nelle tre spe-
cialità Alice Bigongiali della 2°F che ha vinto tre medaglie d’oro, mentre
Sveva Mugnaini ha vinto l’argento nel vortex. Nelle seguenti gare provin-
ciali che si sono svolte a Pisa in aprile, l’alunna Bogongiali ha vinto la prima
posizione nel lancio del peso con una distanza di 9,10 m. Concludendo il
nostro spazio sportivo, nel mese di maggio si svolti i Campionati Regionali a
Firenze di Atletica Leggera, e con grande soddisfazione, Alice Bigongiali è
arrivata prima con 9,98 m. nel lancio del peso, mentre Alessandro Petri di
2D è arrivato quinto sempre nella stessa specialità. Giovedì 31 maggio 2018
Alice è stata premiata a Pisa al “Fascetti” con l’attestato “Panathon”.E.C.
Campionati regionali di atletica
L’Urlo della Gereschi
Supplemento del giornale d’Istituto
“Il Giornale di Livia”
La Redazione 2017-2018
Coordinamento: Prof.ssa Elisabetta Caporali Redazione: Baldocchi Dario, Bernardo Giorgio,
Bonacchi Gabriele, Bottai Samuele, Derjaj Qaualmil,
Feola Niccolò, Franchi Luca, Galli Cesare, Karafili
Skender, Lagordi Angelica, Lenzoni Alena, Pierini
Francesco, Repetto Filippo, Strimbeanu Alexandru
Tiberiu, Tamarri Lorenzo, Testi Nathan, Vattiata
Tommaso.
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Numero 18– Giugno 2018
Il tema di questo numero è il cyberbullismo, questo è stato motivo di discussione e di ap-profondimento tra gli studenti
del laboratorio di giornalismo. Gli articoli presenti sono quasi tutti incentrati sull’argomen-
to. E’ nata l’occasione di crea-re un questionario ispirato proprio a questo fenomeno. I ragazzi hanno elaborato una
serie di domande, non solo inerenti al cyberbullismo ma anche all’uso improprio che hanno nell’usare il cellullare,
nel navigare su Internet. Nel tempo impiegato che i ragazzi
dedicano a questi nuovi mezzi di comunicazione virtuale e di quanta consapevolezza abbia-no nell’utilizzo di tali stru-
menti, e se infine fossero mai stati vittime di bullismo tra-mite i social network . I ra-
gazzi hanno portato il que-stionario nelle classi 1° e 2° del nostro istituto per farlo compilare in forma anonima.
In un secondo tempo i ragazzi elaboreranno le risposte e le presenteranno graficamente, all’inizio del prossimo anno
scolastico. In base all’esito del sondaggio potremmo conosce-
Lo scandalo FB Tutto è iniziato nel 2014, quando la
società si è assicurata un finanziamento
da 15 milioni di dollari dal finanziatore
repubblicano Robert Mercer e ha attira-
to l'attenzione di Steve Bannon con la
promessa di strumenti per identificare la
personalità degli elettori americani e
influenzare il loro comportamento. La
società di analisi dati Cambridge Analy-
tica è accusata di aver rubato i profili
Facebook di 50 milioni di utenti e di
aver usato queste informazioni riservate
per influenzare i risultati delle elezioni
presidenziali americane, ma anche della
Brexit. A due anni di distanza, arriva la
decisione di Facebook, basta sull’accusa
di aver incamerato un’enorme massa di
informazioni personali senza autorizza-
zione già dagli inizi del 2014 e di non
averli poi distrutti. Da tempo la Cam-
bridge Analytics era nel mirino di Ro-
bert Mueller, il procuratore speciale per
il Russiagate: Trump avrebbe infatti
sfruttato i dati raccolti da questa socie-
tà. Cambridge Analytica ha avuto acces-
so ai dati degli elettori americani tramite
l’accademico russo-americano Aleksandr
Kogan, dal quale li ha acquistati. Ko-
gan, da parte sua, aveva chiesto il per-
messo a Facebook di raccogliere infor-
mazioni solo a scopo di studio. Il tutto
contravvenendo alle politiche del social
network, che vietano la vendita o l’uso
dei dati personali per pubblicità. La
scoperta della fuga di informazioni, la
maggiore nella storia di Facebook, riac-
cende i riflettori anche sul ruolo del
social media nelle elezioni, esponendolo a
nuove critiche. Facebook ha ammesso
ciò che è successo. (Francesco Pierini)
re se all’interno della nostra
scuola sono presenti episodi di cyberbullismo. Gli atti di bulli-smo infatti non sono scherzi, ma vere e proprie violenze
(fisiche o psicologiche), rivolte verso altri bambini. Purtroppo c’è chi, ancora oggi, tende a
sottovalutare il fenomeno, sostenendo che si tratta di ra-gazzate e che spesso le cose si risolvono da sole. Invece, la
realtà ci spiega che non è così.
La cultura occidentale, però, sembra faticare a comprendere la pericolosità di questo feno-
meno. (Nathan Testi)
Sondaggio cyberbullismo