Il Corriere di Via Pioppa 100 · 2016-05-29 · Pagina 2 Il Corriere di Via Pioppa 100...

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Printed by Presentazione 1 Natale al tempo dei nonni 2 Parole in rima 3 Ordiam Trame 4 Cassetta della posta 6 Prima poesia 7 A scuola di robotica 8 Gli aeroplani volano 9 I Giallisti 10 Miti e leggende 14 Festa della Ri-ciclabile 16 Indice Anno scolastico 2015/2016 FESTA DI FINE ANNO A SORPRESA aperta al territorio 27 maggio ore 17.00 In caso di pioggia 31 maggio ore 17.00 Nel giardino della scuola Poesie e saluti Canti con la chitarra Giochi a sorpresa Merenda X EDIZIONE - Numero unico - MAGGIO 2016 Stampato grazie al contributo della Cassa di Risparmio di Cento PRESENTAZIONE Scrivere un giornalino scolastico è un’esperienza educativa e didatti- ca molto diffusa, inaugurata nel lon- tano 1925 dal pedagogista francese Célestin Freinet, che la ideò come metodologia di insegnamento del comporre. La nostra avventura è iniziata nell'anno scolastico 2006/2007, quando i ragazzi di classe quinta hanno fondato con entusiasmo il pri- mo gruppo redazionale di un giornalino murale. Abbiamo sperimentato diverse modalità di redazione, scegliendo a volte di trattare solo notizie interne, come una gita scolastica, un laboratorio, una lezione con animatori, oppure aiutando i ragazzi a seguire le notizie di attualità e a riproporle sotto forma di articoli in modo da stimolarli anche alla lettura dei quotidiani. Il “Corriere di via Pioppa 100“ non è solo la raccolta di alcune delle esperienze più significative vissute a scuola, ma soprattutto un mez- zo di espressione e di conoscenza. Il lavoro di redazione è un “compito di realtà” che motiva il bambino alla cooperazione e al confronto e lo rende protagonista attivo del processo di apprendimento. Abbiamo vinto tre premi. Il nostro giornalino è stato premiato due volte dall’Associazione Nazionale di Giornalismo Scolastico “Albo Scuole” (2011 e 2014) e nel 2009 è risultato tra i vincitori del concor- so “Penne Sconosciute” indetto dall’associazione OSA. Il Corriere di Via Pioppa 100 è stato diffuso prevalentemente online, tramite il nostro sito web, perché il desiderio di vedere tra le mani di ogni bambino della scuola un vero giornale di carta ha sempre dovu- to fare i conti con il problema delle spese di stampa. Due anni fa le famiglie ci hanno spinto a far stampare il secondo numero del giornale, decidendo di sostenerne direttamente i costi. Gli alunni ne sono rimasti entusiasti: un vero giornale dove ritrovare i loro testi, i disegni, le immagini delle loro esperienze … Dallo scorso anno abbiamo trovato uno sponsor, la Cassa di Rispar- mio di Cento, che ringraziamo di cuore. Il Corriere di Via Pioppa 100 Notiziario della Scuola Primaria di Pontegradella Istituto Comprensivo Statale “Don Lorenzo Milani” Ferrara

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Printed by

Presentazione 1

Natale al tempo dei

nonni

2

Parole in rima 3

Ordiam Trame 4

Cassetta della posta 6

Prima poesia 7

A scuola di robotica 8

Gli aeroplani volano 9

I Giallisti 10

Miti e leggende 14

Festa della Ri-ciclabile 16

Indice Anno scolastico 2015/2016

FESTA DI FINE ANNO

A SORPRESA

aperta al territorio

27 maggio ore 17.00

In caso di pioggia

31 maggio ore 17.00

Nel giardino della scuola

Poesie e saluti

Canti con la chitarra Giochi a sorpresa

Merenda

X EDIZIONE - Numero unico - MAGGIO 2016

Stampato grazie al contributo della Cassa di Risparmio di Cento

PRESENTAZIONE

Scrivere un giornalino scolastico

è un’esperienza educativa e didatti-

ca molto diffusa, inaugurata nel lon-tano 1925 dal pedagogista francese

Célestin Freinet, che la ideò come

metodologia di insegnamento del

comporre.

La nostra avventura è iniziata nell'anno scolastico 2006/2007,

quando i ragazzi di classe quinta

hanno fondato con entusiasmo il pri-

mo g r uppo r edaz i ona l e d i

un giornalino murale.

Abbiamo sperimentato diverse modalità di redazione, scegliendo

a volte di trattare solo notizie interne, come una gita scolastica, un

laboratorio, una lezione con animatori, oppure aiutando i ragazzi a

seguire le notizie di attualità e a riproporle sotto forma di articoli in

modo da stimolarli anche alla lettura dei quotidiani.

Il “Corriere di via Pioppa 100“ non è solo la raccolta di alcune delle esperienze più significative vissute a scuola, ma soprattutto un mez-

zo di espressione e di conoscenza. Il lavoro di redazione è un “compito di

realtà” che motiva il bambino alla cooperazione e al confronto e lo rende

protagonista attivo del processo di apprendimento.

Abbiamo vinto tre premi. Il nostro giornalino è stato premiato due

volte dall’Associazione Nazionale di Giornalismo Scolastico “Albo

Scuole” (2011 e 2014) e nel 2009 è risultato tra i vincitori del concor-so “Penne Sconosciute” indetto dall’associazione OSA.

Il Corriere di Via Pioppa 100 è stato diffuso prevalentemente online,

tramite il nostro sito web, perché il desiderio di vedere tra le mani di

ogni bambino della scuola un vero giornale di carta ha sempre dovu-

to fare i conti con il problema delle spese di stampa. Due anni fa le famiglie ci hanno spinto a far stampare il secondo

numero del giornale, decidendo di sostenerne direttamente i costi.

Gli alunni ne sono rimasti entusiasti: un vero giornale dove ritrovare

i loro testi, i disegni, le immagini delle loro esperienze …

Dallo scorso anno abbiamo trovato uno sponsor, la Cassa di Rispar-

mio di Cento, che ringraziamo di cuore.

Il Corriere di Via Pioppa 100

Notiziario della Scuola Primaria di Pontegradella

Istituto Comprensivo Statale “Don Lorenzo Milani” Ferrara

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Intervistando i nostri nonni e ascoltando i loro racconti su come si festeggiava il Natale quando loro erano piccoli, abbiamo scoperto molte cose curiose e naturalmente molte differenze rispetto ai giorni d’oggi. Il Natale era la festa più sentita dell’anno, un momento di raccolta per tutta la famiglia e si usava stare in casa insieme, nel pieno rispetto delle tradizio-ni, mangiando cibi semplici e genuini ma anche cibi elaborati e gustosi come i cappelletti in brodo, la salamina con il purè, il cappone arrosto, lo zampone, le lenticchie e come dolci la zuppa inglese e altri dolci casalinghi. Dopo la cena si andava alla S. Messa di mezzanotte dove i

bambini si esibivano in cori di canti natalizi. In quasi tutte le famiglie era tradizione fare il pre-sepe, ma per realizzarlo veniva utilizzato materiale povero e naturale. La capanna e le casette erano fatte di cartone o legno, le statuine erano di terracotta e dipinte a mano, appoggiate su muschio vero che veniva raccolto lungo i fossi o sui tronchi degli alberi e fatto asciugare con cura. Per le stradine si usavano ghiaia, granoturco, oppure farina; i laghi erano specchietti o carta stagnola e non poteva mancare la neve, naturalmente realizzata con il cotone idrofilo o la farina. Il presepe veniva preparato per tempo: poteva essere sia grande che piccolo, appoggiato su tavolini o cassette da frutta, non sempre illuminato ma comunque completo di cielo stellato fatto a mano e montagne rocciose. Per quanto riguarda l’Albero di Natale (solo pochi lo faceva-no) di solito era vero con radici, oppure veniva fatto con rami di abete o di altre piante sempre-verdi legati assieme e decorati con frutta (mandarini, arance, noci ...), semi di carrube, caramel-le, dolciumi vari e solo alcuni con palline di vetro. n alcune famiglie era tradizione mangiare le decorazioni dell’albero. La tradizione del regalo non esisteva come oggi. I regali li portava la Befana il 6 gennaio. Di solito erano pochi, anzi pochissimi, ma molto gradi-ti e comunque utili a tutti, come per esempio indumenti di lana (calze, berretti, maglie …) op-pure dolci, biscotti, frutta. Solo alcuni, forse i più fortunati , ricevevano giocattoli come bambo-le, costruzioni come il “meccano”, trenini o altro. Fra i ricordi dei nostri nonni viene spesso sot-tolineato l’impegno ed il divertimento nei preparativi di questa festa: oltre a stare insieme per fare il presepe e l’albero, c’era chi aiutava nella preparazione dei dolci, chi scriveva la letterina per il papà da mettere sotto il piatto per poi ricevere un soldino, chi decorava bigliettini con i brillantini, chi giocava a tombola con tutta la famiglia. Inoltre viene ricordato il profumo della carne alla brace e il rumore scoppiettante del camino e infine gruppi di ragazzini che andavano

di casa in casa ad augurare un sereno Buon Natale! Se poi la notte di Natale nevicava allora era proprio una bella festa!

INTERVISTA SULLE TRADIZIONI NATALIZIE

Il Natale di 80 anni fa

Il racconto di Giacomo

La mia bisnonna Giuseppina, detta “Maria”, mi ha raccontato che quando lei era piccola il Natale lo festeggiava insieme a tutta la sua famiglia. La sua nonna ammazzava la gallina più grossa per fare un buon brodo per i cappelletti. L’albero di Natale era un albero del giardino che si decorava con stracci colorati, mentre il presepe non lo faceva perché non aveva i soldi per comperare le statuine. I regali li portava la Befana in una calza di sacco appesa al camino, dove la mia nonna trovava un po’ di trucioli, delle castagne, dei mandarini, alcuni biscotti e un po’ di carbone vero. Mio nonno Paolo, invece, ricorda di aver ricevuto, sempre per l’Epifania, un bel “biciclino“ con cui girava per tutto il paese e gira, gira e gira ... finì sotto l’unica macchina che allora girava per strada!!!! Invece mia nonna Novella ricorda che il Comune di Ferrara regalava dei giocattoli a tutti i bambini della provincia.

Classe terza

GRAZIE A TUTTI I

NOSTRI NONNI !

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ROSSO GIALLO VERDE L’autunno: fantastica stagione.

Rosso, giallo e verde sono i suoi colori

l’autunno è proprio bello

nel cielo c’è un bel venticello

le foglie volano in alto

gli insetti in basso

l’autunno è proprio bello.

Diego

I COLORI DELL’AUTUNNO Le foglie cadono

felici

nel cielo danzano

con tanti colori

belli e allegri.

Con le foglie multicolore

l’autunno si dà un tocco di splendore.

Giallo, rosso e marrone

l’autunno è la stagione migliore.

Andrea

IL NATALE E’ PROPRIO BELLO Il Natale è proprio bello

è allegro il Natale

ce n’è tanto

è durato un bel po’.

La notte del 24 dicembre

è bello stare in silenzio.

Il Natale è proprio bello

pieno di gioia.

Alex

LA NOTTE DI NATALE La notte di Natale

è nato un bel bambino

bianco rosso e ricciolino

Maria LAVAVA

GIUSEPPE STENDEVA

bambino adesso ti piglio

bambino mio adesso ti piglio

figlio mio!!

Martina

NATALE Il Natale è molto bello

perché faccio l’ alberello

poi vado nel giardinello

a passeggio con l’ombrello.

Alla mattina guardo fuori

dei fiocchi di neve

riempiono il cielo:

sono felice

sono contenta.

Vado a giocare

nel giardino di Ginevra.

Margherita

QUANDO ARRIVI? Inverno inverno

sei lento, quando arrivi non lo so.

Che Natale io farò?

Mi divertirò con i miei vicini

che si chiaman Pasqualini.

Anche il Presepe è in ansia

perché arrivi con la pancia.

Ma inverno che pasticcione !

Non ti mangi neanche un torrone.

Diana

L’AUTUNNO PER ME L’autunno è bello

i miei amici giocano con me

le foglie cadono in gran quantità

sulla macchina di mio papà.

Gli alberi sono ormai rinsecchiti

come dei vecchiettini.

Gli uccellini affamati

non volano più sui prati

aspettano sui balconcini

le bricioline dei bambini.

Emma

NATALE Il Natale è proprio bello

con il ballo dell’acquerello,

è così bello

che mi dà l’idea di un fardello.

Con il Bimbo Gesù

intanto i panda mangiano il bambù.

Un po’ sbiadito come colore

che è quasi un dolore

per i re di Portomaggiore.

Il prato è dorato

per il mio bell’ adorato.

Come il mio amato,

annaffio il suo prato

intanto gli do un bel bacio.

Giorgia

GUARDO FUORI L’autunno è pieno di colori,

rosso, giallo e marrone,

le foglie si stanno staccando

sta arrivando l’inverno.

Gli alberi sono spogli

soffia un vento freddo.

Arianna

NATALE A Natale si mangia il pandoro

con le palline che luccican d’oro

con fiocchi color moro

le campanelle suonan di nuovo

si mangia bene

si mangia insieme

a Natale scende la neve!!! Siria

PIAN PIANINO Pian pianino

cade la neve

anche sulle scale.

A Natale

vorrei un gattino

tutto bello pelosino.

Si sente in casa

la gioia e l’armonia

e io non vorrei mai

andare via.

Nel camino si sente un tonfo.

Io dico: -E’ Babbo Natale!!!

Auguri tantissimi

è il mio Natale speciale!!-

Giacomo

A NATALE A Natale

vorrei un gattino

un po’ bianco e salterino

un po’ bianco e morbidino.

A Natale

vorrei un abbraccio

dalla mamma e dal nonno.

Sono felice e contento

perché finisce l’Avvento.

Tommaso S.

RIFLESSIONI SUL NATALE Buon buonissimo Natale

con la mamma e il papà.

Il Natale è una magia

e si riempie d’ allegria .

Natale è il giorno più bello

che ci sia.

Sapete perché il Natale

è il giorno più bello che ci sia?

Ecco il perché:

il Natale è il giorno più amato che ci sia

per i ricchi, per quelli di colore , quelli

con la pelle giallina , e quelli con la

pelle bianca.

Non c’entra il colore della pelle, quanto

pesi , quanto sei brutto, se un uomo ama

un uomo o se una donna ama una

donna , se hai un handicap, c’entra solo

quello che c’è dentro di te.

Ci sono persone buone e persone

cattive.

Io ho chiesto per Natale che regni la

pace e che mio papà perda l’asma e

anche che perda l’allergia ai cani

(forse non succederà mai) ma se

succederà sarei contentissimo!!!!!!!!!!!!

Tommaso D.V.

Il Corriere di Via Pioppa 100

Pensieri e parole in rima per voi Classe terza

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Ordiam trame

Il pomeriggio del 20 gennaio 2016 noi

bambini di classe II abbiamo fatto un bel-lissimo laboratorio di tessitura. La signora Alessandra, che già conoscevamo dall’anno

scorso, ci ha mostrato dei telai e delle stof-fe fatte a mano e ci ha spiegato come veni-

vano usati nell’antichità.

Invece la signora Beatrice preparava per

noi dei quadrati di stoffa che poi dovevamo ritagliare della misura del cartoncino blu.

Una volta preparato il nostro quadrato di stoffa vi abbiamo appoggiato un righello di

cartoncino preparato da Alessandra e ab-biamo segnato con il pennarello tante linee orizzontali.

Poi la signora Beatrice ci ha tagliato la

parte superiore e inferiore delle nostre li-

nee che dovevamo completare da soli.

LABORATORIO DI TESSITURA - Centro Idea

Classe seconda

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Quindi la signora Alessandra ci ha fatto

ritagliare delle striscioline di stoffa di tanti

colori.

Poi ci ha mostrato come dovevamo metter-

le.

OGNI ALUNNO HA REALIZZATO UN TESSUTO

INTRECCIANDO STRISCIOLINE DI STOFFA

TRAMA E ORDITO

Classe seconda

LABORATORIO DI TESSITURA

Alla fine abbiamo incollato i nostri lavori

sul cartellone componendo un tappeto

molto allegro.

È stato un bellissimo

lavoro!

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Classe prima

MESSAGGI CHE PASSIONE! Gennaio - Che bello, abbiamo imparato a scrivere e possiamo mandarci dei messaggi! Li imbuchiamo in

questa cassettina della posta e ogni tanto la maestra la apre e il postino arriva nel nostro banco. Noi rispon-

diamo sempre, così il gioco continua. Grazie a queste letterine sono anche nate delle nuove amicizie!

Lo sai maestra che io Vio-la ti amo tanto, allora ti mando un bacione. (Viola)

Cara maestra il mio gioco prefe-rito è “Il duca di Barnabò”. Mi è piaciuta la storia del paese dei Collilunghi. (Matilde)

Grazie e grazie, sei stata molto gentile e sai che sei più bella di un girasole. (Ines)

Oggi mi sono svegliata bene e ho avuto tanto entusiasmo di scrivere. (Ines)

Maestra ci fai ridere. (Enrico)

A me piace molto scri-vere in minuscolo con te maestra Giovanna e mi fa ridere quando fai “CIA CIA CIA”.

(Isabella)

Maestra adesso ti sto mandando un messaggio. La mia mamma viene oggi pomeriggio. (Marco)

Mi piace stare a scuola con te perché ci fai sempre gio-care. (Matilde)

Caro Enrico mi piace giocare con te, ti voglio tanto bene. (Matilde)

Cara maestra a me piace andare in giardino. (Paolo)

Maestra io so che gli alieni esistono. (Enrico)

Sabato è la mia festa di compleanno e invito due classi e gli faccio fare co-noscenza. Non vedo l’ora di farli conoscere. (Giulia)

Caro Francesco tu sei un amico e sei bravissimo a giocare a cal-

cio. (Diego)

Io spero tanto che tu mi dia una pagella bella. (Francesco)

Maestra tu ci fai fare sempre delle belle cose. (Federico)

Caro Diego mi piace stare in porta perché mi voglio buttare per salvare. (Francesco) Maestra sei bella e ti voglio tanto

bene e sei bellissima. (Davide)

Maestra ti voglio bene. Mi piace quando scriviamo i titoli e mi piace la scuola. (Emma)

Cari amici sono contenta che sono in questa scuola con una maestra così buo-na. Baci. (Eleonora)

Matilde io sono felice che tu giochi con me. Ho fatto un bel disegno da mandar-ti. (Enrico)

Sei la maestra che mi piace. (Eleonora)

Cara maestra io posso inse-gnare delle cose molto diffi-cili sui dinosauri e alcuni possono capirle. (Giulia)

Cara Giulia vuoi giocare con me? (Eugenio)

Davide tu sei il mio amico migliore dell’asilo e anche Marco. (Eugenio)

Ciao maestra a me sono pia-ciute le parole che ci hai fat-to fare oggi. (Isabella)

Caro maestro sei bravissimo a disegnare. Ciao e pace (Diego)

Maestra io sono Matteo. Ti

voglio tanto tantissimo bene che mi fai scattare l’allegria. (Matteo)

Cara Ele sei bella e giochi bene a pallavolo. Ciao e pace. (Diego)

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21 marzo 2016 - Primo giorno di primavera. La maestra ci ha fatto osservare i cambiamenti della natura e tutti eravamo contenti. Allora o-gnuno di noi ha detto il perché e la maestra ha scritto tutte le nostre frasi su un foglio, poi ce le ha lette in fila. A questo punto Eugenio ha esclamato: “Se le diamo un ritmo diventa una fila-strocca!”. “Che idea meravigliosa!” ha detto la maestra “Scriveremo la nostra prima poesia!”.

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Classe prima

È PRIMAVERA! Sono contento perché …

Sbocciano i fiori.

Si risveglia la natura.

Gli animali in letargo

escono dalle tane.

Tornano le farfalle.

Gli uccellini cinguettano.

Spuntano le margherite e le viole

e io le regalo alla mamma.

Gli alberi e i prati sono fioriti.

Nell’erba e sui tronchi

si vedono le coccinelle.

La primavera è amica dell’estate

e inizia a fare caldo.

Volano gli insetti.

Le rondini tornano nei nostri paesi.

Alla mattina mi sveglia il sole.

Fra poco vado al mare

e vedo i miei amici gabbiani.

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Al lavoro per i nuovi vestiti delle Beet Bot

Geometria con le nuove tecnologie

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Progetto “RoboCoop” per la Classe 2.0

Strumentazione donata da Azione Coop Estense

DAL NOSTRO BLOG DI CLASSE

Noi siamo la classe 2.0 grazie alla Coop Estense che ci ha donato LIM, tablet e compu-

ter. Quello che ci ha insegnato la nostra maestra Donatella, noi lo stiamo insegnando

alle classi 3^ e 4 ^ perché non sono a conoscenza di queste cose.

Quest' anno abbiamo scoperto una nuova tecnologia robotica: le Bee Bot, Lego We Do e

altri giochi divertenti per imparare a far fare ai robot quello che vogliamo noi.

Le Bee Bot sono delle api che si muovono ai tuoi comandi. Stiamo facendogli fare un

percorso intorno a Ferrara, che conoscerete nel nostro prossimo blog.

Rocco e Edoardo P.

I bambini di IV fanno una gara con le Beet Bot Questo è il Carnevale delle Beet Bot

Condivisione

delle nostre tecnologie con i bambini di III

Classe quinta

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Noi alunni di classe quarta vogliamo raccontarvi di un avvenimento che spiega un mo-do particolare di fare geometria. Invece di disegnare forme sul quaderno e misurarne il

perimetro, un giorno la maestra Donatella ci ha proposto di fare una cosa diversa dal solito: costruire un aeroplanino di carta seguendo delle istruzioni ricche di parole geo-metriche. All' inizio è stato un po' difficile capire, però, guardando il video sulla nostra

speciale LIM che abbiamo in classe, siamo riusciti a comprendere meglio le istruzioni. Dopo averci distribuito un foglio di carta ciascuno, e seguendo le istruzioni passo a

passo, siamo riusciti a costruire i nostri aeroplanini di carta da soli.

A questo punto siamo andati fuori per provarli, ma dopo averli lanciati, nella confusio-ne, abbiamo rischiato di pestare quelli caduti a terra, però per fortuna tutto è finito

bene e li abbiamo portati a casa per continuare a divertirci con i lanci. La nostra grande soddisfazione è stata quella

di riuscire a costruire un aereo che planava molto a lungo.

UN MODO NUOVO DI FARE GEOMETRIA

Classe quarta

Volano! Non cadono!

Siamo riusciti a farli

planare!

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Pagina 10 Il Corriere di Via Pioppa 100

Mercoledì 18 Novembre 2015 alla scuola di Pontegradella è arrivata Sara Magnoli , una giallista di grande talento, scrittri-ce di libri gialli per ragazzi come Rapina nella villa del silen-zio e Attacco al cuore, ambientato a Ferrara. Durante il labora-torio di lettura ci ha fatto divertire con un bellissimo gioco sul racconto giallo e ha raccontato la storia di come è nata la saga di ZAC E LALO. Ha potuto così far conoscere i suoi libri e fare divertire noi bambini di 4° e di 5° insieme alle maestre e ad Angela Poli, la bibliotecaria della biblioteca Ariostea. La giallista Sara Magnoli ha spiegato tante cose dei suoi libri e ha fatto sentire la voce di Zac: ”era forte e adulta”. Infine ha fatto giocare noi ragazzi agli investigatori, dividendoci in cinque gruppi, delle squadre formate da 8 bimbi. Ecco le regole del gioco: ogni gruppo deve completare un puzzle e dietro c'è una frase che poi devi riscrivere sul “fantasmino“ con il titolo del libro e anche con il nome del personaggio che è comparso sul puzzle, quindi devi velocemente darlo a Sara Magnolia. Il premio c'è per tutti: un segnalibro con un disegno ispirato ai suoi libri. Quelli che sono arrivati primi avranno due se-gnalibri e poi se vuoi puoi avere la firma della scrittrice. Alla fine ha vinto la squadra dei “Lupin”. È stato fantastico !!! E' stata un’ esperienza unica perché siamo stati gli unici bambini di Pon-tegradella a conoscere questa giallista e ad incontrare un autore di libri in carne e ossa.

Giornalisti: Ettore, Elia, Edo B, Andrea

Il lago incantato JacK era andato con suo fratello Tom ed i suoi amici a fare una gita al lago di Ousli. Il lago di Ousli era uno spettacolo per gli occhi. Quell’acqua zaffiro limpido che faceva contrasto con la luce , quei pesci argentati con sfumature sul corallo e sul celeste …. Insomma è un vero spettacolo … e il paesaggio era indescrivibile: un lago in mezzo a pioppi verde macchiato e larici piangenti che davano

armonia, ma … la bellezza fu subito interrotta da un tuffo di Tom con i suoi amici.

“ Tom” urlò Jack “Che cosa fai?“ Tom rispose “ Mi diverto“. Di colpo qualcosa di viscido afferrò il piede sinistro di Tom. Jack si tuffò per salvare il fratello che lentamente stava scivolando ver-so la profondità del lago. Gli amici di Tom scapparono subito dal lago. Jack afferrò il piede de-stro del fratello, ma anche lui finì nella profondità del lago. Un attimo di panico … strano, Jack e Tom stavano respirando sott’acqua. Un polpo! Uno squalo! No, un delfino! No, non riuscivano a riconoscere l’animale che avevano davanti. “ Tom“ sussurrò Jack. “ Sì dimmi“ rispose Tom. “ Chi abbiamo davanti? “ chiese Jack. “ Non … non … non lo so ! “ rispose Tom. Il mostro non rimase impalato e trascinò Tom e Jack in un letto di alghe, dicendo loro: “Salve, sono Delpolpsquo. Vi ho catturato per mangiarvi. Il mio popolo non mangia carne uma-na da secoli”. Di colpo un brivido di paura attraversò Jack e Tom che si fecero coraggio e presero delle alghe, non sapendo che erano magiche, e le tirarono sopra la pelle di Delpolpsquo che per magia si trasformò in un umano dal nome Maicol. Maicol, Tom e Jack ritornarono nella loro città, promettendo di non mettere più piede in un la-go.

Classe quinta

Un incontro molto speciale, un pomeriggio divertente e solare

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Il vampiro e la macchina del tempo

Finalmente il primo gior-no di primavera era arri-vato. In cielo c’era un o-dore di fiori ci ciliegio ve-ramente delicato. Molly, la mia migliore a-mica, ed io stavamo gio-

cando a nascondino nel prato del mio vicino che sembrava una persona umile, sorridente, affidabile e mai scontrosa. Decisi di nasconderci nel suo garage. “Ho un po’ fame,“ pensai “dopo tanto gioco“. Nell’angolo trovai una specie di frigorifero,un po’ bombato. Lo aprii prudentemente … ma una luce abba-gliante mi accecò. Era come se qualcuno mi ti-rasse dentro un universo parallelo fatto solo di bottoni: ne spinsi qualcuno 2-0-0-6 … e con un altro avviai il frigo che diventò una macchina del tempo. Come per magia mi ritrovai in una strada tortuosa e stretta. Vidi proprio lì una macchina e una bicicletta scontrarsi per colpa di Luis, il mio vicino di casa, che guidava l’auto. Per l’impatto il ciclista morì e Luis lo rapì, con-tinuando a morderlo sul collo. Sì, capii subito che era un vampiro: aveva capelli sparati in a-ria tutti arancione carota, occhi rosso sangue, denti aguzzi e sporchi di sangue, pantaloni, maglietta e mantello sporchi. Poi all’improvviso per fortuna, ritornai nel 2016 e, rassicurata, cominciai a guardare in giro se nel garage c’erano altri frigo dove poter trovare qualcosa da sgranocchiare! Trovai un frigo, questa volta con dentro topi morti, succo di sangue … Uscii fuori davvero impaurita e urlai a Molly: “Molly, Molly il mio vicino di casa è un vampiro!!! Dicia-molo alla mia famiglia!”Raccontammo a loro del fatto accaduto e … si misero a ridere, perché non credevano che Luis, una persona così affi-dabile, fosse un vampiro. Allora io e Molly pren-demmo in ostaggio il figlio aiutante di Luis. Molly lo minacciò dicendo: “Dicci se tu e tuo padre siete dei vampiri o ti copriamo il corpo di olio“. Dopo questo discorso mi fece il segno del pollice rivolto verso l’alto con una faccia sorri-dente. Lui, a questa minaccia, non poté che confessare e disse: “Sì, è vero: mio padre ed io siamo vampiri“. Noi non potemmo che dirlo ai nostri genitori e ai carabinieri che li mandarono nel mondo dei vampiri per tutta la loro eternità.

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L’avventura di Gandalf

Gandalf si trovava nella terra di dei Go-blin, perché avevano rapito Eragon, suo primogenito, per ordi-ne del loro capo. Il capo era un Goblin

ricoperto di stracci malandati rosso por-pora e un elmo di fer-ro forgiato. Gandolf era un vecchio stregone con una vestaglia bianca. Aveva due aiutanti Hobbit, creature con piedi enormi ed uno di loro portava uno zainetto. “Non sarà una passeggiata, troveremo tante insidie per la strada e tanti Goblin intenti ad ucciderci, ma dobbiamo liberare mio figlio E-ragon!“ disse Gandalf. I due Hobbit risposero: “Noi siamo con te e ti aiuteremo a portare a termine la tua impre-sa”. Per la strada trovarono un’orda di Goblin e la distrussero a fatica, ma grazie alla tenacia di tutti e alla forza di volontà di Gandalf di li-berare Eragon, ci riuscirono. Affaticati si fer-marono. “Che fatica sconfiggere quei Goblin, sono davvero forti !“ disse l’Hobbit con lo zai-netto. “E non è ancora niente. Ci saranno Go-blin molto più forti, però siamo vicini al ca-stello” rispose Gandalf che era in pensiero per suo figlio. Arrivati al castello, dopo aver scon-fitto i Goblin più raccapriccianti e superato insidie difficilissime, lo videro il castello lugu-bre, spaventoso, circondato da un fossato di acido che il solo pensiero ti faceva gelare il sangue. I due Hobbit rimasero fuori ed entrò nel castello solo Gandalf, coraggioso elfo ma anziano. Per raggiungere il luogo dove teneva-no rinchiuso Eragon, Gandalf si mosse furti-vamente e, raggiunto suo figlio, con la magia della luce accecò la guardia e la liberò. “Ora sei salvo e libero“ disse Ganalf abbrac-ciandolo con immensa gioia. “Adesso che sono libero andiamo a sconfiggere il mostro” disse Eragon, arciere bravissimo con grande coraggio. Iniziata la battaglia si accorsero che non riu-scivano a contrastarlo. Allora i due Hobbit presero coraggio, entrarono nel castello e tutti insieme sconfissero il mostro.

Classe quinta

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Racconto Fantasy Era un bel giorno d’estate, quando Anna, una bambina di undici anni con i capelli biondi e tutti riccioli, andò a fare un bel giro nel bosco, per realizzare un meraviglioso mazzolino di fiori e donarlo alla sua adorata mammina. Dopo ore che girava, Anna vide un bambino della sua età: era lì da solo, orfano e ferito alle mani. Anna preoccupata gli andò incontro e gli chiese: “Come ti chiami sconosciuto, e cosa hai fatto alle tue mani?” Lui , con quel filo di fiato che aveva, le rispose: “ Io mi chiamo Luca e so-no ferito perché … perché …“ e svenne. Anna chiamò sua mamma che corse in fretta e furia. Quando la madre di Anna arrivò, lo prese in braccio e lo portò a casa loro. La bambina lo stava intrattenendo con storie, mentre la madre lo curava. Quando finalmente ebbero finito, lo lasciarono riposare un po’, giusto per fargli pas-sare il dolore. Quando si svegliò, Anna disse a Luca: “Se vuoi puoi rimanere qua, mi devi dire chi è stato a farti ciò, così lo concerò per le fe-ste!“. Lui rispose che era stato un mostro, tutto violaceo con dei pois neri, mille occhi grandi e luccicosi, sei narici e un pelo folto. Era gigante, assomigliava a un palazzo. Allora i due amici si avviarono alla ricerca di questo strano essere. Dopo ore che vagavano … lo trovarono. Lui, Luca, era terrorizzato, invece lei no perché le sembrava solo un prepotente. I due amici u-nirono le forze e riuscirono a sconfiggerlo. Il mostro indebolito nei suoi stessi poteri disse: “Scusa se ti ho fatto male, ma io sono un essere cattivo e non ci posso far niente“ e scomparve. Il ragazzo disse ad Anna : “Grazie di tutto “ e le diede un bacio sulla guancia. I due erano di-ventati ormai una leggenda e felici tornarono a casa. Quando arrivarono la mamma chiese loro: “Cosa avete fatto oggi ?“ I due bambini ridendo risposero: “E’ una lunga storia“. La mamma perplessa si mise a ridere anche lei.

All’aeroporto Ben e il suo fedele aiutante Nick stavano per-correndo l’autostrada per raggiungere l’aeroporto. Ben è un ex marine super adde-strato e non ha paura di nulla, invece il suo aiutante Nick è un uomo normale, non è su-per addestrato e ha paura di tutto, era cioè tutto il contrario di Ben. -Ben, arrivati all’aeroporto prendiamo l’aereo privato?- chiese Nick. -Non preoccuparti ho già pensato io a tutto- rispose Ben -Siamo arrivati-disse l’autista. -Nick, siamo arrivati, ora dobbiamo raggiun-gere il jet- disse Ben. Ben disse al pilota del jet: -Sbrigati dobbiamo raggiungere il castello di caramello-. Il pilota esclamò: -Ma non esiste! -. Allora Ben e Nick scesero dal jet e tirarono fuori dallo zaino il teletrasporto magico, prese-ro la rincorsa e poi ci si lanciarono dentro ad occhi chiusi. -Ben, mi sento la nausea - disse Nick -Nick, perché stiamo fluttuando?- chiese Ben. -Perché siamo ancora nel portale- spiegò Nick. -Ecco siamo arrivati - disse Ben. -Oh nooo! C’è il nostro acerrimo nemico Bill!- esclamò Ben. Ben e Nick si affrettarono ad andare al castel-lo prima di Bill. -Non ce la faremo mai!- si lamentò Nick. -Allora ci teletrasportiamo.- decise Ben e gri-dò: -Teletrasportaci al castello!- -Ah, siamo già arrivati- disse Nick -Andiamo alla sala reale- propose Ben. Appena entrarono videro che Bill si era tra-sformato: era un uomo alato con corna e spu-tava fuoco dalla bocca. -Scappiamo!- propose Nick. -No! dobbiamo affrontarlo.- disse Ben. Prese dalla tasca la pistola laser e ferì Bill. Quando si chinò su di lui vide che Bill voleva parlargli di una cosa importante. -Ben,tu sarai … - mormorò Bill. -Cavolo! E’ morto senza poter finire la frase, che peccato!- esclamò Ben- Non sapremo mai cosa voleva dirmi …- Ben e Nick tornarono a casa contenti ma … con un grande dubbio.

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Pasticcio di creazioni La famiglia Ricciolo era una famiglia allegra, tanto che faceva cose creative, ad esempio qua-dri, costruzioni o roba simile. Un bel giorno di maggio, con il sole splendente e il cielo limpido, Pippetto stava ultimando un disegno di un cane volante quando, all’improvviso, sentì la voce del suo fratellino Peppino che diceva: “Vieni in giardino Pippetto, ho trovato una pietra molto bella!“. Allora Pip-petto si gettò fuori dalla finestra per vedere que-sta pietra. “E’ vero!“ disse Pippetto “E’ bellissi-ma!” “Chiamiamo Pippone e i nostri genitori!“ propose Peppino. Tutti quanti, accorsi al richia-mo, annuivano e dicevano “Che bella!” “Stupenda!“. Insomma a tutti piaceva. Il giorno seguente la mamma voleva fare un quadro con quella meravigliosa pietra, ma … “Senti mamma, io quella pietra l’ho trovata e tu me la rubi?!?“ si lamentò Peppino. La mamma rispose: “Ma no, certo che no fi-gliuolo!“ e iniziò una discussione. Pippetto fissò la pietra e la prese, ma per sfor-tuna venne acchiappato dalla mamma e da suo fratello. In quel momento la pietra cadde e colpì un quadro del papà che raffigurava un pagliac-cio, il quale all’istante si animò e uscì dal qua-dro. Il pagliaccio si mise a lanciare torte a de-stra e a manca e per sbaglio una delle torte finì proprio sulla pietra facendole toccare altri tre quadri. Così apparvero un goblin, un’auto d’epoca e un maiale. La pietra toccava di tutto e tutte le creazioni prendevano vita. Pippetto guarda la pietra che rotola da tutte le parti. “La devo prendere!” esclamò Pippetto correndo verso di essa. In tre minuti ci riuscì e la riportò alla sua famiglia per capire come potevano pla-care l’ira di tutte quelle creazioni. La famiglia provò di tutto e alla fine, colpendo il pagliaccio con la pietra, capirono che bisognava colpire tutti sulla testa. La famiglia colpiva tutti quanti con una precisione mondiale, ma non riusciva-no proprio ad acchiappare il maiale, quando… “ Pippone passami la pietra!“ urlò Pippetto lan-ciandola poi contro il maiale. In un attimo la pietra colpì la testa dell’animale, facendolo scomparire per sempre. Tutti quanti erano fieri dell’impresa di Pippetto e, felici e stremati, si misero a dormire. Erano convinti di averli colpiti tutti …

Rocco Fantasy In un mondo mol-to lontano dalla Terra, c’era un al-tro mondo diviso in due terre.

La prima parte era quella malvagia, lì abitava-no i draghi lanciafiamme, i cervi infernali e tutte le persone contagiate dal mago lancia virus. Quel mondo era arido, i boschi erano infiammati dal troppo calore, non c’era l’acqua e l’aria bolliva, la terra era color rosso bruciato. Nella parte dei buoni, invece, viveva-no esattamente gli opposti personaggi: il dra-go lancia felicità, i cervi arcobaleno e maghi che con la bacchetta facevano tornare normali le persone contagiate dal mago. Il capo di que-sto mondo era Eralent. Quel mondo era rigo-glioso, i boschi incontaminati, l’acqua purissi-ma, e tutta la terra era ricoperta da verde e folta erba. La sua capitale era Feli City. Feli City era una città volante. Nella casa più grande vivevano Eralent il sergente Carter e il vice sergente Rentenatet . -I malvagi ci stanno per attaccare- disse un giorno Eralent. -Quindi dobbiamo escogitare un piano- rispose Carter. Eralent disse che il loro punto debole era il lato Nord del confine. Il giorno seguente Eralent con le sue magiche truppe attaccò il lato Nord. Davanti a lui Era-lent vide profilarsi il capo dei malvagi sopra al suo fedele cavallo infuocato. Con un colpo di spada gigante di diamante scacciò le sue truppe. Ma il lato Nord venne purtroppo subi-to rinforzato. La mattina seguente il capo dei malvagi entrò addirittura nel territorio di Feli City e andò nella casa di Eralent. Quando E-ralent lo vide rimase di stucco: era pelato con la faccia piena di vene rosse e indossava un’armatura grigia e rossa. Ma nell’attimo in cui Eralent si girò per colpirlo, lui scomparve. Quando arrivò Rentenatet discussero su co-me farla finita con questa guerra e riunificare i due mondi. Alla fine presero una decisione. Con i venti draghi che avevano a disposizione sorvolarono il mondo malvagio e spararono i raggi arcobaleno che fecero tornare tutti felici. Tutti avevano uno splendido sorriso. Erano riusciti a riunificare i due mondi.

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Noi di quarta quest’anno abbiamo imparato a riconoscere le caratteristiche

del MITO e della LEGGENDA. Così abbiamo provato ad inventarne alcuni.

Perché il mare non sta mai fermo

Il mare all’inizio non era mosso, era calmo perché non c’era vento, nessun animale, nes-suno che navigava e non c’erano vortici. C’erano solo scogli e terra su cui camminare. Un giorno Tom andò al mare e si aspettava che ci fossero un po’ di vento e molte onde, invece c’erano solo mare fermo, sabbia e sco-gli. Tom non era felice. Andò ad immergersi, ma l’acqua era gelida e tornò a riva mezzo congelato. Il mare era troppo freddo, quasi co-me un congelatore. Tom si mise al sole per scongelarsi. Pensò di andare ad immergersi quando il sole fosse esattamente sopra il ma-re. Tom si immerse. Il sole era esattamente sopra il mare. L’acqua era di temperatura giu-sta. Ma appena il sole si spostò l’acqua diven-tò di nuovo molto fredda. Ci si metteva troppo tempo per arrivare a riva, così Tom capì che stava per congelarsi di nuovo. Ma non si arre-se: all’improvviso diventò un gigante, poi di-ventò invisibile e incominciò a viaggiare per tutto il mare camminando nelle acque e agi-tandole senza sosta per non farle congelare. È per questo che adesso il mare è mosso.

Perché sotto il mare c’è la terra Una volta il mare aveva solo dieci metri d’acqua, non pioveva mai, c’erano pochi pesci e non era mai in movimento. Ma un giorno in-cominciò a piovere per mille anni e si crearono tantissimi pesci. Gli uomini erano felici, ma un brutto giorno moltissime terre emersero e lo fecero quasi prosciugare. Per fortuna arrivò un gigante di nome Panzone e di cognome Na-sone: un suo solo braccio pesava cinquanta-mila miliardi di tonnellate. Il gigante incomin-ciò a pestare la terra spingendola nel fondo del mare fino a farla sommergere, così l’acqua tor-nò in superficie.

Come nacquero le onde del mare

Una volta il mare non si moveva mai, era sem-pre piatto. Solo che non avendo onde non atti-rava turisti, e i bagnini, i baristi, i pescatori e i surfisti non guadagnavano soldi. Allora un surfista decise di farsi costruire una nave con una pompa per risucchiare tutta l’acqua del mare e al suo posto costruirci par-chi, piscine, città .. Il surfista, insieme a un equipaggio di esperti marinai, salpò dalla co-sta. Arrivati al largo azionarono la pompa che risucchiò molta acqua. Ma Poseidone, vedendo la sua acqua scompa-rire, prese le sembianze di un tucano e volò sulla prua della nave, entrò nella cabina del surfista, si appoggiò su una poltrona e riprese le sue sembianze divine. Il surfista stupefatto di vedere un dio davanti a sé balbettò: “P P Poseidone c c cosa f f fai q q qui?” Poseidone rispose: “Sono venuto qui perché tu risucchi l’acqua del mio mare.”

Il surfista ebbe un’idea: “Scusa Poseidone, per cercare di riparare al danno che ho fatto, tra-sformami in vento così soffierò sul mare cre-ando onde, e non mi darò tregua! Però quando avrò la luna storta permettimi di creare onde distruttive.” Poseidone accettò e col tridente trasformò il surfista in vento. Ecco perché l’acqua del mare si muove sempre formando tantissime onde.

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Come nacque il girasole Molti anni fa, quando tutti i fiori del mondo erano colorati di mille colori, ma anche profu-mati di mille aromi, purtroppo esisteva anche un fiore grigio. Questo fiore grigio era sempre triste e appena un essere vivente lo vedeva di-ventava immediatamente depressissimo. Inol-tre faceva andare in depressione anche il cielo, e come andava in depressione il cielo andava-no in depressione gli dei, che, disperati ogni giorno di più per la presenza di quell’orrendo fiore, iniziarono a decidere il destino di quel povero fiore grigio senza nome. Finché un giorno, Atena, la dea della guerra, propose di farlo estinguere. Zeus non era d’accordo, ma visto che era l’unico modo per risolvere il pro-blema, le diede ragione. Ma quando stava per farlo, Apollo, dio della musica e del sole, donò al fiore grigio la bellezza. Per la felicità il fiore incominciò a ruotare la corolla verso il sole, e fu così che nacque il girasole.

Perché il girasole assomiglia al sole Un tempo il girasole non si chiamava girasole, era un fiore come tutti gli altri e pure scolori-

to. La gente non ci faceva caso, lo calpestava-no come niente fosse. C’era però qualcuno che faceva attenzione a non calpestare questi fiori, e li trattava con cura e amore. Quei fiori, se trattati adeguatamente e non con malvagità, potevano riservare tante sorprese … Pian piano tutti seguirono il loro esempio e iniziarono ad amare quei fiori. C’era però un uomo che li detestava ancora. Voleva elimina-re dalla faccia della terra quel fiore scolorito, ma senza saperlo nel profondo del suo cuore lo amava. Una notte entrò nelle case di tutta la città e distrusse tutti quei fiori, tranne uno che si trovava in un angolo nascosto. La mat-tina seguente gli abitanti si svegliarono e fu-rono tristi senza i loro scoloriti fiori. Il fiore superstite fu portato nel centro della piazza principale della città, quando improvvisamen-te venne colpito da un potentissimo raggio di sole che lo fece diventare giallo e brillante. Così nacque il girasole che vediamo oggi.

Perché il re

della foresta

si chiama leone Tanto tempo fa un animale di nome Debolone si iscrisse a un torneo per diventare l’animale più forte della foresta, ma tutti lo prendevano in giro perché in realtà era l’animale più debo-le della foresta. La prima gara fu contro un elefante, ma non vinse e torno a casa con la schiena a pezzi. Un altro giorno si batté contro una tigre che gli graffiò tutta la faccia.

Dopo una settimana vide un animale molto forte, che era secondo in classifica e si chia-mava Matteo. Lo vide e gli chiese se gli inse-gnava delle mosse, ma lui rispose: “Neanche per sogno!” Debolone però non si arrese e gli corse dietro per un chilometro, fino alla cascata. Proprio in quel momento Matteo si avvicinò troppo alla

cascata, e scivolò nell’acqua. Debolone allora gli afferrò velocissimo la mano e gli salvò la vita. Lui per ringraziarlo decise di aiutarlo. Dopo dieci allenamenti Debolone era perfetto e vinse cinque partite di seguito. Alla fine si ri-trovò contro il primo, che lo prese in giro di-cendogli che non avrebbe usato tanta forza se no gli avrebbe fatto troppo male. Iniziato il duello Debolone aspettò che l’avversario facesse la prima mossa, come gli aveva detto il suo maestro. Il primo gli saltò subito addosso, ma Debolone lo schivò e con gli artigli gli tolse un occhio. Alla fine Debolone vinse il torneo e diventò l’animale più forte della foresta con il nome di LEONE.

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"Festa della Ri-ciclabile" Domenica 17 aprile 2016 a cura di “Pontegradella in Transizione”

Si stava preparando la festa della ciclabile e abbiamo incon-trato il professor Alberto Me-landri per parlare della sicu-rezza stradale a Pontegradella e di viabilità serena e sicura. Ci ha spiegato quali sono i po-sti in paese dove ci sono mag-giori incidenti e come fare per non averne. Ha raccontato sto-rie vere di casi successi a lui e a persone che ha conosciuto. Ci son stati 13 incidenti sulla via Pontegradella all’incrocio con Via Pioppa verso Baura negli anni tra il 2002 e il 2014 e ben 19 nell’incrocio di via Pioppa con via Pomposa!!!! Di-verse persone del paese però si sono riunite in un gruppo e si sono rivolte all’ Assessore alla viabilità Modonesi del Comune di Ferrara, che è intervenuto con lavori importanti; alcuni sono già stati fatti, altri sono in programma: marciapiedi, un semaforo intelligente e dossi di rallentamento. Così tanti peri-coli non ci saranno più.

AMBIENTE: laboratorio di apicoltura con il Centro Idea (cl. III);

laboratorio HERA sul riciclo della carta (cl. II); laboratorio HERA “Rifiutologi che passione” (cl.III); raccolta differenziata in classe (cl. I); percorso di educazione alla prevenzione dei rischi ambientali con la Protezione Civile (cl. V).

CITTADINANZA: progetto pilota AUSL sul rapporto tra le generazioni “Le avventu-

re di Nonna Smemorina” (cl. II); percorso di educazione all’affettività con esperti esterni e una mamma, dott.ssa Alessandra Bertarelli, (cl. IV e V); progetto “Pen Friends” con la III B della Scuola Bombonati (cl. III). INTEGRAZIONE: progetto sull’amicizia e la diversità basato sulla fiaba di Yuichi Kimura “In una notte di temporale” (cl. II).

TECNOLOGIA: progetto di robotica “RoboCoop” Azione Coop Estense per la clas-

se 2.0 (cl. V); laboratorio di tessitura “Ordiam trame” con il Centro Idea (cl. II); laboratorio di falegnameria con Andrea Paganoni (cl. IV).

LETTURA: letture di Natale con Angela Poli (Biblioteca Ariostea) e Annalisa Croci.

MUSICA: progetto “Chitarra a scuola” condotto dall’insegnante Borri (cl. IV e V)

CONTINUITA’: “Magic English”, lezioni di inglese con la chitarra nelle scuole

dell’infanzia Zanardi, Pacinotti, Boara, Quacchio. (Vittorio Borri)

Classe quinta

Abbiamo collaborato anche noi

Nei giorni seguenti abbiamo costruito la

pianta del paese

e ci siamo divertiti con Google Maps a cercare strade conosciute, le nostre case e quelle

degli amici e nonni.

2015/2016

PROGETTI e LABORATORI