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IL CORRIERE DEL SEBETO Registrazione del Tribunale di Napoli n. 4971 Provv. Del 25/06/1988 Redazione ed Amministrazione Via Francesco De Mura,6 80129 Napoli Telefono 0815784755 Direttore Responsabile Ezio Ghidini Citro - Direttore Mary Attento “Sono contrario alle tue idee e le combatterò “Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio affinché tu possa esprimerle liberamente ” per le proprie idee, o le idee non valgono nulla Voltaire o non vale niente lui. Ezra Pound” Anno 27 n 3 -4 - 5 di Maggio 2013 15 giugno all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli la trentunesima edizione del Premio Internazionale Sebetia-Ter 2013 Premio Sebetia -Ter 2013: un esempio di eccellenza per fare tutti un passo avanti ed...uno indietro. di Antonio Cortese In occasione della XXXI manifestazione del Premio Sebetia-Ter, sorgono spontanee ed opportune delle considerazioni sul significato e l'importanza di tale manifestazione frutto dell'instancabile e meritorio impegno organizzativo del suo Presidente Prof. Ezio Ghidini Citro . In un periodo così critico per il nostro Paese, è importante ispirarsi all'esempio di impegno ed eccellenza che tutti i premiati forniscono alla collettività come unico strumento realmente efficace per superare la crisi di efficienza competitiva che oramai da anni attanaglia la nostra Nazione in un'era di sfida globale. In un'epoca di crisi in cui vediamo progressivamente ridursi le nostre certezze di benessere e soprattutto le aspettative future per le nuove generazioni, l'unica risposta saggia e costruttiva è e deve essere quella di un maggiore e silenzioso impegno per raggiungere livelli produttivi e di eccellenza capaci di rendere competitivo il nostro sistema paese. A tali passi in avanti devono corrispondere dei passi indietro per eliminare quei fattori di inefficienza che gravemente pregiudicano la nostra competitività, quali indebite rendite di posizione e sprechi ed inefficienze della pubblica amministrazione. A tale scopo, come richiesto dall'Unione Europea, la nostra classe politico-amministrativa deve essere in grado di eliminare tali fattori, che inevitabilmente vanificherebbero l'immissione di nuove risorse nel nostro Sistema Paese disperdendole in canali non in grado di creare maggiore efficienza competitiva del nostro sistema produttivo e tecnologico. Anche la Comunità Europea deve fare un passo in avanti per corrispondere a quegli ideali di libertà, legalità e fraternità basi fondanti degli Stati Moderni, attraverso cui assicurare maggiori ed eguali opportunità di sviluppo e benessere a tutti i Cittadini Europei: limitarsi infatti a sanzionare economicamente e pesantemente i Paesi Europei poco virtuosi significa far pagare ai Cittadini le colpe e le inefficienze delle loro classi dirigenti politiche ed amministrative, compromettendo ulteriormente le loro capacità competitive e privandoli di un degno futuro. Questa è, in tempi di sfide competitive globali, una politica miope anche per i Paesi Europei virtuosi, che nel breve possono trarre un effimero vantaggio aumentando la loro competitività a danno dei paesi pesantemente sanzionati, ma che successivamente non potrebbero reggere isolatamente la concorrenza globale. Il primo punto da affrontare a livello Italiano dovrebbe quindi essere quello di mettere sotto controllo i centri di spesa a livello regionale che, con la riforma del titolo V della Costituzione, hanno assunto autonomie finanziarie non equilibrate da corrispondenti responsabilità di bilancio, così che si assiste alla creazione di deficit locali non facilmente controllabili. Per rafforzare tale controllo dovrebbe essere sancita la responsabilità civile e penale per amministratori e politici che creino dissesti di bilancio. Un passo avanti dovrebbe essere quindi fatto dalla Comunità Europea nell'emanare norme valide in tutta Europa per il controllo dell'efficienza amministrativa secondo standard europei, per cui i costi e la qualità delle prestazioni dovranno rispettare tali standard, pena la nullità degli appalti ed il blocco dei pagamenti ad opera della magistratura contabile, rispettando in tal modo le sovranità nazionali che resteranno autonome nella scelta dell'impiego delle risorse, ma vincolate a criteri di efficienza che creino pari opportunità per tutti i Cittadini Europei. Un passo indietro dovrà essere fatto dalla Comunità Europea eliminando quelle pesanti sanzioni economiche che non consentono il raggiungimento di obiettivi di efficienza per i sistemi paese europei meno virtuosi, ma creano solo pesanti diseguaglianze tra Cittadini della stessa Comunità Europea allontanandola dai suoi principi fondamentali ispiratori. Nel difficile processo di conseguimento di tali obiettivi, evidente è la centralità e l'importanza dell'impegno e dell' esempio quotidiano di tutti, particolarmente per quegli uomini di buona volontà che dell'impegno e della generosità in favore del progresso della collettività, ne hanno fatto la loro principale ragione di vita, consapevoli che solo in questa visione può essere concepita una esistenza degna di essere vissuta. Sebetia-Ter 2013 di Ezio Ghidini Citro Pur nel momento difficile che sta vivendo la comunità nazionale, in particolare quella meridionale per la grave crisi economica che ha coinvolto anche tutte le nazioru europee, Sebetia-Ter ha voluto, con grande sacrificio e coll'aiuto determinante dell' Accademia Aeronautica Militare di Pozzuoli e del suo Comandante Gen. D. Aerea Umberto Baldi dare vita alla trentunesima edizione del Premi Internazionale Sebetia-Ter come segnale di ripresa di una comunità che intende ritrovare la propria identità. Numerosissime sono state le iniziative attuate da Sebetia-Ter nel campo della giurisprudenza, della medicina , della ricerca scientifica, della cultura in tutte le sue componenti. Si spazia dalla presentazioni di pubblicazioni letterarie, storiche a convegni sulla avvocatura, sulla magistratura, sulla legalità e sulla sicurezza. Attività queste realizzate dai vari Dipartimenti del Centro Studi di Sebetia-Ter in collaborazione con il Circolo Ufficiali della Marina Militare di Napoli, di Villa Domi e dell'Università degli Studi di Napoli Pathenope. Alla Associazione Premiati Sebetia –Ter presieduta dal Prof. Avv. Giuseppe Abbamonte, la presidenza di Sebetia-Ter ha ritenuto doveroso affiancare l'Associazione Famiglie degli Ufficiali del 10 Rgt. di Fanteria della Divisione Regina trucidati a Kos nel 1943 dai tedeschi. Si tratta di una strage quasi ignorata, perché molto scomoda e mai entrata nella "storia' nel passato e nel presente. Occorre ricordare che Sebetia -Ter aveva già dedicato un premio alla memoria della medaglia d'Argento al V-M. Ten. di Vascello Osservatore Pilota Giuseppe Ghidini della Marina Militare e al Ten. Salvatore Citro del 10.Rgt. della Div. Regina. Nei primi mesi del 2013 mi è stato consentito di visionare i fascicoli custoditi nell'armadio della vergogna riguardanti I'eccidio dei nostri Militari compiute dai tedeschi nelle isole del Peloponneso (erano trascorsi 70 anni ed era caduto il vincolo della segretazione di stato degli atti!). Mi sono reso conto di quello che era realmente accaduto a mio zio Salvatore, al suo amico il Tenente Francesco de Giovanni e agli altri 91 Ufficiali del 10 Rgt.della Divisione Regina di stanza a Kos. Non nascondo la commozione e nello stesso tempo lo sconcerto per quello che era scritto in quei fascicoli. Mi resi conto che bisognava far conoscere la verità sugli eventi e nello stesso tempo creare un punto di incontro e di riferimento per le famiglie degli Ufficiali trucidati tessendo la testimonianza storica di quello che era realmente accaduto nel1943 a Kos. In quei documenti si citava il comportamento eroico del tenente Francesco di Giovanni che si arrese solo quando finirono le munizioni, consegnandosi al nemico assumendosi tutta la responsabilità per salvare dalla fucilazione i suoi soldati.Per questi motivi la presidenza e il Direttivo di Sebetia-Ter ha voluto costituire l'Associazione dei Famigliari degli Ufficiali del 10 Rgt. Div. Regina. Il premio Sebetia-Ter Tenente Salvatore Citro vuole anche ricordare il Ten. Francesco de Giovanni e tutti gli Uffrciali del 10'Rgt. delta Divisione Regina caduti per l'Onore d'Italia. Circa invece il Progetto Martiri del 1799 siamo ancora in attesa della autorizzazione del Sindaco di Napoli. Ho sollecitato il Sindaco nell' ottobre 2012 in occasione del ricevimento del Consolato Tedesco per la festa dell'Unità nazionale che, si tenne al Palazzo delle Esposizioni a via dei Mille. Il Sindaco mi disse che aveva consegnato la documentazione all'Assessore alla Cultura. Quando gli feci osservare che non era di competenza dell'assessore alla cultura rilasciare questo tipo di autorizzazione, di competenza esclusiva del Sindaco ebbi l'assicurazione che avrebbe provveduto personalmente. A tutt'oggi siamo ancora in attesa di un riscontro da parte del Primo Cittadino di Napoli. Posso però assicurare che una sepoltura Cristiana sarà data ai Martiri del1799! Il tempo è galantuomo: i miei collaboratori ed io abbiamo tanta pazienza e tanto tempo. A pochissimi chilometri dalla Città di Pozzuoli vi è una città che ha il diritto di riprendere il suo cammino e ridiventare la terza capitale d'Europa per la sua millenaria storia, per la sua cultura e per le sue grandi potenzialità, per il suo popolo che ha sempre dimostrato di sapersi rialzare con forza e vigore. Il mondo della Cultura, delle scienze, delle arti , del Diritto deve riappropriarsi del suo ruoli di parte attiva alla guida della città come seppe fare nell’ immediato dopoguerra ridando ai napoletani anche la perduta speranza e dignità. L'appello che il Prof.Avv. Giuseppe Abbamonte fece agli illustri premiati di "Sebetia-Ter" oggi più che mai è valido.

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  • IL CORRIERE DEL SEBETO Registrazione del Tribunale di Napoli n. 4971 Provv. Del 25/06/1988

    Redazione ed Amministrazione Via Francesco De Mura,6 80129 Napoli Telefono 0815784755 Direttore Responsabile Ezio Ghidini Citro - Direttore Mary Attento

    “Sono contrario alle tue idee e le combatterò “Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio affinché tu possa esprimerle liberamente ” per le proprie idee, o le idee non valgono nulla Voltaire o non vale niente lui. Ezra Pound”

    Anno 27 n 3 -4 - 5 di Maggio 2013

    15 giugno all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli la trentunesima edizione del Premio Internazionale Sebetia-Ter 2013

    Premio Sebetia -Ter 2013: un esempio di eccellenza per fare tutti un passo avanti ed...uno indietro.

    di Antonio Cortese

    In occasione della XXXI manifestazione del Premio Sebetia-Ter, sorgono spontanee ed opportune delle considerazioni sul significato e l'importanza di tale manifestazione frutto dell'instancabile e meritorio impegno organizzativo del suo Presidente Prof. Ezio Ghidini Citro . In un periodo così critico per il nostro Paese, è importante ispirarsi all'esempio di impegno ed eccellenza che tutti i premiati forniscono alla collettività come unico strumento realmente efficace per superare la crisi di efficienza competitiva che oramai da anni attanaglia la nostra Nazione in un'era di sfida globale. In un'epoca di crisi in cui vediamo progressivamente ridursi le nostre certezze di benessere e soprattutto le aspettative future

    per le nuove generazioni, l'unica risposta saggia e costruttiva è e deve essere quella di un maggiore e silenzioso impegno per raggiungere livelli produttivi e di eccellenza capaci di rendere competitivo il nostro sistema paese. A tali passi in avanti devono corrispondere dei passi indietro per eliminare quei fattori di inefficienza che gravemente pregiudicano la nostra competitività, quali indebite rendite di posizione e sprechi ed inefficienze della pubblica amministrazione. A tale scopo, come richiesto dall'Unione Europea, la nostra classe politico-amministrativa deve essere in grado di eliminare tali fattori, che inevitabilmente vanificherebbero l'immissione di nuove risorse nel nostro Sistema Paese disperdendole in canali non in grado di creare maggiore efficienza competitiva del nostro sistema produttivo e tecnologico. Anche la Comunità Europea deve fare un passo in avanti per corrispondere a quegli ideali di libertà, legalità e fraternità basi fondanti degli Stati Moderni, attraverso cui assicurare maggiori ed eguali opportunità di sviluppo e benessere a tutti i Cittadini Europei: limitarsi infatti a sanzionare economicamente e pesantemente i Paesi Europei poco virtuosi significa far

    pagare ai Cittadini le colpe e le inefficienze delle loro classi dirigenti politiche ed amministrative, compromettendo ulteriormente le loro capacità competitive e privandoli di un degno futuro. Questa è, in tempi di sfide competitive globali, una politica miope anche per i Paesi Europei virtuosi, che nel breve possono trarre un effimero vantaggio aumentando la loro competitività a danno dei paesi pesantemente sanzionati, ma che successivamente non potrebbero reggere isolatamente la concorrenza globale. Il primo punto da affrontare a livello Italiano dovrebbe quindi essere quello di mettere sotto controllo i centri di spesa a livello regionale che, con la riforma del titolo V della Costituzione, hanno assunto autonomie finanziarie non equilibrate da corrispondenti responsabilità di bilancio, così che si assiste alla creazione di deficit locali non facilmente controllabili. Per rafforzare tale controllo dovrebbe essere sancita la responsabilità civile e penale per amministratori e politici che creino dissesti di bilancio. Un passo avanti dovrebbe essere quindi fatto dalla Comunità Europea nell'emanare norme valide in tutta Europa per il controllo dell'efficienza amministrativa secondo standard europei, per cui i costi e la qualità delle prestazioni dovranno rispettare tali standard, pena la nullità degli appalti ed il blocco dei pagamenti ad opera della magistratura contabile, rispettando in tal modo le sovranità nazionali che resteranno autonome nella scelta dell'impiego delle risorse, ma vincolate a criteri di efficienza che creino pari opportunità per tutti i Cittadini Europei. Un passo indietro dovrà essere fatto dalla Comunità Europea eliminando quelle pesanti sanzioni economiche che non consentono il raggiungimento di obiettivi di efficienza per i sistemi paese europei meno virtuosi, ma creano solo pesanti diseguaglianze tra Cittadini della stessa Comunità Europea allontanandola dai suoi principi fondamentali ispiratori. Nel difficile processo di conseguimento di tali obiettivi, evidente è la centralità e l'importanza dell'impegno e dell' esempio quotidiano di tutti, particolarmente per quegli uomini di buona volontà che dell'impegno e della generosità in favore del progresso della collettività, ne hanno fatto la loro principale ragione di vita, consapevoli che solo in questa visione può essere concepita una esistenza degna di essere vissuta.

    Sebetia-Ter 2013 di Ezio Ghidini Citro Pur nel momento difficile che sta vivendo la comunità nazionale, in particolare quella meridionale per la grave crisi economica che ha coinvolto anche tutte le nazioru europee,

    Sebetia-Ter ha voluto, con grande sacrificio e coll'aiuto determinante dell' Accademia Aeronautica Militare di Pozzuoli e del suo Comandante Gen. D. Aerea Umberto Baldi dare vita alla trentunesima edizione del Premi Internazionale Sebetia-Ter come segnale di ripresa di una comunità che intende ritrovare la propria identità. Numerosissime sono state le iniziative attuate da Sebetia-Ter nel campo della giurisprudenza, della medicina , della ricerca scientifica, della cultura in tutte le sue componenti. Si spazia dalla presentazioni di pubblicazioni letterarie, storiche a convegni sulla avvocatura, sulla magistratura, sulla legalità e sulla sicurezza. Attività queste realizzate dai vari Dipartimenti del Centro Studi di Sebetia-Ter in collaborazione con il Circolo Ufficiali della Marina Militare di Napoli, di Villa Domi e dell'Università degli Studi di Napoli Pathenope. Alla Associazione Premiati Sebetia –Ter presieduta dal Prof. Avv. Giuseppe Abbamonte, la presidenza di Sebetia-Ter ha ritenuto doveroso affiancare l'Associazione Famiglie degli Ufficiali del 10 Rgt. di Fanteria della Divisione Regina trucidati a Kos nel 1943 dai tedeschi. Si tratta di una strage quasi ignorata, perché molto scomoda e mai entrata nella "storia' nel passato e nel presente. Occorre ricordare che Sebetia -Ter aveva già dedicato un premio alla memoria della medaglia d'Argento al V-M. Ten. di Vascello Osservatore Pilota Giuseppe Ghidini della Marina Militare e al Ten. Salvatore Citro del 10.Rgt. della Div. Regina. Nei primi mesi del 2013 mi è stato consentito di visionare i fascicoli custoditi nell'armadio della vergogna riguardanti I'eccidio dei nostri Militari compiute dai tedeschi nelle isole del Peloponneso (erano trascorsi 70 anni ed era caduto il vincolo della segretazione di stato degli atti!). Mi sono reso conto di quello che era realmente accaduto a mio zio Salvatore, al suo amico il Tenente Francesco de Giovanni e agli altri 91 Ufficiali del 10 Rgt.della Divisione Regina di stanza a Kos. Non nascondo la commozione e nello stesso tempo lo sconcerto per quello che era scritto in quei fascicoli. Mi resi conto che bisognava far conoscere la verità sugli eventi e nello stesso tempo creare un punto di incontro e di riferimento per le famiglie degli Ufficiali trucidati tessendo la testimonianza storica di quello che era realmente accaduto nel1943 a Kos. In quei

    documenti si citava il comportamento eroico del tenente Francesco di Giovanni che si arrese solo quando finirono le munizioni, consegnandosi al nemico assumendosi tutta la responsabilità per salvare dalla fucilazione i suoi soldati.Per questi motivi la presidenza e il Direttivo di Sebetia-Ter ha voluto costituire l'Associazione dei Famigliari degli Ufficiali del 10 Rgt. Div. Regina. Il premio Sebetia-Ter Tenente Salvatore Citro vuole anche ricordare il Ten. Francesco de Giovanni e tutti gli Uffrciali del 10'Rgt. delta Divisione Regina caduti per l'Onore d'Italia. Circa invece il Progetto Martiri del 1799 siamo ancora in attesa della autorizzazione del Sindaco di Napoli. Ho sollecitato il Sindaco nell' ottobre 2012 in occasione del ricevimento del Consolato Tedesco per la festa dell'Unità nazionale che, si tenne al Palazzo delle Esposizioni a via dei Mille. Il Sindaco mi disse che aveva consegnato la documentazione all'Assessore alla Cultura. Quando gli feci osservare che non era di competenza dell'assessore alla cultura rilasciare questo tipo di autorizzazione, di competenza esclusiva del Sindaco ebbi l'assicurazione che avrebbe provveduto personalmente. A tutt'oggi siamo ancora in attesa di un riscontro da parte del Primo Cittadino di Napoli. Posso però assicurare che una sepoltura Cristiana sarà data ai Martiri del1799! Il tempo è galantuomo: i miei collaboratori ed io abbiamo tanta pazienza e tanto tempo. A pochissimi chilometri dalla Città di Pozzuoli vi è una città che ha il diritto di riprendere il suo cammino e ridiventare la terza capitale d'Europa per la sua millenaria storia, per la sua cultura e per le sue grandi potenzialità, per il suo popolo che ha sempre dimostrato di sapersi rialzare con forza e vigore. Il mondo della Cultura, delle scienze, delle arti , del Diritto deve riappropriarsi del suo ruoli di parte attiva alla guida della città come seppe fare nell’ immediato dopoguerra ridando ai napoletani anche la perduta speranza e dignità. L'appello che il Prof.Avv. Giuseppe Abbamonte fece agli illustri premiati di "Sebetia-Ter" oggi più che mai è valido.

  • Il CORRIERE DEL SEBETO

    I Vincitori del Premio Sebetia Ter 2013 “Premio T.V. Osservatore Pilota Giuseppe Ghidini”Medaglia d’Argento al V.M. Amm-di Sq. Luigi Mario Binelli Mantelli Capo di Stato Maggiore Difesa “Premio Capitano.Salvatore Citro – 10° Rgt. Div. Regina”Gen.B. Alfonso Barbato Coordinatore Ispettorato Infrastrutture dell’Esercito Magistratura – Giurisprudenza Dott. Marco De Paolis Procuratore militare delle Repubblica - Giornalismo “Premio Federico Tortorelli” Dott. Alessandro Barbano, Dott. Stefano Folli, al giornale IL MATTINO di Napoli , Scienze Biomediche Premio “Francesco Claudio” Dr. Piero Anversa (U.S.A.) Direttore del Centro di Medicina Rigenerativa - Harvard University , Bio Tecnologie Avanzate CEINGE , Medicina e Chirurgia Premio “Gianfranco Scoppa”Dr. Claudio Vitale, Ingegneria Ing. Antonello De Risi, Ricerca MBDA missile systems, Fisica “Premio Georges Charpak – Antonio Barone”dr. Prof. Francesco Tafuri, Cultura“Premio Thanos Livaditis” Centro Internazionale per lo Studio dei Papiri Ercolanesi “Marcello Gigante”, Per la Ricesca Storica delle Forze Armate Italiane Dott. Isabella Insolvibile. Teatro Enzo De Caro, Musica Antonio Onorato, Poesia Felix Adado (Togo), Narrativa Pompeo Onesti , Migliore Tesi Universitaria in Lingue e Letterature Straniere, Premio “Lucia De Palma” Dott.ssa Fulvia Sarnelli, Imprenditoria Ing. Paolo Scudieri, Migliori Allievi Ufficiali delle Accademie e delle Scuola Militari Accademia Aeronautica di Pozzuoli S.T. A.AR.A.N. Stefani Gianluca , Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo Ten. Velonà Marco, Capocorso del 108° Corso “Piave Vecchio III”, II° Anno di Applicazione, Accademia Militare di Modena Allievo Capo Scelto di Reggimento Tognati Andrea Capo Scelto di Reggimenti. Accademia Navale Militare della Marina di Livorno Guardiamarina Reale Stefano Capo corso del 1° Anno del Corso Applicativo, Douhet Palagi Dario Corso Espera- Torrini Federico, Morisini De Poli Lorenzo - Palmieri Matteo All. 3° Corso Classico, Scuola Militare Nunziatella Ciacciariello Felice Liceo Scientifico- Musmeci Vincenzo Junio Valerio Liceo Classico,

    Lo Storico Annuncio:Papa Benedetto XVII Lascia il Pontificato Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto.

    Il testo integrale dell’annuncio del Papa

    “Sono ben consapevole della gravità di questo atto” “Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa”. Così comincia il testo dell'annuncio delle dimissioni di Papa Benedetto XVI.“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio - prosegue il documento - sono

    pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20.00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice”.“Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinchè assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo

    Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrà servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio”. Continua a pagina 6

    Lettera all’Opinione Pubblica Mondiale di Mikis Theodorakis Esiste un complotto internazionale che ha l’obiettivo di cancellare il mio paese. E’ iniziato nel 1975 opponendosi alla civiltà neo-greca, è continuato con la distorsione sistematica della nostra storia contemporanea e della nostra identità

    culturale e adesso sta cercando di cancellarci anche materialmente con la mancanza di lavoro, la fame e la miseria – Continua-apag.4

    Il Nuovo Papa è Jorge Mario Bergoglio : sarà Papa Francesco

    È Jorge Mario Bergoglio, unico gesuita del Conclave, arcivescovo di Buenos Aires, il nuovo Papa: si chiamerà Francesco. Era stato contendente di Joseph Ratzinger al Conclave del 2005. È il primo pontefice extraeuropeo della storia. Folla in delirio all'Habemus Papam e, ancor prima, alla fumata bianca del comignolo della Sistina. Il conclave lo ha eletto al quarto scrutinio di oggi, il quinto generale. La piazza è gremita di fedeli in festa, mentre le campane della Basilica suonano a festa. È stato il cardinale protodiacono, Jean-Louis Tauran ad annunciare al mondo il 265* successore di Pietro. Obama ha detto che «è un giorno storico, perché Francesco I è il paladino dei poveri». Napolitano emozionato e colpito dalla semplicità del Papa. Una curiosità: la benedizione 'Urbi et Orbi' e l'indulgenza plenaria impartite da Francesco sono state estese - come precisato dalla loggia di S. Pietro dal cardinal Camerlengo - alla folla dei fedeli, a chi ha ascoltato le parole del Papa attraverso radio e tv, ma anche attraverso le «nuove forme di comunicazione» che fanno il loro Ore 22,33. La prima notte da Papa a Santa Marta La nuova vita del neo Papa Francesco comincerà stasera dalla suite 201 del residence dei "conclavisti" di Santa Marta, in Vaticano. Un appartamento con tre ambienti, studio, salottino e camera da letto. Domattina, come di consueto, per Francesco ci sarà la sveglia di buon'ora al mattino e la celebrazione della messa. Sempre domani, alle 17 Papa Bergoglio riceverà nella Cappella Sistina tutti i cardinali, elettori e non elettori. Domenica 17 il secondo incontro con i fedeli, dopo quello di oggi fresco di elezione. Alle 12 infatti, reciterà la preghiera dell'Angelus rivolto ai pellegrini che lo accoglieranno dalla piazza. Martedì 19, giorno in cui si celebra la festa di San Giuseppe patrono della Chiesa, alle 9.30 ci sarà la Messa di inaugurazione del pontificato a San Pietro. Occasione in cui saranno presenti molti capi di stato ed esponenti delle case regnanti. Nei prossimi giorni, ha sottolineato padre Lombardi, verrà anche definita una visita di Papa Bergoglio al suo predecessore. Prevedibile, infine, per mercoledì prossima, a una settimana esatta dall'elezione, anche la sua prima udienza generale Ore 22,28. Gli auguri di Jagland a Sua Santità «Mi congratulo vivamente col nuovo Pontefice della

    Chiesa cattolica e Capo di Stato della Santa Sede. A nome del Consiglio d'Europa gli auguro tutto il bene che merita. Siamo entusiasti di continuare con lui la nostra fattiva collaborazione col Vaticano», ha scritto Thorbjørn Jagland, segretario generale del Consiglio d'Europa in un messaggio al Pontefice Francesco.

    “La proposta Pd per aumentare lo stipendio dei parlamentari”: Libero accusa ROMA – Una legge per aumentare lo stipendio dei parlamentari del 24% vanificando così tutti i tagli ipotizzati dal governo Letta. Una legge che, racconta su Libero Franco Bechis, porterebbe la firma di Guglielmo Vaccaro, uno dei deputati del Pd più vicini al premier Enrico Letta. Continia a pagina 45

    “La carne è cancerogena ed è causa di quasi tutte le malattie degenerative, eliminatele o limitate il consumo” di Umberto Veronesi

    Molti mi chiedono il motivo per cui le popolazioni non sono informate su questo, perchè i medici non ne parlino e perchè l'opinione comune è di tutt'altra realtà. La base è che viene fatta un informazione errata, dalle università alle riviste medico scientifiche. I professori nelle università insegnano cose errate sull'argomento alimentazione, gli studenti a loro volta insegneranno non in maniera corretta i loro futuri alunni o pazienti e così via.

    Acca Larentia: dopo 35 anni riprendono le indagini sulla strage

    Continuano pagina 45

  • Il CORRIERE DEL SEBETO pagina 1

    A Napoli in piazza del Plebiscito celebrato il 90 Anniversario della Costituzione dell’Aeronautica Militare e Giuramento e Battesimo del Corso Pegaso V

    Il Sottosegretario alla Difesa, Dott. Gianluigi Magri, ha partecipato alle celebrazioni del 90° anniversario della costituzione dell’Aeronautica Militare e di giuramento del corso ''Pegaso V'' degli allievi dell'Accademia Aeronautica di Pozzuoli, svoltesi a Napoli in Piazza del Plebiscito, alla presenza del Presidente del Senato, Pietro Grasso. Alla cerimonia erano inoltre presenti, il Ministro della Difesa Di Paola, l'ex Ministro Parisi, il Sottosegretario Milone, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Sq. Binelli Mantelli, ed i vertici delle Forze Armate. Nel corso della cerimonia, il Presidente del Senato ha consegnato la medaglia d'oro al

    merito civile alla Bandiera di guerra dell'Aeronautica militare, per il- Continua a pagina 9

    Napoli a pezzi TRA UNA PISTA CICLABILE E LA VUITTON CUP, LA CITTA' SI INTERROGA

    DINANZI AL BARATRO CHE RISCHIA DI INGHIOTTIRLA

    E’ accaduto di nuovo. Notte tempo, per cedimenti strutturali, un altro edificio dei quartieri spagnoli è stato sgombrato. Una trentina di famiglie possono accendere ceri di ringraziamento a San Gennaro per lo scampato pericolo. Più volte, da queste colonne, ci siamo occupati dagli immanenti rischi – Continua a pagina 3

    Laura Boldrini: "Subito una legge organica sul diritto d'asilo"

    Il portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati nel corso del convegno "Il diritto d'asilo in Italia e in Europa, effettività e garanzie della protezione internazionale", organizzato ieri presso la Scuola Sant'Anna ha invocato un intervento immediato del Governo sulle politiche di accoglienza. E la riapertura, con l'avvicinarsi dell'estate, del centro di Lampedusa. Diritto d'asilo, respingimenti, rifugiati, protezione sussidiaria e umanitaria. Questi i temi che hanno dominato il convegno "Il diritto d'asilo in Italia e in Europa, effettività e garanzie della protezione internazionale" promosso dall'Associazione allievi della Scuola- Continua a pagina 4

    Scontro tra vertici militari e governo nel pasticcio dei Maro':

    Il Capo di Stato Maggiore, Una Farsa Inaccettabile, indecorosa, oscena. Sono solo alcuni degli aggettivi che ci vengono in mente per descrivere la vera e propria catastrofe diplomatica del nostro governo sul caso dei marò, costretti a tornare in India alla fine di un balletto che ci ha ridicolizzati davanti agli occhi di tutto il mondo. La gestione della crisi è stata disastrosa fin dall'inizio, come abbiamo più volte sottolineato, ma nessuno si sarebbe – Continua a pagina 7

    L’EPOCA D’ORO DEL MEDITERRANEO – LE REPUBBLICHE MAR INARE E LE CROCIATE

    23 maggio 2013 By Enrico La Rosa

    Mediterraneo, nuovi scenari e prospettive – La situazione cambia decisamente sotto la spinta di fattori destinati a modificare radicalmente la storia non solo del Mediterraneo, ma del mondo intero.

    Continua a pagina 14

    Costituita “Associazione Famiglie dei Caduti del X Reggimento Divisione Regina, Kos 1943” Il giorno 4 marzo 2013 alle ore 20,30, presso la propria sede in Napoli alla Via F. De Mura 4/6, si è riunito il Consiglio di Presidenza e il Direttivo del Centro Studi Sebetia-Ter, presieduto dal Presidente prof. Ezio Ghidini Citro e composto da: Segretario e Tesoriere Mancini ing. Francesco, Garofano sig. Matteo, De Palma avv. Giuseppe, Claudio dr. Luigi, Zappa prof. Paola, S.T.V. Ciro Monteforte, Cigolotti di Mdeuna prof.ssa Piera, Cortese dr.prof. Antonio. Continua a pagina 44

    È morto a Roma il capo della Polizia Antonio Manganelli, il poliziotto che Sorridere Non ce l'ha fatta Antonio Manganelli, uno dei più amati capi della Polizia. Ricoverato d'urgenza il 24 febbraio all'ospedale San Giovanni di Roma, combatteva da due anni con un tumore ai polmoni. Operato per un edema, era in coma farmacologico, poi non è riuscito a superare le complicazioni di un'infezione respiratoria. Dopo la laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II di Napoli]], si specializzò in criminologia]clinica presso l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Università di Continua a pagina 15

    La messa antica non si tocca, il Papa gesuita spiazza ancora tutti I vescovi pugliesi chiedono il ritiro del motu proprio di Ratzinger. Bergoglio dice no, servono cose nuove e antiche

    Chi pensava che con l’arrivo al Soglio di Pietro del gesuita sudamericano Jorge Mario Bergoglio la messa in latino nella sua forma extra-ordinaria fosse archiviata per sempre, aveva

    fatto male i conti. Il motu proprio ratzingeriano del 2007, il Summorum Pontificum, non si tocca, e il messale del 1962 di Giovanni XXIII (che poi è l’ultima versione di quello tridentino del Papa santo Pio V) è salvo. Quel rito con il celebrante rivolto verso Dio e non verso il popolo, con le balaustre a separare i banchi per i fedeli dal presbiterio, non è un’anticaglia, detrito da spedire in qualche museo a impolverarsi. E’ stato proprio il Pontefice regnante a dirlo, ricevendo qualche giorno fa nel Palazzo apostolico la delegazione dei vescovi pugliesi giunti a Roma in visita ad limina apostolorum, come fa tutto l’episcopato mondiale ogni cinque anni. Come ha scritto sul suo blog il vaticanista Sandro Magister, i vescovi pugliesi sono stati i più loquaci, con clero e giornalisti. La scorsa settimana, il capo della diocesi di Molfetta, Luigi Martella, ha raccontato come Francesco sia pronto settimana, il capo della diocesi di Molfetta, Luigi Martella, ha raccontato come Francesco sia pronto a firmare entro l’anno l’enciclica sulla fede che Benedetto XVI starebbe portando a termine nella tranquillità del monastero Mater Ecclesiae, aggiungendo addirittura che Bergoglio ha già pensato alla sua seconda lettera pastorale, dedicata alla povertà e intitolata “Beati pauperes”. Dichiarazioni che hanno costretto la Santa Sede a smentire, rettificare e chiarire, con padre Federico Lombardi che

    invitava a pensare “a un’enciclica per volta”. Poi è toccato al vescovo di Conversano e Monopoli, Domenico Padovano, che al clero della sua diocesi ha raccontato come la priorità dei vescovi della regione del Tavoliere sia stata quella di spiegare al Papa che la messa in rito antico sta creando grandi divisioni all’interno della chiesa. Messaggio sottinteso: il Summorum Pontificum va cancellato, o quanto meno fortemente limitato. Ma Francesco ha detto no - da il © - FOGLIO QUOTIDIANO di Matteo Matzuzzi – @matteomatzuzzi ”. Continua a pagina 48

  • Il CORRIERE DEL SEBETO Pagina 2

    I preparativi per lo Shopping Festival di Cannes Harry di Prisco

    Cannes, la città del cinema per antonomasia si veste a festa per il “Cannes Shopping Festival” che si svolgerà dal 29 al 31 marzo nella splendida cornice del Palazzo dei Festival e dei Congressi. Nell’occasione le grandi marche del prêt-à-porter di lusso presenteranno le loro collezioni primavera-estate 2013. Non a caso il Palazzo dei Congressi fu realizzato nel 1947 per ospitare “Il Festival del Cinema”, sul famoso lungomare de la Croisette, ombreggiato da palme e platani. Risale però al 1939, alla presenza di uno dei due fratelli Lumière,

    inventori del cinematografo, il primo Festival del Cinema, che avrebbe ulteriormente consacrato Cannes come uno dei ritrovi esclusivi del Mediterraneo. La fortuna di Cannes, il cui nome è dovuto alla presenza di “canne” che infestavano le antiche paludi, risale al 1834 quando all'ex cancelliere Britannico Lord Brougham gli fu impedito di entrare a Nizza, che all’epoca faceva parte del Regno di Sardegna, a causa di un'epidemia di colera. Fu così costretto a fermarsi a Cannes, piccolo villaggio di pescatori della costa. Lord Brougham vi fece ritornare ogni inverno per oltre trent’anni, portando con sé l'aristocrazia inglese. Le Suquet, il quartiere antico di Cannes, conserva ancora alcuni resti delle antiche mura, nonché la cattedrale di Notre Dame de l'Esperance, costruita in stile gotico provenzale. E' presente inoltre nella città vecchia una torre dell'orologio ed il castello, oggi sede di un museo. Il nuovo Palazzo dei Congressi fu costruito nel ‘79 al posto del Casinò Municipale. Oggi Cannes, grazie a questa importante struttura, che ospita ogni anno più di 50 manifestazioni internazionali e 300 congressi, si attesta in seconda posizione in Francia per il turismo del business. L’Ufficio del Turismo di Cannes propone visite guidate al Palazzo dei Festival. Per le informazioni sulla Costa Azzurra e Cannes si può anche accedere al sito dell’Ente del Turismo Francese - Atout France Italie:.Oggi questa ridente cittadina della Costa Azzurra primeggia fra le località di vacanza più ambite della riviera per essere meta dell’aristocrazia europea. Qui a Cannes il “lusso”è inteso non come ostentazione ma come vero e proprio stile di vita. La

    città è da molti anni meta privilegiata per chi desidera abbinare al riposo del corpo e dello spirito la possibilità di svago e di partecipazione ai molti eventi culturali e di spettacolo che caratterizzano il fitto calendario. E tra gli appuntamenti imperdibili c’è lo “Shopping Festival”, che esalta moda e stile in una cornice di lusso che vedrà scendere in campo le griffes più note. La Promenade de la Croisette darà il meglio di sé per chi ama il fashion. Ci si potrà far coinvolgere in un’atmosfera magica nello shopping più sfrenato in Rue d’Antibes, una delle strade più chic del mondo, dove si affacciano le vetrine dei negozi come Cartier, Bulgari o il famoso Dunhill e Siegl 1880. Abiti, accessori, tutto il meglio della moda primavera/estate sarà messo in bella mostra. Tutte le serate saranno all’ insegna della moda con sfilate che saranno veri e propri spettacoli. Si inizia giovedì 28 con l’anteprima di Denis Durand Couture che presenterà la sua nuova collezione che si ispira ai modelli giapponesi con i profumi creati dalla casa M.Micallef di Grasse. Denis Durand e Martine Micallef hanno unito i loro talenti artistici per creare “Parfum Couture” che entrerà in commercio ad aprile. Denis Durand, il designer francese, noto per i suoi particolari abiti che abbinano le tendenze future ad un'eleganza senza tempo, presenterà nell’occasione questo suo primo profumo glamour, mistico e raffinato, che ben si abbina ai “Parfums M.Micallef”, famosi per le loro fragranze proposte in bottiglie di lusso decorate a mano dove fa bella mostra di sé un piccolo fiocco di raso e una medaglia d'oro con incise le iniziali dei due artisti. Farà la gioia degli amanti del gourmet, sempre a Palm Beach sul ponte Croisette, lo speciale dinner di benvenuto. Venerdì 29 a partire dalle 19 ci sarà lo spettacolo “Fashion Sport” a Les Galleries La Fayette con la partecipazione di artisti come: One Teas, Angela Donava, il gruppo Fox, Lya, DJ Rita Warhol, Benoit Tardieu e i suoi danzatori, la soprana Elodie Tisserand, Andrea Catozzi, Brandon Maillet e Manon Puzin Medout. Presso il Palazzo dei Festival e dei Congressi sabato e domenica (giorno di Pasqua) ad ingresso libero, sono previste dalle 10 di mattina fino alle 18 le dimostrazioni di acconciatori con la Scuola Balzac e di truccatori con quella Elysées Marbeuf nonché mostre di costumi teatrali realizzati dagli studenti del Liceo Les Coteaux Altre sfilate sono programmate per sabato e domenica pomeriggio con la creatrice di moda Aline Buffet che presenterà la sua Scuola. Per sabato poi alla Fouquet’s sarà di scena la Casa di alta moda “Christophe Guillarme” con una sfilata accompagnata da una cena a base di champagne, mentre per domenica il ristorante dell’Albergo 3.14 sarà la location di un grande defilèe per i bambini. La Croisette, il Vieux Port, il Casino Palm Beach, gli splendidi hotel, che i francesi chiamano “Palais”, la spiaggia e il mare, con la primavera appena iniziata, si fanno sempre più apprezzare e attendono gli ospiti italiani che amano da sempre la Costa Azzurra.

    Le responsabilità popolari nella mala amministrazione di Napoli

    Lidio Aramu Il revisionismo storico ha fatto luce sull’episodio dell’uccisione di Francesco Ferruccinella battaglia di Gavinana. E’ ormai acclarato che ad infierire sul morente capitano fiorentino sia stato un ufficiale spagnolo, gentiluomo del principe d’Orange. Fabrizio Maramaldo - condottiero d’antica famiglia napoletana – è quindi il protagonista di un falso storico in virtù del quale la lingua italiana si è arricchita dei vocaboli «maramaldo» e «maramaldeggiare», col significato di chi si accanisca vigliaccamente contro qualcuno in stato di palese

    inferiorità. La storia nazionale è ricca di episodi legati a quest’ignobile connotato caratteriale del popolo italiano. L’immagine simbolica e più conosciuta di tale esecrabile virtù è senza alcun dubbio quella del ripugnante scempio dei cadaveri di Benito Mussolini, Claretta Petacci e altri gerarchi fascisti perpetrato in Piazzale Loreto a Milano. Strazio che fu bollato dal presidente del CLN, Ferruccio Parri, con l’espressione di “macelleria messicana”. Qualcuno potrebbe obiettare che era la tragica conclusione di una guerra civile ove i risentimenti, gli odi, le vendette cancellarono la parola pietà. Nulla di più falso. Quasi mezzo secolo più tardi (1993) lo stesso popolo, dopo aver osannatoBettino Craxi nella fase sfolgorante della sua carriera politica, si raduna – proveniente da un comizio di Achille Occhetto – davanti all’hotel Raphael e lo oltraggia con un fitto di lancio di monetine ed invettive. L’esplosione di “tangentopoli”. «Un sogno nel cuore, Craxi a San Vittore» era lo slogan dominante. Poi l’epilogo tunisino e la sua morte in terra straniera. E’ la giustizia sommaria dei tribunali del popolo. Di quel popolo che, come ha scritto Jean-Jacques Rousseau nel suoContratto sociale, ha sempre ragione. Di quel popolo sempre pronto a delegare ogni cosa, afflitto com’è dalla tara ereditaria “dell’uomo del balcone”, pronto però al primo cambio di vento a riprendersi il diritto di critica e, se del caso, dare libero sfogo al proprio maramaldeggiare. Diceva Karl Marx che le tragedie della storia si ripetono sempre, ma in forma di farsa. Ma in che forma si ripetono le farse, a Napoli, dove nulla è mai preso sul serio? Certo anche il popolo napoletano ha scagliato nella polvere i suoi idoli dopo averli osannati. Chi non ricorda la sorte del potentissimo ministro della Sanità Francesco De Lorenzo passato dalle aule universitarie a quelle giudiziarie; i destini intrecciati dell’ultimo re di Napoli e governatore della Campania, Antonio Bassolino, e del suo delfino donna Rosa Russo Iervolino. Dopo le disfatte elettorali di quest’ultimi, cominciano ad emergere le loro gravissime responsabilità nella mala politica partenopea:

    epidemia colposa nell’affare rifiuti, richiesta di rinvio a giudizio di venti indagati, tra i quali l'ex sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino e l'ex governatore Antonio Bassolino. Antonio Bassolino rinviato a giudizio dal gip del Tribunale di Arezzo Piergiorgio Ponticelli per falso. Antonio Bassolino ed il suo ex braccio destro De Angelis rinviati a giudizio per peculato nell’ambito dell’inchiesta sul commissariato al dissesto idrogeologico. L’ex sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, invitata a dedurre dalla Procura regionale della Corte

    dei Conti per un danno erariale quantificato in oltre un milione e mezzo di euro. Se i feticci di Bassolino e Iervolino giacciono da tempo nella melma, quello de Magistris comincia a evidenziare preoccupanti oscillazioni. Il sindaco arancione ha ereditato consciamente un Comune allo sfascio: casse vuote, creditori in fibrillazione, una macchina comunale obsoleta ed improduttiva, debiti fuori bilancio stratosferici, società partecipate dai bilanci in profondo rosso, una “periferizzazione“ progressiva della città, traffico impazzito, strade inagibili e mobilità pubblica inesistente. Uno sfacelo senza soluzione di continuità che avrebbe dovuto essere affrontato con un piglio realmente rivoluzionario. Ma del radicale cambiamento, pur gridato ai quattro venti, non c’è traccia visibile se non la “liberazione” di via Caracciolo. Un provvedimento che sembra essere diventato la Madre di tutti i problemi della città e su cui si è sviluppato una controversia annosa e irresolubile sul corretto utilizzo del lungomare napoletano tra amministrazione comunale e cittadini della collina di Posillipo. Una contesa ideologica pari solo a quella intercorsa tra Lillipuziani e i Blefuschiani su come rompere le uova. La città, quella vera, fatta di periferie disumanizzanti ed invivibili, di servizi primari negati, di economie boccheggianti, di strutture architettoniche e trame urbanistiche obsolete e cristallizzate, di saccheggi dei beni comuni, di mancate valorizzazioni delle aree dei poli industriali dismessi, guarda muta e attonita. Per ora. De Magistris

    avverte il disagio di essere stato eletto da una percentuale minoritaria di elettori e di essere a capo di una coalizione ove molti consiglieri, per il numero delle preferenze raccolte, hanno l’autorità derivante dalla rappresentanza del proprio condominio. Difficoltà ingigantite dalla mancanza di risorse finanziarie e da un malcelato stato di pre-dissesto finanziario. E’ innegabile: la decisione di scendere in campo con una su partito per le prossime elezioni politiche nazionali e, soprattutto, il mancato patto elettorale col PD ha rimesso in cammino il popolo delle “macellerie messicane”. Si sono tenuti convegni sul malgoverno della città in cui sono intervenuti i soliti intellettuali organici al PCI-PDS-PD, lo stuolo di consulenti basso-iervoliniani disoccupati mugugna, il potere ombra consolidato in oltre 40 anni dalla sinistra grazie agli alti burocrati, ai presidenti ed ai componenti dei consigli di amministrazione delle varie municipalizzate di stretta osservanza piddina ha preso a remare contro. La reazione di de Magistris, come nel caso manifesto del sabotaggio di quel che resta dei mezzi del pubblico trasporto, si è materializzata con un duro attacco al PD: "Hanno governato 20 anni a Napoli e han lasciato un miliardo e mezzo di debiti e 850 milioni di disavanzo, una tragedia, hanno lasciato il Comune e la società trasporti in situazione fallimentare. A quel fallimento ci ha portato l'apparato del Pd napoletano. Sentire quelli là che han distrutto una città pontificare sui disservizi in città fa rabbia" .Anche i napoletani cominciano a provare una gran rabbia nel vedere le proprie classi dirigenti strumentalizzare i bisogni insoddisfatti per uno scontro politico che non ha come obiettivo il bene supremo della città. Si dà il caso però che questo popolo non possa fare a meno dei partiti politici. Non c'è democrazia realizzata senza partiti politici. Per oltre mezzo secolo essi hanno elargito consulenze auree, assunzioni in enti pubblici elefantiaci (Comune, Provincia, Municipalizzate, Regione), condizionato lo sviluppo economico di corporazioni e potentati economici. Interessi che oggi si oppongono ad un radicale e necessario cambiamento. Questo modo di governare è stato ampiamente condiviso e premiato col voto dai cittadini assistiti. Di fronte a tale disastro non è possibile distinguere e separare i politici corrotti ed inetti dal popolo casto e puro, giacchè i primi non sono altro che la proiezione miniaturizzata delle comunità che li hanno prodotti e sostenuti non una, ma cento volte. Il popolo – come ha scritto Giovanni Sartori - non ha sempre ragione nel senso che non sbaglia mai, ma nel senso che ha diritto di sbagliare, e che il diritto di sbagliare compete a chi sbaglia per sé, a danno proprio. Ma chi sbaglia dovrebbe essere giudicato. Per i politici nella peggiore delle ipotesi si ricorre all’infamia dei tribunali popolari. E per il popolo?.

  • Il CORRIERE DEL SEBETO Pagina 3

    Napoli a pezzi TRA UNA PISTA CICLABILE E LA VUITTON CUP, LA CITTA' SI INTERROGA

    DINANZI AL BARATRO CHE RISCHIA DI INGHIOTTIRLA

    E’ accaduto di nuovo. Notte tempo, per cedimenti strutturali, un altro edificio dei quartieri spagnoli è stato sgombrato. Una trentina di famiglie possono accendere ceri di ringraziamento a San Gennaro per lo scampato pericolo. Più volte, da queste colonne, ci siamo occupati dagli immanenti rischi derivanti dall’edilizia in avanzato stato di degrado, localizzata prevalentemente nel centro storico ed in quello antico di Napoli. Si tratta di manufatti plurisecolari, la cui staticità è resa precaria dalla presenza di cavità del sottosuolo, dai terreni sciolti di natura piroclastica su cui poggiano le fondamenta, dagli effetti degli oltre cento bombardamenti dei liberatori anglo-americani, dalle reti-colabrodo idriche e fognarie, dall’assoluta

    mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria. La cosa però sembra che non desti eccessivi interessi se non per gli architetti. Tra le tante prerogative, infatti, la moderna urbanistica, mediando le opposte esigenze della rendita e del pubblico interesse, ha quello di concretare piani e progetti di riqualificazione urbana, di recupero edilizio ed ambientale. Ad onor del vero, questi non sono mai mancati. Al centro storico ed al cuore antico di Napoli, vuoi per la storia che vi è racchiusa, vuoi perché nonostante tutto, ancora pulsano d’umanità, vuoi, infine, per le particolarità strutturali della trama urbanistica, è stata dedicata un’enorme mole di studi e dibattiti. Idee che però non hanno prodotto apprezzabili risultati. Ritualmente, ad ogni analisi si rinnova l’antica e immobilizzante disputa tra innovatori e conservatori dell’identità territoriale. La contesa, a Napoli può interrompersi solo per effetto della solita, “imprevedibile” tragedia. La memoria va immediatamente al colera del 1884 e alla madre di tutti i risanamenti urbani: il Risanamento per antonomasia, quello dei quartieri bassi del retro porto.Lo sventramento decretato da Depretis lungi dal risolvere gli atavici problemi del sovraffollamento, non solo ricreò in zone morfologicamente residuali, o in zone periferiche,

    condizioni abitative simili se non peggiori, di quelle che rappresentavano il malessere da risanare. Ma diede il via ad una singolare mitosi. In quegli stessi anni, mentre si realizzavano le quinte sceniche del “Rettifilo” dietro le quali vennero celate indicibili miserie, la borghesia mercantile ed industriale dava, infatti, inizio all’espansione della città verso occidente, secondo i piani di “ampliamento”. Costruisce nuovi quartieri, privatizza le aree litorali della collina di Posillipo ove saranno costruite le residenze per i ceti più abbienti. In definitiva, la città viene spaccata in due: la parte ereditata è destinata alle residenze popolari, alle case operaie e agli insediamenti produttivi, mentre l’Occidente è occupato dalle ville delle ricche elites e degli imprenditori di origine europea (inglesi, francesi, svizzeri, tedeschi). Il disegno si completò tra gli anni 50/60 del ‘900 con la totale cementificazione dell’intero versante orientale della collina di Posillipo. L’esistenza delle due città è ancora percettibile. E come per l’epidemia del 1884 a pagare un alto tributo in termini di vite umane furono i miserabili, lo stesso potrebbe accadere ancora oggi se la Natura decidesse di dare una scrollatina al suolo fissando l’epicentro non nell’Appennino Lucano come nel 1980, ma sul versante campano di quello Irpino. «Aspettiamo la conclusione dei rilievi tecnici sullo stabile per decidere sulla sistemazione delle famiglie», Tommaso Sodano, vicesindaco ed assessore alle Politiche sociali, con piglio austero ed autorevole dixit. Come se tutto il problema fosse riconducibile alla sola sistemazione alberghiera delle trenta famiglie

    sfollate e respinte dagli albergatori per la cattiva fama di pagatore che il Comune si è conquistata meritatamente. Ma come si può continuare ad ignorare lo stillicidio di crolli e dissesti che la città continua a registrare nelle sue cronache.A Napoli si tengono ripetutamente convegni sui fattori di rischio derivanti dalla presenza di tre caldere magmatiche che cingono d’assedio il capoluogo campano. Ma nessuno si preoccupa di mobilitare la città per imporre all’attenzione del governo nazionale e di quello sovranazionale dell’UE quella che è una vera e propria emergenza dagli impensabili e drammatici risvolti. In verità non tutti tacciono. Bisogna dare atto alla prestigiosa categoria degli architetti di aver sollevato più volte il problema. Uno per tutti, il professore Aldo Loris Rossi. Da tempo, da troppo tempo, il geniale urbanista va predicando, come colui che grida nel deserto, la necessità di avviare un urgente piano di “rottamazione” degli edifici “decomposti e male odoranti”. Eppure nei vari governi della città, con responsabilità di alto livello, si sono avvicendati tanti docenti della Facoltà di Architettura. Anche nell’attuale figurano due architetti di spicco che ricoprono rispettivamente gli autorevoli ruoli di assessore all’Urbanistica e alle Politiche Urbane. E’ mai possibile che neanche loro sentano l’urgenza di orientare impegno e risorse dell’amministrazione comunale verso un radicale recupero strutturale dell’edilizia napoletana? Possibile che non riescano a motivarla per ritrovare quell’unità d’intenti inter-istituzionale che ha consentito di portare a Napoli la Vuitton Cup, il World Urban Forum, il Forum delle Culture… Sembra quasi che il varcare la soglia di Palazzo San Giacomo comporti, anche per i soggetti politici ben attrezzati culturalmente, la perdita della memoria. Come è mai possibile che autorevoli espressioni del mondo accademico, quali sonoLuigi De Falco e Carmine Piscopo possano obliare criticità fondamentali dell’urbanistica napoletana dal momento che esse sono tra gli argomenti dei loro pregevoli corsi di studio universitari. Non è possibile credere che tali eccellenze non riescano ad influire su una classe politica mediocre, impegnata

    essenzialmente dal regno dell’effimero. Si fa un gran parlare del Grande progetto per il centro antico. Gli interventi che dovevano iniziare a febbraio ancora non si vedono e, comunque, riguarderanno solo pochissimi palazzi nobiliari e chiese. Occorre subito un grande progetto che sia veramente tale. Un disegno che affronti nella sua complessa globalità la riqualificazione dell’edilizia fatiscente. Uno sforzo enorme in termini progettuali, giuridici e finanziari che in tutta evidenza non può essere prodotto dal solo ente locale. Tuttavia l’amministrazione comunale ha il dovere di farsi promotrice di una vasta e santa alleanza tra imprenditori, politici, uomini di cultura, facoltà universitarie (Architettura, Ingegneria, Sociologia…) e cittadinanza affinché il Governo e la Comunità Europea prendano atto degli enormi rischi a cui sono potenzialmente esposti i napoletani. E che, soprattutto, rendano disponibili i fondi indispensabili a ridisegnare e riqualificare ampie porzioni del tessuto urbanistico in funzione di un inderogabile adeguamento dell’edificato alle rinnovate funzioni del territorio, ai canoni di una città umanizzata, ai moderni standard di sicurezza, ai dettami della prevenzione del rischio sismico/vulcanico. Al momento, la rabbia degli sfollati di via Speranzella si limita alle proteste per la mancata assistenza e alle invettive per i fondi spesi invece per l’America’s cup, le Ztl, il restyling di Mergellina, la pista ciclabile. Dio non voglia che si verifichi una nuova ed immane tragedia, nessuno potrebbe evitare al signor sindaco di ottenere, per intercessione della giustizia popolare, un posto da protagonista in una delle piazzedi Napoli. Magari in Piazza Mercato… Lidio Aramu

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    Laura Boldrini: "Subito una legge organica sul diritto d'asilo"

    Il portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati nel corso del convegno "Il diritto d'asilo in Italia e in Europa, effettività e garanzie della protezione internazionale", organizzato ieri presso la Scuola Sant'Anna ha invocato un intervento immediato del Governo sulle politiche di accoglienza. E la riapertura, con l'avvicinarsi dell'estate, del centro di Lampedusa. Diritto d'asilo, respingimenti, rifugiati, protezione sussidiaria e umanitaria. Questi i temi che hanno dominato il convegno "Il diritto d'asilo in Italia e in Europa,

    effettività e garanzie della protezione internazionale" promosso dall'Associazione allievi della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa appello, accorato, che arriva da Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), affinché il governo revochi l'ordinanza di porto non sicuro per Lampedusa. "Non sicuro per chi? - si chiede la Portavoce - visto che, se una barca a vela, ad esempio, ha difficoltà in mare può approdare o essere rimorchiata in quel porto. Un'opportunità che però viene negata alle barche di migranti". Migranti che in caso di recupero in mare devono essere accompagnati a Porto Empedocle, che dista dalle coste dell'isola 7 ore di navigazione. Col risultato che in caso di eventuali operazioni di soccorso le motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza, impegnate nei pattugliamenti, sono costrette a lasciare sguarnite quel tratto di mare. Mentre per le navi commerciali tutto questo implica invece una perdita economica che rischia di scoraggiare gli stessi soccorsi. Ma i provvedimenti necessari che riguardano Lampedusa non finiscono qui. Urgente infatti, prosegue la Boldrini, è ripristinare la struttura di accoglienza "rendendola funzionale come centro di accoglienza e transito dei migranti e non come centro di trattenimento, perché è proprio questo che rompe l'equilibrio dell'isola e rende difficile la sua gestione".Scatole chiuse dicevamo. A spiegare perché spesso le protezioni accordate finiscono per diventare "contenitori vuoti" è sempre la Portavoce dell'Unhcr, sottolineando che, se passi avanti sono stati compiuti sulla qualità della procedura d'asilo, "l'Italia per quanto riguarda l'integrazione è ancora all'anno zero". Per quanto fondamentale sia l'ottenimento di un foglio, che testimoni il regolare soggiorno, questo da solo ben poco può fare in assenza di politiche serie per favorire l'integrazione all'interno del nostro paese. "A Roma esistono

    moltissimi edifici occupati da rifugiati somali ed eritrei spiega la Boldrini - che vivono in condizione di marginalità in una terra di nessuno. Ciò che manca è una legge organica in materia di diritto d'asilo, che parta dall'accesso e arrivi all'integrazione, su cui non esiste una disposizione chiara". Una necessità, quella di individuare canali regolari di accesso, che anche per Christopher Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), è indispensabile affinché si concretizzi una protezione effettiva. Una protezione che, spiega Hein, si realizza a pieno attraverso la messa a disposizione di un'opportunità concreta di riprendere una vita dignitosa, ben diversa da un'esistenza relegata nei centri di accoglienza o alle dipendenze di sussidi. "Negli ultimi 20 anni - ha spiegato il Direttore del CIR - la situazione è molto peggiorata. Negli anni '80 il 90% dei richiedenti asilo arrivavano in Italia in modo regolare. Oggi questa percentuale si è invertita". Ma per una protezione che sia veramente tale 2 sono le lacune che l'Italia deve colmare. Da un lato è necessario rendere le strutture di accoglienza veramente tali "dove i migranti siano al riparo da abusi". Dall'altro "la mancanza di un vero obbligo di favorire l'integrazione lavorativa, sociale e culturale". Oggi in Toscana sono 1380 i richiedenti asilo. Persone destinate a confrontarsi con il rifiuto sistematico delle richieste da parte delle Commissioni Territoriali che, nel loro pronunciamento, non possono che attenersi alla normativa vigente. Una norma che prevede a far testo sia il paese di origine, quello di cui si possiede la cittadinanza, e non quello di provenienza. Riconoscere il diritto di asilo a queste persone, giunte nella nostra regione all'indomani della guerra in Libia, rappresenterebbe per Massimo Toschi della Regione Toscana "un grande investimento di civiltà. Oggi il Mediterraneo è un cimitero, ma sui cimiteri non si può costruire il futuro. Se perdiamo sul diritto d'asilo, perdiamo sulla nostra Costituzione. Ma perdiamo anche la capacità di dialogare con il sud del Mediterraneo, perché per costruire qualsiasi dialogo è necessario posare la pietra fondamentale dei diritti".Si impone dunque per Toschi la necessità di una riflessione seria sul futuro di queste persone, e di quante ancora giungeranno sulla costa del nostro paese, e una risposta politica per individuare soluzioni. Una risposta politica è anche ciò che auspica anche Laura Boldrini: "Occorrono soluzioni di fronte ai dinieghi delle commissioni territoriali. Circa il 60% dei 28 mila arrivati dalla Libia non sta ottenendo alcuna forma di protezione e non possiamo permettere che diventino tutti irregolari. Noi abbiamo suggerito al governo alcune soluzioni: un permesso di soggiorno temporaneo che consenta di mettere in atto alternative, come il rimpatrio volontario attraverso incentivi economici, o il permesso di soggiorno per motivi di lavoro per coloro che hanno già un impiego".Ciò che occorre è anche un'inversione di rotta rispetto all'approccio al tema dell'immigrazione. ""Il governo italiano - ha dichiarato la Portavoce del Unhcr - si è impegnato molto per cambiare l'approccio culturale al tema dell'immigrazione. Oggi l'Italia ascolta gli organismi internazionali e non li delegittima e il ministro Andrea Riccardi ha cambiato radicalmente il linguaggio del governo sull'immigrazione". Un linguaggio che fino a poco tempo fa proponeva l'equazione fra immigrazione e pericolo della sicurezza. Un'equazione che è necessario cancellare, eliminando i toni da sciagura imminente associati all'arrivo di migranti sulle nostre coste. Anche perché, ricorda Laura Boldrini, "se l'ex Ministro dell'Interno Maroni parlava di 'esodo biblico' in relazione agli arrivi dalla Libia, è bene ricordare che i profughi giunti sulle nostre coste rappresentano il meno del 2% del 1 milione e 300 mila persone in fuga. E che Tunisia ed Egitto, nonostante il delicato momento che stavano attraversando, non hanno chiuso le frontiere"."Adesso però - ha concluso Laura Boldrini - servono atti concreti che diano seguito a questa azione culturale". Atti concreti che potrebbero ricevere uno stimolo dalla sentenza del 23 febbraio 2012, quando la Corte Europea di Strasburgo ha condannato l'Italia nel caso Hirsi per i respingimenti in mare del 6 maggio 2009. La Corte, ha spiegato Andrea Saccucci, Professore di Diritto Internazionale alla Seconda Università degli Studi di Napoli e, insieme a Anton Giulio Lana, avvocato incaricato del ricorso del caso Hirsi "ha riconosciuto all'Italia una responsabilità gravissima dei principi di protezione dei richiedenti asilo". Stabilendo tra l'altro un risarcimento monetario per i ricorrenti, affermando che lo Stato dovrà adottare misure affinché i ricorrenti ancora in Libia non siano sottoposti a torture o siano rimpatriati nei paesi di origine. Ma anche indicando la necessità di misure a carattere generale che precludano il ripetersi di respingimenti che contraddicano il principio di non-refoulement, che escludano un rimpatrio forzato collettivo senza identificazione e valutazione delle singole circostanze. Una sentenza che se politicamente potrebbe essere letta come la fine della politica dei respingimenti, giuridicamente potrebbe aprire spiragli tutt'altro che rassicuranti, dato che la Corte di Strasburgo può pronunciarsi su singoli casi e non su questioni generali. "La mia paura - ha commentato Saccucci - è che gli Stati si diano da fare non per abolire la pratica dei respingimenti ma, paradossalmente, per adeguarla agli standar richiamati dalla sentenza".Anche il Rettore della Scuola è intervenuta nel merito della questione: "L'Italia e l'Europa possono e devono fare molto di più nel campo dell'accoglienza, perché il Mediterraneo è un cimitero e noi, come cittadini, siamo indignati. Per questo i nostri allievi hanno voluto promuovere un convegno sul tema del diritto d'asilo". "I numeri illustrati durante il convegno - ha spiegato Maria Chiara Carrozza - devono impegnare il Governo a fare uno scatto in avanti nelle politiche di integrazione, ma quella vera e non quella che tollera gli immigrati che fanno i parcheggiatori abusivi nei pressi di ospedali e altri edifici pubblici. Servono atti concreti per favorire la loro integrazione e anche la sinistra deve fare fino in fondo la sua parte senza avere paura di scontentare questa o quella categoria di elettori. L'immigrazione è un fenomeno del nostro tempo che deve essere governato e non subito. Per farlo servono politiche serie e urgenti, magari confrontandosi anche con le istituzioni accademiche che possono mettere a disposizione il loro bagaglio di esperienze e alta formazione".

    Difesa: Binelli Mantelli nuovo capo di Stato maggiore. Di Paola: riforma senza tentennamenti

    GIOVEDÌ 31 GENNAIO 2013 15:41

    L'ammiraglioLuigi Binelli Mantelli dal 31 gennaio è il nuovo capo di Stato maggiore della Difesa. La cerimonia di avvicendamento con l'uscente generale Biagio Abrate si è tenuta questa mattina a Roma, presso la caserma "Gandin", sede del Comando della Brigata e del 1° Reggimento "Granatieri di Sardegna". Alla cerimonia, ha partecipato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, le massime autorità civili e militari. ''Dobbiamo saper cogliere le opportunità che ci offre la legge per la revisione dello strumento militare recentemente approvata dal parlamento - ha sottolineato Binelli Mantelli - e ci aspettiamo un sostegno politico per mantenere le forze armate efficienti, altrimenti l'Italia perde il suo ruolo fondamentale''. Il percorso di riforma dello strumento militare è indifferibile Il cammino che porterà ad attuare la riforma dello

    strumento militare, ha aggiunto il nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa, ''è impervio e non sempre gradevole'', per ''rendere sostenibile il sistema di sicurezza edifesa, assicurandone capacità coerenti con gli interessi e il ruolo della nazione, anche nel contesto delle Alleanze e delle organizzazioni internazionali cui aderisce''. ''Ma è un percorso oggi indifferibile - ha rimarcato Binelli Mantelli - se davvero vogliamo il bene delle nostre istituzioni, che deve tuttavia tutelare le giuste aspirazioni del personale: guardare con attenzione alla sua coesione, alla sua tenuta morale, etica e professionale, su cui poggia ogni nostra capacità e possibilità di rinnovamento e di crescita''. Il nuovo capo di Stato Maggiore ha poi parlato di un futuro di ''grande incertezza e imprevedibilità, in un contesto di estrema e crescente complessità'', cui si deve rispondere ''con la formazione culturale, prima ancora che professionale dei quadri, con la tempestività e la flessibilità degli strumenti operativi, con una forte interdisciplinarità del sistema di sicurezza''.Operatività, interdisciplinarità e identità: tre in dirizzi per realizzare gli obiettivi In questo quadro, ha rimarcato, ''tre sono gli indirizzi che ritengo irrinunciabili per realizzare gli obiettivi''. Anzitutto ''l'operatività, provata in tutte le missioni assegnate alle nostre Forze Armate, un capitale che si alimenta con l'addestramento e con il mantenimento in efficienza dei mezzi e che richiede un costante e corente flusso di risorse, non soltanto e non esclusivamente correlato alla preparazione per le missioni fuori area, approvate dal Parlamento''. Un secondo

    indirizzo, ha aggiunto, ''è la ricerca della massima integrazione interdisciplinare con tutte le realtà e i dicasteri che concorrono al sistema di sicurezza e difesa nazionale e non solo''. ''Le Forze Armate - ha scandito Binelli Mantelli - sono pronte ad operare come sistema aperto e inclusivo, disponibili a fornire il loro contributo al Paese, senza incertezze, gelosie o sterili difese corporative, con mente aperta e proiettata al futuro''. Terzo indirizzo, ha concluso il nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa, ''è l'attenzione all'identità e ai ruoli di ogni singola Forza Armata: capacità e professionalità, motivazioni e coesione, che devono essere mantenute nella loro peculiarità. Dobbiamo saper cogliere il nuovo senza timori''.

  • Il CORRIERE DEL SEBETO Pagina 5

    Lettera all’opinione pubblica mondiale di Mikis Theodorakis

    Esiste un complotto internazionale che ha l’obiettivo di cancellare il mio paese. E’ iniziato nel 1975 opponendosi alla civiltà neo-greca, è continuato con la distorsione sistematica della nostra storia contemporanea e della nostra identità culturale e adesso sta cercando di cancellarci anche materialmente con la mancanza di lavoro, la fame e la miseria. Se il

    popolo greco non prende la situazione in mano per ostacolarlo, il pericolo della sparizione della Grecia è reale. Io lo colloco entro i prossimi 10 anni. Di noi, resterà solo la memoria della nostra civiltà e delle nostre battaglie per la libertà. Fino al 2009 il problema economico non era grave. Le grandi ferite della nostra economia erano la spesa esagerata per la difesa del paese e la corruzione di una parte dei politici e dei giornalisti. Per queste due ferite, però, erano corresponsabili anche dei paesi stranieri. Come la Germania, la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti che guadagnavano miliardi di euro da noi con la vendita annuale di materiale bellico. Questa emorragia continua ci metteva in ginocchio e non ci permetteva di crescere mentre offriva grandi ricchezze ai paesi stranieri. Lo stesso succedeva con il problema della corruzione. La società tedesca Siemens manteneva un dipartimento che si occupava della corruzione dei nostri politici, per poter piazzare meglio i suoi prodotti nel mercato greco. Di conseguenza, il greco è stato vittima di questo duetto di ladri, Greci e Tedeschi, che si arricchivano sulle sue spalle. È evidente che queste due ferite potevano essere evitate se i due partiti al potere (filo americani) non avessero raccolto tra le loro fila elementi corrotti, i quali, per coprire l’emorragia di ricchezze (prodotte dal lavoro del popolo greco) verso le casse di paesi stranieri, hanno sottoscritto prestiti esagerati, con il risultato che il debito pubblico è aumentato fino a 300 miliardi di euro, cioè il 130% del Pil. Con questo sistema, le forze straniere di cui ho detto sopra, guadagnavano il doppio. Dalla vendita di armi e dei loro prodotti, prima; dai tassi d’interesse dei capitali prestati ai vari governi (e non al popolo), dopo. Perché come abbiamo visto, il popolo è la vittima

    principale in ambedue i casi. Un esempio solo vi convincerà. I tassi d’interesse di un prestito di 1 miliardo di dollari che contrasse Andreas Papandreou nel 1986 dalla Francia, sono diventati 54 miliardi di euro e sono stati finalmente saldati nel…2010! Il Sig. Juncker ha dichiarato un anno fa, che aveva notato questa grande emorragia di denaro dalla Grecia a causa di spese enormi (ed obbligatorie) per l’acquisto di vari armamenti dalla Germania e dalla Francia. Aveva capito che i nostri venditori ci portavano direttamente ad una catastrofe sicura ma ha confessato pubblicamente che non ha reagito minimamente, per non colpire gli interessi dei suoi paesi amici! Nel 2008 c’è stata la grande crisi economica in Europa. Era normale che ne risentisse anche l’economia greca. Il livello di vita, abbastanza alto (eravamo tra i 30 paesi più ricchi del mondo), rimase invariato. C’è stata, però, la crescita del debito pubblico. Ma il debito pubblico non porta obbligatoriamente alla crisi economica. I debiti dei grandi paesi come gli USA e la Germania, si contano in tris miliardi di euro. Il problema era la crescita economica e la produzione. Per questo motivo furono contratti prestiti dalle grandi banche con tasso fino al 5%. In questa esatta posizione ci trovavamo nel 2009, fino a quando in novembre è diventato primo ministro Georges Papandreou. Per farvi capire cosa ne pensa oggi il popolo greco della sua politica catastrofica, bastano questi due numeri: alle elezioni del 2009 il partito socialista ha preso il 44% dei voti. Oggi le proiezioni lo portano al 6%. Papandreou avrebbe potuto affrontare la crisi economica (che rispecchiava quella europea) con prestiti dalle banche straniere con il tasso abituale, cioè sotto il 5%. Se avesse fatto questo, non ci sarebbe stato alcun problema per il nostro paese. Anzi, sarebbe successo l’incontrario perché eravamo in una fase di crescita economica. Papandreou, però, aveva iniziato il suo complotto contro il proprio popolo dall’estate del 2009, quando si è incontrato segretamente con il Sig. Strauss Kahn per portare la Grecia sotto l’ombrello del FMI (Fondo Monetario Internazionale). La notizia di questo incontro è stata resa pubblica direttamente dal Presidente del FMI. Per passare sotto il controllo del FMI, bisognava stravolgere la situazione economica reale del nostro paese e permettere l’innalzamento dei tassi d’interesse sui prestiti. Questa operazione meschina è iniziata con l’aumento “falso” del debito interno, dal 9,2% al 15%. Per questa operazione criminale, il Pm Peponis, ha chiesto 20 giorni fa, il rinvio a giudizio per Papandreou e Papakostantinou (Ministro dell’economia). Ha seguito la campagna sistematica in Europa di Papandreou e del Ministro dell’economia che è durata 5 mesi, per convincere gli europei che la Grecia è un Titanic pronto per andare a fondo, che i greci sono corrotti, pigri e di conseguenza incapaci di affrontare i problemi del paese. Dopo ogni loro dichiarazione, i tassi d’interesse salivano, al punto di non poter ottenere alcun prestito e di conseguenza il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea hanno preso la forma dei nostri salvatori, mentre nella realtà era l’inizio della nostra morte. Nel Maggio del 2010 è stato firmato da un solo Ministro il famoso primo accordo di salvataggio. Il diritto greco, in questi casi, esige, per un accordo così importante, il voto favorevole di almeno tre quinti del parlamento. Quel primo accordo è dunque illegale. La troika che oggi governa in Grecia, agisce in modo completamente illegale. Non solo per il diritto greco ma anche per quello europeo. Dal quel momento fino ad oggi, se i gradini che portano alla nostra morte sono venti, siamo già scesi più della metà. Immaginate che con questo secondo accordo, per la nostra “salvezza”, offriamo a questi signori la nostra integrità nazionale e i nostri beni pubblici. Cioè Porti, Aeroporti, Autostrade, Elettricità, Acqua, ricchezze minerali ecc. ecc. ecc. i nostri, inoltre, monumenti nazionali come l’Acropolis, Delfi, Olympia, Epidauro ecc. ecc. ecc.; perché con questi accordi abbiamo rinunciato ad eventuali ricorsi. La produzione si è fermata, la disoccupazione è salita al 20%, hanno chiuso 80.000 negozi, migliaia di piccole fabbriche e centinaia di industrie. In totale hanno chiuso 432.000 imprese. Decine di migliaia di giovani laureati lasciano il paese che ogni giorno si immerge in un buio medioevale. Migliaia di cittadini ex benestanti, cercano nei cassonetti della spazzatura e dormono per strada. Intanto si dice che siamo vivi grazie alla generosità dei nostri “salvatori”, dell’Europa, delle banche e del Fondo Monetario Internazionale. In realtà, ogni pacchetto di decine di miliardi di aiuti destinato alla Grecia torna per intero indietro sotto forma di nuovi incredibili tassi d’interesse. E siccome c’è bisogno di continuare a far funzionale lo stato, gli ospedali, le scuole ecc., la troika carica di extra tasse (assolutamente nuove) gli strati più deboli della società e li porta direttamente alla fame. Un’analoga situazione di fame generalizzata l’avemmo all’inizio dell’occupazione nazista nel 1941, con 300.000 morti in 6 mesi. Adesso rivediamo la stessa situazione. Se si pensa che l’occupazione nazista ci è costata 1 milione di morti e la distruzione totale del nostro paese, com’è possibile per noi greci accettare le minacce della sig.ra Merkel e l’intenzione dei tedeschi di installare un

    nuovo Gauleiter… e questa volta con la cravatta… E per dimostrare quant’è ricca la Grecia e quanto lavoratori sono i greci, che sono coscienti dell’ Obbligo di Libertà e dell’amore verso la propria patria, c’è l’esempio di come si reagì all’occupazione nazista dal 1941 all’Ottobre del 1944. Quando le SS e la fame uccidevano 1 milione di persone e la Vermacht distruggeva sistematicamente il paese, derubando la produzione agricola e l’oro dalle banche greche, i greci hanno fondato il movimento di solidarietà nazionale che ha sfamato la popolazione ed hanno creato un esercito di 100.000 partigiani che ha costretto i tedeschi ad essere presenti in modo continuo con 200.000 soldati. Contemporaneamente, i greci, grazie al proprio lavoro, sono riusciti non solo a sopravvivere ma a sviluppare, sotto condizioni di occupazione, l’arte neo greca, soprattutto la letteratura e la musica. La Grecia scelse la via del sacrificio per la libertà e la sopravvivenza. Anche allora ci colpirono senza ragione e noi rispondemmo con la Solidarietà e la Resistenza, e siamo riusciti a vincere. La stessa cosa che dobbiamo fare anche adesso con la certezza che il vincitore finale sarà il popolo greco. Questo messaggio mando alla Sig.ra Merkel ed al Sig. Schäuble, dichiarando che rimango sempre amico del Popolo Tedesco ed ammiratore del suo grande contributo alla Scienza, la Filosofia, l’Arte e soprattutto alla Musica! E forse, la miglior dimostrazione di questo è che tutto il mio lavoro musicale a livello mondiale, l’ho affidato a 2 grandi editori tedeschi “Schott” e “Breitkopf” con cui ho un’ottima collaborazione. Minacciano di mandarci via dall’Europa. Ma se l’Europa non ci vuole 1 volta, noi, questa Europa di Merkel e Sarkozy, non la vogliamo 10 volte. Oggi è domenica 12 Febbraio. Mi sto preparando per prendere parte con Manolis Glezos, l’eroe che ha

    tirato giù la svastica dall’Acropolis, dando così il segnale per l’inizio non solo della resistenza greca ma di quella europea contro Hitler. Le strade e le nostre piazze si riempiranno di centinaia di migliaia di cittadini che esprimeranno la propria rabbia contro il governo e la troika. Ho sentito ieri il nostro Primo ministro – banchiere, rivolgendosi al popolo greco, dire che “siamo arrivati all’ora zero”. Chi, però, ci ha portati all’ora ZERO in due anni? Le stesse persone che invece di trovarsi in prigione, ricattano i parlamentari per firmare il nuovo accordo, peggio del primo, che sarà applicato dalle stesse persone con gli stessi metodi che ci hanno portato all’ora ZERO! Perché? Perché questo ordina l’FMI e l’Eurogroup, ricattandoci che se non obbediremo ci sarà il fallimento…Stiamo assistendo al teatro della paranoia. Tutti questi signori, che in sostanza ci odiano (greci e stranieri) e che sono gli unici responsabili della situazione drammatica alla quale hanno portato il paese, minacciano, ricattano, ordinano con l’unico scopo di continuare la loro opera distruttiva, cioè di portarci sotto l’ora ZERO, fino alla nostra sparizione definitiva. Siamo sopravvissuti nei secoli, in condizioni molto difficili ed è certo che se ci porteranno con la forza, con la violenza, al penultimo gradino prima della nostra morte, i Greci, non solo sopravvivranno ma rinasceranno. In questo momento presto tutte le mie forze all’unione dinamica del popolo greco. Sto cercando di convincerlo che la Troika e l’FMI non sono una strada senso unico. Che esistono anche altre soluzioni. Guardare anche verso la Russia per una collaborazione economica, per lo sfruttamento delle nostre ricchezze minerarie, con condizioni diverse, a favore dei nostri interessi. Per quanto riguarda l’Europa, propongo di interrompere l’acquisto di armamenti dalla Germania e dalla Francia. E dobbiamo fare tutto il possibile per prendere i nostri soldi, che la Germania ancora non ha saldato dal periodo della guerra. Tale somma ad oggi è quasi 500 miliardi di euro!!! L’unica forza che può realizzare questi cambiamenti rivoluzionari è il popolo greco, unito in un enorme Fronte di Resistenza e Solidarietà, per mandare via la troika (FMI e Banche) dal paese. Nel frattempo devono essere considerati nulli tutti gli accordi illegali (prestiti, tassi d’interesse, tasse, svendita del paese ecc.). naturalmente, i loro collaboratori greci, che sono già condannati nella coscienza popolare come traditori, devono essere puniti. Per l’Unione di tutto il Popolo stò dedicando tutte le mie energie e credo che alla fine ce la faremo. Ho fatto la guerra con le armi in mano contro l’occupazione nazista. Ho conosciuto i sotterranei della Gestapo. Sono stato condannato a morte dai Tedeschi e sono vivo per miracolo. Nel 1967 ho fondato il PAM, la prima organizzazione di resistenza contro i colonnelli. Ho agito nell’illegalità contro la dittatura. Sono stato arrestato ed imprigionato nel “mattatoio” della dittatura. Alla fine sono sopravvissuto e sono ancora qui. Oggi ho 87 anni ed è molto probabile che non riuscirò a vedere la salvezza della mia amata patria. Ma morirò con la mia coscienza tranquilla, perché continuo a fare le mie battaglie per gli ideali della Libertà e del Diritto fino alla fine. Mikis Theodorakis

  • IL CORRIERE DEL SEBETO Pagina 6

    Dimissioni del Papa: «Scelta drammatica ma carica di pace» Benedetto XVI: "Mi dimetto, non ho più la forza" Su lla decisione l'ombra di scandali e malattia

    Il pontificato di Papa Benedetto XVI si è svolto negli anni più turbolenti per la Chiesa cattolica di Roma. La “discesa dalla croce”, come polemicamente la ha definita il Cardinal Dziwisz, è stata motivata dall’avanzare dell’età e dal peggioramento delle condizioni fisiche di un uomo natonel lontano 1927. “Non sono più sicuro delle mie forze nell’esercizio del ministero petrino” ha detto il Papa uscente, ma è possibile che, unitamente alla perdita delle forze derivanti della vecchiaia, ci siano altre più serie motivazioni che, giustifichino come le ha definite il Decano della Curia decisione “fulmine a ciel sereno”? Vaticano nel precedente anno è stato investito dallo scandalo Vatileaks. Dai Palazzi del Vaticono parte una fuga di notizie impressionanti in cui vengono a galla i segreti dell’amministrazione corrente del Palazzo pontificio. Il cosiddetto "Corvo" , il responsabile di questa fuga di notizie degli affari della Santa Sede éPaolo Gabriele, il maggiordomo del Pontefice, che viene processato e condannato nel settembre 2012 e perdonato dal Papa in persona dopo pochi mesi. Lo scandalo ha sconvolto Benedetto XVI, al punto che, il Pontefice avrebbe cominciato a maturare la decisione di dimettersi proprio in concomitanza con l'esplosione del caso. Il Corriere della Sera dice qualcosa in più. Parla di un presunto rapporto che circolava in Vaticano e che tre anziani cardinali hanno consegnato personalmente al Pontefice alcuni mesi fa che, rimanendo sconvolto da quanto scritto in quelle pagine. Misteriosa malattia alle ossa –Immediatamente dopo l’annuncio, delle dimissioni del Pontefice tra le redazioni, dei giornali italiani ed esteri si diffondeva la voce che le dimissioni erano state motivate da una non individuata malattia alle ossa. La diceria si fa più specifica, parlando apertamente di una forma particolarmente grave di artrite deformante e

    paralizzante. Padre Lombardi, in conferenza stampa, ha smentito fermamente questa ipotesi, ribadendo quanto aveva detto il Pontefice nel discorso di chiusura del Concistoro sulla canonizzazione dei Martiri di Otranto. Il pacemaker sostituito in gran segreto? - Dalle pagine del Sole 24 Ore si parla di un intervento chirurgico che il Papa si è sottoposto in gran segreto alcuni mesi fa alla clinica Pio XI per poche ore tant'è vero che il Pontefice non ha mai saltato un Angelus domenicale in quel periodo. Scandalo pedofilia Già prima di

    "Vatileaks", le energie di Benedetto XVI sono state compromesse da diversi scandali che hanno compromesso l’immagine della Chiesa di Roma presso l'opinione pubblica mondiale. In particolare , quello sulla pedofilia uno scandalo che perseguita la Chiesa nel mondo anglosassone da tempo. Già da cardinale Ratzinger se ne era occupato, ma è quanto successo in Irlanda durante il suo pontificato ha influito notevolmente sul morale del Papa Alcune vittime di abusi si erano addirittura appellate alla Corte penale internazionale. La tensione tra Dublino e il Vaticano arrivò al punto che l’Irlanda, paese di antica tradizione cattolica, chiuse, nel 2011, la propria ambasciata presso la Santa Sede. Finanza vaticana - Anche dalla finanza sono venute ombre sul governo pontificio. E’ il 2010. La Procura di Roma, su indicazione della Banca d’Italia, mette sotto sequestro 23 milioni di euro depositati presso un conto del Credito Artigiano. Il sequestro porta un profondo rinnovamento presso l’Istituto delle opere religiose che culmina con la nomina di Ettore Gotti Tedeschi, personalità di spicco della finanza di stampo cattolico. L’avventura del banchiere si chiude nel 2012, quando viene rimosso dal Vaticano per “scarsa trasparenza nella gestione dell’Istituto”. La rivolta dei cardinali - Inizia a Los Angeles, la "città degli angeli" guarda la coincidenza. Lo scorso primo febbraio il nuovo arcivescovo Josè Gomez solleva da tutti gli incarichi il suo predecessore Roger Mahony per l'atteggiamento da lui tenuto (giudicato perlomeno morbido) nei confronti di 122 sacerdoti accusati di pedofilia e smascherati dalla

    pubblicazione di documenti che li incastrano. L'esautorazione, riporta Libero, avrebbe comportato la rivolta dei cardinali con tanto di confronto tra il cardinale Sodano e il pontefice nello studio di quest'ultimo. Il quotidiano si chiede se non sia questa dopo tutte le altre amarezze di cui sopra, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e fatto propendere il Papa per la drammatica decisione di ieri.

    Bioetica del nuovo millennio in prospettiva multiculturale di Pasquale Giustiniani

    Una sorta di traiettoria di fuoco, quello della razionalità umana nei territori della medicina e della salute, che soltanto agli inizi degli Anni Settanta del secolo XX trovò la sua etichetta di nuovo conio, bioethics. I mondi delle scienze hard e delle scienze soft erano chiamati finalmente a un raccordo, ad un'interazione, per lanciare un “ponte” sul futuro, già allora descritto come in grande accelerazione verso il “nuovo”. Il senso del “nuovo” è riemerso in

    più ambiti tra la fine del secolo XX e l'inizio del nostro, addirittura nel gergo ecclesiastico, dove, almeno partire da papa Giovanni Paolo, è stata bandita addirittura una stagione di “nuova” evangelizzazione. Ma cosa di prospetta di “nuovo”, nella prospettiva multiculturale, la bioetica del terzo millennio? Una frattura epistemologica rispetto alla modernità? La situazione contemporanea è spesso definita alla luce delle categorie di globalizzazione e di complessificazione. Il primo termine evoca il fenomeno di una generale integrazione ed interazione dei circuiti culturali e socio-economici, che comporta l’incontro-confronto tra culture di per sé plurali, non sempre educate alla luce del principio di alterità e differenza, ma ancora all’antica logica dell’identità: in tale contesto, valori diversi e differenziati entrano inevitabilmente in concorrenza e collisione e rischiano di rendere difficile un processo di avvicinamento. Di qui il secondo termine, la complessificazione, il quale intende segnalare come, alla tendenziale unificazione delle economie, corrisponda un movimento inverso di complessificazione dei particolarismi, sia etico-politici che religiosi. Tutto ciò spinge i bioeticisti ad interrogarsi circa i «diversi

    modi in cui differenze culturali incidono sulle concezioni di medicina»1, sulle scelte sanitarie, sulla produzione di norme statali o regionali, nella convinzione che «diversi scopi, che si attribuiscono alla medicina, incidano con forza sulle politiche sanitarie e quindi sulla disponibilità pubblica del bene salute»2. Un approccio, questo descritto, che si può ben definire dopopositivistico, nel senso che ormai - come già è avvenuto per la decostruzione dei miti dello scientismo e di non poche prospettive scientifiche del secolo XX - anche ai fondamenti della medicina si comincia ad applicare una “salutare” critica filosofica. Continua a pag.11

    IL CORRIERE DEL SEBETO Speciale Bagnoli : a pagina

    "L'affare Bagnoli" è sempre stato un discorso importante che ha suscitato, in primis, l'interesse di persone esperte nel campo:

    ingegneri, architetti, politici..e non solo; la cui unica preoccupazione era quella di ridare vita ad una zona ormai

    considerata "morta". di Giuseppina Annibale a pagina 19

  • IL CORRIERE DEL SEBETO Pagina 7

    7 marzo 2013 - ore 06:59 Altro che Museo della Scienza

    Dovevano bruciarla prima La Città andata a fuoco e i suoi equivoci culturali, amministrativi, retorici. Il cui maggior interpre te è Sua Pomposità

    Saviano, che ora si crede Plinio il Vecchio

    © - FOGLIO QUOTIDIANO

    di Camillo Langone

    C’è qualcosa di pietoso nel rogo della Città della Scienza napoletana. Non è propriamente un’eutanasia (troppo pliniano, troppo spettacolare l’evento) ma certo è la fine di un’agonia. La Città della Scienza si dichiarava eccellenza ma era una poveracciata che non pagava gli stipendi, che non pagava i fornitori, che non pagava nessuno nella migliore tradizione partenopea e parte italiana. E chissà che le fiamme non siano state appiccate (irrazionalmente, ovvio) da qualche creditore inferocito. Come spesso accade il commento più divertente è quello di Sua Pomposità Roberto Saviano: “Mi sento di cenere. Ossa di cenere, pensieri di cenere, cuore di cenere. Come Napoli, che oggi è di cenere”. In “Gomorra” si credeva Malaparte, adesso si crede Plinio il Vecchio, solo che lo scrittore latino in cenere c’è finito davvero, non per metafora. Invece il bestsellerista napoletano prosegue incontinente a cinguettare e in un tweet avanza la facile ipotesi camorra: “Da sempre i clan vorrebbero edificare a Bagnoli”. Possibile, ci mancherebbe:

    vorrei solo capire la mancanza di tempismo, perché mai avrebbero scelto il peggior momento immobiliare della storia repubblicana. Il sindaco De Magistris ha riesumato lo stile “piezz’ ’e core” di Filomena Marturano: “Oggi migliaia di ragazzi e bambini di Napoli si sono svegliati piangendo per la distruzione di Città della Scienza”. Manco avessero bruciato vivo Babbo Natale. Ce li vedo proprio, i piccoli napoletani, disperarsi per le sorti della scienza. E’ vero che i padiglioni arrostiti di Bagnoli erano frequentati pure da scolaresche ma la gitarella fuori porta mirava alla comprensione del funzionamento di telescopi e caleidoscopi, sai che spasso. Alla Città della Scienza di gran scienza non se ne faceva, si faceva più che altro divulgazione scientifica, un’altra cosa. Il fondatore, professor Vittorio Silvestrini, ex politico comunista (consigliere regionale negli anni Ottanta) che era solito circondarsi di ex politici comunisti al punto che l’altra notte è andato in fumo anche il poco che restava del bassolinismo, non ha mica vinto un Nobel: ha vinto un premio Descartes per la comunicazione scientifica. Bene, bravo, ma la scienza è fatta di scoperte e che cosa abbiano mai scoperto a Bagnoli non è dato sapere. Nemmeno la ricetta definitiva delle nozze

    coi fichi secchi sono riusciti a mettere a punto. I soldi sono stati un problema fin dall’inizio: lo stato avrebbe dovuto metterci il 30 per cento e al resto avrebbe pensato il mercato per vedere il quale, a Bagnoli, serve proprio il telescopio. Qui perfino l’acciaieria era fuori mercato, figurarsi questo miraggio meridiano intorno al quale più che quattrini si sono spese parole, decenni di sproloquio paravendoliano di chi puntava a “riconvertire l’identità operaia nell’immateriale”. Viene in mente il Montale più di destra: “Con quale voluttà / hanno smascherato il Nulla. / C’è stata un’eccezione però: / le loro cattedre”. I marxisti scientisti della Magna Grecia sognavano di sostituirsi all’industria ed ecco il risultato: l’Italsider pagava lo stipendio a 7.000 operai mentre loro non riescono a pagarlo a 160 dipendenti (anche di meno, secondo il consigliere d’amministrazione Pietro Greco, e nella discrepanza numerica si manifesta il groviglio di fondazioni e sottofondazioni, una più indebitata dell’altra, incomprensibile perfino a chi è preposto ad amministrarlo). Alcuni lavoratori avanzano 4 mensilità, altri ne avanzano 16: anche lo stipendio è immateriale, anche lo stato che ha tradito l’impegno minoritario del 30 per cento e deve al centro 7-8 milioni. E pure la regione Campania che doveva 2 milioni, ha chiesto di accordarsi per 800.000 e non ha mai versato nemmeno quelli. Più che la Città della Scienza sembra la Fiera della Pera Cotta. Adesso il presidente Caldoro esclama: “Bisogna reagire in modo concreto”. Forse, avesse a suo tempo onorato concretamente il debito, gli scienziati immaginari di Bagnoli avrebbero scoperto l’esistenza dei materiali ignifughi: 12 mila metri quadrati sono bruciati in meno di mezz’ora, complimenti. Forse si sarebbero dotati di un impianto antincendio meno comico: era tarato per scattare al primo accenno di fumo ma le fiamme sono divampate senza fumo, accidenti. Fra tante lacrime retoriche mi è sembrato sincero il dolore di Edoardo Bennato, nato proprio a Bagnoli: “Ho una figlia di 7 anni e da quando era piccolissima l’ho portata alla Città della Scienza, che era una perla, un centro di cultura strutturato benissimo”. Quindi ho cercato di capire meglio quali fossero queste benedette attività culturali, non potevo credere che Bennato si riferisse solo ai telescopi e ai caleidoscopi. Ho scoperto che nei capannoni dell’ex Italsider si propagandava l’evoluzionismo, una superstizione ottocentesca ancora presente negli ambienti parascientifici (evidentemente anche nei residui ambienti cantautorali). Il darwinismo è una forma di nichilismo e secondo il filosofo Fabrice Hadjadj dire a un ragazzo che discende dai primati significa approfittare della sua natura fiduciosa per gettarlo nella disperazione e indurlo a comportarsi da scimmia. Dovevano bruciarla prima, la Città della Scienza.

    Leggi Scienziato fisso in parco interactive di Maurizio Milani

    © - FOGLIO QUOTIDIANO di Camillo Langone

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    SCONTRO TRA VERTICI MILITARI E GOVERNO NEL PASTICCI O DEI MARO': IL CAPO DI STATO MAGGIORE, UNA FARSA

    Inaccettabile, indecorosa, oscena. Sono solo