IL CORPO - VI, 10/11, gennaio 2002 Corpi dell’alieno · sormontato da una grande cupola, che...

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«I'm an alien I'm a legal alien I'm an Englishman in N.Y.» Sting 24 giugno 1947. Stato di Washington. Un imprenditore dell’Idaho, Kenneth Arnold, sta sorvolando col suo aereo privato i dintorni del Monte Rainer. All’improvviso, l’avvistamento: nove velivoli in formazione a cuneo, che si muovono “come piatti che rimbalzano sull’acqua”. I mass media si avventano sul- l’avvistamento, lo divorano e vomitano notizie. Si diffonde la mania dei piatti volanti, flying saucers. Nasce l’ufologia moderna. 8 luglio 1947. Ecco le prime righe di un comunicato di Walter Haut, addetto stampa militare americano, destinato a due quotidiani e due stazioni radio di Roswell, New Mexico: «Le numerose voci riguardanti i dischi volanti si sono ieri trasformate in realtà, quando l’ufficio di intelligence del 509° Gruppo Bombardieri dell’Ottava Air Force, Roswell Army Air Field, ha avuto la fortuna di entrare in possesso di un disco grazie alla cooperazione di un allevatore locale e dell’ufficio dello sceriffo della contea di Chavez». Poche ore dopo la notizia verrà pubblicata con clamore, causando dure reazioni dei vertici militari contro gli ufficiali della base aerea di Roswell, base di cui faceva parte Haut. Il 9 luglio, durante una manifestazione in un’altra base del New Mexico, quella di Almagordo, fu fornita una versione banale dell’ accaduto: l’oggetto precipitato nella tenuta dell’”allevatore locale” era un pallone-sonda per la ricerca scientifi- ca, non una navicella da mondi alieni. 1952. George Adamski, un americano di origine polacca, vende panini presso l’osservatorio di Monte Palomar, in California, il che gli permette di pre- sentarsi abitualmente come “George Adamski del Monte Palomar”. Il 20 novem- bre si trova nel deserto del Mojave con alcuni amici, quando vede un oggetto siga- riforme inseguito da alcuni aerei militari. Dall’oggetto fuoriesce un disco volante sormontato da una grande cupola, che atterra poco lontano. Adamski si precipi- ta sul luogo dell’atterraggio, gli amici preferiscono restare indietro. Il venditore di panini sta per incontrare Orthon, un bellissimo extraterrestre che…. Notte tra il 19 e il 20 settembre 1961. White Mountains, New Hampshire. Betty e Barney Hill, marito e moglie, sono in macchina. Sono reduci da una bella vacanza in Messico e stanno tornando a casa. Hanno percorso quella strada parecchie volte, in passato; la notte sembra tranquilla e il viaggio procede. Ma 49 Corpi dell’alieno di FRANCESCO DIMITRI IL CORPO - VI, 10/11, gennaio 2002

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«I'm an alienI'm a legal alien

I'm an Englishman in N.Y.»Sting

24 giugno 1947. Stato di Washington. Un imprenditore dell’Idaho,Kenneth Arnold, sta sorvolando col suo aereo privato i dintorni del MonteRainer. All’improvviso, l’avvistamento: nove velivoli in formazione a cuneo, che simuovono “come piatti che rimbalzano sull’acqua”. I mass media si avventano sul-l’avvistamento, lo divorano e vomitano notizie. Si diffonde la mania dei piattivolanti, flying saucers. Nasce l’ufologia moderna.

8 luglio 1947. Ecco le prime righe di un comunicato di Walter Haut,addetto stampa militare americano, destinato a due quotidiani e due stazioniradio di Roswell, New Mexico: «Le numerose voci riguardanti i dischi volanti sisono ieri trasformate in realtà, quando l’ufficio di intelligence del 509° GruppoBombardieri dell’Ottava Air Force, Roswell Army Air Field, ha avuto la fortunadi entrare in possesso di un disco grazie alla cooperazione di un allevatore localee dell’ufficio dello sceriffo della contea di Chavez». Poche ore dopo la notiziaverrà pubblicata con clamore, causando dure reazioni dei vertici militari controgli ufficiali della base aerea di Roswell, base di cui faceva parte Haut. Il 9 luglio,durante una manifestazione in un’altra base del New Mexico, quella diAlmagordo, fu fornita una versione banale dell’ accaduto: l’oggetto precipitatonella tenuta dell’”allevatore locale” era un pallone-sonda per la ricerca scientifi-ca, non una navicella da mondi alieni.

1952. George Adamski, un americano di origine polacca, vende paninipresso l’osservatorio di Monte Palomar, in California, il che gli permette di pre-sentarsi abitualmente come “George Adamski del Monte Palomar”. Il 20 novem-bre si trova nel deserto del Mojave con alcuni amici, quando vede un oggetto siga-riforme inseguito da alcuni aerei militari. Dall’oggetto fuoriesce un disco volantesormontato da una grande cupola, che atterra poco lontano. Adamski si precipi-ta sul luogo dell’atterraggio, gli amici preferiscono restare indietro. Il venditore dipanini sta per incontrare Orthon, un bellissimo extraterrestre che….

Notte tra il 19 e il 20 settembre 1961. White Mountains, New Hampshire.Betty e Barney Hill, marito e moglie, sono in macchina. Sono reduci da una bellavacanza in Messico e stanno tornando a casa. Hanno percorso quella stradaparecchie volte, in passato; la notte sembra tranquilla e il viaggio procede. Ma

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ecco qualcosa… qualcosa che appare nel cielo… un oggetto volante «a forma difrittella». Barney frena e scende, prende un binocolo e guarda l’oggetto. Dietro lesue due file di oblò…cosa diavolo sono quelle figura umanoidi? Betty urla, hapaura. Barney torna in macchina e parte alla massima velocità.

Arrivano a casa. Guardano l’orologio. Cosa è successo? Perché il viaggioè durato due ore più del solito? E perché se ne accorgono soltanto ora?

Pamela Stonebrook è una cantante jazz di L.A., appassionata parapsico-loga che ha avuto prolungati rapporti sessuali con varie razze aliene. A quantoracconta, dopo alcuni test effettuati dai cosiddetti “Grigi”, un “rettiliano”«apparve d’improvviso nella mia camera da letto, e cominciò subito a far l’amorecon me. Il sesso con lui fu un’esperienza incredibile, tantrica. Una cosa organica,totale, il sogno di ogni donna. Fra noi c’era una specie di comunicazione telepa-tica e mi sentivo interamente connessa con l’alieno. […] Il sesso con gli alieni èuna fusione completa a livello energetico e mentale».

Fenomeni in cornice

Il primo episodio narrato è tratto da una famosa puntata di “X-Files”. Ilsecondo è il caso da cui nasce l’ufologia moderna. Il terzo è un episodio legato almito dello “UFO-crash di Roswell”, uno dei più complessi e diffusi miti dellaseconda metà del XX secolo. La storia di Adamski è un importante ed esplicitocrocevia di rappresentazioni sociali di scienza e religione. Quella dei coniugi Hillè il più famoso case-study nel campo dell’abduction (rapimento di umani adopera di razze aliene). La storia di Pamela Stonebrook, rifiutata da gran partedegli stessi ufologi, è un ottimo esempio delle leggende più estreme e curiose cheruotano intorno alla figura dell’alieno.

La matrice comune è evidente: sono tutte narrazioni riconducibili a quel-la strana disciplina, continuamente in bilico tra scienza e occultismo, tra ricerca erumour, conosciuta come ufologia.

Le «cose viste nel cielo» (la definizione è di Jung) non sono peculiari delXX secolo. Una ricerca storiografica, e non ne servirebbe una particolarmenteapprofondita, ci porterebbe a ravvisare episodi che oggi sarebbero definiti “ufo-logici”: dalla manna biblica ai prodigi che accompagnano la vita di Giulio Cesare,dagli avvistamenti italiani in era fascista allo strano tipo di cometa che guidava iMagi.

Tipico invece del nostro secolo (dal 1947 in poi) è un interesse specificoper questi fenomeni, interesse che ha portato molte persone a dedicare tutta lapropria vita allo studio degli “Unidentified Flying Objects”. L’ufologia comedisciplina è un fenomeno particolarissimo nato in seno ad un particolare tipo disocietà.

Il primo problema che si pone, a questo punto, è: perché mai dovremmointeressarci di ufologia? Dopotutto, nessuna persona dotata di senso può crede-re ad omini grigi e rettiliani sessualmente attivi. E se anche vogliamo fare uno stu-dio sull’ufologia come mito, perché non dedicarci a miti ben più nobili e comples-

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si? Perché perdere tempo con questa roba? Se tali sono le domande che ti poni,lettore ignoto e pignolo, tenterò di rispondere. Se già credi che i miei tentativisaranno vani, se già credi che sia sciocco e dannoso perder tempo con pistole lasere ibridi telepati, non sarò io a trattenerti. Tu rinunci a un mondo nuovo e affasci-nante, io perdo un lettore che sarebbe stato intralcio puro.

Scegli tu, ma se scegli di rimanere ti prego di non lanciare pomodori fin-ché lo spettacolo non sarà concluso.

Nata negli USA, l’ufologia ha conosciuto un rapido sviluppo a livello glo-bale ed oggi il paese a più alto tasso di avvistamenti è il Brasile, luogo privilegia-to di sincretismi culturali.

La prima cosa da dire è che l’ufologia, teoricamente, non si occupa diextraterrestri, ma di Oggetti Volanti Non Identificati (OVNI, la sigla italiana perUFO). In teoria lo scopo degli ufologi è non tanto quello di dimostrare che glialieni esistono, ma quello di capire cosa siano questi OVNI. Potrebbero esserefulmini globulari, suggestioni, stormi di uccelli, aerei sperimentali terrestri, navi-celle spaziali extra-terrestri. Nei fatti, la “ipotesi extraterrestre” è sempre stataquella che ha trovato un consenso più vasto tra ufologi e semplici curiosi: così lerappresentazioni sociali di ufologia ed alieni sono oggi legate a filo doppio. Aseconda del sistema di rappresentazioni sottese, possiamo distinguere tre diversitipi di ufologia.

1. L’Ufologia popolare. È un livello di ufologia diffuso in ogni ambiente,al di fuori della ristretta cerchia dei veri e propri ufologi. Il concetto-chiave diquesto livello di ufologia è una profezia auto-avverantesi: “se in tanti ci credono,qualcosa di vero ci sarà”. Difficilmente, a livello di massa, l’esistenza degli alieni viene relegata nel campodell’improbabilità. Nei peer groups immediatamente post-adolescenziali (18-25anni circa), sostenere questa improbabilità è spesso motivo di sanzione sociale. Alcontrario, la conoscenza del settore è un fattore di prestigio, a patto che non siauna conoscenza “eccessiva” e dunque “fanatica”.

2. L’Ufologia scientifica. È un livello di ufologia molto poco diffuso. Sonoufologi “scientifici” tutti coloro che si occupano di avvistamenti UFO nel sensoetimologico della parola (Unidentified Flying Objects, Oggetti Volanti NonIdentificati). Essi non sempre sono ben visti da buona parte della comunità ufo-logica, che non ne condivide l’atteggiamento più “scettico” della media. Con unbrutto gioco di parole, potremmo dire che l’ufologia scientifica è meno “ufologi-ca” dell’ufologia popolare. Il concetto-chiave è “servono le prove”.

3. L’Ufologia estrema. È un livello estremamente ampio, che comprendetipi di ufologia molto diversi tra loro.

I più interessanti sono due, ossia l’ufologia scientifica estrema e l’ufologiareligiosa (o cultista). La prima è l’ufologia di Fox Mulder, il popolare protagoni-sta di “X-Files”. Sono presenti al suo interno una miriade di correnti e teorie, piùo meno curiose o più o meno moderate, ma tutte accomunate dal concetto-base“le prove ci sono”.

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L’ufologia cultista si ha quando i miti che fanno parte del bagaglio ufolo-gico vengono riletti in una chiave mistico-avventizia. Gli alieni sono latori di mes-saggi di elevato contenuto spirituale, e solo seguendo i loro consigli si possonoraggiungere la pace in terra e la felicità individuale. Spesso nascono vere e pro-prie sette guidate da leader carismatici, e in questi casi le dinamiche interne sonopraticamente identiche a quelle di qualunque altro tipo di setta. Il caso del suici-dio di massa di Heaven’s Gate è illuminante. Il concetto-chiave sta nel “messag-gio” che gli alieni consegnano a colui che contattano (definito contattista).

Sei ancora qui? La mia classificazione non ti ha steso, impavido appren-dista ufologo?

Bene, allora è giunto il momento di chiarire un concetto importante. Glialieni esistono.

Alcuni, come i Grigi, esistono parecchio. Altri, come i “Chupacabras”,esistono un po’ meno.

Tale affermazione è forse pittoresca, ma di sicuro facilmente comprensi-bile. Ci sono al mondo persone, moltissime persone, che vivono come se i Grigiesistessero, e regolano la loro vita anche in base alla presenza della variabile “pos-sibilità di essere rapito da un Grigio” (c’è gente che ha stipulato ricche polizzeassicurative contro questa eventualità). Ne esistono altre, ma sono parecchie dimeno, che si regolano in modo simile riguardo i chupacabras. E allora, che impor-tanza ha capire se gli atomi del Grigio sono presenti, se le zampe del Chupacabrascalpestano fisicamente il suolo del Messico?Lo scopo di questo lavoro è individuare alcune rappresentazioni tipiche del corpoalieno e cercare di capire perché sono queste, e non altre, le rappresentazionidominanti. Ci interessano la realtà della percezione e la realtà della rappresenta-zione, non la realtà dell’oggetto rappresentato. E se la realtà di una rappresenta-zione è data dal suo grado di condivisione e di diffusione, ecco che il Grigio hauna rappresentazione “più reale” del chupacabras. Dunque il Grigio è più realedel chupacabras.

Se vogliamo capirci qualcosa, dobbiamo partire da lontano. Addirittura,dalla galassia della società di massa, misterioso e controverso ammasso di teorie,immagini e dibattiti accesi.

Iniziamo il viaggio, e cerchiamo di arrivare quanto più presto possibile ainostri cari ometti dallo spazio profondo.

Cornice di fenomeni

Il concetto di società di massa è molto discusso, talmente discusso chemolti negano l’esistenza stessa di una “società di massa” nuova e peculiare dellanostra epoca. Qui si parla di UFO, e dunque sarebbe fuori luogo dilungarci sudispute accademiche lunghe e non sempre interessanti. Personalmente, trovo taleconcetto interessante e proficuo ai fini di questa analisi:

quindi lo userò, con quel tocco di arroganza senza il quale il pensiero nonpuò muovere.

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Ossessioni legate al corpo hanno percorso in lungo e in largo la società dimassa fin dalle sue origini. È la struttura stessa di questo tipo di società, fondatasu una ben poco rassicurante forma di pseudocoesione, a rendere quasi inevitabi-li tali ossessioni. Esse hanno peraltro conosciuto nuovo vigore col sorgere della "condition post-moderne": con la crisi di vecchi paradigmi e certezze (identità,progresso, inevitabilità delle istituzioni, ecc.) anche il corpo stesso, il simulacrotangibile della nostra esistenza, l’ultimo baluardo dell’identità e della realtà ‘fisi-ca’ delle percezioni, è iniziato a diventare problematico, e spaventoso, in sé e persé.

La società dei Paesi industriali di fine anni ’90 è una società fortementeincorporea. Il sistema dei media, spesso considerato il vero collante sociale delsecolo, è un sistema inorganico e scorporizzato, basato su una esposizione conti-nua di simulacri che rimandano a corpi e organismi forse reali ma senza dubbioirraggiungibili. Anche nei momenti (socialmente organizzati) di grande con-fusio-ne corporea, quali le discoteche, i rave parties, le spiagge ecc. , è ravvisabile unasorta di cupio dissolvi della propria corporeità individuale, temuta e odiata. Cupiodissolvi che culmina nel tentativo di rimozione sociale dell’organicità in quantotale: il corpo-entità, scandaloso agglomerato di carne, ossa e fluidi, deve esseresostituito da un anodino corpo-istituzione.

Nel continuo flusso mediatico di corpi sudati, eccitati, feriti, sventrati,sezionati, invariabilmente esibiti, può sembrare strano parlare di rimozione.Rimuovere dovrebbe significare nascondere, e non esibire: ma i media veicolanoimmagini di carte igieniche e deodoranti, assorbenti e pornostar, assassini mania-ci e merendine ipercaloriche. Come si può parlare di rimozione sociale del corpose il corpo stesso è continuamente esposto sulla scena sociale, esplorato in ognisuo possibile significato?

È poi tanto grande la differenza tra esibizione totale e rimozione totale?Ciò che sta continuamente davanti agli occhi (la conoscenza visuale è il tipo diconoscenza che la società contemporanea predilige) sembra non aver bisogno dialcuna rielaborazione concettuale, in quanto ben definito in ogni sua parte per ilsolo fatto di esser stato visto. Se so che la mia tastiera è qui innanzi a me, e socome usarla, perché sprecare tempo prezioso a speculare sulla tastiera? Allo stes-so modo, se i media esplorano per me il corpo fin nei suoi più intimi orifizi, per-ché mai dovrei preoccuparmi di crearmene una mia concettualizzazione persona-le? Perché dovrei occuparmi di una cosa tanto sgradevole, piena di terribili odorie di sapori acri, se c’è già chi lo fa per me? Dal bombardamento dei corpi media-tici nasce la rimozione del corpo reale: il cerchio si chiude e finalmente l’essenzafisica del corpo può essere relegata nella buia cantina di un Barbablù sociale.

Esiste una vasta casistica storica di fenomeni che possono in parte ricor-dare tale processo, anche se sempre inserito in dinamiche di singoli o di piccoligruppi, e mai di massa. Ma se storicamente la negazione del corpo è stata una viacosciente intrapresa per raggiungere un superiore “livello d’esistenza”, la rimo-zione sociale di oggi è una rimozione sic et simpliciter, violenta e invasiva.

I praticanti di Kung-Fu tradizionale erano in grado (e i pochi rimasti losono tuttora) di resistere pressoché a ogni dolore o stimolazione fisica: l’uomo siallontana completamente dalla propria corporeità tramite l’esercizio continuodella corporeità stessa. A livello di massa invece non c’è un superamento tramite

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esercizio, ma un’amnesia da sovrastimolazione. È ovvia la violenza insita in taleprocesso: si tratta di sradicare, letteralmente, la persona umana dalle radici che lalegano al mondo, e in fin dei conti all'esistenza stessa.

Come ogni operazione fortemente invasiva l’amputazione sociale delcorpo tende a causare un buon numero di crisi di rigetto, che assumono la formadi ossessioni organiche, di varie forme di ricerca di un qualcosa che risolva in séla desolante assenza/presenza degli organi sulla scena sociale.

Finora non è stato possibile completare l’opera di rimozione, non è statopossibile eliminare ogni forma di fascinazione per la propria carne e il propriosangue. Le feci altrui sono motivo di disgusto e scandalo ma le nostre restano sop-portabili e, entro certi limiti, appaganti. Resta, come un fantasma, quest’attrazio-ne non ammessa e non ammissibile, con cui la società deve fare i conti.

Tra le molteplici strategie che vengono messe in gioco, la principale è pro-babilmente quella della produzione simbolica: dopo aver cercato di annichilire ilcorpo rappresentandolo in ogni sua forma, ecco che si cerca di annichilire gliossessionanti fantasmi del corpo rappresentando anch’essi. Freaks disgustosi estupratori di anziane popolano le pagine di Cronaca Vera e le frequenze delVenerdì sera di Raidue. Ogni possibile ossessione viene mostrata, sezionata,riportata nel rassicurante alveo della socialità. Se la comunicazione funzionasse invitro, il sistema sarebbe a questo punto perfetto e conchiuso. Ma non è così.

Nel contesto sociale e mediatico la massiccia produzione simbolica lega-ta alle ossessioni organiche non può non creare un feedback che genera nuove epiù potenti ossessioni, in un circuito che si nutre di se stesso.

Calderone organico: dèi e monstra

1. Una sessualità incontenibile. Piedi caprini e capelli crespi. Occhi azzurri e spal-le possenti. Giove. Pan. Thor. Le religioni pagane sono religioni del corpo primache dello spirito, religioni in cui l’elemento fisico è preminente rispetto a ognialtro. Cosa ricordiamo maggiormente di Vulcano, le sue doti morali e mistiche oil suo corpo deforme?

La spiegazione più semplice è legata a una delle interpretazioni dellanascita del mito, secondo cui esso si originerebbe dal desiderio di ricondurrenella sfera del conoscibile ciò che conoscibile non è.

All’inizio di tutto c’è il nome: nell’impossibilità di spiegare un fenomenogli si dà un nome, rendendolo così un po’ meno minaccioso. Uno dei fondamen-ti del potere magico è nella conoscenza del nome segreto di cose e persone, nomeche è intimamente legato alla loro essenza e che, di conseguenza, ha un poterepragmatico su ciò che definisce.

Ancora non basta. Non è sufficiente un nome, una parola, per quantopotente. Serve un corpo, serve un qualcosa di completamente visibile e conosci-bile. Serve un corpo dalle guance rosse che protegga le vigne e il vino, un corpoprosperoso che sovrintenda alle nascite. Servono corpi divini. Corpi da immagi-nare, toccare, rappresentare, introiettare.

Una delle maggiori differenze tra i pantheon pagani e le grandi religionimonoteiste è proprio nella totale diversità della concezione di corpo del dio.

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Laddove le religioni politeiste hanno corpi splendidamente fisici e vitali, antropo-morfi e vogliosi, quelle monoteiste operano una progressiva svalutazione delcorpo della divinità. Eppure, questa svalutazione non riesce ad essere completa:Dio ha pur sempre bisogno di farsi uomo (o meglio, gli uomini hanno bisogno cheDio sia fatto uomo), e il rito neppur tanto vagamente antropofagico dell’eucari-stia non è poi così lontano dall’assunzione di peyote, la «carne degli dei», prati-cata da parecchie tribù di nativi americani. Non solo: tale svalutazione trasformal’indefinito e indefinibile corpo dell’unico dio in uno schermo bianco su cui tuttopuò essere proiettato, in cui tutto può essere visto.

Non è questa la sede per approfondire un discorso del genere: ma, primadi proseguire, è utile chiarire un ultimo concetto. Per Hobbes il corpo del Re eraun’entità composta dai corpi dei sudditi: a nostro avviso il corpo della divinità hauna struttura simile ma, in mancanza di un’evidenza fisica, permette di portareall’estremo i meccanismi proiettivi e introiettivi che trovano nella inevitabile fisi-cità organica del Re un limite non da poco.

2. Nelle percezioni dei corpi di fenomeni ‘paranormali’ l’analisi, che pure ha pre-supposti molto simili, richiede l’introduzione di un’ulteriore variabile: l’evoluzio-ne, nella società di massa, di prodotti finzionali fortemente connotati da finalitàdi puro entertainment.

Un caso esemplare è dato dall’evoluzione della rappresentazione delcorpo del vampiro. Il vampiro ‘vero’, folklorico, era una figura rozza e sgradevo-le, maleodorante e di non elevato status sociale. I vampiri del folklore erano con-tadini e pastori, non certo duchi e conti. Poi, a partire dal libro di Polidori (ilmedico personale di Byron) Il Vampiro (1816), la figura di questo revenant assu-me i contorni languidi e romantici che lo accompagneranno fino ai nostri giorni,accentuati via via da opere come quelle di Bram Stoker o di Anne Rice. Gli stes-si canini affilati, simbolo e summa della rappresentazione sociale del vampiro,sono un’invenzione della fiction e non del folklore.

Lo stesso discorso si può fare per licantropi, fantasmi, trolls, coboldi,zombie, e alieni. La maggiore differenza tra le rappresentazioni di tali entità percosì dire ‘secondarie’ e le rappresentazioni divine vere e proprie è probabilmen-te data dalla differenza quantitativa e qualitativa dei segni che veicolano.Spieghiamoci meglio.

Pur senza volerci impelagare in improbabili dimostrazioni riduzioniste,sono tuttavia ravvisabili una serie di relazioni tra i corpi fantastici e i segni chequesti corpi veicolano. La rappresentazione sociale del vampiro attiene a undeterminato set di emozioni, paure, sentimenti, ecc.; altri sono quelli del licantro-po, altri ancora quelli dell’alieno. Questi set sono teoricamente molto limitatirispetto a quelli che è possibile ravvisare nel corpo indefinito (e tendenzialmenteonnicomprensivo) della divinità nelle religioni monoteiste, veicolo e schermobianco di ogni relazione immaginabile.

In realtà il discorso non è così semplice: anche perché, come vedremo,non sempre è tanto netto il confine tra rappresentazioni corporee religiose e rap-presentazioni corporee ‘semplicemente’ paranormali.

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L’arrivo degli alieni

E rieccoci agli alieni dallo spazio profondo. Finalmente!, dirà qualcuno.Tranquilli, d’ora in poi li terremo stretti e non li lasceremo più fuggire per nessunmotivo.

L’ipotesi centrale del lavoro è che i corpi alieni costituiscono una rappre-sentazione sociale corporea in grado di veicolare un intero sistema di rappresen-tazioni sociali - corporee e non.

Primum, classificare. Per andare avanti, ho bisogno di alcuni schemi tas-sonomici. Vediamone ora quattro, di cui due nati all'interno della letteratura ufo-logica e il terzo sviluppato da me.

La prima classificazione è la cosiddetta “classificazione Hynek”. In realtàessa è utile non per descrivere l’alieno, ma più che altro per definire il tipo di avvi-stamento: quello di J. Allen Hynek è uno schema in cui far rientrare ogni tipo dicontatto con navicelle aliene o loro occupanti. La classificazione originale distin-gue 1) le Luci Notturne, 2) gli Oggetti Diurni, 3) i Radar Visuali. Gli avvistamen-ti fatti a meno di duecento metri di distanza vengono definiti Incontri Ravvicinati,e sono di tre tipi:

a. Primo Tipo: solo osservazione del veicolo, nessuna interazione dell’og-getto avvistato con ambiente o testimoni.

b. Secondo Tipo: simile al primo, ma con una qualche forma di interazio-ne (tracce sul terreno, campi elettromagnetici, effetti vari sugli esseri viventi, ecc.)

c. Terzo Tipo: osservazione diretta degli alieni.Col tempo, alla classificazione Hynek sono stati aggiunti altri due item.

Gli Incontri Ravvicinati del Quarto Tipo sono le classiche abduction. Quelli delQuinto Tipo sono secondo alcuni i casi di rapporti sessuali tra rapiti e alieni,secondo altri i casi di contatto telepatico. Com’è ovvio, nella presente trattazio-ne ci occuperemo di Incontri del Terzo, Quarto e Quinto Tipo (questi ultimi inte-si nel senso di rapporti sessuali). Bisogna dire che gli ufologi più seri non prendo-no neppure in considerazione gli incontri del quinto tipo, ed hanno molti dubbisulla reale consistenza di quelli del quarto.

La seconda classificazione, anch’essa molto usata in ufologia, fu sviluppa-ta da Brad Steiger. L’ufologo americano suddivide le razze aliene in quattro diver-si gruppi, secondo le caratteristiche fisiche che gli ET presentano.

a. Umanoidi di tipo “alfa”. I più famosi alieni di questa categoria sono itipici omini grigi di “X-Files”. Sono gli alieni oggi in assoluto più avvistati. Nellastessa categoria, troviamo anche gli aggressivi “pelosi”.

b. Umanoidi di tipo “beta”. Sono del tutto simili agli uomini. Esistono, perSteiger, tre sottogruppi: “Beta 2” (gli “uomini in nero”, secondo alcuni agentisegreti, secondo altri veri e propri alieni), “Beta f” (alieni tipici dei fenomeni dicontattismo) e “Giganti” (esseri altissimi, spesso simili ai giganti mitologici).

c. Umanoidi di tipo “gamma”. Mostri selvaggi e pelosi, come gli yeti, i big-foot, i sasquatch, ecc. Steiger li considera dei robot alieni da studio utilizzati perla raccolta di campioni.

d. Umanoidi tipo “delta”. Categoria-raccoglitore di mostri che non rien-trano nelle altre tre.

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Quella di Steiger è una classificazione molto elastica e, come tale, pocoutile per un’analisi in profondità del corpo alieno. Una griglia più rigorosa è statamessa a punto tra il 1968 e il 1970 da Jader Pereira, un ufologo iberico: tale gri-glia ha dato vita a uno studio che è un piccolo classico, e di cui ci occuperemo trabreve.

Lo studio di Jader U. Pereira

All’inizio degli anni ’70 fu pubblicato un libretto, breve e pieno di dati,frutto di un lavoro durato oltre due anni. L’autore, Jader Pereira, aveva intenzio-ne di «établir un classement des divers types d’occupants d’OVNIs [il termine fran-cese e italiano per “UFO”], un exposé détaillé de leurs comportements et d’autresdonnées en rapport avec leur activité». Il procedimento per la raccolta e la classi-ficazione dei dati era stato rigoroso : su 333 casi di IR3 presi in analisi, ne furonoutilizzati per lo studio vero e proprio 230, essendosi dimostrati gli altri palese-mente infondati.

Il primo risultato cui giunse Pereira fu un sistema di classificazione basa-to su dodici tipi d’alieno, alcuni dei quali con varianti interne. Questi dodici tipisono suddivisi a loro volta in tre macro-gruppi: “non scafandrati” (da 1 a 6),“semi-scafandrati” (7), “scafandrati” (da 8 a 12).

Una divisione tra esseri “scafandrati” e “non-scafandrati” risulta essereoggi molto meno utile rispetto a quanto poteva esserlo trenta anni fa: la rappre-sentazione dominante del corpo alieno si è infatti evoluta verso un essere che nonsembra aver bisogno di manufatti tecnologici che proteggano il suo corpo, essen-do il corpo stesso una sorta di manufatto tecnologico (v. avanti, paragrafo “IGrigi”). Anche quella che potremmo definire “biodiversità aliena” è andata sce-mando, a causa della predominanza degli alieni definiti “Grigi” in tutte le lorovarianti; molto probabilmente, come vedremo, a tale processo di livellamentodella percezione non è estranea l’azione dei mass media. All’epoca di Pereira il“Grigio” non era ancora presente nella sua forma attuale, ma esistevano già alcu-ni suoi antenati. Nei casi schedati da Pereira, essi sono presenti in modo eviden-te soprattutto nelle tipologie 4 e 5.

La tipologia 4 raggruppa gli extraterrestri che hanno «une peau ridée oud’aspect rugueux». Tale tipologia presenta tre varianti: quelle che ci interessanosono la seconda (alieno di piccola statura) e la terza (alieno con grande testa).

Agli alieni «qui présentent une téte anormalement grosse, par rapport aureste du corps» è interamente dedicata la tipologia 5. Qui Pereira dimostra unnotevole intuito, classificando le sue varianti in base alla dimensione degli occhi(normali nella variante 1, grandi nella variante 2). Il tema “testa grossa, occhigrandi e corpo piccolo” sarà l’asse portante della rappresentazione del Grigio,rappresentazione che inizierà a svilupparsi in modo massiccio a partire dalla metàdegli anni ’70.

Pereira colloca fuori da ogni tipologia i casi di alieni “non umanoidi”: avolte amorfi, a volte d’apparenza ectoplasmatica, a volte gelatinosi…Tali entitànon rientrano nel sistema di categorie perché avvistate in appena il 4,2% dei casi

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in analisi. Questo particolare consente l’interessante osservazione che fin dalleorigini dell’ufologia moderna (il 1947, v. oltre, “UFO, alieni e rappresentazionesociale”) vi è stato una sorta di "limite umanoide" della rappresentazione dell’a-lieno, limite che può avere molteplici cause.

La prima e forse più importante è legata ai limiti fisiologici del cervelloumano che, se già difficilmente può immaginare un’alterità totale, ancor più dif-ficilmente può percepire come reale tale alterità: non è un caso che anche gli alie-ni non umanoidi vengano comunque descritti facendo ricorso ad analogie conoggetti o materiali o animali conosciuti. Probabilmente è un limite che vieneanche dal linguaggio: se il linguaggio nasce in primo luogo come abilità di dareun nome alle cose, esso è necessariamente legato a filo doppio alle cose che deno-mina. Come è possibile “vedere” un qualcosa che non è neppure possibile “ver-balizzare”? È un po’ il problema posto dall’opera di Lovecraft, percorsa in lungoe largo da entità non denominabili e non definibili e, dunque, non pensabili.

Altra causa del “limite umanoide” della rappresentazione potrebbe deri-vare dalle esigenze che portano alla rappresentazione stessa. Tali esigenze sonomolteplici e verranno in parte analizzate in seguito: quel che conta è che sembra-no essere principalmente di tipo introiettivo/proiettivo. E come si può introietta-re o proiettare su un essere totalmente “altro”?

UFO, alieni e rappresentazione sociale

Abbiamo visto che il 24 giugno 1947 è considerata la data di nascita del-l’ufologia. Benché quello di Kenneth Arnold non fosse certo il primo avvistamen-to di "oggetti volanti non identificati", fu solo a seguito di questo caso (e del pol-verone mediatico che ne seguì) che l’ufologia iniziò ad organizzarsi in un vero eproprio sistema di rappresentazioni sociali. Abbiamo anche visto che esistonodiversi tipi di ufologia, ognuno con un suo sistema di rappresentazioni e teorie.

Ora bisogna capire quali rappresentazioni sociali corporee sono legate aquale forma di ufologia.

I margini di variabilità più ampi sono presenti, com’è intuibile, nell’ufo-logia popolare: dai classici omini verdi di Marte agli odierni omini grigi da Zeta-Reticuli, il passo non è poi molto lungo. In linea di massima, le rappresentazionipiù diffuse nell’ufologia popolare in un dato momento storico sono una formafrusta e semplificata delle rappresentazioni presenti nell’ufologia estrema, soprat-tutto nell’ufologia scientifica estrema. Come già accennato, l’alieno che ricorrepiù spesso è il “Grigio”.

L’ufologia scientifica non ha una rappresentazione corporea dell’alienoben precisa, a causa proprio di quel carattere cauto (e quindi spesso ’scettico’ neiconfronti degli incontri ravvicinati) che in tale ufologia è presente. Con le paroledi Ballester-Olmos, «It is not possible to learn any clear typology or obtain a solidmodel as to the morphology of the occupants [of UFOs]».

Nell’ufologia estrema i corpi alieni si moltiplicano: rettiloidi e nani pelo-si, giganti ed esseri di luce, chupacabras e robot… Anche qui, e soprattutto nel-l’ufologia scientifica estrema, il “Grigio” prevale nettamente. La differenza prin-cipale tra rappresentazione “popolare” e rappresentazione “scientifica estrema”

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del Grigio è che quest’ultima è molto più netta e definita: vengono descritti altez-za e numero delle dita, il colore è meglio specificato, ecc.

Nell’ufologia religiosa, l’alieno è invece un bellissimo umanoide di tipobeta, capace di comunicare telepaticamente, spesso circondato da un’aura di luce,biondo e alto. E’ un alieno definito anche, per queste sue caratteristiche,“Nordico”.

Testimoni e situazioni d’avvistamento

Prima di passare ad analizzare nel dettaglio tre corpi alieni a loro modoparadigmatici (il Chupacabras, il Grigio e il Nordico), sarà utile soffermarci bre-vemente sui pochi dati finora raccolti sui protagonisti umani e le situazioni del-l’incontro ravvicinato. Utilizzando parte dei dati (aggiornati al 1992) raccolti daDennys Breysse, un ufologo francese, possiamo tracciare un profilo di testimo-ne-tipo: sesso maschile (sette casi su dieci), circa 28 anni, agricoltore o impiega-to. Sono dati che variano parecchio da paese a paese e nel corso degli anni: tutta-via la preminenza maschile, più sfumata negli USA, non è mai messa in discussio-ne, così come l’età media non presenta forti oscillazioni. Le variazioni maggiorisono riscontrabili nella professione del testimone, anche se rimane ragionevol-mente stabile la preminenza degli agricoltori. Ciò porta Breysse a sottolineare «lecaractére éminemment rural» degli IR3. Osservazione adeguata: quale luogomigliore di un’isolata campagna per avvistare navi aliene più o meno grandi edesseri più o meno esotici? Tra l’altro esiste un’analisi precedente a quella diBreysse (1972), ad opera di Jacques Vallée e Vincente-Juan Ballester Olmos, incui gli autori già sottolineavano, per quanto riguarda la casistica iberica, che «thewitnesses represent a cross-section of the Iberian rural population with a typicalmix of intellectual levels and age groups».

Leggermente più bassa dell’età media del testimone-tipo è l’età media deltestimone che avvista "entità" vagamente definite (26 anni). Anche in questocaso, le parole di Breysse sono illuminanti e necessitano di ben pochi commenti:«le fichier “entitè” contient en particulier un nombre non négligeable de manife-stations de type religieux, dont les enfants sont plus souvent témoins». Sarebbeinteressante un controllo incrociato con l’età media dei testimoni di apparizionimariane e di altri fenomeni esplicitamente religiosi.

Per quanto riguarda la situazione d’avvistamento una prima, prevedibile,caratteristica è che il testimone è quasi sempre da solo (nel 65% dei casi perPereira, nel 60,3% per Breysse). A quanto pare l’IR3 è un’esperienza che si com-pie in solitudine, fortemente influenzata dal proprio set di rappresentazionisociali ma non da un qualche gruppo contingente di cui si fa parte al momentodell’incontro.

Nell’assoluta maggioranza dei casi l’avvistamento e il contatto con l’alie-no è improvviso, inaspettato e tende a “rompere” una situazione di quotidianità:solo il 2,1% degli IR3 schedati da Breysse ha avuto per protagonisti ufologi allaprecisa ricerca di un IR. L’attenzione verso l’UFO e i suoi occupanti è attirataquasi sempre dalla semplice visione del fenomeno o da effetti di luce. Ballester-Olmos osserva in un altro suo lavoro che «the most peculiar characteristics of theobjects are not their structural details but the tremendous amount of light they

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emit». Quest’ultima nota è particolarmente interessante, poiché la manifestazio-ne luminosa è una tipica forma di epifania della divinità. Se aggiungiamo a que-sto il fatto che capita spesso che il testimone resti “paralizzato” (dalla paura, o daqualche arma esotica), e se ricordiamo che la paralisi è un’altra caratteristica del-l’apparizione divina, il rapporto contatto con divinità/contatto alieno divieneancora più evidente.

Come si vede, esiste una discreta raccolta di dati riguardanti testimone esituazione d’avvistamento. Si sente invece la mancanza di un incrocio tra questidati e le caratteristiche dell’alieno avvistato sulla base di una griglia di rilevazioneal tempo stesso completa e standardizzata. Proponiamo qui, a titolo di esempio,la griglia che intendiamo utilizzare prossimamente:

ALIENO

Anno rappresentazione/contattoContatto occasionale/Contatti ripetutiIR3, 4, 5Classe alieno (alfa, beta, gamma, delta)Razza alienoAntropomorfo si/noZoomorfo si/noPercezione vaga/chiara e definitaAttività al momento dell’avvistamentoSesso1 (definibile/nondefinibile/presumibile)Sesso2 (m/f/androgino/altro)AltezzaNumero dita maniNumero dita piediBraccia (lunghe/corte/esili/robuste/segni particolari)Gambe (lunghe/corte/esili/robuste/segni particolari)Tronco (esile/robusto/lungo/corto/largo/stretto/segni particolari)Addome (gonfio/piatto/normale/grande/piccolo/segni particolari)Testa (macrocefalo/normale/microcefalo)Occhi (dimensioni, colore, forma)Bocca (grande/piccola/fessura/segni particolari)DentiPelle (squamata, liscia, pelosa, altro)Naso (grande/piccolo/accennato/segni particolari)Orecchie(grandi/piccole/accennate/segni particolari)Colore pelleCapelli (lunghezza, colore, taglio)Linguaggio (incomprensibile/comprensibile/telepatia/altro)Comunicazione (nulla/con testimone/con altri esseri)Voce (gutturale/roca/altro)AbbigliamentoAndatura o Posizione

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Associazioni suggerite (immagini, film, etc.)Tendenze dimostrate (dall’alieno)Comunicazione (si/no/tipo comunicazione)Percezioni provate (paura, pace, interesse, etc.)

TESTIMONE

SessoEtàTitolo di studioOccupazioneSposato/aN.Componenti nucleo familiareFigliEtà figliInteressiReligione/ReligiositàQuante volte cinema ultimi 6 mesi (media)Libri, quanti ultimi 6 mesi (circa)Fumetti, quanti ultimi 6 mesi (circa)Pc si/no (quantità utilizzo)Internet si/no (quantità utilizzo)Chat si/no (quantità utilizzo)Orientamento politicoGadget hi-tech (quantità utilizzo)Altezza testimonePesoSegni particolari

Questa scheda consente di identificare possibili variabili significativedelle rappresentazioni sociali intorno all’alieno. Sarebbe per esempio interessan-te capire se c’è una relazione statistica tra testa dell’alieno e tipi di comunicazio-ne col testimone, o tra anno dell’avvistamento e tipologia avvistata, o ancora trasesso del testimone e tendenze dimostrate dall’alieno. L’indagine psicosociale insenso stretto diventa possibile solo dopo un rilevazione empirica accurata di que-sto tipo.

Il Chupacabras

Se facciamo riferimento alla classificazione di Steiger, possiamo dire cheoggi i più visti sono gli alieni di tipo alfa e beta: e, all’interno di queste due cate-gorie, Grigi e Nordici la fanno da padroni praticamente assoluti. Qualsasi analisidel corpo alieno deve ruotare intorno a questi due poli: i Nordici, dall’aspettoperfettamente umano e umanamente perfetto, e i Grigi, mostruosi e conturbantima innegabilmente umanoidi.

C’è da dire che alcuni esseri delle categorie gamma e delta, come il chu-

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pacabras (o chupasangre), continuano ad essere avvistati con una certa regolarità,specialmente nei Paesi con un minore sviluppo economico e tecnologico, il che èdi per se un dato interessante.

Il chupacabras è una figura diffusa da tempo nel folklore delle zone rura-li dell’America centro- meridionale. Si tratta di un terrificante animale bipede altonon più di un metro e trenta, che possiede canini molto sviluppati, una cresta diaculei sulla schiena, occhi rossi, e tre dita ad artiglio per ognuno dei quattro arti.Può mutare colore come un camaleonte e, in alcune varianti del mito, è dotato dipoteri ipnotici. La sua attività principale consiste nell’andare in giro a succhiareil sangue ad animali domestici, soprattutto ovini (ma non disdegna bovini e pol-lame). È una figura nata indipendentemente dall’ufologia, e che vi si è collegatasolo in seguito.

L’attitudine del chupacabras a succhiare il sangue parrebbe metterlo inrelazione quasi immediata con il mito del vampiro, ormai presente quasi soltantoa livello di racconto. Il vampiro è un revenant che sugge il sangue delle vittime:ma quel sangue rappresenta più che altro una sorta di "fluido vitale", di cui l’uo-mo ha bisogno per vivere e il vampiro ha bisogno per continuare la sua grottescaparodia di vita. Non va dimenticato che esistono anche i cosiddetti "vampiri psi-chici", ossia dei vampiri che non succhiano il sangue, ma direttamente le "ener-gie psichiche" dei malcapitati.

Invece il chupacabras del sangue si nutre, lo usa come un banale cibo. E’prima un predatore che un mostro, non c’è nulla di mistico nei suoi assalti aglianimali. Se è vero che ha in comune col vampiro la predazione del sangue, rispet-to al revenant il chupacabras è una rappresentazione più volgarmente organica e‘materiale’, legata al suolo, al lavoro rurale e al corpo. L’orrore che il chupacabrassuscita nei proprietari di bestiame è un orrore molto più terreno e fisico di quel-lo del vampiro, un orrore legato alla perdita dei propri animali, dei propri mezzidi sostentamento.

La genesi di tale rappresentazione non è difficile da immaginare. A quan-to pare il chupacabras è dotato di ogni possibile strumento naturale di attacco:così, quando uno dei preziosi animali muore per cause non chiare, il proprietarioha un capro espiatorio pronto su cui scaricare rabbia e frustrazione. Vista la sua natura squisitamente organica, è naturale che la rappresentazionesociale del chupacabras abbia attirato l’attenzione dell’ufologia, in particolare diquella scientifica estrema; senza contare che il suo particolare aspetto fisico lorende facilmente accostabile a tematiche tipiche di questa ufologia: ad esempio lamutazione genetica naturale o indotta. Ma il dato interessante è un altro: gli ufo-logi dei paesi industrialmente avanzati accettano per buoni almeno una parte deicontatti con il chupacabras, ma ben difficilmente esso viene avvistato in tali paesi.Il set di rappresentazioni sociali - corporee e non - che tale creatura veicola è radi-calmente diverso dal set veicolato dagli alieni industriali e post-industriali. Questiultimi tendono ad essere molto più simili all’uomo, e veicolano rappresentazionisociali organiche molto più raffinate rispetto ai vari “mostri di periferia”dell’Occidente, i quali rimangono ancorati ad una rappresentazione dell’altro-da-sé che a) è molto diversa dalla rappresentazione di ciò che è normalmente“umano” , e b) è legata a contesti e a rappresentazioni in cui la tecnologia riveste

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ancora un ruolo di secondo piano.Il chupacabras è differente in tutto dal contadino messicano che lo vede,

pur conservando tratti vagamente umanoidi che servono a distinguerlo da un ani-male vero e proprio, e rimane in fondo esterno al contadino che lo ‘vede’. Nellasocietà postmoderna invece è l’identità stessa che viene messa in discussione: e daframmenti impazziti di questa identità nascono gli alieni “mostruosi” in bruttez-za (Grigi) o in bellezza (Nordici). Lungi da noi l’idea di voler ridurre gli alieni asemplici proiezioni del sé: ma la proiezione del sé è molto probabilmente il primoseme da cui l’alieno nasce.

La totale “diversità” del chupacabras rispetto alla razza umana è ancheun’affermazione della propria umanità, ma tale “diversità” non può più essereconcepita nel momento in cui va perso il concetto stesso di un’umanità monoliti-ca cui appartenere.

Quanto al punto b, basti notare a titolo di esempio che, laddove il chu-pacabras ha i poteri di un camaleonte, il Grigio ha occhi che sembrano neppuretanto vagamente oblò di una nave spaziale. Senza cadere nella sterilità del ridu-zionismo, possiamo affermare che fin nelle proprie caratteristiche corporee l’unoè legato alla natura, l’altro alla tecnologia.

A questo punto non possiamo evitare l’analisi in profondità delle due rap-presentazioni corporee prevalenti e esemplari, il Grigio e il Nordico.

I Grigi

1. Abbiamo già raccontato cosa accadde nella notte tra il 19 e il 20 settembre1961, quando Betty e Barney Hill ebbero un curioso episodio di missing time.Qualche tempo dopo, a causa di incubi e problemi di natura psicosomatica, sisottoposero a ipnosi regressiva; l’ipnologo che li aveva in cura, il dottor BenjaminSimon, raccolse così la testimonianza di quello che a parere di molti è il primocaso di rapimento alieno.

Il rapimento e il successivo contatto con l’ET, ricostruiti grazie a ipnosiregressiva (da molti ritenuta, sbagliando, una prova definitiva della realtà fisicadel fenomeno) diventeranno, specialmente dagli anni ’70 in poi, cavalli di batta-glia dell’ufologia. E al tema del rapimento è collegata la figura del Grigio, l’alie-no “rapitore”, l’alieno per eccellenza degli anni 90.

Non possiamo dilungarci sul fenomeno delle abduction, che mette ingioco una lunga serie di elementi psichici, sociali e, a volte, patologici. Basti direche nell’ abduction risulta particolarmente evidente quella "ossessione organica"di cui parlavamo all’inizio del lavoro.

Il rapimento è a scopi invariabilmente scientifici, anche se si tratta di unascienza che non possiamo sperare di conoscere né capire, una scienza che è a tuttigli effetti magia. In questo senso non sembra azzardato accostare l’abductionall’antichissimo tema del rapimento da parte di creature fatate (dèi, elfi, orchi,streghe) che intervenivano sulla vittima con incanti e manipolazioni,. Se teniamoconto che nel nostro secolo c’è stato un fortissimo spostamento semantico dellamagia dal campo del misticismo a quello della scienza, sembra ancor meno azzar-dato affermare che gli alieni, insondabili custodi di una scienza assoluta, sono

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moderne creature fatate, forse addirittura moderni dèi. Le differenze tra i due sistemi mitologici sono però molte. Il “rapimento

fatato” presupponeva sempre un forte grado di malizia da parte del rapitore,malizia che non sembra esser presente nei Grigi. In loro è ravvisabile soltanto unaagghiacciante freddezza: hanno l’atteggiamento dell’entomologo, che non esita afar soffrire un insetto per studiarne le caratteristiche. Ancora una volta il mitoevolve con la trasformazione delle rappresentazioni dell’identità: se un tempopoteva esistere un terribile altro-da-sé cattivo che si accaniva contro un eroe‘buono’ in cui ritrovare se stessi, oggi i confini sono più sfumati. Esiste sì un altro-da-sé, ma è inquietantemente simile al “sé”, non è cattivo ma solo infinitamentesuperiore. Ponendosi per definizione al di fuori dei codici morali socialmente dif-fusi, il Grigio (ma il discorso vale anche per altri tipi di alieno) addita i limiti diquei codici e la loro frantumazione, e li rende visibili, riassumendoli in una formaorganica più o meno univoca.

Questa forma organica presenta caratteristiche costanti. Il Grigio ha colo-re grigio cenere (o marrone scuro), non ha alcun tipo di peli, una fessura al postodella bocca, naso piccolo e orecchie, quando ci sono, poco visibili, occhi grandi amandorla (dei veri e propri ovali), ricoperti spesso da una sorta di lenti nere; ledita sono spesso quattro (ma possono arrivare a sei) e sono lunghissime, l’altezzaè attorno al metro e venti (mai superiore al metro e sessanta), le braccia sono lun-ghe fino alle ginocchia e sottili, le gambe sono abbastanza normali, il tronco dimedie dimensioni, il collo è esile e crea stupore il fatto che riesca a mantenere l’e-norme testa. Non hanno sangue, ma un fluido di natura ignota. Sono spesso nudie asessuati. La pelle, che in alcune varianti primitive del Grigio poteva essererugosa, è liscia nella rappresentazione oggi più diffusa,.

Se i dettagli possono variare, la gestalt del Grigio resta praticamente iden-tica in ogni avvistamento: come la descrizione conferma, essa garantisce un certolivello di alterità, non abbastanza però da creare un qualcosa di totalmente ’altro’.E’ interessante notare che spesso la tematica del Grigio si accompagna a quelladella mutazione. C’è chi afferma che i Grigi non siano alieni ma esseri umanimutati a seguito di cause naturali o esperimenti genetici: dunque è esplicitamen-te concessa loro una notevole quantità di umanità, tanto che si arriva ad ipotizza-re che siano umani a (quasi) tutti gli effetti.

Il set di rappresentazioni che questo corpo umanoide veicola attiene pro-babilmente all’intersecarsi di due sfere: crisi (sociale ed individuale), ed evoluzio-ne scientifica/tecnologica.

Dell’aspetto della crisi ci siamo già occupati: essa nasce dalle tensioniorganiche accumulate in seguito al tentativo di rimozione sociale dell’organicità,dal frantumarsi dell’identità, dalla visibile incapacità dei vecchi paradigmi a spie-gare le nuove situazioni.

L’aspetto dell’evoluzione tecnologica attiene invece all’aumento esponen-ziale di knowledge gap che ci colpisce tutti. Nuovi strumenti high-tech e nuovimedia entrano in modo invasivo e continuo nelle case, nelle menti e nei corpi dibacini d’utenza sempre più vasti. Contemporaneamente, il funzionamento di que-sti strumenti diviene più complesso, incomprensibile (e dunque minaccioso) pergli stessi utenti. Così, se in fin dei conti il frigorifero è un qualcosa che "crea ilfreddo", come accettare il computer, un elettrodomestico che crea il nulla e lo tra-

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smette ad altri? Se già la televisione era vista con forte sospetto, come accettareun medium come Internet, che dà un feedback comunicativo immediato e poten-zialmente pericoloso, fuorviante? Il telefono cellulare, così piccolo, utile e strano,non produrrà forse dei danni tremendi grazie ad onde invisibili?

Gli stessi paradigmi classici del processo di socializzazione vengono messiin discussione. Il bambino che ha in alcuni campi competenze testuali notevol-mente superiori a quelle dei suoi genitori minaccia modalità millenarie di trasmis-sione del sapere creando sgomento, preoccupazione, paura.

Già all’epoca degli studi di Pereira il 62% degli IR3 analizzati presenta-va un alieno più basso della norma, contro l’appena 15,5% di casi di alieni parti-colarmente alti (oltre 1.85). Molto probabilmente non è un caso che i Grigi abbia-no alcune caratteristiche tipiche dell’iconografia classica del bambino: bassa sta-tura, occhi grandi, testa grande, spesso ventre gonfio, proporzioni corporee fuoriscala. Il tema del “bambino minaccioso” non è certo nuovo, essendo sempre statoil bambino un potenziale pericolo per la società, un "pezzo di carne" la cui alte-rità va eliminata al più presto attraverso i processi di socializzazione. Ma se già ilbambino era "pericoloso" quando il paradigma della socializzazione aveva unastruttura rigidamente verticale (adulto-bambino) che poneva l’adulto in posizio-ne di netta superiorità, tanto più sarà pericoloso oggi, dopo che tale netta supe-riorità è caduta e il paradigma è diventato talmente elastico da permettere “bolledi superiorità” al bambino stesso.

E forse è proprio perché tali bolle di superiorità sono attinenti soprattut-to al campo della tecnologia e dei media vecchi e nuovi che i Grigi, misteriosisacerdoti di tecnologie ignote, assumono l’aspetto di bambini mostruosi.

2. Sono molti gli elementi organici che ricollegano i Grigi alla tecnologia da unaparte e alla rimozione sociale del corpo dall’altra. Esteticamente, questi alienisembrano delle filiazioni umanoidi di apparecchiature esotiche: la loro pelle, iloro occhi, le loro dita, il loro freddissimo comportamento, l’essere totalmenteglabri, la loro nudità asessuata… tutto fa pensare alla macchina, all’acciaio lucen-te e al vetro delle metropoli. Ma fa pensare anche al raggiungimento di quell’ano-dino corpo-istituzione risultante dalla progressiva rimozione di sfere sempre piùampie di organicità: sembrano quasi uomini del futuro che attraverso un dupliceprocesso - mediatico e tecnologico - si sono resi in tutto simili alla macchina. Ilcontrario delle previsioni della fantascienza classica alla Isaac Asimov, che raccon-tava mondi in cui le macchine sarebbero divenute simili all’uomo.

Questo continuo ritorno di un’alterità ben lungi dall’essere totale ci portaa un’altra ossessione organica presente in alcune correnti ufologiche, quella del-l’ibrido umano-alieno. I Grigi tendono a creare questi ibridi (a scopo di ricerca,per migliorare la propria razza, etc.) in laboratorio: rapiscono le donne, le insemi-nano artificialmente, e poi estraggono il bambino. Altre razze aliene invece prefe-riscono approcci più diretti, ed hanno lunghi e molto soddisfacenti amplessi conle rapite.

A parte l’evidente ritorno del bambino minaccioso nella figura del fetoalieno portato in grembo, è utile notare che in questi episodi (ne esiste una vastacasistica) ricorre sempre un rapporto estremo con il corpo, proprio ed alieno. Glialieni inseminano, manipolano, esplorano i più intimi orifizi, regalano estatiche

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esperienze sessuali. E se i Grigi sono tanto simili all’uomo quanto abbiamo detto,non ci sarà problema nel creare ibridi che hanno caratteristiche dell’una e dell’al-tra razza, ibridi che danno forma corporea ancor più chiara a quelle paure e aquelle ossessioni già veicolate dai loro ’padri’. E’ una vera e propria esplosioneorganica, il violento irrompere sulla scena di un rimosso sociale che si vorrebbemorto per sempre, ma che è invece sempre in agguato.

Un ulteriore legame tra Grigi e rappresentazioni sociali di natura tecno-logica da una parte e organica dall’altra, viene rivelato dal mito dell’impiantotecno-organico. Si tratta di misteriosi chip che vengono inseriti sotto la cute deirapiti per motivi non sono chiari. Secondo alcuni servono a trasmettere dei datiagli alieni, secondo altri a rilasciare particolari endorfine, o a monitorare alcunefunzioni organiche… Una tecnologia ‘altra’ minaccia il proprio corpo dall’inter-no, per opera di misteriosi alieni che della tecnologia sono padroni e dispensato-ri.

Un’ultima considerazione a tal proposito è doverosa: uno dei più diffusimiti ufologici vuole che gran parte delle tecnologie del XX secolo siano di natu-ra aliena. Forno a microonde e Stealth, Pentium e bomba H, sarebbero altrettan-ti doni dei Grigi a governi o società segrete sovranazionali che, in gran segreto,mantengono con essi patti di collaborazione e scambio, a svantaggio della razzaumana nel suo complesso. È in questo caso particolarmente evidente la funzionemagica di sacerdoti della scienza che viene unanimemente riconosciuta ai Grigi.

3. Le teorie finora esposte hanno un certo fascino e, immaginiamo, una certaefficacia. Tuttavia non bisogna mai dimenticare che spesso quando si parla di alie-ni (e di Grigi soprattutto), non si parla di vaghi corpi sociali ma, più precisamen-te, di corpi mediatici: in questo senso i Grigi sono veri almeno quanto AlessiaMarcuzzi e Brad Pitt. È ormai dato acquisito che ciò che l’audience percepisce econosce del divo non è la sua persona ma il suo personaggio; non il suo corpo fisi-co, ma un simulacro che ‘sta per’ il suo corpo fisico e un sistema di rappresenta-zioni ad esso legate (per esempio, la madre/amante solare e simpatica nel caso diAlessia Marcuzzi).

Ora, essendo il corpo del Grigio massicciamente presente in ogni media(di recente, poi, ha conosciuto particolare fama e diffusione grazie alla serie tele-visiva "X-Files"), ed essendo a sua volta un simulacro che "sta per" altri corpi edaltre rappresentazioni, non si può che affermare che è un corpo vero a tutti glieffetti. E se Alessia Marcuzzi, o chi per lei, ha creato il suo corpo mediatico a par-tire dal suo corpo fisico, non è detto che il Grigio non possa crearsi un corpo fisi-co a partire dal corpo mediatico.

Probabilmente è questo il fenomeno alla base di gran parte degli avvista-menti: dopotutto, se i mass media veicolano Alessia Marcuzzi e i Grigi, e se èimprobabile ma possibile incontrare Alessia Marcuzzi, allora sarà possibile, anchese improbabile, essere rapiti da un Grigio. Il motivo di successo della rappresen-tazione del Grigio invece che di un’altra delle molteplici rappresentazioni fisichedell’alieno, deriva proprio dai caratteri e dalle capacità rappresentative finoraanalizzate.

Nel calderone della società e dei media tutto si fonde e nascono nuovicorpi e nuove magie.

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4. Summa dei motivi principali che convergono nel Grigio (ossessione organica,rapporto problematico con la scienza, corpo meditico e corpo reale) è il cosiddet-to Santilli Footage. Si tratta di un filmato lungo circa venti minuti in cui sonoripresi vari momenti di un’autopsia su un alieno che sarebbe precipitato aRoswell, nel New Mexico (ricordate Walter Haut e il suo comunicato?). A quan-to si capisce da un orologio su un muro, l’autopsia dura circa un’ora e un quarto.Il Grigio del filmato risponde a quasi tutti i canoni del Grigio classico: alto circa1.20, sei dita (e non quattro), macrocefalo, occhi ricoperti da una membrana nera,ecc. Se consideriamo che la diffusione del filmato è datata 1995, e se teniamoconto dell’enorme scalpore suscitato tra ufologi e non (in Italia è stato trasmessonello stesso anno dalla trasmissione “Misteri”), è legittimo sospettare che la rap-presentazione recente del Grigio sia molto in debito con questi venti minuti diautopsia.

Il corpo ha una brutta ferita alla gamba destra già prima che l’autopsiacominci; è sdraiato in una posizione che ricorda l’iconografia classica del Cristomorto, con le palme all’insù, la piccola bocca aperta, le gambe leggermente diva-ricate, l’espressione melodrammatica.

Durante l’analisi il corpo viene squarciato, il cranio segato in due parti.Gli organi dell’alieno, disgustosi e non umani, irrompono sulla scena con violen-za. L’alterità è evidente nel cervello e in ogni altro organo, del tutto dissimili daqualunque organo umano. Per una volta, quella che abbiamo definito ossessioneorganica ha una rappresentazione esplicita e compiuta, ed è una rappresentazio-ne legata a misteriosi scienziati che studiano un corpo distruggendolo allo stessotempo. Scienza e corpi, paure e ossessioni, folklore e ruolo dei media: tutti gli ele-menti fin qui visti sono sintetizzati in modo estremamente proficuo da questobreve filmato.

I Nordici

1. Nel 1952 l’Aeronautica militare americana investigherà su ben 1501 casi diavvistamento di UFO, una delle più grosse ondate (“wave” o “flap”) della storia:nello stesso anno si ha il primo caso registrato di “contattismo”, ossia di essereumano contattato da entità aliene a scopi salvifici e mistici. Si tratta dell’incontrotra Adamski e Orthon. Il contatto fu telepatico e l’alieno era un venusiano bion-do, alto e con gli occhi azzurri: il colloquio verté su questioni di forte attualità,come gli esperimenti nucleari e i rischi ad essi legati. Orthon fu solo il primo diuna lunga serie di entità extraterrestri che avrebbero contattato Adamski. Tuttele entità avevano nomi strani ed esotici come Firkon, Ramu, Kalma…ed eranolatrici di messaggi importantissimi per il futuro dell’umanità, messaggi intrisi difilosofia a buon mercato ed ovvio pacifismo.

Negli anni ’50, Adamski fu per molti un mito e una fonte d’ispirazione.Attorno alla sua figura si creò uno stuolo di accoliti e imitatori, i suoi libri furonotradotti in tutto il mondo, nacquero su di lui le leggende più disparate (si narraanche di un colloquio col Papa).

Gli alieni che lo avevano contattato erano molto diversi dalla rappresen-

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tazione dell’alieno all’epoca maggiormente veicolata dai media. La fantascienzaanni ’50, come tutte le forme d’arte essenzialmente popolare, rifletteva in modoquasi didascalico il pesante disagio sociale e politico della guerra fredda. InOccidente gli alieni erano una sorta di comunisti spaziali: da abbattere ad ognicosto, sicuramente cattivi e sicuramente perniciosi. Per dare un’idea, basti ricor-dare che è del 1953 “La Guerra dei mondi”, film su una guerra tra alieni e terre-stri tratto da un romanzo di H.G.Wells del 1897.

Gli alieni di Adamski erano invece non solo buoni, ma addirittura mes-sianici: individuavano problemi e fornivano le soluzioni, invitavano alla coopera-zione mondiale, ecc. E i loro corpi erano corpi splendidi, forti, puri e affascinan-ti, corpi da sognare e corpi cui ambire. Corpi umani ma troppo perfetti per nonessere semidivini.

2. Questi corpi semidivini percorreranno varie correnti di ufologia cultista fino aigiorni nostri. Se i messaggi di Adamski erano essenzialmente di natura laica, conl’evoluzione del fenomeno del contattismo ci sarà un netto spostamento versoforme di misticismo sempre meno velato, fino a giungere alla nascita di vere eproprie sette e comuni para-religiose.

Anche la forma del contatto si evolverà verso derive sempre più esoteri-che: telepatia a distanza, tavolette oui-ja ecc. sostituiranno in molti casi l’incontrovis-à-vis. I pianeti di provenienza, man mano che verrà dimostrata l’inabitabilitàdi quelli del nostro pianeta solare, si faranno via via più lontani dalla Terra. C’èda dire che, dopo il caso Adamski, le correnti cultiste non hanno più conosciutoun vasto consenso nelle masse di non-ufologi, consenso che esse riservano soltan-to all’ufologia scientifica estrema. A parte la minore “scientificità” delle modalità di contatto, inaccettabile per l’uo-mo moderno (che ama riconoscersi un’attitudine scientifica), il corpo delNordico, bello e impossibile, non riesce ad essere né un buono schermo proietti-vo né una rappresentazione abbastanza elastica da veicolare significati nuovi manmano che muta la società.

Non è un caso che questo corpo (in genere alto o altissimo, biondo, occhiazzurri, pelle chiara, portamento regale) sia legato molto più alle correnti New-Age che all’ufologia in senso stretto. Esso è stato più volte avvicinato all’Angelo enegli ambienti cultisti è ormai quasi un dato scontato che gli angeli della Bibbiaaltro non siano che alieni in visita alla Terra con scopi paternalistici. In questosenso vengono rilette le Scritture, ebraiche e non: i “dieci comandamenti” furo-no incisi col laser, Mosè era un contattista, Maometto anche, ecc. Ci sono statipersino casi di avvistamenti in cui il Nordico aveva due grandi ali angeliche.

Il set di rappresentazioni che il Nordico veicola è un confuso incontro diinquietudini spirituali, istanze religiose e ambizioni inespresse, presumibilmentefiglie della profonda crisi di valori che ha caratterizzato la seconda metà del seco-lo. In piena guerra fredda, gli alieni di Adamski erano un simbolo di ottimismo efiducia nel futuro, quella possibilità di vivere in un mondo perfetto che sembra-va negata per sempre dal rischio nucleare. Nel momento in cui questo rischiosfumò e i blocchi si sfaldarono, le masse dovettero ripensare rapidamente sé stes-si e le proprie identità. Non c’erano più Est e Ovest, non c’era più un ’altro’ ter-restre da usare per definire, per contrasto, se stessi: solo una grigia umanità senza

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differenze. In questo panorama un alieno del tutto simile all’uomo non aveva piùragione di esistere: serviva un ‘altro’ cui rapportarsi, non un padre rassicurante.Serviva un Grigio, per esempio.

3. Pur mancando loro una larga base a livello di massa, i contattisti godono dienorme credito tra i cultisti che li seguono. Se la comunità ufologica classica èlacerata da contrasti e litigi (tra ufologi scientifici ed ufologi scientifici estremi, traufologi radicali e tutti gli altri ecc.), quella cultista è dominata da una sostanzialeomogeneità di temi e vedute. A nostro parere si tratta di una forma di ufologiache non può neppure esser definita tale. I caratteri che presenta e le istanze cheavanza sono molto più tipici delle sette esoteriche e dei gruppi new age piuttostoche degli appassionati/studiosi di ET.

Non solo: nel cultismo è fin troppo spesso ravvisabile una malizia difondo da parte dei suoi leader carismatici che è molto meno presente negli ufolo-gi di grido. L’ufologo presenterà una fotografia magari sfocata e forse falsa, maprobabilmente scattata in buona fede; il contattista non ha scrupoli nel fotografa-re modellini e aspirapolvere (come nel caso di Adamski), spacciandoli per auten-tiche navicelle aliene. È ovvio che non si può fare una categorizzazione ufologibuoni/contattisti cattivi, anche perché approfittatori e true believers esistono dauna parte e dall’altra: e, d’altro canto, produrre prove false non significa necessa-riamente non credere a ciò che si racconta. Tuttavia è quantomeno interessantenotare che gli ufologi ricchi non sono molti, i contattisti ricchi sì.

Un caso esemplare è quello di Eduard ‘Billy’ Meier, contattista di Zurigo.Il 28 gennaio 1975 incontra in un bosco Semjase, bellissima cosmonauta pleiadia-na che l’aveva condotto in quel punto tramite telepatia. Come per Adamski, ilprimo incontro sarà seguito da moltissimi altri con le creature aliene più dispara-te, tutte inevitabilmente saggissime e bellissime.

Nei contatti tra Meier e le cosmonaute, l’elemento sessuale è fortementepresente. L’incontro con una donna stupenda e fatata di notte in bosco è elemen-to folklorico molto comune. La descrizione fisica di tali cosmonaute era perfetta-mente aderente ai migliori canoni di bellezza dell’epoca: al punto che una fotospacciata da Meier per autentica, che avrebbe dovuto rappresentare tre astronau-te, era stata scattata in realtà a tre note soubrettes svedesi di una trasmissione tele-visiva dell’epoca.

Billy Meier ha messo in giro numerose foto ad alieni, astronavi, buchinegli alberi causati da pistole laser… tutte ‘prove’ palesemente raccolte in cattivafede, ma che hanno contribuito in modo rilevante al credito di cui la sua storiagode. Billy Meier vive oggi in un’enorme tenuta in cui ha costituito una comuneche si occupa di produrre gadget e accogliere visitatori. Per poterlo vedere inpersona bisogna superare una serie di permessi, pagare 50 dollari o fornire dellavoro gratuito nella comune. Parlare con un seguace di Meier è un’esperienzaestremamente istruttiva, visto il totale entusiasmo e la venerazione che questi indi-vidui sembrano avere nei suoi confronti.

4. Le differenze sostanziali tra il corpo del Grigio e quello del Nordico, e tra isistemi rappresentativi che essi veicolano, dovrebbero a questo punto essere evi-denti. Tra l’altro, anche la loro genesi è molto diversa: nel caso del Grigio, si è

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avuta una lenta sedimentazione popolare di un mito nuovo culminata nell’alienoanni ’90, nel caso del Nordico vi è una semplice riproposta di miti antichissimi,aggiornati perché oramai ampiamente ’superati’ nelle loro forme canoniche.Mentre il primo è una rappresentazione tecnologica, il secondo è prima di tuttouna rappresentazione mistica. Gesù Cristo era un Pleiadiano, Abramo unAdamski ante litteram, Billy Meier è il tredicesimo apostolo…. La tecnologia,sempre presente nei casi di contattismo, è un mezzo per aggiornare il mito, nonun mattone fondamentale del mito stesso. E la crisi rappresentata è prima crisidello spirito che del corpo, per quanto una distinzione del genere potrebbe averepoco significato.

Conclusioni

Spesso, quando si tirano le somme, si dice che “la ricerca potrebbe con-tinuare a lungo”. Ciò è vero anche in questo caso. Ho volutamente evitato di par-lare di innumerevoli corpi alieni, dagli insettoidi ai rettiliani, dai vecchi ominiverdi alle apparizioni nuvoliformi, dai robottini agli esseri scafandrati. In effettisarebbero analisi meno interessanti, perché si tratta di rappresentazioni meno dif-fuse e, probabilmente, meno pregnanti da un punto di vista simbolico.

Ho anche tralasciato una dettagliata analisi del corpo alieno nella fiction,analisi che potrebbe essere molto utile per comprendere le percezioni di alieni“reali”.

La scarsità di alcuni dati statistici dà a tutta la trattazione ampi margini diapprofondimento. Questo lavoro va dunque considerato come uno spunto peruna ricerca tuttora in fieri, non come un’analisi esauriente.

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