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IL CONTRIBUTO ITALIANO ALLA STORIA DEL PENSIERO OTTAVA APPENDICE

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IL CONTRIBUTO ITALIANOALLA STORIA DEL PENSIERO

OTTAVA APPENDICE

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IL CONTRIBUTO ITALIANOALLA STORIA DEL PENSIERO

OTTAVA APPENDICE

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StampaABRAMO PRINTING S.p.A.

Catanzaro

Printed in Italy

©PROPRIETÀ ARTISTICA E LETTERARIA RISERVATA

ISTITUTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANAFONDATA DA GIOVANNI TRECCANI S.p.A.

2012

ISBN 978-88-12-00089-0

© by SIAE, 2012, per Louise Bourgeois

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ISTITUTO DELLA

ENCICLOPEDIA ITALIANAFONDATA DA GIOVANNI TRECCANI

PRESIDENTEGIULIANO AMATO

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

LUIGI ABETE, FRANCOROSARIO BRESCIA, PIERLUIGI CIOCCA,MARCELLODECECCO,FERRUCCIOFERRANTI, PAOLOGARIMBERTI,GIULIOGHETTI, FABRIZIOGIANNI,LUIGIGUIDOBONO CAVALCHINI GAROFOLI, MARIO ROMANO NEGRI, GIOVANNI PUGLISI,

GIUSEPPE VACCA

AMMINISTRATORE DELEGATOFRANCESCO TATÒ

COMITATO D’ONOREFRANCESCO PAOLO CASAVOLA, CARLO AZEGLIO CIAMPI, GIOVANNI CONSO, RITA

LEVI-MONTALCINI

CONSIGLIO SCIENTIFICOENRICO ALLEVA, GIROLAMO ARNALDI, LINA BOLZONI, GEMMA CALAMANDREI,LUCIANO CANFORA, MICHELE CILIBERTO, JUAN CARLOS DE MARTIN, EMMAFATTORINI, DOMENICO FISICHELLA, EMMA GIAMMATTEI, PAOLO GUERRIERI,ELISABETH KIEVEN, ALBERTOMELLONI, GIORGIO PARISI, GIANFRANCO PASQUINO,LUCA SERIANNI, SALVATORE SETTIS, PIERGIORGIO STRATA, GIANNI TONIOLO,

GIOVANNA ZINCONE

COLLEGIO SINDACALEGIANFRANCO GRAZIADEI, Presidente; MARIO PERRONE, GIANCARLO MUCI

MAURO OREFICE, Delegato della Corte dei Conti

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IL CONTRIBUTO ITALIANOALLA STORIA DEL PENSIERO

FILOSOFIA

Direttore scientificoMICHELE CILIBERTO

Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento

Coordinatore di produzioneMonica Trecca

RedazioneFrancesca Di Dio, Laura Fedi, Elisabetta Scapparone

(Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento)RiccardoMartelli, Daniela Angelucci, Lulli Bertini, Cecilia Causin, Sara Esposito

ImpaginazioneMarina Milano

Segretaria di redazioneAngela Damiani

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ATTIVITÀ TECNICO-ARTISTICHE E DI PRODUZIONE

Art DirectorGerardo Casale

Progetto graficoGiuseppe De Gregori

Ricerca iconograficaDaniele Piselli; Fabrizia Dal Falco

Grafica-ImpaginazioneGiuseppe De Gregori (controllo);

Rosmunda Di Salvo (impaginazione tavole fuori testo)

Produzione industrialeGerardo Casale; Laura Ajello, Antonella Baldini, Graziella Campus

SegreteriaCarla Proietti Checchi, Aurora Corvesi

DIREZIONE EDITORIALE

Pianificazione editoriale e budgetMaria Sanguigni; Mirella Ajello, Alessia Pagnano, Cecilia Rucci

Controllo qualitàRosalba Lanza; Simonetta Paoluzzi

SegreteriaAlessandra Sacchetti, Maria Stella Tumiatti

Direttore editorialeMASSIMO BRAY

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La realizzazione del progetto che prende oggi l’avvìo si radica nella storia della Treccanie della sua principale e ormai classica opera, l’Enciclopedia Italiana di Scienze,Lettere ed Arti,e connette tale storia alla comprensione del tempo presente, fra crisi internazionale erinnovato patto nazionale, a 150 anni dalla costituzione di questo.

Il progetto Treccani più antico si snoda tra l’alba del Novecento e il 1925, data difondazione dell’Istituto Treccani, sotto la guida scientifica di Giovanni Gentile. L’istanzapostrisorgimentale di dotare il nuovo Stato, che si vuole espressione di nuova coscienza enuova cultura, di strumenti di elevata informazione generale circa i saperi umani, e dieducazione nella loro storicità, appare corroborata dallo straordinario dinamismo culturaleitaliano dei primi decenni del 20° secolo, profondamente intrecciato con i dibattiti europei.L’Enciclopedia è il luogo e l’opera in cui questi diversi fili, nazionalità come cultura elarga apertura internazionale, convergono, in un tempo, però, che lascia segni drammatici,di dura competizione ideologica e politica fra le nazioni e gli Stati, in primo luogo europei.In quegli anni – sullo sfondo della estensione della democrazia, ma anche della sua primagravissima crisi, attraversata e dilatata dalla Prima guerra mondiale – in Italia si completal’edizione nazionale di Galileo, fioriscono grandi scuole di fisica e di matematica, e si fondail Consiglio Nazionale delle Ricerche; Grazia Deledda e Luigi Pirandello suggellano conil Nobel la loro notorietà mondiale, mentre con Guglielmo Marconi analogo ricono-scimento premia la scienza applicata; la battaglia degli irrazionalismi e delle ‘crisi’ delsapere si conclude con un primo trionfo di pur contrapposte filosofie neoidealistiche– Croce e Gentile –, che si presentano o si percepiscono anche come modelli di concezionipratiche, ma con apertura a istanze teoriche le più diverse, rielaborate dalla discussioneinternazionale. La Treccani di allora, cresciuta come poté durante il fascismo, assolse alduplice compito di rappresentare in sintesi nuova e aggiornata il sapere mondiale, e dipostulare il ruolo in esso esercitato ed esercitabile da una nazione linguistica, artistica eculturale, diventata Stato.

Gran parte del catalogo Treccani dei decenni postfascisti fu alimentata da opereconcepite prima della Seconda guerra mondiale, o che onoravano o aggiornavano impegniassunti nella prospettiva di quel periodo. Ametà degli anni Sessanta, in una fase nuova dellademocrazia italiana e della storia europea, il disegno della Enciclopedia del Novecento –pubblicata tra il 1975 e il 1984, con ampio concorso di intellettuali di altre parti del mondo– rappresentò una svolta. Il secolo era ancora di qua della sua conclusione e dei suoi motiviapocalittici (fine del comunismo, fine del bipolarismo, fine della storia), ma si avvertival’esigenza di registrare per scelte critiche e non più solo attraverso compilazioni d’aggior-namento i mutamenti verificatisi negli ultimi decenni; mentre l’impresa della biografianazionale, integrata all’edificazione di una enciclopedia ‘italiana’, compiva i primi passi.

PRESENTAZIONE

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La fine vera del 20° secolo e l’inizio del nuovo furono segnati, ancora una volta, dallosviluppo delle due direzioni: aggiornamento sistematico e selettivo scavo problematico, laPiccola Treccani e le ultime Appendici, eXXIsecolo. Mentre prodotti contermini, di impiantosistematico-disciplinare, offrivano slargamenti e approfondimenti di alto valore, in diver-se aree delle scienze, del diritto, della lingua e della civiltà letteraria, della storia.

Il 150° anniversario dell’Unità d’Italia non avrebbe dovuto ispirare e non ha ispirato,nell’Istituto, la promozione di un mero ‘riepilogo’ storico-celebrativo del camminocompiuto dall’Italia unitaria, o del catalogo dei prodotti del preteso ‘genio’ nazionale.Sarebbe stata operazione desueta e controproducente. Fermo restando che le originaliopere di riflessione storica sul Risorgimento e sulla religione degli italiani recentementepubblicate dall’Istituto, e la riproposta di intramontati classici della letteratura nazionalesono apparse e sono indispensabili, e non sono banale ‘repertorio del passato’, è apparsourgente tentare anche una nuova sintesi di campo lungo, per un lato sulla saldatura traquesti ultimi 150 anni e i secoli di elaborazione culturale che li hanno preceduti, per unaltro lato su altra saldatura: quella con un immediato presente e un prossimo futuro in cuile identità culturali del Paese si stratificano e si complicano.

Il titolo di questa nuova sintesi, Il contributo italiano alla storia del pensiero non generiequivoci. Non si tratta di una storia ‘nazionale’ o da un punto di vista ‘nazionale’, nel sensoarretrato del termine.Ma di una sintesi dei problemi e delle soluzioni che la comunicazionedell’Italia con il mondo su certi ambiti sociali e culturali ha, rispettivamente, avvertito eproposto. Si tratta del ‘passaggio’ o ‘transito’ in Italia, e attraverso l’Italia, e la sua cultura,che solo nell’ultimo secolo e mezzo è cultura di una nazione politicamente unificata, diquestioni e sfide che hanno riguardato anche altri popoli e altre culture.

L’articolazione immediata, in sei volumi, è quella dei saperi fondamentali e dei lorocontesti ‘pratici’: filosofia, pensiero economico, cultura giuridica, pensiero scientifico,tecnologia e industria, pensiero storico-politico. Questi concetti sono assunti pur nellaconsapevolezza dei continui sfaldamenti e delle persistenti crisi che essi hanno subìto, senon altro nell’ultimo secolo. Discipline ‘madri’ hanno prima contenuto, poi visto liberarsida tutele o gerarchie discipline via via affrancantesi. Le relazioni tra sfere diverse sono neltempo divenute più mobili. Inoltre, questa prima serie non esclude che si possa poiriflettere anche su estensioni ad altri campi: le arti, la letteratura, la poesia, dove forse laveduta ‘italiana’ è avvertita universalmente come caratteristica e spesso fondante, ma anchepiù banalmente universale, rispetto ai primi che abbiamo evocati e scelti.

Nel Paese che storicamente ha visto piantata in precisi istituti di lunga vita la visionedella ‘città di Dio’ e della sua preminenza orientante sulla ‘città dell’uomo’, molto forte,tipica, originale, diffusissima è stata l’interpretazione dei ‘saperi’ e delle ‘teorie’ comedotati di senso se rivolti alla costruzione o alla riforma della seconda delle due ‘città’,quella appunto dell’‘uomo’. Ovvia che possa sembrare questa considerazione per il diritto,l’economia, il pensiero politico, a non dire delle tecnologie, meno ovvia per la filosofia oper certe scienze, è di un’ovvietà solo apparente.

Quel che si vuol dire è che la tendenza all’astrattezza, all’impeccabilità formale, allaneutralità o autoreferenzialità delle opzioni teoriche, e alla venerazione di dottrine date edei loro corrispondenti assetti sociali o storici, è parsa spesso vivacemente contrastata, nelpassaggio in Italia di certe tematiche; e invertita nella direzione del pensiero come prassitrasformatrice, con radicamento nell’Umanesimo. Questo non è detto per ‘contrasto’rispetto ad altri percorsi di civiltà; è detto per la capacità che la cultura italiana ha spessodimostrato di avvertire questa esigenza, e di dare ad essa risposte importanti e vitali;scontrandosi, in molte congiunture, con realtà politiche o correnti sociali tendentipiuttosto alla conservazione, o alla mutuazione non originale.

Questi fondamentali saperi dell’uomo e per l’uomo sono qui visti per come son statiinterpretati in Italia, nel suo spazio aperto alla comunicazione universale, non dalla cultura

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italiana intesa come angusta nazionalità; e come saperi operanti per una trasformazionedell’umano in vista di equilibri nuovi, o di situazioni rovesciate. In questa prospettiva,quel che è avvenuto nello spazio culturale italiano non è il prodotto di un ‘genio’ locale,ma di uno speciale contesto di interpretazione di movimenti europei e universali, cheproduceva certe conclusioni e certi esiti, privilegiando certe tendenze e negandone altre.È la ‘selezione’ compiuta nello spazio italiano che interessa, il suo risultato, valido o sentitoo proposto come valido anche altrove e in altro momento, non la ‘nazionalità’ del selettore.

Se il terminus a quo delle trattazioni è stato fissato nella elaborazione e nella crisi degliuniversalismi medievali, e nella genitura della grande rottura umanistica, la distribuzionedella materia si è costituita nell’equilibrio fra esame di personalità storiche e ricostruzionedi scenari problematici. La trattazione biografica può essere intesa ed esercitata comeesemplificazione di correnti problematiche, e come agile strumento di integrata inter-rogazione. La ricerca del chi e quando si propone al lettore come ineludibile, allorché sipercorrono fenomeni complessi.

Quello che si vorrebbe ottenere, è uno sguardo lungo sulla relazione della cultura edella scienza fiorite in Italia con questi fenomeni universali; sguardo lungo che muove daun punto di partenza fissato in un’Europa che era ancora una, latina e cristiana, ma ineccezionale, per quanto non di rado aspro o turbolento, confronto con ebraismo e Islam,e con l’Oriente greco, e che giunge al momento nostro, quello di una nazione fra altre, checoncorrono a rifarsi Europa su basi nuove e in una fase storica non meno agitata; unanazione che rinnova la sua unità politica a soli 150 anni dal suo compimento, in un mondoin cui nazionalità e cultura nazionale devono trovare un senso inedito di declinazionedell’appartenenza e della responsabilità.

Giuliano AmatoPresidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana

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IL CONTRIBUTO ITALIANOALLA STORIA DEL PENSIERO

Filosofia

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xxvii IntroduzionediMichele Ciliberto

Dal Medioevo all’Umanesimo3 Medioevo plurale

diMichele Ciliberto

7 Gioacchino da Fioredi Gian Luca Potestà

La vitaStoria come concordia, storia come apocalisseMigrazione verso la libertà attraverso la servitùLa Trinità nella figura del salterio a dieci cordeTre ordini, tre statiLa decifrazione dei nomi divini in prospettivatrinitariaPropaganda apocalittica antislamicae dislocazione dell’Anticristo in OccidenteIl «grande sabato futuro»Il tramonto della gerarchia senescentee l’ascesa dei «fanciulli»OpereBibliografia

18 Bonaventura da Bagnoregiodi Gian Carlo Garfagnini

La vitaFilosofia e scientia ChristiPotestas dominandi e riflessione politicaOpereBibliografia

24 Tommaso d’Aquinodi Gian Carlo Garfagnini

La vitaAlle origini della riflessione politica e civile

La leggeLa giustiziaI concetti della politicaLa «scienza» della politicaOpereBibliografia

35 Egidio Romanodi Gian Carlo Garfagnini

La vitaCensura e riabilitazioneIl De regimine principum libri tresIl De renunciatione PapaeIl Sermo de potentia Domini Papaee il De ecclesiastica potestateOpereBibliografia

43 Dante Alighieridi Cesare Vasoli

La vitaIn esilioUna via di sapienza per le anime nobiliLe fonti dell’enciclopedia dantescaLaMonarchia«Filosofo minimo»OpereBibliografia

55 Marsilio da Padovadi Gregorio Piaia

La vitaIn difesa della pace: la strategiadi MarsilioIl ‘razionalismo’ marsilianoLa prospettiva ecclesiologico-politica

Indice generale

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La varia fortuna del Defensor pacisOpereBibliografia

64 Francesco Petrarcadi Domenico Ferraro

La vitaIncerti propositi politiciAll’ombra dei classiciIl valore e l’autonomia del lavorointellettualeIl tentativo rivoluzionario di Cola di RienzoMutatio vitaeGuardare il naufragio degli altriLa libertà del saggioOpereBibliografia

Il Rinascimento75 Rinascimento: oltre la costruzione

dei ‘moderni’diMichele Ciliberto

85 Coluccio Salutati e Leonardo Brunidi James Hankins

La vita di Coluccio SalutatiIl confronto con Petrarca e con i ‘classici’Il De tyrannoLa vita di Leonardo BruniL’umanesimo civile di BruniL’Historia florentini populiOpere di Coluccio SalutatiBibliografiaOpere di Leonardo BruniBibliografia

95 Leon Battista Albertidi Olivia Catanorchi

La vitaLa concezione dell’uomo e della vita associataDue visioni del cortigiano-consiglieredel principe: Momo e Piero AlbertiIl principe e l’iciarcoOpereBibliografia

104 Lorenzo Valladi Rita Pagnoni Sturlese

La vitaIl rinnovamento della moraleIl rinnovamento della vita religiosa

Il valore del linguaggio e la riformadel sapereLa falsa donazione di CostantinoOpereBibliografia

113 Marsilio Ficinodi Nicoletta Tirinnanzi

La vitaAlle radici della «civilis sapientia»: Prometeoe MercurioLa vicissitudine mondanaVirtù e fortunaEroi, bestie e tiranniOpereBibliografia

121 Giovanni Pico della Mirandoladi Nicoletta TirinnanziLa vitaLibertà dell’uomo, libertàdella filosofiaFilosofi e barbariCieli e camaleontiPrincipi e retoriLeggi, mutamenti, profezieOpereBibliografia

130 Girolamo Savonaroladi Gian Carlo GarfagniniLa vitaIl giudizio dei contemporaneiLa lezione di Tommaso d’AquinoLe forme della politicaIl buon governoPolitica e religioneOpereBibliografia

140 Leonardo da Vincidi Fabio Frosini - Carlo VecceLa vitaLa scritturaLa pittura come arte e scienzaIl tempoLe ‘potenze spirituali’ e il progettodi una scienza universaleL’«essere del nulla»Mistioni, accidenti, politicaGli scrittiOpereBibliografia

XVIII

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149 Pietro Pomponazzidi Vittoria Perrone Compagni

La vitaFilosofia e societàL’immortalitàI demoniIl fatoOpereBibliografia

158 Niccolò Machiavellidi Giulio Ferroni

La vitaUn pensiero in situazione: nel linguaggiodella tradizione politica fiorentinaLa forza della contraddizione: la «veritàeffettuale»La «fortuna» e la «natura» umanaPsicologia sociale: accecamentoe «malignità» umanaComportamenti umaniDesiderio e ambizioneUna politica dell’apparenzaIl costituirsi del «vivere civile»: l’istanzadell’origineI popoli «virtuosi»La religione«Ampliare» o «mantenere»: difficoltàe inconvenientiIl soggetto ordinatoreIl corpo politico: la minaccia della finee la politica come arte del rimedioOpereBibliografia

171 Francesco GuicciardinidiMatteo Palumbo

La vitaStoria e politicaUn modello di reggimentoIl valore della «discrezione»Il racconto della storiaOpereBibliografia

183 Simone Porziodi Eva Del Soldato

La vitaUn perfetto alessandristaAristotele e i teologi

Tra Erasmo e Juan de Valdés: i commential Pater nosterOpereBibliografia

189 Girolamo Cardanodi Guido Canziani

La vitaLa natura e la conoscenzaTra scienza e arte: la philosophia moralisLa prudenza civileOpereBibliografia

197 Bernardino Telesiodi Alessandro Ottaviani

La vitaPsicologia ed etica nel De rerum natura iuxtapropria principiaDalle prime controversie alla messa all’IndiceLe prime fasi della ricezione: il «gran Telesio,ch’uccide Aristotile»Telesio ‘il primo dei moderni’: da Bacona GenovesiOpereBibliografia

205 Francesco Patrizidi Elisabetta Scapparone

La vitaStoria, linguaggio, potere‘Cucire’ e ‘scucire’ Aristotele«Istituire quanto si può quell’anticaphilosophia»«Errar in filosofico humore»OpereBibliografia

213 Giovan Battista Della Portadi Saverio RicciLa vitaLa dignità nelle maniMago ‘scientifico’ o mago ‘venefico’?Ambiguità e civili ‘portenti’Apologie teatraliLinceo, ‘re mago’OpereBibliografia

221 Fausto Socini e i socinianidiMario BiagioniLa vita

XIX

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La dottrina antitrinitariaLa dottrina antimetafisica della redenzioneLa dottrina antimetafisica del peccatodi AdamoIl razionalismo problematicoIl cristiano e lo StatoIl dibattito sul rapporto tra il cristianoe lo Stato: Wolzogen e SzlichtyngStato di natura e religione naturalenel pensiero di PrzypkowskiIl problema della tolleranza da Przypkowskia CrellOpereBibliografia

230 Giovanni Boterodi Robertino Ghiringhelli

La vitaL’avvicinamento alla politica: il De regiasapientiaLo Stato come categoria principedella ragioneVerso una storia della civiltà e del territorioOpereBibliografia

237 Giordano BrunodiMichele Ciliberto

La vitaPersonalità e carattereBiografia e filosofiaL’infinitoIl pensiero politicoIl processo e la morte sul rogoOpereBibliografia

250 Cesare CremoninidiMarco Forlivesi

La vitaIl rapporto con la scienzaLa concezione della filosofiaUn maestro di libertà civileOpereBibliografia

258 Paolo Sarpidi Corrado Pin

La vitaSarpi privato e Sarpi pubblicoFilosofia, Stato, religione: cibo e medicinedell’uomo

«Dio altissimo» e «uomo miserrimo»:i Pensieri sulla religioneLa svolta del 1606: il Sarpi dell’interdetto«Suo officio era servire e non vivere»:il consultoreOpereBibliografia

268 Tommaso Campanelladi Germana Ernst

La vita«Telesio, il telo della tua faretra»«Il mondo è un animal grande e perfetto»Filosofia della natura e nuova scienzaLa virtù fra spiritus e mensUnità cristiana e monarchia universale«Idea di repubblica filosofica»La Francia come nuova potenza egemoneOpereBibliografia

277 Giulio Cesare Vaninidi Francesco Paolo Raimondi

La vitaL’ateismo vaniniano tra criticadella tradizione e impegno civileConoscenza umana e conoscenza divina:l’impianto antimetafisicoLa politica e lo smascheramento del potere:l’etica laicizzataOpereBibliografia

Dal Rinascimento all’Illuminismo287 ‘Aurora’ rinascimentale, ‘sole’

illuministicodiMichele Ciliberto

293 Galileo GalileidiMariano Giaquinta

La vitaSacre Scritture, aristotelici e scienzaLe reazioni alla condanna di GalileiFortuna (e sfortuna) di Galilei nell’Italia unitaLa revisione del processoOpereBibliografia

303 Paolo Mattia Doriadi Giulia Belgioioso

La vita

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L’amicizia con Nicolò Caravita e le lezionipalatineLa vita civile e l’educazione del principePolitica ‘mercantile’ e Idea di una perfettarepubblicaIl ritorno a EuclideIl ritorno a PlatoneOpereBibliografia

313 Giambattista Vicodi Andrea Battistini

La vitaLa pedagogia civile delle orazioni inauguraliUn’idea di scienza anticartesiana:il De antiquissima Italorum sapientiaLa biografia di un guerrieroUna prima sintesi di «filosofia» e «filologia»:il Diritto universaleLe scoperte antropologiche della ScienzanuovaOpereBibliografia

324 Pietro Giannonedi Giuseppe Ricuperati

La vitaOpere e pensiero: un doloroso percorsoeuropeoIl TriregnoLe opere del carcereOpereBibliografia

331 Antonio Genovesidi Saverio Ricci

La vitaUn prete italianoFilosofia moderna e philosophandi libertasTra scandalo teologico e scandalomassonicoLo «sbalzo»Civiltà e felicitàUna lezione non per la sola ItaliaContro il «cuoio della grande bestia», versola «chrisi»OpereBibliografia

341 Pietro e Alessandro Verridi Carlo Capra

La vita

Pietro Verri scrittoreAlessandro Verri scrittoreOpereBibliografia

350 Cesare Beccariadi Philippe Audegean

La vitaContratto e compromessoPassioni e libertàL’idea di utilitàIl principio di legalitàI minori mali possibiliFelicità privataFelicità pubblicaPolitica e cultura giuridicaOpereBibliografia

360 Francesco Mario Paganodi Carla De Pascale

La vitaTra filosofia e giurisprudenzaI Saggi politiciIl ‘radicalismo giuridico’OpereBibliografia

366 Gaetano Filangieridi Saverio Ricci

La vitaFilandro e l’uomo della ProvvidenzaUn laboratorio segretoUna «pacifica rivoluzione si prepara»Una monarchia «regolare», se nonuna repubblicaLa vera ‘luce’Nel ‘crollo del Tempio’OpereBibliografia

L’età del Risorgimento377 ‘Difesa’ del Risorgimento

diMichele Ciliberto

383 Gian Domenico Romagnosidi Carla De Pascale

La vitaIl diritto pubblico universale

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La monarchia nazionaleLa storia dell’incivilimentoOpereBibliografia

390 Pasquale Galluppidi Simona Venezia

La vitaLa dimensione politico-civile del pensierodi GalluppiIl primato della coscienza: filosofiadell’esperienza e critica della conoscenzaLa matrice pedagogico-didatticadella filosofiaFilosofia morale e teologiaOpereBibliografia

399 Vincenzo Cuocodi Fulvio Tessitore

La vitaPer un nuovo profilo di CuocoIl popolo del nuovo StatoReligione e «virtù»Leggi civili e leggi politicheIl Platone in Italia e gli scritti milanesiA NapoliOpereBibliografia

408 Alessandro Manzonidi Salvatore Silvano Nigro

La vitaContro ManzoniDentro il romanzoOpereBibliografia

415 Antonio Rosmini-Serbatidi Luciano Malusa

La vitaLinee del pensiero ideologicoe ontologicoLa moralePsicologia e antropologiaDiritto, politica e teoriadelle societàL’impegno politico e diplomaticonel 1848OpereBibliografia

423 Giacomo Leopardidi Gaspare Polizzi

La vitaUna ‘ultrafilosofia’ per la modernitàFormazione di un «pensiero in movimento»Teoria della conoscenza e contrastonatura-ragione«Scetticismo ragionato» e materialismo‘stratonico’La riflessione sul linguaggioSulla felicità: natura umana, società modernae ‘ultrafilosofia’OpereBibliografia

433 Carlo Cattaneodi Arturo Colombo

La vitaUna filosofia militanteIl federalismo come «teorica della libertà»La città: mito, metafora e programma politicoUn ‘solitario del Risorgimento’OpereBibliografia

441 Vincenzo GiobertidiMarcello Mustè

La vitaFinito e infinitoLa «formola ideale»Primato, rinnovamento, riformaLa poligonia del veroOpereBibliografia

449 Giuseppe Mazzinidi Simon Levis Sullam

La vitaPrimi scritti letterari e genesi dell’impegnoTra Giovine Italia e Giovine EuropaOrigini e sviluppo dell’idea mazzinianadi nazioneMazzini repubblicanoL’Italia e l’iniziativa rivoluzionaria in EuropaPensieri e dibattito sulla democrazia a LondraDoveri dell’uomoFortuna ed eredità di Mazzini tra Ottocentoe NovecentoOpereBibliografia

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457 Giuseppe Ferraridi Robertino Ghiringhelli

La vitaIl pensieroLa filosofia della rivoluzioneDal socialismo al federalismo repubblicanoDalla filosofia «liberatrice»alla «teoria politica»La storia del pensiero politicoOpereBibliografia

La nuova Italia467 Stato, Chiesa, questione sociale

diMichele Ciliberto

473 Francesco De Sanctisdi Andrea Battistini

La vitaL’esperienza giovanile del purismoGli anni della prigione, dell’esilioe dell’attività politicaLa Storia della letteratura italianaGli ultimi scrittiOpereBibliografia

481 Bertrando Spaventadi Alessandro Savorelli

La vitaFilosofia e vita civile a Napoli alla vigiliadel RisorgimentoUna filosofia della rivoluzioneLa ‘circolazione’ del pensiero europeoe la crisi italianaLo ‘Stato etico’Stato e ChiesaOpereBibliografia

490 Pasquale VillaridiMauro Moretti

La vitaIl pensieroLetteratura, storia, filosofia della storiaIl positivismo: cultura filosofica e politicaculturale nell’Italia unitaNote per un epilogo: consolidamentoe trapassoOpereBibliografia

499 Roberto Ardigòdi Alessandro Savorelli

La vitaDal ‘cristianesimo civile’ al positivismoLa morale dei positivistiUna teoria della trasformazione democraticaIl positivismo e i problemi dello Stato unitarioOpereBibliografia

507 Francesco Fiorentino e Felice Toccodi Simonetta Bassi

La vita di Francesco FiorentinoLa filosofiaLo Stato e l’educazioneLa storiografiaPetrarca, il primo italianoPomponazzi, o del regno di Dio in questomondoBruno, fra antichi e modernissimiLa vita di Felice ToccoProfilo intellettuale di Felice ToccoFilosofia e religioneOpere di Francesco FiorentinoBibliografiaOpere di Felice ToccoBibliografia

519 Cesare Lombrosodi Valeria Babini

La vitaLo scienziato militanteIn cattedraIl teorico della devianzaLe philosopheOpereBibliografia

527 Antonio Labrioladi Alberto Burgio

La vitaI primi cimentiTra Hegel e HerbartL’approdo al socialismoFilosofo e dirigente politicoScienza e rivoluzioneMarx, la dialettica e il «ritardo» italianoLa «filosofia della praxis»Storico del presenteOpereBibliografia

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538 Giovanni VailatidiMassimo Mugnai

La vitaLa conoscenza come attività costruttivaVero e utileCarattere (tendenzialmente) contingentedei principi della conoscenzaIl rapporto con il marxismoOpereBibliografia

Il 20° secolo: 1900-1945547 Idealismo e non idealismo

diMichele Ciliberto

557 Vilfredo Paretodi Pierpaolo PortinaroLa vitaLa critica del socialismoIl cammino verso la sociologiaLa teoria del ciclo politicoOpereBibliografia

564 Gaetano Moscadi Pierpaolo Portinaro

La vitaLa critica del parlamentarismoStoricismo e realismo politicoLa teoria della classe politicaOpereBibliografia

570 Benedetto CrocediMichele Maggi

La vitaFilosofia e religioneLa sistemazione concettualeLa politica della civiltàCroce e l’ItaliaOpereBibliografia

581 Federigo Enriquesdi Gaspare Polizzi

La vitaDalla matematica all’epistemologia«Filosofia scientifica» e storiadella scienzaFilosofia, scienza e società democratica

Politica culturale e impegno pedagogicoOpereBibliografia

590 Giuseppe Rensidi Fabrizio Meroi

La vitaDal positivismo all’idealismoLo scetticismoPessimismo, irrazionalismo, misticismoL’impegno politico e civileL’antifascismoOpereBibliografia

598 Piero Martinetti e Antonio BanfidiMassimo Ferrari

La vita di Piero MartinettiL’idealismo religioso di MartinettiLa vita di Antonio BanfiRazionalismo critico e filosofia della culturain BanfiOpere di Piero MartinettiBibliografiaOpere di Antonio BanfiBibliografia

604 Giovanni Gentiledi Biagio de Giovanni

La vitaGentile e la crisi di fine secoloRosmini, Gioberti, Marx (e Spaventa)Le tappe principali fra 1903 e 1916Che cosa è pensiero?Teoria generale e LogicaGenesi e struttura della societàGentile e il fascismoOpereBibliografia

615 Rodolfo Mondolfodi Fabio Frosini

La vitaSocialismo, diritto di natura, marxismo«Prassi che si rovescia»I segnali della discontinuità: bolscevismo efascismoTra storia come eterna contemporaneità enuovo umanesimo marxistaOpereBibliografia

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Se non si rinviene immediatamente una schietta compo-nente politica nel pensiero telesiano, il tentativo di scar-dinare i principi della filosofia naturale di Aristotele ela conseguente messa all’Indice delle opere sono all’ori-gine della caratterizzazione di Telesio come difensoredella libertas philosophandi; questo tratto, su cui con-viene la respublica litteraria europea, appare ulterior-mente declinato in Italia e specialmente nel Mezzo-giorno, dove questa immagine svolge una costante funzionefondativa nella costruzione di una tradizione di voltain volta impugnata dai novatores, costantemente orien-tata nella costruzione di una scienza a vantaggio dellapubblica felicità.

La vita

Bernardino Telesio nasce a Cosenza nel 1509 dafamiglia di estrazione nobile. Il suo primo precettoreè lo zio Antonio, raffinato umanista cresciuto nellatemperie culturale cosentina animata dalla presenzadi Giano Parrasio (1470-1522). Al seguito dello zio,Bernardino nel 1517 si sposta dapprima a Milano,rimanendovi fino al 1523, poi a Roma. Nel 1527 vienefatto prigioniero durante il sacco e liberato grazieall’intervento di un parente, Bernardino Martirano.Probabilmente lo stesso anno raggiunge nuovamenteAntonio Telesio, che nel frattempo si è trasferito aVenezia. Ben presto però, sempre assecondando glispostamenti dello zio, Telesio ritorna a Cosenza, ecompie frequenti viaggi a Roma, ove, anche in virtùdella rete di rapporti già consolidata dallo zio Antonio,stabilisce proficui contatti con alcuni degli esponentidi rilievo della corte di papa Pio III e poi di Pio IV,come i cardinali Guglielmo Sirleto, Alessandro Far-nese e Gasparo Contarini. Sposa Diana Sersale; dallaloro unione nascono quattro figli, Prospero, Antonio,Anna e Vincenza.Nel 1563 decide di compiere un viaggio alla volta

di Brescia, allo scopo di incontrare VincenzoMaggi,professore a Padova e a Ferrara, celebre esponente

dell’aristotelismo, a cui Telesio sottopone le tesi chesi appresta a divulgare. Nel viaggio di ritorno com-pie una lunga sosta a Roma. Nel 1564 il papa Pio IVgli offre la carica di arcivescovo di Cosenza, che eglideclina suggerendo al pontefice di nominare in suavece il fratello. Nel 1565, presso i torchi dello stam-patore Antonio Blado esce ilDe natura iuxta propriaprincipia. Di lì a poco il rientro nella città natale, ovedecide di risiedere stabilmente, intervallando lunghisoggiorni a Napoli.Nella metropoli partenopea Telesio nel 1570 licen-

zia per i tipi di Giuseppe Cacchi la seconda versionedelDe natura, con il titoloDe rerum natura iuxta pro-pria principia, in risposta alle critiche che erano statesollevate nel frattempo da esponenti delle gerarchieecclesiastiche cosentine intorno ad alcune proposi-zioni contenute nella prima edizione romana. Con-testualmente Telesio, sempre presso il medesimostampatore, fa uscire anche tre dei suoi opuscoli, pre-cisamente il De colorum generatione opusculum, il Demari e il De his quae in aere fiunt et de terraemotibus,ciascuno dei quali dedicato a tre esponenti di spiccodella vita romana e napoletana, ovvero Tolomeo Gal-lio, che era stato segretario di papa Pio IV, GiovanniGirolamo d’Acquaviva, duca d’Atri, e FerranteCarafa, conte di Soriano e futuro duca di Nocera,presso la casa del quale Telesio aveva trovato ospi-talità e protezione.Nel 1576 la vita di Telesio viene all’improvviso

sconvolta dalla morte del figlio Prospero, tragica-mente ucciso. Ne segue un drastico allontanamentoda Cosenza e un rafforzamento dei legami con la cittàdi Napoli e in special modo con la casata del succi-tato Ferrante Carafa.Gli ultimi anni della sua vita, che si concluderà

nel 1588, sono essenzialmente occupati dalla riscrit-tura del De rerum natura, che vedrà la luce nel 1586a Napoli nella definitiva versione in nove libri, e dallaparallela rielaborazione dei Libelli, che verrannoinvece pubblicati postumi a Venezia nel 1590 graziealle cure del discepolo Antonio Persio.

Alessandro Ottaviani

Bernardino Telesio

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Psicologia ed etica nel De rerum naturaiuxta propria principiaCon queste parole Giovanni Gentile, ripensando

la lezione di Francesco Fiorentino, chiudeva il suocelebre saggio su Telesio del 1911:

Il mondo, cui Telesio tenne fisso il suo sguardo tenaceper quasi cinquant’anni con l’ansia nel cuore e il biso-gno di compenetrarlo della sua ragione, è un mondoormai scomparso dai nostri occhi, e non può destarepiù il nostro interesse. I suoi scritti, dentro ai qualipur s’agitò l’anima sua poderosa, son divenuti deso-latamente aridi ai nostri occhi e semplici documentiper gli storici, cui spetta di ravvivarne il senso cheebbero per Telesio e pel tempo suo. Ma negli sforzidi Telesio per ricostruire una natura, che avesse insé i suoi principii, gli storici scorgono la prima grandebattaglia combattuta, sulla soglia dell’età moderna,per rivendicare la libertà e il valore immanente dellavita; e però essi additano nel Cosentino uno degli eroidel pensiero (Gentile 1911, 3a ed. 1955, p. 231).

Fiorentino, che aveva riconosciuto come principioanimatore della speculazione del filosofo cosentinouna sorta di Selbsterhaltung intrinseca alla natura,aveva vigorosamente sostenuto:

La propria conservazione è insieme il contenuto dellainclinazione naturale, non meno che della leggemorale, quivi sotto la forma d’istinto, qui come fineconosciuto e voluto. Questo fine però è interno, erivendica all’uomo la propria dignità. Si potrebbeobbiettare che la medesima internità di fine appar-tiene a tutte le cose naturali, e che l’uomo non è piùné meno delle altre cose. Ma non è molto essersegliattribuito un valore proprio, fosse anche come sem-plice cosa naturale? (Fiorentino 1872-1874, 2° vol.,p. 161).

È l’idea di natura iuxta propria principia, affran-cata dalla metafisica aristotelica e dalla dottrina delleforme, a fronte delle quali sta una materia in sé rite-nente i principi di caldo e di freddo quali agenti diproduzione e conservazione; e nelle forme mondanesuperiori, al cui vertice sta la natura umana, uno spiri-tus che, alimento di vita, è entità immateriale ma pursempre abbarbicata alla materia; è a questa luce cheTelesio è investito dalla maggiore storiografia filoso-fica italiana, tra Otto e Novecento, del ruolo di eroedel pensiero. Poiché la sfida, ininterrottamente procla-mata e perseguita, che il Cosentino lancia ad Aristotelee alla sua scuola, di fondare un nuovo e verace sistemadi filosofia ne fa uno dei vessilliferi della libertas phi-losophandi, nel cui nome ci si ribella all’auctoritas dog-maticamente costituita. Da qui anche le traversie patitedal pensiero telesiano in sede di ricezione fino alleaccuse di eterodossia, ai bandi, ai decreti di proibi-zione, che trascinano la proposta di un nuovo systemanaturae sul terreno dello scontro politico, quando poli-

tico si intenda relativamente alla politica della culturanella stagione controriformistica.Si è detto che Telesio non è pensatore naturaliter

politico, né tanto meno colloca la politica al centrodella propria speculazione. Anzi. Nell’esordire allestampe, nello spazio del proemio alla prima versionedel De rerum natura in due libri del 1565, questo è ilritratto che egli schizza di sé:

Neanche in questa ultima fase della vita mi è statoconcesso tempo per dedicarmi alla filosofia, senza avermai avuto grande libertà di tempo né grande tranquil-lità d’animo, né l’insegnamento di un chiaro maestroné la frequentazione delle rinomate accademie ita-liane, ma per la maggior parte del tempo in solitu-dine, oppresso da fastidiosissime incombenze ho lettoe riletto le opere greche, riuscendomi poco perspicuequelle in lingua latina poiché piene di termini incom-prensibili (De natura iuxta propria principia liber pri-mus et secundus, 1565, Proemium, pp. [3]-[4]).

Dunque una meditazione che si compie nell’otiumappartato dal consesso civile e il riconoscimento dellospazio del philosophari in una professata solitudineapportatrice di tranquillitas animi. Nell’edificio filo-sofico che Telesio dal 1565 al 1586 viene accrescendo,non si trova una sala ove dimori il discorso politico.La propensione più spinta a temi pertinenti alla vitacivile è rinvenibile nel solo nono e finale libro del Dererum natura iuxta propria principia nell’ultima ver-sione del 1586. Qui Telesio abbozza un’etica intrec-ciata alla psicologia che è venuto costruendo nei libriprecedenti. Cuore della psicologia telesiana è lo spiri-tus che presiede alle funzioni vitali e assorbe in sé l’uf-ficio ascritto all’anima nella precedente tradizione filo-sofica; fine della natura è la conservazione dello spiritus;ne consegue che vita virtuosa è quella che si accordicon il libero svolgimento dello stesso spiritus, risolven-dosi in unmoderato edonismo. L’analisi telesiana dellepassioni, dei vizi e delle virtù è condotta secondo laconsueta strategia di controcanto ad Aristotele, il cuitesto aggredito è l’Etica Nicomachea. Telesio assume,benché ab externo, la divinità garante di una possibileharmonia mundi entro la costante discordia dei prin-cipi di caldo e di freddo che percorre la natura:

Che se si guardano più attentamente le rimanenticose che a noi appaiono beni e che noi desideriamo,si vede che tutti vengono desiderati in vista dellaconservazione; ed il discorso che seguirà chiariràabbastanza che le cose che lo spirito desidera edavversa ed opera, le desidera e le avversa e le operaproprio perché desidera e si procaccia la sua conser-vazione (De rerum natura iuxta propria principia, acura di L. De Franco, 3° vol., 1976, p. 339).

Ne discende che la ricerca del bene che lo spiritoè in grado di conseguire, secondo natura e secondo leproprie forze, renderà gli uomini non «più lenti o piùinetti», bensì

ALESSANDRO OTTAVIANI

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più alacri e pronti a procurarci quello che è il verobene dell’uomo e che l’immensa bontà di Dio havoluto procurare a noi persino col sangue del suo pro-prio Figlio, e che la sua stessa somma benevolenzaha concesso alle nostre operazioni, che noi possiamooperare nel suo ossequio ed onore (p. 341).

Telesio insomma stabilisce una sorta di paralleli-smo fra il bene «momentaneo», «incerto» e «impuro»,che si conseguemediante le operazioni prodotte secondonatura, e quello ottenuto con l’osservanza dei precettidivini, di modo che «anche coloro che vivono questavita si procureranno una somma e sicura quiete, men-tre quando passeranno all’altra vita si procurerannouna somma ed eterna beatitudine»; per poi concludere:

insomma, a meno che non siamo solo empi e feroci,ma anche del tutto stupidi e stolti, disprezzeremo quasie respingeremo le forze ed i beni della natura e la stessanatura, mentre venereremo ed ameremo al massimola somma potenza e bontà di Dio eDio stesso, ed ope-reremo continuamente secondo i suoi precetti per pro-cacciarci quel bene che egli ci ha promesso (p. 341).

In definitiva, Telesio resta però fedele a un tradi-zionale ideale di medietas: lo spirito non solo è cosìnecessitato a rivolgersi verso «coloro con i quali puòscambiare le cose e respingere la violenza degli altri»(p. 389), ma ha bisogno «maggiormente di quelli aiquali interessi la salute propria e dei suoi e con i qualipossa vivere in familiarità» (pp. 389-91). Deve,insomma, uniformarsi a

quella facoltà intelligente, la quale stabilisce in qualemisura è necessario aiutare gli amici oppure remunerar-li e onorarli e inoltre anche allietarli e sopportare conla dovuta sopportabilità i loro errori e anche i loro pec-cati, è una virtù la quale non ingiustamente da unpuntodi vista generale può essere detta Umanità (p. 391).

Moderazione, appianamento dei contrasti, concor-dia: ideali che ben si accordano con la condizione socialedi un litteratus che, come Telesio, vive il processo,svolgentesi nel Mezzogiorno spagnolo del secondoCinquecento, di «burocratizzazione degli intellettualinel quadro della costruzione del nuovo impianto asso-lutistico» (G. Galasso, Alla periferia dell’impero. IlRegno di Napoli nel periodo spagnolo (secoli XVI-XVII), 1994, p. 129). L’esperienza telesiana certo sicompie entro il tessuto della socialità del viceregno:Telesio è protetto da potenti personaggi come i car-dinali Guglielmo Sirleto e Flavio Orsini, ha un fra-tello vescovo di Cosenza, un altro è barone nelle terrecalabresi autoctone. Tuttavia, su un diverso versantequella sua predetta evocazione di magnae solitudinesha altrettanto fondamento: tra Cosenza, Napoli eRoma, quindi Padova e gli altri centri dell’Italia set-tentrionale, la peregrinazione di Telesio scopre al con-tempo il volto del déraciné, mai veramente dotato dipiena legittimazione istituzionale né accademica.

Dalle prime controversie alla messaall’IndiceAlle soglie della stampa napoletana del De rerum

natura iuxta propria principia, sul finire dell’aprile1570, Telesio scrive al cardinale Flavio Orsini:

Io credevo che se pur la mia innocentia non bastassea farmi viver quieto, lo dovesse poter far le tante tri-bolationi e miserie, che ho patito, poi ch’eran tali, chemi dovevano trovar compassione appresso qualsivo-glia animo fiero, et nemico. Credevo anche che inCosenza non ci fossero occhi tanto acuti, che quellimiei errori quali non sono stati visti in Roma, né peril resto d’Italia, fosser visti in Cosenza. Ma vedo mison ingannato, che ’l ReverendoMonsignorGio. Bat-tista di Benedetti mi dice esser stato avvertito inCosenza, che nell’opra mia stampata già cinqu’anniin Roma con licentia del padre Lucatello ci son altreproposizioni contra la religione. Et dalle quale si puòcavar ch’iometto l’animamortale, et che negho ’l Cielosia mosso dall’intelligentie (G. DeMiranda,Una let-tera inedita di Telesio al cardinale Flavio Orsini, «Gior-nale critico della filosofia italiana», 1993, 72, 3, p. 374).

D’un canto, già tra la prima e la seconda stampal’opera maggiore di Telesio rischia di incorrere nel-l’accusa di eresia; dall’altro, l’autore si rivela effica-cemente incuneato in un sistema di rapporti che lolega, per via diretta o mediata, alle gerarchie ecclesia-stiche. Tutta la parabola dell’opera di Telesio saràscandita da questa duplicità: a partire dai primi rumoriche desta l’apparizione delDe rerum natura nella ver-sione del 1570, e dai dibattiti che egli conseguente-mente sostiene in prima persona o per la persona inter-posta del suo discepolo Antonio Persio, in alcuni centridi cultura dell’Italia settentrionale, si ravvisa, finoall’ultima edizione del libro nel 1586, una volontà dinegoziato con gli avversari ma tanto più con l’auto-rità ecclesiastica, e al contempo un’irriducibile incom-patibilità con i dettami dell’ortodossia filosofica e reli-giosa. Dopo una lunga sequenza di aspre polemiche,appena l’anno successivo all’edizione finale dell’operatelesiana, a Padova, la roccaforte dell’aristotelismodove Telesio aveva appreso la filosofia per farsi poipugnace oppositore di Aristotele, una commissionedi teologi e filosofi così si pronunciava:

È noto a tutti quanta utilità dalla dottrina aristote-lica ogni scuola, ogni accademia e la respubblica lit-teraria sempre abbia ricavato, ricavi e ricaverà, equanto volentieri uomini elevati, non solo pagani, maanche credenti, docti, pii e santi si sono impegnati afondo nel confrontarla, interpretarla e difenderla. Perquesta ragione, non vi è dubbio alcuno che se essifossero ancora tra noi e comprendessero il maleficodisegno di Bernardino Telesio di abolirla, si oppor-rebbero unanimemente a tanta audacia. Se infattisorge una disputa intorno alla natura, i costumi, i vizie le virtù, dove mai potrebbero rivolgersi i principi

BERNARDINO TELESIO

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della scuola della filosofia umana e divina, se gli sisottrae lo stesso Aristotele? (Firpo 1951, p. 40).

In quello stesso 1587 il giurista napoletanoGiacomoAntonioMartamandava alle stampe in Roma ilPugna-culum Aristotelis adversus principia Bernardini Tele-sii. A rispondere a costui quattro anni dopo era il gio-vane Tommaso Campanella che si diceva nutritonell’alveo della filosofia telesiana; calabrese anch’egli,si poneva in pubblico come difensore ed erede delmaestro cosentino. Lo faceva stampando a Napoli lasuaPhilosophia sensibus demonstrata, dedicata aMarioDel Tufo, esponente di una potente famiglia nobi-liare incardinata sugli uffici governativi:

Per questo ho deciso di dedicare a te e di pubblicaresotto la tua protezione queste – quali che siano – miedispute di argomento naturale, intese a rivelare laverità, a mettere in alta considerazione gli antichi ea difendere Bernardino Telesio, filosofo sommo,devotissimo a te e al tuo nobile padre (ché voi andated’accordo solo con uomini onesti e colti): così essenon avranno da temere gli schiamazzi della gente (T.Campanella, Lettere, a cura di G. Ernst, con la col-laborazione di L. Salvetti Firpo, M. Salvetti, 2010,pp. 532-33).

Nel 1596 ilDe rerum natura, con due altre operettetelesiane, entrava nell’Index librorum prohibitorum diClemente VIII, sia pure con la clausola donec expur-getur. Ma, ben presto, sulle soglie del Seicento unacuto analista della contemporaneità, il poligrafoAlessandro Tassoni, in uno dei suoi Pensieri, intito-lato al quesito “Se in filosofia si possa ad Aristotilecontraddire”, poteva diagnosticare:

So chemi sarà rinfacciato che Pietro Ramo,GirolamoCardano e Bernardino Telesio, i quali tra i nostrimoderni vollero ad Aristotile contraddire, fecero nonsolamente burlarsi, ma proibir l’opere loro. Al cherisponderò io che l’opere dei primi due non furonoproibite, perché le contraddicessero al testo diAristotile […] ma perché in materia di religione ellecontenevano molte eresie (A. Tassoni, Prose politi-che e morali, a cura di P. Puliatti, 2° vol., 1980, p.297).

Tassoni, dunque, introduce una significativa distin-zione, che serve anche a dar conto delle dinamichedella successiva ricezione della filosofia telesiana:

E quelle del Telesio non furono proibite, ma sola-mente sospese, perché quell’ingegno acuto, per avi-dità di negare quanto avea detto Aristotile, negò anchealcune proposizioni che nella teologia servono di prin-cipi […] Ma se detratte le eresie, i tre primi autorifurono da principio dagli aristotelismi beffeggiati eburlati, ora ben sono conosciuti da chi gl’intende […]e già il Telesio ha cominciato a far setta, e i telesianis’odono nominar per le scuole aderendovi partico-larmente i calabresi suoi (p. 297).

Le prime fasi della ricezione:il «gran Telesio, ch’uccide Aristotile»

Le parole di Tassoni esemplificano come, già nelprimissimo Seicento, Telesio, dopo le controversiefilosofiche che in vita lo avevano opposto ai partigianidella tradizione e ne avevano provocato la messa al-l’Indice, non sia più guardato relativamente ai singoliaspetti del suo pensiero precedentemente dibattuti,bensì sia assunto nella sua interezza come emblemadel libero pensiero. Un processo che in verità, a piùlimitata latitudine, negli ambienti culturali del Mez-zogiorno d’Italia, si avvia ben presto. Si pensi a comegià tra la seconda e la terza edizione del De rerumnatura, a Napoli, nei circuiti accademici più rappre-sentativi della cultura del viceregno, a Telesio vengaattribuita una funzione archetipica nella sovversionedella auctoritas aristotelica, posta a preludio di unanuova e libera filosofia della natura. In uno dei discorsiaccademici recitato nel consesso presieduto daGiovanBattista Rinaldi, in cui si raccolgono i nomi più repu-tati della letteratura e della filosofia professate nellaNapoli dell’ultimo Cinquecento, la figura di Telesioè così posta sulla scena dove si intende disegnare unagenealogia del pensiero italiano di area meridionale.L’albero disegnato da Rinaldi ospita nei rami più anti-chi Agostino Nifo, Simone Porzio e MarcantonioZimara. Segue l’«astro» Giovanni Bernardino Longo

che da quasi trentacinque anni con grande frutto ditutti i suoi discepoli e con gran diletto nella nostracittà professa pubblicamente la filosofia. E non c’ènessuno che non ravvisi quanto tutti noi gli siamodebitori per la sua erudizione e per il suo impegnoindefesso (G.B. Rinaldi, Academica tertia. In quibusorationes continentur ab eius academicis publice habi-tae, Neapoli 1580, f. CLXXIIr).

La parabola si chiude ovviamente con Telesio, dicui Rinaldi sottolinea innanzitutto il «profondo inge-gno», la «grande acutezza» dei pensieri intorno ai segretidella natura, la prosa efficace:

La sua dottrina – così conclude –, benché in netto con-trasto con quella di Aristotele, è da molti avidamentericercata, fra i quali vanno annoverati in special modoMarioGaleota iuniore, ScipioneCosso, cavalieri nobi-lissimi della nostra cittadinanza; e poi TarquinioPrisco, vescovo di Cariati e chiaro giurisperito;GiovanBattista Raimondi, che con grande approvazione pro-fessa pubblicamente le scienze matematiche a Roma.Sono inoltre fra costoro Antonio Persio e LatinoTan-credi, niente affatto disprezzabili cultori delle linguegreca e latina: uno di stanza a Roma, l’altro a Napolihanno difeso pubblicamente ottenendo consensi ladottrina di Telesio (f. CLXXIIr).

Tra quanti sono assidui dell’accademia rinaldianaè Latino Tancredi, medico e filosofo naturale, defi-nito «uomo di molte lettere e di molto giudicio, e gran

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defensore della dottrina di Telesio» (S. Quattromani,La filosofia di Bernardino Telesio ristretta in brevità escritta in lingua toscana, a cura di E. Troilo, 1914, p.82). Queste parole escono dalla penna di SertorioQuattromani, altro discepolo di Telesio, che più siimpegna nella divulgazione delle idee filosofiche delmaestro pubblicando a Napoli nel 1589 un compen-dio delDe rerum natura con il titolo La philosophia diBerardino Telesio ristretta in brevità et scritta in lin-gua toscana. Latino Tancredi è uno dei maestri diMarco Aurelio Severino, figura chiave della culturanapoletana negli anni che dividono il tentativo com-piuto da Federico Cesi di acclimatare a Napoli unasede consorella dell’Accademia dei Lincei da quelliin cui i dirompenti contenuti della rivoluzione scien-tifica diverranno patrimonio fecondante l’azione del-l’Accademia degli Investiganti. Ed è importante notareche Cesi sceglie, per estendere il suo progetto di rin-novamento del sapere, subito dopo la città del papa,la Napoli che è stata teatro di una vasta adesione alpensiero telesiano, così da sostanziare anche il primotempo della speculazione di Tommaso Campanella.Nei primi anni del carcere patito in Castel Nuovo

a Napoli, Campanella, scosso dall’ansia di una libertàche si vede drammaticamente proibita, celebra lamemoria di Telesio in un sonetto intitolato “Al Tele-sio Cosentino”, i cui versi iniziali sono efficace testi-monianza dell’immagine che di Telesio si è venutacostruendo: «Telesio, il telo della tua faretra / uccidede’ sofisti in mezzo al campo / degli ingegni il tirannosenza scampo; / libertà, dolce alla verità impetra», versioggetto di tale autocommento: «Questi sono accade-mici, discepoli del gran Telesio, ch’uccide Aristotile,tiranno degli ingegni umani» (T. Campanella, Opereletterarie, a cura di L. Bolzoni, 1977, p. 236). Questaappropriazione campanelliana del pensiero di Tele-sio crea un asse genealogico destinato a rimanere attualeanche nella mutata temperie seicentesca, quando sem-pre più rarefatta sarà la presenza dei contenuti delpensiero telesiano.Nella stagione del rinnovamento culturale fecon-

dato dalla rivoluzione scientifica, Telesio sarà diser-tato quanto a lettura, ma costantemente invocato arappresentare una linea di libero pensiero, anzi saràposto all’origine di quella linea. Il già citato Severino,che è scienziato e letterato di fama europea e che, pro-fessando l’anatomia, incappa nelle maglie dell’Inqui-sizione napoletana, svolge la propria opera in un qua-dro teorico ormai lontano dai temi distintivi della lineaTelesio-Campanella.Ma, calabrese inurbato aNapoli,sempre si dirà allievo di Campanella, e vorrà recupe-rare quella linea Telesio-Campanella con un intentomarcatamente ideologico di autoconsacrazione inquanto erede di una tradizione, che è tradizione inven-tata dai pensatori meridionali a legittimare di sé ideee funzione. Quella linea è largamente attestata e rap-presentata, sinanche sulle pareti della biblioteca di ungrande erudito e collezionista comeCassianoDal Pozzo

(1588-1657), anima del mecenatismo nella Roma bar-beriniana, cui Severino chiede di far intagliare suacquaforte le copie dei ritratti di Telesio e Campanellaper il proprio studio, cosicché quegli uomini illustristiano ad alimentare la sua azione di rinnovamentodel sapere scientifico.Se non i volti degli uomini illustri campeggianti

sulle pareti della biblioteca di Dal Pozzo – giacché illibro era privo di incisioni –, certo lo spirito di queiletterati e filosofi correva per l’Europa grazie agliEpi-grammata in virorum literatorum imagines, quas illu-strissimus eques Cassianus a Puteo sua in bibliothecadedicavit, stampati a Roma nel 1641, che si richiama-vano a un illustre antecedente anch’esso apparso astampa privo delle immagini che l’autore vi avrebbevoluto, La galeria di uno dei massimi del barocco,Giovan BattistaMarino. Qui si legge il madrigale de-dicato a Telesio:

Contro l’invitto Duce / de la Peripatetica bandiera /armar l’ingegno osasti, / o de la Bruzia gente onore eluce. / E se ben di sua schiera / la palma non porta-sti, / tanto fia che ti basti: / poi che la gloria e la vit-toria vera / de l’imprese sublimi ed onorate / è l’averletentate (G.B. Marino, La galeria, a cura di M. Pieri,2 voll., t. 1, 1979, p. 123).

Proprio perché del tutto estrinseco ai problemi delpensiero telesiano, il madrigale di Marino ci apparerilevante.La galeria giunge a stampa nel 1619, quandoTelesio può dirsi ormai autore da più parti citato, maben poco meditato. Abilmente, Marino si appropriadi un’immagine ormai codificata, e non senza intelli-genza, riconoscendo a Telesio quale maggior meritol’aver egli oppugnato «l’invitto Duce della Peripate-tica bandiera». E invitto è aggettivo che ad Aristotelea fronte di Telesio ben si attaglia, tanto che si guardialla proibizione ecclesiastica in cui incorre ilDe rerumnatura, quanto che si consideri l’efficacia del systemanaturae proposto da Telesio. A ben guardare, oltreMarino, dire Telesio «o della Bruzia gente onore eluce» non è cosa priva di concretezza storica. Telesionel primissimo Seicento è eretto a simbolo del patri-monio di cultura rivendicato dalla città di Cosenza edella vita civile di questa; è dell’estate del 1605 unappello della città calabra ai cardinali della Congre-gazione del Santo Uffizio, così formulato:

LaCittà di Cosenza, supplicando, fa sentire alle Signo-rie Vostre illustrissime qualmente, avendo il Vicariodi monsignor Arcivescovo di detta città questi mesiadietro, per ordine delle Signorie Vostre illustris-sime, eretta una congregazione di più omini di variescienzie la revisione de’ libri sospesi, secondo le regoledel nuovo Indice pubblicato per ordine della felicememoria di Papa Clemente VIII, e sopra ciò fatte piùcongregazioni, quando pensava godere qualche fruttoa beneficio universale, conforme la santa mente delleSignorie Vostre illustrissime, è stata tralasciata edismessa per colpa di alcuni regolari, i quali, per aver

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poca inclinazione ad essa città e suoi cittadini, pro-curano la totale dismissione di detta congregazione,per ovviare, in così fatto modo, che non si riveggial’opera di Bernardino Telesio suo concittadino, dellaquale si è trattato in dette congregazioni (Firpo 1951,pp. 46-47).

La supplica si chiude auspicando che i cardinalidella Congregazione esaudiscano tale richiesta, atta aristabilire il corretto svolgimento del riesame:

E perché in questo viene grandemente interessatadetta città, che desidera che l’opere di suoi concitta-dini si veggano d’ogni parte corrispondenti alla veritàcatolica, supplica le Signorie Vostre illustrissime adegnarsi, in conformità dell’altri ordini dati, com-mandare a detto Vicario, che voglia procedere avantiin dette congregazioni con persone di dottrina e bontàe non sospette (Firpo 1951, pp. 46-47).

La funzione fondativa nella costruzione di una tra-dizione impugnata dai novatores, mentre essi stessiconducono innanzi il proprio progetto riformatore, sitrova additata con chiarezza in uno dei più attrezzatiinterpreti primo seicenteschi della storia della filoso-fia, pure lui impegnato ad aggiungere pietre al nuovoedificio del sapere e appieno incuneato nella coevarespublica litteraria; Pierre Gassendi, che dà conto diquale sia ora la ricezione del pensiero di Telesio inun’Europa attraversata dalla scienza di Galileo Galileie di René Descartes:

Poi ci sono stati di recente alcuni i quali, intenti afabbricare una nuova fisica, si discostarono dal sud-detto sistema. Primo fra questi può essere conside-rato Bernardino Telesio che nel secolo precedente hastabilito il caldo e il freddo come due principi attivie incorporei e ne ha aggiunto uno passivo e inerte (P.Gassendi, Syntagma philosophicum, in Id., Operaomnia, 1° vol., 1658, p. 245).

Telesio ‘il primo dei moderni’:da Bacon a Genovesi

Questa immagine ormai standardizzata di Telesio,primo banditore di una fisica antiperipatetica, è, con-temporaneamente, agitata nel Mezzogiorno d’Italiasul fronte della riforma culturale. Uno degli ambientidel secondo Seicento di maggior vivacità sul territo-rio italiano nell’affermazione e nella diffusione dellanuova filosofia e della nuova scienza è quello dellaAccademia degli Investiganti, capitanata da TommasoCornelio, che si forma alla scuola del succitato M.A.Severino. Cornelio professa una fisica ormai intrisadegli scritti di Galilei e di Descartes, ma nel disegnareil proprio autoritratto, quando deve redigere un cur-riculum per presentarsi candidato a una cattedra del-l’Università di Bologna, si rappresenta discendente,egli pure calabrese, di Telesio:

Scorrendo i volumi superstiti dei filosofi greci pochecose trovavo in cui potesse acquietarsi l’intelletto; eperciò lodavo il disegno di Bernardino Telesio, mioconterraneo, che si oppose con vigore ai filosofi anti-chi, e apprezzavo quella libertà d’ingegno di cui nelsecolo scorso così come nella nostra età hanno riven-dicato Patrizi, Bruno, Gilbert, Campanella, Harvey,Descartes, Galilei e molti altri (F. Baldelli, Il fasci-colo «Cornelij Tomaso di Cosenza filosofo-medico-astro-nomo e letterato – 1647» nell’Archivio di Stato di Bolo-gna, «Nouvelles de la république des lettres», 1983,2, pp. 75-95, in partic. p. 83).

L’Accademia degli Investiganti persegue un pro-getto di riforma del sapere che abbia ricaduta sullavita civile della Napoli spagnola, mediante il tenta-tivo di radicare in un sostrato socioistituzionale gliavanzamenti della nuova scienza. Tra gli autori pre-diletti dagli accademici, oltre Galilei, Descartes,Gassendi, Thomas Hobbes, figura anche FrancisBacon, per il suo ideale di scienza utile, rivolta all’ac-crescimento del benessere collettivo. Proprio quelBacon che aveva scritto di Telesio:

DeTelesio autem bene sentimus atque eum ut aman-tem veritatis et scientiis utilem et nonnullorum pla-citorum emendatorem et novorum hominum primumagnoscimus («Noi abbiamo una buona opinione diTelesio e riconosciamo che è stato amante della verità,utile alle scienze, riformatore di non poche opinionie primo degli uomini nuovi») (F. Bacon, De princi-piis atque originibus secundum fabulas Cupidinis et Coeli,in Id.,Works, 5° vol., 1862, p. 339).

Unprogetto, quello degli Investiganti, per una partefallito, date le resistenze e le irrimediabili discontinuitàpeculiari della politica vicereale,ma, d’altronde, un pro-getto destinato a fecondare un corso di idee che attra-verserà tutto il restante Seicento e quindi caratterizzerài modi dell’affermazione del pensiero illuministico aNapoli nel secolo venturo. Negli anni Ottanta del Sei-cento Leonardo di Capua, che dell’Accademia degliInvestiganti era statomembro, in un decennio che saràchiuso da un processo di vasta portata ai propugnatoridelle nuove dottrine filosofiche e scientifiche accusatidi ateismo, ancora recupera lamemoria di Telesio e deisuoi seguaci, a difesa della libertà di pensiero:

chi è di voi, che non sappia, che qui BernardinoTele-sio, cui diede il cuore innanzi ad ogni altro di fron-teggiare i maggiori tiranni della filosofia, che quellaavevano a vile e a durissimo servaggio condotta, com-pose e diè fuora que’ suoi pregiatissimi libri dellanatura delle cose? Chi è di voi, che non sappia, chequi parimente poi SertorioQuattromani, Antonio Per-sio, LatinoTancredi, Tomaso Campanella, Vincenzoe Giovan Battista della Porta, Col’Antonio Stigliola,FrancescoMuti, e altri egregi filosofanti scossero viril-mente il giogo imposto alle scuole dall’autorità degliantichi maestri? (L. di Capua, Del parere ... divisatoin otto ragionamenti, 2° vol., 1714, p. 140).

ALESSANDRO OTTAVIANI

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QuestoTelesio, ripetutamente invocato quale padrefondatore di una tradizionedi liberopensiero, sarà ancoracon tali vesti presente nellaNapoli rischiarata dalle ideedei Lumi: laNapoli di AntonioGenovesi, uno dei cen-tri italiani più vivi nella ricezione e nella rielaborazionedell’Illuminismo. L’uso della filosofia è concepito daGenovesi a vantaggio della pubblica felicità; celebre laformula da lui stesso coniata per caratterizzare il suoitinerario intellettuale: metafisico fattosi mercatante, adire del suo trascorrere dalla filosofia all’economia poli-tica.Nel tracciare una storia ideologicamente orientatadella restauratio litterarum compiutasi in Italia,Genovesiprocede dall’impulso dei Greci per poi ricordare larinascita dalla «avvilente barbarie» propiziatasi nell’etàdi Alfonso re di Napoli, sotto i cui auspici «gli italianiacquistarono fama di grande dottrina in ogni campodel sapere». Anche Genovesi si muove declinando unalbero genealogico, che principia daGiovanni Pontano(1429-1503) «uomo di fama immortale fra i poeti e ifilosofi civili», per chiudersi con Telesio, per il qualeGenovesi ricorre alle parole con cuiGiovanni Imperialiha intessuto il medaglione del pensatore cosentino:

Questi demolì con tutta la forza del suo robusto spi-rito le teorie fisiche del principe dei peripatetici,infiammò gli ingegni più nobili del suo tempo nellescuole di mezzomondo… e, dedicandosi appassiona-tamente allo studio delle matematiche, mai pensateprima e quasi imperscrutabili (A. Genovesi, Disser-tatio physico-historica de rerum origine et constitutione,a cura di S. Bonechi, M. Torrini, 2001, p. 189).

Abilmente, Genovesi piegava ai propri fini di pro-tagonista del Settecento riformatore italiano l’imma-gine di Telesio formalizzata nella storia della filoso-fia coeva. Massima testimonianza appare quella diJohann Jakob Brucker:

Crediamo che debbamassimamente apprezzarsi Tele-sio, poiché ha osato abbattere i principi di Aristotele,nella qual cosa riuscì meglio che nella costruzione diun nuovo edificio di scienza naturale, per quanto nelmentre muta gli attributi della materia in principiincorporei può esser trafitto dalle stesse frecce concui ha combattutto contro Aristotele.

Proprio a partire da queste premesse, Brucker fadiscendere la relativa sfortuna patita dalla filosofiatelesiana:

Ciò può ben spiegare perché la filosofia telesiana arrisea pochi, e il suo destino seguì di poco la morte del suocreatore; egli fu tuttavia un nobile esempio, e assai utilenell’incoraggiare gli uomini, affinché abbandonati gliaridi deserti della fisica peripatetica cercassero campipiù ameni e, cacciati e banditi fantasmi e le ombre, cer-cassero principi più veri e rispondenti al senso. È dun-que titolo di gloria per Telesio l’essersi offerto comeguida per essi e aver infuso coraggio (Historia criticaphilosophiae a tempore resuscitatarum in Occidente lite-rarum ad nostra tempora, 4° vol., t. 1, 1766, p. 460).

L’immagine di Telesio sedimentatasi entro la histo-ria philosophica settecentesca si consegnerà nelle manidegli interpreti del secolo a venire, lungo la lineaFiorentino-Gentile che si è richiamata in apertura.Qui Telesio troverà posto, rinnovatamente, nel pro-getto di ricostruzione di una «filosofia della nuova Ita-lia», calato, Benedetto Croce adhortante, sulle spalledi Giovanni Gentile. Da lì sarebbero ripartiti, allaluce di diverse istanze, sia Nicola Abbagnano, nel suoTelesio del 1941, sia Eugenio Garin, nei sondaggi traanni Quaranta e Cinquanta, animati dallo sforzo, trafilologia e filosofia, di ricostruire il volto di Telesiolungo la storia del pensiero filosofico italiano.

Opere

De natura iuxta propria principia liber primus et secundus, Romae1565.

De rerum natura iuxta propria principia liber primus et secundusdenuo editi, Neapoli 1570.

De colorum generatione opusculum, Neapoli 1570.De mari. Liber unicus, Neapoli 1570.De his quae in aere fiunt et de terraemotibus. Liber unicus, Neapoli

1570.De rerum natura iuxta principia libri IX, Neapoli 1586.Varii de naturalibus rebus libelli ab Antonio Persio editi, Venetiis

1590.De rerum natura, a cura di V. Spampanato, 3 voll., Modena-

Genova-Roma 1910-1923.De fulmine, a cura di C. Delcorno, «Aevum», 1967, 41, pp. 474-

506.De rerum natura iuxta propria principia, testo critico e trad. it.

di L. De Franco, 3 voll., 1° vol. e 2° vol., Cosenza 1965-1974, 3° vol., Firenze 1976.

Varii de naturalibus rebus libelli, 1a ed. integrale, testo criticoa cura di L. De Franco, Firenze 1981.

De rerum natura iuxta propria principia, pref. di M. Torrini,Napoli 1989.

La natura secondo i suoi principi, con testo originale a frontesecondo l’ed. del 1570, a cura di R. Bondì, Firenze 1999(rist. anast. Milano 2009).

De natura iuxta propria principia liber primus et secundus (Roma1565), a cura di A. Ottaviani, Torino 2006.

Ad felicem maimonam iris, intr. di R. Bondì, Paris 2009.De natura iuxta propria principia liber primus et secundus denuo

editi (Napoli 1570), a cura di A. Ottaviani, Torino 2010.

Bibliografia

F. Fiorentino, Bernardino Telesio, ossia studi storici su l’ideadella natura nel Risorgimento italiano, 2 voll., Firenze1872-1874.

E. Troilo, Bernardino Telesio, Modena 1910.G. Gentile, Bernardino Telesio. Con appendice bibliografica,

Bari 1911 (poi rifuso in Id., Il pensiero italiano delRinascimento, 3a ed. accresciuta e riordinata, Firenze1955, pp. 175-231, 407-22).

N. Abbagnano, Telesio, Milano 1941.E. Garin, Nota telesiana: Antonio Persio, «Giornale critico

della filosofia italiana», 1949, 28, pp. 414-21, poi in Id.,La cultura filosofica del Rinascimento italiano, Firenze1961, pp. 442-30.

BERNARDINO TELESIO

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L. Firpo,Filosofia italiana e Controriforma. IV. La proibizionedi Telesio, «Rivista di filosofia», 1951, 42, pp. 30-47.

E. Garin,Noterella telesiana, «Giornale critico della filosofiaitaliana», 1957, 36, pp. 56-62, poi come Postilla telesianain Id., La cultura filosofica del Rinascimento italiano,Firenze 1961, pp. 432-41.

M.Torrini,Tommaso Cornelio e la ricostruzione della scienza,Napoli 1977.

V. Giachetti Assenza, Bernardino Telesio: il migliore deimoderni. I riferimenti aTelesio negli scritti diBacone, «Rivistacritica di storia della filosofia», 1980, 35, 1, pp. 41-78.

Bernardino Telesio nel 4° centenario della morte (1588), Napoli1989.

Atti del Convegno internazionale di studi su Bernardino Telesio,Cosenza (12-13 maggio 1989), Cosenza 1990.

Bernardino Telesio e la cultura napoletana, Atti del Convegnointernazionale, Napoli (15-17 dicembre 1989), a cura diR. Sirri, M. Torrini, Napoli 1992.

L. De Franco, Introduzione a Bernardino Telesio, SoveriaMannelli 1995.

R. Bondì, Introduzione a Telesio, Roma-Bari 1997.M.Mulsow, Frühneuzeitliche Selbsterhaltung. Telesio und die

Naturphilosophie der Renaissance, Tübingen 1998.O. Trabucco, «L’invenzione della tradizione» nella filosofia

meridionale da Telesio agli Investiganti, «Bruniana &Campanelliana», XVI, 2010, 1, pp. 177-87.

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