Il consulente della tua farmacia n. 5

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Organo ufficiale dell’Associazione Consulenti Farmacie Italiane Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% LO-MI - Bimestrale contiene I.P. In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa L’iscrizione a ICF Permette di usufruire gratis di consulenze personali Il mercato della dermocosmesi In farmacia questo settore continua a crescere La riforma delle professioni I principi a cui dovranno uniformarsi gli ordini professionali Arriva l’influenza Come prevenirla e curarla con l’omeopatia Natale a Cortina Potete scegliere i giorni del soggiorno al Miramonti Majestic Grand Hotel consulente il della tua farmacia n. 5 settembre/ottobre 2011

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Rivista di consulenze per il farmacista

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Organo ufficiale dell’Associazione Consulenti Farmacie ItalianePoste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% LO-MI - Bimestrale contiene I.P.In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

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n. 5 settembre/ottobre 2011

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3il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

Sommario

IL CONSULENTE DELLA TUA FARMACIAAnno III - Numero 5 settembre/ottobre 2011Organo ufficiale dell’Associazione Consulenti Farmacie ItalianePeriodicità: bimestrale

Editore: ICF Farmacisti - Corso Buenos Aires, 9220124 Milano

Direttore Responsabile: Luigi CasanovaRegistrazione del Tribunale di Milanon° 61 del 13/02/2009

Consulenti Editoriali: Marino Mascheroni, Paolo Piovesan

Redazione e coordinamento stampa:Elisa Brambilla, Loredana Sodaro

Amministrazione, Direzione, Redazione, Pubblicità e Marketing: ICF Farmacisti,Corso Buenos Aires, 92 - 20124 Milano Tel. 02 29527614 - 02 29511640Fax 02 29407035

Internet:: www.icffarmacisti.it

E-mail: [email protected]

Hanno collaboratoMarino MascheroniMassimo StragliatiAlessandro PerraPaolo PiovesanGuido FrigatoSimona BianucciElisa Brambilla

Progetto grafico e impaginazioneSinergia Bovisio M. (MB)Tel. 0362 1794334

StampaPinelli Printing, Pioltello (MI)

Spedizione:Poste Italiane SpA - Spedizione in Ab-bonamento Postale - 70% LO-MI - Bimestrale

Testata associata:

Testata volontariamente sottoposta acertificazione di tiratura e diffusione inconformità al Regolamento CSST - Certificazione Editoria Specializzata etecnica

Per il periodo 1/1/2010 - 31/12/2010Tiratura media: 15771Diffusione media: 15208Certificato CSST n° 2010-2106 del 26/02/2011Società di revisione: REFIMIvisita il sito www.icffarmacisti.it

4 Editoriale Luigi CasanovaAttenti che i guastatori sono sempre in agguato

7 I consumi in farmaciaMassimo StragliatiI prodotti di dermocosmesi

9 Fisco Marino MascheroniLa riforma delle professioni nel decreto legge 138 del 2011

13 Gestione Paolo PiovesanImpostiamo la nostra farmacia

16 Informazione dall’IstitutoNotizie fiscali e professionali

23 Omeopatia Alessandro PerraArriva l’influenza: prevenzione e cura

25 ConsulenzeLe risposte ai vostri quesiti

41 Economia Guido FrigatoScorte eccessive

45 FarmacovigilanzaElisa BrambillaFarmaci e alimentazione in gravidanza

47 Fitocosmesi Simona BianucciLa cura della stipsi

49 Notizie Pillole di salute

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della tua farmacia

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4 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

Editoriale

Il mese di agosto era finito male! L’approvazione della manovra economica da parte del Governo aveva introdotto laliberalizzazione dell’accesso alla professione e l’abolizione delle restrizioni alla concorrenza per molte attività economicheprofessionali.

Ad una lettura affrettata del testo del provvedimento molti temettero che le nuove norme riguardassero anche l’attivitàdella farmacia.Ciò avrebbe comportato lo svilimento della professione e del valore della azienda con l’annullamento della pianta organicae dei limiti di distanza fra esercizi.

Per fortuna a settembre un emendamento presentato ed approvato all’ultima ora ha chiarito il dubbioconfermando che in sanità l’accesso all’esercizio delle professioni poteva rimanere contingentato e chel’espletamento delle loro attività poteva ritenersi escluso dal libero mercato, perché ne avrebbero soffertola capillarità e l’universalità del servizio.A questo punto la categoria ha potuto tirare un grosso sospiro di sollievo anche perché contemporanea-mente non sono stati accolti emendamenti che prevedevano la liberalizzazione della vendita dei farmacidella classe C e la trasformazione delle parafarmacie in farmacie. Inoltre è apparsa inapplicabile per lafarmacia la norma prevista nella manovra che sancisce la possibilità per le attività professionali di esseregestite come società di capitali con partecipazioni anche esterne. Per il settore farmacia comporterebbe

la nascita di grosse catene di farmacie gestite, come in Inghilterra, da grandi gruppi finanziari esterni alla professione.E’ questo il pericolo che considero più concreto! Le autorità economiche europee non disdegnano una simile evoluzionedel sistema italiano della farmacia! Credo che l’obiettivo primario della lettera della BCE con il suggerimento di piena li-beralizzazione del servizio di farmacia sia proprio questo. Pertanto attenzione che i pericoli non sono scomparsi!Nel governo e in parlamento molti politici, interessati a forze a noi ostili, mirano, con la scusa di risolvere le attuali difficoltàeconomiche, a far saltare il sistema farmacia.Sono aiutati dalla confusione che serpeggia nel nostro governo nel costruire la nuova maxi manovra a sostegno della crescitaeconomica.Sono aiutati dalle osservazioni della Banca Centrale Europea e da Confindustria uniti nel richiedere la liberalizzazione ditutte le attività professionali.Sono aiutati dall’Antitrust e dalle associazioni dei consumatori da sempre contrari al numero contingentato di farmacie ealla esclusiva della vendita dei farmaci.Sono aiutati dalle Associazioni che rappresentano le parafarmacie che in prima battuta spingono per la libera vendita dellaclasse C.Pertanto la farmacia non può ritenersi al riparo di interventi dirompenti, ha solo superato l’ultimo scontro senza sconfitte,ma nel prossimo futuro si profilano nuovi ribaltoni!La mia speranza è che i nostri dirigenti, quando faranno al legislatore proposte di riassetto del sistema farmacia, siastengano dal fare aperture all’accesso delle società di capitale alla titolarità. Purtroppo non tutti di loro ne valutanoappieno la gravità!

Attenti che i guastatorisono sempre in agguato

Luigi Casanova

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7il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

I consumi in farmacia il trend delle vendite

Massimo Stragliati - Management & Marketing Consultant

I prodotti di dermocosmesi

In un periodo nel quale il mercato dei prodotti di igiene ebellezza sta attraversando un periodo non molto positivoin farmacia (i dati a valore dell’anno mobile a Giugnoindicano una modesta crescita dell’1,7% con perdite a

unità quantificabili attorno all’1%), un settore sembra nonrisentire della crisi: la dermocosmesi.Con questo termine si usa intendere tutta quella serie di prodotticosmetici funzionali per il viso e per il corpo, ad esclusione deitoiletries e dei prodotti per la protezione solare: in estrema sintesiciò che i francesi chiamano “soin de beauté”.

La dermocosmesi si può suddividere in tre gruppi di prodotti chehanno come target di riferimento la donna, l’uomo oppure en-trambi contemporaneamente (IMS li definisce correttamente“unisex”) ed i bambini. All’interno di questi gruppi esistono poisegmentazioni più fini che classificano in modo molto specificoi prodotti per finalità d’uso.

Il mercato totaleIl valore di questo mercato in farmacia è pari ad oltre 785 milionidi Euro nell’anno che termina a Giugno 2011 (Fig. 1) ed è increscita costante nell’ultimo triennio: il tasso di sviluppo sul pe-riodo precedente è stato del 3,2%, mentre il dato riporta un+8,6% rispetto al 2009. La categoria più importante è rappre-sentata dai dermocosmetici viso per donna (393 milioni), seguitadai prodotti femminili per il corpo (200 milioni). I prodotti uni-sex realizzano oltre 132 milioni, mentre più staccati troviamo ipaidocosmetici (48 milioni). Chiudono i prodotti di androco-smesi con una cifra di poco superiore agli 11 milioni sommandoinsieme i preparati viso e corpo. Interessante notare che tutti i segmenti citati sono in crescita (piùmarcata quella a valori) con la sola eccezione dei prodotti da visoper uomo che sono in fase di stagnazione. In definitiva oltre il75% dell’intero giro d’affari è procurato dai consumi femminili.

In farmacia questo settore risente poco della crisi.

Fig.1 Evoluzione del mercato elaborazione su dati IMS HEALTH

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I consumi in farmacia il trend delle vendite

8 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

e dei nutrienti (>10%). Nel complesso il settore cresce del 3,4%con rari segni negativi (idratanti e protettivi).Di rilevante importanza anche il segmento dei prodotti femminiliper il corpo (Fig. 4). In questo caso sono principalmente tre le ca-tegorie che si distinguono: gli idratanti ed emollienti, generalmenteutilizzati dopo il bagno o la doccia, che valgono 87 milioni di Euro,gli anticellulite con circa 80 milioni ed i rassodanti ed antismaglia-ture (24 milioni). Il segmento è complessivamente meno dinamicodi quello più sopra esaminato e cresce solo dell’1,8%, grazie so-prattutto alla buona performance degli idratanti ed emollienti(+4,9%). Perdite contenute per i preparati per il seno (-1,4%) epesante caduta degli scrub leviganti (-29,8%).

L’unisexL’ultimo segmento da esaminare comprende tutti prodotti di usounisex: qui si raggruppano le creme non specifiche per uso fami-gliare, gli antiseborroici/antiacne, i protettivi per labbra, i prodottiper le mani, per i piedi e per le gambe (Fig. 5). Il valore comples-sivo è di oltre 132 milioni con una crescita del 3,2%: a parte lecrescite mostrate dalle due principali categorie, spicca il notevolesviluppo delle vendite dei preparati per gli arti inferiori, mentre iprodotti per le mani sono in fase riflessiva.

Fig.4 Prodotti per corpo donna elaborazione su dati IMS HEALTH

Fig.5 Prodotti unisex elaborazione su dati IMS HEALTH

Lo sviluppo della dermocosmesi è stato favorito anche da prezziche non hanno subito aumenti gravosi nell’ultimo triennio (Fig.2) e solo nel settore bambini (+3,9%) e nei prodotti maschili peril corpo (+9.8%) nel 2011 gli incrementi sono stati superiori al2%, un tasso che si può ritenere fisiologico, visto il discreto tassod’innovazione, per questo settore.

I prodotti per la donnaIl segmento più composito è senza dubbio rappresentato dai der-mocosmetici femminili per il viso: sono, infatti, ben 22 le classi diprodotto create dal marketing (Fig. 3). Su tutte dominano i pre-parati antietà ed antirughe che con un giro d’affari di oltre 165milioni apportano il 42% del valore complessivo: seguono poi, inrapida successione, i prodotti contro l’arrossamento (couperose), ilenitivi ed i preparati contro la pelle grassa (13,1%), gli idratanti(12,3%), i prodotti di pulizia, cioè i latti (8,7%) e quelli per il con-torno degli occhi (8,6%). Di minore importanza le restanti classi,tra le quali spiccano però le interessanti crescite dei depigmentanti

Fig. 2 Dinamica dei prezzi elaborazione su dati IMS HEALTH

Fig. 3 Prodotti per viso donna elaborazione su dati IMS HEALTH

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9il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

Legislazione Liberalizzazioni

M. Mascheroni – Consulente Fiscale - Studio dr. Mascheroni - Milano

La riforma delle professioninel decreto legge 138 del 2011

Con la oramai famosa manovra d’Agosto, introdotta con ildecreto legge 13 agosto 2011, n. 138, il Governo ha intro-dotto alcune disposizioni nominalmente destinate a libera-lizzare il settore dei servizi professionali, sulla scorta dellerichieste esplicitamente pervenute da Confindustria, Anti-trust e altri soggetti sociali i quali, evidentemente, ritengonoche l’economia del paese sia ridotta allo stato attuale ancheper colpa dei privilegi di cui ancora godono i professionisti. È un ragionamento opinabile, privo di qualsiasi fondamentoa partire dalle sue stesse premesse. Andiamo, ora, a leggere insieme le nuove disposizioni, che,si rammenta, sono già in vigore, salvo naturalmente futuremodifiche da parte delle Camere o addirittura, al momentoimprobabile, l’intera decadenza del decreto.Il meccanismo utilizzato dal provvedimento è quello dellaprevisione di alcuni principi cui dovranno uniformarsi gliordinamenti professionali entro un anno. Occorrerà quindi,per la vera entrata a regime di questa riforma, la riscritturadelle relative norme delle singole leggi professionali. Natu-ralmente, i principi dettati dal decreto avranno una loro effi-cacia anche nelle more: di linee guida interpretative delledisposizioni vigenti e, probabilmente, almeno a mio giudi-zio, anche dei codici deontologici.

I principi: 8 l’accesso alla professione è libero e il suo esercizio è fon-

dato e ordinato sull’autonomia e sull’indipendenza digiudizio, intellettuale e tecnica, del professionista. La li-mitazione, in forza di una disposizione di legge, del nu-mero di persone che sono titolate ad esercitare una certaprofessione in tutto il territorio dello Stato o in una certaarea geografica, è consentita unicamente laddove essa ri-sponda a ragioni di interesse pubblico e non introducauna discriminazione diretta o indiretta basata sulla na-

zionalità o, in caso di esercizio dell’attività in forma so-cietaria, della sede legale della società professionale;

8 previsione dell’obbligo per il professionista di seguirepercorsi di formazione continua permanente predispostisulla base di appositi regolamenti emanati dai consiglinazionali. La violazione dell’obbligo di formazione con-tinua determina un illecito disciplinare e come tale èsanzionato sulla base di quanto stabilito dall’ordinamentoprofessionale che dovrà integrare tale previsione;

8 il compenso spettante al professionista è pattuito periscritto all’atto del conferimento dell’incarico professio-nale prendendo come riferimento le tariffe professionali.È ammessa la pattuizione dei compensi anche in derogaalle tariffe. Il professionista è tenuto, nel rispetto delprincipio di trasparenza, a rendere noto al cliente il livello

La manovra bis “copia” le scellerate liberalizzazioni dei decreti Bersani.

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della complessità dell’incarico, fornendo tutte le infor-mazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento delconferimento alla conclusione dell’incarico:

8 a tutela del cliente, il professionista è tenuto a stipulareidonea assicurazione per i rischi derivanti dall’eserciziodell’attività professionale. Il professionista deve renderenoti al cliente, al momento dell’assunzione dell’incarico,gli estremi della polizza stipulata per la responsabilità pro-fessionale e il relativo massimale. Le condizioni generalidelle polizze assicurative di cui al presente comma possonoessere negoziate, in convenzione con i propri iscritti, daiConsigli Nazionali e dagli enti previdenziali dei profes-sionisti.

Inoltre:fermo quanto previsto dal comma 5 per le professioni, l’ac-cesso alle attività economiche e il loro esercizio si basano sulprincipio di libertà di impresa.Le disposizioni vigenti che regolano l’accesso e l’esercizio delleattività economiche devono garantire il principio di libertà diimpresa e di garanzia della concorrenza. Le disposizioni rela-tive all’introduzione di restrizioni all’accesso e all’esercizio delleattività economiche devono essere oggetto di interpretazionerestrittiva.Le restrizioni in materia di accesso ed esercizio delle attivitàeconomiche previste dall’ordinamento vigente sono abrogatequattro mesi dopo l’entrata in vigore del presente decreto.Fin qua alcuni stralci del testo, o meglio di un testo che fa ditutta un’erba un fascio.Per la farmacia: pur dovendo scrivere a difesa della mia pro-fessione, lavorando quale consulente di farmacie da più divent’anni mi sento un poco farmacista: la prima cosa che sinota è che la farmacia è un’attività del tutta atipica, è un’im-presa, gestita da un professionista che svolge un servizio pub-blico (salute, turni, sconti allo stato, anticipazioni di spese chespetterebbero allo stato stesso, dispensazioni per conto). Assi-milare il farmacista ad un avvocato è follia e pretendere me-desime regole vuole significare che chi fa una legge forse hapoca voglia di lavorare e di approfondire. Buono pur tuttaviaè il lasso di tempo di un anno che la norma lascia per eviden-ziare quelle che sono le problematiche di ciascun settore.Tralascio commenti sulla formazione obbligatoria: ricono-scere, come a mio giudizio si dovrebbe, che c’è un non tra-scurabile problema di preparazione in molti professionisti,non solo farmacisti, credo che si dovrebbe pensare all’Univer-sità, al praticantato e all’esame di abilitazione, non a questicorsi estemporanei che, per il momento, sono serviti più chealtro a creare un nuovo piccolo business, quello della forma-zione.

Legislazione Liberalizzazioni

10 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

Il termine “restrizione'”, ai sensi del comma 8, comprende :

8 la limitazione, in forza di una disposizione di legge, delnumero di persone che sono titolate ad esercitare unaattività economica in tutto il territorio dello Stato o inuna certa area geografica attraverso la concessione di li-cenze o autorizzazioni amministrative per l’esercizio,senza che tale numero sia determinato, direttamente oindirettamente sulla base della popolazione o di altri cri-teri di fabbisogno;

8 l’attribuzione di licenze o autorizzazioni all’esercizio diuna attività economica solo dove ce ne sia bisogno se-condo l'autorità amministrativa; si considera che questoavvenga quando l’offerta di servizi da parte di personeche hanno già licenze o autorizzazioni per l’esercizio diuna attività conomica non soddisfa la domanda da partedi tutta la società con riferimento all’intero territorio na-zionale o ad una certa area geografica ;

8 il divieto di esercizio di una attività economica al di fuoridi una certa area geografica e l’abilitazione a esercitarlasolo all’interno di una determinata area;

8 l’imposizione di distanze minime tra le localizzazioni dellesedi deputate all'esercizio della professione o di una at-tività economica.

In più

8 il divieto di esercizio di una attività economica in piùsedi oppure in una o più aree geografiche;

8 la limitazione dell’esercizio di una attività economica adalcune categorie o divieto, nei confronti di alcune cate-gorie, di commercializzazione di taluni prodotti;

8 la limitazione dell’esercizio di una attività economica at-traverso l’indicazione tassativa della forma giuridica ri-chiesta all’operatore;

8 l'imposizione di prezzi minimi o commissioni per la for-nitura di beni o servizi, indipendentemente dalla deter-minazione, diretta o indiretta, mediante l'applicazione diun coefficiente di profitto o di altro calcolo su base per-centuale;

8 l’obbligo di fornitura di specifici servizi complementariall’attività svolta.

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Legislazione Liberalizzazioni

Per quanto riguarda il nostro sistema politico ed istituzionale,non si può non ricordare quanto segue.Al momento del varo delle liberalizzazioni da parte del mi-nistro Bersani del governo Prodi, la maggioranza che è adessoal governo e che ha confezionato la riforma che stiamo esa-minando fece una fortissima opposizione, sostenendo cheerano riforme inammissibili, che andavano contro l’interessedei cittadini, accattivandosi il consenso di molti colleghi.Ora, a qualche anno di distanza, hanno varato un gruppo didisposizioni che rappresenta sostanzialmente la riedizione,peraltro con la stessa scarsissima qualità di tecnica norma-tiva, di quelle stesse riforme contro cui tanto avevano a suotempo tuonato. Il cittadino, qui, vorrebbe allora capire chi èche comanda davvero e lo dico avendo ben poca simpatiaper il signore su citato.Quindi si auspica il mantenimento della pianta organica edi un criterio della distanza: il cittadino ha bisogno quoti-dianamente di recarsi in farmacia e non si può pensare cheil farmacista la ponga dove vuole: perchè mettere una far-macia in periferia? O in un paese di campagna? Le mette-remo tutte in centro città o in riva al mare e senza alcunadistanza, una appiccicata all’altra. Guardino cosa è successoin Svizzera molti anni fa. Perchè fare i turni di notte, pagarenotturnisti, lavorare di domenica e soprattutto anticipare ilcosto delle medicine al paziente? Liberalizzazione è liberaliz-zazione. E una liberalizzazione non governata significherebbesolo il caos nel settore, ben coscienti che la libera concorrenzache già esiste è molto spesso foriera di comportamenti tuttiindirizzati al profitto e non al servizio e la concorrenzaquando si fa aspra dimentica i principi, e nel campo dellasalute mi pare ovvio non sia cosa buona.Forme societarie: aprire alle società di capitali anche la far-macia questo dice il decreto. Si dovrebbe ben dibattere suciò. La modifica dell’articolo 7 della Legge 362/1991 che ri-serva la titolarità delle partecipazioni a soli farmacisti abilitati,non c’è bisogno che lo scriva, è un’arma a doppio taglio.Certo garantirebbe la soluzione di molti problemi legati aldiritto successorio, facendo decadere la scellerata norma deidue anni prevista per regolarizzare comunioni ereditarie egarantirebbe a nuclei familiari di conservare l’azienda di fa-miglia anche in presenza di eredi minori o non farmacisti,ma aprirebbe alla speculazione e allo svilimento professio-nale, ben si auspica quindi che il socio di maggioranza possaessere solo un farmacista e così anche l’amministratore inmodo da assicurare la connotazione professionale dell’im-presa.Le parafarmacie: si auspica che debbano soggiacere anche essea dei criteri di distanza sia da altre parafarmacie che da far-macie stesse, altrimenti si ricadrebbe negli errori e nei rischi

prima citati, poi non esistendo para avvocati, paracommer-cialisti, paraveterinari, perchè i parafarmacisti? E con questonon voglio significare che le parafarmacie esistenti si elevinoal rango di farmacie, in quanto, lo si ribadisce, la concorrenzanel campo della salute deve essere governata da regole che im-pediscano minacce alla tutela della salute pubblica.Certo che codeste previsioni potrebbero portare verosimil-mente ad una svalutazione del valore della azienda farmaciaqualsiasi provvedimento seppur parziale si venga ad adottare.Il primo consiglio sembra banale, ma se sussistono ancoraimprese familiari laddove il valore della partecipazione e dellavoro del familiari è fondato secondo l’articolo 230 bis sul-l’incremento di valore di avviamento, sarebbe opportunoprima che mai trasformare le partecipazioni familiari in par-tecipazioni sociali.In conclusione, nell’intervento in esame ci sono tutti i difettitradizionali degli ultimi provvedimenti: scarsa, o moltoscarsa, qualità tecnico-normativa, scorrettezza politica ed isti-tuzionale dei contenuti, forte sapore di lobbismo (non è chepoi chi ci guadagna sarà sempre la grande distribuzione? Oi grandi detentori di capitali?)Credo sia un provvedimento destinato a scontentare tutti,tranne forse grandi industrie e assicurazioni, se non addirit-tura anche quelli.Il meccanismo adottato di definizione di principi generalicon «delega» a riforme successive consente ancora ampi mar-gini di manovra, in questo anno unitamente alle Associa-zioni di Categorie occorre che il farmacista non si isoli,partecipi, dia il suo contributo perchè ci sarebbe da faremolto di più e molto meglio di quello che il decreto sugge-risce ( di peggio è improbabile) e si auspica che si arrivi adun disegno di legge che salvaguardi la categoria in quantociò più che in ogni altro campo significa salvaguardia del cit-tadino.

Aggiornamento importante

Via libera a una norma che mantiene il ‘numero chiuso’delle farmacie. è stato approvato un emendamento alla ma-novra (all’articolo sulle liberalizzazioni), in commissione Bi-lancio al Senato, che chiarisce la necessità di mantenere ‘lalimitazione del numero di persone titolate a esercitare unaprofessionè per le professioni ‘connesse alla salute umanà.Con codesto emendamento, ferma restante la soglia di at-tenzione per mantenere saldo un principio di tutela comune,si confida che le cose per la farmacia inizino ad essere dettateda regole ferme e non continuamente in balia dell’umore diuno o più organi istituzionali. è un importante passo avanti.

11il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

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13il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

Economia Gestione

di Paolo Piovesan – Farmacista esperto in Comunicazione

Icambiamenti culturali, la tecnologia, le decisioni politichee le esigenze economiche stanno rapidamente cambiandola struttura di tutte le realtà commerciali e la stessa tipo-logia d’offerta che viene proposta al nuovo consumatore.

Non fa difetto la farmacia, per molti versi già decisamente mu-tata negli assortimenti di prodotti e sempre più coinvolta in veree proprie rivoluzioni gestionali ed imprenditoriali dei titolari.Tuttavia, probabilmente, dovremo ancora assistere a nuovi e ra-dicali cambiamenti, taluni prevedibili e altri assolutamente re-pentini e inaspettati.

La parola d’ordine che oggi ricorre nei vari convegni è inno-vazione: innovazione nei processi, innovazione nelle strategie,innovazione dei prodotti. Tuttavia poco si parla d’innova-zione nella comunicazione. Nelle farmacie si continua a ri-volgersi al cliente con le metodologie di sempre, senzaconsiderare che nel frattempo il consumatore è cambiato,sono cambiate le composizioni delle famiglie, la gente è piùinformata e per questo esigente, si sposta con più facilità edè più propensa al cambiamento. La comunicazione e la pub-blicità rischiano così di dissiparsi senza produrre risultati, iprodotti sono sempre più uguali tra loro proprio mentre iclienti diventano sempre più diversi. Considerare la modernaevoluzione del consumatore non può ridursi banalmente adaffermare che egli ha meno soldi da spendere; oggi per co-municare occorre creatività, inventiva, tecnologia e metodicacostanza nel tempo; i risultati non si ottengono certo nell’im-mediato.Non si può più focalizzare l’attenzione solo sul prodotto, maoccorre saper ascoltare il cliente, non si può più puntareesclusivamente sull’immagine tralasciando la reputazione.

Spesso si finisce per parlare tanto, troppo, senza soffermarsia prestare ascolto alle esigenze e ai desideri dei clienti, magarinon palesemente espressi ma che sono sempre più alla ricercadi un rapporto.

Farmacie differenti tra loroAnalizzando la situazione, possiamo affermare che sempremeno le farmacie sono tutte uguali tra loro. Le diversità nonrisiedono solo nella differente metratura piuttosto che nellatipologia delle referenze trattate, ma sempre più è l’imposta-zione aziendale che crea la differenza. Ci sono farmacie mag-giormente orientate alla proposta tipo drugstore, con ampi

Il farmacista è sempre più chiamato adeffettuare scelte oculate.

Impostiamo la nostrafarmacia

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assortimenti a self-service, altre che puntano più a risultare ri-ferimenti di nicchia, altre ancora che si orientano verso i servizie così via. Ciò che però diviene assolutamente importante inqueste possibili diversità è conoscere perché ci si orienta versouna specializzazione piuttosto che un’altra, ovvero stabilire icriteri di un possibile sviluppo attraverso l’analisi dei mercati,delle opportunità, della concorrenza e della sostenibilità degliinvestimenti, ma soprattutto del cliente. In pratica si tratta discelte che vanno adottate secondo precise decisioni strategiche,frutto di pianificazioni degli interventi e programmazione dellavoro. È finita l’epoca dei tentativi disorganizzati, purtropponon c’è più spazio per azioni dettate solo dal voler copiare ilvicino, non esistono più nemmeno i margini per troppi erroridi valutazione.Com’è cambiata la farmacia anche sotto questi aspetti, vero?Il farmacista è sempre più chiamato ad effettuare scelte oculate,i rapporti col SSN sono più problematici e meno redditizi, ilpotere d’acquisto dei clienti è diminuito, crescono i concor-renti e diminuiscono le esclusive. La maggior parte delle far-macie non supera gli 80 metri quadri di superficie, troppopochi per voler essere competitivi con assortimenti generaliz-zati e despecializzati; la caratterizzazione dei singoli reparti ri-sulta spesso difficoltosa o confusionaria; la fedeltà al singolopunto vendita è diminuita rispetto ad un tempo. Insomma,per un motivo o per l’altro, o forse un po’ per tutti, risulta evi-dente come occorra al più presto reimpostare l’organizzazionedella farmacia. Ormai non serve più la sola ristrutturazionedei locali, non è più sufficiente l’ottimale esposizione dei pro-dotti, non basta semplicemente acquistare bene la merce. C’èl’evidente necessità di una forte caratterizzazione e di una spe-cializzazione che sia apprezzata agli occhi del cliente.Come si diceva, le farmacie non potranno più essere tutteuguali tra loro, crescerà sempre più la loro segmentazione do-vuta alla proposta commerciale e all’offerta di servizio che sisceglierà e si sarà in grado di offrire.

Essere protagonistiSarebbe pertanto preferibile che fossero le scelte e le volontàdegli imprenditori farmacisti a dettare i cambiamenti delle loroaziende, piuttosto che le pressioni e le esigenze imposte dal-l’esterno. Per ottenere questo, si tratta quindi di accettare unanuova pressante realtà e attivarsi per cercare di prevenire uninevitabile mutamento degli scenari. Aspettare e sperare pur-troppo serve a poco. Se sono io a scegliere posso infatti tentaredi progettare il mio futuro, se a dettare i tempi e i contenutidei miei cambiamenti sono invece gli altri, non mi resta chesubire cercando di adeguarmi, ma in questo modo sarà assaidifficile costruire una crescita. Uno studio effettuato da espertidel settore ha evidenziato come dal 1990 al 2010 le farmacie

abbiano perso circa il 16% della loro redditività e circa il 35%del loro utile lordo (considerando anche gli effetti dell’infla-zione) e i servizi che nel frattempo sono stati inseriti abbianoinciso per un costo medio di circa 17000 euro all’anno (per-sonale, strutture, manutenzione, ammortamenti, spazio etempo dedicati, ecc.) senza tuttavia aver portato ad alcun in-cremento nei profitti; nei casi di miglior ritorno, i servizi inci-dono al massimo per un 2% sulla redditività della farmacia.Molte prestazioni vengono erogate gratuitamente, probabil-mente nella speranza di un indotto, altre invece sono attivatein maniera sporadica e disorganizzata. A tutto ciò si aggiungaun aumento degli oneri finanziari e dei costi fissi aziendali chespesso impediscono investimenti per opportune innovazioni.Infine, come non bastasse, un’altra indagine sul Territorio evi-denzia una percezione statistica da parte del cliente di unaminor qualità del rapporto interpersonale a favore di pericoloseforme di standardizzazione; cosa che stride se pensiamo chealla base dei servizi dovrebbe invece esserci proprio un au-mento della personalizzazione.

Impostare il futuroÈ forse, pertanto, opportuno soffermarsi a considerare comestiamo impostando il nostro lavoro per il futuro, probabil-mente sarà indispensabile riprendere molte valutazioni sia sullaqualità (percepita) della nostra offerta sia sulle possibilità dicrescita della nostra azienda farmacia. Personalmente ritengosi dovrebbe ricercare anche un maggior peso politico, il checomporta una maggior “presenza” di rappresentanza nelle de-cisioni che ci riguardano, una miglior immagine di compat-tezza di categoria nei confronti sia del pubblico sia delleistituzioni, una più efficace attività di comunicazione istitu-zionale e infine una più decisa presa di coscienza e soprattuttovolontà di dare valore alla nostra professionalità. I singoli in-vece dovrebbero iniziare seriamente a considerare il loro ruolosul territorio che, oltre ad essere di servizio pubblico, dovrebbeconsentire non solo la sopravvivenza ma anche lo sviluppodell’impresa. Vanno individuate le priorità e gli obiettivi ricer-cando cosa può essere in grado di caratterizzare in manieraunica e qualificante il nostro punto vendita. Le scelte dipen-dono primariamente da un’analisi della clientela reale e poten-ziale; di conseguenza si sceglieranno i fornitori, i collaboratorie tutta l’impostazione commerciale della farmacia; infine sa-ranno altrettanto importanti le continue verifiche sia in ter-mini di resa economica sia di completezza di soddisfazionedella clientela.La farmacia, per unicità delle proposte e qualità del servizio,dovrà divenire al più presto un centro d’attrazione piuttostoche un punto vendita che subisce le proposte di mercato persemplicemente distribuirle.

Economia Gestione

14 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

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Notizie fiscaliDa SEDIVA NEWS

PrezziAumento dell’IVA dal 20 al 21% A partire da Sabato 17 Settembre 2011 l’iva – come sappiamo –è passata dal 20 al 21% per le prestazioni di servizi, per le utenzetelefoniche, elettriche, ecc., per le prestazioni professionali e cosìvia, ma anche per parecchi articoli e prodotti, i cui prezzi al pub-blico, in particolare, potrebbero essere quindi aggiornati, facen-doli in tal caso lievitare dello 0,833%. Così, ad esempio, unprodotto oggi venduto ad Euro 13,00 (con iva 20%) potrebbelegittimamente passare (anche se non costituisce certo un obbligoper il dettagliante) ad Euro 13,11, tenuto conto che il sistemanormativo prevede la rivalsa del tributo nei confronti dell’ultimoconsumatore. Sarà dunque opportuno stare attenti a individuarei prodotti ora assoggettati al 20% che però sono in genere tuttiquelli dell’area del c.d. parafarmaco, gli integratori, i cosmetici,gli articoli d’abbigliamento, oltre a beni di arredamento, auto-vetture, manutenzioni, spese di rappresentanza, articoli di carto-leria, ecc. L’aumento dell’iva dal 20 al 21% incide inoltre anchenella determinazione dell’aliquota media sulla quale – secondo imeccanismi della ben nota ventilazione - viene determinata l’ivaperiodicamente dovuta dalla farmacia sui corrispettivi (compresiquelli liquidati dal SSN e con esclusione delle sole fatture di ven-dita o simili), che infatti é calcolata sulla base della media pon-derata dell’iva sugli acquisti di beni destinati alla rivenditaeffettuati dall’esercizio nel mese o trimestre precedente, salvo con-guagliare poi la situazione nella dichiarazione annuale. In ognicaso, nel conto economico (anche periodico) di ogni singola far-macia assistita figura - accanto alle vendite - la percentuale mediadell’iva (10,30%, 10,50%, ecc.), che viene calcolata proprio colcriterio della media ponderata. Ricordiamo, infine, che i prodottiper i quali la farmacia riterrà di operare l’aggiornamento delprezzo al pubblico conseguente all’aumento dell’iva dovranno ri-portare il nuovo prezzo di vendita e per quelli esposti al pubblico- ove si tratti di prodotti alimentari – anche il nuovo prezzo alchilogrammo.

Studio Associato

Documentazione fiscaleRaddoppiati nei fatti i termini didecadenza degli accertamenti fiscaliUna delle tante “manovre” succedutesi nel corso degli anni, e in

questo caso ci riferiamo particolarmente a quella del 2006 (dl.223), aveva previsto il raddoppio dei termini di decadenza (in so-stanza, da quattro ad otto anni) degli accertamenti fiscali nell’ipo-tesi in cui i verificatori accertino violazioni di natura tributariache configurino un reato. E quindi, in sostanza, qualora oggi, adesempio, nel corso di una qualsiasi indagine emerga una viola-zione fiscale - costituente reato - commessa nel 2005 (e per laquale è intervenuta la decadenza per il decorso dei relativi terminidi accertamento), l’amministrazione finanziaria ha comunque lafacoltà di richiedere la documentazione, che il contribuente po-trebbe evidentemente nel frattempo aver eliminato, per procederead una verifica. Questa norma era stata, è vero, sospettata di in-costituzionalità dalla Commissione tributaria provinciale di Na-poli, ma la Consulta l’ha invece dichiarata conforme ai precetticostituzionali, trattandosi – questo l’assunto della Corte – nongià di una riapertura dei termini scaduti e/o di reviviscenza di po-teri di accertamento esauriti, ma di termini fissati dalla legge cheoperano automaticamente in presenza della precisa condizionecui si è accennato. È chiaro, pertanto, che nel concreto il contri-buente dovrà conservare – sia pure a titolo puramente cautelativo- la propria documentazione fiscale non più per quattro ma perotto anni, che poi diventano nove, tenuto conto che, come è noto,il termine scade il 31 dicembre dell’anno successivo a quello dipresentazione del mod. Unico.

Stefano Lucidi

Spesometro o redditometroNuovo accertamento sintetico Le nuove regole in materia di accertamento sintetico, introdottedalla manovra estiva dell’anno scorso (D.L. 78/2010 convertitoin legge 122/2010) ed applicabili dal periodo di imposta 2009, sifondano sulla presunzione che ad una determinata capacità dispesa e ad un determinato livello di consumo corrisponda un ade-guato livello di reddito. L’”infernale” nuovo meccanismo fa pernosu due strumenti: lo spesometro e il redditometro; il primo, inpratica, “somma” tutte le spese effettuate nell’anno di riferimentodal contribuente e le confronta con il reddito da lui dichiaratosempre per quell’anno, e, se questo è inferiore, egli viene in praticachiamato a renderne conto. Sotto questo profilo il peggioramentorispetto alla versione precedente dello spesometro sta nel fatto chele c.d. “spese per incrementi patrimoniali” in passato venivanospalmate per cinque anni (l’anno di sostenimento e i quattro pre-cedenti), e ora sono invece imputate per l’intero nell’anno di so-stenimento. Pertanto, se nel vigore del precedente regime siacquistava, poniamo, un appartamento per un prezzo di 300milaeuro, la spesa si considerava sostenuta con il reddito dell’anno diacquisto e dei quattro precedenti, mentre con il regime attuale laspesa viene raffrontata interamente con il reddito dell’anno in cui

Informazione dall’Istituto

SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia16

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17il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

Informazione notizie fiscali e professionali

l’operazione è stata effettuata. Il redditometro, invece, è uno stru-mento più sofisticato, perché, partendo pur sempre da dati certi(le spese sostenute dal contribuente per determinati consumi e/obeni, o per viaggi, frequentazioni di circoli sportivi d’élite, discuole di alto livello, o per autovetture di lusso, imbarcazioni,ecc.), esso “elabora” attraverso opportuni indici (risultato di unacampionatura effettuata anche in funzione del nucleo familiare edell’area territoriale di appartenenza) un certo “reddito minimo”induttivamente riferibile a quelle spese. In questo caso, quindi, lostrumento non si limita a sommare le spese fatte, ma le “traduce”nel reddito presumibilmente attribuibile al soggetto che le so-stiene. Ricordato tutto questo, l’Agenzia delle Entrate ha ora peròfornito – con una “pronuncia di prassi” – interessanti chiarimentiproprio sul funzionamento dei nuovi meccanismi, che qui di se-guito richiamiamo rapidamente. Alternatività di spesometro e redditometro – Un primo impor-tante dubbio che era stato sollevato da più parti e riguardava lapossibilità di sommare tra loro i risultati a cui si perveniva con ledue metodologie. Ora l’Agenzia, molto opportunamente, chiari-sce che essi sono alternativi, e pertanto, in pratica, la ricostruzionedel reddito di un certo soggetto attraverso l’accertamento sinteticopuò avvenire o con lo spesometro o con il redditometro, e quindii risultati dei due strumenti non si possono cumulare. Così, ad esempio, se per il 2010 viene accertato a carico di Tizio– con lo spesometro – un reddito di 75mila euro e con il reddi-tometro un reddito di 80mila euro, non è consentito sommaretali due risultati e concludere che per quell’anno Tizio presunti-vamente abbia guadagnato 155mila euro. Tale precisazione dell’Amministrazione finanziaria, comunque,aderisce perfettamente alla natura di questo “minisistema”, per ilquale con ognuno degli strumenti praticabili (spesometro e red-ditometro) si perviene ad una determinazione, per l’appunto, sin-tetica del reddito del soggetto accertato riferibile al suo redditocomplessivo, e perciò di fatto esauriente ed escludente ogni altroelemento accertativo; di qui, necessariamente, l’alternatività tra ledue metodologie. Per lo spesometro rilevano soltanto gli esborsi finanziari – Consi-derato che la nuova versione dell’accertamento sintetico pone unrigido criterio per cassa (tant’è che, come detto, tutte le spese,comprese quelle “per incrementi patrimoniali”, si considerano ef-fettuate con il reddito dell’anno di sostenimento), appare condi-visibile l’affermazione dell’Agenzia per la quale, in caso di acquistodi un bene patrimoniale mediante finanziamento (ad esempio,mutuo o leasing), rilevano per l’anno sottoposto ad accertamentosoltanto le quote o i canoni pagati nell’anno stesso, che però an-dranno naturalmente ad aggiungersi alle altre spese operate inquell’anno, e dunque – tornando all’esempio – ove l’apparta-mento fosse acquistato ricorrendo ad un mutuo la cui quota an-nuale nell’anno di acquisto ammonti a 10.000 euro, rileverà perlo spesometro dell’anno di acquisto soltanto l’importo della quota

del mutuo e non tutto il prezzo pagato. Per la prova contraria utilizzabile ogni entrata “legale” – Tuttaviail contribuente “accertato” sulla base dello spesometro può sempreprovare che la spesa sia stata sostenuta con redditi diversi da quelliposseduti nello stesso periodo d’imposta (ad es., redditi esenti), opercepiti in precedenti periodi d’imposta, o soggetti a ritenuta fi-scale alla fonte e perciò non indicati nella dichiarazione dei redditirelativa all’anno di accertamento, ovvero, come afferma testual-mente la norma, “legalmente esclusi dalla formazione della baseimponibile”. Ebbene, proprio sulla scorta del testo normativo l’Agenzia chiari-sce che – per individuare tutte le ulteriori entrate (diverse dal red-dito dichiarato per l’anno accertato), che possono essere chiamatea giustificazione della spesa operata -dovrà farsi riferimento ad unanozione di reale reddito finanziario disponibile e non di redditofiscale in senso stretto, e che, perciò, potrà essere utilizzata ancheogni entrata finanziaria che abbia già scontato l’imposta o che siaa vario titolo “legalmente” esclusa dalla tassazione e, quindi, co-munque in regola con il Fisco. Tutto questo, come è agevole comprendere, pone d’ora in poi ilproblema (ma ce ne sono di più seri e complicati …) di conservarecon cura la documentazione di ogni entrata finanziaria che perun motivo o per l’altro non sia (“legalmente”) transitata nella di-chiarazione dei redditi.

Franco Lucidi

AgevolazioniCon la manovra finanziaria ravvedimento operoso “giornaliero” Il dl. 98/2011, riguardante la manovra finanziaria, è stato ora con-vertito in legge con la l. 15 luglio 2011 n. 111 (pubblicata sullaG.U. n. 164 del 16/07/2011), ma il comma 31 dell’art. 23 – cheè la disposizione che qui ci interessa – non ha subito modifiche;pertanto è ormai definitiva la novità che ha ampliato le “chances”per coloro che si dimenticano di effettuare i versamenti di impostealle prescritte scadenze. È stata infatti introdotta – accanto allevecchie ipotesi di ravvedimento c.d. “breve” o “mensile” (che pre-vede, come sappiamo, il pagamento delle somme omesse entrotrenta giorni dalla scadenza unitamente ad una sanzione ridottadel 3%), e di ravvedimento c.d. “lungo” o “annuale” (che prevede,invece, il pagamento entro l’anno dalla scadenza unitamente aduna sanzione ridotta del 3,75%) – una forma nuova di zecca diravvedimento invece “brevissimo” o “giornaliero”, esperibile neiprimi quattordici giorni di ritardo. In pratica, sarà ora possibile sanare gli omessi versamenti entro iquattordici giorni successivi alla scadenza con una sanzione pariallo 0,2% per ogni giorno di ritardo, fermo naturalmente che dal

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Informazione dall’Istituto

quindicesimo giorno, e fino al trentesimo, continua ad applicarsila ricordata sanzione del 3% (ravvedimento c.d. “breve” o “men-sile”), a prescindere dal giorno in cui, all’interno di questi quindicigiorni, interviene la regolazione. Così, ad esempio, se si è dimen-ticato di pagare l’iva mensile di giugno (versamento entro il 16luglio) pari ad € 10.000, si può sanare l’omissione pagando, finoal 30 luglio, l’importo aumentato degli interessi e versando lasanzione dello 0,2% per ogni giorno di ritardo fino pertanto adun massimo del 2,80% (0,2% per 14 giorni), pari nell’esempioad € 280; dal 31 luglio in poi, e fino al 15 agosto, il ravvedi-mento torna a costare – esattamente come prima – il 3% in mi-sura fissa. È chiaro che questo nuovo sistema della sanzionegiornaliera progressiva applicabile nei primi quattordici giorni diritardo tende a premiare i ravvedimenti “sprint”, cioè quelli effet-tuati a ridosso della scadenza (nel nostro esempio, il ravvedimentooperato il terzo giorno costerebbe solo 60 euro, pari allo 0,60%delle somme ravvedute), considerato che, decorso questo periodo,cessa il vantaggio e torna la sanzione secca “mensile” del 3%, in-dipendentemente, come abbiamo detto, dal giorno in cui inter-viene la definizione.

Monica Lucidi

Contribuzione INPSGli iscritti agli albi non sono obbli-gati alla contribuzione INPS È quanto stabilito da una norma interpretativa contenuta nellarecente manovra economica (d.l. 98/2011 convertito nella l.111/2011), che ha infatti definitivamente chiarito che gliiscritti in albi professionali non sono tenuti ad iscriversi allaGestione separata presso l’Inps, ma a versare soltanto i contri-buti dovuti alle rispettive Casse di previdenza (l’Enpaf, ovvia-mente, per i farmacisti) per l’attività professionale svolta, ameno che – come peraltro già sapevamo -non siano lavoratorisubordinati (è il caso dei farmacisti dipendenti, che versanoinfatti anche alla Gestione ordinaria), ovvero prestino attivitànon soggette al versamento contributivo al proprio ente di pre-videnza (il farmacista, ad esempio, che collabori professional-mente con un quotidiano o un periodico). Pertanto, il farmacista associato in partecipazione con apportodi lavoro, il farmacista co.co.co. di una farmacia, il farmacistache come tale sia titolare di partita iva, il farmacista in impresafamiliare e infine, naturalmente, il titolare in forma individualee il socio di una società di persone, devono soltanto i contributiall’Enpaf in misura piena. Con altra norma contenuta semprenella manovra economica, è poi previsto che professionistiiscritti alle Casse private già pensionati, ma che continuano asvolgere la propria attività professionale, devono anche conti-

nuare a versare i contributi dovuti ed entro sei mesi dalla datadi entrata in vigore del decreto gli Enti stessi devono adeguarei propri statuti; in questo senso nessuna novità per i farmacistipensionati, che infatti continuano a versare il proprio contri-buto pieno in caso di continuazione della loro attività.

Stefano Lucidi

Manovra bis 2011Le modifiche ai reati penali tribu-tariMolto incisive – lo abbiamo rilevato del resto con molto an-ticipo sui giornali - sono le norme della manovra bis chehanno modificato le disposizioni relative ai reati fiscali, perlo più riducendo le soglie d’imposta evasa oltre le quali siconfigura appunto un reato. In particolare, nel caso di dichiarazione infedele (che è l’ipotesiche si realizza più frequentemente all’esito delle verifiche fiscalidell’Agenzia delle Entrate o della Guardia di Finanza) è previ-sta la reclusione da uno a tre anni quando, congiuntamente,l’imposta evasa è superiore ad € 50.000,00 (in precedenza €103.291,38) e l’ammontare degli elementi attivi o passivi sot-tratti all’imposizione sia superiore ad € 2.000.000,00 (prima€ 2.065.827,60). Nel caso, invece, di omessa presentazionedella dichiarazione, scatta la reclusione da uno a tre anni sel’imposta evasa è superiore a soli € 30.000,00 (prima €77.468,53), mentre, in caso di dichiarazione fraudolenta me-diante “artifici”, è prevista la reclusione da un anno e sei mesia sei anni, quando però, congiuntamente, l’imposta evasa siasuperiore ad € 30.000,00 (in precedenza € 77.468,53) e l’am-montare degli elementi attivi o passivi sottratti all’imposizionesia superiore al 5% di quelli dichiarati o ad € 1.000.000,00(prima € 1.549.370,70).È stata anche abrogata l’attenuante che prevedeva la riduzionedella reclusione da sei mesi a due anni nel caso di presentazionedi dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri do-cumenti per operazioni inesistenti inferiori ad € 154.937,07:in tale evenienza, quindi, sarà irrogabile la pena ordinaria dellareclusione da un anno e sei mesi a sei anni.Inoltre, le attenuanti applicabili al contribuente che estinguei debiti tributari (comprese le sanzioni) comporteranno la ri-duzione di un terzo della pena, in luogo della metà previstasino ad oggi.Non troverà poi applicazione l’istituto della sospensione con-dizionale della pena nell’ipotesi in cui l’imposta evasa superii 3.000.000 di euro e sia superiore al 30% del volume d’af-fari.

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Informazione notizie fiscali e professionali

È stata ancora aumentata di un terzo la prescrizione, chedunque passa dagli ordinari sei anni agli otto anni; tuttavia,nei casi in cui il termine di prescrizione venga interrotto (ades. mediante la notifica di un processo verbale di constata-zione o di un atto di accertamento), il termine prescrizionalesarà di dieci anni. Nulla è cambiato, invece, con riguardo aireati di occultamento o distruzione di documenti contabilial fine di evadere le imposte (reclusione da sei mesi a cinqueanni) o per l’omesso versamento di ritenute fiscali o iva perimporti superiori ad € 50.000,00 (reclusione da sei mesi adue anni) o per indebita compensazione di crediti non spet-tanti o inesistenti superiori ad € 50.000,00 (reclusione da seimesi a due anni), o per chi aliena simulatamente i propri beniper sottrarsi al pagamento delle imposte sui redditi o iva (re-clusione da sei mesi a quattro anni).Le nuove disposizioni riguarderanno in ogni caso i fatti com-messi dal 17 settembre 2011, data di entrata in vigore dellalegge di conversione della manovra. Una “stretta”, in conclu-sione, sicuramente di rilievo, che rischia però di ingolfare leprocure, tenuto conto che il superamento di quei limiti insede di verifica può rivelarsi una vicenda molto frequente, eche qualsiasi ipotesi – anche magari scarsamente fondata - dievasione o presunta tale (ivi comprese quelle di elusione o diabuso del diritto) sarà verosimilmente denunciata dai verifi-catori, non foss’altro che per eliminare qualunque responsa-bilità astrattamente loro ascrivibile.

Studio Associato

Altre notizie

ENPAFServizio onlineL'ENPAF ha attivato un servizio online che offre ad ogni iscrittola possibilità di verificare sia la propria situazione anagrafica chequella contributiva (anni di contribuzione previdenziale, paga-menti contributivi anno in corso, eventuali periodi di disoccupa-zione, ricongiunzione e riscatti). È inoltre possibile effettuare lastampa del duplicato MAV dell'anno in corso.Per accedere al servizio è necessario attivare la procedura di regi-strazione, dovranno essere trascritte tutte le informazioni richiestegrazie alle quali perverrà successivamente per e-mail la prima partedella Password (si consiglia di conservare l'e-mail con la primaparte della Password).La seconda parte della Password verrà inviata per posta prioritariadirettamente all'indirizzo dell'iscritto.

Contratto dipendenti di farmaciaFederfarmaL'interruzione delle trattative per il rinnovo del contratto di la-voro dei dipendenti di farmacia privata tra i Sindacati Confede-rali e Federfarma rientra nell'ambito della normale dialettica trarappresentanti dei lavoratori e datori di lavoro. La distanza tra le parti esiste, ma Federfarma confida che neiprossimi incontri si possa raggiungere un accordo. Peraltro, letrattative non sono iniziate da molto tempo e, se c'è stato qual-che rallentamento, non è certo dovuto a Federfarma: sono inac-cettabili, quindi, strumentalizzazioni che introducono in questafase elementi di disturbo in un confronto che riguarda i 60.000dipendenti delle farmacie private, di cui 35.000 laureati in far-macia e 25.000 tra commessi e magazzinieri non laureati.Per quanto riguarda, più in generale, la necessità di valorizzareil ruolo dei farmacisti collaboratori, già rappresentata dai Sin-dacati, Federfarma da tempo condivide l'esigenza di ampliare lepossibilità di carriera e miglioramento professionale dei colla-boratori laureati. Questo sarà valutabile dopo l'introduzione infarmacia, tramite il prossimo rinnovo della convenzione farma-ceutica con il SSN, dei nuovi servizi di alta valenza socio-sani-taria a favore dei cittadini, che consentiranno di definire percorsidi crescita professionale ed economica dei farmacisti collabora-tori.Federfarma

Contratto dipendenti di farmaciaFOFI: dichiarazione del presidenteLa Federazione degli Ordini dei Farmacisti segue con attenzionee preoccupazione la trattativa per il rinnovo del contratto di lavorodei collaboratori delle farmacie “che è giunta” dice il presidenteAndrea Mandelli “a un’interruzione assolutamente controprodu-cente. In questa fase di crisi è necessario ricercare la migliore me-diazione possibile ed evitare rotture e contrapposizioni e perquesto ho inviato ai rappresentanti di titolari e collaboratori unalettera per invitarli alla ripresa immediata delle trattative. Com-prendiamo le difficoltà che molti titolari di farmacia affrontanooggi, così come il pesante senso di incertezza per il futuro, macomprendiamo altrettanto bene le necessità e le aspirazioni deifarmacisti collaboratori. In primo luogo ricordiamo però chesiamo tutti professionisti che hanno in comune formazione, ob-blighi deontologici e responsabilità verso il cittadino. La Federa-zione si mette a disposizione perché le rappresentanze sindacaliriprendano al più presto le trattative, ristabilendo il necessarioclima di confronto costruttivo: il futuro del servizio farmaceuticoitaliano dipende ora più che mai dalla compattezza della profes-sione”.FOFI

19il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

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Il dott. Casanova vi invita a Natale al

Miramonti Majestic Grand Hotel di Cortina d’Ampezzo

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Ti proponiamo: Due convegni (Martedì e Giovedì pomeriggio) su problemi fiscali e professionali della farmacia,

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Piacevoli visite ai mercatini di Natale

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Page 21: Il consulente della tua farmacia n. 5

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Page 22: Il consulente della tua farmacia n. 5

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SINTOMATOLOGIA INFLUENZALE E PARAINFLUENZALECOMPOSIZIONEAconitum napellus 5CH, Belladonna5CH, Echinacea 3CH, Vincetoxicum5CH, Anas barbariae hepatis et cor-dis extractum (autolisato di cuore e fe-gato) 200K, Cuprum 3CH, Influenci-num 9CH, Saccarosio.Non contiene lattosio.

Anas barbariae: è acclarato che i virus dell’in-fluenza trovino serbatoio nel cuore e nel fegatodell’Anas barbariae, specie aviaria, portatricesana. La preparazione omeopatica di questi tes-suti veicolatori di antigeni specifici, fa sì che es-si siano concettualmente assimilabili al nosode(nosodoterapia indiretta).(2)

Influencinum: è il nosode dell’influenza. Il suorazionale d’uso in Omeogriphi® segue la rego-la della somiglianza eziologica attuale: il suomeccanismo d’azione è assimilabile a quello diuna sieroprofilassi attiva omeopatica, che lo ren-de utile, oltre che in prevenzione, anche in tera-pia.(2) (6)

Vincetoxicum: Induzione dell’immunostimolazio-ne aspecifica attraverso l’aumento di macrofa-gi, linfociti T e polimorfonucleati. (2) (3) (4) (6 )

Aconitum napellus: rimedio degli stati acuti feb-brili con cute calda, secca, grande agitazione

ansiosa… L’azione di Aconitum è importante ne-gli stati acuti con carattere forte, violento, rapi-do... (5) (6)

Belladonna: rimedio specifico per tutte le infiam-mazioni localizzate. L’azione selettiva di Bella-donna si esplica sul Sistema Nervoso cerebrospi-nale e sul Simpatico. Infiammazione a localizzazione varia, nella pri-ma fase, con le tre caratteristiche di arrossamen-to, dolore, calore.. (5) (6)

Echinacea: indicazioni principali: febbre, sep-si, infiammazioni di ogni genere. È un “antisettico interno”. Agisce sul sistema lin-fatico. Sono identificabili per Echinacea le se-guenti corrispondenze cliniche: stati infettivi, set-ticemia… (5) (6)

Cuprum: L’azione dominante di Cuprum si eserci-ta sull’apparato digerente e sul Sistema Nervosocerebrospinale.(5) (6)

Bibliografia*1) Supino C.- Prevenzione delle infezioni delle alte vie respiratorie in età pediatrica con Omeogriphi®. Studio multicentrico controllato- La Medicina Biologica, 2002/3; 19-23.

2) M. Colombo, G. Rigamonti, M.L. Danza, A. Bruno -Valutazione comparativa di Omeogriphi® vs vaccino nellaprevenzione della sindrome influenzale in età pediatrica.Studio prospettico, multicentrico, randomizzato, controllato -La Medicina Biologica, 2007/3; 3-10.

3) Arrighi A. - Valutazione dell'efficacia clinica di un proto-collo omotossicologico nella prevenzione delle infezionirespiratorie ricorrenti in età pediatrica - La Medicina Biologica, 2000/3; 13-21.

4) Herzberger G., Weiser M. - Terapia omeopatica delleinfezioni di diversa origine. Studio multicentrico -Biologische Medizin, 1997/2.

5) Henry Duprat - ‘Materia Medica Omeopatica’Ed. F.lli Palombi .

6) H. H. Reckeweg- ‘Materia Medica: homeopathia antiho-motoxica, a selective pharmacology’ Aurelia VerlagBaden-Baden, 1991. Trad. italiana a cura di Guna Ed.

Omeogriphi® è un medicinale senza obbligo di prescrizione medica e non dispen-sabile dal SSN.

Omeogriphi® è indicato nella sintomatologia influenzale e parainfluenzale; nonsolo nella prevenzione della sindrome influenzale e da raffreddamento.(2)

Potenzia la funzionalità reattiva ed escretoria, predisponendo ad una minore mor-bilità e, quindi, ad una migliore efficacia preventiva.(1)

GUNA S.p.a.Via Palmanova 71 – 20132 Milano

Trattasi di indicazioni per cui non vi è, allo stato,evidenza scientificamente provata dell'efficacia del medicinale omeopatico o antroposofico.

Depositato presso A.I.F.A. il 09.11.2010

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Omeopatia Prevenzione

il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 23

di Alessandro Perra (Dipartimento Scientifico Guna S.p.a.)

Anche quest’anno è in arrivo l’influenza e dobbiamo pre-pararci adeguatamente.

L’influenza è una malattia respiratoria acuta, caratterizzata daun periodo di incubazione di 48-72 ore, causata da virus in-fluenzali, che interessa le alte o basse vie respiratorie ed è spessoaccompagnata da segni e sintomi sistemici quali febbre, mal ditesta, tosse, dolori articolari e muscolari, astenia e, talvolta, vo-mito e diarrea.Il nome della malattia sembra derivi dal fatto che gli antichi laritenevano causata, appunto, dall’influenza nefasta di alcuniastri.

Il virus influenzale colpisce ogni anno una percentuale variabiledella popolazione mondiale (mediamente centinaia di milionidi soggetti). In Italia si stima che ogni anno vengano colpiti, in media, dasindromi simil-influenzali circa 5 milioni di soggetti (con circa8 milioni di soggetti colpiti negli anni di picco); i soggetti piùesposti all’infezione sono, naturalmente, quelli con un sistemaimmunitario meno “allenato” o efficiente, cioè i bambini, glianziani e i pazienti con deficit immunitari.

Il virusIl virus influenzale si diffonde per via aerea, rendendo così iluoghi chiusi e affollati che tutti noi frequentiamo (scuole, uf-fici, mezzi pubblici, ecc.) particolarmente rischiosi per il con-tagio; diventa, pertanto, un dovere sociale cercare di aumentarele nostre difese immunitarie per non diventare a nostra voltadiffusori dell’epidemia influenzale.Particolarmente interessante e curioso è sapere “come passa iltempo” il virus influenzale quando non è impegnato ad am-malare gli esseri umani. Nei periodi tra un’epidemia e l’altra ilvirus ha bisogno di un ospite vivo, in cui riprodursi a livellointra-cellulare; per esempio, durante l’estate, il “serbatoio” virale

può essere rappresentato da particolari tipi di uccelli che poi,migrando, diffondono con le deiezioni il virus sui territori cheattraversano; il secondo “ospite intermedio” è rappresentato dalmaiale da cui poi il virus influenzale si trasferisce all’uomo peruna nuova epidemia.

La prevenzione Nella sua storia evolutiva il virus influenzale è diventato semprepiù aggressivo e resistente dimostrando, negli anni, di essere“molto intelligente”: infatti, il virus influenzale è diventatomolto abile a “camuffarsi” per sopravvivere, sviluppando un’ele-vata variabilità antigenica (antigenic shift o antigenic drift), ca-pace di rendere vana la copertura profilattica della vaccinazioneantinfluenzale.Come se ciò non bastasse, accanto la virus dell’influenza, siannoverano oltre 200 differenti tipi di virus antigenicamente

Come prevenire e come curare l’influenza con l’omeopatia.

Arriva l’influenza:prevenzione e cura

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distinguibili da esso ma in grado di provocare malattie respira-torie con sintomi simili a quelli influenzali, le cosiddette Sin-dromi Simil-Influenzali (ILI: Influence Like Ilness). In questo contesto si inserisce perfettamente il concetto di pre-venzione omotossicologica; l’Omotossicologia, considerata giu-stamente da molti l’evoluzione più moderna e scientificadell’Omeopatia (che in Italia viene utilizzata da circa 9 milionidi persone), si avvale di sostanze di origine naturale (minerale,vegetale o animale) che, preparate secondo il metodo omeopa-tico della diluizione-dinamizzazione sono in grado di stimolarela capacità di autoguarigione dell’organismo; tra gli 800 medi-cinali omeopatici prodotti da Guna S.p.a. (fondata 25 anni fa eoggi leader sul mercato italiano), un’efficace risposta nella pre-venzione antinfluenzale è fornita, da oltre 10 anni, dal medici-nale OMEOGRIPHI®. Omeogriphi possiede un’elevata attività immunostimolantecome il vaccino antinfluenzale, seppure con un meccanismod’azione completamente diverso; infatti, mentre il classico vac-cino antinfluenzale stimola la produzione di quei “soldati” delsistema immunitario chiamati anticorpi, Omeogriphi®, grazie aisuoi componenti Anas barbariae, Influenzinum e Vincetoxicumstimola alcune particolari cellule immunocompetenti in gradodi neutralizzare il virus influenzale anche se questo cambia formarendendo vaga l’azione del vaccino che, per sua definizione, èaltamente specifico (cioè attivo solo su un ceppo di virus in-fluenzale, ma inattivo se questo cambia anche solo un po’ la suaforma). Omeogriphi® è un medicinale omeopatico complesso compostoda Aconitum napellus 5CH, Belladonna 5CH, Echinacea 3CH,Vincetoxicum 5CH, Anas barbariae hepatis et cordis extractum200K, Cuprum 3CH, Influencinum 9CH, saccarosio q.b. 1 g.Grazie alla sua particolare ed innovativa composizione, Omeo-griphi® viene utilizzato con successo tanto nella prevenzione del-l’influenza e delle sindromi da raffreddamento quanto nella curadella sintomatologia acuta. Nel primo caso (prevenzione) la posologia consigliata è di unadose alla settimana per 6-8 settimane.Nel secondo caso (cura della sintomatologia acuta) la posologiaconsigliata è di una dose ogni 6-8 ore. In questo caso, Omeo-griphi si mostra particolarmente efficace nelle prime ore dall’in-sorgenza della sintomatologia.

La terapiaIn corso di influenza viene consigliato il riposo a letto pertutta la durata della fase acuta. Dato che la trasmissione del-l'infezione avviene per via aerea, è molto importante osservarele norme di isolamento respiratorio, che prevedono di evitareil contatto diretto con altre persone, per non esporle ad unrischio di contagio.La terapia proposta è spesso solo sintomatica.

Che cosa offre la medicina convenzionale?Solitamente si fa ricorso ad antinfiammatori non steroidei(FANS), antipiretici e analgesici: il loro uso è consigliato per ilcontrollo della febbre al di sopra dei 39° C e per il sollievo dellasintomatologia dolorosa. La principale limitazione all’uso degliantinfiammatori deriva dagli effetti indesiderati, rappresentatisoprattutto da disturbi dermatologici e gastro-duodenali. Inoltre per la Sindrome influenzale, in quanto infezione acutadelle vie respiratorie, si prescrivono ingenti quantità di antibioticicon rischi di effetti indesiderati, scarsa efficacia e altissimo costoeconomico.Che cosa offre la medicina omeopatica?La particolare composizione dei due medicinali omeopaticiOMEOGRIPHI® ed ACONITUM HEEL®, caratterizzata dasinergia, complementarietà e completezza d’azione, garantisceuna copertura ad ampio spettro dell’intera sintomatologia in-fluenzale con una rapida ed efficace risoluzione della fase acuta.• Omeogriphi®: efficace in particolare nella fase iniziale del-

l’Influenza (prime 24 ore).• Aconitum Heel®: efficace in particolare nella fase conclamata

(la vera e propria sindrome influenzale). Grazie alla sua com-posizione, il medicinale è attivo su una vasta gamma di sin-tomi influenzali: febbre (Aconitum e Bryonia), dolori allemembra (Eupatorium), processi infiammatori sull’interotratto respiratorio. Ma Aconitum Heel® non è solo farmacosintomatico; esso, infatti grazie alla presenza di Phosphoruse Lachesis esplica un’importante azione di freno alla progres-sione settica della sindrome influenzale, proteggendo nelcontempo il parenchima polmonare.

La posologia di Aconitum Heel® è la seguente: 1 cpr ogni 15min per max 2 ore come terapia d’urto. Nella normale gestionedella sindrome influenzale la posologia standard è di 1 cpr. 3volte al dì.

Non trascuriamo l’influenzaLa patologia influenzale non deve essere mai sottovalutata.Il generale coinvolgimento dell’organismo, la momentanea com-promissione della risposta immunitaria, i diffusi fenomeni infiam-matori a carico delle mucose possono rappresentare il terrenoideale per le sovrinfezioni batteriche e le conseguenti complicanze(otite media, sinusite batterica e polmonite batterica secondaria),e la condizione ideale per le recidive della malattia.Pertanto è opportuno osservare sempre le indicazioni del propriomedico curante e, soprattutto, RISPETTARE il proprio orga-nismo, i suoi tempi di ripresa e convalescenza, sostenere il suosistema immunitario, non abusare di farmaci.L’approccio terapeutico omeopatico all’influenza, proprio perquesti motivi, si configura come la scelta più opportuna, biolo-gica, sicura, sostenibile, economica per difenderci dall’Influenzae per alleviarne i sintomi.

Omeopatia Prevenzione

SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia24

Page 25: Il consulente della tua farmacia n. 5

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(mARkETING, pOLITIchE DI vENDITA E DI AcqUISTO)La risposta, se con il quesito verrà segnalato anche il tuo indirizzo di posta elettronica, ti perverrànormalmente entro i due giorni lavorativi successivi a quello dell’inoltro. Solo se come iscritto all’ICF seianche in regola con il pagamento della quota hai poi la facoltà, se ritieni di aver necessità di chiarimenti,chiamando dalle ore 10 alle 17 dei giorni feriali la nostra segreteria di Milano al numero 02 29527614 - 0229511640, di concordare un APPUNTAMENTO TELEFONICO GRATUITO CON IL CONSU-LENTE per un breve approfondimento del problema. Precisiamo che i consulenti legali dell’Istituto, percorrettezza deontologica, si asterranno dal rispondere a quesiti troppo complessi e soprattutto sesottointendono un confronto con eventuale parere già espresso da altro legale. Per usufruire del servizio,devi solo segnalare per e-mail all’indirizzo il [email protected], per fax al numero 02 29407035 olettera ICF Farmacisti Corso Buenos Aires, 92 – 20124 Milano i tuoi dubbi nell’affrontare situazioniparticolari della professione.

da inviare per fax al numero 02 29407035 o lettera ICF Farmacisti – Corso Buenos Aires, 92 – 20124 Milano

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Quesito

MODULO PER LA RICHIESTA DI UNA CONSULENZA

ICF FarmacistiIstituto di Consulenza e Formazione Farmacisti

leConsulenze

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Agenzia entrateVerifica fiscaleSono un farmacista titolare della provincia di Ca-serta e avendo chiesto aiuto a Federfarma Ca-serta, dove appunto sono iscritto, mi è stato dettodi rivolgermi a voi. L’Agenzia delle Entrate mi haeffettuato una verifica generale per l’anno 2008applicandomi un ricarico di oltre il 40% nono-stante avesse verificato che i miei acquisti peroltre il 95% sono fatti dai grossisti. Vi sarei gratose poteste fornirmi materiale per organizzare unadifesa evitando un precedente che potrebbe coin-volgere l’intera categoria.A parte il fatto che l’Agenzia delle Entrate di Caserta contutto il rispetto per la pubblica amministrazione di “stra-nezze” ne fa a valangate, ciò che ella mi riferisce non mi dala possibilità di intervento.Come ella ben sa gli avvisi di accertamento prevedono uniter complesso:a) L’accertamento con adesione (non obbligatorio ma che

consiglierei, di fronte a palesi errori). L'accertamento conadesione è uno strumento che permette al contribuentedi prevenire le vertenze con il fisco o di chiuderle dopoche sono iniziate. In particolare, quando si riceve un ac-certamento o anche prima di averlo ricevuto, è previstala facoltà di ricorrere all'istituto dell'accertamento conadesione (detto anche "concordato") che permette di pat-teggiare l'imponibile e di ottenere uno "sconto" sulle san-zioni irrogate che saranno rideterminate nella misura di1/3 del minimo previsto dalla legge, a partire dal 1° feb-braio 2011. In codesta fase si può chiedere l’annulla-mento dell’accertamento.

b) Il ricorso nei tre gradi di giudizio: Commissione Tribu-taria Provinciale, Regionale e Cassazione.Per tutto codesto iter è necessario che ella si avvalga diun difensore (commercialista o avvocato) che possa pre-disporre le memorie (scritte) e di fronte alla resistenzadell’Ufficio predisporre la causa con il deposito del ri-corso.

Ora, senza avere tra le mani l’accertamento e senza potere vi-sionare la sua documentazione, non è possibile costruire unacorretta difesa che non può essere basata solo su principi,bensì correlata anche da documentazione probatoria.Indi si affidi ad un consulente che la possa ben seguire (pensoin via di ovvietà al suo commercialista), ovvero ci si deve ve-

dere sempre che il ricorso non sia in scadenza (vige il terminedi 60 giorni dalla notifica).

Giugno 2011

Farmacia in societàDiritto di gestire la farmaciacome s.r.l.È possibile la costituzione in S.r.l. tra farmacistiper la gestione di una farmacia privata?La norma di diritto farmaceutico insita nell’articolo 7 Legge362/1991 non ammette che una Farmacia sia gestita in formadi Società a responsabilità limitata.Allo stato della legislazione le uniche forme societarie am-messe sono la S.n.c e la S.a.s (oltre che le società coopera-tive).Indi per un conferimento o una nuova acquisizione occorre-rebbe fare riferimento alla forma iuris della Società in Acco-mandita semplice al fine di limitare la responsabilità socialecon attente valutazioni statutarie.

Luglio 2011

EreditàSuccessione testamentariaCirca un anno fa decede mio padre, farmacista ti-tolare di farmacia e si apre la relativa successioneab intestato. Ai sensi dell’Art. 7 comma 9, Legge362/1991: “A seguito di acquisto a titolo di suc-cessione di una partecipazione in una società dicui al comma 1, qualora vengano meno i requisitidi cui al secondo periodo del comma 2 (utili ai finidell’esercizio e della titolarità della farmacia),l'avente causa deve cedere la partecipazione neltermine di due anni dalla acquisto medesimo".Alla data odierna viene trovato un testamentoolografo dove vengono rimodulate le attribuzioniin favore degli eredi. Viene pertanto pubblicato iltestamento che ha ad oggetto l'attribuzione dellafarmacia. Stante la lettura della norma, in questocaso, secondo voi il termine di due anni di cuisopra inizia a decorrere nuovamente a seguito

Consulenze le risposte ai vostri quesiti

26 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

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27il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

della accettazione da parte dei chiamati alla ere-dità oppure no? Visto che la successione adessoè testamentaria, potrebbe decorrere nuovamentedalla data di acquisto ereditario in forza delnuovo titolo?La soluzione è piuttosto semplice dal versante giuridico,anche se pone problematiche operative non di poco conto.L’articolo 7 citato della Legge 362/1991 (che parrebbe in fasedi imminente modifica) parla di acquisto a titolo di succes-sione.Ora l’eredità non si acquista se non con l’accettazione delchiamato la così detta adizione dell’eredità.Nel suo caso l’accettazione, per la scoperta del testamentoavviene ad un anno di distanza dall’apertura della succes-sione, ben tuttavia ai sensi dell’articolo 459 c.c. l’accettazioneretroagisce al momento dell’apertura, cioè a dire alla data dimorte del suo papà. Indi il termine è perentorio, anche seella potrebbe esperire, stante e sussistendo giusta causa (eredeche può avere titolo beneficiando del maggior termine) unarichiesta all’Autorità competente (farei urgentemente un in-terpello con parere pro veritate).

Agosto 2011

NaturopatiaAttività di consulenza di unsocio in farmaciaSono socio di due farmacie ma in nessuna delledue sono direttore; la mia domanda è questa:posso effettuare consulenze come iridologo e na-turopata in una delle due farmacie avendo un di-ploma in naturopatia con specializzazione iniridologia e riflessologia plantare?Egregio dottore, la posizione di socio di una farmacia è in-compatibile con altre attività di lavoro autonomo, così af-ferma l’articolo 8 della Legge 362/1991.Giurisprudenza e dottrina si sono pronunciate nell’affermareche pur tuttavia le attività che abbiano carattere occasionalenon ledano codesto principio.Va da sé che il problema nasce sul fatto di come si faccia re-munerare l’attività di consulenza, consigliandole delle pre-stazioni di carattere occasionale che hanno un limite dicompenso annuo di €.5.000,00 a committente. In difettodovremmo approfondire il caso.

Luglio 2011

Prescrizione di LuminalRicette di medici stranieriVorrei sapere se può essere correttamente speditain Italia una ricetta prescrivente Luminal redattada un medico straniero, non avente ambulatorioin Italia, non iscritto a nessun albo dei medici inItalia, senza permesso di esercitare in Italia.Bisogna distinguere 2 casi:1. ricetta emessa da un medico straniero (UE o EXTRA

UE) che si trova temporaneamente in Italia e deve emet-tere delle prescrizioni (ovviamente, solo su ricettario per-sonale, le cosiddette "ricette bianche")

2. ricetta emessa da un medico straniero nello stato in cuiesercita (UE o EXTRA UE) e il paziente si reca in Italiacon tale ricetta

La risposta al primo caso: si chiarisce che un medico stranieroche si trova temporaneamente in Italia può prescrivere far-maci solo dopo averne dato comunicazione al Ministero, cheinvia la comunicazione dell'iscrizione (temporanea) all'Or-dine della Provincia in cui si trova (temporaneamente) il me-dico.Al farmacista, nulla è dato di sapere se il medico ha mandatoo meno la comunicazione al Ministero, ovvero spedisce le ri-cette senza porsi domande.Nel secondo caso, la risposta proviene dalla FOFI dicendo che• se la ricetta proviene da un medico che esercita in uno

stato UE, allora la ricetta è valida in Italia purché sianorispettati tutti i formalismi previsti dalla legislazione ita-liana (es. data, firma del medico, nome e cognome se pre-visti, ecc...). Da notare che il farmacista non ha nessunostrumento di controllo della veridicità o meno della ri-cetta se non la propria esperienza e la normativa della ri-cetta stessa.

• se invece la ricetta proviene da un medico che esercita inuno stato EXTRA UE, la ricetta non è valida e quindinon spedibile.

Luglio 2011

FatturazioneL’estetista in farmaciaEssendo in fase di allestimento nella mia farmaciauna cabina estetica, come possono essere riscossele prestazioni effettuate dall’estetista escludendol’assunzione della stessa come dipendente? Taliprestazioni deve riscuoterle l’estetista o può ri-

Consulenze le risposte ai vostri quesiti

Page 28: Il consulente della tua farmacia n. 5

scuoterle la farmacia stessa con scontrino fiscale?In considerazione che per il nostro ordinamento codesta atti-vità rientra nell’obbligo assicurativo quale “artigiano” e quindiimprenditore individuale, l’ottimale sarebbe che l’estetistaemetta notula direttamente al cliente dotandosi di partita Ivapersonale.Non escludo anche la seconda soluzione (cliente paga la far-macia), ma codesta persona dovrebbe avere rapporti con piùaziende in quanto la “monofatturazione” alla sua farmacia po-trebbe far pensare ad una simulazione di rapporto di lavorodipendente con tutte le male conseguenze del caso.

Luglio 2011

PubblicitàDivieto di pubblicità della far-macia in studio medicoVorrei sapere se si possono esporre all’interno diun ambulatorio medico cartelli che indichino i ser-vizi offerti in farmacia, per esempio la possibilitàdi effettuare la MOC (densitometria ossea), e spe-cificare nel cartello il nome della farmacia. La pubblicità della farmacia in uno studio medico costituisceillecito deontologico vietato dall’art. 20 che recita:La pubblicità della professione di farmacista e l’informazione sa-nitaria sono consentite nel rispetto dei principi di correttezza, ve-ridicità e non ingannevolezza. Contestualmente all’attivazionedella pubblicità, il farmacista è tenuto a trasmetterne il contenutoall’Ordine di appartenenza.Il farmacista non può operare alcuna forma di pubblicità infavore di esercenti altre professioni sanitarie o di strutture sa-nitarie. Il farmacista non può accettare né proporre l'esposi-zione di comunicazioni pubblicitarie relative alla propriafarmacia, ovvero all’esercizio di cui all’art. 5 della Legge248/2006, negli studi, ambulatori medici e veterinari, clinichee strutture sanitarie e socio-assistenziali.

Luglio 2011

FiscoTrasferimento titolarità in famigliaPoiché ho raggiunto gli 84 anni ho deciso di pas-sare l’esercizio ai miei due figli farmacisti, di cuiuno lavora a tempo pieno e l’altro solo il pomerig-gio. Ho un altro figlio medico e vorrebbe una pic-

cola percentuale in società coi fratelli: ma se nonlavora in farmacia? Come ella ben sa non è possibile per un medico parteciparenè a società di farmacisti (Art. 7 Legge 362/1991) nè agli utilidella farmacia (Testo Unico delle Legge Sanitarie), ragion percui occorre pensare a rapporti e contratti di natura fiduciariache sono un po’ complessi e che richiedono un approfondi-mento interlocutorio a più occhi, ma che hanno piena validitàtra le parti.Per i figli penserei ad una donazione modale con una renditaa suo favore e immediato conferimento in una società conquote da determinarsi e statuti sociale da pre esaminare in-sieme.Per il figlio medico non si preoccupi, vi sono alternative validee garantistiche che possono trovare come in altri casi soluzioniidonee per il caso suo.

Luglio 2011

Cessione farmaciaRivalutazione prima della vendita?Vorrei sapere una cosa riguardo la vendita di unafarmacia. Supponiamo che il prezzo di vendita sta-bilito fra acquirente e cessionario sia di 2 milionidi euro. Il capitale sociale della farmacia è di 200mila euro. Io so che in questo caso il cedente dovràpagare una tassazione sulla plusvalenza, che misembra sia notevole. Se invece il cedente decide dirivalutare prima la sua quota, pagando il 4% sulladifferenza tra 2 milioni e 200mila euro (quindi su1.800mila) e poi vende l'azienda e non le solequote, sarà soggetto alla tassazione ordinaria? La cessione dell’azienda che si attua con la cessione dell'in-sieme dei beni costituenti il complesso idoneo all'esercizio diun'attività d'impresa è tassata sulla base della plusvalenza or-dinaria (valore realizzato meno ammortamenti residui) equindi applicando la relativa aliquota Irpef.Altra cosa è la cessione delle quote che rappresentano la pro-prietà della società e la misura della partecipazione del socioalla Società.Quindi solo cedendo le quote si pagherà la tassazione agevolatadel 4% che nulla vale nel caso di cessione di azienda, anzi larivalutazione diventa atto sconveniente.Occorre valutare, ma codesta scelta va effettuata con analisiassai accurata sia dal profilo legale che fiscale, la cessione del-l’azienda attraverso lo strumento della cessione societaria.

Luglio 2011

Consulenze le risposte ai vostri quesiti

28 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

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29il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

Altre professioni in farmaciaLocale per nuovi serviziIn farmacia ho una stanza di circa 9 metri qua-drati con soffitto e pareti completamente lavabilie con il lavandino. Potrei mettere questa stanzaa disposizione di un fisioterapista ed un infer-miere per andare incontro alle esigenze dei nu-merosi clienti che gradirebbero poter usufruirecomodamente di queste due figure professionali?Ovviamente parliamo di prestazioni in regime pri-vato, non convenzionate. Vorrei sapere le se-guenti cose:8 l'infermiere ed il fisioterapista possono a tuttigli effetti esercitare la loro professione all'in-terno della farmacia?

8 È necessario darne comunicazione alla ASL o adaltri organi preposti? Se si, nello specifico a chi?

8 Che tipologia di contratto posso fare? Ho pen-sato ad una forma di collaborazione come li-bera professione: il professionista lavora, ilcliente paga al professionista e la farmacia fat-tura al professionista.

8 Posso, all'interno della stessa stanza, fareanche le autoanalisi?

Potrei quasi evitare di risponderle in quanto tutto quello cheella si propone di fare e le modalità con le quali intende or-ganizzarsi sono rispettose delle norme in materia. Deve soloaccertarsi che lo spazio dedicato alle attività che vuole intra-prendere non sia deputato all’esercizio della farmacia o sot-tragga spazio alla stessa: basterà che si accerti che il localeindividuato non sia stato comunicato all’Asl locale qualeparte integrante della attività di farmacia, in difetto biso-gnerà farne comunicazione. Per il resto nulla oppongo. Ve-rificherei solo che i professionisti deputati ai servizi nonesercitino la loro attività solo presso di ella in quanto lamono fatturazione potrebbe dare il desco agli uffici di ispet-torato del lavoro ad una presunzione simulativa del rapportodi lavoro dipendente.

Luglio 2011

Richiesta dipendenteIndennità maneggio denaroNel mese di gennaio, a causa delle ben note dif-ficoltà cui sta andando incontro il mercato dellafarmacia, ho dovuto, mio malgrado, ridurre il per-

sonale impiegato in farmacia. Ovviamente la primaposizione a saltare è stata quella del contabile. Ildipendente in questione oggi mi richiede, per il tra-mite del suo legale, una ingente somma per l’in-dennità maneggio denaro, da me mai corrisposta.A modo di vedere del mio consulente non è dovutain quanto non previsto dal CCNL delle farmacie pri-vate, da me applicato da sempre. Per precisioneaggiungo che il contabile non ha mai incassatosoldi per conto della farmacia, e le sue mansioniconsistevano, oltre alla tenuta della contabilità in-terna e non fiscale, nell’eseguire i versamenti deisoldi incassati, che gli venivano consegnati contati,e talvolta nel pagamento delle RIBA. Tengo a pre-cisare che mai, a nessun dipendente, ho chiesto diintegrare in alcun modo soldi che potevano, adesempio, mancare la sera dall’incasso giornaliero,né mai a lui ho chiesto denaro, quando magari ilcontenuto della cassa non corrispondeva esatta-mente al risultante della contabilità.Chiedo, alla luce di quanto esposto, se è dovutal’indennità di maneggio denaro. In caso afferma-tivo si aprirebbe una maglia incredibile, perchétutti i dipendenti, farmacisti e non, che ovviamenteincassano denaro, avrebbero ben diritto a tale in-dennità!Caro dottore, nel mio lavoro non finisco mai di stupirmi, e lofaccio da 25 anni, ma la richiesta del suo dipendente al con-trario mi ha lasciato perplesso in quanto la fantasia non gli èmancata.L'istituto dell'indennità di maneggio denaro ha costituito inquesti ultimi anni oggetto di verifica giurisprudenziale sottoun duplice profilo. Da un primo punto di vista è sorto l'inter-rogativo circa l'inclusione di questo emolumento nel computodelle voci retributive indirette. La Corte di Cassazione ha inpiù occasioni fornito una risposta negativa al predetto quesito,alla luce, da un lato, dell'inesistenza nel nostro ordinamentogiuridico di un principio generale di onnicomprensività dellaretribuzione e, dall'altro, dell'assenza nei casi considerati diun'espressa previsione della legge o del contratto collettivo chene prevedesse la computabilità.La faccio breve perchè la richiesta del suo ex dipendente è piùinfondata che mai: in conclusione, l’indennità maneggio esi-ste solo qualora si accerti l'esistenza del rischio per errore (inspecie nel caso di espressa previsione contrattuale che non c’ènel suo caso) e la congruità dell'indennità deve essere desumi-bile dalla conformità alla misura prevista dalla contrattazionecollettiva che non sussiste per il CNC farmacisti.

Luglio 2011

Consulenze in collaborazione con l’ACFI Associazione Consulenti Farmacie Italiane

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Consulenze le risposte ai vostri quesiti

EreditàPatto di famigliaDa tre anni sono inserito nella farmacia di fami-glia come collaboratore di impresa familiare conmio papà, titolare unico della stessa. Ho una solasorella, farmacista pure lei, che non è interessataa continuare l'attività di famiglia, tant'è che vivee lavora fuori regione per un'azienda farmaceu-tica, all'interno della quale vorrebbe far carriera.Io vorrei, invece, rilevare l'attività di mio padre.Le idee sarebbero tre: 1. acquistare, il che risolverebbe, credo, le que-stioni ereditarie;

2. costituire una società; 3. donazione della farmacia in cambio di vitalizioa mio padre e liquidazione di mia sorella.

Nel primo caso dovrei far fronte ad un notevoleimpegno finanziario e non vorrei trovarmi a doverpagare un bene, che forse fra qualche anno nonavrà più lo stesso valore odierno; infatti le tantotemute liberalizzazioni, l'uscita del farmaco di fa-scia C dalla farmacia, la commercializzazione dinuovi generici e le varie azioni politiche portanoad una continua erosione dei margini e ad unainevitabile diminuzione di fatturato. I nuovi ser-vizi da proporre in farmacia potrebbero rivelarsiredditizi, ma non si possono mettere ancora a bi-lancio.La seconda ipotesi è già stata presa in considera-zione nel 2010 assieme al nostro commercialista:si dovrebbe costituire una s.a.s. tra me e miopapà, all'interno della quale potrei acquistaredelle quote e far valere anche i tre anni in cui hocompartecipato nell'impresa familiare, dato chedal mio ingresso la farmacia, gestita con atten-zione, ha subito incrementi di utile lordo del +17% il primo anno (2009) e del + 26,5% il se-condo (2010), ma al momento non si è conclusonulla. Il problema sembrerebbe dovuto alla vo-lontà di portare nella costituenda società la solaattività e non la proprietà dei locali. L'idea sa-rebbe quella di estromettere l'immobile, che re-sterebbe a mio padre, e far risultare il pagamentodi un affitto mensile dalla società. È un'opera-zione possibile da attuare? Mio padre è infatti ti-tolare e proprietario unico dell'immobile dove hasede la farmacia: la sua costruzione risale al 1980e non è mai stato rivalutato. La vendita o la costi-

tuzione di una società comporterebbe la rivaluta-zione dell'immobile e mio padre non vuol pagaretasse sulla plusvalenza; così il nostro consulentefiscale suggerisce di aspettare un condono o sa-natoria per risolvere la situazione, ma io non vor-rei attendere sine die. Scarterei la terza ipotesi, viste anche le Vostre ri-sposte ad altre consulenze in merito.

Mi pare dal tenore della sua lettera che ella abbia centrato ilproblema.Innanzitutto sarebbe opportuno che ella e suo padre a miogiudizio vi determiniate al più presto a compiere l’operazioneche in un caso o nell’altro oggi è esente da imposte e benprobabilmente per poco tempo ancora.Io istruirei un atto complesso in primis a salvaguardia dellasua posizione di collaboratore familiare in quanto allo statoattuale il suo credito ex. articolo 230 bis è di un certo spes-sore, ma destinato a flettersi per l’inevitabile calo di valore ometodo valutativo dell’azienda farmacia.Indi conferimento del suo credito e tramutazione in quotesocietarie per cristallizzare il suo diritto.A seguire penserei ad un patto di famiglia contro rendita vi-talizia (onere modale) a tutela dei suoi genitori e per mettersial riparo da eventuali azioni di riduzione venendo a mancareai vivi suo padre il più tardi che mai, ben specificando cheuna porzione significativa delle quote di una costituenda so-cietà non le sono donate ma di suo pieno ed intangibile di-ritto.Gli atti sono complessi e devono essere ossequiosi della nor-mativa in materia di farmacie e suffragati da perizie che ac-certino il suo credito. Il patto di famiglia per la sua strutturache mi esenta dal significarle eviterebbe poi “aggressioni” fu-ture sui valori ben compensando o promettendo di compen-sare sua sorella.La partecipazione al patto di famiglia di tutti i legittimaridiviene “necessaria” in quanto il patto incide sui diritti di le-gittima precludendo la possibilità di esperire, all’aperturadella successione dell’imprenditore, l’azione di riduzione(azione che consente ai legittimari, lesi per effetto di dona-zioni o disposizioni testamentarie, di reintegrare la propriaquota) o di collazione (conferimento, da parte dei beneficiaridi donazioni, dell’oggetto di tali donazioni, avvenute quandol’imprenditore era ancora in vita, per mantenere la propor-zione tra i co-eredi).La questione dell’immobile è delicata e in parte ostativa (benrisolvibile, ma non voglio contraddirmi o contraddire il suoconsulente).

Luglio 2011

32 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

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Consulenze SEDIVA

Commercio ingrosso in farmaciaTitolare di farmacia e di ingrossomedicinali

Sono titolare di farmacia e con la stessa partita ivagestisco anche un ingrosso di medicinali. È possibileeffettuare il passaggio della merce da un’attività al-l’altra? E a quale valore: al prezzo al pubblico o aprezzo di costo? E che adempimenti devo seguire?

Sull’argomento ci siamo già soffermati, ricordando che l’eserciziocongiunto di un’attività di commercio all’ingrosso e al minutoobbliga alla tenuta di contabilità separate per ciascuna attività,che questo implica l’istituzione di distinti registri degli acquisti,delle fatture e dei corrispettivi e, infine, che dovrà essere seguita-sempre per ciascuna attività -separata numerazione di fatture at-tive e di protocollazione di fatture passive. Inoltre, i passaggi dimerce dall’una all’altra attività vanno effettuati senza addebito diiva in base al corrispettivo di acquisto, vale a dire per il costo diacquisto della merce e non per il prezzo al pubblico. In concretodovrà essere emessa dall’attività che cede la merce una fattura dicessione (seguendo, s’intende, la propria numerazione), un do-cumento che dovrà poi essere annotato (anche) nei registri del-l’attività che riceve la merce entro il giorno successivo non festivoa quello del passaggio.

Stefano Civitareale

LocazioniLa cessione in locazione di unaporzione dell’abitazione principale

Ho intenzione per il 2012 di affittare una parte del-l’appartamento che costituisce per me abitazioneprincipale. Per quell’anno dovrò indicare nella di-chiarazione l’affitto percepito o la rendita, come hofatto finora? E per questo contratto potrò optare perla cedolare secca?

Per il 2012 l’immobile sconterà l’irpef sul maggiore valore tra larendita catastale ed il canone di locazione ridotto del 15%; pari-menti, la deduzione prevista per l’abitazione principale (finchéquesta, come le migliaia di altre deduzioni e detrazioni previstenel ns. sistema tributario, resisterà allo strapotere delle necessitàfinanziarie del Paese …) spetterà soltanto se l’abitazione è assog-gettata a tassazione in base alla rendita, in caso contrario non

competerà alcunché. In altri termini, anche la locazione parzialedell’abitazione principale segue la regola generale in materia diredditi fondiari (art. 37, comma 4 -bis T.U.I.R.), con la partico-larità che - se essa viene ad essere tassata sulla base del canone dilocazione - viene meno il diritto alla deduzione e questo, anchese l’appartamento è, a tutti gli effetti, utilizzato come abitazioneprincipale. È tuttavia possibile anche in tale evenienza optare perla cedolare secca, perché il nuovo regime è applicabile anche allelocazioni che riguardano, come in questo caso, porzioni di im-mobili.

Mauro Giovannini

Malattia invalidanteSe il lavoratore è affetto da gravepatologia

Questa mattina un mio collaboratore, affetto pur-troppo da patologia oncologica, mi ha chiesto diusufruire, se sono previsti, di periodi di permesso odi riposo supplementari. Vorrei conoscere il giustotrattamento del lavoratore in una situazione del ge-nere. In realtà, proprio nel caso da Lei prospettato, le norme prevedonouna tutela più forte rispetto a quella offerta in caso di malattiaordinaria riconoscendo benefici specifici ai lavoratori. Tuttavia,questa protezione più ampia per il malato oncologico è subordi-nata al riconoscimento di una situazione di invalidità, e i beneficipossono essere inquadrati in raggruppamenti diversi. Il primo ri-guarda il caso in cui sia riconosciuta in capo al lavoratore una in-validità civile e, ove questa sia almeno del 50% ma non superioreal 74%, egli ha diritto ad usufruire di un congedo straordinarioper cure fino a trenta giorni. In caso, invece, d’invalidità di al-meno il 75% (riconosciuta come tale, evidentemente, dall’appo-sita Commissione della ASL), il lavoratore ha diritto - dalmomento dell’accertamento e per tutto il tempo in cui tale statod’invalidità persiste (comunque per non oltre 5 anni, perché oltreinterviene il regime pensionistico)- ad una maggiorazione con-tributiva di due mesi per ogni anno effettivamente lavorato. Ilsecondo gruppo di benefici riguarda il lavoratore cui sia ricono-sciuto lo stato di “Handicap in situazione di gravità”, regolamen-tato dalla l. 104/1992; in questi casi egli può usufruire,alternativamente, di un permesso retribuito di due ore al giornoovvero di tre giornate mensili di permesso retribuito. Inoltre, lalegge prevede anche la possibilità di richiedere (ed ottenere) latrasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempoparziale, orizzontale o verticale. Quanto, infine, al “giusto tratta-mento” evocato nel quesito, ci sembra che ogni datore di lavoro,una volta conosciute le “regole”, possa e debba comportarsi se-

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condo i convincimenti personali o, se si preferisce, secondo lapropria sensibilità.

Giorgio Bacigalupo

IndennitàLa residenza del titolare ai finidell’”indennità di … residenza”

Sono titolare di una farmacia rurale e vorrei saperese è obbligatorio che io risieda nel comune in cui èubicata la farmacia per poter richiedere l'indennitàdi residenza. Io penso però che dovrebbe essere le-gata soltanto alla localizzazione della farmacia, mail problema nasce, per me come per gli altri miei col-leghi rurali, dall’Asl competente, secondo la qualeper l’indennità è invece imprescindibile che il titolarerisieda proprio nel luogo di ubicazione dell’esercizio;questa tesi viene giustificata con la legge regionalevigente che prevede, come requisito essenziale peril conseguimento dell’indennità, l’allegazione alladomanda di un certificato di residenza. Non dovrebbe, per la verità, esservi ormai alcun dubbio – perlo-meno dall’entrata in vigore della l. 8/3/68, n. 1265 - che l’inden-nità di residenza spetti al titolare (o gestore provvisorio) di unafarmacia rurale semplicemente per la ruralità dell’esercizio (e, na-turalmente, ricorrendone i presupposti anche demografici), e nonperché egli abbia la residenza anagrafica e/o il domicilio e/o ladimora nella località (e neppure nel comune) in cui la farmaciaè nel concreto attivata. In sostanza, come anche Lei intuisce, è laconduzione di un esercizio farmaceutico ubicato – come lo è lagran parte delle farmacie c.d. rurali - in una località “per defini-zione” disagiata (per le sue caratteristiche, diciamo, topodemo-grafiche), che viene “premiata” dal sistema (se non altro, comeaccennato, dalla riforma del ’68) con la previsione di un importoannuo inversamente proporzionale al numero dei suoi abitanti,e dunque non può aver più grande rilievo sotto tale profilo il co-mune o la frazione o il centro abitato nel quale risulti residente(in senso lato o meno lato) il suo titolare o gestore provvisorio. Èvero che su questo specifico aspetto alcune leggi regionali (come,ad esempio, la l.r. Lazio n. 58/79 e la l.r. Piemonte n. 37/79, madel resto – specie in quegli anni – i legislatori regionali attinge-vano gli uni nel lavoro degli altri) richiedono appunto ai fini delriconoscimento e dell’erogazione dell’indennità di residenza, un“certificato di residenza del titolare, gestore provvisorio o direttoreresponsabile” (così testualmente recitano ambedue le dette leggiregionali); ma non pretendono – e comunque non certo espres-samente e/o in termini univoci – che la residenza dell’interessato,a pena del diniego dell’indennità, riguardi il comune o la località

in cui è ubicata la farmacia. Proprio la citazione della legge pie-montese, comunque, ci permette di richiamare il precedente giu-risprudenziale meno lontano, che è la decisione del Pretore diNovara n. 362 del 18/11/95, che approfondisce meritoriamenteil tema con un’ampia e convincente disamina a tutto campo,concludendola infine nel senso ora illustrato. In particolare, ilPretore, assumendo che la ratio della legge statale del ’68 - diffe-rentemente da quella dell’art. 115 del T.U.San. 1934, e perciòin riforma di quest’ultimo – va ravvisata nella scelta di riconoscereall’indennità di residenza il ruolo di indennizzo “per disagiatasede di lavoro o servizio”, ricorda che, secondo i principi generali,una disposizione regionale deve essere interpretata (quando evi-dentemente non vi ostino altri criteri ermeneutici univocamenteapplicabili) nel senso di attribuirle un significato conforme allenorme costituzionali. Pertanto, continua la sentenza, anche l’art.3 della l.r. Piemonte – che richiede la produzione di un “certifi-cato di residenza” del titolare (o gestore) di farmacia rurale – vainterpretato non già nel senso di aver imposto all’interessato laresidenza nel luogo di effettivo esercizio della farmacia (perchéquesto, contrastando con il principio fondamentale di una leggestatale, vizierebbe per ciò stesso la disposizione di illegittimità co-stituzionale), ma soltanto la produzione tout court di un (banale)“certificato di residenza”, come peraltro la norma appena riferita(al pari di quella omologa della legge laziale) si limita a recitare,senza quindi ulteriori specificazioni. Conclusivamente, dovrebbeperciò rivelarsi di una qualche utilità opporre anche all’Asl gli ar-gomenti lucidamente trattati dal Pretore di Novara, confidandonaturalmente che possano essere condivisi; diversamente, Lei e iSuoi colleghi sarete costretti ad agire dinanzi al Tribunale (perchépurtroppo – una volta tanto è il caso di aggiungerlo – le preturesono state soppresse …).

Gustavo Bacigalupo

DetrazioniAlimenti per celiaci

I clienti mi chiedono se possono portare in detra-zione dalla dichiarazione dei redditi gli alimentisenza glutine che acquistano presso la mia farmacia. Riteniamo che non siano detraibili le spese sostenute dal contri-buente per l’acquisto di alimenti senza glutine, anche se general-mente questi prodotti vengono prescritti da un medico conregolare ricetta; e questo, semplicemente perché non si tratta dimedicinali. Non risultano, è vero, pronunce di “prassi specifiche”sull’argomento, ma qualche tempo fa – se può esserle utile -l’Agenzia delle Entrate (Ris. n. 256/E del 20/06/2008) ha esclusoespressamente l’ammissibilità allo sconto fiscale per gli integratorialimentari, proprio perché non medicinali, anche laddove, ha

34 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

Consulenze SEDIVA

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Consulenze in collaborazione con lo studio associato Bacigalupo-Lucidi di Roma

precisato ulteriormente l’Amministrazione finanziaria, gli inte-gratori siano assunti nel contesto di un percorso terapeutico in-dicato dal medico e/o caratterizzato dal rilascio di una o piùricette. Questa risoluzione, dunque, pur non “in terminis” (per-ché non riguardante specificamente gli alimenti senza glutine),deve nondimeno estendersi ragionevolmente anche a questi ul-timi.

Stefano Civitareale

Agevolazioni fiscaliLa nozione di “immobile di lusso”nel corso degli anni

Nel 2003 ho acquistato il 55% di una antica masseriadel '700 , abbandonata da circa 40 anni e priva di in-fissi ed impianti, usufruendo delle agevolazioniprima casa; il 27 maggio 2008 ho acquistato il rima-nente 45% sempre usufruendo di tali agevolazioni.In data 26 maggio u.s., l' Agenzia delle Entrate mi hacontestato l'agevolazione (solo quella del 2008) es-sendo l'immobile acquistato "DI LUSSO", perché disuperficie superiore a 240 mq, come previsto dald.m. del 2 agosto 1969. Questo stesso d.m., però,prevede che per gli immobili costruiti prima della suaentrata in vigore si applicano i parametri previsti dald.m. del 4/12/1961 (relativo sempre agli immobili dilusso), secondo il quale il mio immobile rientrerebbenella categoria "NON di LUSSO”; e sulla base di que-sto ho presentato ricorso in commissione tributaria.Qual è il Vostro parere in merito? Sulla questione si è espressa lo scorso anno la Corte di Cassazione(Cass. Civ. Sez. Trib. del 28/07/2010 n. 17600), contraddicendotuttavia la Sua tesi. I giudici di legittimità sostengono, infatti, che debba senz’altrofarsi riferimento alla nozione di abitazione “non di lusso” vigenteal momento dell’acquisto dell’immobile e della contestuale ri-chiesta di agevolazione (nel Suo caso, per l’appunto, quella deri-vante dall’applicazione dei requisiti previsti nel D.M. del 1969),e non già a quella ricavabile dalla normativa vigente al momentodella costruzione dell’immobile stesso (sempre nel Suo caso,quella contenuta nel D.M. del 1961). Peraltro il “rinvio” al D.M.del 2 agosto 1969 -oggi non richiamato dalle norme che disci-plinano le agevolazioni “prima casa” (facendosi genericamente ri-ferimento alla caratteristica di abitazione “non di lusso”) - deveintendersi effettuato alle sole disposizioni che disciplinano i re-quisiti in base ai quali le abitazioni si qualificano “non di lusso”.

Ed invece, la norma da Lei invocata prevista nel D.M. del 1969(art. 10), che richiama i requisiti (meno rigorosi) previsti dalD.M. del 1961 per gli immobili costruiti prima dell’entrata invigore dello stesso D.M. del 1969 (1° settembre 1969), deve in-tendersi, secondo l’insegnamento della Suprema Corte, una di-sposizione soltanto “transitoria”, perché “non ha una funzione diseparazione cronologica, nella definizione legislativa, di due di-verse fattispecie di abitazioni non di lusso”. Essa, cioè, ha la solafunzione di individuare gli immobili in corso di costruzione al-l’entrata in vigore del D.M. 1969, in base a licenza di costruzionerilasciata in data anteriore, “atteso che soltanto tali costruzionierano e potevano essere destinatarie dei benefici fiscali previstidalle leggi a quel momento vigenti, e solo per quelle poteva porsiil problema dell’individuazione del complesso normativo al qualefare riferimento per stabilire il carattere dell’abitazione e, quindi,la spettanza dei benefici fiscali dell’epoca”. Del resto, a ben guardare, questa interpretazione risponde so-stanzialmente a criteri di equità contributiva e di ragionevolezza,perché non produce discriminazione – in ordine alla stessa age-volazione - tra immobili aventi le medesime caratteristiche og-gettive, anche se costruiti in epoche diverse.

Stefano Civitareale

FiscoRobin tax e Tobin tax

Si legge spesso nei quotidiani, specie in questigiorni, di Robin Tax e Tobin Tax, come se fossero duefacce della stessa medaglia, mentre mi risulta chesiano due imposte assolutamente diverse tra loro. Quel che Lei afferma è vero, perché la Robin Tax (evidentementeconnessa alla figura di Robin Hood che toglieva ai ricchi per dareai poveri …) è una maggiorazione dell’aliquota fiscale Ires del10,5% posta a carico delle società petrolifere e diretta a colpire iprofitti degli imprenditori del settore e/o degli speculatori in ge-nere accusati di prezzi record della benzina anche quando il costodel petrolio diminuisce. La normativa, s’intende, prevede che laRobin Tax – introdotta ora nel nostro ordinamento dalla maximanovra economica - non possa essere trasferita, neppure indi-rettamente, sui clienti finali. La Tobin Tax, invece, prende nomedal premio Nobel James Tobin che propose già nel 1972 l’intro-duzione di un’imposta su tutte le transazioni di borsa e su ognialtra operazione inerente ai mercati valutari. Qui la vicenda è un po’ più complicata, perché la Tobin Tax, perfunzionare davvero, necessita di accordi puntuali tra tutti gli ope-ratori finanziari del mondo, per evitare che l’imposta applicatain un Paese possa nel concreto indurre costoro a scegliere, per losvolgimento del loro lavoro, un Paese che invece non la prevede,ed è quindi di difficile introduzione.

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Del resto, come abbiamo potuto rilevare nel mese di agosto, lasemplice voce sull’applicazione della Tobin Tax in Italia ha fattoulteriormente crollare le quotazioni dei titoli, tant’è che la TobinTax, almeno per il momento, è stata accantonata anche dal nostrolegislatore.

Studio Associato

Dichiarazione ICIQuando scatta l’obbligo delladichiarazione ICIHo acquistato di recente un appartamento, ma nonso se devo presentare la dichiarazione ai fini del-l’ICI, perché qualcuno mi dice che quest’obbligo èstato soppresso, e altri l’esatto contrario.Effettivamente sull’argomento non regna molta chiarezza e ve-diamo quindi di fare un punto. Il c.d. “Decreto Bersani” (D.L.n. 223/2006 convertito in legge 248/2006), tra le altre novitàche ben conosciamo in tema di sop e otc, ha anche soppresso

- a decorrere dall’anno 2007 - l’obbligo di presentazione delladichiarazione ICI, ovvero della comunicazione sostitutiva chealcuni comuni avevano istituito in forza della potestà regola-mentare loro riconosciuta in materia dall’art. 59, comma 1,lettera l), n. 1) del decreto legislativo 446/97.Con determinazione del Direttore dell’Agenzia del Territoriodel 18/12/2007, con la quale è stata accertata l’effettiva ope-ratività del sistema di circolazione e fruizione dei dati catastalida parte dei comuni, l’eliminazione dell’obbligo è diventataeffettiva perché da quella data i comuni sono in grado di at-tingere direttamente dalle banche dati catastali le informazionirelative alle variazioni degli immobili che esistono sul loro ter-ritorio, senza dunque necessità di richiederle ai cittadini me-diante dichiarazioni di alcun tipo.La semplificazione in materia è stata resa possibile dato che dal30 giugno 2000 alla registrazione di atti relativi a diritti sugliimmobili, alla trascrizione, all’iscrizione e all’annotazione neiregistri immobiliari, nonché alla voltura catastale, si deve prov-vedere con procedure telematiche mediante presentazione delc.d. “modello unico informatico”(M.U.I.); il che consente,come è intuitivo, un rapido aggiornamento delle banche dati

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Studio Tributariodr. Marino Mascheroni Consulente Fiscale - Consulente in Diritto Farmaceutico

Page 37: Il consulente della tua farmacia n. 5

per avere maggiori delucidazioni sul servizio telefonate a ICF farmacisti al n. 02 29527614o inviate una mail a [email protected]

per avere maggiori delucidazioni sul servizio telefonate al n. 02 29527614o inviate una mail a [email protected]

Contabilità e consulenza gestionale di farmacia

Contabilità e consulenza gestionale di farmaciaDalla collaborazione dello Studio del Dott. Marino Mascheroni di Milanocon lo Studio Associato Bacigalupo-Lucidi e la Società Sediva di Roma

è attivo, a Milano in Corso Buenos Aires 92, un servizio completo di contabilità e consulenza gestionale di farmacia, così articolato:

GESTIONE DELLA CONTABILITÀ

8 Raccolta nello studio di Milano, inserimentotelematico nella “Piattaforma Sediva” dei datidei documenti contabili della farmacia

8 Elaborazione dati contabili

8 Redazione e trasmissione alla farmacia deimodelli di pagamento per il versamento pe-riodico dell’iva e degli altri tributi (irpef, irap,ici, addizionali, ecc …)

8 Servizio di versamento on-line dei tributi (fa-coltativo)

8 Elaborazione dei bilanci periodici e di quelloannuale (consultabili in ogni caso on-linenell’area riservata del sito www.sediva.it) eloro discussione coi nostri consulenti.

8Al termine dell’anno presentazione e tra-smissione telematica della dichiarazione deiredditi (dell’iva, dell’irap, e degli eventualisostituti d’imposta) del titolare e/o dei socie/o dei loro familiari e degli adempimenticonnessi (studi di settore, trasmissione te-lematica elenco clienti e fornitori e dati iva)e loro discussione coi nostri consulenti.

8Assistenza nelle pratiche fiscali e nel con-tenzioso

CONSULENZA GESTIONALE

8 Predisposizione all’inizio anno del bilancio diprevisione gestionale della farmacia

8 Suddivisione degli acquisti per settore mer-ceologico

8 Evidenziazione dei margini di utile goduti eloro confronto con quelli dell’anno prece-dente e con quelli nazionali

8 Rendiconti mensili sulla gestione economico-patrimoniale della farmacia con comparazionedei dati delle sue vendite, dei suoi acquisti,delle sue spese con quelle delle farmacie si-milari e delle medie nazionali

8 Segnalazioni idonee per una proficua politicadi gestione della farmacia e confronti perio-dici sulla situazione coi nostri consulenti

INFORMAZIONE TELEMATICA8Notiziario giornaliero “Sediva News”8Notiziario quindicinale “Piazza Pitagora”

SERVIZIO CONSULENZIALEPossibilità di usufruire del servizio di consulenzelegali e fiscali.

Page 38: Il consulente della tua farmacia n. 5

catastali dalle quali attingono ormai anche i comuni.Conseguentemente, e veniamo finalmente al Suo dubbio, poi-ché l’acquisto di un appartamento, come sappiamo, richiedel’intervento di un notaio, tenuto a tutti gli adempimenti rela-tivi al rogito (registrazione, trascrizione, volture, ecc.) e allapresentazione del MUI, non è più necessario presentare al co-mune competente alcuna dichiarazione ICI, così come, più ingenerale, per ogni altra variazione sull’immobile diversa dalpassaggio di proprietà che richieda in ogni caso l’interventoappunto di un notaio.L’obbligo di presentazione della dichiarazione continua però,evidentemente, a valere per tutte le variazioni per cui non sonoapplicabili le procedure telematiche che prevedano il MUI, equindi, in sostanza, per tutte quelle interessanti l’immobile perle quali non sia previsto l’intervento notarile e anche, natural-mente, in tutti i casi in cui il comune non è comunque in pos-sesso delle informazioni necessarie per verificare la correttezzadel pagamento dell’imposta (come, ad esempio, nell’ipotesi dimutamento di destinazione dell’appartamento ad abitazioneprincipale, o viceversa).In conclusione, si può dire che, a decorrere dal 2008, la di-chiarazione ICI deve essere presentata sol quando le variazionida denunciare non siano state interessate dal MUI (perchéquesto non è stato presentato o perché le variazioni non sonocontenute nel MUI eventualmente prodotto) e pertanto nonsiano conoscibili dal comune attraverso la consultazione dellebanche dati catastali, salva tuttavia l’opportunità, in caso didubbio, di richiedere al comune stesso tutte le informazioni edelucidazioni eventualmente necessarie.

Stefano Civitareale

Manovra economicaLe farmacie non convenzionatee la crescita economicaAbbiamo saputo del blitz a favore delle parafarma-cie, ma si sente parlare di nuovi tentativi che pos-sono esporre a un forte rischio le norme vigenti.Come era comprensibile, alcuni di quegli emendamenti intro-dotti nottetempo – ma del tutto infruttuosamente - nel maxiemendamento governativo all’imponente manovra economica(entrata poi in vigore lo scorso 17 settembre) ha suscitato qual-che preoccupazione sulla sorte dell’attuale nostro sistema far-macia.Inoltre, non si è trattato affatto di tentativi espressi soltanto indue o tre righe, ma, in qualche caso, di complessi bene artico-lati di disposizioni (sulle quali non sarebbe comunque di

grande utilità intrattenersi ora nel dettaglio, perché si potrebbeparlare del nulla) dirette non tanto a una dirompente e mal-destra “sanatoria” delle parafarmacie (che pure sarà probabil-mente uno degli obiettivi “pratici” sottesi all’emendamento, ein questo senso quegli ipotetici 300 mila euro per ciascuna “sa-natoria” svilirebbero non poco l’intera vicenda…), quantopiuttosto ad una parziale o integrale liberalizzazione della “far-macia non convenzionata”, fermo il contingentamento – se-condo le regole vigenti che conosciamo - della “farmaciaconvenzionata”.Ma il sospetto che il tentativo – subito meritoriamente fru-strato anche dalle rappresentanze sindacali e professionali dellacategoria – possa essere ben presto reiterato, in queste comein altre forme, non è propriamente peregrino.E quel che forse può più impensierire, proprio da tale puntodi vista, è l’atmosfera che in questi giorni sta accompagnandole riflessioni del nostro Esecutivo (e quindi, visti i tempi checorrono, del nostro Legislatore) su quel che si potrà/dovrà fare- a margine, e non solo, della maxi manovra - a favore dellacrescita economica (ne abbiamo parlato anche nella Sedivanews del 28/07/2011), oggettivamente bisognosa di provve-dimenti di rilancio in ogni caso necessari per fronteggiare l’at-tuale stagnazione, che ormai è tale da contenere in sé il rischiodi fenomeni recessivi se non addirittura deflattivi (lo stesso re-centissimo “declassamento” dell’Italia e di alcuni nostri istitutibancari, da parte di un’Agenzia di rating Usa, deriva anchedalle grandi difficoltà che al riguardo accusa ormai da tempoil nostro Paese).Per di più, in questo stesso senso si erano mosse anche le os-servazioni della UE, che non aveva infatti mancato di rilevarela carenza – nelle nostre manovre economiche - di serie misureidonee allo scopo, lamentando inoltre espressamente, tra l’al-tro, anche l’assenza di una vera misura di liberalizzazione deiservizi e delle professioni, e senza distinguere tra settori protettie meno protetti o considerare alcuni interessi “più primari” dialtri (che sono vicende generalmente rimesse alle scelte del le-gislatore del singolo Stato membro).Come si vede, il tema attiene soprattutto alla politica, econo-mica e non, e il giurista può soltanto limitarsi a qualche nota-zione più che altro descrittiva.La crescita economica, dunque, può notoriamente essere fa-vorita in mille modi, e particolarmente – questo è indubitabile- con interventi che, da un lato, favoriscano le imprese e i loroinvestimenti (si pensi ai vari “bonus sud” o “Tremonti-ter”, ealle altre misure congeneri già attuate o in gestazione, o anchealla “libertà d’impresa” affermata e regolata nei suoi principiportanti dai commi 6 e segg. dell’art. 3 della manovra) e, dal-l’altro, permettano al consumatore di disporre di più ampierisorse da destinare a maggiori consumi (con il verosimile ef-fetto-volano che conosciamo), come avverrebbe se, ad esem-

38 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

Consulenze SEDIVA

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Consulenze in collaborazione con lo studio associato Bacigalupo-Lucidi di Roma

pio, egli fosse messo nelle condizioni di beneficiare di sconticontributivi e/o fiscali formalmente riconosciuti al datore dilavoro, ma da “girare” in busta paga al lavoratore (detto perinciso, questa è una misura, incidente anche sul c.d. cuneo fi-scale, che potrebbe rivelarsi non soltanto teorica, specie sel’Inps fosse una volta per tutte sgravato di qualsiasi onere ine-rente alle pensioni di anzianità…).Può però contribuire senz’altro allo sviluppo economico –come sostengono con vigore i fautori delle liberalizzazioni“senza se e senza ma”, e come in ogni caso recepisce senza in-certezze la maxi manovra – anche una massiccia concorrenzaad ampissimo spettro in grado ragionevolmente di generareuna riduzione diffusa di prezzi e tariffe, e che pertanto investaanche indifferentemente tutte le professioni (se infatti, po-niamo, il numero dei notai da “chiuso” - ora sono 4.000 - di-ventasse “aperto”, i loro onorari, svincolati fatalmente anchedai “minimi” di oggi, renderebbe meno onerose e più accessi-bili agli utenti le loro prestazioni, parecchie, per di più, inelu-dibili per legge), come pure tutti i comparti del dettaglio.Quanto alle farmacie, quindi, una loro più o meno estesa “li-beralizzazione” non tanto contribuirebbe ad affermare anchenel settore il “diritto di stabilimento” (in questo caso, dei far-macisti), sacrificato – ma del tutto “giustificatamente”, secondoil vocabolario di norme e sentenze comunitarie – da un assetto

imperniato su un numero programmato di esercizi, o ad irro-bustire, specie in prima battuta, l’offerta di farmaci (pur se inrealtà non ci pare che ci sia qualcuno che richieda seriamentel’apertura di una farmacia sotto ogni abitazione…), ma parte-ciperebbe piuttosto anch’essa all’irrinunciabile rilancio dei con-sumi, nel senso però, beninteso, non già di incentivare ilprelievo in farmacia di più medicinali (che nessuno, del resto,si è mai sognato di invocare), ma di facilitare al consumatore,appunto per effetto di una contrazione generalizzata del loroprezzo al pubblico, l’acquisto di quelli che gli necessitano.Dunque, eccoci al punto, perché alla “liberalizzazione” dellefarmacie (sia pure delle sole “non convenzionate”) possa con-seguire anche e soprattutto un tale risultato (perché è di questoche stiamo parlando), si rivelerebbe sciaguratamente impre-scindibile che il decreto Storace e il decreto-Bersani (tanto perintenderci) fossero estesi puramente e semplicemente a tutti ifarmaci, compresi gli “etici”, pur se per la verità il precedentedi sop e otc pare aver giovato poco o nulla in questa direzione,come illustra anche, a parte qualche rilievo statistico di incertaattendibilità, il recente fenomeno-parafarmacia. Saremmo in-somma costretti ad assistere alla demolizione in un colpo solodi due pilastri del nostro sistema (contingentamento degli eser-cizi e prezzo fisso del farmaco “etico”) e quindi all‘abiura ino-pinata e violenta dei principi guida di Giolitti e dei suoi

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continuatori, con buona pace della migliore qualità dell’assi-stenza farmaceutica, sacrificata perciò (volendo ancora unavolta non tener conto dei numerosi quanto robusti interessi“secondari” sottostanti a questa ipotetica “scelta” del nostro le-gislatore) sull’altare della crescita economica.Per fortuna o per altro, tuttavia, che debba essere proprio cosìnon è scritto ancora da nessuna parte, e anzi – se guardiamoal disposto sub a) del comma 5 dell’art. 3 della manovra sul li-bero accesso alle professioni e a quelli sub a) del comma 9 edel comma 11 dello stesso articolo sul libero accesso alle atti-vità economiche – il nostro “Governo/Legislatore” sembrapensarla tuttora ben diversamente.Il fatto è che, in assenza di una qualunque norma costituzio-nale di autentica protezione di questo sistema farmacia (e quii precedenti della Corte non possono certo essere di qualcheaiuto), neppure la migliore e ortodossa interpretazione diquella complessa e articolatissima disposizione della maxi ma-novra (redatta, come noto, frettolosamente e quindi taloraoscura, imprecisa o lacunosa) può far ritenere la farmacia ita-liana veramente al riparo da misure anche dirompenti, perchéil legislatore ordinario (id est, l’Esecutivo) si appresta – astret-tovi da tutto quel che si è accennato e dalla crisi tremenda dibuona parte del mondo – ad adottare un diluvio di provvedi-menti, che vanno da norme delegate e disposizioni regolamen-tari su parecchi versanti, a un secondo “decreto sviluppo”, auna quasi inevitabile manovra economica ter, e così via, neiquali quindi, tenuto anche conto dei gravi problemi in senoalla maggioranza parlamentare, non sarà facilissimo resisterealle tante forme di pressioni, talora francamente enfatiche, de-rivanti da ogni parte e soprattutto sul fronte interno (dove,non va dimenticato, l’Antitrust – cui, per di più, il citatocomma 11 assegna importanti ruoli consultivi - invoca datempo provvedimenti di riforma del settore indirizzati comesappiamo).Le Commissioni parlamentari ci pare però stiano accelerandol’esame del benedetto riordino del servizio farmaceutico, equindi auspicabilmente può e deve essere questa la sede peruna ordinata e coerente – ma, evidentemente, quanto più pos-sibile rapida - revisione delle norme in atto, tanto più che alcentro della verifica c’è proprio il ddl. Gasparri/Tomassini chepotrebbe di per sé fornire buone indicazioni quasi in tutte ledirezioni cui i vari gruppi e sottogruppi di pressione vorreb-bero oggi spingere la riforma del sistema.Da quel che leggiamo, del resto, i farmacisti sembrano avereidee piuttosto chiare sui punti di forza dell’assetto vigente e suquelli di debolezza delle varie istanze demolitrici (lineare e altempo stesso convincente, ad esempio, ci è parso “Il Punto”del n. 31 di Farma7, argutamente intitolato “Vietati gli scontisui libri, con quale logica proporli sui farmaci”), ma, se neitempi regolamentari la partita si è chiusa senza sconfitte, in

quelli supplementari qualche ribaltamento è purtroppo ancorapossibile.

Gustavo Bacigalupo

VARIE SUL LAVORO

Il versamento dei contributinei rapporti di collaborazioneCon un professionista iscritto alla gestione sepa-rata ho instaurato un rapporto di co.co.pro., manon ho potuto versare le ritenute previdenziali.Vorrei sapere se l’obbligo vale anche nel caso in cuiil compenso, pur maturato, non sia stato ancoracorrisposto.Per effetto del Collegato Lavoro, il reato di omesso versamentodelle ritenute previdenziali, precedentemente circoscritto al la-voro subordinato (con la previsione della reclusione fino a treanni e con la multa fino a Euro 1032,91), è stato esteso anchealle collaborazioni, con o senza modalità a progetto, e quindia tutti i lavoratori iscritti alla Gestione separata. Tuttavia, a dif-ferenza dei versamenti nel Fondo pensione lavoratori dipen-denti, quelli alla Gestione separata sono dovuti soltantoquando il compenso sia stato effettivamente corrisposto, edunque in questi casi vale sostanzialmente il criterio di cassa.Nella Sua vicenda, pertanto, non sono state commesse irrego-larità.

L’impugnazione del licenziamentonel “collegato lavoro”Quali sono i termini ora previsti per il lavoratore incaso di opposizione al licenziamento?Sempre dalla data di entrata in vigore del Collegato lavoro(24/11/2010), in caso di recesso del datore di lavoro il dipen-dente/collaboratore ha 60 giorni dal ricevimento della comu-nicazione del licenziamento – a pena di decadenza -per opporsiin forma scritta. L’opposizione, inoltre perde efficacia se entroi successivi 270 giorni il dipendente/collaboratore non depo-sita il ricorso in Tribunale o non propone alla controparteuna procedura conciliativa o arbitrale.

Marco Porry

Consulenze SEDIVA

40 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

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41il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

Economia Il magazzino

di Guido Frigato – Osservatore economico

Scorte eccessiveSe in occasione del precedente articolo abbiamo esami-

nato i valori delle scorte che restano immutati se nontalvolta in deprezzamento, in questo nuovo capitolopossiamo esasperare il concetto di improduttività di

un magazzino sproporzionato e non in linea con i fabbisognidel mercato.Infatti, fintanto che il magazzino è zoppicante nella sua movi-mentazione potrebbe essere ancora un dato accettabile inquanto saremmo in una casistica di referenze, seppur magariaccolte con fatica dal mercato, perlomeno vendibili. I casi dram-matici nascono quando dobbiamo cimentarci con prodotti ap-parentemente “freschi” e presentabili, ma in verità del tuttoinadeguati e differiti dai reali bisogni del nostro cliente (già de-finito il vero “sovrano” del mercato: il consumato-RE).

Gli aspetti negativiUn magazzino che non rispondesse infatti ai requisiti di: pro-porzione, freschezza, pertinenza oltre al gravoso impegno eco-nomico presenterebbe altre problematiche ti tipo indiretto.Ecco alcuni casi. 1) Il delicato argomento della congruità fiscale,il quale però merita un esame specifico e che lascio trattare agliesperti che già scrivono su questa rivista. 2) I locali occupati in modo infruttifero. Sono riscontrabilianche episodi in cui qualche farmacia prende l’impegno di affit-tare, successivamente alla tradizionale occupazione dei vani per-tinenziali alcune unità immobiliari “jolly” (box, cantine,seminterrati se non addirittura piccoli appartamenti sovra-stanti). Già, già. In questo modo, oltre l’immobilizzo, il nuovocosto. Ovvero pago di tasca mia per alimentare una perdita. Piùgenero immobilizzo, più perdo. Più perdo, più devo intervenireper pagare la perdita … No comment.

Valutazioni errate Un altro aspetto relativo ad una distonia che può causare il ma-

gazzino della farmacia, anche se indubbiamente riguarda casimolto rari e specifici, riguarda coloro che si accingono alla ces-sione della propria impresa. Un magazzino troppo alto tendead influenzare negativamente un’intera trattativa di vendita erischia di spaventare l’acquirente per la somma aggiuntiva daversare. Inoltre qualsiasi nuovo acquirente tenderà immanca-bilmente a “personalizzare” la referenziazione dei prodotti infarmacia. Pertanto meno l’acquirente si sentirà vincolato in talsenso più snella e semplice sarà la trattativa.Fino a qui fatti evidenti, e sebbene spesso non applicati, sonorealtà alle quali facilmente si può concorrere per un migliora-mento.Mentre vi è una combinazione, ahimè, molto subdola. E qui èobbligatorio provare a divertirci un po’ con i numeri.Mi sono capitati episodi di farmacie che in occasione dell’analisi

I prezzi continuano a diminuire ed è diventato un imperativo cadenzare gli acquisti.

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dei tabulati acquisiti sui loro fornitori della distribuzione inter-media mettessero in evidenza dati (a loro dire) deludenti. Nellospecifico venivano letti i report delle merci acquistate nell’annoin corso con i valori al pubblico, d’aquisto ed il relativo conse-guente sconto netto medio e confrontati con i medesimi para-metri dell’anno precedente. Nell’analisi emergeva che la farmaciaaveva fortemente ridotto e riposizionato l’ammontare del suomagazzino, ma aveva (apparentemente) perso circa un punto per-centuale sulla media degli acquisti. Ed ecco gli elementi a dir poco ingannevoli. Innanzitutto nonbisogna spaventarsi perché la differenza di un punto non significaassolutamente nulla se non ci si cala completamente in uno scree-ning completo delle referenze a magazzino. Prendete questo casoin parallelo. Vedo due signore che hanno fatto una spesa appa-rentemente identica al supermercato, la tipica spesa per una casa:cibi freschi, prodotti per la casa e prodotti per la persona. Unaha speso 100 euro mentre l’altra solo 95 euro. Arrivata a casa laprima signora stiva la sua spesa ben ragionata (anche se più im-pegnativa di 5 euro) che consumerà integralmente. Mentre la se-conda si accorgerà di aver acquistato qualche mela bacata, che lemozzarelle presentano una data di scadenza troppo ravvicinata ealcuni prodotti di toiletries acquistati sulla spinta emozionale nonsono di reale interesse e necessità. Morale: di quei 95 euro nonsaranno a fare la differenza i 5 euro ma gli stessi 95. La chiave dilettura dei numeri di risparmio sarà di 5 euro per la seconda si-gnora (meno male che ha speso 95 euro per cose inutili o inuti-lizzate anziché 100 con un beneficio di soli 5 miseri euro. Mentrela prima signora pur spendendo 5 euro in più ne avrà messi afrutto 100 !In sintesi quello che importa maggiormente è ciò che avete a ma-gazzino nelle vostre farmacie, e solo successivamente quanto ècostato in termini di sconto medio. Se poi la merce è stata ac-quistata in modo conveniente ancor meglio.Bene. Risolviamo altre perplessità ancora con l’aiuto dei numeri.Quando si invitano le farmacie ad operare un riequilibrio delleproprie scorte ci si imbatte nell’obiezione classica <Eh ma devoavere tutto altrimenti perdo la vendita>. Premesso che “averetutto” non è necessario e inseguire ogni “capricciosa” richiesta èfuorviante; si può, infatti, “avere moltissimo” con il giusto im-pegno economico in termini di immobilizzo. A queste afferma-zioni ci si imbatte nella conseguente obiezione <Eh ma perdomarginalità in termini di sconto medio se non acquisto tutte lereferenze a quantità.> Dipende…Ho una farmacia che fattura2.000.000 prezzo al pubblico, ed ho un magazzino di 400.000euro p.p. Il mio sconto medio d’acquisto (grossista-diretto o gros-sista-gruppo d’acquisto-T.O.) è del 40% sulle categorie commer-ciali. Decido in modo radicale di lavorare con un metodomoderno livellando il mio magazzino a circa il 10% massimo12% del valore rispetto al mio fatturato e pertanto riduco il ma-gazzino a 240.000 euro. Fantastico. Ho fatto cassa per ben

160.000 euro, prima “invisibili”, ma soprattutto improduttivi.A fine anno mi accorgo che però la marginalità media negli ac-quisti si è ridotta di 2 punti percentuali (con una attenta e capacegestione sarà difficile scendere sotto determinate medie). Suppo-niamo dunque di aver “perso” quei 2 punti percentuali che cor-risponderebbero a poco più di 8.000 euro. Si è veroapparentemente parliamo di perdita in verità la mia chiave di let-tura è: con 160.000 euro cash in tasca posso affrontare ben 20anni di differenze scontistiche ed ammortizzarli con quel rientrodell’esposizione. Senza contare di poter invece mettere a redditodifferente l’invisibile immobilizzo.

Alleanza farmacie - distributoriPer una perfetta convergenza il vero “must” sarà, però, quello dicollaborare sempre più con i propri fornitori per l’allineamentodelle referenze gestite. Quanto duole sentir esprimersi alcuni far-macisti che esordiscono con frasi <Ho scelto il mio fornitorecome partner principale perché ha tutto !> Giammai. Non vogliosmentirmi nelle mie precedenti affermazioni sul nostro cliente(RE) però una buona “educazione sanitaria” ed una corretta “at-tività info-formativa” dei nostri clienti-pazienti sarà necessaria-mente orientata a consigliare il miglior prodotto, prodotto chesarà la naturale sintesi tra la capacità propositiva del farmacistaed i bisogni del cliente.Si può andare incontro al mercato in un percorso parallelo, diffe-rente è rincorrerlo affannosamente…Di conseguenza anche la gamma di prodotti dovrebbe almenoin parte ridursi e finalmente riuscire a contenersi in un numeroaccettabile. Posso essere piuttosto ruvido se affermo che si sfiorail ridicolo quando si verifica che anche uno dei più banali pro-dotti come il lievito di birra (tra l’altro con performance di ven-dita nettamente in calo rispetto agli anni boom) è presente pressoi grossisti con una media di circa 30 differenti referenze…Suvvia davvero non riusciamo a concentrarci su un ponderatoassortimento: leader, co-leader, referenza “a prezzo”, nicchia. Dueper tipo possono bastare ? Allineiamoci e alleiamoci dunque in modo ancora maggiore trafarmacie e simultaneamente con i nostri distributori. I gruppi d’acquisto chiaramente già operano con questa logica,ma francamente il vero traguardo sarebbe riuscire a raggiungereuna perfetta armonia anche con il più tradizionale distributoreintermedio. A molti potrebbero sembrare idee alquanto radicali, ma di questitempi dove l’imperativo dilagante è l’austerity (ed in qualsiasi set-tore) una seria riflessione in merito risulterà quanto mai corri-spondente. Viviamo nella migliore società e nel miglior mondo possibileperò prendiamo coscienza che i tempi delle scelte “inconsapevoli”sono finiti e il rigore non è una scelta da valutare ma una realtàda adottare e con cui convivere.

42 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

Economia Il magazzino

Page 43: Il consulente della tua farmacia n. 5

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Farmaci e alimentazionein gravidanza

45il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

Farmacovigilanza Il ruolo del Farmacista

di Elisa Brambilla – Farmacista e Giornalista

La tragedia della talidomide ha profondamente modi-ficato la percezione del rischio legato all’assunzionedi farmaci in gravidanza, e quindi anche l’atteggia-mento prescrittivo dei medici. Prima di allora, si ipo-

tizzava che il feto fosse in qualche modo protetto versol’ambiente esterno dalla barriera placentare. Diversi studi indi-cano che una percentuale che varia dal 40 al 90% delle donnein gravidanza utilizza dei farmaci. Cionostante, non sempre ilfoglio illustrativo è chiaro al riguardo, e frequentemente il far-macista viene interpellato a tale proposito. I farmaci più comunisono gli integratori vitaminici e il ferro, assunti dalla stragrandemaggioranza delle donne gravide. Molto diffusi sono anche glianalgesici, seguiti dai farmaci gastrointestinali, soprattutto an-tiemetici e antiacidi.In gravidanza l’assorbimento di un farmaco può essere in-fluenzato in vari modi e può differire da quello di una donnanon gravida. Il vomito, sintomo frequente, è il fattore piùevidente, ma entrano in gioco anche la rallentata motilità

gastrica e il conseguente ritardato svuotamento dello sto-maco. Inoltre, i cambiamenti ormonali possono influenzarel’attività di molti enzimi. Quindi, risulta molto difficile averedelle risposte certe, a causa della difficoltà insita nell’effettuarestudi in gravidanza, sia per motivi etici che terapeutici. Le in-dustrie farmaceutiche assumono un atteggiamento di pru-denza e utilizzano spesso la frase “il prodotto vasomministrato solo in caso di effettiva necessità e sotto il di-retto controllo del medico”, delegando di fatto a quest’ultimola decisione. Il medico deve pertanto valutare il beneficio ma-terno e il rischio fetale, caso per caso. Ci sono però molti far-maci che, oltre a migliorare lo stato di salute della madre, noncreano problemi al feto.

Prima della gravidanzaL’alimentazione adeguata e un sano stile di vita sono impor-tanti ancora prima del concepimento. La futura madre, oltread eseguire specifici esami preconcezionali allo scopo di veri-ficare il proprio stato di salute, dovrebbe assumere un apportogiornaliero di acido folico corrispondente a 400 mcg (il dop-pio rispetto alla richiesta di una donna non gravida), per pre-venire i difetti del tubo neurale (spina bifida e anencefalia), apartire da qualche settimana prima del concepimento, pro-seguendo poi l’assunzione durante la gravidanza. Nelle donnea rischio, che abbiano già avuto precedenti per spina bifida oche stiano assumendo terapie farmacologiche, per esempiocon antiepilettici o chemioterapici, il fabbisogno di acido fo-lico è stimato intorno ai 4-5 mg al giorno. Fonti alimentari

Durante la gravidanza l’assunzione di farmaci genera una certa preoccupazione.

Page 46: Il consulente della tua farmacia n. 5

di folati sono i vegetali a foglia verde, le frattaglie, i legumi, illievito di birra, gli agrumi.

L’integrazione di mineraliL’alimentazione in gravidanza non è molto diversa da quellanormale e l’apporto calorico può aumentare intorno alle 300-400 kcal al giorno solo nel secondo e terzo trimestre. Calcio: serve per la formazione del tessuto osseo del feto e ilfabbisogno giornaliero in gravidanza è di 1200 mg. Poichénormalmente viene fornito dagli alimenti, è opportuno au-mentare il consumo di latte e latticini, preferendo i prodotti aridotto tenore di grassi. Perché il calcio possa essere assimilatoè necessaria la presenza della vitamina D, che in parte si formanella cute a partire dal 7 deidrocolesterolo sotto l’azione deiraggi solari. L’integrazione di calcio può essere indicata perdonne che si espongono poco al sole, che sono intolleranti oallergiche al latte e derivati e per le vegetariane vegane. Per que-ste ultime buone fonti di calcio sono gli ortaggi a foglia verde,il tofu e le mandorle.Ferro: in gravidanza il fabbisogno consigliato è di 30 mg percui, considerando i livelli medi di assunzione con la dieta,potrà essere utile un’integrazione intorno ai 10-15 mg algiorno. Nei cibi il ferro è presente sotto due forme: il ferroeme, che si trova principalmente nella carne rossa, e in misuraminore nel pollo, nel pesce e nel maiale, e il ferro non eme,che si trova nei vegetali. In quest’ultima forma il ferro è menoassorbito dall’organismo; la contemporanea assunzione di ali-menti ricchi di vitamina C ne facilita l’assorbimento. Zinco e rame: l’assunzione di ferro può ridurre la biodisponi-bilità di zinco e rame, ma negli integratori per la gravidanzaquesti tre minerali sono presenti normalmente in associazione.Le fonti alimentari di zinco sono la carne, le uova, i cereali, ilegumi. Lo zinco assunto con gli alimenti di origine animale èpiù facilmente assimilabile rispetto a quello contenuto nei ve-getali, dove il suo assorbimento viene inibito dalla presenza diacido fitico. Acidi grassi polinsaturi omega 3: non vengono sintetizzati dal-l’organismo e il loro apporto in gravidanza favorisce, secondostudi scientifici accreditati, lo sviluppo cerebrale e oculare delbambino. L’alimento che li contiene in maggior misura è ilpesce, ma molti medici consigliano un’integrazione di acidodocosaesaenoico (DHA).

I prodotti naturaliMolte future mamme preferiscono le cure naturali per alleviarei disturbi tipici della gravidanza. Se, come è giusto, si rivolgonoal medico o al farmacista prima di assumere un farmaco, spessoricorrono al fai da te quando si tratta di prodotti naturali, ri-tenendoli innocui. Da uno studio è emerso che il 48% delledonne in gravidanza, contro una media nazionale di 10-15%,

utilizza con fiducia prodotti naturali per risolvere i problemilegati alla loro condizione, spesso per sentito dire, senza nep-pure sapere esattamente cosa stia assumendo. Si tratta di untema di estrema attualità, dato il crescente consumo di rimediverdi, che coinvolge in prima persona il farmacista.

Il consiglio del farmacistaCondizione frequente nei primi mesi di gravidanza è la nausea,probabilmente dovuta alla secrezione placentare di gonadotro-pina corionica. Se la futura mamma soffre di nausea, possiamoconsigliarle di mangiare al mattino dei crackers, dei biscottisecchi o delle fette biscottate, evitando cibi ricchi di acqua. Tragli antiemetici, la metoclopramide è di libera vendita, ma lascheda tecnica del farmaco recita “l’uso del prodotto nel primotrimestre di gravidanza è controindicato. Per quanto riguardal'impiego del prodotto nell'ulteriore periodo, somministraresoltanto nei casi di sintomatologia conclamata, per la qualenon sia possibile un intervento alternativo”, riservando di fattol’eventuale prescrizione al medico curante. Una condizione fre-quente in gravidanza è la comparsa di bruciori allo stomaco, acausa del reflusso gastroesofageo. I succhi gastrici tendono arisalire dallo stomaco verso l’esofago, irritandone la mucosa, acausa dell’alto tasso di progesterone che rilascia la muscolaturauterina, ma anche quella della valvola cardias, la cui tenutaquindi si riduce. Per ovviare a questo fastidioso inconvenientesi possono adottare degli accorgimenti: masticare bene il cibo,non bere troppo durante i pasti, meglio consumare acqua traun pasto e l’altro per non dilatare troppo lo stomaco e dormirecon la testa sollevata. Se questo non bastasse, il ginecologo puòprescrivere un antiacido a base di algeldrato/magnesio idros-sido o alginati.

46 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

Farmacovigilanza Il ruolo del Farmacista

Qualche consiglio alla futura mamma

8 fare pasti piccoli e frequenti;

8 assumere farmaci e/o prodotti naturali solo dietroconsiglio di un sanitario;

8 variare molto l’alimentazione per non incorrere incarenze;

8 limitare il consumo di dolci, per evitare eccessivoaumento ponderale;

8mantenersi attiva, per lo stesso motivo di cuisopra;

8 evitare caffè e alcolici;

8 se si soffre di stipsi aumentare il consumo di cibiintegrali.

Page 47: Il consulente della tua farmacia n. 5

La cura della stipsi

47il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

Salute Fitoterapia

di Simona Bianucci – Farmacista

Buone notizie per chi soffre di stipsi: un promettente ri-medio potrebbe arrivare dall'utilizzo di un estratto di 6erbe cinesi e semi della pianta di canapa. Ad affermarlosono i ricercatori della Baptist University di Hong Kong

in uno studio pubblicato dalla rivista e American Journal of Ga-stroenterology. I risultati della ricerca fanno ben sperare. Alla ricercasono state arruolate persone sofferenti di stitichezza che non avevanoancora trovato rimedi efficaci per il problema. Tutte inizialmentesoffrivano di stipsi cronica o svuotamento parziale dell'intestino,con la sensazione, durante l'evacuazione, che l'intestino non fossemai vuoto completamente; e tutte presentavano anche una patinabianco/gialla sulla lingua, dolore addominale o gonfiore. Più del40% delle persone al test ha riportato notevoli benefici al problemadella stitichezza. In particolare risultavano notevolmente ridotti ildolore addominale e il senso di gonfiore. Non solo, con l'estrattodi erbe e semi di canapa alcuni dei problemi associati alla stitichezzacome la difficoltà a prendere sonno, si sono ridotti in maniera si-gnificativa. Il risultato è un'ulteriore conferma di quanto alcuni degliestratti delle piante siano notevolmente capaci di correggere unodei disturbi più fastidiosi dell'apparato digerente. Ma vediamo al-cuni di questi estratti vegetali, usualmente utilizzati nella stitichezza.

Lassativi irritanti antrachinonici Aloe vera: a seconda della posologia puòsvolgere attività amaro-tonica, eupeptica olassativa. Come lassativo l'aloe fa parte dellecosiddette droghe antrachinoniche insieme acascara, senna, rabarbaro, frangula e spinocervino. Tutte le droghe antrachinoniche

contengono dei glicosidi derivati dell'antracene che, per essere attivi,devono essere metabolizzati in prodotti biologicamente più attivi;tale trasformazione avviene nel colon dove il glicoside, sommini-

strato per via orale, giunge inalterato, senza subire modificazioninello stomaco o nell'intestino. I prodotti ottenuti stimolano la mo-tilità del colon e la produzione di muco e contemporaneamente ri-ducono il riassorbimento di acqua dalla mucosa intestinale. Ledroghe antrachinoniche manifestano il loro effetto dopo 8-12 ore.L'aloe è principalmente usata nei casi di stipsi atonica e quando sianecessaria un'evacuazione di feci molli. In seguito ad uso eccessivosi verifica peristalsi eccessiva, mentre un uso prolungato si accom-pagna ad una riduzione di attività per una carenza di potassio cheimmobilizza la muscolatura intestinale e quindi riduce la peristalsi.È bene associarla a rimedi carminativi per evitare spasmi intestinali.Fra tutti i purganti antrachinonici l'aloe è quello con la maggiorazione irritante; la dose efficace è così alta da determinare una con-gestione del piccolo bacino e l'aumento di flusso ematico può in-tensificare le mestruazioni e indurre un effetto abortivo. L'impiegoabituale di lassativi antrachinonici provoca assuefazione, peggiora-mento della stipsi, infiammazione della mucosa e danni ai plessinervosi della muscolatura intestinale. Questi prodotti dovrebberoessere utilizzati solo occasionalmente e comunque mai nella sin-

“È incredibile come molti uomini prestinoattenzione più al traffico intestinale che aquello cerebrale” .

Ennio Flaiano

Page 48: Il consulente della tua farmacia n. 5

drome dell'intestino irritabile, in presenza di dolori addominali, ingravidanza, in allattamento, durante il ciclo mestruale, in età pedia-trica, in presenza di emorroidi, varici, fistole perianali, nel morbo diCrohn e nelle affezioni renali. Particolare attenzione va posta nei sog-getti che assumono glicosidi cardioattivi, diuretici tiazidici, cortisonee liquirizia, a causa dell'ipokalemia prodotta. Estratto fluido: 10- 30gocce Estratto secco: 2-4mg/kg/die assunti alla sera.

Cassia angustifolia (senna): i costituenti prin-cipali sono i sennosidi A e B che manifestano laloro azione solo dopo idrolisi ad opera dei batteridella flora intestinale. Ha maggior potere irri-tante rispetto a frangola e cascara e non va uti-lizzata nella stipsi cronica. È invece ampiamenteimpiegata nella stitichezza atonica, in quella

acuta e quando serve un'evacuazione di feci molli (per esempio in casodi ragadi anali o prima di interventi chirurgici...). Gli effetti collateralie le controindicazioni sono le medesime dell'aloe. Quindi spasmi a li-vello intestinale, perdita di elettroliti (soprattutto potassio), albuminuriaed ematuria, ipomotilità intestinale fino all'atonia.

Rhamnus frangula: l'azione è molto simile aquella della senna con la quale spesso si associao si sostituisce, ma minore. Data questa blandaattività non provoca iperemia degli organi delbacino né peristalsi eccessiva. Può essere ancheutilizzata anche per diversi giorni senza causareaccumulo. Se ne consiglia l'uso nei soggetti con

atonia intestinale causata dall'uso precedente di purganti troppo ir-ritanti, negli anziani e nell'evacuazione di feci molli. Da non utilizzarein gravidanza, nell'allattamento e nei bambini.

Rhamnus purshiana (cascara): è il lassativoantrachinonico più blando in assoluto; nonprovoca spasmi colici, né iperemia degli organidel bacino. È largamente impiegata nella stipsicronica, soprattutto dell'anziano, da sola o inassociazione a derivati ad attività similare. Sa-rebbe meglio somministrarla a piccole dosi

dopo i pasti per sfruttarne l'azione colagoga, anziché in un'unica som-ministrazione alla sera. Indipendentemente dalla forma farmaceuticascelta è bene assumerla nella minor quantità possibile e per non piùdi due settimane.

Lassativi ad azione emolliente Plantago psyllium: per il suo elevato contenuto in mucillagine è daconsiderarsi un buon lassativo ad azione meccanica. La mucillaginea contatto con l'acqua si rigonfia formando un gel voluminoso, mor-bido e scorrevole: quest'ultimo aumenta il volume della massa fecalee ne ammorbidisce il contenuto, accelera la peristalsi e favorisce lo

svuotamento. Siccome la mucillagine presentaanche un'azione sfiammante e lenitiva, lo psil-lio si può utilizzare nel trattamento di coliti ecolon irritabile. Va assunto accompagnato daabbondante quantità di acqua per evitare il ri-schio di ostruzione intestinale ed è controin-dicato in presenza di nausea, vomito, patologie

addominali e diabete insulinodipendente. Inoltre rallenta l'assorbi-mento dei farmaci, quindi è necessario far trascorrere almeno 1 orafra le due somministrazioni.

Althaea officinalis: ha a livello della mucosagastrica proprietà gastroprotettrici e a livello in-testinale proprietà assorbenti, antiinfiammato-rie, lenitive e antispasmodiche. La macerazionea freddo della radice si impiega in clisteri qua-lora ci siano condizioni infiammatorie dellamucosa intestinale. Secondo Leclerc (botanico

del XVIII secolo) una polvere formata da due parti di radice di altea,una di liquirizia e una di lattosio rappresenta un rimedio efficace con-tro la stipsi da assumere nella quantità di 1 cucchiaino in acqua tuttele mattine a digiuno. Non presenta effetti collaterali nè tossici alle dositerapeutiche, ma l'uso prolungato determina nausea, vomito e disturbigastroenterici. Unica precauzione è evitare la somministrazione neisoggetti diabetici perchè può ridurre i livelli di glicemia.

Malva sylvestris: da lungo tempo impiegatacome blando lassativo, la malva è un efficaceregolatore intestinale da somministrare soprat-tutto ad anziani e bambini. Le sue proprietàemollienti non dipendono solo dalle mucilla-gini in essa contenute, ma anche da principi adazione lassativa solubili in alcol. Non manifesta

tossicità, né azioni indesiderate, a meno che non ci sia una ipersen-sibilità individuale.

Lassativi osmotici non salini Sono rappresentati da prodotti a base di polisaccaridi come lattulosio,sorbitolo e mannitolo (contenuto nella manna di Fraxinus ornus L),la cui azione particolarmente “dolce” è indicata in quasi tutte le cir-costanze. Rappresentano un valido presidio nel percorso di "riedu-cazione" e di svezzamento dai lassativi farmacologici o antrachinonicie nel recupero della corretta funzionalità intestinale. Il mannitolo èil costituente principale della manna, che si ottiene dall'incisione dellacorteccia del tronco dell'orniello (Fraxinus ornus). Ha proprietà las-sative blande e diuretiche osmotiche. Sciolto in acqua calda o lattepuò essere utilizzata soprattutto dagli anziani e dai bambini; non pro-voca coliche nè nausea e inoltre ha un sapore gradevole. In soggettisensibili può causare nausea e flatulenza, inoltre un uso prolungato èbene si svolga sotto controllo medico.

48 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 il consulente della tua farmacia

Salute Medicine alternative

Page 49: Il consulente della tua farmacia n. 5

Comunicato stampaFarmalaborL’11 Ottobre 2011 è stata effettuata la prima vendemmia nel Vi-gneto Sperimentale Farmalabor, presso il Centro Ricerche.L’iniziativa rientra in un progetto di ricerca riguardante la “Valu-tazione delle qualità salutistiche dell’uva di Troia ad acino piccoloper la produzione di integratori nutrizionali”.In questa particolare qualità di uva canosina è stata riscontrataun’alta concentrazione di antiossidanti, contenuti nella spessabuccia degli acini. Le proprietà estratte saranno utilizzate per laproduzione di un integratore nutrizionale che sarà testato su dia-betici e ipertesi.Il progetto cofinanziato da Farmalabor, officina farmaceutica diCanosa di Puglia, e dalla Regione Puglia, vede la partecipazionedel Centro Nazionale delle Ricerche, del Consiglio per la Ricercae la Sperimentazione in Agricoltura, della Facoltà di Medicinadell’università di Foggia e delle Facoltà di Farmacia delle Univer-sità di Bari e Milano.“Per la prima volta”, afferma il Dr. Fontana, AmministratoreUnico di Farmalabor, “un progetto di ricerca finanziato dalla no-stra azienda coinvolge Università della Puglia e di Milano e questoè motivo d’orgoglio per la nostra realtà aziendale e territoriale”.

DiabeteVermi contro le ferite agli artidei diabeticiUn nuovo trattamento contro le ferite, che sembra in verità me-dievale ma non lo è, si è dimostrato molto efficace. Gli scienziatidel Kaiser Hospital e della University of Hawaii di Honoluluhanno infatti sfruttato le caratteristiche di un insetto, le larve dellaLucilia sericata, per guarire le ferite di alcuni pazienti diabeticiche inseguito a complicazioni arteriose presentavano una cattivacircolazione sanguigna e piaghe negli arti, con ferite aperte ancheda 5 anni. Attualmente, la rimozione chirurgica dei tessuti infettio morti rappresenta un trattamento spesso fallimentare. Gli scien-ziati hanno posizionato le larve di questo verme, da 50 a 100,sulle ferite di 37 pazienti per due giorni, ingabbiandoli in una retedi nylon in modo che non potessero spostarsi. Poi le larve sonostate rimosse e sistemate nuovamente, il tutto per cinque cicli. Lelarve secernono nelle ferite sostanze che liquefano i tessuti mortie poi mangiano il materiale così degradato. Le ferite, in questomodo, vengono pulite e poi, grazie ad altre secrezioni, si sviluppaun tessuto di granulazione, un tipo di tessuto connettivo che siforma proprio durante la guarigione delle ferite. Su 37, il tratta-mento ha funzionato con 21 pazienti, fino all'eradicazione del-l'infezione e alla completa rimozione del tessuto morto. Cinque

ferite erano infettate con il superbatterio MRSA, ma la terapiacon le larve ha avuto successo lo stesso. Tutti i 10 casi di infezioneda streptococco B sono stati ugualmente risolti con successo.Dopo l'insolito trattamento, i pazienti sono stati ulteriormentemedicati con idrogel e hanno ricevuto innesti di tessuto. AGI SANITA’ NEWS

EMAOrlistat fa male al fegato?L'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha dato il via a un rie-same dei farmaci contenenti il farmaco antiobesità orlistat pervalutare se sia opportuno revocare, sospendere o modificare leautorizzazioni all'immissione in commercio di questo prodotto,a seguito della segnalazione di rari casi di danno epatico.Il provvedimento riguarda sia il farmaco da prescrizione, pro-dotto da Roche, sia la versione OTC a dosaggio dimezzato, com-mercializzata da GlaxoSmithKline, autorizzati in sede centrale,così come una serie di altri farmaci contenenti orlistat che sonostati già approvati o sono in attesa di via libera su scala nazionale.L’agenzia spiega che il rischio di reazioni epatiche non era certoignoto quando sono stati registrati questi farmaci e le segnalazioniin tal senso sono state monitorate dal Comitato per i medicinaliper uso umano (Chmp). Tale rischio è già indicato nelle schedetecniche (RCP) dei farmaci a base di orlistat approvati central-mente e affrontato nei rispettivi piani di gestione del rischio ilChmp sta anche lavorando per armonizzare le rispettive RCP.L’Ema sottolinea nel suo comunicato che la stragrande maggio-ranza delle segnalazioni riguardava eventi avversi epatici nongravi, mentre casi gravi sono stati riportati molto raramente. Lanuova indagine dell’agenzia si concentrerà sulla solidità delle evi-denze a sostegno dei possibili danni gravi.Pharmastar

ClinicaIsoflavoni della soia inefficaci inmenopausaL'assunzione di isoflavoni della soia per 2 anni non previene laperdita di massa ossea o i sintomi della menopausa nelle donnein tale condizione da non più di 5 anni e con densità mineraleossea ridotta. È la conclusione di un lavoro statunitense del cen-tro di Ricerca geriatrica della Miller school of medicine, univer-sità di Miami, in cui è stata valutata l'efficacia di questi prodottispesso usati come alternativa all'ormonoterapia sostitutiva. Altermine del follow up, non sono emerse differenze significativetra le donne che assumevano isoflavoni della soia o placebo in re-

Notizie pillole di salute

il consulente della tua farmacia SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 49

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Notizie pillole di salute

lazione a cambiamenti della densità minerale ossea nella colonna,nel femore totale e nel collo femorale. Rispetto al gruppo di con-trollo, le donne nel gruppo "isoflavoni della soia" hanno regi-strato un aumento di vampate e costipazione.Doctor news

NovitàApprovato nuovo antibioticocontro le polmoniti nosocomialiLa Commissione europea ha approvato il nuovo antibiotico tela-vancin per la terapia delle polmoniti nosocomiali causate dalloStaphylococcus aureus meticillino resistente (MRSA) o nelle qualiquesto germe sia sospetto. Il farmaco andrà utilizzato nei casi incui sia noto o sospetto che altre alternative terapeutiche non sianovalide. Sviluppato da Astellas e eravance, una volta in commer-cio avrà il marchio Vibativ.Pharmastar

RicercaMolecola innovativa per l’immu-noterapia anticancroCinque anni di studio per individuare una molecola, indicata perora con la sigla AT38, in grado di fare breccia nella barriera creatadal cancro al suo interno per sfuggire all’attacco del sistema immu-nitario. Tanti ce ne sono voluti a un’equipe italiana dell’Istituto On-cologico Veneto di Padova, in collaborazione con l’Università degliStudi di Torino e l’Istituto Humanitas di Milano, oltre che con ri-cercatori croati, per scovare un nuovo meccanismo che apre nuovestrade per l’immunoterapia antitumorale, by-passando lo scudo conil quale il cancro contrasta le difese dell’organismo, risvegliando ilsistema immunitario e agevolando la regressione della patologia.Finora l’AT38 è stato sperimentato su due tipi di tumori, uno solidoe uno ematologico fibrosarcoma e linfoma, ma si è rivelato efficaceanche contro altre due neoplasie: il cancro del colon-retto e quellodella prostata. Ora si tratterà di trovare un’azienda farmaceutica in-teressata a investire sulla molecola e che si faccia carico di avviare glistudi di tossicità e le successive sperimentazioni cliniche sull’uomo.Pharmastar

Farmaci e gravidanzaAntidepressivi Ssri in gravidanzaassociati ad autismo nei bambiniL'esposizione in utero agli inibitori selettivi della ricaptazione della

serotonina può aumentare moderatamente il rischio di disordinidello spettro autistico, in particolare se l'assunzione del farmacoda parte della madre avviene durante il primo trimestre di gravi-danza. Lo studio, effettuato a Oakland, ha coinvolto 298 bambinicon disordini dello spettro autistico (e le loro madri) e 1.507 bam-bini sani (con relative madri) come gruppo di controllo. Analiz-zando i dati raccolti è risultato che 20 bambini (6,7%) tra i casi e50 bambini (3,3%) tra i controlli erano incorsi nell'esposizioneprenatale agli Ssri. Statisticamente il rischio di disordini dello spet-tro autistico raddoppiava nel caso in cui la madre avesse assuntoSsri nei 12 mesi precedenti il parto, ed era più che triplicato sel'assunzione era avvenuta nel primo trimestre della gravidanza.Tuttavia si tratta di un rischio potenziale da bilanciare con i rischicui sarebbero esposti madre e feto in caso di mancato trattamentodi un disturbo depressivo della madre.Farmacista 33

FarmaciIl fenomeno della contraffazioneIl fenomeno della contraffazione farmaceutica, intendendo percontraffatto "un farmaco la cui etichettatura è stata deliberata-mente preparata con informazioni ingannevoli in relazione al con-tenuto e alla fonte" (definizione dell’Organizzazione Mondialedella Sanità|1992), presenta oggi un trend in forte crescita, nonpiù circoscritto ai soli paesi in via di sviluppo bensì riguardanteanche i paesi industrializzati.La contraffazione coinvolge farmaci di marca e farmaci generici, me-dicinali salvavita e "life style saving". È possibile distinguere diversetipologie di contraffazione poiché un medicinale contraffatto puòcontenere le medesime sostanze di quello originale o sostanze/do-saggi diversi, può non contenere alcun principio attivo o addiritturapuò essere composto da ingredienti contaminati e pericolosi. AIFA

Medicinali equivalentiListe di trasparenzaÈ disponibile on line la nuova lista di trasparenza dei medicinali in-seriti nell’elenco dei farmaci equivalenti (Legge 178/2002) con i re-lativi prezzi di riferimento aggiornati al 15 settembre 2011comprensivi della riduzione ai sensi della determinazione AIFA 3luglio 2006, dell’ulteriore riduzione del 5% ai sensi della determi-nazione A.I.F.A. del 27 settembre 2006 e dell’art. 9 comma 1 dellaLegge 28 febbraio 2008 n. 31 dell’art. 9 comma 1, della Legge 28febbraio 2008 n. 31 (Pay back) e del comma 9 dell’art. 11 del D.L.78/2010 convertito con modificazioni della Legge del 30 Luglio2010, n. 122.

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Il mercato della dermocosmesiIn farmacia questo settore continua a crescere

La riforma delle professioniI principi a cui dovranno uniformarsi gli ordini professionali

Arriva l’influenzaCome prevenirla e curarla con l’omeopatia

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