Il concetto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica · una proposta di revisione logica...

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Il concetto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica Marco Bianciardi Questo lavoro suggerisce la necessità di una revisione logica del concetto di Doppio Legame proposto nel '56 in «Verso una teoria della schizofrenia» (8). Si tratta quindi di un lavoro squisitamente teorico che riprende i presupposti logici su cui il saggio citato fonda le proprie tesi, e li sottopone a revisione alla luce delle più recenti ipotesi episremologiche sulla comu- nicazione umana. Ciò che ci proponiamo non è quindi di sottoporre a verifiche empi- riche la teoria, bensì di rileggerla a partire da una differente ipotesi epistemologica. Come è noto, gli autori del celebre saggio del '56 fondano k proprie tesi sull'ipotesi secondo cui la comunicazione umana deve, o dovrebbe, essere descritta come formal- mente ordinata secondo la Teoria dei Tipi Logici, come caratterizzata cioè da livelli gerarchici e non ricorsivi (8, 22). Tale ipotesi è coerente ad una epistemologia che MARCO BIANCIARDI Psicologo presso CU.S.L. 1/23 di Torino. consideri la realtà come esterna alfuoftw e la comu- nicas&ane umana come descrizione detta realtà; in- fatti, solo un messaggio che si limiti a descrì- vere la realtà senza modificarla può rispettare la gerarchla dei propri livelli di astrazione ed evitare circuiti ricorsivi (20, 22, 29, 32, 48). All'interno di tale epistemologia è quindi del tutto coerente: a) ipotizzare che, almeno in linea di principio, la comunicazione umana possa evitare ricorsività tra i livelli di astrazione che essa introduce; b) parlare di '«aggressioni* (8, p. 245) ogni qualvolta sia presente ricorsività1. Oggi, a distanza di 30 anni, in diversi campi delle scienze umane si è affermata un'epistemologia radicalmente differente, secondo la quale la comunicazione umana non descrive la realtà esterna in modo più o meno adeguato e coerente, bensì crea le realtà 1 È invece un'autentica contraddizione di termini ammet- tere che, nella comunicazione umana reale, tali trasgres- sioni sono 'inevitabili' (B, p. 245): bisogna riconoscere l'onestà intellettuale degli autori, che hanno lasciato aperta questa contraddizione probabilmente «risolvibile a partire dall'epistemologia propria di una Cibernetica di Primo Ordine. 45

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Il concetto di Doppio Legame:una proposta di revisione logica

Marco Bianciardi

Questo lavoro suggerisce la necessità diuna revisione logica del concetto di DoppioLegame proposto nel '56 in «Verso unateoria della schizofrenia» (8).

Si tratta quindi di un lavoro squisitamenteteorico che riprende i presupposti logici sucui il saggio citato fonda le proprie tesi, e lisottopone a revisione alla luce delle piùrecenti ipotesi episremologiche sulla comu-nicazione umana. Ciò che ci proponiamonon è quindi di sottoporre a verifiche empi-riche la teoria, bensì di rileggerla a partire dauna differente ipotesi epistemologica.

Come è noto, gli autori del celebre saggiodel '56 fondano k proprie tesi sull'ipotesisecondo cui la comunicazione umana deve,o dovrebbe, essere descritta come formal-mente ordinata secondo la Teoria dei TipiLogici, come caratterizzata cioè da livelligerarchici e non ricorsivi (8, 22).

Tale ipotesi è coerente ad una epistemologia che

MARCO BIANCIARDIPsicologo presso CU.S.L. 1/23 di Torino.

consideri la realtà come esterna alfuoftw e la comu-nicas&ane umana come descrizione detta realtà; in-fatti, solo un messaggio che si limiti a descrì-vere la realtà senza modificarla può rispettare lagerarchla dei propri livelli di astrazione edevitare circuiti ricorsivi (20, 22, 29, 32,48).

All'interno di tale epistemologia è quindidel tutto coerente: a) ipotizzare che, almenoin linea di principio, la comunicazioneumana possa evitare ricorsività tra i livelli diastrazione che essa introduce; b) parlare di'«aggressioni* (8, p. 245) ogni qualvolta siapresente ricorsività1.

Oggi, a distanza di 30 anni, in diversicampi delle scienze umane si è affermataun'epistemologia radicalmente differente,secondo la quale la comunicazione umananon descrive la realtà esterna in modo più omeno adeguato e coerente, bensì crea le realtà

1 È invece un'autentica contraddizione di termini ammet-tere che, nella comunicazione umana reale, tali trasgres-sioni sono 'inevitabili' (B, p. 245): bisogna riconoscerel'onestà intellettuale degli autori, che hanno lasciatoaperta questa contraddizione probabilmente «risolvibile apartire dall'epistemologia propria di una Cibernetica diPrimo Ordine.

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Morto StMÒardi

II concetto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica

umane, i 'modelli* o 'mappe' della realtà (48,49, 50, 51, 65, 70).

Questa nuova epistemologia trova proba-bilmente il proprio fondamento logico nelTeorema di Incompletezza di Godei (32);ma Ì suoi effetti non hanno tardato a farsisentire anche nel campo delle cosiddettescienze esatte (19, 49, 51). Per quanto ri-guarda l'epistemologia sottesa alla teoria deisistemi, notiamo che la Cibernetica di Se-condo Ordine2 — considerando l'osserva-tore «come recursivamente connesso con ilsistema osservato» (62, p. 81) — si poneall'interno di questo nuovo approccio epi-stemologico. Il quale implica, come è facileintuire, un rovesciamento logico, una rivo-luzione epìstemologìca di portata coperni-cana, i cui effetti ci paiono ben lungi dall'es-sere stati pienamente assunti dalla teoriadella comunicazione umana.

Questo lavoro si propone quindi di rileg-gere il concetto di Doppio Legame assumendo espli-citamente l'assunto epistemologia secondo cui è lacomunicatone che crea le 'realtà* umane. Ma, poi-ché Bateson a nostro avviso non riduce maiìn modo semplicistico la questione, ci èparso utile — e anche stimolante — pro-porre tale rilettura dall'interno, per cosìdire, del pensiero di Bateson. La revisionedel concetto di Doppio Legame verràquindi proposta a partire dalla Teoria delGioco di Bateson (7), che ci è parsa conte-nere Ìn nuce i fondamenti logici di unanuova epistemologia.

2 A proposito della distinzione tra 'seconda cibernetica' eCibernetica di Secondo Ordine, cfr.: C.E. Sluzki, «Unoschema minimo delle teorie cibernetiche», Boticttàto deiCentro Milanese di Terapia delia famiglia, n. 11, ottobre '86(da: Nel Worker, maggio/giugno '86).

1. 'Gioco* ed esperienza umana: unparallelismo strutturale.

1,1 Nel saggio del '54 Bateson analizza ilcomportamento dì gioco tra animali al finedi indagare a livello pre-umano e pre-ver-bale la pluralità di livelli logici che caratte-rizza la comunicazione umana (7, p. 220):egli evidenzia una costellatone triadica tra mes-saggi: «a) messaggi della specie che qui chia-miamo segni di umore; b) messaggi chesimulano segni di umore (nel gioco, nellaminaccia, nell'istrionismo, ecc.) e e) mes-saggi che permettono al ricevente di distin-guere tra segni dì umore e gli altri segni chegli somigliano» (7, p. 231). Sottolineiamoche tale costellazione implica una interdi-pendenza necessaria tra i tre messaggi evi-denziati: ciascun messaggio, cioè, non puòdarsi di per sé, o indipendentemente dalsistema di relazioni tra messaggi. In primoluogo, infatti, il messaggio «Questo è ungioco» è sempre una meta- messaggio, ovvero— come osserva Bateson — ha il medesimovalore logico di una cornice, non esiste diper sé, bensì scaturisce per così dire dalladialettica tra i primi due. Ma Bateson stessosi spinge oltre, notando che il segno diumore involontario simulato dal gioco (illiv. a) è di per sé inesistente (7, p. 223), e che imessaggi o segnali scambiati nel gioco (il liv.b) sono in un certo senso non veri (7, p. 223).Da una parte, infatti, un segno involontario diumore non esiste più ove venga volontaria-mente simulato dal comportamento che lorappresenta (e che, del resto, lo presupponelogicamente); dall'altra parte, il morso datoper gioco, ad esempio, non denota ciò che ilmorso dovrebbe denotare, e in questo sensoè. 'non vero' (7, p. 219),

Ne risulta quindi un sistema di relazioni

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Marco Riandanti

II concetto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica

tra messaggi (7, p. 223) ove non è correttoparlare di messaggi differenti, che posseg-gono ciascuno un proprio statuto autonomoe che si sovrappongono o si giustappongononel comportamento di gioco, bensì è dove-roso parlare di Uveiti logici compresenti e recipro-camente interdipendenti: di una struttura, cioè,ove ciascun livello logico del messaggio nonsi da se non nella dialettica con gli altridue:

t segnale simulantete

io T «

meta-messaggio

Questo èsegno involontario

ove il segnale di gioco presuppone logica-mente il segno involontario che rappre-senta, ma, nel rappresentarlo, lo annulla; edove tale dialettica implica la compresenza diun meta-messaggio, il quale instaura e mantienela differenza logica tra i due livelli prece-denti, e, parallelamente, scaturisce dalla dia-lettica tra i due livelli medesimi.

1.2. Ci siamo soffermati sull'analisi delcomportamento-comunicazione di gioco inquanto nel pensiero di Bateson essa rimandaad una analisi di tutta la comunicazioneumana: «II gioco è un fenomeno in cui leazioni di 'gioco' sono collegate a, o deno-tano, altre azioni di 'non gioco'. Di conse-guenza nel gioco ci si imbatte in un esempiodi segnali che stanno per altri eventi, equindi risulta chiaro che l'evoluzione delgioco può essere stata una tappa importantenell'evoluzione della comunicazione» (7, p.220).

La medesima struttura evidenziatale tralivelli logici del comportamento giocoso èinfatti ritrovabile nell'analisi della comuni-cazione verbale umana. I Uveiti meta-linguisticidella comunicatone (secondo i quoti «la parola

'gatto* non ha pelo e non graffia», 7,p.217) debbonoessere considerati del medesimo livello logico del meta-messaggio «Questo è un gioco»,

La parola 'gatto', così come la parola'amore', implicano un sistema triadico direlazioni tra messaggi. A livello a) si ponel'ipotetico gatto oggettivo, o reale, cosìcome si pone il processo che viene reificatonella parola 'amore'. Ricordiamo che ungatto reale è ipotetico in quanto la nostraesperienza è pur sempre filtrata da vincolineurologici, ma anche da vincoli linguistici,culturali e personali (3); e ricordiamo chel'amore è un processo che probabilmentenon sarebbe descrivìbile a parole, ma, so-prattutto, è un processo che viene definitocome di 'amore' piuttosto che come di odioo di indifferenza in base a punteggiaturedegli eventi che, di per sé, sono arbitrarie, erispetto alle quali i partriers di una relazionepossono trovarsi d'accordo o meno.

A livello b) si pongono invece la parola'gatto' e la parola 'amore', entrambe tra vir-golette in quanto la prima non ha pelo e nongraffia (come è chiaro se la usiamo nellalocuzione 'lingua di gatto'), e in quanto laseconda può denotare processi ben lontanitra loro (come quando diciamo 'l'amore perla scienza7) e comunque può essere intesa dachi la ascolta con un significato ben diffe-rente rispetto al significato che intendedarle chi parla.

A livello e) si pongono quindi i livellimeta-linguistici che dovrebbero accompa-gnare sempre la comunicazione umana,anche se, come nota Bateson, «troppo spessonoi tutti reagiamo in modo automatico aititoli dei giornali» (7, p. 217); il che fa dire aBateson stesso che «a rigore, ogni parola dellibro dovrebbe essere tra virgolette» (12, p.133).

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Morto Bianàardj

II concetto dì Doppio Legame: una proposta di revisione logica

1.3. Il parallelismo di struttura evidenzia-bile tra gioco e comunicazione umana nondeve però far dimenticare una distinzione diimportanza fondamentale. Il meta-mes-saggio «Questo è un gioco» è di tipo metaco-municativo, è cioè istruzione relativa alla relazione tragli interlocutori (7, p. 217); e ciò sia nel giocofra animali considerato da Bateson che nei'giochi* umani (nel gioco come lo inten-diamo correntemente, nella minaccia, neiriti, in psicoterapia, ecc.). II meta-messaggio«La parola 'gatto* non ha pelo e non graffia»è invece un messaggio meta-linguistico, ove«oggetto del discorso è il linguaggio» (7, p.217): o meglio, come vedremo tra poco, larelazione circolare e riflessiva tra linguaggio e real-tà.

Nella rappresentazione grafica della co-stellazione triadica:

t gatto realee) livelli meta-linguistici

ciò che si pone a livello a) — sotto la barraintrodotta dai livelli meta-linguistici dellacomunicazione — è l'esperienza diretta, im-mediata, preverbale o preumana, dell'inte-razione con il gatto, ad esempio (11, p. 404).II linguaggio, invenzione tipicamenteumana che segna un punto di non ritornonell'evoluzione della comunicazione (7, p.218), confina quindi in un mitico tempopreumano, in un prima logico rispettoall'Albero della Conoscenza (7, p. 218), ogniesperienza della realtà non mediata dal lin-guaggio medesimo,

Come si è visto infatti, nella costellazionetriadica tra livelli logici, il livello a) divienedì per sé inesistente: esiste solo in quantorappresentato dal livello b) nella relazionedialettica che il meta-livello instaura. Ciò

non significa ovviamente negare l'esistenzadella realtà fuori di noi, ma sottolineare chel'esperienza im-mediata della realtà è irrimediabil-mente persa, per l'uomo, dal momento in cui l'uomonomina, classifica, distingue: i livelli meta-linguì-stici che caratterizzano logicamente la co-municazione verbale umana implicano cheil bambino, imparando dal genitore a dire'gatto', avrà da quel momento l'esperienzadi un 'gatto' tra virgolette, un'esperienzacioè mediata dal linguaggio, ovvero da unsistema convenzionale e logicamente arbi-trario, per ciò stesso condivisibile e chequindi lo fa uomo fra gli uomini, ma cuitutta la sua esperienza del reale rimarràassoggettata (4, 21, 36, 4, 48).

/ livelli meta-linguistici, quindi, a differenza deilivelli meta-comunicativi, segnano «il dramma cheesplode quando gli organismi, mangiato il puttodell'Albero detta Conoscenza, scoprono che i lorosegnali sono segnali» (1, p. 218): da quel mo-mento l'uomo si trova a partecipare ad ungioco da cui non è possibile uscire (63, p.230), ovvero al 'gioco' in cui non è possibileseparare la discussione sulle regole e sulcambiamento delle regole del gioco, dalgioco stesso (7, p. 234)3.

1.4. Quanto abbiamo appena discussoimplica l'assunto che Watzlawick illustra informa aneddotica nella sua opera La realtàdella realtà (65): la comunicazione umana crea la'realtà', o meglio le 'realtà', i modelli o le

I contesti interattivi delimitati come di 'gioco'nell'esperienza umana (ed anche Ì rituali, l'arte, Ì miti,ecc.) debbono quindi essere considerali, a rigore, come dimeta-gioco rispetto al 'gioco' dell'esperienza umana.Meta-gioco per eccellenza deve essere considerata la psi-coterapia, ove, come nella vita, «le regole sono implicite,ma suscettibili di cambiamento» (7, p. 234).

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Marea Biaaaanii

il concetto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica

'mappe' di interpretandone dell'esperienza equindi della realtà umana.

A fondamento logico di tale intuizioneabbiamo posto i livelli meta-linguistici checaratterizzano la comunicazione verbaleumana 4: le lingue positive creano differenzenel processo circolare di eventi cui l'uomopartecipa, scandiscono, punteggiano, gene-ralizzano, classificano, reificano: pongonocioè le premesse per cogliere differenze erapporti tra differenze, per avere idee, percreare 'mappe' di interpretazione della re-altà in cui l'uomo interagisce. In tal modol'uso del linguaggio crea una cesura, noncolmabile, tra la realtà circolare degli eventie dei processi e le 'realtà' che la comunica-zione umana crea. La realtà quindi è per l'uomosempre creata dalle dijferenst tòt il linguaggio ponenella drcolarità degli eventi: è pur sempre una'mappa'.

A 'realtà' I„ I livelli meta-lineuistici

i Realtà T a

Possiamo osservare a questo punto che lariflessività logica deve essere considerata costitutivadell'esperienza umana in quanto 'umana'. Da unaparte infatti la comunicazione umana comu-

4 È necessario sottolineare però che le proprietà logichedella comunicazione verbale caratterizzano inevitabil-mente tutta la comunicazione umana. Anche i messagginon-verbali possono essere, nell'uomo, contraffatti, ne-gati o ridefiniti, posseggono cioè un'indipendenza da ciòche intendono significare, ed acquistano significato all'in-terno del 'discorso' in cui vengono usati. Anche i messagginon-verbalì, in altri termini, divengono 'umani* oveentrino in relazione, perdendo per ciò stesso un significatogeneticamente determinato, ed acquistando un significatorelazionale, sociale, culturale, che deve essere definito eridcfiflito costantemente. La comunicazione umana, quindi,datt estere riemesauta come sottonussa, anche mi atei aspetti aeriverbali, alle carattetisiicbt kgitbe proprit detti lìngue positive.

nica su una realtà che essa stessa crea e illinguaggio descrive una realtà che essostesso definisce; d'altra parte è proprio tale'realtà' co-creata dal processo comunicativociò che fa da contesto ai singoli messaggicomunicativi: i messaggi umani quindi ac-quistano significato all'interno di una 'real-tà' che essi stessi contribuiscono a defi-nire.

Tale circuito riflessivo può essere così raf-figurato:

r-> 'realtà' umana —.I— comunicazione -*-*

Esso appare costitutivo rispetto all'espe-rienza umana stessa, che è 'umana' proprioin quanto pone differenze nella circolarltàdegli eventi e dei processi, e quindi crea ideee classifica, crea le 'realtà'. Bateson esprimemirabilmente questo concetto nel modo se-guente: «Questo tessuto dì contesti, e dimessaggi che propongono un contesto (mache, come tutti i messaggi, hanno un *signi-fìcato' solo grazie al contesto) è l'oggettodella cosiddetta teoria del doppio vincolo»(9, p. 299).

1.5, Suggeriamo a questo punto che lacomunicazione umana, caratterizzata dai li-velli meta-linguistici che pongono una di-stinzione logica tra Realtà e 'realtà' com-porta la necessità di un livello metacomuni-cativo, tra uomini, che non deve essere con-fuso con i messaggi di relazione comune-mente intesi. Questi ultimi infatti riguar-dano la natura della relazione tra interlocu-tori (sono 'istruzione' relativa ad uno speci-fico contesto interattivo), mentre il livelloche qui introduciamo riguarda la relazioni dientrambi gli interlocutori con la 'realtà' che la loro

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Marca J$ianàardi

II concetto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica

comunicatone crea (è una meta-istruzione rela-tiva a tutte le istruzioni metacomunica-'>

tive).Possiamo esplicitare tale livello di astra-

zione della comunicazione nel modo se-guente: «La realtà che ti mìo messaggio propone nonè diro che una 'realtà'», in quanto, per l'uomo,«La 'realtà' non è la Realtà». Riprendendo ilparallelismo strutturale con il meta-mes-saggio «Questo è un gioco», possiamo ancheporre: «Tutto ciò è gioco»:

A 'realtà' I— V «Tutto ciò è gioco»

I Realtà T

A rigore sarebbe corretto indicare talelivello di astrazione come meta-meta-comu-nicativo, o più semplicemente come meta-comunicativo originario: meta-messaggio costi-tutivo rispetto a tutta l'esperienza umana inquanto 'umana' poiché commenta il mes-saggio umano come sottomesso alla riflessi-vità logica tra comunicazione e realtà.

2. Circuiti riflessivi e corto circuiti.

2.1. Al fine di discutere il concetto diDoppio Legame, esaminiamo ora il mes-saggio «Io ti amo» da parte del genitore neiconfronti del piccolo che si fa uomo. Assu-mendo l'ipotesi secondo cui è la comunica-zione umana che crea le 'realtà' dell'uomo sinota che il messaggio «Io ti amo» presenta diper sé circuito riflessivo: il messaggio medesimoinfatti contribuisce a definire il contestorelazionale all'interno del quale può essereinteso come segno d'amore. In altri termini:«Io ti amo» acquista il significato che vuole

affidargli chi parla solo all'interno di uncontesto relazionale di reciproco amore; maun contesto relazionale di reciproco amore èdefinito anche, e necessariamente, dallafrase «Io ti amo». L'affermazione stessa con-tribuisce a definire il contesto relazionaleche la inquadra e che le da il senso che essaacquista nella relazione.

Graficamente possiamo raffigurare così ilcircuito riflessivo:

rcontesto relazionale di 'amore'«Io ti amo» -*-

ove si noti come la dichiarazione di amoredebba essere inquadrata da un contesto rela-zionale che la qualifichi come tale; e come,parallelamente, la dichiarazione medesimacontribuisca a stabilire quel contesto rela-zionale (9, 22).

Tutto ciò che l'uomo afferma o nega èincorniciato da una regola costitutiva che nedetermina rindecidibilità logica, l'assolutainverifìcabilità: e ciò in quanto la 'realtà'umana che fa da contesto a ciò che l'uomoafferma o nega (e ne determina quindi ilsenso) è una 'realtà' creata dalla comunica-zione stessa.

2.2. Tutto ciò comporta una considera-zione che ci pare essenziale ad ogni pragma-tica della comunicazione umana: il mes-saggio propone inevitabilmente al bambinodi inscriversi in un contesto relazionale pun-teggiato come di 'amore', gli ingiunge dicondividere tale punteggiatura, lo 'lega* aduna 'realtà' di amore, la quale è pur sempreuna 'realtà', e in quanto tale né vera né falsa.D'altra parte Fin-fante, in quanto non-par-lante, non ha ancora a disposizione 'mappe'o punteggiature differenti, e diventerà

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Marco Bianctardi

II concetto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica

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'fante', o uomo, proprio condividendo le'mappe* e le punteggiature di partners direlazioni significative.

In questo senso sì può dire che il bambino ènecessariamente 'legato' al circuito riflessivo presentetra i messaggi dell'adulto e le 'realtà ' che tali messaggipropongono: non si diviene uomini se noninscrivendosi nell'uso del linguaggio, se nonlasciandosi legare, quindi, ad una 'realtà'umana e alla riflessività logica che la carat-terizza.

Possiamo porre, in definitiva, che ogni mes-saggio umano propone inevitabilmente una 'ingiun-zione paradossale*; infatti, poiché nel comuni-care l'uomo non può non punteggiare inmodo logicamente arbitrario, e proporrequindi una 'realtà1 in sé né vera né falsa, perciò stesso l'uomo ingiunge sempre all'altrodi condividere spontaneamente le proprie pun-teggiature ° le 'realtà' che i propri messaggiimplicitamente propongono. Il messaggio«Io ti amo» implica quindi sempre unaingiunzione paradossale dei tipo «Amami!»,o «Dovresti amarmi spontaneamente!».

2.3. Bisogna sottolineare d'altra parte chel'ingiunzione è anche sempre una 'domanda1 o un'in-vocazione rivolta all'altro. Se è vero infatti che ilbambino deve necessariamente lasciarsi 'le-gare' dalle punteggiature che il genitore daai processo interattivo cui entrambi parteci-pano, è anche vero che il genitore stesso èaltrettanto 'legato' dalla necessità logica diuna conferma pragmatica delle proprie pun-teggiature da parte del piccolo che si fauomo. L'arbitrarietà logica di ogni punteg-giatura implica la necessità di una rispostache la confermi come pragmaticamente vàvlida nel contesto interattivo che va definen-dosi. Infatti, poiché in sé, o da un punto divista logico, la punteggiatura «io ti amo» non

è né vera né falsa, essa può divenire validada un punto dì vista pragmatico solo nellamisura in cui viene spontaneamente condi-visa dai partners di una relazione significa-tiva. È in tal senso che la punteggiaturaproposta dal genitore è logicamente 'man-cante', non può reggersi da sola, e quindi èdi per sé ingiunzione e domanda di unarisposta che la convalidi pragmaticamente.In definitiva, quindi, l'adulto può solo pro-porre la propria definizione della relazione:la 'realtà* della relazione non potrà cheessere reciprocamente co-creata.

2.4. La riflessività presente tra comunica-zione e 'realtà' lega quindi sia il bambino chel'adulto alla necessità di una reciprocitàsistemica nel definirsi del contesto relazio-nale.

All'interno di tale reciproco definirsidella 'realtà', il bambino apprenderà pro-gressivamente che di reciproco 'legame' sitratta, che l'interazione umana si caratte-rizza logicamente come 'gioco*, che la realtàche le punteggiature propongono e defini-scono reciprocamente non è altro, appunto,che una 'realtà'. Il bambino quindi, nel farsiuomo, dovrà apprendere contemporanea-mente: a) a inscrivere la propria esperienzanell'uso di una lingua naturale, e quindi apunteggiare il processo relazionale; b) ariconoscere il carattere di arbitrarietà logica(e quindi di necessaria reciprocità pragma-tica) di ogni punteggiatura.

La distinzione tra Realtà e 'realtà' (o,metaforicamente, tra 'mappa' e territorio) sipone quindi come risultato di un deuteroap-prcndimento tipicamente umano. Tale ap-prendimento è relativo, precisamente, allariflessività logica presente tra comunica-zione e 'realtà* umana. In altre parole, e

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Mano Biantiardi

II concetto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica

riprendendo l'esempio proposto, il piccolodell'uomo dovrà apprendere che il mes-saggio «io ti amo» non è vero di per sé, bensìcontribuisce a definire il contesto relazio-nale che, parallelamente, lo incornicia. Sipuò affermare quindi che tale apprendi-mento tipicamente umano è relativo allanon assolutezza della propria esperienza: adesempio della propria esperienza di essereamato dal genitore; o ancora: è apprendimentoa dìscernere i comportamenti-comunicazione umanicome messaggi eòe propongono una mappa, la quale èlogicamente distinta da un'ipotetica Realtà aggettiva,non culturale, non riflessiva, non circolare.

2,5. Il risultato di questo deuteroappren-dimento tìpicamente umano può essere de-scritto utilizzando il meta-messaggio «Tuttociò è gioco»: il bambino avrà appreso che la 'realtà'non è la Realtà quando avrà appreso a commentareimplicitamente i proprì messaggi e quelli dell'altrocome aventi la caratteristica logica del 'gioco',

È evidente che il meta-messaggio "Tuttociò è gioco" non ha nulla a che vedere conuna sorta di disimpegno nella relazione; essosi limita a metacomunicare implicitamenterispetto alla riflessività costitutiva dell'espe-rienza umana, la quale implica che i mes-saggi di 'amore', ad esempio, non denotinol'Amore che essi denoterebbero (non descri-vano un Amore oggettivo), bensì contribui-scano a definire un contesto relazionale di'amore', o tendano a co-creare una 'realtà* di'amore*.

Rispetto al comportamento-comunica-zione "Io ti amo", quindi, il meta-messaggiooriginario "Tutto ciò è gioco" può essereesplicitato nel modo seguente: «Sebbene tiami molto seriamente, 'so' che l'Amore,nell'esperienza dell'uomo, non esiste, equindi 'so' che i miei messaggi di amore non

descrivono un Amore oggettivo, bensì sirivelano pragmaticamente come di 'amore'solo se vengono confermati dalle tue rispo-ste, in modo che la 'realtà*, o il contestorelazionale che tra noi viene definendosi,qualifichi effettivamente come di 'amore* imiei messaggi».

2.6. Poniamo a questo punto una primaipotesi: la reciproca presenza del meta-messaggio"Tutto ciò è gioco", per quanto non consapevole,caratterizza le relazioni umane come circuiti riflessivicomunicatone/"realtà' che evolvono nel tempo 5.

Si può notare infatti che, grazie alla pre-senza di tale meta-messaggio, la comunica-zione umana e la 'realtà' che essa crea (mache, parallelamente, ad essa fa da contesto)sono in costante evoluzione dialettica: dauna parte i messaggi propongono un con-testo e pongono una definizione della realtà(una 'realtà' o una 'mappa'); d*altra partetale 'realtà* farà da contesto ai successivimessaggi contribuendo a stabilirne il signi-ficato, e via di seguito:

<*•' realtà'

comunicazione- • comunicazionetempo

i..Tutto ciò ègioco"

La presenza del meta-messaggio "Tuttociò è gioco" implica quindi sia la costantedialettica, nel tempo, tra la 'realtà* che lacomunicazione crea e i messaggi cui la 're-altà, fa da contesto: sia il riconoscimentopragmatico deirinevitabile reciprocità delle

s Cronen, Johnson e Lannamann parlano, all'internodi un'impostazione teorica differente, di «circuiti riflessiviarmonici» (22). Il fatto che, nella loro ottica, la differenzatra circuito riflessivo 'armonico' e 'bizzarro' venga riman-data ad un meta-livello (una meta-regola relativa allaTransitività nella relazione tra due livelli di significato) cipare, tenuto conto delle differenze di impostazione, coe-rente a quanto stiamo esponendo.

definizioni d<di vista logicda un puntoimpegnati ntempo.

2.7. Quarl'ipotesi prinreciproca asstn:gioco" comportità', tra 'wapptrelazionai che

I livelli lecomunicazicverrebbero ealta' non ssstinto dal Intetica Realtmeta-messa}logica scatumantiene —

Possiamoil corto-circ

'realtà' =

ove la frecassente la r<della 'realtàsoggetto di <tà'.

Sia l'aducomunquequesto castriflessivo civitabilmentessa stessa epio' daU'irrteristica dipunto, o dimeta-messa^

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«K-»?"! BS5WW- -7«W-:.. fix

II concetto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica

.vo, bensì sìic di 'amore*ile tue rispo-) il contestodefinendosi,di 'amore' i

o una primameta- messaggioon consapevole,ircuiti riflessivi'el tempo s.izie alla pre-a comunica-.ssa crea (mada contesto)lialettica: daano un con-e della realtàd'altra parteaì successiviirne il signi-

-I "Tutto ciò ègioco"

iggio "Tuttoa. la costantecalta" che lagì cui la 're-imoscimentoprocità delle

lano, all'interno«circuiti riflessivi:ica, la differenzato' venga riman-gia relativa alladi significato) ci

ipostazione, coe-

defìnizioni della 'realtà': poiché da un puntodì vista logico la realtà è solo una 'mappa',da un punto di vista pragmatico tutti sonoimpegnati nel definirla e ridefinirla neltempo.

2.7. Quanto appena esposto comportal'ipotesi principale che intendiamo porre: lareciproca assenza del meta-messaggio "Tutto ciò ègioco" comporta un corto-circuito tra Rea/tà e 'reat-tà', tra 'mappa' e territorio, tra messaggio t contestorelazionale che il messaggio propone.

I livelli logici sempre compresenti nellacomunicazione umana in quanto 'umana'verrebbero quindi appiattiti: il livello di 're-altà' non sarebbe più dialetticamente di-stinto dal livello logico cui si pone un'ipo-tetica Realtà oggettiva; ed il livello delmeta-messaggio — che ^ da tale distinzionelogica scaturisce e che parallelamente lamantiene — si dissolverebbe.

Possiamo quindi raffigurare graficamenteil certo-circuito nel modo seguente:

'realtà' = Realtà «ti amo» = Amore

ove la freccia del tempo è assente, ed èassente la reciprocità dialettica del definirsidella 'realtà': è assente cioè l'altro in quantosoggetto di definizioni autonome della 'real-tà'.

Sia l'adulto che il bambino (in modocomunque reciproco) non sarebbero inquesto caso solamente 'legati' al circuitoriflessivo che la comunicazione umana ine-vitabilmente stabilisce con la 'realtà' cheessa stessa crea, bensì sarebbero 'legati dop-pio' dall'impossibilità di coglierne la carat-teristica di 'gioco1, di circuito riflessivo ap-punto, o di 'legame'. Sarebbe quindi l'assenni dimeta-messaggi del tipo "Tutto ciò t gioco" ciò che fa

della riflessività costitutiva dell'esperienza dell'uomoun paradosso che 'lega doppio*, e che si pone quindicome premessa alla patologia piuttosto che come pre-messa alla crescita tipicamente umana.

A questo proposito un'osservazione cll-nica pertinente è che il paziente designato èspesso stato nell'infanzia un figlio 'perfetto':si può ipotizzare che egli sia stato 'legato' inmodo tendenzialmente assoluto a 'mappe'di Amore, di Obbedienza, di Perfezione chehanno bloccato nel tempo ogni dialetticanel processo interattivo in corso: la 'mappa',ìn quanto coincidente con la classe di tuttele possibili 'mappe' della relazione» si è sosti-tuita, per cosi dire, alla 'pratica' del reci-proco definirsi della relazione in atto.

2.8. L'ipotesi presentata si pone, comeanticipato, ad un livello formale ed astratto:è però utile esaminare, se pure brevemente,alcuni aspetti pragmatici implicati dall'ipo-tesi stessa.

Il corto-circuito tra 'realtà' e Realtà ìn unadefinizione della relazione implica una cecitàlogica al carattere di 'mappa' (o all'arbitra-rietà logica) della definizione stessa; dì con-seguenza ogni altra possibile definizioneviene necessariamente misconosciuta da en-trambi i partners della relazione. Tale 'mi-sconoscimento' si distingue logicamente daogni forma di 'negazione'* in quanto ciò cheviene 'negato* viene per ciò stesso implìci-tamente riconosciuto. La cecità logica di cuistiamo parlando implica che lapossibilità stessadi definizioni alternative della relazione non esista enon sia mai esistita per i partners di quella relazione; /quali quindi sono ficchi e non sanno di esserlo, sonociechi alla cecità dell'altro,

La relazione che ne scaturisce può essereletta in termini di 'negazioni* e di 'punizioni1

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Marco Bianciardi

H concetto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica

come ipotizza la teoria del '56 (8, p. 250), maa patto dì sottolineare che ciò è valido solo dalpunto dt vista dell'osservatore: il genitore, adesempio, 'nega' ogni altra possibile punteg-giatura della relazione da parte del bambino(ma, dai proprio punto di vista, non la negaaffatto, perché negarla significherebbe rico-noscerla implicitamente), e in questo senso'punisce' il bambino (il quale, d'altra parte,non punteggia l'esperienza come puni-zione', altrimenti riconoscerebbe implicita-mente una propria definizione della rela-zione) (26, 48).

Dal proprio punto di vista Ì partners diuna relazione siffatta sono semplicemente'dentro' una 'realtà' vissuta come la Realtà, etenderanno ad interpretare ogni nuovaesperienza nei termini di tale Realtà (10): èipotizzabile che una definizione alternativadella relazione possa emergere solo con lecaratteristiche del sintomo.

Suggeriamo quindi che gli 'ingredienti'della situazione di doppio legame propostidalla teoria originaria (8, p. 249-251), pos-sono essere utilmente letti come effetti prag-matici del corto circuito logico evidenziato 6 — sot-tolineando che lo sono per l'osservatore.

Anche concetti quali quelli di 'mistifica-zione' di Laing (38), di 'impenetrabilità diLidz (43) e di 'pseudomutualità' di Wynne(71) possono essere considerati concetti chedenotano — spesso in modo assai efficace —effetti pragmatici, per un osservatore, del

* È anche interessante notare che, quando gli autoripropongono un esempio della situazione familiare cheipotizzano come contesto del doppio legame (8, p. 256-262), parlano di «una madre per cui i sentimenti di ansia edi ostilità nei confronti del bambino non sono accettabili»(8, p. 257), il che corrisponde quasi alla lettera all'esempioda noi discusso: una madre per cui "ti amo" = Amore.

corto circuito logico tra una 'realtà' e laRealtà.

2.9. È chiaro che l'ipotesi presentataesclude di per sé ogni possibilità di descri-vere a parole, o con esempi concreti, mes-saggi in sé patogeni e sequenze di doppiolegame: il problema infatti si rivela esseresempre altrove, e precisamente nell'assenza diarticolatone dialettica tra livelli logici della contunì-cazjotie.

Ad esempio la contraddizione presentenel messaggio «Non fare così o ti puni-rò/Non considerare ciò come una puni-zione» (8, p. 250) acquisterebbe caratteri-stiche logiche ed effetti pragmatici ben di-versi a seconda che un meta-messaggio im-plicito del tipo "Tutto ciò è gioco" sia reci-procamente presente o reciprocamente as-sente 7.

Ciò rende indubbiamente il concetto diDoppio Legame di più difficile compren-sione teorica; ma ciò sbarazza anche ilcampo dalle critiche di eccessivo realismoche, a partire da Bateson stesso (9), sonostate giustamente avanzate alla teoria origi-naria (22, 25, 52, 59).

Conclusioni

II problema di una distinzione logica tra

7 D'altra parte, che il genitore punisca il bambino enello stesso tempo gli comunichi implicitamente che lo faper il suo bene, e che quindi ciò fa parte del proprio'amore', probabilmente avviene in ogni processo educa-tivo, proprio perché la definizione di 'amore* è in se arbi-traria e quindi può essere data anche a un comportamentopunitivo. Il problema è piuttosto se, nel corso del tempo,sia T 'amore' che la 'punizione' possono essere sperimen-tati come aventi le caratteristiche logiche del 'gioco1, equindi come definibili reciprocamente e non assoluti.

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Marco SiaaciaYdi

II concerto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica

'realtà' e Realtà non è certo circoscrittoall'ambito della patologia della comunica-zione. Si può affermare, al contrario, che ladialettica che i livelli meta-linguistici intro-ducono tra le 'realtà' che la comunicazioneumana crea e una Realtà oggettiva relega-bile a un mitico tempo preumano, instaurauna dialettica, mai compiuta nel soggetto, tra esigenzedì venta, dì sicurezze, di punti fermi, e consapevo-lezza della relatività e della flessibilità di ogni pun-teggiatura dell'esperienza e di ogni definitone dellarealtà.

La stessa storia delle scienze e del pen-siero umano può essere letta come un pro-gressivo emanciparsi, certamente non li-neare o privo di contraddizioni, dalle cer-tezze di 'mappe' e di Verità assolute, finoalle più recenti epistemologie che neganoalla conoscenza umana la possibilità stessadell'oggettività (19, 20, 49, 51).

Anche il processo di crescita e di deute-roapp rendi mento di ogni piccolo dell'uomoè, certamente, la storia di questa difficileemancipazione.

Ma la cecità all'arbitrarietà logica di ogni'realtà' è di per sé patologica? Parrebbe pro-prio di no.

Batéson stesso ha dedicato a questi temialcune pagine chiarificatrici, ove mostracome il 'carattere' individuale, o la persona-lità di ciascuno, si costituiscano come in-sieme di premesse logico-emotive le qualitendono ad autoconvalidarsi (10). Tutti noi,come l'uomo fatalista o l'apprendista stre-gone mirabilmente tratteggiati da Bateson,viviamo all'interno di alcune 'premesse'che, per così dire, ci precedono, sono sovra-

ordinate rispetto alla nostra esperienza, evengono comunque convalidate dal fattoche ogni nuova esperienza può essere pun-teggiata e vissuta nei termini delle premessemedesime. L'io individuale stesso, quindi, si costi-tuisce come mìsconoscimento del carattere dì arbitra-rietà logica di ogni 'realtà' umana, si pone comenecessariamente cieco al contesto, come finzione cheastrae dalla circolarità dei processi un significato logi-camente orbitario, e che deve, parallelamente, misco-noscerne l'arbitrarietà logica al fine di pervenire adun'identità personale:

«Da una patte abbiamo la natura sistemicadell'essere individuale, la natura sistemica della cul-tura in cui egli vive, e la natura sistemica del sistemabiologico, ecologico, che lo circonda; e, dall'altraparte, la curiosa distorsione della natura sistemicadell'uomo individuale, per effetto della quale lacoscienza è, quasi di necessità, cieca di fronte allanatura sistemica dell'uomo stesso» (6, p. 448).

La malattia o il sintomo troverebberoquindi le proprie premesse logiche nel me-desimo processo dì necessario accecamentoe misconoscirnento che caratterizza la for-mazione dell'io. In altri termini: l'uomo par-rebbe 'ammalarsi' propriamente del suo 'es-sere uomo'.

Se è vero che ciò — dopo Freud — nondeve stupirci, è pur vero che si aprono moltiproblemi da discutere e da approfondire.

D'altra pane, la rilettura delle ipotesiconcernenti la cllnica alla luce di una ciber-netica di secondo ordine, rappresenta uncampo di indagine praticamente inesplo-rato.

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Marco Bianàardi

II concetto di Doppio Legame: una proposta di revisione logica

Marta Biandardi

II concetto di Doppio legame: una proposta di revisione logica

UASSUNTO

Le più recenti ipotesi epistemologicbe sulla comuni-azione umana riconoscono che le 'realtà' dell'uomo sonoDefinite dalla comunicatone stessa; in questo senso tramessaggio umano e 'realtà' che il messaggio propone vi èimunque ricorsività, o riflessività logica. :

II presente lavoro ipotizza che, ove tale ricorsività non

iUMMARY

Thè rxost recent epistemological bypotbeses aboutuman tommunìcatìon maintain tbat buman 'realities're deftned by thè communication in itself; according tobis paini ofview, tbere ìs atoays self referente betweenbe buman messale and thè 'reality* whìcb ìt propo-JS.

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Tbis artick supposes tbat, wbere seif rejcrence is noirecognìzable impliciti?, partners o/a meaningjul rela-tionsbip live a 'reality' like thè ReaUty; consequently,ibis causes sbort circuii between 'reaiity' and Reaiity.Tben, thè Doublé Bind con be reconsidered as a prag-matìc effect oftbis logicai sbort circuii.

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