Il CinquecentoIl Cinquecento 2 maggiori centri di produzione delle laude polifoniche sarà...

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Il Cinquecento 1 Il Cinquecento Il Cinquecento fu il secolo in cui si compose e si eseguì più musica che in tutte le epoche precedenti; nel XVI secolo, infatti, un aumento del numero di musicisti professionisti e di amatori portò ad un’ampia diffusione della musica. Il gran numero di esecutori fece sì che si cominciassero a produrre trattati musicali ossia libri dove si insegnava a suonare, cantare, scrivere musica e si davano consigli sul come ottenere un buon gusto musicale. In questo periodo l’Italia andrà a sostituirsi alle Fiandre come punto di riferimento musicale europeo. La Musica Sacra La presenza e l’operato dei fiamminghi sul territorio italiano aveva influenzato non poco i compositori della penisola che, gradualmente, avevano inziato a scrivere musica sacra polifonica sempre più complessa. La musica sacra polifonica del ‘500 aveva però una serie di problemi dovuti alla sua eccessiva complessità: il testo diventava spesso incomprensibile essa poteva essere eseguita solo da cantori professionisti. Nel 1517 la Riforma Protestante divide in due il mondo dell’Europa cristiana e il suo impatto sul mondo della cultura investe anche la musica: Martin Lutero infatti si scaglia contro la musica polifonica dell’epoca e riforma il canto introducendo i Corali. I Corali sono semplici canti, che possono essere a una o più voci, intonabili da tutti i fedeli e in lingua tedesca; in questo modo tutti i partecipanti ai riti possono cantare e capire che cosa stanno dicendo. Di fianco a corali appositamente scritti per la liturgia gregoriana trovavano posto canti che recuperavano melodie gregoriane o profane cambiandone, ovviamente, il testo. Dopo il 1600 diventerà comune accompagnare il canto di corali con l’organo. I Calvinisti, a differenza dei luterani, non erano soliti usare musica nei loro riti. L’unica musica utilizzata erano i salmi a cappella (cioè privi di accompagnamento). L’organo poteva suonare prima e dopo il rito ma non durante. In risposta alla riforma protestante, la Chiesa Cattolica avvia il Concilio di Trento (1545-1563); dopo la fine di questo lungo Concilio anche la musica risentirà delle decisioni prese. I padri conciliari vietano l’utilizzo degli strumenti in chiesa, il riuso di temi profani nelle composizioni sacre e invitano i compositori a scrivere musica dove il testo sia comprensibile. Nella realtà dei fatti praticamente tutti i dettami della Chiesa non verranno rispettati. Anche in ambito Cattolico nascerà una nuova tipologia di canto polifonico più semplice e orecchiabile: la lauda polifonica. Questo nuovo genere - come già la lauda medievale - era una sorta di canto sacro popolare: devozionale ma non liturgico (cioè non si usava durante le messe). La musica di queste laude non aveva un contrappunto difficile, poteva essere su testi latini o italiani, poteva prevedere l’uso di strumenti musicali e, a volte, recuperava la melodia da canzoni profane cambiandone il contenuto. A differenza della musica polifonica sacra, dove ogni voce aveva la stessa importanza, nella lauda polifonica la melodia è data alla voce superiore che risulta così essere la più importante. Uno dei

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Il Cinquecento

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Il Cinquecento Il Cinquecento fu il secolo in cui si compose e si eseguì più musica che in tutte le epoche precedenti;

nel XVI secolo, infatti, un aumento del numero di musicisti professionisti e di amatori portò ad

un’ampia diffusione della musica. Il gran numero di esecutori fece sì che si cominciassero a produrre

trattati musicali ossia libri dove si insegnava a suonare, cantare, scrivere musica e si davano consigli sul

come ottenere un buon gusto musicale. In questo periodo l’Italia andrà a sostituirsi alle Fiandre come

punto di riferimento musicale europeo.

La Musica Sacra

La presenza e l’operato dei fiamminghi sul territorio italiano aveva influenzato non poco i compositori

della penisola che, gradualmente, avevano inziato a scrivere musica sacra polifonica sempre più

complessa. La musica sacra polifonica del ‘500 aveva però una serie di problemi dovuti alla sua

eccessiva complessità:

• il testo diventava spesso incomprensibile

• essa poteva essere eseguita solo da cantori professionisti.

Nel 1517 la Riforma Protestante divide in due il mondo dell’Europa cristiana e il suo impatto sul

mondo della cultura investe anche la musica: Martin Lutero infatti si scaglia contro la musica polifonica

dell’epoca e riforma il canto introducendo i Corali. I Corali sono semplici canti, che possono essere a

una o più voci, intonabili da tutti i fedeli e in lingua tedesca; in questo modo tutti i partecipanti ai riti

possono cantare e capire che cosa stanno dicendo. Di fianco a corali appositamente scritti per la liturgia

gregoriana trovavano posto canti che recuperavano melodie gregoriane o profane cambiandone,

ovviamente, il testo. Dopo il 1600 diventerà comune accompagnare il canto di corali con l’organo.

I Calvinisti, a differenza dei luterani, non erano soliti usare musica nei loro riti. L’unica musica utilizzata

erano i salmi a cappella (cioè privi di accompagnamento). L’organo poteva suonare prima e dopo il rito

ma non durante.

In risposta alla riforma protestante, la Chiesa Cattolica avvia il Concilio di Trento (1545-1563); dopo

la fine di questo lungo Concilio anche la musica risentirà delle decisioni prese. I padri conciliari vietano

l’utilizzo degli strumenti in chiesa, il riuso di temi profani nelle composizioni sacre e invitano i

compositori a scrivere musica dove il testo sia comprensibile. Nella realtà dei fatti praticamente tutti i

dettami della Chiesa non verranno rispettati.

Anche in ambito Cattolico nascerà una nuova tipologia di canto polifonico più semplice e orecchiabile:

la lauda polifonica. Questo nuovo genere - come già la lauda medievale - era una sorta di canto sacro

popolare: devozionale ma non liturgico (cioè non si usava durante le messe). La musica di queste laude

non aveva un contrappunto difficile, poteva essere su testi latini o italiani, poteva prevedere l’uso di

strumenti musicali e, a volte, recuperava la melodia da canzoni profane cambiandone il contenuto. A

differenza della musica polifonica sacra, dove ogni voce aveva la stessa importanza, nella lauda

polifonica la melodia è data alla voce superiore che risulta così essere la più importante. Uno dei

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maggiori centri di produzione delle laude polifoniche sarà l’oratorio di San Filippo Neri (1515-1595) a

Roma.

Dopo il Concilio di Trento si vanno affermando le due principali scuole italiane: la scuola romana e la

scuola veneziana.

A Roma la presenza della corte papale spinge ad una maggiore osservanza dei dettami tridentini; i

compositori di questa corrente scrivono musica polifonica, in latino e senza strumenti. Il più grande

esponente della scuola romana, e uno dei massimi compositori del Cinquecento, è Giovanni Pierluigi

da Palestrina (1525-1594).

A Venezia il maggior centro di produzione musicale era la Basilica di San Marco; grazie alla presenza

nell’edificio di svariate balconate e logge e di due organi contrapposti nascerà la tecnica dei “cori

battenti” ossia musica scritta per cori che si rispondono in eco e si sovrappongono in alcuni momenti.

Nella Repubblica di Venezia si continuarono ad utilizzare gli strumenti nelle composizioni sacre e i due

maggiori compositori di questa scuola - Andrea (1510-1586) e Giovanni Gabrieli (1557-1612) - ne

faranno un grande uso.

Musica profana

Il Cinquecento è segnato da una progressiva emancipazione della musica strumentale; in questo periodo

cominciano ad essere sempre più diffuse composizioni scritte appositamente per strumenti musicali

senza voci. Compare in questo secolo, per la prima volta, il termine sonata (brano da suonarsi); uno

dei primi esempi è la celebre “Sonata pian e forte” (1597) di Giovanni Gabrieli.

Sappiamo - dai trattati, dai libri e dalle testimonianze d’epoca - che era molto diffusa la pratica di

eseguire brani vocali, o propriamente strumentali, con strumenti della stessa famiglia. Questa

formazione strumentale si chiamava “consort” e prevedeva strumenti di diversi tagli e dimensioni.

Uno degli strumenti che viene maggiormente sviluppato e ammodernato nel corso del Cinquecento è

l’organo: inizia a diffondersi in tutta Europa la pedaliera (cioè la “tastiera per i piedi” che sta sotto lo

strumento) che inizialmente era utilizzata solo nelle Fiandre e in Germania.

La musica strumentale del Cinquecento si può raggruppare essenzialmente il 4 categorie:

1. musica derivata da modelli vocali

2. danze e balletti

3. brani improvvisati

4. variazioni su un tema.

Il genere vocale profano più diffuso e importante del Cinquecento è il madrigale: una composizione in

forma aperta (cioè senza uno schema fisso e ripetitivo) strettamente legata ad una composizione poetica

di cui la musica cerca di imitare i contenuti. Per darci un’idea di quanto questo genere ebbe fortuna

basti pensare che fra il 1530 e il 1600 vennero stampate circa 2000 raccolte di madrigali.

Molto diffusa in Francia fu la composizione di “chanson” descrittive in cui la musica imita ciò che

viene descritto nel testo.

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Nel Cinquecento va gradualmente diffondendosi l’uso di cantare solo la melodia di un madrigale e di

realizzare le altre voci con uno strumento (quasi sempre il liuto o il clavicembalo); questa particolare

tecnica si chiamerà “cantare a liuto”.

La musica profana subirà un tale processo di nobilitazione che, tra il 1504 e il 1514, Ottaviano

Petrucci (inventore, nel 1501, della stampa musicale)1 stamperà ben undici libri di frottole.

La Danza

Nel Cinquecento ci fu una grande diffusione di musica da ballo. I balli solitamente prevedevano coppie

di danze abbinate lenta-veloce. Oltre alla musica strumentale da ballo (= danze scritte per strumenti)

nasce il genere del balletto vocale ossia musica cantata che, seguendo i ritmi della danza, poteva essere

ballata. Il balletto vocale ha spesso nei suoi testi un piccolo ritornello dove i cantanti intonato le sillabe

“fa-la-la”. Uno dei maggiori compositori di balletti vocali, e canzonette, fu Gian Giacomo Gastoldi

(1555-1609).

Un’opera fondamentale per capire, e ricostruire, la danza del Rinascimento è il trattato

“Orchésographie” del francese Thoinot Arbeau (1519-1595). In realtà il vero nome di Arbeau è Jehan

Tabourout ma essendo questi un prete era disdicevole che si occupasse di danza; pubblicò allora il libro

con un nome falso.

1 Petrucci utilizzava un particolare tipo di stampa detto “a tre riprese”. La prima stampa imprimeva le linee del rigo, la

seconda il testo e la terza le note. Era un lavoro molto laborioso e, pertanto, molto caro.

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Ascolti

Joan Ambrosio Dalza: Piva (1508) https://www.youtube.com/watch?v=0ev1vMgNmhs

Corale luterano: https://www.youtube.com/watch?v=i4F3q8jD3Hk

Coro della Sistina: Sicut Cervus di Palestrina https://www.youtube.com/watch?v=_oUqsGm9u94

Cori spezzati in San Marco: (proiezione sonora) https://www.youtube.com/watch?v=JiyjQzPsy3I

Cori spezzati in San Petronio Bologna: https://www.youtube.com/watch?v=7HwyQ-zVhqQ

Coro spezzato visto da cantoria: https://www.youtube.com/watch?v=C7Le3ZOJG3I

Canzon a 12 Gabrieli: https://www.youtube.com/watch?v=0dihteuej6Q

Sonata pian e forte Gabrieli: https://www.youtube.com/watch?v=Jx2xgbBkjbg

Canzon septimi toni Gabrieli: https://www.youtube.com/watch?v=yB96NymHfLQ

Il Bianco e dolce cigno: https://www.youtube.com/watch?v=XITlmDJ9-Hk

Vestiva i colli Palestrina: https://www.youtube.com/watch?v=ac_fWKwxvMA

Consort di flauti dolci: https://www.youtube.com/watch?v=2U2y6dpQK40

Danze rinascimentali: https://www.youtube.com/watch?v=vxPB76pmWss

Consort di viole da gamba: https://www.youtube.com/watch?v=8Ue-9-By-6Q

Consort di liuti: https://www.youtube.com/watch?v=Lg9HnYN-K6M

esempi di danza rinascimentale: https://www.youtube.com/watch?v=hVBlFUb0g60

https://www.youtube.com/watch?v=pelrp8bw38k

Alcuni brani di Gastoldi: https://www.youtube.com/watch?v=OYGP4sWK1ZY

https://www.youtube.com/watch?v=4ep7A1A-rMM