Il Ciclo Etico per gli operatori del controllo pubblico

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1) Il ciclo etico per gli operatori del controllo pubblico 2) Dalla Responsabilità alla Fedeltà: da Hans Jonas a Alain Badiou Andrea Ferrarini Consulente (etica pubblica e sistemi di gestione anticorruzione) Cell. 3472728727 [email protected] Conselve (PD), 23 Settembre 2016

Transcript of Il Ciclo Etico per gli operatori del controllo pubblico

1) Il ciclo etico per gli operatori del controllo pubblico

2) Dalla Responsabilità alla Fedeltà: da Hans Jonas a Alain Badiou

Andrea Ferrarini

Consulente (etica pubblica e sistemi di gestione anticorruzione)

Cell. 3472728727

[email protected]

Conselve (PD), 23 Settembre 2016

I reati di corruzione e il Modello «PRINCIPALE-AGENTE»

Principale (LO STATO)

Agente (Pubblico Ufficiale – incaricato di pubblico servizio

Soggetto Privato

delega

corruzione

• La P.A (Principale) delega il pubblico ufficiale /incaricato di pubblico servizio (Agente) a svolgere una serie di attività di pubblico interesse

• L’Agente approfitta della delega ottenuta per

perseguire i propri interessi

• Il Rapporto tra Principale e Agente è caratterizzato

da una serie di Asimmetrie Informative

I reati di corruzione e il Modello «PRINCIPALE-AGENTE»

Principale (LO STATO)

Agente (Pubblico Ufficiale – incaricato di pubblico servizio

Soggetto Privato

Principale e Agente: Asimmetrie Informative • Il Principale non è in grado di valutare tutte le

capacità e l’onestà dell’Agente, prima di averlo delegato ad agire.

• Il Principale non può controllare puntualmente

tutte le azioni e le decisioni dell’Agente

I reati di corruzione e il Modello «PRINCIPALE-AGENTE»

Principale (LO STATO)

Agente (Pubblico Ufficiale – incaricato di pubblico servizio

Soggetto Privato

Principale e Agente: Asimmetrie Informative • Le asimmetrie informative non possono essere

eliminate (ma solo attenuate) e possono condurre a:

• Selezione Avversa: il Principale affida il ruolo di Agente alla persona sbagliata

• Azzardo Morale: L’Agente sfrutta il vantaggio informativo, per massimizzare il proprio guadagno a discapito degli interessi del Principale.

I reati di corruzione e il Modello «PRINCIPALE-AGENTE»

Principale (LO STATO)

Agente (Pubblico Ufficiale – incaricato di pubblico servizio

Soggetto Privato

Principale e Agente: Asimmetrie Informative • Quindi la corruzione è un Azzardo Morale del

pubblico ufficiale/incaricato di pubblico servizio, che sfrutta il proprio vantaggio informativo a discapito della Pubblica Amministrazione

• Il limite di questo modello è che si focalizza esclusivamente sull’agente pubblico corrotto, senza considerare il ruolo giocato dal soggetto privato coinvolto nella corruzione

La corruzione come «SCAMBIO»

• L’agente pubblico non è l’unico a trarre un guadagno dalla corruzione

• Anche il soggetto privato che offre denaro o altre utilità all’agente pubblico sa che, attraverso la corruzione, può favorire i propri interessi

• La corruzione può essere rappresentata come uno scambio occulto finalizzato a favorire interessi privati, a discapito dell’interesse pubblico

• Molti scambi occulti non vengono scoperti e, quindi, non sono sanzionati ai sensi del codice penale

Agente pubblico

Soggetto privato

Informazioni,

Decisioni,

risorse pubbliche

ecc …

Denaro,

opportunità di lavoro

regali, ecc …

Interessi

privati Interessi

pubblici Interessi

privati

La corruzione come «SCAMBIO»

Questo scambio che favorisce interessi privati (la corruzione) a discapito dell’interesse pubblico è rischioso e può avvenire solo se:

• I benefici attesi da agente pubblico e soggetto privato sono superiori al rischio di essere sanzionati

• L’agente pubblico è in grado di manipolare l’esito delle attività della P.A.

• Agente pubblico e soggetto privato si fidano uno dell’altro

Agente pubblico

Soggetto privato

Informazioni,

Decisioni,

risorse pubbliche

ecc …

Denaro,

opportunità di lavoro

regali, ecc …

Interessi

privati Interessi

pubblici

La corruzione come «SISTEMA»

La corruzione quindi non è solo un reato e non è solo uno scambio

La corruzione è anche complesso di interessi e di relazioni, caratterizzato da:

• Presenza di Monopoli (cioè attività gestite in esclusiva dalla P.A.)

• Discrezionalità, che consente all’agente pubblico di influenzare l’esito dei processi

• Assenza di controllo: l’agente pubblico non deve rendere conto del proprio operato

• Relazioni stabili e regole

– tutti sono legati, direttamente o indirettamente, da relazioni clientelari (ognuno riceve qualcosa da altri e da qualcosa ad altri)

– Nessuno può più agire liberamente, ma tutti sono indotti ad agire sulla base dei debiti e in crediti contratti all’interno del sistema

– Le persone che agiscono all’interno del sistema considerano la corruzione come una prassi consolidata, esercitata da tutti.

– Il sistema genera i propri valori: l’alterazione dei processi di pubblico interesse non è più considerata moralmente riprovevole

La corruzione come «SISTEMA»

• Il sistema di relazioni su cui si basa la corruzione può essere rappresentato

come una rete a invarianza di scala, in cui non c’è un non centrale, ma ci

sono pochi nodi «iperconnessi» e un gran numero di nodi che hanno poche

connessioni.

• in pratica, quando un nuovo attore entra nel sistema, preferisce legarsi a

quei soggetti (ad esempio i mediatori) che sono maggiormente connessi

agli altri nodi della rete.

Rete a invarianza di scala VS Rete Casuale

Numero di link (n)

Nu

mer

o d

i no

di c

he

han

no

n li

nk

Molti nodi con pochi link

Pochi nodi Con molti link

Rete casuale

Rete a invarianza di scala

PARTITI

Burocrati/

dirigenti

politici mediatori

imprenditori

CARTELLI

elettori professionisti

MAFIE

tangenti, denaro, risorse economiche

protezione, garanzia di adempimento

informazioni

consenso, sostegno politico

decisioni pubbliche che assicurano un vantaggio

Modello semplificato della

Corruzione Sistemica in

Italia (Vannucci)

La corruzione come «SISTEMA»: NODI E RELAZIONI (Italia)

L’equazione di Klitgaard

• Il sistema di relazioni su cui si basa la corruzione può essere rappresentato

come una rete a invarianza di scala, in cui non c’è un non centrale, ma ci

sono pochi nodi «iperconnessi» e un gran numero di nodi che hanno poche

connessioni.

• Il livello di corruzione (C) presente nella rete è direttamente proporzionale ai

monopoli (M) e alla discrezionalità (D) concessa ai decisori pubblici e

inversamente proporzionale al livello di trasparenza sulle scelte pubbliche e

sulle relazioni tra pubblico e privato (A)

Equazione di di Klitgaard: C = M+B – A

Limiti dei modelli «economici» di descrizione delle dinamiche corruttive

• I modelli fin qui considerati spiegano in modo appropriato il fenomeno della

corruzione, ma presuppongono che le persone siano dei «decisori

razionali» e che la scelta tra corruzione oppure onestà derivi da un calcolo

economico di costi e benefici: dicono che si diventa corrotti perché, a conti

fatti, conviene.

• Il limite di questi modelli è che predicono che … che dovremmo essere

tutti corrotti!

• Invece, ci sono persone incorruttibili, anche in contesti che favoriscono la

corruzione: cosa manca a questi modelli?

Limiti dei modelli «economici» di descrizione delle dinamiche corruttive

• J. Bednar e S. Page (*) hanno osservato che le persone «reali»

apparentemente non decidono come dei «decisori razionali», ma sulla base

di schemi culturali, che impongono certe regole di comportamento

• Le «persone reali» hanno capacità di calcolo limitate e quindi non hanno

tutte le informazioni per decidere se una determinata scelta è conveniente o

meno.

• In questa situazione la cosa più «razionale» da fare non è fare calcoli

precisi, ma adottare un sistema di indicazioni generali per il comportamento,

in grado di guidare le decisioni.

• Quindi, ai modello «economici» manca l’analisi della dimensione etica delle

decisioni umane

L’etica studia le scelte e i comportamenti umani, cercando di

identificare dei principi o delle regole per distinguere il Bene dal Male

(*) Bednar – Page, Can Games Theory Explain Culture? , Santa Fe Institute Working Paper, dicembre

2004

IL CICLO ETICO

Ciclo Etico

REGOLE

Condotte individuali

VALORI

Ethos

Il Ciclo Etico è un modello che rappresenta, in modo dinamico, la relazione che intercorre fra Comportamenti, Valori, Ethos e Regole

Etica e Morale … etimologia

Dal punto di vista etimologico, ETICA e MORALE sembrano essere due sinonimi: • ETICA < greco ethos: «abitudine, comportamento» • MORALE < latino mos: «abitudine, comportamento» Tuttavia, ethos e mos sono termini che hanno sfumature di significato diverse • MOS < indoeuropeo *med = misurare; • MOS < indoeuropeo *mev = muovere Quindi, nel termine MORALE, potremmo riconoscere un richiamo alla necessità di capire perché le persone si comportano in un certo modo e di «pesare/giudicare» le loro azioni.

Etica e Morale … etimologia

ETHOS < indoeuropeo *swedh = luogo che circonda, tana, casa; • Omero ed Esiodo usano il termine ethos per indicare la stalla o la tana

degli animali

• Erodoto usa il termine ethos con il significato di «abitazione»

• Nel XX Secolo, Heidegger ha interpretato ethos come «luogo in cui si vive» nella sua Lettera sull’Umanismo

Quindi, nel termine ETICA possiamo riconoscere il richiamo alla necessità di «prendersi cura» del luogo in cui si vive.

• Alcuni eventi della vita ci fanno capire che effettivamente esiste un’etica pubblica diversa dall’etica privata. Sono degli «spartitraffico» che scatenano dei dilemmi etici:

• Accettare un dono

• Segnalare un illecito (whistleblowing)

• Segnalare un proprio conflitto di interessi

EVENTI «SPARTITRAFFICO»

• Ciascuno di noi «gioca» diversi ruoli. E ciascun ruolo, nei diversi momenti della nostra vita, può essere giocato con una probabilità diversa:

ad. Esempio, nel mio caso:

• dalle 7:00 alle 9:00 è più probabile che io sia un padre,

• dalle 9:00 alle 18:00 è più probabile che io sia un formatore sui temi dell’etica

• dalle 18:00 alle 23:00 è più probabile che io torni ad essere un padre. Ma è anche possibile che sia l’amico di qualcuno che viene a cena

Maggiori sono i ruoli giocati, maggiore è il bagaglio di valori (individuali o condivisi) di cui abbiamo bisogno per esprimere un giudizio morale su quello che facciamo o su quello che potremmo scegliere di fare.

• Anche le scelte e i comportamenti (nostre e degli altri) sono «al di la del bene e del male» fino a quando non le consideriamo dal punto di vista dei ruoli che giochiamo ogni giorno

• In assoluto, tutte le scelte e tutti comportamento hanno una certa probabilità q di essere giuste e una probabilità 1 – q di essere sbagliate

• Quando consideriamo le scelte e i comportamenti in relazione ad uno dei nostri ruoli, allora possiamo assegnare un peso a q e a 1 – q, cioè valutare se è più probabile che un certo comportamento sia giusto o sbagliato

• Dare un senso alle scelte, richiamare i valori individuali, aderire ad una cultura o a una morale, applicare delle regole di comportamento … tutto questo ci aiuta in tale valutazione

ETICA DELLA CORRUZIONE ETICA DELL’INTEGRITA’

LA CORRUZIONE NON E’ ASSENZA DI VALORI

• La corruzione non dipende dalla crisi o dall’assenza di valori • Esiste una «cultura della corruzione», che Papa Bergoglio

descritto come una cultura di pigmeizzazione, nella quale il la ricchezza e il senso delle relazioni umane scompaiono, lasciando spazio solo alla complicità (*).

• Questa cultura della corruzione, diffusa fuori e dentro la Pubblica Amministrazione, è a tutti gli effetti un’etica dai valori ben definiti, che giustificano e favoriscono la cattiva amministrazione e i comportamenti illeciti

• L’etica pubblica deve essere un’etica dell’integrità, capace di opporsi all’etica della corruzione

(*) Jorge Mario Bergoglio, Guarire dalla Corruzione, EMI, 2013

L’ETICA DELLA CORRUZIONE

• Per l’etica della corruzione, le scelte e i comportamenti servono solo per realizzare l’individuo e i suoi interessi privati

• La libertà conta più delle regole: si cambiano le regole, in nome della libertà (di fare i propri interessi)

• Corrotto e corruttore sono fedeli al loro pactum sceleris

• Corrotto e corruttore non si domandano quali conseguenze (per la collettività) può avere la loro condotta, e non vogliono essere scoperti: non vogliono essere responsabili

L’ETICA DELLE MAFIE

• Per l’etica delle mafie, le scelte e i comportamenti servono solo per realizzare gli interessi dell’organizzazione criminale

• Le regole contano più della libertà: i mafiosi non possono decidere di “rifarsi una vita” e uscire dall’organizzazione criminale

• Il mafioso deve essere fedele alla propria famiglia, al proprio «clan»

• Il mafioso è responsabile delle proprie scelte: il collaboratore di giustizia, che sceglie di mettersi dalla parte dello Stato, paga con la propria vita la scelta

L’ETICA DELL’INTEGRITA’

• Regole e libertà sono entrambe presenti nel lavoro quotidiano del dipendente pubblico

• L’attività amministrativa è sempre guidata da regole (leggi, circolari, procedure), ma le regole non spiegano tutto; spesso, le regole sono in conflitto fra loro e allora il dipendente pubblico deve essere libero, cioè esercitare la propria discrezionalità;

• La libertà del dipendente pubblico, però, non è mai assoluta: la discrezionalità viene esercitata solo negli «spazi vuoti» che le regole non riescono a colmare e viene esercitata con senso di responsabilità e fedeltà

LA LIBERTA’

Jean Paul

Sartre

• Siamo soli, senza scuse. E’ ciò che esprimerò con le parole che

l’uomo è condannato ad essere libero. Condannato perché non

si è creato da se stesso, e pur tuttavia libero, perché, una volta

gettato nel mondo, è responsabile di tutto ciò che fa.

• I nostri comportamenti non devono favorire

degli interessi, ma favorire e promuovere la

libertà

• L’agente pubblico è «condannato ad essere

libero: gestire la cosa pubblica richiede

sempre l’esercizio di un certo livello di

discrezionalità

• L’agente pubblico corrotto non è più libero,

perché sceglie e agisce in risposta a degli

interessi, anziché rispondere alla propria

libertà

LA LEGALITA’

Socrate

• Nel Critone, Socrate rifiuta di fuggire, per sottrarsi alla propria

condanna a morte, per non violare le Leggi della Polis: “Supponi che

mentre noi stiamo per scappare … ci venissero davanti le Leggi e lo

stesso Stato e ci chiedessero: - ‘Dì un po’, che cosa hai in mente di

fare? … Pensi proprio che possa reggersi, senza essere sovvertito,

quello Stato in cui le Leggi non hanno efficacia, calpestate e rese

vane da cittadini privati? Socrate sceglie di rinunciare, liberamente,

alla propria vita e alla propria libertà, in nome della legge

• Le nostre scelte rivelano il perenne conflitto fra legge e

libertà.

• Legalità = valore paradossale: rinunciare liberamente alla

propria libertà, in nome della legge.

• Il dipendente pubblico risponde della propria

discrezionalità davanti alla legge

• L’agente pubblico corrotto mette la propria libertà al di

sopra della legge.

Responsabilità

Hans Jonas

• La responsabilità è un binomio di potere/dovere: un neonato è una

creatura del bisogno: per vivere, ha bisogno delle cure dei genitori. Il

senso di responsabilità non dipende da obblighi di legge, ma dall’impulso

a mantenere in vita l’essere che è stato generato La responsabilità dei

genitori verso i figli è modello della responsabilità etica: ciascuno di noi è

stato oggetto di una responsabilità. E quindi può agire responsabilmente

nei confronti degli oggetti del proprio potere (prendersi cura del loro diritto

all’esistenza)

• Dobbiamo scegliere ed agire responsabilmente

• La Responsabilità è un valore che ci fa «guardare il futuro»

• L’interesse pubblico è simile ad uno «spazio vuoto», al

centro di tanti interessi privati, che garantisce ad una

comunità di persone la possibilità di progettare beni e

servizi che esulano dal «qui e ora» degli interessi

individuali.

• Il dipendente pubblico deve difendere questo «spazio

vuoto», che è garanzia di sostenibilità e di futuro.

Fedeltà

Alain Badiou

Eventi, fedeltà. Un evento qualcosa ci cambia la vita o che ci obbliga a

ridefinire il modo in cui rappresentiamo una situazione. Qualcosa diventa

un evento, solo nel momento in cui siamo in grado di riconoscerlo come

tale e di dargli un nome. L’evento ci obbliga a prendere una decisione, ad

inventare un nuovo modo di essere ed agire, per essere fedeli all’evento.

Questa fedeltà crea una nuova verità. L’etica è sempre etica di una verità,

fedeltà ad una verità. Il Bene è l’effetto della verità prodotta dal soggetto,

nel momento in cui agisce restando fedele ad un evento

• Le azioni umane esprimono fedeltà e producono verità

• La Fedeltà è un valore che ci fa «guardare indietro», per

valutare le nostre scelte «dal punto di vista di un

evento»

• «Diventare» un Agente Pubblico è un evento, che

consente di vedere la P.A. «da dentro». Le scelte

dell’Agente Pubblico creano una verità: il «bene

pubblico» derivante dall’azione amministrativa.

• L’Agente Pubblico

1) Il ciclo etico per gli operatori del controllo pubblico

2) Dalla Responsabilità alla Fedeltà: da Hans Jonas a Alain Badiou

Andrea Ferrarini

Consulente (etica pubblica e sistemi di gestione anticorruzione)

Cell. 3472728727

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