Il cibo come mezzo di conquista
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Chichibìo e la gru
Federigo degli Alberighi
CHICHIBIO E LA GRUAutore: Giovanni Boccaccio
Data: 1349-1351
Tratto da: Decameron
Posizione nel libro: IV novella della VI giornata
Qui il cibo è utilizzato come mezzo di
conquista dal cuoco Chichibìo, alla corte
di Currado Gianfigliazzi. Il cuoco avrebbe
dovuto cucinare una gru catturata dal suo
stesso padrone, ma, innamorato della
giovane Brunetta, non riuscì a resistere
alla sua richiesta di avere una delle due
cosce della gru. Astuto com'era riuscì a
cavarsela con una battuta che al suo
padrone piacque tanto da perdonare il
cuoco bugiardo.
[...]"Chichibìo, il quale come nuovo bergolo era così pareva la mise a fuoco e con sollicitudine a
cuocerla cominciò.
La quale essendo gi presso che cotta grandissimo odor venendone, avvenne che una
feminetta della contrada, la qual Brunetta era chiamata e di cui Chichibìo era forte innamorato,
entrò nella cucina; e sentendo l’odor della gru e veggendola, pregò caramente Chichibìo che ne le
desse una coscia.
Chichibìo le rispose cantando e disse:
– Voi non l’avrì da mi, donna Brunetta, voi non l’avrì da mi.
Di che donna Brunetta essendo un poco turbata, gli disse:
– In fé Dio, se tu non la mi dai, tu non avrai mai da me cosa che ti piaccia; –
e in brieve le parole furon molte.
Alla fine Chichibìo, per non crucciar la sua donna, spiccata l’una delle cosce alla gru, gliela
diede."[...]
Federigo degli AlberighiAutore: Giovanni Boccaccio
Data: 1349-1351
Tratto da: Decameron
Posizione nel libro: IX novella della V giornata
Federigo degli Alberighi, un nobile fiorentino, aveva
delapidato il suo partimonio per conquistare la bella
Giovanna.
Ridotto a vivere in povertà si trasferì in campagna
insieme al suo falcone.
Un giorno Giovanna fa visita a Federigo degli
Alberighi con l'intenzione di chiedergli l'amato
falcone per il figlio malato durante il pranzo. Ma
Federigo, non avendo altro cibo che il suo falcone,
decise di cucinarlo in onore della sua amata. Dopo la
morte del figlio la donna avrebbe dovuto sposarsi, e
ricordandosi del buon animo di Federigo, lo scelse
[...]"Così detto entrò in casa, andò nella cucina e si rese conto che non vi era nulla da portare in
tavola, altro che rape e qualche insalata.
Avrebbe potuto mandare a comprare qualcosa al paese vicino ma si accorse di non aver neppure un
soldo in tasca. Guardandosi introno i cerca di qualche ispirazione, gli caddero gli occhi sul suo
falcone,che se ne stava appollaiato sopra una stanga.
Senza un istante di esitazione lo prese e, trovatolo grasso e di buon peso, pensò di poterlo cucinare.
Gli tirò il collo, lo fece spennare e ordinò alla donna di cuocerlo allo spiedo.
Apparecchiò intanto la tavola con una bella tovaglia che aveva salvato dai creditori e, passata una
mezz'ora, andò in giardino e con un gesto da gran signore invitò le due donne alla mensa."[...]