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TORREMAGGIORE: una recensione di SEVERINO CARLUCCI il VENDITORE di SOGNI Si possono vendere i sogni? Michele Spadaccino lo ha fatto raccontando in un suo libro le sue vicissitudini infan- 1 IL C&HWMLi ài lili trascorse insieme ai suoi coetanei nei luoghi e durante i giorni e le ore libere dagli impegni scolastici. Per poter vendere qualsiasi cosa bisogna trovare un ac- quirente e Michele Spadac- cino di compratori dei suoi sogni ne ha trovato tanti du- rante la cerimonia di presen- tazione del suo libro. Ma sono proprio sogni quelli che ci ha venduto? Nessuno - scriveva Ignazio Silone in uno dei suoi libri - lici il diritto di lasciare il inondo così come lo ha tro- valo e Michele Spadaccino che in questo mondo eserci- ta la professione di biologo nel suo racconto ci mostra il suo mondo di bambino descri- vendolo realisticamente e che soltanto la nostalgia per quella felicissima età impermea di sogni e di fantasie. Nel suo racconto, a noi della ge- nerazione precedente alla sua, ci ricorda i nostri giucchi infantili quando il campanilismodi quar- tiere imperava tra codacchiari, fontanari, scannaggiari e scuitacrociari, campani! ismo di quartiere dimostrato il più delle volte con improvvise e violente sassaiole. Mazz' e llick', trave longa, ciccia ca' so' siilo, u' kurl' e tutti gli altri giucchi infantili descritti in questo libro, com- prese le sassaiole, venivano praticati da tutti i bambini in età scolare e la generazione di Michele fu l'ultima a prati- carli perché dopo è soprag- giunto il cosiddetto progres- so che più che togliere i bam- bini dalla strada ha tolto la strada ai bambini. Anche parole come cocco, deci e ciaccià (uovo, uva e carne), una volta proferito dagli adulti per invogliare i bambini a mangiare, sono' cadute in disuso per far po- sto a quel le corrispondenti pro- pinaleci dalla televisione che sta globalizzando anche il no- stro modo di colloquiare con i bambini dei nostri giorni. I personaggi descritti nel li- bro, come il vaccaio-lattaio 'Si Ciccia come pure i com- pagni di giucchi ormai cinquantenni sono esistiti ed esistono realmente cosi come è improntata alla mera real- la descrizione dell'adatta- mento dei capì di abbiglia- mento usati comprati di lu- nedì •M'Ainerika strasse. Tutto l'amore materno e tut- ta l'autorità paterna in conse- guenza di qualche marachella infantile sono sintetizzate nel- la frase ino' ca' ve' i>nt,t' (quando viene tuo padre). Dove Michele Spadaccino prende un grosso granchio nel- la descrizione del luogo princi- pale dove si intratteneva a giuocare con i suoi coetanei è 'U Jaccio Cappellone perché il toponimo non deriva dalla grossa Cappella della Chie- sa di San Matteo ma dal so- prannome della Famiglia Pe/TO/ieaffittuaria di quell'area adibita a ricovero di ovini, a luo- go di deposito dei covoni perla trebbiatura e di mete per la pa- glia e Io stesso fosso dove i ragazzi si intrattenevano non eraaltrocheil resto di una cava di brecciame e non menziona affatto le Sante Croci in muratura poco discoste ma che a quei tempi erano già state demolite per far posto ad una strada cittadina. Nel suo racconto l'Autore si cimenta con il dialetto torre- maggiorese e lo fa in un modo schietto lasciando poi agli stu- diosi il compito di rendere più appropriata la grafica e più comprensibile la lettura. Una scusa troppo comoda per non assumersi un compito impe- gnativo, almeno per lui che di Cultura ne ha da vendere.... più dei suoi sogni. Michele Spadaccino, duran- te la prima metà degli anni/S^O Vanta, allestisce e dirige la Nuova Compagnia Teatra- le l'Aquilone e con i suoi filodrammatici porta sulla scena Uomo e gentiluomo e filiiiiìciia Marlin-ano, en- trambe di Edtiardo De Filip- po, sostenendo lui stesso la parte di Domenico Soriano. Ma l'Autore non si limila, nel suo libro, a raccontarci la sua infanzia. Nella seconda par- te riporta lrft racconti fanta- stici, che altro non sono che sogni condizionati dal vorrei che....Ed è proprio in questa seconda parte, nella quale emerge la sua comunicatività, nel tentativo di trasformare i sogni...m fantasie che prende un altro granchio a proposito di un oggetto de- scritto come frombola ed il- lustrato come una fionda da. Waltcr Scudero che, in uno dei suoi disegni che correda- no il libro, mette in mano ad Elvis una fionda fatta con de- gli elastici mentre Michele Spadaccino ce ne da tutta un'altra descrizione pur chia- mandola fionda anche lui. Il libro // venditore di sogni è stato presentato ad un vasto e colto pubblico dal dr. Roberto Pasquandrea ed è stato pa- trocinalo dalla Presidenza del Consiglio Comunale. L'ho letto nello spazio di due ore e l'ho Irovato, a parte alcu- ne sviste, di ottima fattura e di lettura semplice e scorrevole. La sua lettura va consigliata ai ragazzi delle nuove gene- razioni che non hanno la for- tuna di possedere i giocattoli fabbricali a mano di una vol- la e neanche un rilrovo dove rincorrere i propri sogni, una lettura consigliabile anche agli adulti per il semplice fatto che dalle sue pagine riaffiorano i ricordi di un'età felice che non ritornerà mai più. ,1^ otelu £ noi n#LLÙ mm ajrpama Unta tre flirtwwS£a»n gunu JTattm \

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TORREMAGGIORE:una recensione di

SEVERINO CARLUCCI

il VENDITOREdi SOGNI

Si possono vendere i sogni?Michele Spadaccino lo hafatto raccontando in un suolibro le sue vicissitudini infan-

1 IL C&HWMLiài

l i l i trascorse insieme ai suoicoetanei nei luoghi e durantei giorni e le ore libere dagliimpegni scolastici.Per poter vendere qua l s ias icosa bisogna trovare un ac-quirente e Michele Spadac-cino di compratori dei suoisogni ne ha trovato tant i du-rante la cerimonia di presen-tazione del suo libro.Ma sono proprio sogni quelliche ci ha venduto?Nessuno - scriveva IgnazioSilone in uno dei suoi l ibr i -lici il diritto di lasciare ilinondo così come lo ha tro-valo e Michele Spadaccinoche in questo mondo eserci-ta la professione di biologonel suo racconto ci mostra ilsuo mondo di bambino descri-vendolo realisticamente e chesoltanto la nostalgia per quellafelicissima età impermea disogni e di fantasie.Nel suo racconto, a noi della ge-nerazione precedente alla sua, ciricorda i nostri giucchi infantiliquando il campanilismodi quar-tiere imperava tra codacchiari,fontanari, scannaggiari escuitacrociari, campani! ismodi quartiere dimostrato il piùdelle volte con improvvise eviolente sassaiole.Mazz' e llick', trave longa,ciccia ca' so' siilo, u' kurl'e tutti gli altri giucchi infant i l idescritti in questo libro, com-prese le sassaiole, venivanopraticati da tutti i bambini inetà scolare e la generazionedi Michele fu l 'ultima a prati-carli perché dopo è soprag-giunto il cosiddetto progres-so che più che togliere i bam-bini dalla strada ha tolto lastrada ai bambini.Anche parole come cocco,deci e ciaccià (uovo, uva ecarne), una volta proferitodagli adulti per invogliare ibambini a mangiare, sono'cadute in disuso per far po-sto a quel le corrispondenti pro-

pinaleci dal la televisione chesta globalizzando anche il no-stro modo di colloquiare con ibambini dei nostri giorni.I personaggi descr i t t i nel l i -bro, come i l vacca io- la t ta io'Si Ciccia come pure i com-pagn i d i g i u c c h i o rmaic inquan tenn i sono esistiti edesistono realmente cosi comeè improntata a l la mera real-tà la descrizione dell'adatta-mento dei capì di abbigl ia-mento usat i comprati di lu-nedì •M'Ainerika strasse.Tutto l'amore materno e tu t -ta l 'autorità paterna in conse-guenza di qualche marachellainfanti le sono sintetizzate nel-la frase ino' ca' ve' i>nt,t'(quando viene tuo padre).Dove Michele Spadaccinoprende un grosso granchio nel-la descrizione del luogo princi-pale dove si in t ra t teneva agiuocare con i suoi coetanei è'U Jaccio Cappellone perchéil toponimo non deriva dallagrossa Cappella della Chie-sa di San Matteo ma dal so-prannome della FamigliaPe/TO/ieaffittuaria di quell'areaadibita a ricovero di ovini, a luo-go di deposito dei covoni perlatrebbiatura e di mete per la pa-glia e Io stesso fosso dove iragazzi si intrattenevano noneraaltrocheil resto di una cavadi brecciame e non menzionaaffat to le Sante Croci inmuratura poco discoste ma chea quei tempi erano già statedemolite per far posto ad unastrada cittadina.Nel suo racconto l'Autore sicimenta con il dialetto torre-maggiorese e lo fa in un modoschietto lasciando poi agli stu-diosi il compito di renderepiù appropriata la grafica e piùcomprensibile la lettura. Unascusa troppo comoda per nonassumersi un compito impe-gnativo, almeno per lui che diCultura ne ha da vendere....più dei suoi sogni.

Michele Spadaccino, duran-te la prima metà degli anni/S^O

Vanta, al lest isce e d i r i g e laNuova Compagnia Teatra-le l'Aquilone e con i suoif i lodrammatici porta s u l l ascena Uomo e gentiluomo efiliiiiìciia Marlin-ano, en-trambe di Edtiardo De Filip-po, sostenendo lui stesso laparte di Domenico Soriano.Ma l'Autore non si limila, nelsuo libro, a raccontarci la suainfanzia . Nella seconda par-te riporta lrft racconti fanta-st ici , che altro non sono chesogni condizionati dal vorreiche....Ed è proprio in questaseconda parte, n e l l a qualeemerge la sua comunicatività,nel tentat ivo di trasformare isogni . . .m f a n t a s i e cheprende un al t ro granchio aproposito di un oggetto de-scritto come frombola ed i l -lustrato come una fionda da.Waltcr Scudero che, in unodei suoi disegni che correda-no il libro, mette in mano adElvis una fionda fatta con de-gli elastici mentre MicheleSpadaccino ce ne da tu t taun'altra descrizione pur chia-mandola fionda anche l u i .Il libro // venditore di sogni èstato presentato ad un vasto ecolto pubblico dal dr. RobertoPasquandrea ed è stato pa-trocinalo dalla Presidenza delConsiglio Comunale.L'ho letto nello spazio di dueore e l'ho Irovato, a parte alcu-ne sviste, di ottima fattura e dilettura semplice e scorrevole.La sua lettura va consigliataai ragazzi delle nuove gene-razioni che non hanno la for-tuna di possedere i giocattolifabbricali a mano di una vol-la e neanche un rilrovo doverincorrere i propri sogni, unalettura consigliabile anche agliadulti per il semplice fatto chedalle sue pagine riaffiorano iricordi di un'età felice che nonritornerà mai più.

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MADRE TERESA(continua dalla 1A pag.)

dal latino questo pensiero diGrazio nel presentare ad unfolto e qualificato pubblico illibro Madre Teresa diCalcutta: un meravigliosodono di Dio, scritto daSeveriiio Carlucci junior.La cerimonia di presentazio-ne si è svolta nella Sala Con-siliare del castello Ducale edil presentatore ufficiale dellibro è stato Mons. MicheleSeccia, Vescovo della Dio-cesi di San Severo.// vero scrittore - continuaArmenti - è colui chespinge il lettore alla ri-cerca della verità, rica-vandola dalla lettura deitesti classici - e poi aggiun-ge , rivolgendosi all'autore- chi scrive un libro dimo-stra di avere coraggio dimettersi in discussione.Poi, ancora il moderatoreArmenti, mettendo in risaltolo stile e l'originalità del lib-ro, citandone alcuni passi,entra nel mondo privato e spi-rituale dell'Autore, affer-mando che sia stata la stes-sa Madre Tersa a guidare lasua penna consigliandolo dipensare rettamente prima diaccingersi a scrivere, con-cludendo con questo tuotesto hai firmato un impe-gno versò la Società.Mons. Michele Secciaesordisce col ringraziare l'Au-tore, la Provvidenza e MadreTeresa per aver fatto una

DI CALCUTTA.

cosa bella per Dio.La beatificazione di MadreTeresa di Calcutta - aggiun-ge il Presule - nascondevauna verità che non tuttipossono conoscere perchéLei e San Pio da Pietrelcinasono dei personaggi vissu-ti nei giorni nostri.Il pregio di questo libro stanel sottotitolo Un meravi-glioso dono di Dio perchéMadre Teresa, anche se mi-nuta nella persona, eradotata di una forte cultu-ra e di una smisurata in-telligenza e con le sue ope-re di carità da Lei svoltein tutto il mondo, ci conse-gna ancora oggi una testi-monianza che si riflettenelle nostre coscienze.Nel commentare alcuni pas-si del libro Mori^. Seccia leg-ge la poesia sulla vita scrit-ta da Madre Teresa e faun'analogia con il modèrnovolontariato che con la pro-pri azione fa in modo straor-dinario una cosa ordinaria.Poi si complimenta con l'Au-tore per l'impegno assuntosinello scrivere il suo libro.Ed, infine, l'Autore SeverinoCarlucci iunior.Affrontando un caso diomonimia, dice, a microfonospento, che molti suoi cono-scenti gli hanno chiesto sel'autore del libro su MadreTeresa non sia l'omonimosenior che di libri ne ha scritti

DA TORREMAGGIORE

SEVERINOCARLUCCI SENIOR

MADRE TERESADICALCUTTA

UN MERAVIGLIOSODONO DI DIO

Uno scrittore, nello scrive-re un libro, deve abbinarel'utile al dolce per conqui-stare il lettore.Così esordisce il prof. Fran-cesco Armenti traducendo

parecchi e poi, di fronte alpubblico ed a microfono ac-ceso, paragona la sua primafatica letteraria agli approcciche i giovani dei due sessitentano quando sono alle pre-se con i loro primo amore.Poi entrando nel merito delcontesto del suo libro, aggiun-ge: La vita e le opere diMadre Teresa costituisconoun evento che non ci develasciare indifferenti, ma checi deve spronare a farequalcosa per i bene del-l'Umanità.Per la stesura di questo li-bro mi sono avvalso delcontributo del materialeinedito messomi a disposi-zione da Padre BrianKolodiejchuk, postulatoredella causa di beatifica-zione di Madre Teresa, cheringrazio di cuore, cosìcome ringrazio l'emeritoArcivescovo di RavennaCardinale Ersiliò Toniniper l'intervista concessami,ma ho voluto che fosse lastessa Madre Teresa a gui-darmi nello scrivere questolibro a Lei dedicato.Va precisato, aggiungiamonoi, che il libro in oggetto,pubblicato dalla editriceAve con la prefazione diPaola Bignardi, va consi-gliato ad un'vasto nume-ro di lettori in merito allasua originalità ed alla suascorrevolezza.

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ini' "Porte* LEGGERE - VEDERE - A5COL

LA "MATITA" DI DIOdi Beverino Cartacei, senior

Scrivere un libro per uno scrittore di professione rientra nella sua quotidianitàletteraria mentre scrivere un libro da parte di chiunque abbia poca dimestichezza conla letteratura in genere diventa un compito impegnativo il cui successo dipenderàdal la serietà della casa editrice, dalla critica letteraria e dalla, capacità dei lettori direcepirne il contenuto racchiuso nel messaggio che il libro gli trasmette leggendoloattentamente.

Si tratta del libro "Madre Teresa di Calciitta " che ha per sottotitolo "Un meikivi-glioso dono ili Dio" pubblicalo dalla Casa Editrice "AVE". Scritto da Scverino Car-lucci "junior" si avvale della prefazione di Paola Bignardi e dell'apporto, diretto edindiretto, di quanti erano in possesso di conoscenze più approfondite sulla vita e sulleopere di una Benefattrice dell 'Umanità che l 'Autore inserisce nel libro.

Nel leggere il libro su Madre Teresa di Calcutta si resta entusiasti della sua stesuradocumentale e cronologica, dalla nascita a Skopje, in Macedonia, da Genitori cattoliciemigrati dal l 'Albania quando la quasi totalità della regione Balcanica era ancora sottola dominazione dell 'Impero Ottomano, fino al ricevimento del premio Nobel per la pace ed alla sua beatificazione.

La vocazione di una vita spirituale di Agnes Bojaxhiu (queste erano le sue generalità anagrafiche), il suo noviziato in11 landa, il suo trasferimento a Calculta e la sua decisione di fondare la Congregazione delle Missionarie della Carità con lacostanza di dedicarsi al recupero dei derelitti, degli emarginati, dei poveri, dei lebbrosi e degli ammalati di AIDS e Uno ai funeralidi stato svoltisi solennemente a Calcutta alla presenza dei rappresentanti degli Stati di tutto il mondo vengono riportati nellibro cronologicamente ed in modo da presentarsi in una lettura scorrevole.

Per la cronaca va precisato che nella prima decade del settembre 1997 i mass-media di tutto il mondo riportarono la notiziadella morte di Madre Teresa e quella della Principessa d'Inghilterra Diana Spencer avvenuta tragicamente sei giorni prima.

Ho letto attentamente il libro su Madre Teresa scritto dal mio omonimo e l'ho trovato di ottima fattura e ne consiglio lalettura a tutti i lettori di buona volontà.

Ottima l ' iniziativa di corredare il libro con la elencazione di tutti i premi internazionali conferiti a Madre Teresa, dei discorsida lei rivolti alle famiglie e della intervista concessa all'Autore dall ' Emerito Arcivescovo di Ravenna Cardinale Ersilio Tonini.

Il libro è stato presentato al pubblico da S.E. Monsignor Michele Seccia, Vescovo della Diocesi di San Severo in unacerimonia moderata dal Professore Francesco Armenti.

A questo punto, trattandosi di un caso di omonimia tra lo scrivente e l'autore del libro su Madie Teresa, si ritiene doverosa unaprecisazione, non per prendere le distanze come qualcuno potrebbe insinuare per creare confusione, anzi, personalmente asseri-sco di essere entusiasta della lettura di un libro fatta in poche ore tanfo la sua scorrevolezza, ma per la sotto riportata ragione!

Ho al mio attivo la stesura di una trentina di libri nessuno dei quali dato alle stampe per il semplice motivo che ritengo chela maggiore soddisfazione che possa avere un autore sia quella di leggere sotto il titolo del suo libro "stampato con i soldidell'Autore".

Sono il primo figlio del primo figlio dì nonno Severino Caducei, classe 1871, mentre l'Autore del libro su Madre Teresa è l 'ultimofiglio dell 'ultimo tìglio del nostro omonimo progenitore, confidenzialmente io lo chiamo "Junio" e lui mi chiama "Senio".

A parte le noie che mi procurano la sua mancata iscrizione nell'elenco telefonico e la comparsa del suo nome in un elencodi filodrammatici o in una lista di candidati ci accomuna nello scrivere un libro la documentazione cronologica.

Bravo "Junio" per avere riportato nel tuo libro la vita e le opere di una Santa Donna riconosciuta universalmente come unaBenefattrice dell'Umanità.

I BAMBINI PER MADRE TERESAdi Anna Maria La Croce, insegnate IRC

In occasione della Beatificazione di Madre Teresa di Calcutta, gli alunni delle classi V G - H del 2° Circolo DidatticoStatale "San Francesco d'Assisi" di San Severo hanno espresso il desiderio di dedicarle preghiere e poesie per esaltare lasua vita dedicata ad ammirare e ad imitare Gesù.

L'abito bianco come la purezza / e un orlo d'azzurro come il clelo di dio. / Cosi tu sei passata tra la gente, / la più felicee povera del mondo. / Con una carezza hai donato il sorriso / a chi mancava di lutto e a chi soffriva. / Hai dato il (ito amore/e hai dato il tuo Dio / ai poveri del mondo ed essi, nel dolore, /hanno gioito con te, Madre Teresa, /benedetta e santa. '

Mario Fanelli

Madre Teresa, /tu che sei beata, / prega per tutti i poveri / neri, bianchi, gialli, /di tutti i colori, /tu che haicostruito la /città della pace / guida tutti i popoli / affinchè sconfìggano la guerra. / Eri piccola / ma con un cuore

grande. / Prega per la pace nel mondo.Hermes Lavizzari

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N.1 del 16.1.2004 MERIDIANO 16

fi Torremaggiore un libro perla memoria collettiva

di Severino CaduceiTORREMAGGIORE. C'era

proprio bisogno di un libro cheriportasse nel suo contesto le vi-cissitudini di braccianti e di con-tadini impegnati perla conquistadi migliori condizioni di vita nellelotte sindacali combattute nellenostre contrade durante gli annicinquanta quando governanti edagrari serrarono le file per osta-colare il movimento bracciantilee contadino.

Questo libro, intitolato "IL DE-BITO D'ONORE", scritto dal sin-dacalista della CGIL GiovanniFiorino Novelli, tratta, come vie-ne riportato nel sottotitolo "Lememorie di vita ed i ricordi di lot-ta della gente di Capitanata".

Presentato al pubblico in oc-casione del 54° anniversario del-la uccisione di Antonio Lavaccae di Giuseppe Lamedica avve-nuta in Torremaggiore il 29 no-vembre 1949 durante una mani-festazione sindacale, il "Debitod'onore" si avvale della prefazio-ne di Guglielmo Epifani, segre-tario generale della CGIL e delpatrocinio della provincia di Fog-gia ed è stato pubblicato a curadel Sindacato Pensionati Italianidella CGIL.

Per chi ha raggiunto una cer-ta età rivive, leggendo il conte-sto delle pagine del Libro di No-velli, i tempi in cui, deluse le spe-ranze di un mondo migliore sor-te in seguito alla fine della guer-ra ed alla nascita della Repub-blica, il mondo contadino meri-dionale, e in special modo quel-lo della Capitanata, si strinse at-torno al sindacato per sostenereuna lotta senza quartiere tenden-te alla eliminazione della disoc-cupazione agricola ed alla con-quista di un pezzo di terra soprail quale lavorare.Erano i tempi incui il patronato agrario, forte del-l'appoggio dei governanti del-l'epoca, dopo aver creato un sin-dacato "padronale" con la scis-sione sindacale, si barricò dietrole sue intransigenze dall'appa-renza legali ma che in realtà ten-devano a mantenere in vita un

sistema imperniato sullo sfrutta-mento al massimo della manod'opera bracciantile riducendo lapaga giornaliera ed aumentan-do le ore di lavoro.

Agrari e grossi fittavoli, persfuggire all'imponibile "ettaro-col-tura", coprirono le loro aziendecon salan fissi con contratto fitti-zio e facevano mettere "a ruolo"le giornate lavorative loro impo-ste dalla Commissione per lamassima occupazione.

A questo stato di cose si ag-giunse anche il calo del prezzodell'uva e del vino che mise incrisi la piccola azienda vitivinico-la per cui braccianti e contadinifurono uniti nelle lotte di queigiorni. Scioperi, manifestazioni diprotesta ed occupazione "simbo-lica" di terreni incolti ebberocome contropartita diffide, am-monizioni e, come nel caso diTorremaggiore, morti, feriti edarresti in massa.

La ossatura del libro di Novelliè questa; poi si estende ad altrecategorie di lavoratori, riportan-done vari capitoli che la "leggestralcio" della riforma fondiaria,le opere di bonifica del Tavolieredi Puglia e la irrigazione dellenostre campagne furono dovuteappunto alle lotte che bracciantie contadini intrapresero in que-gli anni anche se per spezzare illoro fronte molti di loro venneromessi di fronte all'alternativa del-la emigrazione forzata all'esteroo nel Nord Italia.L'Autore de "11debito d'onore" non ha la prete-sa di essere uno storico che enu-clea una serie di fatti cronologicie tematici; al contrario lascia par-lare la gente semplice con paro-le proprie limitandosi a descriver-ne la personalità di chi parla ed iluoghi nei quali si svolgono le vi-cende riportate.Un libro che valetto con tutto il rispetto che me-rita un Autore che "viene dallagavetta" facendo del sindacali-smo una propria ragione di vita.Un libro di tutto rispetto perchériecheggia quelli di un grandeScrittore nostro corregionale chefu Tommaso Fiore che negli anni

cinquanta, con "II cafone all'in-ferno" e "Un popolo di formiche"ci tramandò le vicissitudini dellagente semplice di quegli anni af-finchè le generazione "avvenire"non ne perdessero lememorie.Nella stessa occasionedella presentazione del libro diGiovanni Novelli, Pasquale Ric-ciardelli ha letto una sua poesiarelativa al 29 novembre 1949così composta:

CADDERO! / AVEVANOFAME! / VOLEVANO TERRA! /TERRA DA LAVORO PER COL-TIVARE! / PER PRODURRE! /TERRA DATRASFORMARE INPANE! / E SAPEVANO LAVO-RARE, PERCHÉ "CAFONI"! /.FURONO UCCISI! / BRACCIA

A Tortetiquartiere

Pai

II 14 gennaio 200Moro, Presidente dezione per la cittadinae Direttore di Active iNetwork, è venuto agiore (FG) persosterdel Comitato di quaFrancesco" impegn;anniperlaqualificazicquartiere ed in partiil'area "Parco della Q

II Comitato di qua1

Francesco" aderentenanzattiva - movimetecipazione civica di eni Moro è stato persegretario nazionalemente si sta oppone

DI BRACCIANTI CHE NON LA-VORANO PIÙ! /. FIGLI DIBRACCIANTI CADUTI, RICOR-DATE! /: PANE AMARO, PANEINSANGUINATO IERI! / PANEDELLA GIUSTIZIA SOCIALE,OGGI.

Lo spazio non ci consente didilungarci sul libro di GiovanniNovelli; se il suo debito d'onorenei confronti di quanti hanno lot-tato per un avvenire migliore loha pagato con il suo libro dal can-to nostro siamo in debito versodi lui per averci ricordato che solostando uniti nella lotta, come losi è stato nel passato, si affrontae si migliora la questione socia-le.

progetto lucrativo dizione dell'area e nondell'ambiente.

La richiesta dei citirealizzazione di un pazato, per una migliore \quartiere e a salvagu,maestosa quercia chezona, in continuità e

I

di Vittorio SirrionelliQuest'anno a S. Mai

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iifACCADEMIA TOSCANA DI SCIENZE E LETTERE

«LA COLOMBARIA»

« S T U D I »CCVIII

EUGENIO TOSTO

EDMONDO DE AMICISE LA LINGUA ITALIANA

F I R E N Z E

L E O S . O L S C H K I E D I T O R E

M M I I I

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UNIVERSITÀ D6SLI ST^DI DI P I S A

DIPARTIMEp-DI LINGUA E.,tfTTERATURA ITALIANA

di VIA S. MAt}A, 44 - TEL. (£50) 41515

P I S A ,'

4.10

Università degli St

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