Il centrodestra riparte dalla “cabina di regia” PER STAMPA...E lo sa Nespoli. E allora a cosa...

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1 MARZO 20142 Il corsivo del direttore

Il centrodestra riparte dalla “cabina di regia” della “Sean”: Tuccillo dorma sonni tranquilli

Riflessione del direttore Giovanni De Cicco sul corso dell’opposizione che ha sancito, con le ultime iniziative, il “ritorno al passato” con Vincenzo Nespoli e Tommaso Redine a dettare l’agenda

ai consiglieri di Forza Italia e Fratelli d’Italia.di Giovanni De Cicco

AFRAGOLA – L’assenza di un’opposizione compat-ta e seria al Municipio ha caratterizzato l’inizio di consiliatura. Non perché manchino le energie e la competenza nel centrode-stra locale, ma è come se ci fosse una “cappa” che im-pedisce ai singoli di cre-

scere, ai partiti di riorganizzarsi in maniera seria e secondo criteri sani, e soprattutto impe-disca azioni politiche serie caratterizzanti di un progetto alternativo alla coalizione che ha espresso Tuccillo sindaco. La “cappa”, è inuti-le ribadirlo, si chiama Vincenzo Nespoli. E la riflessione non è frutto di una valutazione per-sonale ma basta dare un’occhiata ai fatti e agli eventi per capirlo. Anzi, per essere più diretti basta parlare a taccuino chiuso coi consiglieri comunali eletti nel Pdl che si lamentano di questa “zavorra”, di questa “palla al piede” che continuano a portare perché nessuno ha la forza di spezzare la catena. Una catena divenu-ta ingombrante e imbarazzante per molti del centrodestra. Ma comunque ancora sopporta-bile. Il discorso appare diverso per Fratelli d’I-talia. Ma affrontiamoli entrambi. Partiamo da Forza Italia mettendo, ovviamente, da parte Camillo Giacco solo perché è il nipote di Ne-spoli e per anni è stato il suo autista, collabora-tore e factotum. Quindi, nell’analisi politica non fa testo. Parliamo di Antonio Caiazzo, An-tonio Pannone, Aniello Baia e Raffaele Fusco. Dovrebbero passare tutti con Forza Italia ed è strano che non lo abbiano ancora fatto ufficial-mente, tranne l’uscita pubblica napoletana del figlio dell’ex sindaco di Afragola Roberto Ca-iazzo. Fino a questo momento l’opposizione al Municipio ha collezionato solo brutte figure ed un’assenza di iniziative serie e concrete, so-prattutto per la linea dettata da Camillo Giacco e “disertata” comunque dalla stragrande mag-gioranza del centrodestra consiliare. La prima iniziativa di sostanza la si lascia nelle mani di Vincenzo Nespoli: la sfiducia a Tuccillo. Detta così potrebbe pure apparire un’azione di con-tenuto. Ma chi conosce la politica e soprattutto i fatti, sa bene che si tratta di un’iniziativa ste-rile ma determinante nella dinamica interna al centrodestra. Non ci sono i numeri per manda-re a casa Domenico Tuccillo. Lo sanno pure i bambini. E lo sa Nespoli. E allora a cosa serve

la sfiducia? Innanzitutto, a stabilire che il lea-der dello schieramento si chiama Vincenzo Nespoli. Non a caso, appena è uscito dagli ar-resti domiciliari ha tentato di ricompattare l’opposizione. In che modo? Tentando di met-tere tutte le firme dei consiglieri su un pezzo di carta. Per quanto inutile sia ai fini della sfidu-cia reale a Tuccillo, Nespoli, se riesce nell’im-presa di convincere tutti a firmare il suo “fo-glietto”, si accredita nei confronti della mag-gioranza come interlocutore capace di rappre-sentare l’intera minoranza. Al di là di ciò che i consiglieri riferiscono sui marciapiedi, nella stanza del sindaco Tuccillo o nei corridoi del Palazzo. Quelle esternazioni lasciano il tempo che trovano. In politica servono i fatti. Parlano i fatti. E se Nespoli riesce a mettere su un fo-glio di carta le firme di tutti i consiglieri comu-nali del centrodestra c’è poco da dire: il leader dello schieramento resta lui. E non è da solo. Non a caso, ha investito del ruolo di “mediato-re” con settori della maggioranza, per capire se ci sono i margini per abbandonare l’alleanza col Pd, il suo amico Tommaso Redine. Insom-ma, nel centrodestra il “pullman” lo guidano Nespoli e Tommaso Redine. Un binomio che ritroviamo anche nell’ “affaire” “Sean immobi-liare” costato a Nespoli già un anno di arresto preventivo mentre Redine e Giacco, fino a que-sto momento, hanno scampato il carcere per un pelo nonostante siano, comunque, imputati e coinvolti, insieme all’ex senatore del Pdl, a pieno titolo nel processo. La domanda sorge spontanea: dopo la batosta subita alle Comuna-li, il centrodestra può ripartire dal binomio Nespoli-Redine? Puo’ mai ripartire dalla “Sean”? E se tra i consiglieri comunali di For-za Italia c’è chi magari non risponde a questa domanda solo per convenienza in quanto sa bene che non ha capacità per aspirare a ruoli di vertice, cosa diversa dovrebbe essere per Anto-nio Pannone e Antonio Caiazzo. Ma soprattut-to Pannone. E’ vero, da candidato a sindaco del centrodestra ha perso le elezioni. E molti gli hanno riconosciuto, per onestà intellettuale, di aver pagato le colpe ed il dissenso nei confron-ti di Vincenzo Nespoli. Pannone ha cercato di prendere le distanze dal capo e di scrollarsi dalle spalle l’etichetta di “servo sciocco”; ma, al momento, predica bene ma razzola male. Autolesionismo allo stato puro. Infatti, così fa-cendo rischia di non essere più credibile nei confronti di nessuno. Sta riuscendo allo stesso

tempo ad inimicarsi i fedelissimi di Nespoli e di chi lo combatte. Non si può più giocare su due tavoli. Innanzitutto nel suo bene. Deve de-cidere che strada prendere e da grande cosa vuole fare consapevole che è già in ritardo. E non lasciar decidere, come succede da sei anni, il proprio destino agli eventi. E gli eventi con-fermano che in sei anni, mettendo da parte le chiacchiere e guardando i fatti, nulla è cambia-to. Resta un bravo ragazzo ma sul piano politi-co ha dimostrato e continua a dimostrare che non riesce ad affrancarsi dal “capo”, non è au-tonomo e ancora non riesce a mettere in campo capacità da leader. Corre il rischio di restare a vita il “giovanotto” di Enzo Nespoli. Non sono in discussione le capacità e la serietà di Antonio, ma al momento appare “congelato”. Il suo futuro è solo nelle sue mani. La prova dei fatti? gli ultimi eventi e le evoluzioni delle prossime ore. Il comportamento di Pannone fara capire alla città quale destino si è scelto. Discorso diverso per Fratelli d’Italia. Biagio Castaldo, Cristina Acri e Tommaso Bassolino. Col portavoce locale Domenico Polito. La di-chiarazione rilasciata a “Mosaico” (pubblicata nell’articolo nelle pagine 4 e 5) di Biagio Ca-staldo testimonia che l’ex presidente del Con-siglio non riconoscerà mai più la leadership a Vincenzo Nespoli. Ma allo stesso tempo man-ca l’azione politica del partito. Castaldo firme-rà la mozione di sfiducia di Nespoli e Redine? Inoltre, gli altri due consiglieri, Bassolino e Acri, viaggiano per proprio conto mentre il partito è stato letteralmente messo da parte nel processo politico. Altra anomalia. E qui tornia-mo ad un altro argomento. I partiti. Nel centro-destra comanda Vincenzo Nespoli perché non esistono i partiti. C’è un leader appena uscito dagli arresti che parla coi singoli consiglieri, detta la linea, stabilisce le iniziative e l’agenda. Forza Italia non esiste e alle riunioni Nespoli parla e Pina Castiello, che dovrebbe organizza-re il movimento “azzurro” in quanto parlamen-tare e quindi coi “gradi più alti”, resta sempre in silenzio. Non parla perché è sicura di non sbagliare e di non inimicarsi nessuno. Fratelli d’Italia poteva distinguersi e chiedere che fos-se convocato un tavolo politico per discutere della sfiducia e soprattutto sull’opportunità e gli obiettivi. Non è stato fatto e se lo avessero fatto non sarebbe servito a nulla perché come detto i consiglieri vogliono essere interpellati singolarmente e non delegano nessuno. Questa

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è la verità, al di là del “fumo” e delle chiacchie-re. Nessuno si fida di nessuno. Ecco allora che Nespoli decide e tutti si adeguano. Una strate-gia che produce sistematicamente un solo ri-sultato: compattare ancora di più la coalizione di governo e sancire che l’emergenza demo-cratica persiste e quindi persiste allo stesso tempo la necessità dell’alleanza di “salute pub-blica” che governa il Municipio. Il centrode-stra si dimostra stupido e pure poco lungimi-rante. Probabilmente è il migliore e più fedele alleato di Tuccillo. Nessuno si scandalizzi. Vincenzo Nespoli sul piano politico non è uno sprovveduto; è consapevole di quello che sta succedendo sul territorio ma ha un obiettivo prioritario, più della “caduta”, ad oggi impen-sabile, del sindaco Tuccillo: riaccreditarsi in città e dimostrare che politicamente non solo esiste ma è sempre lui a guidare il centrodestra. E rispetto a queste priorità si muove e detta l’a-genda politica. Ma oltre quelle priorità perso-nali, quali sono le reazioni alle iniziative di Nespoli? Innanzitutto, è chiaro che la coalizio-ne che sostiene il sindaco Tuccillo risulta sem-pre più omogenea e compatta. Una coalizione di “salute pubblica” nata in virtù di un’emer-genza democratica che ad Afragola per i partiti e i movimenti di governo ha un nome e cogno-me: Enzo Nespoli e il sistema che per cinque anni ha colonizzato le istituzioni. Certificare che il leader del centrodestra sia ancora Nespo-li e per di più la dinamica dell’opposizione sia nelle mani del duo “Nespoli-Redine”, ossia della “cabina di regia” della “Sean”, si sanci-sce che l’emergenza democratica è ancora viva e la necessità della “coalizione di salute pub-

blica” è tutt’ora forte e necessaria. Quindi, nei fatti, si rafforza Mimmo Tuccillo. Immaginate per un attimo, al contrario, che Nespoli si met-tesse da parte e nel centrodestra Biagio Castal-do, Antonio Pannone e Antonio Caiazzo, riu-scirebbero, per un periodo medio-lungo, ad essere credibili sulla riorganizzazione della coalizione con nuovi valori, nuovi metodi, di-stanti dall’illegalità, dai “cappucci”, dalla “strategia del fango” e dalle collusioni con ambienti equivoci, rafforzati anche dalle ulti-me vicende giudiziarie di soggetti vicini all’ex sindaco. Immaginate per un attimo questo sce-nario caratterizzato in aula da un’opposizione responsabile ma netta e decisa con chi governa in merito alla contrapposizione sulle soluzioni da adottare per risolvere i problemi. In modo da offrire all’opinione pubblica uno spaccato reale di un’alleanza di governo ed un progetto serio e credibile alternativo a Tuccillo. Mentre, di pari passo, sul piano politico, aprire un tavo-lo di ragionamento aperto, eventualmente, an-che ai moderati che di centrosinistra non sono al fine di mettere in piedi un nuovo centrode-stra compatto, senza personalismi, e in grado di aprire un ciclo sano e di governo. Dove i partiti siano protagonisti e prevalga il merito. Se dovesse prevalere questa linea, cadrebbe prima di tutto la linea dell’emergenza demo-cratica e quindi, di conseguenza, non avrebbe più motivo di esistere la “coalizione di salute pubblica”: almeno ognuno si sceglie la parte dove stare in maniera libera e incondizionata. Non signiica che Tuccillo se ne andrà a casa. Ma significa che la “coalizione di salute pub-blica” non sarà più giustificata solo con il cli-

ma di emergenza democratica, ma dovrebbe dimostrare di essere alleanza di governo nella realizzazione dell’idea di città. Invece no. Il centrodestra preferisce lanciare sempre lo stes-so messaggio: schieramento nelle mani di una serie di “servi sciocchi” guidati da un leader che domina in lungo e in largo e resta tale no-nostante i problemi penali e le udienze che deve affrontare e nonostante arrivi da circa un anno passato agli arresti. Portatore di valori e di metodi già sperimentati in cinque anni di go-verno bocciati dalla parte sana di Afragola e che hanno garantito, in primis, la vittoria al sindaco Tuccillo e alla sua coalizione. Ecco perché Nespoli resta il miglior alleato di Tuc-cillo e fino a quando il contesto resterà “inqui-nato” non c’è malumore che tenga; non ci sarà interesse che tenga; non ci sarà spazio per altri ragionamenti; bisognerà blindare Tuccillo per garantire legalità, un’amministrazione onesta, trasparente e ripristinare in paese la democra-zia e restituire dignità alle istituzioni garanten-do sviluppo e confronto. La linea di demarca-zione sarà sempre la stessa come nel caso della sfiducia a Tuccillo. Nespoli , Redine e la “cabi-na di regia” della “Sean” da un lato; le forze di maggioranza dall’altro. Andassero dove vo-gliono. Facessero ciò che vogliono. Contattas-sero chi vogliono. La linea di demarcazione sarà sempre netta. Distinti e distanti. Come nel caso dei “cappucci”. Chi si muove a “volto co-perto”, nella piena cultura malavitosa, e chi “a viso aperto”. Ognuno, in totale libertà e autonomia, continui a scegliere da che parte stare.

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AFRAGOLA – La politica non riserva gran-dissime novità. L’unico fatto rilevante riguar-da l’iniziativa dell’ex sindaco ed ex senatore del Pdl, Vincenzo Nespoli, di organizzare la sfiducia al sindaco Domenico Tuccillo. A scanso di equivoci, quando parliamo di sfi-ducia bisogna innanzitutto precisare che non ci sono i numeri per uno scioglimento anticipa-to del civico consesso. Il capo dell’esecutivo locale può dormire sonni tranquilli perché è stato blindato dai partiti e dai movimenti della coalizione di governo. Non ci sono malumori interni, né la sfiducia, ove mai dovesse essere presentata dai consiglieri di opposizione, por-terà la firma di qualche consigliere eletto nelle liste del sindaco in carica. In sostanza, Vin-cenzo Nespoli ha messo in piedi l’idea della sfiducia perché da un lato vuole lanciare un segnale forte del suo ritorno in campo; poi in-tente rimarcare un altro aspetto. Il leader del centrodestra è lui. L’unico capace di mettere insieme, ancora una volta, le due “fazioni” che si sono divise, in sua assenza, alle elezio-ni: quella guidata da Antonio Pannone e l’al-tra capeggiata da Biagio Castaldo. Dimostra al sindaco Tuccillo e ai leader di maggioran-za che l’unico interlocutore del centrodestra è lui ed infine, sempre Nespoli, ha l’esigenza di fornire una risposta a quei pochissimi diri-genti del Comune che ha portato ad Afrago-la durante i suoi anni e ai quali ha promesso che la “fine di Tuccillo è vicina”. Nonostante sappia benissimo che alla scadenza del man-dato mancano ancora quattro lunghi anni. In sintesi, la sfiducia rappresenta da un lato una nuova legittimazione politica per l’ex sindaco del Pdl e dall’altro un’azione di propaganda che punta pure a coprire l’assenza di argo-menti validi di un’opposizione inconsistente, senza volto e soprattutto fondata su offese personali gratuite. E l’ex sindaco di centrode-stra, per dare pure un pochino di credibilità in città alla sua iniziativa, si è recato a Cardito, a casa di Tommaso Redine, al quale ha affida-to l’incarico di verificare se in maggioranza vi siano malumori o consiglieri disponibili a firmare la mozione. Altro dato significativo: il nuovo corso del centrodestra riparte dalla “cabina di regia” della “Sean immobiliare”. Infatti, Tommaso Redine è coinvolto nel pro-cesso sulla speculazione edilizia realizzata da

Nespoli ad Afragola e dove la Procura confi-gura reati pesanti tra cui il riciclaggio di de-naro proveniente dal fallimento di un istituto di vigilanza, “La Gazzella”. Quindi, la coppia “Nespoli-Redine” guida il processo politico ad Afragola per tentare di serrare le fila e spe-dire a casa Tuccillo. Un motivo in più, come detto, per blindare il sindaco in carica.

Sul piano dei consiglieri, invece, Antonio Pannone, Antonio Caiazzo, Raffaele Fusco e Aniello Baia, tutti riconducibili a Forza Italia, al di là delle critiche che ripetono sui marcia-piedi e nei corridoi del Palazzo nei confronti di quello che appare sempre più come il loro “carceriere”, firmeranno senza batter ciglio. Invece, da Fratelli d’Italia, rappresentati dal capogruppo Biagio Castaldo, arriva una linea diversa e dalle sue parole emerge chiaramente che il partito di Giorgia Meloni ad Afragola non è disposto a riconoscere la leadership a Enzo Nespoli. Nonostante lavori per mandare a casa Mimmo Tuccillo e per ricostruire un

centrodestra forte, rappresentativo e di gover-no lontano da Nespoli e dalle deviazioni del “quinquennio”. “Per quanto ci riguarda – spiega Biagio Ca-staldo – l’iniziativa politica non è assoluta-mente di Enzo Nespoli ma avvertiamo la ne-cessità affinché l’opposizione dia un segnale forte di unità e di contrapposizione rispetto all’attuale maggioranza fallimentare del sin-daco Tuccillo. Chiarisco che non sono stato contattato da Nespoli per parlare di politica. L’ho incontrato dopo la sua liberazione per salutarlo e per augurargli sul piano personale un grandissimo in bocca al lupo. Non abbia-mo mai parlato di politica. Anche perché pen-so che l’ex sindaco abbia dei delicati proble-mi giudiziari da affrontare e com’è giusto che sia vuole dedicarsi a queste situazioni. Per quanto ci riguarda, la strada da percorrere dev’essere questa: tutti i consiglieri comunali devono depositare le firme per lo scioglimen-to dell’Assise davanti ad un notaio e poi, in un secondo momento, pure un attimo dopo, firmare la mozione di sfiducia ma con un’in-troduzione politica seria e chiara sugli obiet-tivi che intendiamo perseguire nel presente e nel futuro. Non un’iniziativa sterile e fine a se stessa, quindi, ma di ricca di contenuti politi-ci che devono comunque essere discussi e af-frontati all’interno del centrodestra. A scanso di equivoci ribadisco che Fratelli d’Italia fa parte del centrodestra e considera Forza Ita-lia un alleato privilegiato al fine della vitto-ria elettorale. Ma sia chiaro: ognuno con la rispettiva autonomia e legittimità politica”. Anche sul coinvolgimento di Tommaso Redi-ne nel percorso inaugurato da Enzo Nespoli, il leader di Fratelli d’Italia è diretto: “Tommaso Redine è un amico – continua Castaldo -. Vado a casa sua per sapere come sta. Visite priva-te e personali durante le quali non parliamo certo di politica. L’obiettivo di Fratelli d’I-talia è quello di porre fine a questa consilia-tura perché la maggioranza non è capace di affrontare e risolvere alcun tipo di problema. Non viene nemmeno in consiglio comunale da mesi perché non ha argomenti e in questo at-teggiamento emerge la figura di un presiden-te del consiglio comunale che non è garante dell’istituzione che dovrebbe rappresentare e tutelare; Perrino col suo atteggiamento mor-

4 Gli ultimi colpi di coda del “sistema”

La sfiducia a Tuccillo fallisce prima ancora di essere firmata: centrodestra nel caos

Il duo Nespoli – Redine non convince nessuno. I consiglieri di Forza Italia considerano Enzo Nespoli un “carceriere” dal quale non riescono a liberarsi. Il leader di Fratelli d’Italia, Biagio Castaldo, è deciso: “Nespo-li deve pensare ai problemi giudiziari. I processi politici li guidiamo noi ed avvertiamo la necessità, come op-posizione, di dare un segnale forte contro il fallimento di Tuccillo”. Giustino: “Le dinamiche del centrodestra

dimostrano che non c’è alternativa all’attuale amministrazione”

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di Giovanni De Cicco

Gennaro Giustino

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tifica il consiglio comunale. Prima se ne van-no e meglio è per Afragola”. Affondo diretto nei confronti di Nicola Per-rino dell’Udc eletto presidente del Consiglio dalla coalizione di governo ad inizio consilia-tura. Insomma, qualche consiglio comunale in più non guasterebbe soprattutto nelle logica del confronto con la parte sana del centrode-stra sui problemi da affrontare e da risolvere in fretta. La replica a difesa della coalizione di governo arriva dal leader di “A viso aperto”, Genna-ro Giustino. “Le dinamiche che continuano a guidare il centrodestra – spiega Gennaro Giu-stino – sono le stesse del fallimentare quin-quennio guidato dal sindaco Enzo Nespoli che tutti sanno come si è concluso: col primo cittadino agli arresti. Le opposizioni sono alla mercè di Nespoli, compreso il gruppo di Fra-telli d’Italia che dopo aver governato cinque anni con Nespoli, in campagna elettorale ha propagandato peste e corna dell’ex senatore. E, oggi, ancora lì accucciati alla sua corte, addirittura attraverso la presenza ingombran-te del Redine. Sulla sfiducia che da giorni il centrodestra paventa, posso tranquillamente affermare che si tratta di un’iniziativa sterile

che porterà, semmai sarà presentata, i firma-tari in aula allo sbaraglio ed a subire un’altra mortificazione. Non solo perché non hanno i numeri. Non solo perché troveranno di fron-te una coalizione compatta che si stringerà attorno al sindaco Tuccillo ed al progetto di governo. Ma soprattutto troveranno di fron-te una maggioranza con un’idea di città da realizzare e con risultati all’attivo di grande spessore. Siamo riusciti a bonificare l’Ente, a ripristinare negli uffici un clima di equità, di legalità e di imparzialità, e stiamo correggen-do, mentre realizziamo la nostra idea di città, tutti gli errori commessi dal centrodestra su argomenti importanti e che condizionano lo sviluppo come i progetti “Più Europa”. Noi pensiamo ad Afragola ed a come migliorare il nostro territorio; di fronte a noi c’è chi è costretto ad organizzare iniziative fallimenta-ri per giustificare la propria esistenza. Non a caso i soggetti e la dinamica che si è svilup-pata dietro questa presunta sfiducia al sinda-co - continua Gennaro Giustino -, dimostrano, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, la neces-sità del progetto Tuccillo e rafforzano l’idea e il progetto di “salute pubblica” del quale ci sentiamo diretti protagonisti al fine di garan-tire, insieme agli alleati, rappresentanza alle migliori istanze del territorio ed alla parte sana di Afragola, ripristinando valori sani ed affermando la legalità e l’inderogabile prin-cipio del primato dell’interesse collettivo su quello personale e di parte. Non è per niente dignitoso che soggetti come Pannone e Ca-iazzo debbano lasciare il passo a gente come Nespoli e Redine. Da qui la inconsistenza po-litica dei gruppi di opposizione. Farebbero meglio a prendersi una pausa di riflessione”.Sul piano amministrativo, il sindaco Domeni-co Tuccillo preferisce non entrare nella pole-mica tra partiti e consiglieri in quanto dedica tutte le forze e il tempo a disposizione alla ri-soluzione dei problemi. Primo fra tutti i “Più Europa”, ossia i progetti di riqualificazione urbana già finanziati. Molti interventi appro-vati dal centrodestra sono addirittura sbagliati e non rientrano in un contesto di visione glo-bale di sviluppo territoriale. Ecco allora che Tuccillo ha da giorni avviato un dialogo con la Regione per modificarli e riportare ogni ini-ziativa all’interno di un disegno globale, una

visione di città fedele all’idea che la coalizio-ne di governo intende realizzare. “Ad Afrago-la abbiamo fatto partire i primi due interventi del programma “Più Europa” - ha scritto il primo cittadino sul profilo Facebook - per poi concentrarci sugli altri progetti per i quali stiamo discutendo con la Regione Campania al fine di ottenere una rimodulazione delle ri-sorse. Infatti, da un approfondito esame che abbiamo fatto sui rimanenti progetti, è emer-so che alcuni di questi sono bloccati perché impostati male dalla precedente amministra-zione. Per questo motivo stiamo cercando di convincere l’Ente di Santa Lucia ad utilizzare le risorse comunitarie a vantaggio delle opere che sono realizzabili, in seguito alle correzio-ni che abbiamo apportato”.

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Il sindaco Domenico Tuccillo

Biagio Castaldo

Edito da “Associazione Mediterraneo e Città” sede legale Corso Meridionale, 69 - Afragola (Na)

Periodico di attualità, cronaca, politica, approfondimento e sport.Progetto grafico studioocra comunicazione - [email protected]

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l a v e r i t à p e z z o p e r p e z z o diretto da Giovanni De Cicco

aut. del trib. Napoli N. 54 del 13/07/2009

Direttore responsabile: Giovanni De CiCCo

Direttore eDitoriale: antonio auriCChio

Comitato Di reDazione: marCello Caputo, antonio azzurro, pietro Giustino, antonio maiello,

vinCenzo FiCo, Giovanni sivero, anGeliCa petrellese

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Cioccolatini...Ultima “chicca”: il bollettino di Nespoli ha annunciato la scorsa settimana, quasi come una premonizione, un “tintinnio di manette”. E puntualmente sono arriva-te. Altri quattro presunti malavitosi affidati alle patrie galere, con l’aggravante del metodo mafioso. Adesso aspettiamo le sedicenti “penne della legalità” a tracciare i collegamenti, se ci sono, con la politica. Tintinnio di manette annunciato. Tintinnio di manette fu...

AFRAGOLA – Un vero e proprio raid van-dalico ha colpito la Scuola Media Statale Angelo Mozzillo. Nella notte tra martedì 18 e mercoledì 19 febbraio un gruppo di ignoti si è intrufolato nell’ edificio scola-stico prendendo di mira gli uffici di segre-taria e la presidenza, neutralizzando l’ im-pianto di sicurezza e distruggendo quello elettrico. Il bottino è stato misero, i saccheggiatori, hanno portato via qualche computer e del materiale scientifico dal laboratorio didat-tico. Mentre i danni alla scuola sono ingenti con numerosi muri praticamente distrutti e danni a tutto l’ impianto elettrico. I primi ad intervenire sul posto sono sta-ti i Carabinieri della stazione di Afragola, informati dell’ accaduto dal preside dell’ istituto Medusa. Sul posto sono giunti anche anche il Sindaco di Afragola On. Do-menico Tuccillo e il Vicesindaco avv. Giovanni Giglio, che ci ha rilasciato un commento sull’ acca-duto: “Si tratta di un atto di inqualificabile gravità, – afferma il Vicesindaco - perchè hanno colpito uno dei luoghi simbolo del-

la cultura e della educazione, a prescindere dai danni materiali. Ci siamo già impegna-ti a ristabilire la normalità nella scuola e premettere la ripresa delle attività didatti-che nel più breve tempo possibile. Con la speranza che i colpevoli siano al più presto individuati”. Pronto è stato l’ intervento del neo dirigente all’ edilizia scolastica del Co-mune di Afragola, ing. Marco Deviato, che

appena ha preso visione dei danni arrecati alla scuola, nel giro di poche ore ha provve-duto alla riparazione straordinaria del plesso

scolastico.Tornando all’ accaduto sembra da escludere la pista che porta ad una ritorsione da parte degli studenti visto il modo scien-tifico in cui è stato neutralizzato l’ impianto di sicurezza. E’ il secondo atto di violenza ai danni di una scuola del territorio, dopo quello che è accaduto alla scuola elementa-re “Castaldo”. Il secondo caso in meno di

quindici giorni, sempli-ce furto o c’è un dise-gno ben preciso dietro gli atti vandalici che si sono verificati? Intan-to i Carabinieri hanno raccolto tutte le prove e stanno già lavorando per individuare i col-pevoli. Varie le ipotesi tra cui quella prospet-tata dal preside della scuola Medusa: I ban-diti potrebbero essersi mischiati ai genitori

degli alunni durante gli incontri scuola-famiglia

terminati martedì sera, così da nascondersi e neutralizzare il sistema di allarme, per poi agire indisturbati.

1 MARZO 2014

In occasione del 750° anniversario del ritro-vamento miracoloso, da parte di San Bona-ventura da Bagnoregio, della <<fresca,rossa e bella, come se il Santissimo fosse appena morto>> lingua di Sant’Antonio, tutti i principali luoghi di culto, dedicati al Santo, riuniscono i fedeli in preghiera per festeggiare l’evento. Il culto di Sant’Antonio ha reso il nostro santuario, elevato poi a basili-ca pontificia, celebre luogo di pellegrinaggio. Ufficialmente gemellato ( nel 1995) con la Basilica di Sant’Antonio in Padova, ha con-ferito dai Frati Minori Conventuali di Padova, un’importante reliquia del Santo, facendo di Afragola la “Padova del sud”. Dando uno sguardo al passato, la questione dell’autenticità delle reliquie ,è stata presso-chè travagliata.Secondo la storia, la Serva di Dio, Suor Maria Diletta,ottenne ( nel 1928) dai Frati Conven-tuali di Padova, custodi di quel sacro luogo, un cospicuo frammento di calotta cranica, una tibia e una vertebra. Queste reliquie furono solennemente autenticate da Mons. Giusep-

pe Petrone , Vescovo di Pozzuoli, nel 1931. L’importante reliquiario arrivò al Pontificio Oratorio del SS. Cuore di Gesù a Napoli e il prof. Mario Di Martino ,conservatore di quell’istituto, lo donò, ad personam, al Mini-stro Provinciale pro tempore della provincia francescana napoletana; fu cosi che il Ministro Provinciale, Padre Emanuele Lombardi, lo donò al Santuario di Afragola il 24 marzo del 1968. Alcuni anni fa, l’Ufficio Informazioni della Basilica di Padova, ha categoricamente smentito l’autenticità di tali Reliquie, infatti, sia il capo che le tibie del Santo sono conser-vate a Padova, ed è stato possibile ammirarle nei giorni dell’Ostensione. Si può quindi, con certezza, ritenere false quelle Reliquie conser-vate in Santuario negli anni 70. Negli anni 90 dello scorso secolo, in prepa-razione all’ottavo centenario della nascita del Santo, arrivarono ad Afragola, e vi sostarono per alcuni giorni, delle reliquie provenienti da Padova. In quei giorni, che sono rimasti memorabili nella storia antoniana della città, migliaia di persone affluirono in Santuario per

venerare le sacre reliquie e così, per espressa richiesta del Ministro Provinciale Padre Ru-fino Di Somma e con il benestare dei Frati di Padova, fu donata al Santuario una insigne re-liquia del Santo. Nell’anno dell’ottavo centenario (1995), nel mese di febbraio, alcuni fedeli afragolesi si recarono a Padova per ricevere in consegna la sacra reliquia. Acciocchè , anche la nostra città, il 15 febbra-io, ricorda la Festa delle Reliquie.Quest’anno, durante la celebrazione eucari-stica, presieduta dal Reverendo Padre Luigi Ortaglio, il sindaco, On. Domenico Tuccillo, accostatosi al Busto Reliquiario, ha donato al Santo le chiavi della città, ufficializzando il legame, la devozione e “l’acquisita cittadi-nanza” allo stesso. Con vivida commozione, ha poi espresso una preghiera per tutti i poveri; per le famiglie; per il futuro dei giovani e per la nostra città, affin-chè, per intercessione del Santo, auspichi ad un ben più aureo futuro.

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La festa delle reliquie di Sant’ Antonio

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Scuola Mozzillo

Raid vandalico alla scuola media “A. Mozzillo”di Antonio Auricchio

di Angelica Petrellese

di Giovanni de Cicco

7Afragola1 MARZO 2014 Intervista ad Antonio Pannone

“Il centrodestra partirà da un rinnovamento radicaleIl leader dell’opposizione, candidato a sindaco alle ultime Amministrative per il Pdl, avverte l’esigenza di

metterci la faccia dopo la dinamica intrigata che ha coinvolto la coalizione di centrodestra in seguito al ritorno in campo di Nespoli: “Si tratta solo di sterili polemiche che tirano in ballo persone che non hanno

alcuna influenza sulle dinamiche politiche dell’attuale opposizione al sistema Tuccillo”

AFRAGOLA – Al di là delle valutazioni e della dinamica quotidiana nel centrodestra, ancora tutta da chiarire, il leader dello schie-ramento, il candidato a sindaco del Pdl alle ultime Amministrative, Antonio Pannone, at-tuale capogruppo consiliare, non si pone pro-blemi ad affrontare i temi sulla coesione e sul-le prospettive della minoranza. Anche perché i messaggi che si sono diffusi in città non sono proprio positivi. Ecco allora che nei momenti di difficoltà Pannone ha deciso di metterci la faccia. Consigliere Pannone, a che punto è la sfidu-cia a Tuccillo?“In verità la sfiducia nei confronti del sinda-co e dell’attuale amministrazione arriva dalla città intera. Gli indicatori sono oltremodo elo-quenti. La raccolta differenziata non decolla e in questo quadro non decollerà mai. Le strade sono sporche, la viabilità è in tilt, le manuten-zioni ordinarie sono bloccate; lo stesso vale per il verde pubblico. Le erbacce invadono fi-nanche gli spazi didattici nelle scuole comuna-li, i cui dirigenti, non trovando interlocutori al Comune, si sono visti costretti anche a disporre piccole riparazioni di tasca propria o facendo collette tra genitori e docenti. Sono stati avviati i cantieri di piazza Municipio e di piazza Sa-cri Cuori ma Tuccillo non c’entra nulla perché si tratta di progetti approvati dalla precedente amministrazione, i cui lavori sono partiti in ri-tardo per la solita inerzia burocratica degli uf-fici. Il Comune è allo sbando: i dipendenti co-munali sono abbandonati a se stessi e vedono calpestata la propria dignità; i dirigenti danno l’impressione di vagare nel buio o di starsene “pancia all’aria”. Inoltre, nel cimitero regnano l’incuria e l’illegalità: vi operano ditte che a quanto risulta non hanno alcuna autorizzazio-ne. Ho chiesto che si procedesse immediata-mente al rimborso delle somme anticipate dai cittadini per l’acquisto di cappelle e loculi che Tuccillo ha bloccato. Gli attuali amministratori dissero che avrebbero provveduto immediata-mente. Ebbene, sono passati otto mesi, ma fino ad oggi al di là dei proclami, non hanno mosso un dito. Non è stato disposto un solo rimborso. Vogliamo parlare della trasparenza? L’assesso-re Pasquale Grillo dovrebbe spiegarci perché per oltre un mese non è stato possibile consul-tare gli atti sul sito istituzionale del Comune e perché non risultano essere ancora abilitate

tutte le procedure per la pubblicazione degli atti on-line. Insomma, Grillo è assessore alla Trasparenza perchè non lo si vede al Comune? Pertanto, la sfiducia è un atto dovuto perché lo esigono i fatti e l’inadeguatezza di chi non sa cosa significhi governare con umiltà un città complessa come Afragola”.Allora, quando la presentate la sfiducia?“La sfiducia, affinché produca i suoi effetti, che è l’unica cosa che conta, necessita, come tutti sanno, dei numeri che devono arrivare dalla maggioranza. Da parte mia non posso che ribadire quello che dissi già in occasione della seduta del nuovo consiglio comunale: siamo nove consiglieri del centrodestra com-patti, come confermato durante l’ultima riu-nione, e la nostra coerenza penso che dia fa-stidio a quanti nella maggioranza si sono già stancati del sindaco che hanno contribuito ad eleggere ma non hanno gli attributi e il senso di responsabilità per manifestare ciò che già van-no dicendo nei corridoi e fuori dal Comune. Chi non vuole mettere la firma per porre fine a questa farsa, forse perché manca il coraggio, non ha mai avuto l’argomento di giustificarsi facendo credere che i gruppi di opposizio-ne non siano uniti nel comune intento di liberare Afragola”.C’è un problema: Enzo Nespoli. Da ciò che risulta, il meccanismo della sfiducia è guidato da Nespoli e da Tommaso Re-dine. Si può mai essere credibile come centrodestra quando poi il nuovo corso riparte dalla “Sean”? Questa dinamica blinda Tuccillo e rafforza la coalizione di “salute pubblica”. Non pensa che biso-gna cambiare strada?“Capisco l’esigenza di avere materiale per riempire i giornali e alimentare le chiac-chiere nei conciliaboli davanti ai bar. Ma le assicuro che a me, e spero anche agli altri consiglieri di opposizione, interes-sano unicamente i ragionamenti politici. Sicuramente ad Afragola non ha vinto il centrosinistra. Credo che Tuccillo abbia scelto di candidarsi il 25 aprile 2013 quan-do ha avuto la certezza di poter contare sul sostegno di determinati gruppi, tra cui gli amici di A viso aperto e di quei moderati che hanno militato, fino a poco tempo fa, nel centrodestra. A proposito, desidererei dare un suggerimento anche all’amico Nicola

Perrino: nel ruolo di presidente del Consiglio comunale, si dia una mossa, sia più attivo e co-minci a convocare l’assemblea perché vi sono agli atti tante richieste dell’opposizione. Ebbe-ne, il compito dell’opposizione è di lavorare per un nuovo progetto di buongoverno, per valorizzare, in piena autonomia, gli interes-si generali della nostra comunità. Con queste premesse è assolutamente irrilevante tirare in ballo persone che non hanno alcuna influenza sulle dinamiche politiche dell’attuale oppo-sizione al sistema Tuccillo. Siamo impegnati ogni giorno a creare le condizioni per avviare un nuovo percorso politico-amministrativo in-centrato sul radicale e virtuoso rinnovamento della classe dirigente e sulla volontà di garanti-re nelle pratiche di governo legalità, trasparen-za ed efficienza amministrativa: sono obiettivi ambiziosi che l’attuale amministrazione ha già dimostrato di non poter raggiungere. I nostro sarà un nuovo centrodestra, una coalizione moderata e riformista, aperto e non inquinata da personalismi, in cui siano predominanti una costante tensione etica e un’autonoma capacità di elaborazione culturale e programmatica”.

Antonio Pannone

CARDITO – Grandi manovre a Cardi-to. Il gruppo guidato da Giuseppe Barra e Nunzio Raucci del Partito democratico ha avviato una serie di consultazioni che puntano al superamento dell’attuale am-ministrazione. A metà consiliatura le forze politiche lavorano già al futuro e al un nuo-vo ciclo politico lon-tano dal fallimento di questi due anni e mezzo di centrosi-nistra. La sfiducia al sindaco non è ancora all’ordine del giorno proprio perché biso-gnerà prima trovare un’intesa, elaborare il progetto nei con-tenuti e poi arrivare ad una sintesi per chiudere la consilia-tura. Un percorso da medio periodo che nel frattempo mette al riparo il sindaco Giuseppe Cirillo da una fine immediata e traumatica. Con-tinuerà a vivere alla giornata in attesa che altri ne stabili-scano il destino. L’incontro con il gruppo “Cambiamo Cardito” è stato po-sitivo per gli uomi-ni di Peppe Barra. Unità di intenti e soprattutto esigen-za comune di chiu-dere quanto prima questa fallimentare esperienza al fine di garantire al paese, nell’imminente futuro, un governo che sia rappresentativo, produttivo ed espressione della parte migliore della classe dirigente. In poche parole, Cirillo per il gruppo di Peppe Barra e “Cambiamo Cardito” se ne deve andare a casa il prima possibile. Sul fronte del centrodestra, invece, Francesco Pisano, il consigliere dimissionario, ha pre-ferito, da quanto trapelato, non incontrare il gruppo che lo ha candidato a sindaco ma

i consiglieri Giuseppe Mirone e Pasquale Cimmino di Forza Italia hanno fatto sape-re che se ci sono i numeri per chiudere in anticipo questa esperienza non sarà il cen-trodestra a salvare Cirillo ed a comportarsi da stampella del centrosinistra. A fare rumore, però, non sono le riunioni

tra consiglieri di minoranza. L’aspetto po-sitivo è un altro. Nel processo di costruzio-ne del futuro e del superamento di questa esperienza partecipano pure forze dell’at-tuale maggioranza di governo. Infatti, sa-bato scorso, il gruppo del Pd guidato da Peppe Barra e Nunziante Raucci ha incon-trato in delegazione i rappresentanti della civica “Cardito libera”, guidati dal capo-gruppo Luigi Credendino, dal consigliere

Gennaro Montella, dal vicesindaco Andrea Russo, dal consigliere comunale di mag-gioranza Francesco De Simone e dall’as-sessore di riferimento Vincenzo Arciprete. Si è parlato del fallimento amministrativo di questa esperienza e si è discusso della necessità, nell’imminente futuro, di garan-

tire al paese un nuovo progetto politico am-pio, condiviso, rappre-sentativo e soprattutto efficiente capace di garantire, a differen-za dell’attuale ammi-nistrazione, risposte rapide ai problemi del territorio lontano da interessi personali, af-faristici e di parte. E dopo “Cardito libera”, il gruppo ex Api ha in-contrato pure l’Italia dei valori. Il consigliere di “Car-dito libera”, Gennaro Montella, spiega in modo diretto ed effi-cace il contenuto della riunione con la parte più rappresentativa in paese del Pd. “L’in-contro è stato tenuto sabato mattina – di-chiara Montella -. Ci siamo solo confrontati per rafforzare il discor-so futuristico del paese perché ci sono alcu-ni lati, alcuni aspetti dell’amministrazione, dove non va bene asso-lutamente niente men-tre gli altri aspetti che vanno, e mi riferisco ai

finanziamenti arrivati a Cardito, sappiamo tutti chi dobbiamo ringraziare (il consiglie-re Luigi Credendino, ndd). Ma non è che il Comune può andare avanti solo grazie ai finanziamenti di Credendino ma bisogna comunque mettere in pratica e in atto delle manovre, tipo il Puc, che non sono capaci di partire; prendiamo ad esempio anche il lato relativo all’ecologia dell’assessora-to di Biagio Garofalo dove non funziona

8 Grandi manovre politiche

Sorpresa! Tutti vogliono superare quest’amministrazione. Già si parla di futuro

La parte più rappresentativa del Pd, quella guidata da Peppe Barra e dal consigliere Nunziante Raucci, incontra i movimenti di opposizione e due partiti di maggioranza: “Cardito libera” e Italia dei valori.

Il consigliere Montella di “Cardito libera”: “Grazie a Credendino sono arrivati dei finanziamenti ma per il resto non ci siamo. Soprattutto nei settori di Garofalo, ecologia e urbanistica, non funziona nulla”.

CARDITO

di Giovanni De Cicco

1 MARZO 2014

Il Municipio di Cardito

9CARDITO

proprio nulla. Durante l’incontro – conclu-de Montella - con il gruppo di Peppe Barra abbiamo affrontato e sviscerato queste te-matiche. Attualmente non è in discussione la sfiducia a Cirillo ma è in atto un discorso futuristico per mettere le forze insieme”. Una stretta di mano a Montella perché si è dimostrato oggettivo e lungimirante in un’analisi che non fa una piega. Non a caso, “Cardito libera” contesta, giustamente e com’è evidente, la gestione fallimentare del Pd nei settori dell’urbanistica e dell’e-cologia. Sottolineando che gli unici risul-tati seri prodotti da quest’amministrazione, così com’è altrettanto evidente, si devono all’impegno della civica di Credendino so-prattutto quando parliamo di finanziamenti. Pane al pane e vino al vino. Quando c’è da criticare, com’è successo sempre con Credendino, nessuno si tira in-dietro. E lo stesso vale quando, come nel caso dei soldi portati in città dal capogrup-po di “Cardito libera”, bisogna riconoscere i meriti a chi si è adoperato per raggiunge-re l’obiettivo. Attenzione: quando arrivano i soldi in un Comune, bisogna vigilare sul

grado di trasparenza utilizzato per spende-re le risorse. A cominciare dalla selezione dei tecnici da impegnare nei progetti e sulla legalità di gestione degli appalti e degli in-carichi. Non guidati da una logica di spar-tizione e di tornaconto economico persona-le ma dalla legalità. Tant’è che a Cardito, una delle critiche che ha raggiunto l’am-ministrazione in carica, riguarda proprio l’attenzione ossessiva nei confronti degli appalti pubblici. Quasi a lasciare intendere, anche durante le riunioni ufficiali tra i parti-ti, che si può tornare a discutere di politica solo quando questi soldi saranno spesi fino all’ultimo euro. Perché? Tornando alla politica, invece, emerge un quadro chiaro. E i problemi riguardano soprattutto la maggioranza. Infatti, chi sta costruendo il futuro, teso al superamento dell’attuale amministrazione, sono anche le forze di governo deluse dal fallimen-to di Giuseppe Cirillo: “Cardito Libera” e Italia dei valori del presidente del consiglio Pasquale Barra. Hanno avuto il coraggio, nonostante siano al potere, di certificare l’inconsistenza programmatica e strategi-ca della coalizione di governo così com’è composta. Al punto da avvertire la neces-sità di iniziare a programmare il futuro con il gruppo dell’ex sindaco Giuseppe Barra, attualmente nel Pd ma all’opposizione del sindaco Cirillo. Pure perché parliamo di un primo cittadino che ha scritto la storia di Cardito per dieci lunghi anni. Il sindaco più longevo, più produttivo e soprattutto capace di fare squadra. L’unico difetto è quello di aver dato fiato ad una classe dirigente che, alla prova dei fat-ti, doveva essere “uccisa” nella culla e che, trovatasi orfana della guida, invece di alza-re l’asticella del confronto, garantendo le-galità, trasparenza e meritocrazia, ha ripor-tato il paese nel lato oscuro del “decennio”. Dimostrando che la zavorra di Cardito sono proprio loro. E lo hanno dimostrato alla prova dei fatti. Sono stati la zavorra di Pep-pe Barra ed ora rappresentano la zavorra di Cardito. Ecco perché, al di là delle attuali posizioni, di maggioranza e di opposizione, chi vuole accreditarsi come leader politico non ha esitato ,in questa fase, a prendere atto del fallimento amministrativo collezio-nato ma allo stesso tempo non ha avuto ti-more di inizare a dialogare per verificare li-potesi di costruire il futuro con i gruppi più rappresentativi delle istanze del paese. E in quest’ottica, Peppe Barra diventa strategi-co e fondamentale per quello che riesce sul campo ad esprimere ed interpretare, in pri-mis un valore fondamentale, disperso con l’attuale esperienza, ossia quello dell’unità del paese. Altra riflessione. Dagli incontri bilaterali sono stati esclusi il Partito socialista di Roc-co Saviano e lo zoccolo duro di Giuseppe Cirillo. E se l’esclusione del gruppo ricon-ducibile al sindaco in carica è giustificabile dal fatto che sarebbe da cretini organizzare

il superamento di un’esperienza con i pro-tagonisti principali del fallimento ammi-nistrativo, l’esclusione dalle consultazioni politiche del Partito socialista di Rocco Sa-viano nasce da un’altra consapevolezza. Sia i partiti di maggioranza che i gruppi di opposizione, sono convinti e spesso ripeto-no in privato che sul piano programmatico il Ps non ha mai lasciato il segno. Non a caso sulle vertenze in maggioranza e sul-le questioni di contenuto, Saviano si met-te sempre sulla posizione del sindaco pro tempore. Insomma, lo considerano, nella migliore delle ipotesi, un alleato “insapore” che si aggrega, al massimo e se lo si ritiene giusto, nella fase finale del percorso. A conti fatti e restando nella dinamica at-tuale, il gruppo di Peppe Barra ha trovato motivi importanti per avviare un percorso comune sia con “Cambiamo Cardito”, gui-dato dall’avvocato penalista Vincenzo Mor-mile, e sia convergenze con “Cardito libe-ra” e Italia dei valori. Un ottimo punto di partenza che nasce da una consapevolezza: riaffermare un principio laddove Cirillo ha fallito. Garantire al paese il governo dei migliori e non delle “mezze tacche” o dei “perdenti di successo”. Sul giro di consultazioni l’ex sindaco Giuseppe Barra, a sorpresa, si chiu-de a riccio: “Il percorso è ancora in una fase embrionale – dichiara Barra – e con tutto il rispetto possibile vero la stampa, non trovo corretto rilasciare dichiarazioni sul conte-nuto degli incontri che preferisco resti ri-servato. Capisco che i giornalisti fanno il loro lavo-ro e devono essere rispettati. Ma altrettan-to chiedo rispetto nei confronti della mia scelta di non commentare il contenuto del-le riunioni”. Scelta da rispettare anche se quando un politico non parla perde sempre un’occasione per esprimere il proprio punto di vista.

www.napolimetropoli.it - il portale “all news” dell’area nord1 MARZO 2014

Il presidente del Consiglio Pasquale Barra

Il sindaco Giuseppe Cirillo Giuseppe Barra, simbolo dell’unità del paese

FRATTAMINORE – Consiglio comunale in un clima di litigi, personalismi esasperati, polemiche al vetriolo e soprattutto scambio di accuse tra i componenti dell’opposizione, soprattutto i consiglieri Raffaele Mazzoccolo e Elisabetta Luongo, e il nuovo presidente dell’Assise Vincenzo Saviano. In un contesto dove la politica latita e si registrano deficienze evidenti sia tra i banchi dell’opposizione e sia in quelli della coalizione di governo. L’argomento più importante trattato in aula che ha caratterizzato l’attenzione dei pochi presenti riguarda la questione spinosa della mensa scolastica. Il punto non era all’ordine del giorno ma il problema, molto avvertito in paese, è stato affrontato grazie ad un’interrogazione firmata dai consiglieri di minoranza Elisabetta Luongo, Raffaele Mazzoccolo, Giuseppe Bencivenga e Nicola Aversano. “Dopo il rientro a scuola – c’è scritto nell’interrogazione – dalle vacanze di Natale, il 7 gennaio l’amara sorpresa delle mamme che sono state avvertite all’ingresso della scuola che la mensa scolastica non avrebbe più funzionato. Un avviso tardivo che ha creato non poco disagio a moltissime famiglie trovatesi improvvisamente a fronteggiare un rientro anticipato a casa del proprio bambino. Dopo una improbabile difesa degli amministratori, - continua l’interrogazione dell’opposizione – hanno rassicurato la cittadinanza che il breve disagio sarebbe stato compensato da un periodo di tre anni senza più interruzioni del servizio. Ma con molta sorpresa, a pochi giorni di distanza dalla ripesa della mensa, arriva una nuova interruzione. Intanto l’inerzia degli amministratori comunali ha spinto il consiglio di circolo ad adottare delle nuove misure regolamentari per consentire ai bambini di Frattaminore di restare fino al pomeriggio a scuola”. L’opposizione chiede all’amministrazione “cosa intende fare per fronteggiare questo problema e quanto tempo si ritiene che duri questo disagio”. Il documento è stato letto e illustrato in aula proprio da Elisabetta Luongo e l’assessore competente, Enzo Fausto del Partito socialista, ha replicato con un lungo intervento durante il quale ha avuto modo pure di polemizzare con i sottoscrittori dell’interrogazione, in particolare con Raffaele Mazzoccolo. Infatti, Fausto ha

detto a microfono: “Mi sarei aspettato che fosse Mazzoccolo a parlare, invece quando non gli conviene affida la discussione ad altri”. Di sicuro questa precisazione dell’assessore nasconde dei retroscena che in aula il pubblico non ha percepito ma è emerso che, seppur in maniera sottile, l’assessore Fausto abbia voluto lasciar intendere che Mazzoccolo in qualche modo c’entrasse con la vicenda oggetto della discussione. Comunque sia, al di là della polemica e dei botta e risposta tra le diverse linee di pensiero, la replica dell’assessore Fausto, nei contenuti, è riportata in un altro documento agli atti scritto proprio dall’ufficio competente e affidato all’assessore di riferimento. Un documento che ricostruisce la storia dell’appalto, i problemi e gli impegni del nuovo esecutivo. “In data 16 dicembre 2013 – c’è scritto nel documento letto da Fausto in risposta alle3 domande dei consiglieri di minoranza - veniva spedito alla Gazzetta della Comunità Europea il bando di gara per l’appalto della fornitura dei pasti agli alunni della scuola materna anni scolastici triennio 2013-2015 redatto conformemente alle norme di legge in materia di appalti pubblici superiori alla soglia comunitaria; il bando con allegati disciplinare di gara e relativa modulistica veniva quindi pubblicato il 18 dicembre 2013 nella citata Gazzetta, all’albo on-line e nel sito web istituzionale del comune, nel Sitar Campania (osservatorio regionale degli appalti pubblici) e, successivamente, anche nel Burc (bollettino ufficiale della Regione Campania); la gara veniva esperita il giorno 9 gennaio 2014 e, sulla scorta della documentazione e dichiarazioni presentate dai concorrenti circa il possesso dei requisiti richiesti per la partecipazione alla gara e per l’esecuzione del servizio, risultava aggiudicataria provvisoria la ditta “Soc. Coop. Sociale Quadrelle 2001” da Quindici con il ribasso del 30,99 per cento a pasto più Iva sul prezzo a base d’asta di 3,10 euro a pasto; in proposito il decreto legislativo del 12 aprile 2006 numero 163 e il “Codice dei Contratti Pubblici dei Lavori, servizi e forniture”, agli artt. 38 e 39 prevede che il concorrente attesti il possesso dei requisiti di ordine generale e di idoneità professionale generali e tecnico-professionali mediante

dichiarazione sostitutiva successivamente da verificare. Con determinazione numero 2 del 16 gennaio 2014 numero 25, l’appalto veniva aggiudicato definitivamente alla ditta “Soc. Coop. Sociale Quadrelle 2001” per il periodo di anni 3; con la detta determinazione numero 2/2014 veniva subordinata l’efficacia dell’aggiudicazione definitiva alla verifica del possesso dei requisiti prescritti in capo all’aggiudicatario, come previsto dalla legge. Inoltre, con l’evidente finalità di riprendere al più presto il servizio per gli utenti in particolare quella di offrire agli alunni la fruizione del servizio dopo la chiusura delle festività natalizie, ancorché nelle more della verifica dei requisiti e della stipula del contratto, si provvedeva alla consegna anticipata del servizio con decorrenza 20 gennaio 2014, fermo restando che, in caso di mancata conferma dei requisiti richiesti, si sarebbe proceduto alla revoca dell’aggiudicazione e alla immediata sospensione. Le verifiche, subito disposte, compresi i controlli effettuati presso il casellario informatico dell’Avcp (autorità di vigilanza sui contratti pubblici) non evidenziavano al momento cause di esclusione per la partecipazione e aggiudicazione dell’appalto a carico della ditta “Quadrelle 2001”; successivamente, da informazioni in possesso dell’ufficio procedente, acquisite nell’ambito del procedimento, risultava che il centro di cottura sito in Orta di Atella, indicato in sede di gara e nel quale venivano preparati i pasti forniti a questo Ente, era stato chiuso con ordinanza del Suap di Orta di Atella numero 02 del 30 gennaio 2014 previo annullamento della Scia del 30 agosto 2012 numero 13106; nella giornata del 13 febbraio 2014 si verificava che la citata ordinanza risultava pubblicata sul sito del Comune di Orta di Atella alla voce “Atti e provvedimenti-Ordinanze”.Considerato quindi, il verificarsi di una condizione ostativa al regolare svolgimento del servizio, con provvedimento del responsabile assunto in pari data (13.2.2014) si disponeva con decorrenza immediata la sua sospensione, al fine di salvaguardare l’interesse pubblico rappresentato principalmente dalla salute dei fruitori dei pasti; in queste ore – conclude il documento letto dall’assessore Fausto - si sta lavorando e ragionando sugli eventuali

di Pasquale Girone

10 Consiglio comunale

Sospensione del servizio mensa scolastica: botta e risposta tra opposizione e amministrazione

I consiglieri di minoranza Elisabetta Luongo, Raffaele Mazzoccolo, Giuseppe Bencivenga e Nicola Aversano presentano un’interrogazione in Consiglio illustrata dalla prima firmataria. La replica “piccante” dell’assessore Enzo Fausto: “Mi aspettavo che la illustrasse Mazzoccolo, invece quando non gli conviene fa parlare altri”. Ecco il documento letto in aula che ricostruisce tutta la vicenda. Salvatore Petrillo espulso dai “Popolari”. Il contesto generale è in continua e costante evoluzione lontano da

livelli di efficienza e politicizzazione. Regna il personalismo esasperato. Come si può garantire sviluppo in queste condizioni?

FRATTAMINORE1 MARZO 2014

11FRATTAMINORE1 MARZO 2014

consequenziali provvedimenti in ordine all’affidamento del servizio ad altro operatore economico nel rispetto della normativa vigente ma soprattutto al fine di garantire ai fruitori un servizio regolare e sicuro sotto tutti i punti di vista”.Insomma, l’amministrazione si difende che il disagio e, quindi, la sospensione del servizio mensa scolastica sia stata causata non da problemi amministrativi o da falle nelle procedure dell’appalto ma semplicemente dalla chiusura del centro di cottura di Orta di Atella. L’unica nota di polemica riguarda i tempi impiegati per fronteggiare il disagio causato alle famiglie. Infatti, ad oggi non c’è una data certa da comunicare alla cittadinanza che sancisce la ripresa del servizio nonostante siamo a tre mesi dalla chiusura dell’anno scolastico. A fine dibattito, comunque, il consigliere di opposizione Elisabetta Luongo, una “pasionaria” e combattiva a guidare l’opposizione, si è dichiarata “non soddisfatta” della risposta dell’assessore Enzo Fausto. Sul piano politico, invece, non si registrano clamorose novità rispetto al penultimo consiglio comunale. Una sola precisazione: agli atti è pervenuta una nota del segretario regionale di Italia popolare, Gennaro Salzano, relativa all’espulsione dal partito di Salvatore Petrillo. Così l’ultima “querelle” è definitivamente chiarita. Quello che emerge, invece, sul piano generale, riguarda un contesto dove l’asticella del confronto e del livello politico è davvero ai minimi termini. E la cosa peggiore è che, purtroppo, tutti ne sono consapevoli di una “defaillance” che caratterizza il tessuto politico locale ed una classe dirigente che non esprime nei partiti grandi leadership o progetti politici di ampio respiro. Non a caso, sia in maggioranza che all’opposizione, guardando al futuro, nessuno è in grado di capire quale sarà la personale collocazione e soprattutto gli alleati. In maggioranza è caduto l’unico punto fermo che in questi anni ha fatto da collante: Enzo Caso. Il sindaco in carica non si potrà ricandidare e nella coalizione di governo, così com’è attualmente, non c’è nessuno che possa prendere il posto di Enzo Caso e garantire una vittoria sicura. Quindi i giochi sono aperti. E allo stesso tempo anche all’opposizione manca una personalità che ad oggi possa garantire la massima e totale unità tra diversi movimenti, partiti e consiglieri che costituiscono una galassia articolata. Insomma, Caso è riuscito a tenere insieme sia chi lo condivideva e costituiva il collante pure per chi lo ha sempre combattuto oppure decideva di stargli di fronte. Ha fatto da collante, nel bene e nel male, per tutti: maggioranza e opposizione. Caduto questo elemento, già sono iniziate le manovre di chi aspira alla successione. Non è una questione di nomi: a Frattaminore ci sono pure troppi aspiranti alla carica di primo cittadino. Ma si tratta di ambizioni personali, seppur legittime. Il problema resta, invece, il progetto politico, la capacità di fare sintesi

non utilizzando i personalismi ma facendo leva sui programmi concreti, su coalizioni omogenee e su leadership selezionate in base alla massima espressione del progetto che si intende realizzare. Proprio il contrario di quanto successo nell’ultimo decennio in paese e i risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. Bisogna ricostruire, partire dal nulla, dalla posa della prima pietra e tra mille personalismi in un contesto dove la politica, quella vera, non esiste e tutto ruota attorno a dinamiche di “basso profilo” che se paragonate agli altri paesi collocherebbero Frattaminore tra gli ultimi posti nella speciale graduatoria sulla qualità della classe dirigente locale. E almeno su questo principio tutti i politici, di maggioranza e di opposizione, si sono mostrati d’accordo. Una “maglia nera” che dovrebbe far riflettere tutti gli addetti ai lavori, consiglieri, militanti, sindaco in carica, assessori e rappresentanti di forze politiche e movimenti. Possibile che

Frattaminore non riesca ad esprimere null’altro oltre il pessimo teatrino di consigli comunali dove non esiste un confronto serio sui problemi e caratterizzato da beghe personali ed un muro contro muro, condito di offese, tra soggetti che si mettono insieme e si lasciano in continuazione, garantendo una “mobilità” che rende impossibile qualsiasi ragionamento di contenuto? Ogni mese bisogna aggiornarsi per capire chi fa parte della maggioranza e chi dell’opposizione. Non parliamo di centrodestra e di centrosinistra perché sarebbe troppo difficile. Anzi, impossibile. E’ tutto un “pasticcio”. Mille gusti che cambiano in continuazione. E’ questa la vera emergenza in salsa frattaminorese alla quale bisognerà, col nuovo corso, porre rimedio. La normalizzazione politica e amministrativa. Il primo punto di quella che sarà la nuova agenda di governo. Del prossimo sindaco e della prossima maggioranza.

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13CRISPANO

Il “galletto” ultimo treno per la rinascita: un simbolo contro l’omertà in un territorio martoriatoEnzo Cennamo tenta di creare un movimento d’opinione che sappia dare voce alle migliori istanze del paese e soprattutto rappresenti un’alternativa di governo al sistema che ha “inquinato” Crispano e portato in città

dinamiche proprie di altri contesti. “Nel centrosinistra si offendono tra loro e nessuno ha capito cosa li lega”. O meglio, lo hanno capito tutti...

di Pasquale Girone

“Progetto Crispano”: un’altra città è possibile

CRISPANO – Gli ultimi eventi e soprattutto il raid incendiario ai danni del capo dell’Utc, Antonio Grisolia, hanno definitivamente spento qualsiasi ragionamento nel centrosinistra. Uno schieramento che ha passato cinque anni nel totale immobilismo e col timore che da un momento all’altro al Municipio potesse arrivare la commissione d’accesso e, quindi, rivivere nei fatti gli anni dello scioglimento degli organi elettivi per infiltrazione della camorra. Tanto il sindaco è sempre lo stesso: Carlo Esposito. E i protagonisti, politici e burocrati comunali, sono sempre lì, al Municipio, a ricoprire incarichi istituzionali e di dirigente. Lo scenario non è cambiato. Raid incendiari, intimidazioni, minacce, parentele “equivoche” mobilitate in campagna elettorale. Purtroppo il contesto è questo. Inquinato fino al midollo e con pratiche che nulla hanno a che vedere con la democrazia e il “bene comune”. Al Municipio le bocche sono cucite. Nessuno parla. Nessuno ha voglia di esporsi. Ascolti i consiglieri comunali, gli assessori, i dirigenti di partito, a taccuino chiuso e ti accorgi, a sorpresa, che tutti, per diversi motivi, si lamentano di Carlo Esposito, dell’immobilismo, del fallimento amministrativo, del clientelismo, del familismo, degli scandali, dei dirigenti condannati per aver favorito ditte in odore di camorra premiati e lasciati al loro posto. Proprio così, si lamentano. Ma, come detto, a taccuino rigorosamente chiuso. Invitano addirittura a tornare sull’argomento delle parentele equivoche utilizzate dai colleghi di partito e di maggioranza durante la scorsa campagna elettorale per reperire consensi. Segnale evidente che nel centrosinistra lo schema è saltato; è una guerra di tutti contro tutti; si sta insieme non perché si crede in un’idea, non perché si crede nel progetto, non perché c’è affinità tra gli uomini della coalizione, ma c’è qualcos’altro. Dell’altro. E analizzando le dinamiche e i discorsi degli interlocutori politici, non dev’essere nulla di buono. Intanto il paese soffre e le condizioni del territorio sono sotto gli occhi di tutti. Non funziona nulla. La zona industriale dopo altri 5 anni di promesse è ancora com’era cinque anni fa: pare uscita da un bombardamento. Senza controlli . Una porzione di terra utilizzata anche dagli scaricatori abusivi, da malintenzionati, da zingari e tossicodipendenti. Ecco cosa ha portato Carlo Esposito a Crispano nell’area che doveva rappresentare il fiore all’occhiello del paese e segnare il rilancio dell’economia

locale. Soldi, milioni di euro pubblici, sprecati. E cosa dire delle scuole: da Terzo mondo. E del centro storico? Un ghetto dormitorio. Non c’è economia. Non ci sono punti di aggregazione. I giovani non hanno alternativa: devono scappare da quello che, ormai, è diventato il fanalino di coda di tutta la provincia. L’unico movimento che tenta da anni di lasciare accesa la fiammella della speranza è “Progetto Crispano”. Un “galletto” simbolo della voglia di rinascita del paese. Un “galletto” che “canta” ogni mattina, un segnale chiaro contro l’omertà. Quella voglia di parlare propria dei giovani, dei padri di famiglia, degli operai, dei disoccupati, dei professionisti, di quella classe dirigente che non si sente rappresentata dalle collusioni, dal familismo, dall’affarismo, dai conflitti di interesse nell’edilizia e non solo. Quella parte di paese sana che durante la campagna elettorale non vuole ricorrere a soggetti in odore di camorra per reperire consensi. Quella parte di paese sana che non intende la politica un modo per accrescere le potenzialità del proprio studio professionale; quella parte sana di paese che non vuole avere paura di parlare e di esprimere un’opinione, anche se dissente da chi ha portato in città lo scioglimento per camorra e garantito alla comunità un’etichetta difficile da cancellare. Quella parte sana e coraggiosa che non si farà intimidire dai raid incendiari, dalle minacce in pubblica piazza o dalle aggressioni dei familiari di consiglieri e assessori di governo. Quella parte sana di paese che non ha paura della macchian dle fango e delle ritorsioni. Il leader di “Progetto Crispano”, Enzo Cennamo, porta avanti da anni una battaglia, in consiglio comunale e in città, sperando di risvegliare le coscienze, sperando di suscitare un sussulto di dignità della popolazione, sperando che ci sia quella che definisce una “rivolta democratica” dei cittadini nei confronti di un “sistema” che ha affondato Crispano e creato una cappa che impedisce la crescita, lo sviluppo, il dibattito. “Ho lasciato nella primissima fase della consiliatura l’incarico di assessore – spiega Enzo Cennamo – perché ho percepito immediatamente quali fossero gli obiettivi della compagine di governo. Li ho avvisati, ho tentato di riportarli sulla retta via, ma quando mi sono accorto che le priorità erano altre e non certo il paese, mi sono dimesso ed ho iniziato a lavorare tra la gente, per la gente, in modo da risvegliare le coscienze, da tentare una rivolta democratica contro un sistema illegittimo e con

picchi di degenerazione da brividi. “Progetto Crispano” vuole incarnare quella parte di paese che non si sente rappresentato da un sistema che ha inquinato le menti e soprattutto ha radicato messaggi negativi, addormentato la ragione e drogato il dibattito totalmente assente. Crispano – continua Enzo Cennamo - non è questo; non è solo il paese dello scioglimento per camorra ma è una comunità laboriosa di persone oneste e perbene purtroppo da troppi anni in balìa di una ristretta oligarchia di potere che ha messo le mani sulla città e non vuole toglierle. Portando metodi e atti, vedi il clima di minacce e i raid incendiari, che oggi fanno parte a pieno titolo della dinamica locale ma che non hanno mai fatto parte della storia e della cultura della comunità crispanese. La cosa più spaventosa, però, è vedere tanta omertà tra i colleghi del centrosinistra. Tutti parlano male di tutti, si cantano le corna tra loro eppure sono insieme. Ma cosa li lega se invitano l’opposizione e i giornalisti a “sparare” contro i colleghi di partito e su argomenti delicati come collusioni, conflitti di interesse e interessi privati nell’esercizio delle funzioni pubbliche? Perché non parlano? Eppure parliamo di assessori e consiglieri comunali. Perché tanta omertà? Di cosa hanno paura? “Progetto Crispano” - conclude Cennamo - incarna proprio la voglia di esprimersi, di partecipare ed il “galletto” è nato per garantire rappresentanza alle istanze positive ed offrire alla comunità un’opportunità di ripristinare un clima realmente democratico e trasparente, caratterizzato dal governo dei migliori. A dimostrazione che un’altra Crispano è possibile”. E questo è uno degli slogan di contenuto che dovranno caratterizzare il cammino del movimento guidato da Enzo Cennamo: “Un’altra Crispano è possibile”. In verità esiste già. Deve solo trovare la forza di esprimersi, di partecipare, di reagire, di non delegare il governo del paese a “mezze tacche” o “servi sciocchi” che considerano le istituzioni, nel migliore dei casi, uno strumento per arrotondare a fine mese. Senza competenza, senza conoscere i problemi e soprattutto senza nessuna voglia di affrontarli. Tutto si gioca e rientra nella sfera degli interessi personali, professionali, familiari e di parte. Il “galletto” si pone come alternativa all’inquinamento di questi anni. Sotto tutti i punti di vista. E i cittadini non possono perdere quello che si profila come l’ultimo treno verso la rinascita, lo sviluppo e il progresso. “Progetto Crispano”: un’altra città è possibile.

1 MARZO 2014

151 MARZO 2014

FRATTAMAGGIORE

FRATTAMAGGIORE – Colpo di coda del sindaco Francesco Russo. Ancora una volta dimostra che il leader del centrosinistra è lui. Ha iniziato a ragionare in grande. Non solo per il nuovo incarico ottenuto nella direzione regionale del Partito democratico. Anche a livello locale è sceso in campo in prima persona per compattare il centrosinistra, allargare la partecipazione ai movimenti e soprattutto garantire un nuovo slancio all’amministrazione municipale in vista delle elezioni Comunali del prossimo anno. Russo non si potrà ricandidare ma dopo il “decennio” a Frattamaggiore, per l’autorevolezza dimostrata, sicuramente tenterà di giocarsi una “carta importante”. E per farlo ha bisogno soprattutto delle migliori condizioni locali, dove Frattamaggiore deve rappresentare, anche sul piano numerico, il trampolino di lancio per garantirgli il salto di qualità. In quest’ottica era evidente la necessità di un ragionamento di ampio respiro. Gli assessori si sono dimessi nelle mani del primo cittadino lasciando campo libero al capo dell’amministrazione sul piano politico e di formazione del nuovo governo locale. Hanno rimosso qualsiasi ostacolo, consapevoli che in ballo ci sono interessi politici più grandi, come quelli della comunità, che hanno diritto di precedenza sulle ambizioni personali e su chi intende portare avanti esclusivamente una politica “ad personam”. Prima Frattamaggiore, poi il centrosinistra ed in ultimo le legittime aspirazioni personali. Russo ha dettato le priorità e formato la scala gerarchica. Vuole dare un nuovo slancio all’amministrazione e restituire smalto al centrosinistra dopo un periodo poco brillante. E per farlo deve sciogliere una serie di nodi. Il primo riguarda la posizione de “I moderati”, gruppo formato da due consiglieri comunali, Orazio Costanzo e Alberto Pagliafora, esclusi dal governo cittadino nonostante abbiano vinto la campagna elettorale. Parliamo dei fedelissimi di Nicola Marrazzo, il consigliere regionale entrato già da diversi mesi nel Pd. Nell’ottica della ricomposizione locale, ovviamente, i due esponenti de “I moderati” hanno un destino segnato: rafforzare le fila del Partito democratico. Quindi, compattare questo fronte non può che giovare alla coalizione di governo. Poi, c’è la questione dei consiglieri Daniele

Barbato, Sergio Prattico’, Enzo Pellino, Carlo Vitagliano e Peppe D’Ambrosio. Cinque esponenti dell’assemblea cittadina che alle primarie del Pd per la segreteria regionale hanno sostenuto Michele Grimaldi raggiungendo il 15 per cento. Ebbene, questo gruppo vanta ben 3 assessori su sette. Sovradimensionato. Un assessore per Barbato, un assessore per Vitagliano, un assessore per Pellino. E, come detto, non è più tempo della politica ad personam. Ma bisogna privilegiare il progetto politico e gli interessi collettivi. Quindi, da un rimpasto dell’esecutivo, è evidente che questo gruppo dovrà accontentarsi di rappresentare quello che in realtà è il peso specifico della “corrente”. Senza fibrillazioni e senza frizioni, come accaduto in passato, perché non è possibile che si decida di restare nel Pd o in maggioranza solo se in cambio si ottiene un assessorato. Devono prevalere altri valori. E’ tempo di altri e migliori valori. Proprio come hanno fatto i consiglieri che rappresentano lo zoccolo duro dei “democrat”, i fedelissimi di Francesco Russo capitanati da Vincenzo Ruggiero: Aniello Di Marzo e Marco Del Prete. Tre consiglieri del Pd che non hanno rappresentanza in giunta. Eppure, non hanno mai creato problemi in quanto si sono sempre sentiti rappresentati dal progetto politico e dal primo cittadino. Un esempio da seguire. L’ultimo nodo riguarda il nuovo gruppo di centrosinistra nato nel civico consesso: “Impegno comune”. Composto da ben 3 consiglieri comunali: Pasquale Aveta, Gennaro Alborino e Camillo Pezzullo. Un “sensibilità” da valorizzare nell’ottica di un centrosinistra sempre più forte, rappresentativo, radicato e aperto ai movimenti e alle sane istanze. Senza dimenticare il presidente del consiglio comunale e leader dei moderati, Luigi Grimaldi. Non parla da tempo. Ha deciso da mesi di svolgere il ruolo che gli è stato affidato pensando esclusivamente a garantire il corretto funzionamento dell’istituzione consiliare, tirandosi fuori da qualsiasi bega e polemica politica che non riguardi lo sviluppo di Frattamaggiore. Eppure, si tratta di una personalità autorevole e rappresentativa, un punto di riferimento, soprattutto dei centristi, capace di fare la differenza e non solo alle elezioni.

Comunque sia, è evidente che i nodi da sciogliere sono diversi ma il capo dell’amministrazione, Francesco Russo, ha la capacità e l’autorevolezza per guidare il processo politico e ricompattare la coalizione sfruttando innanzitutto la propria leadership in modo da definire un percorso unitario che, se va in porto, creerà una vera e propria corazzata in vista del voto. E’ vero, dopo dieci anni la legge impedisce a Russo di ricandidarsi e fare il tris, ma se il sindaco riesce nell’operazione politica in atto lascia al suo successore un eredità di grandissimo livello che gli tornerà utile alla prima occasione. Fino ad oggi la pecca evidente è che dopo dieci anni nessuno nel centrosinistra è riuscito a mettersi in mostra ed a primeggiare sugli altri guadagnandosi sul campo la leadership o la successione a Russo. Ma volgendolo sguardo dall’altra parte, è vero pure che il centrodestra è allo sbando: ha un leader riconosciuto, Michele Granata, il quale da solo non potrà mai battere una corazzata. Pure perché se le speranze cadono sulle spalle di Luigi Cesaro, al netto dei sogni e delle chiacchiere, la realtà racconterà l’ennesima disfatta locale di Forza Italia. Alla “polpetta” servono i voti per le Regionali dove metterà in campo il figlio Armando. Certamente a Frattamaggiore comporrà la lista, per carità, questo è fuori discussione. Ma sicuramente non per concorrere alla vittoria. Infatti, in 5 anni la classe dirigente del centrodestra non si è presentata sul territorio né ha aggregato oppure ha lavorato per costruire un’alternativa seria e di governo al centrosinistra. Granata per la competenza che esprime e soprattutto per le cariche ricoperte nella sua lunga carriera politica, può mai ridursi semplicemente al ruolo di “donatore di sangue” di Cesaro per ottenere in cambio un posto da consigliere comunale che sarebbe in grado di guadagnarsi da solo, sia sul piano elettorale che della competenza, in qualsiasi altro schieramento? Che sia di centro o di centrosinistra. Una riflessione che l’attuale leader locale di Forza Italia ha il dovere di fare. Non può preparasi all’ennesimo “bagno di sangue” e all’ennesima campagna elettorale dove ai nastri di partenza si presenterà senza possibilità di vittoria.

La giunta si dimette nelle mani del sindaco: Francesco Russo prova a volare alto

Il primo cittadino, dopo il prestigioso incarico ottenuto nella direzione regionale del Pd, torna a Frattamaggiore con uno spirito nuovo e maggiore autorevolezza. Punta a ricompattare il centrosinistra

ed a costruire una corazzata coinvolgendo tutte le sensibilità che si rivedono nei valori e nel programma dell’alleanza. Tanti i nodi da sciogliere, dalla posizione de “I moderati” al “ridimensionamento” della

“corrente” del Pd che ha votato Michele Grimaldi fino al nuovo gruppo “Impegno comune”di Giovanni Sivero

Si punta al salto di qualità