Il cantico delle creature_ Lode corale alla creaturalità

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Il Cantico delle creature Lode corale alla creaturalità sia a Sua lode e a nostra consolazione e ad edificazione del prossimo.” Prof.ssa Cristina Galizia www.arringo.wordpress.com

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Analisi del messaggio del Cantico delle creature. Altri percorsi e attività, qui http://arringo.wordpress.com/?s=Cantico+Creature

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Il Cantico delle creature

Lode corale alla creaturalità

“sia a Sua lode e a nostra consolazione e ad edificazione del prossimo.”

Prof.ssa Cristina Galizia

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Origine S. Francesco soffriva ne corpo per il dolore delle stimmate e degli occhi. Preso dallo sconforto, affermò: “O signore, soccorrimi nelle mie infermità, affinché abbia la forza di sopportarle pazientemente!”. Così, sentì di nuovo la voce del crocifisso di San Damiano che gli diceva: “Dimmi fratello: se qualcuno ti offrisse in dono, come compenso per le tue sofferenze e tribolazioni, un immenso e prezioso tesoro, quale l’intera terra trasformata in oro fino, i ciottoli in prete preziose e l’acqua dei fiumi in profumo, terresti ancora in conto, a paragone di un simile tesoro, la terra, i ciottoli e le acque? Non te ne rallegreresti? Ebbene, fratello, rallegrati e sii lieto in mezzo alla tua infermità ed alle tue tribolazioni: d’ora in avanti vivi in pace, come se tu fossi già nel mio Regno!”. Francesco si risollevò e disse: “Voglio fare una laude nuovo del Signore dalle sue creature, che sia a sua lode e a nostra consolazione e ad edificazione del prossimo.” (dalla Legenda Antiqua S. Francisci)

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Riferimenti: Salmo 148 Alleluia. Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere. Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. Lodatelo, cieli dei cieli, voi, acque al di sopra dei cieli. Lodino il nome del Signore, perché al suo comando sono stati creati. Li ha resi stabili nei secoli per sempre; ha fissato un decreto che non passerà. Lodate il Signore dalla terra, mostri marini e voi tutti, abissi, fuoco e grandine, neve e nebbia, vento di bufera che esegue la sua parola, monti e voi tutte, colline, alberi da frutto e voi tutti, cedri,

voi, bestie e animali domestici, rettili e uccelli alati. I re della terra e i popoli tutti, i governanti e i giudici della terra, i giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini lodino il nome del Signore, perché solo il suo nome è sublime: la sua maestà sovrasta la terra e i cieli. Ha accresciuto la potenza del suo popolo. Egli è la lode per tutti i suoi fedeli, per i figli d’Israele, popolo a lui vicino. Alleluia. ----------- Scritto dopo il ritorno degli Ebrei dall'esilio di Babilonia e la ricostruzione del tempio e di Gerusalemme

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Riferimenti: Il canto dei tre fanciulli nella fornace (Dn 3, 51-90)

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, degno di lode e di gloria nei secoli. Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, angeli del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, cieli, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, potenze tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, sole e luna, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, stelle del cielo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, piogge e rugiade, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, o venti tutti, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, fuoco e calore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, freddo e caldo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, rugiada e brina, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, gelo e freddo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Durante l’esilio in Babilonia, tre fanciulli ebrei non rinunciarono alla loro fede e vennero condannati alla fornace. All’iniziare del martirio, i tre fanciulli intonarono un canto di lode, le fiamme non lambirono nenache il loro corpo e uscirono illesi dalla fornace. (QUI testo completo; QUI commento di Giovanni Paolo II).

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Potenziali reazioni alla sofferenza

Sofferenza

Stimmate

Fornace Esilio

Maledizione

Invece?

Depressione

Auto sufficienza

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Ma la materia si trasforma Il crocifisso di San Damiano promette di trasformare in oro fino tutta la Terra in premio delle sue sofferenze

Non la dissoluzione della materia in nulla, ma la trasformazione della materia nella preziosità inestimabile di un immenso tesoro.

L’UOMO CHE SI DISTACCA DALLA PESANTEZZA DEI CONDIZIONAMENTI MATERIALI, CHE RICONOSCE LA CRISIS, NON HA BISOGNO DI ESORCIZZARE LA PAURA E L’ANGOSCIA DELLA MORTE E DELLA SOFFERENZA, NON HA BISOGNO DI AFFERMARE SE STESSO DOMINANDO LE ALTRE CREATURE. La morte tritura ogni conquista umana e terrena (E. Bloch). La sua paura, sofferenza nasce da questo spaesamento. L’UOMO CHE RICONOSCE LA SUA PREZIOSITA’ E DE-SIDERA RITORNARE NEL “REGNO” NON HA PAURA E ANGOSCIA.“Ebbene, fratello, rallegrati e sii lieto in mezzo alla tua infermità ed alle tue tribolazioni: d’ora in avanti vivi in pace, come se tu fossi già nel mio Regno!”. . Non c’è il male fine a sé stesso: esso è sublimazione, innalzamento (Altissimu è la prima parola del Cantico).

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Quale creatura non si trasforma?

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Cantico= opera corale

Nel cantico San Francesco ammonisce l’uomo, affinché senta di essere UNA delle creature, accetti serenamente la sua creaturalità e non si senta diverso dagli altri “fratelli” e “sorelle” del creato: l’uomo riconosca la sacralità di se e del creato, ne riconosca la finitezza e limitatezza (versi sulla morte corporale), ne accetti la naturale trasformazione, affinché sia innalzato e sublimato come opera di Dio.

Sii laudato CUM tucte le tue creature

Sii laudato PER le tue

creature

Lode di TUTTE LE CREATURE INSIEME.

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San Francesco non era un hyppie Il Cantico non è un “Peace and Love”. E’ un invito al servizio (tutte le creature servono ad altre) e di conseguenza all’umiltà dell’essere creatura, all’accettazione della trasformazione e della crisi (aere, nubilo et onne tempo /morte corporale e morte seconda). E’ un MONITO all’uomo del suo tempo a non insuperbirsi per il suo sapere e il suo potere, che gli saranno tolti con la morte corporale. E’ un monito all’uomo del suo tempo (e a quello di oggi) a non sostituirsi a Dio, perché il senso di onnipotenza dell’uomo genera in lui solo rabbia, angoscia, depressione, senso di vuoto.

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San Francesco parla all’uomo moderno

Nel secolo in cui nasce la mentalità affaristica del borghese, dell’uomo che si fa da solo, Francesco sposa Madonna Povertà e ammonisce che non è nella lotta per la supremazia, nella corsa alla ricchezza la felicità dell’uomo. Al contrario, essi sono idoli (> eidos ‘simili a dio’) portatori di vuoto. Per questo, il messaggio è straordinariamente attuale ancora oggi.

Giotto, S. Francesco_Basilica superiore, Assisi.

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Francesco, ieri e oggi

“Nella cultura del provvisorio, del relativo, molti predicano che l’importante è “godere” il momento, che non vale la pena di impegnarsi per tutta la vita, di fare scelte definitive, “per sempre”, perché non si sa

cosa riserva il domani. Io, invece, vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare contro corrente; sì, in questo vi chiedo di ribellarvi a

questa cultura del provvisorio, che, in fondo, crede che voi non siate in grado di assumervi responsabilità, crede che voi non siate capaci di

amare veramente. Io ho fiducia in voi giovani e prego per voi. Abbiate il coraggio di “andare contro corrente”. E abbiate anche il coraggio di

essere felici”. Papa Francesco

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