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IL CALCESTRUZZO - Caratteristiche - Cause del degrado - Ripristino e protezione delle strutture Gennaio 2001

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IL CALCESTRUZZO- Caratteristiche- Cause del degrado- Ripristino e protezione delle strutture

Gennaio 2001

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IIILLL CCCAAALLLCCCEEESSSTTTRRRUUUZZZZZZOOO:::CCCAAAUUUSSSEEE DDDEEELLL DDDEEEGGGRRRAAADDDOOO

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Il moderno calcestruzzo, che ha caratterizzato le costruzioni del XX secolo, per la suaversatilità, la sua economicità e la possibilità di realizzare attraverso di esso le piùdisparate espressioni architettoniche, ha dimostrato di non essere un materiale durevole.Contrariamente a quanto ritenuto all’ inizio è soggetto a fenomeni di degrado, accentuatianche dalla situazione ambientale, in cui si trova la nostra civiltà industriale, a causa deilivelli di inquinamento atmosferico raggiunto.

Non solo vengono danneggiatele opere monumentali, e quindidel passato, ma anche le opererecenti e pertanto l’ utilizzo delcemento, prodotto a basso costocon elevate caratteristichemeccaniche e plastiche, richiedeun adeguamento della tecnologiadi utilizzo: nella realizzazione dinuove opere si dovrà progettatesulla base delle conoscenzeattuali dei fenomeni che portanoal degrado del calcestruzzo,mentre nei lavori di recupero sidovrà evitare di intervenire conazioni che non solo nonrisolvono il problema, mapossono addirittura accentuarlo.

Per progettare il nuovo, e per recuperare il vecchio, è fondamentale quindi conoscere lecause che portano al degrado del calcestruzzo e i possibili rimedi.Il calcestruzzo armato è soggetto per sua natura al degrado dovuto ad una serie di azioniconcomitanti, che avvenivano ancor prima dell’inquinamento attuale, ma di cui non ci sirendeva assolutamente conto. Solamente negli ultimi decenni si è sviluppata laconoscenza di quei fenomeni che, in particolare oggi, sono la causa del degradoaccelerato.L’anidride carbonica presente nell’atmosfera insieme all’anidride solforosa, i solfatipresenti nelle acque freatiche e negli aerosol marini, i fenomeni di gelo e disgelo, i cloruri,le fessurazioni dovute a deformazioni strutturali, sono alla base di questo degrado e checon l’inquinamento è stato esasperato al punto da portare alla dismissione di unacostruzione in taluni casi ben prima della vita utile prevista dal progetto.

L’ attacco solfaticoI solfati possono arrivare al calcestruzzo da due vie principali: attraverso l’acqua di falda,che porta con se in soluzione dei solfati, e, per le opere in prossimità del mare, attraversogli aerosoli contenenti i solfati marini. Questi solfati reagiscono con alcuni elementi dellapietra cementizia, che forma il calcestruzzo, formando dei sali (ettringite e/o thaumasitesecondo gli schemi riportati di seguito alla figura 1), con aumento di volume (sino a dinove volte quello dei singoli ioni disciolti in acqua) e che può portare alla completadisgregazione del calcestruzzo.

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Degrado del calcestruzzo causato dalla formazione di ettringite e thaumasite. Fig. 1

Schema delle possibili interazioni tra i leganti ed i solfati preesistenti neiterreni e negli inerti nella formazione di ettringite

dagli inerti dal terrenodalle fondazioni

immerse inacque marine o

salmastre

Sali solfaticidagli inerti +calce nell’impasto

Gesso Sali solfatici +calce nell’impasto

3(CaSO4 . 2H2O) +

*3CaO.Al2O3

.6 H2O + 20 H2O 3CaSO4 . 32H2O

gesso alluminati idratidi calcio

umidità ettringite

Idratazione del cementoo della calce idraulica

* L’ alluminato idrato indicato può essere sostituito da altri alluminati di calcio quali, per esempio,4CaO . Al2O3

. 13 H2O

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Effetto del dilavamento delle acquepure ed acque meteoriche. L’idrossidodi calcio è trasformato in carbonato.Fig.3

Attacco dei solfuriI solfuri possono essere presenti neiterreni, nelle acque di falda, di fogna o dipalude.Di per sé il solfito non ha una grossaazione di degrato sul cemento, ma latrasformazione in altri composti (inpresenza di ph basso e quindi acido) puòavere un’azione aggressiva.

L’azione di dilavamentoTutte le acque contengono una parte dianidride carbonica disciolta.Questa (in particolari condizioni) diventaaggressiva e si combina con il carbonato dicalcio presente nella pasta cementiziarendendolo solubile e nell’azione didilavamento si vengono a formare delle vieattraverso le quali possono penetrare altrielementi.

Schema delle possibili interazioni tra i leganti ed i solfati preesistenti neiterreni e negli inerti nella formazione di thaumasite

dagli inerti dal terrenodalle fondazioni

immerse inacque marine o

salmastre

Sali solfaticidagli inerti +calce nell’impasto

Gesso Sali solfatici +calce nell’impasto

CaSO4 . 2H2O + CaCO3 +

*CaSiO3

. H2O + 20 H2O CaSiO3.CaSO4

.CaCO3 .15H2O

gesso silicati idratidi calcio

umidità thaumasite

Calcare dallasabbia oppure

carbonatazio-nedella calce

Idratazione delcemento

o della calceidraulica

* Il silicato idrato indicato rappresenta in effetti i silicati di calcio idrati di formula generica xCaO . ySiO2 .

zH2O indicati anche come C-S-H nella chimica del cemento.

Un impianto di depurazione è soggettoall’ attacco, fra l’ altro, di solfuri. Fig. 2

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Intervallo di pH entro i quali il ferrod’armatura è passivato , zona azzurra

ed intervallo nel quale il ferro èdepassivato, zona arancione Fig.4

La carbonatazione e la corrosione dei ferri d’armaturaI ferri o le barre d'armatura sono un elemento fondamentaledel calcestruzzo armato, che si chiama così proprio per la loropresenza. Se così non fosse il calcestruzzo sarebbe moltoresistente alla compressione, ma di scarsissima resistenza allaflessione, resistenza cheviene raggiunta appuntoinserendo queste barre.Il ferro d’armatura èprotetto naturalmente dauna pellicola di ossido diferro che rimane stabilefintantoché il pH delcemento attorno al ferrod’armatura rimane sulivelli non inferiori a nove. Il pH del calcestruzzofresco è 12,5.Più questovalore scende, per unfenomeno di seguito

meglio specificato, più la stabilità della pellicolaprotettiva è precaria. Lo stesso finché il pH rimane avalori superiori a 9 il ferro è passivato. Quando ilvalore di pH scende a valori inferiori il ferro perdeprogressivamente questa pellicola protettiva ecomincia ad arrugginirsi.

La Fig.4 fa vedere il campo di variazionedel pH in cui la pellicola di ossido di ferrorimane stabile.Il fenomeno che determinal’abbassamento del pH è chiamatocarbonatazione, poiché l’anidridecarbonica dell’atmosfera, reagendo conl’idrossido di calcio presente nelcemento, che ha un pH di 12,5, formacarbonato di calcio secondo la reazionedi fig. 5:

CO2+Ca(OH)2→→CaCO3+H2O

raggiungendo valori di pH inferiori a 9.Prima di arrivare alla totalecarbonatazione si passa attraverso valoriintermedi in cui cominciano amanifestarsi i fenomeni di arruginimento(Figg.6-7-8).

Reazione di ossiriduzione del ferro diarmatura Fig. 5

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Penetrazione della carbonatazione aseconda della classe di resistenza Rbk delcalcestruzzo Fig.9

In particolare nella figura 6 viene rappresentata la situazione iniziale di carbonatazione,con variazione del pH che passa dal 12,5 a 10 e quindi via via all’8 con depassivazionedel ferro d’armatura (Fig.7).Poiché la ruggine che si forma nella parte sottocorticale aumenta di volume, anche fino asei volte rispetto al ferro originario, si formano dapprima delle microfessurazioni cheportano, più o meno velocemente, alla delaminazione del copriferro secondo modalità erisultati finali che prendo di volta in volta nomi diversi: delaminazione, spalling e cracking( Fig. 8 )Più elevata è la porosità del calcestruzzo più veloce è la carbonatazione dello stesso. Lapresenza di crepe non fa che esaltare questo fenomeno. Quindi per evitare, o per lo menolimitare l’avanzamento della carbonatazione è necessario eseguire dei calcestruzzi dielevata qualità (omogenei, a bassa o bassissima porosità, privi di fessurazioni) e adelevata classe di resistenza.

Nella fig 9 si può vedere la correlazione frale dette classi e la penetrazione dellacarbonatazione, con previsioni sulla vitautile della struttura, tenendo presente chelo spessore del copriferro nelle zone ruralideve essere almeno di due centimetri.

I distacchi causati dalla formazione diruggine, evidenziati nelle loro diverse formedalla Fig. 8 portano in ogni caso ad un solorisultato: quello di togliere la protezione allebarre d’armature lasciandole esposte agliagenti atmosferici ed ai vari inquinantichimici.

Calcestruzzo in partecarbonatato (pH 8) perazione della CO2 e in parteancora no (pH12) Fig. 6

Copriferro carbonatato inprofondità fino alla barrad’armatura e formazionedella ruggine Fig.7

Effetti della formazione dellaruggine sul copriferro. Varieforme e denominazione didistacchi. Fig.8

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Comparsa della ruggine in superficie segno che la corrosione in atto da qualche tempo, purnon avendo ancora provocato crepe o distacchi del copriferro Fig.10

Nella Fig.10 su di un pontile è ben evidente la formazione della ruggine sulle barresottostanti e che compare in superficie attraverso la porosità del cemento senza averancora causato delle fessurazioni visibili ad occhio nudo.

.L’alterazione è in ogni caso già in atto e perquotendoil calcestruzzo con un martello si sente un suono cheindica la formazione di vuoti sottostanti, segno di unprossimo distacco del copriferro, dovuto all’aumentodi volume causato dalla trasformazione del ferro dellabarra d’armatura in ossido di ferro idrato, cioèruggine.

L’ ambiente marinoPer quanto riguarda le opere a mare gli elementi didegrado possono essere molteplici. Nella Fig 11 nevengono indicato due: uno tipico delle zone marine ecioè il moto ondoso, al quale può aggiungersi anchel’azione abrasiva delle correnti con sabbia insospensione e l’altro di carattere generale comel’acqua piovana.Per le opere a mare oltre ai fattori succitati vannotenuti presenti come elementi di degrado anche gliorganismi marini che si attaccano alla superficie.

L’ azione dei cloruriUn fenomeno di maggior entità per quanto riguarda lacorrosione viene provocato dalla presenza dei cloruri

Degrado del calcestruzzo nelleopere a mare per azione del motoondoso che va ad aggravare ildilavamento dovuto all’acquapiovana. Fig. 11

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che possono essere già presenti negli inerti usati per la formazione del calcestruzzo oprovengono dagli aerosol marini, se la costruzione si trova in prossimità del mare, o daisali decongelanti adoperati durante lastagione invernale, per evitare la formazione del ghiaccio sulle strade. In questo caso peroperare un risanamento adeguato è necessario asportare completamente la parteinquinata da cloruri e ripristinare il copriferro.Non potendo togliere tutta la parte inquinata dai cloruri un buon risultato si ottienetrattando la superficie dall’esterno, o immettendo in massa nelle malta da applicare comecopriferro, degli inibitori di corrosione organici a doppia funzionalità, che danno dei buonirisultati anche in caso di presenza di cloruri.Nel caso in cui vi sia una totale permeazione dei cloruri nella costruzione questa dovràessere posta sotto protezione catodica.

GeloL’azione del gelo e disgelo è una delle cause generalmente note di degrado delcalcestruzzo, non legata all’inquinamento attuale. Oggi questa causa di degrado sicombatte introducendo nel calcestruzzo delle microbolle d’aria che funzionano da vasid’espansione nella trasformazione dell’acqua in ghiaccio.

Inquinanti organiciLe acqua reflue ed i liquidi industriali, in particolare gli acidi minerali, ma anche altri tipi diacidi organici, come ad esempio l’acido lattico portano ad un notevole degrado delcalcestruzzo. Per combattere questo degrado è necessario utilizzare dei cementi specialicon un basso rapporto acqua cemento, utilizzando dei superfluidificanti, nel caso in cui sianecessaria una elevata fluidità del calcestruzzo.Il più delle volte queste misure non sonosufficienti. Si dovrà ricorrere a sistemi protettivi a base di rivestimenti resinosi adelevata resistenza chimica.

Errori di progetto e di lavorazione in cantiereSeppur oggi si conoscono i criteri con i qualivanno progettati i moderni calcestruzzi, moltospesso, la realtà è ben lontana dalle condizioniideali, in quanto nelle opere in sito i gettivengono effettuati molto ricchi d’acqua, quindicon un rapporto acqua/ cemento elevato, checomporta di conseguenza una elevata porosità edi conseguenza una minor resistenza meccanica.In fig. 9 si è visto come vi è una strettacorrelazione fra queste condizioni e la velocità dicarbonatazione.

Attraverso questa porosità vengono veicolati tuttigli aggressivi chimici e chimico fisici (cloruri,solfati, CO2, ecc) che portano al degrado delcalcestruzzo.

Importanza del giusto mix nellapreparazione dell’ impasto Fig.12

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Anche le strutture prefabbricate sono molto spessosoggette a degrado talvolta anche accelerato, inquanto gli spessori del copriferro sono del tuttoinsufficienti .

A titolo di esempio di fattori importanti daconsiderare nella progettazione di un buoncalcestruzzo si vedano le figure 12,13, 14 e 15.

Allineamento delle barre d’armaturacorretto ed errato Fig.14

Importanza della vibrazione fatta in modo corretto Fig.15

L’ importanza di fare un correttoimpasto in relazione alla struttura darealizzare Fig.13

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L’importanza della protezionePur usando un rapporto corretto acqua/cemento, uncalcestruzzo potrebbe diventare da poroso a moltoporoso se sottoposto all’azione di dilavamento dell’acquapiovana o da acque provenienti dallo scioglimento dinevi e ghiacciai, quindi dall’azione di acque prive di saliche dilavano le parti solubili del calcestruzzo, inparticolare l’idrato di calcio .La Fig. 16 indica la variazione dell’alcalinità delcalcestruzzo, col passare del tempo, sotto l’azionedell’anidride carbonica presente nell’aria, in caso dicalcestruzzo protetto e non protetto.

La Fig. 17 rappresenta lapermeabilità alla CO2 ed al vaporacqueo della pellicola di alcunepitture pittura protettive edanticarbonatazione delcalcestruzzo.Per quanto riguarda lapenetrazione dell’anidridecarbonica nel calcestruzzo, Klopfered Hengelfried, indicarono, peruna pittura applicata per unospessore da 100 micrometri,come coefficiente minimo dipermeabilità alla CO2, chegarantisse il mantenimentoall’esterno del calcestruzzo questogas particolarmente dannoso, unµCO2 di 500.000.Per consentire invece un’ottimatraspirabilità del vapore, in mododa evitare fenomeni di blistering,un µH2O massimo di 15.000.

Una barriera anticarbonatazione,realizzata con una pittura specifica,impedisce il passaggio della CO2,ma prmette la fuoriuscita dell’acqua sotto forma di vaporacqueo. Fig. 18

Esempio di variazionedell’alcalinità Fig.16

Permeabilità alla CO2 ed al vapor d’acqua divarie pitture. Fig.17

CO2

Vaporacqueo

H20

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Nel capitolo riguardante le cause del degrado delcalcestruzzo si è evidenziato che la partegeneralmente colpita è quella corticale: cioèquella che ricopre il ferro d’armatura (staffe ecorrenti), proteggendoli dalla aggressioni degliagenti atmosferici, dagli inquinanti chimici e dagliurti.

IL COPRIFERROIl copriferro dovrebbe essere di almeno duecentimetri per fornire una protezione adeguata.Uno spessore inferiore, in particolare in zone adalto inquinamento, sono del tutto insufficienti.

IL MODULO ELASTICOLe strutture in calcestruzzo sono soggette incontinuazione a deformazioni più o meno ampie

sia per il carico strutturale intrinseco alla struttura stessa, sia per i carichi accidentali dovutiall’esercizio della struttura.In particolare le costruzioni snelle saranno soggette a movimenti talora anche molto ampi,per azione del vento, mentre i serbatoi pensili saranno soggetti a movimenti per azione siadel vento sia del carico accidentale variabile della struttura. Allo stesso modo si comportano costruzioni di tipo diverso, ma nelle quali ci siano deicarichi variabili o delle sollecitazioni meccaniche dovute ad eventi meteorologici .Tenendo presente questi movimenti si capisce come le malte da riparazione debbanoavere un modulo elastico decisamente inferiore a quello del supporto sul quale vengonoapplicate, in modo da seguirne le deformazioni senza fessurarsi.Per eseguire delle riparazioni su strutture iperdimensionate o interrate, dove i movimentisono molto ridotti, le malte da riparazione possono avere dei moduli elastici prossimianche a quelli del calcestruzzo. (Un modulo elastico basso è indice della capacità dellastruttura di deformarsi senza rompersi, al contrario un modulo elastico alto è indice dirigidità). In generale comunque nelle strutture rigide od elastiche per la ricostruzione del copriferroè preferibile usare delle malte con un modulo elastico inferiore a quello del calcestruzzo

Visione d’insieme dei vari fenomeiriguardanti il ferro d’armatura ed ilcopriferro, la passivazione delle barre,la ricostruzione del copriferro e laprotezione generale del calcestruzzoFig.1

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Asportazione del copriferroammalorato mediante sabbia-tura Fig.4

Particolare del ferro d’armaturasabbiato Fig.5

Esame di una zona noncarbonatata: la soluzionedi fenolftaleina diventarosso-viola Fig.2

Esame di una zonacarbonatata: la soluzionedi fenolftaleina rimaneincolore. Fig. 3

La preparazione del sottofondo

Per prima cosa si dovarnno asportare meccanicamente(generalmente con demolitore, scalpellatrice, bocciardatura,sabbiatura, idrodemolizione, ecc.) tutte le parti dicalcestruzzo che non risultano ben aderenti, chepresentano segni evidenti di degrado, che sono sporche dioli, grassi o altre sostanze che possono pregiudicare labuona adesione delle malte da riparazione.

Per eseguire un buon lavoro è importante asportare tutto ilcalcestruzzo che è stato interessato dal fenomeno dellacarbonatazione e dalla penetrazione dei cloruri (figg. 4 e 5)

Per il controllo delle parti interessate a carbonatazione siutilizza un reagente (soluzione di fenolftaleina) da applicaresul calcestruzzo. In presenza di pH> 9 reagisce diventandocolor rosso-viola (fig.2). Se rimane incolore il calcestruzzo ècarbonatato Ph < 9 (fig.3).

Analogamente vi è lapossibilità di individuare learee interessate dallapenetrazione dei clorurimediante una soluzione dinitrato d’ argento.

E’ molto importanteverificare la penetrazionedei cloruri perché anche inpresenza di un valore pHmaggiore di 9,5 lacorrosione avvieneugualmente. Quindi se icloruri hanno raggiunto iferri si dovrà provvederealla protezione catodica

della struttura, per avere la massima garanzia che lacorrosione dei ferri si arresti.

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Il trattamento dei ferri

Terminata la prima fase si passa al trattamento dei ferri d’armatura, in modo da arrestare la formazione di ruggine,che provocherebbe dei nuovi distacchi. (fig. 6). La cosamigliore è quella di sabbiarli, ma in alternativa vanno benspazzolati con spazzole metalliche e pre-trattati con unoconvertitore di ruggine. La fig. 7 fa vedere una tipica reazione di ossidoriduzione,quale infatti è il fenomeno della corrosione che per motividi varia natura, quali il contatto fra parti metalliche didiversa natura, eterogeneità del liquido a contatto delmetallo, differenze di concentrazione gassosa nella faseliquida, ecc., genera una pila o cella galvanica con lasolubilizzazione del metallo nella zona anodica e scaricadi ioni nella zona catodica.

Per impedire che lacella galvanica ( o pila )si formi è necessarionon fornire alla parte

metallica alcuni elementi della reazione, quali l’ossigenoe l’acqua, oppure avvolgere il ferro d’armatura con unapellicola protettiva che blocchi almeno una dellereazioni, quella catodica o quella anodica, meglio setutte e due.Gli inibitori di corrosione migrano per vialiquida e gassosa verso il ferro d’armatura attraverso lamicroporosità del calcestruzzo, che è anche la via per lapenetrazione dell’acqua e dell’anidride carbonica, checome abbiamo già visto è la causa dellacarbonatazione, la quale a sua volta è causa delladepassivazione delle barre d’armatura.

Questo nuovo tipo di inibitori di corrosione, che venneoriginariamente utilizzato soprattutto per combattere lacorrosione derivante dalle acque di processo, viene oggilargamente impiegato nel trattamento delle barred’armatura proprio per la doppia funzionalità anodica ecatodica; all’anodo contrastano la dissoluzione delmetallo (Fe→Fe+++2e- ) mentre al catodo ostacolando ilcontatto fra il metallo, l’ossigeno e l’acqua nonpermettendo l’innesco della corrosione.

Applicazione della boiaccapassivante EUROCRETFERRO Fig.6

Formazione della cellagalvanica con diissoluzionedel ferro all’anodoFig. 7

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Applicazione della maltada ripristino Fig 9

La preparazione e l’applicazione delle malte

Il fondo, preparato come descritto nella fase1, andràbagnato a rifiuto prima della applicazione, meglio ancorase viene applicata una boiacca formata da:2 p.v. di cemento PLT 42,52 p.v. di sabbia fine1 p.v. di EUROCRET Latex acqua quanto basta perché sia pennellabileche fungerà da primer di ripresa;oppure si potrà estendere l’ applicazione della boiacca peri ferri anche al calcestruzzo circostante.

Si passerà quindi alla applicazione delle malte, chevengono applicate a dorso di cazzuola per uno spessore di

circa 2 cm alla volta (figg. 8 e 9), senza la necessità di casserature. Le malte sidiffererenziano una dall’altra per le resistenze meccaniche e per i tempi di presa, purrimanendo nell’ambito delle malte a basso modulo.La malta potrà essere confezionata dall’ operatore inconsistenza plastica, fluida o superfluida, in base allaapplicazione:

Per la preparazione delle malte (ad esclusione di quelle rapide) l’ operatore dovràinizialmente mettere nella betoniera il quantitativo minimo d’ acqua; aggiungere in modocontinuo e costante il premiscelato in polvere, mescolando per 3-4 minuti, fino ad ottenereun impasto ben amalgamato e privo di grumi; aggiungere, se necessario, il restodell’acqua sino a raggiungere la consistenza desiderata e mescolare per altri 2 minuti.

Se vi sono dei piccoli rappezzi e si vuole una certa celerità di intervento si potrà optare peruna malta rapida, come l’ EUROCRET B300, che andrà preparata in un secchio, nellagiusta quantità necessaria per il rappezzo; al contrario se le parti da ripristinare sonoestese, o c’è una alta temperatura, è da preferire una malta a presa normale comel‘EUROCRET B400.

Applicazione di una maltareoplastica da recupero eprofilatura Fig. 8

tipo di lavoro consistenzaconsigliata

spandimento %

applicazione acazzuola

plastica 40

applicazione aspruzzo

plastica 50

solidarizzazione dielementiprefabbricati

fluida 90

applicazione percolata incasserature

fluida - superfluida 90-150

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Durante i lavori di riporto di grossi spessori, con cazzuola o a spruzzo, i risultati migliori diaderenza e omogeneità si ottengono se gli strati successivi vengono applicati tra l’ inizio ela fine presa dello strato precedente.In pratica si tratta di un intervallo abbastanza lungo, caratterizzato da una certa resistenzaalla penetrazione del dito.

La malta può essere frattazzata. Questa operazione non deve essere fatta troppo presto,per evitare ferrure da ritiro, dovute ad eccesso d’ acqua in superficie.Il momento migliore per eseguire questa operazione è quando la malta applicata nonaderisce più al tocco della mano (praticamente sul palmo della mano non deve rimaneremalta fresca).

Dopo qualche ora, quando sta per finire la presa, tutte le parti esposte all’ aria debbonoessere accuratamente maturate bagnando le superfici con acqua, o coprendole con sacchidi tela bagnati per almeno 24 ore. Nelle situazioni di clima caldo, asciutto e/o ventilato èbene prolungare questa umidificazione per almeno 48 ore.

Per una finitura di pregio potranno essere utilizzate l’ EUROCRET B200 o l’ EUROCEMB140, malte rasanti a ritiro compensato per applicazioni in spessori da 1 mm fino a 5 mm.per la prima e da 1 a 8 mm per la seconda.

Influenza delle temperature sulla lavorabilità delle malte

Normalmente una malta può essere impiegata da + 5°C a + 45°C, tuttavia per le basse ele alte temperature sono necessari alcuni accorgimenti.

Durante le basse temperature è opportuno:- impiegare per gli impasti acqua calda (30-40°C)- iniziare i lavuri in mattinata, per dare sufficiente tempo di maturazione prima del gelo

della notte: si dovrà raggiungere la resistenza minima di 5 N/mm2

- proteggere le parti applicate con teli, tavole, ecc. (riscaldare se possibile)

Durante le alte temperature abbiamo il problema della perdita di lavorabilità:- a 15-20°C la malta rimane lavorabile 1-2 ore- a 30-35°C la malta rimane lavorabile 30-60 minuti- a 40-45°C la malta rimane lavorabile 15-30 minuti

pertanto si dovrà:- mantenere i sacchi in luogo fresco e riparato dal sole- utilizzare acqua fredda per l’ impasto (anche con ghiaccio tritato)- eseguire i lavori nei periodi più freschi- mantenere una stagionatura umida più a lungo

Page 18: IL CALCESTRUZZO - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/eurobeton/pdf/le-guide-ripristino-cls.pdf · Il calcestruzzo armato è soggetto per sua natura al degrado dovuto ad una serie di azioni

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Esecuzione di strati sottili su supporti soggetti a carichi dinamici

L’ esecuzione di strati sottili su supporti che vibrano (ponti, viadotti) presenta grossedifficoltà.Normalmente durante il transito la malta tende a staccarsi dal supporto che vibra. E’necessario pertanto fermare il traffico, o ridurne la velocità, durante i lavori di posa inopera della malta.Le vibrazioni pericolose possono essere verificate osservando la superficie dell’ acqua inun recipiente posto sulla struttura da restaurare.Nel caso di movimentazione dell’ acqua sarà necessario fermare il traffico finchè non siaterminata la presa ed iniziato l’ indurimento (circa 10-12 ore a 20°C)

La protezione

Dopo avere eliminato le partiammalorate, protetto le barre d’armatura,ripristinato i copriferri mediante malte abasso modulo elastico o malte strutturalinelle strutture rigide, è necessarioproteggere il calcestruzzo per evitare chevenga nuovamente in contatto con queglielementi che ne hanno causato ildegrado: aggressivi meteorologici, qualiacque meteoriche che causano ildilavamento delle parti solubili delcalcestruzzo, aumentando così laporosità; aggressivi chimici ad es.piogge acide che si formano per azionedell’anidride solforosa (SO3) con l’acquao l’umidità atmosferica, la carbonatazionedovuta alla penetrazione dell’anidridecarbonica (CO2); la penetrazione deicloruri . I prodotti EUROTOP eEUROLASTIC, con il relativo primerEUROSOL, rappresentano una serie diprodotti formulati per risolvere i variproblemi sopraelencati, offrendo unaelevata resistenza alla penetrazione dellaanidride carbonica e una buonapermeabilità al vapor acqueo.