Il C u o re ch e p a lp ita n e llÕu m a n it

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N. 21 7 giugno 2009 0,90 Anno LXIII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Istituito il Fondo Spes per i senza lavoro 8e9 SPECIALE Oltre 25mila in pellegrinaggio a Pompei 5 VITA ECCLESIALE 20 giugno a Pozzuoli la Giornata regionale dei giovani 3 PRIMO PIANO Teresa Beltrano Michele Borriello Rosanna Borzillo Gino Bussetti Cristina Celli Valeria Chianese Nunzio D’Elia Alfonso D’Errico Umberto Folena Cristina Gambardella Luongo Rosaria La Greca Gianluca Manca Francesco Mercurio Antonio Nocchetti Elena Scarici Maria Rosaria Soldi Angelo Vaccarella. Gli interventi La “biblioteca circolante” della Volpicelli 2 IV meeting dei giovani dell’VIII Decanato 4 Incontro vocazionale Cism e Usmi 6 Un ricordo del Card. Alessio Ascalesi 10 Nasce un centro di accoglienza per stranieri 11 La guida “Tempo al femminile” 12 Le famiglie in campo per l’ambiente 13 La XX edizione di Galassia Gutenberg 15 Il Cuore che palpita nell’umanità Salvatore Esposito La pietà popolare dedica il mese di giugno alla devozione del Sacro Cuore di Gesù, che la liturgia celebra solennemente il venerdì che segue la seconda domenica dopo Pentecoste. È noto a tutti che la devozione al Cuore del Signore è stata ed è ancora una delle espressioni più vive della pietà ecclesiale. Il Direttorio su pietà popolare e Liturgia ricorda che «alla luce della divina Scrittura, l’espressione “Cuore di Cristo” designa il mistero stesso di Cristo, la totalità del suo essere, la sua persona considerata nel suo nucleo più intimo ed essenziale: Figlio di Dio, sapienza incerata, carità infinita, principio di salvezza e di santificazione per l’intera umanità. Il “Cuore di Cristo” è Cristo, Verbo incarnato e salvatore, intrinsecamente proteso, nello Spirito, con infinito amore divino-umano verso il Padre e verso gli uomini suoi fratelli» (n.166). segue a pag. 6 Martedì 2 giugno, compleanno del Card. Crescenzio Sepe. Al nostro Arcivescovo, con filiale affetto, gli auguri più fervidi dell’Arcidiocesi. AUGURI AL CARD. SEPE

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N. 21 • 7 giugno 2009 • € 0,90

Anno LXIII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Istituitoil Fondo Spes

per i senza lavoro8 e 9

SPECIALE

Oltre 25milain pellegrinaggio

a Pompei5

VITA ECCLESIALE

20 giugno a Pozzuolila Giornata regionale

dei giovani3

PRIMO PIANO

Teresa Beltrano • Michele Borriello • Rosanna Borzillo •

Gino Bussetti • Cristina Celli • Valeria Chianese • Nunzio

D’Elia • Alfonso D’Errico • Umberto Folena • Cristina

Gambardella Luongo • Rosaria La Greca • Gianluca Manca

• Francesco Mercurio • Antonio Nocchetti • Elena Scarici

• Maria Rosaria Soldi • Angelo Vaccarella.

Gli interventiLa “biblioteca circolante” della Volpicelli 2

IV meeting dei giovani dell’VIII Decanato 4

Incontro vocazionale Cism e Usmi 6

Un ricordo del Card. Alessio Ascalesi 10

Nasce un centro di accoglienza per stranieri 11

La guida “Tempo al femminile” 12

Le famiglie in campo per l’ambiente 13

La XX edizione di Galassia Gutenberg 15

Il Cuore che palpitanell’umanità

Salvatore Esposito

La pietà popolare dedica il mese digiugno alla devozione del SacroCuore di Gesù, che la liturgia celebrasolennemente il venerdì che segue laseconda domenica dopo Pentecoste.È noto a tutti che la devozione alCuore del Signore è stata ed è ancorauna delle espressioni più vive dellapietà ecclesiale. Il Direttorio su pietàpopolare e Liturgia ricorda che «allaluce della divina Scrittura,

l’espressione “Cuore di Cristo” designail mistero stesso di Cristo, la totalità delsuo essere, la sua persona consideratanel suo nucleo più intimo ed essenziale:Figlio di Dio, sapienza incerata, caritàinfinita, principio di salvezza e disantificazione per l’intera umanità. Il“Cuore di Cristo” è Cristo, Verboincarnato e salvatore, intrinsecamenteproteso, nello Spirito, con infinitoamore divino-umano verso il Padre everso gli uomini suoi fratelli» (n.166).

segue a pag. 6

Martedì 2 giugno,

compleanno del

Card. Crescenzio Sepe.

Al nostro Arcivescovo,

con filiale affetto,

gli auguri più fervidi

dell’Arcidiocesi.

AUGURI AL CARD. SEPE

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Vita diocesana Nuova Stagione2 • 7 GIUGNO 2009

APPUNTAMENTI

Centro vocazioni sacerdotali

Due i campi vocazionali esti-vi previsti. Il primo per adole-scenti, dai 15 ai 20 anni, si terràda lunedì 15 a giovedì 18 giugnoa Casalvelino, in provincia diSalerno. Il secondo, rivolto aipreadolescenti di terza media edel primo anno di scuola supe-riore, in Seminario, in vista di unpossibile ingresso al SeminarioMinore. L’appuntamento è per leore 17 di martedì 30 giugno finoal pranzo di venerdì 2 luglio.

Unione Apostolica del Clero

In questo Anno Paolino, inprospettiva anche di vivere insie-me l’Anno sacerdotale, l’UnioneApostolica del Clero intende con-dividere una giornata di preghie-ra e di comunione tra ministri or-dinati. Sabato 20 giugno, pellegri-naggio a Roma per visitare laBasilica di San Paolo Fuori leMura e la Basilica di San Pietroin Vaticano. L’appuntamento è al-le ore 7 presso la Basilica delBuon Consiglio a Capodimonte.Per ulteriori informazioni e pre-notazioni: don Giorgio Cozzolino(081.739.45.90 – 339.315.32.15);diacono Gennaro Galluccio: [email protected] o diaco-no Giuseppe della Corte: [email protected]

Comunità del MagnificatQuesti i prossimi appunta-

menti per i “Tempi dello Spirito”,proposti dalla Comunità delMagnificat per giovani e adulti.

Dal pomeriggio di venerdì 3luglio al mattino di mercoledì 8luglio, Lectio Divina “La Parolainterpella, orienta e plasma l’esi-stenza”.

Dal pomeriggio di venerdì 7agosto al mattino di mercoledì12 agosto: “Di Dio ci si può fida-re! Maria m’insegna!”.

Come quota di partecipazio-ne è richiesto un contributo per-sonale alla condivisione di vita

La Comunità del Magnificatsi trova in via Provinciale 13, aCastel dell’Alpi, in provincia diBologna, sull’Appennino Tosco-Emiliano, a 750 metri di altitu-dine.

Per chi viaggia con mezzipubblici Castel dell’Alpi è facil-mente raggiungibile con auto-bus di linea che partono dall’au-tostazione di Bologna e fanno ca-polinea a 150 metri dall’abitazio-ne della Comunità delMagnificat. Per informazioni eprenotazioni: 328.27.33.925.

Corso di iconografiaPresso la Casa di esercizi spi-

rituali “Hotel Sereno SoggiornoSalesiano”, dei padri Salesiani,in via Pacognano 34, aPacongano di Vico Equense, è inprogramma, da sabato 27 giugnoa sabato 4 luglio, un corso prati-co di iconografia sul tema:“Scrivere l’icona della Madre diDio Odighitria”.

Lo scopo del corso, tenuto dalmaestro iconografo AngeloVaccarella, è quello di realizzareun’icona finita, percorrendo untriplice percorso: tecnico, teolo-gico e spirituale.

Per ulteriori informazioni eprenotazioni: 335.653.01.31.

Visita alla “biblioteca circolante” voluta da Santa Caterina Volpicelli

«Il libro, farmaco del cuore»di Rosanna Borzillo

L’Acr punta al CentroLa Festa Diocesana degli Incontridell’Azione Cattolica dei Ragazzi

di Maria Rosaria Soldi

Un carretto per diffondere libri nel centro storico di Napoli: è la bi-blioteca circolante, l’intuizione di Caterina Volpicelli, canonizzata aRoma il 26 aprile scorso da Benedetto XVI. Una delle tante illumina-zioni della suora “senza abiti” che pensava che l’istruzione dovesse es-sere per tutti: anche per la gente semplice. Perciò, suor Caterina fon-datrice delle Ancelle del Sacro Cuore ebbe l’idea di girare tra le stradedi Napoli e distribuire libri per evangelizzare ed opporsi alla culturaanticlericale del tempo. Sabato e domenica scorsa è stato possibile vi-sitare il patrimonio immenso, custodito presso la casa madre delleAncelle, in via largo Caterina Volpicelli alla Salute: circa 5000 volumi,di cui 3500 informatizzati e catalogati, risalenti al 1800.

L’apertura al pubblico, dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle ore 15.00alle ore 19.15, ma la visita alla “biblioteca circolante” è possibile ognivolta che si accede all’istituto della Salute. «Si racconta che santaCaterina – dice suor Elena Santoro delle Ancelle del Sacro Cuore – fos-se così attenta e così convinta dell’importanza dei libri da lasciare volu-tamente in sala d’attesa, quando aspettava un ospite, un libro adatto al-la persona: a seconda del suo stato d’animo, della sua condizione spiri-

tuale e psicologica. La Volpicelli – prosegue suor Elena - lasciava sul ta-volino “distrattamente” il libro adatto. E si faceva attendere un po’, inmodo da offrire il tempo sufficiente al suo ospite di leggere qualche pas-so del testo. Poi glielo regalava». Una sorta di terapia. «Il libro deve ca-pitare come un farmaco - scriveva nelle sue Lettere - deve essere contra-rio al male, adatto alla persona, propizio nel tempo giusto; permette l’a-pertura mentale e l’accoglienza della Grazia di Dio nell’animo umano».

Un modo per evangelizzare, ma soprattutto per diffondere cultu-ra. Ascetica, apologetica, storia, narrativa, filosofia, teologia, agio-grafia, diritto, emozionalità, gli argomenti dei volumi conservati nel-la biblioteca e, poi, opere generali e miscellanee. Tante le lettere scrit-te dalla stessa Caterina, raccolte in volumi unici e molti i testi infrancese, visto il continuo scambio epistolare ed intellettuale conLouise-Thérèse de Montaignac, fondatrice della Pia Unione delleOblate nella quale santa Caterina voleva entrare fino a che non eb-be la profonda intuizione – guidata da Sisto Riario Sforza – di fon-dare una congregazione tutta napoletana che rispondesse ai bisognidel territorio.

Come ogni anno, la grande Festa degli Incontri concluderà il cammi-no formativo dell’Azione Cattolica dei Ragazzi di Napoli. Tutti i ragazzidai 6 ai 14 anni delle parrocchie della nostra diocesi, si incontrerannoSabato 13 Giugno presso gli spazi del Centro direzionale, per testimonia-re insieme la bellezza di stare alla sequela del Signore e di crescere nellafede. La scelta di un luogo all’aperto vuole essere un modo per poter dareun segno vivo di testimonianza e di promozione del territorio, e per potercoinvolgere tutti quei ragazzi ancora oggi lontani da un percorso di fede,da una vita fondata su ideali di pace, fraternità e amore.

Tema della festa sarà il donarsi all’altro senza risparmio, il donare ilproprio tempo investendolo in scelte concrete di amore e solidarietà. Ilcammino dell’Azione Cattolica di quest’ anno ha posto l’attenzione sull’e-ducarsi ad uno stile di vita sobrio e attento all’essenziale.

In un mondo in cui prevale la logica del centro commerciale, dell’ave-re tutto e anche il superfluo, i ragazzi si sono impegnati a concretizzareprogetti di solidarietà verificando le esigenze del proprio territorio. Hannoquindi imparato a mettersi al servizio delle proprie città, avendo uno sguar-do ampio sull’altro, ma soprattutto hanno imparato che uno stile di vitapiù sobrio è oggi necessario e possibile. A conclusione di questo percorsotutti i ragazzi delle diverse parrocchie della diocesi di Napoli, si ritrove-ranno insieme ancora una volta per condividere la gioia dell’incontro conl’altro e far festa, con musica e tanti giochi educativi. A lasciare un mes-saggio forte di stile di vita sobrio e una frizzante testimonianza sarà poifrate Pietro Isacco, dell’ordine dei frati minori francescani di Baronissi.Sarà bello scoprire attraverso la sua testimonianza quanto la via dell’es-senzialità sia la vera strada della felicità.

Lato destro della sala. “Biblioteca circolante”del Sacro Cuore

Stralcio di una delle tante lettere in cui Santa Caterina raccomandala lettura di qualche libro particolare

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Primo PianoNuova Stagione 7 GIUGNO 2009 • 3

In Cattedrale la Veglia di Pentecoste conclude l’Agorà dei giovani.Sabato 20 giugno a Pozzuoli la Giornata regionale

«Lo Spirito che dà coraggio»di Rosaria La Greca

non fatta di parole ma di azioni fattive, inquella missione evangelizzatrice che ci chia-ma ad incarnare il Vangelo aderendo incompletezza e pienezza alla volontà di Dio».

Servi, traduttori, missionari dellaParola, testimoni forti e sicuri, come i pri-mi cristiani: è l’invito del Pastore. «Nonsiete soli, avete l’amore dello Spirito Santo.Questa è la Pentecoste - sottolinea ilCardinale Sepe - la fiducia, la forza che civiene da Dio. Questo celebriamo stasera,non solo il ricordo di un accadimento, mail rinnovamento della discesa, su di noi, del-lo Spirito .Per questo vogliamo pregare conMaria che con gli apostoli è stata la primaannunciatrice di Dio».

La celebrazione è stata animata dall’uf-ficio giovani, dall’ufficio liturgico e dall’uf-ficio catechistico diocesano. Attenzioneanche all’ambiente: il libretto per la vegliaè stato stampato su carta riciclata per con-tinuare l’educazione al riciclo e alla salva-

guardia del creato che l’ufficio giovanipromuove da tempo.

Tre i segni che hanno scandito i mo-menti salienti della celebrazione.

L’incenso, segno della preghiera che sa-le al Signore, offerto dalla fisionomia gio-vane della chiesa di Napoli, ragazzi, ragaz-ze, coppie e consacrati che hanno fattouna scelta di impegno nella Chiesa.

L’acqua, segno del Battesimo in cui tut-ti siamo divenuti concittadini dei Santi efamiliari di Dio. Viene portata dai giovanitra i banchi della Cattedrale dove i fedelisi segnano dopo aver bagnato le mani nel-le coppe con l’acqua appena benedetta daSua Eminenza.

L’intronizzazione dell’icona dellaMadonna, che ha accompagnato il man-dato dell’Arcivescovo ai giovani, invita adessere nel mondo come Maria, testimonecon la vita più che con le parole, della se-quela di Cristo.

«Nella celebrazione di questa veglia, vo-gliamo invocare lo Spirito affinché al ter-mine del triennio dell’Agorà dei giovani ita-liani, le nostre comunità si aprano ad unatestimonianza coraggiosa ed originale, mi-surandosi sulle frontiere del nostro tem-po». Così Sua Eminenza il CardinaleCrescenzio Sepe nell’aprire la celebrazio-ne della Veglia di Pentecoste tenutasi il29 Maggio nella affollata Cattedrale diNapoli. Le parole di Sua Eminenza sonorivolte in maniera particolare ai giovaniperché siano responsabili del loro esseretestimoni di Cristo e di quanti incontra-no sul loro cammino, accompagnandoliper mano sulla lunga strada dell’amoredi Dio.

Ricordando le parole del Vangelo,«Non vi lascerò soli in questa missione, in-vierò quello Spirito che vi darà forza e co-raggio per continuare la mia opera,l’Arcivescovo, durante l’Omelia invita tut-ti i presenti a vivere con Maria e gliApostoli l’attesa dello Spirito Santo per-ché voi tutti- dice Sepe- riconfermati e ri-confermandi, possiate rinforzarvi nella fe-de e predicare il Vangelo, legge dolce di Dio,Cuore di Dio, Parola di Dio fattasi uomo inCristo Gesù, emblema dell’impegno dellanostra vita cristiana. Lo Spirito - aggiun-ge anche l’Arcivescovo - viene per dirci cheanche noi siamo chiamati a testimoniare eannunciare la Chiesa sposa di Cristo.Ognuno di noi è chiamato ad incarnare ilVangelo e a testimoniarlo.

Voi giovani, che siete impegnati ad esse-re testimoni veri in questo mondo in crisidi valori, in un mondo che tende ad am-massare tutto e tutti, voi siete mandati adessere anima, sorgente di vita. Lo Spirito èSpirito di libertà e ci saprà trasformare inapostoli ed evangelizzatori. Sentitevi re-sponsabili della vostra vita cristiana e del-la vita di tutti i fratelli e sorelle con cui con-dividete la quotidianità. Una responsabilità

I giovani a Pozzuoli per continuare ad accogliere….

Il 20 giugno, il Cardinale Sepe incontrerà i Vescovi ed i loro gio-vani provenienti da tutta la Campania, che arriveranno a Pozzuolisulla scia di San Paolo per la celebrazione della Giornata regiona-le della gioventù. I giovani della Diocesi di Napoli si danno appun-tamento alle 16 presso la chiesa di Maria SS. della Consolazionedi Pozzuoli per la conclusione dell’itinerario annuale iniziato sulVesuvio il 14 settembre scorso e per approfondire la tematica del-l’accoglienza come realtà di impegno dei giovani napoletani.Un’accoglienza dello straniero, dell’altro, aldilà della provenien-za, dello stato sociale, dell’appartenenza. Parteciperanno l’Agesci,l’Azione cattolica ragazzi e la Comunità di Sant’Egidio che con l’e-quipe di pastorale giovanile animeranno l’incontro. I giovani del-la diocesi di Napoli, alle 17.30 si uniranno sul lungomare diPozzuoli agli altri coetanei provenienti dalla Campania e raggiun-geranno il Porto con mons. Angelo Spinillo, delegato Cec per lapastorale giovanile. In piazza a Mare accoglieranno il CardinaleSepe e gli altri Vescovi della Campania che arriveranno via mareda Nisida: un segno che ricorda la comunità cristiana che aspet-tava sulla riva di Pozzuoli gli apostoli che con Paolo arrivavanodalla terra di Gesù.

Ci sarà poi, la preghiera comunitaria, l’ascolto della Parola, letestimonianze di giovani dei paesi del Sud del Mediterraneo, poiparlerà un operatore che ha lavora in un centro di accoglienza digiovani stranieri. La serata si concluderà con una festa in piazzaed un concetto di musica africana. Sul sito www.giovaninapoli.itinformazioni e adesioni.

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Vita ecclesiale Nuova Stagione4 • 7 GIUGNO 2009

Acr Ragazzi - Napoli

“Tuseguimi”Un anno in cui i ragazzi hannogridato “Mi basti Tu!” nonpoteva che concludersi conl’invito di Gesù: Tu seguimi!Dire che Gesù ci basta èaffermare al tempo stesso chevogliamo seguirlo, e farlosoprattutto durante il tempoestivo, un tempo in cui tuttosembra fermarsi, mettersi alriposo, ma non la fede, né ilcammino di crescita di ciascunragazzo. Il tempo estivo è unmomento di svago e di nuoviincontri, ma diventa anche untempo prezioso in cui scoprire lafedeltà di Dio nella propria vita.Ed ecco che l’esperienza delcampo-scuola è per il ragazzoun’opportunità forte di incontroe dialogo con la Parola di Dio.Su questa certezza, l’AzioneCattolica dei Ragazzi delladiocesi di Napoli propone anchequest’anno il campo-scuoladiocesano rivolto a tutti iragazzi dai 12 ai 14 anni chevorranno vivere un’esperienzaforte di famiglia, preghiera,condivisione e crescita. “Tuseguimi” sono le parole cheGesù rivolge all’apostolo Pietro.Sarà infatti la sua figura a fareda guida a tutta l’esperienza delcampo. Il ragazzo potràconfrontarsi e verificare la suavita con l’esperienza e latestimonianza di un uomoimpulsivo, ma nello stessotempo ingenuo, pauroso ecapace di un pentimentosincero, un uomo che riconoscei suoi limiti, ma che si lasciacoinvolgere con generositàdall’amore di Dio e crede inColui che lo chiama a seguirlo.Tappe di questo camminosaranno la chiamata di Pietro ela maturazione della scelta dellasequela. Insieme all’apostolo iragazzi potranno sperimentarela bellezza di essere famiglia diAC, di essere Chiesa viva che siincontra, condivide, si conosce,si accoglie. E seguendol’esempio di Pietro ciascunopotrà ritornare da questaesperienza più ricco e piùcresciuto per continuare a viverenella sua ordinarietà la bellezzadell’essere discepolo.

Maria Rosaria Soldi

* * *

CampoScuola12-14 anniL’appuntamento è da sabato18 a martedì 21 luglio pressoVilla Sacro Cuore ad AsceaMarina.La quota di partecipazione èdi 115 euro.Per ulteriori informazioni eprenotazioni: 347.012.00.87

Si è tenuto a Scampia il IV Meeting dei Giovani dell’ottavo Decanato

Non aver paura del domani

Tra il 439 ed il 440, a causa dell’invasione delle coste dell’Africacristiana da parte di Genserico, re dei Vandali, molti vescovi e cri-stiani scapparono dalle loro sedi e trovarono asilo in Campania. «Gliesuli africani importarono in Campania la loro tradizionale cultura,come la consuetudine della vita domestica chiaramente ispirata allaRegola agostiniana e tra i tesori più preziosi, varie reliquie. Le più in-signe di queste è il corpo di Santa Restituta» (Domenico Ambrasi).

Storicamente Santa Restituta appartiene ai famosi Martiri diAbitine e da allora veneratissima in Ischia e a Napoli. Secondo la“Passio SS. Dativi etc” Restituta fu arrestata in Abitine, AfricaSettentrionale, in casa di Ottavio Felice, mentre nella stessa, secon-do consuetudine, si celebrava l’Eucarestia domenicale. Essa facevaparte di un gruppo di circa trenta uomini, oltre le donne, tra cuiSeconda, Vittoria. Dopo l’arresto, tutti furono sottoposti ad un pro-cesso.

Una prima istanza avvenne ad Abitine stessa, in seconda istan-za il processo si spostò nel capoluogo, a Cartagine e dinanzi ad untribunale più rappresentativo presieduto dal proconsole Anulino.Questo secondo processo fu celebrato il 12 febbraio 304. Dopo, tut-ti, anche Restituta, furono gettati nel carcere di Cartagine e, in se-guito, furono condotti al martirio in tempi ed in luoghi diversi.

Giuseppe Ricciotti scrive: «Questa Passione (Passio dei martiriAbitinesi) giunta fino a noi, fu composta nel secolo IV, ma incorporògli Atti primitivi consistenti nei processi verbali dell’interrogatorio».Tra questi martiri, la più celebre, lungo i secoli, risultò Restituta, ve-nerata prima in Africa, nella Basilica Maiorum, dove erano stati de-posti i resti mortali. Solo, in un secondo tempo, per l’invasione deiVandali in Africa, le sue reliquie furono traslate ad Ischia. E da al-lora il suo culto si diffuse dappertutto, nell’Italia cristiana.

Ora la domanda è: dove furono deposte nella ridente Ischia le sa-cre reliquie della martire cartaginese? Nell’isola sono stati indivi-duati diversi siti archeologici che attestano il flusso commercialedall’Africa, ed anche la presenza di comunità cristiane in molte lo-calità dell’isola.

A Lacco Ameno si trova il sito più importante in “loco qui dici-tur Eraclius” ed ivi si può ammirare una basilica paleocristiana ap-partenente al patrimonio della Santa Sede. In un passo della famo-sa “Passio” si trova la più antica testimonianza scritta della trasla-zione. L’antica basilica di Lacco Ameno, sorta tra il III e il IV seco-

lo, con la deposizione delle spoglie mortali della Santa, assume ilnome di Basilica S. Restitutae (V secolo). E perciò divenne faro didevozione alla Santa non solo per gli ischitani, ma per l’ItaliaMeridionale.

Divenne come un santuario vero e proprio, mèta di pellegrinag-gi. A testimonianza di tale partecipazione e della continue visite alSantuario di Santa Restitua, in Ischia, c’è il ritrovamento di reper-ti con simboli cristiani.

Ora agli inizi del secolo IX avvennero diverse incursioni deiTurchi (saraceni) sulle spiaggie di Ischia, molti movimenti tellurici,l’ingerenza degli Arcivescovi di Napoli provocarono un notevole ca-lo nella devozione alla Santa e, forse, per proteggerne la memoria erinnovarne il culto si ritenne opportuno la traslazione (seconda) delcorpo della martire in Napoli. E fu un nuovo rifiorire del culto allaVergine Cartaginese.

Nel noto Calendario Marmoreo, documento inciso su marmo altempo del Vescovo napoletano Giovanni IV si legge al 16 maggio:“NT S. Restitutae”. La consacrazione, per dir così, del suo culto è,dunque, attestata per Napoli e Campania, nell’inserimento di quelcalendario.

Dal “Cronicon” dei Vescovi napoletani risulta, però, che versola fine del secolo IX esisteva, a Napoli una Basilica costantinianaintitolata a Santa Restituta. Il Vescovo Attanasio I celebrava i sa-cri riti nella “Ecclesia S. Restitutae, quae a Costantino… conditaest”. Ecco allora che, oggi, si può visitare, entrando appena sulladestra nel Duomo di Napoli, questa bella Basilica, appunto costan-tiniana.

Già dal 1066 il culto della Santa è confermato per l’esistenza diuna “Congregazione ed una Chiesa” eretta in onore di lei. Alla finedel XII secolo il cosiddetto Calendario Tutiniano riporta in rosso il17 maggio: “Sancte Restitute Virginis Martyris”. Nel 1509 un tal pit-tore Buono Silvestre, dipinge, nella parte superiore di una tavola, laMadonna col Bambino, San Michele e Santa Restituta.

E Luca Giordano raffigura in un altro quadro, ivi conservato, labarca di Santa Restituta guidata dagli angeli verso Ischia.

Invocando la protezione della Vergine Cartaginese, compatronadella nostra Napoli, facciamo voti che in una prossima redazionedel Calendario della Diocesi, sia restituito a Santa Restituta il glo-rioso titolo di Martire.

Memoria di Santa Restituta

Un culto millenariodi Michele Borriello

«Non bisogna arrendersi al male! Mai»”Ricordando con commozione queste paroleaffermate a gran voce da Giovanni Paolo IIalla popolazione del Rione Scampia, quellontano sabato 10 novembre del 1990, duran-te la sua visita pastorale in Campania, mar-tedì 2 giugno scorso, si è aperto il quartoMeeting dei giovani.

L’evento si sarebbe dovuto svolgere all’a-perto presso la struttura pastorale della par-rocchia Maria SS. del Buon Rimedio, ma acausa del maltempo gli organizzatori hannoscelto all’ultimo momento di trasferirsi con igiovani al coperto, presso il teatro dellaParrocchia di San Giuseppe Moscati di

Scampia. La manifestazione, che ha vistoprotagonisti circa 200 giovani delle parroc-chie del Decanato, è iniziata alle16 con l’ac-coglienza ed il saluto del decano DonFrancesco Minervino, che si è rivolto a loro«… speranza della Chiesa e del domani», conparole incoraggianti e paterne, esortandoli aproseguire fiduciosi nel cammino di unità. Aseguire poi l’intervento di don SalvatoreCinque, referente Pastorale giovanile e viceparroco della parrocchia della Resurrezione,che ha invitato i giovani «… a scoprire la pre-senza di Cristo nella propria vita … e a nonaver paura del domani». Infine Nicola DeRosa, responsabile laico della Pastorale gio-

vanile dell’ottavo decanato, ha concluso gliinterventi di apertura, augurando ai giovanipresenti di essere nel loro quartiere testimo-ni veraci della speranza.

Lo scopo principale dell’incontro é statoquello di ascoltare ed incoraggiare i giovani,per “Organizzare la speranza” secondo le li-nee del piano pastorale presentato dalCardinale Crescenzio Sepe.

I giovani sono stati appunto interpellatisu come sia possibile vivere oggi il messag-gio di speranza del Vangelo, a Scampia, aNapoli e nel mondo intero. Il tutto, attraver-so un programma intenso di incontri, di at-tività di musica, spettacolo, momenti di pre-ghiera, lavori di gruppo e di riflessione.Durante il meeting è stato anche possibileapprofondire le attività svolte dalle varierealtà pastorali presso gli stand apposita-mente preparati.

Significativa la presenza e la testimonian-za al meeting di Davide Cerullo, autore del li-bro scritto a quattro mani con AlessandroPronzato: “Ali bruciate. I bambini di Scampia”edito dalle Paoline. A 14 anni Cerullo vende-va droga e guadagnava 500 euro al giorno.Entrava e usciva dal carcere continuamente,come se fosse una cosa normale. «Un giorno,in carcere, ritornando dall’ora d’aria ho trova-to un Vangelo lasciato da qualcuno su unabranda. L’ho aperto e ho trovato scritto il mionome, Davide, ripetuto più volte. Qualcosa èscattato in me». Dal quel momento è iniziatauna vita nuova per lui. «Ecco, io sono con voitutti i giorni, fino alla fine del mondo». Questele parole conclusive del Vangelo di Matteo chehanno aperto il momento di riflessione delmeeting. Alla luce di questo dimorare di Gesùin mezzo a noi, nasca nei cuori dei nostri gio-vani la certezza di incontrare ogni giorno ilVivente, con la fede, perché ogni speranza sifonda su quell’unica verità che è Gesù Cristomorto e risorto.

Angelo Vaccarella

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Vita ecclesialeNuova Stagione 7 GIUGNO 2009 • 5

Camminate nella caritàIn 25.000 in marcia a Pompei sui passi della fede e della testimonianza

di Maria Rosaria Soldi

S.P.E.S., promosso dalla chiesa di Napoli.Questo essere arrivati qui dice che abbia-mo camminato nella carità, nella consa-pevolezza che è l’amore di Dio che muovei nostri passi sulle strade della vita quoti-

diana ed è questo amore chedobbiamo comunicare con lanostra testimonianza e congesti concreti di carità, di ac-coglienza delle sofferenze de-gli altri, con stili di vita soli-dali con i poveri e gli emargi-nati”. Emozionanti e forti so-no state poi le parole del no-stro padre VescovoCrescenzio, che ha rievocatoin ciascuno, nel giorno diPentecoste, la bellezza e lagrandezza del dono delloSpirito Santo, ricevuto nelgiorno del Battesimo e dellaConfermazione. Le sue paro-le sono state un abbracciofraterno per ciascuno:“Siamo qui come gli apostoli,venuti a pregare insieme allanostra mamma. E qui nellapreghiera, con la fede, con laforza della nostra speranza,invochiamo lo Spirito Santoperché scenda su di noi erafforzi la nostra fede.Ognuno in cammino, ha por-tato sulle spalle lo zaino spi-rituale con dentro tante aspi-razioni, desideri, gioie, soffe-renze, dubbi. Siete una mani-festazione di come lo spiritosanto agisce e ci porta aCristo. Voi siete il segno cheprendete sul serio il comandodel Signore “siate miei testi-moni”. Quanti passi, quanta

preghiera, quanti sorrisi scambiati, quan-ti atti di carità. Quando ritornerete a casaavrete il cuore pieno di fede e soprattuttosul vostro cuore c’è la carezza di questa ma-dre, che come vi ha accompagnato oggi,siatene sicuri, vi accompagnerà in tutti imomenti felici e meno felici della vostra vi-ta».

pellegrinaggio di quest’anno dal titolo“Camminate nella carità”. “Anche que-st’anno siamo arrivati in pellegrinaggio aPompei - dice - abbiamo pregato lungo lestrade delle nostre città troppo spesso in-

sanguinate e trasfigurate dall’ingiustizia,dalla violenza e dall’illegalità, per impara-re da Maria, la Madre del Signore, a cam-minare nell’amore di Dio e ad essere testi-moni di carità. E’ proprio quello della ca-rità il tema scelto, in sintonia con le scel-te concrete di solidarietà fatte dalla chiesaitaliana, e con la costituzione del Fondo

Un appuntamento ormai fisso nelcuore di tanti napoletani, quello del pel-legrinaggio a Pompei, promosso da annidall’Azione Cattolica di Napoli. In venti-cinquemila, nell’ultimo sabato del mesedi maggio, giovani e adulti,hanno marciato lungo le stra-de dei comuni della nostradiocesi, per giungere in pre-ghiera al Santuario diPompei. La partenza ha avu-to luogo al mattino presso laBasilica del CarmineMaggiore, dove i numerosipellegrini si sono ritrovati perpregare insieme ed affidare alSignore il lungo e devotocammino. Ciascuno, con lapropria corona tra le mani, siè messo poi in cammino, uncammino certo faticoso, mareso lieve dai passi della fedee della testimonianza. Lestrade di Napoli si sono colo-rate di una comune preghie-ra, quella del Santo Rosario,che ha accompagnato l’inte-ro pellegrinaggio. E a marcia-re insieme ai tanti laici, an-che numerosi sacerdoti, chehanno animato la preghieradel Rosario e confessato lun-go tutto il viaggio. La meta èstata raggiunta dopo circanove ore di cammino. Ad ac-cogliere i pellegrini e l’iconadella Vergine del Rosario,nell’area meeting del santua-rio di Pompei, il vescovo del-la diocesi Sua eccellenzaMons. Carlo Liberati, che harivolto il suo caloroso saluto,ben lieto di ritrovare tanti fe-deli con la voglia di pregare e arricchirsisempre più di Cristo. La lunga giornatasi è conclusa con la celebrazioneEucaristica presieduta dal cardinaleCrescenzio Sepe. All’inizio della celebra-zione, il saluto della presidentedell’Azione Cattolica di Napoli, TittyAmore, la quale sottolinea il senso del

La chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo a Ponticelli haospitato quest’anno la Veglia Pentecostale del GruppoInterconfessionale di Attività Ecumeniche di Napoli (GIAEN).

Da anni si ripete nella nostra città questo appuntamentodi preghiera comune, che affonda le sue radici nei primi pas-si che il movimento ecumenico compiva ai primordi delNovecento. Infatti, mentre ai nostri giorni è la settimana del-l’unità dei cristiani (18-25 gennaio) il periodo in cui si con-centrano le occasioni pubbliche di preghiera comune, allo-ra fu scelta la Pentecoste, evento fondante la Chiesa delRisorto, come momento di incontro delle Chiese evangeli-che, che sperimentavano la via della preghiera, per tentarela sfida dell’unità. Il lungo cammino sta dando lentamente isuoi frutti e spinge a non arrendersi di fronte a resistenze echiusure.

Una bella sfida è stata quest’anno anche la scelta di Ponticellicome sede dell’incontro interconfessionale. Questa zona, spes-so alla ribalta per aspetti poco edificanti, non ultimo l’assalto eil rogo del campo Rom, ha in questa occasione mostrato l’im-pegno e la cura di cui è capace, quando sono stimolate le suequalità migliori.

La cerimonia, semplice e suggestiva, animata dal Coro di vo-ci maschili e femminili, è stata presieduta da S. E. mons.Armando Dini, arcivescovo emerito di Campobasso, coadiuva-to da mons. Gaetano Castello, delegato diocesano per l’ecume-nismo e coordinatore del GIAEN, dal parroco d. Raffaele

Oliviero e dai componenti del GIAEN della Chiesa cattolica, or-todossa e protestante.

Alla fine della liturgia è stata offerta ai partecipanti una sim-bolica “letterina” contenente alcuni versetti tratti dalle Epistoledi S. Paolo: è stato scelto questo modo simpatico e significati-vo per chiudere l’anno paolino e questa cerimonia, la cui pre-parazione, come ha detto il parroco, ha coinvolto la comunità,sensibilizzandola forse per la prima volta all’ecumenismo. Il se-me è stato gettato: con l’aiuto dello Spirito, preghiamo perchéfruttifichi.

Cristina Gambardella Luongo

A Ponticelli la veglia di Pentecoste interconfessionale

Otto per milleliberi di sceglieredi Umberto Folena

Una volta all’anno, i cittadiniitaliani sono ministri dellaRepubblica. I contribuenti inmodo diretto; i loro parenti eamici non contribuenti inmodo indiretto, partecipandoalla loro decisione. Non tuttisono obbligati a fare ilministro una volta all’anno;chi non lo desidera, lascia chesiano gli altri a farlo al postosuo, perché così va indemocrazia. Siamo liberi.Quella volta all’anno è quandosiamo chiamati a firmare perl’otto per mille: se firmare, perchi firmare. Siamo liberi.Ministri, ma come? Ad ogniministero sono assegnate dellerisorse e tocca al ministrodecidere come distribuirle. Main occasione dell’Accordo direvisione del Concordato, nel1984, lo Stato italiano dice:stimo le confessioni religiosepresenti in Italia per il ruolopositivo da loro svolto nellasocietà. Gli italiani per primidimostrano di apprezzarle. Lereligioni fanno molto per latutela e la crescita dellacomunità e vorrei dar loro unsegno tangibile della miastima. Vorrei aiutarle asvolgere più serenamente illoro compito. Per questodecido di destinare alleconfessioni religiose l’otto permille del gettito complessivodell’Irpef, l’imposta sullepersone fisiche. Sì, l’otto permille mi sembra la cifraadeguata. Ma come ripartirla?Per la prima volta, la decisionenon spetta al ministro ma èaffidata ai cittadini, che in uncerto senso “fanno i ministri”.I cittadini “votano” a favore diuna delle confessioni chehanno raggiunto un’intesa conlo Stato; chi non apprezza ilruolo delle religioni, invece,può firmare per lo Stato.Una volta all’anno siamocome dei ministri. Siamoliberi se e come parteciparealla distribuzione di unapiccola porzione delle risorsestatali. Siamo davverosovrani. Partecipiamodirettamente senza delegarenessuno. Siamo adulti, siamoliberi.

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Nuova Stagione6 • 7 GIUGNO 2009 Vita ecclesiale

Azione Cattolica

“E voichi diteche iosia?”Esercizi spiritualiper giovani e adultiguidati daS.E. Mons. Armando DiniArcivescovo Emeritodi Campobassoda giovedì 2 adomenica 5 luglio,presso la Casa di Spiritualità“Oasi Armida Barelli”Alberi (Na)Iscrizioni entroil 13 giugnoQuota di partecipazione110 euro.Per informazionie prenotazioniBianca Solimeno339.29.58.980

Incontro vocazionale Cism e Usmi

Un Cuore vivo, sanguinante e vivificante,palpita nell’umanità. È quel Cuore che davveroha amato il mondo. Un Cuore che attrae e con-quista. Una devozione che non si esaurisce nel-le pratiche devozionali, essa tende necessaria-mente alle opere di carità e si risolve in gesticoncreti di solidarietà, di perdono e di acco-glienza. La devozione al Sacro Cuore è un ri-chiamo forte a donargli il cuore. Cuore chiamacuore, amore chiama amore. Credo essere que-sta l’intenzionalità, il fine della devozione alSacro Cuore, una testimonianza ad oltranza delcomandamento dell’amore. Difatti, l’amore diCristo esige un amore forte, coraggioso, senza limiti, un amore esage-rato, proprio come il suo per noi.

Jean Galot dice che «il Cuore di Cristo è perfetta immagine del Cuoredel Padre in tutto quanto ha di sublime e di eroico, come in tutto quan-to ha di dolce e di affettuoso. Non vi è nulla nell’amore di Gesù per gli uo-mini che non derivi immediatamente dall’amore del Padre celeste».

Questa devozione ha solide fondamenta nella Scrittura «Si può di-re, in un certo senso, che la devozione al Cuore di Cristo è la traduzionein termini cultuali dello sguardo che, secondo la parola profetica ed evan-gelica, tutte le generazioni cristiane volgeranno a colui che è stato trafit-to» (Gv 19, 37; Zc 12,10), cioè al costato di Cristo, trafitto dalla lancia,dal quale scaturì sangue ed acqua (Gv 19, 34), simbolo del «mirabilesacramento di tutta la Chiesa» (Dir. n. 167).

Una devozione promossa dal magistero pontificio con autorevoliinterventi: Leone XIII (enciclica Annun sacrum, 1899), Pio XII (enci-clica Haurietis aquas, 1956), Paolo VI (Lettera Apostolica lnvestigabi-les divitias Christi, 1965), Giovanni Paolo II (Messaggio in occasionedel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divinodi Gesù, 1999).

Particolarmente fervida è stata questa devozione nel Medioevo.Grandi mistici e insigni dottori della Chiesa hanno approfondito il mi-stero del Cuore del Signore, come San Bernardo (+1153), SanBonaventura (+1274), come Santa Lutgarda (+1246), Santa Matilde diMagdeburgo (+1282), come le sante sorelle Matilde (+1299) e Gertrude(+1302) del monastero di Helfta, come Ludolfo di Sassonia (+1378) eSanta Caterina da Siena (1380). Essi videro nel Cuore dei Gesù «la ca-sa del rifugio ove ripararsi, la sede della misericordia, il luogo per l’incon-tro con lui, la sorgente dell’infinito amore del Signore, la fonte dalla qua-le sgorga l’acqua dello Spirito, la vera terra promessa e il vero paradiso»(Dir. n.169).

La devozione al Cuore del Signore, nell’epoca moderna è stata un’ef-ficace antidoto contro il giansenismo che proclamava “i rigori dellagiustizia divina”. La devozione al Sacro Cuore, invece, apriva il cuoredei fedeli ad accogliere l’infinita misericordia del Signore, di cui il Cuoreè il simbolo. In particolare in quest’epoca si distinguono San Francescodi Sales (+1622), Santa Margherita Maria Alacoque (+1690) a cui ilSignore mostrò l’infinito amore del suo Cuore, San Giovanni Eudes(+1680) promotore del culto liturgico al Sacro Cuore, San Claudio la

Colombiere (+1682), San Giovanni Bosco(+1888) e qui a Napoli la nostra Santa CaterinaVolpicelli, canonizzata da Benedetto XVI loscorso 26 aprile in piazza San Pietro.

Nel 1765 Papa Clemente XIII concede la fe-sta ai vescovi polacchi e alla arciconfraternitaromana del Sacro Cuore. Pio IX nel 1856 la in-trodusse obbligatoriamente per tutta la Chiesa.Leone XIII nel 1899 ne elevò il grado festivo conl’enciclica Annum sacrum. Pio XI rilanciò la fe-sta con l’enciclica Miserentissimus Redemptor(1928).

Le forme di devozione al Sacro Cuore sononumerose, alcune approvate e promose dalla Santa Sede. Tra esse sipossono ricordare: la consacrazione personale, secondo Pio XI, la pra-tica più preziosa; la consacrazione della famiglia, perché nel cuore diogni membro della famiglia regni l’amore e la carità di Cristo; le Litaniedel Sacro Cuore, approvate nel 1891; l’atto di riparazione, con cui siimplora la misericordia del Signore per le offese arrecate al Suo Cuore;la pratica dei nove primi venerdì del mese. Tale devozione se pratica-ta in modo pastoralmente corretta di certo produrrà molti frutti spiri-tuali: «È necessario, tuttavia, che i fedeli siano convenientemente istrui-ti: sul fatto che non si deve riporre in tale pratica una fiducia che rasen-ta la vana credulità, la quale, in ordine alla salvezza, annulla le insoppri-mibili esigenze della fede operante e l’impegno di condurre una vita confor-me al Vangelo; sul valore assolutamente predominante della domenica,la “festa primordiale” che deve essere caratterizzata dalla piena parteci-pazione dei fedeli alla celebrazione eucaristica» (Dir. n. 171).

È necessario, poi, nel riproporrre alle giovani generazioni questadevozione, evitare di presentare immagini non più rispondenti allasensibilità dell’uomo del nostro tempo. Infatti, immagini oleografiche,sdolcinate e inadeguate a comunicare il vero senso della devozione alSacro Cuore rendono difficile l’approccio al mistero dell’amore e del-la carità di Cristo. Oggi sembra più favorevole e riceve maggiore ac-coglienza da parte dei fedeli, lo sforzo a rappresentare il Sacro Cuorerapportandosi alla Crocifissione, epifania suprema dell’amore delSignore per gli uomini. «Il Sacro Cuore è Cristo crocifisso, con il costa-to aperto dalla lancia dal quale scaturì sangue ed acqua» (Gv 19, 34)(Dir. n.173).

Nel Messale di Paolo VI i testi liturgici per la celebrazione dellaMessa sottolineano non solo l’aspetto della riparazione, ma anche lagioia di celebrare nel Cuore di Cristo le grandi opere del suo amore pernoi. Le letture bibliche scelte per la Liturgia della Parola ci introduco-no nel cuore del mistero, ci presentano l’amore di Dio Padre, rivelatonel mistero pasquale, amore che sgorga abbondante dal costato trafit-to di Cristo crocifisso: «O Padre, che nel Cuore del tuo dilettissimo Figlioci dai la gioia di celebrare le grandi opere del tuo amore per noi, fa che daquesta fonte inesauribile attingiamo l’abbondanza dei tuoi doni»(Colletta).

Salvatore Esposito

Il Cuore che palpita nell’umanitàSEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Erano circa centocinquanta i religiosi e le re-ligiose, provenienti dagli Istituti dellaCampania, convenuti lo scorso 16 maggio pres-so l’antico santuario mariano di Madonnadell’Arco per l’annuale incontro vocazionalepromosso dalla Cism e dall’Usmi della regione.

Dopo il saluto del presidente regionale del-la Cism, padre Damiano La Rosa, dei FratiMinimi, ha svolto la relazione il vescovo diCampobasso-Boiano, monsignor GiancarloBregantin, stimmatino.

Distaccandosi completamente dagli schemitradizionali, il relatore ha improntato l’intervan-to – pronunciato a braccio – ad una amichevo-le conversazione familiare che, senza nulla to-gliere al substrato evangelico ed ascetico, ha av-vinto l’uditorio per l’immediatezza della imma-

gini e la semplicità dell’esposizione. MonsignorBregantin, infatti, ha svolto i punti della relazio-ne rifacendosi ai principali eventi della sua vitapersonale a partire dalle circostanze che deter-minarono la sua vocazione e dalla crisi del ses-santotto che investì anche seminari e studenta-ti, senza evitare di confessare che, per le sue idee“ribelli” venne anche allontanato per una setti-mana.

Ovviamente – e qui sta la bravura del relato-re – tale narrazione di eventi personali era fina-lizzata ad una più profonda penetrazione delsuo pensiero nell’animo degli ascoltatori, tuttiprotesi alla professione semplice e solenne, op-pure ancora immersi nel postulantato.

Trascriviamo di seguito alcune importantiespressioni, atte a manifestare l’intero impian-

to pastorale e teologico della relazione.Sottolineando l’apparente contraddizione fra“sogno” e “segno”, monsignor Bregantin ha det-to fra l’altro: «Il sogno è bello, ma è il segno coe-rente ed operativo che realizza il sogno. Ed è al-l’insegna di questo binomio che va vissuta la vi-ta comunitaria».

A proposito della povertà, il vescovo diCampobasso ha invitato frati e suore ad una mag-gior sobrietà di vita pensando, ha detto, «ai tan-ti precari che tuttora si dibattono nell’incertezza deldomani per sé e la loro famiglia».

Sempre a proposito del binomio “sogno-se-gno”, il relatore ha sottolineato le difficoltà chesi incontrano «nel traghettare il primo nel secon-do», cosa che sarà più facile se si saprà «entrarenel vissuto della storia con la speranza. Guai achi si scoraggia!».

Altri due importanti aspetti della formazio-ne religiosa ricordati sono stati la gratuità e l’u-miltà, da cui può scaturire la gratificazione:«Gratitudine e gratificazione, ben consapevoli chenon siamo stati noi a scegliere il Signore, bensì ilcontrario». Avviandosi alla conclusione, monsi-gnor Bregantin ha messo in guardia chi scegliela vita comunitaria dall’invidia e dalla gelosia:«I religiosi sono la primizia della Chiesa, ma nonabbiamo alcun titolo per sentirei superiori agli al-tri cristiani e, quindi, qualunque cosa facciamo,va intesa sempre nella logica del servizio».

È seguito un ampio dibattito, approfonditonei gruppi di studio pomeridiani. Al centro deilavori si è svolta, nel santuario mariano, una so-lenne concelebrazione eucaristica presiedutadallo stesso vescovo.

Gino Bussetti, Ofmconv Segretario Regionale

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Pastorale e DomenicaNuova Stagione 7 GIUGNO 2009 • 7

7 giugno: Santissima Trinità

Abbà! Padre!di Francesco Mercurio

La liturgia della parola ci immerge inquesta domenica nel mistero dellaTrinità che solo Dio potrà rivelarci ed acui crediamo per la fede che non ci facomprendere tutta la realtà di Dio ma ciporta ragionevolmente a credere in Luiche si è rivelato in Cristo e con la forzae la presenza dello Spirito ci dà la possi-bilità di chiamarlo padre e di sentirci edessere veramente suoi figli, come affer-ma San Paolo nel passo della sua letteraai Romani che la Chiesa oggi ci fa ascol-tare.

La nostra intelligenza, per quanto svi-luppata possa essere, non potrà mai ar-rivare ad esaurire, nella comprensione,la grandezza di Dio che solo Lui potrà far-ci comprendere quando vorrà, con la lu-ce che illumini la nostra mente e la ren-da capace di intendere l’immensità e labellezza del mistero.

San Giovanni afferma che «Dio èAmore» e nella dimensione dell’amore noipossiamo accostarci a Lui perché speri-mentiamo nella nostra vita umana l’amo-re, sia nella fisicità che nella spiritualità.La nostra natura ci dà l’esperienza dell’a-more umano che è fatto di desiderio, dipiacere sensibile, di soddisfazione fisicae che può anche avere un corrispettivonelle facoltà dello spirito che dalla inten-zione della conoscenza e dalla volontà li-bera dà un valore o un disvalore alla azio-ne del corpo, per cui si può esprimere unatto virtuoso o indifferente o un peccatose si è consapevoli che quella azione con-traddice l’amore di Dio e ci separa da Lui.

Noi, finché siamo nel tempo, possia-mo mutare il nostro comportamento perl’azione libera della volontà, ma Dio è im-mutabile nella perfezione del Suo essereed operare e ama con lo stesso amore di

sempre ogni creatura da Lui voluta ecreata.

Sul piano della conoscenza noi nonriusciremo mai, se Dio non ce lo rivela,dandoci la capacità di comprenderlo, ilmistero della Trinità come gli altri miste-ri che riguardano la sua essenza ed il suoessere ed operare; solo la fede può relati-vamente avvicinarci alla comprensionedella verità: solo la presenza in noi delloSpirito Santo, che la liturgia dellaPentecoste ci ha ricordato, potrà darci laluce per avvicinarci alla comprensionedel mistero.

Dio è Amore, ci ha detto SanGiovanni, lo Spirito Santo è l’amore delPadre e del Figlio, è quindi nella dimen-sione dell’amore, come atto libero dellanostra volontà, che noi, illuminati dalloSpirito, potremo conoscere la bellezza eprovare la gioia di dire «Abbà – Padre».

San Paoloin “pillole”di Teresa Beltrano

Spirito

ANNO PAOLINO

La radice greca pneu, da cuideriva il termine pneuma ossiail significato del NuovoTestamento di spirito, equivalea un moto d’energia come l’a-ria in movimento. Da pneumaderivano vari vocaboli con sfu-mature di significato diverse.Pneo, soffiare, spirare; pnoe,soffio, vento, respiro; ekpneo,espirare, emettere soffi e anchesmettere di respirare; empneoinspirare, essere in vita.Pneuma, termine che ha un si-gnificato molto importante intutto il Nuovo Testamento, si-gnifica spirito, principalmentevento, respiro.

La radice ebraica di pneu-ma si trova nei LXX, ruakh, ali-to, respiro. Nel NuovoTestamento pneuma, si trovaben 379 volte e si incontra an-che molto spesso l’aggettivopneumatikos. L’evangelistaGiovanni utilizza l’immaginedel vento per descrivere comeopera lo Spirito: «Il vento sof-fia dove vuole e ne senti la voce,ma non sai di dove viene e doveva: così è di chiunque è nato dal-lo Spirito» (Gv 3,8). Ekpneo siriscontra 3 volte nei Vangeli ein riferimento alla morte diGesù: “Gesù, gridando a granvoce, disse: «Padre, nelle tue ma-ni consegno il mio spirito».Detto questo spirò» (Lc 23, 46).

Nel momento in cui Gesù ri-ceve il battesimo lo Spiritoscende su di lui sotto forma dicolomba: «E, uscendo dall’ac-qua, vide aprirsi i cieli e loSpirito discendere su di lui co-me una colomba» (Mc 1, 10), lavoce dal cielo attesta che Gesùè il Messia, come annunciatodal profeta Isaia; Gesù è coluiche porta lo Spirito. Tutte le

promesse si sono compiute inGesù: «Ma se io scaccio i demò-ni per virtù dello Spirito di Dio,è certo giunto fra voi il regno diDio» (Mt 12, 28).

Per l’apostolo delle genti, ilconcetto di “spirito” è soprat-tutto l’opposto di “carne”: «Voiperò non siete sotto il dominiodella carne, ma dello Spirito,dal momento che lo Spirito diDio abita in voi. Se qualcunonon ha lo Spirito di Cristo, nongli appartiene. 10 E se Cristo èin voi, il vostro corpo è mortoa causa del peccato, ma lo spi-rito è vita a causa della giusti-ficazione. 11 E se lo Spirito dicolui che ha risuscitato Gesùdai morti abita in voi, colui cheha risuscitato Cristo dai mortidarà la vita anche ai vostri cor-pi mortali per mezzo del suoSpirito che abita in voi. 12 Cosìdunque fratelli, noi siamo debi-tori, ma non verso la carne pervivere secondo la carne; 13 poi-ché se vivete secondo la carne,voi morirete; se invece conl’aiuto dello Spirito voi fate mo-rire le opere del corpo, vivrete»(Rm 8, 9-13).

Lo pneuma, attesta Paolo,abita in ciascuno di noi comeSpirito divino: «O non sapeteche il vostro corpo è tempio del-lo Spirito Santo che è in voi e cheavete da Dio, e che non apparte-nete a voi stessi?» (1Cor 6, 19).Lo Spirito invoca Dio nel cuo-re di ogni cristiano, poiché è loSpirito che dona la forza di ri-volgersi al Padre: «E che voi sie-te figli ne è prova il fatto che Dioha mandato nei nostri cuori loSpirito del suo Figlio che grida:Abbà, Padre!» (Gal 4, 6).

Il martirio: liturgia e dono dello Spirito

di Salvatore Esposito

La comunità parrocchiale,comunità di “martiri” perché testimoni

La parrocchia è il luogo della testimonianza dove il parroco prima,e ogni fedele poi, deve portare continuamente nel suo corpo i patimen-ti di Cristo morente per manifestare la virtù di Gesù Cristo. Attraversola comune testimonianza prendendo a modello i santi martiri Cosmae Damiano, il parroco e i fedeli, pietre vive strette dallo Spirito a Cristopietra viva (cfr. Pt 2, 4-5) costruiscono la Chiesa missionaria.

La costruzione di questo edificio vivo, necessita di molta mano-dopera specializzata, ma anche di tanti che nell’umiltà e nel silenziosanno manovrare la carrucola, adoperare la cazzuola o il piccone. Atutti costa fatica costruire, e costruire la comunità cristiana con l’e-vangelizzazione e i sacramenti è proprio una grande fatica, una fati-ca gioiosa che spesso richiede lacrime e sangue. Da qui l’urgenza divalorizzare la varietà dei ministeri che lo Spirito suscita nella comu-nità per la costruzione dell’unica chiesa, pur nella varietà delle mem-bra, dei carismi, dei ministeri. Tutti tesi all’unità, crescendo nella co-munione aperta e sincera, dove le nostre parole e le nostre scelte di-ventano credibili agli occhi degli uomini di questo nostro tempo.Anche la ricerca sincera della comunione costa fatica, spesso è au-tentico martirio interiore per cui abbiamo un numero straordinariodi martiri «più numerosi di quanto non si pensi, e mostra come, ad unlivello profondo, Dio mantenga fra i battezzati la comunione nell’esi-genza suprema della fede, manifestata col sacrificio della vita».

Questa ricerca della comunione è testimoniata dai Santi martiriCosma e Damiano che con il loro martirio uniscono le Chiesedell’Oriente e dell’Occidente. Difatti: «se i dogmi ci hanno divisi perla loro accettazione intellettuale e per la loro inculturazione diver-sificata nella tradizione d’Oriente e d’Occidente, i martiri ci hannosempre uniti in Cristo». Difatti ogni volta che si partecipaall’Eucaristia ci è dato il pane della vita, il farmaco della immorta-lità che irrobustisce la nostra fede, ci rende uomini e donne profon-damente spirituali perché già “risorti” in quanto la fatica della nuo-va evangelizzazione ha il sapore della Pentecoste e dona l’ebbrezzadel martirio.

Conclusione Mi sembra naturale concludere questa riflessione ascoltando

l’Apostolo, esperto nella martyrìa: «Ora io sono lieto nelle sofferenzeche sopporto per voi e do compimento nella mia carne a ciò che man-ca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col1, 24), e leggere la conclusione del testamento spirituale di padreChristian M. de Chergé, priore del monastero di Notre Damedell’Atlas a Tibhirine, uno dei sette monaci trappisti decapitati inAlgeri il 21 maggio 1996: «E anche tu, amico dell’ultimo istante, chenon saprai quello che starai facendo, sì, anche per te voglio dire que-sto grazie, e questo AD-DIO, nel cui volto ti contemplo. E che ci sia da-to di incontrarci di nuovo, ladroni colmati di gioia, in paradiso, se pia-ce a Dio Padre Nostro, Padre di tutti e due. Amen Inch’Allah».

(77. fine)

UFFICIO CULTO DIVINO

Viaggio attraversogli Istituti ReligiosiFemminilidella Diocesi

Varietàdi Carismiin un soloSpiritoSuore della Vergine Mariadel Monte CarmeloLa fondatrice, Madre EliseaOliver Molina e il con fondatore,il Carmelitano padre Cirillo Fontiniziarono insiem, con settegiovani, il postulantato enoviziato sotto la direzionespirituale dello stesso padreCirillo Font nel Convento deiCarmelitani del medesimo luogo. L’approvazione diocesana venneconcessa il 20 ottobre 1893 daDon Juan Maura, Vescovo diOrihuela Alicante. Il 24 dicembre1905, a seguito della richiesta diMadre Elisea, la Congregazionefu aggregata all’Ordine deiCarmelitani. Il 15 febbraio 1942arrivò dalla Santa Sede il Decretodi Lode. Il 4 aprile 1950 Papa PioXII concesse l’approvazionePontificia. La Casa Madre si trova adOrihuela-Alicante mentre la CasaGenerale sta a Madrid. Due lecase in Italia: a Roma e a Napoli.La Congregazione abbracciaanche Spagna, Portogallo,Repubblica Domenicana, Perù,Portorico, Ruanda, Indonesia eFilippine.

Carisma, spiritualità, opereIl carisma, e la missione, sono dicarattere contemplativo eapostolico. La Congregazione hapriorità accogliendo tutti conpreferenza i più poveri. Inoltre,speranza della provvidenza,disponibilità alla necessità deitempi, austerità di vita e spiritodell’austerità, identificazione conMaria. La Madre Fondatrice era amantedell’Eucarestia e della vitainteriore e mariana, vivendo incompleta povertà. Tutte questefondazioni erano situate, infatti,in Paesi poveri e sottosviluppati.Dimostrò una grande forza divolontà superando le difficoltàdella vita. Fu la prima maestra dinovizie, fu eletta Madre Generale.Della sua vita si raccontano tantiepisodi esemplari come quando,per mancanza di posti inospedale, ella non esitò a offrire ilproprio letto ad un malato ditubercolosi. Accusata per aversottratto viveri dall’ospedale, siappurò che tale gesto era dovutoal suo spirito di carità. Infatti ellaera arrivata a ciò per donarlo aipoveri. Quando fu accusata nonrispose, ma disse: «Dio solo saquante volte non ha mangiato io,per donarlo ai più poveri». Vissedurante la rivoluzione che duròmolti anni ed intanto si prestavaper aiutare tutti negli ospedali,cliniche, asili, ospizi e scuole perorfani. Morì di diabete il 17dicembre 1931. Il suo processo dibeatificazione fu aperto a Romanel 1991.

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Speciale Nuova Stagione8 • 7 GIUGNO 2009

Il Cardinale Crescenzio Sepe istituisce il Fondo Spes per persone senza occupazione, a garanzia di prestiti a tasso zero fino a 20mila euro.Primo stanziamento da parte dell’Arcivescovo: 50mila euro più un anno di stipendio

La speranza si chiama lavorodi Elena Scarici

Si chiama fondo Spes (in latino spe-ranza) e acronimo di SviluppoPastorale Economia Solidale, la

nuova iniziativa del cardinale CrescenzioSepe, volta a sostenere progetti di perso-ne senza lavoro. Il progetto è stato pre-sentato nel corso di una conferenza stam-pa che si è tenuta il 30 maggio presso ilSalone arcivescovile, dal Cardinale, dalvicario episcopale per la Carità donGaetano Romano, dal vicario per leComunicazioni don Gennaro Matino edai tre esperti chiamati dall’arcivescovoper portare avanti l’idea: l’economistaSergio Sciarelli, Carlo Borgomeo(Esperto di politica aziendale) e SergioScapagnini.(collaboratore del premioNobel per la pace Muhammad Yunus, piùnoto come banchiere dei poveri).

«Il fondo – ha spiegato il cardinale –non vuole essere di natura assistenziale,ma essendo basato sul sistema del micro-credito, intende dare sostegno, attraversoun prestito da restituire a tasso zero, a tut-te quelle persone che sono senza lavoro edabbiano un’idea progetto da realizzare. Inlinea con la Cei, esso mira all’autosuffi-cienza, non chiede garanzie e si basa sul-la moralità del richiedente».

Per realizzare questo ambizioso pro-getto Sepe ha chiamato tre esperti: «Nonci illudiamo di essere risolutivi - ha poi

spiegato il cardinale Sepe - né ci voglia-mo sostituire a nessuno». «È un segno disperanza per andare incontro ad uno deiproblemi più gravi della nostra città: la di-soccupazione», ha aggiunto donGennaro Matino.

Saranno concessi prestiti per un im-porto massimo di 20.000 euro da resti-

tuire in quattro o cinque anni (il primoè di grazia). Piccole somme in grado difar partire iniziative imprenditoriali insettori come il piccolo artigianato.Presso le 286 parrocchie della Diocesi, apartire da settembre, saranno disponibi-li i moduli che dovranno essere speditivia posta al fondo. «I progetti verranno

«Non è certamentecompito della Chiesa

indicaresoluzioni tecniche

per quanto concernel’organizzazione

del lavoro edell’occupazione: non

è questa la suaambizione e neppure

la sua missione.Tuttavia “spetta allecomunità cristiane

analizzareobiettivamente

la situazione del loropaese, chiarirla alla

luce delle paroleimmutabili

dell’evangelo,attingere principi diriflessione, criteri digiudizio e direttive di

azionenell’insegnamento

socialedella Chiesa…”.

Di fronte alle nuovefolle che chiedonopane, la Chiesa diNapoli non può

restare a guardare,ma vuole aprire lesue braccia e il suo

cuore, perché, innome di Cristo, nonpuò dimenticare che“ogni essere umano

ha il dirittoall’esistenza,

all’integrità fisica,ai mezzi

indispensabilie sufficienti per undignitoso tenore di

vita, specialmente perquanto riguardal’alimentazione,

il vestiario,l’abitazione, il riposo,

le cure mediche,i servizi sociali

necessari”».

! Crescenzio Card. Sepe (Lettera pastorale

“Dove possiamo comprare il pane?”)

Così la comunicazioneIl settore curato dall’esperto Sergio Scapagnini

Nella nascita dell’istituzione delFondo Spes come dichiarato dalCardinale di Napoli, Crescenzio Sepe,nella lettera Pastorale del 9 aprile, unruolo fondamentale per la comprensio-ne corretta del messaggio di questa ini-ziativa sarà svolto da un adeguato pianodi comunicazione. Questo settore è affi-dato a Sergio Scapagnini che struttureràil suo operato attraverso tre direttive: larete telematica già esistente tra le par-rocchie della Diocesi, il rapporto con ibeneficiari con predisposizione di ma-teriale descrittivo a supporto, il monito-raggio attraverso la realizzazione di unfilm che documenti i primi dodici mesidi attività.

Il processo comunicativo si avvarràdelle tecnologie a supporto dell’Arci-diocesi di Napoli (portale, intranet, mai-ling list, newsletter), del giornale dioce-sano e degli organi di stampa. La Diocesidi Napoli dispone da circa un anno di287 parrocchie in rete, da circa 10.000contatti tramite newsletter, di circa20.000 contatti tramite Facebook.

Il processo di supporto e comunica-zione dell’iniziativa dovrà salvaguardareil rapporto dei parroci con i territori: iparroci, svolgeranno un ruolo essenzial-mente informativo mentre le richieste diaccesso al fondo saranno da indirizzaredirettamente ad un ufficio centrale tra-mite posta. I parroci saranno totalmen-te estranei al processo di valutazione deiprogetti, che sarà gestito tramite unacommissione di professionisti già indi-

viduata. Da settembre sarà inviato a tut-ti i parroci delle 287 parrocchie un do-cumento esplicativo del progetto con l’e-videnza delle modalità di accesso,gliobiettivi dell’iniziativa, l’importanza del-la restituzione dei fondi. Presso le par-rocchie saranno disponibili i moduli perrichiedere l’accesso al fondo. Tutti, cre-denti e non, potranno accedere alle par-rocchie per ritirare il modulo, che do-vranno compilarlo ed inviare con bustecon affrancatura già predisposta.Elemento fondamentale di tutto il pro-cesso sarà la trasparenza delle procedu-re di accesso e di valutazione. Il sistemadi alimentazione del fondo sarà tanto piùefficace quanto più saranno evidenti i ri-

sultati raggiunti: pertanto sarà predispo-sta una squadra di videomakers volonta-ri che filmerà l’evoluzione del progettodalla fase embrionale fino alla fase diconsolidamento. Andrà strutturata una“campagna di reclutamento” di giovanivolontari disponibili, orientandoci versol’approccio zero budget che caratterizzal’intera iniziativa.

I video saranno montati in unico filmche racconterà i primi dodici mesi di unprogetto di successo fino alla restituzio-ne della prima rata. Il film sarà poi og-getto di presentazioni, di convention, diserate dedicate e rappresenteranno la ve-ra testimonianza dell’efficacia dell’ini-ziativa.

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Speciale Nuova Stagione 7 GIUGNO 2009 • 9

nza occupazione, a garanzia di prestiti a tasso zero fino a 20mila euro.covo: 50mila euro più un anno di stipendio

si chiama lavorona Scarici

esaminati in ordine cronologico – ha pre-cisato Borgomeo - un comitato di esper-ti ne valuterà la fattibilità, i criteri saran-no resi pubblici nella massima trasparen-za e con rendicontazione delle attività.Una volta approvato, il progetto verrà tra-smesso alle banche secondo procedureprecedentemente concordate per permette-

re una maggiore velocità nell’erogazionedel prestito (auspichiamo anche una set-timana). Qualora i soldi non dovessero es-sere restituiti la persona sarà ritenuta inaf-fidabile e non potrà più avere accesso alsistema del credito».

La valutazione dei progetti impren-ditoriali spetta al fondo e non fa capo nè

alle parrocchie nè al cardinale. Il fondoSpes contribuirà in parte alle garanziedelle banche e a versare gli interessi. Èalimentato dalle donazioni: la prima èstata quella dell’arcivescovo che ha offer-to 50.000 euro più gli stipendi di un an-no (circa 15.000 euro). Prevista anche lafigura del tutor (esperti che accompa-gneranno i richiedenti il prestito per ogniesigenza).

«L’iniziativa - ha precisato Sciarelli -si basa su tre valori fondamentali: solida-rietà (l’impegno di tutti i volontari che per-metteranno di raggiungere l’obiettivo) lamoralità e l’imprenditorialità di coloro chepresenteranno i progetti. Verrà aiutato chimerita». Sarà possibile contribuire alfondo anche impegnandosi a restituireun credito residuo che il titolare del pre-stito non sia stato in grado di fare, attra-verso la figura degli “adottanti”. AScapagnini verrà affidato il settore dellacomunicazione. Ogni 12 mesi con i pro-getti realizzati verrà girato anche un filmda parte di alcuni videomakers.

Forte l’appello finale dell’arcivescovoalle banche, a industriali e imprenditorie a tutti coloro che vorranno contribui-re. «Sono fiducioso, ho già ricevuto di-verse donazioni».

«Sono certo chequanti potranno,come degni figli diquesto popolo dal

grande cuore,contribuiranno a

finanziare l’iniziativadel microcredito,

come piccolo segnodi riposta alle

urgenze di giovanidisoccupati, nonché

di quanti hanno persoo perderanno

il lavoro.Lungi dall’essere una

pratica di puroassistenzialismo, il

microcredito sarà lastrada per farriemergere la

creatività e l’ingegnodella nostra gente,

trasformando “l’artedi arrangiarsi”,peculiare nella

nostra terra, in unanuova vocazione al

lavoro. Concedere unmicrocredito a chi

non può offriregaranzie se non

l’impegno moraledi restituire

nel tempo, a piccolerate senza interessi,la somma ricevuta,

significa avere ilcoraggio di credere

nell’uomoe scommettere sulla

possibilità dimoltiplicare pani e

pesci.D’altronde, offrireuna opportunità aquanti chiedono

pane è l’unico modoche noi cristiani

abbiamoper fronteggiare

la disoccupazionee le nuove povertà»

! Crescenzio Card. Sepe (Lettera pastorale

“Dove possiamo comprare il pane?”)

IlpentagonodellasolidarietàCosìl’economistaSergio Sciarelli

Lenovitàdel progettoParla Carlo Borgomeo,esperto di politichedel lavoro

(e. s.) «L’iniziativa voluta dal cardinale Sepe costituisce una novità nel panorama del micro-credito in Italia». A parlare è Carlo Borgomeo, esperto di politiche del lavoro che in materia disviluppo locale e di interventi per il Mezzogiorno, ha progettato e gestito gli interventi per l’im-prenditorialità giovanile e per l’autoimpiego.

Quest’anno la società da lui presieduta ha redatto il quinto rapporto sul microcredito inItalia e proprio alla luce di questi dati, Borgomeo precisa che il progetto promosso dalla Diocesicontiene diverse novità. Quattro i punti sui quali l’esperto mette l’accento.

«Il primo: nonostante siamo in un momento nel quale si moltiplicano le iniziative per il soste-gno al reddito, il cardinale ha scelto il tema del lavoro, guardandolo sotto una prospettiva decisa-mente diversa, quella dell’autoimpiego, mirante cioè a promuovere attività autonome. Il secondoè che il progetto non intende fare assistenzialismo, pur aiutando finanziariamente perchè consen-te di non pagare gli interessi. Il terzo è che forse per la prima volta si prevede la figura del tutorag-gio del volontariato in questa sorta di banca del tempo, prevista dal progetto», spiega Borgomeo.

Saranno quindi protagonisti tutti coloro che abbiano esperienza di gestione di aziende, com-mercialisti ma anche quelle figure che possano fare accompagnamento ai diversi progetti pre-sentati che di volta in volta potranno risultare utili; dal campo della grafica a quello dell’infor-mativa e così via.

«Quarto e fondamentale punto la presenza degli adottanti – aggiunge Borgomeo - che forni-scono una garanzia supplementare alla buona riuscita del progetto».

Cosa che ovviamente ci auguriamo tutti.«Bisogna essere sempre prudenti .- conclude – ma io credo che le premesse siano certamente

buone per una buon esito dell’iniziativa, l’importante è concordare tutto prima soprattutto con lebanche, cioè stabilire in maniera precisa e con anticipo tutte le procedure necessarie sia per riu-scire a concedere i prestiti sia per rispettare i tempi brevi che ci siamo dati».

«Le caratteristiche precipue del progetto pasto-rale - spiega Sergio Sciarelli, ordinario diEconomia alla Federico II - ruotano intorno a trepilastri fondamentali: la solidarietà, mediante laquale dovrà essere alimentato ed attivato il Fondo;la moralità, che dovrà contraddistinguere chi vo-glia usufruirne; e l’imprenditorialità, che dovrà es-sere alla base dei progetti da finanziare».

Il progetto - spiega Sciarelli - deve consen-tire a chi ha buone idee lavorative e solida sta-tura morale di trovare l’assistenza finanziaria in-dispensabile per fare decollare e sopravviveremicroaziende in fase di start-up.– aggiunge l’e-conomista - Il significato emblematico fonda-mentale è quello di educare a una forma respon-sabile di credito, che non deve essere inteso qua-le sussidio. «Bisogna insistere sul valore emble-matico dell’iniziativa della Chiesa napoletana e,specie, sulle forme di volontariato che dovrannoassicurarne la migliore realizzazione contributo afondo perduto perché - se ciò accadesse - ad altrisarebbe impedito di usufruirne». Il Fondo Spespotrà dare risultati crescenti non solo in rappor-to alla consistenza che assumerà, ma anche al-la regolarità dei rimborsi delle rate stabilite.

Aiuto sì, ma aiuto che, avvantaggiando qualcu-no, non danneggi gli altri. «Per questo – vienechiarito dall’esperto - risulta decisivo il giudiziosul tasso di moralità di coloro a cui verrà assicu-rato il sostegno creditizio. L’altro aspetto di gran-dissimo rilievo, è quello della solidarietà volonta-ristica. Quest’ultima dovrà vedere quali protago-nisti: i donatori di risorse finanziarie per il Fondo;gli istituti bancari, che cureranno gratuitamenteo quasi il servizio creditizio; coloro che gestiran-no materialmente il Fondo, offrendo il loro tem-po e le loro competenze; i professionisti (tutor),che affiancheranno i microimprenditori nella de-licata fase di partenza dei progetti; e, infine, colo-ro che vorranno «adottare» i singoli progetti ga-rantendo la moralità del richiedente e assumen-dosi parte del rischio nell’ipotesi di mancata resti-tuzione del prestito». È proprio intorno a questopentagono della solidarietà che si verificherà, inconcreto, la risposta di Napoli e delle sue forzemigliori ad un’iniziativa pastorale concepita perpromuovere grandi valori e per offrire un picco-lo contributo in una così difficile contingenzadel mondo del lavoro.

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Nuova Stagione10 • 7 GIUGNO 2009

LetappedellavitaNacque a Casalnuovo,all’epoca frazione di Afragola,presso Napoli, il 22 ottobredel 1872. Rimase subitoorfano del padre, uncarabiniere, dai sani principimorali e religiosi. La madre,originaria diBevagna,provincia diPerugia, in diocesi diSpoleto, se ne tornò al suopaese con Alessio e lasorellina. La donna viveva incondizioni economichemolto precarie e perciò inviòil figlio a studiarenell’Ospizio di San Giuseppea Spoleto. Il giovane sidistinse negli studi e divennesacerdote all’età di 23 anninel 1895. Fu nominatoparroco di Montemartano,un antico borgo medioevalein provincia di Perugia, e nel1902 priore di Montefalco,sempre presso Perugia.Fu parroco zelante, capace difarsi stimare dai superiori edamare dal popolo. All’età ditrentasei anni fu nominatoVescovo ed inviato a MuroLucano in Basilicata, doverimase per due anni. Nel1911 fu trasferito aSant’Agata dei Goti, ma dopoquattro anni fu promossoArcivescovo di Beneventodove l’anno successivo funominato Cardinale da PapaBenedetto XV. Il suo ingresso da Cardinalenell’Arcidiocesi di Beneventoavvenne il giorno diPentecoste, cioè l’11 giugno1916, e vi restò fino al 1924.Fece restaurarematerialmente e moralmenteil Seminario di Benevento eaiutò tante persone neglianni della prima guerramondiale.Nel 1924 fu nominatoArcivescovo di Napoli, dopola rinunzia di mons. Zezza,colpito da paralisi. Mostròuna grande premura per ilclero napoletano, per ireligiosi, le religiose e per illaicato.Morì a Capodimonte l’11maggio 1952 assistito conamore dalle “Dame dell’Incoronata” della Landi.Aveva promosso lacostruzione del tempio e delleopere dell’ Incoronata diCapodimonte. Venne sepoltonella stessa Basilica diCapodimonte.

Un ricordo del Cardinale Alessio Ascalesi

Il bene supremo della fedeservizio a cura di Alfonso D’Errico

Un uomo semplice e umile, cauto e accor-to senza furbizia, e senza superbia e malizia.Aveva una memoria tenace, una volontà lentaa decidersi ma nello stesso istante forte senzaopposizioni nelle decisioni già maturate, edera molto aperto alla realtà concreta.

Più che dialettica di pensiero dominava inlui l’intuito del cuore, e il buon senso. Infattiebbe vivo il senso dell’umano che lo rendevaincline all’amicizia, alla riconoscenza e all’in-gratitudine, alle gioie e ai dolori degli altri.

Accanto a queste doti di umiltà esemplicità nacque dentro di lui la fe-de anch’essa semplice come il suo ca-rattere con la quale credeva veramen-te nella bontà e nella grazia di Dio.

La vocazione sacerdotale è stataprofondamente sentita manifestan-do tutta la grandezza e la bellezza del-la dignità sacerdotale, e ne ha fattoun dono interiore per tutta la vita. Inparticolare è opportuno sottolineareche nella vita sacerdotale amava ilConfessionale il quale generalmentecostituisce la croce per il sacerdotementre egli si tratteneva per ore inte-re ed era circondato da numerosi fe-deli.

La sua predicazione era semprepreparata con la meditazione e la pre-ghiera, aveva un contenuto dottrina-le, un’espressione semplice e commo-vente che illuminava la mente dei fe-deli. Il suo attaccamento ai sacerdoti ed allavocazione sacerdotale creò nella diocesi diBenevento, Muro Lucano, Sant’Agata dei Gotie di Napoli, un’atmosfera di famiglia, nellaquale il clero e il popolo formavano una cosasola con lui; era l’immagine del pastore buo-no che col suo sorriso paterno, con la sua dol-ce parola affascinava e conquistava i cuori deifedeli.

Alessio Ascalesi fu un pastore innamoratodi una diocesi complessa e piena di fermenti,in cui ha lasciato un segno indelebile.

Ha mostrato a tutti il vero volto del Padreceleste che è giusto e misericordioso. Nel suolungo ministero episcopale ha cercato di pro-porre alle comunità diocesane ciò che è giu-sto davanti a Dio, mettendo da parte le sue pre-ferenze e i suoi gusti, abbandonando qualsia-si aspirazione di gloria umana. Ha amato lagiustizia fondata sulla Verità e l’amore, ha pre-ferito le cose vere e costruttive, ha agito conlibertà interiore per il bene di tutti.

La sua misericordia si è manifestata in mo-do particolare prendendosi cura deipiccoli, e suggerendo cammini di con-ciliazione e di miglioramento al cleroe al laicato, alle confraternite, e allecomunità parrocchiali, soprattutto inalcune situazioni.

Ha saputo pazientare e anche sof-frire interiormente perché le intenzio-ni di Dio prevalsero su quelle degli uo-mini. Il suo eroismo pastorale è statomesso alla prova in molte occasioni,ma non ha ceduto perché la miseri-cordia non è debolezza né facile ac-condiscendenza.

L’amore vero ha richiesto alCardinale Ascalesi la fermezza dell’a-gire, per salvaguardare il bene supre-mo della fede. La fedeltà incrollabilealla Chiesa, il coraggio della verità, so-no i tratti della sua fisionomia.

Chi si accosta alla sua nobile figu-ra rimane conquistato dall’esempla-

rità della vita e dalla straordinaria ricchezzadell’insegnamento.

Si apprezza la saggezza umana e la tensio-ne pastorale nel suo lungo servizio e nell’orga-nizzazione degli eventi nei periodi bellici.

Non risparmiò sforzi per intervenire inmodo segreto e silenzioso. Personalità fer-ma e coerente, animo aperto e attento ai bi-sogni degli altri. Era sostenuto da una fedeprofonda e da “costante sforzo ascetico” sindagli albori della sua ordinazione sacerdo-tale.

Ha saputo incoraggiare cammini di santitàe apostolato per rispondere alle esigenze delVangelo. Ha fortemente sostenuto le religiosein favore degli ultimi, aiutandole ad accoglie-re i derelitti. È restato accanto ai suoi sacer-doti e ai suoi seminaristi. «Vogliamo sentire ilsuo sguardo su tutti in un momento in cui sia-mo coscienti della crisi che travolge la societàdi oggi a partire dalla famiglia».

Alessio Ascalesi è vissuto, ha sofferto, hapregato mosso sempre dal desiderio di servi-

re Cristo e la Chiesa. A tutti raccomandava di«vivere nella fede e nella grazia di Dio, unica co-sa che ha valore definitivo».

Ha cercato nella sua vita di annunciare ilVangelo, sforzandosi di metterne in pratica gliinsegnamenti. Ha confidato sempre nelSignore e non ha mai nulla temuto. La speran-za ha illuminato sempre la vita sacerdotale eapostolica del Cardinale Ascalesi. È stato te-stimone instancabile della Resurrezione diCristo in una vita, spesa nell’obbedienza e nel-l’amore alla Chiesa e per il Vangelo.

Il servizio pastorale del Vardinale Ascalesi abbraccia un periodostorico drammatico: le guerre mondiali che hanno sconvolto il no-stro popolo; comprendere gli anni del cardinale Ascalesi è indispen-sabile per capire la storia della Chiesa e del Meridione nella profon-da transizione del XX secolo.

La sua opera è molto vasta e ampia, mobilita i cristiani a farsi“movimento” per comunicare il messaggio evangelico, paragonan-do la notte del mondo a quella della Resurrezione.

Il servizio da lui svolto fu un preludio e una profezia dell’espe-rienza di “paternità” che Dio avrebbe offerto abbondantemente allachiesa di Napoli e dell’Italia tutta attraverso le parole, i gesti e il ser-vizio del cardinale-confessore.

Nelle sue lettere e nei suoi messaggi, indicò la fede in Cristo el’appartenenza alla Chiesa quale garanzia di feconda testimonianzacristiana nel territorio; istituì nuove parrocchie per aiutare i laici avivere concretamente la propria fede e per mantenere viva la tradi-zione del passato riproponendo i valori dell’ambiente sociale seco-larizzato, che si presentava già ostile e indifferente.

La sua opera viene ricordata soprattutto per le nuove parrocchiee la realizzazione del Seminario di Capodimonte. Nella memoria dimolti è il meglio dell’operato di Ascalesi.

Ascalesi avvertì pure con urgenza la necessità di una riorganiz-zazione dei seminari diocesani in vista di una efficace preparazionedei futuri presbiteri in una “notificazione per le vocazioni ecclesia-stiche”.

Nel dicembre del 1928 scriveva: “Mentre da una parte nuovi bi-sogni intellettuali e morali richiedono nuove forme di azione illumi-nate per il trionfo dei principi cristiani, d’altra parte va diminuendosempre più il numero dei sacerdoti, che di tale apostolato sono il mi-gliore esponente e il più solido fondamento”.Il seminario diCapodimonte, “Sarà la più bella opera che l’Eminenza Vostra faràsorgere a Napoli”, gli diceva Papa Ratti, dopo di aver approvato,be-nedetto e incoraggiato il Cardinale per la realizzazione dell’opera. Laprima pietra fu posta il 30 ottobre 1930; veniva inaugurato il 26 giu-gno 1934.

Nella sua prima lettera pastorale a Napoli, raccontava della suainfanzia, segnata da una religiosità semplice e fervente.

Un rilievo particolare nell’esperienza religiosa del piccolo Alessioaveva compiuto la devozione Mariana.Emerge in più di una occasio-ne il rimpianto del presule per la sua vita familiare della sua infan-zia.

La prima lettera pastorale fu pure un esposizione molto detta-gliata del mondo moderno e dei suoi mali e dei problemi di Napoli:“Odi e passioni furenti che provocano spesso dolorosi episodi di vio-lenza e sangue, contrasti di classi sociali, impaziente e insaziabile ri-cerca di ricchezze e di godimenti sensibili, scuote l’unità morale,giunge a inaridire le sorgenti stesse della vita”.Si percepisce nella let-tura la conoscenza dei problemi della città.

I problemi con cui Ascalesi fù chiamato a confrontarsi in Napolirisultano comuni alle varie diocesi italiane in quegli anni, tra essi unrilievo del tutto particolare spettava all’insegnamento catechetico.

Infatti nel 1927 con una notificazione raccomadava l’istituzionedei “centri catechistici” interparrocchiali e l’istituzione delle confra-ternità della dottrina cristiana, invitando il clero a cercare attivamen-te la collaborazione dei laici.

Il progetto per la realizzazione dei centri catechistici incontròmolte difficoltà per varie ragioni.

L’impulso dato alla diffusione e al miglioramento dell’insegna-mento catechistico sembrò essere l’elemento più evidente dell’atti-vità del vescovo e dei collaboratori nei primi anni di episcopato.

Merita attenzione l’animazione del gesuita padre Aromatisi, delcircolo giovanile “S. Anna” nei quartieri spagnoli, “Annibale Cesareo”di Mons. Fabozzi che cercano di raggiungere la “massa” con il loroimpegno, specie a livello universitario.

Nel 1927 indice la prima visita pastorale.Nel 1928 fu convocatoa Napoli un congresso regionale catechetico, i cui lavori si tennerofra il 17 e 29 aprile. Si proponeva ai parroci di dare all’insegnamen-to catechetico un posto privilegiato, di diminuire le feste religiose.

Il concilio plenario campano del 1932 rappresentò un tentativodell’episcopato di tutta la regione conciliare di affrontare i proble-mi organizzativi e pastorali. Ascalesi incarnò in mille occasioni la fi-gura del vescovo “popolare” vicino al popolo. Un vescovo profonda-mente inserito nel contesto sociale che lo circondava, che incarnò ilmodello di una chiesa che si identifica con la società in cui è immer-sa.Nel 1932 fondò la casa del clero e la “Caritas Sacerdotalis” per isacerdoti bisognosi.Nel 1939 ottenne dal Santo Padre l’erezionedell’Ateneo pontificio con due facoltà: teologica e giuridica. Nel 1941celebrò il Sinodo diocesano e nel 1949 il Congresso Eucaristico.

A tutti resta il patrimonio prezioso e l’esempio luminoso delCardinale Ascalesi.

Il servizio pastorale

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CittàNuova Stagione 7 GIUGNO 2009 • 11

L’Arcivescovo haincontrato separati,divorziati, risposati

SullestradedelVangeloLa chiesa, casa e scuola dicomunione, non può ignoraretanti coniugi che hanno vistofallire il loro matrimonio perchénon si sentano esclusi oemarginati dalla comunitàecclesiale in quanto essa èchiamata, ad immagine delBuon Samaritano a farsi attentaad ogni uomo, chinandosi sullesue ferite per versarvi l’olio dellaconsolazione e il vino dellasperanza ed esercitare lamisericordia e non la condanna,secondo l’insegnamento delVangelo. E la Chiesa di Napoli,attraverso il suo Pastore,umilmente, semplicemente esenza clamore, ha aperto le sueporte e il suo cuore materno achi si trova in situazionimatrimoniali irregolari e vive,ferito dalla vita, la sofferenza dirapporti infranti. L’incontro si ètenuto nella Cappelladell’Episcopio. L’Arcivescovo,pur ribadendo quelli che sono iprincipi della Chiesa circa lasacramentalità del matrimonio,nella chiarezza della verità, hainvitato tutti a non essereestranei o stranieri ma partedella comunità e dare ciascunoil suo contributo per la suacrescita, vivendoresponsabilmente la missione acui si è chiamati. È seguito ilmomento di preghiera,presieduto dal Vicario per illaicato mons. Raffaele Ponte cheha preso spunto per la suariflessione dalla paginaevangelica proclamata, quelladei due comandamenti. Laliturgia della Parola si èconclusa con un gestosimbolico: il dono della coronadel Rosario e il libro del Vangeloperché Maria, immagine dellaChiesa, aiuti tutti a sentirci suemembra e, guardando a Lei,camminare sempre sulle stradedel vangelo, le strade dell’amoreper Dio e per l’uomo,percorrendo sentieri diresurrezione.Si è vissuto così l’inizio di uncammino che deve continuare,come anche più volte ribaditodal Cardinale Sepe, nonriducendosi ad un episodiosporadico, segno di una nuovapastorale da realizzare, aspettodella pastorale familiare da nontralasciare a cui ultimamentesta rivolgendo l’attenzionel’Ufficio famiglia della nostraDiocesi.Un’occasione opportuna persmentire l’immagine di unaChiesa che allontana i separati ei divorziati ai quali è rivolta lachiamata alla novità di vita checi è donata nello Spirito e daiquali la Chiesa si attende unapresenza attiva e unadisponibilità a servire quantihanno bisogno del loro aiuto.

Inaugurato il Centro educativo interculturale per donne e minori stranieri, gestitodalla cooperativa Dedalus che nel 2008 ha seguito complessivamente 6500 persone

L’integrazione possibiledi Elena Scarici

contrare culture differenti, è un luogo di ag-gregazione per ragazzi e ragazze, donne efamiglie immigrate da ogni parte del mon-do. Gli operatori forniscono orientamentoal lavoro, sostegno alla maternità consulen-za.

«In questi 5 anni di attività – abbiamoaccolto oltre 200 immigrati pon accompa-gnati che vivevano in situazioni di forte de-grado - ha spiegato la presidente diDedalus Elena De Filippo - abbiamo ancheseguito centinaia di famiglie, donne vittimedi violenza familiare, di sfruttamento ses-suale o lavorativo o semplicemente donneimmigrate che avevano bisogno di essereorientate ai servizi. Oggi questo centro rin-novato può offrire nuovi servizi e aprirsimaggiormente al territorio nel tentativo dicontribuire al dialogo interculturale con icittadini napoletani, fondamentale per il re-ciproco rispetto e la pacifica convivenza.Purtroppo - continua la De Filippo -vivia-

mo in un momento in cui ci sono troppespinte che alimentano la convinzione che icittadini immigrati siano un pericolo la no-stra sicurezza, mettendo in discussione i di-ritti fondamentali della persona, è semprepiù importante, perciò, puntare sul dialogo,sulla reciproca conoscenza, solo così è pos-sibile superare la paura dello straniero e farsentire tutti più sicuri».

La cooperativa Dedalus nel 2008 nel-l’ambito dei suoi servizi ha servito com-plessivamente 6500 persone, di questi il57% è rappresentato da destinatari occa-sionali, contattati attraverso il lavoro distrada, il 43% è costituito dagli utenti, cioèseguiti con continuità, il 55,4 per cento so-no donne. La maggior parte delle perso-ne seguite proviene dai paesi dell’Est il19,3% dall’Africa, in particolare Maroccoe Nigeria i rimanenti vengono daPakistan, Cina e America latina. In cresci-ta gli italiani.

Angela ha 23 giorni, è bellissima con isuoi riccioletti neri. Ha il volto sereno. E na-ta a Napoli da madre nigeriana che, scap-pata dal suo Paese, ha perso il compagnodurante il viaggio per venire in Italia, gra-zie all’aiuto offerto dal progetto “Casa diIlde”, rivolto a donne immigrate in diffi-coltà, vittime di violenza o sfruttamentosessuale, è riuscita a partorire e ha trovatoaccoglienza presso la casa Karabà diMugnano. Angela è la più piccola tra i tan-ti bambini presenti all’inaugurazione delCentro educativo interculturale per donnee minori stranieri, della Cooperativa socia-le Dedalus, con sede in vico Tutti i Santi 65,presso il quale ha sede anche il centro Nanà,i cui locali sono stati ristrutturati.

Alfabetizzazione, lezioni di italiano, diinformatica e matematica vengono seguitegià da una ventina di minori soli, di età com-presa tra i 12 e i 18 anni. Molti di essi pro-vengono dal Maghreb, Africa Subsaharianama anche da Est europeo e Asia. Rami, 18anni, è uno di loro, viene dalla Tunisia, è quida alcuni anni, è cittadino italiano, suo ma-dre è in Italia dal ‘92, suo padre da 21 anni.Vivono in provincia di Caserta. Rami fre-quenta il Centro per imparare un mestiere,gli piace aggiustare le macchine da caffè. Èdispiaciuto del momento che si sta viven-do: «molta gente – racconta - pensa che glistranieri sono tutti uguali, tutti cattivi, e poici confondono marocchini, algerini tunisini,tutti brutta gente…».

Diverse sono le attività del centro inter-culturale. Quelle di carattere educativo, ge-stite da operatori italiani e stranieri, si svol-gono in un immobile confiscato alla camor-ra in via Palmieri 43. Mentre quelle a carat-tere di animazione, di laboratorio e di ac-coglienza si tengono presso la sede di Nanàdi vico Tutti i Santi, primo nel suo settoremai sorto in Campania, operativo dal 2004,gestito sempre dalla cooperativa Dedalus.

Da Nanà è possibile trovare ascolto e ac-coglienza, apprendere i propri diritti, in-

Aiutare le famiglie dei pazienti in coma o in stato vegetativoad accogliere il dolore e la sofferenza. Questo l’obiettivo che si po-ne il progetto “Percorso di cittadinanza attiva” ideato dalla onlus“Gli amici di Eleonora” e sostenuto dall’assessore ai servizi socia-li Alfonsina De Felice.

L’associazione “Gli amici di Eleonora”, nata nel 2006, in segui-to alla morte post- coma della piccola Eleonora, cerca di costrui-re uno spazio dove, con l’aiuto di psicologi sociologi e assistentisociali, poter comunicare il dolore, esprimere le emozioni e i sen-timenti, sviluppare il dialogo tra le famiglie ed il personale medi-co ed assistenziale per la comprensibilità del percorso medico dicura e la preparazione all’integrazione nella fase del recupero daparte della famiglia.

Tra i progetti in programma quella di dar vita in tempi breviad una casa del risveglio in Campania, ricorda Margherita Rocco,presidente de “Gli amici di Eleonora”, che ha saputo trasformareun evento negativo, la morte della sua figlioletta dopo sei mesi dicoma, in una risorsa.

«Creare case del risveglio è importante - dice la Rocco - ma lo èancor più supportare le famiglie. È necessaria un’equipe che assi-sta psicologicamente i familiari dell’ammalato non solo durante lafase ospedaliera ma anche a casa».

Per Luigi Foggia, coordinatore scientifico del progetto: «C’èbisogno di comunicazione e dialogo con le famiglie perché possanofare un’analisi critica della improvvisa e drammatica situazione incui si trovano catapultate, perché possano digerire e ragionare l’e-

vento-dolore, e capire cosa succede clinicamente. Essere nella fasedi coma è come ritornare bambini – continua Foggia – è utile, per-tanto, puntare su odori e rumori che possano riportare la memoriadell’ammalato all’ambiente familiare, casalingo. Il vero dramma diquesta situazione- continua- è non conoscere il tempo dello stato incui si trova il paziente, dramma che può essere affrontato con l’aiu-to de “Gli amici di Eleonora” perché le famiglie non si trovino piùin condizione di dire, come spesso è successo “sarebbe stato megliose fosse finita prima».

Tra le idee del progetto c’è quella di creare entro un anno, confinanziamenti ministeriali, appositi reparti, in strutture sanitariegià esistenti, che saranno forniti di quegli strumenti adatti a farfronte all’emergenza coma.

L’ospedale Rummo di Benevento con 5 posti letto, il “DaProcida” di Salerno con 10 posti letto e il Santobono di Napoli con7 posti letto, sono le strutture individuate per la realizzazione delprogetto in Campania.

«Una regione che si candida ad essere tra le migliori d’Italia- secondo l’assessore ai servizi sociali Alfonsina De Felice - do-ve le onlus rappresentano una risorsa essenziale per il monito-raggio del territorio, e la gamba di appoggio su cui deve cammi-nare il sistema dell’assistenza. Bisogna puntare sull’assistenzadomiciliare su cui c’è l’attenzione delle istituzioni europee pron-ta a supportare le buone iniziative con finanziamenti che posso-no essere rinvestiti nel sociale, ambito nel quale essenziale è la-vorare in rete».

Presentato il progetto dell’associazione “Gli amici di Eleonora”, sostenuto dall’Assessoratoregionale alle Politiche Sociali, per aiutare le famiglie dei pazienti in coma o in stato vegetativo

Accompagnare il doloredi Rosaria La Greca

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Nuova Stagione12 • 7 GIUGNO 2009 Città

Presentata la ricerca realizzata dalla Consulta Regionale Femminiledella Campania insieme con l’Università Federico II di Napoli

Tempo al femminile: nasce una guida

La finale di “W i Bambini”

Sempre più spesso si sente l’esigenza di trova-re uno strumento in grado di conciliare la fami-glia ed il lavoro.

Una ricerca portata avanti dalla ConsultaRegionale Femminile della Campania insiemecon l’Università Federico II di Napoli ha dato vita a un convegno tenu-tosi venerdì 29 maggio presso la facoltà di Sociologia a San Biagio deiLibrai.

Nel corso dell’evento è stata presentata una guida intitolata “Tempoal Femminile” che grazie ad un lavoro di alcune dottoresse del dipar-timento di Sociologia, coordinate dal docente Biagio Aragona, illustrain modo chiaro e semplice i servizi esistenti nella nostra città a soste-gno delle neo mamme e dei neo papà.

«La guida è un mezzo di cui si potranno servire le famiglie al fine difavorire i rapporti fra marito e moglie e di stimolare una crescita educa-tiva ai figli- ha esordito Sabrina Castaldo, Presidente della ConsultaFemminile Regionale della Campania- l’iniziativa parla del tempo al fem-minile ma non solo. La Consulta Regionale Femminile ha svolto un’atti-vità d’indagine nel mondo femminile e l’idea della donna in quanto ma-dre e non lavoratrice è ancora il simbolo dell’ideologia odierna. Oggi ciaspettiamo una maggiore partecipazione dei mariti nelle vicissitudini do-mestiche in modo da consentire alla donna più tempo per sé ed inseri-menti lavorativi non solo part-time».

Si è posto l’accento più volte sul tema della conciliazione e di comela ricerca di un equilibrio tra il mondo individuale e quello lavorativocostituisca una necessità vitale della donna.

La rete dei servizi sociali che va incontro a queste esigenze è anco-ra però troppo debole, come ha anche sottolineato Amalia Caputo, do-cente di “Tecniche di ricerca” presso la facoltà di Sociologia:

«Si respira ormai un’aria per nulla favorevole per il benessere fami-liare; sempre più donne sono costrette a ritagliarsi un lavoro limitato o

ad abbandonarlo completamente per dedicarsi al-la casa, ai figli e talvolta anche alla cura delle per-sone anziane. Il nostro territorio offre ancora pocoe i servizi esistenti non sono sempre noti. Il proget-to di oggi è la dimostrazione di una cooperazione

tra la ricerca accademica e le pubbliche amministrazioni».Il lavoro portato avanti dalla Consulta Femminile e dalla Facoltà di

Sociologia si è orientato nel monitoraggio dei servizi attivi o meno sulterritorio di Napoli e nello sviluppo, anche futuro, di imprese laddovesi presentano carenze.

«In attesa che lo stato sia più presente e si velocizzi e l’impresa si re-sponsabilizzi e non penalizzi le donne quando entrano in maternità oc-corre intrattenere i bambini e inventare continuamente dei servizi a fa-vore dei genitori e dei figli: creare un’impresa con i servizi sociali», haproposto Teresa Valerio, componente della Consulta Femminile.

Fare una ricerca dei servizi per l’infanzia a Napoli si è dimostrata,per le dottoresse di Sociologia, impresa ardua; il caso degli asili nidorappresenta un esempio allarmante: quelli privati non sempre rifletto-no il reddito familiare e quelli pubblici hanno file d’attesa estremamen-te lunghe. «Ricorrere ai parenti può essere una soluzione ma per chi nonli, la scelta è soltanto una: la donna deve rinunciare al suo lavoro- haspiegato Biagio Aragona, docente di Sociologia- le prospettive dunquesi riducono. Da un’indagine è emerso che le donne italiane lavorano unminor numero di ore rispetto a tutte le altre donne europee, dedicandomolto più tempo alla famiglia. Così come gli uomini italiani lavorano unnumero di ore superiore al resto degli uomini in Europa, a scapito deltempo rivolto alla famiglia».

La guida, che costituisce il simbolo di questa ricerca, verrà distri-buita in tutti i servizi materno infantili di Napoli e presso le parrocchiedella città a sostegno di un intervento concreto verso le responsabilitàfamiliari.

di Cristina Celli

La squadra dei ragazzi del PlessoRodari del I Circolo Didattico, accom-pagnata dall’Assessore al Gioco LuigiBellocchio, ha partecipato alle IsoleTremiti, al tour di “W i Bambini.” Gliallievi sono stati accolti dal saluto delsindaco Mimmo Giorgiano.

La reinterpretazione in chiave lu-dica e attuale delle vicende dellaSpedizione dei Mille ha ispirato il pen-tathlon dei giochi di quest’anno.Poiché il Tour è stato candidato fra leazioni atte a coinvolgere gli studentiitaliani nel clima dei festeggiamentiche il “Comitato Italia 150” organiz-zerà per il 2011 quando il nostro Paeseconterà 150 anni dall’Unità raggiuntanel 1861.

Iniziata lo scorso 11 marzo aTramonti, in costiera amalfitana, lanona primavera di “W i Bambini” è sta-ta contrassegnata da undici importan-ti giornate vissute all’insegna del gio-co, dell’incontro fra classi di scuole di-verse, della vicinanza istituzionale almondo dei più piccoli. La “città dei

bambini e delle bambine” di SanGiorgio a Cremano in provincia diNapoli è stato il luogo di due tappe deltour di quest’anno che hanno fatto dasfondo al quadro del gioco, del diver-timento e dell’apprendimento, duran-te la settima del Giorno del Gioco.

Le tappe di San Giorgio sono statigrandi appuntamenti, giorni specialidedicati al gioco come strumento edu-cativo, mezzo di espressione, comuni-cazione e incontro tra adulti, ragazzi ebambini. Perché giocare è immagina-re, perché la vita è gioco e il gioco èesperienza, rispetto delle regole e con-vivenza.

Come afferma il responsabile delLaboratorio Città dei bambini e dellebambine Francesco Langella, in casodi sconfitta, “bisogna anche saper per-dere come bisogna saper dimenticare: avolte la seconda cosa risulta difficile».

A cura dell’Ufficio Stampa dellaCittà di San Giorgio a Cremano

Concorso Scuoleorganizzato dallaCommissionediocesana Donna

Premiati gli alunniLo scorso 29 maggio, pressol’auditorium arcivescovile dilargo Donnaregina, si èsvolta la tradizionalepremiazione del concorsoindetto dalla Commissionediocesana Donna, di cui èpresidente Maria AntoniettaGiusti.Al concorso hannopartecipato bambini egiovanissimi delle scuoleelementari e delle medieinferiori. Il tema propostoquest’anno era: “Nellafamiglia i bambini sonoprotetti ed aiutati a diventareadulti. Pensi di poterraccontare o disegnarequanto sei felice nella tuafamiglia?”.Il tema poteva, quindi, esseresviluppato mediante disegnio elaborati scritti.La commissione giudicante èstata composta da AgataTalarico, già preside dellaScuola Media “Carlo Poerio”,da Francesca Giusti, giàdocente dell’IstitutoCommerciale “MarioPagano” e da Paolo DelVaglio, esperto in immagini ecomunicazioni sociali.Sono risultati premiati:Laura Cinquegrana(elaborato testuale) del terzoCircolo di San Giorgio aCremano e Ludovico DeFalco (elaborato grafico) delterzo Circolo di San Giorgioa Cremano.Questi alunni hannodevoluto la somma in denarodel premio ai bambini diBossentel, nella RepubblicaCentro-africana. A tutti ipresenti è stata consegnatauna medaglia ricordo.

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Nuova Stagione 7 GIUGNO 2009 • 13Città

Il 15 giugno in Villa comunale “Giochi senza barriere”

Una festa per tuttiUna festa per i bambini disabili è un’idea ambiziosa. Una manifestazione per i bam-

bini disabili è un progetto ancora più difficile da realizzare. In questo periodo attraver-sato da inquietanti ombre di razzismo, l’obiettivo che ci proponiamo è sicuramente piùarduo.

“Giochi senza barriere” è nata per dedicare ai nostri bambini una giornata eccezio-nale come eccezionale è la loro esistenza.

Quest’anno la nostra festa vede, a fianco dei genitori dell’associazione “Tutti a scuo-la” e delle sorelle e fratelli dell’Unitalsi che da cinque anni ci affiancano nella organiz-zazione dell’evento, ulteriori ed autorevoli partners. La presenza della Caritas diocesa-na per la seconda volta rafforza in noi la speranza di un sempre maggiore impegno daparte delle parrocchie e dei loro sacerdoti a fianco delle famiglie dei disabili; la stradada percorrere è ancora lunga ma siamo fiduciosi di poter costruire a partire dai singo-li decanati esperienze sempre più ricche di quella integrazione sociale che manca ai no-stri figli.

“Giochi senza barriere” è diventato nel tempo un appuntamento obbligato per laPolizia di Stato, i Vigili del fuoco e la Guardia di Finanza che condividono da anni conl’associazione “Tutti a scuola” l’onere di una festa sempre più impegnativa. Quest’annoa loro si affiancheranno il personale della prestigiosa Accademia aeronautica diPozzuoli, la generosità del corpo della Polizia municipale ed i vigili del fuoco della UsNavy.

Una particolare e delicata presenza arricchirà la nostra festa il prossimo lunedì 15giugno: i familiari delle vittime della camorra riuniti nell’associazione Libera che spe-riamo di avere al fianco degli oltre 300 volontari di Tutti a scuola.

Giochi senza barriere è anche una giornata bellissima per tutti gli artisti che ne affol-lano il palco: ingeneroso sarebbe dimenticare qualcuno ma i nomi di Peppino di Capri,Valentina Stella, Tony Tammaro, Alessandro Siani, Maurizio Casagrande, RosaliaPorcaro, Gino Rivieccio a fianco a quelli di Mario Porfito e Pietro Pignatelli rappresen-tano ormai una presenza insostituibile per i nostri figli.

Molto altro resta da fare e quest’anno il prologo della festa è rappresentato da unevento straordinario nel suo genere: l’inaugurazione delle uniche catacombe del mon-do senza barriere architettoniche, le catacombe del Santo Patrono della nostra città.

La giornata di sabato 13 giugno (dalle 10 alle 15) sarà dedicata alla scoperta, parten-do dalle tracce più antiche delle nostre radici cristiane, della splendida Basilica di SanGennaro extra moenia e delle attigue catacombe per le quali sono stati rimossi gli sbar-ramenti che ne hanno impedito la visita nei secoli ai disabili motori. Attribuiamo ungrande valore simbolico a questo momento che sarà di valore spirituale e culturale in-commensurabile ma anche con un forte significato sociale che ci auguriamo verrà col-to come una “buona prassi” da imitare e rafforzare da parte delle istituzioni civili. Levisite avverranno su prenotazione e fino ad esaurimento dei posti.

L’augurio che sentiamo di fare a tutti è quello di continuare a coltivare la speranzadi costruire un mondo sempre più vicino ai nostri fratelli più deboli. E’ un augurio edun impegno che abbiamo nei confronti dei nostri figli, è un augurio ed un impegno alquale cercheremo di non venire mai meno. Info al sito: www.tuttiascuola.org.

Antonio NocchettiPresidente dell’associazione Tutti a scuola onlus

La Diocesi di Napoli ha aderito alprogetto per il calcolo dell’improntaecologica, sostenuto dal Ministero

per l’Ambiente e promossodall’associazione Greenaccord

Parrocchiein campo

per aiutarel’ambiente

(e.s.) La Diocesi di Napoli, attraverso l’Ufficiodiocesano per la salvaguardia del creato, direttoda don Tonino Palmese e quello di Pastorale fa-miliare diretto da don Salvatore Candela, ha ade-rito, su approvazione del cardinale Sepe, al pro-getto per il calcolo dell’Impronta ecologica su uncampione di 500 famiglie napoletane, promossoda Greenaccord (associazione culturale naziona-le che promuove la salvaguardia del creato) e so-stenuto dal Ministero per l’Ambiente.

Obiettivo principale del progetto è l’assunzio-ne da parte delle parrocchie italiane di un ruologuida nella diffusione di stili di vita responsabilie coerenti con l’invito alla sobrietà e all’attenzio-ne verso i poveri, contenuto peculiare del mes-saggio cristiano. Il progetto permetterà anche diavere un quadro chiaro delle inefficienze e deipossibili cambiamenti attuabili per un uso piùintelligente dell’energia e dei beni di consumo,offrendo un’analisi su un campione significativosu scala nazionale e locale, utile anche per gli Entie le Amministrazioni che hanno competenza nel-la gestione del territorio e nella pianificazione deiservizi. Aderiscono al progetto anche le diocesidi Milano, Firenze, Prato e Pistoia. per un totaledi 1500 famiglie.

L’Ufficio famiglia ha contattato già numero-se famiglie disposte a partecipare al progetto checonsiste nella stesura di un Diario dei consumiper 18 mesi. Le informazioni di base che verran-no richieste riguardano:

Informazioni generali sul nucleo familiare(componenti, età, attività, ecc.); Informazionisulla casa (tipologia edilizia, esposizione, dimen-sioni, infissi, isolamento, ecc.); Informazioni sul-le dotazioni tecniche (tipo di riscaldamento, illu-minazione, elettrodomestici con relativa classedi efficienza energetica, altre apparecchiature);Dati delle bollette energetiche (elettricità, gas,carburanti, altro); Abitudini alimentari e orien-tamenti sugli acquisti; Altri consumi (vestiario,libri e riviste, cosmetici, elettronica, ecc.);Trasporto quotidiano/vacanze: km percorsi, mez-zi utilizzati (caratteristiche); Rifiuti: produzio-ne/smaltimento. Le domande verranno articola-te in dettaglio nel questionario con risposte sem-plificate (del tipo si/no, da/a). L’elaborazione deidati raccolti e l’analisi dei cambiamenti indottisulle strutture, sui consumi e sui comportamen-ti condurranno alla redazione di un vero e pro-prio bilancio degli effetti concreti del progetto,attraverso il ricalcolo finale dell’impronta ecolo-gica, al fine di dimostrare la praticabilità e l’im-portanza di cambiamenti, anche piccoli negli sti-li di vita. A supporto dell’opera di sensibilizzazio-ne verrà diffuso un “manuale di buone pratiche”,anche al di fuori delle famiglie coinvolte diretta-mente nel progetto. Perché le parrocchie possa-no espletare con piena credibilità ed autorevolez-za l’opera di sensibilizzazione e di indirizzo pre-vista, oltre all’impronta ecologica si propone l’e-laborazione di criteri e misure di intervento perla riduzione dei consumi energetici delle stessestrutture parrocchiali, attraverso l’elaborazionedi un manuale ed una sperimentazione proget-tuale di massima. Partner tecnico sarà il WWF.

VisiteguidatealleCatacombediSanGennaroVenerdì 12 giugno alle ore 12presso la basilica di SanGennaro Extra Moenia allaSanità si terrà la conferenzastampa per presentare ilprogetto “Catacombe senzabarriere”. Interverranno ilCardinale Crescenzio Sepe,arcivescovo di Napoli. donAntonio Loffredo, parrocodella chiesa di Santa Mariadella Sanità, AntonioNocchetti presidentedell’associazione “Tutti ascuola onlus”, Francesco LaPalombara, presidenteUnitalsi Campania ed irappresentanti dei partnersistituzionali coinvolti nellamanifestazione.All’interno del progetto “SanGennaro Extra Moenia: unaporta tra passato e futuro”dell’Arcidiocesi di Napoli,finanziato dalla Fondazioneper il Sud, viene aperto atutti il complessomonumentale, grazie allasinergia con l’associazione“Tutti a scuola”.La catacomba di SanGennaro diventerà, infatti,l’unica catacomba al mondoaccessibile ai disabili.L’Arcidiocesi, oltreall’abbattimento dellebarriere architettoniche,predisporrà tutte le azioninecessarie per renderefruibile il monumento a tuttele diverse forme di disabilità:sensoriale e motoria.Si tratta di un progettoambizioso e delicato perchési propone di immaginare erealizzare un primo esempiodi accoglienza, nell’ambitodella Chiesa di Napoli, chepermetta a tutti i nostrifratelli e sorelle di poter fruiredi un grande patrimonioculturale e religioso.

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Provincia Nuova Stagione14 • 7 GIUGNO 2009

Congregazione dei Santi

Esaminatala presuntaguarigioneper intercessionedi Giulia SalzanoFondatrice delleCatechiste delSacro Cuoredi Nunzio D’Elia*

Non c’è due senza tre. Si dice.Anche dei santi. Napoli, perciò, falavorare molto la Congregazionedei Santi. Dopo la canonizzazione diSan Gaetano Errico e di SantaCaterina Volpicelli, è il turno dellaBeata Giulia Salzano (1846-1929),Fondatrice delle Suore Catechistedel Sacro Cuore di Casoria.Infatti, lo scorso 28 maggio laConsulta medica dellaCongregazione ha esaminato lapresunta guarigione della signoraMaria Grazia Pelliccia – catechistadella Parrocchia delle Salicelle inAfragola – da arresto cardiacodurato oltre venti minuti, senzaprovocare conseguenzeneurologiche, avvenutonell’ospedale Cardarelli durante unintervento chirurgico per unpolitrauma causato da un graveincidente stradale.L’esito è stato giudicato moltopositivo da parte dei Medici chehanno valutato e giudicato il caso,affermando con certezza morale lainspiegabilità della guarigione dalpunto di vista scientifico e, peraltro,istantanea e definitiva.Gli ulteriori passi che seguirannosono quelli dei giudizi del CensoriTeologici, che dovranno individuaree riconoscere, attraverso l’esame ditutta la documentazione esistente –cartelle cliniche, inchiestadiocesana sulle testimonianze,giudizi dei Medici – che alla BeataGiulia è stata chiesta, dal Parroco,Suore, Catechiste, l’intercessioneper la guarigione. Alla plenaria diCardinali e Vescovi sarà affidata larelazione finale su tutto l’iter peroffrire, poi, al Santo Padre unasintesi dalla quale si evinceràl’attribuzione della guarigionemiracolosa alla intercessione dellaBeata Giulia Salzano. Il Papadeciderà la preparazione deldecreto di riconoscimento delmiracolo e nel Concistoro la datadella canonizzazione.Speriamo che a breve, grati alSignore, si potranno organizzare ipreparativi per questo nuovo donodi santità alla diocesi di Napoli.

* Postulatore della Causa

S.E. Mons. Di Donna a Ercolano per la conclusionedell’Anno Pastorale delle Religiose del XII Decanato

La centralità della liturgia domenicale

Due statue funerarie, dedicate ad una coppia di sposi, sono emerse nelcorso dello scavo condotto lungo la necropoli di via Nicotera a VicoEquense. Si tratta di 2 statue in tufo stuccate, opera certamente di scalpel-lini locali, raffiguranti un uomo e una donna, riconducibili al periodo ro-mano imperiale (I sec a.C.), ad oggi poco documentato a Vico Equense.

Lo scavo di via Nicotera, è stato iniziato tra il 2006 - 2007, dallaSoprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei(Sanp), responsabile della zona Tommasina Budetta, ed ha restituitouna necropoli dove le tombe erano disposte su terrazzamenti natura-li, intorno a piazzole delimitate da muri in opus reticolatum.

Nel settore Sud, sono emerse tombe del tipo a cappuccina, data-bili tra la fine del III sec. e il I sec. a.C., che testimoniano l’uso del ritoinumatorio.

Il settore Nord, invece, venne occupato tra il I sec. a.C. e il I sec.d.C.,fino al momento dell’eruzione del 79 d.C. ed è stato luogo di indaginenell’ultima campagna di scavi (gennaio-febbraio 2008).

Quest’ultimo scavo ha permesso di individuare il tracciato di un as-se viario antico costituito da breccioline calcaree di origine alluviona-le e fornito di due lunghe carreggiate. Il percorso rappresenta, con mol-ta probabilità, la via di accesso alla necropoli ma potrebbe anche co-stituire un tratto della Via Minervia che da Santa Maria del Toro di-scendeva poi per l’attuale Via Nicotera. E probabilmente ricalcava unasse viario più antico risalente al V secolo a.C..

È lungo questo percorso che sono state ritrovate le due statue a te-stimonianza del fatto che in antico le facciate dei monumenti funera-ri correvano lungo l’asse stradale.

“Questa recente scoperta è particolarmente rilevante – dichiara l’ar-cheologa Budetta – in quanto documenta la continuità dell’insediamen-to dall’età arcaica a quella romana. Infatti, poco distante furono rinve-nute tombe del VI sec. a.C., i cui reperti sono oggi esposti nel localeAntiquarium inaugurato nel 2001 dalla Sanp.”

Le indagini di scavo avevano già portato alla luce interessanti testi-monianze del rito incineratorio nelle sue forme diversificate. Le cene-ri erano deposte in olle segnalate da cippi o da stele iscritta o in cas-sette lignee ricoperte da tegole a doppio spiovente. È stata ritrovata,inoltre, una sepoltura del tipo a columella, ed anche per questa è sta-ta utilizzata come osteoteca una cassetta di legno, di cui si sono con-servati numerosi chiodi di ferro e bronzo. Accanto alla sepoltura è sta-to ritrovato l’ustrinum che rappresenta il luogo della pira esclusiva-mente per questa sepoltura. I corredi di queste ultime sepolture han-no restituito fibule di ferro e di bronzo, balsamari vitrei e lucerne, an-che questi conservati presso l’Antiquarium.

Uno scavo fa emergere dalla necropoli di via Nicotera un’interessante scoperta archeologica

Vico Equense, ritrovate due statue funerarie

Lo scorso 21 maggio Suor Gemma IardinoFnse, delegata decanale, ha accolto adErcolano nella Casa Madre delle Suore Figliedi Nostra Signora dell’Eucaristia, laCongregazione fondata dalla Serva di DioMadre Letizia Zagari, le Superiori delleComunità religiose femminili del XIIDecanato per concludere l’anno pastorale. Lariflessione è stata guidata dal Vescovo ausilia-re mons. Antonio Di Donna con un commen-to sulla terza parte del Piano pastorale dioce-sano: Vivere la fede. La figura del buonSamaritano ha dato lo spunto a mons. DiDonna per definire le due dimensioni della fe-de vissuta: Carità e Liturgia. Leggendo il no-to episodio del Vangelo occorre dunque chie-dersi: chi è il mio prossimo? Mons. Di Donnasi è soffermato sulla Caritas e sui vari signifi-

cati dell’amore per il prossimo: “In greco è l’e-ros, la filia, ma soprattutto l’agape. Agape èl’amore gratuito e quindi è il vero amore”. Hapoi esortato ad una “rivoluzione culturale”passando “da una situazione assistenziale aquella pedagogica” suscitando “il servizio nel-le varie comunità”. Ed ha ribadito l’importan-za e la centralità della liturgia domenicale.

Il cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe,con l’affetto di Padre e di Pastore, ha saluta-to Suor Gemma e le altre superiori con unmessaggio. “Reverenda Madre - scrive l’arci-vescovo - in occasione della conclusione del-l’anno pastorale delle Religiose del XIIDecanato desidero inviare a Lei, e a tutte lesorelle convenute dai diversi Istituti della zo-na, il mio indirizzo di saluto. Volentieri avreipreso parte all’importante incontro, ma non

posso perché ho già segnato in agenda impe-gni urgenti, a cui devo attendere. Desidero, inogni modo, assicurare la mia vicinanza spiri-tuale e la mia preghiera. Gli incontri che ave-te fatto, sotto la guida spirituale di saggi re-latori, hanno costituito un vero tempo diGrazia, dove l’azione dello Spirito ha promos-so la comunione e la fraternità. Siete state aiu-tate a riflettere sul documento post-sinodale‘La Parola di Dio nella vita e nella Missionedella Chiesa’, approfondendo l’importanzadell’ascolto della Parola che muove all’azio-ne, proprio sull’esempio della Vergine Maria,la quale si mette al servizio di Elisabetta do-po aver accolto docilmente l’annunciodell’Angelo Gabriele. Avete approfondito,inoltre, con il magistrale ed autorevole con-tributo del Vescovo Ausiliare Sua EccellenzaMons. Antonio Di Donna, le tematiche delpiano pastorale diocesano ‘Organizzare laSperanza’, per mettere, sempre di più, i vo-stri carismi a disposizione della Comunitàdiocesana, seminando tanti semi di bene e disperanza, così come già state facendo.

Sono contento e incoraggio questo itine-rario che avete intrapreso ormai da diversotempo, e sono persuaso che la diversità deiVostri carismi è una vera ricchezza per tuttala Chiesa, perché contribuisce a creare l’a-more e l’unità tra di Voi e con il Vescovo. IlVostro prezioso aiuto per il bene delle ani-me, la Vostra testimonianza, il lavoro pasto-rale che svolgete sono per me motivo di gioiae di conforto. Profitto della lieta occasioneper salutare ciascuna di Voi e ringraziare isacerdoti che Vi hanno guidate e coloro chehanno organizzato questi incontri di forma-zione permanente. Benedico Voi, i VostriIstituti Religiosi, e le attività che avete in ani-mo di realizzare. La Vergine Maria, la Madredi Cristo, tutta consacrata a Dio, Vi proteg-ga e Vi accompagni ora e sempre!”.

Le Superiori del XII Decanato si sono da-te appuntamento a settembre per la rifles-sione preparatoria del prossimo Piano pa-storale.

Valeria Chianese

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CulturaNuova Stagione 7 GIUGNO 2009 • 15

Si è conclusa alla Stazione Marittimala XX edizione di Galassia Gutenberg

Sceglieredi leggere

di Cristina Celli

Dal 29 maggio al 1 giugno 2009 la Stazione Marittima di Napoliha ospitato la XX edizione di Galassia Gutenberg che quest’annoha proposto come tema il “Gusto del Viaggio”.

La conferenza di presentazione di mercoledì 27 maggio pressol’hotel Mediterraneo in via Ponte di Tappia di Napoli ha messo inluce gli obiettivi di questa nuova edizione e ha rivelato il lungo la-voro alle spalle degli organizzatori. Galassia Gutenberg chiude ilmese di Maggio dei Monumenti, in partenership con una vasta re-te di associazioni ed enti culturali, si avvale del sostegno dellaRegione Campania e del Comune di Napoli.

«L’iniziativa- ha introdotto Franco Liguori dell’AssociazioneGalassia Gutenberg- è stata promossa dall’assessorato ai GrandiEventi del Comune di Napoli e poter presentare oggi la XX edizione èun grande traguardo. Il libro è un prodotto sociale e l’obiettivo diGalassia è promuovere la lettura tra i giovani in primis ed incentivar-la anche tra gli adulti».

L’idea del viaggio come esperienza dirapporti tra libri e sensi, in primo luogoquello del gusto: un vero e proprio itinera-rio nella tradizione gastronomica delMediterraneo rivolto a un pubblico inte-ressato a iniziative culturali legate alla de-gustazione.

«La cultura e la lettura si sposano con ilviaggio e questo binomio dà avvio alla libe-ra immaginazione - ha spiegato FrancescoManco, area manager Sud Italia MSCCrociere nel corso della conferenza stam-pa, evidenziando l’importanza della colla-borazione con Galassia Gutenberg - MSCha supportato questa manifestazione nonsolo per l’appuntamento con Bookcruisingche anche quest’anno si rinnova e darà l’op-portunità a scrittori ed editori di donare i li-bri preferiti alla ‘biblioteca del viaggiatore’ma perchè sosteniamo l’importanza di pro-getti che abbiano come base la lettura».

Numerosi gli appuntamenti che hannoalternato spettacoli a incontri a mostre edeventi speciali fino ad arrivare ai concor-si; il progetto “Amico Libro”, promosso dalMinistero dell’Istruzione in collaborazio-ne con l’Associazione Italiana Editori, pre-vede una campagna di sensibilizzazionealla lettura, organizzata dall’UfficioScolastico Regionale della Campania.

«Galassia Gutenberg è stata la primafiera del libro in Italia ad aprirsi alle scuo-le - ha affermato Silvia Campaniledell’Ufficio Scolastico delle RegioneCampania- Amico libro è un’iniziativa cheoltre a favorire la lettura vuole affinare lecapacità di ricerca e le competenze dei ra-gazzi. Il progetto infatti si chiuderà venerdì29 maggio con un concorso ’10, 100, 1000ragioni per leggere’ destinato agli alunni de-gli istituti di ogni ordine e grado dellaCampania».

Un programma che arricchisce in chia-ve turistica la sua immagine storica di ap-puntamento volto al mondo dei libri e del-l’editoria, una dedica rivolta al raccontodegli scrittori dei monumenti.

Nicola Oddati, Assessore al Bilanciodella Regione Campania, ha così definitola XX edizione della fiera del libro parte-nopeo:

«Da vent’anni Galassia Gutenbergporta avanti idee stabili e durature neltempo tanto da rappresentare uno deglielementi fondamentali del nostro territo-rio. La collaborazione tra i vari editori,imprenditori e lettori assume il significa-to di un proficuo coinvolgimento di entidifferenti ma uniti in un’unica direzione.Galassia ha, tra le varie proposte, l’obiet-tivo di incrementare la lettura e sostene-re le imprese editoriali. Il comune diNapoli parteciperà con suo stand in que-sti giorni per essere sempre più vicino alforum della cultura».

VIII edizione del premio “Iqbal Masih - Napoli solidale”:premiati il Cardinale Sepe e il Presidente francese Sarkozy

In nomedella solidarietà

Sabato 30 Maggio, presso l’istituto professionale per l’industria e l’artigianato “Giovanni Caselli “ di Napoli, si è tenuta l’ottava edizione del premio “ Iqbal Masih – NapoliSolidale ”, manifestazione organizzata dall’Aiac (Associazione Internazionale diApostolato Cattolico). Il premio è intitolato ad Iqbal Masih, un bambino pakistano ucci-so a soli dodici anni, dopo essere diventato un simbolo per la lotta allo sfruttamento in-fantile.

I riconoscimenti sono stati assegnati al Cardinale Crescenzio Sepe, per l’impegno e lasua completa dedizione per la rinascita di Napoli e al presidente francese Nicolas Sarkozyper l’apporto dato allo sviluppo e alla cooperazione per l’unione dei paesi del Mediterraneo:«Ringrazio tutti per l’invito in questa giornata così densa di significati - interviene ilCardinale Sepe, è importante porre gli accenti sui problemi dei giovani, per questo biso-gna fare un plauso ai Direttori scolastici e a tutti gli organizzatori. L’insegnamento di IqbalMasih è importantissimo: egli rappresenta il coraggio immenso di un bambino che nonaccettava di essere schiavo. In tempi di crisi come questo, sono soprattutto i giovani apagarne le conseguenze non riuscendo a realizzare i propri progetti; nel progetto di cre-scita generale della città i giovani devono essere gli assoluti protagonisti. Il futuro è deigiovani e deve partire da oggi. Cerco sempre di essere vicino ai problemi dei ragazzi esor-tando i parroci a creare ambienti in cui i giovani si possano ritrovare e perché no, impa-rare un mestiere; ho firmato da poco un protocollo con alcuni industriali, per permette-re l’inserimento nel mondo del lavoro ad un gruppo di ragazzi. I problemi continuano adesserci, ma bisogna sempre reagire, senza cadere nell’illegalità. Questa scuola è unica almondo, rappresenta un esempio sano di come si possa insegnare ai giovani un lavoro chei napoletani da sempre realizzano con maestria».

Al discorso del Cardinale, accolto con grande entusiasmo dai ragazzi presenti, ha fat-to seguito la proiezione del Dvd “ Naples World ”, scritto e diretto dal maestro GennaroSguro, presidente dell’AIAC in collaborazione con l’istituto Caselli e magistralmente in-terpretato dal soprano greco Destina Scarlatou; il video racconta in appena trenta minu-ti la storia, le tradizioni e la cultura di Napoli, affrontando con forza molte delle carat-teristiche del carattere partenopeo. L’opera sarà presentata ufficialmente a New York, pro-prio per evitare che la storia e la cultura napoletana rimangano isolate dal resto del mon-do, correggendo infamie e vergogne che da troppo tempo affliggono la reputazione dellanostra città.

Gianluca Manca

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«Tutto posso in Colui che mi dà la forza» (Fil. 4, 13).

Quest’anno, per la prima volta, il Cardinale Crescenzio Sepe celebrerà la Solennità del SS. Corpo e Sangue del Signore al Vomero e guiderà la Processioneeucaristica percorrendo via Saverio Altamura, via Simone Martini, via Vincenzo Scala.

Ore 18.30, raduno presso la parrocchia Santa Maria della Rotonda, in via Pietro Castellino; ore 19, Concelebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo.Processione eucaristica sino alla parrocchia di Nostra Signora del Sacro Cuore, in via Vincenzo Scala.

La Solennità sarà preparata da una veglia Eucaristica animata dai giovani, giovedì 11 giugno alle ore 20, nella parrocchia dell’Addolorata alla Pigna. I sacerdoti che desiderano concelebrare porteranno il camice e la stola bianca. I Diaconi porteranno il camice e la stola bianca. Tutti i Ministri (Sacerdoti,

Diaconi, Lettori, Accoliti) e i seminaristi si ritroveranno nel luogo loro indicato dal servizio d’ordine. Nel corteo processionale si seguirà il seguente ordine: Croce e Arciconfraternita del SS. Rosario; Unioni Cattoliche Operaie; Comitato San Gennaro; Ministri

Straordinari della Comunione; Associazioni, Gruppi e Movimenti; Religiose; Religiosi; Ministranti; Seminario; Lettori e Accoliti; Diaconi; Sacerdoti; Decani;Vicari Episcopali; Canonici; Vescovi; Cardinale Arcivescovo; Popolo.

La parrocchia Santa Maria della Rotonda è facilmente raggiungibile con la Metropolitana linea Vanvitelli-Secondigliano, stazione Montedonzelli.

Domenico Felleca Salvatore EspositoResponsabile Grandi Eventi Vicario Episcopale per il Culto Divino

Pastorale Liturgica – Grandi Eventi

Solennità del SS. Corpo e Sangue del SignoreDomenica 14 giugno 2009