Il Brivido Sportivo n.4 del 4 Febbraio 2012

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Il Brivido Sportivo n.4 del 4 Febbraio 2012 - speciale stadio Fiorentina - Udinese

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IL MERCaTO VIOLa? Da 5,5. Ovvero quello che poteva essere

e invece non è statoSarebbe stato un mercato da 6,5 forse anche da 7. Ma quel finale amaro e che ha destato mille perplessità ci costrin-ge a dare l’insufficienza alla Fiorenti-na. Corvino aveva lavorato bene: ha preso un giocatore importante come Amauri, che può garantire comunque un grande aiuto sia alla squadra che a Jovetic; ha portato a Firenze un gioca-tore poliedrico e ancora fresco come Ruben Olivera ma, cosa ancora più importante, aveva anche puntato sul futuro e in questo senso andavano let-ti gli arrivi di El Hamdaoui e Guido Pi-zarro. Erano importanti per il domani ma onestamente lo erano anche per il presente. Non dimentichiamoci che la Fiorentina è ancora a metà del guado e tanto deve esser ancora fatto.Guardiamo in controluce questo mer-cato. Amauri ha mostrato già nella sua prima uscita col Siena di avere una grande voglia e con la sua esperien-za, la stazza fisica e il cuore può di si-curo dare molto alla Fiorentina. Resta comunque un giocatore ‘a termine’ che può già nei prossimi giorni decidere di firmare con un altro club. Al di là dei patti personali infatti l’italo-brasiliano è ormai padrone del proprio cartellino e quindi del proprio destino. Olivera è una sorta di giramondo, che promette molto e che spesso alla fine ha chiuso

coi club di appartenenza. Insomma un punto inter-rogativo, uno dei tanti di una squadra che avrebbe invece bisogno di certezze. Sono loro gli unici ar-rivi per questo stagione.Dall’altra parte la Fiorentina ha ceduto Gilardino al Genoa e Munari alla Sampdoria: entrambi fin qui non avevano certo fatto bene e quindi lascia-

no relativi rimpianti. Ma è pur vero che Gilardi-no comunque resta un ex campione del mondo e dall’operazione i viola hanno immesso nelle casse 8 milioni di euro. Se ne è andato anche Santiago Silva, arrivato con grandi speranze l’estate scor-sa, che ha lasciato la maglia viola avendo segnato un solo gol, su rigore. In prestito poi se è andato

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EDITORE E PUBBLICITàSalvini Editore srlVia S. Quirico 16750013 Campi Bisenzio (Fi)tel. 055.9334666 Fax [email protected] E IMPAGINAZIONEChiara Reggiani - [email protected]

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COLLABORATORIAlessandro Rialti, Saverio Pestuggia, Michela Lanza, Ruben Lopes Pegna, Luca Capanni, Alfredi Verni,Chiara Baglioni, Federico Pettini, Alessandro LatiniGiampieroTosi, Cristina Mattioli,

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pure Babacar l’ultimo gior-no di mercato, in Spagna: il senegalese poco aveva

fatto per conquistare un posto in prima squadra. Ri-

mane comunque il fatto che Gilardino, Silva e Babacar era-

no tre degli attaccanti della squa-dra viola, quella di inizio stagione. Ora

Delio Rossi si torva davanti a questa curiosa si-tuazione: fino a pochi giorni fa la Fiorentina aveva

fatto male specie in fase risolutiva, tutti i gol li ave-va fatti Jovetic. E si aspettava a gloria il mercato di riparazione per rafforzare il reparto d’attacco. Pur restando soddisfatti di quanto fatto ha fatto vedere Amauri, è indiscutibile che a questo pun-to Rossi dovrà sperare e pregare la buona sorte che Jovetic e l’ex juventino non abbiano neppure un raffreddore: se dovessero infilare qualche in-fortunio o qualche contrattempo (tipo influenza) i viola si troverebbero davvero con il reparto ridotto all’osso.Certo, Corvino può ‘maledire’ l’Ajax e il suo boi-cottaggio finale. Resta però un dato incontroverti-bile: il mercato della Fiorentina che si è chiuso do-veva dare rinforzi a Rossi ma le grandi aspettative hanno dovuto fare i conti con una finale assoluta-mente modesto. Una montagna che ha prodotto

un topolino seppur importante come Amauri, ma che resta un topolino. Alla lunga la rabbia dell’ex juventino potrà dare alla squadra e a Jovetic quel-lo che mancava, ma non è possibile - nonostante comprendiamo le difficoltà incontrate con l’Ajax - valutare il mercato della Fiorentina con la suffi-cienza. Nella speranza che Amauri e Olivera su-perino ogni aspettativa e sappiano contribuire in modo importante al finale di stagione non possia-mo dare più di 5,5 al mercato viola di gennaio. La-sciando aperte le piccole speranze rappresentate dall’arrivo a giugno di Guido Pizarro e di Hegazy e da quello, adesso, di Zohore anche se un di-ciottenne non può diventare il rinforzo per l’attuale attacco viola. Ci rimane su tutto il dispiacere per quel che sarebbe potuto essere e non è stato.

il voto al mercatoa cura del Brivido Sportivo

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Con l’Udinese potrebbe iniziare un altro campiona-to. Abbiamo paura ad alzare l’asticella perché nel recente passato ogni volta che l’abbiamo fatto ci sia-mo trovati davanti a profonde delusioni. Ma questo punto della stagione e con questa classifica (né car-ne né pesce) non possiamo che sperare che dav-vero Delio Rossi sia riuscito a trovare la medicina adatta a questa Fiorentina.Certo, dobbiamo sperare che la coppia Jovetic-Amauri riesca ad amalgamarsi sempre più, che Montolivo confermi la voglia di giocare dimostra-ta contro il Siena, che magari Cassani e Pasqual sappiano continuare a percorrere la fascia con la stessa determinazione e che ovviamente Behrami non molli mai continuando la sua battaglia perso-nale contro qualsiasi avversario. Bisogna inoltre sperare che la difesa, che (numeri alla mano) si sta confermando tra le migliori del campionato, resista

sempre più aiutando ma-gari sempre più Nasastic a crescere per diventare quel grande centrale che tutti ci auguriamo. Inoltre dobbia-mo sperare che la frattura fra i Della Valle e la città venga rapidamente ricom-posta. Ci crediamo poco, anzi temiamo sempre un ulteriore strappo, ma la volontà espressa in questi giorni dalla società viola ci ‘costringe’ a credere che si possa alla fine saltare an-che questa asticella. Così come dobbiamo credere che il senso di disagio ma-nifestato mercoledì scorso da Corvino si acquieti e il ds viola torni a combattere come nei suoi giorni miglio-ri.Ci rendiamo conto di es-

sere sommersi da tanti punti interrogativi ma nono-stante questo vogliamo vedere, come dice sempre il buon Pantaleo, il bicchiere mezzo pieno. E allora non ci resta che sperare davvero che contro l’Udi-nese arrivi una svolta importante, insomma che la buona prova col Siena venga confermata. Perché i numeri non mentono e dicono che è ancora possibi-

le chiudere bene questo campionato: il distacco dalla Roma e dal Napoli non è certo incolmabile, peraltro gli azzurri de-vono ancora battersi in Champions e la Roma resta una formazione altalenante. Dunque provarci è obbligatorio e la gara con l’Udinese è perfetta per verificare se esiste veramente una resi-dua possibilità per agganciare al volo l’ultimo vago-ne che porta verso l’Europa.Intanto consoliamoci sapendo che questa stagio-ne è veramente un po’ ‘matta’: il Milan che pareva lanciato verso lo scudetto inciampa pesantemente con la Lazio, lo stesso Napoli non riesce a battere in casa il Cesena, l’Inter è stata costretta a San Siro ad un pari con 8 gol dal Palermo. Tradotto: quello che sembrava certo ieri di colpo diventa meno credibile. Quindi anche la stessa Fiorentina data per spaccia-ta o quasi poco tempo fa ha ancora una carta per tentare la resurrezione. Questa partita però non può essere sbagliata seppur al cospetto di un avversa-rio con forti credenziali. Infine occhio al match nel match, parliamo del faccia a faccia fra un attaccante osto e prolifico come Di Natale e un altro pieno di rabbia e voglia di rivalsa quale Amauri: saranno loro due probabilmente a dare un timbro importante sul risultato finale della sfida al Franchi.

editorialedi Alessandro Rialtibisogna continuare a sperare

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Ha lo stesso cognome dell’ex at-taccante del Napoli Careca, quel-

lo dei tempi d’oro di Maradona, ma non ci sono rapporti di parentela. Nato il 3

giugno 1980 a San Paolo in Brasile, Amauri Car-valho de Oliveira ha sfondato tardi nel calcio ma

poi ha bruciato le tappe. Ha 20 anni quando cerca di cogliere la grande occasione: gli 8 gol segnati in 15 gare con il Santa Catarina, serie B brasiliano, gli valgono il pass per venire in Italia e partecipare al Torneo di Viareggio: è il 2000, l’anno della svolta. Parentesi in Svizzera nel Bellinzona, poi la chiama-

ta a Napoli dove conosce il connazio-nale Edmundo e soprattutto la donna che poi diventerà sua moglie, Cynthia, brasiliana di origini italiane. Ma dopo il Vesuvio, la prossima tappa è Piacenza dove però gioca poco o nulla tanto da alimentare in lui il desiderio di tornare in Brasile. Arriva però il doppio tesse-ramento prima a Empoli (2003) dove svolge la preparazione estiva, quindi a Messina. Ecco, è allora che Amauri attira su di sé i riflettori conquistando la chiamata del Chievo ma soprattutto quella del Palermo che lo tessera per sostituire un attaccante amato e ap-prezzato come Luca Toni appena ap-prodato a Firenze. In rosanero Amauri prima soffre e fatica, complice anche un grave infortunio al ginocchio destro, ma poi diventa uno dei grandi bomber del campionato: segna in due stagioni 23 reti e la Fiorentina, come ha raccontato anche di recente il ds Corvino, pensa a lui per sostituire (ancora una volta) Toni dopo il suo passaggio al Bayern Mona-co. Amauri però finisce alla Juventus che sborsa la bellezza di 23 milioni di euro: è il grande colpo dell’estate 2008 messo a segno dagli allora dirigenti

bianconeri Blanc e Secco. La trattativa col Paler-mo è lunga, alla fine la Juve riesce a convincere il club siciliano offrendo appunto quella cifra altissi-ma pagata in parte col cartellino di Nocerino e la comproprietà di Lanzafame. Per l’italo brasiliano è pronto un contratto di 4 anni e i suoi primi 6 mesi in bianconero, agli ordini di Claudio Ranieri, sono straordinari: 11 gol nelle prime 17 partite di cam-pionato. Non solo, Amauri va a segno pure nei pre-liminari Champions e soprattutto nel girone contro il Real Madrid. Nell’annata successiva però inizia la flessione in concomitanza con quella della Juve, appena 5 reti sotto la gestione Ferrara-Zaccheroni. Nel 2010 l’allora tecnico bianconero Del Neri deci-de di ripartire da lui ma infortuni e qualche proble-ma ambientale provocano la crisi. Per questo nel gennaio 2011 Amauri accetta di trasferirsi al Parma dove segna 7 reti in 11 partite prima di un nuovo stop per problemi fisici. L’estate scorsa l’attaccante pensa di rientrare nei piani del neo allenatore della Juve Antonio Conte ma scopre di non essere più nei progetti, non s’accorda con altri club, finisce ai margini, la Juve (con cu alla fine avrà segnato 24 gol in 100 gare) lo fa allenare coi primavera fino a Natale, fino alla chiamata della Fiorentina che lui accetta con entusiasmo nonostante il ritorno di fiamma di Zamparini chiedendo di trasformare l’accordo a titolo definitivo per rompere definitiva-mente con l’ambiente bianconero. Con il club viola la firma viene rinviata di una settimana per proble-mi familiari che lo obbligano a restare a Torino per qualche altro giorno, una volta risolti Amauri corre a Firenze per mettere nero su bianco a un milione netto (abbassandosi l’ingaggio) e un’opzione ver-bale per prolungare a giugno l’accordo.

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Uruguaiano di Montevideo dove è nato il 4 maggio 1983, cresciuto calcisticamente nel Danubio, dove ha militato tra il 1999 ed il 2002, Ruben Olivera ha iniziato la sua carriera ricoprendo il ruolo di punta centrale e proprio giocando così riesce a realiz-

zare 21 reti in 37 gare. Un rendimento che attira l’attenzione della Juventus che non perde tempo: va dal giocatore e trova l’accordo per portarlo a Torino 2002. L’impatto però con il calcio italia-no non si rivela dei più semplici tanto che nel primo anno colleziona appena tre presenze (e 0 reti). L’esperienza in bianconero però lo aiuta a trovare la sua strada e ad affinare le sue qualità e così si mette in luce come centrocampista dotato di qualità ma soprattutto di gran-de duttilità. Olivera mostra di sapersi giostrare su entrambe le fasce riuscen-do ad assimilare al meglio i consigli e gli insegnamenti di Fabio Capello, a quel tempo suo allenatore alla Juve. In bian-conero l’uruguaiano gioca sostanzial-mente tra il 2002 ed il 2008, nel mezzo però anche due esperienze in Spagna all’Atletico Madrid e quindi di nuovo in Italia nella Sampdoria dove riesce a ri-tagliarsi uno spazio importante diven-tando uno dei punti di riferimento della squadra agli ordini dell’allora tecnico dei blucerchiati Walter Novellino. Rientrato a Torino nell’estate 2007, Olivera viene subito girato in prestito al Penarol, poi

una parentesi al Genoa di Gasperini nella stagione 2008-2009: e in Liguria il giocatore torna anche a rivestire il ruolo offensivo accanto a Diego Milito. Nel 2010, dopo un’altra apparizione al Penarol,

Olivera si svincola a parametro zero dalla Juve e sceglie di tra-sferirsi a Lecce dove sottoscrive un triennale mettendo assieme una quarantina di presenze e 4 reti prima del trasferimento a Firen-ze avvenuto a titolo definitivo per circa 1,3 milioni di euro Con il club viola Olivera, che ha vestito la maglia della sua nazionale 18 volte e che Corvino conosce da tempo (durante la presentazione lo ha chiamato ‘Pocho’, Pollo, lo stesso soprannome del napoletano Lavezzi) ha firmato un contratto di due anni e mezzo, fino al 2014.

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Nato a Copenaghen il 31 genna-io 1994 (ha fatto quindi 18 anni appe-

na pochi giorni fa) Kenneth Dahrup Zohore è considerato uno dei più promettenti attaccan-ti a livello internazionale e già da tempo è nel giro della nazionale danese Under 19. Danese di origini ivoriane, parente del campione Didier Drogba (sono cugini di secondo grado), Zohore ha bruciato le tappe: a 16 anni e 35 giorni, nel marzo 2010, debutta in Superliga diventando il più giovane calciatore mai schierato nella massi-ma serie danese. Seguito anche dal Chelsea, dal

Milan e dall’Inter (con il club nerazzurro ha fatto un provino nel 2008), la Fiorentina è ri-uscita però ad arrivare prima assicurandosi le sue prestazioni, intanto per la Primavera di Leonardo Semplici e in vista dell’immi-nente Torneo di Viareggio, ma nel clan viola non escludono che Zohore già nell’attuale stagione possa affacciarsi in prima squadra allenandosi con i più grandi, agli ordini di Delio Rossi. Le sue caratteristiche? E’ un centravanti dal fisico imponente (è alto 1,94 per 96 chili),

mancino, che però può anche gioca-re seconda pun-ta grazie alla sua mobilità che non stride con la staz-za e qualcuno, nel gioco dei con-fronti, lo accosta al brasiliano Adriano. Cresciuto nella giova-nili dello Skjold e del Kjøbenhavns Boldklub, Zohore ha già esordito pure in Champions Le-ague il 20 ottobre 2010 nientemeno che al Camp Nou entrando nel finale della partita con

il Barcellona. Nonostante la giovane età, però non è riuscito a battere il record di esordiente più giovane della Champions stabilito dal nigeriano Celestine Babayaro. Nella sua bacheca personale vanta già due scu-detti col Copenaghen vinti nel 2009-10 e nel 2010-11. Con la Fiorentina il giovane attaccante, presente allo stadio domenica scorsa ad assistere al der-by con il Siena insieme a El Hamdaoui e Pizarro, ha firmato un contratto quadriennale.

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Ironia della sorte, il passaporto ita-liano (concesso per le origini friu-lane della madre) è arrivato solo all’indomani della chiusura della fase invernale del calciomerca-to, quando Guido Pizarro – dopo aver effettuato nei giorni scorsi a Firenze le visite mediche ed aver assistito al derby col Siena – era rientrato ormai in Argentina. Ed è lì che questo centrocampista, classe ’90, che qualcuno accosta a Lede-sma e qualcun altro a Maschera-no concluderà la stagione, con la maglia del Lanus, prima di tornare a giugno a Firenze per comincia-

re la sua avventura viola. In patria Pizarro, finito nel mirino del Napo-li l’anno scorso, viene chiamato ‘il Conte’, soprannome che deriva dal modo elegante con cui mostra di stare in campo. Dotato di piedi buoni, di un fisico importante che sa ben sfruttare (è alto 1,86), è un centrocampista centrale che sa impostare l’azio-ne ma è anche portato alla fase di interdizione e non disdegna di af-facciarsi talvolta anche nelle aree di rigore avversarie anche se le sue doti realizzative (comunque non sono il suo principale compi-

to) devono essere affinate: con il Lanus negli ultimi due anni ha di-sputato 42 partite realizzando due gol. La sua carriera da professio-nista inizia nel 2009 quando vie-ne acquistato appunto dal Club Atlético Lanús: nel dicembre dello stesso anno debutta contro l’Indi-pendente e nell’aprile 2010 mette a segno la sua prima rete ufficiale contro il Colon. Il suo trasferimento a Firenze vie-ne ufficializzato dal club argenti-

no i l 29 gennaio scor-so su l la base d i due mi l io-n i e 150.000 euro per l ’ in tero car te l l ino. Però il club viola in caso di futura cessione del giocatore dovrà ver-sare il 30% alla società argentina, per svincolarsi da questo obbligo la Fiorentina dovrebbe eventual-mente pagare entro il 2014 un milione di euro. Quanto a Pizarro ha sottoscritto un contratto fino al 2016 con opzione.

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Lo chiamano il ‘Nesta d’Egitto’ e già questo dovrebbe bastare come biglietto da visita di Ahmed He-gazy, il giovane difensore acqui-stato dalla Fiorentina che, come lo stesso Guido Pizarro, arriverà il prossimo giugno per comporre con Nastasic e Camporese la li-nea centrale difensiva della futu-ra squadra viola. Hegazy, 21 anni compiuti lo scorso 25 gennaio, è già stato a Firenze per le visite mediche che ha effettuato proprio insieme ad Amauri un paio di set-timane fa.La Fiorentina s’è già assicurata la

prelazione del suo trasferimento con l’Ismaili, il club di appartenen-za, per circa 1,5 milioni di euro (in caso di cessione futura del gioca-tore la società egiziana percepi-rà il 15% della cifra ottenuta dal club viola) mentre per il giocatore è pronto un accordo quadriennale con opzione. Nonostante la sua giovane età Hegazi è già stato con-vocato dalla sua Nazionale mag-giore per l’amichevole disputata lo scorso novembre contro il Brasile e fa parte stabilmente dell’Under 23 egiziana che si è qualificata per i Giochi Olimpici di Londra 2012.

Il suo nome è finito sulle agende dei molti club europei, a partire da quelli spagnoli fra i quali il Grana-da e finora ha giocato tutte le gare del campionato egiziano. Concre-

to, potente ed elegante, il suo ido-lo è nientemeno Paolo Maldini, nel frattempo Hegazi ha già inserito sulla propria pagina facebook il gi-glio viola.

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La finestra del calciomercato invernale è chiusa da martedì sera, per la gioia di De-lio Rossi. Il tecnico viola però non avrebbe mai potuto immaginarsi il ‘giallo’ che ha ac-compagnato gli ultimi minuti di trattative. I colpi di scena nel mercato sono all’ordine del giorno, ma quanto accaduto nella gior-nata di martedì rimarrà probabilmente nella storia, anche perché ha sbalordito persino un uomo di calcio navigato come Pantaleo Corvino. La telenovela del contratto di El Hamdaoui è ormai diventata di dominio pubblico, ma quel che è più grave è il danno tecnico che l’Ajax ha causato alla Fiorentina (i dirigenti olandesi hanno rispedito il con-tratto a Firenze firmato alle 19,30 e quindi fuori tempo massimo per essere deposita-to in Lega). La questione fra le due società non finirà con il mancato trasferimento di El Hamdaoui, ma la patata bollente in questo momento è tutta nelle mani di Delio Rossi. Se è vero che sono partiti Gilardino e Ba-bacar e sono arrivati Amauri e Zohore è anche vero che è partito pure Santiago Silva (trasferitosi al Boca Juniors) e non è arrivato nessuno al suo posto. El Hamdaoui

(quasi impossibile che a giugno si riallacci la trattativa ma chissà..) doveva fare la dif-ferenza in questo senso, dato che il vuoto tecnico lasciato dal ‘Tanque’ non è poi così accentuato per quanto visto in questi mesi.ACQUISTI MIRATI. La sessione invernale è cominciata con la cessione di Alberto Gilardino al Genoa. L’attaccante di Biella, ormai senza stimoli e al capolinea della sua avventura fiorentina, ha lasciato il posto ad Amauri Carvalho de Oliveira, arrivato con qualche giorno di ritardo rispetto alla tabella di marcia per alcuni problemi per-sonali legati al parto della moglie. La voglia e la caparbietà dell’italo-brasiliano hanno convinto i tifosi nella sua unica (finora) ap-parizione in maglia viola contro il Siena. Gli è mancato solo il gol, ma Corvino sta già gongolando visto l’esiguo investimento fatto per portarlo a Firenze. Detto del prestito di Babacar che giocherà i prossimi sei mesi nel Racing Santander, in Spagna, a Firen-ze è sbarcato Kenneth Zohore. Cugino di secondo grado di Didier Drogba, ha già esordito in Champions League pur essendo solo un classe ’94. Intorno a lui c’è grande attesa, specialmente perché ha un fisico impressionante per l’età. Toccherà a Delio Rossi sgrezzarlo dal punto di vista tecnico. L’altro acquisto importante di Pantaleo Cor-vino risponde al nome di Ruben Olivera: la sua carriera (lo ha ammesso lui stesso nel corso della presentazione di mercoledì scorso) è stata il trionfo del ‘vorrei ma non posso’. L’occasione della vita gli è capitata alla Juventus ma la scarsa professionalità lo ha tolto ben presto dal giro giusto. La

tecnica non si discute, dalla sua parte c’è anche una certa duttilità tattica che potrà fare comodo a Rossi. E’ stata la classi-ca occasione creata dal mercato, con un esborso piuttosto contenuto. Corvino ha poi cercato di lavorare per il futuro. La Fio-rentina targata 2012/2013 dovrebbe avere (il condizionale è quanto mai d’obbligo, vi-sta la recente esperienza) già nella propria rosa Ahmed Hegazy e Guido Pizarro. Il ‘Nesta delle Piramidi’ andrà a rimpiazzare uno fra Kroldrup e Natali, che dovrebbero lasciare entrambi la Fiorentina a giugno a parametro zero. Il centrocampista argentino del Lanus invece rimpolperà il centrocampo che a giugno sarà orfano di Riccardo Mon-tolivo.LE USCITE. In uscita per la Fiorentina si segnalano anche Gianni Munari (ceduto alla Sampdoria senza troppi rimpianti) e due giovani come Nikola Gulan e Marco Augusto Romizi. Il primo se n’è andato in prestito al Chievo e a giugno si svincolerà dalla Fiorentina liberando un posto da ex-tracomunitario, mentre il secondo ha già conquistato Bari dopo le prime partite da protagonista. Fin qui i movimenti della pri-ma squadra. Fra i giovani c’è da registrare il prestito al Lecce di Haris Seferovic: l’attac-cante svizzero, che già aveva debuttato in A la scorsa stagione con Mihajlovic nell’ultima gara di campionato Brescia-Fiorentina, è entrato in campo domenica scorsa con la sua nuova maglia, quella del Lecce, contro l’Inter (portando fra l’altro fortuna visto il suc-cesso della squadra pugliese) e disputando uno spezzone di gara anche mercoledì a

Udine. Trasferimento anche per Federico Carraro (dal Mode-na alla Pro Vercelli), Savio Nsereko (dalla Juve Stabia al Vaslui, club romeno), Simo-ne D’Anna (dal Campobasso al Catanzaro) e Andrea Paolucci (dall’Andria al Cittadel-la).TESORETTO E RIFLESSIONE. Per effetto di tutte queste operazioni in uscita Pantaleo Corvino ma soprattutto la Fiorentina si ritro-vano adesso fra le mani un tesoretto di cir-ca 8 milioni di euro. L’occasione per spen-dere questi soldi (dovuti in gran parte alla cessione di Gilardino) non si è verificata nel mercato di gennaio (e se l’affare El Hamda-oui fosse andato in porto ne sarebbero stati spesi circa la metà). La domanda, a questo punto, è una sola: sarà ancora l’attuale di-rettore sportivo viola, a Firenze dal 2005, a investire questo denaro nel prossimo mer-cato estivo, o questo ‘tesoretto’ sarà messo nelle mani di un nuovo diesse? L’interroga-tivo sta rimbalzando da una parte all’altra della città, per adesso non possiamo che attenerci alle recenti dichiarazioni che ha rilasciato lo stesso Corvino pochi giorni fa sull’argomento: “La mia proprietà mi ha proposto un nuovo contratto di tre anni già da tempo, ma le pressioni calcistiche che ci sono in questa città mi stanno facendo pensare tanto, perché non sono giustifica-te. Mi sto chiedendo se sono io la causa di queste pressioni, se sono io il problema e per questo mi sono preso una pausa di ri-flessione, mi attaccano anche perché sono l’anello debole della Fiorentina”. Dunque il Corvo lascia tutti in sospeso.

Delio Rossi esulta: il mercato è fINaLMENTE fINITO

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Dopo un passato perlopiù da attac-cante in maglia bianconera (quella del-la Juventus), è arrivato a Firenze via Lecce, trasformato in centrocampista. Stiamo parlando di Ruben Olivera, neo acquisto viola e soprattutto nuovo numero 10.

UN 10 ‘CATTIVO’. Il giocatore si è pre-sentato a Firenze determinato e, anche se contro l’Udinese non sarà a disposi-zione del tecnico Rossi causa squalifi-ca, è già pronto per rimettersi in discus-sione e dimostrare tutto il suo valore: “Il numero 10 mi è sempre piaciuto – ha esordito Olivera nel giorno della pre-stazione - e so cosa significhi questo numero a Firenze, ma è una cosa rela-tiva. Il mio ruolo? A centrocampo posso ricoprire ogni compito. Ho già parlato con Rossi e so già quello che vuole da me. Ricoprirò la stessa posizione nel-la quale ho giocato nell’ultimo anno a Lecce e spero di fare bene anche con questa mia nuova maglia. La partico-larità di fare il trequartista o propormi in avanti ce l’ho nel dna, ma da un po’ di tempo ho arretrato la mia posizione. Ora so che devo ricoprire tutte e due le fasi, quella difensiva e quella offen-siva”. A chi gli ha sottolineato la sua cattiveria agonistica ha risposto senza mezzi termini: “Il calcio è un gioco da uomini. Quando giochi a centrocam-

po ti devi fare sentire. Quella di esse-re aggressivo è una caratteristica che mi appartiene, ma agisco sempre in buona fede”. Non dovrà temere niente Olivera, se la sua cattiveria agonistica è sinonimo di grinta Firenze saprà rico-noscergliela e apprezzarla.

FIRENZE OCCASIONE UNICA. La storia di Olivera è quella di un gioca-tore arrivato giovanissimo in Italia, ma troppo immaturo per esplodere in un club come la Juventus. La sua consa-pevolezza fa capire quanto, nel corso degli anni, il giocatore sia cambiato e maturato. Ora si dice pronto, con la ‘te-sta giusta’ per affrontare una nuova av-ventura, una nuova chance, quella che gli ha offerto la Fiorentina: “Ho avuto la possibilità di arrivare giovanissimo in Italia e crescere in una squadra come la Juve, ma l’ho buttata via più per col-pe mie che per altro. Per giocare nella Juventus bisogna avere la testa giusta, io non ce l’avevo, ero troppo giovane e poco professionista – ha sorriso – e quell’avventura non è andata come speravo. Solo col passare del tempo, però, ti rendi conto di queste cose, diventi consapevole. E comunque l’e-sperienza bianconera mi è servita tan-tissimo. Ma questo è il mio passato. Adesso ho una nuova opportunità che ritengo unica: quella di vestire la maglia

della Fiorentina. Spero di fare bene e di fare tutto quello che non sono riu-scito a fare prima. Sono arrivato in una squadra con ambizioni decisamente diverse da quelle del Lecce e voglio dimostrare di esserne all’altezza, di meritarmi questo 10. Sono arrivato a Firenze all’età di 28 anni, adesso ho la testa giusta. Voglio dimostrare in campo di essere cresciuto tanto”. Grintoso… e furbo: “La rivalità che

c’è a Firenze con la Juve? La cono-sco, ma le parole sono inutili, quello che conta sono i fatti e il campo”. Ha ragione. Inutile lasciarsi andare a facili proclami per poi fallire le proprie chan-ces. Ruben Olivera è arrivato a Firen-ze per mettersi alla prova e regalare ai fiorentini la sua maturità calcistica. E allora, com’è giusto che sia, anche noi del Brivido Sportivo diamo il benve-nuto al neo viola.

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I giorni (e i dubbi) del Corvo, DaL EL HaMaDaOUI aL SUO fUTURO

Faccia corrucciata, sguardo stanco, piglio comun-que battagliero. Così Pantaleo Corvino per la pre-sentazione di Ruben Olivera, occasione anche per fare il consueto punto di fine mercato. E’ il ‘caso El Hamdaoui’ a tenere banco. Il ds viola è ancora scos-so per quanto accaduto, confida di non averci dor-mito la notte e comincia a raccontare la sua verità: “Sono qui per chiarire ogni dubbio. Non siamo gli unici a fare affari nell’ultimo giorno di mercato, i dati dimostrano che molte squadre attendono anche l’ul-tima ora utile per tesserare i giocatori. Affinché una trattativa vada a buon fine devono completarsi quat-tro passaggi: va raggiunto l’accordo con la società di appartenenza del giocatore, poi serve l’accordo economico con il suddetto, si fanno fare le visite me-diche e infine si mettono le firme sul contratto. La condizione importante per una fideiussione banca-ria è che tutti i passaggi precedenti siano esauditi. Noi queste operazioni le abbiamo fatte quattro o cin-que giorni fa, ma dopo aver raggiunto l’accordo con il club e con il ragazzo c’erano da sistemare delle pendenze tra lo stesso El Hamdaoui e l’Ajax’’.

CONTRATTO SBANDIERATO. ‘’Il ragazzo – con-tinua a spiegare il ds viola - è tornato in Olanda per chiudere queste pendenze passate, dopodiché è tornato a Firenze per firmare il contratto. Alle 15 di martedì 31 gennaio la Fiorentina ha spedito ad Amsterdam il contratto firmato, aspettavamo il docu-mento di ritorno con la firma dell’Ajax che però è ar-rivato alle 19.30, a mercato chiuso ormai da mezz’o-ra. Io sono nel calcio da tanti anni, qualche volta può succedere qualcosa di impensabile, ma non quando hai a che fare con un club così importante. Non mi era mai successa una cosa del genere. Se fosse stato un problema di fideiussione, il contratto firma-to non avrebbero dovuto spedircelo nemmeno fuori tempo massimo”. Corvino trae le proprie conclusio-ni personali: “Chi ha firmato questo contratto non è una persona di calcio. Purtroppo stiamo andando

verso un calcio sempre più in mano ai burocrati e sempre meno in mano a gente di calcio. Le fideius-sioni bancarie le fanno la Fiorentina e pochi altri club al mondo. Ma ci devono essere le banche aperte per farle”. Corvino sventola il contratto di El Hamda-oui regolarmente firmato davanti ai cronisti radunati nella sala stampa del Franchi a ulteriore riprova che la Fiorentina aveva fatto tutto quel che doveva fare.

TROPPE PRESSIONI. Corvino ha il contratto in scadenza nel prossimo giugno. Inevitabile parlare del suo futuro. E qui balena per la prima volta una certa stanchezza: <Mi chiedete se questo può es-sere stato il mio ultimo mercato con la Fiorentina? Io quando lavoro cerco sempre di dare il massimo, con la stessa passione e lo stesso impegno di sem-pre, cercando sempre di accontentare le esigen-ze della proprietà, della squadra e dell’allenatore.

Sono qui da sette anni e già da tempo la mia pro-prietà mi ha proposto un prolungamento di tre anni ma io adesso ho bisogno di prendermi una pausa per riflettere. Le pressioni calcistiche che si sono create in questa città negli ultimi tempi mi stanno facendo pensare tanto, sono pressioni che altera-no i nostri tifosi i quali non sono aiutati a capire e anche per questo molti li stiamo perdendo. Mi chie-do: sono io la causa di questi malumori? Può darsi perchè sono l’anello debole della Fiorentina, e al-lora mi sono preso un po’ di tempo per riflettere”.

LA DIFESA DELLA SOCIETA’. Dunque anche Cor-vino farà un passo indietro a conferma delle tensioni che percorrono la Fiorentina e chi la circonda? In at-tesa di Andrea Della Valle ecco la risposta dell’am-ministratore delegato Sandro Mencucci: ‘’I dubbi di Corvino? Derivano dall’amarezza e dalle delusio-ni delle ultime vicende di mercato. Sono successe cose a cui non eravamo abituati. Deciderà il suo fu-turo insieme a noi ma una cosa è certa: non stiamo pensando ad una Fiorentina senzaCorvino”. Poi l’ad viola conferma il tesoretto accumulato dalle recenti cessioni elogiando il lavoro dello stesso ds: “Gli 8 milioni di attivo? La direttiva della società era quella di spendere i soldi incassati dalle cessioni, ma Cor-vino ha il grande pregio di non buttare via i soldi. Non abbiamo trovato l’occasione per comprare altri giocatori, vorrà dire che quel denaro sarà utilizzabile a giugno. Comunque da questo mercato la Fioren-tina non è uscita indebolita anche perché abbiamo preso gente ancor più motivata”.

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La neve che ha cancellato la partita di Bologna tutto sommato non va consi-derata una iattura per la Fiorentina, in questo momento. Vista l’indispensabi-lità di Amauri, confermata dalle strava-ganti vicende di mercato sul filo Firen-ze-Amsterdam, sottoporre l’attaccante a tre partite in una settimana dopo un’inattività così lunga poteva esse-re rischioso anche in chiave infortuni, al di là del suo rendimento in campo. Del derby dell’Appennino se ne ripar-lerà, adesso ci si può concentrare sul match con l’Udinese, snodo impor-tantissimo della stagione dei viola. La gara con il Siena ha dato segnali cer-tamente incoraggianti, anche se chi si aspettava che questo avrebbe porta-to un’iniezione di energia negli ultimi due giorni di calciomercato è rimasto deluso. Le operazioni compiute, infat-ti, sono tutt’altro che entusiasmanti e, oltre all’acquisto dell’ormai canonico giocatore dal Lecce che è una tradi-zione di ogni sessione di mercato, non ci sono stati altri rinforzi. Delio Rossi dovrà così fare i conti con un reparto d’attacco ridotto all’osso, e per preve-dere gli straordinari per Amauri non ci vuole quindi il mago Otelma. L’augurio da fare alla nuova punta viola, che ha esordito in maniera egregia, è quella

di non fare la fine di Gilardino, spre-muto fino all’inverosimile per mancan-za di alternative nelle stagioni scorse quando si giocava il posto con Castillo o con Bonazzoli. Amauri non se lo gio-ca con nessuno, vista anche la parten-za di Babacar, a meno che i geni di Drogba non abbiano pervaso il giova-ne Zohore al punto da poterlo far rite-nere già pronto per la prima squadra. Nella conferenza stampa di presentazione di Olivera, il ds Panta-leo Corvino ha preso a riferimento proprio l’Udinese per soste-nere la tesi che non servono troppi attac-canti, dimenticando però che i bianconeri, che pure giocano ra-ramente con una sola punta, davanti han-no comunque Totò Di Natale, come dire partire sempre da 1-0, e che a disposizione hanno un giocatore preziosissimo come Floro Flores che può essere sia un’alterna-

tiva che una seconda punta. Ecco: se avesse preso l’attaccante napoletano oggi in Friuli, Corvino sarebbe stato inattaccabile e Rossi avrebbe vera-mente più soluzioni alle quali lavora-re. Così, invece, la notte può anche dormire perché per fare la formazione, soprattutto dal centrocampo in avanti, non ci vorrà troppa fantasia.

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Il mercato invernale si è chiuso sen-za grossi stravolgimenti per la rosa della Fiorentina che si è impoverita di attaccanti ed ha fatto il cambio a centrocampo tra Gianni Munari, che aveva deluso in questa prima parte di campionato, e Ruben Olivera che proviene anche lui dalle fila del Lecce. E’ logico attendersi quindi che Delio Rossi continui con il modulo che sta provando, a volte con successo, in queste ultime partite, quel 3-5-2 a cui nessuno aveva mai pensato da anni avendo, gli allenatori che hanno pre-ceduto il tecnico romagnolo, il dogma

dei 4 giocatori per la difesa. Appare evidente che gli esterni, soprattutto quelli offensivi, in rosa per il progetto primario di Mihajlovic, siano destinati a fare tanta panchina e tribuna e forse avrebbero potuto anche essere ceduti per fare cassa. Non parliamo di Mar-chionni di cui si sono perse le tracce da mesi, quanto di Alessio Cerci che da diverse settimane non viene nean-che convocato da Rossi. Il romano fa fatica a convertirsi in seconda punta e quindi resta fuori essendo inutile il suo modo di giocare per la Fiorentina attuale. Juan Manuel Vargas invece

potrebbe benissimo adattarsi a gio-care esterno, se solo fosse in forma e avesse la forza fisica per fare la fa-scia sinistra alla sua vecchia maniera. In questo momento il peruviano viene lasciato in panchina per far posto a Pasqual che ha sempre giocato esterno basso nelle linea a quat-tro. Passando al centrocampo, giocare a tre o a cinque cambia poco per il mediano e le due mez-ze ali che si trovano ad avere il supporto di un giocatore sull’e-sterno e possono quindi stringere più sul centro. Ma chi è abile nel

centrocampo a tre lo è gioco forza an-che con lo schieramento a cinque. L’eventuale alterna-tiva è rappresentata da un 4-4-2 con il ritorno a coprire più le fasce e uno spazio maggiore per Vargas e for-se Cerci, ma sicuramente di più dal 4-3-1-2, sistema di gioco tanto caro al tecnico viola. Le due punte non si toccano, anche perché i ricambi lati-tano, come trequartisti potrebbe es-sere utilizzati Olivera, Kharja o an-cora Lazzari, giocatori che in passato hanno ricoperto il ruolo ma che negli anni sono scalati indietro. Nel mezzo ci sono un Montolivo da sfruttare per i suoi ultimi mesi fiorentini, un inesau-ribile Behrami e il giovane Salifu che si è già fatto tanto apprezzare, più ovviamente i giocatori nominati in pre-cedenza capaci di ricoprire il ruolo di mezzala. Riassumendo, lunga vita al 3-5-2 con possibile alternativa il 4-3-1-2 ammesso che Rossi trovi un tre-quartista decente.

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La prima volta di Amauri Carvalho de Oliveira in maglia viola è stata buona. Il neo centravanti gigliato ha esordito con la sua nuova casacca numero 11 domenica 29 scorsa con-tro il Siena, al Franchi di Firenze. De-lio Rossi, dopo aver dichiarato che a volte dove non arrivano le gambe ci arriva la testa, ha optato per gettare l’italo-brasiliano nella mischia dal pri-mo minuto, nonostante la sua datata assenza dai campi. Ed ha avuto ra-gione perché Amauri non ha tradito le aspettative offrendo contro i sene-si una prestazione di forza, potenza e tecnica importante che lascia solo immaginare imminenti miglioramenti. Ha lottato, ha cercato di trovare da subito l’intesa nel duettare col com-pagno di reparto Jovetic, ha agito da torre, da punto di riferimento, ha mo-strato tutta la sua fame di calcio e di

gol. Infatti, oltre ad aver dato un pic-colo saggio delle sue qualità fisiche e tecniche, ha cercato anche la via del gol. Come si usa dire in questi casi: gli è mancata solo la rete per rendere perfetta una prestazione da trascina-tore dell’attacco. Peccato per quella rovesciata che al 41’ del primo tempo ha letteralmente deliziato il Franchi che già pregustava la prima marcatura del nuovo leone viola. E poi quel gesto di stizza, segnale evidente di grinta, di voglia matta di tornare protagonista. Chi si aspettava il fiato corto e l’arre-sa alla fine dei primi 45 minuti, sarà rimasto sbalordito o deluso: Amauri è rimasto in campo fino all’85’. Segno evidente che il ragazzo ha svolto con buoni esiti tutti i compiti che il tecni-co Rossi gli aveva assegnato, e che in questi mesi di assenza forzata dai campi ha lavorato bene e da profes-

sionista serio. Poi la sostituzione e la sua prima ovazione meritata e sponta-nea. Tra Amauri e Firenze, insomma, la storia è iniziata col feeling giusto. Del resto, dopo che Firenze assistette inerme alla spettacolare rete che l’al-lora brasiliano del Palermo di Guidolin segnò al Franchi il 29 ottobre del 2006 regalando la vittoria ai rosanero (Dai-nelli ricorderà come tutti quel giorno calcistica-mente da dimenticare per i fiorentini), nessu-no in riva all’Arno ave-va dubbi sulle qualità del giocatore. Semmai qualcuno voleva met-terle solo alla prova per poi iniziare a goderne, magari a partire dalla gara contro l’Udinese… di Guidolin, appunto!

L’AMAURI SEGRETO. Il neo centra-vanti della Fiorentina non è solo un uomo gol, bensì un padre di famiglia. È sposato con la brasiliana di origi-ne italiana Cynthia Cosini Valada-res, che ha conosciuto giovanissimo quando militava nel Napoli, nel lon-tano 2001. L’italo-brasiliano, infatti, è arrivato in Italia approdando a Parma a soli 21 anni (seppur da giovanissi-mo nessuno credesse in lui, tanto che a 18 anni nessuno lo aveva ancora mai tesserato: si narra che da bam-bino nessuno lo volesse in squadra e che si dedicasse al calcio per puro divertimento nel campetto di Carapi-quiba, un sobborgo di San Paolo, in virtù dei tanti provini fatti invano) per poi essere girato subito in prestito, nel mese di gennaio del 2001, proprio al Napoli. È nella città partenopea che, pur non essendosi messo in mostra a livello calcistico, ha trovato la sua di-mensione umana conoscendo quella che è presto diventata la sua metà. Fu Grimaldi, il suo manager, a farli cono-scere: lei era segretaria di un chirur-go plastico, lui un giovane calciatore in cerca di fortuna nel mondo dorato del pallone per non essere costret-to a fare il camionista come il padre. Dal momento dell’incontro l’attuale signora Amauri venne colpita dal bel giovanotto dai tratti somatici marcati, dal sorriso accattivante, ma anche da un lato tenero apparentemente imper-cettibile, tanto che decise che sareb-

aMaURI? bUONa La ‘pRIMa’ aspettando la sfida a Guidolin

il perSonaggiodi Michela Lanza

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be dovuto diventare suo. Detto, fatto: passeggiate romantiche al Vomero, la dolce musica di Eros Ramazzotti e un po’ di magia del sud furono complici dell’amore sbocciato tra i due. Amau-ri, dal canto suo, capì subito di avere trovato una donna, più grande di lui di 6 anni, che oggi considera la ragione di vita. Capì subito di avere incontra-to la persona con la quale passare tutto il resto dei giorni, formare una famiglia e vivere serenamente i suoi anni da professionista; capì subito di aver trovato la compagna giusta con la quale condividere gioie e dolori. Dal momento del loro primo incontro al momento della nascita del loro primo figlio non è passato molto tempo: in-fatti nel 2003 è nata la loro primogeni-ta Cindy. Solamente tre anni più tardi, nel 2006, è nato Hugo Leonardo ov-vero l’ometto di casa. Solamente una settimana fa, invece (precisamente giovedì 26 gennaio 2012) è nata Mi-ley, la loro terzogenita. Tutti e tre i figli sono nati in Italia, con Miley che non ha resistito al richiamo dello splendo-re di Firenze “scegliendo” di venire al mondo all’ospedale di Careggi: un ge-sto, naturalmente inconscio, che ci au-guriamo possa essere per il padre di buon auspicio, un segnale importante da prendere in considerazione quan-do a fine campionato si troverà ancora a scegliere tra Firenze e chissà quale altra città.

GELOSIA D’AMORE. L’amore tra i due dura da oltre 10 anni e si rafforza sempre più. Cynthia, inoltre, oltre ad

aver legato Amauri a sé come marito con la promessa solenne che recita “per tutta la vita, finché morte non ci separi”, ha iniziato a fargli anche da manager “Amauri è mio e lo gestisco io”, avrebbe detto. Non c’è nessun passo (o scelta che sia) che l’italo-bra-siliano non faccia senza il consenso o il consiglio della moglie. È il caso di dire che è lei la battagliera, colei che in casa porta i pantaloni, lui è il padre modello che accompagna e va a pren-dere i figli a scuola e fa vita casalinga al 100%: “Alle sei e mezzo rientra a casa – ha dichiarato recentemente la moglie – e non esce se non con me, è un tipo tutto casa e famiglia”. Però, da buon sangue brasiliano, è un amante del ballo e ama samba e rap (chissà come sarebbe vederlo ballare dopo un gol “Ai se eu te pego”). Insomma le ragazze che hanno già messo gli occhi addosso al tenebroso Amauri, stiano attente: Cynthia è molto gelosa e lo controlla, certa che a lui stia bene così. Nonostante la forte gelosia, pas-sa sopra alle chiacchiere montate ad arte per creare scompigli inutili, come quando si andavano inseguendo le voci relative ad un litigio tra Amauri e il campione del mondo Buffon in seguito a presunte esagerazioni nei compli-menti alla bella Alena Seredova. In-somma, che le dicerie lascino il posto alla realtà: il numero 11 gigliato ha una donna attenta e premurosa, una donna che ha deciso (o meglio, consigliato) per lui anche la Nazionale con la qua-le scendere in campo, l’Italia (“Vorrei giocasse con l’Italia”, esternò ai micro-

foni di Sky). Del resto è nel Bel Paese che i due si sono conosciuti, sposati, è qui che hanno messo al mondo tre figli. Non si possono che sentire italia-ni al 100%. Anche per questo Cynthia, grazie alle sue origini italiane, ha pri-ma preso il passaporto italiano per se stessa, per poi poter procedere nell’i-ter che avrebbe fatto diventare italiano anche Amauri, al fine di ‘regalare’ una pedina in più al ct azzurro. Insomma, dietro ad un grande uomo, c’è sem-

pre una gran-de donna. E Cynthia Cosini Valadares ha tutta l’aria di es-serlo: sembra una donna dalla grande personalità, sa quello che vuole dalla vita e… an-che dal suo uomo che non lascia mai solo accompagnandolo ovunque: ri-spetto, amore e fedeltà.

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Lo “Sceriffo’, così lo chiamava-no i suoi compagni della Fioren-tina quando lui ancora ne faceva parte. Uno ‘sceriffo gentleman’ però, Martin Jorgensen, nonché uno degli ultimi leader che ha avu-to la squadra viola. Un vero e pro-prio ‘mastino’ che puniva a suon di multe i suoi colleghi quando com-mettevano una ‘sciocchezza’ o ar-rivavano in ritardo all’allenamento ma usando sempre modi gentili, con i compagni così come con i ti-fosi e i media. Una figura carisma-tica, con un carattere forte e calmo al tempo stesso. Anche nella Fio-rentina di adesso servirebbe ecco-me uno come Jorgensen, dentro e fuori dal campo. E’ proprio vero che “l’abito non fa il monaco” per-ché, a prima vista, l’ex centrocam-pista viola, uno dei migliori acqui-sti arrivati dall’Udinese, dava tutto tranne l’impressione di essere un uomo così intransigente: sempre sorridente, tranquillo, minuto fisi-camente rispetto agli altri, dotato di grande ironia con cui sapeva

stemperare anche i momenti più tesi e le situazioni più delicate.

CARRIERA INVIDIABILE. Appro-dato alla Fiorentina l’anno in cui la società viola targata Della Valle tornò in serie A, nel 2004-05, Mar-tin ha vestito la maglia gigliata per ben cinque stagioni e mezzo (fino al gennaio 2010), stagioni che l’hanno visto in un modo o nell’al-tro, fra alti e bassi, sempre prota-gonista collezionando 182 presen-ze (151 in A, 7 in Champions, 12 in Uefa, 12 in Coppa Italia). Il gio-catore danese venne acquistato in compartecipazione dall’Udinese, club nel quale aveva giocato per 7 anni (dal 1997 al 2004) prima di decidere di rilanciarsi e trovare nuovi stimoli altrove, ormai stanco dell’atmosfera troppo ovattata in Friuli. La prima stagione disputa-ta a Firenze però non è delle più rosee visto anche l’andamento non troppo positivo della squadra, tanto che a fine anno la Fiorentina decide di non riscattare dall’Udi-

nese l’altra metà del cartellino. La compartecipazione viene risolta alle buste ed entrambe le squadre, non interessate al giocatore, non presentano alcuna offerta: la pro-prietà del cartellino, a quel punto, per regolamento viene acquisita per intero dalla squadra in cui ave-va militato l’ultimo anno, e quindi la Fiorentina. Una vera fortuna per i viola a cui basta poco per rendersi conto, subito e in futuro, del valore di questo ragazzo.

STAGIONI-BOOM. Nelle due sta-gioni successive Jorgensen si rive-lerà uno dei protagonisti indiscus-si: colleziona ben 37 presenze e 7 reti nella stagione 2005-2006 e 35 presenze e 3 reti in quella suc-cessiva, diventando così uno dei punti di forza di quella Fiorentina che comincia la proprio scalata verso i primi posti della classifica. Il campionato 2007-2008 non co-mincia nel migliore dei modi per Martin a causa di un infortunio che lo terrà lontano dal campo per mol-

to tempo: rientrerà nel ruolo di ter-zino reinventato da Prandelli visto lo spostamento di Tomas Ujfalusi al centro della difesa e una certa inaffidabilità (secondo il tecnico) degli altri elementi presenti in rosa per quel ruolo. L’anno successivo per il centrocampista danese è si-curamente il peggiore, una seria malattia di forma virale lo costringe a rimanere fuori praticamente tutta la stagione.

GOL PESANTI. Una volta ripreso-si torna ad allenarsi ma viene nuo-vamente bloccato da altri problemi di salute. Si ristabilisce completa-mente quando ormai il campionato è agli sgoccioli, ma riesce comun-que, nelle ultime partite, a risultare ancora decisivo: suo ad esempio il gol che permette alla Fiorentina di pareggiare con il Lecce raggiun-gendo per la seconda volta conse-cutiva la qualificazione ai prelimi-nari di Champions League. Proprio in questa competizione, nel 2009, Jorgensen realizza il gol del mo-

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mentaneo pareggio tra Fiorentina e Liverpool sul campo della squadra inglese, nel mitico Anfield Road, contribuendo alla vittoria finale per 2-1 sigillata da Gilardino e quindi alla matematica conquista del pri-mo posto nel Girone E della com-petizione europea. Dal gennaio del 2010 però, dopo la richiesta (esau-

dita) di essere lasciato libero dalla società viola, Jorgensen torna in patria nella squadra in cui aveva militato da giovanissimo: l’Aarhus. Martin inoltre ha anche colleziona-to più di 100 presenze con la Na-zionale danese. Insomma un vero professionista, che si è fatto largo in punta di piedi non lasciandosi

mai abbattere. Si è sempre rialza-to ed ha combattuto sia per sé che per quella Fiorentina che ha sem-pre sentito sua, di cui è stato an-che capitano dopo la cessione di Dario Dainelli.

UNA POLTRONA PER LUI. Il da-nese come detto ha lasciato i viola

nel genna-io del 2010. Un addio che non è passa-to inosserva-to: Jorgensen è stato molto amato a Firenze e lui ha ama-to molto questa città e la tifoseria. Lo ‘Sceriffo’ ha sempre dimostra-to di portare grande rispetto verso la maglia che indossava, proprio quanto adesso chiedono i soste-nitori viola all’attuale squadra. Per molto tempo si è parlato per Jorgensen di una possibile carica all’interno della società dei Del-la Valle ma tutto poi si è dissolto come una nuvola di fumo anche perché il danese gioca ancora nella squadra che lo ha lanciato da giovane. Chissà, forse in futu-ro potremo vederlo nuovamente vestire il completo ufficiale della Fiorentina, non più quello da cal-ciatore ma da dirigente… Di sicu-ro appena può Jorgensen torna a Firenze, la sua “seconda casa” come l’ha definita, e quando viene non manca mai di andare a saluta-re i compagni e la dirigenza viola. Sarebbe bello vederlo un giorno arrivare nella sede viola, magari in sella sulla sua amata bicicletta. Un giocatore serio e corretto in campo non può che rivelarsi un dirigente altrettanto serio e corretto.

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fiorentina senza sorprese Ma aTTENTa agLI affONDI DI TOTO’ & CDelio Rossi manderà in campo una Fiorentina priva del neo acquisto Olivera (squali-ficato), ma riposata rispetto agli avversari per aver saltato il turno infrasettimanale col Bologna a causa del maltempo. E allora, con serenità e senza timore di un sovraccarico di lavoro inevitabile (sarebbe stato difficile poter far giocare al giocatore tre partite in una settimana dopo tanta assenza forzata dai campi), il tecnico viola potrà schierare ancora una volta dal primo minuto l’italo-brasiliano Amauri. L’ex bianconero dunque è annuncia-to ancora al fianco di Jovetic e per la seconda volta di fila davanti al proprio pubblico, e

cercherà di regalare e regalarsi il primo gol in maglia viola che potrebbe anche servire per rallentare la corsa a vertici dell’Udinese di Guidolin, allenatore di Amauri ai tempi di Palermo. A centrocampo, dopo l’assenza nel derby con il Siena, dovrebbe tornare Salifu (a meno che Rossi non decida di schierare ancora Lazzari con Montolivo davanti alla difesa) mentre Olivera farà il suo esordio in maglia viola probabilmente nel prossimo turno di campionato. Verso la conferma nel 3-5-2 di Rossi gli altri uomini di centrocampo anche se resterà aperto fino all’ultimo il ballottaggio tra Pasqual e Vargas sulla fascia si-

nistra. Quanto alla difesa, difficilmente il tecnico viola la ritoccherà a meno di impre-visti dell’ultima ora: dunque davanti a Boruc si prevede ancora una linea composta da capitan Gamberini, Natali e il giovane Nastasic. Guidolin, dal canto suo, nonostante le assenze (Asamoah e Badu impegnati nella Coppa d’Africa, e Danilo squalificato), punterà ancora sul suo 3-5-2, sulla capacità di fraseggio e sulla velocità, soprattutto nelle ripartenze, della propria squadra per cercare di colpire ancora la Fiorentina (come già più volte in passato gli è successo). Semmai il tecnico spera almeno di avere a disposizione Benatia che, eliminato col suo Marocco dalla Coppa d’Africa, è rientrato anzitempo. Se non dovesse giocare il marocchino, possibile l’impiego di Coda. L’Udinese arriva dal turno infrasettima-nale nel quale ha battuto non senza fatica il redivivo Lecce di Serse Cosmi. Vittoria che tra l’altro si è portata dietro una scia di polemiche o quantomeno di amaro in bocca: la squadra friulana, infatti, durante la partita di mercoledì scorso è stata di tanto in tanto criticata dai suoi tifosi attraverso mugugni che sono suonati ingenerosi considerando la grande stagione che Di Natale e compagni stanno disputando (a conferma di quanto di buono è già stato fatto e mostrato l’anno scorso) e che a ragione hanno fatto arrabbiare Guidolin, comprensibilmente incredulo davanti all’at-teggiamento del pubblico di casa. Una cosa è certa: polemiche e tensioni a parte, la Fiorentina dovrà stare attenta principalmente all’uomo gol bianconero, Totò Di Natale. La sua rapidità unita al suo fiuto del gol lo hanno fatto diventare sempre più micidiale col passare degli anni tant’è vero che anche quest’anno il capitano bianco-nero sta lottando, per la terza volta di fila, per il titolo di capocannoniere della serie A (e se vincesse, entrerebbe nella storia di diritto). La difesa viola, che al momento è la seconda migliore del campionato (insieme a quella dell’Udinese, dietro solo a quella della Juventus), dovrà insomma stare molto attenta e mantenere alta la guar-dia, Totò sarà in agguato. Ma attenzione: sbaglia chi pensa che l’Udinese sia solo Di Natale. La squadra di Guidolin è temibile in tutti i suoi elementi, tutti abili nel saper infliggere dispiaceri agli avversari: da Isla ad Armero, da Domizzi a Floro Flores.E occhio all’ex Pazienza. Mai come in questo caso è il collettivo a fare la differenza.

fiorentina (3-5-2): Boruc; Gamberini, Natali, Nastasic; Cassani, Behrami, Montolivo, Salifu (Lazzari), Pasqual (Vargas); Amauri, Jovetic. All.: Delio Rossi

Udinese (3-5-2): Handanovic; Ferronetti, Coda, Domizzi; Basta, Isla, Pazienza, Armero, Pasquale; Floro Flores, Di Natale. All.: Francesco Guidolin

BORUC 1

GAMBERINI 5

NATALI14 NASTASIC

15

PASQUAL(VARGAS)

23SALIFU

(LAZZARI)

17

AMAURI11

MONTOLIVO 18

CASSANI16

JOVETIC 8

BEHRAMI85

HANDANOVIC1

FERRONETTI32

DOMIZZI 11

CODA16

PASQUALE

26

FLORO FLORES

83

ARMERO27

DI NATALE10

ISLA3

BASTA8

PAZIENZA4

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Spettacolo, reti e divertimento. Sono stati gli ingredienti che molto spesso hanno caratterizzato le sfide tra Fio-rentina e Udinese. Anche l’ultimo con-fronto tra le due squadre, disputatosi al Franchi il 1° maggio scorso, non è venuto meno a queste caratteristiche. Quella è stata la più bella partita gioca-ta dai viola sotto la gestione Mihajlovic. Ed è stato un trionfo contro una squa-dra impegnata per la corsa a un posto ai preliminari di Champions League che poi raggiunse. Il successo giglia-to per 5-2, maturato dopo un match emozionante, è stato il più bel ricordo lasciato dal tecnico serbo a Firenze. Ai gol di Vargas al 9’ e dell’ex D’Agostino al 21’ rispose Pinzi al 29’. E poi nella ripresa andò a segno ancora D’Agosti-no al 6’. L’Udinese non mollò. Accorciò le distanze con Asamoah al 12’ prima della doppietta finale di Cerci al 24’ e al 41’ che fissò il punteggio sul 5-2.Ma c’è stata un’altra partita tra le due squadre che di spettacolo ne ha rega-lato, se possibile, ancora di più dell’ulti-ma giocata. Ed è quella che vi raccon-tiamo con maggiori dettagli. E’ andata in scena al Comunale il 4 gennaio 1959 per la quattordicesima giornata di cam-pionato. Quel giorno il tecnico unghe-rese Lajos Czeizler manda in campo la seguente formazione: Sarti; Robotti,

Castelletti; Chiappella, Cervato, Orzan; Hamrin, Gratton, Montuori, Lojacono, Petris. La Fiorentina lotta con il Milan per la conquista dello scudetto ed è la squadra che gioca il miglior calcio del campionato. Segna soprattutto tantissi-me reti, perché di fatto schiera quattro punte. Al centravanti Montuori e alle due ali Hamrin e Petris si aggiunge spessissimo in avanti la mezzala Loja-cono, in pratica un attaccante aggiunto.La settimana precedente alla sfida con l’Udinese, al Comunale la Fiorentina ha sommerso di reti il Genoa, sconfig-

gendolo con un perentorio 7-1. I tifosi gigliati sognano il bis con i friulani. Ma l’incontro non si presenta facile, perché i bianconeri lottano per non retrocedere ed hanno bisogno di punti per rimanere in serie A. Dopo dieci minuti, però, la Fiorentina va in vantaggio. E’ il friula-no Gianfranco Petris, arrivato in estate dalla Triestina, a segnare il gol. L’Udi-nese prova a portarsi in avanti alla ri-cerca del pareggio ma non crea grossi pericoli alla difesa viola. Anzi. I gigliati raddoppiano poco prima della mezzo-ra, al 29’ per la precisione, con Fran-

cisco Ramon Lojacono. La squadra di Czeizler non si accontenta. E prima del riposo va a segno altre due volte, al 36’ con Miguel Montuori e al 40’ con Kurt Hamrin. All’intervallo la partita è di fatto già terminata, perché la Fiorentina conduce per 4-0. L’Udinese, dal canto suo, è ormai rassegnata alla sconfitta. Può pensare solo a limitare i danni. I viola, però, anche nella ripresa non si accontentano di gestire il risultato e continuano ad attaccare come se il ri-sultato fosse ancora sullo zero a zero. Arriva così la doppietta di Guido Grat-ton, una mezzala che di solito deve agi-re per lo più in fase di interdizione (ma il giocatore è dotato anche di un bel tiro). Va in gol al 17’ e al 33’. Poi a quattro minuti dalla fine anche Hamrin realizza la sua doppietta, trafiggendo per la set-tima volta il portiere friulano Romano. La partita finisce così con il successo viola per 7-0. La Fiorentina, nonostante possieda un’autentica macchina da gol (ne segnerà 95 alla fine del campiona-to in 34 gare, record nei tornei di serie A a 18 squadre), non riuscirà a vincere lo scudetto. Si piazzerà seconda, a tre lunghezze dal Milan campione d’Italia. Decisiva risulterà la sconfitta al Co-munale con i rossoneri a otto giornate dalla fine. L’Udinese, invece, otterrà la salvezza.

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A 21.12.11 1a gIORNaTa R 29.01.12

4 1 Atalanta-Cesena 1 00 2 Bologna-Roma 1 10 2 Cagliari-Milan 0 34 1 Inter-Lecce 0 10 0 Lazio-Chievo 3 06 1 Napoli-Genoa 2 32 2 Novara-Palermo 0 23 3 Parma-Catania 1 10 0 Siena-Fiorentina 1 20 0 Udinese-Juventus 1 2

A 11.09.11 2a gIORNaTa R 01.02.12

0 0 Catania-Siena rinv.1 3 Cesena-Napoli 0 02 2 Chievo-Novara 2 12 0 Fiorentina-Bologna rinv.2 2 Genoa-Atalanta rinv.4 1 Juventus-Parma rinv.0 2 Lecce-Udinese 1 22 2 Milan-Lazio 0 24 3 Palermo-Inter 4 41 2 Roma-Cagliari 2 4

A 18.09.11 3a gIORNaTa R 05.02.12

1 0 Atalanta-Palermo0 2 Bologna-Lecce2 1 Cagliari-Novara1 0 Catania-Cesena0 0 Inter-Roma1 2 Lazio-Genoa3 1 Napoli-Milan2 1 Parma-Chievo0 1 Siena-Juventus2 0 Udinese-Fiorentina

A 21.09.11 4a gIORNaTa R 12.02.12

1 2 Cesena-Lazio1 0 Chievo-Napoli3 0 Fiorentina-Parma3 0 Genoa-Catania1 1 Juventus-Bologna1 2 Lecce-Atalanta1 1 Milan-Udinese3 1 Novara-Inter3 2 Palermo-Cagliari1 1 Roma-Siena

A 25.09.11 5a gIORNaTa R 19.02.12

2 1 Atalanta-Novara1 3 Bologna-Inter0 0 Cagliari-Udinese1 1 Catania-Juve2 1 Chievo-Genoa0 0 Lazio-Palermo1 0 Milan-Cesena0 0 Napoli-Fiorentina0 1 Parma-Roma3 0 Siena-Lecce

A 02.10.11 6a gIORNaTa R 26.02.12

0 0 Cesena-Chievo1 2 Fiorentina-Lazio0 3 Inter-Napoli2 0 Juventus-Milan0 2 Lecce-Cagliari3 3 Novara-Catania2 0 Palermo-Siena3 1 Parma-Genoa3 1 Roma-Atalanta2 0 Udinese-Bologna

A 16.10.11 7a gIORNaTa R 04.03.12

0 0 Atalanta-Udinese0 0 Cagliari-Siena2 1 Catania-Inter0 0 Cesena-Fiorentina0 0 Chievo-Juventus0 0 Genoa-Lecce2 1 Lazio-Roma3 0 Milan-Palermo1 2 Napoli-Parma0 2 Novara-Bologna

A 23.10.11 8a gIORNaTa R 11.03.12

0 2 Bologna-Lazio0 0 Cagliari-Napoli2 2 Fiorentina-Catania1 0 Inter-Chievo2 2 Juventus-Genoa3 4 Lecce-Milan1 2 Parma-Atalanta1 0 Roma-Palermo2 0 Siena-Cesena3 0 Udinese-Novara

A 26.10.11 9a gIORNaTa R 18.03.12

1 1 Atalanta-Inter1 1 Cesena-Cagliari0 1 Chievo-Bologna2 1 Genoa-Roma2 1 Juve-Fiorentina1 1 Lazio-Catania4 1 Milan-Parma2 0 Napoli-Udinese1 1 Novara-Siena2 0 Palermo-Lecce

A 30.10.11 10a gIORNaTa R 25.03.12

3 1 Bologna-Atalanta0 3 Cagliari-Lazio2 1 Catania-Napoli1 0 Fiorentina-Genoa1 2 Inter-Juventus1 1 Lecce-Novara2 0 Parma-Cesena2 3 Roma-Milan4 1 Siena-Chievo1 0 Udinese-Palermo

A 06.11.11 11a gIORNaTa R 01.04.12

1 0 Atalanta-Cagliari0 1 Cesena-Lecce1 0 Chievo-Fiorentina

Genoa-Inter1 0 Lazio-Parma4 0 Milan-Catania3 3 Napoli-Juventus0 2 Novara-Roma3 1 Palermo-Bologna2 1 Udinese-Siena

A 20.11.11 12a gIORNaTa R 07.04.12

0 1 Bologna-Cesena1 2 Catania-Chievo0 0 Fiorentina-Milan1 0 Genoa-Novara2 1 Inter-Cagliari3 0 Juventus-Palermo0 0 Napoli-Lazio2 0 Parma-Udinese2 1 Roma-Lecce2 2 Siena-Atalanta

A 27.11.11 13a gIORNaTa R 11.04.12

1 1 Atalanta-Napoli1 1 Cagliari-Bologna2 0 Cesena-Genoa0 1 Lazio-Juventus0 1 Lecce-Catania4 0 Milan-Chievo2 1 Novara-Parma2 0 Palermo-Fiorentina0 1 Siena-Inter2 0 Udinese-Roma

A 04.12.11 14a gIORNaTa R 15.04.12

1 0 Bologna-Siena0 1 Catania-Cagliari0 0 Chievo-Atalanta3 0 Fiorentina-Roma0 2 Genoa-Milan0 1 Inter-Udinese2 0 Juventus-Cesena3 0 Lazio-Novara4 2 Napoli-Lecce0 0 Parma-Palermo

A 11.12.11 15a gIORNaTa R 22.04.12

1 1 Atalanta-Catania2 2 Bologna-Milan0 0 Cagliari-Parma2 0 Inter-Fiorentina2 3 Lecce-Lazio1 1 Novara-Napoli0 1 Palermo-Cesena1 1 Roma-Juventus0 2 Siena-Genoa2 1 Udinese-Chievo

A 18.12.11 16a gIORNaTa R 29.04.12

2 0 Catania-Palermo0 1 Cesena-Inter2 0 Chievo-Cagliari2 2 Fiorentina-Atalanta2 1 Genoa-Bologna2 0 Juventus-Novara2 2 Lazio-Udinese2 0 Milan-Siena1 3 Napoli-Roma3 3 Parma-Lecce

DA GIOVEDI A DOMENICADA GIOVEDI A DOMENICA

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A 27.11.11 13a gIORNaTa R 11.04.12

1 1 Atalanta-Napoli1 1 Cagliari-Bologna2 0 Cesena-Genoa0 1 Lazio-Juventus0 1 Lecce-Catania4 0 Milan-Chievo2 1 Novara-Parma2 0 Palermo-Fiorentina0 1 Siena-Inter2 0 Udinese-Roma

A 04.12.11 14a gIORNaTa R 15.04.12

1 0 Bologna-Siena0 1 Catania-Cagliari0 0 Chievo-Atalanta3 0 Fiorentina-Roma0 2 Genoa-Milan0 1 Inter-Udinese2 0 Juventus-Cesena3 0 Lazio-Novara4 2 Napoli-Lecce0 0 Parma-Palermo

A 11.12.11 15a gIORNaTa R 22.04.12

1 1 Atalanta-Catania2 2 Bologna-Milan0 0 Cagliari-Parma2 0 Inter-Fiorentina2 3 Lecce-Lazio1 1 Novara-Napoli0 1 Palermo-Cesena1 1 Roma-Juventus0 2 Siena-Genoa2 1 Udinese-Chievo

A 18.12.11 16a gIORNaTa R 29.04.12

2 0 Catania-Palermo0 1 Cesena-Inter2 0 Chievo-Cagliari2 2 Fiorentina-Atalanta2 1 Genoa-Bologna2 0 Juventus-Novara2 2 Lazio-Udinese2 0 Milan-Siena1 3 Napoli-Roma3 3 Parma-Lecce

A 08.01.12 17a gIORNaTa R 02.05.12

0 2 Atalanta-Milan2 0 Bologna-Catania3 0 Cagliari-Genoa5 0 Inter-Parma0 1 Lecce-Juventus0 3 Novara-Fiorentina1 3 Palermo-Napoli2 0 Roma-Chievo4 0 Siena-Lazio4 1 Udinese-Cesena

A 15.01.12 18a gIORNaTa R 06.05.12

1 1 Catania-Roma3 1 Cesena-Novara1 0 Chievo-Palermo0 1 Fiorentina-Lecce3 2 Genoa-Udinese1 1 Juventus-Cagliari2 0 Lazio-Atalanta0 1 Milan-Inter1 1 Napoli-Bologna3 1 Parma-Siena

A 22.01.12 19a gIORNaTa R 13.05.12

0 2 Atalanta-Juve0 0 Bologna-Parma0 0 Cagliari-Fiorentina2 1 Inter-Lazio2 2 Lecce-Chievo0 3 Novara-Milan5 3 Palermo-Genoa5 1 Roma-Cesena1 1 Siena-Napoli2 1 Udinese-Catania

PARTITA GOL RIGORE C F T C F T RF RC

SQUADRE Pt G V N P G V N P G V N P M.I. R S R S R S T R T RJuventus 44 10 7 3 0 10 5 5 0 20 12 8 0 4 21 7 12 6 33 13 1 1 3 1Milan 43 10 7 2 1 11 6 2 3 21 13 4 4 2 24 5 19 14 43 19 6 6 1 1Udinese 41 11 10 1 0 10 2 4 4 21 12 5 4 -2 22 5 9 12 31 17 1 1 1 1Lazio 39 11 5 4 2 10 6 2 2 21 11 6 4 -4 14 7 18 12 32 19 1 1 2 2Inter 36 11 6 2 3 10 5 1 4 21 11 3 7 -7 21 13 13 12 34 25 4 3 6 3Roma 31 10 5 3 2 10 4 1 5 20 9 4 7 -9 19 11 12 14 31 25 3 2 3 3Napoli 30 11 4 5 2 10 3 4 3 21 7 9 5 -13 21 13 15 11 36 24 4 1 0 0Palermo 28 10 8 0 2 11 0 4 7 21 8 4 9 -13 24 13 6 18 30 31 2 2 4 4Genoa 27 10 6 2 2 10 2 1 7 20 8 3 9 -13 16 11 12 25 28 36 2 2 6 5Chievo 27 10 5 3 2 11 2 3 6 21 7 6 8 -14 9 7 9 19 18 26 2 1 5 3Cagliari 26 11 3 6 2 10 3 2 5 21 6 8 7 -17 10 9 10 14 20 23 3 3 1 1Fiorentina 25 10 5 3 2 10 1 4 5 20 6 7 7 -15 16 8 4 9 20 17 3 3 3 3Parma 24 10 5 3 2 10 1 3 6 20 6 6 8 -16 19 12 6 21 25 33 5 4 2 2Atalanta 23 10 4 4 2 10 3 4 3 20 7 8 5 -11 11 9 13 16 24 25 4 3 4 4Catania 23 9 4 3 2 10 1 5 4 19 5 8 6 -14 10 7 12 21 22 28 6 5 3 3Bologna 21 10 3 2 5 10 2 4 4 20 5 6 9 -19 9 13 9 13 18 26 1 1 3 3Siena 19 10 4 3 3 10 0 4 6 20 4 7 9 -21 16 8 5 14 21 22 4 4 4 3Lecce 16 10 1 2 7 11 3 2 6 21 4 4 13 -25 10 18 12 20 22 38 3 3 4 4Cesena 16 10 2 3 5 11 2 1 8 21 4 4 13 -25 8 10 5 21 13 31 5 3 6 5Novara 12 11 2 4 5 10 0 2 8 21 2 6 13 -31 13 21 6 21 19 42 3 3 3 2

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15 Di Natale a. (Udinese), Ibrahimovic Z. (Milan), 12 Cavani E. (Napoli), Denis g. (atalanta), Klose M. (Lazio), Milito D. (Inter), 11 palacio R. (genoa),10 Jovetic S. (fiorentina), 9 Calaio’ E. (Siena), Matri a. (Juventus), Miccoli f. (palermo),

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Page 27: Il Brivido Sportivo n.4 del 4 Febbraio 2012

aMaURI versus DI NaTaLE: IL DUELLO pIU’ aTTESO

E’ uno dei duelli più attesi di Fiorentina-Udinese, ovvero quello tra i due centravanti o per meglio dire tra le due prime punte, Amauri e Di Natale. Lo potremmo definire anche, senza offendere nessuno, il duello dei vecchietti visto che in due fanno 65 anni già compiuti (31 il giocatore viola, 34 quello bianconero) che diventeranno 67 nel corso del 2012. Sarà una sfida nella sfida quel-la tra i due, e forse Amauri e Di Natale potranno essere gli elementi che determineranno l’esito di questo match. Sulla sua strada tra l’altro il gioca-tore dell’Udinese incrocerà un suo ex compagno, Cesare Natali, che in Friuli, insieme a lui, giocò per due stagioni, nel 2005/06 e nel 2006/07, prima di passare al Torino. Espe-rienza (il viola ha debuttato in serie A nel 2001, il bian-conero un anno e mezzo più tardi), classe, intelli-genza, tecnica sopraffina e doti acrobatiche accomu-nano Amauri e Di Natale. Il primo ha però dalla sua una maggiore forza fisica, il secondo, invece, possie-de uno straordinario fiuto del gol. Ma si tratta in ogni caso di due campioni con la C maiuscola. Il giocatore viola, alla sua seconda partita nella Fio-rentina può contare su un compagno di reparto stra-ordinario come Jovetic, mentre quello bianconero ha sulle proprie spalle, dopo la cessione di Sanchez al Barcellona, tut-to il peso dell’attacco dell’Udinese (a meno che Guidolin – evento raro – non schieri Floro Flores). Amauri e Di Natale non hanno mai militato nella stessa squadra. Tuttavia ci sono città, club e al-lenatori che li accomunano. Dei punti in comune, insomma, tra i due ci sono comunque.

NAPOLI. All’ombra del Vesuvio Amauri ha giocato da gennaio a giugno del 2001, tra l’altro insieme all’ex viola Edmundo. E’ lì che ha conosciuto la moglie, brasiliana come lui ma di origini italiane, grazie alla quale ha ottenuto la cittadinanza del nostro Paese. Napoli è anche la città dove il 13 ottobre 1977 è nato Antonio Di Natale. Nel club azzurro, tuttavia, Totò non approderà mai.

EMPOLI. Amauri è stato nella squadra to-scana per due mesi, a luglio e agosto del 2002 prima di approdare al Messina. Non ha mai giocato, tuttavia, in campionato con la formazione del presidente Corsi. Il giocatore proprio all’Empoli aveva tra l’al-tro siglato una doppietta al torneo di Via-reggio del 2000 con i brasiliani del Santa Caterina. Il club azzurro è stato quello dove Di Natale si è messo in evidenza. Nel 1996/97 disputò una partita in serie B. Poi vi ha giocato per cinque stagioni con-secutive (le prime tre in serie B, le ultime due in A) prima di passare all’Udinese.

GUIDOLIN. E’ stato l’allenatore di Amauri nel 2006/07 e nel 2007/08, ovvero nelle sue due stagioni passate a Palermo (nella seconda il tecnico fu esonerato). Nel 2006/07 i siciliani approdarono in Coppa Uefa. Con Guidolin Amauri è maturato enormemente. E l’alle-natore veneto stravedeva per lui tanto da parago-narlo a Drogba. Guidolin da due stagioni è il tecnico di Di Natale all’Udinese. Ha avuto il merito di farlo giocare in posizione centrale e non sulla fascia. E il giocatore napoletano, nonostante l’età, sta conti-nuando a segnare gol a grappoli.

UDINESE. La squadra bianconera è quella alla quale Amauri ha segnato l’ultima volta. Era il 23 aprile dell’anno scorso e il brasiliano con una doppietta confezionò il successo (per 2-0) del Parma al Friuli. Di Natale, invece, è non solo

il goleador ma anche il capitano e la bandiera dell’Udinese.

NAZIONALE. Amauri ha giocato solo una partita in azzurro, a Londra con la Costa d’Avorio, il 10 ago-sto 2010 nel giorno dell’esordio di Cesare Prandelli in panchina. Di Natale, invece, vanta 36 gettoni di pre-senza in Nazionale con dieci gol all’attivo. Entrambi sperano da qui alla fine del campionato di convincere il commissario tecnico a portarli ai prossimi campio-nati europei. E già domenica al Franchi il duello tra Amauri e Di Natale va visto anche in chiave azzurra.

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Page 28: Il Brivido Sportivo n.4 del 4 Febbraio 2012

Non c’è nessuna squadra in serie A che può evocare solo ricordi dolci ai tifosi della Fiorenti-na. L’Udinese non fa eccezione, e anzi, è pro-babilmente il club più altalenante dal punto di vista delle soddisfazioni e delle delusioni negli intrecci di mercato con la Fiorentina. Se è vero che a Firenze nessuno si è dimenticato dei vari Felipe e D’Agostino, è altrettanto vero che Mar-tin Jorgensen è ancora saldamente nel cuore

dei tifosi. Gioie e dolori, che proviamo a tratteg-giare per i lettori del Brivido Sportivo, in una sorta di viaggio nell’era targata Della Valle.

UN AMORE INFINITO. Partiamo proprio da lui, Martin Jorgensen. Arriva a Firenze nella stagione 2004, subito dopo il ritorno in serie A della Fiorentina. Presenta un biglietto da visita di tutto rispetto, avendo giocato sette stagioni a Udine realizzando anche 30 gol. Il primo anno però, complice la sciagurata stagione della Fio-rentina, non riesce a dare quello che vorrebbe sul campo, anche se comincia a instaurare un certo tipo di feeling con i tifosi. Un episodio cu-rioso che accade nel corso dell’estate segna la sua esperienza a Firenze. Udinese e Fiorenti-na non riescono ad accordarsi per la risoluzione della comproprietà e vanno alle buste. Nessu-na delle due squadre offre un euro, motivo per il quale Jorgensen finisce alla Fiorentina, ultima squadra dove ha giocato. Non ci rimane troppo bene (specialmente per la mancanza di fiducia da parte dei dirigenti viola), ma reagisce alla grande. Diventa protagonista in campo e nello spogliatoio, dove in poco tempo viene eletto le-ader silenzioso del gruppo (anche senza fascia di capitano). Prandelli conta sul suo carisma e sulla sua saggezza tattica e lui ripaga con pre-stazioni solide, duttilità e gol ‘storici’.LA FIGURINA DELLA DISCORDIA. Arriviamo così a Michele Pazienza, onesto mediano di

San Severo, che giunge a Firenze nell’estate del 2005, quando sta per decollare il ciclo Prandelli. Si trasferisce in prestito dal club friulano e nella prima stagione mette insieme 25 presenze. E’ un tipo affidabile (ma la qualità è quella che è), il tecnico di Orzinuovi dimostra di farci affidamen-to anche nella stagione successiva, nella quale supera di nuovo le 20 presenze stagionali. Non è il classico giocatore che fa innamorare la cur-va, ma ci mette impegno e volontà. Corvino lo riscatta e lo conferma nella rosa per la terza sta-gione di fila. Qualcosa però si rompe nel rappor-to con la società e con l’allenatore e a gennaio i viola lo cedono al Napoli a titolo definitivo per una cifra superiore ai 4 milioni, facendo una di-screta plusvalenza su un elemento che si stava svalutando settimana dopo settimana. Intorno al suo nome è legato un aneddoto curioso, proba-bilmente uno dei più curiosi degli ultimi anni tar-gati Fiorentina: si dice che il suo addio sia stato legato anche all’assenza nell’album Calciatori Panini di quell’anno. Un’esclusione che non fu affatto gradita al calciatore, che fece addirittura chiamare la famosa Panini dall’addetto stampa del club viola. Pazienza pretendeva che la Fio-rentina facesse qualcosa per cambiare le cose sullo storico album, ma nessuno in società mosse un dito. Tra le curiosità infine il fatto che lo stesso centrocampista, dopo una toccata e fuga alla Juve di quest’anno, sia appena torna-to in quell’Udinese di scena a Firenze.

4 febbraio 2012www.brividosportivo.it

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affaRONI E TaNTI fLOp SULLa ROTTa UDINE-fIRENZE

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DOLENTI NOTE. Ed eccoci alle dolenti note. Gli ultimi intrecci di mercato con l’Udinese fan-no ancora male e gli acquisti di Felipe e D’A-gostino sono fra quelli più contestati al direttore sportivo viola. I motivi sono però diversi. Il caso Felipe è emblematico. Il difensore brasiliano è arrivato fra l’ottimismo generale e col consenso di Prandelli, ma quasi subito è stato relegato ai margini della prima squadra. Provato un po’

come centrale, un po’ come terzino sini-stro, non ha mai convinto i tecnici viola. Sulle sue spalle pesa anche l’elevato costo del cartellino (più di 6 milioni di euro versati nelle casse del club friula-no) che la Fiorentina non è mai riuscita a ricollocare sul mercato. Il prestito al Cesena non lo ha rivitalizzato e da qual-che mese a questa parte è diventato

uno dei ‘cavalli di battaglia’ dei detrattori di Corvino. Il quale, va detto, nell’estate scorsa, lo aveva inserito nella trattativa col Bologna per portare a Firenze il ta-lentuoso Ramirez ma il no di Felipe al trasferimento in Emilia fece saltare tutto. Quanto a D’Agostino, è fi-nito nell’occhio del ciclone non tanto per un aspetto tecnico (sulla sua classe nessuno discute) quanto per i costi dell’operazione: la metà del suo cartellino è stata pagata all’Udinese 5 mi-lioni e 650 mila euro nel giugno del 2010 e dopo una stagione (20 presenze condite da 5 gol) le due società non si sono accordate per risolvere la compartecipazione e quindi sono andate alle buste. Eb-bene, i friulani se lo sono ripreso per soli 111.000 euro (la Fiorentina ne aveva offerti 50.000). E’ stata questa, probabilmente, la peggior operazione di Corvino da quando è direttore sportivo viola. Di recen-te infine la Fiorentina ha bussato alla porta della società di Pozzo

per sondare la disponibilità di Floro Flores ma la richiesta di 10 milioni di euro (con tutto il ri-spetto per il giocatore, francamente troppi) ha fatto fare marcia indietro al club viola.

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Intrecci di MERCaTOdi Alessandro Latini

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Quanto ha desiderato la fiorentina IL REgaLO ‘DI NaTaLE’

Dopo due anni di fila senza italiani nella lista dei candidati al Pallone d’o-ro, ecco spuntare il nome di Totò Di Natale. L’attaccante napoletano, per due volte consecutive capocannonie-re della serie A (in testa alla classifica dei marcatori insieme a Ibrahimovic con 15 reti anche adesso, dopo es-sere andato a segno ancora merco-ledì contro il Lecce), viene inserito così nel gruppo dei migliori al mondo, tra Messi e Cristiano Ronaldo, per la vittoria del premio individuale più am-bito del continente. L’attaccante par-tenopeo, 34 anni, scrive così un’altra pagina della sua storia, una storia che per tante volte l’ha visto a un passo dall’indossare la maglia viola e che lo vedrà nuovamente affrontare la Fio-rentina da avversario.

INCROCIO NEL 2004. I campioni non sono mai mancati alla Fiorentina e Totò poteva essere tra questi. I fatti raccontano che le strade tra la socie-tà viola e il giovane talento napoleta-no cresciuto nelle giovani dell’Empoli s’incrociano per la prima volta nell’era Della Valle nel lontano 2004. In quel periodo l’allora direttore sportivo viola Fabrizio Lucchesi, dopo una strategia di mercato concordata insieme all’alle-natore Emiliano Mondonico, era piom-bato con prepotenza sull’acquisto del giovane cannoniere che già allora contava uno score di alto livello. Da sottolineare che Lucchesi ha lavorato nell’Empoli prima come segretario poi come direttore sportivo proprio negli anni in cui Totò era nel club toscano e quindi lo conosceva molto bene sia come giocatore che come persona. La premiata ditta Lucchesi-Mondoni-co, dunque, aveva come unico obiet-tivo Antonio Di Natale. Il giocatore si era sbilanciato favorevolmente al trasferimento in viola: “Sono pronto a venire subito”, una dichiarazione che toglieva spazio a qualsiasi dubbio. Il passaggio alla Fiorentina rappresen-tava un’occasione importante in una

piazza che gli avrebbe consentito di esprimersi al meglio, anche per un discorso personale, visto che un tra-sferimento a Firenze gli avrebbe per-messo di rimanere vicino a quella che ormai era la sua seconda casa, Em-poli. Le cose non andarono come ci si aspettava, il bomber azzurro aveva molte richieste, tra queste c’era pure l’Udinese di Pozzo. Proprio la società friulana portò a segno quello che poi a distanza di anni si sarebbe rivelato un grande colpo di mercato. L’operazione viola si bloccò per la troppa distanza tra domanda e offerta. Inoltre la Fiorentina aveva messo sul piatto una contropar-tita tecnica non gradita all’ Empoli. Alla fine quindi la spuntò il patron biancone-ro che nell’estate del 2004 lo acquistò formando un tridente stellare: Di Nata-le, Iaquinta, Di Michele.

AL POSTO DI MUTU. La storia a volte si ripete ed ecco che a quattro anni di distanza, nell’agosto del 2008, complice un litigio tra Di Natale e l’al-lora direttore dell’Udinese Leonardi, il nome dell’attaccante di origini parte-nopee torna a risuonare in viale Man-fredo Fanti. La Fiorentina ci riprova, Di Natale è di nuovo sulle pagine dei giornali fiorentini. Si apre un nuovo scenario. Una doppia operazione di mercato che vede Mutu alla Roma e Di Natale alla Fiorentina. L’attaccan-te friulano avrebbe occupato il posto lasciato vacante dal fuoriclasse rome-no. Il prezzo per Mutu era fissato, la Roma si era fatta avanti. Corvino fu sul punto di portare nelle casse viola un bottino di circa 20 milioni di euro. L’affare era ad un passo dal conclu-dersi, dalla capitale giunse l’ok, ma sul più bello l´operazione saltò per-ché, per non scontentare il loro tec-nico Prandelli, i Della Valle decisero di togliere il numero 10 dal mercato. L’affare portato avanti tra la Fiorentina e l’agente di Di Natale, Bruno Carpeg-giani, ebbe una frenata finale: i due movimenti di mercato, quello in usci-

ta e l’altro in entrata, erano correlati. Della somma ricavata dalla vendita di Mutu, una parte sarebbe servita per acquisire proprio l’attaccante bianco-nero. Non fu l’ultimo capitolo del ro-manzo tra le due parti, voci di mercato si susseguirono anche nella stagione 2009/2010, un nuovo flirt anche que-sto andato male.

L’INTERESSE DI CEC-CHI GORI. Ma la prima Fiorentina ad interes-sarsi al calciatore risale ai tempi della gestione Cecchi Gori: i dirigenti viola tentarono di ac-quistare il cartellino dell’allora poco più che ventenne Di Natale, che aveva già fatto intrave-dere qualità tecniche sopraffine, ma il club empolese sparò una

cifra talmente alta che la Fiorentina dovette fare dietrofront. Aspettando il suo arrivo al Franchi dopo essere stato più volte a un passo da quel ma-trimonio tanto chiacchierato, Totò in-dosserà ancora la maglia dell’Udinese e andrà all’attacco della Fiorentina, di quella squadra che per tanti anni lo ha inseguito e corteggiato senza mai rag-giungerlo.

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Vento, neve, gelo e starnuti… i classici segni stagionali spadroneggiano in que-sto periodo. Ma un gelo simile è calato anche fra i Della Valle e Firenze? Que-sto importante rapporto si è forse am-malato gravemente? O magari si tratta di un semplice raffreddore passeggero se non, addirittura, di una malattia im-maginaria? «Non proprio un raffreddo-re passeggero, semmai un’influenza che può essere curata». Eugenio Gia-ni, presidente del Consiglio comunale di Firenze e membro onorario del Consi-glio d’amministrazione della Fiorentina, sta al nostro gioco, si rende disponibile al nostro parallelismo un po’ pedissequo e popolano, ma la sua risposta cela una miniera di idee. Partiamo da quell’inedito ‘derby degli scioperi’ di domenica scorsa, quan-do parte della tifoseria della Fiesole non ha preso posto allo stadio e la dirigenza ha lasciato vuota la prima fila della tribuna autorità. «Trovo legit-tima la reazione della dirigenza, credo

sia scaturita da uno sconforto per alcu-ni episodi accaduti. E’ necessario però considerare tali episodi come casi singo-li, perché la gran parte della gente non ha mai tenuto atteggiamenti di inciviltà. D’altro canto, vedo delle ragioni anche nella tifoseria perché quest’anno c’era-no determinate aspettative non solo dal punto di vista dei risultati. Insomma, puoi anche perdere ma devi lottare di più. Tuttavia, la società viola si è dimostrata subito reattiva nella finestra di mercato invernale dando vita a una campagna acquisti che, potenzialmente, potrà pro-durre risultati positivi e ricreare un clima di compattezza. Nel calcio sono sempre i risultati a far superare certe situazioni».Lei ha un rapporto profondo con Fi-renze, imperniato sui piccoli e grandi fatti quotidiani della città. Ha in mente qualcosa per ricreare quella compat-tezza di cui parlava? «In questi giorni sto contattando le persone che conosco della tifoseria. Voglio capire bene qual è il clima».

Molti tifosi, da un po’ di tempo, chie-dono un tavolo di confronto, anche attraverso le pagine del nostro gior-nale. «Che io leggo sempre. L’idea del tavolo è concreta, ne ho parlato con la Fiorentina e stiamo pensando di far na-scere un confronto permanente con una rappresentanza della tifoseria». E chi siederebbe al tavolo? «Non io, ma la dirigenza viola e le figure più rap-presentative della tifoseria, di curva e non di curva. Esse potranno abitualmen-te ritrovarsi e confrontarsi». L’idea entusiasma molto tranne per il ‘non io’: venga data una sedia anche al Comune. «In tal caso, il confronto potrebbe prevedere la partecipazione di una figura istituzionale come il vicesin-daco Nardella o il sottoscritto». Un bel segnale di sinergia e di ag-gregazione. La Cittadella nell’area Mercafir potrebbe costituirne un al-tro? «Questo aspetto lo terrei separato, perché non vorrei che si ritornasse al clima del 2008-2009, quando la Citta-della diventò per alcuni tifosi una sorta di fonte speculativa e generò diffidenza. Vorrei che questa operazione rimanesse separata da ciò che riguarda la squadra viola. Peraltro il Comune deve portare avanti tale operazione nel modo previsto dalla legge, cioè attraverso un project financing, una procedura concorsuale. Tecnicamente non è scontato che arrivi

una proposta della Fiorentina sull’area Mercafir, anche se è auspi-cabile». Quindi sull’argomento non avete avu-to dialoghi diretti con la società vio-la? «Allo stato attuale non mi risulta, solo ragionamenti molto generali». E questo project financing a quanti ettari si riferirà? Le anticipazioni dei media sembrano contrastanti, si par-la anche di 35 ettari. «Sinceramente 35 ettari mi sembrano molti. Ma io non ho la risposta, spetterà al sindaco Renzi chiari-re questo aspetto. C’è un’altra cosa inve-ce, a proposito dei Della Valle, che vorrei precisare». Prego. «Quest’anno ricorrerà il 10° anni-versario del loro arrivo alla Fiorentina. Il 10 agosto, per l’esattezza, saranno passati dieci anni: emerge un bilancio chiaramen-te positivo, basti pensare alla semifinale di Coppa Uefa, agli ottavi di Champions, ai terzi e quarti posti in classifica. Spesso abbiamo sentito dire in giro che i Della Val-le vogliono andare via. Eppure il rapporto dura da dieci anni e può consolidarsi ul-teriormente, con un impegno economico ancora forte che può tradursi in risultati e nuove soddisfazioni. Cerchiamo, davvero, di lavorare tutti perché questo avvenga». Perché no? La cura del dottor Giani è pronta e ricca di vitamine. Un’influenza ogni dieci anni, in fondo, cosa volete che sia…

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che si chiama Pegolo, o che po’esse’ un portiere?) e ne facea tre e i’nonno e salia le scale e bussava a qui’gobbaccio e lo ringraziava di’ regalo. “Tanto noi e s’ha Matri e Quagliarella!” sie, con tanti saluti alla tu’ sorella poera donna che l’ha un n’ha corpa! O tene-teveli che noi e si va avanti co’ i Mocio ritrovato e vi si fa lucidi quando vu’ venite a i’Franchi.

E di Nasello e un si dice nulla? Anche lui e ritorna e lascia i’marchio, come Zorro. Ora, tra avere una coppia d’attacco Mocio-Nasello e una Ljaicce e i’Risorto e gli è come mangiare e stare a vedere. Infatti co’ i Siena e s’è mangiao, a Cagliari e siamo stai a vedere. Ma ora e si mangia, tutte le domeniche, a comincia’ da domani quando, digerito i’panforte e ricciarelli e s’andrà a brindare coi vini friu-lani. Speriamo che i’Mocio e si sia ripreso dalla sfor-zo, che tutti e si riposino perché una rondine e la un fa primavera, qui e bisogna riempire i’cielo di vittorie.E ci è riuscito a vede’ gioha benino da esterni an-che Cassani e Pasqualino Marajà che gliè quasi reartà romanzesca! Quando Delio e capirà che lì e ci dee mette’ i’fratello di Remo da una parte e l’In-ca da quell’artra, allora e si sarà messo davvero i’ turbo. Però, ni’ frattempo, oggi e bisogna dillo, e un son miha andai male nemmen Cassani e Pasqual. Basta che un ci metta più i’Lollo rubato all’atletiha. O Delio, e tu l’arà visto piccino, ma questo gli è ne-gao a i’ gioho di carcio, convincitici! Visto che e pan-fortai e un gli riuscia accelerare, anche Caravaggio gli ha fatto una partita discreta, mentre lo svizzero, pompato a paracetamolo, e s’è dimostrato più forte de’bacilli, a lui l’infruenza la gni fa una sega, anzi, più febbre e ci ha e più che corre.I’nonno pe’ preparassi alla gara co’ Frignolin, e gli manda giù una bella libagione di quello meglio. Bando alle ciance, artri tre punti eforza violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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diventerà viola a giugno) era una corsa contro il tempo quasi dispe-rata conoscendo la nostra buro-crazia, per El Hamdaoui una bega giocatore-Ajax, forse sottostimata all’inizio. E allora? Perché il pun-giglione? L’abbiamo già detto, non l’affiliamo per quanto non arrivato (anche se uno tipo Candreva po-teva essere preso ed avrebbe fat-to più comodo di un Olivera), ma per quanto non partito. Felipe e Marchionni già erano casi, ai quali si è aggiunto Cerci. Non puoi met-tere praticamente fuori rosa un giocatore e poi non cederlo. Ti crei in casa una sorgente di bubìo del quale proprio non sentiamo il bi-sogno. Marchionni a giugno se ne andrà a parametro zero. Era così difficile risolvere tutto adesso e to-gliere un’altra fonte di scontento? Senza contare Vargas e Montoli-vo che sarebbero anche giocatori importanti e che erano i nodi più

importanti da risolvere, insieme a Gilardino, l’unico portato a buon fine pur con una pericolosa tempi-stica tutta fuori fase.

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CORRI E SUDa fIORENTINa, E NON TRaDIRE IL TIfOSO

Senza Filtrodi Federico Pettini

“Charlie! Charlie, svegliati!”“Mhm... Chi sei?”

“Sono Jack, forza su...”.“Che vuoi?”.“Volevo solo dirti che ho deciso di prenderti tutto. E piano piano

lo sto già facendo, nel caso non lo sapessi”.

“Lo so, te lo sto lasciando fare. Sono stanco. Non ho più voglia, né stimoli. Non ho un solo motivo buono per continuare. Quindi lascio tutto a te”.“Sai anche che potrei fare dei danni irrimediabili? Mi conosci, sono come te. Almeno in parte”.“So anche questo. E in un certo senso spero succeda. Almeno finisce tutto”.“Bene, allora vado a lavorare. Al posto tuo. E se la incontro?”“Se lei crede che l’abbia scordata, non dirle che non è così. Salutami solo il direttore, lui se lo me-rita”. Jack chiuse velocemente la porta di quella stanza ovattata nel bianco e nel silenzio e uscì senza guardarsi indietro.La neve aveva complicato non poco il lavoro negli studi di Radio Senza Filtro. Molti non riu-scivano a venire a lavoro, bloccati dalle strade o dal ghiaccio. Le apparecchiature poi funziona-vano a scatti, così come le comunicazioni. E non sempre tutto era chiaro. The show must go on, come una partita giocata a meno quattro. Così Jack entrò negli studi, ovviamente con una Lu-cky Strike accesa e si diresse senza rivolgere parola nella stanza di registrazione. Non c’era nessuno, quel giorno. Prese il microfono, e andò a ruota libera.“Buonasera, amici di Radio Senza Filtro. Oggi mi trovo solo in questa radio che fa finta di funzio-nare, ma che ha più problemi di Colui che non deve essere nominato con Harry Potter. Da un certo punto di vista, però, tutta questa situazione mi fa comodo. Finalmente non ho un foglio da leggere, non ci sono scalette da seguire e nem-meno interruzioni obbligate. Tutto d’un fiato, fino a che questa Radio va, fino a che qualcuno non interviene e mi ferma. Il Jack pensiero, come una lettera che lascio a chiunque la voglia legge-re. E’ arrivato il momento della verità, per questa nostra amata Fiorentina. Lasciamoci alle spalle quei contratti firmati in ritardo, quei documenti

italo-argentini non trovati e le squadre difficil-mente migliorabili. Lasciamo stare i discorsi sulla C2, chi si sente sotto pressione, lasciamo stare chi vede tutto con i conti e niente con il cuore. Oggi parliamo solo di Fiorentina. Della squadra che ha in mano ad oggi Delio Rossi. Il mercato è chiuso, chiudiamo quindi anche tutto quello che si è portato dietro. Delio Rossi sa qual è il suo gruppo. Dove poter lavorare, quali giovani inseri-re in pianta stabile e quali portare a piccoli passi. Difensori, d’esperienza e di belle speranze. La difesa c’è e pare regger bene botta, tranne qual-che svarione che se non ci fosse si avrebbe la

squadra meno battuta del campionato. Anzi, la seconda. Aspetta, lo siamo! Almeno da gennaio duemilaundici fino a maggio. Perbacco, non me n’ero accorto. M’era passato per la mente solo il record di pareggi in Serie A. Devo cambiare chi mi passa le statistiche, che come sapete mi guardo bene dallo studiare. Insomma, tutto som-mato, la difesa c’è. Centrocampo. Un po’ scarsi, non tanto nel numero quanto nella qualità dei giocatori. Che sulla carta, per carità, ci sarebbe tutta. Ma che fino ad oggi ha dimostrato pochino. Si salvano guerriero Behrami e scoperta Salifu, gli altri, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, non ci dovrebbero neanche stare. Aggiungo solo, Vargas: se ci sei batti un colpo. Capitolo attacco. In fondo, non siamo poi messi così male, no? Ab-biamo un fenomeno, di quelli cristallini, di quelli che vendi tranquillamente a quaranta milioni fra un annetto o due, perché è almeno tre spanne sopra un Pastore preso a quarantadue. E che la buona sorte ce lo mantenga integro e senza un raffreddore, perché tra averlo e non averlo è come mangiare e stare a guardare. E’ arriva-to Amauri, che sembra voglia spaccare questo mondo e quell’altro. Bene, ne siamo tutti contenti e si è preso i nostri applausi. Ha fatto più tiri in una partita che Gilardino in un girone d’andata. Ma sulla panchina? Il Baba parte mogio mogio per la Spagna. E Ljajic? Dicono che è spes-so alle feste? Può andarci tutte le domeniche sera e tutti i lunedì. E’ giovane e pieno di soldi, voi che fareste? L’importante è che si danni in campo per quella maglia che indossa. E poi c’è Zohore. Corvino ha provato a prendere Drogba, ma alla fine ha preso il cugino, più un’unghia di Cristiano Ronaldo, un capello - che vale tantis-simo visto che ne ha pochi - di Palombo. Battu-te a parte, è una scommessa e va considerata come tale. Ma insomma, numericamente ci sia-mo. C’è poi tutto quel nugolo di tribunari, che si prendono stipendi allenandosi più o meno dili-gentemente, trovando il tempo di avere magari nuove fidanzate, acconciature o animali. Ecco, il buon Delio si trova in mezzo a tutto questo e tutto questo ora deve fare un salto di qualità. Come noi poveri tifosi dobbiamo lasciar perde-re le polemiche contro persone poco difendibili, loro devono lasciar perdere tutto quello che c’è

fuori e concentrarsi solo sul campo. Il gruppo che c’è ora è la base per la pros-sima stagione. Ma la prossima stagione deve ancora arrivare. Ed è ora che si decide come ci si arriva. Si può ancora diventare anonimi e fare ancora un campionato giocando il ventisette d’agosto con il Cittadella. O fare un turno di Europa League a fine luglio, iniziare la Coppa Italia a gennaio e sorridere un po’ di più al futuro. Sono scelte. Ma vanno fatte solo dal campo. Che tutti sappiano che l’obiettivo non è impossibile. La classifica è più corta di quello che si crede. Battere l’Udinese e rilanciarsi in campionato. Prendere fiducia, fare una serie di risultati positivi e lottare tutti insieme per un’utopia che può diventare realtà. Corri Fiorentina, lavora e suda a testa bassa. Il tifoso ti starà sempre vicino. Tu non lo tradi-re. E vedrai che gli applausi non tarderanno ad arrivare. Il ghiaccio son sicuro non ci fermerà e domenica saremo di nuovo al nostro posto a popolare il Franchi. Cerchiamo di riempirlo, e bambini, se mi sentite, smuovete i vostri presidi a scuola e fatevi regalare i biglietti di Ferrovia. Che in queste condizioni non si può vedere. E cara Fiesole, smettila con le lotte intestine. Pensa a cos’eri e cosa sei diventata. E proprio come la Fiorentina, decidi una volta per tutte chi vuoi essere. Chiedo scusa per questo mio sermone, ma mi sono tolto un peso. C’è una persona che sta bussando dall’altra parte del vetro. Devo chiudere. Grazie a tutti per l’ascolto e buona serata, dovunque voi siate”.Il microfono va in off. E Jack fa un sospiro.Il direttore lo guarda con aria perplessa.“Non ti ho mai visto così”, disse.“Perché questo non sono io. Questo è Charlie”.“Ancora con questi giochetti. Comunque bravo. Ora vai a casa...”.“Ci sono già, direttore. Ci sono già...”.Il direttore Calderone non volle aggiungere altro e scese le scale, mentre Charlie si accendeva una sigaretta nello studio, rimanendo nel silen-zio degli studi di registrazione. Si mise i guanti, indossò il cappello a papalina dell’Inter e uscì dalla palazzina di Radio Senza Filtro cantic-chiando una canzone di Renato Zero.

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Nessuno si aspetta di vederli in piedi sulla balaustra, come faceva

qualcuno anni fa. La classe non è mer-ce che si può comprare e i proprietari della

Fiorentina ne hanno in abbondanza. Ma lasciare vuo-ta la prima fila delle poltrone in tribuna d’onore pro-prio nella domenica del derby − pur sapendo quanto i toscani ci tengono al campanile − non è stata una bella cosa. Potevano almeno avvertire che non sa-rebbero venuti. Magari qualcuno avrebbe invitato al loro posto qualche notabile, giusto per non lasciare quelle sedie vuote. Insomma, non è stato un gesto elegante e da loro non ce lo aspettavamo. Sappiamo che uno dei due fratelli Della Valle ormai

qui da noi non viene più volentieri (ma speriamo sem-pre che con l’acquisto del treno Italo ci ripensi, perché la nostra è una città piccola e dalla stazione allo sta-dio è un baleno). L’altro fratello invece, il più giovane, spesso arriva, saluta e va via. Però almeno il presi-dente esecutivo poteva farsi vedere. E l’amministra-tore delegato relegato in seconda o terza fila, quasi in castigo. E proprio nella settimana in cui il sindaco di Firenze si è speso per la costruzione del nuovo stadio (anche se poi la Regione ha pensato bene di annaf-fiare abbondantemente la flebile fiammella di speran-za), questa assenza, quelle poltrone vuote proprio non ci volevano. Conveniamo che la contestazione di un settore del pubblico, dopo il ko con il Lecce, sia

stata in parte eccessiva. Ma siamo anche convinti che se qualche giorno fa, dopo l’annuncio del sin-daco, qualcuno della pro-prietà fosse intervenuto con una dichiarazione, anche breve, in appoggio a Renzi, i tifosi sarebbero stati soddisfatti. E forse non ci sarebbe stato bisogno di lasciar vuote le pol-trone della tribuna d’onore. Adesso Firenze non sa che cosa aspettarsi. O meglio, molti sono certi che il progetto Mercafir, che è l’unico possibile, non inte-ressi più di tanto ai Della Valle, perché non è la co-struzione dello stadio il vero obbiettivo della proprietà. Speriamo che il plastico della Cittadella, che qualcu-no ancora giura di aver visto in un ufficio della socie-tà, sia soltanto un soprammobile di qualche vecchio nostalgico. Altrimenti temiamo che, oltre le poltrone, resteranno vuote anche le parole di Renzi.

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Mattinata Fiorentinadi Chiara Baglioni

In piena crisi post secon-da guerra mondiale, Torquato

Bresciani, viareggino doc e presi-dente dello Sporting Club Centro Giovani Calciatori, ebbe la corag-giosa idea nel 1947 di abbinare alla manifestazione simbolo della città di Viareggio, il Carnevale, un torneo calcistico a livello gio-vanile. L’Italia doveva ripartire dai gio-vani, dalle nuove generazioni, per buttarsi alle spalle i problemi economici e sociali che la guerra aveva causato. E il torneo avreb-be simboleggiato proprio questo: il trampolino di lancio dei ragazzi verso lo sport più popolare del pa-ese, durante il periodo più gioco-so dell’anno. Dalla prima “Coppa Carnevale” sono passati 64 anni, ed oggi, la Via-reggio Cup è tra i più importanti tornei giovanili di calcio del Mondo, nonché una delle vetrine per nuovi talenti più rinomate del panorama interna-zionale. Sono passati dalla manifestazione tantis-simi tra i più forti calciatori della storia: Antognoni, Di Livio, Roberto Baggio, Del Piero, Totti, Maldini, Buffon, Batistuta, Cavani, Pandev, Gattuso, sen-za dimenticare il neo acquisto viola Amauri.

La mattina del 30 gennaio, a Torre del Lago, al Teatro Puccini, è stata presentata l’edizione 2012, che prenderà avvio il 6 febbraio per concluder-si il 20 febbraio con la finalissima allo stadio dei Pini di Viareggio (il Consiglio direttivo, dopo che lo scorso anno la finale si era giocata a Livorno, ha ottenuto l’approvazione sulle buone condizio-ni del terreno di gioco, ed è riuscita a eludere l’i-potesi La Spezia). Come da tradizione alla lettura

del giuramento è stato convocato un calciatore che si è particolar-mente distinto nel corso dell’anno per meriti sportivi e non solo: per questa edizione sarà il Simone Farina, il giocatore del Gubbio che si è distinto per aver respinto e denunciato la piaga del calcio scommesse.

GRANDI NUMERI. 48 squadre partecipanti (anche da Uruguay, Paraguay, Brasile, America e Au-stralia), 1152 atleti impegnati, 19 partite in diretta televisiva: sono solo alcuni dei numeri che anti-cipano un’edizione del torneo si-curamente tecnologica e quanto mai interessante vista la sempre crescente attenzione delle socie-

tà verso i settori giovanili e le squadre Primavera nello specifico. Tra le protagoniste si annuncia la Fiorentina di Leonardo Semplici. I tifosi viola avranno ancora l’amaro in bocca la-sciato lo scorso anno dalla finalissima al Picchi di Livorno persa contro l’Inter per 2-0 dai ragaz-zi di Renato Buso. La doppietta di Dell’Agnello, non a caso Golden Boy 2011 dello scorso torneo, lasciò pochi dubbi su chi fosse la squadra supe-

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riore in campo. La Fiorentina faticò a costruire azioni pericolose, l’Inter si meritò ampiamente la vittoria grazie ad una difesa solida e alle sue ri-partenze. In questa edizione, ci auguriamo, sarà tutta un’altra musica: a guidare l’attacco dei viola non ci sarà Babacar (ceduto in prestito al Racing

Santander), bensì il nuovo acquisto Ken-neth Zohorè, danese classe 1994, sup-portato alle sue spalle dai talentuosi Ma-tos e Acosty. Da capire poi se nella lista dei convocabili saranno inseriti anche Salifu e Camporese ormai in pianta stabile in prima squadra. Non è escluso che Semplici decida dia chiamare Gondo, il giovanissimo attaccante degli Allievi Nazionali che ha segnato la rete del pareggio nella partita di campionato primavera contro

il Parma. Comunque sia la Fiorentina si presenta al torneo di Viareggio con le ambizioni massime: puntare quantome-no alle semifinali e se possibile ripetere il traguardo dello scorso anno, rigiocar-

si la finale e magari sta-volta portare a Firenze la nona Coppa Carnevale. Un trofeo che manca dalla bacheca viola dal 1992.

Il programma della Fiorentina nei gironi eliminatori: Martedì 7 Febbraio FIORENTINA-STABAEK Borgo San Lorenzo (FI) / Stadio “Romanelli” (ore 15)Giovedì 9 Febbraio FIORENTINA-CESENA Monterotondo (GR) / Stadio “Pian di Giunta” (ore 15)Sabato 11 Febbraio FIORENTINA-VICENZA in diretta su Raisport 1 Viareggio (LU) / Stadio “T. Bresciani” (ore 15)

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Terminato il girone d’andata in tutti e quattro i gironi del calcio a

7, andiamo a vedere come si sono compor-tate le squadre del Calcio Toscana dopo le prime nove giornate di campionato.Nel girone A, grazie al successo (per 3-1) nello scontro diretto dell’ultima giornata sul Futbol Club Nuoto Extremo, gli Stempiaz FC C7 si sono laureati campioni d’inverno con 24 punti (frutto di otto vittorie ed una sola sconfitta). Al secondo posto, staccato adesso di 5 lunghezze dalla vetta, c’è pro-prio il Futbol Club Nuoto Extremo: la vice-capolista mantiene la posizione grazie alla contemporanea sconfitta del Meeting Place che è stato piegato per 4-1 dall’AC Bandi-no Papaya Viaggi. Meeting Place che viene così raggiunto al terzo posto (a quota 18 punti) dalla formazione del Dagnene Sec-che che ha superato per 5-0 la Sanger. Per il quinto posto invece è lotta fra l’AC Giglio C7 (vittorioso di misura sul Ruzzo Albise-leste) e l’AC Bandino Papaya Viaggi, con questi ultimi che devono recuperare due lunghezze ai diretti rivali. Al termine del girone d’andata la capolista FC Stempiaz C7 ha conquistato pure i primati di miglior attacco (42 reti realizzate) e miglior dife-sa (con soli 7 reti incassate, una in meno del Futbol Club Nuoto Extremo) del girone, mentre Fabio Picchi dell’AC Bandino Pa-paya Viaggi detiene il record di marcature (con 26 reti messe a segno) non solo del girone ma di tutti e 4 i raggruppamenti del calcio a 7. Nel gruppo B troviamo il CS Sor-gane C7 in testa alla classifica: con 27 punti all’attivo la capolista è l’unica formazione di tutti e 4 i gironi ad aver finora vinto tutte le gare disputate, e mantiene un buon margi-ne di vantaggio (7 punti) sulla seconda in classifica, I Terroni C7. I numeri sono tutti dalla parte dei primi della classe che han-no realizzato il maggior numero di reti fra tutte le squadre partecipanti ai 4 gironi del calcio a 7 (con ben 54 gol messi a segno) e sono anche il miglior reparto difensivo del raggruppamento con 10 gol incassati. Del CS Sorgane C7 è pure il capocannoniere del girone: Andrea Martini ha infatti messo finora a segno 23 reti, una in più del gio-catore de I Terroni C7, quel Mario Suppa

che comanda la classifica marcatori (con I Terroni C5) nel gruppo A del campionato di calcio a 5. In un girone nel quale il CS Sor-gane C7 ha in se stesso il suo più grosso avversario, è aperta la lotta per il secondo posto: I Terroni C7 sono tallonati ad una sola lunghezza dall’AC Peruzzi, che a sua volta precede di 4 punti l’Atletico Covercia-no. Nel gruppo B troviamo l’unica formazio-ne dei campionati di calcio a 7 ancora ferma a 0 punti: si tratta degli X-Man, che causa una difesa troppo facilmente perforabile (87 reti al passivo) farà fatica a risalire la china.Nel raggruppamento C la Polis Multietnic C7 effettua il sorpasso proprio all’ultima d’andata e si laurea campione d’inverno con 24 punti, uno in più dei Flamurtari (uni-ca formazione imbattuta in questo girone). La vice-capolista non è riuscita ad andare oltre il pari contro i Sangue Blues ed ha così reso ancora più preziosa la vittoria della Polis Multietnic C7 contro il Ceppo Club. Saranno quindi le prime due della classe a giocarsi la vittoria del campionato, anche perché al momento I Soliti Ignoti ed Ava-vava FC (che sono appaiate al terzo posto in classifica) sono piuttosto staccate dalla vetta, dovendo recuperare ben sette lun-ghezze. La lotta fra le prime due della clas-se prosegue anche relativamente agli altri primati della classifica: i Flamurtari con 35 reti realizzate detengono il miglior reparto offensivo del girone (4 reti in più della Po-lis Multietnic C7). Inoltre le due formazioni vantano a pari merito la miglior difesa del gruppo con 14 reti subìte, una in meno ri-spetto a quelle incassate dall’Avavava FC. A rendere il Flamurtari il miglior attacco del girone ha contribuito senz’altro Dritan Sha-haj che con 15 reti all’attivo (una in più di quelle messe a segno da Tommaso Solli dell’Avavava FC) è il miglior realizzatore del gruppo C.Nel girone D, FC Breccia e Groove Street hanno chiuso in testa alla classifica il girone d’andata con 22 punti totalizzati: continua quindi la lotta fra queste due formazioni che già nella passata stagione si erano contese la vittoria del campionato (alla fine ebbe la meglio il FC Breccia per 4 punti) e che suc-cessivamente avevano disputato una stre-

pitosa Top League (vinta dal FC Breccia, con il Groove Street classificatosi al terzo posto). Sta tentando di tenere il passo della coppia di testa l’Ardigliona FC che occupa il terzo posto a tre sole lunghezze dalla vetta. Tuttavia l’Ardigliona FC dovrà anche guar-darsi le spalle da Real Florentia (16 punti) e Dinamo Florentia (15 punti), pronte ad ap-profittare di un eventuale passo falso della terza forza del raggruppamento. Un girone nel quale le due capoliste si dividono anche miglior attacco e miglior difesa: con 41 reti

realizzate il FC Breccia è la formazione più prolifica di questo raggruppamento, mentre la miglior difesa è quella dei Groove Stre-et che con sole 4 reti incassate vantano il record del reparto difensivo meno battuto di tutti e 4 i gironi del calcio a 7. Infine del FC Breccia è anche il capocannoniere del girone: Lorenzo Bonaiuti comanda infatti la classifica marcatori con 16 reti realizzate, sei in più di quelle messe a segno da Simo-ne Soverchia della Dinamo Florentia.Steto

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Aton F e Smartist FC allungano sul resto delle squadre del gi-rone BRASILE ottenendo entrambe la vittoria nell’ultima gara e la nona in campionato, rispettivamente con Libertas Bisen-zio F per 6-1 e con le Morelline per 4-0. La Zambra FC Girls invece porta a casa i 3 punti contro le rivali per la terza piazza, le ragazze del S. Quirico F, vincendo per 3-1 e portandosi così a 15 punti in classifica (2 in più del S. Quirico F). Riposano le Kerubine Dnc Baby Fun F e rimangono così stabili a metà classifica. Alice Bellucci e Debora Pisani delle Aton F vinco-no il premio “coppia d’oro” della settimana mettendo a segno entrambe una doppietta a testa utile per la vittoria contro le Libertas Bisenzio F.

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Nel girone ARGENTINA le Caselline F continuano la loro marcia trionfale verso la vittoria del campionato battendo anche le A.C.Clo per 11-1 e guar-da caso ottenendo anche la vittoria numero 11 sulle 11 partite giocate. Le Titans AC tengono il passo in seconda posizione vincendo 6-4 in casa delle Effepi F con la Ludus 90 F che insidia però la piazza d’argento: anche loro vincitrici 2-0 fra le mura della Great Five F e a 22 punti in classifica. Le New Artist perdono invece contro le quarte, le Atl. Smile F, vincitrici di misura per 5-4 e consolidate così nell’ultimo posto disponibile per le finali provinciali. Alessandra Schirano delle Caselline C5 F mette a segno un pokerissimo nell’11-1 interno contro le A.C.Clo e tocca così quota 47 gol in campionato da sola, dietro solo Bettina Maglioni della Ludus 90 F con 28 gol.

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E’ risaputo che “l’unione fa la forza”, e le piccole gin-

naste junior del Centro Ginnastica Firenze l’hanno dimostrato, conquistan-do un argento di squadra nella prima prova del campionato regionale di Pri-ma Categoria UISP, andata in scena do-menica 29 gennaio presso il palazzetto dello sport di Montelupo Fiorentino. La nuova formula del torneo – che permette alle atlete di presentarsi in squadra già

a livello regionale, e non più solo in fase nazionale – calza a pennello al quar-tetto formato da Sara Corsini (classe 2001), Arianna Giannelli (2000), Ales-sia Ravenni (2001) e Annachiara Sot-tili (2000), perché permette ad ognuna di dare il proprio contributo alla squadra negli attrezzi di maggior forza. Si parte allora al corpo libero, con Corsini e Gian-nelli, si passa poi al volteggio e alle pa-rallele con Ravenni e Sottili, e infine alla

trave con Giannelli e Ravenni. Ed è proprio la trave – forse l’attrezzo più ostico – che, affrontato per ultimo in gara, tradisce le ginnaste delle due squadre senior, che commettono qualche leggerezza di troppo e re-stano fuori dal podio. In ogni caso, la buona prova complessiva fa ben sperare per i prossimi due appun-tamenti, doveRicciarda Nenci-

ni ed Irene Signorini per la squadra A, e Bianca Aterini e Laura Pieri per la squadra B, potranno contare sull’ap-porto di altre due compagne, assenti in questa prima prova: le ragazze meritano infatti un grande plauso, per aver dimo-strato di essere pronte a mettersi alla prova su tutte e quattro le specialità (due le esecuzioni che ogni squadra doveva effettuare ad ogni attrezzo).

Domani 5 febbraio sarà la volta delle ginnaste di Seconda e Terza Categoria che a Rosignano affronteranno la prima prova del campionato 2012; in campo federale, invece, spazio alle piccole al-lieve della sezione agonistica femminile, impegnate oggi 4 febbraio col debutto nel campionato di Categoria, organizza-to proprio dal CGF presso la palestra di Sorgane.

La squadra del Cgf conquista il primo podio UISp 2012; in gara anche le senior

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