Il Brivido sportivo n 47 del 22 dicembre 2011

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SETTIMANALE DI CRITICA E ATTUALITÀ SPORTIVA FONDATO NEL 1927 Diciamo la verità, è un Na- tale brutto, grigio, triste. E abbiamo tutti un po’ di pau- ra ad aprire regali sotto l’al- bero. Sono due anni che a Firenze si respirano un brut- to calcio, una brutta socie- tà, un brutto clima. Resta- no nella memoria di questo periodo più le polemiche, le uscite notturne, le sconfitte, le promesse non mantenu- te che regali autentici. A voi cosa viene in mente di bello di quest’ultimo anno che sta ormai per finire? Il recupe- ro di Jovertic e il suo nuovo contratto fino al 2016? Qual- che spezzone di partita? L’ipotesi che alla Mercafir si possa davvero andare a realizzare prima o poi uno stadio tutto viola? Ipotesi. Mezze idee. Speranze.Trop- po poco perché la Fiorentina abbia gli onori del palco e gli applausi della sua gente. I Della Valle devono rifletterci bene perché una Fiorentina così non fa bene ai fiorentini ma neppure fa bene a loro. Si passa da una contesta- zione ad un’altra, da una brutta figura ad un’altra, da una speranza che vorrem- mo si concretizzasse ad tabaccheria L ARTURO M ICHELE Via Il Prato, 62r Firenze tel. 055 290695 Articoli per fumatori e da regalo Superenaloo Ricevitoria ANNO 85 - N. 47 - GIOVEDÌ 22 DICEMBRE 2011 COPIA OMAGGIO Continua in ultima VENDITA CAMPER nuovi e usati NOLEGGIO e ASSISTENZA, ACCESSORI e RICAMBI delle migliori marche Da gennaio 2012 APERTURA NUOVA SEDE nel centro del Mugello in localita’ Torre Petrona Scarperia (FI) Tariffe noleggio vantaggiose sconti fedeltà massima serietà competenza e cortesia per info: 338 6294381 [email protected] www.camper-monimax.it RINCALZI FUNZIONALI, GIOCO E PUNTI ... TABACCHERIA di Tozzetti Andrea Via Roma, 72a Scandicci - Fi Tel. 055 252863 Gadget della Fiorentina Superenalotto Ricevitoria Lotto Via Giotto 48/50/52 Scandicci (Fi) tel 055 250065 Tina & Marco Alimentari Macelleria Frutta e verdura WWW.CIBIEPRELIBATEZZE.IT BAR - PRIMI PIATTI - HAPPY HOUR SCANDICCI Via San Bartolo in Tuto, Angolo Piazza Giovanni XXIII Il vostro punto d’incontro E’ UN NATALE SENZA LUCI: PER QUESTO BISOGNA REAGIRE di Alessandro Rialti

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Il Brivido sportivo n 47 del 22 dicembre 2011

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Settimanale di critica e attualità Sportiva Fondato nel 1927

Diciamo la verità, è un Na-tale brutto, grigio, triste. E abbiamo tutti un po’ di pau-ra ad aprire regali sotto l’al-bero. Sono due anni che a Firenze si respirano un brut-to calcio, una brutta socie-tà, un brutto clima. Resta-no nella memoria di questo periodo più le polemiche, le uscite notturne, le sconfitte, le promesse non mantenu-te che regali autentici. A voi cosa viene in mente di bello di quest’ultimo anno che sta ormai per finire? Il recupe-ro di Jovertic e il suo nuovo contratto fino al 2016? Qual-che spezzone di partita? L’ipotesi che alla Mercafir si possa davvero andare a realizzare prima o poi uno stadio tutto viola? Ipotesi. Mezze idee. Speranze.Trop-po poco perché la Fiorentina abbia gli onori del palco e gli applausi della sua gente. I Della Valle devono rifletterci bene perché una Fiorentina così non fa bene ai fiorentini ma neppure fa bene a loro. Si passa da una contesta-zione ad un’altra, da una brutta figura ad un’altra, da una speranza che vorrem-mo si concretizzasse ad

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E’ UN NATALE SENZA LUCI: PER QUESTO

BISOGNA REAGIREdi Alessandro Rialti

DIRETTORE RESPONSABILELuca [email protected]@brividosportivo.itCONSULENTE EDITORIALEAlessandro Rialti

EDITORE E PUBBLICITàSalvini Editore srlVia S. Quirico 16750013 Campi Bisenzio (Fi)tel. 055.9334666 Fax [email protected] E IMPAGINAZIONEChiara Reggiani - [email protected]

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COLLABORATORIAlessandro Rialti, Saverio Pestuggia, Michela Lanza, Ruben Lopes Pegna, Luca Capanni, Alfredi Verni,Chiara Baglioni, Federico Pettini, Alessandro LatiniGiampieroTosi, Cristina Mattioli,

FOTO La Presse22 dicembre 2011www.brividosportivo.it

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Non era una partita facile quella di Siena per Artur Boruc dopo le ultime

prestazioni sicuramente negative. A Pa-

lermo aveva sulla coscienza almeno il gol di Ilicic su punizione. A San Siro con l’Inter aveva sbagliato insieme a Natali in occa-sione del gol di Pazzini e forse aveva avuto qualche responsabi-

lità anche sulla rete di Nagatomo. E poi con l’Atalanta sabato scorso al Franchi non era riuscito a parare il tiro di Masiello non cer-to irresistibile e sulla rete del momentaneo vantaggio di Denis non era uscito in modo impeccabile. Insomma le critiche erano pio-vute numerose sul polacco che Pantaleo Corvino aveva acquistato nell’estate del 2010 dal Celtic. Un portiere è bravo, però, se non si abbatte e se metabolizza gli erro-ri per evitare di compierne in futuro. Se uno entra in campo con la paura di sbagliare fi-nisce con lo sbagliare davvero. La sua par-tita nasce già male in partenza. Ci sono dei portieri bravissimi che dopo qualche gara andata male vanno a compiere degli erro-ri elementari. E’ una questione di testa e di concentrazione. Certe volte scatta un mec-canismo che non riesci a controllare e che alla fine danneggia te stesso e la squadra. Bisogna reagire dopo gli errori e dimentica-re quelli compiuti. Ed è quello che Boruc ha fatto a Siena, dimostrando carattere, grinta e naturalmente tanta bravura. A Firenze, dopo il match con l’Atalanta, c’era già tra i tifosi chi

invocava il giovane brasiliano Neto come titolare. Il derby con la squadra di Sannino per il numero uno viola era quanto meno delicato. Lo sapeva bene il polacco. Se ne rendeva conto. Delio Rossi, però, aveva piena fiducia in lui che già aveva salvato il pa-reggio nell’incontro d’esordio in panchina del tecnico romagnolo con il Milan al Franchi. E nella città del Palio Boruc ha ripagato il suo allenatore con una partita strepitosa. Due soprattutto sono state le parate decisive nel finale di gara dopo che in precedenza il portiere del Siena Brkic si era opposto da campione su dei tiri di Jovetic e Gamberini, negando alla Fiorentina il gol del vantaggio. Boruc così non è stato da meno del suo collega serbo. E’ stato bravissimo su una perfida punizione dell’ex D’Agostino e succes-sivamente su una conclusione ravvicinata di Calaiò. Due parate da campione insomma che hanno regalato alla Fiorentina il pa-reggio nel derby. Questo punto permette così ai viola di trascor-rere la pausa natalizia con maggiore serenità. Certo la classifica non è delle migliori, ma se Boruc l’altra sera non ci avesse messo la mano provvidenziale per due volte la situazione sarebbe sta-ta particolarmente difficile. D’altronde il polacco in questo cam-pionato non è nuovo a ottime prestazioni. E a Siena per la settima volta in 16 partite ha tenuto la propria porta inviolata. Ha bisogno di maggiore continuità Boruc. E comunque, rispetto all’anno scor-so quando è arrivato a Firenze è nettamente migliorato, anche se nel gioco con i piedi deve ancora crescere. E’ grazie soprattutto a lui, però, se la Fiorentina vanta la quarta difesa del campionato con sole 15 reti subite in 16 gare. Per una squadra che trova grandi difficoltà a costruire gioco e a realizzare gol, avere un por-tiere come Boruc vuol dire già tanto.

Due partite in grigio per finire un anno che più grigio non si può. Le gare contro

Atalanta e Siena, che hanno fruttato al-trettanti pareggi, rappresentano lo specchio

fedele di quello che la Fiorentina è stata, salvo rarissime eccezioni, per tutti i dodici mesi, e cioè una

squadra molle e incompiuta, attaccata ai suoi campioni ed ai suoi presunti campioni e in perenne attesa di qualcosa che spezzi il tran tran e riaccenda l’entusiasmo. Attesa vana, sia sabato sera che martedì pomeriggio, e per fortuna che dopo le dormite con gli orobici Boruc si è svegliato a Siena, altrimenti saremmo qui a piangere, metaforicamente, sull’ennesima sconfitta. Buon per i tifosi viola che in questo periodo disgraziato gli arbitri non si ac-caniscono, ed anzi a volte hanno occhi benevoli come in queste ultime due gare, altrimenti il bilancio anche di punti sarebbe da allarme rosso, per non dire da retrocessione. Qualcosa però si dovrà pur fare, per riemergere da questa melma, e non basta dire che la Fiorentina i giocatori bravi li ha e che devono rendere di più, come ha fatto qualche dirigente adottando quello che, con l’e-sperienza dell’anno scorso, potremmo definire “metodo Sampdo-ria”. Ricordate la formazione genovese nello scorso campionato?

“Con i giocatori che ha è impossibile che retroceda”, era l’opinione di tutti, e infatti abbiamo visto come è finita. Sgombrando il campo da un bel po’ di equivoci, soprattutto da quello di chi piangeva sull’assenza di Montolivo nelle gare con Inter e Atalanta salvo poi vedersi davanti l’onesto e svogliato pedatore che in questo momento, stante la situazione comprensibilmente, l’ex ragazzo di Caravaggio ora può essere. Dopo Salifu e Nastasic, adesso mettiamo in campo qualche altro giovane, uno su tutti quell’Aco-sty che in Primavera sta facendo sfracelli e che era piaciuto tanto, così come Salifu, quest’estate a Cortina. Necessario anche ricor-rere al mercato per alleggerirsi di qualche fardello, molti dei quali arrivati da poco, e per acquistare giocatori utili al calcio di Delio Rossi ed anche al calcio in generale. Passare le domeniche con l’unico obiettivo di scacciare fantasmi in uno stadio semivuoto non può essere positivo per nessuno, e meno che mai per imprenditori che hanno la qualità come marchio di fabbrica. Vedere oggi Diego Della Valle che se la prende con l’ex commissario della Federcal-cio Guido Rossi è come vedere gente in piazza che manifesta contro Berlusconi. Non si tratta di dire se è giusto o non giusto, semplicemente è fuori dal tempo e rende tutto, se possibile, an-cora più grigio.

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Delio Rossi a fine gara ha fatto capire di non es-sere ancora arrivato a capire quale modulo di gio-co sia il più adatto per questa Fiorentina. In effetti la rosa è stata costruita male con giocatori adatti a giocare in un modo e altri che invece necessitano di giocare con un altro sistema. Comunque la si ri-giri la rosa della Fiorentina lascia aperti sempre dei varchi che creano problemi. Ed il tecnico viola ha anche aggiunto: «Fino ad ora mi è sembrato di es-sere un inventore più che un allenatore». In effetti a Siena ha dovuto escogitare anche una inedita, per lui, difesa a tre che tra l’altro ha portato ad una buona mezz’ora di gioco con Romulo e Vargas sulle fasce a supportare il centrocampo a tre del primo tempo e Jo-Jo riportato in attacco alle spalle di Gilardino. Ora Delio Rossi avrà una settimana di riposo per rivedere il film dei suoi allenamenti e determinare una volta per tutte come giocherà la sua Fiorentina. Certamente sarà importante salva-

guardare i pezzi forti del gruppo, o almeno quelli che rimarranno, ed in questa ottica ci pare giusto sottolineare che Jovetic deve giocare in una sola posizione: quella di seconda punta alle spalle di un centravanti vero. Questo escluderebbe il ‘famige-rato’ 4-3-3 su cui Mihajlovic e Corvino hanno co-struito la stagione in corso. Restano tutti i moduli con centrocampo a quattro con o senza trequar-tista, ruolo al momento abbastanza ostico per il gruppo viola. Oppure il neo entrato 3-5-2 che forse potrebbe risolvere parecchi problemi alla Fiorenti-na anche se in questo caso la gestione della dife-sa a tre sarebbe per Delio tutta da scoprire e si sa, in serie A l’improvvisazione non paga. Bisognerà poi vedere se ci saranno dei nuovi arrivi a gennaio e da quello potremmo anche intuire verso che tipo di gioco si sta orientando Delio Rossi, ammesso che Corvino si consulti con lui prima di effettuare acquisti nel mercato di riparazione.

MODULI E ROSA: L’IMPROVVISAZIONE IN A NON PAGA MAI o’ proFeSSoredi Saverio Pestuggia

Un anno anonimo. Così possiamo defini-

re il 2011 che si sta per concludere per la Fioren-

tina. Soddisfazioni scarse, delusioni molte. E meno male

che la squadra non ha mai rischiato di essere coinvolta nella lotta per la salvezza. LE NOTE POSITIVE. Sono poche purtroppo e non vengono dai risultati. Innanzitutto c’è da re-gistrare il rientro dopo l’infortunio di Stevan Jo-vetic, tornato in campo a luglio dopo un anno di inattività e sempre più leader della squadra. Va quindi ricordato l’acquisto più importante del 2011, ovvero quello di Valon Behrami arrivato a gennaio dal West Ham. Il centrocampista è diventato subito uno dei beniamini della tifose-ria. Ma vanno citati anche gli acquisti dei giova-ni Nastasic e Salifu che con Delio Rossi stanno trovando posto in prima squadra. E poi c’è stata l’inaugurazione del nuovo centro sportivo di fronte al Franchi ai primi di settembre. Ciò ha confermato il grande impegno verso la Fiorenti-na della famiglia Della Valle, che ha effettuato un esborso di sette milioni di euro per un’opera che rimarrà in seguito alla città. Il ritorno in società a

luglio come collaboratore dell’area tecnica di Vin-cenzo Guerini, ex giocatore viola (interruppe la carriera a 22 anni per un incidente automobilisti-co) ed ex allenatore del settore giovanile gigliato, è stato davvero molto bello, anche se parte della tifoseria avrebbe visto più volentieri in quel ruolo Giancarlo Antognoni.Ci sono poi da ricordare i tre successi del settore giovanile: la Coppa Italia e la Supercoppa vinte dalla Primavera e lo scudetto dai Giovanissimi.LE NOTE NEGATIVE. L’esonero a novembre di Sinisa Mihajlovic dopo la sconfitta a Verona con il Chievo, è stato la testimonianza del diffi-cile momento della squadra. Il tecnico serbo è stato, però, l’unico a pagare anche per la pres-sante contestazione della tifoseria. E’ stato an-che l’anno no per Alberto Gilardino, autore in campionato di appena 9 gol. Ma certo le colpe non sono state tutte sue. Il centravanti di Biella ha comunque pagato il suo momento negativo con la temporanea esclusione dalla Nazionale. Il crollo di presenze al Franchi è stato uno dei dati tri-sti di questo 2011. Si è passati dai 16.077 abbo-nati del precedente campionato ai 13.024 di que-sto. E sabato con l’Atalanta tra abbonati e paganti allo stadio erano presenti 15.812 persone. Toc-

cherà a Delio Rossi, allenatore amatissimo dalla tifoseria, riportare la gente a seguire la squadra.IL CAMPIONATO. La Fiorentina ha disputato nel 2011 38 partite. Ha cominciato l’anno il 6 gennaio, pareggiando a Bologna per 1-1 il derby dell’Ap-pennino e lo ha concluso due giorni fa a Siena, nell’unico derby toscano, con un altro pareggio, per 0-0. 50 sono stati i punti conquistati in 38 par-tite (32 da gennaio a maggio, 18 appena da set-tembre a dicembre) con una media di 1,31 a gara. Una media abbastanza bassa. 11 appena sono state le vittorie nell’anno solare (3 sole in trasferta e mai in questo campionato) a fronte di 17 pareg-gi e 10 sconfitte (3 al Franchi), 6 delle quali nella stagione in corso, quella che secondo le aspetta-tive di tutti avrebbe dovuto riportare i viola in Eu-ropa. 2 si sono verificate con Rossi in panchina in 6 partite. 3 di queste sconfitte sono avvenute con l’Inter, un’autentica bestia nera, e 2 con la Lazio. LA PARTITA PIU’ BELLA. E’ stata Fiorentina-Udinese del 1 maggio, vinta dai viola per 5-2 con doppiette dell’ex D’Agostino e di Cerci e gol di Vargas. E’ stata una gara fantastica contro una squadra in piena corsa per un piazzamento in Champions, che poi avrebbe raggiunto.LA PARTITA PIU’ BRUTTA. E’ stata Juventus-

Fiorentina del 25 ottobre, persa dai viola per 2-1 dopo aver addirittura ottenuto il momentaneo pa-reggio con Jovetic all’inizio del secondo tempo. Ma l’immagine dei primi quarantacinque minuti con la formazione di Mihajlovic presa a pallate dai bianconeri rimane tra le pagine più nere del 2011.IL GOLEADOR. E’ stato Alessio Cerci. Al suo attivo ci sono state 12 reti: 9 in campionato, 6 da tra aprile e maggio e 3 da settembre a ora, e 3 in Coppa Italia. Pur non essendo una prima pun-ta ha innato il senso del gol. Le sue segnature tra l’altro sono avvenute tutte su azione.LA FASCIA DI CAPITANO. A luglio è passata da Montolivo a Gamberini dopo il rifiuto del cen-trocampista di Caravaggio di prolungare il con-tratto come propostogli ripetutamente dalla so-cietà. LA COPPA ITALIA. La Fiorentina ha gio-cato due partite, entrambe al Franchi, ad agosto con il Cittadella e a novembre con l’Empoli. Le ha vinte con il medesimo punteggio, 2-1. A gen-naio per gli ottavi di finale affronterà all’Olimpico la Roma in gara secca. Non sarà semplice. Ma la strada più agevole per andare in Europa League e per rendere positivo sin dall’inizio il 2012 passa proprio dalla Coppa Italia.

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MIHAJLOVIC-ROSSI: UNA POLTRONA PER DUE

il conFrontodi Michela Lanza

Non è semplice se non impossibile fare un confronto tra Sinisa Mihajlovic e Delio

Rossi. Perché sono due tecnici completamente diversi e anche due uomini caratterialmente dissimili: il primo è un istintivo leale e trasparente, apparente-mente duro ma fondamentalmente buono, il secondo un diplomatico che, com’è arrivato a Firenze, ha capito quello che la gente voleva sentirsi dire. In coda a que-sto 2011 calcisticamente (e non solo calcisticamente) da dimenticare, possiamo provare a fare un’analisi dei due allenatori. Cosa aveva in più Mihajlovic rispetto a Rossi? La conoscenza della squadra da un anno e mezzo e, quindi, dell’ambiente. E anche l’aver effettuato la pre-parazione estiva. Elementi da non sottovalutare, fonda-mentali. Però...L’ACCOGLIENZA. Partendo da questa base, possiamo analizzare a fondo le altre differenze tra i due. Mihajlovic è un tecnico alle prime armi, Rossi un esperto. Mihajlovic è arrivato a Firenze nel peggior momento dell’era Della Valle, ovvero alla fine del ciclo Prandelli. Qualunque al-lenatore avrebbe trovato difficoltà perché il clima era av-velenato e la città era schierata con l’attuale ct. Dunque Sinisa ha avuto la ‘colpa’ di prendere il suo posto. Un affronto per il popolo viola che da subito gli ha puntato il fucile contro per giudicare ogni movimento, ogni pa-rola, ogni passo falso. E soprattutto, il tecnico serbo è arrivato nella fase calante della parabola, non all’inizio e neanche in una fase di ricostruzione totale (perché si sa, ricominciare da zero è sempre meglio che disfare e ricostruire e lui ha dovuto fare i conti con permanenze svogliate, addii importanti e arrivi non tutti all’altezza). È arrivato dopo anni vincenti dopo dei quali c’è sempre un periodo di magra, di errori, di tentativi più o meno riusciti. Ha avuto l’onere di prendere l’eredità di una squadra psi-cologicamente sgonfia e cercare di rinvigorirla. E ha lavorato per un anno e mezzo in un clima di prevenzione assoluta nei suoi confronti. Delio Rossi, invece, è stato da subito voluto anche e soprattutto dalla gente di Firenze, accolto come fosse il salvatore della patria, decretando una volta per tutte la fine dell’era Pran-delli. Ha raccolto l’eredità di un lavoro di sfoltimento, dal quale oggi può seminare a modo suo. Mihajlovic era il capro espiatorio. Rossi vanta, al momento, fiducia illimitata (in parte è giusto, ha bisogno di tempo per modellare la Fiorentina a modo suo). STESSE SCELTE. Mihajlovic era un allenatore aziendalista, un tecnico che – forse vincolato dall’inesperienza e quindi dalla consapevolezza di non poter essere troppo esigente, ma già grato alla società per avergli dato la possibilità di allenare la Fio-rentina – non si imponeva nelle scelte di mercato e accettava la squadra che gli veniva messa a disposizione. Rossi, invece, è arrivato con la certezza di costruirsi una Fiorentina tutta sua, di modellarla pezzo per pezzo, di incidere pesantemente sul-le scelte tecniche future. Già a partire da gennaio. Andiamo avanti con la scelta degli uomini e gli ‘scarti’. Era stato accusato Mihajlovic di aver ‘fatto fuori’ Marchionni e Felipe, di aver accan-tonato inspiegabilmente Ljajic, di non puntare più su Campore-se e di non gettare nella mischia qualche giovane. Ma le scelte di Rossi non fanno che perorare la causa di Sinisa: Marchionni e Felipe ancora fuori, Ljajic provato e già accantonato pronto per essere girato in prestito al migliore offerente già nel mer-cato di gennaio, Nastasic preferito a Camporese. Unica nota a favore del tecnico romagnolo rispetto al serbo, ad oggi, sembra non tanto quella di dare fiducia ai giovani, quanto quella di dare loro continuità. Anche Sinisa è un tecnico attento ai giovani e lo dimostra il fatto che in meno di un anno e mezzo a Firen-ze ha fatto esordire in serie A cinque giocatori: Piccini, Agyei, Camporese, Salifu, oltre a Nastasic (poi preferito a Camporese

anche dal serbo). Rossi, in più, sembra voler dare continuità agli ultimi due elementi fatti esordire da Mihajlovic perché ha intravisto in loro qualità importanti. Capitolo a parte meriterebbe Babacar, gioiello di casa viola fatto esordire e accantonato da Prandelli prima, visionato e accantonato da Mihajlovic poi. Vedia-mo se Rossi riuscirà nell’impresa di far definitivamente esplodere il giovane attaccante gigliato. MODULI DIVERSI, STESSO GIOCO. Assolutamente due credi calcistici diversi. Con Mihajlovic allievo di Mancini e Delio Ros-si considerato filo-zemaniano (anche se il diretto interessato ha dichiarato «Non sono allievo di nessuno, sarebbe sciocco e riduttivo considerarmi un clone del boemo. Ero capitano della sua squadra, il Foggia, nell’86-’87, e poi tecnico della Primavera, quando Zeman si impose all’attenzione nazionale. Non mi sono mai ispirato a lui, ma è fra i tecnici che stimo»). Mihajlovic an-dava avanti col suo 4-3-3 (anche se avrebbe voluto cambiare in 4-3-1-2 con l’arrivo mancato di Aquilani e la cessione in estate di Cerci) sacrificando Jovetic come esterno d’attacco a sinistra, ma esaltando il talento naturale dello stesso Cerci e adattando il mo-dulo agli uomini che aveva a disposizione. Rossi, invece, ha già provato vari esperimenti, per adesso non andati a buon fine. Ha provato il 4-3-1-2 con Lazzari trequartista dietro le due punte Gila e Jovetic (con quest’ultimo unico felice del cambio tattico), ha provato una sorta di 4-4-2 con risultati pressoché scadenti fino a dover ritornare al 4-3-3 che fu di Mihajlovic scontentando Jovetic ma non attingendo alla fantasia di Cerci sabato contro l’Atalanta e disilludendo Gilardino, fresco di ritorno al gol contro gli orobici, ma finito in panchina a Siena per favorire l’ingresso di Cerci e lo spostamento di Jo-Jo prima punta. Infine a Siena ha tentato anche una difesa a tre riportando Gila al centro dell’attacco e Jovetic alle sue spalle, con le scorribande sulle fasce affidate a Romulo e Vargas. Resta il fatto che di gioco i tifosi della Fiorenti-na non ne vedono da un po’.

Anche se Mihajlovic può sempre fare ap-pello alla sfortuna che per un anno intero lo ha tenuto senza Jove-tic e, a periodi alterni, senza Mutu, Montoli-vo, Gilardino, Vargas. Sia lo scorso anno che quest’anno. Ovvero, le fonti di gioco gigliate.NUMERI IMPIETOSI. “Se non arriva il bel gioco, almeno andiamo alla ricerca di punti”: questo il pensiero unanime della gente ora che al timone c’è Delio Rossi il quale, però, di punti ad oggi ne ha portati solamente 6 in 6 partite (1 vittoria con la Roma, 3 pareggi con Milan, Atalanta e Siena, e 2 sconfitte con Palermo e Inter). C’è chi dice, prevenuto più che mai, che con Mihajlovic in un ciclo di ferro del genere i viola avrebbero conquistato zero punti. In real-tà, prendendo in esame le stesse gare ma dello scorso anno, la Fiorentina di Mihajlovic conquistò una vitto-ria a Palermo, un pareggio casalingo con la Roma, e due sconfitte con Milan in casa e Inter fuori, assicuran-dosi gli stessi 4 punti ottenuti nel ciclo di ferro da De-lio Rossi. Atalanta e Siena non si possono prendere in considerazione, in quanto squadre che lo scorso anno militavano in serie B. Ma ciclo di ferro a parte, questi sono i numeri di Mihajlovic in serie A con la Fiorenti-na: 48 panchine, 15 vittorie, 18 pareggi, 15 sconfitte e 63 punti fatti. In generale, ad oggi, Delio Rossi ha una media di 1 punto a partita e Mihajlovic di 1,31. Niente di significativo e medie ben lontane da quelle dei tempi d’oro in cui la Fiorentina della premiata ditta Prandelli

e Corvino viaggiava a 1,72 punti a partita, però potrebbe voler dire che quest’annata, ormai, è persa (indipendentemente dal nome dell’allenatore). E che il reale valore di Delio Rossi lo potremo toccare realmente con mano se non dopo gennaio (quando la Fiorentina avrà fatto un richiamo alla preparazione fisica), certamente dalla prossima stagione.

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Unthouchable, l’intoccabile. Sembra il titolo di un film, ma non lo è. E’ semplicemente un aggettivo per definire quello che Stevan Jovetic è per la Fiorentina. Un gioiellino da tenere chiuso in cassaforte e che va lucidato e curato affinché possa splendere sempre di più. Stevan è l’unico giocatore viola che la società gigliata ritiene incedibile e sul quale gira tutto il progetto Fiorentina da qui ai prossimi cinque anni per lo meno, cioè fino a quando non gli scadrà il contratto. Un classe ‘89 dotato di ottime qualità e di un bagaglio tecnico smisurato. Grazie ad un ottimo controllo di palla è uno dei pochi giocatori in grado di saltare l’uomo nell’uno contro uno e di fornire degli ottimi assist ai suoi compagni di squadra. Jo-Jo può essere utilizzato in molti ruoli come esterno alto, rifinitore classico, o seconda punta. Inotre Stevan possiede un ottimo tiro anche da fuori area, oltre al grande senso del gol. Insomma un giocatore che ha tutte le carte in regola per diventare il prossimo Roberto Baggio. Il ‘bambino’, così simpaticamente chiamato dai tifosi viola per la sua giovane età, è il futuro di questa Fiorentina che purtroppo attraversa un periodo non molto roseo. Stevan, insieme

a Riccardo Montolivo e a Valon Behrami, è colui che momentaneamente riesce a mandare avanti questa squadra. Quando questi tre giocatori non sono in campo la differenza si vede, eccome. Stevan inoltre ama la sua Fiorentina, Firenze e i fiorentini e questo non l’ha mai nascosto. Si è fatto fin da subito voler bene dai supporters gigliati che grazie alla sua folta chioma di ricci, che purtroppo adesso ha tagliato, al suo sorriso sghembo e alla faccia da bravo ragazzo lo hanno ‘adottato’ e messo al riparo da ogni critica e contestazione.

DA BRUCO A FARFALLA – Stevan inizia la sua carriera nel 2000 a soli undici anni nella squadra montenegrina del Podgorica dove fin da subito riesce a mettere in mostra le sue ottime qualità. Tre anni dopo il ragazzo viene acquistato dal Partizan Belgrado riuscendo a passare nel giro di poco tempo dalla squadra giovanile alla prima squadra. Nel 2006 a soli 16 anni diventa il giocatore più giovane in assoluto ad esordire nella ‘Serie A’ del campionato serbo. Con la maglia del Partizan Jovetic mette a segno ben 23 gol in 60 presenze, riuscendo ad essere inserito nella lista dei 20 migliori giovani talenti al mondo dal giornale inglese ‘The Sun’. Con i bianconeri del Partizan riesce inoltre a conquistare un secondo posto nella stagione 2006-2007 e a vincere il campionato e una coppa nazionale nell’anno successivo. Nel giugno del 2008 Stevan viene acquistato dalla Fiorentina e pochi mesi più tardi, nella prima giornata di campionato contro la Juventus, esordisce con la maglia viola a soli diciotto anni. Nel suo primo anno con i gigliati colleziona ben 29 presenze mettendo a segno solo 2 gol. Sotto la guida del tecnico Cesare Prandelli la strada di Jovetic è tutta in discesa. Riesce a trovare molto più spazio nella stagione 2009-2010, 37 presenze 11 gol, dando il suo contributo anche in Champions League. Proprio grazie ad uno dei suoi gol, contro lo Sporting Lisbona, la Fiorentina riesce a qualificarsi per la fase a gironi. Un girone nel quale i viola incontreranno Lione, Liverpool e Debreceni, ma dal quale usciranno vincitori anche grazie alla doppietta messa a segno proprio da Jovetic contro il Liverpool. Qualificati agli ottavi di finale i viola incontreranno il Bayern Monaco. Nella partita casalinga Stevan metterà a segno un’altra doppietta che però non servirà ai viola per qualificarsi ai quarti, causa la differenza reti realizzate fuori casa. Un sogno quello dei gigliati che si infrange, ma che fa uscire Jovetic sicuramente vincitore. Nella stagione successiva Jo-Jo però durante il ritiro estivo si infortuna gravemente al ginocchio destro e per lui inizia un vero e proprio calvario. UNA SCELTA DI VITA – La lesione al legamento crociato anteriore e al legamento collaterale esterno del ginocchio destro è una vera e propria tegola per lui e per la Fiorentina che nella stagione 2010-2011 avrebbe voluto che il giovane Stevan prendesse una volta per tutte il posto di quell’Adrian Mutu che ormai con i viola aveva praticamente concluso ogni tipo di rapporto. Per Jovetic l’infortunio è una vera e propria ‘disgrazia’. Inizia per lui un vero calvario con ben due operazioni al ginocchio: la prima per la stabilizzazione del legamento collaterale esterno e la regolarizzazione del menisco e la seconda, a distanza di otto-dieci settimane, per la ricostruzione del legamento crociato anteriore. Jo-Jo a causa di tutto ciò sarà costretto a rimanere fuori per tutta la stagione 2010-2011. Adesso però Stevan è tornato e si è caricato sulle spalle questa Fiorentina diventandone il vice-capitano. Il montenegrino purtroppo da quel brutto infortunio è rimasto ‘segnato’ e ciò è comprensibile. Il ragazzo teme, con ragione, di potersi nuovamente infortunare e ciò gli impedisce di entrare in campo con una maggiore serenità che gli permetterebbe di raggiungere risultati ancora migliori di quelli che già riesce a ottenere. Siamo sicuri che supererà questa ‘difficoltà’ e che con i suoi gol anche i tifosi viola ritroveranno il sorriso. Sorriso che in parte hanno già trovato quando Jovetic, circa due mesi fa, il 31 ottobre, ha deciso di rinnovare il proprio contratto con i viola fino al 2016 dando quindi una grande dimostrazione di quanto crede in questa società e in questo progetto. Jo-Jo ha fatto una scelta di vita importante visto che nel suo contratto non ha voluto che fosse inserita la clausola rescissoria che avrebbe permesso a qualunque squadra fosse stata interessata di portarselo a casa da un momento all’altro. Il montenegrino è corteggiatissimo, molte le squadre blasonate interessate a lui tra le quali Barcellona, Manchester United, Zenit e chi ne ha più ne metta. A Stevan però tutto ciò non interessa perché il suo obiettivo è quello di far tornare la Fiorentina ad essere quella squadra competitiva che era qualche anno fa. In questa stagione ha già realizzato 7 reti in 13 presenze e il campionato è ancora molto lungo. Quello che ci auguriamo è che il montenegrino possa diventare la ‘nuova’ bandiera della Fiorentina.

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“Dobbiamo continuare a lavorare”, sem-bra un tormentone ma Delio Rossi va avanti per la sua strada. Dal suo arrivo ad oggi non c’è stata una vera e pro-pria inversione di rotta, del resto solo un miracolo avrebbe potuto risollevare subi-to questa Fiorentina. Ma lui appare l’uo-mo giusto al posto giusto, con il progetto adatto per quello che sarà il futuro viola. La classifica però comincia a far paura ma quello che spaventa ulteriormente è vedere molti giocatori con gravi proble-mi di condizione o con crisi d’identità. La panchina non lascia grande scelta. Il mercato estivo che ha visto l’arrivo dei vari Lazzari, Munari, Kharjia e Santiago Silva desta almeno in questo periodo molte per-plessità. Forse è arrivato il momento di fare spazio ai giovani, del resto il tecnico romagnolo durante la sua carriera ne ha lanciati molti. Gli intoccabili non ci sono più e le gerarchie possono cambia-re. Rossi lo ha fatto da subito: Nastasic (classe ’93) ha grande personalità e le doti necessarie

per diventare un grande difensore centrale, tanto da poter essere schierato al fianco di Gamberini che rappresenta un punto fermo del reparto difen-sivo; Salifu (classe ’92) è tra i primi baby promos-so a pieni voti. Sia con l’Inter che con l’Atalanta è stato autore di una grande prova dettando equili-brio e stabilità a centrocampo. Forse è lui l’uomo in più che Rossi sembra aver trovato come rega-

lo sotto l’albero di Natale. Le motiva-zioni e la condizione fisica giocano a favore delle giovani promesse viola. Il mercato di gennaio non rappresenterà il punto di partenza per costruire una nuova squadra. E allora? Bisognerà continuare a pescare tra i giovani ta-lenti. La Primavera ne ha diversi. Pro-viamo a individuarne qualcun altro. Adem Ljaijc (che non è un Primavera, ma che resta un classe ’92) è ancora in attesa di conferme, Rossi non lo vede come trequartista ma il giovane talento serbo grazie alle sue doti può essere una soluzione diversa nel reparto of-fensivo. Occhi puntati anche su Marco

Romizi: in un centrocampo con i lavori in corso, con Vargas e Montolivo in odore di cessione, il classe’90 viola paragonato a Gattuso, ma dal pie-de più fine, può diventare il giocatore ideale da posizionare davanti alla difesa. Altro giovane da osservare attentamente è Daniel Agyei (classe ’92) centrocampista centrale, ottimo anche come

mezz’ala con “vo-cazione” alla regia, è dotato di buona tecnica e riesce a rico-prire diversi ruoli. Da non dimenticare Michele Campo-rese (classe ’92) scoperta poi ac-cantonata da Michajlovic che insieme a Nastasic formerebbe la coppia difensiva del futuro viola. L’obiettivo del giovane di Marina di Pisa fre-sco di rinnovo fino al 2016 è di rientrare nei piani della prima squadra. Lo scorso anno aveva fatto vedere cose importanti in serie A offrendo ottime prestazioni contro Milan e Juventus e segnando la sua prima rete nel massimo campionato contro il Palermo. Chiusura per Babacar (classe ’92): il senegalese attaccante in forza alla Primavera è in cerca di una chance ed avrebbe le carte in rego-la (doti fisiche e tecniche) per far bene. Santiago Silva avrebbe già un biglietto aereo di sola andata per l’Argentina ed El Khouma, dopo le bocciature di Prandelli e Mihajlovic, è pronto a rimettersi in gioco davanti agli occhi di Rossi.

“Oggi la vedi, come ti sen-ti?”, il buongiorno di Jack.

“Maledico la voglia di alzarmi dal letto, come ogni mattina. In-

somma, come sempre”, la risposta di Charlie.“Pensaci bene, tu e lei in una stanza di un palazzo che vorresti veder saltare in aria un giorno sì e uno pure. Ti pare una bella prospettiva?”.“No, ma fino a che sono lì devo continuare ad in-goiare”, affranto.“Smettila! Tu non sei nessuno, non conti niente e qualsiasi cosa proverai a fare la tua condizio-ne non cambierà. Non biasimarti e cerca un altro modo per avere un posto in questo mondo”, Jack si stava infuriando.“Non è vero che non sono nessuno. Sono uno che sta andando al lavoro. Buona giornata”, poi Char-lie uscì di casa.

Appuntamento serale per Radio Senza Filtro. La Fiorentina veniva da uno scialbo pareggio in quel di Siena. C’era bisogno di riprendere mes-saggi e commenti, la gente aveva bisogno di but-tar fuori tutto quello che le passava per la testa. Per l’ultima partita di un anno al limite dello strazio.- Buonasera cari ascoltatori di Radio Senza Filtro. Questa sera si apre ancora una volta il filo diretto con voi. Insieme a noi la splendida Wendy...- Buonasera Charlie e buonasera a tutti gli ascol-tatori e a farci compagnia e a rispondere alle vo-stre domande abbiamo il direttore Calderone.-Buonasera a tutti. Bene, questa sera il tema che vi vogliamo proporre è: “Della Valle, dove sei?”.- Sì allora, potete cominciare a telefonare allo 055 934666 o inviare un sms al 3934321484.- In attesa delle prime telefonate, direttore: come ha visto questa sera la Fiorentina?- Beh, è stata una Fiorentina migliore rispetto

alle ultime uscite, soprattutto nel secondo tempo. Ma come ha detto Delio Rossi, bisogna migliora-re specie nell’incisività sotto porta. Non so quanto possa far bene cambiare spesso modulo, anche in corso, ma certi giocatori proprio sembrano essere assenti dalla manovra. Comunque, è un punto in trasferta che chiude il 2011 e che tiene a distan-za, aspettando le partite di domani, le concorrenti, purtroppo, per la lotta della retrocessione.- Insomma, direttore, una tristezza infinita. Ecco la prima telefonata, pronto!<<Sì pronto buonasera, son Mario. Volevo chie-dere al direttore cosa aspetta la società ad inter-venire. Perché non si può andare avanti così, la retrocessione è dietro l’angolo e son du’ anni che ognuno fa quello che vuole in Fiorentina. Gra-zie>>.- Da aggiungere alla telefonata di Mario, c’è un sms di Silvia Viola che è stufa di vedere certi giocatori in campo e che Corvino li deve vendere tutti.- Direttore, prego.- Allora, inizio da Mario. La società ha ben chiaro quello che vuole fare. Gli investimenti ci saranno sia nel breve che nel lungo periodo, ma ha un am-manco di venti milioni e da qualche parte devono arrivare. Se non arrivano dalle Coppe, sarà dalle cessioni. E per Silvia. La squadra va rifondata, certo, ma è raro a gennaio vedere molti stravol-gimenti. Di sicuro, qualcuno sarà ceduto, magari quelli che Delio Rossi selezionerà come “non utili alla causa”.- Jerry chiama la pubblicità...<<Fuma er fiodena, Gianluca, come t’ha insegna-to papà. Allora, due dita, come se baciassi. Lo por-ti alle labbra, inspiri, la fai salire fino al cervello e poi gni gni gni gni gni gni e butti fuori”. “Ma lo gni gni gni lo devo fare?”. “Ma che cazzo è sto gni gni gni Gianluca, fuma. Dai cazzo!”. Il tour de I Soliti Idioti sta finendo, Radio Senza Filtro ti offre gli ul-timi biglietti. Manda un sms con scritto Co Gni Gni al 3934321484 e se sarai chiamato rispondi “Dai Cazzo!” Vincerai i biglietti e potrai visitare gli studi di Radio Senza Filtro. Affrettati!>>.- Eccoci di nuovo in diretta, Wendy leggiamo un paio di sms...- Bene, abbiamo Daniele che ci scrive per il di-rettore e vuole sapere cosa aspetta Della Valle a mettere fuori rosa certi giocatori. E poi Luca che chiede cosa succederà nel mercato di gennaio.- Direttore, a lei.- Allora, Daniele. Della Valle da questo punto di vista non credo che intervenga. Tutto il settore tecnico è stato affidato a Corvino, ed è lui insieme all’allenatore a decidere se un giocatore debba essere fuori squadra a meno. Per Luca, invece. Non mi aspetterei grandi colpi. La società c’è e farà qualcosa, forse le parole di Cognigni sono solo un po’ di pretattica. Bisogna sperare che nel-la preparazione di gennaio il Dottor Rossi riesca a risollevare fisicamente questa squadra e per al-cuni anche mentalmente. Altrimenti, si va poco lontano.- Un’altra telefonata, pronto!<<Sì, ciao buonasera, son Francesco. Io ve lo dico chiaro e tondo. Mi son stancato di vedere queste partite dove la maglia sudata a fine par-

tita non c’è e non c’è per molti dei giocatori nem-meno la voglia di stare in campo. E poi di sentire prima o dopo la partita Cognigni che una volta dice che manca lo spirito, una volta che è torna-to, che mi sottolinea che un pareggio a Siena è un buon risultato. Ma dove si vole andare? Prima c’era Mencucci, ora c’è Cognigni a parlare. Ba-sta, si vole dei fatti e li si vogliano al più presto. La Fiorentina non è un giocattolino che può fare e disfare come tu voi. La Fiorentina è dei tifosi ed è arrivato i’ momento che siano rispettati. Grazie e un abbraccio a tutti.- Un ultimo sms di Giulia: i giocatori hanno pure il coraggio di andare in ferie dopo che son stati a pascolare per due anni?- Bè, non mi posso esprimere sulle parole det-te su Cognigni o Mencucci. Però Francesco da un punto di vista ha ragione. La gente si è stancata di vedere continue prestazioni inesistenti da par-te di molti giocatori e pretende chiarezza. Son quasi due anni che Firenze è costretta a vedere spettacoli ignobili e nessuno parla. Tanto che, e Giulia ne è un esempio, i tifosi vorrebbero vedere più impegno e attaccamento per questa maglia. La risposta per far stare tranquilli tutti è una sola: Andrea Della Valle. La gente ha bisogno di lui. Ma non che passa a vedere qualche allenamento e che si veda, solo il primo tempo, qualche partita al Franchi. Ha bisogno di sentirlo parlare, ha bi-sogno di viverlo spesso, ha bisogno di una sua presenza forte. Perché se tutto questo continuerà a mancare, continueranno a crescere i dubbi sul futuro della squadra e il solco tra tifosi e società sarà sempre più profondo e mai più curabile.- Ha perfettamente ragione, direttore. Bene, la rin-grazio per il tempo che ha passato con noi...- Grazie a voi e buona serata a tutti gli ascoltatori...- ...ringrazio Wendy...- Buona serata a tutti.- ...e Jerry in regia. Mancano pochi giorni al Na-tale e la Fiorentina non ci ha fatto un regalo. Ve lo faccio io, e vi lascio con questa canzone: La storia siamo noi, di Francesco De Gregori. Grazie di essere stati con noi, vi abbraccio tutti. Alla pros-sima!”Charlie e Wendy non si scambiarono nemmeno uno sguardo. Lei andò via quasi subito, lui rimase a sistemare le ultime cose.“Si è divertito direttore?”“Sì dai. Certo, si fosse parlato di Inter stavo me-glio...”.“Lo so, ma quest’anno si soffre in due... Buona-notte, direttore”.“Buonanotte Charles, non fare tardi”.La moto scorreva lenta per le strade senza traffico della città. All’improvviso, una voce alle spalle di Charlie.“Se ti dicessi che ho staccato il filo del freno, tu che faresti: acceleri o cerchi di rallentare?”, era Jack. Charlie non rispose, e continuò a girare la manopola dell’acceleratore. L’asfalto reso viscido dalla pioggia del mattino. Una curva troppo spessa. L’avantreno che perde aderenza. La moto scivola sulla strada facendo qualche scintilla. Poi più nulla. Il silenzio cupo del-la notte.

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Il bonus per Pantaleo Corvino appare quasi finito. Gli anni della Fiorentina in Champions

League, della plusvalenza stratosferica per Fe-lipe Melo e dell’acquisto benedetto di Stevan Jovetic

sembrano lontani decenni. Il nostro intento è quello di ripercor-rere le ultime due sessioni di mercato (gennaio e agosto 2011), non tanto per mettere in evidenza alcuni errori di valutazione (ri-conosciuti per altro dalla società viola e dallo stesso Corvino), quanto per fare una sorta di riepilogo delle operazioni portate a compimento in quest’anno solare che sta per finire. GENNAIO 2011: L’ULTIMO GRANDE COLPO. Dopo esse-re stata addirittura ultima in classifica a metà ottobre 2010, la Fio-rentina di Sinisa Mihajlovic rialza la testa e spera nel mercato di gennaio per rinforzare una rosa con evidenti limiti, causati per la gran parte dai gravissimi infortuni dei giocatori più rappresen-tativi. Corvino mette in scena un mercato che non esalta la piaz-za, eccezion fatta per Valon Behrami: per ora l’ultima corvinata. Il centrocampista svizzero arriva dopo un lunghissimo ed este-nuante tira e molla con il West Ham. Reduce da stagioni trava-gliate condite da infortuni, Corvino riesce a portarlo a Firenze per 4,5 milioni di euro e gli offre un contratto lungo tre stagioni e mez-

zo. Behrami si prende subito una maglia da titolare e un ruolo di leader nello spogliatoio, per diventare poi a stretto giro di posta beniamino della curva ed esempio per i compagni di squadra. E’ l’esempio più calzante di un affare ben riuscito. Costo contenuto e prestazioni in campo sempre sopra la media. Nella sessione di gennaio arriva un po’ a sorpresa anche il portiere brasiliano Norberto Murara Neto. Corvino lo preleva per 3 milioni di euro dall’Atletico Paranaense (lo status è di extracomunitario) e lo af-fianca a due portieri titolari come Frey e Boruc. L’idea è quella di farlo crescere gradualmente per poi lanciarlo come titolare, ma ad un anno di distanza Neto ha giocato una sola partita in ma-glia viola (quella di Coppa Italia contro l’Empoli dello scorso 24 novembre). I risultati per dire che Corvino ha fatto un gran colpo dunque non ci sono, anche se in patria il giovane Neto è conside-rato il futuro portiere della Nazionale brasiliana, nella quale tutt’o-ra viene sporadicamente convocato da Menezes. Nella stessa finestra di mercato Corvino porta a Firenze il giovane Amidu Sa-lifu (che proprio in quest’ultima parte dell’anno ha cominciato a trovare spazio in prima squadra) e riesce a liberarsi di Cristiano Zanetti e Mario Bolatti. Il primo viene regalato al Brescia, il secon-do viene venduto fra i festeggiamenti generali all’Internacional

di Porto Alegre per 5 milioni di euro (la stessa cifra che Corvino aveva versato un anno prima nelle casse del Porto e dell’agente Simonian, detentore di parte del cartellino). A queste operazioni se ne affiancano alcune minori, come il prestito di Felipe al Cesena, di Papa Waigo al Grosseto e di Savio Nsereko al Cernomorec Burgas.ESTATE 2011: LA RIVOLUZIO-NE. Dopo il deludente campionato che non ha condotto la Fiorentina in Europa, la proprietà decide di ri-voluzionare la rosa e di alleggerire il monte ingaggi. Con tempi diversi lasciano la Fiorentina gli svinco-lati Avramov, Comotto, Donadel e Santana, D’Agostino viene per-so alle buste (l’Udinese lo riporta a casa con 111.000 mila euro) e i campioni che hanno scritto la re-cente storia viola come Mutu e Frey vengono regalati rispettivamente a

Cesena e Genoa, pur di liberarsi dei loro onerosi ingaggi. Cor-vino pian piano ricostruisce la squadra e alla fine di agosto avrà speso circa 16 milioni di euro. Il centrocampo è il reparto che subisce le maggiori variazioni. Arriva Munari dal Palermo per 800.000 euro, seguito a ruota da Lazzari (3 milioni di euro al Cagliari per la comproprietà) e Kharja (2,5 milioni versati nelle casse del Genoa anche in questo casa per la metà del cartellino). Dal Brasile arriva fra la sorpresa generale Romulo. Il giocatore carioca viene presentato come terzino destro, ma già dal ritiro Sinisa Mihajlovic si accorge che la fase difensiva è carente e lo trasforma in un esterno alto. L’entusiasmo della piazza si riac-cende di colpo quando Corvino riesce a mettere sotto contratto Mattia Cassani e Santiago Silva. Il terzino della Nazionale e l’attaccante dalle esultanze stravaganti fanno sbilanciare opinio-nisti e addetti ai lavori, che affibbiano un bel 7 al mercato della Fiorentina, forte anche dell’innesto di Nastasic e del riscatto di Salifu. Il campo però ha emesso giudizi diversi, tanto che ad oggi dei nuovi acquisti si possono ritenere colpi azzeccati solo Cassani e Nastasic.GLI OBIETTIVI PER IL 2012. Con queste premesse è evidente il malcontento che aleggia sulla figura di Pantaleo Corvino, anche se per onor del vero dobbiamo certamente sottolineare che nelle ultime sessioni di mercato si è sempre trovato a fare acquisti do-vendo tener presente il bilancio economico della società. Proprio per questo motivo l’obiettivo principale del prossimo mercato di gennaio è quello di far entrare soldi in cassa, per ripianare in parte il pesantissimo deficit che si è creato e che è stato confer-mato lunedì scorso dal Presidente Cognigni. All’interno del Brivi-do Sportivo del 29 novembre abbiamo cercato di capire come poter recuperare qualche milione di euro tramite le cessioni di Felipe e Marchionni, oltre a quella di un pezzo pregiato (Vargas o Cerci?). Fatto questo, Corvino avrà l’arduo compito di rinforzare la rosa a disposizione di Rossi e come prima cosa si metterà alla ricerca di una prima punta di un certo livello, che da giu-gno possa essere pronta, eventualmente, a sostituire al centro dell’attacco Alberto Gilardino. Tra i sogni c’è Luis Fabiano (ma non solo), il ds viola poi proverà anche a ritoccare il centrocam-po. Infine qualche pillola di mercato. Kroldrup vede allontanarsi giorno dopo giorno il rinnovo del contratto e con ogni probabilità a giugno lascerà la Fiorentina, come del resto farà Gulan. L’en-tourage di Ljajic, insieme a Corvino, sta cercando la soluzione giusta per far si che il giovane serbo riesca ad esprimere il suo valore, mentre Santiago Silva (dopo la tribuna contro l’Atalanta e i 90’ in panchina a Siena) sembra destinato ad un imminente ritorno in Argentina.

MERCATO: CROCE E DELIZIA DEGLI ULTIMI DUE ANNI VIOLA

Intrecci di MERCATOdi Alessandro Latini

E’ inutile, o insufficiente, fossilizzarsi sulle pic-cole disquisizioni inerenti un giocatore o un alle-natore. Bisogna invece affrontare un argomento molto più allargato per far ricrescere la passione viola. E’ questo il punto di vista che unisce il mo-vimento dei ‘non tesserati’. Se chiedete ad uno di loro, ad esempio, cosa ne pensa del rapporto

fra Montolivo e la tifoseria, lui, uno dei respon-sabili di questo gruppo contro la tessera del ti-foso, che ha chiesto nella circostanza di restare nell’anonimato, vi risponderà così: «Adesso si fa un gran parlare di Montolivo e si formano i partiti pro o contro, ma tutto rientra nel circo me-diatico dei nostri tempi. Ci si concentra sempre

su un capro espiatorio, com’è accaduto in pre-cedenza con Mihajlovic, trascurando i proble-mi fondamentali. Noi non contestiamo i singoli ed il coro ‘cantiamo solo per la maglia’ non è casuale». Quali sono i problemi fondamentali? «Guar-da gli stadi italiani, quasi tutti desolatamente vuoti, guarda lo stadio Franchi di Firenze. Serve un’inversione di tendenza e per ottenerla biso-gna ridiscutere questo sistema che sta toglien-do agli stadi il ruolo di luogo d’aggregazione. Lo stadio deve tornare ad essere un posto dove incontrare gli amici, divertirsi, cantare e scate-narsi in modo sano e civile. Sappiamo benis-simo che non siamo più negli anni 80 e che molte cose sono cambiate ma, per la miseria, sarà possibile trovare una via di mezzo fra un’a-rena di gladiatori e la platea da teatro che qual-cuno vorrebbe creare?». Nel contempo, però, l’attualità ci porta anche a preoccuparci dell’andamento della Fioren-tina in campionato. «Questo è ovvio. La Fio-rentina rappresenta Firenze e noi la sosterremo sempre con tutto il nostro fiato, senza puntare il dito contro i vari Cerci, Mihajlovic o Montolivo del momento. Ma nelle battaglie che abbiamo fatto finora abbiamo già ottenuto delle vittorie, e ciò dimostra che forse non siamo proprio dei vi-sionari. Ad esempio siamo molto soddisfatti del-la revoca degli arresti domiciliari a quei tifosi fer-mati dopo Fiorentina-Roma. Anche per quanto riguarda la tessera del tifoso, il Consiglio di Sta-

to ci ha dato ragio-ne dichiarando che non si può costringe-re un tifoso a legarsi ad un circuito bancario. Non ci fermeremo qui, perché ritenia-mo illegittima anche l’obbligatorietà della tessera stessa che, ricordiamolo, non de-riva da una legge dello Stato ma semplicemente da una circolare ministeriale. Sia chiaro, noi non abbiamo paura della schedatura e non abbiamo nulla da nascondere. Semplicemente riteniamo ingiusto che una persona sia costretta a ‘fide-lizzarsi’ attraverso una card. La vera fidelizza-zione del tifoso si riconosce in altri gesti, come andare allo stadio, stare alle intemperie e sve-gliarsi il lunedì senza voce. Poi, per carità, io ho anche la tessera fedeltà del supermercato, ma non mi è stata imposta. La nostra battaglia contro la tessera, comunque, è una battaglia contro tutto un sistema di restrizioni che ritenia-mo inappropriato e deleterio». In definitiva, c’è un modo per riportare la gente al Franchi? «Noi siamo convinti di sì, ma solo se facciamo qualcosa tutti insieme. E mi rivolgo anche alla stampa, andrebbe dato più rilievo a questi argomenti invece che ai soliti tormentoni. Pochi giorni fa è stato fatto il ‘tavo-lo della pace’: ebbene, bisognerebbe farne uno anche a Firenze. Magari un po’ più piccolo, se non sarà un tavolo sarà un comodino, ma fina-lizzato a salvare il piacere di andare lo stadio».

Chi dovrebbe riunirsi intorno a questo tavolo o… comodi-no? «Tutte le parti in causa. Ovvero i giornalisti, una dele-gazione della tifoseria, una rappresentanza della società viola (preferibilmente i Della Valle), nonché gli esponenti della Questura e del Comune. E’ arrivato il momento di con-frontarci e di ricostruire qual-cosa tutti insieme. Qualcosa che si chiama passione fioren-tina». Il “tavolo della passione”, si potrebbe ribattezzare così l’invito dei non tesserati. Il sas-so è lanciato...

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GILARDINO FA GOL CON I CAMPIONI IN ERBA

Alberto Gilardino, per sostenere i gio-vani giocatori della Ludus 90 (società di-lettantistica di Compiobbi), ha deciso di diventarne sponsor legando il nome del suo sito www.albertogilardino.it alla squa-dra e apponendolo sulle maglie da gara di ogni bambino. Domenica scorsa, 18 dicembre, si è tenuta dopo la partita in cui i giallo-verdi della Ludus hanno bat-tuto per 4-0 la Florence quella che si può chiamare la presentazione ufficiale dello sponsor. E lui, Gila, era presente in prima persona. Un’occasione anche per far-si gli auguri di Natale tra bambini e stringere la mano ad un cal-ciatore come lui, sempre disponibile, gentile e stimato. Un’entra-ta trionfale e non poteva essere altrimenti. Del resto Gilardino è stato campione del mondo. È uno dei centravanti migliori in Italia e, oltretutto, è il nono bomber viola di tutti i tempi (con 48 gol se-gnati in A) e il venticinquestimo marcatore della storia della mas-sima serie (con 142 gol all’attivo, come Vieri, Pulici e Lorenzi). E

mentre entrava, sciarpa giallo-verde al collo, sul campo della Lu-dus 90, all’Anchetta, pochi chilometri fuori da Firenze, la voce di David Guetta ricordava quel magnifico gol segnato a Liverpool in Champions League il 9 dicembre 2009 suscitando il bis dell’emo-zione tra i tifosi presenti. E forse anche in lui: «Segnare ad Anfield è stata una delle emozioni più grandi della mia carriera. Quelli vissuti due anni fa sono stati bei momenti – ha dichiarato Gila – ma anche adesso, nonostante si soffra, è importante tenere duro per cercare di tornare a vivere quanto prima momenti come quelli di Liverpool. Stiamo comunque lavorando tanto per migliorare». Nell’attesa di tornare ad An-

field, Gila è tornato a segnare grazie (è non è certamente un caso)

ad un cross di Var-gas (proprio come quel giorno a Liver-pool): «Sì, con Juan ho un feeling partico-lare che dura da anni perché ci conosciamo molto bene. Pecca-to aver perso punti im-portanti in queste ulti-me gare, sappiamo che stiamo attraversando un momento non facile. Dobbiamo lottare perché siamo troppo in basso in classifica. Il nostro obiet-

tivo adesso è fare punti per essere più tranquilli. Non rido mai? È un mio modo di essere in campo, sono sempre stato così». Dopo le brevi dichiara-zioni seguite da varie premiazioni (presente anche il presidente del consiglio comunale nonché pre-sidente del Coni provinciale Eugenio Giani), Gilar-dino si è soffermato a lungo per dispensare sor-

risi, foto e autografi a tutti i bambini presenti. Avere un attaccante come lui come sponsor è motivo di orgoglio. Così come lo è per lui vestire la maglia della Fiorentina: «Con questa maglia sto troppo bene. Sono felice di indossarla». Eh sì Gila! Lo pensano anche la maggior parte dei tifosi che si augurano tu possa essere ancora a lungo il numero 11 gigliato!

l’eventodi Michela Lanza

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E’ festa, c’è aria di campane che suonano, la gente sorride nonostante tutto (i tifosi viola meno, ma poi passerà anche a loro), non è proprio il clima delle puncicate, anche se a

qualcuno non farebbero male. Quindi non pungo, ma dirò chi pungerei se fosse un periodo normale. Cominciando dal più re-

cente, pungerei Angelo Di Livio che, tutte le volte che fa i commenti a Sky sulla Fiorentina sembra che abbia il dente avvelenato contro i nostri colori. E’ venuto da gobbo, è stato degobbizzato, e lo abbiam ringraziato perché ha avuto l’umiltà di venire in C2 ed era un nazionale solo l’anno

prima. Lo abbiamo accolto quindi come un nostro beniamino, è stato applaudito, è tornato in A

con noi. Poi le strade si son divise per evidenti ragioni anagrafiche e se non ha concordato con la proprietà una continuazione dell’attività in viola dietro una scrivania che gli fosse soddisfacente, non ci sembra motivo sufficiente per vedere la Fiorentina sempre peggio di quello che è (e ce ne vuole di fantasia). L’Atalanta ci domina, il Siena ci domina, ci si salva per i miracoli del portiere quando l’unico vero miracolo l’ha fatto Brkic su Jovetic. Angelo tu hai un nome natalizio e non ci vogliamo arrabbiare con te proprio la settimana di Natale, però datti una regolata perché la pros-sima volta la puncicata la pigli e te la tieni.

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O chi l’arebbe detto che i’nonno e sarebbe stao quasi contento che pe ‘un par di set-timane e un si vede piue di questi strazi? E andao ‘n crisi d’astinenza da domeniha a domeniha, se quarche vorta e c’era un aniticipo di sabato e diventaano otto giorni e ero alla revorverata… Ora e un ne posso più! Meno male che se ne riparla ni’2012! Oggi e sarà stao la coperta di lana, i’calorifero troppo arto, l’aria che ‘n cantina e la circola male, però alla fine di’ primo tempo e mi sono addormentao! ‘ncredibile, i’nonno che s’addormenta a una partita della viola e sarebbe come se Rocco Siffre-di e s’addormentasse sulla…’nsomma lie! Gli è quasi una cosa contro natura, eppure gli è successa e son riusciti anche ‘n questo i’non risorto, Cespuglio e compagnia cantante! E dice che mentre dormio Nasello quasi quasi e fa’ go’. Se fosse successo e avre’ dormio fino alle fine, perché e vor di’ che porta bene e io, a icche porta bene e ci guardo e dimorto. Poi però e mi son risvegliao e, a di’ la verità le cose le sono andae un po’ meglio. Ora io e son per Delio (staccato, non tutto ‘nsieme e un fate gli spiritosi), però se volea accorgisi che a gioha con Cespuglio e Vargasse all’ale, co’ un 4-3-3 quasi vero e la un si vede mai ni’ mezzo e bastava che lo chiedesse a i’nonno, così e si risparmiaa la fatiha e quello strazio di’ primo tempo. A ave’ du’ terzini sudamerihani che quando e passan la metà campo ‘n giù e gni tirano (alla rovescia che da noi) l’uniho modulo che si po’ fare gli è i’ 3-5-2, anche questo e bastaa che lo chiedesse a i’ nonno e gnene dicea subito. Anzi, se ci si mette d’accordo su una fornitura onesta di carburante rosso (ma di quello bono) e gni posso fa’ da consulente e tu vedra’ che tutto e si risorve rapido. I’ cen-

trocampista che, quando e si riparte, e tocca la palla più d’una vorta e sorte di campo e n’entra un artro (‘ntanto Cor-vino e ce n’ha presi una serqua, boni pochi, ma tanti). La punta che la un parte senza palla possibilmente negli spazi voti… No, quello e dee rimane-re ‘n campo perché e ce n’è pochini, però e verrà fatto correre a fine partita ni’ Viale de’Mille con la curva Fiesole ‘ntera dreo (‘ntanto e son la metà di prima), appena finia la partia quando e si gioha ‘n casa e appena sceso da i’ purmanne quando e si gioha fori. E tu vedra’ che si gioha meglio di’ Barsa! O che ci vo’ dimorto? Boh? E un mi riman che fa’ gli auguri a tutti. Bon Natale e Bone Feste e, soprattutto un 2012 tinto di viola pe’ tutti quelli che ci credano. E un si po’ che risorgere, e si risorgerà. Forza Violaaaaaaaaaaaaaaa!

BASTA STRAZI, MENO MALE CHE SE NE RIPARLA NI’ 2012!

I’ nonno piladedal nostro

inviato in cantina

Il calcio brasiliano ha sempre sfornato auten-tici fuoriclasse, in particolare attaccanti e cen-

trocampisti, ruoli dove si possono esprimere al meglio l’estro e la creatività tipici della cultura sudamericana. Solo grazie ad allenatori di scuola europea (vedi Dunga) la Seleçao si è preoccupata di curare la formazione del reparto arretrato, e quindi dei portieri, anche se non sono mancati negli ultimi 25 anni grandi estremi difensori. Non deve stupire, infatti, che il primo grande e memorabile numero 1 verdeoro sia stato quel Claudio Taffarel giunto a Parma nel 1990, accolto inizialmente da generale scetticismo, complice un fisico piuttosto sgraziato, che vinse il mondiale proprio contro l’Italia parando un rigore a Massaro, conquistando il cuore dei tifosi emiliani e non solo. Superata la diffidenza iniziale, il Milan ha affidato a Dida la propria porta, capace di ‘papere’ storiche, ma anche di parate strepitose. Egli ha avuto il merito di spianare la strada ad altri grandi portieri cui le squadre italiane si sono appropriate negli anni: Julio Cesar all’Inter, Doni e Julio Sergio alla Roma. Non tutti hanno risposto positivamente alle attese, come l’ex gioca-tore del Palermo Rubinho, ma certamente tutte le società eu-

ropee oltre gli attaccanti hanno iniziato a seguire con maggio-re attenzione pure i portieri brasiliani. Così, a sorpresa, dopo l’infortunio di Frey e l’acquisto di Boruc, a metà gennaio 2011 la Fiorentina ha presentato il portiere brasiliano Norberto Mu-rara Neto, proveniente dall’Atletico Paranaense (Brasile) che si è preso la maglia numero 89, come il suo anno di nascita. Anche se il debutto nella massima serie brasiliana è avvenuto nel 2009, soltanto un anno dopo Neto ha conquistato il posto da titolare disputando tutte le 39 partite del campionato. Ac-quistato a titolo definitivo per tre milioni di euro da Pantaleo Corvino con contratto quinquennale, Neto faceva già parte del giro della Nazionale maggiore brasiliana. E’ stato infatti con-vocato dal tecnico Mano Menezes nel settembre 2010. Alla Fiorentina la sua serietà professionale, la sua simpatia e la voglia di imparare il “mestiere” da Frey e Boruc, oltre alle doti fisiche, lo proiettano immediatamente come candidato titolare della porta viola già dal prossimo campionato; giusto in tempo per farsi notare dal commissario tecnico della propria Nazio-nale per i prossimi Mondiali del 2014. Attualmente il portiere titolare dei carioca è Diego Alves, giocatore del Valencia, quin-

di Jefferson del Botafogo: non solo il tempo potrà cambiare le gerarchie, ma anche le prestazioni che lo stesso Neto sarà ca-pace di dare in maglia viola. I tifosi che hanno avuto la fortuna di seguire la Fiorentina in ritiro estivo a Cortina D’Ampezzo, non potranno aver fatto a meno di notare la disponibilità del ragazzone brasiliano. La sua altezza, che supera i 190 cm, sembra quasi sproporzionata per un ragazzo esile di 22 anni. Proprio per dare quella continuità che gli permetterebbe di es-sere convocato ancora in Nazionale, Neto è stato accostato in questo periodo al Vasco De Gama, squadra che dal prossimo gennaio sarà impegnata in Coppa Libertadores. Il procurato-re ha smentito finora le voci di mercato, Neto vuole restare a Firenze. Dove Corvino lo ha individuato come futuro portie-re della Fiorentina nonché erede di Boruc, probabile parten-te a giugno 2012. L’esordio in prima squadra, nell’incontro di Coppa Italia con l’Empoli vinto per 2-1, a dire la verità, non è andato troppo bene, ma tecnici e allenatori indicano il portiere Neto come uno dei giovani portieri più promettenti al mondo. Nella sua prima conferenza stampa al Franchi disse che lasce-rà traccia nella storia viola. Glielo auguriamo.

RIFLETTORI SU NETO: SARA’ IL NUMERO UNO DEL FUTURO VIOLA?

Mattinata Fiorentinadi Chiara Baglioni

E sotto l’albero di Natale ARRIVA IN DONO LA NAZIONALE

Quasi in silenzio sono passati 100 anni dal giorno in cui la Nazionale di calcio scese in campo nel lontano 1910. 100 anni compiuti che vogliamo festeggiare con un piccolo accenno per illustrare ai lettori del Brivido Sporti-vo un’opera editoriale che sarà presentata al Centro Tecnico di Coverciano dalla casa editrice Pa.MELA, con il patrocinio della Federazione Italiana Giuoco Calcio, dove si racconta la sua storia attraverso i tre autori Pier Luigi Brunori, Paolo Melani, e Italo Cucci. 100 anni nel novero dei centocin-quant’anni dell’unità d’Italia, 100 anni di prestigiosa appartenenza compiu-ti da uno dei più collanti motivi nazionalistici che una Nazione possa mai compiere, il giuoco del calcio. Sotto silenzio forse dovuto a quei venti anni di fascismo che la Nazionale ha trascorso conquistando ben due Campionati Mondiali 1934-1938/, una Olimpiade1936, due coppe internazionali. Un’on-ta per l’attuale presidente della Repubblica che disconosce la storia, anche se si tratta di calcio e non di politica. La storia è storia, ci piaccia o no. Una

storia che da protagonista contribuì e non poco a quella unità consolidata. Tre volumi

ricchissimi di documentazione fotografica (1350 foto, incluse quelle dell’archivio di Vittorio Pozzo, allora CT della squadra azzurra), e di tutte quelle gesta compiute dai nostri valorosi Az-zurri. L’attuale presidente della Federazione ne scrive la prefa-zione affermando che quest’ope-ra non può mancare nelle libre-rie degli appassionati di calcio, in quanto opera realizzata con acume e competenza editoriale, realizzata appunto in occasione delle festività natalizie dove la sua originalità si adatta ad un re-galo di assoluta originalità. Paolo Melani

Rimandata a data da destinarsi la finale nazionale di specialità di ginnastica artistica maschile e femminile, dopo la tromba d’aria che ha danneggiato e reso inagi-bile la sede di gara – il palazzet-to “Matteo Picchi” di Rosignano Solvay (LI) – sono ormai esauriti gli impegni agonistici del 2011 per il Centro Ginnastica Firenze, ed è già tempo di guardare all’anno venturo. E il 2012 vedrà Firenze “Città europea dello sport”; sarà dunque nella cornice di questo prestigioso titolo che si svolgerà – sabato 24 marzo – la terza pro-va del Campionato Nazionale di serie A1/A2 di ginnastica arti-stica maschile e femminile e del Campionato di Società di trampo-lino elastico, organizzata proprio dalla società gigliata. Ancora una volta, dopo il succes-so di pubblico della gara d’aper-tura del Campionato – nel 2010 – e della finale 2011, ad ospitare il grande evento sarà il Nelson Man-dela Forum, gestito dall’Associa-zione Palasport di Firenze, con la quale il CGF continua una felice collaborazione.

Novità nel programma di gara, vo-lute dalla Federazione Ginnastica d’Italia, e dunque competizione di serie A2 in mattinata (e non più nel pomeriggio, come nelle pre-cedenti edizioni); gara di A1 dopo pranzo, mentre le prove saranno interamente concentrate nel po-meriggio di venerdì 23 marzo. Diciotto le squadre maschili – tra massima serie e serie cadetta – venti quelle femminili, ed un nu-mero ancora da definire di team della sezione trampolino elastico (disciplina che si rinnova nelle formule di ammissione, oltre che nella denominazione del proprio campionato): questi i numeri di una manifestazione di altissimo livello agonistico. I biglietti per assistere alla competizione – in promozione natalizia al prezzo di 8 euro (anziché 10) per l’ingresso intero – sono già in vendita presso il circuito BoxOffice (presente an-che in alcuni supermercati Coop), e sono prenotabili presso la socie-tà organizzatrice tramite il sito www.centroginnasticafirenze.it.

Ancora pochissimi giorni per acquistare i biglietti in promozione natalizia

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Centro Ginnastica Firenze a.s.d. ORGANIZZATORI TERZA PROVA CAMPIONATO NAZIONALE 2012 SERIE A1/A2

DI GINNASTICA ARTISTICA MASCHILE E FEMMINILE E TRAMPOLINO ELASTICO 24 MARZO 2012 AL NELSON MANDELA FORUM DI FIRENZE

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Si disputa questa settimana l’ultimo turno di gare del 2011 per le squadre di C5 femminile. Nel

campionato riservato alle formazioni Csen (girone B) le due compagini del Calcio Toscana (US Sales e FC Athena) saranno impegnate nella penultima giornata del girone d’andata, mentre un turno indietro è il raggruppa-mento del Calcio Toscana (girone C).C5 femminile Girone B - Nella settima giornata netto ko delle ragazze del FC Athena che hanno alzato ban-diera bianca contro la capolista Forever Gogo: un 14-0 che potrebbe sapere di disfatta, se non fosse che le ragazze del FC Athena hanno l’attenuante di aver in-contrato una macchina da gioco pressoché perfetta. Il Forever Gogo, oltre a comandare la classifica a punteg-gio pieno (21 punti), ha dalla sua i numeri che sono a dir

poco impressionanti: 98 gol all’attivo che equivalgono ad una media realizzativa di 14 centri a partita, ed una difesa, se possibile, anco-ra più da record. Le prime della classe hanno infatti incassato solo una rete in 350 minuti: l’impresa di vio-lare la porta della capolista è riuscita all’Ellepi nella se-conda giornata, dopodiché il portiere del Forever Gogo è rimasto imbattuto per 5 gare consecutive! Trovano

invece un punto prezioso le giocatrici dell’US Sa-les che hanno terminato sul 2-2 la sfida contro Le Turche. Quest’ultime (che in precedenza avevano pareggiato anche con il FC Athena) sono ancora a secco di vittorie in cam-pionato, anche se hanno già collezionato per 4 vol-te il segno X. Adesso US Sales e FC Athena sono appaiate in classifica a 4 punti (penultima posizio-ne, in compagnia proprio

de Le Turche), tre lunghezze in più del Floria 2000, ed un punto in meno dell’Ellepi. Per il sesto posto insomma la lotta è più che mai aper-ta.C5 femminile Girone C - Una sola squadra a punteggio pieno dopo sei gare: è l’ASD Firenze che si sta dimostrando squadra sempre più solida. La ca-polista ha avuto il merito di vincere tutti gli scontri di-retti contro le tre formazioni che la inseguono a di-stanza ravvicinata.

Prima è toccato al Club Sportivo Firenze (vincito-re degli ultimi tre campio-nati e rivale più pericolosa per l’ASD Firenze 2008) soccombere per 5-2 alla seconda giornata; quin-di alla quarta giornata il successo, nella sfida fra imbattute, sul Cral Dipen-denti Comunali Femmini-le (gara terminata 3-1); in-fine nell’ultimo turno a capitolare è stato l’Aton Green che si è dovuto arrendere alla maggior determinazione del-la capolista che si è imposta per 8-3. ASD Firenze 2008 che detiene anche il miglior attacco del girone (35 reti messe a segno) e che cercherà contro le Smatte F.T. (nel prossimo turno) di chiudere nel migliore dei modi il 2011. Al secondo posto della classifica troviamo il Club Sporti-vo Firenze, una squadra che negli anni ha dimostrato di non mollare mai, riuscendo a recuperare situazioni che sembravano perdute e che si è aggiudicata (non a caso) gli ultimi tre campionati. Scucire il titolo dalle maglie del-le ragazze del Club Sportivo Firenze non sarà pertan-to una passeggiata. La vice capolista si fa forza, come nelle precedenti annate, di una difesa solidissima: sono appena 9 le reti incassate dalla squadra di mister Manet-ti che continuerà senza sosta la sua rincorsa al poker. Al terzo posto, appaiate a 12 punti, ci sono Aton Green e Cral Dipendenti Comunali Femminile. Nonostante i 6 punti di distanza dalla vetta e con nel mezzo un avversa-rio come il Club Sportivo Firenze, queste due compagini proveranno a dare del filo da torcere a chi le precede, cercando di approfittare di qualche passo falso delle due corazzate del girone. Questo raggruppamento ha fino-ra messo in evidenza un buon tasso tecnico delle squa-dre, ed a metà classifica la lotta è molto intensa, con ben 4 formazioni in soli tre punti: ASD Quinto Alto e Pol. San Quirico (che annovera tra le sue fila il capocannoniere del girone, Simona Antoncini, che ha realizzato 13 reti) precedono Smatte F.T. e Cral Ataf Bella Vita. Cerca punti per poter agganciare quest’ultime due l’ASD Grevigiana, anche se il prossimo match col Club Sportivo Firenze è quasi proibitivo. Infine una sola squadra ancora ferma a 0 punti: il PGS Torregalli, che proverà a sbloccarsi prima dell’arrivo del nuovo anno, Cral Ataf della Vita (ovvia-mente) permettendo. Steto

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Abituati alle canoniche classifiche per decretare i “campioni d’in-verno” ed i “campioni dell’anno” Midland vuole dedicare un plau-so particolare anche alle squadre che, al momento, si trovano in vetta alle loro rispettive classifiche e che si godranno la pausa na-talizia in testa al proprio girone. Molte delle formazioni che andre-mo ad elencare hanno effettuato 8 partite di campionato, alcune 7 e pochissime solo 6 ma tutte accomunate da tantissime vittorie o,

come in rari casi, da zero sconfitte e zero pareggi. Una squadra nel C5, una nel C7 e una nel femmi-nile hanno conosciuto finora solo la parola “vittoria”: Black in Black nel Danimarca-Turchia C5, La Combriccola del Fiasco nel Germania C7 e le Caselline nel C5 F.

Nicola Cecconi

midlandMIDLAND: ECCO I CAMPIONI DI NATALE!

Adesso invece vi riportiamo tutti i “campioni di Natale” per ogni girone e settore:

C5AUSTRIA: Zambra 21ptCROAZIA: Mugnone FC 21ptDANIM-TURCHIA: Black in Black 24ptITALIA: Patate Bollenti e Puka FC 19ptLUSSEMBURGO: Cinquestelle 22ptMONTECARLO: Futsal Euroflorence e VC Alfa Cure 21ptPORTOGALLO: Non Atletic 15ptRUSSIA: Les Merengues e Mostodolce 18ptSPAGNA: Maracanà e Tl Media Club 21ptSVEZIA: Spartani Ks 20pt

C5 FBRASILE: Smartist Fc 21ptARGENTINA: Caselline C5 F 24pt

C7CROAZIA: Cral IDA 18ptGERMANIA: La Combriccola del Fiasco 24ptGRACIA-PORT: Aran Island 2 18ptINGHILTERRA:Dahansas SS 21ptITALIA: New Garden 21ptOLANDA: Cdp Vingone 16ptRUSSIA: DOX amici di Filippo.org 21ptSPAGNA: Sanitario Feminino 19pt

Tutto lo staff della Midland coglie l’occasione per augurare

buon Natale e felice anno nuovo a tutte le proprie squadre e ai suoi atleti!

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segue dalla prima

Alessandro Rialti

A Natale si rice-vono spesso re-

gali inutili. Di vasi, cornici, pantofole,

maglioni a righe e ca-micie a quadri sono pieni i

cassetti, gli armadi, le cantine e le soffitte. Regali che sono accolti con sor-risi stiracchiati e parole di circostanza, ma che già hanno il destino segnato. Ecco, se la partita di Siena − l’ultima prima delle feste di fine anno − voleva essere il regalo dei giocatori della Fiorentina ai loro tifo-si, allora farà la fine dei doni tristi e inutili

che ogni Natale immancabilmente riserva. Che cosa se ne fanno, infatti, i supporter della Viola di una partita così? Forse è già stata dimenticata (per fortuna!), ma il timore è che non sarà l’ultimo “regalo” che i giocatori faranno ai loro tifosi. E dire che la gente viola si aspettava di trovare ben altro sotto l’albero. Forse non proprio una vittoria in trasferta, perché ci rendia-mo conto di quanto possa essere difficile pensare a una tale eventualità dopo tanti mesi di astinenza. Ma almeno in un gol si poteva sperare, anche perché il nome dello stadio di Siena è lo stesso di quello

di Firenze e magari i giocatori viola, ulti-mamente un po’ confusi, potevano pen-sare di giocare in casa. Invece è arrivato il minimo risultato con il minimo sforzo. Allora la speranza è che chi va in cam-po, allenatore compreso, si renda conto che con questo ritmo da “ballo del matto-ne” la squadra farà poca strada da ora a maggio. Perché ogni partita sembra es-sere diventata per la Fiorentina una for-tezza inespugnabile o, a scelta, un enig-ma indecifrabile. E il ritorno in campo sul prato sintetico di Novara a gennaio appa-re già una sorta di “spareggio-salvezza”

(caro ADV, l’Europa è lontanissima!). Adesso, la prima cosa da fare è impedi-re a Corvino di trasvolare in Sudameri-ca, vista la “mercanzia” portata a casa ultimamente. Poi Diego Della Valle deve far presto a mettere il suo treno Italo sui binari, così sarà più comodo per lui scen-dere a Santa Maria Novella e fermarsi a Firenze. E… e poi speriamo che l’arrivo di Gesù Bambino porti un po’ di serenità a que-sta martoriata ma amatissima Fiorentina. Buon Natale, anche a chi non se lo me-rita.

I TIFOSI SI ASPETTAVANO BEN ALTRO REGALO DI NATALEFuorigiocodi duccio Magnelli

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un’ipotesi che naufraga. Si fa la faccia rossa nel solo ten-tativo di dare una prospetti-va ottimista ad un ambiente che di recente ha il pallore di un cadavere. Eppure Firen-ze non può fare a meno della Fiorentina e quindi bisogna reagire e presto. Già, ma come? Attraverso innanzitut-to due mosse che a questo punto ci paiono imprescindi-bili: la prima riguarda Panta-leo Corvino, un uomo di calco come lui, bravo, competente e furbo non può accettare di chiudere la sua avventura fiorentina (molto bella) con un volo a planare. A genna-io toccherà dunque ancora a lui: le voci che lo danno già con la valigia in mano sono per noi prive di fondamento reale. Pantaleo andrà al mer-cato e cercherà di far qua-drare ancora una volta i conti che per il momento appaio-no molto complicati come ha detto di recente il presidente esecutivo Cognigni. Corvino ha già dimostrato in più oc-casioni di riuscire ad avere il colpo di reni per rimetter-si in piedi. Ci proverà anche stavolta e siamo convinti che lo farà con ancor più deter-minazione. Poi si decide-rà anche quello che sarà il suo futuro. La seconda op-zione è quella dei giovani: stiamo insistendo da tempo che questa stagione se non può regalare obiettivi eu-ropei almeno deve e dovrà servire per dare a Rossi lo spazio e la forza per imma-ginare una nuova Fiorentina. Ben vengano le promozio-ni di Nastasic, di Salifu, la grande conferma di Jovetic, e magari di qualche altro ra-gazzo. Per il resto più non crediamo, più non speriamo. Lo abbiamo già detto e lo ri-petiamo: ci pare proprio un Natale senza luci.