IL BOMBARDINO - Estratto Tesi
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MINISTERO DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA
ALTA FORMAZIONE ARTISTICA E MUSICALE
CONSERVATORIO STATALE DI MUSICA
EVARISTO FELICE DALL’ABACO
TESI DI BIENNIO SPERIMENTALE
DI TROMBONE AD INDIRIZZO EUFONIO
IL BOMBARDINO
Raccolta ragionata di articoli
sulla storia, sulla tecnologia e sulla didattica dell’eufonio
Relatore: Candidato:
Prof. LORENZO RIGO GIORDANO-BRUNO TEDESCHI
Anno Accademico 2010–2011
Sessione autunnale
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“Qualunque nome gli si dia
un Hellhorn potrebbe solo
suonare eufonico”
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INDICE
Introduzione pag. 7
1. Una breve storia dell’eufonio e del flicorno tenore pag. 11
2. Variazioni sul flicorno tenore, baritono e l’eufonio pag. 57
3. Orchestrare per eufonio pag. 85
4. L’uso dell’eufonio in orchestra pag. 111
5. Guida al passaggio dal trombone all’eufonio pag. 121
6. L’eufonista freelance pag. 137
7. L’eufonio nel Jazz pag. 143
8. Conclusioni pag. 149
Appendice 1: Il sistema di compensazione a 4 pistoni (D. Werden) pag. 153
Appendice 2: Scegliere un eufonio (D. Werden) pag. 161
Appendice 3: Domande frequenti sull’eufonio (S. Mead) pag. 169
Appendice 4: Euphonium, istruzioni per l’uso (C. Colliard) pag. 173
Appendice 5: Storia dell’Euphonium (R. Iamele) pag. 175
Bibliografia pag. 183
Ringraziamenti pag. 185
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INTRODUZIONE
Nella mia attività di musicista è capitato di girare l’Italia suonando, tra i vari
strumenti, due tipi di eufonio: un eufonio Yamaha HP-321 a quattro pistoni in linea
(nell’immagine a sinistra) e un Kaiserbaryton B&S (nell’immagine a destra).
Mi sono sentito chiedere varie volte, anche da colleghi musicisti, quale fosse
la differenza tra i due strumenti, come si chiamassero e a cosa servissero. Il direttore
musicale e arrangiatore di una delle tournée di Musical Jazz a cui ho partecipato poi,
non riusciva a capire perché mi ostinassi a suonare uno strumento che lui considerava
alla stregua di un goffo trombone che non poteva glissare da una nota all’altra.
Nonostante mi sforzassi di spiegare la differenza di canneggio, la facilità tecnica,
l’impostazione nell’emissione della colonna d’aria, la funzione dei pistoni piuttosto
che dei cilindri e il vero nome dello strumento (e cioè non “coso” ma flicorno
baritono) capivo dai loro occhi che queste spiegazioni non servivano a niente. Fino a
quando qualcuno non ha chiesto timidamente: «Ma allora questo è il bombardino?».
Magicamente questa definizione apriva ricordi sopiti. Uno zio che l’aveva suonato
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fino a venti anni, un bisnonno che l’aveva suonato nella fanfara militare durante la
Grande Guerra o, meglio: «Lo suona ancora mio padre nella banda!».
Addirittura in preparazione di un concerto per eufonio ed organo, l’organista,
docente di Conservatorio e solista internazionale, non riuscendo a capire cosa fosse
un «euphonium» era andato a cercare in rete (on line) di che tipo di strumento si
trattasse. Mi confessò poi che avendo visto che si trattava del «bombardino della
banda» studiò tutti i tempi della sonata molto più lenti di come li avremmo eseguiti
poi in concerto. Le sue esatte parole dopo le prove furono: «Non credevo proprio che
questo strumento potesse suonare anche il Presto, avevo studiato tutto come fosse un
Allegro, l’ho sempre sentito come uno strumento goffo».
Principalmente sono stato spinto allo studio di questo strumento dal fatto che,
nella banda del mio paese, il bombardino aveva una parte infinitamente più bella del
trombone. Ho notato però in questi anni che a volte si pecca di molta «leggerezza»
nel parlare di questo strumento. Alcuni trombonisti affrontano addirittura con
«disprezzo» lo studio dell’eufonio, quasi fosse una perdita di tempo. Sembra ormai
che, dopo il conservatorio, alcuni di essi abbiano un’idea del genere: il trombone è
strumento nobile che suona nell’orchestra e fa i concerti (con cui si lavora insomma),
il bombardino è uno strumento da bambini, quello con cui ho iniziato, quello
facile1... da bandisti (per il tempo libero).
Ecco perché per affrontare uno studio serio dell’eufonio bisogna affidarsi agli
inglesi, ai tedeschi e agli americani, o guardare al nord Europa.
Nel mondo anglosassone questo strumento è sempre stato associato al mondo
delle Brass Band2 e al virtuosismo che solisti e didatti come Steven Mead stanno
attualmente ben rappresentando. In America il fenomeno delle bande è stato
enfatizzato dal programma scolastico che prevede un corso di strumento in ogni 1 Con il risultato che, se un trombonista affronta con l’eufonio una parte dove ci sono molte note veloci (ad esempio una scala di sedicesimi) invece di pensare alle note pensa al movimento del braccio risultando spesso in ritardo nell’esecuzione. 2 Anche in alcune zone della Germania e sopratutto nell’area che corrisponde all’ex impero austro-ungarico vi è lo stesso fenomeno ma con una formazione dal diverso organico.
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scuola media o liceo che si rispetti. Ecco che, all’estero, è tutto un pullulare di
articoli, recensioni, incisioni discografiche, industrie di strumenti musicali e affollati
masterclass di eufonio.
In Italia nonostante la nostra incredibile tradizione bandistica e virtuosistica
nell’uso di questi strumenti, basti pensare a Simone Mantia e Leonard Falcone che
spopolavano in America all’inizio del ‘900, e nonostante gli abilissimi eufonisti che
attualmente fanno parte delle bande militari italiane, soffriamo innegabilmente di una
imbarazzante carenza sotto l’aspetto culturale e didattico. La letteratura italiana
sull’argomento, infatti, è solo Vesselliana e legata al mondo della strumentazione e
dell’arrangiamento. Mancano testi di riferimento storico-culturali ad eccezione del
Baynes3, che è completo ma molto “tecnico”. Senza contare il mondo dell’orchestra
dove regna un’ignoranza mista a disinformazione. Per esempio se si parla con un
tubista della Tuba Tenore o dell’Oficleide si può sentire come, giustamente, tirano
tutta l’acqua al proprio mulino. I tubisti arrivano addirittura a studiare l’assolo del
Bydlo dei Quadri da un’esposizione con la tuba in Fa4, quasi a voler “scalzare” i già
pochi ma essenziali interventi orchestrali della Tuba Tenore (che sicuramente non è
il Basso Tuba in Fa). Il fatto è sorprendente se si pensa al ruolo di veicolo culturale
che questi strumenti hanno avuto nel divulgare la musica “colta” e la loro funzione
“unificatrice” nel nostro neonato paese alla fine del diciannovesimo secolo. Essi
erano spesso impiegati come solisti specie nelle trascrizioni operistiche che si
eseguivano nei concerti bandistici in tutte le piazze d’Italia.
Oltre a questo vi sono degli interrogativi ancora irrisolti in Italia. Ad esempio:
qual è la differenza tra flicorno tenore, baritono e basso? Il flicorno basso è il basso
tuba? L'euphonium (o eufonio) è da considerarsi flicorno baritono o flicorno basso?
O entrambi? Che strumento è la “Tenor Tuba” richiesta da Strauss? Cosa sarebbe il
“baritone” inglese? Ed il “tenor horn” o il “bass flughelhorn” tedesco? Tutti questi
strumenti possono essere chiamati “bombardino”?
3 Che è stato tradotto in italiano dall’inglese. 4 A questo proposito si legga più avanti l’articolo L’uso dell’eufonio in orchestra.
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Con la traduzione degli articoli di eufonisti affermati, che formano il corpo
centrale di questa tesi, ho cercato di dare una risposta a queste domande. La fatica
più grande è stata quella di selezionare gli articoli migliori per dipanare la matassa di
questi strani strumenti (grande aiuto è stato per me il The Euphonium Source Book di
edizione americana e gli articoli nel sito internet di Steven Mead) e tradurli dal
“nostro” punto di vista. Infatti tutti gli articoli presenti in questa tesi non sono delle
semplici traduzioni ma spesso sono adattamenti ad una lettura “all’italiana”. Nella
quale molte idee e molti concetti, infatti, non si adattano alla nostra realtà e possono
generare nel lettore maggior confusione (ad esempio nella nomenclatura
anglosassone). Tutto il mio sforzo quindi è andato non solo alla traduzione ma anche
alla cura dei concetti creando così una raccolta ragionata di studi.
Chi sarà più interessato alla differenza tra eufonio, flicorno tenore ecc... potrà
orientarsi alla lettura dell’articolo Variazioni sul flicorno tenore, baritono e
sull’eufonio. Chi può fregiarsi del titolo di eufonista “puro” può iniziare leggendo la
carrellata storica sullo strumento (ma sicuramente troverà istruttivi tutti gli articoli).
Chi suona l’eufonio solo per diletto potrà comunque leggere nelle appendici i
consigli di Colliard o quelli di Steven Mead. Chi è interessato al jazz può leggere
L’eufonio nel jazz e chi intende suonare sia il trombone che l’eufonio legga con
attenzione Guida al passaggio dal trombone all’eufonio. Chi è interessato
all’arrangiamento o alla composizione può leggere l’interessantissimo Orchestrare
per Eufonio. Naturalmente il mio consiglio è di leggerla tutta, dall’inizio alla fine.
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CONCLUSIONI
Tutti gli strumenti a fiato sono classificabili come aerofoni. Un aerofono è
costituito da un tubo (sia esso chiuso o aperto) che possa contenere una colonna
d’aria fungendo da risuonatore. Tutti gli strumenti della famiglia degli ottoni,
compresa quindi la famiglia delle tube, sono aerofoni messi in vibrazione dalle
labbra. Questo significa che per produrre suono l’esecutore deve far vibrare le labbra
soffiando attraverso un bocchino ad imbuto che raccolga il flusso dell’aria e la
canalizzi nello strumento. La combinazione tra la lunghezza del tubo, la tensione
delle labbra, e la velocità e la direzione della colonna d’aria determinano il suono che
si potrà produrre.
È interessante notare che gli ottoni non sono considerati una famiglia perché
sono costruiti in metallo ma perché per produrre suono i musicisti devono vibrare le
labbra nel bocchino dello strumento. Questo aspetto fa capire quanto sia “fisico” lo
studio di questo tipo di strumenti.
Tutti gli ottoni sono costruiti con tubi cilindrici o conici. Gli strumenti
cilindrici mantengono semplicemente il diametro del tubo invariato per la maggior
parte della loro lunghezza con una semplice strettoia all’imboccatura ed un’apertura
maggiore verso la fine dello strumento in prossimità della campana. Gli strumenti
prevalentemente cilindrici hanno un timbro chiaro e brillante (di questo gruppo fanno
parte trombe e tromboni). Gli strumenti dal canneggio conico, invece, si allargano
gradualmente dall’imboccatura alla campana, comprendendo anche le tubature che
attraversano la macchina, infatti alcuni strumenti conici, sia antichi che moderni,
mantengono una conicità esponenziale attraverso i tubi collegati a ciascuna valvola
ed anche attraverso la pompa generale. Gli strumenti conici producono un
caratteristico suono dolce e scuro (di questo gruppo fanno parte le cornette, i corni e
tutta la famiglia dei flicorni).
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Sammy Nestico5 ha scritto nel suo «L’arrangiatore completo»: «Insieme con
una potenza che trasporta, l’unicità del timbro dell’eufonio mostra appieno il suo
carattere di individualità. Di facile esecuzione, la maggior parte delle sue note
“parlano” chiaramente. È capace di grande espressività, che lo rende adatto per
assolo e per eseguire linee melodiche indipendenti. Nonostante un piccolo residuo di
suono metallico, viene considerato il violoncello della symphonic band».
Samuel Adler6 nel suo Studio dell’Orchestrazione scrive: «In alcuni paesi,
soprattutto negli Stati Uniti, l’eufonio è stato usato al posto della tuba wagneriana.
Come nelle tube moderne l’eufonio è uno strumento non traspositore ed è scritto in
chiave di basso. Perciò quando legge parti in si bemolle e scritte in chiave di violino
l'esecutore dovrà trasportarle una nona maggiore. L’eufonio ha la stessa estensione
del trombone basso,
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ma è costruito come una tuba in miniatura, con canneggio conico e
padiglione svasato. Ha quattro pistoni; ha un suono molto caldo e dolce, e non ha i
problemi di intonazione che affliggono le tube wagneriane.
Pochi compositori hanno scritto specificatamente per eufonio. Nella
letteratura per banda, però, tale strumento compare spesso, raddoppia o sostituisce
in flicorno tenore o ha un proprio ruolo di una certa importanza. Il flicorno tenore è
dotato di una estensione più verso le note acute (come quella di un trombone tenore)
e l’esecutore usa tre pistoni».
5 Cfr. S. Nestico, pag 73 cit. 6 Cfr. S. Adler, pag. 398 cit.
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Possiamo essere sicuri che per “flicorni” si intende la famiglia di strumenti in
ottone di canneggio conico che va da Sopranino a Contrabbasso. Se usiamo però il
termine “Bombardino” intendiamo gli strumenti tagliati da Tenore a Basso. Quindi
sembra essere la parola giusta per riassumere, all’italiana, tutti questi tipi di strumenti
di cui fanno parte sicuramente la tuba tenore, il flicorno tenore, il flicorno baritono e
il flicorno basso o eufonio, qualsiasi forma assumano (a cilindri o a pistoni, con la
campana rivolta in avanti, verso l’alto o verso sinistra).
Una pagina dal catalogo J. Howard Foote del 1893
Confronta il flicorno tenore o Baritone (in alto, al centro)
il flicorno baritono (in alto, a destra)
ed il flicorno basso cioè il moderno euphonium (il primo in basso a destra)
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Alcuni elementi della famiglia di Saxhorn in un catalogo dell’epoca.
Si noti nell’immagine sopra riportata, che è stata presa da un catalogo Distin
dei primi del ‘900, che i flicorni sono qui chiamati tube e che vi sono vari tagli. Il
primo Basso-tuba effettivo potrebbe essere il Contra Bass Tuba in Mi bemolle (No.
2), quindi l’eufonio o flicorno basso è il Bass Tuba in Do a quattro valvole (No. 3).
Per Tenor Tuba qui si intende chiaramente il flicorno contralto che poteva essere in
Mi bemolle (No. 7) o intercambiabile da in Fa a Mi bemolle (No. 6) evidentemente
per assecondare la prassi dei cornisti che leggono in Fa. Il flicorno tenore è il
Baritone Tuba in Si bemolle a tre pistoni (No.5) e a quattro pistoni (No. 4). In questo
particolare catalogo vi è un bell’esempio di confusione riguardo alle nomenclature
(specie se parliamo dell’Inghilterra): il No. 1 è chiamato Patent Euphonium in Mi
bemolle ma evidentemente si tratta, oltre che di un piccolo Basso Tuba, di uno
strumento dal taglio insolito per un Eufonio.
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Alcune pagine del catalogo strumentale “Gatti” d’inizio ‘900.
Si noti, confrontandole, che Flicorni Bassi e Bassi sono strumenti distinti.
Come si è visto negli articoli, la nomenclatura cambia da paese a paese ma, i
più precisi, forse, incredibilmente, siamo noi italiani con la strutturazione dei Flicorni
secondo il sistema Vesselliano, anche se tale precisione non viene più praticata nella
strumentazione. Possiamo inoltre affermare che, se prendiamo degli strumenti conici
in ottone tagliati in Si bemolle e abbastanza lunghi da operare nel registro compreso
tra l’estensione del basso leggero e del tenore c’è un nome in Italia che li identifica
tutti: Bombardino.
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17
BIBLIOGRAFIA
Gli Ottoni, Anthony Baines (edizione italiana a cura di Renato Meucci), EDT torino,
1991
Guide to the Euphonium Repertoire: the euphonium source book, Compiled and
edited by L. E. Bone Jr. And E. Paull under the supervision of R. Winston Morris.
Indiana University Press 2007
Orchestral Excerpts: Euphonium and Bass Trumpet, Compiled and annotated by Ken
Shifrin. Virgo Music Publishers 1995
Scoring for euphonium, D. Werden, Cimarron Music Press 1994
Storia degli strumenti musicali, dalle origini a oggi, Anthony Baines, RCS libri,
Milano 200,
L’arrangiatore completo, Sammy Nestico, Piccolo Conservatorio Nuova Milano
Musica, Milano 1993
La banda, evoluzione storica e dell'organico, Angelo De Paola, BMG Ricordi
S.p.A., Milano 2002
Lo Studio dell'Orchestrazione, Samuel Adler, EDT Torino 2008
Manuale del Direttore d'orchestra, H. Scherchen, Curci Milano 1999
Studi di Strumentazione per banda, A. Vessella (Giampieri), G. Ricordi & C. editori,
Milano 1954
18
The Art of Tuba and Euphonium, H. Phillips and W. Winkle, Summy Birchard Music
1992
The Art of Euphonium Playng, Volume One, A. Lehmann, Tuba-Euphonium Press
1992
The Art of Euphonium Playng, Volume Two, A. Lehmann, Tuba-Euphonium Press
1992
The Euphonium and 4-Valved Brasses, An Advance Tutor, H. Brasch, Tuba Press
1997
FONTI ON-LINE:
Il sito italiano per chi suona la tuba o l’euphonium: www.tubaforum.it
Il sito di Steven Mead: www.euphonium.net
Il sito di Adam Frey: www.euphonium.com
Il portale www.iltrombone.it
International Tuba Euphonium Association: www.iteaonline.org
Wikipedia the free enciclopedia: www.wikipedia.com
Sito personale di Bob Beecher ed in particolare il suo articolo:
http://sites.google.com/site/beecherbob/music/barieuph
Articolo di Roberto Iemele sulla Storia dell’euphonium:
http://robertoiamele.weebly.com/articoli.html
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RINGRAZIAMENTI
A Giovanni Baciga che per primo mi ha messo in mano un flicorno baritono
spacciandomelo per Basso Tuba (avevo 9 anni).
A tutte le bande ed in particolare al Corpo Bandistico Santa Cecilia di Povegliano
Veronese per lo splendido ed instancabile lavoro di divulgazione musicale sul
territorio.
Un pensiero va anche agli amici moldavi che mi hanno accompagnato in almeno
metà del mio biennio strumentale.
Al Maestro Lorenzo Rigo che mi ha diplomato e mi ha insegnato cos’è la
passione e cosa significa veramente “sonàr”.
A Galileo che abbiamo aspettato tanto e che adesso pesa come il mio eufonio.
A Linda, la mia vera forza.