il Bollettino - anmig.it · partendo dall'incontro fondativo del 29 aprile 1917 a Milano e...

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GENNAIO - GIUGNO 2017 ANNO XCIX - N. 1 - 6 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353 / 2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1 comma 1 - DCB Roma la nostra PRESENZA PERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FRA MUTILATI E INVALIDI DI GUERRA E DELLA FONDAZIONE il Bollettino 100°

Transcript of il Bollettino - anmig.it · partendo dall'incontro fondativo del 29 aprile 1917 a Milano e...

GENNAIO - GIUGNO 2017ANNO XCIX - N. 1 - 6

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353 / 2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1 comma 1 - DCB Roma

la nostra

PRESENZAPERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE

FRA MUTILATI E INVALIDI DI GUERRA E DELLA FONDAZIONE

il Bollettino

100°

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PERIODICO UFFICIALEDELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE

FRA MUTILATI E INVALIDIDI GUERRA

E DELLA FONDAZIONE

ANNO XCIX/ N. 1 - 6Gennaio - Giugno 2017

Direttore editorialeClaudio Betti

Direttore responsabileMichelangelo Betti

Comitato direttivoMichele MontaganoGiuseppe PagnoniPier Giorgio BusatoMario De CesareMassimo Fugazza

Dino GeriniVito ParrinelloMariella Poli

Progetto graficoLorenza Fabrizi

Direzione e Amministrazione:Roma - Comitato Centrale

Piazza Adriana, 3 -Telefono 06 6875352Fax - 06 6868830

E-mail: [email protected]@anmig.it

Siti web: www.anmig.it

Poste Italiane S.p.A. - Spedizionein abbonamento postale - D.L. 353 / 2003

(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1 comma 1 - DCB Roma

Stampa Stab. Tipolit. Ugo Quintily S.p.A.Viale Enrico Ortolani, 149-151 - 00125 Roma

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 2065 del 23 - 3 - 1951

Finito di stampare in maggio 2017

Presenza / Gennaio - Giugno 2017

In questo 2017 l’Associazione Nazionale fra Mutilati edInvalidi di Guerra celebra il centesimo anniversario dellapropria costituzione. Questo numero di “Presenza” raccontaalcune delle tappe più importanti del secolo di vita dell'Anmig,partendo dall'incontro fondativo del 29 aprile 1917 a Milanoe arrivando all'appuntamento che, a cento di anni esatti di di-stanza, ha rievocato quei primi passi. Di nuovo a Milano.Un centenario che avrà bisogno di oltre un anno per essere

vissuto compiutamente. Dalla data della costituzione milaneseal congresso fondativo dell'Anmig passarono circa undici mesi:la prima assise venne infatti convocata tra il 10 e il 15 marzo1918 a Roma. E il 4 novembre dello stesso anno, alla chiusuradella Grande Guerra, i reduci mutilati e invalidi pubblicaronolo storico “Appello al Paese” che ancor oggi accompagna l'attivitàdell'Associazione e che pubblichiamo integralmente in questonumero. Questo numero di “Presenza” per il centenario Anmig cerca

di tracciare un quadro generale della storia del sodalizio nonsolo per gli associati, ma anche per dare una sintesi di vicendeessenziali per tutta l'Italia, per comprendere il ruolo dell'As-sociazione nel proprio secolo di vita. La rivista riunisce articoli,interventi istituzionali e approfondimenti storici, ma, scorrendole pagine, il lettore incontrerà anche piccoli inserti con alcunidegli eventi di questo secolo e frasi tratte dall'”Appello al Paese”e dallo Statuto Anmig. Tutti elementi di un lungo cammino,sempre fedele ai valori e agli ideali fondativi.

Un secolo senzacambiare valori

Editoriale di Claudio Betti 3

Anmig, i primi 100 anni di Ugo Pavan dalla Torre 4

Stringiamoci in una grande Associazione 8

Il “buon compleanno” del Presidente Bettie il Messaggio del Ministro della Difesa 10

Quando smetteranno di fare troppo bene? di Berto Velatri 14

Oltre la beneficenza. A Milano nasce l’Anmig 4 novembre 1918: lo storico Appello al Paese 17

La storia dell’Anmig nelle scelte congressuali 22

Le pensioni di guerra 30

La Fondazione apre alle nuove generazioni 34

Tre Presidenti della Repubblica salutano l’Associazione 35

SOMMARIO

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IERI, OGGI, DOMANIEDITORIALE

Quel 29 aprile del lontano1917 i nostri soldati feriti, moltidei quali ancora nelle corsiedegli ospedali, animati da unforte desiderio di non soccom-bere allo straniero, chiesero ai loro superiori diessere di nuovo inviati al fronte per combatteree riconquistare i territori che nel corso dellastoria avevano fatto parte della nostra Italia. Fuuna scelta nobile, esempio di amore incancellabileper la Patria.

Il nostro Paese vide l’avvicendarsi sul frontedi oltre cinque milioni e mezzo di soldati, con unaimmane perdita di vite umane: furono ben 628.000i caduti e 800.000 i mutilati e invalidi. Le mutilazionidel corpo, affiancate a quelle nello spirito, furonodi una gravità assoluta. Ed èproprio nella fase finale di quellache viene definita “La GrandeGuerra” che si è costituita l'As-sociazione Nazionale fra Mutilatie Invalidi di Guerra, un soda-lizio che un secolo fa si è as-sunto la responsabilità di aiu-tare i mutilati e invalidi reducida quel terribile conflitto bellico.Una responsabilità concretatasicon l'istituzione di un fondoper l’assistenza sanitaria edeconomica a favore loro e delleloro famiglie, oltre all'attivazionedi un sostegno psicologico di cui molti avevanogrande bisogno. Purtroppo la storia della PrimaGuerra Mondiale non ha impedito agli uomini ilripetersi di un’esperienza così drammatica e scia-gurata. Purtroppo, come ha affermato il Presidentedella Repubblica Sergio Mattarella ad Asiago inoccasione delle celebrazioni del centenario, “Lagrande lezione che la Grande Guerra impartivaa governanti e popoli non venne compresa, tra-gicamente”.

Nel Secolo Breve la società mondiale vienedi nuovo coinvolta in un conflitto armato, stavoltasenza precedenti. E ancora una volta il nostroPaese conosce lutti, mutilazioni e invalidità. Conla Seconda Guerra Mondiale l'Anmig, la nostrafamiglia, nata dalle sofferenze e dal sangueprodotti dal primo conflitto mondiale, ha visto

crescere spaventosamente il nu-mero dei propri soci. Il primopassaggio del testimone avvienecosì tra due generazioni chehanno sofferto l'esperienza del

campo di battaglia. Giovani di inizio Novecentoe giovani che una trentina di anni più tardi vivonole stesse angosce e gli stessi patimenti. Generazionisegnate dalla guerra. La prima metà del Novecentoci ha reso consapevoli di quali siano i drammidella guerra. Oggi possiamo dire che, grazie auna Europa che è riuscita a dialogare e unirsi,negli oltre settanta anni trascorsi dalla conclusionedel secondo conflitto mondiale il vecchio continenteè stato in grado di evitare nuove guerre, cheavrebbero portato lutti, mutilazioni, invalidità e

avrebbero distrutto le città ela cultura migliore dell’uomo.

Oggi dobbiamo impegnarciper difendere e migliorare que-sta nostra Europa, rendendolapiù umana e solidale. È questouno dei compiti che spettanoa un’Associazione come la no-stra, che dei valori di umanitàe solidarietà ha fatto il propriovessillo attraverso il secolo distoria condiviso col Paese.

Con la costituzione dellaFondazione, l’Anmig si è rin-giovanita e ha ritrovato una

nuova spinta propulsiva che le permette di espri-mersi a tutto campo sulle vicende che rappre-sentano i nuovi bisogni: più lavoro per i nostrigiovani, più attenzione alle fasce sociali debolie una politica meno gridata e più orientata alraggiungimento di obiettivi comuni.

Siamo una realtà importante, ce lo riconoscelo Stato e ce lo dice il Paese. Il quattro Novembre1918 i nostri Padri, i nostri nonni seppero dareil via a un percorso operativo e una riflessionesociale, i cui principi furono accolti nel 1948nella nostra Carta Costituzionale. Occorre oggiproseguire in questa azione, d'intesa con le As-sociazioni consorelle.

Nel rivolgere un affettuoso saluto a tutti gliassociati, auguro buon lavoro e avanti per altri100 anni.

di CLAUDIO BETTI

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1918

Una recente pubblicazione in-titolata Guerra e Disabilità, for-temente voluta e sostenuta dalComitato Centrale e dal Presidentenazionale Claudio Betti, ha apertoun cantiere di discussione sto-riografica sul tema della disabilitàdi guerra. Si tratta di un temamolto ampio, sul quale molto siè lavorato all’estero. In Italia sisentiva la necessità di una di-scussione scientifica che facesseil punto sulle diverse ricercheche si sono sviluppate in questiultimi anni e su quelle che sa-rebbe interessante veder comin-ciate. Un evento culturale di que-sta portata è certamente un ot-timo modo per festeggiare il cen-tenario di una associazione.

Non sorprende l’interesse chel’Anmig ha dimostrato, in questae in altre occasioni, per l’amplia-mento delle conoscenze sui temidella storia dell’associazionismo,dell’assistenza ai soldati feriti emutilati e, più in generale, suitemi dell’assistenza sociale e sa-nitaria in chiave storica e non.In effetti uno dei maggiori con-tributi che l’Anmig ha dato al no-stro paese è l’aver legittimato gliinvalidi di guerra, aprendo spazidi cittadinanza per tutti i cittadiniaffetti da menomazioni.

L’associazione cominciò ad af-frontare questi aspetti sin dallesue origini quando, la sera del29 aprile di cento anni fa, il Co-mitato promotore diede appun-

tamento a tutti i mutilati di guerradegenti negli ospedali di Milanoe dintorni per fondare quella chenel giro di qualche anno sarebbediventata la più importante as-sociazione reducistica italiananata dall’esperienza della primaguerra mondiale.

La serata milanese fu il puntodi arrivo di un lavoro capillare dipropaganda svolto nelle corsie diospedale lombarde ed emilianeda coloro che sarebbero diventati

i primi dirigenti dell’Anmig: PriamoBrunazzi, Ero Bonazzi, DanteDall’Ara, Dino Roberto solo percitarne alcuni. Milano fu ancheil punto di partenza di un lavoroorganizzativo che avrebbe coin-

volto le grandi città come i piccolicentri: nel giro di qualche meseerano state fondate numerosesezioni, sottosezioni e rappresen-tanze in Lombardia, Emilia Ro-magna, Piemonte. Il primo Con-gresso Nazionale, tenutosi a Romanella primavera del 1918, videanche la partecipazione di qualchesezione meridionale. Con la con-clusione della guerra il numerodelle sezioni si moltiplicò, nel ter-ritorio nazionale e all’estero.

Le associazioni fra reduci diguerra non erano una novità inItalia: esistevano i reduci gari-baldini e diverse associazioni era-no nate prima dell’Anmig durantela Grande Guerra. La vera novitàfu l’idea di cui l’Anmig si fece por-tatrice. I mutilati di guerra – chesi definivano minorati – potevanoed erano legittimati a costituireun sodalizio e governarlo; ma,soprattutto, per la prima volta,queste persone dal fisico meno-mato potevano aspirare a gover-nare la nazione. Per la prima voltadei disabili, come li chiameremmooggi, trovavano una loro colloca-zione nella società italiana e vol-lero fortemente divenirne parteintegrante. Merito della guerra,certo, che trasformò la figura delmutilato in una figura rilevante,in una figura d’eroe. Merito peròanche dei mutilati stessi e del-l’Anmig che seppe utilizzare que-sta nuova visione del mutilato diguerra, incanalando l’energia e

Dalle due Guerre Mondiali alla costituzione della Fondazione come è cambiato il ruolo dell’Associazione in un secolo di storia italiana

ANMIG, I PRIMI 100 ANNI

di U. PAVAN DALLA TORRE*

Da questa l ibera terrad'Italia, noi ci volgiamo aicombattenti e agli invali-di di tutti i paesi, affinchési uniscano a noi in unacollaborazione onesta evolenterosa costituendo ilPatto del Sacrificio chevivente condanna la bar-barie della guerra.

Per l'Italia la Prima Guerra Mondiale si chiude il 4 novembre con la firma dell'armistizio

tra Italia e Austria-Ungheria

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la volontà dei reduci verso gliideali di servizio alla nazione edi dedizione alla crescita moraleed economica dell’intera compa-gine sociale.

Idee, queste, contenute nelManifesto pubblicato il quattronovembre 1918 e divenuto unodei documenti fondamentali perla storia e la vita del sodalizio.Un documento che ancora oggimerita una lettura attenta per leconsiderazioni, alcune moder-nissime, in esso contenute. Aquesto periodo risale anche lafondazione dell’Associazione Na-zionale Combattenti, oggi Ancr.Intenzione dell’Anmig era inqua-drare il maggior numero di smo-bilitati per tutelare al meglio lacategoria dei reduci.

Il ventennio fascista rappre-

sentò la perdita della autonomiae della libertà anche per i veterani.Mussolini era stato fra i primi acomprendere l’importanza delmovimento reducistico e, unavolta preso il potere, fece in modoche le maggiori associazioni svol-gessero le loro attività all’ombra

del regime. Se ciò favorì indub-biamente la crescita dell’Asso-ciazione – basti pensare alle nu-merose case del mutilato costruitein questo periodo, ma anche al-

l’ottenimento dell’esclusività nellarappresentanza degli interessidei mutilati di guerra – comportòcertamente anche una profondaspaccatura nella compagine as-sociativa: a partire dal 1922 i socidell’Anmig si divisero fra coloroche sostenevano il fascismo e co-loro che lo avversavano. Tuttaviail sodalizio rimase formalmenteunito: chi non intendeva prendereparte alle lotte politiche che sta-vano lacerando l’associazioneevitò di assumere cariche socialio si ritirò a vita privata. Prestola componente antifascista restòin minoranza, nelle sezioni comenel Comitato Centrale.

Dopo l’armistizio dell’8 set-tembre 1943 questa divisione di-venne anche effettiva. Una partedell’Anmig seguì Mussolini a Salò,

L'umanità vuole che laCiviltà, faticosa conquistadei secoli, sia la spada elo scudo delle genera-zioni future.

1920 - Agitazione a Bari di mutilati ed invalidi di guerra per affermare il loro diritto al lavoro.

1922 Benito Mussolini diventa capo del governo italiano al termine della Marcia su Roma del 28 ottobre

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1924

una parte preferì lavorare con ilGoverno del Regno d’Italia e pren-dere parte alla Resistenza. Se-condo il desiderio del PresidenteNazionale Bernardo Traversaro,una delle iniziative sostenute inoccasione del settantesimo an-niversario della Resistenza è stata

la ricerca archivistica su questevicende, che per la prima voltaha fatto luce su aspetti meno notidella vita dell’Anmig. Le biografiedei singoli soci che agirono inquelle circostanze meriterebberoun ulteriore approfondimento epotrebbero contribuire a delineare

con ulteriore precisione la vitadel sodalizio durante la SecondaGuerra Mondiale e durante laResistenza.

Il Congresso di Venezia del1946 riportò l’Anmig in una con-dizione di libertà e di democraziae favorì il reinserimento dell’As-sociazione e dei suoi componentinella compagine nazionale. L’An-mig si pose a difesa dei valori re-sistenziali e della scelta referen-daria, repubblicana e democra-tica. In questo senso appare si-gnificativa l’iniziativa del SenatoreGerardo Agostini, Presidente Na-zionale dell’Anmig, che duranteil suo mandato parlamentare pre-sentò una proposta di legge voltaa reintrodurre la festività civiledel 2 giugno.

Nel secondo dopoguerra, quel“lungo secondo dopoguerra” chearriva ai giorni nostri, l’Anmigha continuato a impegnarsi nelleattività che aveva organizzato du-rante e dopo la Prima Guerra

Mondiale, quali la riforma e l’a-deguamento delle pensioni diguerra e il collocamento lavorativoobbligatorio a favore dei mutilatidi guerra, gestendo un'attivitàassistenziale quotidiana e minu-ziosa, al centro come nelle peri-ferie. Altri aspetti, altrettanto ri-levanti, sono stati curati in questoperiodo. Penso in particolare alla

fondazione della Federazione mon-diale degli ex-combattenti, laFmac-Wvf; alla partecipazionealle sue attività; all’impegno peril disarmo, concretizzato nel 1979con l’organizzazione dell’incontromondiale degli ex-combattenti aRoma. Un impegno simile è stato

Ogni Nazione vivrà libera esovrana; ogni Nazioneporterà il contributo delsuo genio e della suaopera al progresso sem-pre rinnovantesi dellagrande famiglia umana.

Le migliaia di bandiere di sezioni, sottosezioni e fiduciariati Anmig hanno sempre accompagnato le più importanti

È necessario che ogni cit-tadino acquisti la coscien-za di essere un fattoreattivo del progressonazionale ed umano.

Il 10 giugno il deputato socialista Giacomo Matteottiviene rapito e ucciso

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profuso anche a livello nazionale,perché l’Anmig ha contribuitoanche alla fondazione della Con-federazione italiana fra le asso-ciazioni combattentistiche e par-tigiane.

Dal termine della SecondaGuerra Mondiale l’Anmig, contutta la compagine associativa,ha scelto l’impegno civile in difesadella pace, della democrazia, dellafratellanza dei popoli. Una sceltaripetuta a più riprese, soprattuttoin occasione di momenti difficilidella vita nazionale, quale il se-questro e l’omicidio di Aldo Moroo il disastro del Vajont o, ancora,il terremoto del Friuli o in occa-sioni quali gli anniversari dellaResistenza o l’attuale centenariodella Grande Guerra.

Fra la fine degli anni Novantae l’inizio del nuovo millennio ladirigenza dell’associazione ha co-minciato a guardare al futuro,programmando il “passaggio delleconsegne”. Frutto di questo lavoro

è la costituzione della Fondazione,un'organizzazione che ha gra-

dualmente introdotto le nuovegenerazioni – i figli, i nipoti e ipronipoti dei mutilati di guerra– nella vita del sodalizio. Unascelta importante e lungimiranteche ha permesso all’Associazionedi rinnovarsi e di adeguarsi alleesigenze di un’epoca ormai di-

stante – e diversa – rispetto aquella in cui l’Anmig è stata co-stituita. Un’epoca che, fortuna-tamente, non ha più vissuto l’e-sperienza della guerra, ma cheha costante bisogno di rinnovareuna memoria storica che rischiadi essere dimenticata e che troppospesso si preferisce dimenticare.Questo è il compito che l’Asso-ciazione Nazionale fra Mutilatied Invalidi di Guerra ha perseguitoe intende perseguire, continuandoad essere presenza viva nel tes-suto sociale del nostro paese.

Ugo Pavan Dalla Torre

*Membro della Società Italianaper lo Studio della Storia Contem-poranea. Laureato in Storia Con-temporanea presso l'Università diPadova, ha ottenuto il titolo di Dot-tore di Ricerca presso l'Universitàdi Torino e condotto importanti ri-cerche sull'attività e il ruolo del-l'Anmig.

1933

La scuola deve essereuna vera palestra di pen-siero e di volontà. (...) Lagiustizia darà al cittadinola esatta nozione dei suoidoveri e diritti, farà delcittadino un coscienteosservatore e difensoredella legge. Scuola e giu-stizia devono formare lacoscienza del libero cit-tadino.

celebrazioni, commemorazioni e manifestazioni d’Italia sin dalla conclusione della Grande Guerra.

Il 30 gennaio Adolf Hitler viene eletto Cancelliere. In Germania inizia il regime nazista

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1936

STRINGIAMOCI IN UNA

29 APRILE

1917

Scoppia in luglio la guerra civile spagnola che porteràalla dittatura del generale Francisco Franco

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1939

GRANDE ASSOCIAZIONE

NASCEL’ANMIG

Il primo settembre la Germania invade la Polonia.Inizia la Seconda Guerra Mondiale

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1940

A cento anni esatti dalla fon-dazione dell'Anmig i vertici na-zionali dell'Associazione e i rap-presentanti del mondo delle isti-tuzioni sono tornati a Milano,città che vide i primi atti costi-tutivi. Sabato 29 aprile la sedeAnmig del capoluogo lombardoha infatti ospitato il primo eventocelebrativo per il centenario delSodalizio.

La celebrazione si è aperta conl'arrivo del Sottosegretario di Statoal Ministero della Difesa, On. Do-menico Rossi, ricevuto dal Pre-

sidente Nazionale Anmig, profes-sor Claudio Betti, accompagnatodalla Presidente della sezioneprovinciale di Milano, professo-ressa Giuseppina Laganà e dalPresidente regionale per la Lom-bardia Giovanni Vignati.

Nel corso dell'incontro il Pre-sidente Betti ha ripercorso eventie cifre della fase costitutiva del-l'Anmig e le attività di oggi, evi-denziando il tratto comune delsecolo trascorso, ovvero l'avermantenuto il «percorso idealefatto di assoluto rigore morale,

contrassegnato da una tenace ecostante lotta nella difesa dellaPace, nella libertà e nella giustiziasociale». Nel proprio interventoil Presidente Nazionale, il primoscelto tra gli eredi dei mutilati einvalidi di guerra, ha voluto ce-lebrare il centesimo anniversariodella costituzione dell'Anmig pre-sentando le parole di Dante Dal-l'Ara, primo Presidente Nazionaledell'Associazione, pronunciate aRoma in occasione del congressofondativo del marzo 1918.

Nella Sala Giulio Cesare del

IL"BUON COMPLEANNO" DE NELLA SEDE DI MILANO LA PRIMA CERIMONIA NAZIONALE DEL CENTENARIO

Il 10 giugno l'Italia dichiara guerra a Francia e Gran Bretagna. La Germania invade Danimarca,

Norvegia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Francia

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Campidoglio Dall'Ara sottolineòl'orgoglio di aver servito la patriae dichiarò che mutilati e invalidinon erano "una schiera crucciosadi veterani, raccolti a postularepremi o privilegi". «Ci ha riunitiqui il desiderio di bene; rappre-sentiamo sopra tutto i più umilie oscuri, dispersi nelle campagnee bisognosi della nostra solida-rietà; e occupandoci dei nostridiritti e interessi collettivi, sen-tiamo di adempiere un dovere dicittadini, perché vogliamo esseremeno che sia possibile un peso

morto per il domani, e doman-diamo che la capacità residualedi lavoro e tutte le nostre energie,passate attraverso il crogiuolodella guerra, siano utilizzate nelmiglior modo possibile, per la no-stra dignità, per la nostra fierezza,per il bene del Paese».

E il Presidente Betti ha anchesottolineato come la Prima GuerraMondiale, che portò alla costitu-zione dell'Anmig, sia stata soloun capitolo dei conflitti del No-vecento. Dopo una ventina dianni la società mondiale tornò

ad affrontarsi in un conflitto ar-mato senza precedenti con nuovilutti, mutilazioni e invalidità.«Con la Seconda Guerra Mondialela nostra famiglia, nata nel sanguee dalle sofferenze che la guerraproduce, ha visto crescere spa-ventosamente il numero dei proprisoci e il testimone è passato daipadri ai figli, facendo così riviverele angosce e i patimenti vissutidalle nostre famiglie come eraavvenuto in conseguenza dellaPrima Guerra Mondiale. Un secolodi vita che i drammi della guerra

E L PRESIDENTE BETTI

Da fine luglio iniziano in Europa i rastrellamenti di ebrei. Il 7 dicembre l'aviazione giapponese

bombarda la base statunitense di Pearl Harbor1941

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1943 L'8 settembre il governo italiano firma l'armistizio con leforze angloamericane. Inizia la Guerra di Liberazione

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ci hanno insegnato a non ripetere.Oggi c’è da lottare per difenderee migliorare "questa nostra PatriaEuropa", come la chiamava AlcideDe Gasperi».

Nella chiusura della cerimoniamilanese il Presidente Betti haguardato al futuro: «Da qualcheanno, grazie alla Fondazione, l’As-sociazione si è ringiovanita, hatrovato una nuova spinta pro-pulsiva che le permette di espri-mersi a tutto campo sulle vicendeche rappresentano i nuovi bisogni,con un interesse per il lavoro eper i nostri giovani, con più at-tenzione alle fasce sociali più de-boli e per una politica meno gri-data e più orientata al raggiun-gimento di obiettivi comuni. Siamouna realtà importante, ce lo ri-conoscono lo Stato e il Paese. Oc-corre, in perfetta armonia con leAssociazioni consorelle, realizzarequel sogno che nell'Appello del

IV Novembre 1918 i nostri padri,i nostri nonni seppero vergare ei cui principi furono poi racchiusinel 1948 nella nostra Carta Co-stituzionale».

All'iniziativa, a fianco del Sot-tosegretario Rossi e dei PresidentiBetti e Laganà, hanno partecipatoanche la dottoressa Anna Pavone,Capo di Gabinetto della Prefetturadi Milano, la dottoressa Sara Val-maggi, Vice Presidente del Con-siglio Regionale della Lombardia,il dottor Marco Granelli, Assessoredel Comune di Milano, il dottorRoberto Alfonso, Procuratore Ge-nerale presso il Tribunale di Mi-lano, il dottor Ciro Cascone, Pro-curatore della Repubblica pressoil Tribunale per i Minorenni diMilano, il dottor Gaetano Valle-fuoco, Comandante Provincialedei Vigili del Fuoco.

Alla cerimonia hanno inoltrepresenziato i rappresentanti delle

autorità militari. Nella sede Anmigdi Milano hanno salutato il cen-tenario Anmig il Generale di Corpod'Armata Roberto Perretti, Co-mandante del Corpo di Armataper la Reazione Rapida della Natodi Solbiate Olona, il ColonelloMauro Arnò, Comandante delCentro Documentale di Milano,il Colonnello Canio Giuseppe LaGala, Comandante Provincialedei Carabinieri di Milano, e ancorail Colonnello Roberto Frison, delComando della Prima RegioneAerea, il Tenente Colonnello Gio-vannino De Giorgi, della ScuolaMilitare "Teuliè", il Primo Mare-sciallo Maurizio Balzano e il Ge-nerale B. Cittadella. La celebra-zione ha visto infine la parteci-pazione di una rappresentanzadelle Crocerossine, da sempretra le prime soccorritrici di soldatie militari e vicine ai feriti, mutilatie invalidi di guerra.

Il 25 aprile l'Italia viene liberata dal nazifascismo. Il 6 agosto gli StatiUniti lanciano la prima bomba atomica su Hiroshima. Il 2 settembre ilGiappone firma la sua resa. Si conclude la Seconda Guerra Mondiale

1945

Il PresidenteNazionaleClaudio Bettiaccanto allaPresidenteRegionale per la ToscanaEllena Pioli ed alVicepresidenteNazionaleMicheleMontagano.A pagina 10: gli ospiti riunitinel salone dellasede Anmig di Milano.

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1946

- E così te ne vai? - aveva do-mandato con aria di paterna be-nevolenza il capitano medico alsoldato Fucini.

- Signorsì, capitano - questiaveva risposto -. Torno dalla miavecchietta.

- E che cosa farai?- Mah! - e un senso di tristezza

sconfortante s’era diffusa nel voltopallido del soldato.

- Coraggio, coraggio, ragazzo- aveva replicato il medico, pic-chiando colla mano sulla spalladell’interrogato.

- Il coraggio non mi è mai man-cato, ma, capirà, in queste con-dizioni non potrò riprendere ilmio mestiere.

- Che cosa facevi prima dellaguerra?

- Il calzolaio.- Eh!... Infatti, con un braccio

solo non sarà più possibile tiraregli spaghi - concluse con voce

calma il medico.- Però, però - aggiunse poi,

con aria d’incoraggiamento - po-trai ben fare qualche altra cosa,e potrai sbarcare la vita ancoradiscretamente. - Non ti sgomen-tare Fucini, la Patria non ti ab-bandonerà. Auguri Fucini e... ingamba, eh! Addio.

E mentre il soldato tentava unsaluto con la mano sinistra (ilbraccio destro gli era stato am-putato), il capitano medico glifece una carezza sui capelli, e lolasciò.

Il soldato Fucini, messo inuscita dall’ospedale, ebbe, oltrele parole di incoraggiamento delmedico, due pacchetti di ciocco-lata e due di sigarette dalla damainfermiera del reparto.

Un’altra dama gli appuntò, ac-canto al distintivo di mutilato,una coccarda tricolore. Un altrogruppo di signore visitatrici gli

dette un bollettino della vittoriae delle cartoline illustrate, insiemead un lungo cicaleggio di racco-mandazioni che lo stordirono. Ela sera, con il piccolo bagaglio dicosucce sue e un ammasso ditristezza, partì per il suo paesedella Toscana. Alla stazione dipartenza, a quelle di sosta e aquella di arrivo ebbe ancora paroledi plauso da altre signore, e altriregalucci.

Una sigaretta e un consiglio;una cartolina illustrata e un sug-gerimento; un bicchiere di vino,di cui ogni sorso era accompa-gnato da un incoraggiamento.Fucini era stordito, e non rispon-deva, come non aveva mai rispo-sto al suo superiore, quando, du-rante le giornate più aspre di bat-taglia, lo incoraggiava ad andareavanti.

Quando non potè stringereche con un solo braccio la mam-

Pubblichiamo la “novella” di Berto Velatri, apparsa sul numero cinque del periodico“La Stampella” redatto dalla sezione Anmig di Milano. Il mensile porta la data del10 maggio 1922, il primo conflitto mondiale era concluso da pochi anni e il racconto testimonia la voglia di ritorno a una vita normale dei mutilati e invalidi diguerra. Una normalità che potesse rendere i reduci una risorsa per la società. Una normalità che potesse portare a riconoscere il pieno rispetto per l'esperienzavissuta, più che una forma di carità accordata per la menomazione.

QUANDO SMETTERANNODI FARE TROPPO BENE?

I MUTILATI E INVALIDI AL TERMINE DELLA GRANDE GUERRALA PRESA DI COSCIENZA CHE LA CARITÀ NON BASTA

Il 2 giugno con l'elezione dell'Assemblea costituente e il Referendum sulla forma di Stato

l'Italia diventa una Repubblica

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ma, pianse, ma si sentì rinatonella sua casetta. Dopo aver par-lato a lungo, mangiò insieme allasua vecchietta un pezzo di cioc-colata, e raccontò che gli era statadonata dalla dama infermiera.La mamma benedì in cuor suoquella donatrice.

Finiti i tre mesi di convale-scenza, si dovette presentare allascuola di rieducazione. Il suo vec-chio padrone di bottega, quelloche gli aveva insegnato l’arte ditirare gli spaghi, affermava chenon capiva la ragione di questascuola, essendo il Fucini più edu-cato ora, che prima della guerra.Là trovò molti altri soldati cheimparavano o tentavano di im-parare una nuova arte; trovò dei

maestri pazienti; trovò un po’ diallegria e un po’ di tristezza, eancora dame visitatrici con siga-rette, cioccolata e cartoline illu-strate. Il soldato Fucini si adattòsubito alla nuova vita.

Fece ancora tentativi di scriverecon la mano sinistra, ma riuscivapoco, e si stancava subito. E unadomenica, mentre si era messoa scrivere alla sua vecchietta, estentava a portare avanti la scrit-tura, una delle dame, che alladomenica venivano quasi sempre,si offerse di scrivere lei.

- Non importa signora - avevadetto.

- Ma non vedi che non ci riesci?- la dama aveva obiettato.

- Mi serve anche da esercita-

zione.- Avrai tempo di esercitarti.- Ma sa... scrivo a mia madre.- Le scriverai direttamente

quando avrai imparato meglio.E la lettera fu scritta dalla da-

ma, con qualche timido suggeri-mento del soldato Fucini, il qualeaggiungeva in ultimo la frase: “Lalettera me l’ha scritta una signorache ci viene a trovare”. La poveramamma benedisse in cuor suoquella santa signora sconosciutache aiutava il figlio a non sentiretroppo il peso della sua disgra-zia.

Quasi un anno stette lì. Imparòa scrivere, alla meglio, colla si-nistra, e anche a fare un montedi altre cosucce che, secondo gli

1957

Milano, 1918, Corso Vittorio Emanuele. Dalle finestre imbandierate si lanciano fiori ai soldati tornati dal fronte.A pagina 16: delle crocerossine soccorrono un combattente a bordo di una nave - ospedale.

Il 25 marzo Belgio, Francia, Germania, Italia,Lussemburgo, Paesi Bassi firmano i Trattati di Roma.

Nasce la Comunità economica europea

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insegnanti e secondo lo statutodella Casa, gli avrebbero permes-so di lavorare continuamente evivere serenamente.

Ritornò di nuovo al suo paese,non certo pazzo di gioia, ma senzatroppa malinconia, come avvoltoin un mantello di rassegnazione.Vagabondò anzi per un po’ ditempo senza l’idea precisa di quel-lo che sarebbe stato il suo do-mani, quando il segretario delComune, che aveva perduto unfiglio, l’unico, in guerra, lo mandòa chiamare e lo assunse comeportiere. La mamma, quando loseppe, non sapeva trattenere lelacrime dalla contentezza, perchéquesto rappresentava per lorodue una piccola cuccagna.

- T’immagini, mamma - dicevail Fucini - come marceremo bene;un po’ di pensione di guerra, unpo’ di paga al Comune...

E infatti, con le piccole e ri-strette loro aspirazioni, andavanoavanti discretamente, e ne eracontento anche il suo vecchio pa-drone di bottega, Neri il Ciaba,come lo chiamavano in paese,che aveva un buco di negozio vi-cino alla casa del Fucini. Spesso,nelle ore di libertà, il Fucini an-dava a sedersi al posto suo d’untempo, intorno al bischetto diNeri, che gli faceva lunghe chiac-chierate di guerra, di politica edi caro-viveri, con la stessa com-petenza e sussiego come se avesseparlato di lesine (gli aghi tipicidel lavoro di calzolaio).

Fucini dava quasi sempre ra-gione, perchè sapeva che quel-l’uomo, in fondo, era buono. Fuin una di queste visite che Nerigli annunciò (gliel’aveva detto ladonna di servizio dell’ingegnere)

che si erano riunite le signore delpaese per formare un comitatoper festeggiare i mutilati di tuttii dintorni. Fucini voleva saperequalcosa di più preciso, ma Nerinon fu in grado. Ci fu una brevepausa; un po’ di silenzio, duranteil quale Neri il Ciaba seguitò abattere rumorosamente un pezzodi cuoio. Fucini, seduto sulla suavecchia seggiola di un tempo,pensò lungamente, seguendo di-strattamente il ritmico picchiaredel martello.

- Ti dispiace? - domandò adun tratto Neri.

- No, no, Neri - rispose Fucinicon tono distratto -. Non mi di-spiace, ma sarebbe molto meglioche ora ci lasciassero in pace.Queste donne hanno fatto in mol-te occasioni un gran bene, maora mi sembra che dovrebbe ba-stare. Noi dobbiamo smettere difare il mestiere del mutilato e icomitati di donne benefattrici do-vrebbero cessare di considerarci

ancora come dei ragazzi bisognosidi caramelle. Tanto più che ragazzida proteggere e curare ce ne sonomolti: tutti gli orfani di quelli chesono rimasti lassù...

Ci fu un altro breve silenzio.- Che ne dite Neri? - domandò

come conclusione Fucini.Neri il Ciaba, che aveva intanto

smesso di battere il pezzo delcuoio, caricò la pipa e l’accese;poi, prendendo il solito atteggia-mento di quando ogni tanto emet-teva le sue strane sentenze dipiccola filosofia casalinga, rispose:

- Hai un monte di ragioni, ra-gazzo mio, ma ti consiglio di starzitto. È un tasto debole questo.In un Paese come il nostro, se tuti fai sentire a parlare in quel mo-do, c’è il caso che tu perda il postoal Municipio.

Poi, alzandosi, aggiunse: -Vien via con me, si va a bere unquartuccio da Pippo, che ce l’habuono.

Berto Velatri, 1922

1958

Il 7 dicembre viene inaugurato il primo trattodell'Autostrada del Sole tra Milano e Parma

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"La nostra origine fu la trincea;la nostra scuola: l'ospedale; ilnostro ideale: la patria". L'Asso-ciazione Nazionale tra Mutilati eInvalidi di Guerra viene fondataun secolo fa a Milano. Dopo di-versi incontri, il Comitato Pro-motore convoca in assemblea peril 29 aprile 1917 tutti i mutilatie invalidi di guerra. In quella pri-ma riunione ufficiale, a cui par-tecipano soprattutto i mutilatimilanesi e i degenti a Milano, vie-ne individuato il Comitato Ge-nerale del sodalizio e vengonoavviati contatti con associazioni

e istituzioni, iniziando anche aricercare una sede. La prima usci-ta pubblica risale al giugno 1917e rende subito evidente la volontàdi cambiare un atteggiamentodiffuso. Due gli obiettivi principali,chiariti sin dal primo manifesto:i primi associati ritengono chel'assistenza ai mutilati e invalididi guerra non possa ridursi apubblica beneficenza e affermanola necessità di ricercare un ruoloattivo del mutilato nell'Italia deldopoguerra.

In quegli anni il clima nel Paeseera favorevole alla fondazione e

all'affermazione del sodalizio. "LaPrima Guerra Mondiale fu unconflitto immane, che mutò ra-dicalmente gli aspetti sociali epolitici dell'intera Europa. La ca-pacità distruttiva degli armamentie le condizioni in cui i soldati sitrovarono a combattere, oltre adaumentare notevolmente il nu-mero dei morti, restituì alla societàcivile un gran numero di individuiresi permanentemente invalidi".Lo storico Ugo Pavan Dalla Torredescrive così il quadro che, sindall'inizio del conflitto, porta allanascita di Comitati di Assistenzalocali. Enti privati di beneficenzae carità, finanziati soprattuttoda contributi volontari di cittadini.Questa attività, avviata sin dal1915, porta alla costituzione dellaFederazione dei Comitati di As-sistenza ai soldati mutilati, storpie ciechi. Un primo sodalizio percoordinare le iniziative assisten-ziali e stimolare l'intervento delloStato.

E il 25 marzo 1917 viene isti-tuita con voto parlamentare l'O-nig, l'Opera nazionale per la pro-tezione ed assistenza degli invalididi guerra, chiamata a gestire tuttele pratiche di assistenza agli in-validi e ai mutilati di guerra. Unaserie di eventi e di scelte che at-testano l'attenzione verso chi èstato menomato dalla guerra,

OLTRE LA BENEFICENZAA MILANO NASCE L’ANMIG

1961«Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere

né confini». Jurij Gagarin è il primo uomo a raggiungere lo spazio

GRANDE GUERRA, LE TRINCEE E LA CRESCITA DI INVALIDITÀ E MUTILAZIONI

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Presenza / Gennaio - Giugno 201718

1965

4NOVEMBRE 1918:LO STO

Il 16 luglio Giuseppe Saragat e Charles De Gaulleinaugurano il tunnel del Monte Bianco

che collega Italia e Francia

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Presenza / Gennaio - Giugno 2017 19

O RICO APPELLO AL PAESE

1969 Il 21 luglio l'astronauta americano Neil Armstrong è il primo uomo a toccare il suolo della Luna

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Presenza / Gennaio - Giugno 201720

1974

t

Il 25 aprile in Portogallo un colpo di Stato non violento libera ilpaese dalla dittatura fascista. Il 17 novembre in Grecia si svolgono

le elezioni che pongono fine alla Dittatura dei colonnelli

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precedendo e facilitando la co-stituzione dell'Anmig.

Proprio per il sentimento dif-fuso di solidarietà verso i mutilatie invalidi di guerra, l'Associazionepoté far aumentare il numero deipropri soci attraverso la distri-buzione di una scheda di adesionenegli ospedali e nelle case di rie-ducazione. Già in questa primafase l'Anmig iniziò a strutturarsisul territorio con Sezioni, Sotto-sezioni e Rappresentanze. Se percostituire una Sezione erano ne-cessari almeno cento soci, la Sot-tosezione aveva numeri più ridotti

e la Rappresentanza era inveceaffidata a un solo mutilato, conl'obiettivo di estendere il numerodi adesioni fino ai piccoli centri.Il progetto non sempre si realizzòin maniera omogenea, nell'Italiadei campanili qualche articola-zione territoriale cercava di man-tenere una propria indipendenza.Questa organizzazione permisecomunque anche un primo cen-simento dei mutilati.

Alla neonata Associazione servìpoco meno di un anno per supe-rare le difficoltà dei primi passie giungere al Congresso, convo-

cato a Roma tra il 10 e il 15 marzodel 1918. La prima assise con-gressuale vide la partecipazionedi trentaquattro sezioni, con untotale di circa ottomila soci. Il co-ronamento del percorso costitutivoarriva in coincidenza con la finedel conflitto bellico: il 4 novembre1918 l'Anmig lancia l'Appello alPaese, in cui vengono indicatiideali, valori e finalità che, tramitel'Associazione unitaria, i mutilatie invalidi di guerra intendonoportare avanti, a loro sostegno eper lo sviluppo e il progresso civilee democratico.

Due immagini sulla vita di trincea durante la Prima Guerra Mondiale. A pagina 17 una foto d’epoca e qui sopra un particolare del ciclo di affreschi di Antonio Giuseppe Santagata nel cortile delle Vittorie della Casa Madre di Roma.

In Spagna sale al trono il re Juan Carlos di Borbone,che porta la democrazia dopo i 36 anni di dittatura 1975

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1978

Il secolo di attività dell'Asso-ciazione Nazionale fra Mutilati edInvalidi di Guerra è ben sintetizzatonei congressi che hanno indivi-duato gli obiettivi del sodalizio ene hanno accompagnato il cam-mino. Dall'assise fondativa delmarzo 1918, convocata a Romaundici mesi dopo la costituzionedell'Anmig, all'appuntamentostraordinario del 2016, che haportato alla revisione dello Statuto.Una storia iniziata mentre i fucilie i cannoni della Prima GuerraMondiale ancora tuonavano trale trincee e presentata con com-pletezza nel testo Passato PresenteFuturo, curato da Valdo Del Luc-chese.Il primo congresso, Roma

1918. «In Associazione siamo tuttiuguali perché tutti abbiamo ugual-mente sacrificato». La Sala degliOrazi e Curiazi, in Campidoglio a

Roma, ospita il primo congressonazionale dell’Anmig. Lo Statutoe le conclusioni dell'assise testi-moniano la solidità e la lungimi-ranza di ideali e obiettivi: «L’As-

sociazione nostra non ha, non puòe non deve avere il carattere e ifini esclusivistici di una semplicesocietà di “mutuo soccorso”. Noidobbiamo, sì, sentire e professare

la solidarietà, base di ogni orga-nizzazione; dobbiamo, sì, curarecon diligenza e con amore gli in-teressi particolari dei singoli nostriconsociati, specie di quelli menocolti e meno abbienti e che sonoperciò più bisognosi del nostroconsiglio, del nostro appoggio, delnostro aiuto: ma i vincoli che deb-bono tenerci strettamente unitisono quelli dello spirito e dell’i-dealità. È necessario che si sta-bilisca fra tutti noi, membri diuna sola grande famiglia, una no-bile e sacra comunione di animee di intenti». Presidente viene elettoDante Dall’Ara. Il primo Presi-dente, molto amato e stimato nel-l’Associazione, vicino a GiovanniAmendola e alla sua Unione Na-zionale.Il secondo congresso, Paler-

mo 1919. «Per noi la Patria è do-vere anche oggi, come fu dovere

e sacrificio inpassato». L'as-sise confermaall’unanimitàDante Dall’Ara.Nel primo con-gresso dopo lafine della Gran-de Guerra i de-legati decidonodi inviare untelegramma alPresidente Usa,

LA STORIA DELL’ANMIG NEL

A Roma il 16 marzo i terroristi delle Brigate Rosse rapisconoAldo Moro, uccidendo gli uomini della scorta. Il presidentedella Democrazia Cristiana sarà ritrovato morto il 9 maggio

Un’immagine delCongresso del1955 a Genova.Sopra: CarloDelcroix.

IL SODALIZIO DALLA PRESIDENZA DI DALL’ARA A QUELLA DI BETTI

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L LE SCELTE CONGRESSUALIThomas Woodrow Wilson, e alladelegazione italiana a Parigi nelperiodo di trattative per gli accordidi pace. «I mutilati, le vedove, gliorfani di guerra, presi nell’ansiadella Patria Italiana per la graveora che incombe, portando ai re-sponsabili della pace del mondola voce dei morti, ammonisconoche il frutto del sacrificio non vadaperduto, reclamano che la paceconsacri gli ideali nazionali edumani, pel cui trionfo il popoloitaliano ha combattuto e vinto».Il terzo congresso, Firenze

1920. Il congresso di Firenze se-gnò una spaccatura nell'Anmig.Nell'assise venne sconfessato l’o-perato di Dante dall’Ara ed emer-sero una serie di nuove figure, inparticolare Carlo Delcroix. Que-st'ultimo respinse la proposta diiscrivere il sodalizio alla Confe-derazione Generale del Lavoro.Gino Neri so-stituisce Dal-l’Ara alla presi-denza, ma giànel 1921 la ca-rica viene as-sunta da Rug-gero Romano.L'Anmig nel

ventennio fa-scista, CarloDelcroix Pre-sidente. Rug-

gero Romano è confermato Pre-sidente nel 1922 a Zara. Dopoquesto congresso l'Anmig ottienela riforma delle pensioni di guerra.Siamo alla vigilia della Marcia su

Roma e dell’avvento del fascismoe i lavori si chiudono con l'appro-vazione di un ordine del giorno,che riafferma «l’indipendenza del-l'Associazione da tutti i partiti co-

me condizione indispensabile allasua vita e al suo progressivo svi-luppo» e in cui si auspica «unapacifica ed operosa convivenzadei popoli pel bene della grandefamiglia umana». Nel testo ap-provato si sostiene comunque chel'Associazione debba esprimerela propria libera voce e il propriolibero pensiero sulla vita nazionale,affinché non appaia che una mas-sa enorme di cittadini voglia viveresoltanto la vita dei propri parti-colari interessi. Nel 1924 a Fiumeil congresso elegge PresidenteCarlo Delcroix e risente forte-mente del nuovo corso del regimefascista, avviato ormai verso ladittatura. Anche se il ComitatoCentrale sigla l’atto di adesioneal Governo Nazionale, il congressonel suo documento finale non ri-nuncia a sottolineare ancora unavolta l’indipendenza dell’Associa-

Il Congresso diFirenze del 1964

e, sopra, Pietro Ricci.

Tra il 7 e il 10 giugno viene eletto per la prima volta a suffragio universale il Parlamento europeo1979

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zione da appartenenze partitiche.Nel 1926 a Bolzano a inaugurareil sesto congresso, sottolineandonecosì l’importanza politica, arrivail Re Vittorio Emanuele III. Negliatti si riafferma che «ancora unavolta unite tutte le Sezioni, prontea ubbidire, a dare e sacrificare senecessario, per il bene della nostraAssociazione, della Patria e del-l’Umanità», ma il congresso san-cisce anche l’adesione dell’Asso-ciazione al Regime e allo Stato fa-scista. Fino allo scoppio della Se-conda Guerra Mondiale le assisicongressuali si spostano poi nellaCasa Madre di Roma. Il congressodel 1929 è segnato dagli interventidel Presidente Delcroix e del capodel governo, Benito Mussolini.L’organo associativo cambia te-stata e Il Bollettino diventa La Vit-toria. Non potendo sminuire ilruolo dei mutilati e invalidi diguerra nella vita nazionale, il fa-scismo tentò di appropriarsene eMussolini definì il ruolo del so-dalizio e dei suoi componenti in

quello di “conservatori della me-moria”, per trasmettere alle nuovegenerazioni «l’epoca della guerrae l’epoca della rivoluzione fascista».Con i tre congressi successivi,del 1932, 1935 e 1937, Delcroixporta avanti un programma diaccentramento dei poteri nella fi-

gura del Presidente Nazionale.Un programma dal lui prefiguratosin dal congresso di Zara. Dal1932 il Presidente dell’Associazionenomina della Commissione diret-tiva. Tra il 1937 e il 1946 non sa-

ranno convocati altri congressi eDelcroix rimarrà Presidente del-l'Anmig fino al 1943. La lungatransizione. Tra il 25 gennaio1939 e il 22 marzo 1940 l’Asso-ciazione è posta in reggenzastraordinaria. Carlo Delcroix vienenominato commissario e portaavanti una profonda revisionestatutaria: il Presidente Nazionaleviene nominato dal capo del go-verno e ha i poteri di nomina perGiunta Esecutiva e Delegati dizona. La fascistizzazione dell’An-mig è completa.

Si deve giungere all’8 gennaio1944 per avere un nuovo Presi-dente Nazionale: il capo del go-verno nomina Carlo Borsani,cieco di guerra e Medaglia d'Oroal valore. Il 26 agosto 1944 vienecreata una “reggenza” e l'Asso-ciazione viene affidata dal Presi-dente del Consiglio dei Ministrialla Medaglia d’Oro Ernesto Ca-bruna, in qualità di Commissario,e al Tenente Colonnello Canio Pa-netta, come Vicecommissario. Il

29 aprile del1945 nella sededella Sezione diMilano vienecostituito il Co-mitato Libera-zione NazionaleAlta Italia del-l’AssociazioneNazionale fraMutilati e Inva-lidi di Guerra.

Il 2 agosto alla stazione di Bologna una bomba uccide 85 persone e ne ferisce oltre 200.

È l'attentato più grave della storia repubblicana1980

Nel 1976 ilCongresso sitiene a Riva delGarda. Sopra: RenatoMordenti.

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Tra 1945 e 1946 si hanno altridue commissari: Giuseppe Guin-dani e Alfonso Barra Caraccio-lo.L'undicesimo congresso, Ve-

nezia 1946. Nel primo congressodel dopoguerra i delegati eleggonoun nuovo Comitato Centrale eapprovano la nuova Carta statu-taria. Il 15 novembre, il ComitatoCentrale elegge Pietro Ricci Pre-sidente Nazionale. «Il Congressoci ha ridato un volto e una dignitànon ambigui, proclamando comecardine della vita associativa ilprincipio dell’assoluta indipen-denza del Sodalizio da uomini,partiti, gruppi o chiese». Alla finedell’aprile 1947, nel trentennaledella fondazione del Sodalizio, ri-prende le pubblicazioni l’organodi stampa dell’Associazione, conla testata originaria, Il Bollettino.La presidenza di Pietro Ricci,

1946-1972. Partita con l'assisedel 1946, la presidenza di PietroRicci accompagna la ricostruzionedell'Anmig. Nel congresso del1949 a Paler-mo Ricci sotto-linea: «Dallemacerie moralie materiali dacui eravamoquasi soffocati,siamo risorti anuova vita, rie-dificando conpassione, pie-tra su pietra, la

nostra unione fraterna». Tre annipiù tardi, nel 1952 a Milano,nella relazione il Presidente Na-zionale ricorda invece il contributodell'Associazione per la costitu-zione della Fmac, la FederazioneMondiale degli ex Combattenti.Il quattordicesimo congresso, nel

1955 a Genova, traccia un bi-lancio positivo delle attività adifesa della categoria. Nel quin-dicesimo congresso, nel 1958 aBari, il Presidente Ricci evidenziache il confronto con il governo ha

portato a soluzioni per gran partedei problemi di categoria. Un con-fronto spesso teso, ma che harealmente favorito anche il rein-serimento lavorativo dei mutilatinelle aziende e negli enti pubblici.Chiaro il messaggio di Ricci: «I400mila Mutilati e Invalidi diGuerra italiani riaffermano il pro-posito di servire fedelmente il Pae-se nelle opere di pace, come loservirono ieri nelle trincee». Nel1961 a Trieste il congresso ac-coglie i delegati di centinaia dimigliaia di mutilati e invalidi diguerra. L'assise celebra il cente-nario dell’Unità d’Italia ed esprimela propria condanna alla guerrafredda, alla politica di forza e alleesplosioni nucleari. Lo stessoclima internazionale accompagnail congresso del 1964 a Firenzee dal Salone dei Cinquecento, inPalazzo Vecchio, il Presidente Riccitorna a evidenziare che per l'Anmigè compito degli ex combattenti«operare per la distensione inter-nazionale e per la salvaguardia

Un’immagine del Congresso

di Sorrento del 1984.

Sopra: GerardoAgostini.

1989 In Germania il 9 novembre viene abbattuto il Muro diBerlino, considerato il simbolo della Guerra Fredda

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1990

di una pace duratura nella libertàe nella dignità per tutti i popoli,senza distinzione alcuna di razza,di colore, di lingua, di dottrinapolitica e religiosa». La coincidenzatra il 50° anniversario di fonda-zione e la scadenza congressualeporta l'assise del 1967 a Milano.Dalla città lombarda vengono ri-cordati i fini e gli obiettivi dei fon-datori dell’Anmig, che, «con laconsapevolezza di chi aveva giàdato il contributo di sangue e ilsacrificio della propria integritàfisica, affermavano la piena de-dizione alla Patria, esprimevanointera fiducia nei suoi destini,nella giustizia e nella libertà echiedevano di essere reinseritinel ciclo produttivo nazionale».Nel 1969 a Portoferraio si svolgeun congresso straordinario perla revisione della struttura orga-nizzativa dell'Associazione, chedeve comunque mantenersi ca-pillare. Si celebra poi l'ultimo con-gresso in cui Pietro Ricci vieneconfermato Presidente Nazionale,

nel 1970 a Pescara. Verso lametà del suo mandato Ricci è in-fatti costretto a rassegnare le di-missioni per l’aggravarsi dell’in-fermità contratta in guerra. Nel1972 l'Associazione si divide trail Vicepresidente anziano, Eugenio

Marotta, e il Vice-Presidente gio-vane, Renato Mordenti. Quest'ul-timo prevale per un minimo scartodi voti e all'insediamento esprimela volontà di salvaguardia dell'u-nità e autonomia dell'Anmig. La presidenza di Renato Mor-

denti, 1972-1980. Il ventesimocongresso, che si svolge nel 1973a Taormina, rappresenta un ap-puntamento di svolta profonda.Si abbandona la linea politicadello splendido isolamento, cheaveva portato alla scelta di lottaresenza coinvolgere la società civile,ritenendo sufficiente il fatto diessere “la Famiglia del Sacrificio”o “i Padri della Patria”. Il congres-so, dopo un difficile dibattito, ap-prova la linea del pieno inseri-mento, nella ricerca di contributipositivi, nelle istituzioni, nel Par-lamento, nei sindacati, nelle or-ganizzazioni sociali, dell’interoPaese. Il congresso si chiude conun programma di richieste checomprende l'aumento delle pen-sioni di guerra, la revisione ca-tegoriale, un congegno di scalamobile per difendere il valore realedelle pensioni, una assistenza so-ciale e sanitaria gratuita e com-pleta, il passaggio dalla pensione“privilegiata” alla pensione intesae riconosciuta come “risarcimento

del danno psi-co-fisico cau-sato dalla guer-ra”. Le cosenon vanno se-condo gli au-spici espressi aTaormina e ilcongresso del1976 a Rivadel Gardaconferma la vo-lontà di ottene-

1988, Congressoa Grado. Sopra:BernardoTraversaro.

Il 3 ottobre Germania Est e Germania Ovest diventano un unico stato. In meno di un anno si compie il processo di riunificazione tedesca

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anche la preparazione della ma-nifestazione del 31 ottobre 1982,che portò in via dei Fori Imperialia Roma 70mila invalidi e mutilatidi guerra e che vide la partecipa-zione del Presidente della Repub-blica, Sandro Pertini. Il 4 novembre

del 1984 a Sorrento il rapportocon il Presidente-partigiano si rin-nova nel messaggio al congresso:«Tutti coloro che si sono sacrificatial servizio della Patria nella Primae nella Seconda Guerra Mondialehanno consegnato alle future ge-

nerazioni una testimonianza e unesempio imperituri, al popolo ita-liano un patrimonio morale e idealeindistruttibile». E l'Anmig proseguel'impegno nella difesa delle libereistituzioni e a sostenere le iniziativedi pace. Nel 1988 tra Trieste eGrado il congresso celebra il set-tantesimo della vittoriosa conclu-sione della Grande Guerra e ce-lebra anche i settanta anni del-l'Anmig. Nei lavori vengono sot-tolineati la fede e gli ideali cheispirarono i fondatori dell’Asso-ciazione. Dall'anno seguente l'or-gano ufficiale cambia testata, as-sumendo la denominazione at-tuale: La Nostra Presenza. Il Bol-lettino. Nel 1991 a Viareggio ilcongresso conferma Agostini etira un bilancio positivo sull'attivitàsvolta, anche in considerazionedel livello di coinvolgimento delleistituzioni intorno ai problemi deimutilati e invalidi di guerra. Treanni dopo, nel 1994 ad AbanoTerme, si rinnovano le richiesteper il riordino della pensionistica

re il pieno riconoscimento deidiritti e della dignità di vita permutilati e invalidi di guerra. Nel1979 a Rimini viene invece con-vocato un congresso nazionalestraordinario per l’esame e l’ap-provazione della nuova Carta sta-tutaria, dato che l’Associazionetorna alla originaria natura giu-ridica di Ente Morale di DirittoPrivato. Si costituisce inoltre laConfederazione fra le AssociazioniCombattentistiche Italiane e vienepresa la decisione di organizzarea Roma un incontro mondiale suldisarmo e la pace degli ex com-battenti, mutilati, resistenti e vit-time della guerra. Il 12 gennaio1980 il Comitato Centrale prendeatto delle dimissioni irrevocabilidel Presidente Mordenti, presen-tate per l'aggravarsi delle sue con-dizioni di salute ed elegge GerardoAgostini nuovo Presidente Na-zionale con voto unanime. La presidenza di Gerardo

Agostini, 1980-2012. Il venti-duesimo congresso si svolge nel1981 a Via-reggio ed è ilprimo della ge-stione Agostini.Si caratterizzaper la vivacitàdel confronto,ma anche perla rinnovatacompattezza eil sano patriot-tismo. Il con-gresso lanciò

A Montecatini si tiene il

Congresso del 2003. Sopra:Claudio Betti.

1992 L'operazione di indagine “Mani Pulite” porta alla nascita della Seconda Repubblica

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1992

di guerra, ma si guarda anchecon preoccupazione alla tenutademocratica del Paese. Il congressoperò delinea anche l'idea concretadella costituzione di una Fonda-zione in grado di aver cura del-l’immenso patrimonio ideale, maanche materiale, del quale l’Anmigè portatrice. Il tema della costi-tuzione della Fondazione vieneapprofondito nel 1995 con unconvegno a Sorrento, in prepa-razione al congresso di Milanonel 1997. Nel congresso celebratoa ottanta anni dalla costituzionedel Sodalizio viene presentata laproposta di creare una FondazioneAnmig, costituita da figli, nipotie pronipoti, capace di manteneregli ideali e i valori dei mutilati edinvalidi di guerra, partendo daldibattito e dalle conclusioni delConvegno nazionale di Sorrento.A conclusione del congresso vienedefinito il percorso di costituzionedella Fondazione, che sarà con-cluso dal congresso seguente. Nel2000 a Chianciano Terme viene

approvato lo Statuto della Fon-dazione. Partecipa anche il Pre-sidente della Repubblica, CarloAzeglio Ciampi, che rivolgendosiai presenti afferma: «La memorianon è solo ricordo, essa è e deveessere testimonianza attiva, azio-ne... vogliamo continuare, perchéanch’io sono uno di voi, a operarecon i nostri figli, con i nostri nipotiper il benessere della nostra Pa-tria… Vogliamo costruire, stiamocostruendo con loro il mondo didomani. Con loro costruiamo laPace. Ne conosciamo bene il valoreperché abbiamo conosciuto laguerra... A voi giovani questo man-dato, a voi giovani di avere semprel’orgoglio di sentirvi italiani». Conil congresso del 2003 a Monte-catini Terme si avvia, in manieracompleta e operativa, l’attivitàdella Fondazione Anmig. Il Pre-sidente Emerito della Repubblica,Oscar Luigi Scalfaro, invia unproprio saluto e dà la propria ap-provazione al percorso attuatoper la Fondazione: «Sono convinto

che questa è la decisione più im-portante... perché nulla vada per-duto... continuate, con umiltà efortezza, a essere luce per il nostrocammino in difesa della Costitu-zione Repubblicana, fondamentodi libertà, di giustizia e di pace».Il trentesimo congresso, convocatonel 2006 a Riccione, porta no-tevoli modifiche allo Statuto So-ciale. La volontà è quella di ga-rantire la libertà di operare nelfuturo: oggi con l’Anmig e la Fon-dazione e successivamente conl’opera della Fondazione, proiet-tando in tal modo la continuitàdi tutto il suo patrimonio moralee materiale. Tra il 16 e il 19 maggio2009 a Riccione si svolge uncongresso storico, che registra imessaggi del Capo dello StatoGiorgio Napolitano, del PresidenteEmerito della Repubblica CarloAzeglio Ciampi, e del Vicepresi-dente del Consiglio Superioredella Magistratura, Nicola Man-cino, e l’intervento del PresidenteEmerito della Repubblica Oscar

Luigi Scalfaro.Nel 2012 aChiancianoTerme vienerinnovata perl'ultima volta lafiducia a Gerar-do Agostini. Lasua presidenzacopre quasi unterzo della sto-ria dell'Associa-zione e Agosti-

Il Congresso di Riccione del 2009.

Il 7 febbraio con l'adozione del Trattato economico e politico di Maastricht la Comunità economica europea si avvia a diventare l'Unione Europea

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ni, in uno dei suoi ultimi editoriali,ripercorre il senso del proprio in-carico: «Far nascere un’associa-zione non è difficile, difficile è farlacrescere e prosperare, difficilissimopoi mantenerla in vita attraversogli anni. Ma più complicato ancoraè mantenerla unita e vitale perquasi un secolo. Per questo sonoindispensabili uomini responsabili,che credono in quello che fanno,con principi saldi e idee che con-sentono di affrontare il futuro sen-za perdere di vista il passato. AChianciano, si sono ritrovati acongresso giovani e anziani, ac-comunati dalla volontà di assicu-rare la continuità dell'Associazio-ne... Tutti insieme, con lo stessospirito unitario che ci contraddi-stingue, affrontiamo questo mo-mento difficile per l’Italia e l’Europa,riaffermando il nostro ruolo e so-prattutto la volontà di contribuirea costruire il futuro degli italiani».

Dopo l’improvvisa scomparsadel Presidente Agostini nel set-tembre 2012, il Comitato Centraleelegge Bernar-do Traversa-ro, che si im-pegna per l'ap-plicazione delledecisioni emer-se dal Congres-so di Chiancia-no. Il Presiden-te lavora perl'attuazione deipassaggi neces-sari affinché i

soci provenienti dalla Fondazioneassumessero nuove e più impor-tanti responsabilità negli anni se-guenti. L'impegno di Traversarosi concentra sul mantenimentodella memoria storica e sulla tra-smissione di essa ai giovani, perun’Italia libera, democratica esenza più guerre.La presidenza di Claudio

Betti, dal 2015. Al termine deltrentaduesimo congresso, nel2015 a Montesilvano, viene elettoal vertice del Sodalizio un socioproveniente dalla Fondazione, ilprofessor Claudio Betti. Per laprima volta diviene PresidenteNazionale un socio erede dei mu-tilati e invalidi storici. Accanto alui resta Bernardo Traversaro,con la carica di Presidente Ono-rario. L’Anmig sceglie quindi ilrinnovamento. Il Presidente Betti,appena eletto, afferma: «Mi sentoaddosso tutto il peso e la respon-sabilità di proseguire come di-scendente un cammino ricco divalori e insegnamenti, ma è certo

che il sostegno e il contributo ditutti sarà essenziale per raggiun-gere gli obiettivi fissati e salva-guardare il patrimonio morale emateriale dell’Associazione». PerBetti una vita dentro l’Anmig enella Fondazione, prima comeaderente e poi come socio. Primadella carica di Presidente NazionaleBetti, nato a Cascina di Pisa nel1942, è stato dirigente di sezione,Presidente regionale in Toscana,quindi componente del Comitatocentrale e della Direzione nazio-nale. Nel 2016 a Roma, pressola Casa Madre, Betti convoca ilterzo Congresso straordinario peruna revisione dello Statuto. Unaconvocazione in linea col mandatoconferito dal Congresso di Mon-tesilvano.

Il Presidente chiude l'assise ri-cordando che «l’unità e l’armoniasono la nostra priorità» e augu-randosi che partecipazione e tra-sparenza continuino a informarel’operato dell’Associazione a ognilivello.

Nelson Mandela vince le elezioni in Sudafrica. Il Paese diventa l'unica vera democrazia dell'Africa

abbandonando l’Apartheid1994

2015, ilCongresso diMontesilvano.

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2001

Per molti anni e fino al 1912in Italia le pensioni di guerra fu-rono disciplinate dalle stesse nor-me che regolavano le pensioniordinarie, civili e militari. Soltantocon la guerra di Libia, combattutatra il 1911 e il 1912, venne isti-tuita la “pensione privilegiata diguerra”, mentre con la PrimaGuerra Mondiale emersero tuttele lacune legislative del settore evennero disposte alcune previ-denze. Nel 1923 si giunse poi auna riforma complessiva, chesanciva esplicitamente l’obbligodella collettività a risarcire il cit-tadino chiamato alle armi per ladifesa della Patria e le famigliedei caduti in guerra, per il dannoderivante dalla morte dei con-giunti.

L’affermazione di questo doveredella collettività nazionale ha por-tato all'introduzione di importantiprincipi sanciti nelle successiveleggi e alla possibilità di ottenere

una pensione ordinaria, da af-fiancare a quella di guerra, quan-do l’invalido ne avesse maturatoil diritto. Sin dal 1946, con la finedella Seconda Guerra Mondiale,l'Anmig ha percepito le forti dif-

ficoltà economiche derivanti daldiminuito potere di acquisto dellepensioni liquidate agli ex com-battenti. L'Associazione si è cosìimpegnata affinché venisse resti-tuita la funzione di giusto inden-nizzo ai trattamenti pensionisticidi guerra. Un impegno concretiz-zatosi attraverso la richiesta diinterventi legislativi intesi a for-mulare provvedimenti organicisulla materia.

Nel 1962 l’Anmig, grazie anchealla sua pluriennale esperienza,ha contribuito a gettare le basiper una proposta di riordinamentogenerale nella quale furono accoltele disposizioni derivate da una co-noscenza maturata grazie al con-

tatto quotidiano con la categoriadei reduci e da una piena consa-pevolezza delle difficoltà da loroaffrontate ogni giorno. Con la legge313 del 1968 furono colmate ri-levanti lacune legislative e si per-venne a una più agile proceduranell’accertamento del diritto e nel-l’emissione di provvedimenti, oltrealla revisione dei criteri di classi-ficazione alla luce delle modernetecniche terapeutiche.

L’azione incisiva dell’Associa-zione ha portato anche all’elabo-razione della legge 875/1977,che nell'anno seguente, grazie al-l’articolo 13, ha reso possibile laredazione del Testo Unico sullepensioni di guerra. Il testo, il nu-mero 915 del 1978, per la primavolta ha disciplinato l’insiemedella pensionistica di guerra, hastabilito per legge il carattere ri-sarcitorio delle pensioni stesse eha consentito ulteriori migliora-menti economici e normativi. E

Le battaglie dell’Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra per il riconoscimento dei diritti in campo lavorativo, pensionistico e sanitario.

Un excursus sulle leggi fondamentali dalla guerra di Libia al 2000

LE PENSIONI DI GUERRA

I Mutilati e gli Invalidi diGuerra hanno saputoessere nell'Italia nostra ari-stocrazia del sacrificio earistocrazia della virtù,esempio ammirabile a tuttele altre nazioni, forza disci-pl inata, consapevole,ammonimento di civismo.

Lo Stato non deve essereun'enorme meccanismoburocratico senz'anima,ma una costruzione salitada una necessità dellecoscienze, per la valoriz-zazione dell'individuo eper il perfezionamentodella società.

L’Anmig si propone... dialimentare tra i mutilati egli invalidi di guerra e i lorodiscendenti l’orgoglio deldovere compiuto, il senti-mento della fratellanza edell’amore della libertà edi trasmetterlo alle nuovegenerazioni.

L'11 settembre due aerei civili vengono dirottati contro le TorriGemelle del World Trade Center a New York. L'attentato,

rivendicato dall'organizzazione Al-Qāʿida, causa oltre tremila morti

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Presenza / Gennaio - Giugno 2017 31

il ruolo dell'Anmig nella redazionedel provvedimento è stato fonda-mentale. Inoltre, quale elementoinnovativo fortemente richiestodalla nostra Associazione, è dasottolineare che il Testo Unico haabolito la differenza di tratta-mento tra invalidi appartenentialla carriera di ufficiali e la truppa,riconoscendo il diritto a un paririsarcimento di fronte a una pariinfermità.

Con il successivo Dpr. 834 del1981 è stato invece introdotto ilprincipio dell’adeguamento au-tomatico annuale in base all'indicefornito dall’Istat anche per la pen-sionistica di guerra. Il continuoimpegno associativo, volto a ot-tenere la rivalutazione di alcuneinfermità, si è inoltre concretizzatocon la promulgazione della legge656/1986.

L’azione di tutela proseguita

negli anni si è focalizzata sullanecessità di ottenere una precisadisposizione legislativa, giuntacon la legge 261 del 1991, intesaa garantire il principio della in-terdipendenza: dato che alcunepatologie contratte in guerra cau-

sano altre infermità che aggravanoulteriormente l’intero quadro cli-nico dell’invalido, è stato ricon-fermato e ampliato il diritto al ri-sarcimento di infermità correlate,avvalendosi delle procedure didiagnostica più moderne. In se-guito sono state emanate ulteriori

disposizioni di legge in favore dellacategoria, intese a ottenere unosnellimento delle procedure pressola pubblica amministrazione.

Con la riduzione della chia-mata alla leva obbligatoria e lasuccessiva abolizione del serviziomilitare, alcune categorie di gran-dinvalidi, portatori di gravi me-nomazioni che si avvalevano del-l’accompagnatore militare, hannoottenuto - grazie all’azione incisivadell’Associazione - il riconosci-mento di un assegno sostitutivoliquidato in loro favore.

Più volte è stato ribadito il ca-rattere risarcitorio delle pensionidi guerra e la loro esenzione aifini del calcolo Irpef. Un principiosempre strenuamente difeso dalnostro Sodalizio contro i tentatividi modifica dei governi che si sonosucceduti nel corso dei decenni.

Altro compito dell’Associazione

2002

Parte integrantedell’attività

assistenzialecondotta

dall’Anmig è stata anche

la gestione degliambulatori

medici nei quali

venivano accoltie presi in curasia gli invalidi e

mutilati di guerra che i loro familiari.

La ripartizione degli oneritributari deve essere pro-gressivamente proporzio-nale alle ricchezze dei cit-tadini.

Dal primo gennaio l'Euro diventa moneta unica per dodici paesi dell'Unione europea (Italia, Francia, Austria, Germania, Spagna,

Portogallo, Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Finlandia, Grecia, Lussemburgo)

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Presenza / Gennaio - Giugno 201732

Il 4 novembre Barack Obama vince le elezioni negli Stati Uniti d’America.

E’ il primo presidente afroamericano2008

è stato quello della tutela in cam-po sanitario. I diritti riservati allacategoria degli invalidi sono statisalvaguardati nel passaggio dal-l’Onig alle Saub (ora divenuteAziende Unità Sanitarie Locali),

grazie all’approvazione dell’articolo57 della legge 833/1978, che hamantenuto le esenzioni per pa-tologia, mentre con la successivalegge 203/2000 è stato introdottoil privilegio alla gratuità dal pa-gamento dei farmaci di fascia C.

Anche per quanto attiene leleggi relative ai benefici combat-tentistici, stabiliti con legge336/1970, nel pubblico impiegoe nel settore privato, è stata svoltaun’opera di informazione, vigi-lanza e tutela in favore degli in-validi di guerra e di familiari deigrandinvalidi e dei caduti aventititolo a usufruire del diritto.

Il sacrificio offerto da coloro

che hanno combattuto soffrendole atrocità della guerra per ripor-tare la Libertà nel nostro Paese,il loro spirito di unità e di fratel-lanza è l'eredità che l’Anmig hail compito di tramandare alle ge-nerazioni future a distanza dicento anni dalla fondazione.

Tra le attività promosse e curate dall’Anmig ci furono anche molte officine ortopediche gestite dagli stessi invalidi e mutilati di guerra. Nella pagina accanto: le varie forme di protesta, mobilitazione e manifestazione messe in atto neglianni dai soci Anmig affinché i loro diritti in campo lavorativo, pensionistico e sanitario venissero riconosciuti. Il maggior riconoscimento fra tutti fu la definizione della pensione di guerra come risarcimento del danno subito.

L’Anmig si propone... diricordare il comune sacri-ficio, esempio d’amore edi dedizione alla Patria,monito operante per l’eli-minazione delle guerre,auspicio per pacificherelazioni tra i popoli e gliStati.

L’Anmig si propone dimantenere e svilupparerapporti fraterni con leForze Armate edell’Ordine, presidio delleistituzioni democratiche erepubblicane.

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2011 Il 17 marzo si celebra il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia

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L'esigenza di pensare a modalità per renderepiù efficace l'azione dell'Anmig emerge sin daglianni Settanta. Il lungo confronto porta a maturarel'idea di costituire una Fondazione che possa ga-rantire un futuro al patrimonio di ideali, valori etestimonianze di cui i mutilati e invalidi di guerrasono portatori.

Il Congresso di Abano Terme del 1994 e il suc-cessivo Convegno tenuto a Sorrento nel 1995gettano le basi concrete per la costituzione dellaFondazione Anmig. Il dibattito avvia la fase attuativadel progetto, anche se occorreranno altre due assisecongressuali per arrivare a vedere la nascita delnuovo soggetto giuridico. L’unanime volontà di co-stituire la Fondazione dell’Associazione Nazionalefra Mutilati ed Invalidi di Guerra arriva infatti nel-l’aprile del 1997 al Congresso di Milano, ma la de-cisione definitiva viene assunta tre anni più tardi,in occasione del Congresso di Chianciano.

La scelta viene salutata nella cerimonia inauguraledel congresso dall'allora Presidente della Repubblica,Carlo Azeglio Ciampi. Nel maggio 2000 a Chiancianoviene approvato lo statuto della Fondazione, redattoin base alle indicazioni venute dal Congresso diMilano. Il nuovo soggetto giuridico era comunquegià stato costituito il 22 febbraio 2000 con attopubblico mediante rogito notarile. Il percorso co-stitutivo si conclude solo nel febbraio 2002, quandola Fondazione ottiene il riconoscimento giuridico.

La Fondazione nasce così per onorare i mutilatie invalidi di guerra, per mantenere vivo il ricordodel loro sacrificio e del loro contributo alla compo-sizione della nostra società; come l'Anmig, la Fon-dazione si impegna anche in un'opera di protezione,assistenza e solidarietà verso i soci, i loro familiarie i loro discendenti.

2013Il 22 aprile Giorgio Napolitano viene eletto di nuovo

Presidente della Repubblica Italiana. Per la prima volta il Presidente uscente viene reincaricato

LA FONDAZIONE APRE ALLE NUOVE GENERAZIONI

I tre congressi che portarono alla nascita della Fondazione:

(dall’alto) Abano 1994, Milano 1997, Chianciano 2000

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In occasione del trentunesimo congresso, convocatonel 2009 a Riccione, i delegati ebbero la possibilitàdi ascoltare il saluto di tre Presidenti della RepubblicaItaliana. All’intervento del Presidente Emerito OscarLuigi Scalfaro si affiancarono i messaggi del Presidentein carica Giorgio Napolitano e del Presidente EmeritoCarlo Azeglio Ciampi. Tre messaggi da tre Presidenti,un evento raro e significativo. Riportiamo in questonumero speciale di Presenza alcune parti degli in-terventi agli atti del congresso. Nelle parole di tuttii Presidenti la soddisfazione per la costituzione dellaFondazione e l'apertura dell'Associazione agli eredidei mutilati e invalidi.

Guardare al futuro con la Fondazione. Ideal-mente presente al XXXI Congresso dell'AssociazioneNazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra, invioun affettuoso saluto a tutti i partecipanti ed il mioapprezzamento per il loro fermo impegno a mantenere

vivo ed attuale il ricordo del sa-crificio di tanti valorosi. A questidedico il mio primo, commossopensiero.Il convinto, intenso e prezioso

lavoro che l'Associazione hasvolto nel corso dei suoi 92 annidi vita, a favore di una categoriatanto benemerita alla Patria,trova oggi ulteriore vigore e con-

tinuità nei giovani figli, nipoti e pronipoti dei mutilatied invalidi di guerra, attraverso la Fondazione. Adessa spetta il compito di vivificare la memoria e l'in-segnamento dei padri nella loro incrollabile deter-minazione a dar vita ad un'Italia libera, democraticae repubblicana.Con questi sentimenti di stima e considerazione,

rivolgo ai convenuti ed a tutti gli associati, che siprodigano in importanti iniziative nelle 250 sedisparse sul territorio nazionale, il mio plauso per leattività di fattiva e generosa solidarietà svolte, l'in-coraggiamento a proseguire nei progetti per il futurodel Sodalizio e l'augurio per la migliore riuscita delcongresso.

Giorgio Napolitano

Il fondamentale passaggio del testimone.Mi compiaccio che la prossima Assise veda l'ingressodefinitivo nell'Associazione dei figli, nipoti e pronipoti,che avranno il compito di ga-rantire la continuità dell'Anmige di mantenere vivo il ricordodel sacrificio degli invalidi diguerra. Sono particolarmentelieto che la Fondazione si siaaffermata, nel numero degliiscritti e nelle iniziative. Rimangoconvinto della necessità di as-sicurare un passaggio alle nuovegenerazioni di quel patrimonio di valori che ha rap-presentato l'Associazione, affinché venga mantenutaviva la memoria di eventi e persone che hanno se-gnato lo sviluppo democratico del Paese.

Carlo Azeglio Ciampi

Affidate a figli e nipoti la vostra fiaccola.È molto grande l'onore che mi viene fatto di parlarein quest'assemblea. Penso ai vostri meriti personali,alle fatiche di ciascuno di voi e di quelli che sononella gloria di Dio. Un grazie al Presidente Agostini,grande e carissimo amico da tanti anni. Egli mi havoluto tra voi perché durante ilmio settennato ho parlato piùvolte con lui della difesa dell'e-norme patrimonio di valori dicui voi, mutilati ed invalidi diguerra, siete portatori e dell'im-portanza che tale patrimonionon vada disperso. Un patri-monio che non è di nessuno,ma appartiene al popolo italianoe voi avete contribuito a crearlo. È un passaggiodella fiaccola ai figli, nipoti e pronipoti e a tutti queigiovani che sentano di portare avanti queste idee.Vi auguro, giovani, di sentire quest'eredità perchése la sentiste solo come storia non sarebbe abba-stanza, la dovete sentire con il cuore; dovete sentirel'entusiasmo, la capacità, la forza di dedizione deivostri padri e dei vostri nonni.

Oscar Luigi Scalfaro

TRE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICASALUTANO L'ASSOCIAZIONE

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