Il Benessere equo e sostenibile: misure a livello territoriale - Antonella Bianchino

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Il Benessere equo e sostenibile: misure a livello territoriale Antonella Bianchino 28 ottobre 2015

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Il Benessere equo e sostenibile: misure a livello territoriale Antonella Bianchino 28 ottobre 2015

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Sommario

• Il dibattito • Le esperienze nazionali ed internazionali

• Le misure territoriali

• Il BES delle province

• Obiettivi • L’inquadramento metodologico • La rete • Gli indicatori proposti

• Riflessioni e prospettive

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L’economista moderno è abituato a misurare

il livello di vita dall’ammontare del consumo annuo,

dando sempre per scontato che un uomo che consuma

di più stia meglio di un uomo che consuma di meno…

E. F. Schumacher, 1975

Relatore
Note di presentazione
Un economista buddista considererebbe questo atteggiamento del tutto irrazionale, poiché il consumo è semplicemente uno strumento per il benessere dell’uomo, il fine dovrebbe essere quello di ottenere il massimo benessere con il minimo di consumo Questa affermazione ci induce a fare alcune considerazioni sul concetto di sviluppo e di benessere. Il concetto di benessere è strettamente connesso a quello di sviluppo Il benessere equo e sostenibile ha radici profonde e lontane Nonostante il ruolo centrale che il concetto di sviluppo ricopre per gli economisti, studiosi di scienze sociali, politici, responsabili dell’intervento pubblico non c’è ancora una definizione universalmente accettata e condivisa su cosa sia lo sviluppo e su come misurarlo. All’interno dell’ampia letteratura in materia possiamo trovare molte definizioni di sviluppo, che fanno riferimento a un aspetto piuttosto che a un altro. Standard di vita più elevati, Aumento reddito procapite, crescita economica, crescita con equità. Eliminazione della povertà, ecc… Il quadro si complica quando si passa alla definizione di indicatori per la misura dello sviluppo.
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Il dibattito

Sviluppo Crescita economica PIL

Relatore
Note di presentazione
Storicamente l’espressione sviluppo si diffonde dopo la seconda guerra mondiale e fa riferimento al progresso materiale . Da qui l’uguaglianza sviluppo crescita economica da cui ne consegue l’idea di misurare la ricchezza di un paese attraverso la sua produzione effettiva. quindi un concetto di sviluppo legato a una visione unidimensionale e quantitativa della crescita economica. L’indicatore principe per misurare la performance di un paese diventa il prodotto interno lordo e le sue dinamiche. Il PIL e in particolare la sua crescita vengono assunti come indicatori del grado di sviluppo di un paese. Reddito e quindi benessere del paese è pari alla massa dei beni prodotti. In questa interpretazione il tema del benessere passa in secondo piano. Giacchè si assume che esso consegua di necessità alla crescita economica.
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Sviluppo tout court Crescita

economica

Il dibattito

Relatore
Note di presentazione
E’ solo a partire dalla fine degli anni 60 che si inizia a porre l’accento sul fatto che la crescita del reddito non si identifica con lo sviluppo e gli economisti iniziano a contrapporre la crescita economica allo sviluppo tout court, riservando il primo termine alle grandezze quantificabili e tra queste in primisi il PIL e il secondo a una serie di aspetti di ordine sociale e culturale.
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Sviluppo umano e Sviluppo sostenibile Sviluppo concetto multidimensionale

Il dibattito

Relatore
Note di presentazione
Negli anni ‘80 si fanno strada due nuovi termini Il primo riprende il concetto di tenore di vita ampliandone la dimensione reddituale alla considerazione della gamma di possibilità offerte alla popolazione sul piano della principale esigenze umane che comprendono oltre alla disponibilità di beni materiali il diritto a una vita lunga e sana all’istruzione e alle fondamentali libertà di espressione Il secondo invece prende le mosse dall’emergere dei temi ambientali La commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo definisce lo sviluppo sostenibile come uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare a loro volta i propri. Lo sviluppo diventa quindi un concetto multidimensionale che non può essere espresso solo da un indicatore quantitativo. Il passaggio dalla visione unidimesionale della crescita alla visione multidimensionale dello sviluppo implica l’esigenza di rappresentare i paesi e le aree con indicatori complessi capaci di cogliere tale multidimensionalità
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Quale modello di sviluppo per il futuro

Il dibattito

Relatore
Note di presentazione
Tutti oggi sembrano concordare sul fatto che il PIL, che per ottant’anni ha influenzato le scelte di organi e governi mondiali, e quindi la vita quotidiana di ogni singolo cittadino, è sempre più lontano dal costituire un buon misuratore del benessere. Ma come sostituirlo? Con un altro indicatore tuttofare? Con una batteria di indicatori? E come si può fare questa scelta se non si definisce cos’è il benessere nella società di oggi? E ancora, si può far uscire il dibattito dalla cerchia degli addetti ai lavori facendovi partecipare anche i comuni cittadini? Non si tratta soltanto di scegliere nuovi indicatori, ma di decidere quale modello di sviluppo si vuole per il futuro e, di conseguenza, come orientare e misurare tale mutazione.
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Relazioni sociali

Sicurezza

Benessere equo e sostenibile

Istruzione e

formazione

Salute

Tempo libero

ambiente

Lavoro

Il dibattito

Relatore
Note di presentazione
L’impegno a trovare nuove misure “oltre il Pil” si è fortemente rafforzato dopo la pubblicazione nel settembre 2009 dei risultati della Commissione istituita dal presidente francese Sarkozy e presieduta dal premio Nobel Joseph Stiglitz, con la collaborazione dell’altro premio Nobel Amartya Sen e dell’economista Jean Paul Fitoussi. Nel documento conclusivo la commissione ha suggerito che il Pil deve essere corredato da altre informazioni sulla ricchezza prodotta, ma ha anche indicato che le misure macroeconomiche vanno affiancate a misure della qualità della vita e a misure della sostenibilità. Due anni dopo, l’Ocse ha promosso un incontro a Parigi con la partecipazione di Stiglitz e Fitoussi per fare il punto sul lavoro compiuto. Nell’incontro è stato sottolineato da più parti che la crisi economica rende ancora più importanti e necessarie le nuove misure integrative del Pil. Il concetto di benessere (che trova un riferimento più generale nel termine di qualità della vita) è articolato in letteratura in due macro dimensioni (Michalos, 2008; Zapf, 1975, 1984): - condizioni di vita, che presenta sia aspetti oggettivi sia soggettivi; - benessere soggettivo. Quest’ultimo presenta un carattere di trasversalità, in quanto può essere riferito sia ad ambiti di vita specifici, sia alla vita nel suo complesso.
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Seconda guerra

mondiale

Anni ‘60

Anni ‘80 Oggi

Il Dibattito

Sviluppo Tout court Crescita

economica

Sviluppo umano

Sviluppo

sostenibile

Relatore
Note di presentazione
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Le esperienze internazionali UNIONE EUROPEA (European Commission)

• Beyond GDP;

Quality of life indicators

• “Commissione sulla misura delle performance economiche e del

progresso sociale” (Stiglitz, Sen, Fitoussi et al - 2009)

OCSE • “Regional well-being

Relatore
Note di presentazione
UNIONE EUROPEA nel 2007 ha lanciato l’iniziativa Oltre il PIL (beyond GDP Questo sito ha l'obiettivo di promuovere la condivisione di informazioni sui recenti sviluppi e lavori in corso. Quality of life indicators è una pubblicazione di Eurostat, disponibile on-line, che fornisce statistiche recenti sulla qualità della vita nell'Unione europea. Sono state individuate 9 dimensioni, ognuna descritta e analizzata attraverso una serie di indicatori statistici. Inoltre i dati forniscono anche le tendenze temporali e le differenze tra paesi o gruppi demografici. OCSE Il progetto ''Oecd Regional Well-Being'' L’Ocse ha lanciato un sito interattivo che permette di visualizzare il grado di benessere su base regionale nei Paesi Ocse. Il sito permette di visualizzare i voti relativi alla qualità della vita assegnati su una scala da 1 a 10, il voto massimo, a ogni regione che compone i Paesi in questione relativamente a salute, sicurezza, accesso ai servizi, impegno civico e partecipazione alla vita pubblica, educazione, lavoro, ambiente, reddito. Il progetto ''Oecd Regional Well-Being'' copre 362 regioni di 34 paesi confrontabili attraverso un webtool dedicato. Il nuovo sito web dedicato alla qualità della vita è parte della ''Oecd's Better Life Initiative'' e si basa come strumento di misurazione sul Better Life Index, indice che permette agli utenti di comparare diversi Paesi e diverse regioni per parametri e priorità differenti
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Le esperienze nazionali

• Iniziativa congiunta Istat-Cnel per la misurazione in Italia del Benessere Equo e Sostenibile: nuovi indicatori in grado di offrire una visione condivisa di progresso per l’Italia

• Studio progettuale ‘‘Analisi e ricerche per la valutazione del benessere Equo e Sostenibile delle province’’ inserito nel Programma statistico Nazionale 2011-2013 (PSU – 00003) condotto dall’Ufficio Statistica della Provincia di Pesaro ed Urbino con la compartecipazione metodologia e tecnica dell’Istat.

• Progetto UrBes: creazione di una rete di città metropolitane per la sperimentazione e il confronto di indicatori di benessere urbano equo sostenibile.

• Estensione dello studio progettuale (accordo Istat-Cuspi) Bes delle province: Sistema Informativo Statistico sul Benessere Equo e Sostenibile a livello territoriale

Relatore
Note di presentazione
Negli ultimi anni si è sviluppato un ampio dibattito sulla misurazione del benessere, alimentato dalla consapevolezza che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma debbano tenere conto anche delle fondamentali dimensioni sociali e ambientali del benessere, corredate da misure di diseguaglianza e sostenibilità. In Italia, l’Istat e il Cnel hanno avviato un processo che ha portato alla definizione del BES (Benessere Equo e Sostenibile), primo tentativo italiano di misurare il benessere attraverso un approccio multidimensionale, successivamente declinato anche a livello locale attraverso il BES province e il Progetto UrBes, ovvero il tentativo di misurare il benessere equo e sostenibile non soltanto a livello nazionale o regionale, ma anche a livello urbano. si inquadra nel dibattito internazionale sul “superamento del Pil”,
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http://www.misuredelbenessere.it

Informazioni statistico-metodologiche

Relatore
Note di presentazione
concetto di benessere soggettivo è individuato dalle seguenti dimensioni: Dimensione cognitiva. Rappresenta il processo attraverso il quale ciascun individuo valuta (in termini di “soddisfazione”) in modo retrospettivo la propria vita, vista nel suo complesso; tale valutazione soggettiva viene fatta facendo riferimento a determinati standard personali (aspettative, desideri, ideali, esperienze passate, ecc.). Tale consapevolezza consente di esprimere un livello di soddisfazione in funzione del raggiungimento dei propri obiettivi, della realizzazione delle proprie aspirazioni, del confronto con i propri ideali, con le proprie esperienze passate o con i risultati raggiunti da altre figure significative. In altre parole, la soddisfazione per la vita è frutto di un percorso cognitivo dell’individuo che valuta la sua situazione rispetto a standard (Nuvolati 2002) definiti relativamente a diversi aspetti. Dimensione affettiva. Sta ad indicare le emozioni che i soggetti sperimentano durante la loro vita quotidiana. Tali emozioni possono essere positive (pleasant affect) o negative (unpleasant affect) e sono trattate concettualmente in maniera distinta, perché determinate da variabili diverse (Bradburn 1969; Diener/Emmons 1984; Argyle 1987). Al contrario della componente cognitiva, che implica una riflessione a posteriori sulla propria vita fino ad un determinato momento, la componente affettiva è legata al presente, alla situazione attuale. La ricerca sulla misurazione della componente “affettiva” è ancora in progress, e dunque in questa fase la definizione degli indicatori proposti al BES si riferirà solo alla componente cognitiva. indicatori prescelti Soddisfazione per la propria vita: Percentuale di persone di 14 anni e più che hanno espresso un punteggio di soddisfazione per la vita tra 8 e 10 sul totale delle persone di 14 anni e più. Soddisfazione per il tempo libero: Percentuale di persone di 14 anni e più che si dichiarano molto o abbastanza soddisfatte per il tempo libero sul totale delle persone di 14 anni e più. Giudizio sulle prospettive future: Percentuale di persone di 14 anni e più che ritengono che la loro situazione personale migliorerà nei prossimi 5 anni sul totale delle persone di 14 anni e più. Relazioni sociali Le reti relazionali alle quali appartengono e nelle quali si riconoscono gli individui rappresentano una risorsa importante che consente di perseguire i propri fini potendo contare su risorse aggiuntive rispetto alle dotazioni di capitale economico e culturale di cui dispone (Bourdieu, Coleman). In letteratura prevale il convincimento che un clima generalizzato di fiducia interpersonale, l’elevata partecipazione a reti associative e la diffusa presenza di cultura civica accrescano il benessere individuale e la coesione sociale, consentendo una migliore performance, una maggiore efficienza delle politiche pubbliche e un minore costo delle transazioni economiche. Nel nostro Paese di particolare interesse risultano le reti informali che comprendono l'insieme delle relazioni interpersonali che gravitano e si intrecciano attorno alle persone (relazioni familiari, parentali, amicali, di vicinato, di mutuo aiuto). All’interno di questi network si mobilitano le risorse (umane e materiali) che assicurano sostegno e protezione agli individui sia nella vita quotidiana, sia, in particolar modo, nei momenti critici e di disagio, rappresentando così un elemento essenziale di coesione sociale. Molto soddisfatti per le relazioni familiari: Percentuale di persone di 14 anni e più che sono molto soddisfatte delle relazioni familiari sul totale delle persone di 14 anni e più. Molto soddisfatti per le relazioni amicali: Percentuale di persone di 14 anni e più che sono molto soddisfatte delle relazioni con amici sul totale delle persone di 14 anni e più. Persone su cui contare: Percentuale di persone di 14 anni e più che hanno parenti, amici o vicini su cui contare sul totale delle persone di 14 anni e più. Attività ludiche dei bambini da 3 a 10 anni svolte con i genitori: Percentuale di bambini di 3-10 anni che giocano tutti i giorni con il padre e/o con la madre sul totale dei bambini dei 3-10 anni. Aiuti gratuiti dati: Percentuale di persone di 14 anni e più che nelle ultime quattro settimane hanno fornito aiuti gratuiti a persone (parenti e non) non conviventi sul totale delle persone di 14 anni e più. Partecipazione sociale: Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno svolto almeno una attività di partecipazione sociale sul totale delle persone di 14 anni e più. Le attività considerate sono: partecipato a riunioni di associazioni (culturali/ricreative, ecologiche, diritti civili, per la pace); partecipato a riunioni di organizzazioni sindacali, associazioni professionali o di categoria; partecipato a riunioni di partiti politici e/o hanno svolto attività gratuita per un partito; pagano una retta mensile o periodica per un circolo/club sportivo. Attività di volontariato: Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno svolto attività gratuita per associazioni o gruppi di volontariato sul totale delle persone di 14 anni e più. Finanziamento delle associazioni: Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno finanziato associazioni sul totale delle persone di 14 anni e più. Istituzioni non profit: Quota di istituzioni non profit per 10.000 abitanti. Cooperative sociali: Quota di cooperative sociali per 10.000 abitanti. Fiducia generalizzata: Percentuale di persone di 14 anni e più che ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia sul totale delle persone di 14 anni e più. La salute rappresenta un elemento centrale nella vita e una condizione indispensabile del benessere individuale e della prosperità delle popolazioni,
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Le 10 dimensioni analizzate in Urbes:

1. Salute 2. Istruzione e formazione 3. Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 4. Benessere economico 5. Politica e istituzioni 6. Sicurezza 7. Paesaggio e patrimonio culturale 8. Ambiente 9. Ricerca e innovazione 10. Qualità dei servizi

Relatore
Note di presentazione
Manca la relazione relazioni sociali e benessere soggettivo Nato nel 2012 come una rete di città metropolitane per la sperimentazione e il confronto di indicatori di benessere urbano equo e sostenibile Nel 2013 viene pubblicato il primo Rapporto UrBes con la partecipazione di 15 comuni. Nel Rapporto UrBes 2015 il numero di comuni partecipanti sale a 29
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Le 11 dimensioni analizzate dal Bes delle Province:

1. Salute 2. Istruzione e formazione 3. Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 4. Benessere economico 5. Relazioni sociali 6. Politica e istituzioni 7. Sicurezza 8. Paesaggio e patrimonio culturale 9. Ambiente 10. Ricerca e innovazione 11. Qualità dei servizi

http://www.besdelleprovince.it

Relatore
Note di presentazione
Manca benessere soggettivo Si parla anche di “capitale sociale”, perché le reti di relazioni sociali sono una risorsa in più su cui gli individui possono contare nel perseguire i propri fini, in aggiunta al capitale economico e culturale di cui dispongono: non solo migliorano la soddisfazione per la vita, ma producono benefici per la salute, le opportunità di trovare occupazione, e sono fonte di servizi per gli individui, (sicurezza, cura, mutualità) anche in alternativa a quelli forniti dal welfare pubblico o dal mercato privato. Il capitale sociale può tuttavia essere anche fonte di “esternalità negative”, perché ad esempio un forte senso di appartenenza ad un gruppo può alimentare sentimenti di ostilità verso gruppi diversi dal proprio. La famiglia costituisce un luogo di osservazione privilegiato delle relazioni, insieme alle altre forme di relazione e di reti: dai rapporti di amicizia e di lavoro, di comunità e di vicinato, all’impegno nel sociale e nel volontariato. Di particolare interesse in Italia sono le reti informali (relazioni parentali, amicali, di vicinato, di mutuo aiuto) che rappresentano un importante elemento di coesione sociale. Le Province, insieme ai comuni, hanno funzioni di promozione e coordinamento nel settore sociale, culturale e sportivo, Il piano strategico provinciale “Provincia 2020” individua numerose azioni e progetti in materia: progetti di servizio civile finalizzati a formare e favorire la partecipazione dei giovani alle politiche sociali, culturali e ambientali della comunità locale, lavoro di pubblica utilità per detenuti; politiche integrate in materia di disabilità ed inclusione sociale e lavorativa e per l’integrazione degli immigrati regolari. Gli indicatori del capitale sociale dovrebbero consentire di analizzare la natura delle relazioni, l’ampiezza, e la portata dei loro effetti, oltre a indagarne il significato: la disponibilità di queste informazioni è nulla al livello territoriale di interesse. La dimensione è descritta facendo ricorso a misure oggettive della partecipazione sociale e delle relazioni personali e a indicatori di contesto, che delineano cioè le pre-condizioni per lo sviluppo di reti di relazioni personali e le opportunità di socializzazione. I temi sono: - Disabilità - Famiglia - Inclusione lavorativa - Relazioni - Società civile
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Nome Cognome - Luogo, data

INSERIRE COPERTINA E RETROCOPERTINA

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Obiettivi

• Misurare stato, livello e dinamiche del Bes della comunità locale

• Valutare il contributo dell’azione dell’Ente locale al Bes del territorio

• Alimentare e sostenere nel tempo i flussi informativi

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Progettazione degli indicatori

TUEL Deleghe e trasferimenti

Pianificazione strategica

funzioni servizi progetti

Analisi normativa, di bilancio, organizzativa

Obiettivi dell’azione amministrativa

Lette

ratu

ra s

ul w

ell-b

eing

e s

ul B

es

Dimensioni del Bes

Misure del Bes

Altri indicatori

Indicatori specifici

Funzionamento dell’Ente locale

Banche dati del Sistema Statistico Nazionale Archivi amministrativi delle Province

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Progettazione degli indicatori

Analisi del contesto • Misure del Bes nazionale © • Proxy degli indicatori del Bes nazionale • Ulteriori indicatori rilevanti per lo specifico contesto territoriale e

istituzionale di analisi (Urbes)

Analisi dell’azione dell’Ente locale (indicatori specifici) • Livello dei bisogni • Livello dei risultati

Relatore
Note di presentazione
Il progetto punta a realizzare un sistema informativo di indicatori che misurino il contributo dell’azione amministrativa al Bes del territorio di riferimento. Tale sistema poiché basato su dati di fonte interna costituirebbe un utile strumento per politici e amministratori e cittadini per valutare l’azione amministrativa in termini di capacità di individuazione dei bisogni e raggiungimento dei risultati.
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La rete

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Indicatori proposti

Indicatori del Bes e altri indicatori di contesto per dimensione

Dimensioni del Bes Misure del Bes Altri indicatori

Salute 6 2Istruzione e formazione 2 6Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 5 5Benessere economico - 9Relazioni sociali 5 3Politica e istituzioni 6 2Sicurezza 1 5Paesaggio e patrimonio culturale 2 2Ambiente 3 4Ricerca e innovazione 1 6Qualità dei servizi 5 2

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Indicatori proposti

Relatore
Note di presentazione
SALUTE In base al vigente TUEL spettano alle Province le funzioni amministrative di area vasta in materia di servizi sanitari, di igiene e profilassi pubblica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale ISTRUZIOPNE E FORMAZIONE Il piano strategico “Provincia 2020”, nell’ambito delle iniziative volte a favorire l’”Unità del territorio”, individua azioni in campo formativo/educativo volte a “formare e favorire la partecipazione dei giovani alle politiche sociali, culturali e ambientali della comunità locale, secondo principi e valori di solidarietà e sussidiarietà
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Indicatori proposti

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Indicatori proposti

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BES Regione Basilicata

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Riflessioni e prospettive

• Il Bes delle Province, come il progetto Urbes, e il progetto Bes Regione costituiscono un ‘’ponte’’ tra statistica e politica

• Un Sistema Informativo Statistico sul Bes del

territorio contribuisce a far crescere le capacità di rendicontazione sociale degli Enti locali

Relatore
Note di presentazione
L’introduzione del Documento Unico di Programmazione ha generato un crescente bisogno di informazione statistica a supporto dei processi decisionali anche per gli aspetti di rendicontazione e consultazione pubblica che devono essere attivati Nei DUP di tutti gli EELL si prevede una prima sezione – strategica – volta da individuare le scelte e gli indirizzi generali di programmazione dell’Ente nonché gli strumenti di rendicontazione e le modalità di partecipazione che si adotteranno in merito. L’individuazione degli obiettivi strategici è conseguente a un processo conoscitivo di analisi delle condizioni esterne e interne all’Ente basato sulla valutazione corrente ed evolutiva della situazione socio-economica del territorio di riferimento anche in considerazione dei risultati e delle prospettive future di sviluppo socio-economico. Ma Le “linee guida” ministeriali recitano “ciascun ente locale è incoraggiato ad individuare propri indicatori…”, lasciando un ampio margine di discrezionalità, che spesso si traduce nella produzione di documenti ricchi di informazioni che difficilmente sono ricondotte entro un quadro concettuale unitario che le tenga insieme. Il progetto Bes delle Province è un tentativo di costruire un set informativo statistico comune agli Enti che possa supportare anche l’elaborazione del DUP entro una matrice concettuale di riferimento capace di fungere da quadro sistematico entro cui collocare strategie, missioni e programmi. Le misure del Bes sono indicatori «normativi» , sono obiettivi di progresso cui tendere, e quindi sono legittimate a questo tipo di utilizzo. Le politiche di sviluppo del territorio non possono che partire dal territorio, o meglio, dalla conoscenza analitica e continuamente aggiornata delle condizioni sociali, economiche, demografiche, ambientali dell’area su cui si interviene. come possiamo dare un senso a questi risultati ? Sappiamo ormai da diverse fonti che la cultura e le arti influenzano diversi aspetti della nostra vita e che la pratica delle arti e la fruizione della cultura possono avere effetti fisici, mentali e sociali. I nostri risultati aggiungono qualcosa di nuovo al quadro complessivo, in quanto evidenziando l'importanza della partecipazione culturale per il benessere psicologico offrono il razionale per una nuova ondata di politiche riguardanti questioni individuali e sociali della deprivazione umana, allargando la portata delle strategie politiche per il benessere. Ad esempio, le politiche di trasformazione urbana dovrebbero essere incentrate su arti e cultura come motore per un cambiamento individuale e sociale, che probabilmente favorirà effetti emozionali quali l'impegno e l'arricchimento sociale il cui impatto sul benessere soggettivo può essere sostanziale. Un'architettura sociale delle comunità più attenta alla socialità e alla partecipazione culturale può esercitare un'influenza profonda sulla percezione del valore e del significato del modo di ciascuno di impiegare il proprio tempo libero e le proprie energie. I legami tra accesso culturale e sviluppo umano e sociale sono quindi molto più sostanziali di quanto ci si potrebbe aspettare di primo acchito e si radicano nelle fondamenta delle norme razionali che regolano i comportamenti non strumentali. Questo legame profondo non si presta a ricette meccanicistiche sullo sviluppo culturale e creativo che sono il pane quotidiano per gli approcci a tali temi (vedere ad es. Florida, 2002). I nostri risultati tendono a suggerire che la qualità della partecipazione culturale, può da sola generare potenti effetti di sviluppo, indipendentemente dall'impatto economico strumentale dell'attività culturale, e che la dimensione della salute pubblica è, a questo riguardo, più importante. Dal nostro punto di vista, gli approcci strumentali allo sviluppo culturale possono provocare mancanza di sostenibilità sociale e perdite di benessere sociale in quanto scoraggiano la partecipazione motivata intrinseca dell'individuo, a favore della appropriazione, opportunisticamente motivata, dei suoi effetti economici (Sacco e Tavano Blessi, 2009). Ma l'importanza strategica della cultura in questo particolare contesto ha a che fare non soltanto con la sua capacità di forgiare il benessere migliorando i processi collettivi di attribuzione di senso e promuovendo nuove forme di socialità, ma anche grazie alla sua complementarietà strategica, con la produzione sociale di altre risorse intangibili quali l'istruzione e le abilità, che sono fondamentali per i processi di sviluppo locale. Un resoconto esaustivo di questi effetti complessi, e una discussione teorica meno schematica del ruolo di sviluppo della cultura mediati dal benessere psicologico, saranno l'oggetto degli studi futuri, anche grazie ad iniziative che saranno intraprese da enti pubblici interessati al nuovo e affascinante tema.
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estata

Grazie per l’attenzione

Antonella Bianchino [email protected]