il - CNR...8 Cf. da ultimo GS II 424 (con bibliografia) e l'elenco dei nomi egiziani scoperti nel...
Transcript of il - CNR...8 Cf. da ultimo GS II 424 (con bibliografia) e l'elenco dei nomi egiziani scoperti nel...
"
CONDIZIONI ED EFFETTI DEL COMMERCIO SIRIANO NELL'ETA DEL BRONZO
di HORST KLENGEL
L'argomento di questa conferenza è il commercio smano nell'Età del Bronzo; tuttavia si deve tenere presente che non intendiamo parlare del commercio di un certo stato o di una certa nazione ma di quello che si svolgeva entro ed attraverso una regione determinata. Possiamo designare questa regione dell'Asia Anteriore come la Siria storica o classica. Estendendosi dal paese montuoso presso Gaziantep sino al Gebel Druz e dalla costa del Mediterraneo sino all'Eufrate, questo territorio è press'a poco corrispondente alla provincia di Siria del primo periodo dell'Impero romano
Il termine «periodo del Bronzo» non è desunto dalla storia ma dalla archeologia; pur avendo a nostra disposizione molti testi mesopotamici, egiziani ed anche - dal periodo del Medio e Tardo Bronzo - siriani che ci illuminano sulla storia siriana, non è possihile desumere un termine adeguato dalla storia politica. Il periodo del Bronzo comprende i secoli fra il 3100 ed il 1200 avanti Cristo, ma la distribuzione cronologica e l'importanza delle fonti epigrafiche pongono il secondo millennio in prima linea nella nostra considerazione 1.
Per quanto riguarda il terzo millennio, finora non ci sono note iscrizioni
* Testo di una conferenza tenuta su invito dell'Istituto per gli Studi Micenei ed Egeo-Anatolici di Roma e dell'Istituto di Storia Antica dell'Università di Firenze nel giugno 1973. L'autore è molto grato a questi Istituti per l'ospitalità e al dotto M. Salvini per aver gentilmente corretto il testo italiano di questo manoscritto.
1 La maggior parte del materiale sul quale questa conferenza si basa è già utilizzata in: Geschichte Syriens im 2. Jahrtausend v.u.z., I-III (Berlin 1965-1970), abbre viato qui di seguito con GS I-Hl.
202 Horst K1engel
storiche o economiche, che provengano dalla Siria vera e propria 2; tuttavia in seguito all'espansione economica e politica degli stati mesopotamici ed al commercio egiziano possiamo desumere alcune informazioni anche sulla Siria. Oltre a ciò abbiamo i risultati degli scavi archeologici di alcune città siriane, per esempio Ras Shamra/Ugarit, Geble/Biblo sulla costa mediterranea, Meskene/Emar sull'Eufrate, Tell Mardikh .(Ebla) e Mlshrife/Qatna nella Siria interna. Questi luoghi dovevano la loro importanza non solo al contatto commerciale con gli stati mesopotamici e con l'Egitto ma anche alla presenza di un'agricoltura molto sviluppata. Non è un caso che la letteratura di Ugarit, fissata nel periodo del Tardo Bronzo ma che riflette una situazione ecologica molto più antica, ci tramandi il quadro di un paese prevalentemente agrario. Bisogna ricordarsi che nella zona siriana, che forma una parte della cosiddetta « mezzaluna fertile » si era sviluppato fin dal neolitico uno sfruttamento notevole delle risorse agricole. Vediamo quindi una continuità molto lunga sebbene non sempre costante. Nelle valli dei grandi fiumi e nei luoghi .più favoriti dalla natura, particolarmente nella Mesopotamia meridionale e nell'Egitto, l'agricoltura diventa più produttiva, ma esige anche notevole continuità e intensità di lavoro ed una collettività agricola più organizzata: perciò in queste zone dell'Asia Anteriore e nell'Egitto l'evoluzione sociale fu più -rapida; ivi, prima che in altre regioni, sorse lo stato, una forma di organizzazione della società umana più progredita. Questi processi storici non rimasero senza un'influsso sulla regione siriana.
Non solo le condizioni naturaH 3 ma anche l'evoluzione del commercio siriano hanno .favorito questa influenza mesopotamica ed egiziana sulla Siria. Un momento storico importante fu lo spezzettamento in una serie di regioni e territori i e .particolarmente la separazione della stretta zona costiera mediterranea dalle pianure dell'interno. Le montagne che separano queste zone principali sono parallele alla costa e sono solcate daUe valli dei
2 Questa constatazione adesso si deve però restringere. Nell'anno 1968 la Missione archeologica italiana in Siria, lavorando nella regione sud-ovest dell'acropoli del Tell Mardikh, ha scoperto un torso di statua basaltica con un'iscrizione cuneiforme accadica, databile - come hanno proposto gli editori - all'epoca della terza dinastia di Ur, cioè verso il 2000. Cf. P. Matthiae e G. Pettinato, MAIS 1967-68 (Roma 1972) p. 1 5S. Per l'argomento qui trattato l'iscrizione votiva di Ibbit-Lim non offre comunque nuovi elementi. ·Per le iscrizioni trovate a Biblo ma provenienti dall'Egitto si veda M. Chehab in: Bulletin du Musée de Beyrouth XXII (1969) p. 1 ss. Quanto a Mari, la città gravitava più nell'area mesopotamica, e la parte più grande del suo territorio era situata a est dell'Eufrate. [Nel 1974 sono state trovate aTelI Mardikh alcune tavolette di carattere economico della fine del III millennio.]
3 Si veda particolarmente il lavoro di E. Wirth, Syrien. Bine geographische Landeskunde (oDarmstadt 1971), che tratta delle condizioni geografiche ed ecologiche dal punto di vista storico.
Condizioni ed effetti del commercio siriano nell'Età del Bronzo 203
fiumi Afrin, Oronte e Leonte. Importanti sono anche i cambiamenti climatici - e con ciò della vegetazione - da ovest a est. In questa direzione diminuiscono l'1ntensità e la regolarità delle piogge - prevalentemente là dove gli alti monti del Libano impediscono l'avanzare delle precipitazioni verso l'interno della Siria. La Siria occidentale e settentrionale f~nno parte della «mezzaluna fertile », e queste regioni sono anche le più popolate ". Non è verosimile che in epoca storica le condizioni climatiche siano radicalmente cambiate 5, benché una grave siccità o fattori di natura politica potevano far variare il quadro topografico siriano. Possiamo però dire con certezza che nell periodo del Bronzo le montagne e le steppe della Siria offrivano all'uomo delle condizioni più favorevoli di oggi. Il disboscamento indiscriminato e l'azione distruttrice delle capre, particolarmente sulle montagne costiere, ma anche la degradazione della steppa siriana causata dalla presenza di nomadi per un periodo molto lungo hanno cambiato la situazione naturale in queste regioni della Siria 6. Anche la circostanza che una grande parte della Siria presenta una steppa con una zona di transizione molto larga a ridosso della regione agricola ha avuto degli effetti sul commercio siriano, sulle sue direttrici ed anche sulla sua mancanza di sicurezza, quando gli stati siriani e quelli circonvicini non erano tanto forti da proteggere le vie carovaniere dalle razzie dei nomadi.
La posizione della Siria nel traffico internazionale e la sua importanza economica e strategica hanno attira-to i mercanti ma anche i conquistatori stranieri. Queste tendenze espansionistiche furono favorite dal policentrismo siriano nel periodo del Medio e Tardo Bronzo. Le cause di questa espansione economica e politica risiedono neUa rapida crescita della produzione agricola ed artigianale in Mesopotamia e nell'Egitto durante il quarto ed il terzo millennio. Non è possibile in questa sede ripercorrere tutto lo svolgimento politico di queste regioni deWAsia Anteriore; è comunque indubbio che questa evoluzione dei centri più progrediti ha formato la base per uno sviluppo del commercio attraverso la Siria e per il sorgere di centri commerciali sulle vie carovaniere. Sappiamo che già nei primi secoli del terzo millennio si erano andati stabilendo contatti economici fra l'Egitto e la costa siriana, prevalentemente a causa del legname, e che talli contatti sono continuati du-
4 Del periodo del Bronzo conosciamo circa mille nomi di luoghi - per lo più di piccoli villaggi. Per quanto possiamo localizzare questi siti, vediamo un distribuzione deLla popolazione siriana simile ai tempi moderni ma non al periodo romano. Cf. W. J. van Liere, AAS 13 (1963) p. 109 ss. ed anche GS III pp. 1-1112.
5 Cf. in questo senso anche M. Liverani, OA 7 (1968) p. 77 ss. e E. Wirth, Syrien (1971) p. 98 8.
6 Cf. M. B. Rowton, Studies in Honor 01 Benno Landsberger (Chicago 1965) p. 376 58.; M. B. Rowton, JNES 26 (1967) p. 273 s.; E. Wirth, Syrien (1971) p. 120 5.
204 Horst Klengel
rante l'Antico Regno egiziano 7. Da iscrizioni geroglifiche scoperte partico larmente a Biblo 8 sappiamo che all'epoca del Medio Regno l'influsso egiziano sulla costa siriana non era solo di natura economica ma anche politica, sebbene l'espansione militare diretta raggiunga la Siria soltanto con i primi faraoni del Nuovo Regno. Quanto aH'influenza mesopotamica sappiamo dagli scavi archeologici di contatti culturali, ma certamente anche economici e politici, con i centri agrarii della Siria orientale, in particolare con la zona dell'Eufrate, che risalgono alla prima metà del terzo millennio 9. Siamo a conoscenza di campagne militari effettuate da re mesopotamici in Siria fin dall'epoca di Sargon, 're di Akkad nel XXIV secolo e fondatore del primo impero dell'Asia Anteriore. E' probabile che gli eserciti seguissero le vie commerciali esistenti già da lungo tempo fra la Mesopotamia e la costa siriana. Tuttavia queste puntate militari ebbero risultati effimeri e non riuscirono a inglobare la Siria - o almeno una parte della Siria - in un impero mesopotamico prima della metà del secondo millennio IO.
La storia politica della Siria nel periodo del Medio e Tardo Bronzo è da una parte caratterizzata dal policentrismo siriano e dall'altra dall'espansione politica degli stati vicini - come Mitanni, l'Egitto, ljatti e l'Assiria. Ma questa situazione, cioè le continue lotte per spartire la regione siriana, non rientra direttamente nel tema di questa conferenza, sebbene 10 svilupparsi del commercio siriano si inserisca ovviamente nell'ambito dei cambiamenti politici 11. Per I}'economia e particolarmente il commercio della Siria non era importante se il conquistatore fosse il re di Mitanni, dell'Egitto, degli Ittiti o dell'Assiria; essenziale era il livello dello sviluppo economico dello stato dominante e il sistema dello sfruttamento economico.
* * *
Considerando l'aspetto economico del commercio vediamo il territorio
7 ,Si veda il lavoro monumentale e riassuntivo di W. Helck, Die Beziehungen Agyptens zu Vorderasien im 3. und 2. ]ahrtausend v. Chr. (Wiesbaden 1962; la seconda edizione [1971] non mi è accessibile) p. 28 ss .
8 Cf. da ultimo GS II 424 (con bibliografia) e l'elenco dei nomi egiziani scoperti nel Libano da M. Chehab, Bulletin du Musée de Beyrouth XXII (1969) p. 1 5S.
9 Si veda Margaret S. Drower - J. Bottéro, Syria belore 2200 B.e. (Cambridge 1968), passim.
IO La questione posta da E. Sollberger, AFO 19 (1959-60) p. 120 ss. , se la città di .Biblo sia stata dominata dai re di .Dr III è certamente da risolvere in senso negativo. Ma è indubbio che Biblo fosse sottoposta all'influenza economica del regno di Ur.
11 Sullo sviluppo storico cf. da ultimo H. Klengel, in M. Liverani, La Siria nel Tardo Bronzo (Roma 1969) p. 15 ss. e GS TU p. 113 ss. La presentazione della storia siriana nella Cambridge Ancient History è dispersa in una serie di fascicoli senza una concezione unitaria.
Condizioni ed effetti del commercio siriano nell'Età del Bronzo 205
siriano attraversato da importanti vie carovaniere 12. Tra la Mesopotamia ed il litorale della Siria nel periodo del Medio e T ardo Bronzo esistevano due arterie di commercio essenziali. Una dall'Eufrate, .presso la città di Emar, l'odierna Meskene, attraverso Ijalabj Aleppo, andava fino alla costa o alla Siria meridionale. Questo itinerario aveva alcuni vantaggi importanti, quali la minor distanza fra l'Eufrate e la costa mediterranea, il fatto che la strada attraversava una regione fertile e popolata, e la circostanza che il livello delle acque sotterranee, molto alto in quella zona, facilitava l'apertura di numerosi pozzi. Le montagne costiere della Siria set>tentrionale essendo non tanto alte e piuttosto articolate permettevano di raggiungere abbastanza facilmente la costa. Su questo itinerario fiorirono città come Emar, Ijalab, Alalab e - particolarmente - Ugarit. Dalla regione di Ijalab partiva una carovaniera verso sud che toccava città quali Ebla (adesso da identificare con il Tell Mardikh), e Qatna, l'odierno villaggio di Mishrife. Questa strada seguiva una linea un po' più orientale della strada odierna che attraversa I:Iama e I:Iom~ 13. Dalla metà del secondo millennio anche l'oasi di Damasco fu una stazione importante su questo itinerario che andava dal nord al sud raggiungendo i centri palestinesi come - .per esempio - la città di I:Ia~or 14.
L'altro itinerario abbandonava la valle dell'Eufrate non lontano da Mari e passava per roasi di Tadmer (l'antica Palmira), raggiungeva la Siria centrale e si spingeva sino alla costa del Mediterraneo, approfittando della depressione fra il Libano ed il Gebel Anseriya. Que&ta carovaniera t·rovava fonti di acqua sotterranea nella regione delle montagne, percorrendo la steppa tra l'Eufrate e il territorio al nord di Damasco. Tadmer ne ha profittato, ma anche Mari e Qatna che erano i punti estremi di questo segmento della strada IS,
sebbene tutti questi luoghi - compresa Palmira - fossero dei centri agricoli 16. A Qatna questa via incrociava la strada che univa la Siria settentrio-
12 Cf. W. F. Albright, BASOR 163 (1961) p. 40 ss.; M. C. Astour, UF 3 (1971) p. 19; si veda anche A. H. Gardiner, Ancient Egyptian Onomastica I (Oxford 1947) p. 133 *.
13 È certamente a questa via carovaniera che si allude nel testo di un «libro dei sogni », cf. A. L. Oppenheim, The Iltterpretation 01 Dreams in the Ancient Near Easl (Transactions 01 the American Philosophical Society, NS 46, 1956, Part 3) p. 313. nonché GS I 194, II 106.
14 J.l materiale concernente Damasco nella seconda metà del II millennio è riassunto in GS III p. 98 s. Ora si veda anche la menzione della città (URU Ta-ma-a!-ga) in un testo da Kàmid el-Loz / Kumidi; cf. D. O. Edzard et alii, Kiimid el-Loz / Kumidi (Bonn 1970) p. 55 ss. Per il periodo dell'Antico e Medio Bronzo v. W. J. Liere, AAS 13 (1963) p. 116 s.
15 Un testo di Mari (ARM I 66) mostra che per la distanza Terqa (Tell Ashara) -Tadmer - Qatna un approvvigionamento per lO giorni era considerato sufficiente.
16 Su Palmira cf. B. Moritz, Zur antiken Topographie der Palmyrene (Berlin
14
206 Horst Klengel
nale - e, probabilmente, anche l'Asia Minore - con la Palestina e certamente l'Egitto. I porti più importanti raggiunti dalla strada Mari-TadmerQatna erano Biblo e ~umura. Il paese - ed anche il regno - di Amurm che controllava la pianura tra I:Iom~ ed il Mediterraneo, particolarmente noto dal periodo del Tardo Bronzo, dovette certamente la sua importanza nella politica internazionale della seconda metà del secondo millennio alla sua posizione strategka che gli permetteva di controllare i traffici commerciali.
Riguardo al commercio marittimo possiamo individuare un itinerario che correva lungo la costa siriana, ed è verosimile che questo itinerario non fosse lontano dalla costa e da porti come Ugarit, Gibala, Arwad, ~umura, Biblo, Sidone, Tiro, ed anche da Acco e da Ascalona sulla costa palestinese. I testi di Ugarit mostrano chiaramente come fosse utilizzata questa via mercantile. Peraltro questi documenti commerciali, i testi di Alalab, le iscrizioni di Biblo ed il materiale degli scavi archeologici eseguiti in Siria attestano che il traffico marittimo raggiungeva anche l'Egitto, la Cilicia - particolarmente il porto di Ura, Cipro ed il mondo egeo, come per esempio l'is()lla di Creta. Per il commercio con l'Egeo Cipro serviva come stazione intermedia 17. Da Cipro non era lontana Ugarit, e per le navi dirette al porto di Ugari:t il Gebel Akra (Casius Mons) a nord della città ha certamente servito da indicatore di direzione.
I contatti commerciali si riflettono nella loro diffusione geografica tanto nei testi cuneiformi quanto nel materiale archeologico. Nei testi di Ugarit sono menzionate città siriane come Alalab, lJalab, Karkemis, Emar (Meskene), situate sulle strade carovaniere della Siria settentrionale, e città della Siria centrale come Tunip, Zinzar, Qadd, o della costa come Arwad, Beruta, Biblo, Sidone, Tiro, Acca, Ascalona e Asdod in Palestina. Riguardo alle città o ai paesi al di fuori della Siria o della Pa~estina per lo più sono menzionati degli stati ma non delle residenze reali o delle città commerciali. E' probabile che questo fatto non sia un caso; vedremo come il commercio internazionale che toccava anche la Siria fosse prevalentemente nelle mani dei re, cioè di commercianti reali. Anche ad Ugarit il commercio internazionaw era concentrato nelle mani del sovrano sebbene i documenti attestino anche delle iniziative private 18. I contatti commerciali di Ugarit con paesi come la Babilonia, lJatti, l'Assiria, Mitanni, Cipro ed il mondo egeo ma anche con l'Egitto
1889); R. Dussaud, Topographie historique de la Syrie antique et médiévale (Paris 1927) p. 266 S.; D. Sch1umberger, La Palmyrene du Nord-Ouest (,Paris 1951); su Qatna si veda Comte du Mesnil du Buisson, Le site archéologique de Mishrifé-Qatna (Paris 1935) p. 3 s. e in Bulletin de l'Institut français d'archéologie orientale 36 (1936) p. 175 sS.; GS II p. 96 S.
17 E' noto che mercanti siriani vivevano anche a Cipro, cf. M. Liverani, Storia di Ugarit (Roma 1962) p. ~ ss.
18 M. L. Heltzer, Vestnik Drevnej Istorii 2/1964, pp. 3-16, e da ultimo M. C.
Condizioni ed effetti del commercio siriano nell'Età del Bronzo 207
sono l',argomento prevalente della corrispondenza reale. Bisogna tener conto della circostanza che in Siria non esisteva un impol1tante mercato interno. A quanto pare le città menzionate nei testi di Ugarit non sempre hanno avuto dei contatti commerciaH immediati con Ugarit; è probabile che quel contatto sia stato mediato anche dal commercio internazionale che toccava queste città. Considerando l'orizzonte geografico riflesso nei ,testi di Alalab, situata non lontana dalla costa mediterranea e dalla foce dell'Oronte, vediamo anche qui citate Emar, IJalab, Karkemis, Ugarit e Tunip in Siria, nonché Cipro (Alasia) e la Cilicia, cioè Ura. Se l'orizzonte dei testi di Alalab si presenta più ristretto che nei documenti di Ugarit questo fatto deriva anche dalla dipendenza politica di Alalab dal re di IJalabjYamhad nel periodo dell'archivio del livello VII (secoli XVIII-XVII a.c.) o dal re di Mitanni in epoca più tarda. È sicuro che alcune attività commerciali di IJalab o di Mitanni trovino una testimonianza nei testi di Alalab, ma purtroppo non abbiamo testi di IJalab o da Wassukanni, cioè dalle residenze reali. Quanto a Biblo abbiamo testimonianze epigrafiche su antichi contatti con l'Egitto che continuarono sino alla fine del periodo del Bronzo.
n materiale archeologico del periodo del Bronzo scoperto in Siria ha chiaramente mostrato il ruolo di questo paese nel commercio internazionale. Vediamo un influsso culturale di Babilonia, dell'Egitto e del mondo egeo sulla Siria, sulla cultura materiale e spirituale delle città più progredite di questa regione. Si tratta qui di una implicazione del commercio siriano cui accenneremo più tardi.
III mezzo di trasporto più importante per via di terra era l'asino. Anche quando si cominciò ad usare il cammello, cioè dal primo millennio a.c., l'asino restò il tipico mezzo di tltasporto. La vendita e l'affitto degli asini erano certamente un fattore importante nella economia siriana - anche per i nomadi 19. Come mostrano delle analogie più recenti 20 è possibile che la regione di Damasco ed a nord di Damasco, il paese di AbenajUbe, avessero una certa importanza in questa attività perché le merci trasportate dalla Mesopotamia vi venivano trasbordate per continuare 11 viaggio attraverso la montagna fino alla costa mediterrnea. Sappiamo che la città di Damasco nelle iscrizioni neo-assire talvolta è menzionata come «quella degli asi-
Astour, il?- D. O. Edzard (Ed.), Gesellschaftsklassen im Alten Zweistromland und in den angrenzenden Gebieten (Miinchen 1972) pp. 11-26.
19 Un testo di Mari menziona «3000 asini dei 1j:anei »j si tratta probabilmente non solo di asini destinati per l'uso dei nomadi ma anche per il servizio delle carovane. Cf. Ch.-F. Jean, Semitica 1(1948) p. 22j A. Finet, RA 60 (1966) p. 25.
20 E. Wirth, Syrien (l971) p. 289.
208 Horst K1engel
ni » 21; ed è probabile che il termine designante la regione a nord di Damasco nel periodo del Tardo Bronzo, Abena, si riferisse all'asino 22.
Il fatto che gli asini fossero il mezzo di trasporto più importante ha prodotto i suoi effetti anche sulla direzione delle strade carovaniere principali. Non era possibile allontanarsi dai pozzi più lontano di una giornata. Quando il cammello divenne il mezzo di trasporto tipico per il Vicino Oriente, cioè durante il primo millennio a.c., delle nuove strade carovaniere cominciarono ad attraversare il deserto siriano a sud di Tadmer/Pa1mira.
Per il commercio siriano la navigazione sull'Eufrate, particolarmente a valle di Emar/Meskene, era di grande importanza; quanto all'Oronte è certo che questo fiume era navigabile soltanto nell'ultimo tratto. La navigazione fluviale sull'Eufrate è menzionata nei testi di Mari; evidentemente in questo periodo le navi da carico trasportavano prevalentemente cereali o altri prodotti agricoli 23.
* * *
Con questo siamo arrivati alla questione delle merci interessate dal commercio siriano. Troviamo delle indicazioni al riguardo non solo nei testi economici ma anche nelle iscrizioni storiche, cioè politiche, e nei testi letterarii. Fra le materie prime della Siria nel periodo del Bronzo ii posto più importante è occupato dal legname. Le prime testimonianze sull'uso di legname pregiato siriano al di fuori della Siria provengono dall'Egitto, e risalgono ai primi secoli del terzo millennio 24. A partire dalla seconda metà del terzo millennio sàppiamo che anche la Mesopotamia tentò di approfittare di questa ricchezza, ed i mercanti seguivano gli eserciti, o viceversa 25. Nella letteratura mesopotamica l'espansione del commercio mesopotamico fino alla costa mediterranea è rispecchiata anche nel ·fatto che il « monte dei cedri », menzionato nell'epopea di Gilgamd, era situato in Siria 26. In corrispondenza con lo spostamento del centro di gravità del commercio mesopotamico verso ovest TI
il monte tipico per il cedro diventa prima l'Amano e poi il Libano; sappia-
21 E. A. Speiser, JAOS 71 (1951) p. 257 S.; F. M. Tocci, RSO 35 (1960) p. 129 ss. 22 Si veda fra breve L M. Diakonoff, AoF IV. 23 Si veda particolarmente ARM XIII 35, ma anche ARM III 23-26 (fluitazione
del legname) e VS XVI 52 (P. Kraus, MVAG 36 p. 2), TCL XVIII 133 (E. Ebeling, MAOG 15 N. 133).
24 W. Helck, Be:debungen (1962) p. 28 ss. 25 Cf. - in modo riassuntivo - W. F. Leemans, Foreign Trade in tbe Old Baby
lonian Period (.Leiden 1960) p. 6 ss. 26 Cf. per esempio il frammento antico-babilonese pubblicato da Th. Bauer, JNES
16 (1957) .p. 254 ss. TI W. F. Leemans, Foreign Trade (1960) p. 116.
Condizioni ed effetti del commercio siriano nell'Età del Bronzo 209
mo che il Libano si presenta come il tipico monte dei cedri anche nel Vecchio Testamento 28. In Egitto il legname siriano veniva trasportato per mare, e il porto il più importante per le navi egiziane era Biblo 29. Quanto alla Mesopotamia del sud, il principe Gudea di Lagas mandava a prendere legname dalla Siria settentrionale servendosi dell'Eufrate come itinerario principale 30,
mentre un testo di Mari mostra che in quel periodo il legname del Libano veniva traspor,tato fino all'Eufrate vicino a Mari via Qatna/Mishrife '(ARM I 7).
Per quanto è. possibile identificare i legnami esportati dalla Siria,sappiamo che venivano forniti all'Egitto ed alla Mesopotamia alluvionale il cedro, il cipresso ed iiI bossolo, ma anche l'abete; servivano per la costruzione di palazzi, templi, carri e navi. Importanti erano anche i prodotti vegetali quali l'olio e la resina. Cedri sono attestati per l'Amano, il Libano e l'Antilibano, mentre il cipresso cresceva - secondo le fonti del periodo del Bronzo - suI.la montagna di Adalur e nel paese di Zalbi, da localizzare probabilmente fra Ugarit e l'Oronte 31. Il taglio di abeti nel Libano è raffigurato su un rilievo egiziano del tempo di Sethos I a Karnak dalla fine del XIV secolo 32.
Un'altra materia prima siriana che veniva esportata particolarmente nella Mesopotamia alluvionale, cioè Sumer e Babilonia, era ,Ja pietra. Sappiamo che il calcare del Libano e dell'Antilibano ed il basalto, noto prevalentemente dalla regione fra Aleppo e I:Iama, ad ovest di I:Iom~ ed a sud di Soueida'33, furono materiali ricercati dai principi mesopotamici fin da epoca molto antica. Gudea, principe di Lagas in Mesopotamia meridionale, mandava a prendere della pietra da1la Siria settentrionale, e un testo di Mari attesta che delle pietre preziose venivano trasportate dalla Siria settentrionale all'Eufrate (ARM V 13). Quanto alle pietre di gran valore menzionate come parte .del tributo di Azira, principe di Amurru nella Siria centrale, agli Ittiti 34, è un fatto conosciuto particolarmente dai testi assiri che il tributo comprendeva non solo del materialle proveniente dalla regione sottomessa ma anche dei prodotti stranieri mediati dal commercio internazionale. Qui ricordiamo anche
28 Cf. H. Klengel, Das Altertum 13 (1967) pp. 67-76, GS I lO e GS H 13, con riferimenti bibliografici. Un elenco del materiale si trova nel lavoro di J. P. Brown, The Lebanon and Phoenicia, I: The Physical Setting and the Forest (Beirut 1969) p. 140 ss.
29 Sull'importazione del legname siriano , in Egitto cf. W. Helck, Beziehungelt (1962) p. 395 ss.
30 Cf. es H p. 126 s. 31 Per la localizzazione di Zalhi si veda da ultimo GS Hl p. 5 con riferimenti
bibliografici. ~ 32 Cf. J. B. Pritchard, The Ancient Near East i11 Pictures (Princeton 1954) No. 331. 33 R. Wolfart, Syrien und Libanon. Beitrage zur regionalen Geologie der Erde
('Berlin 1967) Faltkarte 2. 34 H. Freydank, MIO 7 (1960) p. 367.
210 Horst KIengel
la presenza di lapislazzuli e di cornalina ad Ugarit come una merce importata in Asia Anteriore dall'Oriente 35.
Un posto di rilievo nel commercio siriano occupavano i prodotti agricoli . . E' necessario menzionare il vino, la cui produzione, particolarmente in Siria settentrionale, era - come mostrano le fonti cuneiformi - importante riguardo tanto alla sua quantità quanto alla sua qualità. H vino della Siria settentrionale era richiesto non solo nella Siria stessa ma anche in Mesopotamia, in Anatolia ed in Egitto. Sappiamo che il vino veniva trasportato per nave sull'Eufrate ed anche per mare via Ugarit. E' probabile che anche nel commercio interno della Siria il vino avesse un posto importante, ed oltre a ciò il vino era un regalo assai ben visto alle corti de1l'Asia Anteriore ed in Egitto 36.
Un altro prodotto .siriano erano i cereali, che vengono sovente menzionati nelle fonti del .periodo del Medio e Tardo Bronzo. Ma non è certo che i cereali fossero oggetto di un vero commercio perché in Mesopotamia, nell'Egitto ed anche nella Siria stessa il grano e l'orzo erano solitamente prodotti in quantità sufficiente. E' sicuro che i cereali siriani venivano esportati in altre regioni dell' Asia Anteriore, ma gli esportatori erano per lo più i re ed i principi di Siria. Su questo punto ritorneremo un po' più tardi. Qui è interessante il fatto che nelle fonti talvolta sono menzionate delle carestie provocate sia da una catastrofe naturale sia da un'avvenimento militare n. In questi casi i sovrani dei paesi non toccati dalla fame aiutavano i loro colleghi sul trono inviando dei cereali. Ma questo era piuttosto un gesto politico e diplomatico, o un impegno di vasallaggio, meno un atto di commercio 38. Dai testi del secondo millennio sappiamo che le regioni più adatte per la coltivazione di cereali erano situate in Siria settentrionale, particolarmente nei dintorni di Aleppo, ed in Siria centrale presso Qatna (non lontano dall'odierna I:Iom~. I cereali venivano trasportati dalla Siria del Nord in Anatolia at-
3S Cf. W. Helck, Beziehungen (1962) p. 407; M. L. Heltzer, Palestinski; Sbornik 19 (1969) p. 7 55.
36 li vino è menzionato di frequente nei testi di Ugarit; cf. per esempio RS 17.341 (PRU IV p. 161 55.) sulle vigne di ISiyannu (M. Liverani, Storia di Ugarit, p. 118 55.).
Sul trasporto di vino da Yambad a Mari via Emar cf. ARM VII 238, 257, .IX 9, 17, 33, XIII 126 etc. (GS I 11). Il testo KUB XV 1 (sogno della regina ittita) parla del vino proveniente da Mukis come della bevanda preferita della dea hurrita ijepat. Sulle vigne di Alalab cf. M. Dietrich-O. Llretz, UF 1 (1969) p. 37 ss., sul vino siriano in Egitto W. Helck, Beziehungen (1962) p. 414 s. Cf. anche VS XVI 52 e TCL XVIII 133 (v. nota 23) e W. F. Leemans, Foreign Trade (1960) p. 103 s., GS I p. 12.
n G. Dossin, Académie Royale de Belgique, Bulletin (1952) p. 235 (carestia a Mari); sulle carestie in Anatolia ittita cf. H. Klengel, AoF I (1974) pp. 165-174.
38 Le forme diverse del cambio non sempre si possono distinguere chiaramente, come ha mostrato M. Liverani, OA 11 (1972) .pp. 298-317, nel commercio del II millennio si trovano anche dei momenti irrazionali.
Condizioni ed effetti del commercio siriano nell'Età del Bronzo 211
traverso Ugarit ed Ura in Cilicia, in Babilonia - ed anche a Mari - attraverso Emar, l'importante porto sull'Eufrate 39, l'identità del quale con Meskene è oramai sicura anche grazie agli scavi archeologici «l. Il territorio di Ugarit era parimenti ricco di cereali, e costituiva una sicura base anche per il commercio di questa città. Sappiamo che durante il periodo classico, quando la Siria era dominata da Roma, l'agricoltura fu sviluppata anche nella zona desertica - o almeno in gran parte di questa regione. Allora l'agricoltura siriana raggiunse una estensione massima che si è ottenuta di nuovo soltanto nel secolo scorso 41. Quanto al periodo del Bronzo conosciamo solo dei luoghi come Tadmer/ Palmira e Nasala/Karyaten, sia dai testi sia - come nel caso di Palmira -dagli scavi. Finora non sono stati trovati altri centri abitati del deserto siriooo 42. Alcuni testi geroglifici e cuneiformi attestano l'esportazione dell'olio, particolarmente dell'olio d'oliva ma anche dell'olio estratto da alberi. Esistevano nella Siria dell'et·à del Bronzo delle città famose per il loro olio - come Ursu in Siria settentrionale e Tunip in Siria centrale. Come sembra l'olio siriano veniva esportato anche a Cipro particolarmente dal porto di Ugarit 43. Un altro prodotto agrario figurante nel commercio siriano era il miele, noto in Egitto almeno dati tempo dell' Antico Regno '".
Le condizioni naturali della Siria, specialmente nelle zone montuose e desertiche, hanno favorito l'allevamento del bestiame. Alcuni prodotti di questo settore dell'economia sono menzionati nei testi cuneiformi per la loro qualità assai buona. La lana e le stoffe erano oggetto del commercio siriano - tanto del commercio interno quanto di quello esterno 45. Il fatto che
39 Il testo RS >20.212 (Ugaritica V No. 33) menziona una quantità di cereali molto grande proveniente da Mukis, mentre ARM XIII 35 tratta un trasporto di cereali sull'Eufrate a Mari, cf. M. Birot, Syria 41 (1964) p. 25 ss. e A. L. Oppenheim, Letters Irom Mesopotamia (Chicago 1967) p. 98 e ARM XI 14 fa menzione di una fornitura di farina.
«l Una missione francese vi ha scoperto molte tavolette cuneiformi che menzionano anche la città di Emar; cf. per ora A. Bounni, Sauvegarde des antiquités du lac du barrage de l'Euphrate (-Damasco 1973) p. 12.
41 E. Wirth, Syrien (1971) p. 147 ss. 42 Cf. G. Buccellati, Archaeology 20 (1967) p. 305 s. e GS III 95 s. 43 W. F. Leemans, Foreign Trade (1960) p. 127; W. Helck, Beziehungen (1962)
p. 415 ss. Interessante sono anche i testi RS 20.168 (Ugaritica V No. >21), una lettera del re di Ugarit al re di Alasiya, e RS 18.42 (PRU V No. 95). Un documento in ugaritico concernente la distribuzione d'olio alla gente (mercanti?) di Cipro e dell'Egitto. Olio di Ursu è menzionato in due lettere antico-babilonesi: CT XXIX 1.3-14 (A. Ungnad, V AB ViNo. 226-7), ed in una serie lessicale (tIAR.RA = gubullu, cf. E. Ebeling, Or iNS 17 p. 141). Per l'olio di Tunip cf. ARM V 63 (GS II 79).
'" W. Helck, Beziehungen (1962) p. 28 55.; cf. anche ARM V 1.3, VilI 238 e 257. 45 RS 19.37 (PRU V No. 39), RS 19.62 (PRU V No. 52), RS 19.28 (PRU VI
No. 126); ARM V 1.3, VII >238, 251, IX 102 (cf. J. Bottéro, ARM VII p. 78). Il testo di Alalab * 358 probabilmente attesta un commercio di lana lungo una linea Arazik (sull'Eufrate) - Ala1ab - Ugarit.
212 Horst Klengel
la lana e le vesti fossero comprese nel tributo di Niqmadu, re di Ugarit, a Suppiluliuma di lJatti, fa credere che questi prodotti - e particolarmente quelli di colore purpureo o azzurro (come .il lapislazzuli) - erano richiesti anche in Anatolia, cioè in un paese dove l'allevamento di bestiame era ben sviluppato 46. Dal periodo del Medio e Tardo Bronzo sono noti anche i cavani; è probabile che la città di Karkemis fosse un centro del commercio di questi animali~. La Siria del Nord e - nell'età del Tardo Bronzo - il paese di Amurru erano delle regioni famose per i loro cavalli benché finora non sia sicuro che questi cavalli servissero anche come cavalcature. La cavalleria è nota solo dalle fonti neo-assire, cioè dai primi secoli del primo mHlennio, ma è probab~le che la tecnica del cavalcare fosse nota già nel periodo del Bronzo 48.
Le merci in transito erano costituite particolarmente dai metalli - come lo stagno ed il rame - e da articoli di lusso. Lo stagno proveniva da oriente, prevalentemente attraverso Assur, Mari o altri centri mesopotamici 49, mentre il rame veniva da ovest, particolarmente da Cipro, attraverso Ugarit so.
* * *
Avendo trattato delle merci più importanti che partivano dalla Siria o che attraversavano questa regione fra J'Eufrate e la costa del Mediterraneo, e delle condizioni del commercio siriano, passiamo ora ad un altro aspetto, l'aspetto sociale. E' chiaro che un commercio tanto sviluppato ha avuto una influenza decisiva sulla struttura sociale, contribuendo alla differenziazione tanto nella società degli stati siriani quanto fra le diverse regioni.
Abbiamo già visto che il commercio tra i paesi più sviluppati dell'Asia Anteriore e l'Egitto, l'Egeo, ma anche le regioni sul Golfo Persico e l'India, ha portato con sè il fiorire dei centri situati sulle più importanti vie carovaniere o marittime. Dal momento in cui l~ Siria fu compresa nel commercio dei
46 RS 17.227 e dupl. (PRU IV p. 40 ss.), cf. es II 343 e M. Dietrich - O. Loretz, WdO III/3 (1966) p. 220 ss. È verosimile che il valore della lana e degli abiti siriani in questo caso dipendesse dalla materia colorante usata ad Ugarit.
~ Cf. G. Dossin, RA 35 (1938) p. 120; E. F. Weidner, BiOr 9 (1952) p. 157 5S.;
A. SaIonen, Hippologica Accadica {Helsinki 1956); ].-R. Kupper, Les nomades en Mésopotamie au temps des rois de Mari (Paris 1957) p. 36; es I p. 11 S.
48 La questione dell'addomesticamento e dell'andare a cavallo è stata discussa nella recente letteratura scientifica; cf. da ultimo P. R. S. Moorey, Iraq 32 (1970) pp. 36-50 e H. KIengel, Zwischen Zelt und Palast (ILeipzig 1972) p. 155 ss.
49 Sul commercio dello stagno si veda di recente G. Dossin, RA 64 (1970) p. 97 ss. e A . .Malamat, lE! 21 (1971) p. 34; cf. anche W. F. Leemans, Foreign Trade (1960) p. 123 ss. e J. Bottéro, ARM VLI p. 336 ss. (§ 115, 117).
50 Cf. RS 18.119 (PRU V No. 56).
Condizioni ed effetti del commercio siriano nell'Età del Bronzo 213
paesi più progrediti dal punto di vista economico, più rapido si fece lo sviluppo di città quali Ugarit, Biblo, .AJeppo, Karkemis, Emar, Qatna ed altre. La ricchezza di alcune città siriane è documentata sia dai testi sia dal materiale archeologico. Ma si tratta solo di centri particolari, e sebbene finora manchi l'investigazione archeologica delle colonie rurali della Siria è chiaro che il commercio ha approfondito il contrasto fra la città e la campagna.
Il commercio ha stimolato lo sviluppo di un artigianato indipendente dai bisogni dei villaggi, concentrato nelle città dove vivevano i suoi committenti principali: il re o principe e l'aristocrazia legata al palazzo 51. Il commercio ha favorito la divisione sociale del lavoro ed ha intensificato la specilizzazione degli artigiani: per questo il commercio ha promosso la qualificazione dei produttori e degli strumenti. Ma questa situazione non ha creato un mercato interno in Siria di grande importanza: i villaggi restavano in sostanza autosufficienti. ed il commercio si presentava prevalentemente come un commercio di merci di lusso. Gli artigiani che la~oravano principalmente materie prime importate per mezzo del commercio erano per lo più alle dipendenze del palazzo e dei grandi santuarii. Analogamente i mercanti erano legati al palazzo; in particolare i testi di Ugarit attestano l'esistenza di mercanti reali che negoziavano su ordinazione del principe ma che avevano la possibilità dì ottenere anche un profitto proprio 52. Sappiamo che nel secondo millennio esisteva una classe sociale assai ricca, ed è probabile che il re di Ugarit desse delle concessioni commerciali ai mercanti, rinunciando a una parte del suo monopolio 53. Con questo sistema il re avrebbe tenuto conto di una tendenza di sviluppo sociale che mirava alla individualizzazione della proprietà e della produzione. L'accumulazione del capitale nelle mani dei commercianti conduceva alla formazione del capitale nel suo aspetto di capitale mercantile; questa forma di capitale ed iiI capitale usurario rappresentarono il primo gradino nello sviluppo del capitale, ed il capitale mercantile ha avuto degli effetti anche sulle condizioni sociali nella produzione agraria. I commercianti investivano il loro capitale prevalentemente in proprietà fondiarie o in terreni: questo fatto è noto anche per la Siria dell'età del Bronzo. E' interessante che i mercanti acquistassero degli immobili anche al di fuori
51 Si veda - per esempio - M. L. Heltzer, Palestinskij Sbornik 13 (1965) pp. 47-60, e in: M. Liverani (Ed.), La Siria nel Tardo Bronzo (-Roma 1969) p. 39. E' sicuro che i vasai di Ugarit, Biblo etc. lavoravano non solo per le esigenze locali; i vasi potevano servire anche per uso commerciale, come imballaggio; cf. anche W. Helck, Beziehungen (1962) p. 418 ss.
S2 M. L. Heltzer, Obscestvo drevnego Ugarita (Moskva 1968) p. 16 ss. Il lavoro di A. F. Rainey, A Sodal Structure 01 Ugarit (Jerusalem 1967), non mi è disponibile. Cf. anche sopra nota 18.
53 Cf. l'interpretazione di alcuni testi ugaritici da parte di M. C. Astour, JESHO 13 (1970) p. 1,21 s.
214 · Horst Klengd
de11oro territorio natale - per esempio i commercianti di Ura in Cilici a che comprarono dei terreni e campi ad Ugarit. Da ciò derivarono delle complicazioni con gli abitanti di Ugarit; il re di Ugarit intervenne ed il sovrano ittita promulgò un editto fissando un compromesso. L'accordo di ~attusi1i III re di :ijatti e Niqmepa re di Ugarit, un documento trovato a Ugarit, stabilisce che i mercanti di Ura possono soggiornare a Ugarit solo durante l'estate, e che durante l'inverno devono ritornarsene ne110ro paese. Ed è detto che essi non possono comprare « case e campi contro danaro» 54. Il particolare che, nel caso in cui un abitante di Ugarit loro debitore non sia in grado di restituire il danaro, egli e la sua famiglia siano consegnati ai mercanti di Ura, è estremamente interessante, perché questo documento attesta che il capitale mercantile talvolta serviva come capitale usuraio. Anche con questo mezzo iJ commercio ha contribuito alla differenziazione sociale ed alla espropriazione di una parte dei beni del popolo.
rI commercio ha avuto anche un influsso sulla disintegrazione della società nomade, cioè la società tribale al di fuori della società sedentaria, ma non isolata 55. Le vie carovaniere toccavano la regione desertica fra l'Eufrate e le pianure agricole della Siria, e attraversavano il territorio delle tribù nomadi: i nomadi, allevando delle pecore e degli asini in questa zona, partecipavano al commercio siriano. In tempi più recenti sappiamo che i beduini riscuotevano delle imposte; è sicuro che una parte del tributo pagato dagli Arabi ai re di Assiria nel primo millennio avanti Cristo proviene dalle carovane che attraversavano H territorio di queste tribù. I nomadi sia scortavano sia derubavano i commercianti in viaggio attraverso il loro territorio tribale, e prestavano la loro opera come guide di carovane o come mandriani; è verosimile che i nomadi vendessero asini per il trasporto delle merci. Per questo nelle tribù nomadi la struttura gentilizia si è disgregata; il commercio ha stimolato un processo economico e sociale al quale possiamo dare la designazione di « dalla tribù aUo stato» come che fu il titolo di un convegno tenuto a Roma presso l'Accademia Nazionale dei Lincei 56.
E' chiaro che lo sviluppo del commercio ebbe stretta relazione con l'affermarsi dell'argento come mezzo di scambio intermedio o come termine di paragone dei valori~. L'effetto di questa affermazione dell'argento è stata una mobilità più grande che ha stimolato e facilitato anche gli affari bancari - e, come conseguenza sociale - la formazione di un nuovo gruppo sociale.
* * *
54 RS 17.130 (PRU IV p. 103 55.), cf. M. Liverani, Storia di Ugarit (1962) p. 80 SS.;
GS II p. 369 s. 55 Si veda in genere H. Klengel, Zwischen Zelt und Palast (Leipzig 1972) p. 184 ss. 56 Dalla Tribù allo Stato, Roma, 13-16 aprile 1961 (Roma 1962); cf. particolar
mente il contributo di S. Moscati, pp. 55-65. ~ Cf. M. Liverani, OA 11 (1972) p. 307 ss.
Condizioni ed effetti del commercio siriano nell'Età del Bronzo 215
Riguardo agli effetti politici del commercio siriano si osserva come la concorrenza fra le città siriane abbia rinforzato il policentrismo. Vediamo un contrasto fra le città costiere, particolarmente fra Ugarit, Biblo, Tiro e Sidone, ma anche un contrasto fra il litorale e l'entroterra. Il primo contrasto ha trovato la sua espressione politica particolarmente nelle spedizioni militari o nella pirateria, come mostrano specialmente le ~ettere di Amarna. Il secondo contrasto è rispecchiato particolarmente nei rapporti diversi riguardo all'espansione delle grandi potenze. Le città commerciali sulla costa del Mediterraneo mostrano durante il periodo del Bronzo un orientamento economico e politico - ed anche, come vedremo, culturale - verso le regioni mediterranee, particolarmente l'Egitto e l'Egeo. Per questi centri siriani era importante che le vie carovaniere fossero sicure; e talvolta allo storico sembra che per queste città il problema di quale delle grandi potenze dominasse il paese interno fosse una questione di secondo ordine. Da ciò probabilmente deriva che la politica delle città commerciali della costa siriana non sempre era in linea con l'orientamento politico degli stati siriani dell'interno del paese - un fatto noto prevalentemente dalle città fenicie del primo millennio.
Abbiamo già menzionato il fatto che le vie carovaniere che attraversavano la Siria e la ricchezza delle città commerciali attrassero i conquistatori stranieri. Questa circostanza ha influito sulla evoluzione politica siriana. Dato che i nomadi ed i briganti della steppa assahavano spesso le carovane commerciali, i mercanti di solito viaggiavano a gruppi, come sappiamo anche da epoca più recente, e talvolta erano scortati da guerrieri. Oltre a ciò anche nel territorio dei principi siriani talvolta venivano uccisi dei mercanti stranieri, un fatto menzionato particolarmente nei testi di Ugarit 58. Notevole è un accordo tra IniteSub, re di Karkemis, ed il re di Ugar1t per regolare i risarcimenti da pagare nel caso che mercanti di Karkemis fossero uccisi in territorio ugaritico o in territorio di Karkemis 59. Per le parti contraenti l'uccisione di questi mercanti era particolarmente importante perché si trattava degli agenti commerciali del re, non di persone private.
In questo contesto è opportuno menzionare anche il blocco commerciale che fa parte del trattato tra Tutbaliya, re di ij:atti, e Sausgamuwa, re di
58 Cf. RS 17.229 (PRU IV p. 106); RS 17.146 (PRU IV p. 154 ss.); RS 18.115 (PRU IV p. 158 ss.); RS 17.158 (PRU ,IV p. 169 ss.), di cui è parallelo RS 17.42 (PRU IV p. 171 s.); RS 17.145 (PRU IV p. 172 s.); RS 17.252 (PRU IV p. 232 ss.); cf. anche RS 17.234 (PRU IV p. 173 s.) concernente l'uccisione di gente di Satega a Ugarit.
59 RS 18.115 (PRU IV p. 158 ss.), cf. M. Liverani, Storia di Ugarit (1962) p. 112 ss.
216 Horst Klengel
Amurru, nella Siria centraJ.e 60. Nella quarta colonna di questo testo è detto che nel caso di un conflitto tra il re di tfatti ed -il re di Assiria il principe di Amurru è obbligato a impedire che un mercante di Amurru parta per l'Assiria, o viceversa. E' anche detto che un mercante del re di Assiria non possa passare per Amurru, evidentemente in direzione della costa del Mediterraneo. Se alla fine di questa colonna è detto in contesto corrotto che a nessuna nave di Abbiyawa sia permesso di andare a lui (sciI. dal re d'Assiria), possiamo credere che si tratti di un blocco del commercio tra il mondo egeo e l'Assiria attraverso Amurru ed i suoi porti. Sull'effetto di questo blocco non sappiamo nulla; è possibile però che questo divieto non sia stato rispettato.
Il commercio siriano non ha avuto degli effetti positivi per una unificazione del paese. A quanto pare, esistevano degli accordi tra le diverse città lungo le principali vie carovaniere - per esempio tra Mari sull'Eufrate e Qatna, nella Siria centrale, ma manèava un sostanziale mercato interno. La produzione di merci da esportare si sviluppò solo in determinati centri del paese, particolarmente nei centri commerciali, e si è già visto che l'orientamento economico dei diversi centri siriani non era lo stesso.
* * * Il commercio siriano ebbe anche un'effetto culturale e questo è un ar
gomento trattato già in molte altre sedi. La Siria si presentava come un crocicchio di influenze culturali .provenienti da regioni diverse, e sicuramente le vie di queste influenze coincidevano con le vie commerciali, marittime o terrestri. ,La Siria ha accolto queste influenze e le ha integrate nella sua cultura, particolarmente nella cultura di corte. Ma la Siria ha anche mediato questi influssi ed elementi culturali sia per il mondo Mediterraneo sia per l'Asia Anteriore.
Gli scavi archeologici nei centri siriani del Medio e Tardo Bronzo hanno attestato con ogni chiarezza dei contatti culturali tra la Siria e le regioni dell'Egeo, e viceversa 61. Sappiamo che l'espansione egea in direzione all'Asia Anteriore iniziò già nel periodo mediominoico, cioè sino dalla fine del terzo millennio. A Ugarit si era formata una colonia commerciale di mercanti dell'Egeo, e nelle tombe della città portuale di Ugarit sono stati scoperti molti esempi di una ceramica del tipo « Kamares ». Tipici di questa influenza egea
60 C. Kiihne - H. Otten, Der Sausgamuwa-Vertrag (StBoT 16, 1971). 61 Su questo problema esiste una letteratura scientifica assai estesa. Si veda da
ultimo - con riferimenti bibliografici - F. Schachermeyr, iigiiis und Oriento Die iiberseeischen Kulturbeziehungen von Kreta und Mykenai mit iigypten, der Levante und Kleinasien unter besonderer Beriicksichtigung des 2. ]ahrtausends v. Chr. (Wien 1967), e la letteratura menzionata da H. KIengel, Helikon 5 (Napoli 1965) p. 591 sS.
Condizioni ed effetti del commercio siriano nell'Età del Bronzo 217
sul litorrue siriano sono anche alcuni idoli, armi ed una lampada di marmo rosso scoperta ad Alalab - probabilmente di produzione locale influenzata da Creta. E' evidente che per questo contatto tra l'Egeo e la Siria l'isola di Cipro servi <:ome stazione intermedia. Un effetto del commercio siriano è visibile anche nell'architettura dei palazzi e delle tombe di alcuni centri commerciali della Siria settentrionale; non possiamo escludere che architetti provenienti dall'Egeo abbiamo lavorato in Siria. I testi mitologici di Ugarit hanno mostrato che .il dio Kosar, esperto in tutte le ard, aveva la funzione di architetto per le altre divinità; si tratta probabilmente di un riflesso mitico di questa situazione. Il primo palazzo scoperto ad Alalab mostra - per esempio -una certa somiglianza con i palazzi di Creta, e gli affreschi del XV secolo di una casa privata ad Alalab somigliano a quelli trovati nel palazzo di Cnosso. L'influsso di Creta e Micene è attestato anche in oggetti d'oro e d'avorio, particolarmente in esemplari trovati ad Ugarit; viceversa possiamo supporre che l'avorio grezzo venisse esportato dalla Siria verso i paesi dell'Egeo. Sappiamo infatti, che nel periodo del Bronzo si trovavano elefanti anche in Siria, particolarmente nella valle dell'Oronte 62. Negli archivi di Ugarit sono stati trovati inoltre dei testi in scrittura cipro-minoica 63, ed i testi religiosi e mitologici in ugaritico attestano molte relazioni tra l'Egeo e la Siria. Come si vede la Siria, specialmente Ugarit ed Alalab, partecipava di una cultura mediterranea; è verosimile che le basi per questa situazione siano state poste già nel terzo millennio, cioè nel periodo del Bronzo Antico.
Ma un'analisi del materiale archeologico scoperto negli scavi delle città siriane mostra chiaramente che l'influsso più evidente sulla cultura di Siria nell'età del Bronzo proveniva dall'Egitto. Sono stati ritrovati infatti in Siria molti oggetti di provenienza egiziana, non solo nelle città della costa ma anche nei centri dell'interno 64. Ed è evidente che si tratta non solo di importazioni ma anche di una produzione siriana di stile egiziano. La causa di questa influenza assai forte non è stata una dominazione militare dell'Egitto in Siria; la parte più importante dei monumenti egiziani in Siria risale al Medio Regno - ma sappiamo che in questo tempo la Siria non faceva parte di un impero egiziano, sebbene sia sicuro che l'influenza economica e culturale presupponesse anche un'influenza politica, particolarmente sul litorale. Non
62 Si vedano le relazioni egiziane sulle caccie di elefanti nd paese di Niya, d. GS II p. 61 s. Ad Ala1ab è stato trovato un deposito d'avorio, d . L. Woolley, Alalakh (Oxford 1955) p. 288 ss. Sebbene gli annali di Thutmosi III e l'autobiografia di Amenemhab menzionino un gruppo di 120 elefanti è verosimile che la quantità d'avorio «prodotta» in Siria non fosse tanto grande da servire come base di un commercio importante.
63 Si veda da ultimo - con riferimenti bibliografici - O. Masson, Ugaritica VI (1969) pp. 379-392.
64 Cf. W. Helck, Beziehungen (1962) p. 69 55., e GS II p. 117 ss.
,I
218 Condizioni ed effetti del commercio siriano nell'Età del Bronzo
è certamente un caso che ti. monumenti egiziani trovati in Sir.ia siano prevalentemente statue di faraoni e sfingi, che simboleggiano il potere e l'autorità del re egiziano. In questo contesto bisogna osservare che questa influenza egiziana, basata prevalentemente sul commercio - se tale si può definire lo sfruttamento economico, cioè della materia prima di un paese - era concentrato nelle corti dei prindpi siriani. Il principe era il vero partner, l'oggetto della propaganda economica, culturale e politica egiziana, ed il materiale archeologico ha attestato che i principi siriani - come quelli di Ugarit e di Biblo - hanno integrato gli elementi della cultura egiziana nell'arte cortigiana. Ma è interessante notare che non possiamo ritrovare questa influenza nella letteratura siriana - rappresentata dai poemi epici e mitici di Ugarit -una tradizione evidentemente sviluppatasi nella Siria stessa. Ed oltre a ciò è interessante che le figurine di terracotta scoperte - per esempio - ad Alalab, mostrano un tipo « siriano» con una certa inHuenza mesopotamica 65.
Per questa ragione è necessario distinguere - considerando la cultura siriana e le influenze straniere - fra la cultura di corte o ufficiale e la cultura popolare.
Riguardo all'influenza mesopotamica è difficile distinguere tra l'elemento siriano, cioè autoctono, e l'elemento esterno, cioè mesopotam:co, particola.rmente -per .la Media Età del Bronzo, quando tanto in Mesopotamia quanto in Siria l'elemento etnico degli Amorrei era di grande importanza. Ma è ve· rosimile che la tecnica metallurgica, >ben sviluppata nella Siria e particolar. mente ad Ugarit e Biblo, si sia svluppata sotto l'influenza della metallurgia mesopotamica o di queLla transcaucasica - mediata dalle città commerciali della Mesopotamia settentrionale. Alcuni studiosi mettono in connessione la metallurgia :siriana con i cosidetti « porteurs de torques» raffigurati da statuette che portano una collana di tipo particolare 66.
Quanto all'influenza ittita è. interessante notare che essa fu assai limi· tata sebbene gli Ittiti dominassero la parte più grande della Siria nel periodo del Tardo Bronzo. Per altro nel settore economico e specialmente commerdale, l'Anatolia non ha avuto molta importanza per la Siria; ,elementi ittiti in Siria si riscontrano solo nella sfera ufficiale, cioè politica. Viceversa l'influenza culturale proveniente daLla Siria, o da essa mediata, sull'Anatolia e sulla cultura ittita, è stata senz'altro più grande.
Abbiamo trattato degli effeui economici, sociali, polhici e culturali del commercio siriano; concludendo >bisogna menzionare anche le implicazioni di carattere etnico. Non possiamo dire che la varietà della popolazione in Siria sia stata un effetto immediato del commercio. Ma è sicuro che.il commercio ha stimolato ed anche facilitato la tendenza di gruppi stranieri a stabilirsi in
65 L. Woolley, Alalakh (1955) p. 244 55.
66 Cf. a. F.-A. Schaeffer, Ugaritica II (1949) p. 49 S5.
Horst Klenge1 219
Siria; l'esempio più noto è Ugarit con i suoi quartieri di mercanti stranieri. E' probabile che nel caso di una interruzione del commercio non sempre tutti i mercanti e le loro famiglie abbandonassero la regione.
Questo schizzo dell'argomento non ha esaurito tutte le possibilità offerte dal tema. Del resto la pubblicazione del materiale archeologico ed epigrafico siriano porta continuamente nuove testimonianze. Per questa ragione questo contributo vuoI essere solamente di carattere interlocutorio - e forse anche un suggerimento per una ricerca più profonda.