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1 LA III DECLINAZIONE LATINA La tradizione scolastica della didattica della lingua latina, che si richiama alla trattatistica grammaticale antica, distingue tutti i nomina e i verba rispettivamente in 5 declinazioni e in 4 coniugazioni, concetti questi che sono da attribuire alla nomenclatura della grammmatica empirica e descrittiva. Può essere addotta a questo riguardo, come esempio su tutte, l'Ars grammatica di Carisio (fine sec. IV): Ordines omnium nominum, qui quidem ratione et observatione inveniuntur, numero sunt quattuor vel, ut quibusdam placet, quinque (Char. 16, 1 Barwick) 1 . Dopo le acquisizioni della linguistica comparativa, lo studio delle strutture morfologiche del latino, non più condotto su basi empiriche ma secondo una prospettiva storicistica, impone che alla oramai obsoleta presentazione del patrimonio lessicale del latino secondo le categorie della declinazione e della coniugazione debba essere più correttamente sostituita quella conforme alla distinzione in temi, atteso che questa parte della parola, nota altresì come radicale, è quella forma che funge da base all'intera flessione, sia nominale sia verbale. Sebbene nelle varie declinazioni latine questo elemento distintivo abbia avuto a fondersi molto spesso con la desinenza (cfr. ad es. puellis, dat./abl. plur. dei temi in -a, ove l'elemento tematico non è più discernibile: da *puell-a-is > puelle-is, con monottongo del dittongo ei) 2 , tuttavia il solo caso che ci consenta di individuare immediatamente la vocale tematica è il gen. plur. di tutti gli ordines nominali: I puella-rum (*puella-som >*puella-rom >puella-rum), tema in -a. II domino-rum (*domino-som etc.), tema in -o/e 3 . III puppi-um, tema in -i. III consul-um, tema in consonante. IV fructu-um, tema in -u. V die-rum (*die-som etc.), tema in -e. Dal prospetto qui sopra delineato si ricava che la cosidetta III declinazione comprende due temi principali, in -i e in consonante (per i pochi altri cfr. più avanti), che hanno identica la desinenza del gen. plur. (-um da -om). Nella manualistica scolastica, invece, sono impropriamente distinti due genitivi plurali, uno in -um e l'altro in -ium, assegnati rispettivamente alle due categorie degli 'imparisillabi' e dei 'parisillabi', annosa distinzione che si trova attestata già nelle Institutiones grammaticae di Prisciano, professore di latino a Costantinopoli (inizio sec. VI). Questa regoletta empirica, inizialmente escogitata per ragioni 1 Per quanto concerne le coniugationes, rinvio alle pp. 470 ss. dell'ed. del Barwick. 2 La fase intermedia è documentata epigraficamente: cfr. CIL I, 364 soueis = suis. 3 Questa vocale tematica, soggetta ad apofonia vocalica qualitativa, ricorre soltanto nel vocativo di alcuni sostantivi di questa classe nominale (lupe, domine etc.).

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LA III DECLINAZIONE LATINA

La tradizione scolastica della didattica della lingua latina, che si richiama alla

trattatistica grammaticale antica, distingue tutti i nomina e i verba rispettivamente in 5

declinazioni e in 4 coniugazioni, concetti questi che sono da attribuire alla nomenclatura della

grammmatica empirica e descrittiva. Può essere addotta a questo riguardo, come esempio su

tutte, l'Ars grammatica di Carisio (fine sec. IV): Ordines omnium nominum, qui quidem ratione et observatione inveniuntur, numero sunt quattuor vel, ut quibusdam placet, quinque (Char. 16, 1 Barwick)1.

Dopo le acquisizioni della linguistica comparativa, lo studio delle strutture

morfologiche del latino, non più condotto su basi empiriche ma secondo una prospettiva

storicistica, impone che alla oramai obsoleta presentazione del patrimonio lessicale del latino

secondo le categorie della declinazione e della coniugazione debba essere più correttamente

sostituita quella conforme alla distinzione in temi, atteso che questa parte della parola, nota

altresì come radicale, è quella forma che funge da base all'intera flessione, sia nominale sia

verbale. Sebbene nelle varie declinazioni latine questo elemento distintivo abbia avuto a

fondersi molto spesso con la desinenza (cfr. ad es. puellis, dat./abl. plur. dei temi in -a, ove

l'elemento tematico non è più discernibile: da *puell-a-is > puelle-is, con monottongo del

dittongo ei)2, tuttavia il solo caso che ci consenta di individuare immediatamente la vocale

tematica è il gen. plur. di tutti gli ordines nominali:

I puella-rum (*puella-som >*puella-rom >puella-rum), tema in -a.

II domino-rum (*domino-som etc.), tema in -o/e3.

III puppi-um, tema in -i.

III consul-um, tema in consonante.

IV fructu-um, tema in -u.

V die-rum (*die-som etc.), tema in -e.

Dal prospetto qui sopra delineato si ricava che la cosidetta III declinazione comprende

due temi principali, in -i e in consonante (per i pochi altri cfr. più avanti), che hanno identica

la desinenza del gen. plur. (-um da -om). Nella manualistica scolastica, invece, sono

impropriamente distinti due genitivi plurali, uno in -um e l'altro in -ium, assegnati

rispettivamente alle due categorie degli 'imparisillabi' e dei 'parisillabi', annosa distinzione che

si trova attestata già nelle Institutiones grammaticae di Prisciano, professore di latino a

Costantinopoli (inizio sec. VI). Questa regoletta empirica, inizialmente escogitata per ragioni

1 Per quanto concerne le coniugationes, rinvio alle pp. 470 ss. dell'ed. del Barwick. 2 La fase intermedia è documentata epigraficamente: cfr. CIL I, 364 soueis = suis. 3 Questa vocale tematica, soggetta ad apofonia vocalica qualitativa, ricorre soltanto nel vocativo di alcuni sostantivi di questa classe nominale (lupe, domine etc.).

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di comodità didattica, ma oggi del tutto obsoleta in seguito ai progressi della linguistica

storica, si fonda sulla evidente costatazione che i temi in -i annoverano, in grandissima parte,

il medesimo numero di sillabe sia nel nom. sia nel gen. (civis civis, vulpes vulpis), mentre i

temi in consonante, sia quelli che formano il nom. con il segnacaso -s (nom. sigmatico) sia

quelli che lo formano senza tale desinenza (nom. asigmatico), fanno registrare una sillaba in

più nel gen. (*reg-s > rex regis, pleb-s plebis, *milet-s >miles militis, consul consulis).

A complicare non poco le cose -tanto che la grammatica descrittiva si è vista

inevitabilmente costretta a dare vita ad una vera e propria proliferazione di 'eccezioni'- hanno

contribuito alcuni fenomeni fonetici, come la sincope e l'apocope, verificatisi via via nella

evoluzione storica e, soggiungerei, biologica della lingua latina; in seguito a questi fatti di

natura fonetica, alcuni fra i temi in -i, fisiologicamente coincidenti con la categoria dei

parisillabi, si sono trasformati, dopo la scomparsa di essa vocale tematica, in imparisillabi,

confluendo, almeno apparentemente, nel sistema dei temi in consonante. In tal modo è

germogliata una categoria di nomi, designati a declinazione mista, che nel singolare seguono

la declinazione dei temi consonantici, mentre nel plurale recano evidenti tracce della loro

originaria appartenenza alla categoria dei temi in -i. Per ragioni di chiarezza ho distribuito in

tre gruppi questi nomi:

1. Neutri in -al e -ar, che hanno perduto la vocale tematica per effetto dell'apocope (da

nom. *animali > *animale > animal, gen. animalis, ma abl. sing. animali, gen. plur.

animali-um, casi diretti del plur. animali-a; e analogamente da nom. *calcari > *calcare >

calcar, gen. calcaris, ma abl. sing. calcari, gen. plur. calcari-um, casi diretti del plur. calcari-

a).

2. Aggettivi, quasi sempre sostantivati in -as, tipo nostras (da *nostrati-s >

*nostrat(i)-s > *nostrat-s > *nostrass > nostras) e in -is, tipo Samnis (da *Samniti-s >

Samnit(i)-s > *Samnits > *Samniss > Samnis): gen. sing. nostratis e Samnitis, gen. plur.

nostrati-um, Samniti-um.

3. Temi monosillabici, come ars artis, pars partis, mons montis etc., nei quali la

originaria vocale tematica è caduta per effetto della sincope (così ad es. da *arti-s > *art(i)-s

> *art-s > *arss > ars; gen. plur. arti-um). Similmente alcuni altri monosillabi, come dens

dentis, mas maris, mus muris, che sono in realtà temi consonantici, hanno formato, per

effetto della spinta analogica, forza operante in ogni lingua, il gen. plur. dentium, marium,

murium.

Da queste osservazioni preliminari si evince che la terza declinazione latina si presenta

come l'assetto più complesso, in quanto in essa figurano riuniti tutti i temi in consonante, i

temi in vocale -i, due temi in vocale -u a quantità lunga (grus; sus ), due temi in dittongo -ou

(bos; Iuppiter ). I temi in consonante, a seconda della natura di questo elemento tematico, si

distinguono in:

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a) temi in consonante muta: bilabiali (-p; -b); dentali (-t; -d); velari (-c; -g);

b) temi in sibilante;

c) temi in liquida: -l; -r, rispettivamente laterale e vibrante;

d) temi in nasale: -m; -n, rispettivamente bilabiale e dentale.

Originariamente, vale a dire nel periodo che da qualcuno è fatto coincidere con la

cosiddetta fase dell'italico comune (a. 1000 a. C. circa), i temi in consonante avevano una

declinazione distinta da quella dei temi in vocale -i, come risulta dalle differenze esibite da

alcuni casi: nom. sing. rex / puppis; acc. sing. regem / puppim; abl. sing. rege / puppi (da

*puppi-d); acc. plur. reges / puppis. Ma successivamente l'azione analogica ha finito con il

produrre alcuni livellamenti, in seguito ai quali la categoria dei temi in vocale, meno

numerosa di quella dei temi in consonante, ne ha subito inevitabilmente l'influsso. Questo è

pertanto il prospetto delle desinenze in età storica:

Maschili e femminili Maschili e femminili Neutri Neutri

singolare plurale singolare plurale

Nom: -s / desin. 0 Nom.: -es Nom.: desin. 0 Nom.: -a

Gen.: -is Gen. -um Gen.: -is Gen.: -um

Dat.: -i Dat.: -bus Dat.: -i Dat.: -bus

Acc.: -em / -i-m Acc.: -es / -is Acc. = Nom. Acc.: -a

Voc. = Nom Voc. = Nom. Voc. =Nom. Voc.: -a

Abl.: -e / -i Abl.: -bus Abl.: -e / -i Abl.: -bus

Esaminiamo brevemente il prospetto delle desinenze qui sopra rappresentato:

a) Singolare:

Il nominativo di tutti i nomi maschili e femminili può essere, nel sistema della

declinazione latina, asigmatico (puella4, flos, consul, orator) o sigmatico (lupu-s, pleb-s,

rex (< *reg-s), virtus (< *virtut-s), colli-s, fructu-s, die-s). I neutri hanno il nominativo

uguale al puro tema (caput, cor, corpus, marmor, mel, flumen, mare, animal, calcar)5.

Il genitivo usciva in ie. in -es-, che alternava apofoneticamente con l'uscita -os6, e

questa desinenza era comune ai temi in consonante, a quelli in dittongo e a quelli in vocale

lunga (-i ed -u). Successivamente questa desinenza -es si è ridotta ad -is, estendendosi

analogicamente anche ai temi in -i breve.

4 Da Paulus ex Festo sono documentati gli arcaici nominativi sigmatici maschili hosticapa-s (= hostium captor) e paricida-s. 5 Nella II decl. il nom. neutro sing. si forma con l'aggiunta di -m al tema (*bello-m > bellum), mentre nella IV è uguale al puro tema (cfr. gelu, cornu, genu). 6 E' da osservare che nelle epigrafi, in seguito al solito oscuramento della o breve finale in sillaba chiusa, sono documentate le forme nominus, regus, Venerus, Caesarus.

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Per quanto concerne il dativo, tanto nei temi in consonante quanto in quelli in vocale

la desinenza -i, a quantità lunga, presuppone il dittongo -ei (cfr. nel Cippo del Foro la forma

recei, interpretato comunemente come l'antecedente fonetico di regi).

La desinenza dell'accusativo latino sia nel singolare sia, come vedremo tra breve, nel

plurale è la bilabiale -m (cfr. le altre formazioni tematiche: rosa-m. lupo-m > lupu-m.

fructu-m. die-m): nei temi in consonante questa assumeva in ie. il valore di una sonante (=

m), che in latino aveva il suo regolare svolgimento nell'esito -em (cfr. *ped-m > ped-em),

mentre in greco essa sviluppava la vocale alpha (*pod-m > povda). Nei temi in -i la -m si

aggiungeva al tema vocalico conservando il suo valore di consonante (puppi-m).

Per quanto concerne la terminazione ablativale -i, a quantità lunga e propria dei temi

in vocale -i, essa è una forma ridotta di un originario -id, sporadicamente attestato in qualche

iscrizione arcaica (cfr. CIL I2, 401 in hocce loucarid "in questo boschetto"). I temi

consonantici presentano come desinenza -e, che continuava le desinenze ie. del locativo,

caratterizzato da -i breve, e dello strumentale (-e).

b) Plurale:

La desinenza originaria del nominativo dei temi in consonante era -es, con vocale

breve, come in greco (cfr. povde" "piedi"); ma essi hanno generalizzato una desinenza -es

con vocale lunga, propria dei temi in -i. A tale terminazione si perviene attraverso i seguenti

passaggi: *ei-es > *ees (caduta della -i- consonantica in posizione intervocalica) > -es

(contrazione delle vocali del medesimo timbro): così *pupp-ei-es > *puppees > puppes.

In ie. la desinenza del genitivo era -om con la vocale lunga. In latino essa si è

dapprima abbreviata per poi passare ad -um. Questa in sintesi l'intera vicenda fonetica: *-om

> -om7 > -um8.

In ie. la desinenza del dativo ed ablativo era *bhos, passato poi in latino a -bos, con la

vocale breve, e quindi a -bus. Nei temi in vocale questa terminazione fu aggiunta al tema,

donde civi-bus. Questo elemento tematico, per evidenti ragioni eufoniche, fu esteso

analogicamente ai temi in consonante, donde reg-i-bus, consul-i-bus.

In tutte le categorie nominali l'accusativo plurale era caratterizzato dalla terminazione

-ns (<*-ms, ove la nasale bilabiale è da intendere come desinenza generalizzata

dell'accusativo e la spirante come desinenza del plurale). Nei temi in consonante si è prodotto

la seguente evoluzione fonetica: *reg-ms > *reg-ns > * reg-ens (con sviluppo della sonante)

> reg-es (conformemente alla tendenza, vitale già in età preletteraria, ad eliminare la nasale

dentale davanti alla spirante con conseguente allungamento per compenso della vocale che

precede).

7 Per quanto concerne tale abbreviamento, si ricordi che in latino una vocale originariamente lunga diventa breve se viene a trovarsi in fine di parola prima delle consonanti r, l, t, m. 8 A proposito di questo esito si ricordi che o breve, finale di parola e in sillaba chiusa, si oscura.

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Per quanto concerne i temi in -i, questi sono i passaggi: *puppi-ms > *puppi-ns >

puppis (con allungamento per compenso della vocale finale. La forma dell'acc. plurale

puppis alternò, per tutta l'età repubblicana e fino all'età augustea, con la forma puppes,

analogica dei temi in consonante9. N. B.: I SOSTANTIVI, CHE NEGLI ELENCHI SOTTO RIPRODOTTE SONO PRECEDUTI DA DUE

ASTERISCHI, ERANO ORIGINARIAMENTE TEMI IN -I BREVE.

I. TEMI IN MUTA.

1. TEMI IN BILABIALE: sorda (-p ) e sonora (-b ). Questa categoria morfologica comprende soltanto nomi maschili e femminili, che formano il nominativo con l'aggiunta della desinenza -s. Alcuni dei sostantivi sotto elencati presentano quantità breve della -e - pretematica: questo elemento, venendosi poi a trovare in sillaba interna di parola per effetto della flessione, subisce una degradazione vocalica del tipo -e > -i: adeps-adipis).

a. Bilabiale sorda: adeps, adipis: grasso, adipe; auceps, aucupis: uccellatore; conops, conopis: zanzara; daps, dapis: vivanda, banchetto, mensa imbandita; epops, epopis: upupa; forceps, forcipis: tenaglia (del fabbro); gryps, grypis: grifone (uccello favoloso con quattro piedi); inops, inopis: indigente. manceps, mancipis: compratore, imprenditore, appaltatore; municeps, municipis: cittadino di un municipio; ops, opis: risorsa, forza, potere; al plur. forze militari, truppe, esercito; particeps, participis: partecipe, partecipante, complice, compagno; princeps, principis: il primo, principe. **stirps, stirpis (cfr. nom. stirpis in Liv. 1, 1, 11; 26, 13, 16): stirpe, discendenza,.

N. B. SONO ALTRESÌ DA SEGNALARE I DUE AGGETTIVI ( con degradazione vocalica) anceps / ancipitis (incerto, indeciso) e praeceps / praecipitis (impetuoso, rapido), CHE

FIGURANO TRA I TEMI IN LABIALE NEL NOMINATIVO E VOCATIVO SING., MENTRE IN TUTTI

GLI ALTRI CASI ESIBISCONO UN AMPLIAMENTO DEL TEMA CON L'INFISSO -IT, SEGUENDO IN

TAL MODO LA DECLINAZIONE DEI TEMI IN DENTALE (ancip-it-is, praecip-it-is).

b. Bilabiale sonora: caelebs, caelibis: celibe, non ammogliato; chalybs, chalybis: acciaio;

9 A questo riguardo è da ricordare che Gellio, cercando di spiegare la presenza di queste due forme in Virgilio, ne riconduce le motivazioni a ragioni eufoniche: cfr. 13, 21, 3 diversis in locis urbis et urbes dixit (sogg.: Vergilius), arbitrio consilioque usus auris. La formula solenne ob civis servatos, riprodotta nella legenda delle monete di età augustea, in età tiberiana sarà documentata nella forma ob cives servatos.

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plebs, plebis: plebe; trabs, trabis: trave; **urbs, urbis: città.

2. TEMI IN DENTALE: sorda (-t ), sonora (-d ), -nt. Sono in larghissima parte maschili e femminili con nominativo sigmatico. L'aggiunta della desinenza -s al tema produce il fenomeno fonetico dell'assimilazione regressiva e quindi quello della semplificazione della geminata, per cui *virtut-s > *virtus-s > virtus ). I sostantivi neutri sono soltanto tre ed il loro nom. sing. è identico al tema puro, purché sia consentito dalle norme disciplinanti le consonanti finali di parola: - caput, capitis (nom.= tema): il sost. esibisce degradazione vocalica del tipo -u > -i ; - cor, cordis: tema cord, ma nom. cor;. - lac, lactis: tema lact, ma nom. lac; Questa categoria morfologica, più numerosa della precedente, comprende: a. Temi in dentale sorda con degradazione di alternanza (-e > -i ): ales, alitis: alato, uccello; ames, amitis: stanga, staggio; antistes, antistitis: sovrintendente, ispettore, sacerdote del tempio; caeles, caelitis: celeste, dio; caespes, caespitis: zolla erbosa, cespuglio; comes, comitis: compagno; dives, divitis: ricco; eques, equitis: cavaliere; fomes, fomitis: alimento (del fuoco), fomite, esca; gurges, gurgitis: vortice, gorgo, onda; hospes, hospitis: ospite, oste, straniero, forestiero; interstes, interstitis: intermediario limes, limitis: limite, termine, confine; miles, militis: soldato; pedes, peditis: fante; praestes, praestitis: protettore, custode; satelles, satellitis: guardia del corpo, satellite; sospes, sospitis: sano e salvo, illeso; stipes, stipitis: tronco, fusto, palo; trames, tramitis: sentiero, viottolo, scorciatoia; veles, velitis: soldato armato alla leggera.

b. Temi in dentale sorda senza degradazione di alternanza, di cui alcuni (cfr. abies, aries paries )presentano oscillazione quantitativa dell'elemento pretematico (e / e): abies, abietis: abete; aries, arietis: ariete; hebes, hebetis: ottuso, ebete; impes, impetis: slancio, impeto violento;

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interpres, interpretis: interprete; paries, parietis: parete, quies, quietis: riposo, sonno; seges, segetis: messe, raccolto; teges, tegetis: coperta, stuoia. c. In questa categoria morfologica confluiscono numerosi sostantivi formati con il suffisso -tat, largamente produttivo di astratti nominali di genere femminile: (es. *absurdi-tat-s > *absurditas-s > absurditas). Cfr. ancora:acerbitas, activitas, adversitas, aequabilitas, aequitas, aestas, aetas, aeternitas, affinitas, agilitas, alacritas, amabilitas, ambiguitas, amoenitas, animositas, antiquitas, anxietas, ariditas, asperitas, atrocitas, auctoritas, austeritas, aviditas, brevitas civitas, communitas, crudelitas, cupiditas, curiositas, dignitas, egestas, societas, varietas, veritas etc. Un manipolo di nomi, anch'essi di genere femminile, è formato con il suffisso -tut: - iuventus: gioventù; - senectus: vecchiaia; - servitus: servitù, schiavitù; - virtus: virtù, valore. d. Va inoltre ricordato il suffisso -nt, impiegato soprattutto per la formazione del participio presente (es. *ama-nt-s > *amans-s >amans, gen. amant-is) e di pochi altri nomi. adamas, adamantis: acciaio; bidens, bidentis: bidente, marra; animale con due ordini di denti, pecora; cliens, clientis: cliente; elephas, elephantis: elefante; **fons, fontis: fonte. Questo sost. in latino è di genere maschile. **frons, frontis: fronte; **gens, gentis: gente, popolo; gigas, gigantis: gigante; lens, lentis: lenticchia; **mens, mentis: mente; **mons, montis: monte; oriens, orientis: oriente; parens, parentis: genitore, padre; **pons, pontis: ponte; potens, potentis: potente; praesens, praesentis: presente; quadrans, quadrantis: quadrante; sapiens, sapientis: saggio, sapiente; serpens, serpentis: serpente; sons, sontis: colpevole; torrens, torrentis: torrente; tridens, tridentis: tridente. e. Altri temi in dentale: a) sorda:

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abbas, abbatis: abate; anas, anatis: anatra **ars, artis: arte; **cohors, cohortis: coorte; compos, compotis: padrone; consors, consortis: consorte; **cos, cotis: cote, pietra dura; **dis, ditis: ricco; **dos, dotis: dote; **fors, fortis: caso, sorte; impos, impotis: non padrone; **lis, litis: lite; Mars, Martis: Marte; **mors, mortis: morte; nepos, nepotis: nipote, discendente; **pars, partis: parte, porzione; **puls, pultis: polenta, farina di farro sacerdos, sacerdotis: sacerdote; salus, salutis: salvezza, salute; sollers, sollertis: solerte, industrioso **sors, sortis: sorte. b) sonora: cassis, cassidis: elmo; custos, custodis: custode; fraus, fraudis: frode, inganno; frons, frondis: fronda, fogliame10; **glans, glandis: ghianda, palla di piombo o di argilla scagliata dai frombolieri; heres, heredis: erede; incus, incudis: incudine; lampas, lampadis: lampada, fiaccola, torcia; lapis, lapidis: pietra. Questo sost. è in latino di genere maschile. laus, laudis: lode, encomio; merces, mercedis: ricompensa; obses, obsidis: ostaggio; palus, paludis: palude; pecus, pecudis11: animale, bestia, pecora; pes, pedis: piede (con oscillazione quantitativa della vocale radicale; compes, compedis (cfr. qui sopra pes): catena, ceppo; praes, praedis: garante, mallevadore; praeses, praesidis: governatore;

10 Il nom. sing. frondis è tardo e forse è una ricomposizione analogica. 11 Questo termine designa il singolo capo del bestiame, mentre pecus pecoris (cfr. più avanti tra i temi in sibilante) definisce il bestiame nel suo insieme (ad es. pecus bubulum è la mandria dei buoi, mentre pecus lanigerum è il gregge delle pecore, pecus caprinum indica quello delle capre.

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tripus, tripodis: tripode; vas, vadis: garante, mallevadore.

3. TEMI IN VELARE: sorda (-c ) e sonora (-g ). Questa categoria morfologica comprende nomi maschili e femminili, aventi tutti il nominativo sigmatico, donde la consonante doppia x, risultante dall'incontro della velare con la sibilante (es. *cruc-s > crux; *reg-s > rex). Il solo sostantivo neutro documentato è allec (scritto anche hallec, ma è altresì attestato il nominativo sigmatico allex / hallex, gen.allecis / hallecis: "salsa di pesce"). In questo sistema sono compresi: a) pochi temi in velare sonora: grex, gregis: gregge; lex, legis: legge; remex, remigis (con degradazione di alternanza -e > -i): rematore; rex regis: re (cfr. il composto interrex, interregis); pnix, pnigis: spasmo, crampo; strix, strigis: uccello notturno, vampiro; Styx, Stygis: Stige, fiume infernale; coniux / coniunx, coniugis: moglie; frux, frugis: prodotto della terra, grano; phalanx, phalangis: schiera compatta, falange; Sphinx, Sphingis: Sfinge; b) alcuni sostantivi che sono stati classificati, per comodità, in ragione del timbro della vocale pretematica:

a) temi uscenti in -ax. Si tratta generalmente di aggettivi ad una sola uscita12. audax, audacis: audace; bibax, bibacis: bevitore; capax, capacis: capace, capiente; climax, climacis13: scala; dicax, dicacis: mordace, impertinente, satirico; edax, edacis: mangione, ingordo, vorace; efficax, efficacis: efficace; fax, facis: fiaccola, torcia; fallax, fallacis: fallace, ingannevole; fugax, fugacis: fugace, disertore; loquax, loquacis: loquace; mendax, mendacis: menzognero, mendace; mordax, mordacis: mordace, salace; pax, pacis: pace pinax, pinacis14: quadro, tavola;

12 Il neutro di aggettivi con tema consonantico (cfr. ad es. anceps, duplex, inops) ha subito l'influsso analogico della forma comune al maschile e al femminile con nominativo sigmatico. 13 Si tratta di un grecismo, con il penultimo elemento breve: klivmax.

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tenax, tenacis: tenace;

b) temi uscenti in -ex (con degradazione di alternanza -e > -i): aedifex, aedificis: architetto; apex, apicis: apice, punta, vertice; artifex, artificis: artefice, artista; aurifex, aurificis: orafo; auspex, auspicis: auspice; carnifex, carnificis: carnefice, boia; cortex, corticis: corteccia, buccia, guscio; complex, complicis: complice; duplex, duplicis: duplice; forfex, forficis: forbice; frutex, fruticis: arbusto, frasca; haruspex, haruspicis: aruspice; iudex, iudicis: giudice; multiplex, multiplicis: molteplice; nex, necis: morte; pontifex, pontificis: pontefice prex, precis: preghiera supellex, supellectilis15: suppellettile.

N.B. IL SOSTANTIVO senex senis È UN TEMA IN VELARE NEL NOMINATIVO. E NEL

VOCATIVO SING. (*senec-s >senex, cfr. senec-tus, Senec-a), MENTRE IN TUTTI GLI ALTRI

CASI È DA ANNOVERARE TRA I TEMI IN NASALE (cfr. sen-a-tus, sen-ium) g) Temi uscenti in -ix: appendix, appendicis: appendice, aggiunta; calix, calicis: calice, bicchiere; cervix, cervicis: cervice, nuca, collo; felix, felicis: felice; fornix, fornicis: arco, volta; nix, nivis16: neve. nutrix, nutricis: nutrice; pix, picis: pece;

14 Si tratta di un grecismo, con il penultimo elemento breve: pivnax 15 Il genitivo supellectilis viene dall'agg. della II classe a due uscite supellectilis, -e. Ci si sarebbe dovuto aspettare dal nominativo la forma *supellectis. Si tratterebbe dunque di un tema in dentale, la cui evoluzione fonetica è identica a quella del sostantivo nox (cfr. più avanti): *supellect-s > *supellecs-s (assimilazione regressiva) > *supellecs (scempiamento della geminata) > supellex. 16 La struttura fonetica di questo sostantivo merita una breve annotazione in merito alla continuazione in latino

della labiovelare aspirata indoeuropea *gwh: questo fonema è continuato in latino come gu in posizione mediana

e la velare è conservata dopo n velare, così lat. ninguit < ie. *sneigwh 'nevicare' ( sn > lat. n). In posizione

intervocalica gwh passa ad u consonantico (così niuis e niuem), trascritto secondo la grafia moderna nivis,

nivem, rispettivamente genitivo ed accusativo sing. di nix < *snneigwh-s. Si vd. a questo riguardo nivit, documentato da Pacuvio, accanto a ninguit.

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radix, radicis: radice; d) temi uscenti in -yx17: bombyx, bombycis: baco da seta sandyx, sandycis: minio; e) temi uscenti in -ox: atrox, atrocis: atroce; ferox, ferocis: feroce; velox velocis: veloce vox, vocis: voce.

N.B.: IL SOSTANTIVO nox (notte), COME RISULTA PER ALTRO DAL GEN. noctis, È UN

TEMA IN DENTALE; CFR. I SEGUENTI PASSAGGI FONETICI: *noct-s > *nocs-s > *nocs > nox.

z) Altri temi in velare (tutti monosillabici): **arx, arcis: roccaforte; calx, calcis: calcagno; crux, crucis: croce; dux, ducis: condottiero, generale; **falx, falcis: falce; **faux, faucis18: foce; lanx, lancis: piatto; lux, lucis: luce; merx, mercis: merce; nux, nucis: noce.

II. TEMI IN SIBILANTE (-s ). Questa categoria comprende nella maggior parte temi di genere neutro e maschile, mentre pochissimi sono i sostantivi di genere femminile. Il nominativo è asigmatico: si faccia pertanto attenzione a non confondere la -s, desinenza del nom. sing. in altre categorie morfologiche, con la s tematica, che è soggetta alla rotacizzazione quando viene a trovarsi in posizione intervocalica (es.: flos *flos-is > flor-is). I temi in sibilante possono essere classificati nel modo seguente: a. Neutri con apofonia vocalica qualitativa, del tipo -o / -e: es. genos > genus / genes. La forma genus è dovuta all'oscuramento della o breve finale di parola in sillaba chiusa (cfr. i temi in -o / -e della cosiddetta II declinazione: nom. *lupo-s > lupu-s, mentre il vocativo lupe è una variazione apofonica del tema). Il tema genos > genus è impiegato nei casi diretti del singolare, mentre genes (> gener-) è la base tematica nei casi obliqui del singolare e in tutta la flessione del plurale.

17 Si tratta di due grecismi. 18 E' impiegato solitamente al plur. fauces faucium (fauci, gola).

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acus, aceris: pula; genus, generis: genere, schiatta; glomus, glomeris; gomitolo; foedus, foederis: patto; funus, funeris: morte, funerale; latus, lateris: lato; munus, muneris: ufficio, compito, dovere, dono; olus oleris: ortaggio; onus, oneris: peso; opus, operis: opera; pondus, ponderis: peso; scelus, sceleris: crimine, delitto; sidus, sideris: stella; ulcus, ulceris: ulcera, piaga; vellus, velleris: lana tosata, vello; viscus, visceris: viscere; vulnus, vulneris: ferita. b. Neutri senza apofonia vocalica qualitativa, tipo *corpos > corpus, *corpos-is > corpor-is. Va osservato che in questa categoria morfologica la -o pretematica talvolta si è estesa analogicamente agli altri casi: ad es., che il genitivo di tempus ('tempo') fosse originariamente *temperis sembrerebbe provato dall'avverbio temperi, antico locativo, che fu ben presto sostituito da tempori e tempore. Tuttavia il vocalismo e è conservato in molte parole derivate: cfr. ad es. tempes-tas, tempes-tivus, tempes-tivitas. corpus, corporis: corpo; decus, decoris: decoro, onore; dedecus, dedecoris: disonore, disdoro; facinus, facinoris: crimine; fenus, fenoris: provento, usufrutto; frigus, frigoris: freddo; litus, litoris: lido, spiaggia; nemus, nemoris: bosco; pectus, pectoris: petto; pecus, pecoris: bestiame; pignus, pignoris: pegno, ostaggio, posta della scommessa; tempus, temporis: tempo; tempus, temporis: tempia; tergus, tergoris: dorso, tergo, schiena.

c. Altri temi neutri: aequor19, aequoris: distesa delle acque aes, aeris: rame, bronzo, soldo, paga; crus, cruris: zampa;

19 Il nom. aequor (cfr. aequus) deriva da un originario *aiquos. Faccio osservare che la r del nominativo è dovuta ad influsso analogico

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fas (indecl.): norma divina; fulgur (fulgus20), fulguris: folgore; ius, iuris: diritto; os, oris: bocca, volto; os, ossis: osso; pus, puris: marciume; robur21 (robus, cfr. robus-tus), roboris: rovere, quercia rus, ruris: campagna; tus, turis: incenso; vas, vasis (da *vassis): vaso.

N. B.: IL SOSTANTIVO far farris (farro) È ANCHE ESSO UN TEMA IN SIBILANTE; IL

NOM. FAR, APPARENTEMENTE UN TEMA IN LIQUIDA, E IL GEN. FARRIS RISULTANO, INFATTI, DALLA SEGUENTE EVOLUZIONE FONETICA: *FARS > *FARR (ASSIMILAZIONE PROGRESSIVA)

> FAR (SCEMPIAMENTO DELLA DOPPIA) E *FARSIS > FARRIS (ASSIMILAZIONE

PROGRESSIVA). d. Maschili e femminili. Figurano tra i temi in sibilante il femm. arbor arboris e i maschili color coloris, honor honoris, labor laboris, odor, odoris, vapor vaporis22, il cui nom., nel latino arcaico, era arbos, colos, honos, labos, odos, vapos23. La -r del nom. è un'estensione analogica della rotacizzazione della sibilante. Questa medesima spiegazione concerne anche il suffisso del comparativo *-ios (cfr. *alt-ios altios-is > altior altioris, ove -ior del nom. è dovuto ad influsso analogico)24. In questo gruppo sono da annoverare altresì: as, assis: asse; Ceres Cereris: Cerere, grano, raccolto. cinis, cineris: cenere; cucumis, cucumeris: cocomero. flos, floris: fiore; glis, gliris: ghiro; Lar, Laris (plur. Lares25): Lare, Lari, divinità del focolare domestico. lepos26, leporis: grazia, amabilità;

20 La forma fulgus è documentata da Paul. ex Fest.: cfr. 74, 12 L. e 82, 13 L. Fulgere prisci pro ferire dicebant, unde fulgus dictum est. 21 La vibrante del nominativo è dovuta all'influsso analogico degli altri casi. Cfr. altresì honor (ma honos, cfr. hones-tus), honor-is. 22 Questa categoria tende a dilatarsi a motivo della formazione di sostantivi in -or, -oris, soprattutto in contesti poetici; cfr. ad es. albor, candor, decor, pallor, rubor, splendor, squalor (designanti colori o gradazioni cromatiche); ed ancora algor, ardor, calor, fervor, tepor (che si riferiscono alle gradazioni del caldo e del freddo). Ma vd. ancora umor, foetor, stridor etc. 23 La forma vapos è tràdita dai mss. Oblongus e Quadratus (cfr. Lucr. 6, 952). 24 Il suffisso del comparativo rimane inalterato nella forma del neutro altius (< *altios), ove la o breve finale di parola, in sillaba chiusa, evolve ad u breve. 25 Da *Las *Lasis. Nell'Inno dei confratelli Arvali, pervenutoci per via epigrafica da un verbale dell'anno 218 d.

C. (cfr. CIL I2 2) si legge la forma "Lases".

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lepus leporis: lepre; mas, maris: maschio mos, moris: costume; mulier27, mulieris: donna sposata. mus, muris: topo; pulvis, pulveris: polvere; ros, roris: rugiada; tellus, telluris: terra; venus (cfr. venus-tus), veneris: venustà, bellezza.

III. TEMI IN LIQUIDA. Il nominativo è asigmatico e nella maggior parte dei casi è uguale al puro tema (es. tema orator, nom. orator). Il materiale lessicale di questa categoria morfologica è costituito da nomi maschili e neutri; i soli sostantivi di genere femminile sono soror sororis e uxor uxoris.

1. Temi in vibrante (-r). Questa classe molto rappresentata comprende: a. Nomina agentis, formati con il suffisso -tor, tipo actor actoris. Ne elenco solo alcuni a puro titolo esemplificativo: auctor, cultor, gladiator, praetor, quaestor, genitor, dictator, domitor, mercator, piscator, senator, venator.

b. Sostantivi neutri: acer, aceris: acero; cadaver, cadaveris: cadavere; cicer, ciceris: cece; ebur, eboris: avorio; guttur, gutturis: gola, gozzo; iubar, iubaris: fulgore, splendore; nectar, nectaris: nettare; marmor, marmoris: marmo; murmur, murmuris: mormorio, bisbiglio; papaver, papaveris: papavero; piper, piperis: pepe; tuber, tuberis: bernoccolo, gobba, tartufo; uber, uberis: mammella; ver, veris: primavera; verber, verberis: colpo, percossa. c. Sostantivi maschili:

26 Meritevoli di attenzione sono le due forme lepos e lepus (< *lepos), che si distinguono sul piano fonetico per la differente quantità della o pretematica: lunga nel primo, e quindi conservata nel nominativo; breve nel secondo, e quindi oscuratasi nel nominativo. 27 Mulier deriva da *mulies, e una conferma viene dalla forma dell'agg. muliebris da *mulies-ris.

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aer, aeris: aria, atmosfera; agger, aggeris: terrapieno; anser, anseris: oca; asser, asseris: asse, travicello; aster, asteris: astro, stella; augur, auguris: augure; carcer, carceris: carcere; cucumer, cucumeris: cetriolo; fur, furis: ladro; gibber, gibberis: gobba; later, lateris: mattone; passer, passeris: passero; pauper, pauperis: povero; vesper, vesperis: sera; vomer, vomeris: vomere; vultur, vulturis: avvoltoio. d. Sostantivi femminili: soror, sororis: ; uxor, uxoris: moglie. e. Temi con duplice alternanza (-e / grado zero)28: accipiter, accipitris: sparviero; frater, fratris: fratello; mater, matris: madre; pater, patris: padre. f. I seguenti sostantivi appartengono alla cosiddetta declinazione mista, giacché nel sing. sono temi in liquida in seguito alla sincope della originaria vocale tematica -i29, mentre nel plur. tradiscono la loro originaria appartenenza alla classe dei temi in vocale (cfr. gen. imbri-um, lintri-um, utri-um, ventri-um) imber, imbris: pioggia; linter, lintris: barchetta; uter, utris: otre, brocca; venter, ventris: ventre.

28 I sostantivi pater, mater, frater, designanti membri del nucleo familiare, avevano in ie. la triplice alternanza e / e / grado zero, conservata in greco (pathvr, patevra, patrov"). Il latino ha abbreviato al nominativo la vocale lunga (pater) ed ha generalizzato in tutti gli altri casi il grado zero (es. patris, patrem, patres, patrum etc.). Su pater patris è stato modellato accipiter accipitris, il cui genitivo plurale suona accipitrum. Il grado normale e il grado ridotto sopravvivono ancora nelle forme 'paterno / patrigno'. 29 Assumendo come es. il primo dei sostantivi in elenco, questi sono i passaggi fonetici che permettono di spiegare il nom. imber: *imbris > *imbr(i)s [sincope della vocale tematica] > *imbrs [sonantizzazione della liquida in posizione interconsonantica] >*imbers [apertura della sonante] > *imberr [assimilazione progressiva] > imber [scempiamento della geminata].

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g. I tre sostantivi di genere neutro femur (femore), iecur (fegato), iter (viaggio) hanno una flessione anomala, ed infatti al genitivo sing. sono rispettivamente documentate le forme:

feminis accanto a femoris, iecinoris accanto a iecoris, itineris accanto a iteris.

Si tratta propriamente di temi che anticamente presentavano un'alternanza -r/-n fra il nominativo e gli altri casi, donde la originaria declinazione doveva quindi suonare: femur feminis, iecur *iecinis, iter *itinis, forme queste sulle quali ha poi finito con l'esercitare il proprio influsso l'analogia con le rispettive normalizzazioni femoris, iecoris, iteris. Invece i genitivi iecinoris e itineris risultano dalla contaminazione dei due genitivi iecinis-iecoris e itinis-iteris.Occorre infine osservare che l'analogia ha agito anche in senso inverso, giacché su feminis, iecinoris, itineris la lingua ha ricostruito i nominativi femen, iocinus, itiner.

2. Temi in laterale (-l). a. Temi di genere maschile: consul, consulis: console; exconsul, exconsulis: ex console; exul, exulis: esule; mugil, mugilis: muggine (sorta di pesce marino); praesul, praesulis: presule; proconsul, proconsulis: proconsole; pugil, pugilis: pugile; sol, solis: sole vigil, vigilis: vigile. b. Temi di genere neutro: fel (da *feln>*fell per assimilazione progressiva) , fellis (da *feln-is): fiele; mel, mellis30: miele sal, salis31: sale.

IV. TEMI IN NASALE (-n; -m ). Si tratta indubbiamente della categoria più vasta del sistema della declinazione latina: contribuiscono alla sua estensione il gruppo cospicuo di nomi neutri dotati del suffisso -men, proprio dei 'nomina rei actae' poi il gruppo ancora più cospicuo degli astratti verbali, formati con il suffisso molto produttivo -tion (-sion), artefice di continui e molteplici neologismi soprattutto nei linguaggi settoriali, e da ultimo gli astratti aggettivali formati con il suffisso -tudo. Il nominativo è asigmatico, ove siano eccettuati i sostantivi sanguis sanguinis ('sangue') e pollis pollinis ('fior di farina, polvere di farina'), forme queste accanto alle quali sono documentati altresì i nominativi asigmatici sanguen sanguinis e pollen pollinis, con la solita degradazione di alternanza -e > -i.

30 Nel nom. ha luogo lo scempiamento della doppia. 31 E' trattato altresì come maschile (cfr. sal marinus), mentre al plur. sales è impiegato nell'accezione di 'facezie, detti arguti'.

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Il solo tema in nasale bilabiale è il sost. hiems hiemis ("inverno"), con nominativo sigmatico. I temi in nasale possono essere ripartiti, per ragioni di sistematicità, nei seguenti gruppi: a. Temi neutri formati con il suff. -men, avente la medesima funzione del suff. concorrente -mentum, un ampliamento del precedente. I nomi di questo gruppo presentano tutti la degradazione di alternanza e > i, del tipo flu-men flu-min-is : acumen, acuminis: punta, acutezza, intelligenza fine; agmen, agminis: schiera, colonna dell'esercito in marcia; agnomen, agnominis: soprannome; cacumen, cacuminis: punta, vetta, sommità; carmen, carminis: carme, canto; certamen, certaminis: gara, lotta, contesa; cognomen, cognominis: cognome, soprannome; columen, columinis: culmine, cima, sommità; crimen, criminis: crimine; culmen, culminis: colmo, vetta, punto più alto; discrimen, discriminis: divisione, differenza, momento decisivo; examen, examinis: sciame, turba; metaforicamente: 'esame, prova'; flamen, flaminis32: soffio; fulmen, fulminis: fulmine; lumen, luminis: lume, luce; nomen, nominis: nome; numen, numinis: nume, divinità; omen, ominis: presagio; regimen, regiminis: governo, condotta di vita, amministrazione; volumen, voluminis: volume. b. Altri temi neutri: inguen, inguinis: inguine, basso ventre; turben, turbinis: turbine, bufera; unguen, unguinis: unguento, profumo. c. Temi maschili e femminili, che perdono la nasale nel nom. sing., con degradazione di alternanza o > i: Apollo, Apollinis: Apollo; arundo, arundinis: canna, zampogna; cardo, cardinis: cardine; glando, glandinis: ghianda; hirundo, hirundinis: rondine; homo, hominis: uomo; margo, marginis: margine;

32 Da non confondere con il masch. flamen flaminis 'flamine; sacerdote';

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nemo, neminis: nessuno; ordo, ordinis: ordine turbo, turbinis: turbine, bufera; virgo, virginis: vergine, fanciulla non sposata. d. Temi in -on, tutti maschili -unico femminile con l'eccezione del teonimo Iuno Iunonis ('Giunone'), senza la nasale nel nom. sing. e senza degradazione di alternanza: aleo, aleonis: biscazziere; ardalio, ardalionis: faccendiere; bubo, bubonis: gufo; carbo, carbonis: carbone; caupo, cauponis: oste; centurio, centurionis: centurione; draco, draconis: drago; lanio, lanionis: macellaio; leo, leonis: leone; mucro, mucronis: punta della spada; praeco, praeconis: banditore; praedo, praedonis: predone; pulmo, pulmonis: polmone; sermo, sermonis: discorso. e. Maschili con oscillazione apofonica del tipo e > i: cornicen, cornicinis: suonatore di corno; fidicen, fidicinis: suonatore di cetra; liticen, liticinis: suonatore di tromba; oscen, oscinis: uccello augurale; tibicen, tibicinis: suonatore di flauto; pecten, pectinis: pettine. f. Astratti verbali femminili formati con il suffisso -ion (ad es.: condicio, legio, religio, regio) e con il suffisso -tion, i cosiddetti nomina actionis (es. actio, ratio). g. Astratti femminili formati con vari suffissi. In tutti si rileva la degradazione vocalica e > i e o > i: -edo: dulcedo dulcedinis. Cfr. ancora: acredo, albedo, crassedo, gravedo, nigredo, pinguedo, torpedo. -ido: cupido cupidinis. Cfr. ancora: crepido, formido, libido. -tudo: fortitudo fortitudinis. Cfr. ancora: aegritudo, altitudo, amaritudo, consuetudo, fortitudo, longitudo, magnitudo, multitudo, valetudo. -ago: imago imaginis. Cfr. ancora: Karthago, indago, propago. -igo: caligo caliginis. Cfr. ancora: fuligo, origo, prurigo, robigo, vertigo. -ugo: aerugo aeruginis. Cfr. ancora: albugo, ferrugo, lanugo, vesperugo.

V. TEMI IN VOCALE (-u; -i ) e in dittongo (-ou).

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1. I temi in -u lunga sono due: grus gruis e sus suis. Quelli in -u breve, come è noto, sono stati inglobati nel sistema della cosiddetta IV decl. (in greco sono invece confluiti nella III). E' da osservare che la quantità lunga della vocale tematica è conservata nel nom. sing., mentre negli altri casi (ad es. gtuis suis, gruem suem, grues sues) esso elemento si abbrevia poiché si viene a trovare davanti a vocale. La forma subus del dat. e abl. plurale è quella originaria, mentre suibus è invece quella modellata sui temi in -i. 2. Temi in dittongo -ou. Sono due: bos bouis e Iuppiter Iouis (u consonantico è trascritto v). Per quanto concerne il primo, il dittongo è conservato nel gr. bou'" e negli altri casi (bouis, bouem, boues etc.). Il gen. plur. è boum da *bou-om, con caduta di u consonantico davanti ad o breve (la forma bouum è analogica). Per quanto poi concerne la forma bubus, esito fonetico di *bou-bus, va osservato che la forma concorrente bobus può aver subito l'influsso del nom. sing. bos. Il teonimo Iuppiter era un originario vocativo da *Iou-pater, con geminazione espressiva ed apofonia latina. Il dittongo originario è visibile nel vocativo greco Zeu': in latino il dittongo eu evolve ad ou per poi chiudersi in u. Si cercò di rimediare all'anomalia della flessione Iuppiter Iovis con la creazione di un nominativo Iovis oppure con la creazione di un genitivo Iuppiteris e Iuppitris, che tuttavia non ebbero vita lunga. 3. Temi in -i. I sostantivi di questa categoria morfologica erano originariamente distinti dalla declinazione dei temi in consonante (ad es. acc. sing. -em, proprio dei temi in consonante, rispetto ad -im, proprio tei temi in vocale). Successivamente l'assetto dei temi in consonante, più numeroso di quello dei temi in vocale, ha finito con l'estendere a questi ultimi le proprie desinenze (così civem, cive, mentre l'acc. plur. civis, accanto a cives, perdura fino ad età augustea). I temi in -i sono fatti coincidere con i coosiddetti parisillabi; essi comprendono sostantivi maschili, femminili e neutri. Alcuni sostantivi di questa categoria morfologica hanno perduto la vocale tematica nel nom. (così ad es. ars da *artis, mons da *montis), finendo con l'essere uniformati nel singolare alla declinazione dei temi in consonante, mentre nel plurale mostrano le tracce della loro originaria appartenenza ai temi in -i (cfr. gen. plur. arti-um, monti-um). Il materiale lessicale può essere così classificato:

a. maschili e femminili (uscenti nel nom. sing. in -is). aedilis, aedilis: edile; amnis, amnis: fiume; amussis, amussis: livella; anguis, -is: serpente; annales, annalium: annali; antes, antium: filari delle viti; apis, -is: ape; auris, -is: orecchio; avis, -is: uccello; axis, -is: asse, perno; bilis, -is: bile; bipennis, -is: scure a doppio taglio; biremis, -is: bireme; civis, -is: cittadino; callis, -is: calle, sentiero di montagna; canalis, -is: canale, condotto;

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cassis, -is: rete, laccio per cacciare; classis, -is: flotta; clavis, -is: chiave; collis, -is: colle; contubernalis, -is: camerata, compagno; convallis, -is: convalle, valle chiusa da monti; corbis, -is: cesta; crinis, -is: capello; cutis, -is: pelle; ensis, -is: spada; fascis, -is: fascio, mazzo, pacco; febris, -is: febbre; finis, -is: fine; follis, -is: sacco di cuoio; funis, -is: fune; fustis, -is: bastone; hostis, -is: nemico; ignis, -is: fuoco; inauris, -is: orecchino; manes, manium: anime dei morti, Mani; messis, -is: messe, raccolto; naris, -is: narice, naso; natalis, -is: luogo di nascita, giorno natalizio; navis, -is: nave; neptis, -is: nipote; nostrates, nostratium: i nostri, i compatrioti; orbis, -is: orbita, mondo; ovis, -is: pecora; pellis, -is: pelle; pestis, -is: peste; piscis, -is: pesce; puppis, -is: poppa; quintilis, -is: luglio; ratis, -is: barchetta, zattera; restis, -is: fune, corda; rivalis, -is: rivale, nemico, contendente; scrobis, -is: buca, fossa; securis, -is: scure; sementis, -is: semina, seminagione, semente; sentis, -is: rovo, pruno, spino; sitis, -is: sete; sextilis, -is: agosto sodalis, -is: compagno; tigris, -is: tigre testis, -is: testimone; torris, -is: tizzone; turris, -is: torre; tussis, -is: tosse;

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unguis, -is: unghia; vallis / valles, -is: valle; vermis, -is: verme; Vestalis, -is: Vestale; vestis, -is: veste; vis, forza33. vitis, -is: vite. OCCORRE NOTARE CHE I SOSTANTIVI canis34, iuvenis35, mensis36, panis, ERANO

ORIGINARIAMENTE TEMI IN CONSONANTE, CHE HANNO AMPLIATO IL TEMA CON

L'INSERIMENTO DELL'ELEMENTO VOCALICO DISTINTIVO DEI TEMI IN -I (cfr. del resto i genitivi plur. canum, iuvenum, mensum -accanto all'analogico mensium -, panum37). b. Temi prevalentemente femminili (pochissimi i maschili), uscenti nel nom. sing. in -es: aedes, aedis: tempio, santuario; aedes, aedium: casa, abitazione; ambages, ambagis: tortuosità, giro di parole; caedes, caedis: strage cautes, cautis: scoglio, roccia; clades, cladis: disfatta, strage: compages, compagis: compagine, armatura; concaedes, concaedis: barricata, riparo; fames, famis: fame; feles, felis: gatto; indoles, indolis: indole, carattere; labes, labis: caduta, rovina, crollo; lues, luis: contagio, peste calamità; moles, molis: mole, struttura; nubes, nubis: nuvola; palumbes, palumbis: colombaccio; proles, prolis: prole; propages, propagis: discendenza, stirpe; pubes, pubis: lanugine, barba, gioventù; rupes, rupis: rupe, roccia, scoglio; saepes, saepis: siepe, recinto; sedes, sedis: sede, seggio, sedia; sordes, sordis: vergogna, lordura;

33 Si tratta di un tema in -i lunga. La -s finale, che è il segnacaso del nom. sing., è stata intesa dai parlanti come facente parte del tema, donde nei casi del plurale il rotacismo vires (< *vises), virium, viribus etc. Altre forme attestate sono: gen. sing. vis (Tac. dial. 26); dat. sing. vi (Bell. Afr. 69, 2); nom. plur. vis (Lucr. 3, 625); acc. plur. vis (Lucr. 2, 586). 34 E' un originario tema in nasale (cfr. gr. kuvwn). 35 Anche questo è un originario tema in nasale (cfr. comparativo iun-ior) 36 Anch'esso un tema in nasale (cfr. mhvn). 37 Per soddisfare le istanze dell'analogia Cesare volle che il gen. plur. fosse panium (cfr. GRF 518, 19).

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strages, stragis: strage; strues, struis: mucchio, ammasso; suboles, subolis: progenie, discendenza; tabes, tabis: putrefazione, decomposizione; torques, torquis: collana; vates38, vatis: vate, poeta; vepres, vepris: spino; verres, verris: porco maschio; vulpes, vulpis: volpe. c. Temi neutri che nel nom. sing. escono in -al, -ar, -e. La originaria appartenenza ai temi in -i presuppone i seguenti passaggi fonetici: da *mari > *mare, ove la -i breve finale di parola si é aperta in -e . Così anche da *animali > *animale, donde, per effetto della apocope, animal. La i tematica originaria è visibile nell'abl. sing. (animali, calcari, mari), nei casi diretti del neutro plurale (animalia etc.), nel gen. plur. (animalium etc). a. Temi uscenti nel nom. sing. in -e: (< -i) alveare, alvearis: alveare; ancile, -is: scudo sacro; antemurale, -is: contrafforte; aquale, -is: brocca, boccale; breve, -is: indice, lista; bubile, -is: stalla per buoi; bucale, -is: museruola di ferro; collare, -is: collare, gogna; conclave, -is: camera, stanza, camera da letto; cubile, -is: giaciglio, letto; dextrale, -is: braccialetto; discriminale, -is: spillone da capelli; ile, -is: basso ventre, inguine; mantele, -is: mantile, salvietta; memoriale, -is: monumento; missile, -is: proiettile; monile, -is: monile, collana; ovile, -is: ovile; praesepe, -is: greppia, mangiatoia; rete, -is: rete; sedile, -is: sedile; ventrale, -is: cintura. PLURALIA TANTUM: aestivalia, aestivalium: abiti estivi; altaria, -ium: altare;

38 E' il solo nome d(i agente maschile latino in -es. Il gen. plur. è documentato tanto nella forma vatium quanto in quella vatum.

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mapalia, -ium: capanne, tende; milia, -ium: migliaia; moenia, -ium: mura; munia, -ium: doveri, uffici, cariche; navalia, -ium: cantiere, arsenale; paganalia, -ium: festa del villaggio; penetralia, -ium: penetrali, santuario; utensilia, -ium: utensili. b. Temi uscenti nel nom. sing. in -al: animal, animalis: animale; bidental, -is: luogo colpito dal fulmine; cervical, -is: cuscino da testa, guanciale; puteal, -is: pozzo: tribunal, -is: tribuna vectigal, -is: entrata, guadagno. g. Temi uscenti nel nom. sing. in -ar (con la -a lunga)39: boletar, boletaris: piatto per servire i funghi; calcar, -is: sprone; cochlear, -is: cucchiaio; exemplar, -is: esemplare, modello; lacunar, -is: soffitto; laquear, -is: soffitto. d. Temi in -i della cosidetta declinazione mista: i sostantivi di questo gruppo, già recensiti tra i temi in consonante, sono tutti monosillabi e si distinguono per il fatto che nel sing. hanno desinenze proprie della declinazione dei temi in consonante (es. artem, arte), mentre nel plurale sono distinti da desinenze tipiche dei temi in vocale (es. gen. arti-um; acc. arti-s accanto ad artes) Essi sono: -ars, cohors, cos, dis, dos, fons, fors, frons frontis, gens, glans, lis, mons, mors, mens, pars, pons, puls, sors (temi in dentale); -stirps, urbs (temi in bilabiale); -arx, falx, faux (temi in velare).

39 E' da notare che i sostantivi neutri nectar nectaris e iubar iubaris, caratterizzati dalla -a breve, non sono temi in vocale -i, ma in vibrante.

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