IICENTINICENTINI...so 2017, ossia 445mila euro, che sono stati ripartiti nelle varie linee...

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www.vicentininelmondo.it NEL MONDO NEL MONDO ICENTINI ICENTINI 01 N. 1 I APRILE 2018 I ANNO 65 COVER STORY Valstagna riscopre la saga dei Mattana ELEZIONI A VICENZA Così si presentano i candidati sindaco DAL BRASILE La nuova Presidente di Serra Gaucha e Malo Luoghi e persone Periodico bimestrale dei “Vicentini nel Mondo” Direzione, Redazione, Amministrazione via E. Montale, 27 - 36100 Vicenza | Tel. 0444 325000 | M. 340.8837741 | [email protected] POSTEITALIANE S.p.a. Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art. 1, comma 1, NE/VI Tassa Pagata/Taxe Perçue/Economy MANOSCRITTI E FOTOGRAFIE NON SI RESTITUISCONO

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NEL MONDONEL MONDOICENTINIICENTINI

01

N. 1 I APRILE 2018 I ANNO 65

COVER STORYValstagna riscoprela saga dei Mattana

ELEZIONI A VICENZACosì si presentanoi candidati sindaco

DAL BRASILELa nuova Presidentedi Serra Gauchae Malo

Luoghi e persone

Periodico bimestrale dei “Vicentini nel Mondo” Direzione, Redazione, Amministrazione via E. Montale, 27 - 36100 Vicenza | Tel. 0444 325000 | M. 340.8837741 | [email protected] S.p.a. Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art. 1, comma 1, NE/VI Tassa Pagata/Taxe Perçue/Economy MANOSCRITTI E FOTOGRAFIE NON SI RESTITUISCONO

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NEL MONDOICENTINIICENTINI

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SOMMARIO

REGIONE VENETODa Venezia un budget di 445mila euro alle associazioni dei Veneti nel Mondo

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IL DIRETTORE Circoli, chiedete al Museo di Montecchio il video sui favolosi granchi della Preistoria

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IL PRESIDENTEIl nuovo statuto e le comunicazioni digitali per il miglioramento della vita associativa

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VICENZA CRONACHEQuattro domande ai candidati-sindaco di Vicenza

07

VICENZA CRONACHEDa tutto il mondo in Basilica Palladiana per la mostra-record di Van Gogh

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CRONACHE VICENTINEUn francobollo diffonde in tutto il pianeta la bontà unica del bacalà alla vicentina

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ATTIVITÀ VICENTINI NEL MONDOLettera ai “Biancorossi nel Mondo” per salvare il Vicenza Calcio

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ATTIVITÀ VICENTINI NEL MONDONel programma di iniziative del 2018 una targa al Comune di Lusiana

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COVER STORYLa stirpe globale dei Mattana raccontata in oltre cinquanta volumi

I NUOVI VICENTINI GLOBALIDalla Val Liona a Vancouver per riempire lo zaino di storie

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STORIE DI RADICIUn libro sui bassanesi dell’800 che fecero un pezzo di Brasile

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STORIE DI RADICIValdastico in festa per il vescovo brasiliano nel 1878 i suoi antenati partirono in nave per l’America

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I CIRCOLI NEL MONDO24

DIALETTANDOBevendo la Prugna dei nonni a Myrtleford ci si chiede cosa fanno i vicentini di “Arghentina”

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Direttore Responsabile: Stefano FerrioProgetto grafico: Lucia Campiello - WORKIN STUDIOSegreteria di redazione: Patrizia BombiUfficio Postale - Vicenza Ferrovia (Italy) - Tassa riscossa / Taxe perçueReg. del Trib. di Vicenza N. 206 - 26 gennaio 1967 - Numero di iscrizione al ROC: 340 29/08/2001Stampa: Tipografia UTVI - Via Zamenhof, 687 - VicenzaFoto copertina di Giorgia Gamberini: parco Querini, Vicenza

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NUOVA PAGINA FACEBOOKE NUOVO SITO WEBSi comunica che la pagina FB ufficiale dell'ente è: https://www.facebook.com/Associazione-Vicentini-nel-Mondo-134022967321820/

Il nuovo sito èwww.vicentininelmondo.it

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01 I APRIL I 2018

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Millenni di Bellezza vicentina. Anzi, “eoni”, termine con cui si indicano i milioni di anni delle ere geo-

logiche. La dotazione di meraviglie che madre natura e arte hanno sedimentato a Vicenza e provin-

cia nel corso del tempo sconfina nell’esagerato. Senza preclusioni di tempo, se è vero che già nella

più lontana preistoria questo territorio emanava una sua inconfondibile unicità, ripresa dal nome

“Priaboniano” con cui la scienza ha battezzato un’epoca compresa all’interno dell’Eocene. Si parla

di quella conformazione del suolo che, più di trenta milioni di anni fa, caratterizzava la zona di

Priabona, frazione di Monte di Malo nota agli appassionati di motocross.

A questo passato riporta uno splendido, recente documentario, “Deep Time Crabs”, titolo che sem-

bra volutamente ammiccare a una filmografia fantascientifica segnata dall’aggettivo inglese “deep”,

profondo: “Deep Impact”, “Deep Space Nine”, “Deep Evil”. In realtà qui non occorre nessuna inven-

zione fantastica per emozionare lo spettatore. Basta quanto racconta la scienza attraverso le imma-

gini, ovvero il ritrovamento di “crabs”, granchi fossili pazientemente riportati alla luce da geologi e

paleontologi fra rocce e anfratti dei colli Berici e dei monti Lessini. Reperti di volta in volta affidati alle

cure del museo Giuseppe Zannato di Montecchio Maggiore, intitolato all’ammirevole conservatore

che un secolo fa realizzava i primi percorsi espositivi della struttura attualmente ospitata all’interno

di villa Lorenzoni.

Nel corso degli anni ha preso così forma un patrimonio di testimonianze risalenti a un “Deep Time”,

a un Priaboniano in cui ancora si agglomeravano i continenti e le loro principali catene montuose. Lì

allignavano i crostacei le cui forme oggi avvincono i nostri sguardi, catturati dal disegno e dalle

dimensioni di macchine da guerra che, dotate di chele e carapace, si esercitavano nell’arte della

sopravvivenza condividendo le profondità marine con predatori di ogni razza e taglia.

A questa collezione unica al mondo rende omaggio il “corto” di venticinque minuti realizzato da

Marcello Peres e Nicola Tagliabue su commissione dell’associazione Amici del Museo Zannato, con

esiti così buoni da essere stato selezionato per l’Archeo Film Festival tenutosi lo scorso marzo a

Firenze. Ottima l’idea di dotarlo di sottotitoli sia in inglese che in spagnolo, così da farne a tutti gli

effetti un’opera globale, in grado di documentare in tanti angoli del mondo la preistoria “made in

Priabona”. Sarebbe davvero encomiabile se i Vicentini nel Mondo contattassero il museo Zannato

per farsi inviare questo video, grazie a cui mostrare, dal Sudamerica all’Oceania, le risorse paleon-

tologiche di una terra, il Vicentino, che dai crostacei dell’Eocene all’export formidabile delle sue

imprese, passando per Palladio e un fumante piatto di “poenta e bacalà”, molto semplicemente rac-

conta il mondo.

Circoli, chiedete al Museo di Montecchio il video sui favolosi granchi della Preistoria

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Il direttoreStefano Ferrio

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Il programma di lavoro realizzato in quest’ultimo periodo dalla nostra associazione ha prodotto inco-

raggianti successi. Era necessario individuare per Vicentini nel Mondo una struttura più adatta allo

spirito del nostro tempo. Il lavoro si era concentrato attorno a due temi. In primo luogo, la riforma

dello statuto, che non poteva più essere rimandata e senza la quale l’associazione sarebbe ineso-

rabilmente andata verso l’emarginazione sociale e culturale, soprattutto a causa di norme interne

non più compatibili con quelle istituzionali e ad alcune rigidità organizzative. In secondo luogo, era

imprescindibile rinnovare la comunicazione, specialmente per un’associazione con il compito priori-

tario di dialogare, informare e dare compattezza alla vita dei circoli distribuiti in oltre dieci nazioni.

Ora possediamo una struttura informativa che ha unito la tradizione del periodico, apprezzata dai

lettori dei circoli e dagli enti a noi associati, con le più moderne e avanzate tecnologie multimediali.

Possiamo disporre di una struttura informativa di eccellenza, pur investendo economicamente cifre

misurata. La rivista ora anche on line si presenta con una grafica snella e essenziale. Il nuovo e

aggiornato sito dell’associazione ha già le caratteristiche dell’immediatezza delle informazioni sele-

zionate da una redazione professionale e si avvia ad essere interattivo. Una pagina social curata e

controllata dal nostro staff ha dato l’avvio ad un riordino dell’area dei social network . Importante è

stato anche il finanziamento della Regione per l’avvio del progetto “Intercomunico” con l’applicazio-

ne mobile da installare pressi i circoli affiliati al progetto.

Attualmente l’hardware è stato impostato. Compito di tutti noi è proporre contenuti e informazioni

all’interno della struttura. Un’apposita mail ([email protected]) permette, ad esempio,

di ricevere notizie, proposte, testi, commenti da inserire nella pagina facebook o nel sito e dare così

il massimo della visibilità circolare.

Mi preme anche fare risaltare un’altra importante novità. Storicamente i circoli, pur essendo sempre

vicini e affezionati all’associazione vicentini nel mondo (AVM) non erano soci e non partecipavano

alla vita ufficiale, e non esprimevano la propria scelta sulle linee programmatiche e sull’approvare dei

bilanci. Con il sostegno delle comunicazioni multimediali e la piattaforma on line per partecipare alle

votazioni sarà più facile essere attivamente presenti alla vita associativa. I singoli circoli infatti saran-

no, se si iscriveranno, soci a tutti gli effetti.

Non ci sarà più solo un rapporto di amicizia e di condivisione informale, che comunque è importante

coltivare, ma la rete sarà formale e riconosciuta. Ogni circolo manterrà la propria organizzazione e,

come tale, potrà aderire nel suo complesso a quella vicentina. Naturalmente non ci fermeremo a

queste azioni. Posso anticipare, infine, che a breve saranno sperimentati alcuni “servizi”, in collabo-

razione con altre realtà pubbliche e private, a favore dei soci in particolare nel campo del turismo e

della consulenza amministrativa, rivolti anche ai vicentini di recente emigrazione nonché a quelli di

terza o quarta generazione. L’AVM ha gettato solide basi per il perseguimento della sua missione:

proporsi a Vicenza e nelle realtà del mondo in cui siamo presenti come punto di riferimento per l’in-

novazione della cultura dell’emigrazione, sviluppandola in tutte le sue declinazioni. Da soli, in un

mondo globale e digitale, si rimane fermi e si è destinati all’estinzione. Per questo l’obiettivo del

miglioramento strutturale mira a diffondere certamente la conoscenza della storia dei migrazioni, ma

anche le potenzialità economiche e culturali nei giovani di origine veneta e vicentina.

Il nuovo statuto e le comunicazioni digitali per il miglioramento della vita associativa

Il presidenteMarco Appoggi

N.1.2018

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REGIONEVENETO

Budget confermato per un fittocalendario di eventi e iniziative.L’impegno e la presenza dellaRegione Veneto a fianco dei Venetinel Mondo restano un elementocaratterizzante dell’attuale politicain tema di emigrazione veneta,espressa dalla giunta regionale. Nehanno con soddisfazione preso attopresidenti e delegati delle associa-zioni regionali dell’emigrazione(compresa Vicentini nel Mondo) nel-l’incontro che l’assessore regionaleagli interventi sociali, ManuelaLanzarin, ha convocato a Venezia,nella cornice della sala Travi dipalazzo Balbi. Scopo del summit,chiarire le linee guida di un pro-gramma che l’assessorato agliinterventi sociali ha definito nelmodo più chiaro e completo possi-bile, anche in ossequio alle indica-zioni emerse la scorsa estatedurante la sessione tenuta aVicenza dalla Consulta dei Venetinel Mondo. Introducendo il programma annua-le, l’assessore Lanzarin afferma che“pur in un momento di contrazionedelle risorse come quello l’attuale,la giunta regionale è riuscita a man-tenere lo stesso budget dello scor-so 2017, ossia 445mila euro, chesono stati ripartiti nelle varie lineed’azione in base a quanto previstodalla legge regionale e dal PianoTriennale, accantonando i fondinecessari per la convocazione dellaConsulta, la riunione del Meeting ela celebrazione della Giornata deiVeneti nel mondo”.In particolare, l’assessore agli inter-venti sociali informa i convenuti chenel programma è stata introdotta,

come proposto dalla Consulta nel-l’incontro dello scorso luglio, la pre-miazione di una tesi di laurea sulletematiche dell’emigrazione. Vieneinoltre sottolineata la volontà dicoinvolgere maggiormente le scuo-le sulle tematiche dell’emigrazione,al fine di sensibilizzare le nuovegenerazioni con l’indizione, previstaall’interno del programma, di unconcorso destinato agli studenti. Aproposito di riconoscimenti, vasegnalato che, avendo la giuntaregionale approvato la deliberazio-ne relativa ai criteri per l’iscrizioneal Registro dei Comuni onorari delVeneto previsto dalla nuova leggeregionale n. 30/2017, nel program-ma è stata inserita la previsione diquesto premio annuale, dispostocon la legge stessa. L’intento èquello di valorizzare e gratificarequei comuni che, sparsi in ogniangolo del mondo, da sempredimostrano una particolare sensibi-lità verso la comunità veneta deimigranti.Inoltre, viene previsto, come avve-nuto per la precedente annualità, difinanziare l’erogazione di beneficifinalizzati alla frequenza di masteruniversitari per i quali sussiste ilsupporto degli enti a ciò deputati,gli ESU-ARDSU del Veneto. Si faqui riferimento ai giovani oriundi,fino alla quinta generazione, resi-denti in Paesi dove l’appartenenzaa una famiglia di origini venetegarantisce un valore aggiunto in ter-mini di cultura, tradizioni, relazionieconomiche con un particolaremondo imprenditoriale. La RegioneVeneto, fino a un limite massimoper master di 10mila euro, sostiene

di questi master le spese del viag-gio, parte di quelle derivate dallafrequenza a percorsi formativi Sempre l’assessorato regionale agliinterventi sociali informa infine chenel programma è previsto, comeper l’anno precedente, il finanzia-mento dei soggiorni culturali per glianziani, delle attività culturali e ilsostegno all’associazionismo. Inquesto modo la Regione continua afar sentire la propria presenza sal-damente costruttiva accanto alleassociazioni che, come Vicentini nelMondo, costituiscono un legame difondamentale importanza framigliaia di migranti e i territori dacui le loro famiglie un bel giornopresero la via di lontani Paesi. Conun calore e una partecipazione dicui danno testimonianza feste ericorrenze come la Giornata diLusiana.

L’ASSESSORE AGLI INTERVENTI SOCIALI MANUELA LANZARIN SOTTOLINEAL’IMPORTANZA DI FONDI CON CUI SOSTENERE ISTITUZIONI COME LA CONSULTADEI MIGRANTI E INIZIATIVE COME I MASTER UNIVERSITARI PER ORIUNDI FINOALLA QUINTA GENERAZIONE

Da Venezia un budget di 445mila euroalle associazioni dei Veneti nel Mondo

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Manuela Lanzarin, assessore regionale agliinterventi sociali

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07 N.1.2018

Il 10 giugno 2018, con eventuale bal-lottaggio il 24 giugno fra i primi due,qualora nessun candidato raggiun-gesse il 50% + 1 dei voti, i cittadini diVicenza vanno alle urne per l’elezionedel sindaco. Dopo dieci anni, scanditida due elezioni consecutive, AchilleVariati lascia, secondo la legge, lafascia tricolore di primo cittadino a…Per cominciare a fare conoscenzacon il possibile successore di Variati,Vicentini nel Mondo ha pensato dirivolgere quattro domande sui temidell’emigrazione e della “vicentinità”a tre candidati-sindaco in lizza per ilvoto del 10 giugno. Sono, in ordinealfabetico (lo stesso in cui danno lerisposte): Otello Dalla Rosa (manager,49 anni) per il centrosinistra,Francesco Di Bartolo (avvocato, 62anni) per il Movimento 5 Stelle,Francesco Rucco (avvocato, 44 anni)per Idea Vicenza (centrodestra).

Ecco come hanno risposto alle nostrequattro domande: 1) Al giorno d’oggi Vicentini nelMondo è l’unica realtà istituzionaleche associa il capoluogo Vicenzaai comuni della provincia. Come sipuò valorizzare questa specificità?

Otello Dalla Rosa: “Capoluogo ecomuni della provincia hanno soloconvenienza nel fare squadra perpotenziare l’export del “Made inVicenza” in un mondo-mercato glo-bale: penso alle meraviglie dell’arti-gianato e dell’enogastronomia, adesempio”.Francesco Di Bartolo: “Senza nullatogliere ai gemellaggi in corso, neattiverei di nuovi fra comuni delVicentino e città dove ci sono circolidi Vicentini nel Mondo, in modo da

attivare flussi, accordi turistici, oppor-tunità per i giovani vicentini di emi-grare con discernimento”.Francesco Rucco: “Sicuramentebisogna fare rete in modo da valoriz-zare la vicentinità in tutto il mondo.Vicentini nel Mondo è un ottimo tram-polino di lancio per idee che riguarda-no la nostra identità e i nostri valoriculturali”.

2) Vicentini nel Mondo testimoniadi una nuova, crescente emigrazio-ne che va di pari passo con unacontinua immigrazione da Paesistranieri. Quale riflessione suscitaquesto “viavai globalizzato”?

Otello Dalla Rosa: “Che per miliardidi abitanti di questo mondo aumenta-no le opportunità di crescita e scam-bio. E che i vicentini, viaggiatori dasempre, sono fatti per questomondo”.Francesco Di Bartolo: “Il mondooggi è una piccola casa comune,dove internet ha abbattuto qualsiasidistanza geografica. L’importante èsaper gestire i cambiamenti, ricor-dando che in Italia il decrementodemografico ci consiglia di aprirci almondo”.Francesco Rucco: “E’ naturale chein un mondo così cambiato si partaalla ventura, ma resta il rammaricoche il nostro Paese non dia opportu-nità ai suoi ragazzi. A Vicenza attivia-moci per riaccogliere i nostri giovanimigranti”.

3) Quali risorse economiche, turi-stiche e culturali di Vicenza e pro-vincia possono essere valorizzatetramite i 42 circoli dei Vicentini nelMondo sparsi su tutto il pianeta?

Otello Dalla Rosa: “Le bellezze pal-ladiane, luoghi simbolo come il Pontedi Bassano, tesori enogastronomicida valorizzare come i vini diBreganze”.Francesco Di Bartolo: “Possiamoesportare ville e paesaggi, a patto disalvarli dal cemento e dal degrado. EVicenza deve tornare a essere cittàambasciatrice di cultura, come nel‘500”.Francesco Rucco: “I 42 circoli deiVicentini nel Mondo sono altrettante,preziose finestre aperte attraverso cuiesportare bellezza e cultura”.

4) Nel 2019 inizieranno le celebra-zioni del 500° della prima circum-navigazione del globo da partedella flotta di Magellano. Viaggio dicui fu unico testimone e narratore ilvicentino Antonio Pigafetta. Cosasi può inventare per ricordarlo?

Otello Dalla Rosa: “Un grande festi-val scientifico in onore di chi perprimo dimostrò empiricamente che ilmondo è rotondo”.Francesco Di Bartolo: “Un giro delpianeta fatto oggi, toccando le cittàdei Vicentini nel Mondo”.Francesco Rucco: “Una bellissimamostra in Basilica Palladiana”.

IN VISTA DEL VOTO COMUNALE DEL 10 GIUGNO, SUI TEMI CARI A VICENTININEL MONDO RISPONDONO OTELLO DALLA ROSA, FRANCESCO DI BARTOLO EFRANCESCO RUCCO. ECCO I LORO SPUNTI A CONFRONTO A PROPOSITODI VICENTINITÀ E GLOBALIZZAZIONE.

Quattro domande ai candidati-sindaco di Vicenza

Nelle foto sopra il titolo, da sinistra a destra,in ordine alfabetico, i tre candidati sindaco:Otello Dalla Rosa (Centrosinistra), FrancescoDi Bartolo (Movimento 5 Stelle), FrancescoRucco (Idea Vicenza).Le elezioni comunali sono fissate per il 10 giugno, mentre l’eventuale ballottaggiosi terrà il 24 giugno

VICENZACRONACHE

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VICENZACRONACHE

“Van Gogh. Tra il grano e il cielo”,una mostra record da 400mila pre-senze raccolte fra il 7 ottobre, gior-no dell’inaugurazione, e l’8 aprile,giorno della chiusura, celebrata daun intero week end di musiche espettacoli nel centro di Vicenza.L’esposizione dedicata al grandissi-mo pittore olandese vissuto fra il1853 e il 1890, ha sbancato il botte-ghino. Tant’è che già a metà esattadel suo percorso, la mostra propo-sta dall’assessorato alla cultura delComune di Vicenza nella BasilicaPalladiana di Vicenza, aveva supe-rato i 205 mila visitatori.Per chi ama i dati “notarili”, ecconealcuni tra i molti resi noti da Linead’ombra, agenzia organizzatricedell’evento vicentino. Nei primi 92giorni di apertura, i visitatori sonostati per la precisione 205mila4, acomporre una media giornaliera di2228 persone. La maggioranza(59%) ha scelto di giungere inBasilica Palladiana già munita diprenotazione, avendo quindi la cer-tezza di non incorrere in alcunacoda. Dato che si commenta da séè quello dei 47mila727 visitatori trail 26 dicembre e il 7 gennaio, cifrache ha collocato Vicenza al primoposto tra le mostre più frequentatenel periodo delle festività di fineanno. Interessante l’analisi delleprovenienze. Al di là del naturaleflusso dal Veneto, spicca, al quartoposto, Milano, seguita da diversecittà dell’Emilia Romana e via via ditutte le altre regioni italiane.Il Van Gogh vicentino è stato ancheun successo di critica. Nazionale edinternazionale. Dato, quest’ultimo,confermato dalla presenza inBasilica Palladiana di un nucleo

molto importante di visitatori prove-nienti soprattutto da Germania,Austria, Slovenia, Croazia, Franciae Spagna. Si calcola che questapresenza straniera pesi alla fineattorno al 5 per cento.“Van Gogh. Tra grano e cielo” hasuscitato anche la voglia di appro-fondire. Lo dimostrano i dati delbookshop, per i cataloghi (vendutecirca 10mila copie), ma anche per ilvolume sulle “Lettere di Van Gogh”,per i dvd del film “Van Gogh. Storiadi una vita”, e per il prezioso volu-me di Goldin (illustrato da MatteoMassagrande), “Discorso sull’ani-ma”. Tra i soggetti più amati dalpubblico come cartolina o manife-sto ricordo: Campo di papaveri, IlPonte di Langlois, Salici potati altramonto e Il giardino dell’Istituto.

“Van Gogh. Tra il grano e il cielo”,curata da Marco Goldin, ha presen-tato eccezionalmente un numeroelevato di opere del pittore olande-se: 43 dipinti e 86 disegni. Lamostra è stata promossa dalComune di Vicenza e da Linead’ombra, che l’ha prodotta.Fondamentale la presenza del mainsponsor, Segafredo Zanetti. Partnersono stati International ExhibitionGroup, Fondazione Roi e AIM.Costruita grazie all’apporto decisi-vo di quello scrigno vangoghianoche è il Kröller-Müller Museum inOlanda, assieme ai prestiti da unadecina di altri musei, la mostra haricostruito con precisione l’interavicenda biografica di Van Gogh,ponendo dapprincipio l’accento suidecisivi anni olandesi, che dall’au-

DAL 7 OTTOBRE ALL’8 APRILE QUATTROCENTOMILA VISITATORI PER L’ESPOSIZIONE CHEIL COMUNE DI VICENZA HA DEDICATO AL SOMMO PITTORE OLANDESE. AMMIRATE DA ITALIANI E STRANIERI, 43 TELE CHE, ASSIEME A 86 DISEGNI, RICOSTRUISCONO LA TORMENTATA ESISTENZA DELL’ARTISTA VISSUTO FRA IL 1853 E IL 1890. UN PERCORSO DIEMOZIONI FORTI, FRA CAMPI DI PAPAVERI, GIARDINI E TRAMONTI DIPINTI ESPRIMENDOUN DOLOROSO MA IRRIDUCIBILE AMORE PER LA VITA ”

Da tutto il mondo in Basilica Palladianaper la mostra-record di Van Gogh

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In queste due pagine, alcuni dei capolavori di Vincent Van Gogh esposti in Basilica Palladiana

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09 N.1.2018

tunno del 1880 nelle miniere delBorinage (nel vicino Belgio), finoall’autunno del 1885 (a conclusionedel fondamentale periodo diNuenen), rappresentano una sortadi stigmate infiammate e continua-mente alimentate: una vera e pro-pria via crucis nel dolore e nelladisperazione del vivere. E in questo laboratorio ci si adden-trava, con rispetto e circospezione,in Basilica Palladiana, facendosiaiutare dalle fondamentali lettereche Vincent inviava, come un vero eproprio diario del cuore straziato: inmodo particolare al fratello Théo,ma non solo. Le lettere costituivanoquindi, giorno dopo giorno, comefogli di un diario, il filo conduttoredella mostra, perché attraverso leparole si potesse penetrare fino infondo nel mistero struggente dellabellezza di un’opera che non cessadi affascinarci, fortemente intrec-ciata a una vita condotta sempre“sul limite”. Ecco perché a Vicenzaqueste lettere molto spesso si tro-vavano stampate sulle pareti,accanto alle opere che le hannoispirate. E non a caso, MarcoGoldin ha curato, assieme al volu-me/catalogo che accompagnava lamostra, anche un libro con unascelta di cento lettere, tra cui tuttequelle dedicate ai dipinti esposti inBasilica. La mostra studiava dap-principio, e in modo approfondito, icinque anni della permanenza del-l’artista nel Brabante, da Etten (pri-mavera 1881) fino a Nuenen (autun-no 1885), con la parentesi dei mesimeravigliosi trascorsi nell’autunnodel 1883 nella regione del Drenthe,quella più amata dai paesaggistiolandesi, e dove Van Gogh realizzaalcuni fogli di squisita eleganza. Seguivano i tre mesi, a cavallo tra1885 e 1886, passati ad Anversaper frequentare la locale Accademiadi Belle Arti, e, da inizio marzo1886, il decisivo approdo inFrancia, inizialmente a Parigi, finoalla mattina del 19 febbraio 1888quando, quale congedo, il pittorevisita lo studio di Seurat assieme alfratello Théo, allo scopo di cono-scere in modo diretto i quadri diimpressionisti e post-impressioni-sti. Nell’itinerario vicentino seguivala tanto desiderata immersione nel

sud della Francia, prima ad Arles,dal 20 febbraio 1888 fino al princi-pio di maggio 1889, e poi per unanno a Saint-Rémy, fino a metàmaggio del 1890, prima dei pochigiorni trascorsi a Parigi, a casa delfratello Théo, per giungere alla con-clusione della sua vita con i settan-ta, febbrili giorni di Auvers-sur-Oise. Località dove tutto giunge acompimento pittorico nelle orizzon-tali distese dei campi, stirati sottoun cielo assolato o gonfio di unapioggia, che pare non finire mai: ilgiallo dell’oro delle messi e l’azzur-ro del cielo, vicinanza e lontananzadal mondo. Spesso in una sola,straziata immagine. Prima del sipa-rio che si chiude con il controverso

“suicidio” del pittore, un misteriosocolpo di pistola che ne provoca lamorte, avvenuta il 29 luglio 1890,dopo due giorni di vigile agonia.Un allestimento innovativo ha unitoa Vicenza la bellezza di così tanteopere alla ricostruzione della vita diVan Gogh. Questa è stata resaanche in un vero e proprio film delladurata di un'ora, creato per la circo-stanza, e proiettato a ciclo continuoin una sala posta al termine del per-corso della mostra in Basilica: unmodo emozionante di coniugare, inuna sola rassegna, i capolavoridella pittura e del disegno con laproiezione della vita dell’artista.Infine, in un grande plastico di circa20 metri quadrati, si poteva ammi-rare la ricostruzione della casa dicura per malattie mentali di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy,dove Van Gogh scelse di ricoverarsidal maggio 1889 al maggio 1890.

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VICENZACRONACHE

Grazie a un francobollo che lo ripro-duce, il “bacalà alla vicentina” hagià fatto vari giri del mondo, finendoimpresso da un anno a questa partesu buste contenenti lettere d’amo-re, notizie di famiglia, comunicazio-ni aziendali, informative per asso-ciati vari. Seicentomila sono i bollidi questa emissione ordinaria diPoste Italiane, appartenente allaserie tematica “Eccellenze delsistema produttivo ed economico”.Il francobollo, del valore di euro0,95, stampato in rotocalcografia,raffigura, su bozzetto di Anna MariaMaresca, una pentola di terracottacon il “bacalà” (che in linguanostrana si scrive con una “c” sola)cucinato alla vicentina, affiancatada alcuni pezzi di stoccafisso e unaforma di polenta. Esso può essereacquistato su poste.it, negli ufficipostali abilitati, nonché negli“Spazio Filatelia” di Roma, Milano,Torino, Venezia, Genova, Trieste eNapoli.Questo bollo costituisce un grandesuccesso di comunicazione perl’immagine di Vicenza, benedettocon particolare gaudio da quellaConfraternita del Bacalà istituita nel1987 allo scopo di promuovere ivalori gastronomici e nutrizionali diuna ricetta unica al mondo. Sededell’associazione è Sandrigo, dovenel settembre di ogni anno vienecelebrata una “Festa del Bacalà”che raduna migliaia di appassionatidella buona tavola. “La

Confraternita è orgogliosa e onora-ta di avere chiesto e ottenuto dalministero dello sviluppo economicol’emissione del francobollo dedica-to al bacalà alla vicentina – dichiarail presidente Luciano Righi. – Ciògratifica moralmente il lavoro inten-so e gratuito profuso da personeattente, sensibili e preparate chefanno volontariato promuovendo,attraverso la gastronomia, una cul-tura viva e importanti relazioniumane”. Non mancano, alle feste sandricen-si dello stoccafisso corpose rappre-sentanze della Norvegia, essendoambientata in quel Paese scandina-vo la favolosa storia che ha datoorigine a questa meraviglia culina-ria. Per raccontarla occorre sapereche già nel XIV secolo si hannonotizie del baccalà e dello stocca-fisso in Italia durante la dominazio-ne normanna al sud. Il pesce seccoera consumato alla corte angioinadel Regno di Napoli e preparato peri Papi Giovanni XXII, Martino V e PioV.Finché ecco che nel 1431 il nobilemercante veneziano Pietro Querini,salpa da Candia (Creta) con una“cocca", diretto alle Fiandre. Suoobbiettivo è cercare fortune com-merciali fuori dal Mediterraneo conuna nave carica di malvasia, legniaromatici, spezie e cotone. Ma lasua nave fa naufragio e parte del-l’equipaggio muore tra i flutti delmare del Nord. Solo una delle due

imbarcazioni di salvataggio, in balìadei marosi e dei capricci dei venti,raggiunge fortunosamente un iso-lotto coperto di neve, deserto. Qui isuperstiti bevono neve sciolta, sinutrono di frutti di mare e molluschistrappati all’oceano, finché nonapprodano sullo scoglio gli abitantidi un’isola vicina, che soccorrono erifocillano i naufraghi.Questa gente del nord ha un modoben strano di conservare il proprioalimento principale, il merluzzo.Mondato, salato e seccato all’ariaper mesi, il pesce diventa durocome un bastone. La gente di Rost,che è il nome dell’isola dove i vene-ziani trovano asilo, chiama questocibo “stockfiss”, ovvero stoccafis-so, erroneamente italianizzato inbacalà, quando altro non è chemerluzzo sotto sale.Quando finalmente Piero Querinipuò tornare a casa dopo un lungoviaggio per mare e per terra, portacon sé il nuovo curioso alimento,scambiandolo lungo il tragitto fino aVenezia, con vitto, alloggio e tra-sporti di vario genere.Non si può dimenticare quanto que-sto pesce abbia avuto ruolo salvifi-co nelle mense della popolazionemeno abbiente vessata dalle intran-sigenti regole alimentari impostedalla Riforma Tridentina: piattopopolare e conservabile, di largaresa e costo contenuto. Ma è dopoil Concilio di Trento (1545-1563),dove si dettano le regole del digiu-

EMESSO IN 600MILA ESEMPLARI, DEL VALORE DI EURO 0.95, RAFFIGURA UNA PENTOLA COLMA DI QUESTO MERLUZZO CUCINATO SECONDO UNA RICETTA INIMITABILE, NATA SEI SECOLI FA, DOPO IL NAUFRAGIO DI UNA NAVE VENEZIANASULLE ISOLE ARTICHE. QUI I SUPERSTITI DELL’EQUIPAGGIO VENNERO SFAMATI CONRAZIONI DI QUELLO STOCCAFISSO CHE PORTARONO CON SÉ AL MOMENTO DIRIMPATRIARE. PRENDEVA COSÌ FORMA UNA STORIA DI GASTRONOMIA E CULTURA SUICUI VALORI OGGI OPERA, CON BASE A SANDRIGO, LA CONFRATERNITA DEL BACALÀ PRE-SIEDUTA DA LUCIANO RIGHI

Un francobollo diffonde in tutto il pianetala bontà unica del “bacalà alla vicentina”

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Il francobollo del Bacalà alla vicentina

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no e del “mangiar magro”, che sidiffonde la cultura delle ricette delbaccalà e dello stoccafisso, grazieanche al basso costo, alle proprietànutrizionali e alla lunga conserva-zione del prodotto.Nei territori della Repubblica diVenezia lo stoccafisso viene chia-mato “bacalà” per le contaminazio-ni idiomatiche e linguistiche, dovuteagli intensi traffici commerciali traVenezia, Spagna e Portogallo(bacalao-bacalhau). Nel Vicentino laricetta, espressione di una lungastoria gastronomica europea, vantaoltre 400 anni. Tramandata dagenerazioni di madre e figlia, laricetta ha preso il nome di bacalàalla vicentina, associato alla “polen-ta di mais”.Il 1° marzo 1987 l’avvocato MicheleBenetazzo, presidente della proloco di Sandrigo, fonda dunque la“Confraternita del Bacalà", il cuipresidente è attualmente LucianoRighi, 80 anni magnificamente por-tati dopo una carriera politica che loha portato a essere deputato dellaRepubblica eletto nelle liste dellaDemocrazia Cristiana per due legi-slature.

Sul bacalà alla vicentina si può par-lare e discutere per ore ed ore: sullesue origini, sulla sua popolarità,esclusività, tempo di esecuzione,accostamento di vini e risultanzegastronomiche. Ma una cosa ècerta: è la vera testimonianza dellacapacità inventiva dei vicentini chesanno, da ogni cosa, cogliere l’oc-casione per realizzare con pazientiespedienti cose egregie in ognicampo ma specialmente in cucina.Da un pesce legnoso e stopposocome lo stoccafisso, battuto,bagnato, cotto, aggiustato con infi-nita pazienza, riescono a realizzarepiatti stupendi.La ricetta classica del bacalà allavicentina, ritrovata e convalidata intante riunioni di studio dellaConfraternita del Bacalà, è certa-mente unica, anche se, nella fanta-sia che l’arte della gastronomia svi-luppa, le varianti sono moltissime.C’è chi lega i tranci di sviluppo arotoli, chi nega l’abbondanza del-l’acciuga e della cipolla ottenendoun piatto più delicato ma menosaporito, chi abbonda nel latteschiarendo l’aspetto del piatto, chil’aglio lo trita e chi lo estrae intero a

mezza cottura, chi ritiene indispen-sabile quattro o anche cinque ore dilenta cottura, chi tre soltanto, chi itranci di merluzzo li passa nella fari-na e chi no.Su di un punto sono tutti d’accordo:l’olio di cottura deve essere dellamigliore qualità, abbondante, ed ilbaccalà non deve mai essere rime-scolato. Solo così queste variazionial tema del bacalà alla vicentinadaranno risultati stupendi e daran-no altresì motivo di lunghe, dotte ebonarie discussioni che spazieran-no certamente anche al difficiletema dell’accostamento del piattoai vini, accostamento estremamen-te soggettivo e mutevole. In ognicaso, la ricetta avvallata dallaConfraternita è la seguente:Ammollare lo stoccafisso, già benbattuto, in acqua fredda, cambian-dola ogni 4 ore, per 2-3 giorni.Aprire il pesce per lungo, togliere lalisca e tutte le spine. Tagliarlo apezzi.Affettare finemente le cipolle; roso-larle in un tegamino con un bicchie-re d’olio, aggiungere le sarde sottosale, e tagliate a pezzetti; per ulti-mo, a fuoco spento, unire il prezze-molo tritato.Infarinare i vari pezzi di stoccafisso,irrorati con il soffritto preparato, poidisporli uno accanto all’altro, in untegame di cotto o alluminio oppurein una pirofila (sul cui fondo si sara’versata, prima, qualche cucchiaiatadi soffritto); ricoprire il pesce con ilresto del soffritto, aggiungendoanche il latte, il grana grattugiato, ilsale, il pepe.Unire l’olio fino a ricoprire tutti ipezzi, livellandoli.Cuocere a fuoco molto dolce percirca 4 ore e mezzo, muovendo ognitanto il recipiente in senso rotatorio,senza mai mescolare.Questa fase di cottura, in termine“vicentino” si chiama “pipare”.Solamente l’esperienza saprà defi-nire l’esatta cottura dello stoccafis-so che, da esemplare ad esempla-re, può differire di consistenza.Il bacalà alla vicentina è ottimoanche dopo un riposo di 12/24 ore.Servire con polenta.

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ATTIVITÀVICENTINI NEL MONDO

Biancorossi nel Mondo unitevi persalvare il Vicenza Calcio sull’orlodella scomparsa. E’ questo il sensodella lettera che la gloriosa societàcalcistica della città, o almenoquanto “ne resta”, ha inviato ai pre-sidenti dei quarantadue circoli diVicentini nel Mondo. Con risposte inarrivo mentre la squadra annaspa infondo alla classifica di Serie C, datafra le maggiori indiziate a retrocede-re in D, passando quindi dal calciodei professionisti a quello dei dilet-tanti. La ragione di un appello così acco-rato, lanciato ai Vicentini nelMondo, si ritrova in queste parole:“Tanti episodi risultano commoventiin questa terribile vicenda delVicenza Calcio, e lo sono per cometestimoniano dell’amore incondizio-nato che lega la squadra biancoros-sa ai suoi tifosi. Compresi quelli chevivono da tempo a migliaia di chilo-metri di distanza, vicentini nelmondo sempre pronti a farsi vivi, ainformarsi, a donare qualcosa per ilmitico Lane, questo antico nome dibattaglia di cui ancora non si perdela memoria”. Così racconta NerioDe Bortoli, 65 anni, veneziano,commercialista. E sa di cosa parla,il dottor De Bortoli, essendo il cura-tore fallimentare a cui, lo scorso 18gennaio, il Tribunale Civile diVicenza ha affidato la difficile, forsedisperata, “mission” di salvare lasquadra della città, sprofondata inun crack finanziario da cui potrebbeanche non risollevarsi più.

Come infatti hanno appreso i tifosibiancorossi che non smettono disintonizzarsi con lo stadio Menti dalontane città sedi di Vicentini nelMondo come Melbourne, BuenosAires o Caracas, il Vicenza, durantel’attuale stagione 2017-2018, ègiunto alla resa dei conti: retroces-so un anno fa in Serie C, al terminedi un catastrofico campionato di B,il club ha infilato l’ennesimo, mastavolta conclusivo, tunnel diun’annosa mala gestione economi-ca e amministrativa che, dopo mesidi stipendi non pagati a giocatori edipendenti, ha portato all’interventodella Guardia di Finanza e alla pro-clamazione di fallimento da partedel Tribunale.

Si tratta però di un “fallimento gui-dato”, nel senso che, secondo unaprocedura di cui può disporre ilTribunale, viene data la possibilitàalla squadra di terminare il campio-nato di serie C mentre, per l’appun-to, il curatore fallimentare si incari-ca di approntare quanto serve perlo svolgimento di questa fatidicaasta, fissata entro la fine della sta-gione. Dovesse andare deserta,oppure richiamasse offerte troppoal di sotto di quel milione e 470milaeuro indicativamente fissati comenecessari, conseguirebbe l’estin-zione del titolo sportivo e la cessataattività di una squadra che in 116anni di storia, dal 9 marzo 1902della sua fondazione, ha animato

L’ha inviata a tutti i circoli dei Vicentini nel Mondo Nerio De Bortoli, il curatore fallimentareche si sta impegnando per impedire la scomparsa dell’amatissima squadra, precipitata inun crack finanziario dopo anni di mala gestione. In attesa dell’asta che deciderà le sortifuture della società, a tenere in piedi il club è la generosità di tifosi già capaci di sottoscri-vere donazioni per oltre 80mila euro, giunte anche da altre parti d’Italia e dall’estero. Mentre sul campo ci si batte per non retrocedere in Serie D, fuori migliaia di appassionatisi stringono idealmente a una maglia indossata, dal 1902 a oggi, da campioni come PaoloRossi e Roberto Baggio.

Lettera ai “Biancorossi nel Mondo”per salvare il Vicenza Calcio

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Una formazione del Vicenza Calcio 2017/2018

di Stefano Ferrio

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come poche altre la grande epopeadel calcio provinciale italiano.Numeri e nomi parlano chiaro: tren-ta campionati di Serie A (una buonaparte con il nome LanerossiVicenza, da cui discende il diminuti-vo Lane), secondo posto nel 1978alle spalle della Juventus, CoppaItalia vinta nel 1997, semifinale diCoppa delle Coppe raggiunta nel1998, maglia biancorossa indossatada ben due dei quattro Pallonid’Oro italiani, Paolo Rossi eRoberto Baggio. Quel che si dice unMito, che infatti, oltre che sulla pas-sione dei vicentini, può contare sultifo incondizionato di gruppi più omeno organizzati in altre regioni ita-liane, Emilia e Toscana innanzitutto,e di sostenitori stranieri, francesi eolandesi soprattutto, “gemellati”con gli ultras della curva sud.D’altra parte, assieme all’Atalantadi Bergamo per la lunga storia e alVerona campione d’Italia nell’85 peril prestigio sportivo, il Vicenza com-pone tuttora, nell’immaginariopopolare, una specie di aristocraziadel calcio provinciale legato a for-mazioni che hanno fatto leggendanegli album di figurine. Chi, fra gliappassionati di più lunga data, nonricorda un undici biancorosso chenegli anni ’60 iniziava da un immar-cescibile “Luison, Zoppelletto,Savoini…”, schierando all’attaccoun bomber brasiliano come LuisVinicio, capocannoniere nel cam-pionato 1965-’66? Partendo da lì, lamemoria inanella altri nomi di razzacome il Paolo Rossi che con i suoigol trascina il Vicenza dei Salvi e deiFaloppa al secondo posto del ’78, oil Francesco Guidolin che dalla pan-china guida la squadra dei Lopez edei Di Carlo alla conquista dellaCoppa Italia del 1997, battendo aisupplementari 3-0 il Napoli. Prima edopo, altri amatissimi nomi: ilRomeo Menti a cui è intitolato lostadio, l’attaccante argentinoFrancisco Lojacono, il bomber uru-guayano Marcelo Otero, il giovanis-simo Roberto Baggio da Caldognodestinato a gloria mondiale.“Di fronte a un passato del genere,non voglio pensare a un sipario chescenda per sempre su una realtàcosì bella e appassionante come il

Vicenza Calcio – dichiara il curatorefallimentare Nerio De Bortoli. –Certo, il quadro è molto difficile, e iproblemi da risolvere sono tanti, mala passione popolare che continua asuscitare la maglia biancorossa èqualcosa di inesauribile, che ciautorizza a sperare in qualsiasi tipodi contributo, compresi quelli giàarrivati dall’estero”. De Bortoli siriferisce alle donazioni che conti-nuano a essere versate su un appo-sito conto corrente, istituito per lanciare un’Operazione CuoreBiancorosso che, alla data del 3aprile scorso, dava questi significa-tivi risultati: oltre 83mila euro didonazioni volontarie, oltre 24milaeuro ricavati dalla vendita di brac-cialetti appositamente realizzati perla salvezza della squadra, circa155mila euro di sponsorizzazioni. Iltotale di circa 263mila euro è unacifra robusta, effettivamente desti-nata da De Bortoli al pagamentodegli stipendi e alla copertura dispese di prima necessità con cuigarantire questa navigazione prov-visoria del Vicenza assieme ai 300mila euro del cosiddetto “para-

cadute”, ovvero la fideiussionedestinata dalla Lega Calcio allesquadre retrocesse allo scopo diattutire le perdite derivate dalladiscesa nella serie inferiore.Avendo già constatato a quantoarriva la generosità dei vicentini,compresa quella di chi vive all’este-ro, De Bortoli ha inviato questa let-tera, specificamente indirizzata aipresidenti dei circoli dei Vicentininel Mondo, dove si legge: “Cariamati fratelli e sorelle, il VicenzaCalcio vive uno dei momenti piùdrammatici della sua lunghissimastoria calcistica. Il Vicenza Calcio èstato dichiarato fallito, ma continuala sua storia con intenso Amore peri colori biancorossi e per l’intero ter-ritorio del Veneto, vincendo controsquadre blasonate. Per ottenere ildifficile traguardo, è stata apertauna sottoscrizione alla quale, tro-vando il pieno sostegno delPresidente dei Vicentini nel Mondo,Marco Appoggi, vi chiediamo dipartecipare con una donazionevolontaria secondo la vostra pas-sione e ricordo del Lane. Vi saràinviato un attestato di gratitudine

ATTIVITÀVICENTINI NEL MONDO

Raro momento di esultanza durante la tribolata stagione biancorossa

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ATTIVITÀVICENTINI NEL MONDO

per ringraziarvi del vostro gesto diamicizia, solidarietà e amore, versoi colori biancorossi e l’Italia. Vi rin-graziamo se vorrete estendere larichiesta alla vostra comunità diamici, conoscenti e sportivi cheamano la città di Vicenza. W ilVicenza Calcio e sempre forzaLane”. Questa la lettera inviata ai circoli deiVicentini nel Mondo. In attesa chericeva risposte tocca intanto assi-stere al difficile e tormentato cam-pionato di questo Vicenza che, dal-l’inizio della stagione, ha cambiato

tre allenatori, e ha continuato dram-maticamente a perdere in casa(quattro volte di fila, prima di unostentato pareggio con la Fermana)arrangiandosi come può in trasfer-ta. La rosa dei titolari, affidata damarzo all’allenatore Franco Lerda, èquanto si è potuto mettere assiemedopo la catastrofe della retroces-sione in C, e si regge per quantopossibile sull’esperienza di giocato-ri come l’attaccante jolly Pietro DeGiorgio (ex Crotone, Serie A), ilbomber Gianmario Comi, il registaex Bari Marco Romizi, il portiere

Stefano Valentini.Ancora poche partite e si saprà seciò basterà per salvarsi o peraffrontare il playout, il tremendospareggio per non retrocedere fis-sato per le ultime due classificate.In attesa del verdetto del campo,continuerà a palpitare, a Vicenza enel mondo, un infinito CuoreBiancorosso. Così come è semprestato, durante un’epopea tropporicca di nomi ed episodi per pensa-re a cuor leggero che possa svanirenel nulla, a causa di una sciagura-tissima gestione economica. A rat-tristare gli animi è che sprechi epasticci siano tutti opera di vicentinidoc, dimostratisi incapaci di tutela-re l’immagine e le risorse di un benecomune simboleggiato dai coloribiancorossi.Conforta al contrario appurare che,almeno stando ai “rumours” di que-sti ultimi tempi, la squadra continuiad attrarre le mire di potenzialiacquirenti stranieri, come confer-mato dall’interessamento concretoda una cordata inglese e una spa-gnola, oltre che da un potentissimomiliardario egiziano. A dimostrazio-ne che l’unicità leggendaria di unamaglia indossata da Palloni d’Oro epiù oscuri mediani di provinciatocca le emozioni ovunque nelmondo rotoli un pallone.

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Due scatti del pranzo che ha festosamente unito i componenti di ogni età del Gruppo Fantasma,una formazione di tifo organizzato composta da sostenitori emiliani e romagnoli del Lane

La lettera inviata dal Vicenza Calcio ai circoli deiVicentini nel Mondo

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Si è tenuta una riunione del gruppo dilavoro di Vicentini nel Mondo costitui-to per manifestazioni e cultura.All’incontro erano presenti, oltre alresponsabile del gruppo, FerruccioZecchin, Silvia Corradin, Adelina DeBoni, Maurizio Romagna, BenitoSasso e Liviano Tomasi.Per quanto riguarda la FestaItinerante dell’Emigrante di Lusiana,che taglia nel 2018 il traguardo delsuo 50°, Silvia Corradin, rappresen-tante del Comune di Lusiana, confer-ma la data del 29 luglio, nonostantecoincida con la Giornata dei Venetinel Mondo organizzata dalla RegioneVeneto. A Lusiana è attesa una dele-gazione del Comune di Trivero(Biella), che donò la prima pietra perla Chiesetta di Velo dedicata agli emi-granti. La festa lusianese si articolerà in varimomenti, il primo dei quali sarà ilconvegno, organizzato al Palazzoncon inizio alle 9, e centrato sulla rela-zione tenuta dal prof. VittorioBrunello, uno dei fondatori della chie-setta di Velo (in concomitanza verràallestita una mostra con la documen-tazione relativa alla costruzione diquesta chiesetta dell’Emigrante).Seguirà alle 11.30 la messa, officiataproprio alla chiesetta di Velo da donElia Ferro, delegato della diocesi diPadova per l’emigrazione. Per suotramite verrà invitato anche il vescovodi Padova, Carlo Cipolla. Al terminedel rito verrà consegnata una targadorata al Comune di Lusiana per l’im-pegno profuso in favore degli emi-granti. Dopodiché tutti al pranzo ser-vito sotto il grande tendone messo adisposizione dal comitato sagra diLusiana, con successiva rappresen-

tazione del gruppo teatrale amatoria-le di Lusiana “Lampo a piedi” sullaprogettazione e costruzione dellachiesetta di Velo. A tutti i presentisarà omaggiata una stampa sullachiesetta realizzata da GallianoRosset.Dopo avere definito tempi e modidella prossima festa di Lusiana, ilgruppo di lavoro ha preso atto dell’in-formativa inviata alle scuole per con-ferenze e incontri su Vicentini nelMondo: per il momento è stato fissa-to un primo incontro, l’8 maggio,all’istituto Farina di Vicenza (scuolamedia), con un intervento di PaolaBertocchi. Quanto ai prossimi corsiorganizzati dal Centro internazionaledi studi d’architettura di Vicenza (30

agosto – 5 settembre), considerandoche da quest’anno la quota di parte-cipazione sarà intera e non piùdimezzata, si conferma la decisionedi selezionare quattro giovani oriundidi origine vicentina per la partecipa-zione al corso.Infine, i soggiorni climatici, per i qualii circoli di Vicentini nel Mondo accol-gono la proposta di organizzarli,anche se non sono in grado di assi-curare un’alta partecipazione. I sog-giorni verranno riproposti al lido diJesolo dal 10 al 24 settembre, accor-dando un contributo per le spese diviaggio e di permanenza.

SARÀ ASSEGNATA DURANTE LA TRADIZIONALE FESTA D’ESTATE PER L’IMPEGNO DASEMPRE PROFUSO A FAVORE DEGLI EMIGRANTI.IL RICONOSCIMENTO È STATO STABILITO NEL CORSO DELLA RIUNIONE DELGRUPPO DI LAVORO CHE ORGANIZZA GLI EVENTI DI VICENTINI NEL MONDO

Nel programma di iniziative del 2018una targa al Comune di Lusiana

Un momento della Giornata dell’Emigrante svoltasi la scorsa estate davanti alla chiesetta di Velo

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COVER STORydi Benito Sasso

Nella tarda e soleggiata mattinatadell'8 settembre dell'anno 2017, nelsalone della Biblioteca Civica diValstagna, il cittadino franceseMichel Mattana, ottantaquattrennediscendente di migranti del posto,accompagnato dalla gentile consor-te Madaleine Lucile, ha consegnatoufficialmente al sindaco Carlo Perlioltre 50 volumi elegantemente rile-gati e autenticati, frutto di un certo-sino lavoro di accurate ricerche,

effettuate nell'arco di un trentennio.In ognuno di quei tomi sono conte-nute notizie riguardanti nascite,matrimoni, decessi, atti notarili etestamenti che spaziano dal MedioEvo al ‘900, frutto di un lavoro impo-nente quanto appassionato.Vi sono tanti modi per sviluppare laricerca delle proprie origini e perindividuare luoghi sconosciuti daiquali in molti sono partiti. Ma quelloadottato da Michel Mattana rientra

sicuramente nell’eccezionalità,soprattutto per come le sue ricerchehanno spaziato non solo nel tempo,ma anche nello spazio, congiungen-do fili genealogici che, come vedre-mo, conducono fino in Brasile. Questa bellissima storia inizia dun-que da Giuseppe Mattana, il nonnodi Michel, nato a Collicello diValstagna nell'anno 1868. Giuseppe,raggiunti i 23 anni, volendo rompereuna stagnante precarietà esistenzia-

La stirpe globale dei Mattanaraccontata in oltre cinquanta volumiDopo trent’anni di preziose e accurate ricerche, l’ingegnere in pensione Michel Mattana,emigrante di terza generazione, ha fatto dono al Comune di Valstagna di un’imponente rac-colta di libri, dedicati alla secolare storia della sua famiglia, che ha avuto importanti “dira-mazioni” in Francia, Brasile, Svizzera e California. Vicende sorprendenti e affascinanti,attraverso cui riaffiora il passato del paese e della valle del Brenta, testimoniato da docu-menti che ricostruiscono nascite, morti e atti notarili dal XIV secolo fino al 1962

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le, prese la coraggiosa iniziativa diespatriare in Francia, con la speran-za di costruirsi un futuro migliore chegli riconoscesse un minimo di digni-tà.Solo, senza riferimenti specifici, madotato di grande forza fisica, intra-prendenza e discreta esperienzanella lavorazione della pietra, egli sidiresse verso la Savoia, avendoavuto notizia di possibili occupazionilavorative. Dopo varie peripezie,giunse in uno sperduto villaggio a1134 metri di altitudine, vicino aMegève. Lì trovò lavoro nel settoreedilizio, mostrando capacità e impe-gno, tanto che nel 1899 fu in gradodi costruire la prima casa in pietradel paese, cosa non comune perquell'epoca.Ben inseritosi in territorio francese,Giuseppe Mattana si sposò conMarie Eugénie Mollier. Dalla lorounione nacque nel 1893 il figlioJoseph Edouard. Questi, nel 1921,sposò Adèle Désirée MarieFrançoise Le Mee, assieme a cuimise al mondo tre figli: JeanneEugénie Hélène nel 1924, JacquesEdouard nel 1925, e il nostro MichelJoseph nel 1933. E’ questo terzoge-nito a diventare il "testimonial" diun’originale esperienza di ricercache va oltre l'emozione di conoscerel'ambiente rurale dal quale provenivail nonno Giuseppe.Nell'estate del 1961 l’ingegnere civi-

le Michel Mattana, arrivato in Italiaspinto dal desiderio di conoscere leproprie radici, visita per la primavolta il canal di Brenta con la moglieMadeleine Lucile Moreau e i due figliYves Pierre e Lionel Edouard.Essendo desiderosi di scoprire gliantichi luoghi di origine, i quattrovisitano anche la contrada diCollicello, frazione di Valstagna, indestra Brenta, di fronte al paese diCismon del Grappa.Collicello, che all'epoca in cui si col-tivava il tabacco sui terrazzamenti,era stato un ridente borgo, poveris-simo ma pieno di vita, nel 1961 ver-sava in uno stato di semiabbandono.I campicelli erano in gran parte rico-perti di sterpaglie, e i muri a seccodavano evidenti segni di cedimento.I vicoletti che conducevano alle vec-chie case sottostanti le ripide paretirocciose di Enego però, invitaronoMichel e famiglia a salire. Qualcosadiceva loro che si trovavano nelposto giusto. Dopo un breve tragitto,infatti, s'imbatterono in una tabellatoponomastica con la dicitura"Contrada Mattana". Michel ebbesubito la consapevolezza che que-sto era il luogo dal quale si eranodiramate le radici dei suoi antenati.Da questo momento Michel Mattanapoteva iniziare con certezza la realiz-zazione del suo "progetto". Dopoquesta sua prima visita a Collicello,fece ancora ritorno in valle, ma di

rado e per brevi periodi. Per parec-chi anni lavorò infatti a Saclay nel-l'impianto pilota di separazione iso-topico (arricchimento dell'uranio),per conto di alcune società del grup-po Empain Schneider, e in seguitonegli impianti Spie - Batignolles.Nel 1988, conclusa la sua attivitàlavorativa, pensò fosse giunto iltempo di dedicarsi alla ricercaapprofondita delle sue radici. Le suevisite nella contrada di Collicello sifecero così sempre più frequenti eprolungate. Michel, partendo dallaFranconville in cui abita, nei pressi diParigi, aveva cominciato così a fre-quentare gli uffici municipali e le par-rocchie di Oliero e Valstagna. Ebbeinoltre l'opportunità di conoscere iprofessori Franco Signori e AntonioBonato, nonché il parroco diCismon, don Dino Secco, dai qualiricevette un grande aiuto medianteutili consigli e incoraggiamenti.Strinse poi forti legami di amicizia

Michel Mattana e la moglie Madeleine Una veduta di contrada Mattana come oggi appare e, sotto, la targa di contrada Mattana

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con i coniugi Roberta e GianantonioMattana e ottenne una preziosa col-laborazione anche dai sindaci che sisuccedettero a Valstagna in circa 30anni. Le sue ricerche si ampliarono,risalendo fino al 1400. Questo impe-gnativo lavoro lo coinvolse totalmen-te, ma per fortuna trovò in suamoglie una grande collaboratrice,indispensabile per un raggio d'azio-ne che si ampliava sempre più,diventando necessario consultareatti ufficiali notarili e processi dellepreture di Bassano del Grappa,Asiago e Valstagna, nonché gli archi-vi di Sato di Vicenza e Bassano delGrappa.Sommariamente l'opera alla fine rac-colta in quei cinquanta volumi con-segnati al Comune di Valstagna con-sta di articolate copiature e trascri-zioni (con appropriati indici e interes-sante progressione alfabetica), di atticodificati che comprendono:1) la ricostruzione completa dell'al-bero genealogico dell'antica famigliadei Mattana (quattro originali e cin-que trascritti);2) una serie di volumi che racchiudo-no i dati della parrocchia di Oliero:nati, battezzati e residenti dal 1670al 1872, matrimoni dal 1604 al 1871,morti dal 1604 al 1874;3) oltre una ventina di volumi sullaparrocchia di Valstagna, (compren-dente le curazie di Costa e Collicello)riguardanti i battezzati e residenti dal1360 al 1871, i battezzati dal 1872 al1900, i matrimoni contratti dal1806 al 1913, e i morti dal 1751 al1871;4) quasi trenta volumi relativi agli attinotarili dal 1346 al 1843 dellePreture di Bassano, Asiago eValstagna, i testamenti resi al notaioPompeo Pierli dal 1607 al 1633 e lesuccessioni dal 1872 al 1962dell'Ufficio del Registro di Bassanodel Grappa.E' da evidenziare l'importanza stori-ca e giuridica della ricostruzionearchivistica parrocchiale anteceden-te il settembre del 1871, anno in cuiviene attivato nei nostri comuni lostato civile pubblico per l'intervenutacostituzione dello stato unitario ita-liano. Dalla ricostruzione, antece-dente a quella data, dell'alberogenealogico della famiglia del nonno

Giuseppe Mattana, il nostro "testi-mone" scoprì allora che uno zio dinome Francesco, nato a Valstagnal'8 aprile 1843, era emigrato inBrasile, nello stato di Rio Grande doSul, nel 1876, insieme alla moglieMaria Luisa Borsa e ai loro sei figli:Giuseppe, Clara, Giacomo, Antonio,Maddalena e Angela.Il 25 agosto 1976 questi pionieridella val Brenta vennero ricordati peril centenario del loro arrivo in Brasilecon una cerimonia religiosa nellacattedrale diocesana di Caxias doSul.Nell'occasione fu data alle stampeuna pergamena che ricordava ilmomento in cui venne loro assegna-to il lotto numero uno nella coloniaarida e accidentata del TraverssaoPeran. Nell'introduzione quel docu-mento recitava: "Il loro sforzo fueroico: hanno vissuto per anni in luo-ghi inospitali e duri, quasi abbando-nati al proprio destino, hanno disbo-scato foreste col ferro e col fuoco,hanno affrontato l'ignoto, hanno lot-tato contro le belve, hanno costruitocapanne, hanno piantato e raccolto.Le cose cambiarono e prosperarono". Francesco Mattana morì a soli cin-quant'anni e non poté così gioire deisuccessi conseguiti dai suoi figli. Ilprimogenito Giuseppe (JosèAriodante) si distinse per aver realiz-zato importanti opere idrauliche, eper aver progettato e diretto i lavoridi costruzione della piazza centraledi Caxias do Sul, oltre che dellanuova sede municipale. Non da ulti-mo fu sensibile ai problemi sociali,promuovendo l'istituzione di un'or-ganizzazione sindacale. Ubirayara,figlio di Josè esercitò la professionedi medico nell'ospedale della città diMontenegro, diresse il consultoriosanitario, e per 23 anni svolse la fun-zione di sindaco di questa città checonta oltre ottantamila abitanti.Da quanto scritto è chiaro che ilceppo dei Mattana in Brasile si èdistinto per le sue grandi doti dicoraggio e intraprendenza, tant'èche in anni recenti la rete televisivabrasiliana "Globo Reporter" ha dedi-cato molto spazio a questa famiglia,venendo a visitare il piccolo borgo diCollicello. Qui gli operatori si sonosoffermati a riprendere il paesaggio

con le sue montagne, le case e i ter-razzamenti. In un'atmosfera moltoconviviale, come se il tempo nonfosse mai passato, è stata preparatauna grande e fumante "poenta",antico alimento che unisce ancora iveneti di oggi agli antichi coloni interre lontane.Le radici dei Mattana si sono peral-tro diramate in varie direzioni: oltreche in Brasile e in Francia, anche inSvizzera e in California. Consultandoil prezioso libro di Franco Signori"Valstagna e la destra del Brenta", apagina 442 appare il nome diGasparo Mattana, sindaco diValstagna nell'anno 1576. DunqueGasparo, della settima generazionedei Mattana, e Ubirayara, sindaco diMontenegro, in Brasile, durante ladiciottesima generazione della fami-glia, possono degnamente unirel'Europa all'America, rafforzandoancora una volta il valore dell'operadell'uomo, ovunque si trovi, e qua-lunque nome egli porti.E’ grazie all'approfondito e tenacelavoro di Michel Mattana che abbia-mo potuto conoscere la complessae ricca vicenda di questa storicafamiglia che tanto onore fa allavicentinità e al Veneto.

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Sopra: la chiesa della frazione di Collicello enella pagina a fianco: mappe catastali sempredel territorio di Collicello.

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I NUOVIVICENTINIGLOBALIdi Alice Baruffato*

Il 7 luglio 2017 partivo con un voloVenezia – Monaco – Vancouver perun’esperienza di sei mesi in Canada,destinazione scelta: Vancouver. “Famolto freddo, è un Paese molto gran-de e civile, c’è molto lavoro...”. Questialcuni dei commenti che sentivo oleggevo nei mesi precedenti la par-tenza. La mia decisione è stata detta-ta più dalla voglia di esplorare unluogo nuovo, che da una fuga per laricerca di una vita migliore, comeaccade spesso quando si parla digiovani generazioni all’estero.Un’esplorazione oltreoceano, certo,poiché nei precedenti quattro anniero rimbalzata “solo” in Europa, perstudio e lavoro. Era dunque un’espe-rienza che mi mancava quella di unvolo intercontinentale, della richiestadi un visto, di sentirsi così geografica-mente lontani da casa, con tutte lecomplicazioni a un fuso orario checambia di nove ore da Vicenza aVancouver. Di fronte a me, archeologa nativadella Val Liona, alle pendici dei colliBerici, un periodo che avrei potutoplasmare a mio piacimento, grazie aun visto vacanza-lavoro, che permet-

te cioè di soggiornare legalmente intutto il Canada per sei mesi, sia cometurista sia come lavoratore. Nonvedevo l’ora di uscire dall’aeroportoper vedere con i miei occhi com’eraquesta città di Vancouver, le primeimpressioni si evolvono, si sa, ma perquanto mi riguarda un fondo di veritàrimane. Ricordo me stessa sedutasullo skytrain - la metropolitana auto-matica sopraelevata che si snodaattraverso la città – imbambolata aguardar fuori dal finestrino e a cerca-

re di farmi un’idea di quel nuovo capi-tolo di vita che avevo davanti. Case,grattacieli e strade, nessun segnoestetico della storia. Solo, e per fortu-na, il grande Delta del fiume Fraser ela corona di montagne ad abbellire ilpaesaggio. Tutto ciò non è cambiatonell’immagine di Vancouver che con-servo. Quello che si è evoluto invece è statala mia integrazione nella vita dellacittà, che di lì a poco mi ha portato aconoscere da vicino molte realtà cul-

Dalla Val Liona a Vancouverper riempire lo zaino di storieSei mesi di vacanza-lavoro in Canada servono ad apprendere più di una verità sul tristedestino dei nativi nordamericani, e sugli inesauribili giacimenti di memorie orali raccolte dalCentro Culturale Italiano. Fra queste ultime anche le interviste rilasciate da tanti vicentiniemigrati nel secondo dopoguerra, alla ricerca di un lavoro e di un’identità

Brindisi durante la costruzione del complesso del centro Culturale Italiano di Vancouver in 3075Slocan Street, foto tardi anni ‘70

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turali quali il Museo di Antropologiadell’Università della British Columbia,il Museo Civico di Vancouver, nonchéle opere di artisti locali scomparsi nonmolto tempo fa come Emily Carr e BillReid, esponenti artistici delle cosid-dette First Nations. “Prime nazioni”,appunto, come viene identificata lamoltitudine di culture indigene chepopola il territorio canadese e statu-nitense da millenni. Le stesse cultureche sono state quasi completamentesterminate, assieme al bisonte, dal-l’arrivo degli europei (con le loromalattie), e quindi, a partire dal XVIIsecolo, private a poco a poco di unfuturo. Ne sanno qualcosa generazio-ni intere internate in “scuole residen-ziali” dove venivano praticati siste-maticamente abusi fisici e psicologi-ci, a partire dall’annichilimento di lin-gua e culture tradizionali; quelle cheancora oggi sopravvivono isolate in“riserve”, contaminate da frequentifenomeni di disagio sociale comedisoccupazione, alcolismo e droga.Devo ammetterlo, tutto questo stonaun po’ con il 150esimo anniversariodella fondazione del Canada, cele-brato l’1 luglio 2017 con molti fuochid’artificio. Ma soprattutto fanno effet-to le frasi di rito, divenute obbligatorieormai all’apertura di qualsiasi eventolocale, volte a costatare che ci si trovisu terra nativa unceded, un termineinglese che significa in questo conte-sto “non ceduta legalmente”. Per fortuna la mia conoscenza diVancouver è passata anche attraver-

so una proficua collaborazione con ilCentro Culturale Italiano. Nato nel1977 dalla Società Popolare Italianadella British Columbia, questo centroha assunto la sua forma attuale datredici associazioni italiane già esi-stenti che si riunirono sotto il motto di“promuovere cultura, valori e patri-monio italiani e condividerli con altrecomunità”. Oltre alla sua scuola di lin-gua Italiana, tutt’oggi molto frequen-tata, alla biblioteca, e all’ala sociale(che ospita oggi l’osteria, il campo dabocce e la trattoria), il centro offredagli anni 2000 anche una nuova salapolifunzionale con servizio cateringinterno, oltre a un museo.Recentissimi sono inoltre l’orto e ilforno della comunità, progetti legatialla volontà di riaccendere la tradizio-ne per il buon cibo e allo stessotempo supportare il filone della soste-nibilità urbana. Come archeologa, per il centro hotenuto anche una conferenza in dueserate sulle città d’arte del Veneto,viaggio virtuale geografico e storicorivolto a un pubblico di canadesi ani-mati da molto interesse per l’Italia e lesue bellezze artistiche. Tra di loro,molti con origini venete, e in partico-lare vicentine, di seconda o terzagenerazione. Forse è stato proprioquesto per me - ormai navigataexpat, mobile migrante dei nostrigiorni in lidi europei - l’aspetto piùcurioso dell’esperienza canadese,ossia l’essere entrata in contatto conun altro lato della migrazione: non

quella dei tanti miei quasi coetanei inviaggio temporaneo o permanente inun nuovo Paese per studio o lavoro,quanto la migrazione di “vecchiaguardia”.Mi riferisco a tutti quegli italiani chehanno lasciato il Paese nel secoloscorso, in molti dopo la fine dellaSeconda Guerra Mondiale, ma alcunianche prima, ventenni che affronta-vano un lungo viaggio in nave e trenoperché il Canada cercava forza lavo-ro, o perché il fidanzato promesso làsi era appena sistemato. Uomini edonne che da allora hanno vissutostabilmente a Vancouver, spessodimenticando una lingua italiana chea scuola si era imparato poco, mamantenendo il proprio dialetto regio-nale assieme alla nuova lingua delposto, l’inglese.Mi sono chiesta, dopo averne cono-sciuti alcuni, o dopo aver letto leinterviste che il Centro CulturaleItaliano sta raccogliendo per il pro-getto “Storia orale”, come dev’esserestata la loro esistenza, quali emozioniforti deve aver provocato l’allontana-mento da affetti e territorio in un’epo-ca in cui le comunicazioni e i viagginon erano così veloci come oggi.Storie di vite comunque vissuteappieno, a riprova della sorprendenteadattabilità di noi esseri umani.

* Archeologa di Val Liona (ex comunedi Grancona)

I grattacieli del downtown di Vancouver con montagne retrostanti, visti dalla baia di Kitsilano (foto di Alice Baruffato)

La scultura lignea di Bill Reid intitolata TheRaven and the First Men (Il corvo e i primiuomini), Museo di Antropologia, UBC,Vancouver (foto di Luca Allievi)

I NUOVI VICENTINI GLOBALIGLOBALI I CANADA

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“Merica, Merica, Merica – Basta demiseria!” era il grido, a un tempo disperanza e di disperazione, lanciatodagli emigranti veneti negli stati delsud del Brasile fra fine ‘800 e inizio‘900.Ora quel grido è diventato titolo diun libro, edito dal Comitato per laStoria di Bassano. Intesa comeappendice alla monumentale operasulla storia di Bassano varata nel2013, a firma di Franco Rebellato,attento e documentato studiosodella storia locale, questa nuovapubblicazione ha visto la luce il 19gennaio in concomitanza con lafesta di San Bassiano, patrono dellacittà e della cultura.Il volume, che è da allora in libreria,ripercorre con approfondimenti einediti l’epopea di un popolo cheall’indomani dell’unità d’Italia, alcentro di un vasto fenomeno di crisieconomica e sociale del mondocontadino, fu costretto a prenderela strada dell’emigrazione: prima inEuropa, poi sempre più lontano, aldi là dell’Atlantico, fino alle terreinesplorate e incolte del sud delBrasile.Al centro di questa epopea, e dellemille storie individuali e collettiveche la compongono, spicca la figu-ra di padre Pietro Colbachini, bas-sanese, missionario scalabriniano,che dell’assistenza e della promo-zione sociale dei contadini venetitrapiantati nel Rio Grande do Sul enegli stati vicini, fece il senso pienodella sua vita. Un religioso di unatale importanza nella storia degliscalabriniani, padre Pietro, che lamemoria della sua opera risultòdecisiva quando, nel 1930, l’ordine

stabilì di fondare proprio a Bassanola casa in Destra Brenta attualmen-te abitata da una trentina di religio-si.Pietro Colbachini, fra l’altro, versola fine dell‘ 800, guidò un gruppo dibassanesi nella costruzione di unanuova città, cui venne dato il nomedi Nova Bassano. Questi emigrantipartiti da Bassano, dai comuni limi-trofi e dai paesi della Valbrenta, nellibro vengono spesso elencati connome e cognome, nei quali moltilettori potranno ritrovare e ricono-scere anche i propri antenati. Sono“Vicentini nel Mondo” che a distan-za di oltre un secolo, ci raccontanole loro storie dai contorni spessotragici.“Merica, Merica, Merica – Basta demiseria!” è destinato a fare moltastrada: tradotto in “talian”, ovveroquel miscuglio di dialetti veneti difine ‘800, tuttora parlato da oltrequattro milioni di veneto-brasiliani,sarà edito e diffuso anche nel RioGrande do Sul in occasione della

tournée che il gruppo delle Arti perVia sta programmando per il prossi-mo luglio, quando saranno in calen-dario spettacoli a Santa Maria, ValeVeneto, Encantado, Garibaldi oSerafina Correa, Caxias Do Sul,Bento Goncalves, Carlos Barbosa,Nova Bassano e Porto Alegre. Atale proposito sono stati avviaticontatti con i circoli dei Vicentini nelMondo delle città che saranno visi-tate durante il tour, in modo da tra-sformare il passaggio di Arti per Viain una festa dei Vicentini nel Mondotrapiantati in Rio Grande do Sul."La canzone "Merica-Merica" è dal2005 inno ufficiale della colonizza-zione Italiana nel Rio Grande doSul. Fu il governatore dello Stato,un Germano Rigotto di chiare origi-ni venete, a rendere effettivo il pro-getto di legge del deputato stataleJosé Sperotto (PFL) che istituisce lacanzone "Mérica-Mérica", diAngelo Giusti, come inno ufficialedella colonizzazione Italiana nel RioGrande do Sul.

“MERICA MERICA MERICA” SI INTITOLA L’APPASSIONANTE VOLUME DEDICATODA FRANCO REBELLATO ALL’ESODO DI MIGRANTI DA CUI PRESE FORMA NOVABASSANO, NEL RIO GRANDE DO SUL. LA FONDAMENTALE FIGURA GUIDA DELPADRE SCALABRINIANO PIETRO COLBACHINI

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Immagine d’epoca di emigranti

Un libro sui bassanesi dell’800che fecero un pezzo di Brasile

STORIE DIRADICI

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La comunità di Valdastico si è ritro-vata a festeggiare Antonio Paulo DeConto-Pretto, vescovo della diocesidi Montenegro, in Brasile. Per ono-rare il giubileo dei 25 anni di vesco-vado, De Conto ha voluto celebrareuna messa nella chiesa di SanPietro Valdastico, la località dove gliavi materni ricevettero i sacramenticristiani, per la precisione in contra-da dei Lucca, abitata dai Pretto edai Gallina.Infatti, i loro nonni fecero parte diuna delle 32 famiglie che partecipa-rono al grande esodo del 1878 emi-grando nel Rio Grande do Sul, inBrasile. Qui, raggruppati insieme adaltri veneti, fondarono un paese chechiamarono in ricordo San PedroEncantado. Attualmente il Comunedi Encantado, che è il paese dinascita del vescovo, è gemellatocon il Comune di Valdastico e conta18mila abitanti.Onorata della presenza dell'illustre“compaesano”, la comunità cristia-na di Valdastico ha voluto celebrarel'evento con la consegna, durantela cerimonia, di una significativatarga ricordo, avvenuta alla presen-za di un numeroso pubblico, dovenon mancavano autorità varie, non-ché i rappresentati dei Vicentini nelMondo Riccardo Calgaro e MaurizioRomagna.La significativa cerimonia si è con-clusa con l'intervento del presiden-te del Comitato Emigranti diValdastico che esortava sua eccel-lenza a considerarsi cittadino diquesta vallata che tanto ha datoall'emigrazione e, pertanto, a sentir-si anche libero di ritornare quandovuole, perché questa è casa sua.

Da non dimenticare, quando si ha ache fare con la figura del vescovoAntonio Paulo De Conto-Pretto leimponenti opere erette grazie al suoimpegno nelle tre diocesi brasilianea lui assegnate (Caceres MatoGrosso, Criciuma e Montenegro).Ma a Valdastico difficilmente sidimentica. Lo si è visto anche daquanto fatto dall’atelier di LuisaFontana, architetta socia di CerpaItalia onlus, per il Parcodell’Emigrante inaugurato lo scorso15 agosto a San Pietro inValdastico, museo all’aperto dedi-cato all’emigrazione, frutto di unaprogettazione condivisa con ilComitato Emigranti, la comunità,l’amministrazione comunale e laRegione Veneto, che ha cofinanzia-to l’opera.Unico nel suo genere, il parco testi-monia attraverso installazioni espo-sitive l’importante fenomeno migra-torio che ha segnato la storia e lacultura della comunità e del territo-rio. L’area è costituita da un terraz-zamento che si affaccia sulla Valledell’Astico e comprende una storicachiesetta dell’emigrante oltre aun’area verde destinata a giochi edeventi. L’intervento ha eliminato le barriereesistenti costituite da parapetti edislivelli creando un’area completa-mente accessibile, servita da untragitto lungo il quale si susseguonole installazioni artistiche. Sagome dimigranti segnano l’inizio del percor-so che si dirama nei tre terrazzi,punti panoramici sulla valle sotto-stante dotati di parapetti con leggiiinformativi accessibili a tutti.Il parco giochi per bambini esisten-

te è stato mantenuto e valorizzatocon un’installazione in erba artifi-ciale, che richiama le sagome deimonti ed è utilizzabile come sedileda bimbi, adulti e anziani. Al centrodel Parco si trova il Monumentoall’Emigrante: una sfera sostenutada una colonna inclinata rivestita inmosaico artistico, realizzato sudipinto ad olio e bozzetto di LuisaFontana.Giunti infine all’Area della Memoria,che ricorda le vittime dell’emigra-zione, il percorso si allarga con unpiano inclinato consentendo a tuttidi accedere al nuovo sagrato dellaChiesetta dell’emigrante (Mario Pesavento).

ANTONIO PAULO DE CONTO-PRETTO HA CELEBRATO MESSA NELLA FRAZIONEDI SAN PIETRO, CHE GLI EMIGRANTI LASCIAVANO PER FONDARE UN PAESEDAL NOME SUGGESTIVO, ENCANTADO

Due foto ricordo scattate nella chiesa di SanPietro Valdastico durante la messa officiata dalvescovo brasiliano Antonio Paulo De Conto-Pretto, nipote di migranti del posto

Valdastico in festa per il vescovo brasilianoNel 1878 i suoi antenati partirono in nave per l’America

STORIE DIRADICI

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II CIRCOLI VICENTINI NEL MONDO

ARGENTINA

BUENOS AIRES

AUSTRALIA

MELBOURNEWOLLONGONG

BELGIO

CHARLEROI

BRASILE

SERRA GAUCHA

ASILE

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Lisiane Poletto, la nuova presidenteispirata dai valori della cultura italianaCoNtINUA L’”oNDA roSA” AI VertICI DeI CIrCoLI BrASILIANI, INIzIAtA DAGrAzIeLA MAzzArotto A FLoreS DA CUNhA

Diego Rigatti.Il consiglio è inoltre composto daPaula Dalmaz Fitarelli, AlexandraNicolini Brufatto e Cesar Nicolini.Infine i revisori dei conti, che sonoEvandro Brufatto, Luis Carlos DalCastel, Adriano Marini.Affascinante la storia della regionedella Serra Gaucha dove, a partire dal1875, cominciarono ad arrivare colonie mezzadri da ogni parte d’Italia, masoprattutto dal Veneto. Ad attrarlierano le lusinghe del governo brasilia-no che, per popolare le regioni più asud del Paese, e difendere nel con-tempo i confini con l’Uruguay, promiselotti di terra a chiunque fosse statodisposto a lasciare il proprio paese. Incambio questi emigranti avrebberoavuto terreni fertili a disposizione.Per tanti italiani non si trattava di unmiraggio, bensì dell’opportunità disfuggire alla morsa della fame e dellacarestia che in quel periodo attana-gliava il nostro Paese. Salvo poi appu-rare che quei terreni così fertili eranoinvasi da una vegetazione eccessiva-mente selvaggia, in Brasile chiamatacon il nome di “Mato”, il bosco che tiavvolge. Fu dunque una propaganda

studiata ad arte quella del governobrasiliano, perché di terre piane e col-tivabili ce n’erano ben poche. I lottimigliori erano stati dati ai tedeschi,che avevano anticipato la migrazionedi quasi cinquant’anni, nella zonadell’attuale Porto Alegre. Iniziava cosìla saga degli italiani, e dei veneti dellaSerra Gaucha. Che, a giudicare dal-l’elezione della presidente Poletto,continua a dare ottimi frutti.

Continua l’onda rosa ai vertici dei cir-coli brasiliani di Vicentini nel Mondo.Dopo Graziela Mazzarotto, divenutapresidente di quello di Flores daCunha, tocca all’architetta LisianePoletto essere eletta alla guida deiVicentini nel Mondo di Serra Gaucha,regione molto italiana all’interno delRio Grande do Sul. Così la nuova presidente si presenta inuna mail inviata alla rivista Vicentini nelMondo: “Io, come architetta sonoencantata dalla cultura italiana. Ciòche tramanda l’Italia fa parte della miavita sin dall’infanzia: nella lingua, nellagastronomia, nella musica... Sonotesori di cultura che da sempre micoinvolgono”.“In questo senso – continua LisianePoletto – oltre che onorata, mi trovodavvero a mio agio alla guida del cir-colo di Vicentini nel Mondo, costituitoda altre persone che apprezzano ipatrimoni di italianità portati in Brasiledai nostri antenati. Anche perché, varicordato, è una cultura che ha parte-cipato in modo decisivo allo sviluppodelle nostre città”.“Alla luce di questi fatti, il nostro obiet-tivo – conclude la nuova presidente - èmantenere e diffondere la cultura ita-liana, in particolare della provincia diVicenza e della regione Veneto.Abbiamo ad esempio in mente di pre-parare pranzi e cene con piatti dellagastronomia vicentina, degustandovini italiani, e vogliamo anche dareampia diffusione ai film prodotti inBrasile sull'eredità italiana lasciata quiin Brasile, oltre a promuovere corsi dilingua italiana, architettura e gastrono-mia”.Assieme alla presidente LisianePoletto, compongono il nuovo diretti-vo di Serra Gaucha il vicepresidenteLuiz Henrique Fitarelli, la segretariaAlexandra Gava Guerra, la vicesegre-taria Carina Nicolini, il tesoriere MoacirSylvio Dal Castel, il vicetesoriere

La Presidente Lisiane Poletto assieme al direttivo di Serra Gaucha e sotto in primo piano

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BRASILECIRCOLO DI SERRA GAUCHA

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L’addio al presidente Dal ZottoLo ricordano tante famiglie di minatoriSI è SPeNto IN BeLGIo, ALL’età DI 90 ANNI, UN UoMo-SIMBoLo DeI VICeNtINI NeLMoNDo. FoNDAMeNtALe IL SUo IMPeGNo A FIANCo DeI LAVorAtorI MIGrANtI. LA SUA PASSIoNe Per IL CANto Lo Portò A orGANIzzAre BeN DIeCI CoNCertIDeL Coro eL VAjo DI ChIAMPo

con gli emigrati, non solo in Belgio.Centinaia di persone accorrevano alletue iniziative ed è grazie a te, aDomenico e ai dirigenti del CircoloVicentini se si è mantenuta viva la fiam-ma del ricordo. Non solo l’Italia, ilVeneto, il Vicentino ti devono moltoma anche la Vallonia che sentivi comeseconda Patria. Mi hai fatto conoscereun mondo fatto di persone generose,disponibili, pronte al sacrificio, e diquesto ti ringrazio. Hai amato la tuafamiglia: Georgette e Vanessa, le tuedonne del destino, erano al centro deltuo interesse giornaliero. Ricordo ilnostro ultimo incontro poco più di unanno fa, a pranzo con Domenico eGaetano Dal Santo. Eravamo venutiapposta per stare un po’ con voi, per-ché la tua salute vacillava. Ti voglioricordare come allora, lucido e sorri-dente. Un abbraccio caro Sergio dalCoro El Vajo, dai Vicentini nel Mondo,dal tuo amico Ferruccio che ti custodi-rà sempre nel cuore

Storia del circolo di Charleroi.Il Circolo Vicentini di Charleroi è sortonel 1968 su iniziativa di AntonioBoschetto in collaborazione conSergio Dal Zotto. L’insediamento ufficiale è avvenutol’11 ottobre 1969 nella sede dellaMissione cattolica italiana di

Marchienne-au-Pont. Alla cerimoniahanno partecipato l’allora Presidentedell’Ente Vicentini nel Mondo LorenzoPellizzari, il sen. Giorgio Oliva, giàSottosegretario di Stato per l’emigra-zione, presenti inoltre il Console gene-rale Antonio Leone, il vice ConsoleLucio Pallotta, il Cancelliere VittorioMatiussi e Padre Marcello Bertinatoche ha benedetto la bandiera delCircolo donata all’AssociazioneVicentini nel Mondo. Sergio Dal Zottoè stato presidente dalla costituzionedel circolo al 2 dicembre 2006. IlCircolo ha avuto ed ha tuttora ottimirapporti con la comunità italiana: atti-vamente partecipa a manifestazioniorganizzate dalle varie associazioniitaliane. Buoni sono pure i rapporti conla comunità locale: i soci sono beneintegrati nel tessuto sociale. Con leautorità locali sono state promosse eorganizzate alcune commemorazioni.Alle manifestazioni organizzate dalsodalizio viene inviato un rappresen-tante della città, che è puntualmentepresente.Tra le principali attività promosse dalCircolo vengono ricordati l’incontroavvenuto nel 1975 con il corridoreciclistico Giovanni Battaglin in occa-sione della partenza del Tour proprioda Charleroi. Significativa la cerimoniadel decennale del Circolo con prota-gonista il Coro El Vajo di Chiampo, chesi è esibito al Palais des Beaux Artsdavanti a 800 persone. Ancora il CoroEl Vajo di Chiampo si è esibito nel1980 in occasione del 25° di fondazio-ne della Missione di Marchienne,presente il senatore Onorio Cengarle. La Missione, retta dai padriScalabriniani, è situata nella zonamineraria ed è punto di incontro deinumerosi italiani che colà vi lavorano,prima nelle miniere, successivamentenelle aziende siderurgiche ed edili.

Il 21 marzo scorso si è spento aCharleroi Sergio Dal Zotto, che è statoa lungo Presidente del circolo Vicentininel Mondo della città belga. Ai funeralidi Dal Zotto, che era nato 90 anni fa aMontecchio Precalcino (il 3 agosto1927), è stato letto questo messaggiodi Ferruccio Zecchin, presidente delcoro El Vajo di Chiampo, nonché con-sultore di Vicentini nel Mondo:

Carissimo Sergio, dal profondo dellatua Fede ti sei ricongiunto al Padre. Ci siamo conosciuti a Liegi, nell’autun-no del 1977. Avevi organizzato duepullman per sentire il Coro El Vajo,invitato dal Circolo Vicentini di quellacittà belga. Guidavi un gruppo vivacis-simo, entusiasta e subito si instaurò unfeeling che ci ha legato per sempre.Con tuo fratello Domenico e altri amiciavevi fondato il Circolo di Charleroi.Troppo forte era il legame con l’Italia,con il tuo paese natale MontecchioPrecalcino. L’epopea del carboneaveva segnato profondamente i corpie le coscienze di migliaia di minatori.Non hai perso occasione per dare lorouna mano, visti i tuoi numerosi contat-ti. In cuor tuo avevi deciso che i mina-tori non potevano essere dimenticati.Troppe le vite spezzate, troppi i doloripatiti e lontanissima la Patria che sem-brava essersi scordata di voi che avetesacrificato la giovinezza e la vita perdare una speranza ai vostri figli.Eri sempre in fermento e per ben diecivolte hai voluto ospitare il Coro, cheportava tra voi le vecchie canzoni, iracconti di una vita lontana. Ognioccasione era propizia e amavi fare lecose in grande. Ti eri guadagnato lastima delle autorità civili e religiose e leporte erano per te sempre aperte. InRegione Veneto eri un punto di riferi-mento come consultore, pronto a met-terti in gioco per rafforzare il legame

Sergio Dal Zotto con parenti e amici

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BELGIOCHARLEROI

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Vicentini di Oceania e Sudamericauniti da un’emozionante videoconferenza Il fatto di trovarsi in luoghi così distanti del globo terrestre è svanito nel nulla allorchéi due presidenti, Duilio Stocchero per Melbourne e Luca de Biasio per Buenos Aires,hanno ulteriormente affratellato via video i due comitati, già uniti da uno spirito di antica amicizia, introducendo ai presenti i rispettivi gruppi e le proprie attività. Passa per iniziative come questa il futuro di Vicentini nel Mondo

Argentina.Comitato Buenos Aires: Luca DeBiasio (presidente), Karin Orlandi(segretaria), Susanna Ferrari (teso-riera), oltre ai consiglieri Ana MariaFabris, Gilda Frison, Marcos Frison,Pino Montagna, Carlo Orsetti,Claudia Scopel, Lia Tommasi.Comitato Melbourne: DuilioStocchero (presidente), RenatoRigon (vicepresidente), SergioPovolo (tesoriere), Adriana Sandonà(segretaria), oltre ad Antonio

Bertoncello, Bruna Boarotto, JoséFaggion, Sante Lebbiano, GiulioMacchion, Dionisio Sandona’, FabioSandonà, Giuseppe Trentin.

Fabio Sandonà(consultore di Vicentini nel Mondo

per la Federazione delle associazioni venete dello stato di Victoria, Australia)

Il circolo Vicentini nel Mondo diMelbourne (Australia) e il circoloVicentini nel Mondo di Buenos Aires(Argentina) in videoconferenza perrafforzare i legami tra due realtàassociative venete che all’estero sidistinguono per il loro seguito e laloro operatività.Domenica 4 marzo 2018, in occa-sione dell’assemblea annuale dellasezione di Melbourne, i vicentini nelmondo di due fra i sodalizi più segui-ti si sono uniti con una breve maintensa attività in videoconferenzaallo scopo di rafforzare il sempre piùprofondo spirito di amicizia e di soli-darietà che lega le nostre comunitàvenete nel mondo.Il dato di fatto di trovarsi in luoghicosì distanti del globo terrestre èsvanito nel nulla allorché i due presi-denti, Duilio Stocchero perMelbourne, e Luca de Biasio perBuenos Aires, hanno ulteriormenteaffratellato via video i due comitati,già uniti da uno spirito di antica ami-cizia, introducendo ai presenti irispettivi gruppi e le proprie attività. Al circolo di Melbourne si è ricordatocon gioia quando, circa una decinadi anni fa, un proprio gruppo visitòBuenos Aires; mentre da parte diBuenos Aires è stata sottolineatal’importanza di questo 2018, in cuisaranno festeggiati i 60 anni di attivi-tà del circolo della capitale argenti-na.Tutti hanno convenuto sul fatto chele comunità venete all’estero costi-tuiscano sempre di più una risorsache deve essere sostenuta e sup-portata tanto come strumento dimantenimento di un cultura e diun’identità. quanto come volano dinuove iniziative con cui fare sistema.Di seguito i vicentini nel mondo pre-senti al collegamento fra Australia e

Tre immagini scattate al circolo di Melbourne durante i collegamento con quello di Buenos Aires

AUSTRALIACIRCOLO MELBOURNE

ARGENTINACIRCOLO BUENOS AIRES

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Carnevale australiano e vicentinoun’unica festa nel giornale localeCosì in una pagina de La Fiamma - settimanale degli italiani d’Australia - il racconto dellefeste organizzate dal circolo Vicentini nel Mondo di Wollongong si intreccia a quello dellemanifestazioni avvenute a sedicimila chilometri di distanza. In una Vicenza che resta “lacittà del cuore” per tanti nostri connazionali emigrati.

di Confcommercio Vicenza, FidapaBW Italy (federazione italiana donnearti professioni e affari) sezione diVicenza, e l’associazione LiberiPensatori. Nello stesso ambito sonostate proposte anche alcune iniziativedell’assessorato alla crescita, fra cuiMusicaglobale. La festa è iniziatasabato 3 febbraio, quando, in prossi-mità di alcuni negozi del centro stori-co, sono apparsi dei simpatici “carto-nati” raffiguranti immagini di antichefamiglie nobili vicentine con la possibi-lità di scattare degli originali “selfie”d’epoca: bastava infatti affacciarsinegli appositi fori praticati ad hoc suivolti di alcuni protagonisti raffigurati,per fare un salto indietro nel tempo eapparire al centro di un quadro d’epo-ca. Sempre all’interno del cartellone“Vivere il Carnevale”, sabato 10 feb-braio, in piazza delle Erbe, sono statiall’opera i “Truccabimbi”. Sabato 10 edomenica 11 febbraio, per tutto il gior-no, ancora in piazza delle Erbe c’èstato “Fuori mercato", con bancarellededicate a San Valentino. Inoltredomenica 11 febbraio in corsoFogazzaro, da San Biagio alla chiesa

dei Carmini, è stato allestito, per tuttoil giorno, “Salotto Fogazzaro”.Il 13 febbraio, martedì grasso, l’asses-sorato alla crescita con Musicaglobaleha inscenato lo spettacolare “Il regnodi carnevale”, animazione e giochigonfiabili in piazza dei Signori. Sulpalco allestito per l’occasione spetta-colo comico a base di musica, babydance, balli di gruppo e spettacolo cir-cense. Il tutto si è concluso, comeinsegnano a Venezia, Città delCarnevale, con la sfilata delle masche-rine, a cui hanno preso parte tutti ibambini, ma anche gli adulti in cercadi una sana evasione dalla realtà.

di turo Chiodo

Il circolo Vicentini di Wollongong dalgiorno della fondazione, in occasionedel rinnovo del tesseramento, chegeneralmende cade la prima domeni-ca di marzo, organizza un picnic alquale partecipano buona parte deisoci con le loro famiglie e molti amici esimpatizzanti. Quest’anno la manifestazione è stataanticipata a domenica 11 febbraio, inoccasione del carnevale, in modo chevicentini residenti nell’Illawarra aves-sero l’occasione di passare assiemeuna giornata in allegria al centro spor-tivo della squadra di calcio diBalgownie.Il presidente in carica Sergio DallaPozza, assistito dalla consorteSantina, addetta al rinnovo delle iscri-zioni, mentre il resto del comitato eraindaffarato a preparare il pranzo, hafatto gli onori di casa e, da bravo pro-motore della cultura e delle tradizionivenete, ha parlato ampiamente dellasua Vicenza, delle sue meravigliearchitettoniche, delle sue remote origi-ni e, soprattutto, del carnevale. Il sot-tofondo musicale, a opera del maestroAdriano Lemme, che con la sua tastie-ra elettronica ha eseguito un vastorepertorio creando un’atmosfera diforte suggestione, a un certo punto delpomeriggio ha coinvolto alcune vocidel coro alpino di Wollongong, prontea intonare inni sempreverdi delle bel-lissime valli alpine italiane. Nel frattem-po, a Vicenza, il carnevale interessavain modo particolare il centro storicotramite numerosi appuntamenti che,dal 3 al 13 febbraio, hanno animato lacittà del Palladio, con “coda” mercole-dì 14 febbraio, ricorrenza di SanValentino cara a tutti gli innamorati.Questo cartellone è nato dalla collabo-razione tra il Comune di Vicenza(assessorati alla partecipazione e allacrescita), la sezione 1 Centro Storico

Due immagini scattate durante il tradizionale Pic-nic del circolo di Wollongong

AUSTRALIACIRCOLO WOLLONGONG

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IN BREVE DALCIRCOLO DI MELBOURNE

A Wonthaggi la polenta che unisce le generazioni

In una splendida giornata si è svoltala Festa Vicentina del circoloVicentini nel Mondo di Melbourne,organizzata nella suggestiva baraccadel Veneto Club: circa 300 i parteci-panti adulti, e con loro molti bambiniche si sono divertiti un sacco giocan-do alla ruota della fortuna e alla rottu-ra delle pignatte.

Una Festa Vicentina con il gioco delle pignatte

Gli auguri del presidente Appoggi alla bicchierata di Santo Stefano

29 N.1.2018

Domenica 11 marzo, “Giornata della Polenta” tradizione ten-tennale dei vicentini di Melbourne, circa 200 partecipanti.L’evento si è svolto nel parco adiacente la miniera di carbonedi Wonthaggi, località a sudest della metropoli australiana. .La giornata è stata arricchita della presenza del Coro diSant'Antonio, giunto appositamente da Melbourne, mentre erapresente anche il consultore della Regione Veneto per lo statodi Victoria, Fabio Sandonà. A renderla ancora più festosa èstata la nutritissima partecipazione della comunità veneta delGippsland che di fatto dimostra grande dinamicità e capacitàdi presenza sul territorio.Tantissimi sono stati anche i partecipanti di origine vicentina,giunti da paesi come Marostica, Zugliano, Enego, Roana,Chiuppano e Caltrano. Un plauso convinto va quindi agli orga-nizzatori e ai promotori di questa significativa manifestazione:Lina Brusamarello Marisa Cengia, Frank Coldebella, ElisabethO'Neill, Aida Studham. Al loro fianco si distinguono tutti ivolontari che, anno dopo anno mettono, a disposizione il lorotempo e la loro passione sotto l'auspicio del motto che li uni-sce: “Polenta Day is about the simple down to earth things thatmake a good life, Family, Neighbours and Friends” (la Festadella Polenta è una di quelle semplici cose che rendono la vitadegna di essere vissuta assieme ai propri cari, amici e vicini).

Tradizionale bicchierata di Santo Stefano per il circolo Vicentini nelMondo di Melbourne nella Sala Venezia del Veneto.E’ stata una bellissima festa, con più di 270 partecipanti, a cui sonoandati gli auguri in diretta telefonica del presidente di Vicentini nelMondo, Marco Appoggi. Erano invece fisicamente presenti alla festaquei vicentini, una decina in tutto, che si trovavano a Melbourne perferie o per fare visita ai parenti: a tutti loro è stato dato in ricordo ungagliardetto offerto dal Veneto Club.

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Bevendo la Prugna dei nonni a Myrtlefordci si chiede cosa fanno i vicentini di “Arghentina”

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Caro Periodico,el mese de agosto de st’inverno passa`, gaveo cuasi finiode vangare l’orto par pareciare da metar xo on poco deluame. La matina jero ‘nda` da ‘Bunning’ a conprare cueisachi de ‘Fertiliser’ xa prunti: on poco de vaca, de piego-ra e anca de schiti de galina. Go scominzia` a smissiaretuto co la tera,…..e ga` taca` a piovare!Varde` ca no me son mija sbalja`! Cua` in Australia, elmese de agosto, question de fuso orario, el xe come calfusse febraro, in tuta l’Europa, l’America del Nord e con-pagnia bela! Jera cuasi le do. Me mojere la me ciama ela me dise de narghe a inpostare na letara. La casseta dela posta la xe li, a du` passi. Me togo su` l’onbrela, verzoel ‘tilt-a-door’ del garage, e vago su sola pontareta parmetare la letara ‘nte la casseta de la posta, che cua` le xetute pitura` de rosso.On poco pi` vanti, finisse la pontara, e se pol vedare elmare. Vago su, tanto par vedare come cal jera el tenpo.No se podea gnanca vedare el mare, cal xe li, pocodistante. Nuvole e oceano, jera tuta ‘na confusion! Evignea xo na pioveta ca la disea: xe inverno, e te fassovedar mi cuanto ca tiro vanti!Ma cua` a Wollongong, semo fortuna` parche no jazzamai! Da nialtri, el meteo, el xe comanda` dal Polo Sud.L’Antartico, el xe on poco pi` soto de la Tasmania e, dal

Polo in su, no ghe xe gnente in mezo. Xe cuando ca rivale corenti del Nigno o dela Nigna, ca le robe le se mete a‘ndare par traverso. Co ghe xe el primo el xe massa suto,e no piove par setimane; co se soto la seconda, la Nigna,lora el piove anca on fia` massa! L’ Oceano del SouthPacific, el va dal’ Australia al Cile e in mezo no ghe xegnente. Sicome ca el piovea, so ‘nda` soto casa a farme na dociain pressia. Me go vestio e so ‘nda` su in casa par darghena ocia` al Giornale di Vicenza so l’Internet. Varda` cuelo,me taco so l’Ente Vicentini nel Mondo’, parche` me jeravegnu` in mente de vardare cuante associazioni e circolighe xe in giro pal mondo! Savio cuante? 42, ovvero cua-rantado: tante. Tirando via le do ca xe in Italia, la pi`parte, le xe so l’emisfero meridionale. Ciò, ondese inBrasile, sete in Australia, do in Argentina, una inVenezuela, n’altra in Uruguai, e una in Sud Africa! Sevuli`, prove` a vardare anca vialtri. Me go meravejia` ca ducircoli brasiliani e un argentin i ga` el site so l’Internet’, caspiega tuto cuel ca i fara` in tei dodese misi de l’ ano. Aparte el fato ca nialtri disemo Argentina e luri, i argentini,i dise Arghentina, parché i parla castigliano, xe da dirghe:“Bravi”.El circolo de Buenos Aires el ga` parfin on gruppo teatra-le, de nome “Luigi Meneghello” E ghe xe anca el circolo

(14^ parte)

di Lino Timillero

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bon licuore ca me mama me mandava a conprare daZonin, co jero toseto. Par no parlare de le soprese e deisaladi! I fa su el mas-cio come cal fasea su i saladi elmazin ca vignea casa nostra de pi` de sesanta ani fa!Cuando ca go sajia` na mortadea fata là, so restà aboca verta: come cala fusse sta fata su la setimanaprima, a casa de me mama! E co se va` in giro par Myrtleford, ghe xe el giarin defianco de le strade, come a Montebelo o a Villaverla.Vialtri ‘desso diri`: ”Parché Villaverla?”. El signorRevrenna, Presidente dei “Vicentini’ de Myrtleford partanti ani, el xe nato a Villaverla! E a Cordoba? Comesele le robe de na volta, a Cordoba? E a Buenos Aires?E a Montevideo? Desso ca ghe xe el Papa “italo-arghentino”, parché calche dun no ne conta come cava` le robe da vialtri in Sud America, in Sud Africa e ancada le altre parte, ‘ndove ca ghe xe “vicentini”?.

Sol nostro caro Periodico, vien messe su le novità deicircoli come ca le ghe vien riporta` a luri, ma nialtri ingiro pal mondo, no savemo mia cossa ca ghe xe traCordoba e Buenos Aires. A Myrtleford na volta i laoravatanto sol tabaco. Desso cuelo el xe cuasi finio e i se gamessi a tirar su visele, castagnare, nogare e parfin chexè la roba ca i dopara par fare la bira!A Wollongong, la ‘Steelwork’ desso la ga` gnanca meta`de tuti omini ca i gavea na volta. Le inprese taliane lexe diventa` australiane o le se sta vendu`! Port Kemblala xe drio riprenderse desso, dopo ca tante industrie cafasea anca porcarie tra fumi e “licuami” ghe ga toca`de sarar su e spetare de essar licuida`e anca pezo!Ma se tira vanti. ‘Desso, da veci, ma senpre zercandode star “su col morbin”.

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de Cordoba, in “Arghentina”; el xe pi` su, verso le Ande,distante da la capitale, ma come ca dise luri, sta nel cen-tro geografico del’Arghentina. De preciso, no so` cuanto ca sia distante Cordoba daBuenos Aires ma, vardando la cartina, me par cal siacome da Sydney a Melbourne, cuasi 800 (otozento) km.E son vegnu` a savere ca du’ fradei da Cordoba i ga`zuga` el calcio co la scuadra de la U. S. Montebello, lascuadra de calcio del me paese! A cuei tenpi, jera presi-dente de la U. S. Montebello el sior Gioanin, un dei tri fra-dei da Montebelo ca mi ve go` conta` on poca de la sostoria. Vedio, la saria ‘na gran bela roba se calche d’ unde Buenos Aires, o de Cordoba, o anca de Montevideo,i ne contasse cossa ca ghe xe e come ca la va` da cheleparte là!Cua` in Australia, mi go` vudo la fortuna da essar sta atrovar tuti i circoli. O par na storia, o par naltra, so ‘nda`fin a Adelaide, el ‘circolo’ pi` distante da Wollongong.Forse, ‘ndando vanti col tempo, saltarà fora “on circolo”anca a Perth, in Western Australia, e magari n’altro aHobart, in Tasmania. Se el bon Dio el volarà, saremo‘ncora cua! Ma sarà tanto difizile parche` anca nialtrivicentini, ca se vojia o no se vojia, semo drio diventarveci e co se diventa veci no se xe pi` boni de far cuel case fasea da xovani! E se i xovani no i se fa vanti, finira`anca calche circolo.Ma no stemo li` a parlar de brute robe. Tiraremo vanticome ca se podara`, e la Madona de Monte Berico, spe-remo ca la ne jiuta, ma tanto. Intanto ve digo la santaverità: par mi, Myrtleford, el primo circolo fonda’ inAustralia, el xe cuelo ca me piase de pi` de tuti! El paeseel xe in Victoria, de là del confine col New South Wales,

‘vanti on zentenaro de km, e fora via de la freeway chea va a Melbourne. In giro ghe xe tanti monti e on belfiume cal se fa cativo col piove tanto!La, a Myrtleford, se cata ‘ncora i magnari come ca i faseana volta! Ghe xe vicentini ca i xe là da tanti ani, fameie cajera riva` là dal ’20 e dal ’30. Tradision mantegnu` vive da‘lora, par generasion ca ga inpara a caminare e a parlardialeto, tuto insieme, e a rispetare tuti e tuto. E, sicomeca i jera tanti, i se fa rivare da l’Italia parfin la Prugna, chel

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“ Cua` in Australia, el mese de

agosto, question de fuso orario,

el xe come cal fusse febraro, in

tuta l’Europa, l’America del Nord e

conpagnia bela! ”

Ma cua` a Wollongong,semo fortuna` parche no jazzamai! Da nialtri, el meteo, el xecomanda` dal Polo Sud.L’Antartico, el xe on poco pi`soto de la Tasmania e, dal Poloin su, no ghe xe gnente inmezo. Xe cuando ca riva lecorenti del Nigno o dela Nigna,ca le robe le se mete a ‘ndarepar traverso.

DIALETTANDO

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