Ignazio Musu - Milano · Economia e sostenibilità ambientale.

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Ignazio Musu Università Ca’ Foscari di Venezia La sostenibilità ambientale. Milano 17 aprile 2016 1

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Ignazio MusuUniversità Ca’ Foscari di Venezia

La sostenibilità ambientale.

Milano 17 aprile 2016

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La sfida delle sostenibilità.

• La definizione di sviluppo sostenibile secondo il rapporto Brundtland (1997): generazioni presenti e generazioni future.

• I tre pilastri della sostenibilità: economica, sociale, ambientale.

• La sfida dell’Antropocene (Crutzen, 2002); la grande accelerazione.

• In discussione sono le contraddizioni del modello di sviluppo dell’era industriale.

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La Grande Accelerazione nell’Antropocene (Steffen e al. 2011)

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Evoluzione delle fonti di energia (Global Energy Assessment, 2012)

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Innovazioni tecnologiche e ruolo dei combustibili fossili (Global Energy Assessment, 2012)

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Impronta ecologica globale 1971-2007 (UNEP, GEO5, 2012)

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Impronta ecologica e indice di sviluppo umano, 2007 (UNEP, GEO5, 2012)

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Limiti Planetari (Rockstroem e al., A safe operating space for humanity, Nature, 2009).

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Economia e sostenibilità ambientale.

• Risorse naturali esauribili e risorse naturali rigenerabili.

• Quale obiettivo economico: massimizzare il consumo o massimizzare il benessere sociale?

• Il futuro conta meno del presente? Il problema del tasso di sconto.

• Un tasso di sconto pari al tasso di crescita del consumo pro-capite?

• Ma la crescita è compatibile con la sostenibilità?

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Decrescita o crescita verde?

• La crescita economica non è crescita materiale, ma crescita di valore economico.

• Il valore economico rivelato dal mercato non è il valore economico sociale: non tiene conto delle esternalità e dei problemi di equità.

• Oltre il PIL: esigenze e problemi.

• Ridurre l’intensità materiale del PIL; ma tenendo presente che anche I servizi hanno una base materiale (ICTs, turismo).

• Cambiare il modello di crescita economica.

• La novità di una “green economy”: puntare non al massimo tasso di crescita, ma un sentiero di crescita sostenibile

• Processi sostenibili di trasformazione della materia e dell’energie:

• Massimizzare il potenziale di riciclaggio e minimizzare l’entropia dall’uso dell’energia;

• Puntare al minimo flusso di materia e di energie dallo stadio iniziale della produzione a quello finale del consumo..

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E’ possibile una crescita verde?.

La pressione dell’attività economica sull’ambiente dipende da:

• scala dell’attività economica (effetto scala negativo);

• composizione della produzione e del consumo (effetto di composizione ambiguo);

• natura dello sviluppo tecnologico(effetto della tecnica ambiguo).

• La grande sfida: cambiare una struttura bloccata nel modello di crescita corrente.

• Per controbilanciare l’effetto scala negativo:

• Non basta un effetto di composizione più orientato all’ambiente;

• E’ cruciale il ruolo di un progresso tecnologico orientato all’ambiente.

• Necessità di integrare: regolazione ambientale, politica industriale verde , ruolo attivo della società..

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Regolazione ambientale

• Attraverso tasse ambientali e/o permessi negoziabili di inquinamento fornisce incentivi all’adozione di:

• Tecnologie orientate all’ambiente già esistenti;

• Innovazioni orientate all’ambiente incrementali ma all’interno del regime tecnologico esistente.

• Non basta per le necessarie innovazioni radicali:

• Che cambino il regime tecnologico in modo da ridurre l’impatto ambientale del PIL;

• Sostituiscano le strutture produttive e infrastrutture energetiche esistenti.

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Politica industriale verde.

• Il mercato resiste all’introduzione di innovazioni radicali orientate all’ambiente.

• Intervento del governo per la promozione di innovazioni orientate all’ambiente attraverso:

• La domanda diretta e indiretta del governo (green procurement);

• Il sostegno agli investimenti in R&S.

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Ruolo della società.

• Cambiare il modello di consumo.

• Modificare le norme sociali di comportamento.

• Necessari per sostenere le politiche.

• Elinor Ostrom: beni ambientali come «commons» o «common pool resources» (CPRs).

• Insufficienza della dicotomia stato-mercato: ruolo delle gestioni comunitarie.

• Approccio policentrico.

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La rivoluzione tecnologica spinge verso la sostenibilità?

• L’impatto della rivoluzione digitale: più potenzialità di ricchezza ma…

• Impatto sull’occupazione, sui redditi e sulla disuguaglianza.

• Verso una crisi della domanda globale di lungo periodo (già adesso ci sono segni)?

• Politiche di sostegno del reddito e della domanda (reddito di cittadinanza o di partecipazione?).

• Verso nuovi tipi di produzione e occupazione sostenibili (energia distribuita, bioagricoltura).

La sfida del cambiamento climatico.

Cambiamento della temperatura e concentrazione di CO2 1850-2010 (UNEP, GEO5, 2012)

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Emissioni di CO2 per settori e regioni (IEA, 2015)

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Emissioni di CO2 in alcune regioni (IEA, 2015)

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Emissioni di CO2 pro-capite (IEA, WEO 2012).

• Agenzia Internazionale per l’Energia: Scenario 450.

• Stabilizzare concentrazione di CO2 nell’atmosfera a 450 ppm.: garantire che la temperatura non aumenti oltre 2° rispetto ai livelli preindustriali.

• Questo scenario richiede riduzioni di emissioni così drastiche da apparire irrealistico.

• Scenario INDC (Intended Nationally Determined Contributions): dalle politiche che le varie nazioni hanno dichiarato di voler perseguire.

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Domanda globale di energia e emissioni di CO2 per scenario (IEA, 2015)

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Scenario INDC: non adeguato a mantenere la porta aperta alla stabilizzazione dell’incremento della temperatura a 2°.

Scenario intermedio (Bridge Scenario) basato su:

• Aumento dell’efficienza energetica;

• Crescita degli investimenti nelle energie rinnovabili:

• Riduzione dei sussidi ai combustibili fossili.

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Emissioni di CO2 per scenario (IEA, 2015)

Come passare dallo Scenario INDC al Bridge Scenario (IEA, 2015)

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Quello che l’Europa potrebbe fare: la European Road Map to a Low Carbon Economy.

Quali strategie per affrontare il cambiamento climatico.

• Ridurre le emissioni di gas serra: bene pubblico globale.

• Della riduzione di gas serra beneficiano tutti anche coloro che non vi hanno contribuito.

• Ogni paese cercherà di scaricare sugli altri il maggior onere possibile della riduzione di emissioni.

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Ulteriori difficoltà per un accordo sul cambiamento climatico:

• Differenza tra paesi maturi e paesi in via di sviluppo.

• Soluzioni tecnologiche esistono ma non sono facili da implementare (fonti fossili non convenzionali).

• Opinione pubblica non sembra sentire l’urgenza di un problema che appare troppo lontano nel tempo.

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Un prezzo per il carbonio: tasse o permessi.Il prezzo dei permessi di carbonio nel sistema europeo (Helm, 2012).

• Oltre Kyoto: da «top-down» a «bottom-up». L’accordo di Parigi.

• Approccio Partire dalle Intended Nationally Determined Contributions (INDCs) e migliorarle

• Processo di revisione che inizia sperimentalmente nel 2018, entra in funzione nel 2023 e si ripete ogni 5 anni.

• Sostegno finanziario dai paesi avanzati a quelli in via di sviluppo.

• Il ruolo dei grandi paesi emergenti (Cina).

• Promozione della cooperazione scientifica e tecnologica.

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