Igiene Ospedaliera · DI INDAGINE Ricomposizione CRITERIO Frammentazione ... Non è più il...

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Anno Accademico 2009-2010 Igiene Ospedaliera www.slidetube.it

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Anno Accademico 2009-2010

Igiene Ospedaliera

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Igiene e Sanità PubblicaIgiene

“Tutto ciò che può portare a migliorare l’uomo, aumentare il suo benesserefisico e morale, la sua attività somatica e psicologica, interessa e riguardadirettamente l’Igiene, così da superare i limiti definiti dalla medicina. Biologia,antropologia, legislazione , storia dell’umanità diventano le basi e il campospecificio dell’Igiene.” (Proust 1877)

“La scienza che si preoccupa di difendere la salute e di promuovere il buonsviluppo e la buona esistenza dell’individuo” (Bertarelli, 1938)

“Il ramo della scienza medica che studia le malattie nelle loro cause e nella loroincidenza e cerca i metodi per prevenirle;….si interessa anche di renderesalubre l’ambiente di vita dell’uomo, rende la vita più sicura, più sana e piùbella…l’Igiene tende alla promozione della salute”. (Mazzetti, 1948)

“Disciplina che ha come obiettivo la sicurezza sanitaria delle popolazioni. Sirealizza attraverso l’identificazione e misura dei fattori di rischio, laprogettazione e realizzazione di interventi di prevenzione, l’organizzazione egestione delle strutture sanitarie” (Vanini, 1996)

Igiene e Sanità PubblicaSanità Pubblica

“ E’ la scienza e l’arte di prevenire la malattia, di prolungare la vita e dipromuovere la salute e l’efficienza fisica tramite sforzi comunitari organizzatiper:

-l’igiene dell’ambiente;

-il controllo delle infezioni comunitarie;

-l’ organizzazione dei servizi medici e infermieristici per la diagnosi precoce edil trattamento preventivo delle malattie;

-l’educazione del singolo ai principi dell’igiene personale:

-lo sviluppo della struttura sociale che assicuri a ciascuno nella collettività unostandard di vita adeguato per il mantenimento della salute

(Winslow, 1920 e 1951)

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SalutePrevenzione

Sanità Pubblica

Storia della medicina Demografia/Statistica

Educazione alla salute Ingegneria sanitaria

Igiene del Lavoro Medicina di Comunità

Igiene dell’ambiente Economia sanitaria

Igiene dell’alimentazione Legislazione Sanitaria

Igiene Ospedaliera Organizzazione e progr,

Epidemiologia

Scienze del comportamento Scienze Economiche

Discipline biologiche Scienze matematiche

Clinica

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IGIENE CLINICA

Cause INTERESSE Effetti(dei fenomeni (degli eventi Salute e malattia) morbosi)

Salute OGGETTO DI MalattiaSTUDIO

Popolazione CAMPO DI IndividuoATTIVITA’

Epidemiologia METODO DI SemeioticaDescrittiva OSSERVAZIONE

Epidemiologia METODO DI DiagnosiCostruttiva ANALISI

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IGIENE CLINICA

Statistici STRUMENTI TecnologiciDI INDAGINE

Ricomposizione CRITERIO FrammentazioneCULTURALE

Multidisciplinare STILE IperspecialisticoFORMATIVO

Interdisciplinare STILE SettorialeOPERATIVO

Sanità Pubblica MODELLO DI FarmacologiaINTERVENTO Chirurgia

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Programma del corso di Igiene

I) Principi di edilizia ospedaliera. Evoluzione

architettonica dell’Ospedale e principali tipologie di

Ospedale (a padiglioni, monoblocco, a piastra-torre, ecc.).

La camera di degenza: le diverse tipologie. I principi

ispiratori del nuovo Ospedale: il Decalogo di Renzo Piano.

II) Caratteristiche delle zone degenza, diagnosi e cura e

servizi generali. Flussi e percorsi.

III) Generalità su: blocco operatorio (struttura; requisiti

minimi); terapia intensiva (struttura; requisiti minimi);

centro immunotrasfusionale; laboratorio analisi.

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Programma del corso di IgieneIV) Principi di programmazione ospedaliera: il panorama

ospedaliero italiano; ricoveri impropri: accenni al P.R.U.O.; il poliambulatorio; il Day-hospital; il Day-Surgery; la Preospedalizzazione.

V) I rischi in ambito ospedaliero: a) Rischi fisici (microclima, illuminazione, rumore, vibrazioni, elettricità, radiazioni ionizzanti e non ionizzanti); b) Rischi chimici (in Laboratorio; in Reparto; in Sala operatoria; da Gas Anestetici; da Chemioterapici Antiblastici; da Glutaraldeide, Ossido di Etilene, ecc.

VI) Epidemiologia. I tempi della prevenzione: primaria, secondaria, terziaria. Lo screening.

VII) Le Infezioni OspedaliereVIII) Profilassi e prevenzione delle malattie infettive; principi di

IsolamentoVIII) Igiene degli alimenti in Ospedale

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L’evoluzione dell’ospedale

• L’ospedale si è adeguato, nel corso dei secoli, ai caratteri della società del tempo in cui esso è sorto.

• Esso nasce nel Medioevo come luogo di carità e di ospitalità (hospes = colui che accoglie temporaneamente altri nella propria dimora).

• E’ solo a partire dal Rinascimento che sorge un nuovo e specifico concetto di ospedale, fino alle nuove trasformazioni del 1800, quando la struttura di assistenza acquista una sua autonomia istituzionale, funzionale e tipologica.

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L’evoluzione architettonica• Dal lato architettonico, si passa dallo schema

planimetrico “a crociera” (1400) all’ospedale “a padiglioni” (1700-1800) uniti o separati, mentre nel contempo vengono meglio definite le corsie, i reparti speciali e i servizi.

• Si arriva poi al sistema del “monoblocco” del secolo XX, l’ospedale cioè a sviluppo essenzialmente verticale (parallelo alla nascita del grattacielo nelle città americane).

• Da esso è successivamente derivato il sistema “poliblocco”, modello che comprende un numero ristretto di edifici raggruppati e collegati, mediamente alti (5-7 piani) in cui vengono collegati servizi, cure e degenze.

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L’evoluzione architettonica

• L’ulteriore evoluzione del poliblocco è rappresentata dall’ospedale “a raggiera”, che permette la contrazione delle distanze tra reparti e servizi, con eliminazione di corridoi e di volumi superflui, e dall’ospedale “a piastra-torre”, che consente un migliore collegamento delle 3 zone essenziali (degenza, servizi di diagnosi e cura, servizi generali), nel quale le degenze sono collocate in torre a sviluppo verticale, mentre cure e servizi generali trovano posto in una parte basamentale a tipo “piastra”.

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Edilizia ospedaliera-La degenza

• Tipo inglese: corsie aperte

• Tipo americana: stanze singole

• Tipo europea: 4 posti per stanza; l’ottimale sarebbe una soluzione a 2 posti per stanza

• In Italia, le norme del 1939 fissano a 6 mq a persona per le camere a più letti e a 9 mq per le singole; il numero ottimale di degenti per reparto è di 32 posti letto (D.M. 1/9/88)

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La degenza

• Alcuni particolari tipi di degenza richiedono una soluzione edilizia particolare

• Infettiva

• Ostetrica

• Psichiatrica

• Terapia intensiva

• Pediatriacolori vivaci, pavimenti e arredi diversi, decorazioni, ecc.

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La salute come bene irrinunciabile e la consapevolezza dei cittadini dei propri diritti, nuove norme o L.G., impongono all’ospedale una maggior attenzione ai propri assistiti.

Si impongono alcuni concetti nuovi:

- Umanizzazione

- Socialità

- Interattività

- Qualità percepita

- Diritto all’informazione, alla scelta …

I principi ispiratori del nuovo ospedale

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I principi ispiratori del nuovo ospedale

Cambia quindi il concetto di ospedale

Luogo a misura d’uomo

Ospedale come luogo incentrato sulla persona e sui suoi bisogni; luogo della speranza, della accoglienza, della fiducia, oltre che luogo della tecnologia, della diagnosi, della terapia.

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Il malato al centro del sistema

Non è più il paziente con la sua malattia che si deve adattare alle esigenze dell’organizzazione,

ma:

Il malato è visto come persona nella sua interezza (rapporto umano in ogni momento del

suo percorso assistenziale).

Dalla CURA al concetto di

PRENDERSI CURA

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Al modello tradizionale basato su funzioni e competenze

(verticale) si sostituisce un modello basato su processi,

integrazioni multidisciplinari, plurispecialistiche

(orizzontale, dipartimentale).

RENDERE COMPATIBILI

gli aspetti di umanizzazione, accoglienza, ospitalità,

centralità della persona con gli aspetti della “macchina

ospedale” che eroga prestazioni diagnostiche-terapeutiche

“disumane, ostili, fredde”

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L’ospedale di Renzo Piano

• La Commissione Ministeriale presieduta dal Ministro Veronesi e da R. Piano, nel 2001 ha definito i principi guida. Principi accettati anche a livello comunitario.

• La ASSR ha elaborato il progetto di ricerca (pubblicato 2003) sui “Principi Guida Tecnici Organizzativi e Gestionali per la realizzazione e gestione di ospedali ad alta tecnologia”.

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Il Decalogo di Renzo Piano

I UMANIZZAZIONE: centralità della persona

II URBANITA’: integrazione col territorio e con la città

III SOCIALITÀ: appartenenza e solidarietà

IV ORGANIZZAZIONE: efficacia, efficienza e benessere percepito

V INTERATTIVITÀ: completezza e continuità assistenziale

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Il Decalogo di Renzo PianoVI APPROPRIATEZZA: correttezza delle cure e

dell’uso delle risorse

VII AFFIDABILITÀ: sicurezza e tranquillità

VIII INNOVAZIONE: rinnovamento diagnostico, terapeutico, tecnologico, informatico

IX RICERCA: impulso all’approfondimento intellettuale e clinico-scientifico

X FORMAZIONE: aggiornamento professionale e culturale

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Edilizia ospedaliera

• Unitamente alla tipologia architettonica, essenziale è anche la disposizione delle 3 zone principali dell’ospedale: zona degenze (nursing zone) a prevalente carattere assistenziale ed alberghiero; zona diagnosi e cure (clinical zone) caratterizzata da un continuo processo di innovazioni tecnologiche e sanitarie; zona servizi generali (support zone) come cucina, lavanderia, sterilizzazione, officine, depositi, ecc.

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La zona degenza (nursing zone)• Si è passati dalla tradizionale corsia a 20-30 posti letto

e più, quella più ridotta (15-18 posti letto), fino alla suddivisione in camere separate da due o quattro-sei letti (più favorita la soluzione in camere a 2 letti con bagno), ovvero in camere singole prevalenti negli ospedali privati (il Ministero della Salute ne fissa il 10% per gli ospedali pubblici).

• In base all’evoluzione scientifica e terapeutica si è fatto però avanti un nuovo sistema basato sulle cure graduate e progressive che richiede l’introduzione di settori differenziati di cura: unità di cure intensive e sub-intensive, di cure minime o per lungodegenti (assistenza graduata).

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La zona diagnosi e cura (clinical zone)

• Nel passato facevano parte di un unico spazio assistenziale: negli ultimi decenni, l’avvento della tecnologia riguardante sia il blocco operatorio che i vari laboratori di analisi, i reparti radiologici, le terapie intensive, il pronto soccorso hanno determinato un fabbisogno sempre più pressante di locali e di risorse umane e materiali.

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La zona diagnosi e cura (clinical zone)

• Tale problema vedrebbe nel Dipartimento la soluzione più idonea per un sistema di lavoro interdisciplinare. Tale soluzione trova tuttavia un forte ostacolo nella scarsa flessibilità delle strutture edilizie italiane.

• In genere la maggior parte di questi servizi diagnostico-terapeutici possono trovare adatta collocazione “in piastra” a sviluppo orizzontale, facilmente accessibile sia dall’esterno che dai reparti interni, in modo da figurare “l’ospedale aperto” al territorio.

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La zona dei servizi generali (support zone)

• Comprende una svariata serie di servizi sussidiari ed indispensabili per la vita dell’ospedale e che vanno dal cibo, all’energia, ai materiali, alla manutenzione, ai magazzini e depositi, ecc.

• Servizi che di solito trovano collocazione nei piani inferiori o seminterrati dell’ospedale, ovvero in edificio separato ma sempre collegato alla struttura principale.

• In questi ultimi decenni si è preferito centralizzare i vari servizi, creare cioè un unico centro di servizi facilmente gestibile secondo una logica industriale. Nel contempo però si è preferito anche decentrare a ditte esterne specializzate alcuni servizi, tra cui la lavanderia, la sterilizzazione, la cucina (outsourcing).

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I percorsi• L’ospedale è un insieme di flussi di persone e cose che si

devono intersecare e connettere secondo regole prestabilite, sia come localizzazione che come procedure.

• La complessità e le differenziazioni dei flussi hanno una tale rilevanza che il complesso dei percorsi ha un’incidenza del 20-30% su tutti gli spazi dell’ospedale.

• I collegamenti, e quindi il movimento, devono assicurare rapidi spostamenti di persone e cose tra i vari settori, ed evitare nel contempo possibilità di contaminazioni infettive migranti attive e passive tra i settori stessi, con danno ovvio del paziente, del personale di assistenza, del visitatore.

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Classificazione dei percorsi ospedalieri

1) PER TIPO DI PERCORRENTE

a) persone: - autonome (visitatori, pz. ambulatoriali)

- accompagnate (pz. non deambulanti)

b) cose: - autonome (acqua, gas medicali, vapori)

- accompagnate (vitto, biancheria, farmaci,

rifiuti)

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Classificazione dei percorsi ospedalieri

2) PER NATURA DEL MATERIALE TRASPORTATO

a) pulito: distribuzione del vitto, della biancheria pulita, dei farmaci, dei presidi chirurgici, ecc.

b) sporco: rifiuti, biancheria sporca, avvio delle salme al servizio mortuario, ecc.

3) PER TIPOLOGIA DELL’OSPEDALE

a) orizzontali (gallerie e corridoi)

b) verticali (scale, ascensori, montacarichi, ecc.)

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