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IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY DAL 27 FEBBRAIO AL 12 MARZO PAG.11 GLI ESPERIMENTI DI TORINO 2006 Tecnologie Olimpiadi, un trampolino «mobile» Paolo Anastasio Dvb-h, Wibro e infotainement in mobilità, queste le sperimentazioni più innovative realizzate sulla neve dei giochi che promettono di trovare presto il palcosecenico della fase commerciale Ampio e variegato il ventaglio di spe- rimentazioni tecnologiche in campo alle Olimpiadi di Torino 2006. Sono tre i test più innovativi: la sperimentazione della tivù via cellulare attraverso tecnologia Dvb-h, che ha visto protagonisti Rai in col- laborazione con Tim e Vodafone Italia. La sperimentazione di una rete Wibro, si tratta della prima in Italia del cosiddetto Wi-max mobile, messa a punto da Telecom Italia e Samsung Electronics. Infine, i test con- giunti di nuovi servizi di telefonia mobile realizzati dal Cefriel, Centro di ricerca del Politecnico di Milano, sempre in tandem con Samsung. DVB-H, LA TIVÙ NEL DISPLAY A fare la parte del leone è stata la tivù digi- tale mobile Dvb-h (Digital video broadcast for handeld), il sistema di broadcasting te- stato da Rai e un tandem di operatori (Tim e Vodafone Italia) su terminali Nokia, che ha messo a disposizione il modello 7710 per la trasmissione delle immagini digitali dei giochi sul display di un migliaio di cel- lulari. È stata la prima sperimentazione del genere in Europa, che si è svolta a Torino e nelle località di Sestriere, Bardonecchia, Salice d’Ulzio e Cesana. Paolo Gessaga, responsabile mobile internet Tv di Nokia, dice qual è il modello di business della società finlandese su questo fronte tecnolo- gico: “In qualità di fornitori dei terminali, in questo nuovo mercato saremo partner da un lato degli operatori dall’altro dei broa- dcaster televisivi. Per ora, quella di Torino è una semplice sperimentazione. In futuro, auspichiamo la nascita di consorzi, con i bradcaster che gestiscono l’aspetto delle reti e dei contenuti e gli operatori che si occupano del rapporto con l’utenza finale, gestendo il flusso di servizi on demand in entrata, e l’aspetto del billing”. Il segnale multicasting del Dvb-h ha un vantaggio innegabile rispetto ad esempio a una rete Gprs o Umts, quello di rag- giungere in un colpo solo, senza bisogno di ampi spazi di banda, migliaia di utenti. Ad esempio, il segnale tivù potrebbe facil- mente raggiungere 60.000 spettatori assie- pati sugli spalti dello stadio di San Siro. Un vantaggio tecnologico, quello del Dvb-h rispetto ai network mobili, che secondo Gessaga è determinante per definire in pro- spettiva il segmento della tivù in mobilità. “In fase di lancio dei servizi – prosegue il manager di Nokia - sarà importante mettere a punto un sistema di pagamento semplice. L’obiettivo della mobile tivù è la gestione centralizzata del palinsesto tivù via cellu- lare”. L’investimento per la realizzazione dei network Dvb-h – una via di mezzo fra le reti dei broadcaster e quelle degli opera- tori di telefonia mobile – non implica un investimento troppo elevato. Si parla di 150 milioni di euro, la metà circa di quanto richiesto per una rete Gsm, a fronte di un cash flow annuo stimato in 100 milioni di euro. A Helsinki, dove il servizio è già atti- vo sulla rete dell’operatore TeliaSonera, il servizio di tivù mobile è commercializzato al prezzo di 4,90 euro. TELECOM ITALIA E IL WIBRO Sul fronte del Wibro, più comune- mente conosciuto come mobile Wi-max (802.16e), la sperimentazione torinese ha coinvolto Samsung e Tim. “A Torino abbiamo svolto un’importante sperimen- tazione con Telecom Italia sul fronte del mobile Wi-max – dice Antonio Gobbo, responsabile della sperimentazione torine- se per Samsung – Il Wibro, nato in Corea, è una tecnologia radio a larga banda basata su Ip per la trasmissione di dati con servizi di multi video chiamata, scambi di file via pc, telefonate push to all in modalità walkie talkie”. Nel dettaglio, la sperimentazione torinese si è svolta a bordo di un autobus che lungo un percorso cittadino coperto dalla rete Wibro ha permesso ai passeggeri di navigare in mobilità sfruttando la coper- tura cittadina con ripetitori abilitati. “Wibro è un Wi-max evoluto – prosegue Gobbo – perché permette l’utilizzo in mobilità dei device come laptop e terminali abilitati, co- sa che il Wi-max consente soltanto stando fermi”. In questi giorni l’amministratore delegato di Telecom Italia Riccardo Rug- giero ha annunciato ingenti investimenti, pari a 70 milioni di euro, per il lancio di Wibro sul mercato nel 2007. “È ipotizzabi- le la copertura iniziale di grandi città come Milano, Roma, Torino, Venezia, Napoli, Palermo. Il servizio potrebbe essere adatto in particolari distretti, per specifici servizi. PARTNERSHIP CEFRIEL-SAMSUNG In occasione dei giochi, il tandem di player ha sperimentato due innovativi ser- vizi di telefonia mobile forniti dal Cefriel. La prima, si chiama Shot and Play, ha con- sentito agli spettatori delle gare olimpiche di ottenere informazioni sugli atleti in gara semplicemente fotografandoli con il cellu- lare SGH-i750 di Samsung. Una soluzione applicabile in diversi contesti, ad esempio per l’acquisto di biglietti e servizi collegati a una partita di campionato di calcio. La seconda sperimentazione riguarda il ser- vizio MentorMe, disegnata per l’invio di informazioni rilevanti per il soccorso di un soggetto che ha bisogno di cure mediche all’interno di un complesso sportivo. La so- luzione, testata tramite il dispositivo SGH- i730, è replicabile in altri contesti, come ad esempio l’individuazione di soggetti – in particolare bambini che magari si sono per- si – in occasione di grandi manifestazioni pubbliche piene di folla. Gobbo (Samsung) «Wibro è un Wi-max evoluto perché consente l’utilizzo di laptop e altri device in mobilità e non da fermi» Gessaga (Nokia) «La nostra idea di business nel mercato del Dvb-h è la nascita di consorzi misti broadcaster operatori» I telegiornali H24 nella morsa tra il rullo delle notizie e la difficoltà dell’approfondimento Canali all news, che notizie dallo spazio? Notizie a rullo h24 o giornalismo di approfondimento e di inchiesta? Il tema è stato al centro di un convegno organiz- zato in occasione di Torino 2006 da Rai News 24 e dal Copeam (Conferenza degli operatori audiovisivi del Mediterraneo) in collaborazione, non a caso, con Eutelsat: “I canali all news hanno trovato nel satel- lite il mezzo più naturale di diffusione”, osserva Arduino Patacchini, responsabile multimedia dell’operatore satellitare. In effetti, proprio la possibilità di accesso al broadcasting satellitare a costi contenuti ha consentito lo sviluppo del fenomeno dei canali all news. Non solo i tradizionali CNN o BBC, ma anche story di successo fuori Usa o Europa, come Al Jazeera. Si moltiplicano i canali di informazio- ne e le notizie ma, come teme Giovanni Celsi, marketing manager di Rai News24, “il flusso informativo tende ad avere la prevalenza sulla qualità”. “Giornalismo investigativo? Ci abbiamo provato, ad esempio con un’inchiesta sugli inve- stimenti esteri degli sceicchi arabi. Ma ci siamo trovati di fronte ad un muro”, osserva Imad El Atrache, capo della re- dazione di Bruxelles di Al Jazeera. Non che altrove le cose vadano molto meglio: “Il giornalismo d’inchiesta? Costa molto, anche perché richiede l’impegno delle forze migliori per molto tempo”, osserva Jeff Nathenson, CNN. E se Roberto Morrione, direttore di Rai News 24, sottolinea come stiano quasi scomparendo i servizi “sul campo”, Duilio Gianmaria, inviato Rai, osserva come l’inviato corra il rischio di essere “prima italiano e poi giornalista”. Per Jon Williams, BBC, il problema è semplice: “il giornalista deve essere imparziale, magari parlando di atti di terrorismo e non di terroristi anche se ciò non fa piacere al proprio governo”. “L’informazione deve mantenere la con- sapevolezza della propria responsabilità’’, osserva Alessandra Paradisi, segretario generale del Copeam. “Ogni volta che fai giornalismo investigativo hai problemi”, dice Maurizio Torrealta, di Rai News24. “È importante la cooperazione internazio- nale. Solo una relazione molto forte con la società civile ci dà la forza di resistere alle pressioni”, osserva Giacomo Mazzo- ne, dell’EBU, l’European Broadcasting Union. “Attenzione però - replica Nicola Assetta, Euronews - Il pubblico delle news è sempre più mordi e fuggi”. “Una tv all news fatica a soffermarsi sulla noti- zia, deve tenere il ritmo degli eventi”, fa eco Bruno Ployer di Sky TG24. Non è d’accordo Seyda Canepa di RTV Turkey: “Noi puntiamo molto sulle spie- gazioni, sugli approfondimenti. Gli sforzi maggior li mettiamo nella ricerca di com- mentatori giusti e credibili”. Due modelli di TV divergenti ma che rispecchiano le divaricazioni del mercato: “I dati fanno emergere due modelli: chi punta sul rullo delle notizie affidandogli oltre il 70% del tempo e chi invece analo- go spazio lo riserva agli approfondimen- ti”, dice Carlo Nardello, marketing Rai. Resta il fatto che di canali all news ce ne sono sempre più: ne è appena nato uno in Russia, Russia Today (strettamente in lingua inglese), e sta per nascerne un altro in Marocco, Med1 Sat. Dibattito I protagonisti delle televisioni che hanno il loro modello sul ritmo informativo si interrogano sul loro lavoro Q ualcosa si muove nel cam- po della esplorazione sa- tellitare e molte cose convergono verso l’India. Israele ha accantonato l’autar- chia in un campo, proprio quello dell’esplorazione satellitare, nel quale da sempre è stata tenace- mente contraria a qualunque joint venture. Si può dire che nora la IAI (Israel Aircraft Industries) ha esercitato uno stretto monopolio sulle produzioni israeliane di questo settore. Ma la decisione di Tel Aviv di lanciare il suo prossimo satellite spia con un missile indiano PSLV (Polar Satellite Launch Vehicle) invece che afdarsi al consueto missile Shavit è stato l’equivalente di una rivoluzione copernicana. Le ragioni sono tecniche ed economiche, e forse non solo queste. Il missile PSLV costerà non più di 15 milioni di dollari. Lo Shavit costerebbe sicuramen- te più di 15 milioni e forse meno di 20 milioni di dollari. I mag- giori costi sono importanti ma non sono tutto, specie in questi programmi. Ciò che ha inuen- zato di più la decisione governa- tiva – sotto il prolo tecnico – a mettere da parte il missile Shavit è stato il fallimento del lancio di uno Shavit a settembre 2004, che costò la perdita del satellite Ofeq-6, stimata fra 90 e 100 mi- lioni di dollari. Nessuno eviden- temente se l’è sentita di rifare la scommessa. Sono numerose le voci che corrono su questa fac- cenda. Taluni avanzano l’ipotesi che vi sia pure una trattativa fra i governi indiano e israeliano per vendere a Nuova Dehli un satel- lite TechSar. Questo business incremente- rebbe le capacità di intelligence satellitare dell’India e darebbe a IAI centinaia di milioni di dolla- ri, tali da far dimenticare senza troppo dolori l’accantonamento dello sfortunato missile Shavit. Se poi oltre al satellite sarà venduta una quantità di UAV (Unmanned Aerial Vehicles), nella produzione dei quali IAI è all’avanguardia, i dispiaceri saranno del tutto dimenticati. C’è una singolare coincidenza. Jacques Chirac, in visita in India dal 19 al 20 febbraio, ha sotto- scritto una “dichiarazione” con la quale Parigi e Nuova Dehli si impegnano per lo sviluppo paci- co delle tecnologie nucleari e per un accordo sulla coopera- zione nel campo della Difesa. * Generale SATELLITI , ISRAELE GUARDA ALLINDIA PIERO LAPORTA* Il prossimo veicolo-spia sarà lanciato con un vettore prodotto da Nuova Dehli TRIPWIRE

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IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGYDAL 27 FEBBRAIO AL 12 MARZOPAG.11

G L I E S P E R I M E N T I D I T O R I N O 2 0 0 6Tecnologie

Olimpiadi, un trampolino «mobile»

Paolo Anastasio

Dvb-h, Wibro e infotainement in mobilità, queste le sperimentazioni più innovative realizzate sulla neve dei giochi che promettono di trovare presto il palcosecenico della fase commerciale

Ampio e variegato il ventaglio di spe-rimentazioni tecnologiche in campo alle Olimpiadi di Torino 2006. Sono tre i test più innovativi: la sperimentazione della tivù via cellulare attraverso tecnologia Dvb-h, che ha visto protagonisti Rai in col-laborazione con Tim e Vodafone Italia. La sperimentazione di una rete Wibro, si tratta della prima in Italia del cosiddetto Wi-max mobile, messa a punto da Telecom Italia e Samsung Electronics. Infine, i test con-giunti di nuovi servizi di telefonia mobile realizzati dal Cefriel, Centro di ricerca del Politecnico di Milano, sempre in tandem con Samsung.

DVB-H, LA TIVÙ NEL DISPLAY A fare la parte del leone è stata la tivù digi-

tale mobile Dvb-h (Digital video broadcast for handeld), il sistema di broadcasting te-stato da Rai e un tandem di operatori (Tim e Vodafone Italia) su terminali Nokia, che ha messo a disposizione il modello 7710 per la trasmissione delle immagini digitali dei giochi sul display di un migliaio di cel-lulari. È stata la prima sperimentazione del genere in Europa, che si è svolta a Torino e nelle località di Sestriere, Bardonecchia, Salice d’Ulzio e Cesana. Paolo Gessaga, responsabile mobile internet Tv di Nokia, dice qual è il modello di business della società finlandese su questo fronte tecnolo-gico: “In qualità di fornitori dei terminali, in questo nuovo mercato saremo partner da un lato degli operatori dall’altro dei broa-dcaster televisivi. Per ora, quella di Torino è una semplice sperimentazione. In futuro, auspichiamo la nascita di consorzi, con i bradcaster che gestiscono l’aspetto delle reti e dei contenuti e gli operatori che si occupano del rapporto con l’utenza finale, gestendo il flusso di servizi on demand in entrata, e l’aspetto del billing”.

Il segnale multicasting del Dvb-h ha un vantaggio innegabile rispetto ad esempio a una rete Gprs o Umts, quello di rag-giungere in un colpo solo, senza bisogno di ampi spazi di banda, migliaia di utenti. Ad esempio, il segnale tivù potrebbe facil-mente raggiungere 60.000 spettatori assie-pati sugli spalti dello stadio di San Siro. Un vantaggio tecnologico, quello del Dvb-h rispetto ai network mobili, che secondo Gessaga è determinante per definire in pro-spettiva il segmento della tivù in mobilità. “In fase di lancio dei servizi – prosegue il manager di Nokia - sarà importante mettere a punto un sistema di pagamento semplice. L’obiettivo della mobile tivù è la gestione centralizzata del palinsesto tivù via cellu-lare”. L’investimento per la realizzazione dei network Dvb-h – una via di mezzo fra le reti dei broadcaster e quelle degli opera-

tori di telefonia mobile – non implica un investimento troppo elevato. Si parla di 150 milioni di euro, la metà circa di quanto richiesto per una rete Gsm, a fronte di un cash flow annuo stimato in 100 milioni di euro. A Helsinki, dove il servizio è già atti-vo sulla rete dell’operatore TeliaSonera, il servizio di tivù mobile è commercializzato al prezzo di 4,90 euro.

TELECOM ITALIA E IL WIBRO Sul fronte del Wibro, più comune-

mente conosciuto come mobile Wi-max (802.16e), la sperimentazione torinese ha coinvolto Samsung e Tim. “A Torino abbiamo svolto un’importante sperimen-tazione con Telecom Italia sul fronte del mobile Wi-max – dice Antonio Gobbo, responsabile della sperimentazione torine-se per Samsung – Il Wibro, nato in Corea, è una tecnologia radio a larga banda basata su Ip per la trasmissione di dati con servizi di multi video chiamata, scambi di file via pc, telefonate push to all in modalità walkie talkie”. Nel dettaglio, la sperimentazione torinese si è svolta a bordo di un autobus che lungo un percorso cittadino coperto dalla rete Wibro ha permesso ai passeggeri

di navigare in mobilità sfruttando la coper-tura cittadina con ripetitori abilitati. “Wibro è un Wi-max evoluto – prosegue Gobbo – perché permette l’utilizzo in mobilità dei device come laptop e terminali abilitati, co-sa che il Wi-max consente soltanto stando fermi”. In questi giorni l’amministratore delegato di Telecom Italia Riccardo Rug-giero ha annunciato ingenti investimenti, pari a 70 milioni di euro, per il lancio di Wibro sul mercato nel 2007. “È ipotizzabi-le la copertura iniziale di grandi città come Milano, Roma, Torino, Venezia, Napoli, Palermo. Il servizio potrebbe essere adatto in particolari distretti, per specifici servizi.

PARTNERSHIP CEFRIEL-SAMSUNGIn occasione dei giochi, il tandem di

player ha sperimentato due innovativi ser-vizi di telefonia mobile forniti dal Cefriel. La prima, si chiama Shot and Play, ha con-sentito agli spettatori delle gare olimpiche di ottenere informazioni sugli atleti in gara semplicemente fotografandoli con il cellu-lare SGH-i750 di Samsung. Una soluzione applicabile in diversi contesti, ad esempio per l’acquisto di biglietti e servizi collegati a una partita di campionato di calcio. La seconda sperimentazione riguarda il ser-vizio MentorMe, disegnata per l’invio di informazioni rilevanti per il soccorso di un soggetto che ha bisogno di cure mediche all’interno di un complesso sportivo. La so-luzione, testata tramite il dispositivo SGH-i730, è replicabile in altri contesti, come ad esempio l’individuazione di soggetti – in particolare bambini che magari si sono per-si – in occasione di grandi manifestazioni pubbliche piene di folla.

Gobbo (Samsung)«Wibro è un Wi-max evoluto perché consente l’utilizzo di laptop e altri device in mobilità e non da fermi»

Gessaga (Nokia)«La nostra idea di business nel mercato del Dvb-h è la nascita di consorzi misti broadcaster operatori»

I telegiornali H24 nella morsa tra il rullo delle notizie e la difficoltà dell’approfondimentoCanali all news, che notizie dallo spazio?

Notizie a rullo h24 o giornalismo di approfondimento e di inchiesta? Il tema è stato al centro di un convegno organiz-zato in occasione di Torino 2006 da Rai News 24 e dal Copeam (Conferenza degli operatori audiovisivi del Mediterraneo) in collaborazione, non a caso, con Eutelsat: “I canali all news hanno trovato nel satel-lite il mezzo più naturale di diffusione”, osserva Arduino Patacchini, responsabile multimedia dell’operatore satellitare. In effetti, proprio la possibilità di accesso al broadcasting satellitare a costi contenuti ha consentito lo sviluppo del fenomeno dei canali all news. Non solo i tradizionali CNN o BBC, ma anche story di successo fuori Usa o Europa, come Al Jazeera.

Si moltiplicano i canali di informazio-ne e le notizie ma, come teme Giovanni Celsi, marketing manager di Rai News24, “il flusso informativo tende ad avere la prevalenza sulla qualità”. “Giornalismo investigativo? Ci abbiamo provato, ad esempio con un’inchiesta sugli inve-stimenti esteri degli sceicchi arabi. Ma ci siamo trovati di fronte ad un muro”,

osserva Imad El Atrache, capo della re-dazione di Bruxelles di Al Jazeera. Non che altrove le cose vadano molto meglio: “Il giornalismo d’inchiesta? Costa molto, anche perché richiede l’impegno delle forze migliori per molto tempo”, osserva Jeff Nathenson, CNN.

E se Roberto Morrione, direttore di Rai News 24, sottolinea come stiano quasi scomparendo i servizi “sul campo”, Duilio Gianmaria, inviato Rai, osserva come l’inviato corra il rischio di essere “prima italiano e poi giornalista”. Per Jon Williams, BBC, il problema è semplice: “il giornalista deve essere imparziale, magari parlando di atti di terrorismo e non di terroristi anche se ciò non fa piacere al proprio governo”.

“L’informazione deve mantenere la con-sapevolezza della propria responsabilità’’, osserva Alessandra Paradisi, segretario generale del Copeam. “Ogni volta che fai giornalismo investigativo hai problemi”, dice Maurizio Torrealta, di Rai News24. “È importante la cooperazione internazio-nale. Solo una relazione molto forte con

la società civile ci dà la forza di resistere alle pressioni”, osserva Giacomo Mazzo-ne, dell’EBU, l’European Broadcasting Union. “Attenzione però - replica Nicola Assetta, Euronews - Il pubblico delle news è sempre più mordi e fuggi”. “Una tv all news fatica a soffermarsi sulla noti-zia, deve tenere il ritmo degli eventi”, fa eco Bruno Ployer di Sky TG24.

Non è d’accordo Seyda Canepa di RTV Turkey: “Noi puntiamo molto sulle spie-gazioni, sugli approfondimenti. Gli sforzi maggior li mettiamo nella ricerca di com-mentatori giusti e credibili”.

Due modelli di TV divergenti ma che rispecchiano le divaricazioni del mercato: “I dati fanno emergere due modelli: chi punta sul rullo delle notizie affidandogli oltre il 70% del tempo e chi invece analo-go spazio lo riserva agli approfondimen-ti”, dice Carlo Nardello, marketing Rai.

Resta il fatto che di canali all news ce ne sono sempre più: ne è appena nato uno in Russia, Russia Today (strettamente in lingua inglese), e sta per nascerne un altro in Marocco, Med1 Sat.

Dibattito I protagonisti delle televisioniche hanno il loro modellosul ritmo informativosi interrogano sul loro lavoro

A partire da questo numero inizia la collaborazione settimanale di Piero Laporta. Egli è un generale dell’esercito con una vasta esperienza nella politica militare internazionale e l’applicazione delle newtech in campostrategico. Collabora con numerose testate italiane e straniere. In questa sede esprime opinioni a titolo personale.

Qualcosa si muove nel cam-po della esplorazione sa-

tellitare e molte cose convergono verso l’India.

Israele ha accantonato l’autar-chia in un campo, proprio quello dell’esplorazione satellitare, nel quale da sempre è stata tenace-mente contraria a qualunque joint venture.

Si può dire che nora la IAI (Israel Aircraft Industries) ha esercitato uno stretto monopolio sulle produzioni israeliane di questo settore. Ma la decisione di Tel Aviv di lanciare il suo prossimo satellite spia con un missile indiano PSLV (Polar Satellite Launch Vehicle) invece

che afdarsi al consueto missile Shavit è stato l’equivalente di una rivoluzione copernicana.

Le ragioni sono tecniche ed economiche, e forse non solo queste. Il missile PSLV costerà non più di 15 milioni di dollari. Lo Shavit costerebbe sicuramen-te più di 15 milioni e forse meno di 20 milioni di dollari. I mag-giori costi sono importanti ma

non sono tutto, specie in questi programmi. Ciò che ha inuen-zato di più la decisione governa-tiva – sotto il prolo tecnico – a mettere da parte il missile Shavit è stato il fallimento del lancio di uno Shavit a settembre 2004, che costò la perdita del satellite Ofeq-6, stimata fra 90 e 100 mi-lioni di dollari. Nessuno eviden-temente se l’è sentita di rifare la

scommessa. Sono numerose le voci che corrono su questa fac-cenda. Taluni avanzano l’ipotesi che vi sia pure una trattativa fra i governi indiano e israeliano per vendere a Nuova Dehli un satel-lite TechSar.

Questo business incremente-rebbe le capacità di intelligence satellitare dell’India e darebbe a IAI centinaia di milioni di dolla-

ri, tali da far dimenticare senza troppo dolori l’accantonamento dello sfortunato missile Shavit. Se poi oltre al satellite sarà venduta una quantità di UAV (Unmanned Aerial Vehicles), nella produzione dei quali IAI è all’avanguardia, i dispiaceri saranno del tutto dimenticati.

C’è una singolare coincidenza. Jacques Chirac, in visita in India dal 19 al 20 febbraio, ha sotto-scritto una “dichiarazione” con la quale Parigi e Nuova Dehli si impegnano per lo sviluppo paci-co delle tecnologie nucleari e per un accordo sulla coopera-zione nel campo della Difesa.

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