Identità e socializzazione...tutto il gruppo, l’altro generalizzato. George Ritzer, Introduzione...

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo VI. Identità e socializzazione

Identità e socializzazione

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo VI. Identità e socializzazioneSOCIALIZZAZIONE

Ogni società deve assicurare la propria continuità nel tempo. È necessario, quindi, che essa disponga di pratiche e istituzioni, atte a trasmettere almeno una parte del patrimonio culturale che ha accumulato nel corso delle generazioni.La socializzazione è lo strumento attraverso il quale il patrimonio culturale della società viene appreso dagli individui.

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo VI. Identità e socializzazioneOgni società ha bisogno di trasmettere

ai nuovi membri l’insieme delle competenze che serve loro per vivere nella società

Processo di socializzazione

Ogni individuoha bisogno di diventare un membro

competente e consapevole della società in cui vive

La società ha bisogno di assicurare la propria continuità nel tempo

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo VI. Identità e socializzazioneA differenza del mondo animale,

dove azioni e comportamenti sono trasmessi perlopiù per via genetica attraverso un cospicuo bagaglio istintuale, per acquisire conoscenze che andranno poi a sostanziare azioni e comportamenti il mondo umano ha bisogno di un lungo periodo di apprendimento, visto lo scarso bagaglio istintuale.

In un bel film del 1969 François Truffault racconta la storia di un ragazzo che verso la fine del XVIII secolo, nell’Aveyron in Francia, venne trovato nel bosco alla ricerca di radici e ghiande…..Dopo un impegno durato svariati anni era riuscito a pronunciare solo due parole ma senza che ne conoscesse davvero il significato Per il resto farfugliava ed emetteva i soliti grugniti. Neanche il tentativo di fargli distinguere i suoni ebbe successo 4

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo VI. Identità e socializzazioneNatura e cultura

Tra gli animali queste funzioni vengono svolte in gran parte attraverso l’Istinto, cioè sono comportamenti innati

funzioni biologiche (nutrirsi, riprodursi, allevare la prole)

È un essere biologico

È un essere sociale

Le abitudini alimentarisono socialmente apprese

Il modo in cui Anna si nutre dipende dalla società, in cui è nata, dalla sua classe sociale…dalle sue scelte individuali

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I sociologi distinguono fra:

socializzazione primaria socializzazione

secondariaavviene durante l’infanzia ed è il periodo di più intenso apprendimento culturale

comincia dopo l’infanzia per continuare fino alla

maturità e oltre

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo VI. Identità e socializzazionePossiamo distinguere due tipi di

competenze sociali:

Socializzazione primaria

Competenze di baselivello minimo di competenze comunicative, uso del linguaggio, capacità relazione

Competenze specifichequelle richieste dallo svolgimento di ruoli particolari linguaggi e conoscenze relative ai ruoli specifici

Socializzazione secondariaPrimi anni di vita del bambino...dalla nascita all’inizio dell’età scolare

Fasi successive e……dura tutta la vita

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Fasi della socializzazione primaria

Per quanto ogni percorso esperenziale sia assolutamente individuale, è possibile tuttavia fissare alcune fasi tipiche del processo di socializzazione primaria:

⇒ attaccamento affettivo⇒ reciprocità del rapporto adulto-bambino⇒ determinazione di modelli o regole di comportamento (meccanismo premi e punizioni)

Le modalità e gli esiti di una fase condizionano modalità ed esiti della successiva

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Altro generalizzato = il bambino, man mano che cresce e si trova ad agire in una cerchia di persone allargata, opera un’astrazione e generalizzazione dai ruoli e atteggiamenti delle figure parentali ai ruoli e agli atteggiamenti in generale. In questo modo, i valori, le norme e le conoscenze che il bambino ha ricevuto dai genitori vengono rafforzate e sostenute dagli altri e assumono quindi una generalità sempre più ampia fino a includere la società nel suo complesso.

La formazione dell’identità personale corre parallela alla scoperta e all’elaborazione cognitiva del mondo sociale.

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo VI. Identità e socializzazioneMead: Il sè

• George Herbert Mead definisce il sé come la capacità di guardare a sé stessi come a un oggetto creando nel tempo un senso di ciò che si è.

• La chiave per lo sviluppo del sé è la capacità di immaginare di essere al posto degli altri.– Fase del gioco– Fase del gioco di squadra

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo VI. Identità e socializzazioneL’altro generalizzato

• Così come la mente e il sé si sviluppano attraverso l’interazione, i bambini crescendo incorporano un senso dell’altro generalizzato. Questo permette di assumere il ruolo di tutto il gruppo o della comunità in cui sono inseriti, e quindi di operare più agevolmente all’interno della società.

• Con il gioco i bambini imparano ad apprendere gli atteggiamenti; inoltre con il gioco di squadra imparano a assumere il ruolo o l’atteggiamento di tutto il gruppo, l’altro generalizzato.

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29/03/2018 12 GIULIANA MANDICH CORSO DI SOCIOLOGIA

In sociologia l’identità può essere:

sociale individualeSi riferisce alle caratteristiche attribuite dagli altri a un individuo ed è plurima e cumulativa.

Si riferisce al processo di sviluppo personaleattraverso il quale elaboriamo il senso della nostra unicità.

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Identità individuale = sistema di significati che, mettendo in comunicazione l’individuo con l’universo culturale dei simboli sociali condivisi, gli permette di dare senso alla propria azione ai propri occhi e a quelli degli altri, di operare delle scelte e di dare coerenza alla propria biografia.

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Il problema dell’identità

Uno nessuno centomila….

La risposta alla domanda chi sono? È diventata sempre più complessa nella società moderna

“L'idea che gli altri vedevano in me uno che non ero io quale mi conoscevo; uno che essi soltanto potevano conoscere guardandomi da fuori con occhi che non erano i miei e che mi davano un aspetto destinato a restarmi sempre estraneo, pur essendo in me, pur essendo il mio per loro (un "mio" dunque che non era per me!); una vita nella quale, pur essendo la mia per loro, io non potevo penetrare, quest'idea non mi diede piú requie”.

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differenziazione

L’esperienza sociale si colloca in sistemi in cui i medesimi modelli di azione non possono essere trasferiti da un contesto all’altro…. implicano aspettative diverse……..siamo centomila

Nelle società moderne, altamente differenziate, ogni individuo ricopre nella società una pluralità di ruoli (role set): è in tale quadro che assume importanza la socializzazione secondaria, come processo di apprendimento attraverso cui l’individuo si dota delle competenze che attengono ai ruoli che, nel corso della sua vita, egli via via occupa.

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Si possono distinguere due componenti nel processo di formazione dell’identità:

identificazione ⇒ il soggetto fa riferimento alle figure rispetto alle quali si sente uguale o simile e con le quali condivide determinati caratteri. L’identificazione conduce alla formazione del senso di appartenenza a un’entità collettiva definita come “noi”

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individuazione ⇒ il soggetto fa riferimento alle caratteristiche che lo distinguono dagli altri, sia dagli altri gruppi ai quali non appartiene, sia dagli altri membri del proprio gruppo, rispetto ai quali il soggetto si distingue per le proprie caratteristiche fisiche e morali e per una propria storia individuale che è sua e di nessun altro

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Agenti di socializzazione

famiglia ⇒ socializzazione primaria, sviluppo dell’identità

scuola ⇒ inizio socializzazione secondaria, rapporti e norme impersonali e oggettivi

lavoro ⇒ formazione professionale

gruppo dei pari ⇒ rapporti simmetrici, assenza di autorità e di subordinazione

media ⇒ formazione di atteggiamenti, opinioni e comportamenti relativi alle più diverse sfere di attività, che possono rafforzare o indebolire l’efficacia dell’azione degli altri agenti di socializzazione

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La socializzazione è un processo continuo e tutt’altro che lineare.

Non solo non vi è coerenza tra i vari agenti che concorrono alla socializzazione di un individuo, ma l’azione di ognuno di essi può non essere, e in genere non è, internamente coerente.

In questo quadro l’individuo è agente attivo della propria socializzazione:• sceglie nell’ampia gamma di opportunità di socializzazione• deve farsi carico di gestire l’inevitabile conflitto che, in una società altamente differenziata, si produce tra le varie agenzie di socializzazione.

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo VI. Identità e socializzazioneUna vita da trapezisti

• Biografie riflessive.• La biografia individuale diventa un

progetto che ciascuno si deve scrivere da sè; non è più iscritta nella classe e nella famiglia in cui si nasce, ma deve essere autoprodotta in un funambolico “fai da te”.

Dalla sfera intima a quella del lavoro non posso più contare su certezze; il posto di lavoro è una base fragilissima, ma anche le capacità professionali che ho imparato a scuola, o nel primo lavoro, possono non essere più richieste da un momento all’altro. Si capisce che le doti più preziose sono la capacità di ri-formarsi e quella di superare bene le frustrazioni.

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