Idee su Dante

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Idee su Dante Esperimenti danteschi 2012 Rino Caputo, Stefano Jossa, Lucia Lazzerini, Uberto Motta, Antonio Prete a cura di Carlo Carù studi 10

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Da quasi sette secoli la Commedia dantesca suscita ininterrottamente l’attenzione dei lettori di tutto il mondo. Ma dove si origina questo interesse? Nel suo poema Dante affronta il problema che si trova «in fondo a tutte le religioni e le filosofie», una questione «profondamente seria» che interessa immediatamente ogni lettore, lo inquieta e lo avvince: «il destino eterno della persona». Ecco perché, accanto alla lunga storia di lecturae Dantis, la Commedia vanta anche una ricca tradizione di studi critici, particolarmente intensa tra xix e xx secolo.

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Da quasi sette secoli la Commedia dantesca suscita ininterrottamente l’attenzione dei lettori di tutto il mondo. Ma dove si origina questo interesse? Nel suo poema Dan-

te affronta il problema che si trova «in fondo a tutte le religioni e le filosofie», una que-stione «profondamente seria» che interessa immediatamente ogni lettore, lo inquieta e lo avvince: «il destino eterno della persona». Ecco perché, accanto alla lunga storia di lectu-rae Dantis, la Commedia vanta anche una ricca tradizione di studi critici, particolarmen-te intensa tra xix e xx secolo. Per afferrare l’opera di un autore che lancia «agganci verso tutte le direzioni», gli interpreti contemporanei hanno riletto il poema da vari punti di vista e con metodi diversi, delineando una realtà molteplice e dinamica. Con l’intento di offrire uno spaccato delle prospettive interpretative di alcuni tra i più influenti critici della Commedia, il 9 e 10 maggio 2012, presso l’Università degli Studi di Milano, Esperimenti danteschi ha promosso un convegno dal titolo Idee su Dante. Au-torevoli studiosi del poema e di critica letteraria hanno affrontato da un punto di vista originale le tesi di Francesco De Sanctis, Benedetto Croce, Erich Auerbach, Charles S. Singleton e Gianfranco Contini. Il presente volume ripropone il testo delle cinque conferenze.

Esperimenti danteschiè un unicum nel panorama degli studi su Dante. Promossa e guidata da studenti dell’Università degli Studi di Milano, con la partecipazione di autorevoli dantisti provenienti da tutto il mondo (Italia, Europa, Stati Uniti, Russia, Australia), l’Associazione ha realizzato dal 2005 al 2010 due cicli di letture integrali della Commedia e, dal 2011, seminari, convegni e giornate di studio. Nel tempo dell’università riformata, con il conseguente ridimensionamento della presenza di Dante nei programmi di studio, Esperimenti danteschi rappresenta per molti – studenti, professori e semplici appassionati – la possibilità di non perdere il confronto vivo e diretto con il grande genio della Commedia.

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Idee su DanteEsperimenti danteschi 2012

Rino Caputo, Stefano Jossa, Lucia Lazzerini,Uberto Motta, Antonio Prete

a cura di Carlo Carù

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Editrice FiorentinaSocietà

Idee su DanteEsperimenti danteschi 2012

Rino Caputo, Stefano Jossa, Lucia Lazzerini,Uberto Motta, Antonio Prete

a cura di Carlo Carù

Atti del ConvegnoMilano, 9 e 10 maggio 2012

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© 2013 Società Editrice Fiorentinavia Aretina, 298 - 50136 Firenze

tel. 055 [email protected]

isbn: 978-88-6032-251-7issn: 2035-4363

Grafica e impaginazione: Camillo Addis

Proprietà letteraria riservataRiproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata

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Indice

vii Prefazione

xiii Nota di edizione

xv Tavola delle abbreviazioni

3 Il Dante di De Sanctis: figure e forme di una drammaturgia poetica Antonio Prete

11 Il centro del cerchio. Il dantismo di Singleton al di qua e al di là dell’Atlantico Rino Caputo

25 «Rimuovere alquanto l’ingombro dell’ordinaria letteratura dantesca»: poesia e polemica nel Dante di Croce Stefano Jossa

45 Gli studi danteschi di Auerbach e la centralità del concetto di figura Lucia Lazzerini

67 Qualcuno arrivato prima di noi. Dante secondo Contini Uberto Motta

103 Autori

105 Indice dei nomi

109 Indice dei luoghi danteschi citati

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Prefazione

«Dante è antimodernista. La sua contemporaneità è inesauribile, incalcolabile e inestinguibile».

(Osip Mandel’štam)

Il 9 agosto 1373 i cittadini fiorentini firmavano una petizione rivolta ai Priori delle Arti e al Gonfaloniere di Giustizia di Firenze con la quale chiedevano di essere istruiti «in libro Dantis» e pregavano il Comune di affidare l’incarico a un uomo «valentem et sapientem1». Il compito fu commissionato a Giovanni Boccaccio. Il 3 ottobre dello stesso anno, nella chiesa di Santo Stefano di Ba-dia, il novelliere intraprese la lettura pubblica della cantica infernale.

Sono trascorsi quasi sette secoli da quel momento, ma l’interesse per la Commedia non è diminuito: il testo dantesco condivide con gli altri classici della tradizione letteraria una fortuna senza tempo, destando senza soluzione di continuità l’attenzione dei lettori.

Ma dove individuare l’origine dell’interesse per un’opera letteraria come la Commedia? Boris Tomaševskij, «uno tra i più acuti e coerenti rappresentanti della scuola russa2», ha identificato nella buona scelta di un «tema3» l’elemento fondamentale per la riuscita di un testo letterario. «Interessante» è un tema che parli di argomenti «generalmente umani (il problema dell’amore, della mor-te), che sono rimasti fondamentalmente immutati durante tutta la storia dell’umanità»; esso deve «prendere corpo in un qualche materiale concreto, e se tale materiale non è legato all’attualità, l’impostazione di questi problemi può risultare “ininteressante”4». L’attualità del tema non consiste tuttavia nel-la sola «raffigurazione del presente5»: occorre allargarla, evitando che l’opera si leghi a doppio filo con i gusti e i problemi di una data epoca, inevitabilmente soggetti al volgere del tempo. Dunque, si dà interesse laddove vi sono argo-menti «generalmente umani» considerati da un punto di vista attuale e sempre

1 Archivio di Stato di Firenze, Provvisioni, lxii, cc. 95-99, cit. in I. Del Lungo, Dell’esilio di Dante: discorso commemorativo del 27 gennaio 1302 letto al Circolo filologico di Firenze il 27 gennaio 1881, Firenze, Le Monnier, 1881, pp. 163-169.

2 R. Jakobson, Verso una scienza dell’arte poetica, prefazione a I formalisti russi. Teoria della letteratura e metodo critico, a cura di T. Todorov, Torino, Einaudi, 1968, p. 9.

3 B. Tomaševskij, La costruzione dell’intreccio, in I formalisti russi. Teoria della letteratura e metodo critico, cit., pp. 305-346: 307.

4 Ivi, p. 309. 5 Ibidem.

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contemporaneo alle urgenze del lettore, senza che ciò significhi appiattimento sugli aspetti transeunti del presente. Se ci si accosta al poema dantesco da questa prospettiva è possibile notare la compresenza degli elementi enumerati da Tomaševskij.

a) La Commedia, infatti, come osserva Romano Guardini, affronta uno degli argomenti «rimasti fondamentalmente immutati durante tutta la storia dell’u-manità»: nell’opera si tratta una questione «profondamente seria», in cui «si gioca il destino eterno della persona6». Analogamente, Francesco De Sanctis afferma:

Il centro intorno a cui gira questa vasta enciclopedia è il problema dell’umana destinazione che si trova in fondo a tutte le religioni e a tutte le filosofie, il mistero dell’anima, pensiero della letteratura volgare sotto tutte le sue forme. Il problema è posto ed è sciolto cristiana-mente. L’umanità ha perduto, e riacquistato il paradiso, cioè ciascun uomo ha acquistato la forza di salvarsi. Ma in che modo? Qual è la via di salvazione? La Commedia è la risposta a questa domanda, la soluzione del problema7.

Il problema con il quale Dante si misura si trova dunque «in fondo a tutte le religioni e le filosofie» e interessa immediatamente ogni lettore, lo inquieta e lo «avvince8». Infatti, come ha sottolineato Charles Singleton, sebbene Dan-te sia il viator protagonista del viaggio, egli non è il solo a intraprendere l’av-ventura, poiché «Everyman» o meglio ancora «Whicheveryman9» può parteci-pare alla peregrinazione ultramondana: «che tale viaggio hic et nunc sia una possibilità aperta a tutti, resta il postulato fondamentale e, per Dante, la dot-trina su cui egli può costruire l’allegoria della Commedia10».

b) Per quanto riguarda l’attualità del tema, il poema si caratterizza in primo luogo per una potente raffigurazione dell’epoca nella quale è stato composto: gli argomenti e i personaggi sono legati alla situazione culturale, storica e po-litica del tempo di Dante, tanto che De Sanctis definisce la Commedia «il medioevo realizzato11». Il legame è tale che in essa vi sarebbe «compendiata tutta l’esistenza, com’era allora, con le sue estasi, con le sue passioni impetuo-se, con la sua civiltà e la sua barbarie». Dante, intraprendendo il viaggio ultra-

6 R. Guardini, Dante, Brescia, Morcelliana, 1999, p. 14. 7 F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana, a cura di N. Gallo con introduzione di N.

Sapegno, in Id., Opere, a cura di C. Muscetta, Torino, Einaudi, 1958, 24 voll., viii, p. 177. 8 B. Tomaševskij, La costruzione dell’intreccio, cit. p 310.9 Ch.S. Singleton, La poesia della «Divina Commedia», Bologna, Il Mulino, 1978, p. 139. 10 Ibidem. 11 F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana, cit., p. 193.

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mondano, «porta seco tutte le passioni de’ vivi, si trae appresso tutta la terra12» e costruisce la narrazione con grande realismo. La poesia della Commedia, se-condo Singleton, è espressione della realtà medioevale «informata da idee e sentimenti cristiani13», un prodotto artistico con caratteristiche precise: un’o-pera d’arte medioevale, distante dal sentire del lettore moderno. Per questa ragione lo studioso si pone come obiettivo la riduzione della lontananza che intercorre tra la ricezione odierna e il testo dantesco, proponendosi di restitu-ire «il senso della forma14» di un’opera d’arte siffatta.

c) Ma, «allargando […] i limiti dell’attualità15», esiste anche un secondo livel-lo di contemporaneità della Commedia, non riducibile al cronotopo e stretta-mente legato alla scelta dantesca di rappresentare la dimensione ultraterrena: per Erich Auerbach, proprio la raffigurazione dell’aldilà sarebbe ciò che rende possibile la «piena attualità e immutabilità» del tema. Il mondo dantesco e i suoi personaggi sono ritratti «nel momento e nel luogo della loro piena attua-lità, e cioè, in termini moderni, della loro definitiva autorealizzazione, del definitivo rivelarsi ed estrinsecarsi del loro essere16». L’aldilà dantesco costitui-sce un punto di non ritorno: i personaggi collocati in inferno, purgatorio e paradiso sono immortalati nel momento della loro piena realizzazione, figure cristallizzate in una condizione perenne e immutabile.

L’attualizzazione è duplice, realizzandosi sia in una precisa situazione cro-notopica, sia in una dimensione eterna e immutabile. Per questo la Commedia resta sempre contemporanea e non cessa di appassionare lettori e studiosi di tutto il mondo.

Accanto alle numerose lecturae Dantis con le quali il poema è stato affron-tato «nel modo più semplice» – «il più alto e vero modo di onorare Dante è anche il più semplice: leggerlo e rileggerlo, cantarlo e ricantarlo17» –, la Com-media vanta anche una ricca tradizione di esegesi critica, intensificatasi tra diciannovesimo e ventesimo secolo. In particolare, i critici moderni hanno formulato chiavi di lettura e ipotesi interpretative per rileggere l’opera dante-sca, tentando di coglierne presupposti, finalità ed espedienti attraverso l’anali-si delle caratteristiche artistiche. Spesso i metodi utilizzati dagli studiosi sono stati espressione di precise concezioni estetiche, come nel caso della dialettica

12 Ivi, p. 197.13 Ch.S. Singleton, La poesia della «Divina Commedia», cit., p. 8.14 Ibidem.15 B. Tomaševskij, La costruzione dell’intreccio, cit. p 309.16 E. Auerbach, Dante, poeta del mondo terreno, in Id., Studi su Dante, Milano, Feltrinelli,

2008, p. 82. 17 B. Croce, Il sesto centenario dantesco e il carattere della poesia di Dante: discorso del ministro

della Pubblica istruzione Benedetto Croce letto nella Sala Dante di Ravenna, Firenze, Sansoni, 1920, p. 19.

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crociana tra struttura e poesia, o hanno segnato la nascita di nuove scuole di studi, come quella americana inaugurata da Singleton. Molti risultati di tali studi si sono distinti per la loro grande efficacia – si pensi al saggio Figura di Erich Auerbach – e costituiscono ancora oggi, anche al di fuori delle accade-mie, strumenti imprescindibili per lo studio della Commedia.

Tuttavia, all’acribia del critico, anche del più esperto, la Commedia non ha smesso di tendere insidie: «No, Dante non ancora l’ho afferrato; è un’ombra che mi sfugge sempre, e non posso fissarla18» ha osservato De Sanctis mentre tentava di muoversi tra i «sillogismi e soprasensi19» che gravitano intorno al nome di Dante dopo secoli di ermeneutica testuale. Per questa ragione, se da un lato ogni critica letteraria è sempre «partiale, passionnée, politique» perché rispecchia le diverse visioni del mondo, «le plus d’horizon20» degli interpreti e delle loro idee, dall’altro nella Commedia il fenomeno si amplifica, non solo per la quantità e la molteplicità delle idee su Dante (spesso in rapporto dialet-tico l’una con l’altra), ma anche per lo stesso spirito del poeta. La polifonia della critica dantesca si deve soprattutto alla condotta dell’autore che, come scrive Gianfranco Contini, lancia «agganci verso tutte le direzioni». Dante si distingue per «un’incontenibile sperimentalità» (di cui il plurilinguismo non è che un riverbero) e per una «totale spregiudicatezza verso il reale21», espressiva del «folle volo» con il quale il poeta ha osato «significar per verba» ogni aspetto dell’esperienza umana, dalla caduta nella selva infernale fino alla contempla-zione di Dio, compendiando l’universo intero nella sua commedia.

Con l’intento di fare il punto sulle principali prospettive interpretative della Commedia e di affrontare alcune delle domande emerse durante i sei anni di lecturae Dantis (2005-2010), nel 2012 gli studenti promotori di Esperi-menti danteschi hanno organizzato presso l’Università degli Studi di Milano un convegno dedicato alla critica dantesca otto-novecentesca dal titolo Idee su Dante. Il 9 e 10 maggio con il contributo di autorevoli studiosi sono state di-scusse le tesi di Francesco De Sanctis, Benedetto Croce, Erich Auerbach, Charles S. Singleton e Gianfranco Contini. Alle lezioni tenute, nell’ordine, da Antonio Prete, Rino Caputo, Stefano Jossa, Lucia Lazzerini e Uberto Motta, sono seguiti vivaci dibattiti che hanno coinvolto studenti e professori presenti all’evento.

Esperimenti danteschi nasce nel 2005 ed è costituita da un gruppo di stu-denti e amici della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di

18 F. De Sanctis, Lettera a Camillo De Meis del 16 febbraio 1858, in Id., Epistolario 1856-1858, a cura di G. Ferretti, M. Mazzocchi Alemanni, in Id., Opere, cit., 1965, xix, p. 441.

19 Id., Storia della letteratura italiana, cit., p. 190.20 Ch. Baudelaire, Salon de 1846, in Id., Oeuvres complètes, a cura di Cl. Pichois, Paris,

Gallimard, 1976, 2 voll., ii, p. 418.21 G. Contini, Dante Oggi, in Id., Un’idea di Dante, Torino, Einaudi, 1976, p. 68.

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Milano accomunati dalla passione per la letteratura e per Dante. Per questa ragione, i primi promotori hanno organizzato due cicli di lettura integrale della Commedia, una cantica per anno, dal 2005 al 2010. Le quattordici confe-renze annuali di Esperimenti danteschi, tradizionalmente realizzate durante il secondo semestre dell’anno accademico, hanno rappresentato per molti la possibilità di frequentare un “corso universitario” dedicato al poema dantesco. Un corso sui generis, interamente organizzato dagli studenti (dalla stesura degli inviti ai professori alla preparazione delle aule prima delle conferenze), carat-terizzato dallo stesso desiderio di conoscenza che ha portato all’inizio del xii secolo alla nascita delle università.

Nel tempo dell’università riformata, con il conseguente ridimensionamen-to della presenza di Dante nei programmi dei corsi, Esperimenti danteschi è stata per molti – studenti, professori e semplici appassionati – la possibilità di non perdere il confronto con il genio della Commedia. In breve tempo, l’ini-ziativa si è fatta notare all’interno del panorama degli studi danteschi. Le con-ferenze si sono distinte per l’elevato profilo scientifico e per l’autorevolezza dei protagonisti provenienti dagli atenei di quasi tutto il mondo: Italia, Europa, Stati Uniti e Australia. Gli atti dell’ultimo triennio di letture (2008-201022) sono stati pubblicati e, con nostra grande sorpresa, alcuni docenti hanno poi adottato i volumi nei loro programmi d’esame di Letteratura italiana.

Conclusi i cicli di lettura integrale della Commedia, Esperimenti danteschi ha affrontato alcune tra le questioni più interessanti emerse durante il percor-so. Nel 2011 abbiamo promosso un seminario dedicato ai rapporti tra la Com-media e la Vita Nova, nel 2012 il convegno Idee su Dante, e nel 2013 – in corso d’opera – due giornate di studio dedicate ai commenti antichi.

Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno incoraggiato e sostenuto l’iniziativa, i docenti che vi hanno preso parte e gli studenti, insieme con tutti gli appassionati di Dante che l’hanno seguita con interesse. In particolare, ringraziamo l’Università degli Studi di Milano per aver collaborato nel corso di tutti questi anni all’evento.

In un momento in cui il clima sembra segnato dalla delusione e dalla sfi-ducia, Esperimenti danteschi è – crediamo – la documentazione di una curiosi-tà, di un impeto creativo e di un desiderio di condivisione carichi di una promessa di costruzione per tutti.

milano, 22 febbraio 2013

Gabriele Bassi, Eugenio Bonetti, Carlo Carùwww.esperimentidanteschi.it

22 Esperimenti danteschi. Inferno 2008, a cura di S. Invernizzi, Milano, Marietti, 2009; Esperimenti danteschi. Purgatorio 2009, a cura di B. Quadrio, Milano, Marietti, 2010; Esperimenti danteschi. Paradiso 2010, a cura di T. Montorfano, Milano, Marietti, 2010.

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Nota di edizione

I testi qui presenti riproducono il contenuto delle lezioni tenute durante il convegno di Esperimenti danteschi 2012 dal titolo Idee su Dante, dedicato alla critica dantesca otto-novecentesca e svoltosi nelle aule dell’Università degli Studi di Milano il 9 e 10 maggio 2012. Gli interventi apportati sono stati mo-tivati dalla necessità di adeguare alla forma scritta contributi pensati per essere letti di fronte a un pubblico. A tal fine sono stati introdotti i riferimenti bi-bliografici indispensabili e modificate le forme di più accusata oralità.

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Tavola delle abbreviazioni

Il testo della Commedia è citato da La Commedia secondo l’antica vulgata, a cura di G. Petrocchi, Milano, Mondadori, 1966-1967 (Edizione nazionale vii).

Le altre opere dantesche sono citate nelle seguenti edizioni:

Conv. Convivio, a cura di F. Brambilla Ageno, Firenze, Le Lettere, 1995 (Edizione nazionale iii/2).

Dve. De vulgari eloquentia, a cura di P.V. Mengaldo, in Opere minori, Milano-Napoli, Ricciardi, 1979.

Ep. Epistole, a cura di A. Frugoni, G. Brugnoli, in Opere minori, Mila-no-Napoli, Ricciardi, 1979.

Vn. Vita Nova, a cura di G. Gorni, Torino, Einaudi, 1996.