Dante opere

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PROF. VITTORIA CIMINELLI D ante Alighieri

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PROF. VITTORIA CIMINELLI

Dante Alighieri

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VITA DIDANTE

ALIGHIERI

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Dante al centro

della letteratura

italiana delle origini

Centralità geograficaToscana e Firenze naturale punto d’intersezione delle

diverse anime della penisola (guelfi/ghibellini,

comuni/signorie)L’esilio porta Dante a

contatto con molte realtà politiche e culturali

Centralità culturaleConvergono e si uniscono

nell’opera di dante le differenti ispirazioni che

animano la cultura medievale

(laica, religiosa, colta e popolare)

Centralità letterariaVolontà di sperimentare

generi e stili della letteratura delle origini

(trattato, epistola, poema, autobiografia, enciclopedia)

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Perc

hé D

ante

è

impo

rtant

e

è il primo autore a costituire un complesso di opere in volgare che

riassumono la mentalità medioevale

è il primo a teorizzare l’uso del volgare in letteratura

(De vulgari eloquentia)

è il primo intellettuale consapevole del proprio ruolo e funzione (intellettuale comunale)

è un intellettuale militante (poeta politico)

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Mappa

Rime

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• componimenti di varia ispirazione composti dalla giovinezza all’esilio

• testimoniano la varietà di stili e registri linguistici sperimentati dal poetaLaboratorio

poetico

• in seguito organizzano, convenzionalmente, i testi in 5 gruppi

• Dante non ha mai pensato di raccoglierli in un canzoniere

Editori

Rime

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La vita nova

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Vita nova

Prosimetro forma

letteraria caratterizzata

dall’uso alternato di

versi e prosa Prosabrani di

commento in cui il poeta spiega

le circostanze, il significato e gli scopi per cui

sono stati composti i versi

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Modello della Vita Nova, dal punto di vista strutturale, è il prosimetro De

consolazione philosophiae di Severino Boezio

Influenzano Dantele Confessioni di Sant’Agostino, De

amicitia di Cicerone, in cui l’amore è considerato espressione nobile e

disinteressata; la Bibbia

Sul piano formale sono un modello per la Vita Nova le vidas, biografie dei trovatori provenzali e le razos, brevi

commenti in prosa che accompagnano le liriche dei

provenzali

La tradizione culturale e il piano tematico in cui l’opera si colloca è però

principalmente quello della lirica cortese che va dai provenzali ai

siciliani, agli stilnovisti

FONTI

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Ricorrenza del numero 9, multiplo di 3, figura della trinità• Dante incontra Bea a 9 anni; dopo 9

anni riceve da lei il saluto• nove è la parola con cui inizia dopo il

proemio la Vita Nuova

• Bea è un 9, cioè un miracolo; alla sua morte il 9 ricorre nel calendario arabo, siriaco, cristiano

Simbologia numerica

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La presenza di Beatrice non viene mai intesa solo come stupefatta estasi amorosa

ma come disegno superiore che si va esplicando - magari misteriosamente e contraddittoriamente - in un preciso evolvere di circostanze, che solo la memoria - a posteriori - sa riannodare in modo

significativo

Gli eventi della narrazione si muovono in chiara funzione escatologica cioè in modo tale da cogliere una  finalità ultima di tipo provvidenziale in ogni occorrenza, in ogni

esperienza esterna o interiore

In armonia con la mentalità medioevale, tesa a rivestire di un significato simbolico tutti i fenomeni reali, Dante ha voluto con il numero noveconferire un significato connesso con il divino alla

sua esperienza sentimentale dimostrare il carattere provvidenziale della

comparsa di Bea nella vita del poeta

Funzione escatologica

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STRUTTURA E CONTENUTI DELLA VITA NUOVA

Prima partecap. I - XVII

AMORE COME TORMENTO INTERIORE, SOFFERENZA ED ATTESA DELL’APPAGAMENTO ESTERNO (saluto della donna = simbolo di totale appagamento amoroso secondo i canoni stilnovistici)Influsso della poetica di Cavalcanti: la lirica è incentrata sugli effetti dell’amore sull’amante, sull’analisi dei tormenti provocati dall’amore

EVENTI CHE PREPARANO IL PASSAGGIO DALLA PRIMA ALLA SECONDA PARTE: LA NEGAZIONE DEL SALUTO / L’EPISODIO DEL GABBO

(il poeta preso da profonda emozione, sviene; Beatrice e le sue amiche lo deridono) Seconda partecap. XVIII - XXXV

AMORE MISTICOL’AMORE È GIOIRE DELL’ESISTENZA DELLA PERSONA AMATA E SI ESPRIME CON LA LODE DELLA DONNA, CREATURA CELESTE

EVENTI CHE PREPARANO IL PASSAGGIO DALLA SECONDA ALLA TERZA PARTE: LA MORTE DI BEATRICE / DANTE CERCA CONFORTO NELL’AMORE DI UN’ALTRA DONNA GENTILE

(allegoria della filosofia) Terza partecap. XXXVI - XLII

LA MIRABILE VISIONEDANTE SUPERA ANCHE IL DOLORE DELLA MORTE DI BEATRICE, PERCHÉ ‘VEDE’ L’ANIMA DI LEI RISPLENDERE IN PARADISO

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Dante avverte la necessità di una poesia che non si limiti a descrivere il suo stato d’animo, ma che si ispiri a materia nuova: la lode

Dante si dedica alla descrizione dei miracolosi effetti della donna amata su ogni creatura perché ha capito che la felicità non consiste nell’attesa di un appagamento esteriore (saluto), ma nel lodare e contemplare lei, creatura sublime, miracolo in terra

Dante, risolto il conflitto amore / dolore, cerca uno stile nuovo, più dolce, più accessibile, più chiaro per esprimere la raggiunta serenità del suo animo - Nuova materia (la lode) nuovo stile poetico (stilnovo) -

La lode

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L’amore non è una passione

puramente terrena e, in quanto tale,

piena di sofferenza …

… ma assume le caratteristiche di un amore mistico, spirituale, di un amore che eleva

l’uomo a Dio

La donna è vista come un miracolo

di perfezione voluto da Dio per

la salvezza spirituale del

poeta

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Mappe

Convivio

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Scritto tra il 1303 e il 1307, in lingua volgare, è un trattato Riprende nella struttura la Vita Nuova, cioè è costruito sull’alternanza tra prosa e poesia e la prosa incornicia la poesia (PROSIMETRO), ma è diverso nei contenuti: • non tratta di una vicenda individuale, ma argomenti filosofici e temi politici, civili,

moraliElaborata nei primi anni dell’esilio, secondo il progetto originario, l’opera doveva essere composta da:• 15 trattati, di cui uno introduttivo, e gli altri 14 di commento a 14 canzoniL’opera si interrompe al quarto trattato (per le difficoltà incontrate durante l’esilio? perché Dante era impegnato nella stesura di altre opere?)

Convivio

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Convivio =

banchetto del sapere

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Dante vuole offrire briciole di sapere a tutti coloro che non possono sedere alla mensa dove si manuca lo pane degli angeli

Le vivande sono le canzoni dottrinali

Il pane è il commento di spiegazione alle canzoni

Tutti gli uomini desiderano sapere, ma solo pochi possono appagare questo desiderio

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È offerto a tutti coloro che non hanno potuto dedicarsi agli studi e non hanno potuto soddisfare il desiderio di conoscenza perché la cura familiare e civile li tiene occupati e/o non conoscono il latino

Non è offerto agli intellettuali (ecclesiastici), né ai dotti di professione (notai, giudici, docenti d’università …), né ai poeti fedeli d’amore cui ha dedicato la Vita Nuovaba

nche

tto d

i sap

ienz

a

banchetto di sapienza

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Quello del Convivio è un pubblico particolare:• un pubblico borghese,

laico, dotato di nobiltà d’animo, dedito alla riflessione, all’approfondimento culturale, che ama il sapere per se stesso

Dante si ritiene al servizio di altri e quindi ritiene di dover

conservare quella disposizione che lo rende adatto a conseguire il suo

fine

divulgare il sapere ad un largo pubblico

Dante deve avere subiezione

(capacità di servire)

conoscenza (del bisogno dei suoi interlocutori)

obbedienza (al fine che si è preposto)

Per questo Dante abbandona il latino, lingua propria dei trattati, ed

usa il volgare

Pubblico del Convivio

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• Il volgare è sottoposto alle modificazioni storiche che si riflettono sul suo codice linguistico

• Il volgare segue le consuetudini d’uso

• Il volgare ha una minor potenzialità espressiva dei concetti

• Il volgare non è stabile ed è corruttibile

VOLGARE• Il latino è lingua sovrana

(superiore) per nobiltà, virtù e bellezza: ha un codice linguistico immutabile• Il latino risponde a regole

grammaticali (arte)• Il latino è sovrano per virtù

perché ha una maggiore potenzialità espressiva dei concetti• Il latino è detto perpetuo e

non corruttibile

LATINO

Dante accetta l’opinione della maggior nobiltà del latino rispetto al volgare

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Dante sceglie il volgare per liberalitade

(generosità), per dare l’opportunità di una crescita culturale anche a chi non conosce il latino

Volgare = mezzo di comunicazione con il

vasto pubblico di illetterati Grazie all’uso del volgare, dottrina e

filosofia escono dal mondo chiuso degli

studi

Il sapere è forma di perfezionamento che

avvicina a Dio. L’uomo, solo nel raggiungimento

della scienza, può realizzare la propria

perfezione di creatura razionale e può così

apportare il suo contributo alla convivenza

civile

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Sint

assi

Ragi

onam

ento

filo

sofic

o

Pros

a È equilibrata, chiara e talvolta animata da accenni polemici che interrompono il tessuto dellaesposizione

Procede per deduzione dal generale al particolare, secondo il metodo sillogistico o deduttivo proprio del pensiero filosofico medievale(Tutti gli uomini sono mortaliSocrate è un uomoSocrate è mortale)

È ricca di subordinate(ipotassi)

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Mappa

De vulgari eloquentia

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Il De Vulgari Eloquentia contiene una teoria linguistica, così articolata

la ricostruzione dell’origine delle

lingue

la definizione della natura del volgare - lingua naturale e

spontanea, soggetta a mutazione nello spazio e nel tempo -, e del

latino - lingua artificiale, costruita per ovviare alla difficoltà di

comprensione tra le varie lingue naturali -

la ricerca di un volgare illustrenuovo mezzo di comunicazione

letteraria

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De vulgari eloquentiaelementi nuovi ed originali

La concezione del variare delle lingue nel tempo e nello spazio in rapporto con i mutamenti delle

società umane

La classificazione dei vari dialetti italiani e la consapevolezza di una

lingua nazionale comune

La convinzione che la lingua comune, degna di sostituire il latino nel ruolo di lingua illustre e cardinale, debba scaturire dalle opere degli scrittori per realizzare un’identità culturale

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Mappe

De Monarchia

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Monarchianel linguaggio dantesco è

monarchia universale

impero

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DE MONARCHIA, SVILUPPO TEMATICO Libro ISostiene la necessità di

unagiustizia incarnatadall’imperatore,

garanziadi pace tra i popoli

La natura dell’uomo è resa cieca dalla cupidigia, dal desiderisfrenato dei beni materiali, fonti di corruzione, disordini,

violenze: èquindi necessario un unico sovrano laico, che si occupi delbenessere dei sudditi, immune da avidità (perché già

possiedetuttii beni del mondo), al quale gli altri governanti di rango più basso(re, principi) sono tenuti a rispondere

Libro IIDimostra che l’idea diimpero universale

affondale sue radici nella Romaantica e risponde aldisegno della divinaprovvidenza

Numerosi eventi dimostrano che l’impero non è opera dell’uomo,

ma di Dio: la divina discendenza di Enea, fondatore della stirpe di

Roma (Eneide, Virgilio), i fatti anche miracolosi con cui il popoloromano si impose sugli altri, la nascita e la morte di Cristo sottol’impero romano, la formazione del sacro Romano Impero di

Carlo Magno e la diffusione del cristianesimo in tutto il mondo

Libro IIILe tesi dei primi due

librifunzionano comepremesse di un

sillogismo:da esse discende la

teoriadei due soli

Il libro affronta la situazione italiana e il problema dei rapporti tra

imperatore e pontefice, due soli, indipendenti l’uno dall’altro,risplendenti entrambi di luce propria e di eguale grandezza,dignità e funzione

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per il raggiungimento della pace e del benessere materiale

IMPERO per il

perseguimento del benessere spirituale e della beatitudine celeste

PAPATO

De MonarchiaLa contesa tra impero e papato per la supremazia ha finito per privare il mondo

occidentale delle sue due guide, entrambe essenziali

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L’istituzione imperiale è necessaria al benessere del mondo• L’impero, non la chiesa, ha il compito di

provvedere al benessere materiale degli uomini

• Gli uomini solo in condizione di pace e prosperità sono in grado di sviluppare la loro interiorità, approfondire la loro dimensione spirituale, vincere contro il male

Il popolo romano è il legittimo depositario dell’autorità imperiale La volontà di Dio ha fatto si che • l’impero fosse fondato dai romani• l’avvento del messia si verificasse nel

pieno vigore di questa istituzione (Gesù nasce quando l’impero romano predispone il censimento della popolazione di tutti i suoi territori)

• il messia è morto per decreto imperiale

L’istituzione imperiale e quella ecclesiastica sono entrambe emanazione diretta della volontà di Dio, non sono subordinate l’una all’altra, ma autonome ed indipendenti con ambiti di azione e scopi diversi Il papato deve occuparsi della felicità eterna degli uomini, l’imperatore della felicità terrenaL’istituzione ecclesiastica non deve• intervenire nella vita civile degli

uomini (facendolo va contro la volontà di Dio)

• possedere beni materiali

LA RIFLESSIONE POLITICA DI DANTE SI BASA SU TRE PRINCIPI

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Mappa

Teoria dei due soli

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Al tempo di Dante è vivo il dibattito tra …

sostenitori della

supremazia del potere spirituale

sostenitori della

supremazia del potere temporale(laico, civile)

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Teoria del sole e della luna

Innocenzo III

Teoria delle due spade

Bonifacio VIII

Teocrazia

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respinge la tesi teocratica (appoggiata dai guelfi neri)

Dante prende anche le distanze da ghibellini, fautori della supremazia dell’impero legisti, sostenitori dell’autonomia politica e religiosa dei sovrani nazionali

Dante

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Papa ed imperatore sono due soli ed entrambi traggono il potere da Dio, fonte di ogni autorità terrena

Facendo discendere l’autorità dell’imperatore direttamente da Dio, senza l’intercessione dell’investitura papale, Dante rivoluziona la visione del rapporto tra le due autorità

L’autorità imperiale non è più subordinata all’autorità papale

De Monarchia: tesi di Dante

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Dante separasfera politica da sfera religiosa

Oggi questa separazione è scontata

Ierirappresentò un pensiero di rottura degli equilibri su cui poggiavano il sistema di valori e gli ideali politici del medioevo(De Monarchia data alle fiamme nel 1329 per ordine della chiesa; in piena Controriforma – metà 500 – iscritta nell’Indice dei Libri Proibiti)

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La concezione politica dantesca dello stato può dirsi LAICA?

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La concezione politica dantesca dello stato, pur

prospettando l’indipendenza dell’autorità politica da ql

religiosa, non può dirsi laica, dal momento che fa derivare gli ordinamenti politici da un

disegno di Dio

Dante, infatti, vede la storia come un percorso compreso

tra il peccato originale, l’incarnazione di Cristo per

riscattare gli uomini dal peccato, la caduta della

chiesa corrotta e la vicina fine del mondo

Poiché, secondo la sua concezione, la morale è

strettamente collegata alla politica, i governanti devono tendere all’attuazione della

giustizia divina Per raggiungere la salvezza

nella città di Dio occorre quindi costruire la città terrena degli uomini, giusta, pacifica, priva di

superbia, invidia e cupidigiaLa pace universale può essere

garantita solo dall’impero, istituzione divina voluta dalla

provvidenza

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Buon lavoroAd uso scolastico

Grazie per l’attenzione