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Uno sguardo sulle recenti alluvioni Intervista a Claudio Rafanelli Dopo il 1919 il litorale laziale torna a tremare Intervista a Maurizio Parotto Cambiamenti climatici ed eventi meteorologici estremi Intervista a Roberto Buonanno Intervista a Mario Giuliacci Anche per l’Egitto un Annuario dei Dati Ambientali L’uragano Katrina 10ı2005 ide a mbiente APAT Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici

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Uno sguardo sulle recenti alluvioni

Intervista a Claudio Rafanelli

Dopo il 1919 il litorale laziale torna a tremare

Intervista aMaurizio Parotto

Cambiamenti climaticied eventi

meteorologici estremi

Intervista a Roberto Buonanno

Intervista a Mario Giuliacci

Anche per l’Egitto un Annuario

dei Dati Ambientali

L’uragano Katrina

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ideambienteAPAT

Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici

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ANNO 2 • NUMERO 16OTTOBRE 2005

DIRETTORE

Giorgio Cesari

DIRETTORE RESPONSABILE

Renata Montesanti

REDAZIONE

Cristina Pacciani (Caporedattore),Lorena Cecchini,Alberta Franchi,Stefania Fusani,Ornella Notargiacomo

COLLABORATORI

Fabrizio Felici, Francesca Kropp,Alessandra Lasco,Anna Rita Pescetelli,Pietro Maria Testaì

PROGETTO GRAFICO

Elena Porrazzo

FOTOGRAFIE

Paolo Orlandi, Lorena Cecchini

SEGRETERIA DI REDAZIONE

Lucia Fattori

HANNO COLLABORATO

A QUESTO NUMERO

Alessandro Candeloro, Marco Casaioli,Rosanna Cucchi, Enrico De Zorzi,Franco Desiato, Luca Ferreli,Domenico Gaudioso, Elena Giusta,Barbara Lastoria, Manlio Maggi,Stefano Mariani, Giuseppina Monacelli,Elena Porrazzo, Leonello Serva

CONSULENZA EDITORIALE

Mila Verboschi

STAMPATO DA

IGER srlV.le C.T. Odescalchi, 67/A00167 Roma

Registrazione Tribunale Civile di Roma n. 84/2004 del 5 marzo 2004

Sommario

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Editoriale di Giorgio Cesari, DG APAT 2

Uno sguardo sulle recenti alluvioni in Europa e negli Stati Uniti 4

Intervista a Claudio Rafanelli,CNR 8

Il progetto di formazione a distanza Debris 10

Dopo il 1919 il litorale laziale torna a tremare 12

Intervista al Prof. Maurizio Parotto,Università Roma Tre di Roma 14

Cambiamenti climatici ed eventi meteorologici estremi 18

Intervista a Roberto Buonanno,direttore dell’Osservatorio Astronomico di Roma 21

Intervista a Mario Giuliacci,metereologo 24

Sfogliando qua e là… 27

La nostra è una “società del rischio” 29

Avvenimenti 31

Prossimamente in Italia 37

Prossimamente nel mondo 42

Anche per l’Egitto un Annuario dei Dati Ambientali 46

ARPA/APPA 48

Tavoli tecnici interagenziali 51

Rilanciare l’azione ambientalenel Mediterraneo 53

L’attuazione della legge delegain materia di ambiente 54

On line la banca dati della normativa ambientale 56

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Non passa giorno senza che unaplatea sempre più vasta e non ne-cessariamente collegata alla tipo-logia di quanti con le condizioni deltempo hanno a che fare quotidia-

namente – penso ai naviganti o agli agricoltori –ascolti o consulti le previsioni del tempo.Nell’epoca della mobilità il bollettino, ormai di-sponibile su tutte le reti di diffusione a livello pla-netario, è diventato una sorta di vademecum cheha sostituito, nel condizionamento degli umori,il più tranquillo oroscopo.Lo si consulta non più solo per limitare le usci-te o valutare se sia il caso di portare con sè l’om-brello, ma soprattutto perché si ha bisognosempre più di segnali di condizionamento delproprio essere e del proprio dinamismo; infatti

il bollettino non si legge né si ascolta, bensì si in-terpreta, così come si interpretano gli eventi cli-matici.Il contadino scrutava l’orizzonte, ne studiava i ri-lievi, osservava le condizioni del cielo sopra di sèe, con buona approssimazione, era in grado distabilire il tempo per l’indomani; oggi si appro-fitta dei sistemi di osservazione offerti dalla tec-nologia - più affidabile dell’occhio dello scaltrocontadino? C’è da chiedersi - per seguire un nuo-vo modo di vivere il tempo, segnato dalla meteo-previsione dipendenza.Tutto è cambiato o nulla è cambiato? La conflit-tualità tra pessimisti ed ottimisti, tra catastrofistie anticatastrofisti è tuttora aperta. Prendiamo adesempio un evento come la pioggia: è interpre-tato in maniera radicalmente differente dal pas-sato ed in modo talvolta così estremista da farimpallidire le solite passate lamentele di chi dal-la terra ricavava il difficile sostentamento per lavita quotidiana: mai piove abbastanza e mai c’èsole a sufficienza.Eventi storici e clima, guerre, conflitti, invasioni erelativi cambiamenti climatici: un connubio cheindubbiamente esiste. Sarebbe troppo lungoed impegnativo risalire a periodi molto lontanida noi e studiare con questo approccio gli scos-soni storici che tutti abbiamo studiato a scuola.Un esempio per tutti: difficilmente AlessandroMagno avrebbe invaso la Persia, ce lo ha ricor-dato un recente kolossal cinematografico, se lasua epoca non fosse stata al termine della pic-cola età glaciale arcaica (520-350 a.C.), così co-me non sarebbero finiti l’impero romano diOccidente e quello di Oriente senza le rispet-tive età di desertificazione (150-350 d. C, e1000-1300 d.C.).Andando avanti nei secoli, viene da pensare al lu-stro di calura e di siccità degli anni ‘80 in Sardegna,significativamente paragonabile ai quattro anni sucinque dell’inizio del 1500. Gli esempi servonosolo per introdurre e corroborare quello che al-tri articoli di questo numero di Ideambiente sa-pranno far fermentare, con maggiore dovizia diparticolari e con maggiore analiticità.“Cambiare tutto perché nulla cambi”, afferma-

Nulla cambia perchè tutto è già cambiatoUn tuffo nella storia ci aiuta a comprendere i capricci del clima

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Editoriale

Con Decreto del Presidente della Repubblica6 luglio 2005, è stato riconfermato, nella cari-ca di Direttore Generale dell’APAT, l’ing.Giorgio Cesari. L’incarico avrà durata trienna-le a partire dalla data del suddetto D.P.R..La Redazione di Ideambiente rivolge all’ing.Cesari l’augurio per un proficuo lavoro e perun’attività ricca di soddisfazioni.

La Redazione di Ideambiente

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va il principe di Salina nel “Gattopardo”; quasiparafrasandolo, si può affermare che nulla cam-bia perché tutto è già cambiato; vorremmo of-frire una chiave di lettura e di interpretazione deicambiamenti climatici in atto diverse da quelleche si stanno leggendo altrove. La ciclicità degliavvenimenti storici ci offre l’opportunità di mi-surare il clima non tanto sotto la spinta emoti-va ma piuttosto sotto la lente d’ingrandimentodelle cose realmente accadute.Ieri e oggi, passato e presente. Il Po è in secca esi attraversa a piedi:ma anche il fiume Reno,quel-lo vero con tutto rispetto per la mia adorataBologna, si attraversava a piedi nel 1540, maga-ri trasportando sulle spalle quel vino talmentecarico di zucchero che diventava cherry dopo lafermentazione.L’estate di due anni fa ha rappresentato un cal-vario per chi non ha potuto allontanarsi dalle cit-tà riarse della nostra penisola,ma Thomas Mann,attento lettore dei costumi umani nonché fan-tastico scrittore, si lamentava ugualmente del cal-do afoso di Zurigo nel 1947.Le foreste sono preda di incendi devastanti perla calura e per qualche fiammifero - più o menoaccidentalmente acceso; l’Italia e il Portogallo so-no stati recenti teatri di lotte aspre per doma-re gli incendi, ma la Normandia, zona bellissimama non proprio caratterizzata da un clima sic-citoso, vedeva ardere i suoi boschi nel 1556 conuna vendemmia anticipata al 1° settembre.In passato, e possiamo fare riferimento al XVII eal XVIII secolo, le lunghe sequenze di anni sicci-tosi comportavano stragi per dissenteria; il flagel-lo delle cavallette, che ancora qualcuno si ricor-da come piaga del nostro territorio, ha rappre-sentato un grosso problema anche per Paesi aben diverse latitudini dalla nostra, come nel ca-so della già richiamata Normandia, interessatadall’anticiclone sahariano negli anni 1718-1719.La rivoluzione francese e la rivoluzione russa so-no state indubbiamente influenzate,qualcuno po-trebbe dire anche provocate, da grandi freddi se-guiti da aumenti di prezzo delle materie primee da grandi ondate di caldo che hanno provo-cato malattie, carestie ed ammutinamenti.Nell’ultima guerra mondiale gli Alleati perserol’occasione di arrivare fino a Milano nel 1943; uninverno caldo e siccitoso non avrebbe mai osta-colato l’avanzata di una forza militare decisamen-te superiore a quella nemica;ma un inverno fred-do e con intense precipitazioni contribuì a bloc-care un’avanzata ormai quasi inarrestabile a so-lo 20 chilometri da Bologna.È meglio non parlare solo di teatri di carestiee di guerre. La mente umana è stata testimo-nianza di eventi climaticamente strani o diver-

si anche attraverso la parola di personaggi illu-stri che ci riportano ad una visione di un mon-do che cambia per non cambiare mai. Citiamo,per tutti, due autori così lontani nel tempo, nel-la cultura, nella vita quotidiana ma il cui confron-to ci lascia piacevolmente intrisi di quella me-lanconia che abbiamo ereditato dai nostri non-ni e che sicuramente stiamo lasciando ai nostrinipoti.Platone (427/428 a.C. - 348-347°.C.) così con-statava i danni inflitti al paesaggio in Attica;“quelche resta oggi del nostro paese rispetto a quel-lo che c’era allora è simile alle ossa di un corpomalato; tutta la terra soffice e grassa èdefluita…da alcuni dei monti che oggi sono ap-pena in grado di alimentare le api, non è moltoche si tagliavano alberi…C’era poi un gran nu-mero di alberi coltivati d’alto fusto e la terra of-friva pascolo a non finire per il bestiame. Allostesso modo anche l’acqua piovana che Zeusmandava ogni anno non andava sprecata, comeinvece succede oggi…; così l’acqua che defluivascorrendo dai monti verso le valli permettevache in ogni luogo ci fosse un flusso abbondan-te sotto forma di fiumi e sorgenti. E la verità…èdimostrata dai cari templi che ancora oggi sonorimasti in prossimità delle antiche fonti.”Giacomo Leopardi (1798-1837):“Io credo cheognuno si ricordi d’aver udito da’ suoi vecchi piùvolte, come mi ricordo dai miei, che le annate fos-sero divenute più fredde che non erano, e gli in-verni più lunghi; e che, al tempo loro, già verso ildì di Pasqua si solevano lasciare i panni dell’inver-no e pigliare quelli dell’estate; la qual mutazioneoggi, secondo essi, appena nel mese di maggio etalvolta di giugno, si può patire.E non ha molti an-ni, che fu cercata seriamente da alcuni fisici la cau-sa di tale supposto raffreddamento delle stagio-ni, ed alegato da chi il disboschimento dellemontagne, e da chi non so che altra cosa, perispiegare un fatto che non ha luogo…”.

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Editoriale

Mentre nel nostro Paese ci si interrogava sul-l’andamento altalenante del clima che stava in-vestendo l’Europa, da oltreoceano ci giunge-vano le terribili notizie sull’uragano Katrina esui danni subiti dalla città di New Orleans e daisuoi abitanti.Solo nell’ultimo anno abbiamo assistito a dueeventi naturali di dimensioni catastrofiche chehanno profondamente colpito sia la comuni-tà civile sia quella scientifica.Eppure, facendo un salto enorme dalla trage-dia di Katrina alla nostra quotidianità, è eviden-te che il clima tende ad influire sempre più sulnostro stile di vita e sulle nostre abitudini.

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Ancora una volta, in questo scorciod’estate 2005, violenti fenomeniatmosferici si sono imposti alla cro-naca, con un pesante carico di lut-ti e devastazioni. In pochi giorni si

sono succedute piogge torrenziali e inondazio-ni sui paesi Alpini e Balcanici, e la furia devasta-trice dell’uragano Katrina su New Orleans e delpiù recente uragano Nabi in Giappone.La prima distinzione fondamentale, non semprechiara,è quella tra i cicloni extratropicali, tipici del-le nostre latitudini, come quello responsabile del-le alluvioni in Europa tra il 16 e il 25 agosto scor-si,e i cicloni tropicali o uragani come Katrina e Nabi.I cicloni extratropicali rappresentano l’aspettofondamentale del tempo alle medie latitudini:transitano in continuazione sul nostro conti-nente (tipicamente da ovest verso est) e sonoresponsabili di gran parte delle piogge, deboli ointense, registrate in Italia (tra le eccezioni, itemporali estivi). In casi estremi possono dareluogo ad eventi disastrosi.Gli uragani (detti anche tifoni in Giappone e nelPacifico), nonostante alcune somiglianze, sonomeno numerosi, più piccoli e simmetrici; sono ca-ratterizzati da grande potenza, venti violentissi-mi e piogge intense e da origine e struttura fon-damentalmente diverse da quelle dei cicloniextratropicali. Il potere distruttivo di un uraga-no è sempre elevato anche se varia con la suapotenza.Nelle ultime due settimane di agosto l’Europacentro-orientale è stata colpita da un’ondata dimaltempo, proprio mentre in quella occidenta-le, in Spagna e Portogallo, si verificavano estesiincendi favoriti da un lungo periodo di siccità.Occorre però distinguere ciò che è avvenuto sul-le Alpi (Svizzera,Austria e Germania) da quan-to verificatosi sui Balcani (Romania e Bulgaria),poiché il primo caso è stato provocato da unasola perturbazione, il secondo da due. L’eventoresponsabile delle alluvioni in Svizzera e Austriadel 21-22 agosto è associato alla formazione diun grosso ciclone extratropicale e al suo transi-to sull’Europa meridionale. Il ciclone si sviluppaa partire da una depressione allungata (saccatu-

ra) presente sulla Gran Bretagna il giorno 19.Nei sei giorni seguenti cresce, percorrendo uncerchio centrato approssimativamente sullaDanimarca (in figura 1 si vede la situazione il gior-no 21 agosto) per effetto della presenza diun’alta pressione sull’Europa Orientale. La per-turbazione, a causa delle sue grandi dimensionie della traiettoria circolare permane per diver-si giorni sui Paesi Alpini prima e sui Balcani poi,con piogge intense e prolungate soprattuttosui rilievi. Sono queste le condizioni più criticheper il rischio alluvioni: una volta che il suolo haraggiunto la saturazione e continua a piovere, tut-ta l’acqua piovana, che non può più infiltrarsi nelsuolo, ruscella e va a ingrossare i fiumi.Per quanto riguarda l’evento in Romania eBulgaria, gli effetti al suolo della perturbazione so-pra descritta si vanno ad assommare a quelli diun precedente ciclone extratropicale, transitatoa partire dal giorno 15 sui Balcani, con piogge in-tense e prolungate. La gravità degli effetti sui duePaesi balcanici si deve proprio alla rapida succes-sione del passaggio di due sistemi depressiona-ri del tipo descritto sopra e al già citato effettodi saturazione del terreno.In Svizzera le inondazioni, le più gravi dal 1999,hanno colpito i cantoni di Berna, Svitto (Schwyz),Obvaldo (Obwalden) e Lucerna e in minor mi-sura i Grigioni e la Svizzera centrale.Il 23 agosto, la stazione meteo del Säntis, quasial confine con l’Austria, ha registrato una preci-pitazione cumulata sulle 24 ore pari a 186 mm.Questi i danni più evidenti: il fiume Aar ha alla-gato i centri storici di Thun e Berna dove, nellamattinata del 23 agosto, ha raggiunto una por-tata massima di 603 m3/s; nella capitale, finita sot-to 50 cm di acqua dopo l’esondazione dell’Aar,circa 340 abitanti del quartiere della Matte han-no dovuto abbandonare le loro abitazioni el’aeroporto è stato chiuso a causa della pista al-lagata; il livello del lago di Thun ha superato i559,17 metri, il record raggiunto nel 1999.Ancora, a Brienz, vicino Berna, la piena del fiumeGlyssibach ha travolto otto case e ne ha parzial-mente danneggiate altre tredici; a Lucerna, sonostraripati il fiume Reuss e il lago dei Quattro can-

Uno sguardo sulle recenti alluvioni in Europa e negli Stati Uniti

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A cura del Servizio idrologico e delle acque interne - Dipartimento tutela delle acque interne e marine

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toni, sommergendo diverse strade della cittadina.In Austria le regioni più colpite dal maltempo so-no state il Voralberg (settore più occidentale delPaese) e il Tirolo, dove dal tramonto del giorno22 all’alba del giorno 23 agosto sono caduti fi-no a 130mm di pioggia, secondo il dato ufficia-le della stazione di Reutte.In Germania, nella giornata del 23 agosto è sta-ta registrata una precipitazione cumulata sulle 24ore pari a 122 mm ad Oberstdorf verso il con-fine con l’Austria occidentale, e pari a 105 mmalla stazione sciistica di Garmisch-Partenkirken.In alcune aree sono caduti in 24 ore fra 100 e150 litri di pioggia al metro quadro. Il record alrifugio di Mindelheimer, sulle Allgäu: 232 litri almetro quadro.A seguito delle rotte arginali dei fiumi Loisach eIller, la città di Kempten, capoluogo dell’Allgäu, eil villaggio di Eschenlohe (situato a circa 50 kmda Monaco) sono stati i luoghi più colpiti: in par-ticolare, a Kempten l’acqua ha raggiunto i 6,42metri risparmiando per pochi centimetri il cen-tro storico, mentre par te del villaggio diEschenlhoe si è trovato sotto 1,5 m di acqua.

In Germania il livello del Danubio è cresciuto,mameno del previsto.A Passau la piena ha fatto se-gnare 8,80 metri, due in meno rispetto al recorddel 2002. Nella città di Regensburg (Ratisbona)il Danubio ha raggiunto il livello di 5,6 metri nel-la notte tra il 25 e il 26 agosto.In Romania sono state ben 15 le vittime delle al-luvioni nell’ultima settimana di agosto. Si stimache siano circa 2.600 le case, 1.800 i ponti e1.600 i chilometri di linea ferroviaria danneggia-ti nel nord-est della Romania, mentre sarebbe-ro più di 54.000 gli ettari di terreno agricolo inon-dati. Già in luglio si era verificata una delle allu-vioni peggiori degli ultimi 30 anni che avevacausato 24 morti e danni per 650 milioni di eu-ro.Anche la Slovenia e la Croazia sono state colpi-te da esondazioni e smottamenti.Nel nord del-la Croazia, in particolare, le autorità hanno fat-to evacuare alcuni villaggi lungo il fiume Mura, neipressi del confine con la Slovenia.Due vittime sisono verificate in Turchia nella città di Cardirardic.

Il carattere disastroso dell’evento si lega ad una

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L’occhio dell’uraganoKatrina vistodal finestrinodi un aereo

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serie di fattori di natura climatica. Il transitosull’Europa meridionale di simili cicloni è ordina-rio nella stagione invernale, con piogge intensema non catastrofiche, perché l’aria più freddacontiene meno umidità. Normalmente nellastagione estiva un’area di alta pressione stazio-naria sul Mediterraneo (associata al famosoAnticiclone delle Azzorre) sposta la traiettoriadelle perturbazioni verso Nord; la fine dell’esta-te Mediterranea, con la scomparsa di questa con-figurazione ed il ripristino del passaggio dei ciclo-ni sul Mediterraneo, si ha solitamente tra fineagosto e metà settembre.Quest’anno, come nel2002 (altra estate di catastrofiche alluvioninell’Europa centrale e danubiana), l’estate medi-terranea non ha raggiunto la fine di luglio. E’ sta-to possibile così, per un grande ciclone extratro-picale, raggiungere le calde regioni Mediterraneee caricarsi di enormi quantità d’acqua. La parti-colare traiettoria del ciclone e l’effetto dellemontagne hanno fatto il resto.

Diverso è il discorso per il fenomeno dell’uraga-no Katrina. Il motore dello sviluppo di un uraga-no è rappresentato dalla convezione umida, unfenomeno che opera anche nei comuni tempo-rali. L’umidità atmosferica, condensando in for-ma di pioggia, rilascia calore (calore latente). L’aria,scaldandosi, sale provocando ulteriore conden-sazione del vapore, ulteriore rilascio di calore la-tente e così via.Nel caso dell’uragano, che si for-ma sull’oceano tropicale, la sorgente iniziale di ca-lore è fornita da uno specchio di superficie ma-rina molto calda: si innesca una reazione a cate-na con forte evaporazione, convezione umida eventi violentissimi che portano al massimo l’eva-porazione. Le forti correnti verticali si converto-no in moto rotatorio per effetto della rotazio-ne terrestre.Un simile vortice simmetrico, tenu-to insieme dall’equilibrio tra forza di pressionee forza centrifuga, può viaggiare sull’oceano permigliaia di km in alcuni giorni, alimentandosi sul-le acque calde e smorzandosi su quelle freddeo infine sulla terraferma, con danni proporziona-ti alla forza dell’uragano. Con i mezzi della mo-derna meteorologia, la traiettoria di un uraganoè prevedibile con accuratezza con molti giornidi anticipo, a differenza dell’evoluzione di un ci-clone extratropicale, che è invece oggetto assaipiù complesso. Studi recenti evidenziano comeil parametro fondamentale per la crescita dell’u-ragano sia la quantità di calore contenuta neglistrati superficiali dell’oceano, che può esserestimata tramite l’altezza della superficie marina,osservabile da satellite, rispetto al livello medio.La macchia rossa al centro del golfo del Messicoin figura 8 rappresenta una zona in cui questo va-

lore è massimo, a causa di una corrente caldaproveniente dai Caraibi. La figura, tratta da unbollettino NOAA del 28 agosto, mostra anchela traiettoria e la forza dell’uragano Katrina cheil giorno dopo raggiungerà la costa con i terribi-li effetti a tutti noti (l’ultima parte è la traietto-ria prevista).

Tralasciando la descrizione degli effetti al suoloe delle conseguenze, forse le più gravi di un fe-nomeno meteorologico in tutta la storia degliStati Uniti, va detto che l’impatto catastrofico nonsi è avuto tanto a causa della forza dell’uragano(il quarto in ordine di potenza) quanto per laparticolare configurazione della città di NewOrleans situata tre metri sotto il livello dell’adia-cente laguna, e per la mancata tenuta degli argi-ni, non ancora ultimati. Ciò a conferma del fat-to che nel fronteggiare eventi di questo genereuna buona e tempestiva previsione è necessa-ria ma non sufficiente, se non si accompagna adun adeguato controllo del territorio e ad un’ef-ficiente organizzazione delle strutture deputatealla gestione dell’emergenza .Di fronte a eventi di tale portata il cittadino chie-de all’esperto risposte sul se e come cercarequantomeno di mitigarne gli effetti. La preven-zione può realizzarsi con interventi sia struttu-rali (opere di difesa quali argini, dighe ecc.) sia nonstrutturali. In particolare, regolando l’impattodelle attività umane sul territorio in modo chequeste non aggravino le condizioni di rischio, èpossibile evitare che grandi opere ingegneristi-che diventino l’unico mezzo per garantire la si-curezza. L’efficacia della gestione dell’emergen-za dipende in modo cruciale dall’organizzazionee coordinamento dei soggetti preposti, oltrechéda una corretta e capillare informazione e sen-sibilizzazione dei cittadini.Ciò soprattutto nel ca-so di eventi non prevedibili con largo anticipo co-me quelli tipici del nostro Continente, per iquali spesso le vittime sono costituite da perso-ne ignare o in qualche modo non preparate afronteggiare l’evento stesso.Più in generale, a pre-scindere dall’opinione che si può avere sulla re-sponsabilità dell’uomo nei cambiamenti climati-ci, resta indubbio il fatto che la presenza dell’uo-mo su un territorio esposto ad eventi estremi,incida in modo tutt’altro che trascurabile non so-lo sulla frequenza che sull’entità dell’impattoche tali fenomeni possono avere e quindi sui dan-ni ai beni, alle attività economiche, alle infrastrut-ture ma soprattutto alle persone.In ogni caso, lo scambio di conoscenze è fon-damentale in questo ambito, non solo al fine diottenere una visione più ampia delle strategieinerenti alla gestione del rischio, nel nostro ca-

A cura del Servizio idrologico e delle acque interne - Dipartimento tutela delle acque interne e marine

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so da inondazione, ma anche perché risulta ne-cessaria una politica di gestione a livello tran-snazionale, ovvero a livello di bacini idrografi-ci che possono interessare più nazioni, comenel caso del Danubio e del Reno. A tale pro-posito si ricordi la direttiva europea sulle ac-que (Water Framework Direct ive –2000/60/EC) per la definizione di una politicacomunitaria per le acque, che ha tra i suoi pun-ti principali la mitigazione degli effetti di alluvio-ni e siccità.A livello internazionale, è importante ricordareil progetto “CRUE-ERANET – COORDINA-TION DE LA RECHERCHE SUR LA GESTIONDES INONDATIONS FINANCEE DANS L’U-NION EUROPEENNE”, finanziato dallaCommissione Europea nell’ambito del VIProgramma Quadro per la Ricerca el’Innovazione Tecnologica sulla priorità GlobalChange and Ecosystems dell’area tematicaSustainable Development.Questo progetto, cuil’APAT partecipa attraverso il Servizio Idrologicoe delle Acque Interne-Dipartimento AcqueInterne e Marine (ACQ-IDR), è finalizzato asviluppare, a livello comunitario, più efficaci stra-tegie di gestione del rischio inondazioni,metten-do in condivisione le esperienze e le conoscen-ze già acquisite nella prevenzione di tale calami-tà naturale.Tale finalità sarà raggiunta sia compa-rando le attività finora svolte a livello nazionalenella prevenzione del rischio idrogeologico dairispettivi Stati membri, così da individuare mo-delli di eccellenza o possibili lacune, sia individuan-do buone pratiche da diffondere e promuove-re, al fine di creare ulteriori opportunità di ricer-ca e sviluppo nel settore della gestione delle al-luvioni.

Da quanto sopra esposto, è chiara la necessitàdi sostenere la prevenzione degli effetti di even-ti intensi anche attraverso un confronto a livel-lo internazionale sulla modellistica idro-meteo-rologica e sugli strumenti di osservazione, inte-grando le misure a terra con quelle che sono leinformazioni ottenibili da strumenti montati susatellite, nonché sulle tecniche di valutazione everifica della stessa modellistica.

Indirizzi WebPer la direttiva europea sulle acque (Water

Framework Directive – 2000/60/EC)http://europa.eu.int/comm/environment/ wa-

ter/water-framework/index_en.htmlPer l’European Flood Alert System

http://efas.jrc.itPer il progetto CRUE-ERANET (FP6)

http://www.crue-eranet.net

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Il bacino del Danubio(Fonte: Ministerodell’Ambiente Austriaco)

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Florida, Luisiana, Mississipi sono stati col-piti molte volte da uragani disastrosi.Katrina si può veramente definire “loTsunami del Golfo del Messico”?Se per tsunami si intendeun evento analogo a quel-lo verificatosi nell’oceanoIndiano nel dicembre scor-so, sicuramente no.Il paragone con quelloche è successo negli StatiUniti regge solo perchél’alluvione che è seguitaall’Uragano Katrina (che inverità è stata causata dalcedimento della diga a New Orleans) ha di-strutto il tessuto urbano e la vita sociale diquelle regioni come purtroppo è accaduto

nell’Oceano Indiano.

Quello che più ha impressionato nell’ura-gano Katrina è stata la potenza con cui si

è abbattuto. Secondo al-cuni ricercatori america-ni è aumentata del 50%negli ultimi 30 anni.Questi dati si possono ri-tenere attendibili o de-vono ancora essere ap-profonditi? Siamo in un periodo dellastoria del clima nel quale so-no aumentati quelli che si

chiamano eventi estremi; quegli eventi, cioè, cheraggiungono valori molto elevati nei parametriche li caratterizzano: per esempio, nel caso del-

Contrastare gli uragani?Impossibile.

Un'unica salvezza:la previsione a breve termineIntervista a Claudio Rafanelli

Claudio Rafanelli, laureato in Ingegneria nuclea-re, è primo ricercatore del CNR, lavora pressol'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima diRoma. Si occupa da trent'anni dei problemi lega-ti ai cambiamenti climatici dovuti ai gas atmosfe-rici minoritari aventi impatto climatico, quali CO2

e Ozono. Partecipa alle attività del ProgrammaNazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) nelquale è anche componente del Comitato diCoordinamento per la "Fisica e Chimicadell'Atmosfera".Ha al suo attivo oltre 50 pubbli-cazioni su riviste scientifiche internazionali, nazio-nali e memorie congressuali.

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L’intervista

Siamo in un periodo della storia del clima

nel quale sono aumentatiquelli che si chiamano

eventi estremi

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le piogge, i mm di pioggia caduta.Anche gli ura-gani non sfuggono a questo andamento, infatti lapotenza di un uragano è data dalla velocità deiventi, dalla bassa pressione raggiunta e dall’altez-za delle onde prodotte (scala Saffir-Simpson) el’uragano Katrina ha raggiunto il massimo livel-lo della scala: 5.Quindi i dati sono attendibili per quanto riguar-da il loro valore statistico, c’è invece una grandeincertezza sulle cause che stanno producendoqueste anomalie.

Si è molto parlato delle connessioni fra au-mento della potenza degli uragani e surri-scaldamento del globo terrestre.L’incremento della temperatura globale hainfluito in questa tragedia? Quali muta-zioni climatiche dovrebbero avvenire nel-l’area mediterranea perché si verifichi l’ar-rivo di un uragano? L’uragano è un Ciclone Tropicale (CT), con ven-ti sino a 80-90 Km/h, che rapidamente – nel gi-ro di alcuni giorni - aumenta di energia, con ven-ti superiori a 180 Km/h, passando sopra distesemarine aventi temperature superiori ai 26°C peruna profondità di alcune decine di metri. Inqueste condizioni al bilancio energetico idrosta-tico (come nei sistemi extratropicali) si sovrap-pone, in vicinanza dell’occhio del ciclone, unvento verticale. Il numerodi Rossby (parametro checorrela la forza centripetadel moto rotatorio deiventi con l’accelerazione diCoriolis dovuta alla veloci-tà di rotazione della Terranel luogo sotto studio)passa,da valori poco supe-riori all’unità, a valori di al-cune decine, anche sino a100, come negli uraganipiù disastrosi.Il calore latente dell’acquain fase vapore, quindi, è lasorgente di energia chealimenta i venti dell’ura-gano; ma quando l’uraga-no si addentra sulla terra-ferma questa alimentazio-ne dal basso ovviamente cessa e rapidamente(uno o due giorni) la perturbazione scompare,lasciandosi però alle spalle un deserto di distru-zione e danni.Le zone dove più frequentemente si verificanoqueste tempeste sono il Golfo del Messico(uragani), l’oceano Pacifico occidentale (tifoni) el’oceano Indiano (tempeste tropicali).

Quindi il riscaldamento globale dei mari ha ef-fetto perché ci sono delle zone a maggior con-tenuto entalpico che forniscono energia a que-sti sistemi nuvolosi.I CT si sviluppano in una zona a cavallo dell’equa-tore, tra i 30° di latitudine Nord e i 30° Sud.Questo perché a quelle latitudini è maggiore l’ac-celerazione di Coriolis e la radiazione solare èpiù intensa.Perché si verifichino sull’Italia fenomeni parago-nabili, è necessario che si formi un’area cicloni-ca con pressioni inferiori a 980 hPa e che sorvo-li una distesa molto vasta del mar Mediterraneoche abbia temperature superiori ai 26°C per unaprofondità di alcune decine di metri. Per nostrafortuna il Mediterraneo è ad una latitudine me-dia più elevata dei 30° Nord (si tenga presenteche nella fascia interessata a sud dell’Italia c’è ildeserto del Sahara) e non ha la morfologiaadatta all’innesco di queste tempeste.Quindi sull’Italia fenomeni di questo tipo non av-vengono; possono però formarsi delle aree ci-cloniche con venti forti e precipitazioni intense,come quelle che in genere si verificano in autun-no, ma che non hanno le caratteristiche di unuragano.

In tema di previsione degli uragani, qualisono i progetti più interessanti che la co-

munità scientifica mondia-le sta portando avanti? Come è noto non sono benchiare le cause fisiche che deter-minano l’evoluzione di un CT inuragano, per cui le previsioninon sono certe.I metodi che si utilizzano per se-guirne gli andamenti sono leanalisi da satellite ed i sorvolidelle aree in cui si è sviluppatoil CT con aerei attrezzati edequipaggi specializzati.La previsione che si riesce a fa-re però è solo a breve termine(nowcasting). Naturalmenteuna previsione attendibile conmaggior intervallo temporaleè fondamentale per aumentareil tempo di preallarme delle po-

polazioni, che così possono mettersi in salvo.Contrastare l’uragano è ovviamente impossibi-le date le energie in gioco.L’Organizzazione Mondiale di Meteorologia(WMO) svolge un’azione promotrice per gli stu-di sulle previsioni, ma ovviamente gli Stati Uniti,il Giappone, con le loro agenzie nazionali, sonoi paesi maggiormente attivi.

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L’intervista

Le zone dove più frequentemente si verificano queste

tempeste sono il Golfo del Messico

(uragani),l’oceano Pacifico

occidentale (tifoni) e l’oceano Indiano (tempeste tropicali)

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Debris è un termine inglese chespesso è usato, in campo geolo-gico, insieme alla parola flow perindicare il movimento di detritigenerato da frane e dissesti del

territorio. Ora, però, si inizierà ad associarlo an-che ad un progetto europeo interuniversitario,essendo acronimo di DEvelopment of innova-tive forms of learning and teaching oriented to-wards Building a family of new curricula inthe field of natural RISks, traducibile comesviluppo di formazione innovativa nella ge-stione dei rischi naturali. Si tratta di un proget-

to internazionale sviluppato nel corso di dueanni e che rientra nel programma d’azione co-munitario di istruzione Leonardo da Vinci, i cuirisultati finali sono stati presentati all’Universitàdi Roma “La Sapienza” lo scorso 20 settembre,presso il dipartimento di Scienze della Terra.

L’idea di Debris nasce dalla considerazione chela formazione europea in materia di rischi natu-rali soffre di notevoli carenze, relative soprattut-to alla mancanza di un’offerta educativa struttu-rata ed omogenea e all’assenza di metodi e ri-sorse didattiche che abbiano opportunamentesfruttato le possibilità offerte dall’informatica edalla multimedialità.

Accomunate dall’esigenza di rispondere adegua-tamente a queste inefficienze e alle aumentaterichieste dei professionisti del settore, treUniversità italiane (il Politecnico di Bari, LaSapienza di Roma e l’Università degli Studi delSannio di Benevento) insieme con la RheinischeFr iedr ich-Wilhelma-Univer sity di Bonn,

l’Università di Liubljana e la Riga TechnicalUniversity Distance Education, con la collabora-zione del Consiglio Nazionale dei Geologi e conil supporto di società informatiche per la crea-zione dei programmi, hanno deciso di sviluppa-re una serie di iniziative, affinché sia resa possi-bile ed adeguata l’educazione a distanza perpercorsi formativi altamente professionalizzan-ti, attraverso le nuove frontiere della grafica tri-dimensionale e delle tecniche interattive di real-tà virtuale.

I principali destinatari del progetto sono: le au-

torità e le organizzazioni responsabili per la sal-vaguardia e la protezione del territorio; i profes-sionisti direttamente coinvolti nel campo dellagestione dell’ambiente e del territorio ed infine,gli studenti e i docenti in Geologia, ingegneria am-bientale e Scienze della terra.

Tra i prodotti realizzati nell’ambito del progetto,si distinguono il Learner Kit, destinato agli studen-ti e il Teacher Kit per gli insegnanti e i professio-nisti che si occupano di materie relative allo stu-dio delle dinamiche terrestri. La finalità dei duecd-rom è quella di preparare all’uso del princi-pale frutto di Debris: un portale Internet, riccodi sezioni e approfondimenti e che offre percor-si informatici per la simulazione e gli esperi-menti didattici, utile ausilio anche nelle lezioni uni-versitarie in aula.

L’accesso al portale è gratuito e dopo la registra-zione, si può consultare il materiale messo a di-sposizione dalle diverse Università. La costruzio-ne del sito Internet è avvenuta dopo aver svol-

Un nuovo modo di affrontarei rischi naturaliIl progetto di formazione a distanza Debris

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to indagini presso i docenti con la somministra-zione di questionari, per capire meglio cosamancava nella didattica dei rischi naturali, incen-tivando un processo di sviluppo dell’intero pro-cesso che tenesse conto delle esigenze prove-nienti da chi sarà poi, il maggiore fruitore dei ser-vizi del portale.La e-risk e la e-cognito sono due le piattafor-me predisposte per la formazione a distanza:

la prima offre contenuti organizzati in un in-dice che permette di trovare facilmente gli ar-gomenti di interesse, mentre la seconda hacome obiettivo quello di supportare le deci-sioni da prendere in caso di rischio, illustran-do le informazioni ottenute dallo studio di ca-si reali.

Un elemento di grande innovazione del porta-le è la possibilità da parte dei fruitori di poter da-re il proprio contributo, nella logica che, in ma-teria di rischi naturali, la ricerca è in continua evo-

luzione, dato che spesso gli eventi, come dimo-strano anche gli avvenimenti di questa estate,sconvolgono le precedenti teorie e rendono ne-cessari continui approfondimenti.

“L’obiettivo principale di Debris è la preven-zione: quotidianamente si devono affrontaresituazioni calamitose, ma spesso non si può fa-cilmente attingere a informazioni tecniche e

questo portale, con la sua facile e libera con-sultazione, rende disponibile un ampio baga-glio di materiale su eventi naturali sia straor-dinari sia ordinari”, così si è espresso, duran-te la presentazione del 22 settembre, il prof.Gabriele Scarascia Mugnozza del dipartimen-to di Scienze della Terra de “La Sapienza”, sot-tolineando come la partecipazione a questoprogetto rientra in una più ampia serie di ini-ziative, aventi lo scopo di divulgare maggior-mente le conoscenze scientifiche e tecnichesugli argomenti di geologia.

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Sismicità storicadell’Italia centrale (daCatalogo NT4.1 delGNDT); nella figura

viene indicata con li-nee rosse la distribu-zione delle faglie sor-

genti di forti terremotiche presentano un

potenziale significativodi dislocazione in cor-

rispondenza o in pros-simità della superficietopografica (faglie ca-

paci, da databaseITHACA_APAT).

Il 22 Agosto 2005 alle ore 14:02 la popola-zione presente lungo il settore centro-me-ridionale del Lazio (inclusa quella che affol-lava le spiagge) è stata sorpresa e allarmatada un evento sismico. La scossa è stata av-

vertita in modo più intenso nel tratto costierotra Lavinio e Anzio e in misura minore nelle areecomprese in un raggio di circa 50 km dall’epicen-tro (tra cui la città di Roma). Sono stati attivatiimmediatamente controlli sulle diverse struttu-re antropiche, da quelle strategiche (aeroporti,linee di collegamento e di servizio) a quelle dirilevante interesse storico-culturale-archeologi-co (particolarmente vulnerabili) fino agli insedia-menti industriali e alle civili abitazioni. Il monito-raggio non ha evidenziato danni rilevanti, anchenell’area più prossima all’epicentro.L’epicentro è stato localizzato a mare, circa 5 mi-glia a largo della città di Anzio, e, sulla base dei da-ti strumentali, è stata stimata una magnitudo(Richter) di 4,5 e una profondità ipocentrale pa-

ri a 30 km.Alla scossa principale sono seguite so-lo due micro-scosse, la più forte delle quali è av-venuta alle 5:12 del 23 Agosto con una magni-tudo pari a 2,1.Come ricostruito attraverso l’elaborazione deidati registrati dalle stazioni sismiche, l’evento èstato generato dall’attivazione di una faglia cheha prodotto una lacerazione della crosta terre-stre lunga 1 - 2 km e uno spostamento orizzon-tale della stessa faglia ampio alcuni centimetri.Andando a consultare la sismicità storica del ter-ritorio nazionale è possibile constatare che nelpassato la zona di mare antistante Anzio è già ri-sultata essere area epicentrale (Tertulliani etal., 2003). Il mattino del 22 Ottobre 1919 infat-ti vi avvenne un terremoto di magnitudo 5,4, cioèun terremoto circa trenta volte più forte diquello di quest’anno.Anche i danni, di conseguen-za, furono ovviamente superiori, raggiungendoun’intensità massima (MCS) pari al VII grado. I ca-taloghi sismici indicano, inoltre, che tutti gli altri

Dopo il 1919 il litorale lazialetorna a tremareIl piccolo sisma del 22 agosto 2005

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A cura del Servizio Geologico d’Italia - Dipartimento difesa del suolo

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Esempio di analisi paleosi-smologica svolta con l’ausi-lio di trincee esplorative(eseguite sull’Etna); le lineerosse verticali indicano lapresenza di faglie capaciche durante gli ultimi secolihanno continuamente dis-locato, in superficie, depo-siti colluviali (grigio), allu-vionali (verde e azzurro) elavici (blu).

scuotimenti del terreno avvenuti nella zona(con intensità inferiori al VII grado registratonel 1919), sono dovuti al risentimento di terre-moti originatisi nell’apparato vulcanico dei ColliAlbani (1892, 1895, 1899, 1901 e 1927) o, anco-ra più lontano, nella catena appenninica (Reatinodel 1902,Avezzano del 1915 e Irpinia del 1980.È proprio lungo tale catena che si sviluppano iterremoti tra i più forti e catastrofici dell’interapenisola italiana, legati a un contesto regionalesismotettonico che consente l’accumulo e il ri-lascio improvviso di elevati livelli energetici.Differente è la situazione del settore costiero la-ziale, dove un diverso regime tettonico, associa-to a particolari caratteristiche litologiche, con-sente minori accumuli di energia di deformazio-ne e di conseguenza lo sviluppo di terremoti aminore magnitudo.

Dal punto di vista normativo, il Comune diAnzio, come gran parte del territorio costierolaziale, fino al marzo del 2003 non risultava clas-sificato e pertanto non rispondeva alla vigentenormativa per le costruzioni in zona sismica. Larecente ordinanza n. 3274 del 20-3-2003 -“Primi elementi in materia di criteri generaliper la classificazione sismica del territorio nazio-nale e di normative tecniche per le costruzioniin zona sismica” - ad oggi ancora in corso di ap-plicazione, ha disposto la nuova classificazionesismica del territorio nazionale, con quattro di-verse classi di rischio e relative prescrizioni. Lanuova classificazione vedrebbe il Comune diAnzio inserito in terza categoria.La classificazione sismica del territorio italiano de-riva principalmente dall’analisi delle serie stori-che dei terremoti e da un conseguente ap-proccio probabilistico nella definizione dell’appar-tenenza alle diverse classi di rischio.Anche in pae-si come il nostro, che hanno ospitato civiltà mil-

lenarie, la memoria storica dei terremoti è co-munque troppo corta e lacunosa per descrive-re appieno la sismicità, talvolta caratterizzatada tempi di ritorno più lunghi delle serie stori-che disponibili.Terremoti come quello del Fucino(13.01.1915) e quello della valle del Belìce(15.01.1968) seminarono morte e distruzionein aree ritenute asismiche sulla base dei dati sto-rici.In tal senso, un importante contributo alleconoscenze della sismicità del territorio italia-no può derivare dalla lettura del paesaggio chespesso rivela tracce di antichi terremoti fossi-lizzate nel terreno. Il riconoscimento, l’analisi el’interpretazione di questa particolare catego-ria di “fossili”, che nella letteratura scientificaprende il nome di paleosismiti, costituisconol’oggetto della Paleosismologia, innovativa di-

sciplina delle Scienze della Terra, affermatasi inItalia ed in Europa grazie al contributo delle ri-cerche svolte dall’APAT. La ricerca paleosi-smologica mira a identificare l’età, la magnitu-do e la localizzazione epicentrale dei paleoter-remoti, attraverso lo studio dei loro effettigeologici (scarpate di faglia, frane, vulcanetti difango, deviazione di corsi d’acqua, formazionedi laghi, etc.) registrati nelle forme e nei sedi-menti. In par ticolare, le indagini condottedall’APAT hanno permesso il riconoscimentoe la caratterizzazione in termini energetici diforti paleoterremoti avvenuti durante le ulti-me decine di migliaia di anni, importanti per lavalutazione del potenziale sismico in aree di ca-tena (Valtellina, Colfiorito, Norcia, Rieti, Fucino,Irpinia, Boiano, Gargano, Pollino, Belìce) e vul-cano-tettoniche (Etna) del territorio italiano.C’è, però, ancora molto da fare in altre zonedella nostra nazione, ad iniziare dalla quelle al-pine.

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Lo scorso agosto il litorale laziale è statol’epicentro di un sisma che si è sentitocon una certa intensità in tutta la Regione.Da cosa è stato provocato?L’origine di un terremoto può essere considera-ta sotto diversi aspetti. Il primo è strettamente«meccanico» e si riferisce alla causa immediatadel sisma, cioè a quello che è accaduto nell’ipo-centro (la zona in profondità da cui partono leonde sismiche).Questo aspetto è stato chiaramente messo inluce dai dati sismologici raccolti ed elaborati dairicercatori dell’INGV (l’Istituto Nazionale diGeofisica e Vulcanologia, che cura la sorveglian-za continua dell’attività sismica territoriale emondiale).Al largo della costa di Anzio, un mo-desto volume di rocce della crosta terrestre,localizzato a profondità di circa 30 km e datempo sottoposto all’azione delle forze in at-to all’interno del pianeta, è arrivato al limite dirottura (come un legno che venga piegatofinché, a un certo punto, si spezza): si è gene-rata a quel punto una lacerazione (faglia),estesa per non più di 1-2 km, lungo la quale unsettore del volume di rocce coinvolte è scivo-

lato lungo l’altro per alcuni centimetri, provo-cando le vibrazioni risentite in superficie cometerremoto. I dati registrati dalla Rete SismicaNazionale hanno permesso ai ricercatori dell’INGV di stabilire che il piano della faglia è ver-ticale (cioè la sua prosecuzione ideale versol’alto sarebbe perpendicolare alla crosta terre-stre) e orientato in direzione Nord-ovest/Sud-est o Sud-ovest/Nord-est. La lacerazione si èpropagata per una modesta distanza, eviden-temente in corrispondenza di un settore di mi-nor resistenza in quella parte della crosta, e poisi è esaurita (come fa uno strappo o una sma-gliatura in una stoffa troppo tesa). Come è no-to, un evento analogo si è verificato nel 1919nella stessa zona, con magnitudo e risenti-menti simili. Con le dovute cautele, si puòpensare che gli 80 anni trascorsi tra i dueeventi siano il tempo necessario perché leforze in atto in profondità (che possono per-sistere per milioni di anni) deformino le roccedella crosta presenti in quella zona fino a unanuova rottura.Con questi dati preziosi e altri ancora più sofi-sticati che l’analisi sismica fornisce si può af-

È l’uomo la vera catastrofe per l’ambiente chimico-fisicoIntervista al Prof. Maurizio Parotto,ordinario di Geologia presso l’Università Roma Tre di Roma

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L’intervista

Maurizio Parotto. Ordinario di Geologia presso l’Universitàdegli Studi «Roma Tre», alla cui istituzione ha partecipato co-me Direttore del Dipartimento di Scienze geologiche, pres-so il quale è attualmente Presidente del Collegio dei Docenti.Tiene i corsi di Geologia con laboratorio, di Rilevamento geo-logico e di Geologia storica ed è Responsabile del Master inGIS e Telerilevamento nella programmazione territoriale.Partecipa come docente di Didattica delle Scienze dellaTerra all’attività della Scuola di Specializzazione perl’Insegnamento Secondario, presso «Roma Tre».La sua attività di ricerca, si è da tempo concentrata sull’ana-lisi della struttura e dell’evoluzione stratigrafico-strutturale

dell’Appennino centrale, sia come ricerca di base, sia con studi geologici di supporto a indagini di in-teresse idrogeologico, geotermico o sismico. È direttore di un’indagine sulla struttura profondadell’Appennino centrale, con l’acquisizione di un profilo di sismica artificiale tra il Tirreno e l’Adriatico,nell’ambito del Progetto Strategico CROP (CROsta Profonda) del CNR.Si interessa, inoltre, di problemi dell’ambiente e dedica parte della sua attività alla divulgazione (inparticolare nelle scuole e in attività museali) di temi legati a tali argomenti. Si è interessato, infine, distudi di Geologia planetaria, effettuati nell’ambito dell’Italian consortium for Planetary studies.

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frontare il secondo aspetto relativo all’origine diun terremoto, e cioè quali siano i motivi per cuiuna zona è sismogenetica e altre no,e perché zo-ne diverse possano mostrare caratteristiche si-smiche anche molto differenti (per magnitudo,profondità dell’ipocentro, dimensioni del volumedi rocce coinvolte nella deformazione, estensio-ne e forma della superficie di rottura e cosìvia). Ma questo discorso ci porterebbe troppolontano, perché richiede di affrontare temi co-me la struttura geologica del territorio, i movi-menti e le forze in atto nella crosta, i meccani-smi di deformazione delle rocce sottoposte asforzi. Da tempo numerosi studiosi si dedicanoalla sismotettonica, che studia proprio i rap-porti tra la sismicità di un’area e i movimenti inatto nella crosta, ricostruiti attraverso l’esame del-le complesse deformazioni che essi hanno pro-dotti via via nelle rocce. Esistono già numerosecarte sismotettoniche con proposte di suddivi-sione del territorio in zone a caratteristiche si-smogenetiche diverse.Il terremoto al largo di Anzio ricade nella fasciadi passaggio tra il settore geologico della cate-na appenninica, ancora in movimento, e quellodel Mar Tirreno, una struttura geologicamenterecente, in corrispondenza della quale la crostaè in piena evoluzione, con propri movimenti. Èpossibile che tale fascia risenta l’azione di forzeche nascono dal diverso comportamento cine-matico (cioè nei movimenti) dei due diversisettori: le faglie prodotte periodicamente nellacrosta da tali forze sarebbero svincoli meccani-ci un po’ come una serie di «strappi» che per-metterebbero movimenti relativi tra i due set-tori.Ma è solo una possibile interpretazione,mol-to semplicistica e strettamente personale (oltre-tutto di un non esperto di questa specifica disci-plina).Ben più importante, comunque, è il primo aspet-to che abbiamo visto, quello che fornisce i datiper una precisa caratterizzazione sismica diun’area: è, questa, la via che consente di affron-tare in modo concreto la prevenzione del rischiosismico, a partire da strumenti come la classifi-cazione sismica dell’intero territorio, in continuoaggiornamento.

Qualcuno ha collegato il terremoto nel li-torale laziale, così come altri eventi cala-mitosi cui abbiamo assistito questa estate,alle repentine variazioni di clima che si so-no registrate. Qual è la Sua posizione ri-spetto a questo presunto legame? A nessuno che si interessi di sismicità può ve-nire in mente di collegare l’origine del terremo-to a variazioni nel tempo atmosferico, soprat-

tutto da quando, nel 1906, la teoria del rimbal-zo elastico ha messo in luce il meccanismo cheorigina un sisma. Perché, allora, non chiedersise il terremoto non sia da collegare ai venti chesi agitano in profonde caverne, o all’ira diPoseidone, che percuote il fondo del mare?Sono alcuni dei numerosi tentativi di spiegarei sismi in tempi ormai molto lontani, quandoben poco si conosceva della struttura e deimovimenti interni del nostro pianeta; eppuregià allora qualcuno dubitava di tali ragionamen-ti: Seneca, trattando del terremoto che deva-stò Pompei nel ’63 dopo Cristo, dice che “…èavvenuto proprio d’inverno, in una stagione,cioè, che i nostri antenati assicuravano essereimmune da tale flagello”.Anche noi possiamo fare lo stesso tipo di os-servazione. Il Catalogo dei terremoti pubbli-cato dal CNR raccoglie i dati di oltre 41.000eventi sismici verificatisi in Italia negli ultimi 10secoli; se si esamina quando si sono verifica-ti, si scopre che il numero medio di terremo-ti è stato molto simile in ogni mese, e quindiin ogni stagione, senza differenza tra periodio momenti dell’anno con diverse condizionidi tempo atmosferico. Il terremoto di Anziosi è verificato in una zona già colpita in pas-sato da un evento del tutto simile per magni-tudo e risentimento. In quel caso, si era in pie-no autunno (22 ottobre 1919) e non si era-no manifestate repentine variazioni del tem-po.

Gentile Professore, quando si pensa ad“ambiente fisico” vengono subito in men-te eruzioni di vulcani,terremoti,comunquecatastrofi;cosa deve intendersi per ambien-te chimico-fisico?In realtà quando si parla di ambiente, peresempio a proposito di problemi di inquina-mento o di interventi, spesso si citano soloaspetti biologici e chimici, ma ci si dimentica chel’ambiente è, prima di tutto, un «contenitorefisico» fatto di forme intagliate nelle rocceche formano l’involucro solido esterno delpianeta. Per quanto piccolo, ogni ambiente(marino, lacustre, di alta montagna, abissale…)è parte del Sistema Terra e ne rispetta i com-plessi equilibri dinamici tra i diversi sottosiste-mi. Il nostro pianeta, infatti, non è un sempliceaggregato di materiali diversi, ma è un sistemaintegrato, cioè un insieme di componenti, cia-scuna con una propria individualità, che inte-ragiscono strettamente attraverso una serie diprocessi chimici, fisici e biologici. Questi sotto-sistemi, o «involucri» o «sfere», come vengo-no spesso indicati, sono la litosfera (la Terra so-

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L’intervista

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lida), l’idrosfera (l’insieme delle acque), la crio-sfera (le grandi masse d’acqua allo stato soli-do delle calotte polari), l’atmosfera (i gas e va-pori che avvolgono il pianeta) e la biosfera (l’in-sieme degli organismi viventi). Questi involu-cri, formatisi via via nel tempo, sono legati traloro in modo indissolubile da una rete di com-plesse interazioni, per cui ogni modifica a unodi essi comporta una serie di reazioni globali.L’aspetto attuale del pianeta è il risultato di unequilibrio non statico, ma dinamico, in continuatrasformazione, con continui scambi di mate-ria ed energia tra crosta terrestre e oceani, traatmosfera, terre emerse e oceani, tra biosfera,atmosfera e crosta e così via. Si pensi, peresempio, all’ossigeno, prodotto dai vegetali(biosfera), che «alimenta» l’atmosfera (primadell’affermarsi della vita sulla Terra l’atmosferaera riducente, cioè priva di ossigeno, comequella di Venere e di Marte), da dove «aggre-disce» (ossida) i minerali delle rocce (litosfe-ra) e ne facilita la disgregazione, contribuendoalla loro lenta trasformazione in suoli, alimen-to per la biosfera…Un discorso lungo, ma l’ambiente è tuttoquesto. Per quanto circoscritto, un ambienteva preso in considerazione con tutte le suecomponenti, per comprendere la «storia»chelo ha prodotto e il suo stato attuale. L’uomo,come parte della biosfera, partecipa semprepiù pesantemente alle modifiche degli equili-bri ambientali; analisi recenti hanno messo inevidenza come l’attività antropica nello scava-re e spostare materiali in superficie (per l’agri-coltura e per costruzioni) è ormai da sola mol-to più efficiente di tutti i processi naturaliesogeni messi insieme (erosione delle acque,vento, ghiacciai, eruzioni vulcaniche, ecc.).Purtroppo, il rapporto tra uomo e pianetasembra assumere spesso l’aspetto di un’ag-gressione, che ignora i processi evolutivi cheregolano gli equilibri tra le varie parti del siste-ma (nella sua globalità di pianeta o in un suosettore); tali equilibri, essendo dinamici, pos-sono certo essere modificati, ma bisognereb-be almeno essere consapevoli delle conse-guenze che possono derivare dalla reazionedell’ambiente: a un vantaggio immediato, infat-ti, potrebbe seguire un danno imprevisto diportata ben maggiore.Per tornare alla domanda, vulcani e terremoti so-no certamente caratteristiche di alcuni ambien-ti (non di tutti!), ma non per questo sono «ca-tastrofi»: la loro attività è parte di questo equi-librio dinamico che regola l’evoluzione di un am-biente fisico. In tale prospettiva, la vera catastro-fe è l’uomo…

La città di Roma è veramente così sicuradal punto di vista sismico? Da molti anni ormai, la «leggenda metropolita-na» che Roma sia sicura dai terremoti perché nelsuo sottosuolo vi sono numerose cavità e galle-rie, è stata smentita, se non altro dai fatti. Dati erisultati di ricerche sulla sismicità di Roma sonostati presentati in varie occasioni e ampiamen-te divulgati,mentre sono molti i cittadini che han-no sperimentato in più occasioni il tremito di unsisma.Anche i primi dati raccolti sui risentimen-ti del terremoto di Anzio in Roma indicano chein gran parte della città si è manifestato con in-tensità 4-5 , mentre nel settore Sud-Ovest haraggiunto intensità 5-6.Precisiamo, perciò, un po’ meglio i termini delproblema. I 2000 anni di storia sismica dell’arearomana disponibili non offrono indicazioni sul-la presenza, in profondità al di sotto di Roma, diuna zona sismogenetica, cioè sottoposta a sfor-zi tali da lacerarsi e diventare ipocentro di un ter-remoto. Ma la città può essere raggiunta da on-de sismiche generate da ipocentri localizzatisotto Tuscania (a Nord), sotto i Colli Albani (aSud-est, a qualche km di profondità), al largo del-la costa, tutti relativamente vicini ; onell’Appennino, come nel caso del violento ter-remoto di Avezzano (1915), risentito a Romacon intensità massima prossima a 7 (molto for-te).Il modo in cui si risentono nella città gli effet-ti delle onde sismiche non è omogeneo, sia perla presenza, in profondità, fianco a fianco, di roc-ce diverse, che trasmettono l’energia sismicain modo più o meno efficace, sia per la natu-ra e le forme dei terreni più prossimi alla su-perficie, sui quali poggiano gli edifici, ai quali levibrazioni vengono trasmesse in modo e conenergie diverse. Sono ben noti i segni lasciatidai terremoti su molti monumenti di Roma(come il Colosseo) o citati in vari documenti,e sono attentamente studiati per comprende-re come reagisce il suolo della città al passag-gio di onde sismiche. Rilevazioni accurate do-po il terremoto di Colfiorito, in Umbria, han-no mostrato come l’evento si sia risentito inRoma con intensità 4 della scala Mercalli,Cancani, Sieberg (moderato) nelle parti rileva-te della città, e con intensità 5 (abbastanza for-te) nella fascia della piana formata dalle alluvio-ni del Tevere, che per la loro natura e per le lo-ro dimensioni provocano un’amplificazionedelle vibrazioni sismiche.Ricordiamo che nella proposta di riclassifica-zione sismica del 2004 il comune di Roma rica-de nella III classe. Ma le leggende sono dure amorire…

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L’intervista

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I vulcani di ghiaccioridisegnano la terra

Le continue scoperte di altri mondi costringono a “ridisegnare” la Terra e l’in-tero Sistema solare: ad esempio, accanto ai ben noti vulcani di fuoco, sono stati sco-perti, sui corpi esterni del Sistema stesso, anche vulcani di ghiaccio.Ce ne parla il Professor Maurizio Parotto

Negli ultimi decenni è iniziata unanuova entusiasmante avventuraper la conoscenza del Sistemasolare. Numerose generazioni disonde automatiche, i «nuovi oc-

chi» dell’uomo,hanno allargato e ripercorso piùvolte il “Grand Tour”del Sistema solare,ma le im-magini che ci inviano non hanno mai smesso disorprenderci e sbalordirci. Eravamo partiti all’ini-zio con il modello globale della struttura e del-l’evoluzione del nostro pianeta come strumen-to per studiare e comprendere gli altri corpi ce-lesti,ma ogni approdo in un nuovo mondo ci harivelato qualche frammento di una realtà ben piùampia di quanto il modello potesse contenere.Le continue scoperte sugli altri mondi hanno av-viato, così, una «riscoperta» della Terra e delsuo ruolo all’interno del Sistema solare.Nell’esame comparato, sia pure sommario, del-le superfici planetarie e dei principali satelliti so-no emerse analogie e differenze nel modo di ma-nifestarsi di alcuni processi fondamentali.Uno diquesti processi è il vulcanismo.Nell’uso comune,il termine vulcanismo implica materiale rocciosofuso (il magma, una miscela di silicati ricca di gasin essa disciolti), ad alte temperature, in grado dirisalire dall’interno del nostro pianeta fino a tra-boccare in superficie, grazie alla sua minore den-sità rispetto alle rocce circostanti, rispetto alle qua-li tende, perciò, a «galleggiare». (Si ricordi che ilmagma non è presente ovunque,ma si forma inalcune zone periferiche del nostro pianeta a se-guito di vari possibili processi, che provocano lo-calmente la fusione parziale di parti della crostao del mantello.) Ma dopo le immagini inviate aterra dalle sonde Voyager 1 e Voyager 2, che han-no sorvolato i satelliti di Giove, Saturno, Uranoe Nettuno, il significato del termine è stato am-pliato fino a comprendere l’attività di composti

come l’acqua, il metano, l’ammoniaca e l’azoto, iquali, alle basse e bassissime temperature cui sitrovano su quei corpi, appaiono nelle fasi solide(ghiacci) e liquide, con passaggi dalle une alle al-tre attraverso fenomeni di fusione.Quando si for-mano a una certa profondità, questi fusi freddis-simi, ma con temperature comunque minori diquelle dei materiali circostanti, possono risalire fi-no a traboccare in superficie, dando origine a ve-re e proprie effusioni.A tali processi è stato dato il nome di criovulca-nismo («vulcanismo di ghiaccio»). Nelle partiesterne del Sistema solare il ghiaccio non è in ge-nere di acqua pura, ma è «contaminato» dacomposti come ammoniaca e metano, la cui pre-senza fa abbassare il punto di fusione del ghiac-cio. Per esempio, la presenza di ammoniaca nelghiaccio di acqua fa scendere il punto di fusio-ne a circa 175 K: sono valori di temperature ab-bastanza bassi da poter essere raggiunti dal so-lo calore liberato dai processi di decadimento ra-dioattivo che si svolgono all’interno di satelliti condiametro di almeno 500 km.A mano a mano che ci si allontana dal Sole,con latemperatura della superficie dei pianeti e satelliti chediminuisce dai 425 °C di Mercurio ai –236 °C diPlutone, si passa perciò dal vulcanismo ad altetemperature (ancora attivo o estinto) al criovulca-nismo. I primi vulcani di ghiaccio compaiono sui sa-telliti di Giove. In orbita vicino al gigante gassoso, lapiccola Europa mostra una superficie bluastra dighiaccio d’acqua percorsa da una fitta rete di visto-se striature, con una temperatura di - 150 °C.La scoperta dei vulcani di ghiaccio ha allargatogli orizzonti del concetto di processo vulcanico,ma non è stata l’unica novità e le scoperte con-tinuano. Come da tempo ci ricorda Amleto,«Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, diquante se ne sognino nella tua filosofia»…

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Gli effetti devastanti degli eventi al-luvionali che hanno colpito nelcorso dell’estate Austria, Bulgaria,Germania e Svizzera, nonché del-l’uragano Katrina sulla città di New

Orleans, hanno riacceso la discussione sullapossibilità di un aumento nella frequenza e nel-l’intensità dei fenomeni meteorologici estremi,facendone uno degli elementi più significativi de-gli scenari di riscaldamento globale.

Le modifiche relative agli eventi meteorolo-gici estremi sono destinate a provocare impat-ti molto più significativi di quelli causati daicambiamenti nelle condizioni climatiche me-die, e in par ticolare dall’aumento della tem-peratura media globale. Essi sarebbero dovu-ti, in generale, all’aumento delle quantità dienergia connesse ai fenomeni meteorologicidovuti all’incremento della temperatura me-dia, in particolare all’intensificazione del cicloidrologico.

Secondo il Terzo Rappor to di Valutazionedell’IPCC (Intergovernmental Panel on ClimateChange) negli ultimi 50 anni c’è stata una dimi-nuzione della frequenza degli eventi caratteriz-zati da temperature estremamente basse e unaumento - sia pure inferiore - della frequenza de-gli eventi con temperature estremamente alte.Nel corso del secolo, invece, c'è stato solo unpiccolo aumento della superficie terrestre col-pita da importanti eventi di siccità o alluvione.Negli ultimi decenni alcune regioni dell'Asia edell'Africa hanno visto un aumento della fre-quenza ed intensità dei fenomeni di siccità.Per quanto riguarda le evoluzioni future del cli-ma, la simulazione degli eventi estremi da partedei modelli di circolazione generale è ancora infase di sviluppo - soprattutto per i fenomeni suscala più ristretta, come i temporali e i tornado- e non permette di fare previsioni caratterizza-te da un buon livello di affidabilità.Ragionando in termini di rigorosa probabilità,ci saranno: temperature massime più alte e unmaggior numero di giorni caldi su quasi tutta la

Cambiamenti climatici edeventi meteorologici estremi

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a cura del Dipartimento Stato dell’Ambiente e metrologia ambientale - Settore Pressioni Ambientali

Valori normali di precipitazione nel trentennio 1961-1990,nei mesi di gennaio e luglio, rispettivamente

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superficie terrestre; temperature minime più al-te e meno giorni freddi su quasi tutta la super-ficie terrestre; una diminuzione della gammagiornaliera di temperature ed un aumento del-lo heat index (una combinazione di temperatu-ra e umidità che misura gli effetti sul comfortumano) sulla maggior parte della superficieterrestre; in parecchie aree è molto probabileun maggior numero di eventi estremi di preci-pitazione, nonché un aumen-to dell'aridità estiva e del ri-schio di siccità in gran partedelle regioni continentali del-le medie latitudini; infine, inalcune aree, si verificherà unaumento dell'intensità deiventi e delle precipitazioniassociate ai cicloni tropicali.Una serie di studi condotti alivello nazionale per la Russia,la Norvegia e il Regno Unitocon metodologie non omo-genee sembra confermare che queste indicazio-ni valgono anche per il continente europeo.Uno studio pubblicato su Nature da Tim Palmerdel Centro Meteorologico Europeo di Reading,nel Regno Unito, e da Jouni Räisänen del Centrodi Rossby a Norrköping, in Svezia, confermacomunque le indicazioni di massima dell’IPCC,utilizzando però, al posto di una simulazione ditipo deterministico, una di tipo probabilistico, che

analizza i risultati di 19 delle più aggiornate simu-lazioni climatiche, che gli autori consideranorappresentative del range degli scenari climati-ci possibili.Si tratta di una metodologia già in uso, adesempio, per le previsioni meteorologiche abreve e medio termine. Secondo Palmer eRäisänen, la probabilità di precipitazioni inver-nali estreme aumenterà nei prossimi 50-100 an-

ni fino a raggiungere valori pa-ri a cinque volte il valore attua-le in alcune zone del NordEuropa. Per il nostro paese lemappe pubblicate nello studioindicano un aumento dal 50 al350%.Andamenti simili a quel-li trovati per alcune parti delcontinente europeo sono pre-visti anche per alcune areedell’Asia meridionale, e influen-zeranno paesi come i lBangladesh, dove alluvioni disa-

strose hanno provocato spostamenti dalle lo-ro abitazioni di milioni di persone negli anni piùrecenti, e dove agli effetti di precipitazionimonsoniche estreme si aggiungeranno quellidell’aumento del livello del mare.

La possibilità che queste modifiche nel regime del-le precipitazioni possano causare un aumento delrischio di alluvioni è stata più volte suggerita, an-

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Ricorrenze deglieventi di pienain Europa nel periodo1998-2002

Temperature massime più alte

e un maggior numerodi giorni caldi su quasi tutta

la superficie terrestre

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che nei rapporti dell’IPCC,ma rimane difficile daprovare per la difficoltà di separare, all’interno diun evento alluvionale, gli effetti delle modifiche nelforcing antropogenico dell’at-mosfera da quelli della varia-bilità naturale delle precipita-zioni e dagli andamenti delregime dei flussi.

Dallo studio pubblicato suNature da Cristopher Milly,del Servizio Geologico degliUSA, risulta comunque evi-dente che il numero deglieventi alluvionali nei maggio-ri bacini fluviali a livello mon-diale è aumentato in modo sostanziale negli ul-timi 100 anni, e questo trend è destinato a con-tinuare e ad accentuarsi. Più in particolare, 16 dei21 eventi alluvionali che sono avvenuti da quan-do sono disponibili osservazioni adeguate han-no avuto luogo dopo il 1953. È estremamentedifficile, a questo punto, spiegare questi fenome-ni prescindendo totalmente dall’influenza dell’uo-mo sul sistema climatico.

Infine, per quanto riguarda i cicloni tropicali, unlavoro pubblicato di recente su Nature da KerryEmanuel, meteorologo del MIT (Massachusetts

Institute of Technology), mette in evidenza che,se è vero che la frequenza degli uragani non mo-stra significative modifiche, a partire dai dati

storici disponibili, la loro po-tenza distruttiva è però aumen-tata, negli ultimi 30 anni, del50% nell’Atlantico e del 75%nel Pacifico nord occidentale. Icicloni sono infatti più potenti edurano più a lungo che in pas-sato, e questo è dovuto al sur-riscaldamento del globo e al-l’aumento della temperaturadella superficie dei mari tropica-li.Questo andamento è destina-to quindi ad accentuarsi con

l’incremento previsto della temperatura mediaglobale.

Per l’Italia, sono stati osservati:• un aumento della frequenza di precipitazioni

intense a fronte di una riduzione delle precipi-tazioni totali, valido a partire dal 1920 ma par-ticolarmente significativo negli anni più recen-ti (Brunetti et al., 2000, 2001a);

• un incremento dell’intensità delle precipitazio-ni più elevato nelle regioni del Nord-ovest ri-spetto a quelle del Nord-est (Brunetti et al.,2000);

• una riduzione del tempo di ritorno delle pre-cipitazioni estreme (definite come quelle chericadono al di là del 99,9° percentile) nel pe-riodo 1920-1998 (Brunetti et al., 2001b).

Questi trend risultano particolarmente significa-tivi per tutta l’Italia settentrionale dove gli even-ti piovosi estremi sono piuttosto frequenti e du-rante l’ultimo secolo sono state osservate mol-te alluvioni disastrose. L’aumento del rischio dialluvioni nel Nord-ovest è anche reso evidenteda una tendenza all’aumento dell’intensità del-le precipitazioni molto forti nelle stagioni, comequella autunnale, in cui è massimo il rischio di al-luvioni.Per quanto riguarda le implicazioni sociali edeconomiche di questi studi, se è vero che, in ge-nerale, il continente europeo presenta buonecapacità di adattamento alle avversità meteo-rologiche e climatiche, come osserva l’IPCC,d’altra parte la frequenza e l’intensità crescen-te di eventi disastrosi potrebbero compro-mettere la nostra capacità di reazione e sem-brano suggerire l’adozione di adeguate misuredi prevenzione delle conseguenze di ondate dicalore ed alluvioni, insieme agli interventi di ri-duzione delle emissioni concordati a livello in-ternazionale.

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a cura del Dipartimento Stato dell’Ambiente e metrologia ambientale - Settore Pressioni Ambientali

Il clima è stato definito in molti modi:“lasintesi del tempo meteorologico”, “lemanifestazioni a lungo termine del tem-po meteorologico”, ecc.Dal punto di vi-sta operativo, il clima di un’area può es-sere definito come l’insieme delle pro-prietà statistiche del tempo meteorolo-gico in quell’area calcolate su un inter-vallo di tempo di vari decenni. In gene-rale, l’Organizzazione MeteorologicaMondiale ha proposto di adottare inter-valli di tempo di trenta anni. È possibi-le parlare di clima per un’area solo per-ché le variazioni dei fattori che lo deter-minano (geografia, orografia, insolazio-ne…) avvengono con tempi scala mol-to più lunghi rispetto alle variazioni deifenomeni meteorologici.

Glossario: il Clima

La simulazione degli eventi estremi

da parte dei modelli dicircolazione generale

è ancora in fase di sviluppo

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Come da Lei espresso durante un conve-gno internazionale sulla variabilità solaree il clima, esistono forti correlazioni tral’attività magnetica del Sole e l’aumentodella temperatura terrestre.Quali sono leprincipali caratteristiche di tale attivitàche si svolge all’interno e sulla superficiedel Sole e come potrebbe incidere suicambiamenti climatici terrestri?Andiamo con ordine. La misura dell’energia cheil Sole ci invia in ogni momento è estremamen-te complessa e, di fatto, si può effettuare soloutilizzando strumenti a bordo di satelliti fuoridalla atmosfera terrestre.

Gli astronomi hanno trovato, tuttavia, che esi-ste un forte legame fra l’attività magnetica delSole (quella che si manifesta con le macchie ele facole solari, per intenderci, che altro non so-no che regioni della atmosfera solare nellequali si osserva una elevata concentrazione dicampo magnetico) e l’energia emessa, nel sen-so che, al crescere dell’attività magnetica, che simanifesta ad esempio con l’aumento del nume-ro e dell’estensione delle regioni magnetiche os-servate, aumenta l’energia emessa dal Sole. E’quindi possibile utilizzare le osservazioni delSole e i modelli della sua struttura per risalirealla energia emessa.

Roberto Buonanno è Professore ordinario diAstronomia e Astrofisica all’Università diRoma, Tor Ver gata dove è anche i lResponsabile del Dottorato di Ricerca inAstronomia. È Presidente del Centro per loStudio della Variabilità Solare della RegioneLazio che si occupa del contributo del Sole alproblema del cosidetto RiscaldamentoGloba le . Ha d i ret to l ’Osser vator ioAstronomico di Roma dal 1992 a luglio 2005.È autore di circa 150 ar ticoli scientifici.

Il Sole è il motore principale che guida il clima della Terra.Vale forse la pena di ricor-dare, tanto per dare la percezione delle grandezze in gioco, che la quantità di energia solare

che arriva sulla Terra ogni ora è superiore a tutta l’energia che si consuma nel mondo in un an-no.E’ inoltre ben noto che il Sole è, sotto diversi aspetti, una stella variabile.Varia in particolare la lu-minosità e lo spettro del Sole (cioè come si distribuisce l’energia alle diverse lunghezze d’onda).Vale la pena di notare che queste variazioni dello spettro solare e della sua luminosità non so-no semplici dati osservativi ma fanno parte di una solida impalcatura teorica.

Per capire meglio lo stato attuale delle ricerchee le possibili interazioni tra clima e attività so-lare, abbiamo intervistato il prof. RobertoBuonanno,ordinario di Astronomia e Astrofisicaall’Università di Roma Tor Vergata e Direttoredell’Osservatorio Astronomico di Roma dal1992 a luglio 2005.

L’intervista

L’intervista

Studiare il Soleper capire il climaIntervista a Roberto Buonanno,direttore dell’Osservatorio Astronomico di Romadal 1992 a luglio 2005

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Parallelamente si sono andate accumulando evi-denze per cui periodi di bassa attività solare cor-rispondono a periodi di clima particolarmen-te rigido sulla Terra e, viceversa, periodi di inten-sa attività magnetica del Sole risultano corre-lati a periodi di clima generalmente più caldo.Queste evidenze sono, per esempio, le dimen-sioni dei ghiacciai o i livelli dei laghi e così via.L’attività del Sole, beninteso, non si manifesta so-lo con la comparsa delle regioni magnetichenell’atmosfera della nostra stella, ma anche at-traverso una serie di fenomeni osservati nell’in-tera eliosfera, dagli strati più esterni dell’at-mosfera del Sole fino alla magnetosfera terre-stre ed oltre, ad esempio determinando lacomparsa delle aurore polari.Questa premessa è necessaria per comprende-re perché la comunità scientifica è impegnatain questa ricerca. I tempi naturali dei fenome-ni climatologici globali sono, infatti, dell’ordinedi secoli e di millenni e le macchie solari, a dif-ferenza di altri indicatori, sono state osservatecon sufficiente accuratezza dall’inizio delSeicento. E’ da questo tipo di osservazioni cheè stato individuato il cosiddetto Minimo diMaunder, un periodo di più di cinquanta annidurante i quali il Sole praticamente non ha mo-strato nessuna macchia (quando il Sole è “nor-male”, nei periodi di massima attività si osser-vano più di cento macchie ogni anno), e che di-verse registrazioni storiche indicano come il pe-riodo più freddo del millennio.Simili minimi di attività solare e di temperatu-ra della Terra, sebbene molto più brevi, sono sta-ti osservati all’inizio e alla fine del XIX secolo.Quanto ai meccanismi fisici, come ho già det-to, la comunità scientifica è in grado soltanto disuggerire delle ipotesi di lavoro. Naturalmentela maggiore quantità di energia immessa nellaatmosfera terrestre nei periodi di massima at-tività solare potrebbe avere un ruolo, magari at-traverso meccanismi di feedback non conosciu-ti; allo stesso modo potrebbe essere importan-te l’aumento del flusso solare nell’ultraviolettoe così via. Certamente importante, per diver-si motivi, è il flusso di particelle cariche che ilSole emette e che è stato suggerito (anche seil suggerimento è molto controverso) che po-trebbe avere un ruolo nella formazione dellenubi.In conclusione, sebbene sia stato fino a oggi im-possibile (data la complessità del sistema) rico-struire i meccanismi attraverso i quali una va-riazione della attività del Sole si trasmette al si-stema climatico terrestre, esistono forti indica-zioni che, almeno nel passato, il Sole abbia gio-cato un ruolo fondamentale nei cambiamenti

climatici che si sono verificati sulla Terra.

Studi scientifici recenti hanno permessodi risalire a fenomeni climatici del passa-to influenzati dall’intensità dell’attivitàsolare.Quale può essere un esempio sto-rico significativo in grado di dimostrarel’esistenza di questo legame? Quale anda-mento si può prevedere per il futuro?Un numero crescente di studi effettuati attra-verso l’analisi delle carote dei ghiacci antartici,dei sedimenti oceanici e lacustri, degli anelli de-gli alberi, suggerisce un determinante contribu-to del Sole ai cambiamenti del clima avvenutinel passato.Abbiamo già citato, per esempio, ilminimo di Maunder alla fine del ‘600 e quelli piùrecenti dell’800.Vorrei però ricordare un effetto dell’attivitàmagnetica del Sole che finora ho solo sfiora-to. La Terra è continuamente bombardata daparticelle cariche di alta energia, detti raggi co-smici, che provengono dallo spazio e probabil-mente dal nucleo della Galassia. Il campo ma-gnetico del Sole costituisce uno schermo na-turale per queste particelle e si comprende co-me, nei momenti di maggiore attività solare loschermo risulti più efficace. Se, quindi, potes-simo conoscere le epoche nelle quali lo scher-mo è stato più o meno efficiente, avremmo inmano uno strumento per conoscere in qualiperiodi il Sole ha mostrato una maggiore o mi-nore attività. Ebbene, di questi strumenti ne esi-stono più di uno, si chiamano radioisotopi co-smogenici, e alcuni di questi, in particolare il10Be (Berillio 10) sono stati utilizzati per stu-di di grande interesse. La questione è moltosemplice, al di là dei termini tecnici: i raggi co-smici che non sono schermati dal campo ma-gnetico solare arrivano nell’atmosfera dellaTerra e, se incontrano un nucleo di azoto o diossigeno, possono spezzarlo e creare così unatomo diverso, il Berillio 10, appunto. Unapercentuale di Berillio 10, oramai nella nostraatmosfera, è catturata dalle precipitazioni, inparticolare dalla neve. Questa si accumula neighiacciai, strato dopo strato, creando così unarchivio naturale di ghiaccio. A questo puntonon resta che estrarre un carota di ghiaccio emisurare l’abbondanza di Berillio 10 stratoper strato e ricostruire così l’attività magneti-ca del sole per migliaia di anni. Con questa tec-nica, descritta in modo semplificato, gruppi diricercatori hanno svolto studi sull’attività delSole negli ultimi millenni e concluso che il “li-vello di attività solare durante gli ultimi 70anni è eccezionale e un simile periodo di atti-vità si è verificato più di 8000 anni fa”. C’è di

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più. Dall’analisi della durata di questi cicli di in-tensa attività negli ultimi 11000 anni, è possi-bile ricostruire la lunghezza di questi cicli e ar-rivare così alla conclusione che quasi tutti i pe-riodi di intensa attività nel passato sono stati piùbrevi di quello attuale. Su queste basi si con-clude che è molto improbabile che il periodoattuale duri oltre i prossimi 50 anni.

Attualmente, la comunità scientifica sem-bra schierarsi in due opposte scuole dipensiero sul legame tra cambiamenti cli-matici e attività antropiche. Qual è laSua posizione sull’argomento?La mia posizione è, francamente, di disagio. Avolte si percepisce, quando si parla di questi ar-gomenti, più un atteggiamento da tifosi di unasquadra di calcio che quello da persone che sisforzano di esaminare i dati alla luce delle co-se che attualmente conoscono.Merita attenzione il fatto che su questo temae in particolare su quello dell’origine, antro-pica o naturale, del cosiddetto riscaldamentoglobale esista un parallelo dibattito nei mass-media che, purtroppo, troppo spesso rivelaaspetti ideologici inopportuni. Un parametroefficace per rilevare la serenità scientifica di unarticolo è la presenza o meno di una frase deltipo “La maggior parte degli scienziati...”, co-me se il metodo scientifico prevedesse il con-teggio dei sostenitori o degli avversari di unatesi. Peraltro, è questo un conteggio che du-bito sia mai stato effettuato sul serio da nes-suno.Personalmente, ritengo che gli argomenti deiquali abbiamo parlato ci debbono indurre a es-sere rigorosi nella analisi dei diversi parametriche possono avere un ruolo nel problema delcambiamento climatico e, almeno, a renderequantitativo quest’ultimo termine. Senza alcundubbio la variabilità del Sole ha un effetto im-portante ma che non è detto che sia l’unicacausa: per esempio, articoli di scienziati comeSolanki e Muscheler pubblicati su Nature con-cludono che è improbabile che il Sole, da so-lo, sia l’unica causa del riscaldamento negli ul-timi trenta anni.Penso che esista senza alcun dubbio una rela-zione causa-effetto fra l’aumento di circa il35%, della concentrazione di biossido di carbo-nio e l’aumento di temperatura di circa 0.6° chesi è verificato nell’ultimo secolo ma, anche, cheuna banale estrapolazione di questo dato siauna sciocchezza, in quanto è ben noto che la re-lazione è di carattere non-lineare.Anche se sia-mo lontani dal comprendere tutti gli elementiimportanti del problema-clima, sarebbe saggio

cercare di ridurre l’immissione di inquinantinella nostra atmosfera. Ritengo che politiche dirisparmio energetico siano perfettamente au-spicabili ma, contemporaneamente, ritengoche queste politiche debbano essere motivaterazionalmente, al meglio delle nostre conoscen-ze.Mi sembra che si tradisca il nostro ruolo di tec-nici quando si suggeriscono proiezioni apoca-littiche per il futuro senza chiarire lo scarso li-vello di conoscenza scientifica degli effetti del-la variabilità degli agenti forzanti di origine na-turale. Gli stessi documenti ufficiali dell’IPCC(Intergovernamental Panel on Climate Change,NdR) indicano che il livello di conoscenza de-gli effetti indotti dalle modifiche della concen-trazione degli aerosoli, della concentrazione nu-volosa e della variabilità dell’emissione solare èmolto basso.Per quanto riguarda il ruolo della variabilità delSole, il livello di conoscenza è addirittura piùbasso di quanto dichiarato: recentemente so-no stati evidenziati dei meccanismi di interazio-ne indiretta, precedentemente insospettati, frai vari strati dell’atmosfera terrestre e le pertur-bazioni prodotte dal Sole.Penso che un Governo saggio dovrebbe inve-stire sempre di più nella ricerca in modo daprendere decisioni basate sulle conoscenzeaggiornate. In cambio, i ricercatori dovrebberoimpegnarsi a diffondere sempre di più nella so-cietà civile, oltre che i risultati delle ricerche, ilmetodo scientifico e del confronto.

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L’intervista

Alcuni dei convegni sull’argomento che si sono svolti quest’anno:

• “Solar Variabilty and PlanetaryClimates”6 - 10 June 2005, International SpaceScience Institute, Bern, CH

• “Solar Variability and Earth’s Climate”26 June - 1 July 2005,VillaMondragone, Monte Porzio Catone, It

• “Paleo Connections Between theSun, Climate, and Culture”13 - 16 September 2005,Durango, Colorado, USA

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Il meteorologo?Un po’ scienziato, un po’ poetaIntervista a Mario Giuliacci

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L’intervista

Mario Giuliacci, laureato in Fisica, ha diretto, dal 1983 al 1990, conil grado di Colonnello, il Centro Meteorologico di Milano-Linate.

Dal 1992 cura la rubrica del tempo sul Corriere della Sera e dal 1995cura le previsioni meteo elaborate dalla EPSON Italia per i TG del-le reti Mediaset e per i siti meteo su Internet.

Dal 1992 al 1994 è stato professore a contratto per l’insegnamen-to integrativo di Dinamica dell’Atmosfera presso il Corso di Laureain Fisica. Dal 1994 al 1996 è stato Docente di Fisica dell’Atmosferanel Corso di Laurea in Scienze Ambientali presso l’Università agli Studidi Milano. Nel 2003-2004 è stato Docente di Termodinamicadell’Atmosfera presso il Corso di Laurea in Fisica all’Università diMilano ed ha tenuto un seminario di Meteorologia presso l’UniversitàParthenope di Napoli. Nel 1997 è stato prescelto da EPSON eMediaset per il commento in video delle Previsioni meteo nell’am-bito dei TG di Canale 5 delle ore 8,20.

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La situazione vista dal sa-tellite Europeo METEO-SAT 7 alle 12 UTC (13 oraitaliana) del 21 agosto. Inrosso, giallo, verde, azzurrol’umidità atmosferica; inblu, violetto e rosa i sisteminuvolosi. Le nubi tempora-lesche, in rosa pallido, sonoassociate a piogge intense[© EUMETSAT/ NERC/Dundee University; elabo-razione ACQ-IDR].

Prima domanda su tutte:possiamo chiari-re la differenza tra l’attività di un meteo-rologo e quella di un climatologo?C’è una preoccupante invasione di campo e difalsi profeti.Le due attività spesso si sommano, non esiste unbravo meteorologo che non sia anche un bra-vo climatologo. Per fare una previsione il più cor-retta possibile, il bravo meteorologo non solo de-ve saper interpretare i modelli fisico-matemati-ci,ma deve anche sapere se questi modelli si pos-sono applicare ad un determinato territorio, af-fidandosi, per questo, anche alle sue conoscen-ze climatiche.Viceversa, non tutti i climatologi sono anche me-

teorologi; soprattutto i bio-climatologi, cioèquelli che sono in grado di stabilire il rapportotra il clima di una data Regione e l’influenza chepuò avere sulla nostra salute, non possono es-sere esperti di mutamenti climatici.I climatologi “puri” sono i meteorologi chepossono anche fare i climatologi o i climatolo-gi che provengono da studi di geologia; il clima-tologo è un laureato in Fisica o Geologia, manon tutti hanno esperienza nell’interpretazio-ne dei modelli fisico-matematici. Un esempio:quando insegnavo Scienze ambientali e Fisicadell’Atmosfera, hanno invitato un premioNobel esperto di Fisica nucleare a parlare diclima; non fu colpa sua, fu colpa di chi lo invi-tò, questo per dire come si può far confusio-ne tra le differenti competenze.

Lo scrittore americano Longstreth ha de-finito i meteorologi “in parte scienziati, in

parte poeti”; che attendibilità possiedeoggi una previsione del tempo?Quanto afferma l’americano Longstreth è terri-bilmente vero. Quando sta per accadere unevento notevole, il meteorologo è il primo cheper mestiere lo deve osservare e che quindi vie-ne a contatto con questi fenomeni, subendoneil fascino a forza di osservarli e di scriverne. E’ co-me stare accanto ad una bella donna: se ci sto so-lo un giorno ne subisco il fascino, se ci sto più alungo, rischio d’innamorarmene.

L’estate che ci siamo appena lasciati allespalle è stata alquanto anomala dal puntodi vista meteorologico:repentini cambi di

tempo,di temperature,per non parlare de-gli eventi calamitosi che hanno riguardatoil nord Europa e, più recentemente, gliStati Uniti: a cosa attribuirebbe questeatipicità dell’estate?Tutte queste affermazioni relative a questa esta-te sono corrette,ma mentre nel giornalista rima-ne impresso solo l’evento che fa notizia, il me-teorologo è costretto a sintetizzare tutta una se-rie di elementi in suo possesso.Certamente lo scorso agosto non è stato unmese estivo. L’agosto del 2003, invece, fu trop-po estivo mentre nel 2002 ci fu una settimanatutt’altro che estiva.Quest’anno giugno e luglio sono stati caldi esiccitosi, tanto che alla fine di luglio ci si poseil problema della siccità, soprattutto sul nord-Italia.Mediamente, in un’estate che si rispetti, ci so-no tre, massimo quattro ondate di caldo: ebbe-

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ne quest’anno una l’abbiamo avuta tra il 16 e il30 di giugno, un’altra tra il 18 e il 23 di luglio,un’altra ancora tra il 25 di luglio e i primi gior-ni di agosto. Così come in estate ci sono sem-pre state piogge, non esiste un’estate in cui nonpiove mai.Riguardo agli eventi calamitosi di questa estate,il mese di agosto rassomiglia moltissimo, anchese per fortuna in forma più attenuata, all’agostodel 2002.L’Italia, nello scorso agosto, è stata attraversa-ta da ben sette perturbazioni atlantiche, ognu-na delle quali durava almeno due o tre giorni,che ci hanno portato via circa 20 giorni d’esta-te. Il periodo più terribile è stato tra il 20 e il29 dello stesso mese, in cui le perturbazionihanno provocato i disastri e hanno messo asoqquadro l’Europa, similmente a quanto ac-cadde nel 2002.Non convengo quindi con l’affermazione gene-rica che l’estate 2005 sia stata una brutta esta-te; l’ultimo evento è sempre quello che ci impres-siona di più.

Il poeta Virgilio affermava nelle Georgicheche “le stagioni non sono più quelle”; nonci sono più le mezze stagioni,si usa dire daun po’ di tempo a questa parte; i capriccidel tempo sono ormai oggetto dei nostriluoghi comuni. Cosa sta accadendo alletradizionali care quattro stagioni?Non è vero che mancano le mezze stagioni, per-ché in genere l’autunno e la primavera rispetta-no i loro cliché.Anche quest’anno i primi di mar-zo furono freddissimi fino all’11; tra l’11 e il 20 dimarzo la temperatura salì di quasi 15 gradi, tan-t’è che intorno al 20 di marzo c’erano circa 10/12gradi al di sopra della media. Ma la primavera, sisa, è notoriamente pazza ed anche quest’annoil luogo comune è stato rispettato. L’autunno, dalpunto di vista meteorologico, inizia prima disettembre, quindi dal punto di vista meteo-cli-matico noi già siamo in autunno da metà settem-bre.Non sono scomparse le mezze stagioni; la sta-gione che veramente è scomparsa, a mio giudi-zio, è l’inverno perché si è passati da un invernotiepidino, in cui spesso non è neanche servito ilcappotto, ad un’estate spesso troppo rovente.Così, non “assaggiando” la stagione del freddo, cisembra che ci sia mancato qualcosa. La stagio-ne del freddo, appunto.

È corretto affermare che le piogge stannocambiando e aumentando di intensità unpo’ ovunque e si stanno sempre più localiz-zando?

Fenomeni come il Katrina degli Stati Uniti,quindi i cicloni tropicali, in Italia non potrannomai verificarsi. Ci sono però cicloni extra-tro-picali, cioè centri di bassa pressione che accom-pagnano le per turbazioni che arr ivanodall’Atlantico; questi cicloni sono aumentati siacome frequenza che come intensità e questogiustifica il fatto che negli ultimi 50 anni sianoaumentate, nel nostro Paese, le grandi alluvio-ni: 1951 quella del Polesine; 1966 Firenze; 1993Liguria; 1994 Piemonte; 2000 Piemonte e ValleD’Aosta; 2002 Lombardia. Sei grandi alluvionidi cui quattro, proprio a causa dell’aumento diquesti cicloni extra tropicali, sono avvenutenegli ultimi dieci anni.

Prendiamo in esame una porzione di ter-ritorio,quale Roma e dintorni,particolar-mente colpiti, nell’estate 2005, da pioggetorrenziali. Che previsione di precipita-zioni si può fare e con che limite di tempo?Volendo localizzare, le previsioni più esatte ar-rivano fino alle 72 ore.Da 72 ore fino a sette/ot-to giorni ci si estende alle Regioni, quando si ar-riva a dieci giorni si parla di Nord,Centro e Sud.Posso quindi dire che pioverà ma non posso da-re indicazioni abbastanza credibili oltre le 72 ore.Questi centri di bassa pressione, che si stannoosservando e che arrivano spesso dalla Spagna,scorrono su un mare troppo caldo per colpa del-l’effetto serra, poichè il mare trattiene il ricordodi quanta energia in più gli arriva, immagazzinasenza restituire, la terraferma no. Dette pertur-bazioni che entrano nel Mediterraneo raccolgo-no più umidità perché, essendo più caldo il ma-re, raccolgono più calore, quindi aumentano lecellule temporalesche, diventano più violente e,una volta raggiunta la terraferma, provocanodisastri per più d’una volta.

Dopo la Sua affermazione che l’inverno stascomparendo,Le chiediamo quando è pre-visto che inizierà il prossimo?L’inverno si è accorciato rispetto al passato,tende a ritardare il suo ingresso e si tende a usci-re dall’inverno un po’ prima. Io direi che ormaii mesi prettamente invernali, anche dal tradizio-nale punto di vista meteo-climatico, sono dicem-bre e gennaio. Il vero freddo si comincia ormaiad avere dopo la metà di dicembre.Già intornoai primi di febbraio i grandi freddi sono assenti,ma non è una previsione da prendere alla lette-ra. Ciò che preoccupa è il fenomeno per cui lepiante hanno cominciato a mettere foglie già infebbraio, il che significa che, come è accadutoquest’anno, in marzo potrebbe arrivare un fred-do notevole.

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Apocalisse bianca, apocalisse rossadi Alessio Grosso

A gennaio 2006 l’ultimo volume della trilogia meteo-thrillerQuesti tre volumi si possono forse definire il primo esempio di meteo - thriller pubblicato in Italia. La ca-ratteristica di questo genere è legare le avvicenti trame del romanzo ai temi ambientali, sempre più cata-strofici, di cui spesso si parla a livello mondiale. L’autore è Alessio Grosso, caporedattore del quotidiano me-teorologico in rete MeteoLive.it. ed è la stessa redazione ad essere coinvolta nelle vicende del romanzo.In “Apocalisse bianca” lo scienziato norvegese Bjorklund è fautore della tesi che l’effetto serra non por-terà ad un surriscaldamento della terra, bensì ad una nuova era glaciale. Daqui si apre un intreccio narrativo in cui una multinazionale interessata al con-trollo del monopolio energetico mondiale si fa mandante dell’omicidiodello scienziato e cerca di eliminare qualsiasi traccia delle sue scoperte.“Apocalisse rossa”, di recente uscita, continua la saga della coraggiosaredazione di MeteoLive alle prese con eventi climatici dagli effetti de-vastanti, eruzioni vulcaniche che portano ad una nuova glaciazionee sortite degli ecoterroristi.A gennaio 2006 è prevista l’uscita dellibro che chiude la trilogia ovvero “Apocalisse nera”. Il merito prin-

cipale delle “Apocalissi” è far conoscere al grande pubblico, in una forma leggera eintrigante come quella del thriller, le tematiche ambientali di cui spesso si parla in modo tec-nico o scientifico e che purtroppo sono tragicamente attuali.

Benvenuti nell’Antropocene!di Paul J. Crutzen

Dalla Rivoluzione Industriale all’Antropocene: in duecento anni l’uomo è riuscito a deter-minare l’inizio di una nuova epoca geologica. Questa è la tesi centrale del libro “Benvenutinell’Antropocene!” di Paul Crutzen, premio Nobel della chimica e convinto sostenitore dellegame tra attività umane e cambiamenti climatici.La nascita di modalità produttive industriali, oltre ad aver dato il via ad un cambiamento eco-nomico e sociale epocale, ha influenzato, secondo Crutzen, l’inizio di una nuova fase dellastoria del nostro Pianeta, paragonabile solamente con i grandi passaggi geologici del pas-

sato, come quello che ha portato dal Pleistocene all’attuale Olocene.La voce di Crutzen appartiene al coro di quella parte della comunità scien-tifica internazionale che sostiene il ruolo rilevante dell’uomo nello sconvol-gimento degli ecosistemi, come lo scioglimento dei ghiacciai, il surriscaldamen-to della Terra - legati all’eccezionale uso dei combustibili fossili - o la modifi-ca dell’utilizzo dei suoli e la deforestazione. Crutzen spiega che, per capire lereali conseguenze di tali comportamenti umani, è ancora troppo presto: i cam-biamenti geologici necessitano di molti secoli prima di dimostrare effettiva-mente la loro portata. In questo momento storico, le riflessioni degli scien-ziati possono solamente fornire la descrizione degli scenari possibili.Il percorso del volume segue cronologicamente le principali scoperte scien-tifiche sull’argomento, ripercorrendo le principale tappe delle ricerche condot-te da Crutzen e che hanno influenzato l’elaborazione della teoria dello scien-ziato olandese. Il tono del libro, benchè preoccupante, riesce ad affrancarsi dal

catastrofismo: lo scopo principale è quello di far riflettere i lettori sulla necessità di cambia-re i propri comportamenti, orientandoli alla difesa dell’ambiente.Come il clima risulta esse-re influenzato dall’uomo, così la consapevolezza delle principali cause delle situazioni di rischiopotrebbe anche essere, secondo Crutzen, un forte stimolo per orientare la ricerca nella di-rezione di individuare le tecnologie in grado di contrastare i fenomeni inquinanti e dannosiper l’ambiente.

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Recensioni

Stato di pauradi Michael Crichton

Inutile negare l’evidente attualità dei temi ambientali, ilgrande successo riscosso dall’ultimo romanzo di MichaelCrichton,“Stato di paura”, ne è la dimostrazione.Un ro-manzo che coinvolge grazie ad una trama ricca di suspan-ce, colpi di scena, avventura, e ci accompagna verso quel-le che, in tema ambientale, avevamo considerato tesi eche invece scopriamo essere solamente ipotesi.L’abilità dell’autore sta infatti nel proporci la sua perso-nale idea e nell’argomentarla il più possibile con dati scientifici e continui riferi-menti bibliografici. Il libro di Crichton risulta quindi essere un forte attacco al mon-do degli ambientalisti, si contrappone agli ecologisti e alla teoria dell’effetto ser-ra, accusando ambientalisti e scienziati di aver instillato in noi la convinzione chequalunque evento atmosferico disastroso possa non dipendere da cause natu-rali, bensì da una qualche interferenza volontaria da parte dell’uomo. I mass me-dia poi, dal canto loro, spesso complice l’ignoranza in materia, contribuiscono adiffondere a macchia d’olio preoccupazione e sgomento.È proprio questa l’accusa che viene mossa: ci sono interessi troppo grandi daparte delle società che si occupano di problematiche ambientali per poter pren-dere in considerazione il fatto che i cambiamenti climatici possano avere iterregolari, dettati esclusivamente da cicli naturali, sui quali spesso si ha poco o nes-sun potere di intervento.Attraverso scenari spettacolari, l’autore, rispecchian-do appieno il suo stile fin dai tempi di Jurassic Park, attraversando tutto il glo-bo, dall’Antartide al deserto, da Parigi alla California, vuole invitarci a riflette-re su ciò in cui abbiamo creduto finora, o meglio su ciò in cui hanno voluto checredessimo.Il rischio è che, lasciandoci convincere troppo dalle intuizioni dell'autore,cambiando quindi approccio ai temi ambientali, si potrebbe finire come nel mon-do di Jurassic Park: lasciando tutto nelle mani della natura pian piano questa po-trebbe prendere il sopravvento…

Chernobyl: Catastrophe and Consequencesdi Jim T.Smith e Nicholas A.Beresford

I costanti aumenti del prezzo del carburante e i recenti dibattiti sulla possibile scarsità delle risorse petrolifere influenzano unasempre più larga riflessione sulla necessità dello sviluppo dell’energia nucleare, spesso segnata da dubbi e perplessità dovuti al-

l’ancora forte impatto emotivo che ha il peggiore disastro nucleare della storia: Chernobyl.Trascorsi quasi vent’anni dall’accaduto, un libro “Chernobyl: Catastrophe and Consequences” vuole fa-re il punto sulle ricerche condotte in merito ai reali effetti dell’incidente, a livello sia sanitario sia ambien-tale, divenendo così un testo utile per comprendere in modo più approfondito l’evento.Una novità di rilievo è il vasto spazio concesso all’analisi delle conseguenze ambientali di lungo terminelegate alla catastrofe, che sottolinea come risulti ancora essere precoce la pretesa di un resoconto esau-stivo. Infatti, numerosi effetti sono solo allo stadio iniziale di sviluppo e solo tra qualche anno si potrà com-prendere, nel complesso, il cambiamento avvenuto negli ecosistemi. Per il momento, gli autori del libro, JimT. Smith e Nicholas A. Beresford, descrivono alcuni danni sugli organismi naturali dovuti all’esposizione ra-dioattiva e sottolineano come questa, nonostante stia diminuendo, continui a protrarre i suoi effetti.Il libro, pubblicato dalla casa editrice statunitense Springer, si rivolge sia agli scienziati che si occupano ditemi come la radioprotezione, sia agli esperti di scienze sociali, interessati ad indagare come l’opinionepubblica percepisca il rischio nucleare.

Il Carabiniere“Un bellissimo volume monografico”: così èstata definita dalla rivista “Il Carabiniere” lapubblicazione dell’APAT Viaggio nei marid’Italia, un tour fotografico che ha toccato lecoste dell’intera penisola.Nelle pagine del pe-riodico dell’Arma, sono presentate alcunedelle fotografie più suggestive del volume perlasciare alle immagini la possibilità di esprime-re il fascino delle bellezze marine del nostroPaese. La coincidenza dell’uscita della rivistacon le vacanze estive ha trovato nel librodell’APAT un’ampia e interessante quantità dimateriale, in sintonia con la stagione.Il Generale del Comando Carabinieri per latutela dell’ambiente Raffaele Vacca ha ri-cordato nel lungo ar ticolo de “I lCarabiniere”, pubblicato nel numero di ago-sto/settembre, l’azione sinergica che lo spe-

ciale reparto ha instaura-to con l’Agenzia per il con-trollo e il monitoraggiodegli ecosistemi primari. IlGenerale spera che il vo-lume dell’APAT:“possa in-tegrare il continuo flussoinformativo alimentato an-che dai cittadini che di-mostrano una maggioresensibilità verso le proble-matiche ambientali”.

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La nostra è una“società della gestione rischio”

Le emergenze tecnologico-ambientali nei mezzi di comunicazione di massa

a cura del Dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale - Servizio Rischio Inustriale

Se per una parte consistente del seco-lo XX si può ritenere prevalente unasorta di “incantamento” rispetto allenuove tecnologie - un sostanziale “tec-no-ottimismo” - oggi , se non proprio

di “disincantamento” nei confronti della tecno-logia, possiamo parlare almeno di una profondasensazione di ambivalenza, di una crescenteconsapevolezza di vivere in un mondo saturo dirischi da noi stessi creati: esplosioni e fuoriusci-

te di sostanze chimiche tossiche, incidenti auto-mobilistici, disastri aerei, incidenti nucleari, diffu-sione di nuove e terrificanti malattie, contamina-zione del cibo, manipolazione genetica, cam-biamento climatico globale, impoverimento del-lo strato di ozono stratosferico, estinzione di spe-cie animali e vegetali, la persistente minacciadegli armamenti nucleari, e la lista non è certo

finita. L’espressione “società del rischio” coniatada Beck riassume molto bene le nostre dipen-denze, interdipendenze e vulnerabilità. Ma se lanostra è una civiltà caratterizzata dal rischio - èstato anche scritto “fondata sul rischio” - il con-trollo, la riduzione, la gestione dei rischi divengo-no impegni da assumere con massima priorità.Parte rilevante di queste tematiche è affronta-ta in quel filone interdisciplinare di studi che hacome oggetto principale la cosiddetta “comuni-

cazione del rischio”, che vanta ormai una storiapluridecennale. La comunicazione del rischiopuò essere definita come un processo interat-tivo di scambio di informazioni e di opinioni traindividui, gruppi e istituzioni relativamente a unrischio per la salute umana, per la società o perl’ambiente fisico. Le informazioni (e le opinioni)delle persone possono derivare sia dalla espe-

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rienza e osservazione diretta, sia dalla interazio-ne personale con altri, sia, infine, da fonti “media-tiche”. Quest’ultima modalità è certamentequella socialmente prevalente: i cittadini acqui-siscono conoscenze di tecnologie e/o attività ri-schiose soprattutto sulla base di informazioni in-dirette, trasmesse dai mezzi di comunicazione dimassa.Le conseguenze negative, talvolta catastrofiche,di tecnologie e di attività pericolose sono even-ti “notiziabili”. Soprattutto i gravi incidenti attira-no i mezzi di comunicazione di massa. I disastritecnologici ricevono universale copertura, sitraducono, si “materializzano” in titoli e i titoli cat-turano l’attenzione del pubblico. Ovviamente,giornalisti e redattori strutturano l’informazionesulla base delle loro conoscenze, delle loroideologie, anche degli “stili” e di limitazioni pra-tiche come scadenze temporali e spazio dispo-nibile. Scrivendo in materia di scienza e tecno-logia possono perciò enfatizzare fatti scientifici,implicazioni sociopolitiche, rischi ambientali,preoccupazioni per la salute, e così via; o eviden-ziare alcuni punti di vista e marginalizzarne altri,definendo accadimenti e fornendo chiavi di let-tura. In breve, hanno un ruolo cruciale nella de-terminazione di “immagini”della realtà e nella de-terminazione delle priorità nella scala di atten-zione del pubblico.Al tempo stesso, essi “riflettono” la realtà, inqualche modo ne registrano le complessità e learticolazioni. Ad esempio, nelle forme e neicontenuti dei flussi informativi da essi veicolati sievidenziano le diverse visioni e le dimensioni deirischi, la molteplicità dei soggetti coinvolti, lefonti delle loro percezioni e posizioni.A tale proposito è stata recentemente pre-sentata ad un incontro, organizzatodall’Associazione Italiana di Sociologia (AIS) edall’Università di Pisa, un’indagine su stampaquotidiana nazionale e rischio industriale recen-temente svolta presso l ’Agenzia per laProtezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici.L’arco temporale considerato ha consentito la

trattazione sia dell’informazione per così dire“ordinaria” sul rischio industriale sia di quella ri-ferita a situazioni incidentali, e questo ha resopossibile la messa in evidenza delle variazioninella copertura e nel peso relativo, della presen-za di differenti stili di informazione, della varie-tà e il ruolo degli attori coinvolti, e della diver-sità delle intenzioni comunicative. L’indagine haconfermato che l’informazione sui rischi tecno-logici (e non solo) risente in modo particolaredi una forte dipendenza dall’accadimento difatti eclatanti, eccezionali, da situazioni di emer-genza. Ciò a scapito della continuità dell’infor-mazione sistematica sulle moderne tecnologiee sul loro rapporto con la società, sui problemicosì come sui benefici connessi alla loro utiliz-zazione. E’ tuttavia un dato di fatto che nell’eco-nomia generale dell’emissione di informazioni dimassa, gli eventi eccezionali, quali sono ad esem-pio gli eventi incidentali, oltre a condizionare ea modellare l’informazione ordinaria, hannospesso l’importante funzione di far emergere te-mi precedentemente inediti, di portare allapubblica attenzione rischi conosciuti solo dagliaddetti ai lavori, di evidenziare eventuali contro-versie fra gli esperti, ecc.Per lo svolgimento dello studio sulla stampaquotidiana, che ha riguardato quattro testate agrande diffusione sul territorio nazionale, è sta-ta utilizzata la tecnica dell’analisi del contenutocome l’inchiesta, con l’uso di una scheda volta aindividuare la presenza di determinate proprie-tà all’interno dell’unità di analisi assunta, vale a di-re il “pezzo” giornalistico. La ricerca ha consen-tito di individuare quali sono i temi che ricorro-no in ordine al rischio industriale, quali i simbo-li richiamati, gli attori coinvolti, le culture “mobi-litate”, e si propone di contribuire a raggiunge-re una maggiore consapevolezza del corrente li-vello di trattazione degli eventi e delle problema-tiche connesse, premessa indispensabile ancheper suggerire strumenti e contenuti atti a colma-re le eventuali lacune informative e culturali inmateria.

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a cura del Dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale - Servizio Rischio Inustriale

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Deruta, 2 settembreSeminario

dell’Unesco sulproblema acqua

I l castel lo diCasi l ina di

Deruta haospitato il se-

minario pro-mosso dal comitato

nazionale dell’Unesco per af-frontare alcune delle questioni rela-

tive a quello che è ormai diventato un pro-blema planetario: l’acqua. L’incontro, che rien-tra nell’ambito del programma decen-nale “Water for life” delle NazioniUnite, ha visto la partecipazione di esperti in-ternazionali, oltre a rappresentanti delle univer-sità italiane e dei centri di ricerca nazionali, dienti ed istituzioni.

Viterbo, 5-10 settembreCorso di formazione "Metodi biologicipratici per il mappaggio di qualità dei cor-si d’acqua.Analisi delle comunità dei ma-croinvertebrati"I l cor so, organizzato dal l ’assessoratoall’Ambiente della Provincia di Viterbo, in colla-borazione con APAT, Cisba (Centro italianostudi di biologia ambientale), APPA Trento eIstituto superiore di sanità, si è svolto presso ilDipartimento di ecologia e sviluppo economi-co sostenibile dell’Università della Tuscia.L’iniziativa rientra nel quadro della direttiva eu-ropea (200/60/CE) che impone l’utilizzo dinuove metodologie per il monitoraggio delle ac-que superficiali ed è finalizzata a perfeziona-re le conoscenze di operatori ambienta-li, fornendo un contributo determinante per losvolgimento del proprio lavoro. Durante le le-zioni, articolate in sedute teoriche e attivitàpratiche, gli allievi hanno effettuato campiona-menti e analisi di laboratorio sulle acque diquattro fiumi della Tuscia: il Paglia, il Traponzo, ilMignone e il Biedano. I risultati hanno fornito daun lato un quadro esatto sul loro stato di salu-te, dall’altro le indicazioni necessarie per piani-ficare eventuali interventi di tutela.

Roma, 7 settembreNasce il “super esperto” in inquinamentourbano e inquinamento indoorIl ministero dell’Ambiente e della Tutela delTerritorio e l’Università La Sapienza di Romahanno firmato un accordo di programma trien-nale per l’istituzione di un master annuale, fi-nanziato dal ministero con 2.400.000 euro,

per l’eco-formazione di specialisti in ambiente ur-bano e ambiente indoor al via dal prossimoanno accademico 2005/2006.“Con questo cor-so post-laurea, ha detto il Ministro AlteroMatteoli, si formeranno figure professionali di al-to profilo che contribuiranno ad affrontare le sfi-de ambientali del futuro. Sono convinto che laformazione sia un passaggio fondamentale peril diffondersi di quella cultura ambientale neces-saria per realizzare un reale sviluppo sostenibi-le”.Al termine dei tre anni, l’intesa tra il Ministeroe l’Università potrebbe avviare un vero e propriocorso di laurea specialistica.

Perugia, 8-9 settembre2° Convegno Internazionale “La tutela de-gli acquiferi vulnerabili:esperienze europeea confronto”Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di mette-re a confronto le sperimentazioni effet-tuate sul territorio nazionale con le altrerealtà europee, analizzando i diversi proget-ti per effettuare la comparazione di dati sul te-ma delle zone vulnerabili e sul ruolo dei Piani diAzione Regionali a difesa della risorsa acqua.L'iniziativa ha rappresentato la fase finale delProgetto LIFE Ambiente Petrignano “Sistemi in-tegrati di gestione del territorio nell'Area diPetrignano: nuovi modelli contro l'inquinamen-to da nitrati”. Il progetto, coordinato da ARPAUmbria insieme ad ARUSIA ed Umbra Acque,è stato finanziato dall'Unione Europea e dallaRegione Umbria.

Roma, 12 settembre"L’attuazione della Delega Ambientale"Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela delTerritorio, in collaborazione con le riviste GazzettaAmbiente e Rassegna dell'Avvocatura dello Stato,ha promosso l'incontro "L'attuazione della DelegaAmbientale" al quale è seguita la Tavola Rotondaper avviare la discussione sui decreti delega-ti in materia ambientale e presentati nel cor-so dell'iniziativa. (vedi art. pag. 54)

Roma, 12-16 settembrePresso la sede APAT di via Pavese si è svolta larevisione dell’inventario nazionale dei gas serra,prevista per tutti i paesi inclusi nell’annesso I del-la Convenzione sui cambiamenti climatici(UNFCCC). Il segretario dell’UNFCCC ha de-signato otto Commissari esperti per i di-versi settori all’origine delle emissioni. Irisultati della revisione sono stati illustrati alla pre-senza del Ministero dell’Ambiente e della Tuteladel Territorio, National Focal Point dellaConvenzione.

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Avvenimenti

Avvenimenti

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Assisi, 14 settembreConvegno Ambiente e SpiritualitàIl Sacro Convento di Assisi e l’AccademiaNazionale delle Scienze, detta dei XL, intendo-no promuovere un nuovo ciclo di eventi, con ca-denza annuale, incentrati sui vari aspetti temati-ci dello sviluppo sostenibile.Tra i grandi temi indiscussione quello delle energie rinnovabili, trale quali primeggia l’energia solare; al centro deidibattiti anche l’ecosostenibilità e le politiche disviluppo sostenibile, attuate da numerose istitu-zioni e aziende. La giornata del 14 settembre harappresentato la prima tappa e si è articolata indue momenti complementari: il livello interdisci-plinare della riflessione scientifica, politica e uma-nistica, e la ricerca di una più ampia sensi-bilizzazione ed educazione ai temi del-l’ambiente.

Tonadico, 15-16 settembre"Il Parco Naturale Paneveggio - Pale diSan Martino e la sua Carta della Natura"Il Convegno, organizzato da APAT e dal ParcoNaturale Paneveggio - Pale di San Martino, se-gna la conclusione dei lavori del progetto “Cartadella Natura” in un’area naturale protetta del ter-ritorio italiano. L’esperienza si pone a valle diquanto già compiuto nel limitrofo ParcoNazionale Dolomiti Bellunesi. I Parchi offrono unaconoscenza approfondita del territorio ed unapotenzialità enorme di dati, arricchendo di indi-catori ambientali il processo metodologico diCarta della Natura.Allo stesso tempo la realiz-zazione di un simile progetto rappresenta un’oc-

casione preziosa per gli Enti Parco,poiché i l Sistema

Informativostruttu-

rato forni-sce una

versioneorganizza-

ta, integra-ta e aggior-

nabile neltempo delle

informazioninaturalistiche,

spesso disomoge-nee e poco organiz-

zate. Nel corso delconvegno sono stati

illustrati i risultati dellostudio.A completamen-

to dei lavori, nel giornosuccessivo, un’escursione

didattica si è svolta in Val

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Roma, 7 settembre 2005Presentazione dell’opera

“Gli osservatori della Terra”

Una saga del Pianeta in sette volumi a fu-metti che risponde all’esigenza di favorire laconoscenza e la protezione dell’ambiente nel-le scuole e presso le fasce d’età più giovani. Sitratta dell’opera pubblicata dall’APAT “Gli os-servatori della Terra”, frutto della collaborazio-ne tra il Dipartimento per le attività bibliote-carie, documentali e per l’informazione e ilDipartimento della Difesa del Suolo, che riper-corre i principali eventi della storia della Terrasin dalle sue origini, affidandosi alla narrazionedelle avventure vissute dai superstiti del PianetaYall, popolazione extraterrestre animata dauna grande passione per la scienza.L’originalescelta del fumetto vuole aiutare i giova-ni lettori ad avvicinarsi ad una materiacomplessa come la geologia, rendendo-la divertente e di più facile comprensione.L’APAT, in collaborazione con l’AssociazioneNazionale dei Comuni Italiani, ha promosso unprogetto di divulgazione dell’opera, rivolgen-dosi agli assessori all’Ambiente e agli assesso-ri all’Istruzione dei Comuni con una popola-zione superiore ai 50 mila abitanti. L’iniziativaè stata presentata nella Sala della Promotecadel Campidoglio il 7 settembre, con la parte-cipazione , tra gl i altr i , del l ’Assessoreall’Ambiente del Comune di Roma, DarioEsposito, del prof. Renato Funicello, Docentedi Geologia dell’Università di Roma Tre edel Prof. Ruggero Matteucci, membro delDipar timento di Scienze della Terradell’Università “La Sapienza”di Roma.

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Pradidali, nel corso della quale sono stati illustra-ti gli habitat e le specie vegetali che si sono in-contrati tra gli scorci più suggestivi del Parco.

Roma, 20 settembreCorso di formazione Laboratorio diEducazione Ambientale: "L'educazioneambientale per lo Sviluppo Sostenibile"Il corso di formazione si è rivolto, oltre che ai re-ferenti del Gruppo CIFE e ad altri operatori del-le Agenzie, anche ai rappresentanti interni edesterni al sistema agenziale, che operano instrutture e sono coinvolti in processi educativi,quali i responsabili e/o operatori dei nodi del si-stema INFEA ed altri enti e associazioni. Il cor-so, promosso da APAT, ha sviluppato una seriedi percorsi formativi sulle principali tematiche dieducazione ambientale con riferimento allo svi-luppo sostenibile nel contesto del sistema agen-ziale APAT/ARPA/APPA,per avviare una pro-gettualità condivisa e partecipata nel-l'ambito della Decade dell'Educazione al-lo sviluppo sostenibile (DESD). Tale per-cor so formativo, denominato "Corso-Laboratorio", si realizzerà con il contributo tec-nico-scientifico organizzativo e logistico dellediverse Agenzie.

Venezia, 21 - 23 settembrePrima Conferenza Mondiale sul Futurodella Scienza (First World Conference onThe Future of Science)Dal 21 al 23 settembre si è tenuto il CongressoThe Future of Science, organizzato dallaFondazione Giorgio Cini di Venezia e dallaFondazione Umberto Veronesi, in collaborazio-ne con la Fondazione Silvio Tronchetti Provera.Al Congresso hanno preso parte alcuni tra i piùimportanti intellettuali e scienziati del mondo, chesi sono confrontati sullo stato dell’arte del pro-gresso scientifico e tecnologico, a loro avviso nonadeguatamente presente nel dibattito culturalecontemporaneo. L’evento, di portata internazio-nale, si rivolge a politici, economisti, scienziati ea tutte le persone di cultura che desideranoprendere parte alla riflessione approfondita sul-le dinamiche e gli impatti dello sviluppo scienti-fico sulla nostra società.Tra i tanti argomenti discussi, ricordiamo i mu-tamenti climatici, lo sviluppo sostenibile, le fon-ti rinnovabili.

Spoleto, 21-23 settembreQuinto Forum Italiano di Scienze dellaTerraL’evento, nato con l'obiettivo pragmatico di at-trarre i ricercatori di tutte le Scienze

della Terra, e in particolare i ricercatori diquelle discipline che tradizionalmente nonavevano sino ad ora partecipato attivamenteai Forum di Scienze della Terra, come la geo-logia economica, la geofisica della terra solida,l'oceanografia, la pedologia, si è articolato conun wokshop su: “Cenozoic onshore and offs-hore stratigraphic record from the EastAntarctic margin: recent results and future di-rections”; un workshop su: “La Stratigrafia inItalia oggi”, organizzato dalla CommissioneItaliana di Stratigrafia (CIS3), ricostituita con-giuntamente da Società Geologica Italiana(SGI), Società Paleontologica Italiana (SPI) eAssociazione Ital iana per lo Studio delQuaternario (AIQUA) e il Convegno annua-le della Associazione Italiana di Geologia delSedimentario (GeoSed).

Messina, 21-23 settembreConvegno intermedio SIS 2005Nel corso del Convegno Intermedio dellaSocietà Italiana di Statistica, che ha avuto co-me tema principale “Statistica e Ambiente”, so-no state presentate comunicazioni scientificheche hanno riguardato tra gli altri i temi riguar-danti i metodi statistici per l’analisi delciclo dei rifiuti, la previsione dei cambiamen-ti climatici, la costruzione e aggregazione di in-dicatori ambientali, i metodi spazio-tempora-li applicati alla statistica ambientale, i modellilineari generalizzati misti e multilivello per l’a-nalisi di sistemi ambientali complessi, la conta-bilità ambientale, lo sviluppo sostenibile, i mo-delli di analisi e previsione in meteorologia,l’inquinamento industriale e la nor-mativa relativa, il rischio ambientale per lasalute, la valutazione, la previsione e il control-lo dei valori estremi nei fenomeni ambienta-li.

Parma, 21-23 settembreConvegno nazionale “Protezione e gestio-ne delle acque sotterranee”Le moderne tecniche di valutazione della vulne-rabilità degli acquiferi e del rischio di degrado del-le risorse rappresentano un fattore importantein quanto consentono l'utilizzo di metodologiee tecniche per la protezione delle acque.L'obiettivo del convegno, organizzato daGEAM (Assoc iaz ione Geor i sor se eAmbiente) e giunto alla sua quarta edizione,è stato quello di mettere a confrontoesperienze diverse, metodologiche e rea-lizzative, sia nel campo della previsione edella prevenzione, sia nel settore degli inter-venti sul territorio.

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Avvenimenti

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Milano, 22 settembreConvegno “Ambiente globale:un’occasio-ne di progresso. Il ruolo delle istituzioni”Tema dell’incontro, una lettura sociale delle con-dizioni attuali del mondo e della sicurezza glo-bale secondo le linee delineate nell’edizione2005 della relazione State of the world pubbli-cata per il diciottesimo anno consecutivo (quin-dicesimo in Italia) dal Worldwatch Institute.Hanno par tecipato alla giornata attivistidell’Ambiente e della Pace come MikhailGorbaciov (Nobel nel 1990) e FatoumataDiendéré Diallo.Durante il convegno è stata pre-sentata la pubblicazione dal titolo:“La Provinciaal bivio: sviluppo o declino?”realizzata dallaDirezione Centrale Risorse Ambientali con lacollaborazione di Ambiente Italia.L’opera è sta-ta distribuita ai partecipanti, ed è disponibilesul sito internet della Provincia all’internodelle pagine dedicate all’Ambiente.

Roma, 26 settembreGuida per l’adeguamento,miglioramentoe razionalizzazione del servizio di depura-zione delle acque di scarico urbaneIl seminario, organizzato da APAT, ha illustrato irisultati della ricerca affidata alDipartimento di Ingegneria Civiledell’Università di Brescia con l’obiettivodi definire i criteri per l’adeguamento, migliora-mento e razionalizzazione del servizio di depu-razione delle acque di scarico urbane, al fine diconseguire un migliore utilizzo delle strutture esi-stenti e adottare i migliori interventi di upgrading.

Milano, 26 settembreAmbiente è Sviluppo “Qualità dell’aria equalità della vita”Il convegno si è svolto a Milano nell’ambito del-la serie di incontri organizzati dal Ministerodell’Ambiente e della Tutela del Territorio, perpromuovere una corretta informazioneambientale.Sono intervenuti nel corso del convegno tra glialtri, il Presidente della Regione Lombardia,Roberto Formigoni, il Direttore dell’Ufficio perla Comunicazione e per le Relazioni con ilPubblico del M.A.T.T., Paolo Togni, l’Assessoreall’Ambiente del Comune di Milano,DomenicoZampaglione e il Sottosegretario di Stato delMinistero dell’Ambiente e della Tutela delTerritorio, Stefano Stefani.

Viterbo, 26 settembre - 9 ottobreObiettivoUomoAmbienteLa manifestazione organizzata dall’Universitàdegli Studi della Tuscia comprende 29 mostre

fotografiche, 30 dibattiti scientifici, 27 pro-grammi TV di RAI Teche e nelle giornate del3-4-5 ottobre tre giorni di dibattiti per l’an-no mondiale della lotta alla desertificazione incui interverranno, Cherif Rahamani, Ministrodell’Ambiente Algerino, il segretario genera-le della FAO, Jacques Diouf, i l Ministrodell’Ambiente e della Tutela del Territorio,Altero Matteoli, il Direttore Generale delMinistero dell’Ambiente e della Tutela delTerr itor io, Corrado Clini, Paul Crutzen,Premio Nobel per la Chimica 1995 e WangariMathaai, Premio Nobel per la Pace 2004.Particolare rilievo assume inoltre il convegno,organizzato dal Comitato nazionale per la lot-ta alla siccità e alla deser tificazione, che avràluogo dal 3 al 5 ottobre: “Verso una inte-grazione delle conoscenze tradizio-nali e delle nuove tecnologie per lalotta alla siccità e alla desertificazio-ne”. Il convegno è volto ad illustrare le espe-rienze italiane mediante progetti di coopera-zione del Ministero degli Affari Esteri e delMinistero dell’Ambiente e Tutela del Territorio,tese a creare un ponte di collegamento tra leconoscenze tradizionali dei popoli dei deser-ti e le tecnologie innovative e moderne di lot-ta alla deser tificazione.

Roma, 27 settembreAssemblea annuale AssoelettricaAssoelettrica è l’Associazione Nazionale del-le Imprese Elettriche che riunisce circa 170imprese - tra produttori, acquirenti grossistied autoproduttori - che operano nel liberomercato assicurando circa il 90% dell’e-nergia elettrica generata sul territorio na-zionale.Assoelettrica aderisce a Confindustria e, con isuoi rappresentanti, è presente in tutti gli orga-nismi tecnici costituit i al l ’ interno dellaConfederazione. L’assemblea si è svolta pressola Sala Capranica di Montecitorio-Eventi, con larelazione del presidente di Assoelettrica,Giordano Serena.

Roma, 27 settembreSeminario di presentazione del progetto“Carte di vulnerabilità all’inquinamento fi-nalizzate al monitoraggio dei corpi idricisotterranei”La normativa sulla tutela delle acque dall’inqui-namento (D. Lgs. 152/999) prevede la realiz-zazione di carte di vulnerabilità a varia scala, dal250.000 al 25.000, per l’individuazione dellearee potenzialmente sensibili/vulnerabili ai ni-trati e/o ai fitofarmaci e la progettazione e la

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realizzazione di attività sistematiche di moni-toraggio ai fini della classificazione dello statoambientale dei corpi sotterranei. Il seminarioha presentato i risultati di un progetto di ricer-ca promosso, a suo tempo, dal Ser vizioGeologico Nazionale, e proseguito da APAT -Dipartimento Difesa del Suolo in collaborazio-ne con l’Istituto di Ricerca sulle Acque IRSA delCNR con l’obiettivo di approfondire le relazio-ni funzionali tra strategie e azioni di monitorag-gio, vulnerabilità all’inquinamento dei sistemi ac-quiferi e assetto dei carichi antropici. La ricer-ca ha consentito di definire le problematichee gli aspetti metodologici generali e di svilup-pare una sperimentazione pilota nell’a-rea centro settentrionale della provin-cia di Roma. I principali prodotti sono rap-presentati da modelli concettuali, procedure didisegno delle reti di controllo (qualitativo equantitativo) delle risorse idriche sotterra-nee, car tografie tematiche georeferenziate,database operativi.

Roma, 27 settembreWorkshop “Prevenzione e sicurezza nei si-stemi acquedottistici”A tre mesi dall’emanazione delle linee guidasulla sicurezza dei sistemi acquedottistici -realizzate dalla collaborazione tra Ministerodella Salute, Istituto Superiore di Sanità eFederUtility - il workshop ha fatto il punto sul-le strategie operative e sulle possibili misureper la prevenzione di potenziali atti ostili a ca-rico di sistemi acquedottistici. I temi discussi nelcorso del workshop hanno affrontato in par-ticolare gli aspetti critici nella gestionedei sistemi idrici e di distribuzione del-le acque destinate a consumo umanorispetto a minacce ed attentati. Sono sta-ti definiti possibili scenari di rischio ed elabo-rate ipotesi di intervento per fronteggiare i pe-ricoli correlati alla diffusione intenzionale diagenti chimici, radiologici e biologici nelle retiidriche.

Roma, 28 settembreCorso di formazione “La certificazioneambientale e sue applicazioni al riciclodegli imballaggi cellulosici”Comieco, insieme ad APAT, Assocar ta,Certiquality ed Ernst & Young, ha organizzatonel 2005 nuove giornate formative, a seguitodi un accordo volontario sottoscritto tra le par-ti. Il corso è stato rivolto ai soci Comieco, aglioperatori del settore e a numerose aziende in-teressate. I temi trattati durante il corso han-no riguardato i benefici e le criticità del-

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Avvenimenti

Roma, 29 settembre 2005L’uomo e il clima: come sta cambiando

il futuro del pianeta

La coincidenza di numerosi eventi catastrofi-ci nel corso dell’ultima estate ha imposto lanecessità di riflettere sul perché il clima si ma-nifesti in forme così violente e distruttive, in-tensificando le occasioni di scambio e confron-to all’interno della comunità scientifica. È in-fatti diventata sempre più pressante la ri-chiesta di informazioni chiare da partedell’opinione pubblica sulle possibili evoluzio-ni future e sulle cause di questi eventi, anchese per il momento appare precoce qualsiasiconclusione certa.L’offerta, quindi, di momenti di dibattito sul-le tematiche relative ai cambiamenti climati-ci è di estrema utilità e la conferenza “L’uomoe il clima: come sta cambiando il futuro delPianeta” dello scorso 29 settembre, organiz-zata prima dei recenti avvenimenti, ha così po-tuto essere sede di un opportuno approfon-dimento. I relatori invitati, che hanno arricchi-to il dibattito con il frutto delle proprie espe-rienze maturate in contesti diversi, si sonoconfrontati sulle numerose sfaccettature delproblema, dagli effetti dei cambiamenti clima-tici sulla biodiversità a quelli sulle attività uma-ne.La conferenza ha avuto il patrocinio delComune di Roma, del Ministerodell’Ambiente e della Tutela del Territorio, diLegambiente e della International Solar EnergySociety ed è stata promossa da “Clima”, pri-ma rivista in Italia sull’argomento, che tenta dioffrire una panoramica ampia e aggiornatadell’evoluzione climatica in atto. Numerosi glieventi collaterali alla conferenza, tra questi al-cuni organizzati dal Kyoto Club, associazioneno profit di imprese, enti, associazioni e am-ministrazioni locali impegnati nell’abbattimen-to dei gas serra per il raggiungimento delle so-glie stabilite dal Protocollo di Kyoto e ZeroEmission, fiera italiana dedicata alle energie rin-novabili, alla riduzione delle emissioni di gasserra e al clima e che si è svolta dal 29 settem-bre e 1° ottobre.L’obiettivo dell’intera fiera è stato quello dipromuovere le possibili soluzioni all’e-mergenza energetica,climatica e am-bientale, cercando di dare impulso alla ricer-ca tecnologica, attraverso il coinvolgimento diindustria, agricoltura, servizi, istituzioni, asso-ciazioni e consumatori finali.

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la certificazione ambientale e della nor-ma UNI EN ISO 14001, le fasi del processo dicertificazione, lo strumento EMAS per unamoderna gestione ambientale, la certificazio-ne qualità e ambiente e la gestione dei rifiuti diimballaggio.

Milano, 28-30 settembre5° Italian Energy SummitI nuovi scenari macroeconomici e la crisiannunciata del sistema petrolifero mondialestanno imponendo, già da tempo, un atten-to esame sul mix di combustibili da adottar-si nei prossimi anni che sia conveniente e so-stenibile e che incentivi l’utilizzo di fonti alter-native. Il Sole 24 Ore Formazione e IBCGlobal Conference, hanno organizzato, laquinta edizione dell’Italian Energy Summit, oc-casione, d’incontro tra gli attori del mercato,le imprese e le istituzioni, per favorire un con-fronto e cogliere elementi di riflessione.Trai temi affrontati e dibattuti quest’anno: la ri-nuncia al nucleare e le alternativepossibili, le strategie d’internazionalizza-zione delle Utilities, la necessità di crea-zione di un mercato concorrenzialenon solo per i grandi utenti, la necessi-tà di operare per realizzare nuove infrastrut-ture energetiche indispensabili al Paese perla sicurezza del servizio e per la riduzione deicosti e l’aumento dei benefici per i clienti fi-nali.

Lignano Sabbiadoro, 28-29 settembreSeminario nazionale “Zone costiere e zo-ne umide”Le aree costiere e le zone umide rappresen-tano un esempio particolarmente interessan-te di bacini omogenei, per le problematichead esse collegate e per l'approccio integra-to che la loro gestione richiede: per questimotivi tali aree sono sottoposte a program-mi di sviluppo sostenibile basati sui progettipilota condotti a livello europeo. APAT hapromosso esperienze pilota di studio chehanno visto la par tecipazione dei CentriTematici Nazionali per la definizione degli ele-menti conoscitivi (indicatori) necessari a va-lutare le pressioni antropiche esercitate sul-le aree campione, lo stato di qualità e letendenze in atto, infine il sistema di rispostemesse a punto. Obiettivo del Seminario, or-ganizzato dall’ARPA Friuli Venezia Giulia, èstato quello di presentare le problema-tiche incontrate, le metodologie dianalisi impiegate e i principali risulta-ti raggiunti.

Roma, dal 29 settembre al 1° ottobreEolica Expo Mediterranean 2005La man i fes taz ione , pat roc inata da l l aPresidenza del Consiglio dei Ministri, ha vistola par tecipazione di oltre 60 espositori su diun’area espositiva doppia rispetto all’edizio-ne del 2004. Nel corso delle sessioni organiz-zate in collaborazione con Anev,Aper, KyotoClub, Legambiente e Ises Italia sono statianalizzati e approfonditi gli aspetti legati al-lo sfruttamento dell’energia del vento siadal punto di vista dell’impatto ambientalesia da quello economico, sono state illu-strate le potenzialità dell’energia dalvento e lo stato dell’arte dell’eolico inItalia, il ruolo degli enti locali nello sviluppodi questa risorsa energetica e le possibilità dilavoro offer te alle nuove generazioni dal-l’eolico. In contemporanea alla manifesta-zione si sono svolte: CO2 EXPO 2005, primamostra-convegno dedicata all’emission tra-ding e al mercato delle emissioni di carbonio;IDROGENO EXPO MEDITERRANEAN2005, quarta mostra-convegno internaziona-le sull’idrogeno e le celle a combustibile;GEO ENERGY 2005, primo appuntamentodedicato all’impiego dell’energia geotermicain edilizia e BIOFUEL EXPO 2005 primamostra-convegno sui biocarburanti per auto-trazione.

Torino, 30 settembre - 5 ottobre 2005CineambienteNato a Torino nel 1998 con lo scopo di di-vulgare la cultura dell’ambiente at-traverso il cinema , la manifestazioneCineambiente offre l’occasione sia per visio-nare i migliori film dell’anno che hanno comeprotagoniste le tematiche ambientali, sia perseguire retrospettive e omaggi dedicati agrandi documentaristi, assistere a dibattiti e in-chieste sulla deforestazione, sulle ecomafie, ailavori poetici di famosi registi, quali De Setae Quilici. Cineambiente quest’anno si è tenu-ta a Torino; la manifestazione si è aperta il 30settembre e proseguirà fino al 5 ottobre.Trai regist i inter venuti , r icordiamo NikitaMichalkov, premio Oscar per il film “OciCiornie”, i l regista argentino FernandoSolanas, Julian Temple. A livello internazio-nale CinemAmbiente fa parte delCoordinamento Europeo dei FestivalCinematograf ic i ed è promotoredell’European Environmental Film FestivalNetwork, associazione che raggruppa i più im-portanti festival italiani, spagnoli, portoghesi egreci a tematica ambientale.

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Avvenimenti

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Cagliari, 3-7 ottobre"Decimo Simposio

Internazionale sul-la Gestione dei

Rifiuti e sulloScarico

Controllato"I l s imposio,

o r gan i z za tocon la collaborazione

dell’IWWG (InternationalWaste Working Group), del CISA e

con il supporto scientifico dell’UniversitàTecnica di Amburgo, nasce al fine di favorire ladiffusione, presso la comunità tecnico scientifi-ca mondiale, di idee ed esperienze riguardantilo scarico controllato. Esso rappresenta attual-mente un Forum di rilevanza internazionalenell'ambito del quale i maggiori esperti delcampo illustrano le loro esperienze ed attivitàdi ricerca e discutono nuovi concetti e tecno-logie nella gestione dei rifiuti e dello scarico con-trollato.

Torino, 4 e 5 ottobreGiornate di studio - Riferibilità dei risulta-ti di analisi in campo ambientale APAT - Progetto L.93/01 "Passaggio dallaUNI CEI EN 45001 alla ISO UNI CEI EN17025"Uno dei principali compiti dell’APAT è quello diassicurare la qualità e la comparabilità dei datiambientali prodotti a livello nazionale dai labo-ratori delle Agenzie Regionali/Provinciali per laProtezione dell’Ambiente. Uno dei primi requi-siti richiesti ai laboratori a livello internaziona-le per l’accettazione dei risultati analitici è la di-mostrazione dell’attuazione di un sistema del-la qualità secondo la norma ISO 17025.Tramitei finanziamenti messi a disposizione con la leg-ge 93/2001 per il rafforzamento dei laborato-ri pubblici che effettuano controlli ambientali sulterritorio nazionale, l’APAT ha realizzato unprogetto per supportare i laboratori del siste-ma delle agenzie ambientali nel passaggio dal-l’applicazione delle norme precedenti ( EN45001) all’applicazione della norma ISO 17025che fissa i requisiti dei laboratori di prova. Legiornate di studio sono indirizzate al persona-le tecnico che opera nei laboratori delle Agenzieambientali per approfondire i temi metrologiciquali la valutazione delle incertezze e la riferi-bilità dei risultati analitici, introdotti dalla ISO17025. Saranno affrontati aspetti relativi allastima dell’incertezza delle misure chimiche am-bientali, problematiche legate alla taratura del-le bilance, alla riferibilità delle misure di pH e di

conducibilità nelle soluzioni acquose e gli aspet-ti legati alla riferibilità e comparabilità delle ana-lisi dei gas, come ad esempio nelle misure diozono atmosferico.

Catania, 5-6 ottobre1a Conferenza Mediterranea sul FotovoltaicoIl Ministero dell'Ambiente e della Tutela delTerritorio, Direzione Ricerca Ambientale eSviluppo, organizza con l'Associazione EuropeaIndustrie Fotovoltaico (EPIA), la 1aConferenzaMediterranea sul Fotovoltaico. L'evento si col-loca nell'ambito del Programma Mediterraneoper le Energie Rinnovabili (MEDREP), l'iniziati-va che il Governo italiano ha avviato per lo svi-luppo e la diffusione di energie rinnovabili nel-la Regione Mediterranea. Questo tema rappre-senta una delle principali priorità nelle relazio-ni economiche esterne, nazionali e dell'UnioneEuropea, sia perchè riguarda la sicurezza e la di-versificazione degli approvvigionamenti, sia per-chè cerca di favorire la creazione di un merca-to Euro-Mediterraneo dell'energia. In tale am-bito, la Conferenza rappresenterà una concre-ta opportunità per esplorare le potenzialità dimercato del fotovoltaico nei Paesi della Regionedel Mediterraneo, delineando il contesto più fa-vorevole per dare maggiore impulso alla diffu-sione di una tecnologia che proprio nelMediterraneo trova le condizioni ottimali disviluppo.

Roma, 5 ottobreSeminario “Il decennale della legge italia-na di ratifica della Convenzione per laproibizione delle Armi Chimiche.Un bilan-cio e le prospettive”La Convenzione di Parigi sulla Proibizione delleArmi Chimiche - assieme al Trattato di nonProliferazione Nucleare, al Trattato sul BandoTotale degli Esperimenti Nucleari ed allaConvenzione per il Bando delle Armi Biologiche- costituiscono ormai i pilastri fondamentali su cuisi fondano la stabilità strategica mondiale e la nonproliferazione delle armi di distruzione di mas-sa. L'Italia ha ratificato la Convenzione sullaProibizione delle Armi Chimiche nel 1995 conla legge n. 496, poi modificata ed integrata conlegge 4 aprile 1997, n. 93. Le due leggi di ratifi-ca hanno identificato nel Ministero degli AffariEsteri l'Autorità Nazionale, tenuta a sovrinten-dere e coordinare le complesse misure perl'applicazione della Convenzione e del Trattatosul territorio nazionale. Il seminario intende fa-re un bilancio ed esaminare le prospettive futu-re a dieci anni dalla legge italiana di ratifica del-la Convenzione.

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Prossimamente

in Italia

Prossimamente in Italia

Roma, 20 ottobreIl primo treno europeo ad energia solareTrenitalia presenterà il pri-mo treno fotovoltaico nel-l ’ambito del convegno“Trenitalia e la soste-nibilità dei trasporti,una realtà chiara comeil sole.PVTrain: il 1° tre-no europeo ad energiasolare”. Saranno illustrati irisultati del progetto, svilup-pato con i l suppor todell’Unione Europea, riguar-dante l’utilizzo delle fontirinnovabili di energia neltrasporto ferroviario e i re-lativi impatti di sostenibilitànell’ambito dei trasporti.Durante il convegno saràpresentato il RapportoAmbientale 2005, impor-tante strumento a testimo-nianza degli obiettivi rag-giunti in campo ambientaleda Trenitalia.

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Bologna, 5 ottobreAnalisi del ciclo di vita (LCA) applicataalla gestione dei rifiuti”L’Analisi del ciclo di vita (LCA) è una metodo-logia che permette di valutare il danno ambien-tale dovuto alla vita di prodotti e servizi. Il LCAapplicato al settore della gestione dei rifiuti è unostrumento di analisi che può aiutare la PubblicaAmministrazione nel formulare delle leggi che re-golano il settore e di scegliere il Piano di gestio-ne con minore impatto ambientale, permette alcittadino di conoscere il danno prodotto dallagestione dei rifiuti e di controllarne il flusso e per-mette agli operatori del settore di conosceremeglio i propri processi, le dinamiche che que-sti provocano e valutarne l’impatto esterno.Nel Convegno,organizzato dalla Sezione Metodidi progettazione innovativi di Bologna dell’ENEA,è stato presentato il metodo LCA applicato acinque casi studio.

Riva del Garda, 6 ottobreTavola Rotonda “Se la qualità delle vita èun valore. Una riflessione su stili di vita equalità del vivere quotidiano”Presso il Centro Congressi di Riva del Garda, dal5 al 9 ottobre 2005, si svolgerà la sesta edizio-ne di Gold Age, Forum Internazionale sulla ter-za età. Promossa e organizzata dall’Associazione50&Più Fenacom, Gold Age 2005, sarà una ma-nifestazione densa di appuntamenti e di eventiche metteranno al centro dell’attenzione i rap-porti fra le generazioni, con particolare riferimen-to alle problematiche legate all’invecchiamentodella popolazione e i l mondo anziano.Nell’ambito della manifestazione si svolgerà la ta-vola rotonda , momento di riflessione sulle ini-ziative promosse da molte amministrazioni loca-li per favorire nuovi stili di vita, nuovi rapporti tracittadini e città, tra modi di essere e modi di vi-vere.

Ferrara, 6-8 ottobreExpo e-learning 2005La seconda edizione del Salone italiano della for-mazione on-line, si terrà a Ferrara nei giorni dal6 all’8 ottobre 2005,presso i padiglioni di FerraraFiere Congressi.L’evento, promosso dal CARID (Centro diAteneo per la Ricerca, l’Innovazione Didattica el’Istruzione a Distanza) dall’Università di Ferrara,Omniacom (Consorzio Europeo per laComunicazione Integrata) e Ferrara FiereCongressi, affronta le tematiche trasversali del-l’e-learning e quelle specifiche relative ai diver-si settori tematici: Impresa e Finanza, PubblicaAmministrazione, Sanità, Scuola e Formazione

Professionale,Università e Long life Educational.Queste tematiche saranno oggetto di dibattitoe di confronto intersettoriale sia nell’ambitodel convegno scientifico sia in quello delle atti-vità espositive.L’Expo-e-learning rappresenta, a livello naziona-le, il momento di incontro e confronto tra l’of-ferta formativa on-line, sempre più innovativa ediversificata dal punto di vista dei servizi, dellemetodologie, dei contenuti e delle tecnologieICT (Information and CommunicationTecnologies) e la domanda, costituita da opera-tori professionali, attivi nel campo della forma-zione istituzionale e d’impresa, dell’istruzione edella comunicazione.APAT partecipa ai lavori della conferenza consuoi esperti impegnati nello sviluppo del sistemadi formazione ambientale a distanza e presentaun lavoro mirato dal titolo 'Le attività di forma-zione ambientale a distanza di APAT per lo svi-luppo dei progetti di collaborazione interaziona-le' nella sessione 'E-learning e PubblicaAmministrazione'.

Palermo, 12-14 ottobreXIV H2Obiettivo 2000Sistemi di governance e modelli competitivi nelservizio idrico. La Conferenza, rivolta agli specia-listi degli aspetti economici, legali, commerciali efinanziari dei servizi idrici, è promossa daFedergasacqua e da due importanti associazio-ni internazionali: IWA (International WaterAssociation) ed EUREAU.Tra gli argomenti di di-battito, l'effettiva applicazione della Legge Gallia dieci anni dalla sua approvazione, il bilancio delprocesso di liberalizzazione e privatizzazione, lanormativa sui nuovi assetti tariffari, la regolamen-tazione dei meccanismi di affidamento del ser-vizio, la pianificazione industriale, le strategie disviluppo e il futuro dei servizi locali di pubblicautilità, tra processi di aggregazione e trasforma-zioni societarie, che hanno radicalmente muta-to la funzione storica delle aziende municipaliz-zate.

Roma, 14 ottobreLa riproduzione delle piante per lo studiodell'ambiente.La riproduzione è una fase importante per tut-ti gli organismi ma sono poche le ricerche di stu-dio in materia che focalizzano la riproduzionesotto l'influenza dell'ambiente e dei suoi cambia-menti. L'obiettivo dell'incontro, organizzato daAPAT, è quello di mostrare alcune significative ri-cerche in campo ecofisiologico e ambientale, af-frontate con differenti approcci sperimentali,che riguardano la riproduzione delle piante.

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L'iniziativa è rivolta ai ricercatori coinvolti inquesto tipo di studi ed agli operatori che hannoun approccio pratico verso la protezione del-l'ambiente, quali ad esempio funzionari delleARPA,APPA, amministratori in generale ed edu-catori.

Abbadia di Fiastra, 15 ottobreConvegno “Sito di interesse nazionale delBasso Bacino del fiume Chienti”In seguito all’inserimento del sito inquinato delBasso Bacino del fiume Chienti tra i siti di inte-resse nazionale e alla successiva approvazione delrelativo piano della caratterizzazione, l’ARPAMarche organizza il convegno che si svolgeràpresso l’aula magna del Centro Congressi dellariserva naturale dell’Abbadia di Piastra. L’iniziativaè rivolta agli enti locali, alle associazioni di cate-goria, alle aziende ricadenti nel sito e a tutti i cit-tadini che desiderano conoscere le problemati-che ambientali e gli interventi previsti.

Cagliari, 19-22 ottobreXXII Assemblea Annuale ANCILe nuove convivenze, il ruolo centrale deiComuni nel Governo e nella gestione delle po-litiche di coesione socio-economica dei territo-ri: sarà questo il tema centrale della XXII^Assemblea Annuale dell’ANCI in programma aCagliari dal 19 al 22 ottobre prossimi.Un appun-tamento che, oltre a rappresentare l’occasioneideale per riunire in un’unica assise le massimecariche istituzionali e locali, prevede un pro-gramma ambizioso e impegnativo, articolato suquattro giornate scandite da importanti appun-tamenti, come la III^ Conferenza Nazionale sulMezzogiorno, la Conferenza Stato-città edAutonomie locali, il Consiglio Nazionale ANCI.Ad arricchire le giornate cagliaritane anche nu-merosi eventi tra i quali “ANCI - Expo”, la ras-segna delle tecnologie per la pubblica ammini-strazione nell’ambito della quale saranno allesti-ti stand espositivi con prodotti tipici provenien-ti da tutti i Comuni e dalle Regioni italiane.

Cernobbio, 21-22 ottobreQuinto Forum Internazionale Agricolturae AlimentazioneL'edizione 2005 del Forum Internazionaledell'Agricoltura e dell'Alimentazione, organizza-to dalla Coldiretti con la collaborazione dello stu-dio Ambrosetti, sarà dedicata al tema delle"Prospettive dell'integrazione europea e del-l'apporto del Made in Italy agroalimentare allacompetitività dell'economia europea nel merca-to globale".Di questo discuteranno i leader del-l'agricoltura, dell'industria, della distribuzione

commerciale e dei consumatori con esponentiistituzionali, studiosi ed economisti di livello in-ternazionale. Numerosi ospiti saranno presen-ti tra rappresentanti del Governo, esponentidell'Esecutivo comunitario e delle altre Istituzionieuropee, responsabili delle forze sociali, econo-miche, sindacali e politiche nazionali ed estere.Saranno coinvolti tutti i principali operatori del-l'agroalimentare, dall'agricoltura all'industria finoal commercio anche con la presenza dei respon-sabili delle principali catene distributive e delleassociazioni dei consumatori.

Venezia, 24-25 ottobreSimposio internazionale "Environmentalpolicies & health"Il Simposio Environmental policies and health ,organizzato da APAT ed ospitato a Venezia daARPAV, vuole porre l’attenzione sulle sfide in at-to per le politiche ambientali nell’obiettivo di mi-gliorare la protezione e la promozione dellasalute realizzando così gli obiettivi prioritari estrategici indicati dalla Comunità Europea inmateria di ambiente e salute. Il Simposio nellagiornata del 24 ottobre ospiterà la sessione in-ternazionale dove saranno affrontati temi dipolicy e key issues, come quelle sollecitate nei do-cumenti istituzionali comunitari e paneuropei intema di valutazione d’impatto, costruzione diun’informazione ambientale con migliore rappre-sentazione dell’esposizione, integrazione di co-sti sociali nell’analisi costo beneficio, sviluppo diindicatori e sistema informativo ambiente e sa-lute per il monitoraggio dell’efficacia delle poli-tiche e per la realizzazione di una comunicazio-ne ed una informazione pubblica più consisten-te. La giornata del 25 ottobre ospiterà un semi-nario nazionale dove rappresentanti di istituzio-ni ambientali e sanitarie parteciperanno ad unatavola rotonda sull’implementazione in Italia de-gli attuali indirizzi in tema di protezione e pro-mozione della salute nelle politiche ambientali.

Parco Nazionale del Vesuvio, 26 ottobreAllo scopo di divulgare strumenti facilitati per lagestione ambientale ed agevolare lo sviluppo diiniziative a livello locale, che tengano in debitaconsiderazione le esigenze di sostenibilità ed ilpotenziamento dell’azione amministrativa, sullabase delle peculiari caratteristiche territoriali edelle modalità di trasformazione, APAT ed ilParco Nazionale del Vesuvio, promuovono ilprogetto “Piccoli Comuni – strumenti di ge-stione ambientale a livello locale”, rivolto alleCiviche Amministrazioni ricadenti nel territorioe nell’ambito antropico del Parco medesimo.Dopo le province di Roma, Foggia,Udine,Reggio

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Calabria,Viterbo e Macerata, anche la Provinciadi Napoli, particolarmente attenta alle problema-tiche della sostenibilità ambientale, viene coinvol-ta nella presentazione dei nuovi strumenti di ge-stione ambientale a livello locale : Ecocatasto –Ecopiano – Ecobilancio.

Rimini, 26-29 ottobreEcomondo 2005Giunta alla sua IX edizione Ecomondo ha raffor-zato il progetto originario - Ricicla - attraversol’approfondimento dei molteplici temi che ruo-tano intorno al concetto della "sostenibilità am-bientale". I temi che saranno trattati nell’edizio-ne 2005 riguarderanno le GPP Green PublicProcurement, la centralità delle Energie Pulite inrisposta alla sfida del clima e alla crisi del petro-lio.“Aria pulita per un’ Europa più pulita”, una se-zione in cui presentare i sistemi e i dispositivi piùavanzati per il monitoraggio dell’inquinamentoatmosferico; “La gestione urbana sostenibile”collegata a trasporti, costruzioni, combustibili edesign sostenibili; “La sfida delle Regioni, deiGoverni locali e delle Istituzioni”, una vetrina uni-ca dedicata alle politiche degli enti locali in ma-teria ambientale.

Genova, 27 ottobre - 7 novembreFestival della Scienza 2005Il Festival, ideato da INFM (Istituto Nazionaleper la Fisica della Materia), da «Codice. Idee perla cultura», e organizzato dall'AssociazioneFestival della Scienza, offre a tutti i visitatori lapossibilità di avvicinarsi con estrema naturalez-za alle più svariate discipline del sapere umanoe di compiere, guidati per mano se necessario,uno straordinario viaggio alla scoperta dellenuove tecnologie. Provenienti da tutto il mon-do, scienziati, intellettuali e artisti affrontano, uti-lizzando un linguaggio sempre estremamentechiaro, concetti e argomenti che coinvolgono,di volta in volta, la medicina, la fisica, l'astrono-mia, la biologia e tanti altri ambiti scientifici.Particolarmente ricco il calendario degli even-ti che per i 12 giorni della manifestazione si al-ternano e si susseguono negli spazi, nei museie nelle piazze di Genova.

Roma, 28 ottobreSeminario “Ambiente ed energia per losviluppo sostenibile”Nell’ambito della preparazione del QuadroStrategico Nazionale 2007-2013 il Ministerodell’Ambiente e della Tutela del Territorioor gan izza in co l laboraz ione con i lDipartimento Politiche di Sviluppo e coesio-ne del Ministero dell ’Economia e delle

Finanze, il seminario, finalizzato ad uno scam-bio di informazioni e di idee sul possibileruolo di progetti integrati per la protezionedell’ambiente e la sicurezza energetica nelcontesto della nuova programmazione deiFondi strutturali 2007-2013.

Rimini, 29 ottobrePremio Nazionale Mobility ManagerEuromobility, con il patrocinio di APAT, ha indet-to la prima edizione del Premio NazionaleMobility Manager, un concorso volto a premia-re le buone pratiche di mobility managementmaturate in Italia. Scopo dell’iniziativa è quello diincentivare la mobilità sostenibile in ambito ur-bano e suburbano, mettere a confronto e pub-blicizzare i migliori risultati e diffondere le buo-ne pratiche presso Enti pubblici e aziende priva-te italiane. La premiazione avverrà sabato 29 ot-tobre 2005 in occasione dell’evento fieristicoEcomondo 2005, Fiera Internazionale delRecupero di Materia ed Energia e dello SviluppoSostenibile, che si terrà a Rimini dal 26 al 29 ot-tobre 2005.

Roma, 7 novembreGiornata di studio "Evoluzione delle cono-scenze geologiche dell'appenninoapulo,campano e tosco,umbro,marchigia-no"La giornata di studio intende ricordare la figu-ra, l’opera ed il contributo di Alfredo Jacobacci,Direttore tra i più prestigiosi dal 1973 al 1986del Servizio Geologico d’Italia, ricercatore appas-sionato, rilevatore della Carta Geologica d’Italiae Docente presso l’Università degli Studi diSiena. Della sua opera come direttore, è suffi-ciente ricordare l’avvio dei lavori per la realizza-zione della Carta Geologica d’Italia alla scala1:50.000 ed i risultati conseguiti. Del suo impe-gno, come rilevatore instancabile e ricercatoreappassionato, ne sono testimonianza gli studicondotti, tra gli anni ’50 e ’70, in una vasta areadell’Appennino apulo–campano, compresa trai monti del Sannio ed i monti della Daunia,quelli relativi alla Toscana sud-orientale ,all’Umbria e ad un ampio settore delle Marcheoccidentali. Nella mattinata sono previste rela-zioni ad invito, mentre nel pomeriggio relazio-ni libere. I lavori da presentare potranno esse-re sia contributi metodologici a carattere gene-rale e di approfondimento disciplinare, sia stu-di sull’assetto stratigrafico- strutturale che sui di-versi ambienti deposizionali. Gli Atti della“Giornata di studio” saranno pubblicati, in un vo-lume dedicato, delle Memorie Descrittive del-la Carta Geologica d’Italia.

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Roma, 10-11 novembreConferenza Nazionale “Il monitoraggioidrologico in Italia”L’utilizzo razionale delle acque per le varie fina-lità, anche in condizioni di siccità, e la necessitàdi combattere l’inquinamento e proteggere il ter-ritorio da eventi calamitosi sempre più frequen-ti richiedono un’informazione adeguata sull’an-damento dei fenomeni naturali e sugli effetti chel’uomo ha provocato nell’ambiente idrico.L’Associazione Idrotecnica Italiana intende met-tere a disposizione le proprie competenze peravviare uno studio accurato dal quale scaturiscela reale conoscenza dei dati idrologici in Italia.Con queste premesse, l’Associazione organizzauna Conferenza Nazionale in collaborazionecon APAT e con le organizzazioni centrali e re-gionali, competenti in materia di rilevamentinell’idrologia. A tale Conferenza sono invitatitutti coloro che sono interessati al tema dell’ac-qua: il mondo delle istituzioni, delle professionie delle industrie, in particolare di quelle che rea-lizzano ed utilizzano la strumentazione per il ri-levamento delle grandezze idrologiche, nonchéi professionisti che si occupano della gestione edell’utilizzo dei dati raccolti.

Roma, 14 - 16 novembreGreen PowerSi riuniranno a Roma, dal 14 al 16 novembre,presso l’Hotel Radisson, gli esperti di 15 paesi almeeting Green Power Mediterranean sull’ ener-gia sostenibile. L’evento riunisce i principali esper-ti di energia rinnovabile della Comunità mediter-ranea,per fornire delle linee guida utili per il finan-ziamento e l’incremento dell’utilizzo di progettirinnovabili. La manifestazione, che sarà un’occa-sione di dialogo anche tra Banche, Governi eImprese, vedrà la partecipazione, tra gli altri, deiMinistri per l’Ambiente italiano e tedesco.

Roma, 17 novembre"Ecosistema, paesaggio e territorio: treprospettive complementari nel rapportouomo - ambiente"AAA (Associazione Analisti Ambientali), SGI(Società Geografica Italiana), SITE (SocietàItaliana di Ecologia), SIEP (Società italiana diEcologia del Paesaggio),AIAPP (AssociazioneItaliana Architetti del Paesaggio), INU (IstitutoNazionale di Urbanistica), promuovono il con-vegno per favorire un momento d’incontro tradifferenti punti di vista e di confronto sulla fat-tibilità di una “lingua franca” che migliori la co-municazione all’interno della comunità tecni-co-scientifica, nella salvaguardia delle specifici-tà disciplinari.

Roma, 29-30 novembreArchimede - "Archivio di dati Meteo-Marini"Il progetto ARCHIMEDE - “Archivio dei dati me-teo-marini” è un'iniziativa promossa dall'APAT incollaborazione con l'Istituto Nazionale diOceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS)di Trieste. La progettazione e la costruzionedell'archivio informatico poggiano sull’esperien-za acquisita da entrambi i partner nella gestio-ne delle proprie banche dati, come le RetiNazionali Mareografica e Ondametrica dell’APATe la banca dati oceanografica dell’OGS gestitadall' Italian's National Oceanographic DataCentre (OGS-NODC). Il progetto ha comeobiettivo il reperimento delle serie storiche di os-servazioni meteo-marine, attualmente sparse peruna molteplicità di Enti pubblici e privati, la loroelaborazione e la realizzazione di un database didati disponibili a livello nazionale come riferimen-to per interventi e studi nel settore marino co-stiero. La necessità di costituire un database di os-servazioni è legata all’attuale fruibilità di unaestesa ed eterogenea quantità di dati sul climamarino costiero, parte della quale diventa sem-pre più difficile da ottenere per studi climatici ocalibrazione di modelli numerici. Inoltre, la gestio-ne dei dati all’interno di un database unico ga-rantisce l’omogeneità nelle procedure di control-lo di qualità dei dati ed allo stesso tempo la mo-dularità del sistema permette di associare tra lo-ro informazioni diverse (ad esempio sia a stru-menti fissi che a campagne di misura, dati meteo-rologici e marini) relative a periodi di tempo dif-ferenti.L'iniziativa è organizzata per presentare il pro-getto ARCHIMEDE, con l’obiettivo di esamina-re, in tale sede, i risultati conseguiti ed effettua-re il confronto tra le varie esperienze maturatein Italia nell'acquisizione, gestione e diffusione deidati meteo-marini.

Venezia, 28 novembre - 1 dicembreSi svolgeranno presso l’Università Ca’ Foscari diVenezia due convegni finalizzati alla diffusione deirisultati del progetto ERA-MANIA (EcologicalRisk Assessment Methodology and Applicationto the site of National Interest Acna), coordina-to da APAT e condotto dall’Università di Veneziacon la collaborazione di un comitato tecnico-scientifico internazionale. Il progetto è finanzia-to dall’Ufficio del Commissario di Governo perl’Acna di Cengio e ha come obiettivo losviluppo di un framework di analisi di ri-schio ecologico, come supporto decisionaleper la gestione di siti contaminati nell’ambito del-le politiche ambientali sostenibili.

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Torino, 2-6 ottobre Terzo Congresso Mondiale sull’EducazioneAmbientale (WEEC)L’Associazione Internazionale WEEC è un net-work mondiale di dibattito e di ricerca, costitui-to per dare continuità al dibattito sui temi chia-ve dell’educazione ambientale, per consentire loscambio di riflessioni, esperienze e propostetra un Congresso e l’altro, per costruire una co-munità mondiale di ricerca e di lavoro sull’edu-cazione ambientale e sulla sostenibilità.Il Comitato d’Onore del Congresso, del qualefanno parte il Ministro dell’Ambiente AlteroMatteoli ed il Ministro dell’Istruzione LetiziaMoratti, esprime l’impegno delle istituzioni edel mondo della cultura italiana ed è il segno del-l’attenzione e dell’interesse con cui in nostroPaese ospita la terza edizione del CongressoMondiale, di cui condivide le finalità e gli ideali.

Organizzato da Regione Piemonte, Provincia eComune di Torino,ARPA Piemonte e Istituto perl’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro Onlus,il Congresso è rivolto a docenti e ricercatori uni-versitari, educatori, politici, scienziati, tecnici, in-segnanti, studenti, esperti di ambiente e mass me-dia.Obiettivo primario è quello di scambiare buo-ne pratiche e riflessioni a livello mondiale; ana-lizzare il ruolo dell’educazione, della formazione,dell’informazione e della ricerca ambientale perlo sviluppo di una società equa,democratica, par-tecipativa e amica dell’ambiente; dare visibilità in-ternazionale alla ricerca e alle realizzazioni del-l’educazione ambientale nei rispettivi Paesi; con-tribuire all’anniversario mondiale per i dieci an-ni dell’educazione per lo sviluppo sostenibile(UDESD - United Nations Decade of Educationfor Sustainable Development”). APAT è pre-sente alla manifestazione con il DirettoreGenerale e con uno stand espositivo delConsiglio Federale ARPA /APPA – APAT.http://www.3weec.org/gate_weec.asp

Reims (Francia), 4-5 ottobre 2005Innovact 2005Il forum europeo per le aziende a crescita inno-

vativa terrà la sua conferenza annuale a Reims,nel decennale della sua fondazione. Sono atte-si circa 4000 partecipanti da tutta Europa, tra cuipiù di 200 aziende europee in fase di avviamen-to. Saranno assegnati 50.000 euro in premi eospiterà oltre 40 eventi. Il programma affrontaproblematiche relative all’innovazione ed all’im-prenditoria, allo sviluppo sostenibile e ai nuovimateriali. Si parlerà anche di efficacia degliscambi e promozione dell’innovazione e dell’im-prenditoria. È un appuntamento interessanteper trovare soluzioni allo sviluppo delle aziende,ai finanziamenti, al trasferimento di tecnologie econsulenze.http://www.innovact.com/index_gb.php3

La Coruña (Spagna), 5 - 7 ottobreCongress on Biotechniques for AirPollution ControlOrganizzato dall’Università de La Coruña, con ilpatrocinio della European Federation ofBiotechnology (EFB), i l Congresso sullaBiotecnologie per il controllo dell’inquinamen-to dell’aria, tratta tutti gli aspetti multidisciplina-ri relativi all’eliminazione tecnologica degli inqui-nanti volatili. Saranno presentati i risultati dellericerche, sia di base sia applicate, focalizzate su-gli aspetti ingegneristici e microbiologici. Scienziatie ingegneri provenienti sia dalle istituzioni acca-demiche sia dal mondo dell’industria, si confron-tano in particolare sulle tematiche relative allabiodegradazione ed al trattamento di ogni tipodi composto volatile, sugli aspetti microbiologi-ci, sulle prestazioni e l’ottimizzazione dei proget-ti di bioreattori nuovi e convenzionali.Qualsiasi lavoro relativo alle tecniche biologicheper il controllo dell’inquinamento dell’aria potràessere sottoposto al Comitato organizzatore.www.udc.es/congresos/biotechniques2005/

Atlanta, Georgia, (USA) 5 - 7 ottobre Conferenza Internazionale sull’Esposizione

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all’Ambiente e sulla SaluteEEH 2005 (IInternational Conference onEnvironmental Exposure and Health - EEH2005)La conferenza riunisce insieme specialisti della sa-lute, sociologi, fisici ed ingegneri, i quali si confron-tano sulle problematiche at-tuali relative all’esposizione eall’epidemiologia, con l’obiet-tivo di pianificare futuri indi-rizzi e necessità in questocampo.La Conferenza forni-sce un contesto appropria-to per la comunicazione trascienziati e per definire unterreno e un linguaggio co-mune.La conferenza esaminerà ri-cerche originali, sviluppi dinuovi metodi ed applicazio-ni, specifici casi studio,pubbli-cazioni di analisi multisetto-riali, metodi avanzati e stru-menti di calcolo,monitorag-gio dell’esposizione, analisi del rischio per la sa-lute ed altri argomenti affini. È organizzata dal bri-tannico Wessex Institute of Technology e dallostatunitense Georgia Institute of Technology.http://www.wessex.ac.uk/conferences/2005/eeh05/index.html

Dublino (Irlanda), 5-8 ottobreGreen Spider Network - Annual Meeting2005Il Network europeo sulla ComunicazioneAmbientale “Green Spider”, di cui APAT ha as-sunto la Presidenza annuale nel 2003-2004,è unarete di circa 50 rappresentanti tra ministeri del-l’ambiente ed agenzie/enti ambientali nazionalicoinvolti nell’informazione e comunicazione,formazione ed educazione ambientale di quasitutti i paesi europei.Quest’anno l’appuntamento annuale, sponsoriz-zato dalla DG Ambiente della CommissioneEuropea, si tiene a Dublino, a conclusione dell’an-no di presidenza irlandese.Tema centrale dellariunione è la comunicazione delle questioni am-bientali alla società civile. È organizzata in unagiornata di discussione e scambio di esperienzeriservata ai membri del network ed una apertaal pubblico esterno, con la partecipazione di re-latori esperti della materia.APAT partecipa ai lavori portando l’esperienzadella sua passata presidenza e in virtù del lavo-ro svolto con il sistema interagenziale CIFE.http://europa.eu.int/comm/environment/net-works/greenspider/index_en.htm

Roma (FAO), 10-12 ottobreWorkshop regionale per presentare le esperien-ze del PAP/RAC e della FAO nella lotta al degra-do della terra nelle aree costiere mediterraneeAl fine di ottimizzare gli sforzi internazionali e re-gionali per combattere il degrado del suolo, ar-

monizzare le metodologieper la raccolta e l’analisidei dati e per utilizzare almeglio il potenziale di fon-di disponibili, il PriorityActions Programme,Centro di AttivitàRegionale dell’UNEP/MAPe la FAO si propongono diindividuare metodologiecomuni per la valutazionedel degrado del suolo e lagestione delle aree degra-date e armonizzarle. Nelcorso di 15 anni di coope-razione, il PAP e la FAOhanno maturato congiun-tamente delle esperienze,

che costituiscono un capitale da accrescere, svi-luppare e diffondere.È prevista la par tecipazione delle Par tiContraenti della Convenzione di Barcellona(tutti i paesi del Mediterraneo e della UE), di or-ganizzazioni internazionali, delle ONG e dei po-tenziali donatori.http://www.pap-thecoastcentre.org/news.html

Londra, 12 ottobre CIWEM Conference – Integrazione e del-le strategie dell’acqua del suolo.DallaRicerca all’Azione. Uso del Suolo e seriedelle acque (The Land-use and WaterSeries. Integrating Water and SoilStrategies Translating Research intoAction)È organizzata dalla Coastal Management forSustainability, società britannica di consulenza am-bientale, per conto del CIWEM (CharteredInstitution of Water and EnvironmentalManagement- Istituzione Certificata per l’Acquae la Gestione Ambientale), ente indipendente edattivo nei settori relativi alla gestione dell’acquae dell’ambiente nonché allo sviluppo sostenibi-le. Sarà affrontata, da una prospettiva scientifica,politica e pratica, la tematica dell’integrazione del-le strategie dell’acqua e del suolo, tema che su-scita un crescente interesse da parte del mon-do scientifico e politico. I settori dell’acqua e del-la terra si sono avvicinati:merito anche della crea-zione del DEFRA (Department for Environment,Food and Rural Affairs), che unifica le responsa-

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bilità politiche del governo in materia di acquae di coltivazione del suolo,ma anche dei semprepiù accresciuti legami tra la Direttiva Quadrosull’Acqua e la riforma della politica agricolacomunitaria.La conferenza mira ad esplorare quattro delleprincipali aree nelle quali le scoperte scientifiche,molte delle quali recenti, necessitano di essereapplicate in azioni concrete al fine di portare al-l’innovazione nella gestione dell’interazione suo-lo-acqua.Il principale obiettivo della conferenza è quellodi diffondere ad un pubblico più ampio i risulta-

ti-chiave delle ricerche più recenti sui flussi del-l’acqua e il trattamento dei rifiuti organici.Apparenecessario tradurre questi risultati in azioni con-crete, in favore di un miglioramento dell’ambien-te a livello di bacino imbrifero, comportando unamassiccia riduzione nei costi del trattamento; co-struire collegamenti tra i più svariati progetti, cheaffrontano singole parti della problematica, al fi-ne di promuovere azioni di concerto; stabilireun’agenda per le future azioni.w w w . c i w e m . o r g . u k / e v e n t s / S o i l -Water_Oct2005_Version1.doc

Basilea, 13 -14 ottobre Conferenza internazionale sulla sostenibi-lità (ISC - International SustainabilityConference) La conferenza è incentrata sulle strategie per unasocietà sostenibile e ha lo scopo di costituire unpunto d’incontro per le persone impegnate nelcampo della sostenibilità. L’organizzazione è a cu-ra dell’Università di Scienze Applicate di Aargau,una delle istituzioni svizzere leader nel settore

scienza e tecno-logia, edall’Institute forS u s t a i n a b l eManagemen t(ISM), in collabo-razione conl’Università diBasilea. È previ-

sta la partecipazione dell’ex Primo Ministronorvegese, Gro Harlem Brundtland, che nel1983 organizzò e presiedette, su incarico delSegretario Generale dell’ONU, la “CommissioneMondiale su Ambiente e Sviluppo”, nella quale

fu elaborato il concetto politico di sviluppo so-stenibile. Tra gli sponsor dell’evento, il FondoNazionale Svizzero (FNSNF), istituzione leadernella promozione della ricerca scientifica.www.isc2005.ch

Parigi, 17-21 ottobre 14° conferenza sulle biomasse per la pro-duzione di energia,per l’industria e la pro-tezione dell’ambiente (The 14th EuropeanConference and Technology Exhibition onBiomass for Energy, Industry and ClimateProtection)

Forum d’eccellenza per presentare le più recen-ti ed innovative strategie globali, le tecnologie, iprogetti e le normative efficienti messe in pra-tica nel settore dell’energia e dell’ambiente.Fornirà anche l’opportunità per uno scambiod’informazioni e di discussione tra scienziati,decisori politici e professionisti sull’utilizzo del-le biomasse per la produzione di energia, per l’in-dustria e la protezione del clima. Sono, infatti, at-tesi più di 1000 partecipanti da oltre 80 Paesi.ETA - Energie Rinnovabili di Firenze e WIP diMonaco di Baviera sono i due enti organizza-tori.www.conference-biomass.com/Biomass2005/conference_intro.asp

Bruxelles, 18 ottobre Beyond Kyoto “Searching for a SustainableEnergy/Environment Balance”Da questa giornata (organizzata da Friends ofEurope in collaborazione con ExxonMobil edEnel) scaturirà un importante contributo al di-battito su come affrontare la sfida dell’energia, sul-l’impatto del livello attuale della ricerca e svilup-po, sui cambiamenti climatici e sul quadro ener-getico globale necessario dopo il 2012. Di par-ticolare rilievo la presenza e gli interventi intro-duttivi del Commissario Europeo all’EnergiaAndris Piebalgs e del Sottosegretario Generaledelle Nazioni Unite e Direttore del UNEP, KlausTöpfer.http://www.friendsofeurope.org/

Trondheim (Norvegia), 25-27 ottobre Nordic Bioenergy Conference La settima edizione della principale conferenzainternazionale dell’area scandinava sulla bioener-

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gia, sarà ospitata quest’anno dalla Norvegia.L’Associazione Norvegese di Bioenergia NOBIO,insieme alle omologhe danese DANBIO, fin-landese FINBIO e svedese SVEBIO, riunirà ilmondo della ricerca, dell’industria e della pubbli-ca amministrazione competenti in materia: so-no attesi 110 contributi da parte di esperti dibioenergia. L’uso della biomassa come risorsaenergetica rinnovabile sta registrando continuiincrementi, in sostituzione dell’uso di oli fossili edell’energia nucleare. Scopo della Conferenza èdiscutere come arrivare alla percentuale previ-sta dalla UE, di utilizzo di fonti di energia rinno-vabili (RES) pari al 12% della produzione dienergia entro il 2010. Saranno presentate lenuove tecnologie, più efficienti ed eco-compa-tibili, lo stato dell’arte e le esperienze di succes-so dei paesi scandinavi, le prospettive futuredel mercato della bioenergia e del commercioin Europa di biocarburanti.Meeting ed eventi col-laterali forniranno inoltre occasione di presen-tare progetti internazionali di ricerca.www.bioenergy2005.no

Kusadasi,Turchia, 25-29 ottobre MEDCOAST 2005 - The SeventhInternational Conference on theMediterranean Coastal Environment MEDCOAST è un network di istituzioni scien-tifiche, universitarie, di ricerca e organismi inter-nazionali (UNEP/MAP, JRC della CommissioneEuropea) tra i Paesi che si affacciano sulMediterraneo e sul Mar Nero. Sin dalla suacreazione, 14 anni fa, il network ha avuto comescopo di migliorare la collaborazione tra i vari at-tori regionali del Mediterraneo e del Mar Nero,che possa portare all’elaborazione di prodotti estrumenti per contribuire alla miglior gestionedell’ambiente costiero e marino.Tale obiettivo èperseguito attraverso la crescente collaborazio-ne scientifica e professionale tra i singoli profes-sionisti e gli istituti (networking) dei paesi delMediterraneo e del Mar Nero. Scienziati, esper-ti, dirigenti, pianificatori, decisori politici, resour-ce developers, utenti e ambientalisti dei paesi delMediterraneo e del Mar Nero, ma anche deipaesi non appartenenti all’area dei due baciniparteciperanno alla conferenza.Tra i temi prin-cipalmente trattati: sistemi costieri e problema-tiche concernenti la conservazione; gestione in-tegrata delle coste; sviluppo sostenibile dellearee costiere; ingegneria costiera,modellistica, si-stemi di supporto al processo decisionale e ge-stione dei dati. L’APAT, è membro del ComitatoConsultivo di MEDCOAST 2005 e parteciperàcon un lavoro su “Integrazione tra scienza epolitica: classificazione ecologica delle acque co-

stiere del Mediterraneo”.www.medcoast.org.tr/MC05/mc2005main.htm

Saragozza (Spagna), 27-28 ottobre Seminario sulla gestione integrata dei ba-cini fluviali – (ENCORE - EnvironmentalConference of the European Regions“Integrated River – Basin ManagementSeminar”)La conferenza ambientale delle Regioni d’Europaè una piattaforma per i Ministri dell’Ambientee per i leader politici dei paesi dell’UnioneEuropea che si è costituita nel 1993 e si svolgeogni due anni. Il Seminario è incentrato su 5 te-mi chiave in 5 regioni-guida: Aspetti della qua-lità dell’acqua nelle aree a bassa densità abita-tiva (Regione-guida,Aragona); analisi dello sta-to ecologico a livello regionale (Regione-guida,Catalogna); conservazione dell’acqua e gestio-ne della domanda (Regione-guida, Emilia-Romagna); strumenti economici per la gestionedell’acqua (Regione-guida,Toscana); tecnologieper il trattamento dell’acqua: fornitura e perdi-te (Regione-guida, Reno-Vestfalia settentriona-le). È prevista la partecipazione di rappresentan-ti istituzionali del Commissario Europeoall’Ambiente, del governo spagnolo centrale edella Regione Aragona, nonché esponenti del-le Regioni guida.

Bruxelles 7-8 novembre 2005EUROSAFE - Forum for nuclear safety.Un elevato livello di sicurezza nucleare rappre-senta una priorità per i paesi europei, poiché, su25 paesi dell’Unione Europea, ben 13 utilizzanoenergia nucleare.A questo scopo si terrà nel no-vembre prossimo il Forum di EUROSAFE perpromuovere la sinergia delle tecniche di sicurez-za nucleare in un più vasto contesto europeo.In quella sede verranno presentati gli studi recen-ti, scambiate opinioni tecnico-scientifiche, condot-

ti dibattiti sui punti chiave nei campi di sicurez-za nucleare e di protezione dalle radiazioni. IlForum rappresenta inoltre un’occasione per fa-re il punto su strategie, ricerca, gestione dei ri-fiuti radioattivi, sicurezza del materiale nuclearedepleto.

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Prossimamente nel mondo

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Spazio

internazionale

Si è appena concluso nella cornice del-la Cairo House, sede dell’EnvironmentalCultural and Educational Centerdell’Agenzia AmbientaleEgiziana (EEAA), il mee-

ting di avvio del progetto per ilSupporto Tecnico-Scientifico diAPAT al la EEAA “GeneralTraining, Capacity Building andEnvironmental Data Year Book”,nell’ambito del Programma diCooperazione bilaterale Italo-Egiziano per l’ambiente.Tale pro-gramma rientra nella serie diazioni che i l Ministerodell’Ambiente italiano ha pro-mosso al fine di ottemperare agliimpegni previsti nell’ambito delProtocollo di Kyoto e della ConvenzioneQuadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti

Climatici, ratificato in Italia dalla Legge n.120 del1 giugno 2002, in materia di aiuti di stato ai pae-si in via di sviluppo. I lavori, aperti con i miglio-

r i auspici del DirettoreGenerale dell’Information &Computer Centre della EEAA,Mister Moussa, del DirettoreGenerale dell’APAT Ing.GiorgioCesari ed alla presenza di rap-presentanti del MinisteroItaliano dell’Ambiente, sonoproseguiti nelle due giornateche hanno visto alternarsi gliesperti italiani dell’APAT e gliomologhi dell’agenzia egiziana.Si sono confrontate le recipro-che esperienze nella formazio-ne e costruzione delle necessa-

rie e specifiche capacità nei settori chiave per lamessa a punto, in particolare, di un Annuario

Anche per l’Egittoun Annuario dei Dati AmbientaliKick off meeting del Progetto “General Training, Capacity Buildingand Environmental Data Year Book”

Il Cairo, 25-26 settembre

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Egiziano dei Dati Ambientali nei settori acqua,gestione delle coste, qualità dell’aria, emissioni,biodiversità, agricoltura, uso del suolo, energia,trasporti, rifiuti solidi e pericolosi. Il progetto, cheha come obiettivo generale il rafforzamento del-le capacità tecniche ed istituzionali dell’AgenziaEgiziana, è strutturato in due componenti: la pri-ma, consiste nel fornire un’assistenza tecnica persviluppare l’annuario dei dati ambientali e ad in-cludere questi dati nell’eventuale Med-Window,che andrebbe ad arricchire l’Annuario italianodei dati; la seconda componente mira alla for-mazione generale in varie tematiche ambienta-li, in considerazione delle specificità egiziane. Èprevisto inoltre un programma di sensibilizzazio-ne per i settori ed aree di intervento più idonei,da attuarsi in una seconda fase. Al seminariohanno partecipato i responsabili dei dipartimen-ti della EEAA coinvolti nell’implementazionedel progetto, Mister Eman, Responsabile delTraining, Mister Ebrahim, Responsabi ledell’Information & Computer Centre, i FocalPoint dei Ministeri Egiziani interessati al proget-to, rappresentanti dell’Istituto di StatisticaEgiziano e di altri Enti.Vivo interesse è stato di-mostrato dai presenti nel corso delle discussio-ni al termine delle sessioni tematiche. La plateaha potuto così “familiarizzare” con il progetto dicreazione dell’Annuario dei dati ambientali che,come è stato spiegato, si differenzia dalRapporto sullo Stato dell’Ambiente in quantonon fornisce valutazioni sullo stato dell’am-biente, ma offre una “fotografia” elaborata conl’applicazione di indicatori.L’annuario dei dati ambientali, come sottolinea-to dal Direttore Generale dell’APAT, è uno stru-

mento fondamentale e concreto per la corret-ta diffusione dell’informazione ambientale incontinuo aggiornamento, capace di coniugare inmodo ottimale rigore scientifico, esaustività e frui-bilità delle informazioni sull’ambiente, cometestimoniato dall’esperienza italiana. L’AgenziaAmbientale italiana si prefigge di condividere etrasferire, conformemente alla situazione egizia-na, la propria esperienza all’Agenzia Mediterranea“sorella”. L’augurio è che questo progetto, cheporterà a lavorare congiuntamente in uno spi-rito di costruttiva collaborazione italiani ed egi-ziani, possa contribuire a rafforzare la coopera-zione bilaterale ed a conseguire risultati positi-vi per la regione mediterranea in termini di mi-glioramento delle conoscenze e degli strumen-ti di politica ambientale.

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Spazio internazionale

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Arpa LombardiaARPA Lombardia veste ipanni da protagonista nelleesperienze di tutela e vigilan-za ambientale. L’Agenzia hainfatti partecipato al conve-gno internazionale, organiz-zato ad Induno Olona(Varese) dalla RegioneLombardia, sui processi diContratto di Fiume, già atti-vati a livello regionale per ifiumi Olona e Seveso pro-prio con il determinantecontributo tecnico di ARPA.Durante il convegno sonostati presentati i risultati delleindagini, condotte lungo tuttal’asta fluviale dell’Olonadall’Agenzia per la protezio-ne dell’ambiente lombardo,

che hanno consentito la rea-lizzazione di un quadro co-noscitivo di dettaglio dell’in-tero bacino idrografico. L’AR-PA ha inoltre realizzato lacarta di scenario per il baci-no dell’Olona: uno strumen-to innovativo, frutto della si-nergia con tutte le istituzioniterritoriali, in grado di fornireuna previsione su come simodificherà il territorio en-tro il 2016, sulla base di stru-menti di pianificazione già inatto.

ARPA ToscanaPer discutere di movimenta-zione di materiali in ambien-te marino l’ARPA Toscana haorganizzato, il 14 settembre a

Livorno, presso il PalazzoGranducale, il convegno“Movimentazione materiali inambiente marino”. Realizzatoin collaborazione con laRegione Toscana e laProvincia di Livorno, l’incon-tro ha rappresentato un pri-mo passo verso una condivi-sione di obiettivi e strumentiper l’attuazione di un coordi-namento, tra le diverse realtàterritoriali della Toscana, inattesa di norme nazionali chechiariscano molti aspetti in-terpretativi. Inoltre, in questiultimi anni, tale situazione èstata resa ancora più com-plessa dal trasferimento dimolte competenze dallaRegione Toscana alleProvince. Questo incontro,rivolto a tutti i tecnici dellepubbliche amministrazioni,agli operatori delle categorieproduttive interessate, agliorgani di controllo, alle asso-ciazioni ambientaliste ed almondo scientifico a livello re-gionale, ha avuto comeobiettivo principale l’ avvio diun confronto serio ed ap-profondito, anche su espe-rienze pratiche. Durante i la-vori, sono state presentateda ARPAT e Provincia diLivorno due documenti sulleprocedure da seguire pertutte le attività di movimen-tazione di Materiali in am-biente marino o in zone adesso contigue: entrambi i do-cumenti, tra l’altro, recepisco-no le principali indicazionifornite da ICRAM in questianni, integrate con quantoprevedono le diverse normein materia.

ARPA UmbriaIl progetto Life Petrignano“Sistemi integrati di gestionedel territorio nell’Area diPetrignano: nuovi modellicontro l’inquinamento da ni-trati”, è giunto al termine del-le sue attività. I risultati otte-

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UN PROFESSIONISTA DELL’EDITORIATURISTICA E AMBIENTALE

ALLA GUIDA DELL’ARTA ABRUZZO

Nuova nomina ai vertici dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente dell’Abruzzo.A Gaetano Basti è stato affidato dalla Giunta Regionale l’incarico di dirigere l’ARTAAbruzzo.Appena nominato il neo direttore ha manifestato la consapevolezza di rac-cogliere il peso di una eredità piuttosto impegnativa da gestire.Gaetano Basti, 57 anni, laureato in matematica all’Università di Bologna nel 1972, ol-tre ad essersi impegnato fin dalla sua giovinezza in diverse attività culturali, sindacali esociali e nell’insegnamento presso istituti di scuola media superiore, ha concretizza-to i suoi impegni di uomo di cultura e sensibilità alle problematiche sociali, nella fon-dazione della Cooperativa Editoriale abruzzese Menabò e quindi nella rivista“D’Abruzzo”, dal sottotitolo “Turismo Cultura,Ambiente”, sottolineando così un pre-ciso interesse verso il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo del turismo ecocompatibi-li. Fin dalle prime uscite la rivista, pubblicata in collaborazione con il WWF eLegambiente con la specifica rubrica “Osservatorio ambiente”, ha svolto una lodevo-

le funzione di educazione ambientale. Il lavoro di edito-re lo ha portato in diversi Paesi, anche oltreoceano,perfar conoscere le bellezze del territorio abruzzese.Diversi i riconoscimenti ottenuti da Gaetano Basti nelsettore editoriale turistico. Da ricordare anche la rivi-sta T.D. (tecnologie didattiche), legata al tema dell’appren-dimento di nuovi strumenti didattici, pubblicata in col-laborazione con l’Istituto di Tecnologie didattiche delCNR di Genova, che insieme a “D’Abruzzo”, ha otte-nuto dal Garante per l’ Editoria il riconoscimento di pub-blicazione di elevato valore culturale.Dal 2000 al 2001 Basti è distaccato presso il Ministerodell’Agricoltura nella segreteria tecnica del MinistroAlfonso Pecoraro Scanio.Numerose le iniziative cultu-rali sviluppate anche negli Stati Uniti, in collaborazionecon la Harvard University di Boston.

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nuti sono stati oggetto delconvegno “La tutela degli ac-quiferi vulnerabili: esperienzea confronto”, svoltosi lo scor-so 8 settembre a Perugia.Un’iniziativa di grande suc-cesso quella del “LifePetrignano”, tanto chel’Unione europea, finanziatri-ce dell’intero progetto coor-dinato da ARPA Umbria, loha considerato un esemplarecaso metodologico di inter-vento sui problemi di inqui-namento da nitrati sulle ac-que sotterranee. Si è trattatoinfatti di un importante labo-ratorio dal punto di vista del-la sperimentazione di nuovetecniche agronomiche e dalpunto di vista sia della sensi-bilizzazione degli agricoltoridella zona, sia del problemadell’inquinamento delle ac-que. Grazie al progetto è oraa disposizione un database,probabilmente unico nel suogenere, contenente dati checostituiscono un patrimonioin grado di orientare le scelteagronomiche e strategichefuture.

ARPA MarcheMartedì 13 settembre è sta-to presentato ad Ancona,presso la sede dellaDirezione generale ARPAM,dall’Agenzia per la protezio-ne dell’ambiente delleMarche,TIM e Legambiente,il dossier contenente i datisull’attività di monitoraggiodell’inquinamento elettroma-gnetico nelle Marche. L’AR-PAM ha fornito supportotecnico scientifico e operati-vo, sulla base di un’appositaconvenzione, alla campagnadi monitoraggio dell’elettro-smog che Legambiente staconducendo in varie regioniitaliane.Il monitoraggio ha permessodi riverificare la situazione dialcuni siti critici. Per quantoriguarda l’inquinamento a

frequenze estremamentebasse (ELF), tipico della vici-nanza di elettrodotti di note-voli dimensioni, la situazionedella zona circostante la sot-tostazione ENEL di Candiarisulta essere vicina alla so-glia critica. Stesso discorsovale per il sito di viaPanoramica ad Ancona, dovesi concentra una gran quan-tità di impianti di teleradio-comunicazione installati so-pra gli edifici. In generale sipuò dire che la tematica del-l’impatto ambientale deicampi e lettromagnetici ge-nerati da sistemi di radiote-lecomunicazione, da elettro-dotti e da cabine elettriche,richiede da parte delle am-ministrazioni locali l’adozio-ne di nuovi strumenti urba-nistici e di protezione am-bientale, come l’interramen-to delle linee e la delocaliz-zazione degli impianti di an-tenne.

ARPA Friuli VeneziaGiuliaCon il supporto del ServizioVIA (Valutazione di ImpattoAmbientale), il CentroInterdipartimentale Cartesiodell’Università degli studi diUdine, ha realizzato il“Catalogo delle fonti di datiambientali in Friuli VeneziaGiulia. Il Catalogo di metadatidi circa 1000 fonti dei daticensiti nella Regione, consen-te la ricerca delle informazio-ni di interesse, la lettura delleschede informative relativealle fonti di dati, la conoscen-za delle informazioni relativeai vincoli d’accesso e d’uso el’accesso alle informazioni re-lative al recapito dei “puntodi contatto” utili.Si tratta di uno strumentoestremamente utile alla molti-tudine di operatori presentinel campo dell’analisi ambien-tale; interessati alla pianificazio-ne e progettazione di inter-

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Nuovo Commissario Straordinario all’ARPACAL

Domenico Lemma è il nuovo Commissario Straordinario dell’ARPACAL.Una lunga carriera professionale dedicata alla Regione Calabria ed in partico-lare, nell’ultimo anno all’ambiente contraddistingue il percorso professionaledel nuovo Commissario Straordinario dell’ARPACAL,dott.Domenico Lemma.Ha, infatti, svolto funzioni dirigenziali per numerosi dipartimenti della Regionedal 1972, fino a coprire il ruolo di Direttore del Dipartimento delle Politichedell’Ambiente nel marzo 2005.Nel mese di luglio è stato nominato dalla Giuntaregionale Commissario Straordinario dell’Agenzia regionale, provvedendoimmediatamente all’ammodernamento dei laboratori già esistenti e all’acqui-sto di altri di tipo mobile per il monitoraggio ambientale. Il dott. Lemma ha, inol-tre, già avviato il programma di tutela dell’aria in collaborazione con l’APAT,un programma denominato SOSAmbiente; il procedimento per il moni-toraggio costiero - marittimo con ilDipartimento regionale da lui diretto;una serie di programmi di censimento, daavviare con il finanziamento dei fondi deiProgrammi Operativi Regionali (POR). Siè anche occupato della questione delpersonale attraverso l’incontro con i sin-dacati, per risolvere alcuni problemi dicontratto e inquadramento e sta avvian-do il piano d’azione che prevede l’assun-zione di nuovo personale.

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venti sul territorio, anche peropere soggette a VIA. Il docu-mento rappresenta un oppor-tuno riferimento progettualeper Enti ed Università cheoperano nel campo della veri-fica di piani che hanno un ef-fetto ambientale e risulta adat-to anche a far conoscere aicittadini in genere l’esistenzadi dati ambientali su una speci-fica zona o su un tema parti-colare. Interessante, quindi, l’i-dea di rendere disponibile ilCatalogo sul sito web della re-gione Friuli Venezia Giulia, rea-lizzato con la collaborazionedel Punto Focale Regionaledella Rete SINAnet.L’aggiornamento, che proce-derà in modo cadenzato e di-namico, attualmente è fino asettembre 2004. L’operazione

precede la futura realizzazio-ne di un sistema informativoregionale ambientale.

ARPA LazioArpalazio – AgenziaRegionale per la ProtezioneAmbientale del Lazio, nel-l’ambito del progetto“Sviluppo di strumenti finaliz-zati all’avvio di Agende 21 lo-cali e buone pratiche perl’ambiente”, ha organizzato , il24 settembre 2005, una gior-nata di sensibilizzazione sultema dello sviluppo sosteni-bile rivolta alla comunità lo-cale dell’area di Fiuggi.La manifestazione, rivolta siaai cittadini che alle scuole delterritorio, si è tenuta in pros-simità del Palaterme dellaFonte Anticolana. Presentenell’area espositiva l’unitàmobile dell’Arpalazio (ARPA-MOBILE) il cui personalespecializzato ha effettuato al-cune dimostrazioni pratichesulle attività di monitoraggioambientale, in particolare sul-la qualità delle acque, dell’ariae sui campi elettromagnetici. Idue percorsi educativi, il pri-mo relativo allo sviluppo so-stenibile ed il secondo suimarchi di qualità ecologica esul risparmio energetico, han-no consentito il coinvolgi-mento diretto delle scolare-sche del territorio che hannoaderito all’iniziativa. La tavolarotonda sul marchio europeo

“Ecolabel” per i servizi alber-ghieri, che si è tenuta all’inter-no della Fonte Anticolana, havisto la partecipazione delleassociazioni di categoria dellaProvincia di Frosinone.

ARPAVPresentato dall’ARPA Veneto il27 settembre a Padova, unnuovo strumento di conoscen-za per i cittadini curato da AR-PAV e dal Dipar timento diMedicina Ambientaledell’Università di Padova. Sitratta di un glossario dei rischiambientali dal titolo “DALL’A-MIANTO… ALLA Z-ANZA-RA”. Il nuovo documento,prendendo atto degli oltre 400mila decessi all’anno nel mon-do, secondo l’ultimo rapportodell’Organizzazione Mondialedella Sanità diffuso in questigiorni, connessi ai rischi am-bientali “moderni” come l’in-quinamento e considerandoche il 96 per cento dei deces-si nei Paesi in via di sviluppo av-viene anche a causa dell’inqui-namento transfrontaliero del-l’aria, delle acque e delle costeche si sposta dai paesi indu-strializzati a quelli meno svilup-pati,mira ad aumentare la con-sapevolezza di ogni individuoattraverso la conoscenza dei ri-schi ambientali e l’educazioneal rispetto dell’ambiente in tut-te le sue componenti, cercan-do in tale maniera di governa-re tale fenomeno.

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Nuova sede per l’ARPA Campania

La sede centrale dell’ARPA Campania si ètrasferita dal mese di settembre nei nuovi uf-fici di via Vicinale S. Mar ia del Pianto.L’adeguamento logistico, che rappresenta il pri-mo passo nel processo di ottimizzazione del-l’azione di coordinamento delle attività opera-tive, è stato reso necessario dalla costantecrescita dell’Agenzia e del suo ruolo a suppor-to delle Istituzioni campane.Nella nuova struttura sono stati centralizzatitutti gli uffici della Direzione Generale, dellaDirezione Tecnica e della DirezioneAmministrativa. Centralino: 081 2326.111

Dal 26 settembre l’ARPAT ha un nuovo Direttore Generale: Sonia Cantoni

La dott.sa Sonia Cantoni succede ad Alessandro Lippi nella Direzione Generale dell’ARPA Toscana.Conseguita la laurea in Scienze Agrarie, la Cantoni ha maturato la sua esperienza in campo ambien-tale, lavorando presso diverse Amministrazioni Pubbliche, fino a coprire il ruolo di responsabile delDipartimento “Strategie integrate, promozione e comunicazione” dell’APAT. È stata vice presiden-te dell’Associazione nazionale “Agende 21 italiane”, organismo che riunisce gli Enti locali impegna-ti nella diffusione dei processi di sostenibilità e ha svolto attività di ricerca e docenza presso l’Universitàdegli Studi di Milano, sua città d’origine, dove ha anche diretto l’area “Pianificazione e progettazio-ne integrata in campo ambientale ed energetico”di Lombardia s.p.a., società pubblica regionale.Nel2003 ha collaborato con la stessa ARPAT per la pubblicazione “Educazione permanente.Cittadinanzaconsapevole. Sviluppo sostenibile-Le idee e le proposte di ARPAT”.

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I giorni 15 e 16 settembre si è tenu-ta a Copanello di Stalettì (CZ) la Convention

sui Tavoli Tecnici Interagenziali organizzata dalDipartimento Stato dell’Ambiente e MetrologiaAmbientale di APAT,promossoda APAT e ospitato da ARPA-CAL (Agenzia Regionale per laProtezione dell’Ambiente del-la Calabria).Questo incontro ha rappre-sentato un importate eventotecnico-scientifico che ha deli-neato le possibili direttrici diazione del Sistema Agenziale sualcune tematiche ritenute stra-tegiche per la definizione delruolo del Sistema in tema diprotezione dell’ambiente econtrollo del territorio.L’attualità di questo momentodi confronto, che segue di po-co il recente documento ap-provato nell’ultimo ConsiglioFederale, in cui i Progetti interagenziali sono in-quadrati nella parte operativa a supporto del-l’azione delle Agenzie per il perseguimento di fi-ni istituzionali ed a supporto delle PubblicheAmministrazioni, è stata confermata dalla presen-za dei rappresentanti delle Direzioni Generali delMinistero dell’Ambiente e della Tutela delTerritorio,dell’ICRAM,e dalla totale adesione del-le direzioni tecniche delle Agenzie Ambientali(tranne l’APPA Bolzano -per altri impegni istitu-zionali- e l’ARPA Molise) e degli operatori del-le stesse fino a raggiungere le 150 presenze neidue giorni di lavori.La Convention si è articolata in 3 mezze giorna-te di lavoro aventi come obiettivo la definizionedei programmi di lavoro di otto Tavoli Tecnici suiseguenti temi:• Gestione dei rifiuti urbani ed assimilabili• Inventari dell’emissioni e piani di risanamento

della qualità dell’aria• Gestione sostenibile delle risorse idriche• Rumore• Campi elettromagnetici

• Laboratori di riferimento• Bilanci ambientali• Alimentazione e utilizzo del sistema di indica-

tori meteoclimatici SCIA

La prima parte dei lavori è stata dedicata alla pre-disposizione di un’ipotesi di programma opera-tivo per ognuno degli otto tavoli tecnici presen-tati: si sono quindi tenute otto sessioni paralle-le cui hanno partecipato i delegati di ognuna del-le Agenzie interessate al tema affrontato.La mattinata ha quindi portato alla realizzazio-ne di altrettante bozze di programmi operativiconcordati con le Agenzie, presentate e discus-se poi nella sessione plenaria del giorno 16 set-tembre, in cui ogni tavolo ha presentato conmaggior dettaglio sia tempi e modi di realizzazio-ne delle proprie linee di attività, sia un’ipotesi dicosti per portare a termine le stesse nel brevee medio periodo, intendendo con quest’ultimoil triennio 2005-2007.Particolare interesse ha destato la sessione ple-naria del 15 pomeriggio, a cui hanno partecipa-to l’assessore all’ambiente della regione CalabriaDiego Tommasi, il Commissario Straordinario diARPACAL Domenico Lemma, il Direttore delDipartimento Stato dell’Ambiente e MetrologiaAmbientale ing. Antonio De Maio, il Direttore

Tavoli tecnici interagenzialiConvention, 15 e 16 settembre 2005

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Generale di ARPA Toscana dott. AlessandroLippi e il Direttore Generale di ARPA Marchedott. Gisberto Paoloni.La sessione ha sottolineato l’importanza della co-operazione e della collaborazione all’internodel Sistema Agenziale, soprattutto per le Agenziegiovani come ARPA Calabria: il maggiore contri-buto dell’esperienza condotta in questi primi die-ci anni di attività consiste nella capacità e possi-bilità di esportare e condividere il know-how ele professionalità sviluppate dalle singole Agenziea supporto dell’attività dell’intero Sistema e piùin generale della Pubblica Amministrazione.I Tavoli Tecnici, così come del resto sottolinea-to più volte in sede di Consiglio Federale, rap-presentano il momento in cui capitalizzarel’expertise del Sistema Agenziale sviluppandoutili sinergie per realizzare in maniera più ef-ficace ed efficiente l’azione di controllo e ditutela dell’ambiente e del territorio con no-tevole risparmio in termini di risorse umanee finanziarie.Il dibattito, oltre che puntare sull’apprezzamen-to della strategia utilizzata e delle aree tematicheindividuate, ha indicato la necessità della decisio-ne di quanto prodotto nella due giorni diCopanello. L’ing. De Maio, Direttore delDipartimento Stato dell’Ambiente e Metrologia

Ambientale, ha puntualizzato che quanto prodot-to durante la Convention andrà a costituire undocumento che il suddetto Dipartimento rimet-terà all’attenzione del Direttore Generale APAT,il quale definirà la sede istituzionale opportunaper esprimersi nel merito insieme ai DirettoriGenerali ARPA. Nel complimentarsi con i dele-gati regionali per l’importante contributo prodot-to durante i momenti tecnici della Convention,l’ing,. Di Maio ha chiuso i lavori dichiarando chel’impegno del Dipartimento Stato dell’Ambientesulle attività indicate nei programmi operativi pre-sentati non si esaurisce nel supporto tecnico-scientifico alle attività dei Tavoli, ma si concretiz-za in una proposta di finanziamento pari a1.900.000 Euro.A chiusura dei lavori il dott. Lemma, nel ringra-ziare sentitamente i convenuti ha sottolineatola particolare congiuntura favorevole in cui sitrova il Sistema Agenziale. L’intervento delCommissario Straordinario ARPACAL ha quin-di rappresentato un invito alle DirezioniGenerali ARPA a riflettere seriamente ed ap-profonditamente sul ruolo del SistemaAgenziale per addivenire ad una posizioneforte, consapevole e comune che lo stesso sifarà carico di avanzare nelle sedi istituzionaliopportune.

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ARPA/APPA

RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE IN EMILIA ROMAGNA:CLIMATENDENZIALMENTETROPICALE,SMOG,MENO SPIAG-GE E PIÙ RIFIUTI, MA RIMANE PUR SEMPRE UNA REGIONE RICCA DI AREE PROTETTE

Il secondo rapporto sullo stato dell’ambiente presentato lo scorso mese dall’Arpa Emilia Romagna ha evidenziato uno scena-rio non troppo positivo, fatta eccezione per gli episodi di allagamenti ed inondazioni, che in buona parte d’Europa sono stati unanota dolente del clima. Nella Regione Emiliana invece dal 1996 al 2004 non si è per fortuna evidenziato nessun episodio, pur inpresenza di grandi piene come quella del Po nel 2002.Evidenti punti di sofferenza hanno invece caratterizzato lo stato di salute dell’aria, anche se si è registrata una certa diminuzio-ne della presenza di inquinanti tradizionali, sono aumentate le particelle di PM10.A soffrire per la situazione dovuta all’inquina-mento tradizionale, in particolare le città di Ravenna, Modena e Bologna, penalizzate da una cospicua concentrazione di indu-strie chimiche e meccaniche.Dalle città ancora un grido di allarme per quanto riguarda il rumore: il numero dei 65 decibel, ritenuto sopportabile, è stato su-perato in circa il 56% del territorio. Per non parlare dei campi elettromagnetici che dal 1998 al 2003 hanno superato per ben65 volte il valore limite, individuando nei sistemi radiotelevisivi i principali colpevoli.Riguardo al clima, si nota una tendenza ad evidenziare fattori di tipo tropicale, con aumento del caldo e diminuzione di piogge,concentrate soprattutto in estate ed autunno, evidente anche l’innalzamento di circa un grado delle temperature massime.La situazione di spiagge e montagne segnala un “furto” di territorio da parte dell’erosione per quanto riguarda le spiagge a cuisono stati sottratti 4 milioni e mezzo di metri cubi di costa, mentre la montagna ha subito 36 mila frane.Migliorata per fortuna negli ultimi 15 anni la situazione delle acque superficiali, grazie al trattamento (per il 90%) degli scarichiurbani con depuratori.Letteralmente sommersi da un “mare di rifiuti” gli emiliani vantano una produzione, riferita al 2003, di 2,6 milioni di tonnellatee tranne che per Rimini e Forlì e Cesena, il dato è in crescita in tutte le Province. La discarica detiene ancora il privilegio dellosmaltimento, con il 59% dei rifiuti, anche se la tendenza è in diminuzione. Per la raccolta differenziata si sta tentando il traguar-do del 35% (per ora siamo al 30.2%).Un respiro di sollievo, considerando che il rapporto ha stimato che in Emilia Romagna esistono un parco nazionale e ben 13 par-chi regionali, 12 riserve naturali e 42 Aree di equilibrio ecologico.

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Rilanciare l’azione ambientalenel Mediterraneo

7a Riunione dei Corrispondenti SMAP e Riunione dei MAP Focal Points

Atene, 19-24 settembre 2005Spazio

internazionale

Spazio internazionale

La riunione annuale dei Corrispondentinazionali del programma Euro-Mediterraneo per l’ambiente (SMAP)si è svolta quest’anno ad Atene,per per-mettere una sessione comune con la ri-

unione dei Focal Point del Piano d’Azione per ilMediterraneo del programma delle Nazioni Uniteper l’Ambiente (MAP).Coordinata dalla Direzione Generale Ambientedella Commissione Europea, le due giornate diincontri hanno affrontato il tema delle future po-litiche ambientali dell’UE nella regione medi-terranea e, in particolare, l’Iniziativa di disinqui-namento del mar Mediterraneo.Tale iniziativa,lanciata all’ultima conferenza dei ministri degliesteri euro-mediterranei a Lussemburgo, si pre-figge l’obiettivo di migliorare la qualità della vitanel mediterraneo contrastando le principali fon-ti di inquinamento in particolare le emissioni in-dustriali, i rifiuti e le acque reflue urbane.La gran parte degli interventi ha sottolineato l’esi-genza di coerenza,complementarità e sinergia trale iniziative in corso nella regione e l’opportunitàdi valorizzare e rinforzare le componenti ambien-tali dei programmi d’azione precedentemente av-viati, in particolare le proposte del PartenariatoEuro-Mediterraneo,i Piani d’Azione della Politica eu-ropea di Prossimità, le iniziative in corso sottol’ombrello del Piano d’Azione per il Mediterraneodel programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.Il programma SMAP, lanciato nel 1997 con l’o-biettivo di diventare, all’interno della RegioneMediterranea, lo strumento comune di orienta-mento per le politiche e le strategie di finanzia-mento in campo ambientale, potrà giocare aquesto scopo un ruolo importante quale forumdi consultazione politica in materia di integrazio-ne ambientale e sviluppo sostenibile riorienta-to e rafforzato al fine di concretizzare l’iniziativa2020. La presenza del progetto Unità Regionaledi Supporto allo SMAP, gestito da APAT insiemeall’Istituto Finlandese per l’Ambiente, ha permes-so di passare in rassegna i progetti finanziati dalprogramma SMAP, quelli relativi alla promozio-ne delle politiche ambientali e le attività di infor-mazione e comunicazione del progetto.

La proposta avanzata dalla delegazione italianaè stata quella di sviluppare una piattaforma co-mune per la protezione dell’ambiente nella re-gione mediterranea, creando un forte collega-mento tra la “Strategia Mediterranea per loSviluppo Sostenibile”, l’“Iniziativa per disinquina-re i l Mediterraneo entro i l 2020” ed i lPartenariato Strategico per la Protezione del MarMediterraneo finanziata dal GEF e gestita dalMAP/MEDPOL.La creazione di questa piattafor-ma comune potrà garantire il massimo di co-erenza e sinergia tra tutte le azioni in corso edun miglior coordinamento tra i diversi canali fi-nanziari volto a convogliare tutti i flussi versoobiettivi comuni e azioni complementari.Anche il capitolo futuri strumenti finanziari è sta-to ampiamente affrontato e discusso. IlProgramma Meda terminerà nel 2006, il nuovostrumento finanziario per la cooperazione euro-mediterranea, legato alla Politica Europea diVicinato rappresenterà un importante veicoloper rafforzare la cooperazione sotto i lPartenariato Euro-Mediterraneo.Il nuovo modello adotterà l’organizzazione deifondi strutturali, sarà quindi basato su una pro-grammazione pluriennale. La discussione deltema ha fatto emergere una serie di punti chia-ve per strutturare la futura cooperazione am-bientale nella regione:• l’integrazione dell’ambiente nelle politiche na-

zionali,• il ruolo rinforzato della società civile,• l’importanza dell’informazione e dell’educazio-

ne ambientale,• il peso delle azioni di capacity building, soprat-

tutto attraverso lo strumento del gemellaggio• l’esigenza di una gerarchizzazione condivisa del-

le priorità e di un conseguente maggiore co-ordinamento delle iniziative,

• la possibilità di adottare maggiormente nellaregione strumenti di gestione ambientale qua-li l’ecocondizionalità e la conversione del de-bito

• la possibilità di formulare messaggi efficaci at-traverso strumenti quali il calcolo del “costodell’inazione” ambientale.

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Venerdì 9 settembre, sulle pagine dei principaliquotidiani nazionali, si legge la notizia di un blitzinformatico del WWF che ha permesso di acce-dere, in anticipo, alle bozze dei decreti legislati-vi di attuazione della legge delega ambientale 803del 15 dicembre 2004. La diffusione dei testi hasubito provocato forti reazioni, improntate su ungenerale tono di preoccupazione, soprattutto daparte delle maggiori associazioni ambientaliste.Sono arrivate numerose repliche dal Ministerodell’Ambiente,ma si è rinviato per un chiarimen-to pubblico e una consultazione sui contenuti alconvegno del 12 settembre, organizzato in oc-casione della presentazione delle bozze e inse-rito nell’ambito dell’iniziativa del Dicastero“Ambiente è svi luppo”, presso la sededell’Avvocatura dello Stato di Roma.L’obiettivo dell’evento è stato proprio quello difavorire il confronto tra le numerose parti socia-li coinvolte nella riforma, affinché dal dibattito po-tessero emergere i punti critici o i passaggi po-co chiari per impostare, successivamente, le ne-cessarie modifiche. Si è, infatti, più volte ribadito,nel corso del convegno, il carattere aperto deitesti diffusi relativi ai decreti legislativi e il prof.Paolo Togni, capo di Gabinetto del Ministero, haprecisato che: “le bozze approvate in modopreliminare dalla Commissione sono solo unpunto di riferimento per sviluppare una serie didiscorsi e confronti e per raggiungere elabora-zioni maggiormente condivise”.

Gli attesi decreti legislativi nascono da un percor-so di formulazione complesso, lungo quattro an-ni, avente come obiettivo l’attuazione di una ge-nerale riforma dell’ambiente in Italia. Uno deiprincipali passaggi è stata l’approvazione della leg-ge delega “per il riordino, il coordinamento e l’in-tegrazione della legislazione in materia ambien-tale e misure di diretta applicazione”.All’internodella norma sono contenute le linee guida perla formulazione dei decreti legislativi riguardan-ti: la gestione dei rifiuti e bonifica dei siti conta-minati; tutela delle acque dall’inquinamento e ge-stione delle risorse idriche; difesa del suolo e lot-ta alla desertificazione; gestione delle aree pro-

tette e utilizzo sostenibile degli esemplari dispecie protette di flora e di fauna; procedure perla valutazione di impatto ambientale (VIA), perla valutazione ambientale strategica (VAS) eper l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC)ed infine, tutela dell’aria e riduzione delle emis-sioni in atmosfera.I lavori di definizione dei decreti legislativi sonostati affidati ad una Commissione di ventiquat-tro esperti incaricati dal Ministero dell’Ambiente,che ha seguito le indicazioni relative al recepi-mento totale o parziale delle direttive comuni-tarie e si è ispirata al generale principio di sem-plificazione della normativa ambientale, per por-re fine ad una situazione legislativa troppo fram-mentaria e confusa. Entro ottobre, con un anti-cipo di quattro mesi, si prevede di presentare cin-que dei sei decreti al Parlamento.Manca il testosulle aree protette e la protezione della fauna, lacui presentazione è prevista prima della fine diquest’anno.

Il convegno del Ministero,organizzato con la col-laborazione della rivista Gazzetta Ambiente, hapermesso ad alcuni membri della Commissionedi illustrare, nella prima parte della giornata, inuna cornice di notevole prestigio, dovuta ancheall’autorevolezza della sede in cui si è svolto, leprincipali novità che saranno introdotte conl’approvazione dei decreti legislativi. L’Avvocaturadello Stato ha voluto, infatti, dimostrare il suo spi-rito di servizio, offrendo, secondo l’avv. OscarFiumana, una “occasione di confronto e verificadi congruità su di una riforma ambientale dienorme portata”. Ed è proprio l’importanzadell’innovazione legislativa prevista che ha eviden-ziato la necessità di una presentazione aperta ela partecipazione di un pubblico numeroso edeterogeneo ha dimostrato che l’esigenza delconfronto è stata avvertita da più parti.La possibilità di dare il proprio contributo alla ri-flessione è stata offerta da una tavola rotonda,alla quale hanno chiesto di partecipare molti de-gli intervenuti al convegno, provenienti soprat-tutto dal mondo giuridico, costringendo gli or-ganizzatori ad un improvviso e rapido amplia-

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Lavori in corsoIl convegno del 12 settembre sull’attuazione della legge delega in materia di ambiente

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mento del programma.I nodi di maggiore criticità sono risultati quel-li relativi alla procedura di VIA e la discussio-ne ha fatto emergere la necessità di procede-re ad una riformulazione del testo di decreto.Altro punto critico: l’eccessivo potere di inter-vento del Governo centrale, contenuto in al-cuni passaggi, che sembra sostituirsi a compe-tenze prima affidate alle Regioni. Il Ministero,però, rassicura sul fatto che la centralizzazio-ne si riferisce ad argomenti talmente impor-tanti da far risultare necessario il coinvolgimen-to degli organi statali, soprattutto nello svol-gimento di funzioni di coordinamento deisoggetti interessati. Si esclude, quindi, il timo-re di una riforma che non rispetti il principiodi sussidiarietà, ribadendo l’importanza deglienti locali nella gestione di fondamentali com-piti di protezione ambientale.Alcuni dei relatori, come il prof. SandroAmorosino, hanno proposto per il futuro lapossibilità di scrivere un unico codice per l’am-biente, come è già avvenuto nel campo delle as-sicurazioni, ritenendo i decreti legislativi unaforma poco stabile di regolamentazione, anchese i contenuti provvisori possono considerarsipiuttosto buoni. Inoltre, il prof. Amorosino haespresso il suo parere positivo sulla dimostrazio-ne di apertura del Ministero con la promozio-ne di incontri in sedi qualificate come il conve-gno del 12 settembre, dichiarando:“più si apre

la procedura, più si evitano le semplificazioni e isensazionalismi dei giornali”.Dal dibattito, quindi, sono emersi spunti di rifles-sione interessanti che in sede di riunione dellaCommissione dei ventiquattro esperti consen-tiranno una rielaborazione delle bozze, anche te-stuale che renda i decreti maggiormente com-prensibili e accessibili.

“Questo convegno rappresenta un successosia per la grande partecipazione del pubblico,sia per l’interesse suscitato dagli interventidei membri della Commissione. È un fatto sto-rico, infatti, che si sia proceduto alla formula-zione di una documentazione ambientale co-sì corposa ed è la prima volta che succede inItalia. Siamo soddisfatti di aver rispettato itempi previsti dalla legge delega, anzi in anti-cipo di quattro mesi, e crediamo che alla finesarà presentata una riforma composta dacontenuti di qualità sostanziale”, così si èespresso il prof.Togni a margine della presen-tazione delle bozze dei decreti legislativi, sod-disfatto nel complesso per come sta prose-guendo l’iniziativa “Ambiente è Sviluppo”,promossa per favorire presso il pubblico la co-noscenza sui temi ambientali, attraverso even-ti di comunicazione utili ad arginare le lacuneche, nel passato, hanno influenzato l’afferma-zione di un clima di generale preoccupazione,spesso non supportata dai fatti.

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È disponibile dallo scorso mese sul sito webdell’APAT “Il repertorio comparato della norma-tiva internazionale, comunitaria e nazionale perla gestione dell’ambiente e del territorio”.Si tratta di una banca dati della normativa am-bientale in vigore ed in preparazione presso lediverse fonti del diritto, internazionali, comuni-tarie e nazionali.

In particolare consultando il sito dell’Agenzia èpossibile trovare sia gli atti pubblicati, sia quelli nel-l’iter decisionale: le proposte europee nella faseascendente ed i progetti di legge nazionali del-la fase discendente, in applicazione del diritto co-munitario, oltre ai progetti di legge di iniziativaparlamentare. Sono registrati anche alcuni docu-menti propedeutici (strategie, linee guida, racco-mandazioni) più rilevanti.

Il repertorio comparato si presenta agli occhi delvisitatore come uno strumento con due carat-teristiche fondamentali. La prima costituita dal-l’accurata ripartizione tematica; infatti, il sistemadell’ambiente e del territorio si presenta comeuna struttura ad albero suddivisa in 3 ordini: 8settori fisici e gestionali sono articolati in 30 te-mi generali, a loro volta suddivisi in 168 temi spe-cifici. La prima parte, costituita da 123 temi, è re-lativa agli aspetti fisici: i fenomeni a scala globa-le, i problemi della qualità degli ambiti, l’uso e lacopertura del territorio,mentre la seconda, co-stituita da 45 temi, è focalizzata sulla politica am-bientale e sugli strumenti di gestione per uno svi-luppo sostenibile, distinti in quattro domini di re-sponsabilità: della pubblica amministrazione, del-la produzione e del mercato, dei cittadini, dellaricerca scientifica e tecnologica.

La seconda caratteristica consiste nella possibi-lità di comparazione tra atti pubblicati dalle di-verse fonti del diritto: per ogni tema sono regi-strati gli atti emessi da 7 soggetti o categorie disoggetti, ai livelli internazionale, comunitario (4fonti:Consiglio, proposte Commissione, in code-cisione, pubblicati), nazionale e regionale.In ogni elemento della matrice, sono regi-

strati i riferimenti fondamentali degli atti -relativi ad un determinato tema pubblicati daun determinato organo giuridico - con la fa-coltà di accedere a tre tipi di informazioni: il te-sto integrale dell’atto, una nota redazionalecon la sintesi di informazioni relative all’atto,i rinvii agli atti collegati sia nel senso delle ri-ghe (collegamento tra atti emessi a diversi li-velli decisionali, ma in tutto o in parte interdi-pendenti), sia nel senso delle colonne (attiemessi in tempi diversi).

Per quanto riguarda il sistema di navigazione, sa-rà possibile accedervi in due modi:• la ricerca avanzata, sulla base degli elementi

identificativi degli atti cercati (è consentita an-che una ricerca per parole libere)

• la ricerca guidata o estesa tra le righe e le co-lonne della matrice (l’utente può individuare ungruppo di atti, selezionando contemporanea-mente una specifica area tematica e la fonteche ha emanato gli atti).

Sono possibili anche ricerche di: un singolo at-to, tutti gli atti di un tipo (di un tipo legislativo,atti emessi in un dato periodo), tutti gli atti checontengono una parola o più parole nel titolo onelle note redazionali (ricerca tematica).A que-sti sistemi di ricerca si aggiungono anche quellipiù tradizionali: la ricerca tramite tutti gli atti diun tema,quella per livelli istituzionali che permet-te di navigare digitando esclusivamente il nomedella fonte istituzionale che ha emesso l’atto equella cronologica.

Il Repertorio Comparato dunque si presenta co-me un mezzo completo ed esaustivo in grado difornire l’ausilio necessario a chi, operando in cam-po ambientale, abbia bisogno di effettuare ricer-che nel campo della normativa di settore. Prestola banca dati fornita dall’APAT, assolverà il suocompito in maniera ancora più efficace quando,in collaborazione con le Agenzie regionali eprovinciali per la protezione dell’ambiente, il si-stema informativo sarà esteso anche alla norma-tiva ambientale locale.

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On line la banca dati della normativa ambientaleIl repertorio comparato della normativa internazionale,comunitaria e nazionale per la gestione dell’ambiente e del territorio

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IDEAMBIENTE

ANNO 2 • NUMERO 16OTTOBRE 2005

Registrazione Tribunale Civile di Roma n. 84/2004del 5 marzo 2004

APATAgenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici