iCordai10_11_2008

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GLI INVISIBILI “Da allora mi sento un parassita, mi sento l'uomo invisibile” E ' un vero e proprio bollettino di guerra l'elenco degli incidenti mortali sui luoghi di lavoro avvenuti negli ultimi anni in Italia. Dal Nord al Sud, dalla grande città al piccolo centro agricolo, in tutti i settori lavorativi, dal- l'industria ai trasporti, dall'edilizia all'agricoltura, emerge la non cultura della sicurezza sul lavoro. E sono migliaia le donne e gli uomini che ogni giorno per assurdo sfidano la morte per poter guadagnare uno stipendio o un salario che permetta loro di mantenere le loro famiglie e vivere dignitosamente. L'ultimo incidente mortale è avvenuto in provincia di Bari, in una cantina sociale, dove un uomo è morto ed un altro è rimasto gravemente ferito per- ché si erano calati dentro un silos contenete mosto per accertare un guasto che si era verificato. Le esalazioni di gas sono state fatali per i due. Purtroppo è molto probabile che quando sarà pubblicato l'articolo, questo incidente non sarà l'ultimo episodio successo, perché nonostante siano aumentate le norme di legge per una migliore disciplina del regime di sicu- rezza nei luoghi di lavoro ed i maggiori controlli da parte degli organi pre- posti, gli incidenti sul lavoro continuano ad essere sempre più numerosi. continua in seconda pagina mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Terzo n• dieci Novembre 2008 U populu diventa poviru e servu quannu ci arrub- banu a lingua Ignazio Buttitta GLI INVISIBILI “Da allora mi sento un parassita, mi sento l'uomo invisibile” Acqua: istruzioni per l’uso 4 Da che parte stai? 2 Un Catania sorprendente 3 Agroalimentare 2 3

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“Da allora mi sento un parassita, mi sento l'uomo invisibile” E ' un vero e proprio bollettino di guerra l'elenco degli incidenti mortali Acqua: istruzioni per l’uso 4 Da che parte stai? 2 Un Catania sorprendente 3 Agroalimentare 2 3 mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Terzo n• dieci Novembre 2008 U populu diventa poviru e servu quannu ci arrub- banu a lingua Ignazio Buttitta

Transcript of iCordai10_11_2008

GLI INVISIBILI

“Da allora mi sento un parassita,mi sento l'uomo invisibile”

E' un vero e proprio bollettino di guerra l'elenco degli incidenti mortalisui luoghi di lavoro avvenuti negli ultimi anni in Italia. Dal Nord al Sud,

dalla grande città al piccolo centro agricolo, in tutti i settori lavorativi, dal-l'industria ai trasporti, dall'edilizia all'agricoltura, emerge la non cultura dellasicurezza sul lavoro.

E sono migliaia le donne e gli uomini che ogni giorno per assurdo sfidanola morte per poter guadagnare uno stipendio o un salario che permetta lorodi mantenere le loro famiglie e vivere dignitosamente.

L'ultimo incidente mortale è avvenuto in provincia di Bari, in una cantina

sociale, dove un uomo è morto ed un altro è rimasto gravemente ferito per-ché si erano calati dentro un silos contenete mosto per accertare un guastoche si era verificato. Le esalazioni di gas sono state fatali per i due.

Purtroppo è molto probabile che quando sarà pubblicato l'articolo, questoincidente non sarà l'ultimo episodio successo, perché nonostante sianoaumentate le norme di legge per una migliore disciplina del regime di sicu-rezza nei luoghi di lavoro ed i maggiori controlli da parte degli organi pre-posti, gli incidenti sul lavoro continuano ad essere sempre più numerosi.

continua in seconda pagina

mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolareDirettore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Terzo n• dieci Novembre 2008

U populu diventapoviru e servuquannu ci arrub-banu a lingua

Ignazio Buttitta

GLI INVISIBILI

“Da allora mi sento un parassita,mi sento l'uomo invisibile”

Acqua: istruzioni per l’uso 4Da che parte stai? 2 Un Catania sorprendente 3Agroalimentare 2 3

2 iCordai / Numero Dieci

GLI INVISIBILI

E TU, SINCERAMENTE, DA CHE PARTI STAI?

continua dalla prima paginaCiò sicuramente è dovuto anche all' importanza che le aziende danno ad

una maggiore produzione ed alla minore considerazione per la vita umana,trascurando accorgimenti e precauzioni che eviterebbero sicuramente cosìtanti incidenti.

Le donne e gli uomini che muoiono sul lavoro sono i più disgraziati per-ché oltre a perdere la loro vita, lasciano in uno stato di dolore, rabbia e pre-carietà le loro famiglie. Poi ci sono i "più fortunati" che nell'incidente nonperdono la vita, ma rimangono mutilati in qualche parte del loro corpo esegnati per sempre.

Ma ci siamo mai chiesti dove vanno a finire questi "fortunati"? Comevivono, se riescono ancora a lavorare, se hanno usufruito delle agevolazionidi legge, se riescono a mantenere le proprie famiglie?

Uno dei di questi uomini, il Sig. Francesco Amato, abitante nel quartieredi San Cristoforo, mi ha raccontato la sua storia con la quale è riuscito achiarire gli interrogativi che mi ero posta.

" Ho 56 anni e lavoravo in una ditta che produceva cavi elettrici, la TradosCavi ex Cavi Sud, e manovravo una macchina che faceva sciogliere la resi-na sui cavi di rame. Avevo 35 anni quando avvenne l'incidente, era il 10luglio 1987. Dalla macchina che io manovravo era stata tolta la griglia diprotezione per facilitare l'ingresso della gomma ed accelerare la produzione.Nello svolgere il mio lavoro ad un certo punto la mia mano destra rimaseincastrata negli ingranaggi della macchina per circa mezz'ora alla tempera-tura di 220 gradi. Quando mi tirarono fuori avevo le falangi delle dita com-pletamente bruciate. In seguito ho subito molti interventi ma alla fine mihanno dovuto amputare tutte le dita della mano destra.

Da allora mi sento un parassita, sono diventato l'uomo invisibile, a 35 annisono stato scartato come un ferro vecchio e non contavo più nulla.

Per quasi un anno rimasi sotto infortunio, poi tornai in ditta per lavorare,ma nel 1991 fui licenziato perché non potevo eseguire bene il lavoro. Feciricorso in tribunale, la causa durò fino al 1994 quando il giudice sentenziòche il licenziamento era giusto.

Ho anche rifiutato il risarcimento del danno da parte della ditta perché

amareggiato, non accettavo l'umiliazione di essere stato licenziato.Mi diedero l'invalidità del 70% e una pensione da parte dell'Inail che pren-

do ancora oggi. Ma io volevo lavorare e inoltre non potevo mantenere la miafamiglia solo con la pensione, quindi mi iscrissi al Collocamento deiDisabili (legge 68/99) e mandai domande di lavoro a molte aziende, fra cuil'Asec, la Sac, Auchan etc. ma nessuno mi ha mai risposto. Al Collocamentodei Disabili mi avevano assicurato che prima o poi mi sarebbe arrivata unachiamata di lavoro, ma sono quattordici anni che aspetto e non è arrivato mainiente!

Io ho due figli , una femmina e un maschio. Il maschio è riuscito a lau-rearsi in Giurisprudenza e adesso sta facendo la Specializzazione, la femmi-na ha dovuto lasciare l'Università perché non posso più mantenerla aglistudi. Prima mi aiutava economicamente mio padre, ma adesso è morto enon c'è più nessuno che mi aiuta.

Mi fa molta rabbia sapere che il mio diritto al lavoro è stato calpestato eche a trentacinque anni ho perso la mia dignità di uomo!

Ogni volta che un uomo muore sul posto di lavoro, tutti fanno tanta bal-doria, pare che ci sia la massima sensibilità, il Presidente della Repubblicafa tanti bei discorsi e poi…… ci abbandonano! E a noi invalidi chi ci pensa?

Se avessi avuto conoscenze politiche probabilmente avrei trovato un postodi lavoro, ma chiedere il lavoro ad un politico per me è una umiliazione,sapendo soprattutto che è un mio diritto!

Ma questa è democrazia? VIVA L'ITALIA…!"La storia del Sig. Amato è una storia che sicuramente accomuna tante per-

sone "gli invisibili"che purtroppo non hanno voce in questa società. Unasocietà in cui troppo spesso la logica del profitto mette in secondo piano ilrispetto della persona umana.

Non si può morire di lavoro e non si può sopravvivere ad un incidente sullavoro perdendo la propria dignità ed i propri diritti. Tutto ciò suscita indi-gnazione e auspichiamo che si indigni anche chi ha l'obbligo morale e lega-le di esigere il rispetto delle regole affinché non si verifichino più questidrammatici eventi.

Marcella Giammusso

Guido, Francesca, Ernesto e moltialtri si confrontavano sulle forme

di lotta da praticare. L'aula dellaFacolta di Agraria di Catania ospitavauna riunione del comitato studentesco,era la fine del 1989, erano gli annidella contestazione studentesca dellaPantera. Giandomenico (lo chiamere-mo così) era vicino alla laurea inAgraria e non perdeva una riunione,ma anche se non prendeva mai laparola era stranamente troppo attento aquello che dicevamo.

Lucianino (lo chiameremo così) nelfrattempo, in un'altra parte della città,non andava neanche a scuola, omeglio, se la "caliava" sempre, aveva8 o forse no, era più grande, aveva già9 anni. Faceva il posteggiatore nellapiazzetta Maravigna, di fronte gli uffi-ci dell'Anagrafe di Catania in viaTransito, e la mattina c'erano più autoda accontentare rispetto al pomeriggioe la scuola era un impaccio, ma ancheper la scuola lui era un impaccio.Lucianino cominciò a frequentare ilGapa, un centro di aggregazionepopolare a S.Cristoforo, lo conoscem-mo in un'attività di strada pomeridianae lui per un paio d'ore prese "permes-so" da lavoro e giocò con noi.

Ritorniamo a Giandomenico.Durante l'ennesima assemblea adAgraria una studentessa ci riferì cheera venuta a conoscenza che un impor-tante professore della Facoltà avevasaputo filo e per segno le azioni dilotta degli studenti e aveva preso delleprecauzioni per evitare che la sua stan-za fosse occupata. La studentessa nonsi limitò a questo e "sputtanò" pubbli-camente la spia: era Giandomenico,che sentitosi scoperto con uno scattodegno di una pantera lasciò la riunionee pensiamo si rifugiò dal "suo" profes-sore.

Lucianino nel frattempo cresceva epartecipava alle attività del Gapa, unavolta partecipò anche ad una manife-stazione per una discarica abusiva invia Barcellona e assistette stupito connoi alle parole dell'onnipresente Dott.Valerio Ferito, allora Capo settoreall'Ecologia della prima giuntaBianco, che davanti allo scempio disse"Tanto qui siamo a S.Cristoforo, nonsiamo al corso Italia, questo lì non l'a-vremmo permesso"! Dovemmo tratte-nerci, insieme a Lucianino, dall'aggre-dire verbalmente e non solo il"Rappresentante delle Istituzioni". Acausa di quelle battaglie

l'Amministrazione Comunale diBianco ci definì pubblicamente degli"oltranzisti", cioè lottare per eliminarela discarica era un'esagerazione, maquesta è un'altra storia.

Un giorno, dopo il lavoro, durante lapausa pranzo, gli amici del posteggiodi Lucianino lo vollero mettere allaprova. Gli chiesero di andare la serastessa a rubare un'autoradio. Quellasera al Gapa c'erano le prove dell'im-minente spettacolo teatrale e siccomeLucianino era una vera macchietta, siera inserito perfettamente nei pannidell'attore consumato. Cosa fare? Quelpomeriggio Lucianino non scese a"pustiare machini", disse che aveva unpo' di febbre, ma per la sera lo avreb-bero aspettato al varco. Ore miste dipaura (sarebbe stato il suo primo furto)di scrupoli ("ma chiddi ro gapa miriciunu ca chissu e sbaggiatu"), di viri-lità ("l'amici, se non ci vaiu, pensunuca sugnu na fimminedda"), infine diprofonda libertà e dignità: NO, iu nonvogghiu arrubbari e stasira m'innivaiu o gapa.

Giandomenico adesso ha una bellacasa, una bella famiglia ed è, guardacaso, uno "stimato" professore univer-sitario.

Anche Lucianino è sposato e ha unbimbo, non ha un lavoro fisso e quan-do lo trova viene abbastanza sfruttato,ma è ancora una macchietta ed è rima-sto sempre Lucianino e non è maidiventato Luciano o peggio,Giandomenico.

Noi stiamo con Lucianino, e tu?Toti Domina

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3iCordai / Numero Dieci

Per completare il mercato aagroali-mentare Maas ci vogliono parec-

chi soldi dalla Regione.L'amministrazione dice che la mag-gior parte vuole andarci, che tutti sonod'accordo con il trasferimento. Manessuno vuole parlare.

E' il diciannove Giugno di quest'an-no. Al mercato ortofrutticolo di SanGiuseppe la Rena arrivano a sirenespiegate decine di volanti di carabi-nieri, polizia, finanza, ispettori dellavoro e vigili urbani. E' il terzo blitzin pochi giorni, una specie di record.Rapidamente vengono fatti i dovuticontrolli "per la tutela della legalità"."Mancavano solo gli elicotteri e gliaerei da combattimento", ci dirà uncommerciante di arance, "Hannoschermato pure i cellulari. Ma che cre-devano di trovare?". Qualcuno pensòsubito a un ricatto. Il Mass, il nuovo egrande mercato agroalimentare incontrada Jungetto, è quasi pronto, magli operatori del mercato ittico e orto-frutticolo in primavera hanno boicot-tato il bando di assegnazione dei boxper i prezzi troppo alti: "Dovremmoaccollarci troppe spese, impossibile".Striscioni di protesta, articoli sul quo-tidiano locale. Risultato? Blitz. A iosa.

Questo il bollettino del blitz diGiugno: "Controllati 140 esercenti traesercenti ed avventori, elevate 50 con-travvenzioni,a avviati 45 procedimen-ti amministrativi fiscali, igienico sani-tari e per la violazione della sicurezzadel lavoro". Numeri grossi. In piùvengono distrutti a colpi di ruspe ipunti vendita abusivi dei venditori dicassette di legno, all'esterno. "Io come

dovrei mangiare?", ci disse un uomo,il giorno dopo il blitz, uscendo fuorida un campo abbandonato sulla stradaper il mercato, e con una cicatrice dacoltellata allo stomaco. Aveva sposta-to le sue cassette dietro a un murettodi pietra lavica, sotto a un albero difico, e da lì ricominciava la vendita.

Adesso siamo in autunno, cadono lefoglie, e sulla strada per il mercatosono ricomparse le casette di legnodei venditori di cassette di legno.All'ingresso del mercato ortofrutticolocome al solito non c'è ombra di vigile,nessuno paga quanto dovrebbe perentrare. Della protesta degli operatoriperò non si sente più parlare. Anzi, ilConsiglio d'amministrazione delMaas chiede a gran voce 6 milioni dieuro alla Regione per ultimare i lavo-ri: "Altrimenti resterà una cattedralenel deserto", dicono, e aggiungono unnuovo dato: "54 operatori su 88 del-l'ortofrutticolo sono d'accordo a tra-sferirsi. Gli siamo andati incontroabbassando i costi". Ritorniamo almercato e nessuno vuole più parlare,ad eccezione di un commerciante, chepreferisce però farlo per telefono: "Laspesa è rimasta eccessiva. Io dovreipagare dai 250 euro di adesso ai 2.500di domani, perché mi dovrei accollarecondominio, spese per la vigilanza,pulizia e ristrutturazione del mio box.Insostenibile. Chiudo bottega. Ma pertutti è così. Qui ci guadagnerà solo lagrande distribuzione, perché gliagroalimentari sono già stati un falli-mento per gli operatori in Italia. VediBologna. Ma il terreno di SanGiuseppe la Rena è stato già venduto.

Quindi hanno fretta di mandarci via".Andiamo a vedere a che punto è ilMaas: i lavori sono fermi, ma mancapoco per completarlo. Però la stradaper arrivarci è impraticabile, è quasiuna trazzera di campagna.Dovrebbero fare un nuovo asso viario,ovvero 5 anni di lavoro, come ci disselo stesso ragioniere del mercato orto-frutticolo, e nuovi milioni di euro.Insomma per ora è una nuova catte-drale nel deserto, e lo sarà ancora permolto. Allora perché dire: è tuttopronto, aspettiamo solo 6 miloni dieuro?

Giuseppe Scatà

AGROALIMENTARE: UN AFFARE GROSSO 6 MILIONI DI EURO

CATANIA: FIN QUI QUALCOSA DI SORPRENDENTE

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Cos'è la MaasMaas, "Mercati Agro-Alimentare

Sicilia Spa", è la denominazione socia-le del consorzio proprietario del terre-no di 100 ettari in contrada Jungetto,lì dove sta sorgendo il nuovo mercatoagroalimentare. La società ha un capi-tale sociale di € 21.076.557,25, di cuiil 99% è in mano a soci pubblici (imaggiori azionisti sono: Regione, 38mld di vecchie lire; Provincia 1 mld;Comune, 1 mld) e l'1 % a soci privati.Ai bandi di gara per l'assegnazionedegli spazi, scaduti a fine Marzo, perprotesta non ha partecipato nessuncommerciante.

Dove eravamo rimasti? Si!Adesso ricordo! Eravamo rima-

sti alla sofferta salvezza dell'ultimagiornata contro la Roma. Infatti, lastagione s'era chiusa con in panchinaquel Walter Zenga che prima ciportò alla salvezza, e che poi vennericonfermato. Credo, che mai sceltafu più giusta. Difatti, grazie anche aduna campagna acquisti mirata e gui-data dall'allenatore, le prestazionidella squadra e soprattutto la classi-fica, al momento sorridono allacompagine etnea. Esattamente, dopoben nove giornate di campionato, ilnostro Catania si trova in ottavaposizione a soli tre punti dal quartoposto (zona champions) presidiatodall'inter campione d'italia in carica.Il cammino fin qui è stato abbastan-za sorprendente, precisamente, lesconfitte al passivo sono soltantodue, ma con due squadre considere-voli come l'inter (solo due autogol

sono riusciti a farli vincere) e l'udi-nese, prima fin qui in campionato. Incasa siamo quasi inespugnabili, solodue i gol subiti ed entrambi in unasola partita. Abbiamo la media di 1,6punti a partita e di questo passo, s'ar-riverebbe in uefa. Ma io consiglio dipredicare prudenza. Infatti, le pro-vinciali che "miracolosamente"negli anni passati si sono qualificatein europa (vedi Chievo ed Empoli),hanno poi effettuato un campionatodeludente finendo poi in serie B.Parliamo un po' della squadra esoprattutto dei singoli. Bizzarri (ilmigliore fin qui), Mascara eMartinez stanno facendo bene,dimostrando di essere lo zoccoloduro della rosa. Come non citare,invece, Paolucci e Ledesma. Ilprimo, talento scuola juve, con i suoigol, per lo più decisivi, ha permessoalla squadra di racimolare una quan-tità cospicua di punti. Il secondo,

l'acquisto più caro della storia dellasocietà, grazie alla sua esperienza,ha saputo imporsi fin da subito adalti livelli in un campionato difficilecome quello italiano. Il percorso finqui c'ha sorriso, ma riferendomi allamedia punti citata poco fa, direi che

quest'anno, per scaramanzia, biso-gna cercare una tranquillissima sal-vezza, amalgamare bene il gruppo epoi, con qualche altro acquisto mira-to, puntare finalmente a qualcosa dipiù che di una tranquilla salvezza.

Carmelo Guglielmino

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4 iCordai / Numero Dieci

Redazione “i Cordai”Direttore Responsabile: Riccardo OriolesReg. Trib. Catania 6/10/2006 nº26Via Cordai 47, [email protected] - www.associazionegapa.orgtel: 348 1223253

Stampato dalla Tipografia Millauro,Via Montenero 30, CataniaGrafica: Massimo GuglielminoFoto: FotoArchivio Giovanni Caruso, FotoMajorana, Alexey Pivovarov

Hanno collaborato a questo numero:Giovanni Caruso, Toti Domina, Paolo Parisi,Marcella Giammusso, Giuseppe Scatà, CarmeloGuglielmino, Giancarlo Consoli, MarcelloTringale

Spett.le Presidente ATO Acque CataniaDott. Giuseppe Castiglione Via Prefettura, 14 - 95124 Catania

e p.c. Adoc CataniaVia A. di Sangiuliano,365 - 95124Catania

e p.c. Sidra s.p.a.Via G. Vagliasindi, 53 - 95126 Catania (*)

ISTANZA DI RIMBORSO CANONI DI DEPURAZIONE FATTURE FORNITURA ACQUA PAGATI IN ASSENZA DEL SERVIZIO DI DEPURAZIONE E FOGNATURA

Il/la sottoscritto/a _______________________________________________________________________,nato/a a__________________________________________________, in data______________________residente in_________________________________via_________________________________________utente del servizio idricocod.utenten°_______________codicefiscale_______________________________

PREMESSO CHE- con sentenza n.335/2008, pubblicata in data 10/10/2008, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illeggitti-mità costituzionale dell'art.14, comma 1, della legge n.36/194 (Disposizioni in materia di risorse idriche) edell'art. 155, comma 1, del d.lgs. n. 152/2006 (Disposizioni in materia ambientale) che prevedevano l'ob-bligo degli utenti del servizio idrico di pagare i canoni di depurazione anche in assenza del servizio didepurazione delle acque, ed ha stabilito che i canoni di depurazione devono essere pagati dagli utentidel servizio idrico solo come corrispettivo della effettiva esistenza del servizio di depurazione;

- in fatto, il/la sottoscritto/a, ha pagato i canoni di depurazione senza esservi tenuto, in quanto residentein zona urbana priva del servizio di depurazione;

- solo ora il/la sottoscritto/a ha avuto conoscenza , in forza della sopra citata sentenza della Corte costitu-zionale, di avere pagato al gestore del servizio idrico integrato (ATO Acque Catania) corispettivi nondovuti;

- dato che la prescizione ordinaria è di durata decennale ex art. 2946 c.c.;

VI DIFFIDA(ai sensi dell'art. 1454 Codice Civile) a rimborsare tutti i corispettivi pagati a titolo di canone di depurazione,come computati in tutte la fatture di fornitura acqua negli ultimii dieci anni e quindi non ancora prescritti, ivicompresi gli eventuali importi IVA calcolati sui canoni di depurazione non dovuti entro e non oltre quindicigiorni. In caso contrario, mi troverò costretto ad adire le competenti autorità giudiziarie.

data______________________ _________FIRMA UTENTE_________

(*) indicare nell'indirizzo la Società fornitrice del servizio idrico N.B. Per completezza di informazione si può fare riferimento alle fatture di cui si richiede il parziale rimborsoindicando N° fattura, data fattura, e importi dei canoni di depurazione indebitamente riscossi.

SCHEDA A CURA DI GIANCARLO CONSOLI IN COLLABORAZIONE CON L'AVV. CLAUDIO MELCHIORRE E CONL'ESPERTO DOTT. SALVO SPINELLA DELL'ADOC DI CATANIA

BOLLETTE ACQUA: LA CORTE COSTITUZIONALE DA’RAGIONE AI CITTADINI

In data 10 ottobre 2008 la Corte Costituzionale hadichiarato illegittimo l’obbligo degli utenti del servi-

zio idrico di pagare i canoni di depurazione anche inassenza del servizio di depurazione delle acque, ed hastabilito che i canoni di depurazione devono essere

pagati dagli utenti del servizio idrico solo come corri-spettivo della effettiva esistenza del servizio di depura-zione.

Riportiamo quindi di seguito il modulo di richiesta delrimborso delle somme versate alla voce “acque reflue”.