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Laboratorio didattico - sez. tecnicaDal latte al formaggio.Un’esperienza golosa di scuola - lavoro

Laboratorio didattico - sez. professionaleL’ortensia. Una nuova coltura per la nostra serra

SportUn anno di attività e divertimento in salute

La voce degli studentiVoci, fatti esperienze e riflessioni

L’eccellenza crea poesiaBere il territorioConcorso di poesia “T come terra”La mia Fieracavalli di emozioni Giochi

EditorialeLa didattica per competenze

PostaCaro Duca, ti scrivo.

ApprofondimentoTurchetta un “nuovo” vitigno per la viticoltura veneta

Approfondimento

Podologia: un argomento molto sottovalutato nell’allevamento intensivodei bovini

Notiziario delle attività

Corsi di giardinaggioCorso stima danniStage di mungituraStage estivi

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AgriFoglionotiziario dell’Istituto Superiore di Istruzione Agraria

Duca degli Abruzzi - [email protected]

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Progetto grafico: Andrea Chinello

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Approfondimento

Telemaco Signorini a Padova. Il macchiaiolo che piace ai ragazzi

Sperimentando 2010Mostra scientifica interattiva

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ANNO V - N° 13 - Maggio 2010

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petenze chiave di cittadinanza, da intendersi “come soglia culturale comuneper preparare i giovani alla vita adulta”, mirando l’azione educativa alla realiz-zazione personale, all’esercizio della cittadinanza attiva, alla coesione sociale eall’occupabilità.

Le competenze chiave da acquisire al termine del biennio del secondo ciclo so-no le seguenti:

1. imparare ad imparare;2. progettare;3. comunicare;4. collaborare e partecipare;5. agire in modo autonomo e responsabile;6. risolvere problemi;7. individuare collegamenti e relazioni.

Collocare i traguardi di competenze disciplinari in tali finalità vuole dire supera-re una concezione della didattica che trasmette rigidi contenuti disciplinari perrivolgersi a una didattica per competenze a cui fanno riferimento abilità e co-noscenze disciplinari interrelate tra loro; significa, inoltre, aprirsi allamultidisciplinarità e all’l’integrazione dei saperi, dare alle discipline una valenzaformativa oltre che dichiarativa (i saperi) e procedurale (saper fare), nella consa-pevolezza che ogni sapere e abilità disciplinare concorre alla formazione delbuon cittadino e rimanda ai saperi e alle abilità di altri ambiti disciplinari. Esistono quindi due livelli di competenza che l’insegnante e il Consiglio di Classedovranno sviluppare nell’alunno: la capacità di realizzare un compito e la capa-cità di riflettere sulle risorse che gli hanno permesso di realizzare quel compito(l’imparare ad imparare), cercando di non dimenticare la persona che è dietrol’attore (nel senso di persona che agisce la competenza).Il concetto stesso di competenza infatti ha una duplice natura: quella cognitiva(la comprensione e l’organizzazione dei concetti) e operativa (le abilità che lacaratterizzano), ma anche quella affettiva (le convinzioni, gli atteggiamenti, lemotivazioni, i valori).Lo studente “competente” pertanto saprà, ad esempio, “padroneggiare glistrumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazionecomunicativa verbale in vari contesti”, ma sarà anche in grado di affrontare l'in-certezza come situazione e non come disagio, di controllare e governare lesituazioni problematiche riuscendo, nella vita di tutti i giorni, a muoversi in piùcontesti, a organizzare le proprie conoscenze e ad essere flessibile nell’adotta-re soluzioni e strategie a seconda della situazione in cui verrà a trovarsi.Il raggiungimento o meno della competenza a fine percorso è materia della cer-tificazione.Il nostro Istituto può dirsi all’avanguardia nello sviluppo di questa prassi educa-tiva, in quanto, già dall’anno scorso, ha istituito una commissione, guidata dallaprofessoressa Olga Loguercio, che ha approfondito lo studio delle direttive eu-ropee sugli ASSI CULTURALI mettendo in atto, una serie di unità formative diapprendimento, nelle classi prime, di cui abbiamo dato conto anche nelle pagi-ne di AGRIFOGLIO (N. 11). Ancora più sperimentata, inoltre, risulta l’esperienza della nostra scuola nella or-ganizzazione e presentazione degli stages che si realizza nelle classi quarte equinte coinvolgendo, in un lavoro complesso e articolato, gran parte delle di-scipline di studio e tutte le 7 competenze summenzionate. P.V.

La didattica per competenze.Una metodologia nuova per insegnare agli studenti delsecondo millennio

Editoriale

Fare scuola nel nuovo millennio, anche negli istituti superiori, è un lavoro deltutto diverso da quello che è stato nel passato. I mass media tecnologici sonodiventati le agenzie educative (o diseducative!) più potenti e il mercato del la-voro chiede una flessibilità al cambiamento così elevata come mai era successoin precedenza nella storia. Di fronte a questo mondo nuovo, non sempre i tentativi di riforma dell’istruzio-ne sono stati adeguati, né, tanto meno oggi, hanno offerto ai docenti glistrumenti e i mezzi necessari ad affrontare quella che è diventata una vera epropria sfida: quella di trasmettere il patrimonio culturale più alto che l’umani-tà abbia creato, perché esso non venga perduto e sia fondamento sicuro alledonne e agli uomini di domani; ma soprattutto, di insegnare a imparare e apensare liberamente. Pur nella scarsità di risorse, tuttavia, è necessario che la scuola cambi e che sisappia cogliere nelle nuove direttive ciò che è positivo (tanto o poco che sia). Analizzando dunque il recente quadro normativo sull’obbligo scolastico(D.M.139 22/08/2008), troviamo una serie indicazioni che possono permet-terci di organizzare una scuola più coinvolgente ed efficace nella preparazionedei nostri studenti. Secondo queste direttive i traguardi che le scuole devonoporsi sono sostanzialmente tre:

1. superare il modello di insegnamento/apprendimento, centrato sulla discipli-na e sui programmi, per sviluppare la progettazione per competenze, inesse dovranno essere esplicitate le connessioni tra le conoscenze, le abilitàdisciplinari e le competenze a cui quei saperi fanno riferimento. Per esserepiù chiari, cerchiamo di precisare i significati dei termini utilizzati:

CONOSCENZE = sapereABILITÁ = saper fare CAPACITÁ = potenzialitàCOMPETENZA = saper fare, fondato su una naturale predisposizio-ne ma nutrito di conoscenze, abilità e capacità, verificabile in unasituazione oggettiva.

2. affrontare il problema della valutazione in termini di esiti di apprendimen-to non solo di conoscenze, ma anche di abilità e competenze per losviluppo della persona e per la costruzione del sé, delle relazioni con gli al-tri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale.

3. inserire il sistema educativo nazionale in una dimensione europea e mon-diale che richiede un miglioramento della qualità dell’istruzione attraversol’attenzione al soggetto che apprende, al suo vissuto, alle sue conoscenze,al suo stile di apprendimento, alla sua diversità.

In tale contesto sono stati indicati ai Paesi membri dell’Unione Europea le com-

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NATURA CULTURA VITA

CAPACITA’

CONOSCENZE

COMPETENZE

ABILITA’

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Gentile Signor Preside,quest’anno, a scuola, ci sono stati nu-merosi scioperi dei docenti; sappiamoche, negli altri istituti, se manca il pro-fessore della prima ora, la classe vienemandata a casa; la scuola inoltre, neigiorni precedenti lo sciopero fa firmarealla famiglia un avviso in cui avvertedella possibilità di un’uscita anticipata.A noi, invece, accade spesso di vederarrivare in classe un insegnante, chenon può – ragioni sindacali - fare le-zione, ma solo sorvegliarci, e di esseretrattenuti a scuola, magari per seguireun’ora di lezione in tutta la mattina na-ta. Allora le chiediamo: perché nonpossiamo essere mandati a casa, co-me succede nelle altre scuole? Magaripotremmo portarci avanti con i compi-ti!Le classi prime

Succede spesso che lo sciopero del personalecoinvolga le singole classi solamente perun’ora, di solito la prima, ma che per le rima-nenti siano presenti i docenti e che, quindi,gli studenti possano seguire normalmente leattività didattiche. Come dirigente scolasticodevo prendere una duplice decisione. La primariguarda il rispetto della protesta degli sciope-randi, che non possono essere sostituiti nellaloro attività d’insegnamento (è per questo chei docenti che “sostituiscono”, operano solouna mera azione di sorveglianza, per motivi disicurezza. La stessa azione di sorveglianza puòessere operata anche da altro personale inservizio). La seconda decisione riguarda il dirit-to allo studio degli studenti che hanno,appunto, tutto il diritto di fare scuola con iprofessori che non hanno scioperato. Il mandare a casa gli studenti, pertanto, è unasoluzione che si attua solo quando non sia pos-sibile né sorvegliare né fare lezione. In questocaso, per uscire da scuola, c’è la necessità diavere il benestare delle famiglie. Ma la decisio-ne finale la prendo io e non sempre è positivain quanto valuto, più che attentamente, tutti irischi che l’uscita dall’edificio potrebbe compor-tare. Ci tengo molto alla vostra incolumitàpersonale. Potreste comunque portarvi avanticon i compiti nelle ore di sorveglianza.LG

Gentile signor Preside,è da tempo che sentiamo parlare dellanuova stalla, e proprio su AGRIFOGLIOabbiamo visto il progetto e saputo cheè stato approvato, io sono in Prima emi auguravo di poter vedere i lavoriterminati, invece, per il momento,della stalla nuova non si vede tracciae io ho paura che arriverò in Quintaprima che la stalla sia finita.Umberto Rigodanzo 1B

Caro Umberto, credo proprio che, prima di uscire dal nostroIstituto, tu vedrai la stalla finita e funzionante.Non solo, ma che vi farai anche esercitazioni avario titolo. La Provincia di Padova, infatti, as-sieme alla ditta che ha vinto la gara d’appalto,ha già fatto i primi sopralluoghi per l’avvio deilavori. La realizzazione e la messa in sicurezzadel cantiere di lavoro dovresti vederla già pri-ma della fine di questo anno scolastico.Anch’io, come tutti voi, sono ansioso di vederel’inizio dei lavori.LG

Gentile signor Preside,uno dei problemi più grossi della no-stra scuola sono gli spogliatoi. Gliarmadietti, nei quali teniamo i nostrimateriali da lavoro – la tuta, le calzatu-re di sicurezza e altro – vengonoregolarmente scassinati e i nostri indu-menti rubati. Di questi tempi,ricomprare tutta l’attrezzatura è un belproblema per le nostre famiglie e noi,oltretutto, veniamo anche sgridati daigenitori! Le classi prime

Quello degli spogliatoi è un bel problema! Machi è che scassina gli armadietti e ruba i vostriindumenti? Scommetto che ciascuno di voi è stato testi-mone di un episodio di danno o di furto… enon ha detto nulla!Neppure chi è stato derubato del materiale hasegnalato l’episodio, oppure l’ha fatto fuoritempo massimo, quando non è più possibile ri-costruire i fatti.Dopo alcuni eventi incresciosi, gli spogliatoi so-

no stati fatti sgomberare, in attesa di sistemar-li e riprendere il loro uso con regole precise, peraltro già scritte, che coinvolgono studenti, do-centi e il personale tecnico e ausiliario. Confidonella vostra collaborazione.LG

Egregio signor preside,da qualche tempo, nell’azienda dellascuola, si è istallata una folta colonia dipiccioni. Sono così tanti che sporcanodappertutto, provocano danni ai tettidelle costruzioni e disturbano anche inostri animali. Molti studenti della scuola

Il problema dei piccioni è un problema grosso,molto difficile da risolvere!La costruzione della nuova stalla dovrebbeconsentirci di rimediare, almeno in parte, aldelicato inconveniente. Finora abbiamo fatto diversi tentativi, fino aquello di chiamare la polizia provinciale che hafatto fuoco, per prova. L’azione, pur utile e le-gittima, ha sollevato numerose proteste.L’azione con i falconieri non ha dato l’esitosperato.Stiamo contattando degli esperti del settorenella speranza che ci diano indicazioni utili.Se voi avete qualche proposta, fatela. Grazie.LG

La Posta

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Caro Duca ti scrivoQuesiti, osservazioni e proposte

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Nei programmi disciplinari dei nostriallievi è parte integrante lo studio del-l’allevamento dei bovini da latte,l’analisi chimico-fisica del latte e deisuoi derivati, la conoscenza dei pro-cessi biotecnologici di trasformazionealimentare - dalla materia prima agri-cola ai prodotti finiti, in particolare dallatte al formaggio, il calcolo di percen-tuali e proporzioni matematiche. Inostri studenti, inoltre, sono guidati afare relazioni scritte o multimediali sunumerosi di questi argomenti di stu-dio.Questo lavoro teorico e multidisci-plinare, che si sviluppa in classe,trova un momento di applicazionepratica di alto livello nel laboratoriodi caseificazione che impegna, ognianno, gli studenti di quarta e diquinta. Nel periodo che va daGennaio a Marzo, gruppi ristretti dicirca 3 allievi prendono parte, peruna mattinata, alla produzione diformaggio e ricotta presso il caseifi-cio della scuola, diretto dalprofessor Cozzula e dall’assistentetecnico Salvò.Gli studenti seguono dall’inizio allafine il processo di caseificazione e,in questo modo, vedono messo afrutto nella pratica concreta il baga-glio di conoscenze teoriche chehanno acquisito in classe. Chi, inve-ce, avesse incontrato difficoltà neiprocessi di apprendimento astrattopuò trovare in quest’attività l’occa-sione di rivedere gli argomenti distudio da una prospettiva diversa eavviarsi più facilmente al recuperodelle proprie lacune conoscitive.Presso il caseificio della scuola, so-no state impegnate, quest’anno, leclassi 4A, 5B, 5D, 5E, le quali hannolavorato, a gruppi, per 30 giorni sui60 di attività complessiva di caseifi-cazione. In questo periodo sono stati lavora-ti 9.000 litri di latte, piùprecisamente ogni giorno 150 litridel prodotto di base sono stati tra-sformati in 15 kilogrammi diformaggio; una parte del siero, - cir-ca. 25 litri – è stata utilizzata, invece,per produrre ricotta. La resa mediain formaggio è stata, dunque, del

10%. Dopo una stagionatura durata inmedia 40 giorni, la pezzatura delleforme prodotte è risultata media-mente di 500/600 gr., il diametro diogni caciotta si è aggirato intorno ai10 cm., con uno scalzo intorno ai 5cm. Ad una parte di cagliate sonostati addizionati pepe o peperonci-

no per differenziare la produzioneche è stata messa in vendita a 10 €al chilo. Oltre alla primaria valenza didattica,la produzione del formaggio potreb-be degnamente contribuire alsostentamento economico dellascuola, insieme agli altri settori pro-duttivi. Per questo però sononecessarie strutture più ampie emoderne, ci auguriamo dunque che,come previsto, alla nuova stalla siaannesso presto un nuovo caseificio.L’esperienza di scuola-lavoro è dun-que un modo diverso di fare scuola,ma essa offre agli studenti del no-stro Istituto anche un plus valore dipreparazione perché li rende consa-pevoli di un’opportunità di lavoroche essi possono intraprenderepresso la propria azienda o pressoimprese di caseificazione specializ-zate. Di questi tempi è dunqueun’esperienza davvero golosa!

Patrizia Valentini, docente di Materie letterarie e Gian Paolo Cozzula, docente di Tecnologie agrarie

Laboratorio

Dal latte al formaggioUn‘esperienza golosa di scuola-lavoro

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La viticoltura nazionale, dopo la grande espansio-ne del periodo 1970-1980, è stata interessata,negli ultimi anni, da una pesante crisi, dovuta so-prattutto allo squilibrio domanda/offerta. Da unlato si assiste, in Italia, ad una costante diminuzio-ne del consumo pro-capite di vino, dall’altra partesi sono affacciati sullo scenario vitivinicolo nazio-nale nuovi paesi come l’Australia, la NuovaZelanda, il Sud Africa, il Cile, l’Argentina, il Brasilee la California. Stati che, un tempo importatori divino italiano, dispongono oggi di elevata capacitàproduttiva unita all’ottima qualità dei prodotti e acosti di produzione fortemente concorrenziali.Inoltre, di non trascurabile rilevanza resta l’inco-gnita che può derivare dalla possibile produzionecinese, per ora sconosciuta, ma capace, in pochianni, di proporsi al mercato mondiale stravolgen-dolo. Alla luce di questo scenario e dei suoipossibili sviluppi, è chiaro che si deve pensare adazioni di risposta, pena lo scivolamento in una cri-si irreversibile. Sentiamo ora, in meritoall’argomento, il parere di un esperto dellaCooperativa Agricola Sansovino e Cantine, diConselve.Quali potrebbero essere le soluzioni possibili permantenere elevato il valore vitivinicolo veneto?Va detto, innanzitutto, che momenti difficili la viti-coltura veneta ne ha passati parecchi: dallaricostruzione dei vigneti, dopo le distruzioni deri-vanti dalle “nuove malattie Americane” (oidio,peronospora, fillossera…), alle tremende gelateche causarono la morte e l’abbandono di molti vi-gneti (nel gennaio 1985 si ebbero, per alcunenotti di seguito, temperature minime che sfioraro-no – 18°C) , nonché a politiche economichesbagliate che affossarono la viticoltura costrin-gendo all’abbandono di questo segmento daparte di molti agricoltori. Nonostante ciò, lo spi-rito e la forza di volontà hanno fatto sì che anchein una situazione di totale stravolgimento avesseinizio una lenta ripresa che si è resa ancora più ef-ficiente puntando ad aumentare la qualità e aridurre le rese.

Vi è stata anche un’evoluzione della viti-coltura?La svolta si è avuta nella Regione Veneto metàdegli anni ottanta con piani di aiuto per lo svilup-po e la ristrutturazione della viticoltura.Operazioni che hanno permesso l’introduzione dinuove varietà di uve (più competitive sul merca-to), nonché di innovative prospettive evolutive nelconcepire la viticoltura e hanno consentito un mi-glioramento continuo della qualità dell’uva incampo e del vino in cantina.Questa trasformazione radicale sul territorio ha

permesso di rafforzare e consolidare il settoreconsentendogli di essere competitivo sul pianodel mercato nazionale e internazionale, ma la so-stituzione di varietà più appetibili al mercato hafatto sì che molte cultivar locali autoctone fosseroabbandonate, perse per sempre.Ecco perché, ai fini di recuperare ciò che era rima-sto del patrimonio viticolo italiano, negli anninovanta, sotto la spinta della Società Generale deiViticoltori Italiani che promuoveva studi sulle va-rietà autoctone, sono stati recuperati, grazie aifinanziamenti del Ministero dell’Agricoltura e del-le Regioni, e la dedizione di esperti, ben 42 vitigniautoctoni.

Quindi la ricerca ha avuto un ruolo decisi-vo nella salvaguardia del patrimonioviticolo tipico di ogni zona...Certo. Questa opera di recupero di alcuni vitigni dipregio ha messo in evidenza ed esaltato il grandevalore di alcune varietà che potrebbero rappre-sentare la vera sfida tecnico-colturale in campointernazionale.

In che senso ?Come detto all’inizio, la globalizzazione sta cau-sando ingenti problemi al mondo del vino. Unapossibile soluzione per contrastare questo feno-meno, ormai da considerarsi ineluttabile, sembraessere la ricerca di vini originali, unici, che sappia-no stupire, meravigliare, ma, soprattutto,rappresentare il territorio ed essere un traitd’union tra terra, storia, caratteri morfologici, cli-ma e società. Per questo ha preso il via un’intensaattività di recupero che ha, oltretutto, salvato dal-l’estinzione interessantissime varietà di vitigniautoctoni.

Qualche esempio?I risultati di tale sperimentazione, che sono statipresentati in un Convegno svoltosi a Conegliano,nel 2004, hanno portato ad evidenziare sei vecchivitigni: uno a bacca bianca, il Grapariol, e cinquea bacca nera, Cavrara, Corbina, Marzemina gros-sa, Recantina e Turchetta, la cui iscrizione alRegistro Nazionale delle varietà di vite è stata ap-provata recentemente dal Comitato Ministerialedi esame delle varietà di vite. Un esempio molto interessante per il territoriodella Bassa Padovana è da identificare nel vecchiovitigno denominato “Turchetta”.

Si tratta, per caso, della varietà “Turca”?No. La varietà Turchetta, che potrebbe avere unfuturo molto promettente grazie alle sue caratte-ristiche organolettiche, è stata recuperata in

provincia di Rovigo e non è da confondere conl’uva Turca, tipica invece della zona di Trento. A questo proposito, nell’opera “Vitigni ad uva davino”, realizzata da Cosmo e collaboratori, epubblicata dal Ministero dell’ Agricoltura nel1965, troviamo una descrizione ampelograficadella varietà Turca coltivata in provincia diBelluno, nella quale viene specificato che ”…niente ha a che vedere con la varietà Turchettaun tempo coltivata nel Polesine, nel Veronese edin altre province del Veneto…”.

Bene. Vediamo quali sono le caratteristi-che della turchetta ?E’ un vitigno molto rustico, poco sensibile alla pe-ronospora ed altre crittogame e l’uva non èsoggetta a marciume. E’ una varietà a bacca ne-ra ancora oggi coltivata nella provincia di Rovigo,ma per le sue interessanti caratteristiche è statarecentemente riproposta per una viticoltura piùestesa. La troviamo citata per la prima volta dalPollini, in un elenco in cui si riportano le varietàpresenti in provincia di Verona, da osservazionifatte tra il 1818 e il 1823. Successivamente, tro-viamo numerose citazioni anche ad opera delPerez (1900), del Maddalozzo (1878), dell’illustreagronomo Grigolato e del Marzotto (1925) ilquale riporta in sunto che “la Turchetta è unabuona varietà del Veneto, molto coltivata in altritempi specialmente nelle pianure padovane.Attualmente è più che altro coltivata nelle pianu-re veronesi e del Polesine. Allega facilmente e dàabbastanza buoni e costanti prodotti. Ha fogliamedia oblunga a cinque lobi, grappolo per lo piùpiramidale di media grandezza, spargolo. Amapotatura corta, resiste abbastanza alla perono-spora e ad altre crittogame; non è soggetta amarciume. Il mosto è molto colorito, ricco di zuc-chero e scarso di acidità. Matura nella terza

Approfondimento

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TurchettaUn “nuovo” vitigno per la viticoltura veneta

Varietà “Turca”

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punto di vista tecnologico, sembrano molto in-teressanti per la salute.

E le caratteristiche sensoriali?All’analisi sensoriale il vino presenta una note-vole intensità colorante: all’ olfatto esprime unabuona vinosità che rivela note di lampone, pe-pe, marcati sentori di viola, marasca, e pochiprofumi vegetali; al gusto si presenta discreta-mente morbido e di grande eleganza, èleggermente acido e salato, con una nota giu-stamente amara, abbastanza astringente, ilretrolfatto èfruttato, floreale e speziato.Il vino della “Turchetta” deve affrontare unlungo processo di invecchiamento prima dipotersi concedere, giustamente evoluto ed ar-monico, al palato del consumatore.Breda Federica 4D

epoca, cioè a fine settembre o primi di ottobre”.Nel 1949, Cosmo scrive che la Turchetta rappre-senta il 5% delle uve coltivate nella provincia diRovigo e la inserisce, per queste sue caratteristi-che, nella lista delle “varietà che meritano diessere diffuse ed incoraggiate”. Altri due esperti,Montanari e Ceccarelli (1950) la ricordano comecomponente dei vini rossi della zona di Rovigo edasseriscono che “il vitigno, di non secondaria im-portanza, è indigeno del Polesine”.

Può farne una descrizione ampelografica?Il germoglio è cotonoso, con orli carminati. Il por-tamento è semieretto.

La foglia adulta è di medie dimensioni, di formapentagonale con lobo centrale allungato, pentalobata; la pagina inferiore è lanuginosa; il lembodi colore verde medio è mediamente bolloso; ilseno peziolare con base a V è da poco aperto achiuso; i seni laterali superiori aperti, con fondo aU. I denti sono corti a lati rettilinei. Il piccioloè corto, di colore rossastro.

Il grappolo è abbastanza spargolo, di media gran-dezza (250-290 g), piramidale, alato, con alilunghe; il peduncolo è corto, di colore rossastro eparzialmente lignificato. L’acino è di medie dimen-sioni (1,9-2,1 g), arrotondato, con buccia di coloreblu-nero, molto pruinosa e sottile; la polpa è mol-le, succosa; il succo è colorato, di saporezuccherino ed acidulo insieme.

Quali sono le caratteristiche e le attitudinidi questa varietà ?È un vitigno che si adatta bene ai terreni argillosidi pianura tipici della sua tradizionale area di col-

tivazione, purché ben drenati. La fertilità dellegemme, anche basali, è buona, per cui la‘Turchetta’ si adatta bene anche alla potatura cor-ta; la produttività è media a causa soprattutto dellimitato peso del grappolo. Molto interessanti ilcontenuto zuccherino (20-21° Brix), quello acido(7-8 g/L) e soprattutto quello dei polifenoli e degliantociani.

Quali sono le caratteristiche chimiche delvino ottenuto da questa varietà?Le uve di ‘Turchetta’ presentano una concentra-zione di polifenoli totali molto importante; questovitigno, dato l’indice di maturazione cellulare su-periore a 60, che indica un’elevata rigiditàcellulare, necessita l’individuazione della tecnolo-gia migliore per la loro completa estrazione.Interessante anche l’acidità totale che, nonostan-te una buona presenza di zuccheri, rimanecomunque sostenuta. L’elevato contenuto di an-tociani liberi la rende promettente per laproduzione di vini con colorazione notevolmentesuperiore alla media, da usare tal quali oppure co-me integratori di colore in varietà che nedifettano. L’analisi delle componenti antocianicheevidenzia come anche nella ‘Turchetta’ sia pre-sente la malvidina 3-glucoside; si rilevano inoltreelevati tenori degli esteri p-cumarici. Le uve della‘Turchetta’ hanno un buon contenuto di flavono-

li (circa 60 mg/kg, con predominanza dellamiricetina); questi composti, poco importanti dal

Approfondimento

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Varietà “Turchetta”

DioramiTuoni fulmini e maltempo non fer-mano il lavoro delle 5E e 5B.Quest'anno durante il periodo in-vernale le due classi si sonocimentate in una prova non indif-ferente: la realizzazione di diorami,ovvero di plastici in perfetta scala.Per quest’opera, nei tempi passatiL'Istituto si è avvalso del lavoro diartigiani nonché di ditte specializ-zate, quest’anno nostri ragazzi sisono messi alla prova e con gran-de passione realizzando deimodellini di vitigni nelle forme diallevamento a cordone speronatoe doppia cortina G.D.C..I modelli rimarranno a disposizio-ne per gli anni a venire comemateriale didattico presso il labo-ratorio di agronomia della scuola. Complimenti ragazzi!Giuseppe Massimino, docente di esercitazioni

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L’esperienza e le attenzioni di un’azienda a conduzione familiare. La nostra “strategia della qualità” comprende tutti gli aspetti tecnologici e gestionali, la sicurezza e la comodità delle più moderne tecnologie per la distribuzione automatica di alimenti e bevande. Offre una gamma sempre più ampia e competitiva di prodotti. Valorizza scelte alternative come il biologico e il mercato equo e solidale. Promuove una corretta cultura alimentare nelle scuole, nelle imprese, negli spazi collettivi, con una serie crescente di iniziative. Perché crediamo che la qualità della distribuzione automatica, è sempre più qualità della vita.

passione per la distribuzione

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AttivitàCorsi, manifestazioni, gare, incontri

Notiziario

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Stage estivi 2010Sono in fase di organizzazione gli stage estivi per gli stu-denti della sezione tecnica e professionale che abbianosuperato i 16 anni di età e che non abbiano materie darecuperare a settembre. I ragazzi saranno impiegati inturni settimanali di 6 giorni lavorativi, a partire dal 14giugno fino alla settimana precedente l’avvio del nuovoanno scolastico 2010/2011, nei seguenti settori: zootec-nico, avifauna, orticolo, arboreo, vigneto, serre. La partecipazione agli stage prevede un rimborso spesecosì quantificabile:

• € 160 settimanali per le attività prestate pres-so l’allevamento zootecnico con i seguenti orari:dalle ore 6.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00alle ore 21.00.• €80 settimanali per le attività prestate neglialtri settori con il seguente orario: 8.00 – 13.00.

Agli studenti che si renderanno disponibili a frequentaregli stage estivi per 4 settimane consecutive sarà corri-sposto un contributo aggiuntivo di 50 €.Una commissione valuterà le domande di partecipazio-ne pervenute ai direttori d’azienda entro il 17 Aprile eformerà i gruppi di lavoro secondo un calendario che sa-rà comunicato alle famiglie entro il termine delle lezionidel corrente anno scolastico.

muscolare e scheletrico. La stalla è costituita da un passag-gio centrale dove si distribuisce il cibo, da uno spazio libero alcoperto, dai box, e da uno spazio più ampio, all’ aperto.Vitelli, manzette, manze, vacche e gravide sono suddivisi inzone diverse.In questa stalla ci sono animali con diverse caratteristiche: inlattazione, in asciutta, in lattazione ma in cura con antibiotici.Le vacche in cura vengono munte ugualmente, ma, siccomeil latte presenta una quantità di antibiotici eccessiva vienebuttato via.Alla fine di ogni mungitura è necessario lavare con cura lamacchina mungitrice.Il primo giorno abbiamo assistito anche a un parto podalicomolto difficile e faticoso. Per fortuna il vitello è nato senza difficoltà, grazie all’ espe-rienza del titolare dell’azienda e di suo figlio Valerio. I primi giorni io e Riccardo eravamo un po’ impacciati, per lanostra inesperienza, ma poi con il tempo abbiamo fatto pra-tica e imparato. Più i giorni passavano più sapevamo gestirecon precisione e senza errori le operazioni di mungitura.Penso che il titolare sia stato molto soddisfatto di noi perchéha visto che ci siamo impegnati e siamo riusciti a mungeresenza alcun problema. Anche noi siamo stati molto contentiperché abbiamo imparato cose nuove e importanti. Grazie altitolare dell’azienda che ci ha ospitato e al nostro tutore checi ha insegnato l’“arte” della mungitura. Dobbiamo inoltre ungrazie, al professor Cucuzza che, con molta pazienza, ha or-ganizzato gli stages.Andrea Rampazzo 3A

Stage di mungitura

La settimana dal quindici al diciannove marzo io e il mio com-pagno Riccardo abbiamo svolto lo stage di mungitura pressoun’ azienda agricola di Cervarese Santa Croce. È stata senzadubbio una bella e utile esperienza perché abbiamo imparatoa mungere e abbiamo conosciuto tutte le tecniche più avanza-te di mungitura. .Ogni pomeriggio, dalle ore 16:00 alle ore 20:00 circa, entrava-mo in azione guidati dal nostro tutor, Valerio, che ci ha seguitoe ha corretto i nostri errori. Mentre lui preparava il carro perl’alimentazione dei bovini, noi siamo andavamo a pulire la let-tiera e poi ci occupavamo di tutte le operazioni che precedonola mungitura: inizialmente spostavamo le vacche verso la salamungitura, preparavamo la cisterna e i condotti per il latte; do-podiché partivamo a mungere. L’azienda è moltoall’avanguardia in quanto le vacche sono tenute a stabulazio-ne libera e possono muoversi senza essere legate con catene.In questo modo l’animale sviluppa anche un buon apparato

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Notiziario

Corso Stima Danni in Agricolturacausati da avversità atmosferiche

Il corso, riservato agli studenti frequen-tanti le classi quarte e quinte, è statoorganizzato dal professor RobertoLovato e ha avuto, tra i relatori, esperti delsettore. Si tratta di un’iniziativa molto im-portante in quanto fornisce agli studentiinteressati le conoscenze teoriche e pra-tiche necessarie per avvicinarsi ad unlavoro qualificato e molto richiesto dallecompagnie assicuratrici. Le 6 lezioni, di 3ore ciascuna, hanno riguardato i seguen-ti argomenti: nuova disciplina del fondo disolidarietà nazionale (legge 185); polizzagrandine e Consorzi di Difesa; nuove for-mule assicurative, figura professionaledel perito grandine; effetti della grandinenelle varie epoche di caduta; perizia pre-ventiva; casi di liquidazione e rapporticon gli assicurati; procedura di stimadanni sui diversi raccolti: vite, cereali, ta-bacco, frutta, olive, danni da altrecalamità naturali. Il corso ha destato no-tevole interesse e il numero delle adesioniben oltre le aspettative.

Corso di formazione di giardinaggioPROGETTARE, CONOSCERE LE PIANTE E SCEGLIERE

Da alcuni anni, presso i nostri Istituti, vengono organizzati corsidi giardinaggio che riscuotono grande successo, tra gli appassio-nati di piante, per gli argomenti trattati, per la competenza deidocenti, per l’utilità delle conoscenze e delle competenze che for-niscono. Quest’anno, presso le serre e il parco delle nostrescuole, la responsabile, professoressa Santina Bortolami, ha or-ganizzato un corso di giardinaggio che, ancora una volta, hagoduto di un grande interesse tra il pubblico di dilettanti e pro-fessionisti del settore.Agli iscritti che hanno frequentato almeno i 2/3 del percorso di for-mazione viene rilasciato un attestato di partecipazione.

PROGETTARE, CONOSCERE LE PIANTE E SCEGLIERE

Il corso di formazione si è proposto di offrire strumenti utili perprogettare il proprio giardino e scegliere le piante più adatte; le le-zioni sono state tenute da docenti esperti del settore, presso leserre e il parco dei nostri Istituti, con l’obiettivo di approfondireconoscenze di giardinaggio, e modalità di cura delle piante. Il cor-so ha avuto la durata di 15 ore, ripartite in cinque unità didattichedi tre ore, durante le quali lo studio teorico è stato alternato all’at-tività pratica. Più in dettaglio sono stati affrontati i seguentiargomenti:

• Progettiamo il nostro giardino: gli spazi, le scelte, gli accorgi-menti

• Gli alberi per il giardino: metodi semplici per riconoscere lepiante e criteri per la scelta; regole da seguire per una cor-retta messa a dimora; potatura degli alberi; problemifitosanitari

• Gli arbusti e i rampicanti, riconoscerli e utilizzarli: colori eprofumi in tutte le stagioni; potatura degli arbusti; esercita-zione di potatura ed esempi di corretta messa a dimora

• Le erbacee perenni, le annuali e le graminacee: conoscere,scegliere e associare le piante; nuove varietà e colori; molti-plicazione e cure colturali

• L’orto nel giardino o sul terrazzo: ortaggi tutto l’anno; curecolturali; problemi fitosanitari

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Approfondimento

Ormai, al giorno d’oggi, quasi tutti gli alle-vamenti sono di tipo intensivo, quindi ci sipreoccupa sempre di come produrre piùlatte e di come migliorare la stalla per ilconfort della vacca. Si tende però a sot-tovalutare le zoppie le quali provocanoconseguenze nell’ambito metabolico eriproduttivo e, non consentendo una cor-retta alimentazione, causano un calonetto nella produzione del latte.Infatti, la vacca sofferente agli arti restacoricata più a lungo ed è più facilmentesoggetta a mastiti che portano a un calodella fertilità e del valore commercialedell’animale.Più precisamente il costo medio per ognicaso di zoppia è calcolato attorno ai250€.Negli anni ’80, un veterinario olandese,T.Raven, ha studiato l’anatomia del piedebovino teorizzando che, con la mascalciapreventiva, si possono prevenire diversepatologie al piede della vacca. Con lamascalcia si cerca di tagliare gli unghioni,in modo tale che essi ammortizzino il pe-so dell’animale durante il movimento.Fondamentalmente si devono rispettaregli standard che l’unghia dovrebbe averein natura, cioè una lunghezza di 7,5 cm etre punti d’appoggio: 2 sulla punta e 1 sultallone del dito, sugli unghioni esterni perquanto riguarda i piedi anteriori, e sugliunghioni interni per quanto riguarda i pie-di posteriori che sono deputati asorreggere la maggior parte del peso.Solitamente la vacca si azzoppa a cau-sa di una pavimentazione non adeguata,come la lettiera permanente, che nonpermette un naturale il consumo dell’un-ghia.Le patologie possono essere provocatedello stress (immunodeficienza) indottoda fattori diversi: partomalattie concomitanti

trasportovariazioni alimentarivariazioni gruppi.

Le patologie più comuni del piede bovi-no si dividono in:Infettive:

dermatite digitaledermatite interdigitaleflemmone interdigitale

Metaboliche: laminite

Meccaniche: laminiteulcera della suoladifetto della linea biancafratture e setole

Complicazioni: Ascessoartrite settica

Per far fronte a queste patologie, i veteri-nari esperti in mascalcia bovinaconsigliano: un pareggio funzionale del-

PodologiaUn argomento molto sottovalutato nell’allevamento intensivo dei bovini

l’unghia ogni sei mesi, a partire dallemanze gravide; una corretta pulizia dellestalle con regolare disinfezione dei pieditramite vaschetta contenente acqua al5% di formalina; l’utilizzo di pavimenta-zioni morbide; una corretta gestione, daparte dell’allevatore, della mandria in ognisua fase.Costruire stalle con pavimentazione incalcestruzzo comporta uno scorrettoammortamento del piede a causa dellasua superficie dura e resa scivolosa dal-l’usura. Per questo si consiglia diutilizzare il gommato o di effettuare riga-ture sul pavimento ogni 3 anni, senzamancare di immergere il piede in soluzio-ne di solfato di rame al 5% . Ricordandoche la prevenzione è la miglior soluzioneper evitare gravissime patologie e, diconseguenza, una notevole diminuzionenel reddito dell’allevatore. Fabio Casarotto 5A

Piede affetto da Dermatite interdigitale

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Lo sportUn anno di attività e divertimento in salute

Notiziario

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Campionati e giochiCome ogni anno, le attività sportive delle nostre scuole sono state nu-merose e appassionanti: abbiamo partecipato ai Giochi sportivistudenteschi, con gare di corsa campestre, basket e calcetto, e alCampionato studentesco provinciale di pallavolo mista ed è stato or-ganizzato un Torneo interclasse 3/3 di pallacanestro. Presso l’IstitutoMagarotto, di via Cave, un gruppo di studenti ha potuto esercitarsi inun Percorso parco avventura. Nella palestra del San Benedetto daNorcia, il professor Bozzolan ha tenuto una serie di lezioni riguardantigli sport di combattimento senza contatto: con guantoni, funicelle dasalto e punching ball hanno appreso le tecniche fondamentali deglisport di combattimento. Mi hanno raccontato che le ragazze parte-cipantihanno dimostrato una verve atletica inaspettata: complimenti ragaz-ze!!!. Tra le attività più apprezzate dagli studenti ci sono state infine ilcorso di sci, di snow-board e il rafting. Durante il periodo dei corsi direcupero gli studenti che non avevano materie insufficienti hanno po-tuto seguire un corso di eccellenza sugli sport di montagna: sci,snowboard e pattinaggio su ghiaccio. Al pomeriggio, infine, per tuttigli studenti che volessero ampliare la propria preparazione atletica, ilprofessor Pavan ha tenuto un corso di avviamento alla pratica sporti-va.

Sappada 2010: sport in amiciziaLa prima settimana di Marzo la nostra classe, la 3A, insieme alla 4Bdel Duca e alla 3A e 3B del San Benedetto, ha partecipato ad unasettimana bianca sulle nevi di Sappada. Per molti di noi questa era laprima esperienza sulle piste da sci e la paura era tanta, ma impararecon i compagni più esperti è stato più facile del previsto: già il secon-do giorno la maggior parte di noi si reggeva con sicurezza sugli scilasciando del tutto meravigliato l’istruttore, così abbiamo potuto anda-re tutti insieme sulla seggiovia e scendere facendo slalom sulla pistarossa. Ammettiamo che è stata dura, la fatica tanta, la paura pure, mache soddisfazione!!! Alla sera poi non è mancato mai il divertimento: ilnostro albergo disponeva di piscina, sauna, sala giochi, bar e disco-teca e così nessuno andava mai a letto presto anche se alla mattinabisognava essere puntualissimi perché l’autobus di linea che ci porta-va sulle piste non aspettava nessuno. Tra una cosa e l’altra non sonomancate neanche le nuove amicizie tra ragazzi di diverse classi e didiverse scuole così, alla fine della settimana, la vita di tutti noi si è ar-ricchita di un’esperienza impagabile e di un ricordo indimenticabile.Per tutto questo un grazie grande come una montagna ai professoridi educazione fisica Paola Guarise, Nicola Maggini e Maurizio Pavan.Ora aspettiamo solo Sappada 2011!!!Sara Galzignato e Giulia Cabianca 3A

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Notiziario

Sport di montagnaIl periodo invernale e’ stato intenso anche per gli sport di monta-gna. Nella settimana dei recuperi la prof. Paola Guarise haorganizzato per le eccellenze due uscite con il pulman gratuito del-la scuola. La prima è stata sull’Altopiano di Asiago, con le ciaspesui percorsi della prima guerra mondiale , durante il percorso sia-mo stati accompagnati da guide locali che hanno raccontato lastoria dei cimiteri di guerra inglesi , italiani e austriaci. L’altra escur-sione è stata sui Colli Euganei, un trekking dal Monte Rua almonastero degli Olivetani sul Monte Venda. Questo percorso ra-ramente è innevato, ma questa volta abbiamo dovuto percorrerlo,dall’inizio alla fine, su un alto strato di neve e la giornata si è con-clusa, naturalmente, a palle di neve! Le uscite sulla neve sonocontinuate nel mese di febbraio con le classi seconde, quarte euna quinta, che si è recata a Passo Coe per praticare sci di fondoe discesa. Particolarmente simpatica è stata una classe che si e’organizzata con fornelletto, griglia, salsicce, polenta e … pasta e

fagioli. La stagione invernale si e’ conclusa degnamente ai primi dimarzo con la gita di tre giorni delle classi terze a Sappada,insieme a due classi del Duca. Sono stati tre giorni di so-le in cui i ragazzi hanno potuto imparare a sciare con imaestri o a perfezionarsi nella tecnica, ma non solo, ilcentro offriva anche altre attività : piscina, discoteca, sa-la giochi, e i ragazzine hanno approfittato! Ora ci prepariamo per le prossime attività: gare diatletica leggera, arrampicata sportiva, e l’uscita fina-le delle classi quinte, il 20 maggio, con il rafting.Paola Guarise, docente di educazione motoria

Rafting in Valstagna: vi piace aver paura eh?!!!I rematori del San BenedettoCon i ragazzi delle classi 1C e 1D del San Benedetto daNorcia è stato feeling fin da subito: nuovo “el prof. de gi-nàstica”, nuovi i ragazzi, sicuramente una condizionefavorevole. Così, prima che le temperature autunnali divenisserotroppo proibitive si è pensato di fare questa esperienzache già altri avevano provato nella nostra scuola. Il caroamico Ivan ci ha accolto presso il suo centro canoa/raf-ting in Valstagna (VI), ci ha fornito le mute in neoprene, icaschetti, i giubbotti salvagente, le pagaie, i gommoni e,con tutto ‘sto armamentario… viaaa… tutti in acqua! Loscarso livello idrometrico ha trasformato i “buchi” del fiu-me, le zone spumeggianti dopo un massone, in veri epropri “rulli” che trattenevano i gommoni al loro passag-gio!!! Qualcuno è stato “disarcionato” ed è finito in acquama el prof. de ginàstica, che era a bordo di un kayak,prontamente è intervenuto a recuperare il malcapitato diturno dagli occhi sbarrati, tanto l’acqua era gelida. Infine,mal comune mezzo gaudio, tutti a fare i tuffi dalla massic-ciata, pure il prof. Szathvary, mamma mia, che freddo!Infine, dopo la pratica sportiva, il professore ci ha illustra-to le varie specie arboreo/floreali presenti lungo la spondadestra del fiume Brenta, una interessante passeggiata dicirca un’ora e mezza, da monte a valle, prima di conclu-dere una giornata indimenticabile. Provare per credere!Bravi ragazzi, adesso ci aspetta la barca a vela di

“Mariniamo la scuola”.

Un anno di movimento al San Benedetto da Norcia A gennaio la palestra del San Benedetto è, a dir poco gelida, così si è pensato di svolgere un ciclo di quattro lezioni nel vicino cen-tro sportivo “Oasi 2ooo”. Qui ogni classe può scegliere due attività tra quattro proposte: nuoto, fitness, tennis o arrampicata sportiva.Il centro è ben organizzato, manda puntualmente il suo pullman a prendere i ragazzi a scuola, ed essi, a loro volta, devono pun-tuali, avere sempre con sé un cambio di indumenti e un asciugamano per la palestra di fitness. Grazie a quest’attività, i ragazziimparano a conoscere l’organizzazione dei centri sportivi e si rendono conto della possibilità di praticare lo sport per prendersi cu-ra della propria salute fisica. Gli studenti portatori di handicap trovano soprattutto nel fitness l’attività’ a loro più idonea e l’uso dellemacchine dà subito soddisfazione perché è un confronto diretto e simultaneo.

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cato a contenere la tentazione di unirsi all’esagitato gruppo re-miero. Meno male perché ci ha fatto proprio delle gran bellefoto!Roberto Bozzolan, docente di educazione motoria

E quelli del DucaComplice una bella pioggia battente la notte precedentel’uscita, le cateratte libere hanno permesso ad un timido soleprimaverile di far capolino tra le nubi. Pullman della scuola pie-no a tappo. L’interessante livello idrometrico ha fatto assumereun tono preoccupato alle facce delle classi 1C 2D e 4D delDuca che hanno avuto il loro bel da fare nelle gonfie rapide delfiume Brenta … i quattro gommoni hanno iniziato la loro avvin-cente discesa a monte del salto artificiale (briglia) di terzo

grado, a S. Nazario, ehanno attraversatod’impeto il camposlalom di Valstagna.Qui la guardia fore-stale PierpaoloFerrazzi si è a lungopreparato per lasua storicaOlimpiade diBarcellona (1992)in cui vinse la me-daglia d’oro…meditate gente,meditate! I circadieci chilometriclassici del per-corso ultracollaudato han-no regalato aipartecipanti leauspicateemozioni… ilprof. Agosta ela prof.ssaPellegrino non hanno resi-stito agli inviti dei ragazzi atuffarsi dai gommoni ed ilsig. Borselli, papà diMarco, ha invece fati-

Notiziario

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Laboratorio

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L’ortensia dei fioristi, Hydrangea macrophylla sub-specie macrophylla var. macrophylla è una colturache mantiene la sua popolarità come pianta da re-galare in occasione delle festività pasquali. Il nostrolaboratorio ha recentemente introdotto questa col-tura per gli aspetti didattici interessanti chepresenta e che riguardano vernalizzazione, forzatu-ra e controllo del colore. Gli studenti hanno seguitotutte le fasi della coltura. La maggioranza delleaziende floricole di piccole dimensioni acquista at-tualmente piante pre - vernalizzate, che almomento della consegna, hanno già subito il pe-riodo di freddo necessario per la fioritura. L’ortensiainfatti fiorisce su gemme formatisi l’anno preceden-te nella tarda estate-autunno e la maturazionedelle gemme è condizionata da un periodo di fred-do che corrisponde a circa 8 settimane a 4-5 C°costanti in frigo. Temperature più basse permetto-no di accorciare il periodo di vernalizzazione ( 5-6settimane), ma non si dovrebbero mai raggiungeregli 0 gradi per evitare danni alle gemme apicali chedanno i fiori più grandi. Il freddo troppo prolunga-to stimola la sintesi di gibberelline e quindi agiscecome antinanizzante, con conseguente produzione, nella pianta forzata, di internodi lunghi controlla-bili solo con l’uso di ormoni brachizzanti. In pratica,se la forzatura inizia ai primi di Gennaio, le piantevanno collocate il frigo all’inizio di Novembre agemma ben chiusa, anche se le foglie sono ancoraverdi. In questo momento, le piante, hanno 45-47settimane di coltura ed hanno già subito la spunta-tura.Naturalmente le piante pre- cooled danno al flori-coltore maggiori garanzie di ottenere con laforzatura una produzione standardizzata ed inoltreeliminano i problemi che si possono presentare du-rante la vernalizzazione. Tuttavia in azienda si èdeciso di vernalizzare le ortensie in proprio per ri-sparmiare sui costi delle piante, ma soprattutto perapplicare la tecnica a scopo didattico, anche senzala disponibilità di un frigo.Quest’anno abbiamo così operato:

1. 280 ortensie di diverse varietà ci sono state

consegnate ad Ottobre in vaso Ø 14, abbia-mo proceduto al rinvaso di metà dello stockin vaso Ø 20, mantenendo accuratamentedivisi i colori; l’altra metà è stata destinata adun rinvaso programmato per gli inizi diGennaio.

2. Poiché le piante erano in vegetazione ed il cli-ma caldo, abbiamo provveduto a collocarleprima all’aperto e poi sotto copertura fino aifreddi, effettuando trattamenti a base di rameverso la fine di Ottobre.

3. Utilizzando scaffali preesistenti in un magaz-zino esterno abbiamo predisposto un frigonaturale oscurato con teli neri dove le piantemolto ravvicinate tra loro hanno trovato collo-cazione all’inizio di Novembre. Letemperature esterne si sono mantenute alteanche di notte per quasi tutto il mese, ma aDicembre si sono avute temperature bassesufficienti per il completamento della differen-ziazione della gemma. I repentiniabbassamenti termici prima del Natale cihanno costretto a predisporre una coperturaulteriore ( abbiamo sfruttato vecchi feltri cre-ando una camera all’interno della quale latemperatura è scesa a -2°C contro i -6° del-l’esterno).

4. Durante le vacanze di Natale, dato il freddoacuto che rischiava di farci perdere le gemme,siamo passati leggermente in anticipo alla fa-se di preforzatura, che anziché i 3-5 giornisufficienti si è prolungata per circa 8 giorni. Lepiante sono state posizionate in avanserra e siè proceduto al rinvaso della metà ancora invaso Ø 14. Questa fase di ambientamento ènecessaria per evitare che la trasudazione del-le gemme legata all’improvviso aumento ditemperatura.

5. Solo ai primi di Gennaio siamo passati alla fa-se di forzatura vera e propria proceduta dallapulizia delle foglie e da un trattamento anti-botrite a 2 gr/l di Iprodione (Rovral).

6. Le tecniche colturali applicate in azienda nel-

la fase di forzatura sono schematizzate in ta-bella 2.

Santina Bortolami, docente di Ecologia applicataOrietta Bugli, assistente tecnico settore serre

L’ortensiaUna nuova coltura per la nostra serra

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Temperatura 4-5 °C costanti per 8-9 settimane o più basse per 6 settimane circa.

Oscurità Completa durante le 24 ore

Umidità relativa Mai superiore al 95% per evitare attacchi di Botrytis

Bagnatura del terriccio Le piante vanno bagnate almeno ogni quattro settimane, ma si ten-ga presente che se il frigo viene aperto spesso il terriccio tende adasciugarsi più spesso.

Trattamenti 2 settimane prima dell’inizio della vernalizzazione, trattare con Salidi rame per indurire le foglie e facilitarne la caduta; 1 giorno primatrattare le piante con Iprodione (antibotritico) 4 gr/l per prevenirel’insorgenza della Botrytis. Effettuare una pulizia delle foglie cadute ein caso di Botrite, diminuire l’umidità ambientale(trattare solo in casigravi).

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Laboratorio

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Tab. 2 Tecniche colturali delle piante in forzatura applicate in azienda.

Temperatura A gennaio nella serra destinata alle ortensie si sono registrati 14°C mi-nima per quasi la metà di Gennaio. Abbiamo utilizzato il riscaldamentobasale e quindi a livello del vaso la temperatura era più alta raggiungen-do i 18-20 gradi. Questo ha permesso alle radici di lavorare primadell’apertura delle gemme. La forzatura dura 2,5 -3 mesi e diventa piùveloce con temperature alte, l’eccesso produce piante troppo piccole einfiorescenze piccole e meno intensamente colorate. Quando le piantehanno disteso le foglie apicali e si possono vedere i fiori la temperaturadeve essere ridotta e deve scendere ancora quando i fiori iniziano a di-stendersi e a colorare. Il controllo delle temperature non è facile nellenostre serre, ma abbiamo comunque esercitato una correzione togliendoil riscaldamento basale e abbassando i termostati per avere una maggio-re differenza tra le temperature diurne e notturne.

Irrigazione Abbiamo predisposto un impianto a spaghetto completato da un tap-pettino di subirrigazione utilissimo nelle prime fasi di coltura per favorireinsieme al riscaldamento basale la discesa delle radici e per evitare stressiidrici a fine ciclo.

Concimazioni Il piano di concimazione deve essere differenziato per le ortensie blu, so-prattutto per quanto riguarda il fosforo. Questo infatti inibiscel’assorbimento dell’alluminio necessario per l’azzurramento delle orten-sie. In forzatura la fertirrigazione passa da 0,5 gr/l a 1gr/l. All’inizio(18/01/10) abbiamo utilizzato uno starter con un titolo 25-5-30 per sti-molare l’apparato radicale, poi abbiamo differenziato.

Ortensie bluSettimanalmente abbiamo usato un concime con rapporto 2:1:4, alter-nandolo al solfato di alluminio (0,4-05%). Il controllo del pH, che nondovrebbe superare 5,8, è stato ottenuto con l’addizione all’acqua irriguadi acido nitrico ad ogni irrigazione (Nitracid). Prima di irrigare le piante èstato ogni volta effettuato il controllo del livello di pH.L’alto apporto di potassio favorisce, insieme all’alluminio l’intensità dellacolorazione blu.Siamo intervenuti anche con applicazioni di sequestrene per evitare fe-nomeni di clorosi ferrica dovuti all’eccesso di durezza dell’acqua irrigua.Ortensie Rosa, rosse L’intensità del colore nelle ortensie rosse o rosa è favorito da relativa-mente alti dosaggi di fosforo, mentre va evitato l’alluminio.Per queste ortensie abbiamo utilizzato un rapporto 1,6:1:1,6 alternato alfosfato biammonico, sostituito con il nitrato di potassio (fiore di 5 cm –inizio di Marzo).Anche in questo caso abbiamo utilizzato Nitracid per la regolazione delpH e sequestrene per i necessari apporti di ferro.

Brachizzanti 1 trattamento di ALAR (200ml/hl) allo sviluppo delle prime due coppiedi foglie (22/01/10).

Trattamenti Non vi è stato bisogno di trattamenti antiparassitari, a parte quelli anti-botritici pre- forzatura. Solo un paio di piante sono state colpite da acari,ma è stato sufficiente eliminarle per fermare l’infestazione.

Qualità del prodottofinale ed osservazioni

Le piante sono risultate non troppo alte ma con internodi abbastanza ro-busti da reggere il peso dei fiori, tanto che non è stato necessario usaresostegni.Il numero dei fiori per pianta è stato elevato con una media di 7-8 fiori,ma molte ne presentavano anche 10, di buona dimensione.La colorazione è risultata intensa e netta a parte alcune piante (circa 6-7su 280) che presentavano colori sfumati di malva (blurple tones).Le piante rinvasate in Gennaio anziché a fine Ottobre, hanno avuto unavvio appena più lento, ma sono arrivate a fine ciclo insieme alle altre.

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Approfondimento

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Non sempre le lezioni migliori sifanno in classeTelemaco Signorini a Padova, il macchiaiolo che piaceai ragazzi

Alcune delle nostre classi hanno visitato la mostradel pittore fiorentino, molti ragazzi sono stai col-piti dalla forza dei dipinti e hanno sentito ildesiderio di raccontare la propria esperienza dicontatto con l’arte e di un modo diverso di farescuola.

Telemaco Signorini e il suotempoLa mostra, dal titolo Telemaco Signorini e ilsuo tempo, racconta il percorso artistico del

pittore fiorentino (1835-1901) e le sue ami-cizie con altri pittori, come Degas, Courbet eToulouse- Lautrec, che lo misero in contattocon l’ambiente europeo in pieno fermentoculturale, tanto che oggi egli viene conside-rato un artista internazionale.Accompagnandoci a visitare questa esposi-zione, la nostra insegnante aveva lo scopodi farci capire come le masse dei lavoratoriabbiano conquistato, dall’800 in poi, un ruo-lo sempre più attivo sulla scena economica,politica e sociale e quindi anche gli artisti co-minciano a scegliere soggetti legati alla vitaed al lavoro delle classi più umili.La mostra, strutturata in sezioni, si aprivacon l’omaggio al padre di Telemaco,Giovanni, affermato vedutista nella Firenzedel granduca Leopoldo. Seguivano i ritrattidegli amici, come Courbet e Diego Martelli. Nella sezione successiva abbiamo ammiratole opere più significative relative alla fasesperimentale della “macchia”, come Le ac-quaiole di La Spezia (1862) un chiaroesempio di come il nuovo linguaggio della

“macchia” rappresenti la realtà basandosi sul contrasto esasperato di luci eombre.La pittura di Signorini, nel corso degli annisessanta, però, muta: egli elabora un nuovomodo di rappresentare il paesaggio, rivissu-to nella memoria e interpretato come statod’animo. Capolavoro di questa fase è La lu-na di miele (1862-63).Proprio di fronte a quest’ opera abbiamopotuto ammirare anche un’opera fonda-

mentale di Degas, L’assenzio, chedimostra come anche l’arte, nella secondametà dell’800, cominci a riflettere sui pro-blemi sociali.

Un diverso modo di farescuolaQuest’anno la città di Padova ha ospitato una mo-stra dei dipinti del pittore Telemaco Signorini e noi,studenti delle classi II B e III B, accompagnati dalleprofessoresse Patrizia Guidone ed EmanuelaGrassetto, ci siamo recati presso Palazzo Zabarellaper visitare l’esposizione.Il Palazzo Zabarella si trova in Via San Francesco aPadova non molto lontano dalla Tomba diAntenore, in pieno centro. L’area in cui sorge è ric-ca di testimonianze di epoca romana, mentre ilnucleo medievale della costruzione, che include latorre e il corpo centrale, è databile tra il XII e il XIIIsecolo. Con il passare dei secoli ne rimase sostan-zialmente immutata l’organizzazione interna,mentre la facciata divenne oggetto di numerosetrasformazioni che adeguarono via via il palazzoagli stili del tempo.

La mostra a cui abbiamo partecipato, si apriva conl’omaggio al padre di Telemaco, Giovanni Signorini,vedutista affermato nella Firenze del granducaLeopoldo II.Telemaco, nato a Firenze nel 1835, nonostante lasua forte vocazione per la letteratura, fu costrettodal padre a intraprendere la strada della pittura.Senza entrare in Accademia iniziò subito con la pra-tica del disegno all’aria aperta (fase sperimentale),elaborando così una personale riflessione sui rap-porti di luce e colore cominciando a coltivare già

nella sua città natale frequentazioni internazionaliche gli permisero un primo contatto con l’Europa.Divenne un pittore, raffinato scrittore e critico d’arte, considerato addi-rittura la coscienza critica del movimento deiMacchiaioli, da lui guidati e sostenuti nelle loro bat-taglie. I Macchiaioli furono un gruppo di pittori italiani chesi riunirono, dal 1855 al 1867, al CaffèMichelangelo di Firenze e che trassero ispirazionedalla realtà, rifiutando i soggetti storici, mitologici e

Luna di miele

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Approfondimento

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religiosi del Neoclassicismo e del Romanticismo.Essi osservarono che alla prima impressione le for-me apparivano come macchie di colore, di luce e diombra che venivano riportate sulla tela per raffigu-rare l’immagine. Gli artisti lavoravano in piccoligruppi fra cui spiccavano la Scuola di Piagentina(facevano parte Lega e Signorini) e la Scuola diCastiglioncello (facevano parte Fattori e Abbati).Tra i quadri che ho potuto osservare mi hanno inparticolar modo colpito: L’Alzaia e La sala delle agi-tate perché, in entrambe le opere il pittore esprimecon molta chiarezza e un’originale attenzione le te-matiche sociali.Ne L’Alzaia sono rappresentate cinque figure ma-schili immobilizzate nelle sforzo, senza più onore nècodice di condotta. Si vedono spuntare dal basso,attaccati ad una corda che sembra sprofondarli al-l’inferno. Sull’argine dell’Arno, trascinano una barcache non ci è dato di vedere, mentre dal lato oppo-sto del dipinto, in grottesca contrapposizione, unaristocratico tiene per mano una bambina vestita dibianco. In mezzo un cagnetto nero, sullo sfondo diun panorama di Firenze inondato di luce.In La sala delle agitate lo sfondo è l’interno del-l’ospedale di San Bonifacio; questo è un dipinto cheprovocò scandalo quando apparve, a causa della

drammaticità del tema affrontato, la pazzia.Terminata l’uscita didattica ci siamo concessi un gi-retto per la città e una breve pausa-merenda primadi tornare a scuola.È stata veramente una bella mostra, sia perché hocondiviso con i miei compagni di classe momenti

divertenti oltre che costruttivi, ma anche perché ècome se avessi fatto entrare i miei amici nel mon-do della pittura che sento anche come il miomondo, quello nel quale le emozioni, i sentimenti,i pensieri non vengono espressi solo con le parole,che a volte non danno il giusto peso alle cose, maanche con i colori e le rappresentazioni. Credo chefare visite culturali come questa siano più istruttivedelle letture o dei video-documentari visti in classeper il semplice motivo che ci rende più partecipi;penso inoltre che l’arte come le poesia, la musica eil teatro, sia uno dei mezzi per comunicare anchetra popoli lontani e diversi.Cecilia Facco 2B

Leggere un dipinto Sarà perché prima di recarci a visitare la mostra, laprofessoressa Marin ci aveva fatto studiare la vitadell’artista, sarà perché ci aveva esercitato in classea guardare con attenzione molte immagini di qua-dri, sarà per la tematica realista della sua pittura,ma visitare la mostra dei quadri di TelemacoSignorini, esposti a Palazzo Zabarella, è stata dav-vero un’interessante esperienza. Questo tempodedicato all’arte è stato davvero sorprendente e ciè servito ad imparare a soffermarsi davanti ad undipinto con spirito di osservazione, curiosità e vo-

glia di scoprire che cosa intende trasmetterci il pit-tore con quell’immagine, ma anche quali emozioniquegli sprazzi di colore smuovono in noi. Guardareun quadro diventa allora come leggere un libro distorie, verità, sentimenti, sensazioni, emozioni.Miolo Eleonora 2C

Novembre è il quadro che più mi ha colpito, dellamostra padovana di Signorini, per il fatto che rap-presenta lo stato d’animo dell’artista che l’hadipinto. In questo paesaggio regna la tristezza e la malin-conia, infatti il cielo è pieno di nuvole grigie cheindicano la presenza del maltempo e, solo in fon-do, dopo le colline si vede un cielo limpido cherappresenta forse il passato o, forse, il futuro. Il co-lore grigio delle nuvole si riflette sul paesaggio cheappare immobile, proprio come nei momenti primao dopo un temporale, quando tutto sembra fermar-si per qualche istante. In primo piano è ritratta lacurva di una strada in terra battuta, su di essa sonoincisi profondi solchi che potrebbero rappresentareferite lasciate da un temporale interiore. In secondopiano, sotto il peso di pesanti ceste, le figure lonta-ne di due donne che stentano a procedere per ilvento contrario. Che sia l’immagine della vita?Emily Marcato 2C

L’alzaia

Novembre

La sala delle agitate

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Ragazzi

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Ali’, l'amato campione

Chi, come me, ha i cavalli nel cuore, non sarà sor-preso nel sapere come per la famiglia Piccolo, unesemplare rimarrà nei loro cuori come unico ed in-sostituibile.Alì, nato nel 1987, presso lo storico allevamentodi Edgardo Baroncini, a Medicina in provincia diBologna, figlio dello stallone Queter e della fattri-ce Nornella, è il nostro amato campione, unostupendo stallone che ha segnato la storia e l’evo-luzione della razza CAITPR per vent’anni.Accompagnata dal professor Crise ho visitatol'azienda dei signori Piccolo, Maria Angelina ed ilfratello Giovanni, che gestiscono il centro di mon-ta pubblica a Isola dell’Abbà, a pochi chilometri daPadova. Di fronte ad un buon caffè, la signoraMaria Angelina parte con i ricordi nel suo incon-fondibile e musicale dialetto veneto; ci è subitochiaro il suo carattere vivace, intelligente e com-battivo di allevatrice. Ripercorrendone la storiaricorda quando, nel '89 Alì fu presentato alla mo-stra nazionale di Verona nella categoria dei 30mesi, classificandosi secondo.“Certamente era lui il campione, ma l’hanno mes-so secondo per il mantello ubero”. MariaAngelina ricorda così il suo cavallo, che al tempomisurava 57 cm al garrese per un peso di quasi 10quintali. Acquistato lo stallone, l’anno successivo,la famiglia Piccolo lo ripresenta a Verona dove di-venta campione nazionale. È primo caso di unostallone allevato da privati. Nel ’95 diventa nuova-mente campione nazionale, unico caso di stalloneche vince una seconda volta dopo 5 anni.Un'altra personalità di spicco del mondo delCAITPR, Natale Bortuzzo, affascinato dal sogget-to lo volle presentare nella sfilata con il suo carrotirato da una pariglia riscuotendo grande succes-so. Purtroppo Alì non verrà mai destinato agliattacchi, troppo occupato con le monte: nei primianni '90 è arrivato a compiere circa 50 monte al-l’anno.La sua storia prosegue con il premio di progenie,6 figli presenti in mostra, nel 1998.Ma i campioni non sono invulnerabili...Nell’agosto del '98, Alì viene colpito da un fulmi-ne. Il cavallo perde completamente l’uso degli artianteriori.E’ commovente sentire raccontare con quantoamore tutta la famiglia abbia accudito Alì prati-candogli costanti lavaggi degli arti per 4 mesifino a riportarlo ad una completa e miracolosaguarigione.Infine arriviamo al 2007 quando, all'età di 20 an-

ni, viene invitato alla Fieracavalli per ricevere il pre-mio alla carriera. C’ero anch’io quella volta! Neimiei ricordi è ancora nitida l'emozione del pubbli-co di esperti ed allevatori nel veder sfilare, allatesta di circa 20 stalloni di tutte le età, campioni dimostra nazionale, il bellissimo Alì, ancora in perfet-ta forma, con il suo trotto elegante ed armoniosocome quello di un ballerino, sulle note della mar-cia di Radeztzkj.Non possiamo definire Alì come un cavallo ugua-le agli altri.L'affezionata proprietaria ricorda come, da giova-ne, usciva dal box e se ne andava a spasso perl’azienda, per “controllare la sua proprietà”, dopodi ché ritornava soddisfatto. In tempo di matura-zione dell’uva, poi, lo si vedeva dirigersi ai filaridella vigna dove partecipava ad una sua persona-le vendemmia: gustava un grappolo alla volta,scartandone il raspo. Ma il nostro Alì amava anchele mele e spesso lo si poteva vedere in testa agliappezzamenti di erba medica, che garbatamentelasciava da parte , per preferire le graminacee.E' da un anno che Alì non c'è più.Muore, dopo brevissima agonia, una sera di feb-braio del 2009, a 21 anni.Negli occhi della signora Piccolo possiamo vedereil dolore della perdita, infatti ci dice:“Alì era unmembro della famiglia, ora tra di noi è rimasto unvuoto incolmabile”. Ringrazio la famiglia Piccolo e anche il professorCrise poiché mi hanno fatto capire come nella vi-ta le scelte vadano compiute non solo con la testama anche con il cuore. Infine un grazie anche adAlì, l'amato campione che ha regalato grandi sod-disfazioni ai suoi proprietari e ha fatto girare latesta a molti appassionati di CAITPR.Laura Guolo 5A

La voce degli studentiVoci, fatti, esperienze e riflessioni

La scuola giusta per me

La mia scuola si chiama "Duca degli Abruzzi"e tanti anni fa era un'abbazia benedettina. E'una scuola molto grande, con molte aule e unampio spazio all’aperto. C’è la stalla dellevacche, la stalla dei cavalli e un campo dovevengono coltivati alberi da frutto: l’albicocco,la vite e il ciliegio. C’è anche una cantina do-ve ci sono molte botti. Qualche volta io e mieicompagni imbottigliamo il vino. La mia scuo-la ha anche un grande chiostro con al centroun’alta e bellissima magnolia. C’è anche unapalestra dove io e miei compagni facciamoeducazione fisica con il professor Maggini.Spesso andiamo in aula informatica; lì ci sonomolti computer tra cui il mio. Il mio computerè molto speciale perché ha un touch screen.Quest’anno frequento la terza e ormai cono-sco quasi tutti. Quando cammino per icorridoi tutti mi salutano: il preside, i bidelli,gli insegnanti e anche i ragazzi delle altreclassi.Salvatore e Giovanni sono i bidelli che miaspettano alla mattina quando arrivo con ilpulmino; Maria e Rosalia lavorano in guardio-la e mi fanno compagnia quando arrivo ascuola troppo presto; Rosanna mi aiuta a fa-re le fotocopie. Sono molto fortunato perchésia i miei compagni di classe, sia i miei inse-gnanti sono sempre molto gentili con me. Imiei compagni mi aiutano a fare i compiti, adaprire la merenda e a rifare la cartella. Mi pia-ce molto venire a scuola e credo difrequentare proprio quella giusta per me!Tommaso Turrini 3B

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Ragazzi

L’eccellenza crea poesiaAdolescenza: amore, odio edoloreDurante la settimana dei recuperi, ungruppo distudenti, seguiti dalla professo-ressa Fabrizia Minetto, ha espresso ipropri sentimenti in versi.

Composizione di gruppo dei creativi :Vanessa Zuccollo 1C Sofia Ponchia 2B Luca Barcaro 2E Daniele Casarotto 2ERadames Secotaro 2E Riccardo Leonardi 2B

L’AMOR PERSO.Mi lasciò in silenzio.Il pensiero è l’unica cosa che ho.Non ho parole.Non riesco ad esprimere quello che provo.Vorrei lasciare tutto e stare con te.Ma le mie lacrime scendono ferendomi e segnandomi l’anima.Ma lei neanche mi guarda e mi dispero.E non capisco perché.Il vuoto è ancora dentro di me.Ma il sentimento che provo per lei è troppo fortenon riesco a dimenticare.Sento il vuoto che mi circonda.Il mio cuore sembra spezzarsi e bruciare.E mi sento morire.

Composizioni individuali

IL RICORDOÈ tutto inutile niente mi faràdimenticare le sue espressionii suoi gesti, le sue parole.Non potrete mai capire.Le vostre gesta sono inutili.Il suo ricordoresterà sempre dentro in me.Nessuno me lo toglierà mai

i vostri aiuti sono vani, nessuno mi potrà aiutare.Radames Secotaro 2E

ALI DI SETA.Sboccio,in questa fredda mattina di dicembre.Mi volto.Dormi tranquillo e sognante.Il tuo corpo scalda il mio gelato e bloccato dalla durezzadei dolori passati.Apri gli occhiprofondi come il maree nel tuo sguardo si riflette il mio sorrisosplendente e sereno come il cielo d’estate.Il mio cuore è in fiamme e il mio amore arde bruciando ogni dolore.Ma io so,angelo mio,che un giorno, con le tue ali di seta,mi porterai in quel mondo lontanodove l’amore dura per sempre.Sofia Ponchia 2B

LACRIMA.È dolore.Le mie lacrime scendono, come neve d’agosto.E rispecchiano il tuo forte Spirito.Tutto muore intorno a me.I miei occhi sembrano cadere,in quel vuoto ,che dipinge l’amarezza della vita.Ed è dolore.L’immenso mi ricopre.Svanisco in una lacrimache piano brucia un pensiero infinito d’amore.Sofia Ponchia 2B

DOLORE.Troppo pesanti sono queste paroleper essere dette ed accettate.Non si capirà mai la vera sensazione

di riceverle.Ma intanto mi basta il sentimento che mi lascia quando le esprimo a qualcuno. Radames Secotaro 2E

DISASTRO.Sono nella disperazione,voglio lasciare tuttonon ne posso più.Luca Barcaro 2E

PRIMA O POI ARRIVAE non riesco a rimanere immobilequando qualcuno tocca il mio io.Allora mi agito, provo rabbia,cado ferita.Poi mi rialzo ed ecco, ora arriva:la mia dolce vendetta. Vanessa Zuccolo 1C

CANZONI D’AMOREAgli amici della mia scuolaUn nome nella mia mente,nel bosco su e giù volano gli uccelli nel cielo. Gridano gli uccelli parole d’amore. Gridano al sole e alla luna la dolcezza e la tenerezza che illuminano la vita.Matteo Bodon 2A

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VENDETTA.

La pagherai!!!!!!!!

Tu mi hai preso in giro:SEI UN ASINO

Visto,ho mantenuto la mia parola.

E NON FARLO PIU’! CAPITO!!!!!!!!!!!!!!Riccardo Leonardi 2B

CONCORSO DI POESIA A TEMA: T… come Terra

Il Liceo TITO LIVIO, con la collaborazionedella Casa Editrice Zanichelli (agenzia diPadova), ha bandito un concorso di poe-sia destinato agli studenti delle scuolesuperiori di Padova, dal titolo: T… comeTerra. Come potevamo non essere presentiproprio noi della scuola agraria? E come po-tevamo non essere tra i vincitori! InfattiNicolò Toso, di 5D ha partecipato con unasua composizione in versi ottenendo un me-ritato terzo posto ed il premio MIDA, ovveroun buono di 75 da spendere in libri e l’ono-re di esporre la sua poesia prima in unamostra allestita nei locali del Liceo Tito Livioe, successivamente, presso la libreriaFeltrinelli di Padova.Ecco la composizione di Nicolò a cui vannotutti i nostri complimenti e i ringraziamentiper aver portato in alto l’onore delle nostrescuole.

Terra del “ Duca “Terra sabbiosa, terra limosa, terra argillosa, ter-ra a scheletro prevalente,solo noi studenti del “ Duca ” sappiamo quantidati dobbiamo tenere a mente,pantano insidioso e fango appiccicaticcio per icittadini,letto di semina per i contadini, avara e arida per molta gente,trova ideale casa la semente,lavorata, plasmata e infornata,produce ceramiche da parata,calamita e attrattiva con gli elettroni,ma se tradita può provocare disastri e alluvioni,per averla si son fatte guerre e minato ponti,ma alla fine tutti son sepolti nei suoi orizzonti.

Nicolò Toso 5D

BERE IL TERRITORIO

La vite e il suo frutto sono protagonisti nella vita diogni famiglia veneta. La civiltà contadina è cresciu-ta, si è evoluta, grazie al suo rapporto diretto con laterra e i suoi prodotti. Il contadino diventava unacosa sola col vigneto, con la sua uva, col suo mo-sto, col suo vino, con la sua bottiglia, col suobicchiere. Il vino per un veneto era motivo di orgo-glio, ed egli era entusiasta di farlo assaporare ai

suoi ospiti. Il Merlot, il Cabernet, il vecchio Clintone il robusto Raboso,erano vini che segnavano legiornate dei vecchi seduti su di un ciocco del vec-chio salice, o le giornate dei padri che falciavano iprati e alla sera si riunivano nella stalla, al caldo, araccontarsi le storie, con un bicchiere pieno in ma-no, il formaggio fresco e la polenta, riscaldati dalfiato delle vacche e del mulo. I bambini e i giovaniosservavano e ascoltavano gli adulti, che non si ti-ravano certo indietro nel dare un bel bicchiere aifigli, “perché si facessero il sangue”, si diceva.Da un lato ci sono la bellezza, i profumi, la letiziadel vino, dall'altra la dipendenza che può creare. Ilvino infatti può ingannare, diventa egoista e si im-padronisce dell'uomo, approfitta della gratitudinedel contadino. Bere era nel passato un modo perdimenticare i problemi, i pensieri, le paure, dovutialle difficili condizioni di vita, alle grandi responsa-bilità che si avevano nel far crescere numerosi figli,nel coltivare la terra, nell'allevare gli animali. In questi ambienti è nata la civiltà veneta, che ha leradici ben salde nella terra, madre dei frutti e ogget-to di attenzioni degli uomini, che non sempre peròla rispettano.Con il progresso, quei giovani che dovevano bereper farsi il sangue, hanno intrapreso altre strade,hanno dedicato la loro vita ad altro, spesso dimen-ticando, o addirittura non riconoscendo ciò che lacampagna aveva dato loro. Oggi, però, si sta risco-prendo il principio, la ragione per cui oggi siamoquelli che siamo. Questo a dimostrazione che l'uo-mo è fatto per stare a contatto con la terra, fertile eprofumata, che non riesce a staccarsi da essa pertroppo tempo, ma solo in simbiosi col creato l'uo-mo riesce a vivere.Che sollievo passeggiare nel mese di luglio nellacampagna, lungo quel filare di viti maritate, soste-nute cioè non da pali di cemento, ma da gelsi,rifugio al mattino presto,di numerosi uccelli che si

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nutrono delle loro dolci bacche!E tu, uomo, cammini respirando a braccia aperte,

a pieni polmoni, quest'aria pura e piena di profumi,facendoti passare tra le mani quelle grandi foglie divite, per sentirne la ruvidezza e provando l'elastici-tà dei tralci. Guardi quei grappoli che iniziano adinvaiare, e per un attimo ti fermi, e ti accorgi che staibene, che i tempi della natura, calma, saggia, timettono a tuo agio.Esci dal vigneto, dove sono ancora vivi i ricordi di

quando eri bambino, tu, figlio della terra, e ti rendiconto che quello è l'ambiente che ti ha formato.Ma con dispiacere ti guardi intorno e vedi che quelfilare di viti maritate e quell'alberatura piena di uc-celli e fagiani e lepri che corrono tra gli alberi sonole uniche rimaste nell'arco di due chilometri. Il re-sto? Condomini, capannoni delle zone industriali.Ora è venuto il momento di fermarsi: fermati, salvaquel filare e piantane di nuovi. Sei ancora in tempoper rivivere la pace che si prova restando abbraccia-ti con una donna sotto la vigna, o la soddisfazionenel bere a tavola il tuo vino, risultato di mesi di la-voro, passione, devozione.Non dimenticarti da dove vieni, quanto ti ha datola terra, non dimenticarti di lei. Fermati e fai qualco-sa perché quel poco che è rimasto non sparisca persempre, assieme alle tue radici.Continua a prenderti cura della vigna e ringraziaDio col frutto della vite e del lavoro dell'uomo.Damiano Caravello 5D

Il planetario L’emozione della conoscenza

A Padova si trova il più moderno planetario digitale esistente in Italia e uno dei po-chi in Europa. Si tratta di un sistema di videoproiezione multimediale ad altadefinizione che consente agli spettatori di vedere proiettato il cielo stellato con tuttii corpi celesti, di ammirare i loro movimenti e tutti i sorprendenti fenomeni che av-vengono nelle profondità immense del cosmo. È insomma un luogo, in piena città,dove osservare a pieno la bellezza del cielo proiettata su uno schermo a forma divolta stando comodamente seduti su una poltrona reclinabile. Noi della classe 2^Eabbiamo avuto la fortuna di poter visitare questo luogo altamente tecnologico ed èstato un’emozione stupenda: abbiamo visto con chiarezza i pianeti più importantidel sistema solare, le principali costellazioni e la stella polare. È uno spettacolo dav-vero da non perdere!Cristian Fraccaro 2E

La mia Fieracavalli di emozioni…

La FIERACAVALLI di Verona è l’appuntamen-to più importante in Italia per tutti gli amantidei cavalli, e per noi studenti della Scuolaagraria è una delle opportunità più significa-tive di apprendimento e di esperienza.Quest’anno, che sono in quinta, come maiprima, Fieracavalli è stata per me così impor-tante ed intensa, gravosa, ma avvincente esorprendentemente emozionante, perché, do-po una lunga preparazione preparazione,quest’anno ho potuto partecipare come dri-ver!!Porterò sempre con me le bellissime sensazio-ni che l’esperienza di Fieracavalli mi ha dato,soprattutto l’ultima sera, durante la galoppa-ta finale a pelo sulle due “bimbe” (le cavalle)io ed Emily, guidate - a redini lunghe - daFabio, in un campo vuoto tutto per noi chepareva enorme, ma quando si arrivava allacurva ti rendevi conto che non era poi cosìgrande e per poco non volavamo fuori ☺ tragli ultimi espositori ed allevatori, visibilmentestanchi, ma ancora in grado di sorriderci. Ho vissuto quattro giorni di piena felicità e se-renità con i compagni, il Professore e tutte lealtre persone con cui ho avuto a che fare. Tutti affaccendati, affaticati ed emozionatiper i vari compiti e le responsabilità affidati-ci, a partire dallo scarico delle balle di fienoe paglia dal furgone, insieme a Carmelo eBianchi (ci mancavano le forze dalle risate!)

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per arrivare alla responsabilità della condu-zione. Infine ci sono state anche le comperelast minute (giusto appena prima che lebancarelle chiudessero i battenti), divertiti esoddisfatti, con corse spericolate in bicicletta,facendo slalom tra la folla, divertiti e soddi-sfatti della nostra esperienza.Le emozione più intense mi hanno colto du-rante le veloci cavalcate dalla postazione didriver, con le redini nelle mie piccole mani dacui dipendeva tutto il controllo dei cavalli edella vagonette. Una bella e importante re-sponsabilità, tanto più se davanti allegradinate, gremite di gente che applaude edesulta, i presentatori ti incitano e il professorCrise è pronto a “mangiarti” se fai brutta fi-gura. La carrozza sembra capovolgersi nellecurve strette e noi stringiamo forti le mani suipali della carrozza. Poi, tuutt’ a un tratto,quando la musica comincia sfumare, è ora diarrestare con forza i cavalli al punto giusto e,ancora col fiatone, di alzare la frusta in altoper salutare il pubblico. Allora senti insieme iltuo cuore che batte in gola e il respiro affan-noso dei cavalli che hanno faticato con te. Tre anni di Fieracavalli mi hanno regalato tan-te emozioni e soddisfazioni in un crescendounico di esperienze e di approfondimento del-le conoscenze che riguardano il mondo deicavalli. Numerosi e ricchi sono stati anche gliincontri con tante persone che lavorano inquesto campo, provenienti da varie regionid’Italia e anche da diversi Paesi esteri!Ricordo le chiacchierate (un poco incompren-sibili) con i tedeschi dei Norici che per dueanni ci hanno offerto speck, pane nero egrappini davanti ai box dei loro cavalli; i tan-ti allevatori di TPR, ognuno dei quali mi hainsegnato qualcosa di nuovo sulle tecniche diguida, di imbragatura, sulle attività legate aicavalli; e poi i rappresentanti dell’Abruzzoche quest’anno, più che mai, erano presentinumerosi per far sentire la loro grande forzadi volontà, nonostante le sofferenze che an-cora li affliggono a causa del recenteterremoto. Mi ha fatto commuovere la grinto-sa entrata di una grande slitta rossa,protagonista di solidarietà, con un cartello diincoraggiamento per l’Abruzzo: “L’Aquilac’è”…Grandi le nostre cavalle, Adua e Zaffira, chesono state con noi a Verona, è grazie a loroche il nostro lavoro è stato possibile, loro so-no state la fonte della gioia che ci siamoportati a casa dalla Fiera, loro che si sono pie-gate con grande sacrificio alla nostra volontàdi farle correre, girare, tirare, frenare. E grandeil professor Crise, che ci trasmette costante-mente la sua immensa passione per i cavalli eche, con spirito di abnegazione e senza alcunritorno economico, ci insegna con l’esempionon solo ad amarli, ma anche a faticare e acrescere con loro.Irene Carpanese 5C

Relax botanicoRicerca la pianta giusta

Cydonia oblunga “ Mellifera “ ( 4 , 7 )

1) …………………………………………………………………………………

Tradescatia virginiana ( 4 , 7 )

2) …………………………………………………………………………………

Mespilus germanica ( 7, 7 )

3) …………………………………………………………………………………

Artemisia dracunculus ( 11 )

4) …………………………………………………………………………………

Lippa citriodora ( 4 , 7 )

5) …………………………………………………………………………………

Typha minima ( 5 , 6 )

6) …………………………………………………………………………………

Le parole sotto elencate devono essere accoppiate a due a due incastrando l’una nell’altra in mo-do da formare una pianta. ( ad esempio PINE + noro = PIno NEro). Tale pianta va scritta in baseal numero di lettere che costituiscono le sue parole. Le iniziali delle piante così trovate daranno ilnome di un famoso genetista.

LIMINO BADRINA LOGNONESPOVO ERMI GONLLOERCE SCARE LOLGAREDRACE MECOTO BASERIA

Soluzioni dei giochi apparsi nel nume-ro precedente

Alberi intrecciati: Farfalla.L’unione fa la… pianta: Labiatae (Loniceracaprifolium, Ailanthus altissima, Beaucarnea recur-vata, Iberis semprevirens, Albizia julibrissin,Taxodium distichum, Anthemis nobilis, Erythrinacoralloides).Aforisma cifrato: L’aquila non può levarsi in vo-lo dal piano terra; bisogna che saltellifaticosamente su una roccia o su un tronco d’al-bero: ma da lì si lancia alle stelle. (Hofmann)

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Sperimentando 2010

Nona edizione Energia e dintorniPadova, 19 aprile – 16 maggioSala espositiva ex macello, viaCornaro 1

Orari di aperturaLunedì,mercoledì e giovedì 9.00 – 13Martedì e venerdì9.00 – 13 e 15.00 – 17.30Sabato 9.00 – 13 e 15.00 – 17.30Domenica e festivi10.00 – 13 e 15.00 – 19.00

Sperimentando è una mostra scientifi-ca interattiva che è nata nel 1994proprio nella nostra scuola. Progettatada insegnanti e rivolta principalmentealle scuole, nel corso degli anni si èarricchita di collaborazioni, di esperien-ze e di una varietà di esperimenti chela rendono oggi interessante per visi-tatori curiosi di ogni età e di ogni livelloculturale.La mostra è suddivisa in quattro sezio-ni: fisica, chimica, scienze naturali econcorso. Per i visitatori più giovani c’èuna sezione interdisciplinare: scienzaper giocare, inserita in fisica. Nella se-zione concorso vengono presentati gli

esperimenti progettati e realizzati daglistudenti che hanno partecipato al con-corso Sperimenta anche tu. Inoltrestendardi appesi lungo il corridoio cen-trale presentano i migliori lavoriprodotti dagli studenti che hanno par-tecipato al concorso l’Arte sperimentacon la Scienza per la realizzazione delprogetto grafico del logo diSperimentando 2010. Con il sottotitolodi quest’anno, Energia e dintorni, lamostra intende illustrare il tema del-l’energia nei più vari aspettisottolineando anche la necessità di far-ne un uso consapevole di evitarne glisprechi e di utilizzare fonti rinnovabi-li. Particolare attenzione viene rivoltaalla produzione di energia elettrica maanche agli scambi energetici, all’ener-gia termica, all’energia luminosa, aitrasferimenti di energia attraverso on-de, all’energia in relazione con la vita. Il 2010 è l’anno internazionale dellabiodiversità per questo, nella sezionedi scienze, viene illustrata la ricchezzadella natura e la sua capacità di evol-versi per adattarsi alle condizioni piùdiverse ed estreme. Nel corso del tempo la mostra ha su-scitato un interesse sempre più vasto esi è conquistata la collaborazione non

solo di molte scuole superiori padova-ne ma della stessa Università chequest’anno ha messo a disposizionedei visitatori alcuni dei suoi strumentipiù sofisticati: un microscopio a forzaatomica per osservare la natura a livel-lo nanometrico, una biciclettaalimentata a idrogeno e un mellatronper vedere il confinamento di un pla-sma.I nostri docenti, in particolare le pro-fessoresse Magrinelli e Viola, e nostristudenti hanno collaborato, comeogni anno, all’allestimento della mo-stra e partecipano al concorsoSperimenta anche tu con numerosiesperimenti di scienze, chimica, fisicae meccanica, sono presenti inoltreper accogliere i visitatori durante igiorni dell’esposizione.

Sperimentando 2010Mostra scientifica interattiva

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