I TEDESCHI E L’ESERCITO DI SALO’ · 2019. 3. 5. · I TEDESCHI E L’ESERCITO DI SALO’ La...
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I TED ESC H I E L’ESER C ITO D I SALO’
La polemica e La propaganda, nel senso comune e quasi volgare della parola, non sono compiti ed obiettivi di questa rassegna, che preferisce affidarsi al linguaggio severo dei fatti e, per essi, dei documenti. E se la nostra scelta e la nostra attenzione si rivolgono ad illuminare punti ed aspetti particolari è perchè la propaganda avversa, antiliberale prima ancor che fascista, giocando sulla diffusa ignoranza dei fatti, sulla scarsa memoria e sudi9istinto qualunquista di molti insiste a creare ed a resuscitare le più viete leggende allo scopo di oscurare la verità storica.
Una di queste leggende riguarda i rapporti fra i tedeschi e la Repubblica di Salò e Vapprezzamento che di questa i tedeschi stessi facevano. Essa è divenuta tema di correnti menzogne processuali fasciste, che hanno assunto particolare rilievo nella linea difensiva dell9ex maresciallo Oraziani. Essa si esprime nella formula comoda ed equivoca nonché fraudolenta del « salvare il salvabile », cioè salvare l’Italia dalla sorte della terra bruciata, salvare l’onore delle armi italiane proseguendo la guerra a fianco dell’alleato tedesco, salvare dalla distruzione impianti, industrie e patrimonio nazionale.
Ora la prima è una scusa da ragazzetti dalla coscienza sporca: Hitler non poteva «bruciare » la terra italiana finché vi combatteva e ne aveva bisogno; non « bruciare », ma sfruttare e dissanguare, salvo a vendicarsi poi; questo voleva Hitler. La seconda è un imprudente dietro-front di fronte all’onestà ed al dovere: un soldato non salva mai l’onore delle armi tradendo il giuramento; e se un generale fascista crede di irridere alla libertà, non gli è consentito di irridere ai morti di Cefaionia ed all’indipendenza del suo paese, amputato della Venezia Giulia, Friuli, Cadore e Trentino e destinato alla servitù totalitaria. La terza si fa forte degli stabilimenti... di Gardone: puerile trovata di fronte alla immensi'à di depredazioni eseguite od iniziate e preparate; la presenza delle forze partigiane ha contribuito ben altrimenti ad evitare all’Italia sciagure irreparabili.
Verità più che pacifiche per chiunque non sia accecato dall’odio o dal rancore. Nulla di più mortificante che esser costretti a ritornare a dimostrazioni che si poteva sperare fossero ormai superate. Vi torniamo con alcuni documenti conservati in originale o in copia nei nostri archivi.
Il primo è una lettera di Mussolini ad Hitler in data 1 novembre 1943; da essa traspare già la decisione, preminente nella politica della repubblica di Salò, eli volgere le armi contro le forze partigiane, per « stroncarle»; dall’altra parte i « camerateschi contatti » fra Graziani ed i marescialli tedeschi sono presentati come pronubi delle divisioni del nuovo esercito fascista.
Il secondo documento è un telegramma di Graziani a Keitel. Il 2 aprile 1944 la lotta contro i partigiani era ancora alla prima fase; ma Graziani era già consapevole che la loro presenza costituiva la minaccia più grave allo stato di Salò e che l’eliminazione loro era condizione preliminare di esistenza. Il telegramma è di tale data ed è spedito a Keitel per tramite del Capo della Missione militare di Salò a Berlino.
Il terzo documento è una lettera che Roberto Farinacci scrisse il 22 febbraio 1945 (in un francese sgrammaticato) a Rudolf Rahn, ambasciatore di Hitler pres-
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so Mussolini: dando sfogo al suo rancore per le angherie che a lui ed al suo giornale usavano le autorità germaniche, esprime la sua umiliazione di fascista sincero per Vini piego che i tedeschi facevano dell’esercito di Salò, utilizzato contro i « ribelli e non per salvare l’onore delle armi lottando contro gli invasori anglo- americani. E Farinacci manda, a buon conto, copia della sua lettera a Mussolini lon un biglietto che pure riproduciamo. «Occupati, non alleati, voi ci considerate» scrìve Farinacci.
La conferma della verità di tale affermazione si può trovare nelle istruzioni date dallo stesso Rahn agli ufficiali addetti alla propaganda presso le unità tedesche sul fronte italiano (documento IV ); circolare caduta nelle mani delle truppe alleate, diffusa dalla radio italiana del sud, ma autenticata nella sostanza da Serafino Mazzolini, allora sottosegretario agli esteri di Mussolini, che ne scrìve accoratamente all’ambasciatore d’Itulia a Berlino, Filippo Anfuso.
Il quinto documento è una serie di « appunti per il Duce » preparati dal Gabinetto del Ministro degli Esteri su colloqui intercorsi con l’ambasciatore tedesco von Rahn. Dagli appunti è rispecchiata oltre che la situazione di imbarazzo in cui le massime autorità fasciste si trovano, ad un mese dalla insurrezione, circa l’impiego contro gli anglo-americani delle truppe da esse raccolte, anche la preoccupazione loro per l’imminente catastrofe e quindi per salvare « il salvabile », ossia la vita, sotto la garantita protezione delle truppe tedesche. Come tale protezione sia stata prestata ai « camerati » fascisti da parte dei tedeschi e come i primi siano stati tenuti al corrente delle trattative di resa... tutti sanno.
Il documento III è posseduto nell’originale dall’Archivio dell’Ist. Naz. Gli altri documenti sono posseduti in copia dall’Archivio Storico della Fondazione C. V. L. e provengono o dall’azione del Servizio Informazioni del Comando Generale oppure dal ricupero di incartamenti presso gli organi della Repubblica Sociale Italiana nei giorni dell’insurrezione.
[M.]
I
Lettera di M u sso lin i a H itler
Il Capo del Governo
F u h rer,
colgo l’occasione del viaggio del C om andante W olff presso il \ ostro Q uartier G enerale, p er rico rdarm i a Voi e p er darV i una schem atica relazione sulla situazione ita liana a fine di o ttobre.
La situazione è leggerm ente m igliorata. Ci sono dei sintom i di rip resa, m a la catastrofe fu così im provvisa e to tale, che m olto tem po ancora occorre, p rim a che le masse to rn ino in linea m orale e m ateriale.
N on considero grave il fenom eno dei g rupp i a rm ati che sono qua e là sui m onti dell’A ppenn ino ; si tra tta in gran p a rte di soldati
I TEDESCHI E L’ESERCITO DI SALÒ 5sbandati — spesso orig inari dell’Ita lia m erid ionale — e non ra p p re sentano un pericolo.
T uttav ia ho deciso d i stroncare l’a ttiv ità e utilizzerò a tale scopo i 2000 uom ini che form ano la « P .A .I. » (Polizia A frica Ita liana), e (o rti rep a rti di C arab in ieri. Di ciò ho dato com unicazione al Colonnello Jandl. La « P.A.I. » risiede a Rom a, dove la situazione è del tu tto norm ale.
Il Colonnello Canevari m i ha rife rito sui colloqui da lu i avuti in G erm ania e sui protocolli firm ati. R itengo opportuno che il Canevari si stabilisca a B erlino fino a quando non avrà esaurito la sua m issione: cioè fino a quando non avrà form ato le p rim e qua ttro d ivisioni del nuovo Esercito.
P e r quanto avete fatto e p er quanto farete onde farm i raggiungere l’obiettivo che considero il suprem o — cioè to rn a re al com battim ento il p iù presto possibile — ricevete, F ü h re r, il m io ringraziam ento profondo.
F ra pochi giorni dovranno p resen tarsi alle Caserme i giovani del 1924. Se si presentano al com pleto, questo sarà il segno decisivo che la crisi è superata . Le previsioni dello Stato M aggiore son piu ttosto ottim iste.
Voglio aggiungere, F ü h re r, che dalla te rrib ile crisi del luglio-ago- rto-settem bre 1943, una um anità nazionale è sorta : la M onarchia è liq u id a ta anche nelle regioni occupale dagli anglo-am ericani e ancora desidero dirV i che da m olte testim onianze risu lta che i rap p o rti fra le popolazioni e le tru p p e tedesche, si avviano a divenire sem pre p iù cordiali.
I contatti d i G raziani e G am bara con i Vostri M arescialli hanno u n cara tte re veram ente cam eratesco. Q uanto a Von R ahn, egli è l’uom o della situazione e le m ie A utorità sono lie te di co llaborare con lui.
Mi rip rom etto , F ü h re r, di scriverVi, p iù lungam ente, su vari argom enti, in u n prossim o tem po.
In tan to Vi prego di ricevere I m iei p iù am ichevoli saluti e r in graziam enti insiem e coll’espressione della m ia im m utab ile fede nel Vostro destino ed in quello della G erm ania.
M u sso lin i
1 Novem bre 1943 XXII
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I I
T elegramma di Oraziani a K eitel
fono DD 2-4-’44
Col. M orena Capo missione ita liana B erlino Prov. - M inistro FF. AA.Desi. - Felci M aresciallo K eitel
testo
Signor M aresciallo, a sei m esi d a ll’assunzione del m io incarico di M inistro delle FF. AA. desidero rap p o rta rv i sul lavoro com piuto e c h ie d e ra i norm a per quanto ci viene ancora dom andato alt. In rea ltà questi sei mesi possono rid u rsi a tre di effettivo e proficuo lavoro, dato il com pleto caos nel quale IT talia era caduta dopo l’8 settem bre.
Eccovi il consuntivo sino ad oggi in c ifre :
1°) 68.000 uom ini p er il M aresciallo Kesselring2°) 51.000 » » » R ichtofen3°) 22.000 » sino ad oggi p er le divisioni in G erm ania4°) 40.000 » p er l’Ispetto ra to M ilitare del Lavoro messo a
disposizione del M. K esselring5°) 10.000 » p e r le form azioni an tiribe lli in via di costi
tuzione6°) 29.000 » p er tu tte le necessità te rr ito ria li dell’esercito7°) 20.000 » p er tu tte le necessità della M arina e dell’Ae
ronautica8°) 140.000 » p e r la costituzione della GNRIn to ta le 380.000 uom ini che in una situazione in te rn a tu tto ra
assai difficile, e nei p rim i mesi ad d irittu ra caotica, abbiam o tra tto p er le com uni necessità.
Ci rim angono ora a disposizione nei cen tri di reclu tam ento circa 34.000 uom ini p ro n ti a com pletare le 4 divisioni ed i 2 g rupp i d ’a rtig lieria p er l’invio in G erm ania en tro il mese d’aprile.
Ma in questi giorni ci sono state fa tte le seguenti rich ieste:
1°) 27.000 uom ini per la M arina germ anica rich iesti a ll’A m m iraglio Sparzani nelle conversazioni di M onaco
2°) 8.000 » p er i rep a rti nebbiogeni in G erm ania
3°) 16.000 » che p ro p rio oggi ci sono stati rich iesti conla massima urgenza dal M. Kesselring
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I l p rogram m a da m e fissato il 30 m arzo in una riun ione p len aria p e r tu tt i gli organi italo-germ anici in teressati era il seguente:
1°) com pletare nel mese d i ap rile l ’invio d i 34.000 h. p e r le d iv isioni in G erm ania
2°) chiam are tre classi p er in iz iare l’invio dei 150.000 h. al M. G oering a da ta re dal 30/4 non potendo p e r im possib ilità di m ateria le im pegnarm i p e r il 15/4 come richiestom i da ll’am basciata
3°) successivamente continuare il richiam o delle classi a blocchi p er esaurire la rich iesta di 1.000.000 di uom ini p e r le organizzazioni del lavoro « Sauchen ».
Con la sopravvenuta u rgen te rich iesta del M. K esselring debbo d o m an d arv i, Signor M aresciallo, quale sia l’ord ine delle precedenze che io debbo dare, m en tre p er andare incontro al desiderio de ll’am basciata cercherò di an tic ipare il p iù possibile il te rm ine delle ch iam ate delle nuove classi.
D ebbo rapp resen ta rV i come la ragione che h a in m assim a p a rte ostacolato e d im inu ito il rend im ento della leva, è stata quella della deficenza del vestiario ed equipaggiam ento. Essa esiste tu tto ra m entre abbiam o avuto assicurazione dal Gen. Leyers sull’im m ediato invio in I ta lia d i 40.000 un ifo rm i le quali però sono sufficienti p er vestire gli uom in i a ttua lm en te nei cen tri di reclutam ento.
A ltro im portan te prob lem a è quello di dare il m assim o increm ento alle form azioni della lo tta contro i rib e lli che costituisce il . p re supposto necessario, anzi ind ispensabile p e r p o te r ris tab ilire l’au to rità ed il prestigio dello Stato sulla popolazione.
R ichiam o, Signor M aresciallo, la V ostra attenzione su quella b a silare necessità, poiché tu tto il nostro sforzo e tu tta la nostra buona volontà di collaborazione non vadano fru stra te da cause che sono ind ip en d en ti da lla nostra volontà.
Accogliete, Signor M aresciallo, i m iei devoti sentim enti di cam eratism o e i cord iali saluti.
Vostro M aresciallo
R odolfo Grazi ani
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I I I
Lettera di F arinacci V von R ahn
I l Regim e FascislaIl D ire tto re Crem ona, le 22 Févr., 1945 - X X III
Exe. R udolf R ahnA m bassadeur d ’Allem agneFasano
Mon cher A m bassadeur,
J ’ai tou jours cherché, ju sq u ’à au jo u rd ’hu i, de ne Vous donner aucune ennuie, quoique j ’en fusse ten té p lusieures fois pour les p ro cédé de la P ropaganda Staffel à l’égard de m on journal.
Souvent on t censure certaines nouvelles d ’une façon absurde, d ’autres on m e défend de les rep rend re , b ien qu’elles soient données p a r la Radio R épublicaine et déjà diffusées p a r les autres journaux , nouvelles — il fau t b ien le no te r — qui ont au paravan t l ’app ro b a tio n de la censure allem ande. A mes rem ontrances, on répond que la fau te est aux ordres qui arriven t de M ilan.
A u jou rd ’hu i je me trouve devant un cas d’une exceptionelle gravité parce qu’il blesse en p le in ma foi d ’Ita lien , de fasciste et d’am i et de défenseur du G rand Reich.
Dans le num éro d’au jo u rd ’hu i de « Regim e Fascista » devait p a ra ître un article polém ique en réponse à Concetto P é ttina to , D irecteu r de « La S tam pa » de T u rin , et je p renais l’aigre d’une affirmation de Mr. R olandi Ricci sur le « C orriere della Sera » d’h ier, où il d isait qu ’u n succès m ilita ire sur le fron t des A ppénins réu n ira it sp iritue llem ent tous les Ita liens et ém ie tte ra it le phénom ène du ribel- lisme.
A près ça, je concluais l’article avec ces m ots:« S’il y a une chose qu i nous fa it v ra im en t souffrire c’est le fait
de voir nos villes pu llu lan tes de soldats, soldats qui crien t à tou te fo rce de voulo ir ê tre em ployés à no tre front. La R épub lique fasciste peut déjà disposer d ’une masse de soldats; elle a des Divisions sévèrem ent dressées, des unités sp irituellem ent et m ilita irem en t p ré parées. Nos efforts, no tre dure fatigue ont été couronnés du la u rie r du succès.
« A présent il fau t qu’on affronte l’épreuve suprêm e, qu’on évite surtou t le découragem ent qui s’em parera it de ceux qui on t accouru à l ’appel de la P a trie non pas pour rester oisifs mais po u r la servi- re sur la ligne du feu ».
La P ropaganda Staffel, à la dern ière heure, c’est-à-dire dans
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le m om ent ou en é ta it en tra in d ’aller en m achine, m e com m uniquait ce qui su it: «il est défendu de p a rle r de fu tu res succès sur le fron t des A ppenins et il est quadm êm e défendu de p a rle r de l’em ploi de tro u pes italiennes sur le fron t ».
N atu re llem ent je n ’ai m anqué de déclarer que j ’étais hau tem ent ém erveillé, m ais j ’ai dû subire l’im position parce qu’on a m enacé de ne pas fa ire p a ra ître le journal.
P u isqu’il n ’y avait plus le tem ps m atérie l pour m odifier ou substituer l’artic le en question, j ’ai dem andé de pouvoir p a ra ître avec l’espace censuré en blanc. On m ’a d it alors que cela aussi é ta it strictem ent défendu. E n voulant év iter que la chose puisse p ren d re une to u rn u re te lle qu ’elle au ra it fait grande im pression dans l’opinion p u b lique et du b ru it à l ’etranger, j ’ai sim plem ent coupé m on a rticle, qui, logiquem ent, a beaucoup perd u de son sens.
Tous cela me po rte à Vous ouvrire m on coeur avec cette loyauté et cette com préhension que le m om ent exige.
Je suis u n des peux qui soutiennent sur la presse que la p rém isse indispensable à tou te reform e sociale do it ê tre la victoire e t donc le com bat. D epuis u n an et dem i à peu près, sur les colonnes de m on jo u rn a l, je ai h u rlé aux jeunes qu’ils doivent accourire dans 1 A rm ée républicaine, se p rép a re r au com bat, se p rép a re r donc à m ourir.
I l m e p a ra it v raim en t étrange que, après que la R épub lique Sociale a re jo in t un résu lta t tangible (presqu’u n m illion d ’hom m es font p a rt des Forces arm ées et de la Police), il soit re tenu absurde, insensé que, de no tre coté, nous dem andions à ces hom m es de sauver le sol de la P a trie d ’une au tre possée ennem ie et de se p rép a re r à chasser l'envahisseur.
Je Vous ai déjà dit une fois — et en ça je fu p ro p h è te — que les Divisions dressées en A llem agne devaient être im m édiatem ent employées et non pas mises en contacte avec la popu la tion civile, le m an que de foi de la quelle au ra it eu une triste repercussion sur les je u nes. A u lieu de ça, les Divisions rentrées en Ita lie — à l’exeption de quelques bataillons — ont été dém em brées et utilisées p a r t dans la lu tte contre les rébelles, p a r t en fonction de garnisons. Cela fu t l ’o rigine de beaucoup de désertions et du découragem ent de la m eilleure p a rtie de ces soldats qui ne se voient p ris en considération de la p a rt du C om m andem ent allem and.
La Division « Ita lie », p a r exem ple, échélonnée dans l’E m ilie , privée d’arm es indispensables, m al équipée, perd chaque jo u r qui passe son h a u t e sp rit de com bat et s’adap te tou jours plus a la p e rsuasion que son sacrifice ne soit quéri p a r aucun.
Toutes les provinces regorgent de soldats; soldats, p resque tous,
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qui cherchent llio n n e ii, du com bat. Aussi parce qu’il ne fau t pas ê tre des grands stratègues pour avoir la convinction qu’un e ffo rt fa it dans le secteur ty rrén ien p o u rra i renverser la situation m ilita ire des Anglo-am éricains le long de tou t le fron t des A ppénins. E t il su ffira it u n succès, po u r p e tit qu ’il soit, pour réan im er les Ita liens, les se rrer au tou r du d rapeau de la R épub lique Sociale et po u r les fa ire collaborer à la cause sainte de l’Axe.
Si cette niasse de soldats ne do it pas être em ployée — et nous avons déjà p erd u beaucoup de tem ps u tile — pourquo i doit-on alors saigner les économies de l’E ta l pour m a in ten ir des centeines et centeines de m illie r de com battents au seul fin qu’il resten t oisifs?
N ’a-t-on, peu t être , plus de foi en nous? E n te l cas, il serait m ieux le d ire franchem ent. A utrem ent no tre quotid ien travail de p ro pagande, de persuasion, de foi, devient inconcevable.
Certes, je serais com plètem ent déçu et cette déception c réerait en m oi un ind icib le découragem ent et une grande am ertum e en voyant s’éventer tous mes rêves et toutes mes éspérances.
Je ne p a rle pas, en outre, po u r exp liquer com m ent cette situatio n rejo igne le b u t de d im inuer to u jo u rd plus le prestige de no tre G ouvernem ent, du Fascism e et, surtout, de no tre E ta t M ajor.
On a crié aux q ua tre coins du m onde que G raziani au ra it eu le com m andem ent d’une Armée. T elle décision a été saluée d ’u n vif enthousiasm e p a r les Ita liens qui vous sont amis. Mais, hélas, rien ne c’est vérifié de concret. E n tous se fa it chem in la conviction que les cam arades allem ands ne nous considèrent p lu tô t des occupés que des alliés.
A soutien de ces argum ents il y a ce qui arrive dans les différents secteurs économ iques et dans le secteur de la police. Tous font des récherches, tous arrê ten t, tous em prisonnent e t cela pas tou jours avec fondem ent. Les nom breuses polices allem andes se servent des indications et des inform ations des p ires Ita liens, le passé des quelles n ’est pas précisém ent celui des galant-hommes.
E t pour clore cette longue le ttre : Vous savez b ien dans quelles conditions se trouve m on journal. Il n ’y a pas de cam ions, pas de haches, pas de brocs vides p ou r aller se re fo u rn ir de gas. Les cam arades allem ands nous envoient aux autorités ita liennes; celles-ci nous dém ontren t tam bour-batten t de n’avoir m êm e pas la possib ilité de m ouvoir un doigt sans l’autorisation des d ifférents C om m andem ents allem ands. D epuis des mois j ’assiste à une chronique discussion concernent les com pétences, m ais les résu ltats sont com plètem ent négatifs.
Est-il possible q u ’on doive espérer seulem ent dans le m iracle?Tout ça je voulais Vous le d ire en tou te am itié et avec cette
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sym path ie que j ’ai p o u r Vous. Si Vous réussirez à m e tran q u ilise r et à m ’encourager clans m a dure fatigue, je Vous en serai v raim ent reconnaissant.
Je \ 'o u s p rie d’agréer, cher A m bassadeur, les sens de ma p ro fonde estime.
V otreR oberto F arinacci
F. S. Je Vous ai écrit en français parce que je ne désirais pas que quelque fausse in te rp ré ta tio n de la langue ita lienne, com m ise p a r quelque in te rp rè te allem and, puisse ne pas rend re parfa item en t m apensée.
Lettera di Farinacci a M usso lin i
11 Regim e Fascista Il D iretto re
Caro Presidente,p rim a che succeda qualche casino ti m ando
cop ia di una le tte ra inviata a ll’am basciatore germ anico.Devoti saluti.
F arinacci23 / 2 / 45.
IV
Lettera di Mazzolini ad Anfuso
Segreto PersonaleP. C. 305, lì 9 Gen. 1945 - XXIII
Caro Anfuso,la rad io dell’Ita lia invasa « L’Ita lia com batte » ha
rip o rta to il 14 dicem bre u. s. estesi estra tti da una circolare che si afferm a sarebbe stata inv iata d a ll’A m basciatore R ah n agli ufficiali di p ropaganda germ anici sul fron te italiano.
Ti allego il relativo testo che, anche se non le ttera lm en te genuino, è da presum ere, secondo anche am m issioni d e ll’interessato, che risponda a concetti effettivam ente fo rn iti come norm a d i linguaggio ai p ropagandisti germ anici presso le tru p p e operanti.
I l che dà luogo a m olte am are considerazioni sull’abisso in cui il trad im ento ha fatto cadere il nostro povero Paese.
Cordiali salutiF .to M azzolini
Dr. F ilippo AnfusoA m basciatore d’Ita lia
B erlino
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« L’I talia combatte »
(program m a p er le rad ioem itten ti e i g iornali de ll’Ita lia invasa)
Un documento interessante — Si tra tta di un docum ento veram ente in teressante, caduto in nostra m ano dopo la ca ttu ra di alcuni ufficiali tedeschi. È una le ttera circolare ind irizzata dal noto capo nazista Von R ahn a tu tti gli ufficiali addetti alla p ropaganda di ogni reggim ento e battag lione tedesco sul fron te ita liano . Ve lo leggiamo in tegra lm en te : «Sono pienam ente conscio, scrive von R ahn , del sentim ento di violenta avversione n u trita dai soldati tedeschi verso gli ita lian i, com presi quegli ita lian i che p er una ragione o per l’a ltra continuano a com battere o fingono di continuare a com battere al nostro fianco. Questa a ttitu d in e negativa è dannosa al nostro sforzo bellico. È un im pulso emotivo che bisognerebbe nascondere meglio. Sarei m olto grato perciò se gli ufficiali cui è ind irizza ta questa circolare, tenessero presenti ora i benefici che la G erm ania ha tra tto dalla fittizia ricostruzione politica dell’Ita lia Fascista. Bisogna rico rdare che la nostra p rim a m ira , continua la circolare di von R ahn, e quella di m obilitare tu tte le forze e le possib ilità p ro d u ttiv e de ll’Ita lia da noi occupata p er alleggerire i bisogni della G erm ania. T u tto deve essere sfru tta to ne ll’Ita lia da noi occupata p e r i bisogni bellici della G erm ania. P e r po ter o ttenere i m assim i risu lta ti occorre che tu tti i soldati tedeschi com prendano che questo è necessario.
Ci si offre il caso raro di po ter giovarci al massimo dell’odio concentrato che quasi tu tti gli ita lian i nutrono verso il loro governo repubblicano fascista. Con una condotta in telligen te possiam o speculare su questo odio e volgere la b ilancia a nostro favore. D uran te i p rim i mesi dopo P8 settem bre ’48 le forze arm ate tedesche riuscirono a rapp resen tare la sola e legale au to rità ne ll’Ita lia da noi occupa ta ; perciò m olti ita lian i si rivolsero a noi in difficili circostanze. Questa fortuna politica ha facilitato m olto il nostro lavoro. N egli u ltim i mesi, la nostra situazione nei confronti del popolo italiano è stata m olto peggiorata dagli atti di violenza e dalle rappresag lie com piute dai nostri soldati contro le popolazioni ». La circolare von R ahn così continua : « L’ordine del generale K esselring in data 2 agosto 1944 precisava ch iaram ente che le vendette ind iscrim inate contro le popolazioni, anziché contro i p a trio ti, dim inuiscono la fiducia delle popolazioni nelle forze arm ate tedesche che forniscono m ateria le eccellente di propaganda in m ano al nem ico. Questi a tti p iù o m eno responsabili d i violenza da parte delle tru p p e tedesche, se p u re giustificabili dagli im pulsi dei nostri soldati, devono dim inuire. È necessario cam biare il nostro atteggiam ento non p er considerazioni u- m an itarie , ma in base al freddo calcolo che questo è il m iglior m e-
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lodo p e r curare gli interessi dello sforzo bellico tedesco in I ta lia ». La circolare Von R ah n agli ufficiali tedeschi riferisce po i p a rtico la ri M olto im p o rtan ti sull’a ttiv ità trad itric e e antinazionale dei caporion i fascisti, a com inciare da M ussolini. A scoltate che cosa scrive il capo nazista von R ah n : « I l governo fascista, dopo il suo riconoscim ento da p a rte nostra come alleato, h a consegnato alla G erm ania i seguenti va lo ri: Quasi tu tto l’oro ita liano , quasi tu tto il rad io esisten- le in Ita lia , g randi q u an tita tiv i di m ercurio , e m olto a ltro materia* le prezioso. In p iù M ussolini si è d ich iarato d’accordo ne ll’inviare in G erm ania tu tti i m acchinari e i p ro d o tti fin iti o sem ifiniti che possono essere u tili a lla nostra in d ustria bellica. Ino ltre , il governo fascista collabora sinceram ente nel fa r si che vengano p o rta ti in G erm ania m igliaia e m igliaia di operai necessari p er le nostre officine e p er i nostri lavori, com prese le fortificazioni della fron tie ra svizzera al fium e Etscli. Questo reclu tam ento dei lavorato ri ita lian i è organizzato m olto bene dai p re fe tti e dai podestà fascisti ». « D unque — conclude la circolare von R ah n — l’a ttiv ità del soldato tedesco verso la popolazione è decisam ente im portan te . Se odiam o o no gli ita lian i, questo non im p o rta : im p o rta invece di tra rre da ll’Ita lia tu tto ciò che è possibile p e r la nostra guerra. D opo 5 anni di guerra non possiam o p iù p erm ette rc i il lusso di sciupare situazioni di favore p e r soddisfare le nostre em ozioni. I nostri sentim enti devono essere contenuti, alm eno p e r il m om ento. È m eglio la soddisfazione dei nostri bisogni a ttuali. I sen tim enti di odio e d i avversione avranno luogo al m bm ento giusto, tenendo conto d i pa rtico la ri circostanze di c a ra tte re m ilitare . D obbiam o fingere di essere am ichevoli il p iù possibile e agire senza m isericord ia solo quando non è p iù necessario nascondere i nostri autentici sen tim en ti» . R ipetiam o: il testo che vi abbiam o letto è quello di una circolare d iram ata da l capo nazista von R ahn a tu tt i gli u ffic ia li addetti alla p ropaganda dei reggim enti e ba ttag lion i tedeschi sul fron te italiano. D edichiam o questa le ttu ra a q u e i pochi ita lian i che ancora eventualm ente si illudessero sui rea li sen tim en ti dei tedeschi verso gli ita lian i.
V
A p p u n t i al duce s u i colloqui M e l l in i-Rahn
M inistero degli E steri G abinetto
Circa il capitano inglese l’A m basciatore R ah n m i ha detto ie ri di non sapere di avvenuto rilascio o d i eventuali Missioni. Sono servizi segreti — ha detto — ai quali egli in genere preferisce rim anere estraneo. Si in fo rm erà com unque e sarà lieto d i r ife rirc en e .
14 I TEDESCHI E L’ESERCITO DI SALÒ
Circa i con ta tti con C. L. N. non conosce che quelli attraverso due p re la ti del C ardinale Schuster, con ta tti che servirebbero solo a « carp ire » inform azioni.
R isalendo alla questione p iù generale della situazione che si verrebbe a de term inare in Ita lia in caso di r itiro di tru p p e germ aniche, 1 A m basciatore R ahn si è nettam ente e ch iaram ente espresso nel senso che gli o rd in i del E ùlirer, anche recentissim i, sono in tona ti alla decisione d i d ifendere ad ogni costo la V alle del Po. Com unque, ha aggiunto PA m basciatore, io non in tendo seguire l ’esem pio e i sistem i che ha usato con m e B adoglio: il Duce può essere sicuro nel m odo p iù assoluto che di qualsiasi decisione di abbandono di zone o di qualunque tra tta tiv a in proposito con i nem ici o con i rib e lli non m ancherei di in form arlo . In ogni caso, Egli non ha che da in terrogarm i ogni volta che possa avere u n dubb io ed io gli risponderò con tu tta franchezza ed ha concluso : « Pas de priasseries de m a p a rt soyez-en bien sur ».
P . C. 305, 16-3-1945 XXIII.
M inistero degli Esteri
G abinetto
Ie ri m attin a l’A m basciatore R ahn m i ha fatto conoscere che avrebbe desiderato vederm i. Mi sono subito recato da lu i e vi sono stato tra tten u to lungam ente.
Assisteva alla conversazione anche il Dr. H aas con il quale la sera prim a m i ero sfogato am ichevolm ente sulle necessità di una sem pre m aggiore chiarezza p er o ttenere una sem pre m igliore collaborazione, in partico lar m odo, sul grave e rro re psicologico e storico da p a rte germ anica di non fa r com battere sul serio l’Esercito R epubblicano.
L’A m basciatore R ah n è stato, du ran te tu tto il colloquio, p a r ticolarm ente affabile tenendo a m arcare la sua co rd ialità nel tra tta re i seguenti vari argom enti:
1) — ha p arla to con il Gen. W olff circa il cap itano inglese. I l G enerale lo ha assicurato che vi avrebbe detto , Duce, di avere l ’in ten zione di servirsene p e r cercare di app ro fond ire se l’in iziativa partiva veram ente da fonte degna di considerazione. Se così fosse l’in iziativa po trebbe essere u tilizzata p e r distaccare sem pre p iù , a lm eno in Ita lia , la po litica inglese da quella russa. Com unque sarebbe p er ora tu tto allo stato di sondaggio ed il G enerale W olff non m ancherà d i tenerV i al corren te degli u lte rio ri sv iluppi, p u r condi- Aidendo, p er ora alm eno, la Vostra opinione che si t ra tt i d i iniziativa p iù o m eno personale del cap itano inglese stesso.
2) — mi ha fatto tu tta la storia delle sue relazioni con il Car-
I TEDESCHI E L’ESERCITO DI SALÒ 15
dinaie Schuster. Lo avrebbe visto una sola volta tem po fa e lo avrebbe trovato di tendenze nettam en te antifasciste. A vrebbe discusso con lu i a lungo d i \ 'o i e del Fascismo ed è convinto che ta le colloquio ebbe r isu lta ti favorevoli sul successivo atteggiam ento del C ardinale. Ne ricevette recentem ente u n a le tte ra , vaga e nebulosa, secondo lo stile della dip lom azia vaticana. Gli ha risposto (credo recentem ente) con una le tte ra che m i ha le tta , di ca ra tte re m olto generale nella quale illu stra l’um an ità e la giustizia con la quale i tedeschi avrebbero agito, specialm ente nei p rim i tem p i della guerra ed in partico- la r m odo sofferm andosi sul regim e di occupazione tedesco in F rancia.
A ccenna poi alle form e sem pre p iù crude e sem pre p iù disum ane assunte dalla guerra nem ica contro il suo paese e conchiude facendo u n elogio ed una difesa delle q ualità del popolo tedesco che lo rendono degno della m assim a considerazione da p arte di tu tti coloro che am ano la giustizia.
O ltre a ciò l’A m basciatore ha anche accennato ai suoi passati rap p o rti con il P a tria rca di Venezia che ne avrebbero rin forzato l’a tteggiam ento patrio ttico .
H a concluso dicendo che questa era, in riassunto, tu tta la sua attiv ità con gli esponenti la chiesa cattolica.
3) — in seguito a quanto gli aveva detto il dott. H aas sul colloquio avuto con m e aveva te legrafato raccom andando u n prossim o p ronto im piego dei nostri reparti.
Su questo argom ento ho detto a ll’A m basciatore che avrei voluto avere presto occasione d i p a rla rg li a cuore aperto , a tito lo personale ed am ichevole in quanto si tra tta della questione p iù essenziale in teressante non soltanto i ra p p o rti italo-germ anici m a la ragione stessa di v ita della R epubblica e l ’avvenire della R epubb lica stessa e del Paese.
4) — L’A m basciatore R ah n m i ha poi accennato, con una certa sorpresa e preoccupazione, al fa tto che i l Sottosegretario Cucco, in una recente riun ione a M ilano di g iornalisti avrebbe annunziato che il Governo della R epubb lica consacrerà il 23 corren te il suo trasfe rim ento a M ilano. Gli ho risposto che, secondo quanto a m e risu ltava, non si tra ttav a del trasferim en to vero e p rop rio di tu tto il Governo, m a di una riun ione del Consiglio dei M inistri.
L’A m basciatore si è d im ostrato preoccupato in quanto l’in fo rm azione data da l P rof. Cucco alla stam pa sarebbe presto stata evidentem ente di ragione pubb lica ed avrebbe po tu to provocare offese aeree nem iche su M ilano il 23 m arzo.
In o ltre l’A m basciatore grad irebbe essere in form ato tem pestivam ente, qualora Voi, Duce, il M inistero degli E steri e il M inistero dell’In te rn o dovessero trasferirsi a M ilano.
Egli ha com pletato ora la sua sistem azione ed a ltre ttan to h a fa tto il G enerale W olff con tu tti i re la tiv i collegam enti, rifug i an tiae re i ecc.
] 6 1 TEDESCHI F. L ’ESERCITO DI SALÒ
D ovrebbe eventualm ente essere in form ato in tem po p e r procedere a ltre ttan to a M ilano, date anche le d ifficoltà che occorre superare in questo m om ento p er una sistem azione del genere.
P . C. 305, li 18 m arzo 1945 XXIII.
M inistero degli E steri G abinetto
Mi sono recato ie ri sera da ll’A m basciatore R ahn e gli ho consegnato la carta sulla situazione dei ribelli.
Gli ho annunciato che ritenevo che su ta le argom ento lo avrebbe in tra tten u to il M inistro Zerbino.
Gli ho in tan to esposto la gravità della situazione e la necessità d i provvedere in tem po con unicità di d irettive e con p iena u tilizzazione delle possibilità italiane.
L’A m basciatore m i ha detto che m olto è stato fa tto in d ifficilissime condizioni: che m olto spesso si fanno p rogetti con fac ilità ed entusiasm o m a, a ll’atto p ratico , l’entusiasm o dim inuisce ed i p rogetti non trovano realizzazione.
I l contrord ine p e r la partenza del ba ttag lione p er il sud del Po è stato revocato.
Ho accennato al problem a delle arali.È sicuro che sono sta ti d is trib u iti 80.000 m itra , gran p a rte dei
quali restano inu tilizza ti presso E n ti e R eparti non com batten ti e spesso in m ano di gente che non saprebbe o non vorrebbe servirsene quando fosse necessario e ciò m en tre i m ilita ri delle D ivisioni in zona d i operazioni m ancano di m itra .
L’A m basciatore sarebbe m olto lieto di secondare una in iziativa dei M inistri Pavolin i e Z erbino p er una revisione delle arm i e m un izioni d istribu ite nel N ord Ita lia al fine di m ettere quelle inu tilizzate a disposizione delle tru p p e operanti.
Esclude nel m odo p iù assoluto qualsiasi verisim iglianza alle voci d i un possibile abbandono da p arte tedesca dei Fascisti alle vendette dei nem ici in caso di u lte rio ri occupazioni di te rrito rio ita liano (che p u re esclude). Q uando la m inaccia poteva sem brare incom bente, il Governo tedesco, senza preoccuparsi delle gravi difficoltà cui andava incontro offrì ospitalità a 20.000 Fascisti. Di ta le offerta non si è ap p ro fitta to se non m olto parzialm ente p er alcune fam iglie dei m em bri del Governo che del resto, in quei giorni, sono vo lontariam ente r ien tra te in Ita lia . Tale offerta è la m igliore prova che il Governo tedesco non ha m ai trascurato di p reoccuparsi dei perico li a cui sarebbero esposti i Fascisti in caso di occupazione nem ica.
P. C. 305, li 20 m arzo 1945 XXIII.