I sentieri della libertà

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Itinerari escursionistici lungo i sentieri della II Guerra Mondiale, della Resistenza e della deportazione libertà i sentieri della a cura di Piermario Bologna in provincia di Cuneo

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I sentieri della libertà

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Itinerari escursionistici lungo i sentieri della II Guerra Mondiale,

della Resistenza e della deportazione

libertài sentieri della

a cura di Piermario Bologna

in provincia di Cuneo

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Coordinamento editoriale e progetto graficoPiù Eventi Edizioni - Bbox s.r.l.

A cura diPiermario Bologna

TestiAndrea Galliano (itinerari 4-43), Davide Ribotta (itinerari 1-3)

Crediti fotograficiArchivio Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Cuneo, Comune di Somano, CatterinaBelmondo, Oriana Bologna, PiermarioBologna, Aldo Galliano, Andrea Galliano,Adriana Muncinelli, Davide Ribotta, MarcoTomatis, Paolo Viglione

Immagine di copertinaGiorgio Bernardi

Disegno al carboncino della frazione Norat diRoccabruna tratto dal catalogo della mostraGiuseppe Cavallera “Copeco”, a cura diGuido Costa, Città di Saluzzo ed., Savigliano1990, p. 77

StampaL’Artistica - Savigliano

“Dante Livio Bianco”

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© 2011 Bbox s.r.l. seconda edizioneDirezione e redazioneCorso Solaro 612100 Cuneotel. 0171.696240fax [email protected]@piueventi.it

Tutti i diritti riservati, riproduzione vietata

Le notizie e i dati riportati in questo libropossono essere soggetti a variazioni neltempo e pertanto la Più Eventi Edizioninon si assume alcuna responsabilità suvariazioni, omissioni e errori al riguardo.

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valle infernotto

valle varaita

valle maira

valle grana

valle stura

valle gesso

valle pesio

valle ellero

valle corsaglia

valle casotto

valle tanaro

la pianura

dalle montagnealle langhe

le langhe

la memoria delle alpi la mémoire des alpesgedächtnis der alpen

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SOMMARIO | indice

IntroduzioneCamminare nella storia 008Come si legge la guida 009

Itinerarivalle infernotto

01 Con i garibaldini 01102 I segni forti della battaglia 01503 Il prezzo della libertà 019

valle varaita04 Anello di Verzuolo 02305 Colline di casa 02706 Verso la montagna partigiana 03107 La strada alta 03508 Luoghi di antifascismo e Resistenza 03909 Da paese a paese per la collina 04310 L’anello dell’eccidio 04711 La via di fuga 05112 Le prime bande 05513 I luoghi delle prime bande 05914 Anello di Lemma 06315 Donne e Resistenza 06716 Anello di Ciastralet 07117 Le battaglie di Valcurta 07518 Ogni mio passo è storia 07919 Con “Bacco” e “Medici” 083

valle maira20 Camminando con Steve 08721 Anello di Norat 09122 Echi partigiani 09523 La spia e la cattura 09924 Giustizia e Libertà in Valle Maira 10325 Ricordando Jean Lippmann 10726 Verso l’Europa 111

valle stura27 La Brigata Rosselli 115

valli gesso e stura28 I luoghi della salvezza

tra guerra e Resistenza 119

valli gesso-stura e grana29 Nascita di una formazione partigiana 123

valle gesso30 Alla ricerca della terra promessa

(Colle delle Finestre) 12731 Alla ricerca della terra promessa

(Colle Ciriegia) 131

valli pesio e tanaro 32 La battaglia di Pasqua 135

valle tanaro33 Storia e memoria

delle formazioni autonome 139

valli tanaro e corsaglia 34 La ritirata della “Felice Cascione” 143

valle ellero35 Il pane quotidiano 14736 La tela del ragno 15137 Le missioni alleate 155

valle casotto38 Tra monarchici e repubblicani 15939 La “Prima Valcasotto” 16340 La battaglia di Valcasotto 167

la pianura 41 Le Comunità ebraiche

e le leggi razziali 171

dalle montagne alle langhe42 La Pianurizzazione 175

le langhe 43 Sulle tracce dell’Islafran 179

I centri-rete 184

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Prof. Livio BerardoPresidente dell’Istituto Storico

della Resistenzae della Società Contemporanea

in Provincia di Cuneo

PRESENTAZIONE | il perché della guida

Attraverso i Sentieri della Libertà i viandanti respirano non solo scorci di storia, ma proprio quei valori che hanno animato la lotta di resistenza.

La Guida ai Sentieri della Libertà in provincia di Cuneo è arrivata in pochi anni allaseconda edizione. Ciò sta ad indicare il successo del progetto europeo “Memoria delle Alpi” in termini diinteresse e di escursioni. A sua volta lo strumento predisposto nel 2007 da PiermarioBologna ha dimostrato pienamente la sua efficacia, tanto da andare ad esaurimentograzie ad un acquisto nel tempo regolare e continuativo.Quella che oggi vede la luce non è però una semplice ristampa, sia pure con unanuova copertina e un nuovo formato. Mentre la prima edizione prendeva inconsiderazione solo i quaranta sentieri definiti dal progetto, la seconda dedica unospazio opportuno a descrivere i centri rete, quelli a cui i sentieri delle varie zone fannoriferimento. I centri rete sono spesso edifici legati alla storia partigiana, oggi non sonosolo piccoli musei, sale di documentazione o di informazione, ma in alcuni casistrutture ricettive. Lo stesso numero dei sentieri aumenta. Quando partì l’Interreg, alcune Comunitàmontane per lentezza di decisione non aderirono al progetto. Rimasero così fuorivallate essenziali per la nascita e lo sviluppo della lotta di liberazione, come la valle Pocon Barge e il Montoso di Pompeo Colajanni, Vincenzo Modica, Antonio Giolitti eLudovico Geymonat. In questi anni il Comune di Bagnolo con le locali associazioniculturali e partigiane ha rimediato in gran parte alla lacuna, allestendo tre anelli, incongiunzione fra la rete cuneese e quella torinese. Tutti e tre i percorsi compaiononella nuova guida.L’augurio è che nei prossimi anni nuove lacune vengano colmate e che la rete disentieri esistenti fruisca di adeguata manutenzione. Se così sarà, non ho dubbi che ilnumero dei fruitori, soprattutto giovani, continuerà a crescere. La conoscenza legata alcammino è qualcosa di straordinariamente antico e moderno al contempo. Per dirlacon David Le Breton, “se il viandante esplora lo spazio in lungo e in largo, compie lostesso percorso attraverso il suo corpo, che assume le dimensioni di un continente, laconoscenza del quale è sempre in divenire… Camminare resuscita i ricordi, perché dàagio di riflettere su di sé. Ma anche perché traccia un cammino che conduce a ritrosonel tempo”.Dunque attraverso i Sentieri della Libertà i viandanti respirano non solo scorci di storia,ma proprio quei valori che hanno animato la lotta di resistenza. Cioè la sua essenza.

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CAMMINARE NELLA STORIA |

È la suggestiva proposta di questa guida, che accompagna l’escursionista sui “Sentieridella Libertà” in provincia di Cuneo, una fitta trama di percorsi collegati a dieci Centri-Rete informativi e di sosta che, mettendo a disposizione specifici dossier didocumentazione storica sugli itinerari (reperibili anche presso l’Istituto Storico dellaResistenza di Cuneo), consentono per la prima volta un approccio diverso a questoterritorio dalle variegate caratteristiche antropiche ed ambientali.

La “Memoria delle Alpi” tracciata su queste pagine è quella della prima metà delNovecento, con un’attenzione particolare alle vicende belliche del secondo conflittomondiale a cavallo dell’arco alpino ed a ciò che di esse ancora permane. Sono infatti le nostre montagne, le borgate sparse ed i casolari diroccati i granditestimoni della guerra dell’epopea partigiana e della persecuzione razziale, che glistessi sentieri collegano oggi come ieri, conservando ancora nel fitto dei boschi o nellelapidi pietose il ricordo di quei tragici mesi. Vi sono itinerari adatti a tutte le stagioni eda tutte le età, a chi ha molto tempo e a chi ne ha poco, a chi già conosce e a chi nullaancora sa. Ognuno è dedicato ad uno specifico tema di memoria. Tutti ripropongono ipensieri, le pene e le speranze di una generazione ormai al tramonto, il cui lascitomorale è stato ed è tra i più generosi.

CAMMINARE IN SICUREZZA |Sui sentieri si deve sempre andare in sicurezza, con attrezzatura adeguata e funzionalee preferibilmente in compagnia, con un adeguato allenamento e aggiornateinformazioni sulle condizioni meteorologiche. In caso di emergenza si deve prestaresoccorso agli infortunati e chiamare il 118 rispondendo a tutte le domandedell’operatore.Non bisogna disperdere nell’ambiente elementi inquinanti (carta, plastica, vetro, ecc.)riportando a valle i propri rifiuti. Non uscire mai dai sentieri, non raccogliere fiori alpestri, non rovinare le piante e nondisturbare gli animali. Per visite guidate rivolgersi ai Centri-Rete di riferimento.

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SIGLA CN1-P2TEMA Resistenza: la sceltaSTRUTTURA apertaPARTENZA Verzuolo - Ala della VillaDISLIVELLO 700 m. in salitaDIFFICOLTÀ escursionistico-facileTEMPI a piedi 3-3,30 h. a/r,mtb. 2-2,15 h.CARTOGRAFIA carta turistico- escursionistica della ComunitàMontana Valle Varaita - Mediae Bassa Valle, Litografia IP di V. Vaggelli - Firenze ottobre2004

valle varaita

È questo un classico “percorso della scelta”: è suquesti sentieri che numerosissimi giovani delSaluzzese, dopo l’8 settembre, compirono i loroprimi passi nella Resistenza lasciando le loro case.Nei mesi successivi, su queste colline, facilmentetransitabili anche nei mesi invernali, continuarono a salire partigiani, non solo da Verzuolo, ma daManta, Saluzzo e dalla Valle Bronda. La discesa aPiasco o a Venasca, oppure il proseguimento delcammino fino ad Isasca consentivano ai giovaniribelli di trasferirsi dalla pianura alla montagna e dipassare in valle Po evitando le più pericolose vie difondovalle. Alcuni dei siti toccati dal percorsofurono anche periodicamente base didistaccamenti. Nell’inverno 1944, mentre in paeseoperano le SAP, su queste colline inizia a costituirsiuna brigata “Matteotti”. Dal 22 al 25 aprile 1945Garibaldini e GL vi attendono l’ordine di scenderea proteggere gli impianti industriali dalla ritirata ditedeschi e repubblicani.I santuari di Santa Cristina e di San BernardoVecchio che si incontrano lungo il camminorappresentano, oltrechè luoghi di memoriapartigiana, anche due dei più antichi luoghi di fededell’area saluzzese. La loro collocazionepaesaggistica è ancora oggi molto piacevole esuggestiva. Si tratta di un percorso praticabile pertutto l’arco dell’anno. In condizioni di innevamentoè percorribile agevolmente con racchette; inmancanza di vegetazione offre numerosi e variscorci panoramici. In primavera ed autunno i coloridel bosco ceduo propongono spettacoli assaipiacevoli. Nell’estate attraggono la frescuraleggera della quota e l’ombra dei boschi.

Colline di casa

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dell’Eremo di San Grato con la panoramica torredel suo campanile e le grandi arcate dell’accessoprincipale. L’ indicazione “strada privata” conduceal piazzale-giardino dell’Eremo, cui è consentitoaccedere per godere il panorama della pianura,rispettando con discrezione il silenzio e la naturadel luogo. Ridiscesi al bivio, dopo pochi passi seguire ilcartello indicatore ed imboccare il viottolo che siinoltra nel bosco ceduo. Dopo aver offerto unarimarchevole vista sul castello medievale il sentiero,ormai larga sterrata erbosa, scende con freschitornanti nel folto del bosco, fino a raggiungere ilborgo antico della “Villa” all’altezza dell’anticaParrocchiale dei Ss. Filippo e Giacomo. Si prosegue scendendo sulla destra attraverso ilvecchio borgo. Superata l’Ala, antica Loggia delmercato, sulla destra si incontra il segnale San Grato-Morsetto che invita a superare il rioCanalassa e tornare ad inoltrarsi nel bosco.Seguendo le segnalazioni e trascurando il biviosulla destra indicante San Bernardo, si passadavanti ad un interessante pilone dalla piantaellissoidale. Circa dieci minuti dopo aver ripreso ilcammino nel bosco ci si ritrova al primo biviodell’anello e, seguendo l’indicazione “Palazzo Drago” si rientra in breve al punto dipartenza.

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CENTRI RETE:Verzuolo-Palazzo DragoStrumentazione a disposizione:- Materiali di informazione: brochures, dépliants, mappe etc…- Postazione Internet- Laboratorio didattico- Aula multimediale (100 posti)- Book-Shop- Spazio di sosta al coperto per scolaresche, parco, acqua eservizi

CN 1 P1Anello di Verzuolo

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Castello di Verzuolo

Eremo di San Grato

Cortile di Palazzo Drago

La guida presenta quarantatre itinerari nelle valli cuneesi, dalla Infernotto, tributariadella Po, fino alle Langhe. La maggior parte dei percorsi è pensata per esserecompiuta a piedi ma ve ne sono alcuni che è possibile effettuare anche con altremodalità, principalmente in sella a una mountain bike o in automobile. Sul territorio sono stati create, nell’ambito del progetto Interreg “La Memoria delleAlpi”, delle strutture di appoggio per gli escursionisti, dotate di materiale informativoed esplicativo: sono i Centri-Rete, installati in edifici e strutture intimamente legate allaResistenza. Gli itinerari situati in prossimità di uno di essi ne citano luogo e dotazione. Presso i Centri-Rete di riferimento e presso l’Istituto Storico della Resistenza e dellaSocietà Contemporanea in provincia di Cuneo, è possibile richiedere dossier didocumentazione storica integrativa sull’itinerario che si intende percorrere. In tal modo si potrà veramente “camminare nella storia” dei luoghi.

Ogni itinerario è presentato attraversouna nota pratica, in cui si citano letematiche storiche del percorso, luogo dipartenza, dislivello, difficoltà ed elementicartografici e di riferimento alle palinesegnavia presenti sul tracciato.

Segue una introduzione di caratterestorico in cui vengono riassunti glielementi salienti degli episodiintorno ai quali è stato creato l’itinerario escursionistico.

INTRODUZIONE | come si legge la guida

Una foto a piena pagina ha il compito dicentrare l’elemento più significativodell’itinerario, a cui viene giustappostauna citazione coerente con il tema.

Conclude il capitolo la descrizionedell’itinerario, da utilizzare comeappoggio per effettuare l’escursione verae propria. Il testo è accompagnato dauna cartina stilizzata, da confrontare conquella di riferimento citata in precedenza,e da alcune fotografie. � �

Accesso: parcheggiare in piazza W. Burgo (piazza delle scuole), nella zona centrale diVerzuolo. Sul viale su cui affaccia la piazza, untabellone esplicativo introduce il tema dei percorsi. Si prosegua in direzione della chiesa Parrocchiale,imboccando poi sulla sinistra la salita che porta alCentro-Rete di Palazzo Drago, dove ci si puòprocurare il materiale storico di interpretazione delpercorso. Ritornati all’auto, si percorra la via alCastello che attraversa il borgo antico e conduce alparcheggio in prossimità della tettoia del mercato,l’antica “Ala”. Appena superata la tettoia lasegnaletica indica sulla destra la strada asfaltatache sale ripida, passa dapprima tra le vecchieabitazioni del rione Guardia e quindi prosegueaccanto ad un pilone votivo dove la strada svolta asinistra ed inizia a percorrere il crinale della collina.Dopo un ultimo tratto di mulattiera si perviene aPian Fiorito, un ampio spazio aperto con al centrouna grande cascina. Proseguendo nel bosco, dopocirca 20 minuti di cammino, si giunge ad un ampioprato sovrastato dalla mole del Santuario di Santa Cristina (867 m.), punto di incontro

Palazzo Drago

Parco della Resistenza

Eremo di San Grato

Antica Parrocchialedei Santi Filippo

e Giacomo

Ala-Pilone del Morsetto

Palazzo Drago

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itinerario CN 1 P2

Verzuolo

Pian Colletto

Santa Cristina

Pilone San Salvatore

San Bernardo Vecchio

TABELLONEINFORMATIVO

> Cappella di San Bernardo Vecchio

“Eravamo una squadra di sette-otto. Siamo andati su in Val Varaita a fare i partigiani.Siamo partiti e di sera abbiamo raggiunto San Bernardo del Vecchio […] siamo arrivatiche era quasi notte e abbiamo deciso di fermarci a dormire sotto il porticato dellacappella. Abbiamo dormito in terra e quella è stata la prima notte del nuovo letto”.Testimonianza di Lelio Peirano “ King”, in Riccardo Assom, “Giovani tra le montagne”,L’Arciere, Cuneo 1999, p. 159.

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SIGLA: CN 20-P1TEMA Resistenza: la scelta, la vita quotidianaSTRUTTURA apertaPARTENZA Bagnolo P.te, loc. MontosoDISLIVELLO 417m. DIFFICOLTÀ escursionisticoTEMPI 3h. 30’/4h.CARTOGRAFIA carta deiSentieri e dei Rifugi - Foglio n. 6 Monviso - IstitutoGeografico Centrale Torino

valle infernotto

Il percorso si sviluppa su sentieri, mulattiere estrade sterrate con brevi tratti di collegamento sustrada asfaltata. L’itinerario può anche essere percorso solo a brevitratti, con andata e ritorno sulla medesima strada.Il percorso conduce alla riscoperta di alcuni deiluoghi più significativi della presenza partigiana inValle Infernotto. Partendo dall’abitato di Montoso,punto di riferimento e di passaggio per igaribaldini della 1^ Divisione d’Assalto Garibaldi“Leo Lanfranco”, sulla cui sommità si trova ora ilMonumento ai Caduti per la Libertà di Bagnolo epaesi limitrofi, si incontrano poi: la “Meìra ëdFerero” che fu sede dell’infermeria edell’intendenza; la “Meìra ëd Baìta”, per unperiodo sede del comando dove i responsabili deidistaccamenti si riunivano per organizzare azioni estrategie; le case di “Prai Valìn”, presso cui ipartigiani insediarono il distretto, la prigione e ilcomando di zona. Qui arrivavano i giovani perarruolarsi nelle bande e venivano detenuti i nemicio gli individui che, giunti in loco, non presentavanointenzioni chiare e avrebbero potuto denunciare lebasi ai nazifascisti; poco distante sorgeva il cimiterodove furono sepolti, fino alla liberazione, alcunicaduti. L’itinerario continua andando a toccarealtre località: “Pian Cravè”, dove nel 1944 itedeschi trucidarono il partigiano “Pantera”; “Prà ‘d Mill”, un tempo residenza estiva dei signoriMalingri di Bagnolo e oggi sede di un monasterocistercense, dove durante la guerra vennerorifugiati e curati di nascosto alcuni feriti; le “Ròchedij Cornajass”, formazione rocciosa dalla cuisommità i garibaldini controllavano i movimentisulla parte bassa della strada delle Cave.

Con i garibaldini

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> Il distretto di Prai Valìn[…]“Il reclutamento aveva una propria base, poco lontano dal Comando, detta il“Distretto” (meglio sarebbe stato “il Deposito”: ma ormai per consuetudine il nome eraquello […]); là l’attività organizzativa era nelle mani del comandante Giuseppe Biglione(Polifemo!) […] e del commissario Ezio Minichini, detto Spezia [...]. Lì al Distretto lereclute erano inquadrate e addestrate da alcuni tra i nostri più esperti veterani di guerra[…]; uomini solidi, provati al fuoco.” Raimondo Luraghi, “Eravamo Partigiani – Ricordidel tempo di guerra”, BUR, Milano 2005, pp. 74-75.

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Accesso: raggiungere la località Montoso;possibilità di parcheggiare in piazza Martiri dellaLibertà o in piazza Frioland e proseguire a piedilungo via Cave, in direzione “Rucas”, oppure inprossimità della piattaforma di atterraggiodell'elisoccorso, situata poco dopo l’abitato.Volgendo lo sguardo a destra si vedono le cave dipietra, dalle quali si estrae lo gneiss lamellare, notocome Pietra di Luserna, il Pilone Piovale con afianco alcune meìre, un tempo utilizzate dai pastoriper l’alpeggio estivo ed oggi ristrutturate.Dalla zona antistante la piattaforma si prosegue apiedi per alcune decine di metri lungo lacarrozzabile, fino alla località “Urtieul” edoltrepassata sulla sinistra la casa, detta “Meìra ëdFerero”, si imbocca, sempre a sinistra, una stradasterrata e la si percorre fino ad incontrare unadeviazione sulla destra che conduce alla “Meìra ëdBaìta”.Tornati sulla via principale, che propone un primotratto molto panoramico, da cui nelle giornateterse si possono scorgere la Rocca di Cavour,Torino e la collina di Superga, si procede fino a

Montoso

Urtieul

Prai Valìn

Pilon dël Turle

Prà ‘d Mill

Rocche dei Corvi

Montoso

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itinerario CN 20 P1

Prà ‘d Mill

Montoso

Urtieul

Meìra ëd Ferero

Meìra ëd Baìta

Prai Valìn

Ròche dij Cornajass

Pilon dël Turle

Pilone del Piovale

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raggiungere un bivio; si tiene sempre la sterratache va verso destra. Ad un tratto si abbandona lasterrata e si imbocca, sulla sinistra, un sentiero che,dopo una prima salita, discende verso la borgata di“Prai Valìn”, dove si trovavano il Distrettopartigiano ed il Comando di zona. Oltrepassate lecase da dietro, poco oltre, si imbocca un sentieroin discesa che riporta sulla strada sterrata;svoltando a sinistra, si procede per un trattosull’ampia mulattiera e, superate alcune meire, siarriva in località “Pian Cravè”.Si prende poi il sentiero sulla destra e, giunti ad unabbeveratoio, si prosegue diritto fino a incontrare il“Pilon dël Turle”, da dove, sempre a destra, siimbocca la strada asfaltata che scende alMonastero di “Prà ‘d Mill”.Dopo la visita al complesso monastico, si ritornaverso il pilone e si prosegue in discesa sulla viaasfaltata; si svolta poi a sinistra lungo una pistasterrata ed oltrepassata una casa, si imbocca sulladestra l’ampia mulattiera, fino a raggiungere le“Ròche dij Cornajass” (Rocche dei Corvi),formazione rocciosa, dalla cui sommità si gode unmeraviglioso panorama sulla pianura. Dopo lasosta quasi d’obbligo, si riprende il percorsodell’andata, passando nuovamente vicino prima al“Pilon dël Turle” e poi alla borgata di “Prai Valìn”,giungendo quindi a Montoso, punto di partenzadell’itinerario.Per il ritorno a Montoso è possibile anche utilizzareun sentiero con partenza dalla zona delle “Ròchedij Cornajass”, ma non molto segnalato.

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Ròche dij Cornajass

Monastero di Prà� ‘d Mill

Monumento ai Caduti

CN 20 P1Con i garibaldini

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SIGLA: CN 20-P2TEMA Resistenza: lo scontroSTRUTTURA ad anelloPARTENZA Bagnolo P.te, loc. OlmettoDISLIVELLO 530m. in salitaDIFFICOLTÀ escursionistico -facileTEMPI 4h.CARTOGRAFIA Carta deiSentieri e dei Rifugi - Foglio n. 6 Monviso - IstitutoGeografico Centrale Torino

valle infernotto

Questo percorso, pur essendo ad anello, puòanche essere percorso solo a brevi tratti, conandata e ritorno sulla stessa strada. Il tracciato sisviluppa su sentieri, mulattiere e strade sterrate,con alcuni pezzi, alla partenza ed all’arrivo, sustrada asfaltata. L’itinerario si sviluppa, inizialmente, attraverso iluoghi in cui accaddero i primi tragici episodi dellalotta di Resistenza sul territorio comunale diBagnolo Piemonte.In località Olmetto il mattino del 30 dicembre 1943,in contemporanea con l’eccidio avvenuto infrazione Villar, i nazifascisti fucilarono, presso lacappella, quattro giovani. Sul fianco della chiesauna lapide li ricorda.Presso la casa della Bertona, dove già si eranorifugiati, nel settembre 1943, alcuni militari delNizza Cavalleria per sfuggire ai tedeschi, all’iniziodel mese di ottobre si insediò il primodistaccamento di Garibaldini operante a Bagnolo,al comando di Vincenzo Modica “Petralia”.A Prabina, sul finire del 1943, Petralia, prevedendoun attacco nemico, trasferì dalla Bertona gran partedei suoi partigiani. Il 30 dicembre 1943 i tedeschi,saputa la presenza in zona dei garibaldini, salironoda Olmetto, dando inizio alla sparatoria alla qualerisposero i partigiani. Il combattimento, in cuicaddero i partigiani Monetti e Venturelli, vienericordato come “la Battaglia di Prabina”.Scendendo per un breve tratto lungo la strada cheda Prabina conduce a Famolasco di Bibiana, nelbosco due croci indicano i luoghi in cui questifurono uccisi. Su una casa della borgata, tre lapidiricordano i due partigiani e tre civili, fucilati nellevicinanze nel novembre 1944. Il santuario dellaMadonna della Neve fu più volte punto diriferimento e di rifugio per le bande dei ribelli e neisuoi pressi, il 21 novembre 1944, i tedeschifucilarono un ragazzo di soli 16 anni.

I segni forti della battaglia

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> Borgata Prabina

Il 30 dicembre è stato un brutto risveglio, alle ore 8 del mattino la sentinella avvista unacolonna di fumo che si levava sopra Bagnolo. […] In basso verso il paese si sentonodegli spari, la nostra pattuglia era stata avvistata dai tedeschi […] tutte le squadre eranoentrate in azione e sparavano contro il nemico a ritmo continuo. Poco dopo, i tedeschi[…] si riorganizzavano e dalle loro posizioni, passavano al contrattacco […]. La battagliadurò quasi tre ore […]. Vincenzo Modica - Petralia, “Dalla Sicilia al Piemonte – Storiadi un comandante partigiano”, Franco Angeli Edizioni, Milano 2002, pp. 55-56.

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Accesso: parcheggiare in frazione Olmetto, sullospiazzo a lato della cappella.Si prosegue a destra, lungo la strada asfaltata viaOlmetto; dopo poche centinaia di metri, una casaconserva due dipinti ed una meridiana.Si sale, superando alcune case e fiancheggiando,sulla destra, dei vigneti, da dove si ha una bellavista su Famolasco, frazione di Bibiana. Siraggiungono altre case, lasciando sulla destra unpilone votivo e si sale fino ad arrivare in prossimitàdi un trivio, conosciuto con il nome di “Tre vie”. Si prosegue su via Olmetto, che sale a destra e,superati alcuni casolari, si giunge alla borgata Roi.Passati alcuni tornanti, si fiancheggia, sulla sinistra,una lunga casa con il tetto in lose e, giunti altermine dell’asfalto, in prossimità di una casa, dadove partono due strade, si prende la sterrata chesale a destra; dopo un po’ si ignora una pista asinistra e si arriva alla casa detta Bertona, situatasulla destra.Si prosegue attraverso un bosco; si fiancheggia unaprima casa a sinistra ed una seconda a destra, neipressi della quale si imbocca la deviazione che,

Olmetto

Tre vie

Bertona

Prabina

Madonna della Neve

Olmetto

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itinerario CN 20 P2

Olmetto

Prabina

Bërtun-a Tre vie

Madonna della Neve

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salendo sulla destra, giunge ad un incrocio distrade ed alla borgata di Prabina, caratteristicoagglomerato di case con una fontana.Ritornati all’incrocio, si prende la prima via sterratain salita, incontrata arrivando dalla Bertona.Raggiunto un pianoro, con una meira, si imboccauna sterrata più ampia che porta ad un trivio condue strade laterali e un sentiero centrale; siprosegue sulla via di sinistra, fino a giungere adun’altra strada che taglia perpendicolarmente ilpercorso. Si volta a sinistra e, dopo un tratto inpiano, si inizia a scendere superando, sul latosinistro, due casette e si arriva sulla strada asfaltatache porta al santuario della Madonna della Neve.Proseguendo a destra, lungo l’asfalto, si raggiungeil santuario, si scende poi la scalinata in pietra ed ilsentiero sottostanti il piazzale, fino a giungerepresso una ricostruzione della grotta di Lourdes.Attraversata la strada, si imbocca via Bergera e,dopo alcuni tornanti, si arriva a “Paotass”, gruppodi case, sulla destra, con poco distante una frescafontana.Si riprende la discesa lasciando, a sinistra, un’altrasorgente e, poco oltre, sulla destra, la borgata“Tèt”. Si prosegue attraversando una pineta, dadove si vede, a sinistra, la borgata “Clat”. La stradadiventa poi asfaltata; superati il ristorante “LaBergera” ed alcuni agglomerati di case, a destra ea sinistra, si continua la discesa fino alla cappella diOlmetto.

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Cappella di Olmetto: lapide deitrucidati dai nazi-fascisti

Casa Bertona

CN 20 P2I segni forti della battaglia

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SIGLA: CN20-P3TEMA Resistenza: icollegamenti e i trasferimentiinterniSTRUTTURA ad anelloPARTENZA Bagnolo P.te, fraz. VillarDISLIVELLO 300m. circa in salitaDIFFICOLTÀ turistico - facileTEMPI 5h.CARTOGRAFIA Carta deiSentieri e dei Rifugi - Foglio n. 6 Monviso - IstitutoGeografico Centrale Torino

valle infernotto

Il percorso, ad anello, si sviluppa su piste sterrate estrade asfaltate poco frequentate. La frazione Villar, nei venti mesi della lotta diLiberazione, fu la zona del comune di BagnoloPiemonte che pagò le peggiori conseguenzedell’occupazione straniera con decine di morti ecentinaia di case distrutte a causa dei tantirastrellamenti effettuati dalle truppe nazifascisteche percorrevano la zona alla ricerca dei partigiani.Il Palazzo Malingri e il Castello furono, durante laguerra, importanti punti di riferimento per igaribaldini operanti sul territorio che trovaronosempre ospitalità ed aiuto presso la famiglia dellacontessa. Al Palazzo arrivavano le notizie da Torinoche venivano poi trasmesse alle varie basi dallestaffette. La zona alta di via San Defendente eraluogo di passaggio e di collegamento tra le basidel Villar e quelle di Barge; dalla borgata Pianettaparte infatti una strada che porta alle frazioniRipoira e Gabiola ed al “Pont ëd l’Ola”, dove c’erala base di Felice Burdino “Balestrieri”, poi spostataal “Pian ëd Ban”, poco oltre la borgata “Volòs”,sulla via che sale a “Prà ‘d Mill”. In via Garigo, alla borgata “Carignan”, c’era invecela base di Giacomo Scarafiotti “Tamagno” edormivano i partigiani Elio Gaydou “Fulmine” ePietro Menudo “Nettuno”; poco distanti: la casadel Dopolavoro dove, negli anni del fascismo, c’eraun’osteria con sala da ballo e le case dei “Picinin”,presso le quali si trovava la base di GiuseppeBiglione “Polifemo”.Alla borgata San Rocco sorge il cippo in memoriadei caduti bagnolesi, che venne eretto sul luogodove cinque di questi furono trucidati durante ilterribile eccidio del 30 dicembre 1943, perpetratodai nazisti in rastrellamento, che provocò losbandamento di gruppi partigiani, che avevanosubito gravi perdite.

Il prezzo della libertà

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> Cippo di San Rocco

“[…] Li riunirono tutti cinque insieme, li fucilarono sotto un pero dai rami spogli del belmantello di foglie che cadute a terra fecero da giaciglio ai poveri corpi martirizzati dallepercosse e poi colpiti a morte […]. Alla presenza dei cinque cadaveri, intrisi di sangue edi terra, giacenti sul prato, cominciarono una festa campestre e con vera insensibilitàsuonarono con le fisarmoniche e i giradischi rubati nelle case, ballarono manifestando lamalvagità che avevano nei loro cuori.” Maria Airaudo, “Diario di Guerra 1943-1945”,in: “Il prezzo della libertà e della pace”, Tipografia Serena, Bagnolo P.te 1990, p. 29.

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Accesso: parcheggiare in piazza Don Bianco, dietrola chiesa della frazione Villar e proseguire su viaScuole Nuove, fino alla borgata Morelli.Attraversato il ponte sul torrente Grana, si svolta asinistra e si passa vicino ad una panetteria; pocodopo, sulla sinistra in basso, si vede la vecchiafucina del castello. Giunti al Palazzo Malingri, siimbocca la sterrata che parte sulla sinistra delcancello; si può poi continuare sulla medesima che,dopo un tratto in mezzo a prati e vigne, piega adestra, oppure prendere la sterrata più stretta chesale ripidamente sulla destra, verso il bosco, eporta al “Castlin”, una delle cascine dei Malingri,nel cui cortile, sul pozzo, una lapide ricorda ilpassaggio di Vittorio Amedeo II, dopo la battagliadi Staffarda nel 1690.Si riprende la sterrata che, salendo, giunge alCastello di Bagnolo, lasciando a sinistra la cascina“Brucè” e a destra la cappella dell’Immacolata. Siprosegue dietro la cascina raggiungendo unacurva, dove s’incontra un’altra sterrata e, salendo asinistra, si arriva alla cascina “Brich”; in basso sitrova il Lago di Rossano. Si prosegue diritto e si

Villar

Morelli

Palazzo Malingri

Castello di Bagnolo

Bric ‘d Rasèt

Pianetta

Dopolavoro

Rësiassa

San Rocco

Villar

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itinerario CN 20 P3

Rësiassa

San Rocco

Dopolavoro

Palazzo Malingri

Carignan

Morelli

Castello diBagnolo

Bric ‘d Rasèt

Pianëtta

Villar

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Page 24: I sentieri della libertà

arriva sull’asfalto, si ignora una deviazione a sinistrae si cammina fino ad incrociare via SanDefendente. Si segue l’asfalto in salita e,oltrepassati diversi tornanti, si arriva prima allaborgata “Bric ‘d Rasèt”, nella quale sorge unpilone votivo e, dopo un bel tratto, alla borgataPianetta (sulla sinistra).Dalla Pianetta si prosegue in salita fino araggiungere il trivio, da dove, sulla sinistra, si saleai “Volòs” ed a “Prà ‘d Mill”. Si prende via Garigo,che scende a destra; dall'alto si vedono le casedella borgata “Carignan”. Poco sotto, sulla destra,si trova il caseggiato detto Dopolavoro.Si svolta poi a sinistra su un’ampia sterrata; inbasso si trova la borgata detta i “Picinin”. Siprosegue in discesa in mezzo ai boschi arrivando suvia Bosco Rocche e, giunti ad un trivio prima delponte sul Grana, in località la “Rësiassa”, si prendea destra. Si continua a scendere ignorando unadeviazione sulla destra e si giunge alla borgata“Paire”, dove inizia l’asfalto; poco dopo, sulladestra, la borgata “Pian dij Têt”, dietro la quale siimbocca un sentiero che scende ed attraversato iltorrente su una vecchia passerella si arriva primaalla borgata “Prai” e poi sulla provinciale perMontoso. Si procede in discesa, passando vicinoalla borgata San Rocco con il cippo in memoria deicaduti ed in mezzo alle case, l’omonima cappella,fino a raggiungere piazza Don Bianco al Villar.

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Castello Malingri

Palazzo Malingri

Pilone Bric ‘d Rasèt

CN 20 P3Il prezzo della libertà

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SIGLA: CN1-P1TEMA Resistenza: la sceltaSTRUTTURA ad anelloPARTENZA Verzuolo, Palazzo DragoDISLIVELLO 220m. in salitaDIFFICOLTÀ turistico - facileTEMPI a piedi 1h. 15’ a/r; in mtb 30’CARTOGRAFIA carta turistico- escursionistica della ComunitàMontana Valle Varaita - Mediae Bassa Valle, Litografia IP di V.Vaggelli- Firenze ottobre 2004

valle varaita

Questo breve percorso sulle vicine propagginicollinari che circondano l’abitato consente diportarsi in pochi passi fuori dall’ambiente urbano,attraverso i primi circuiti di raccordo con i percorsipartigiani di più alta quota: di qui passavano ipartigiani verzuolesi, che scendevano di nascostodalla montagna per visitare le loro famiglie. Moltidi loro salirono utilizzando questi sentieri persfuggire ai posti di blocco sulla strada principale edalle ricerche della milizia nel centro abitato:all’Eremo di San Grato fu tenuto nascosto dalsacrestano il partigiano Campanello, ricercato daifascisti. Nei giorni che seguirono la Liberazione i soldatidella “Monterosa”, mano a mano che venivanocatturati, furono rinchiusi all’Eremo di San Grato enell’antica Parrocchiale dei Ss. Filippo e Giacomo,in attesa di essere condotti alle carceri di Saluzzo. A Palazzo Drago, allora sede municipale, il cav.Michele Riva, Ufficiale di Stato Civile, con lacomplicità del Podestà ing. Bianchi, rilasciava a chine aveva necessità carte di identità e tessereannonarie false.Questa gradevole passeggiata, praticabile pertutto l’arco dell’anno, consente anche di ammirare,nella cornice verde dei più antichi sentieri checollegavano il nucleo originario del paese con leborgate collinari, due monumenti medioevali assaipregevoli: l’imponente Castello e l’anticaParrocchiale dei SS. Filippo e Giacomo, il cuinucleo originario risale all’anno Mille.

Anellodi Verzuolo

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> Castello di Verzuolo“Egli andava adesso assieme all’altro per la collina, col cappotto militare sbottonato;contento, contento anche se potevano riprenderlo e fucilarlo da un momento all’altro: ela caserma grigia non esisteva più per lui, sommersa nel fondo della coscienza. Le erbe eil sole e loro che camminavano coi cappotti sbottonati in mezzo alle erbe e al sole, eranoun simbolo nuovo, arioso ed enorme, erano quello che spesso, senza capire, gli uominidicono libertà”. Italo Calvino, “Angoscia in caserma”, in: “Ultimo viene il corvo.,Romanzi e Racconti”, Mondadori, Milano 2000, p. 245.

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Accesso: parcheggiare in piazza W. Burgo (piazzadelle scuole), nella zona centrale di Verzuolo. Sulviale che delimita la piazza un tabellone esplicativointroduce il tema dei percorsi. Si prosegua indirezione della chiesa parrocchiale, imboccandopoi sulla sinistra la salita che porta al Centro-Retedi Palazzo Drago, dove ci si può procurare ilmateriale storico di interpretazione del percorso.Usciti dal Centro-Rete costeggiare a destra ilpalazzo e proseguire, seguendo la segnaletica,sempre tenendo la destra, sulla via Paolo di St.Robert. Sull’apice della curva, in fondo alla salita,imboccare lo stretto viottolo sterrato che si incuneatra i margini del bosco e la rete di cinta delleultime case. Il viottolo presto sfocia su di una largasterrata che si segue a sinistra. Dopo breve discesaprendere sulla destra il sentiero che si inerpica nelprato. Al primo bivio salire tenendo la destra. Ilsentiero si allarga fiancheggiato a destra da murettia secco. Mantenere la direzione, ignorando iviottoli laterali che salgono alle proprietà. Lasterrata si innesta su un’altra via ben inghiaiata, che si segue verso destra. La vista coglie il

Palazzo Drago

Parco della Resistenza

Eremo di San Grato

Antica Parrocchialedei Santi Filippo

e Giacomo

Ala-Pilone del Morsetto

Palazzo Drago

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itinerario CN 1 P1

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illuminata da otto finestre. Si raggiunga ilMunicipio dove nello scalone principale una lapidericorda i deportati saluzzesi ebrei e non ebrei. Alcimitero israelitico sono conservate le lapiditombali spezzate dai neofascisti nel 1973 e la targache il Comune volle apporre come segno diesecrazione dell’azione antisemita. Si prosegua verso Cuneo. All’interno del cimiterogenerale sta quello israelitico, ampio e severo. Inesso, lapidi tombali sulla destra vicino all’ingressosegnano la sepoltura mai traslata di alcuni degliebrei stranieri caduti in provincia combattendocome partigiani. Ci si porti all’imbocco dei porticidi via Roma. Si giungerà in breve all’incrocio concontrada Mondovì. Al n. 18 vi è la Sinagoga, unedificio che risale nella sua forma attuale alla finedell’Ottocento. Da Cuneo raggiungere infine Borgo San Dalmazzo.Nella zona detta “Il quartiere “ tracce del campo diconcentramento degli ebrei si possono ancoraindividuare nell’androne che conduce agli ufficidell’ASL ed al cortile interno, su cui affaccia unasala in cui sono contenuti l’elenco dei nominativi ditutti gli ebrei internati nel campo e la memoriafotografica del luogo. A poca distanza la stazioneferroviaria, da cui partirono i carri merci chedeportavano gli ebrei rinchiusi nel campo. Qui,intorno a tre vagoni-merci d’epoca, è allestito ilmonumento-memoriale della deportazione ebraicadalla provincia di Cuneo.

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La Sinagoga di Cuneo

Piazza principale di Cherasco

CENTRI RETE:Memoriale della Deportazione, Borgo San Dalmazzovedi pag. 185

CN 14 P1Le Comunità ebraiche e le leggi razziali

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Page 29: I sentieri della libertà

SIGLA CN15-P1TEMA Resistenza: i granditrasferimenti e l’organizzazionepartigiana in pianuraSTRUTTURA apertaPARTENZA Caraglio, fraz.Paschera S. Carlo, DISLIVELLO 50m. in salitaDIFFICOLTÀ turisticoTEMPI in auto 1h., in bicicletta 6h.CARTOGRAFIA le localitàprincipali possono essererintracciate su qualunquecartina. Per la prima parte delpercorso: Carta dei sentieri edei rifugi n° 24 “Il Cuneese”, IstitutoGeografico Centrale

dalle montagnealle langhe

Alla fine del 1944 esigenze logistiche e strategicheportarono i comandanti GL a decidere di sfoltire lebande di montagna, trasferendone reparti inpianura durante l’inverno. Le brigate della I Divisione interessate allo spostamento furono:Vermenagna, Grana, Roja, Gesso e Varaita. Con alterne vicende, tutte raggiungerannonell’inverno la Langa o le sue prime propaggini.Questo itinerario ripercorre le tappe deltrasferimento attraverso cui passò la maggior partedi quelle bande.Il percorso tocca Augusta Bagiennorum: sitoarcheologico di Bene Vagienna ed il centro storicodi quest’ultima, ricco di opere d’arte.L’itinerario può essere percorso in ogni stagionedell’anno, con l’avvertenza di evitare i giornid’estate più caldi (ed in particolare le ore centrali,specialmente se si è scelta la bicicletta comemezzo di trasporto). Per contro le fredde e limpidegiornate d’inverno permetteranno, via via che ci siallontana dalle montagne, di cogliere panoramichedi grande effetto su tutto l’arco alpino.

La pianurizzazione

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> La Langa vista dal rifugio di Garombo di Somano“Le Langhe costituiscono una vera fortezza, un’isola nella terra, facile da difenderepurchè si abbiano i mezzi e nella quale comunque non si può essere intrappolati, esoprattutto non si può essere presi per fame. Nella Langa fortezza, ogni collina è unafortezza. Si vede bene quando si ammira il panorama che viene offerto allo sguardo daqualche sito privilegiato […]”. Daniel Fauquier, “Itinerario di un partigiano francese1942-1945”, in “Il Presente e la Storia”, n. 69, p. 114.

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Da Cuneo raggiungere Caraglio percorrendo la SS22; proseguire in direzione di Dronero, ignorando la deviazione per Busca, andando dritto per circa1,5km. fino ad una deviazione a destra incorrispondenza di un alto pilone con la statua diSan Carlo Borromeo. Seguendo la stretta stradaasfaltata si giunge quasi immediatamente neipressi della chiesa di Paschera San Carlo, che è ilpunto di inizio del nostro percorso.Lasciando la chiesa sulla destra, si prosegue diritto;all’incrocio con via Castelletto prendere a sinistra.Al 2,4km. si imbocca a destra la strada verso fraz. Ciocheret e oltre, fino ad incrociare la stradaprovinciale che collega Caraglio a Busca. La si imbocca svoltando a sinistra. La strada porta atoccare Roata Chiami quindi Tetto Racotto:proseguendo si giunge a San Pietro del Gallo e siincrocia dopo circa 3km. la Statale 589 che collegaBusca a Cuneo. Imboccatala a sinistra, dopo circa600m. svoltare a destra in “via del Sale”. Dopo circa 1km., in corrispondenza di un pilonevotivo, si svolta a destra e si entra in San Benigno.Si prosegue per Roata Chiusani. Mantenendo ladirezione si raggiunge località Delfina e,

Paschera

San Benigno

Ponte di Castelletto

Sant’Albano Stura

Trinità

Bene Vagienna

Monchiero

Dogliani

Somano

Garombo di Somano

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itinerario CN 1 P2

Monchiero

Somano

Bossolasco

Bonvicino

Lovera

DoglianiS. Stefano

Bene Vagienna

Trinità

S. Benigno

Caraglio

PascheraSoprana

CastellettoStura

TABELLONEINFORMATIVO

TABELLONEINFORMATIVO

TABELLONEINFORMATIVO

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Page 32: I sentieri della libertà

svoltando a destra, si incrocia nei pressi dello Sturala SS 231 che collega Cuneo a Fossano.La strada è ora la Provinciale n. 3, che scende conun’ampia svolta ad attraversare il sassoso lettodello Stura, risalendo poi verso Castelletto Stura.Appena prima si svolta a sinistra in direzioneMontanera. Raggiunto il paese di Sant’Albano, lo siaggira e si svolta a destra in direzione di Trinità.Da questo punto in avanti sarà sufficiente seguire lasegnaletica stradale sempre presente.Al 40,5km. nei pressi di Trinità, dopo aver superatola linea ferroviaria, proseguire in direzione “BeneVagienna”.La particolare posizione della cittadina fa senz’altrosì che questa meriti una visita. Continuare indirezione Monchiero (strada Provinciale n. 159) finoall’abitato di Lequio. Attraversata l’ampia strada di fondovalle (strada Provinciale n. 12), si entranell’abitato di Dogliani. Seguendo la segnaletica siraggiunge in pochi chilometri Somano e di lì ilMonumento-Rifugio dei partigiani GL, Centro-Retedei percorsi, ubicato sulla sovrastante altura diGarombo.

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Monumento rifugio di Garombodi Somano

La piazza di San Benigno

La cascina “Murazzo”

CENTRI RETE:Monumento-Rifugio, Somano loc. Garombo vedi pag. 189

CN 1 P0La pianurizzazione

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SIGLA CN18-P1TEMA La Resistenza europeaSTRUTTURA ad anelloPARTENZA Somano, loc.Garombo, Monumento-RifugioDISLIVELLO 887m.; sviluppokm. 23DIFFICOLTÀ per escursionisti e bikers allenatiTEMPI a piedi 9h. 30’; in mtb5h. 10’CARTOGRAFIA Carta turisticaed escursionistica “I sentieridell’Alta Langa”, ComunitàMontana Alta Langa -L’Arciere, Cuneo 1995 -Geocart,Torino

langhe

L’itinerario conduce in un ampio anello attraverso iluoghi legati alla presenza delle formazionigaribaldine dell’Islafran e dei partigiani GL dellabanda “Monte Bram”.Nella primavera del ’44 in quest’area delle Langhesi erano infatti organizzate formazioni caratterizzatedalla presenza di slavi e francesi: una bandacapeggiata da Eugenio Stipcevic, di stanza allafrazione Lovera, il nucleo organizzato da SamuelSimon a Belvedere e la banda di Louis Chabas”Lulù”, a Somano. La maggior parte di questistranieri proveniva dal carcere di Fossano ed eranoevasi l’11 settembre 1943. Il 17 maggio 1944 igruppi dell’Alta Langa confluiscono tutti nella 16a

Brigata Garibaldi, in cui costituiscono ildistaccamento ISLAFRAN (Italiani, Slavi, Francesi). Il 5 luglio i garibaldini liberano i detenuti politiciancora nelle carceri di Fossano. Una trentina difrancesi raggiungono Simon Samuel; gli slavi edaltri francesi si aggregano alla formazione dellaLovera. Li raggiungeranno nei giorni successivialcuni giovani di Bonvicino.Nell’autunno il numero degli slavi aumenta ancora,grazie alla diserzione di numerosi serbi arruolatinell’esercito tedesco, di stanza a Bene Vagienna.Dopo l’attacco del 6 settembre ad una colonnatedesca, l’Islafran si trasferisce a Monforte.Intanto da dicembre 1944, nell’ambitodell’operazione “pianurizzazione”, sono cominciatiad affluire nelle Langhe nuclei di due divisioni GLdalla montagna. La brigata GL Valle Grana “PaoloBraccini” trasferisce in zona la banda “MonteBram”, che in due scaglioni successivi, uno alcomando di Giannetto Asteggiano e l’altro di NelloStreri si spinge fino a Garombo di Somano.

Sulle traccedell’Islafran

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> Somano16 febbraio (1945)“È morto Lulù. La notizia corre di collina in collina e gli uomini se la comunicano colvolto pieno di amarezza. Tornava da un’azione in pianura con una macchina tedesca edun prigioniero. Come al solito si era vestito da tedesco. Un partigiano gli ha sparato dinotte. Una pallottola lo ha colpito in fronte.”Pietro Chiodi, “Banditi”, Panfilo editore, Cuneo 1961. pp. 124-125.

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Page 35: I sentieri della libertà

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Accesso: dal centro del paese di Somano (516m.) si segue la direzione per Bossolasco: in alto asinistra è già evidente l’edificio del Monumento-Rifugio, Centro Rete della “Memoria delle Alpi” di Garombo. Accanto vi è un’area attrezzata per lasosta.Salendo a piedi da Somano, a sinistra, in prossimitàdel tabellone segnaletico, una stretta stradinainghiaiata si inerpica nel bosco e consente diraggiungere rapidamente il Monumento-Rifugio(dislivello 111m.).a) Tratto: Garombo di Somano - Colle dellaResistenza di BossolascoA sinistra del Monumento una sterrata sale verso lacollina; poco oltre è segnalato il campo di lanciopartigiano. Superata la borgata Galli, si imboccasulla destra il viottolo sulla dorsale. Si svolta asinistra e si giunge così in poco tempo nei pressi diBossolasco, al Colle della Resistenza (764m., areaattrezzata).b) Tratto: Colle della Resistenza di Bossolasco - Bonvicino.Svoltare a destra oltre l’ingresso alla zona

Garombo di Somano

Colle della Resistenza diBossolasco

Bonvicino

Lovera

Somano

Garombo di Somano

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itinerario CN 18 P1

Lovera

Somano

Garombo

Bossolasco

Bonvicino

TABELLONEINFORMATIVO

TABELLONEINFORMATIVO

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Page 36: I sentieri della libertà

monumentale del colle e discendere per la stradaasfaltata. Rientrati sul viottolo, oltre la presadell’acquedotto, si scende fino alla chiesa diMadonna della Neve. Si percorre per pochi metri laprovinciale in direzione di Bossolasco per poiimboccare una ripida discesa sulla destra. Si salepoi in direzione “Borgata Chiaretta”. Percorrere amezzacosta tutto il vallone, portandosi sul latoopposto, dove (8,4km. dal colle) ha inizio a sinistrala ripida salita detta di “Lairole”. In corrispondenzadella cascina Uffiziale, si svolta a sinistra, dove iniziail tratto intitolato a Carlo Altare, Carlo Milano edEttore Uffiziale.c) Tratto: Bonvicino - LoveraSulla piazza principale un cartello indical’intitolazione del tratto a Simon Samuel e ladiscesa verso il sentiero che condurrà allasovrastante frazione Lovera. d) Tratto: Lovera - SomanoPrendere la strada che si inoltra verso il bosco eseguire la breve stradina che collega Dogliani aBonvicino. Poco oltre si giunge nel cortile di ungruppo di cascine della frazione Sant’Antonio diSomano.Lasciata a sinistra la piccola cappella, tenere ladirezione “ Bossolasco”. Al chilometro 6,6 la stradasbocca sulla rotabile principale. Al secondotornante scendere a destra verso Garombo.

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Bossolasco: distaccamentoIslafran in esercitazione

Lancio rievocativo del maggio 2006

Somano: paesaggio invernale

CENTRI RETE:Monumento-Rifugio, Somano loc. Garombo vedi pag. 189

CN 18 P1Sulle tracce dell’Islafran

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Page 38: I sentieri della libertà

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Museo CasaGalimberti Cuneo

Il Comune di Cuneo, proprietario perlegato testamentario dell’alloggio dellafamiglia Galimberti, da usare “a fini dicultura e di istruzione” istituendovi “unabiblioteca ed una pinacoteca… aperteall’istruzione della popolazione”, lo haristrutturato e aperto al pubblico. Dal2004 vi ha sede anche il Centro-Rete.

NOTE STORICHEIn questa casa vissero i componenti diuna famiglia le cui vicende siintrecciarono con un secolo di storiacuneese e intersecarono più di una voltala storia nazionale: BartolomeoGalimberti, Tancredi Galimberti, AliceSchanzer, Duccio Galimberti. Duccio fuanimatore, tra il ‘40 e il ‘42 presso ilproprio studio professionale, di uncircolo culturale di chiara improntaantifascista, e fondatore del Partitod’Azione in provincia di Cuneo. Il 26luglio 1943, con un discorso pronunciatodal balcone del suo studio, per primoincitò pubblicamente alla lotta contro itedeschi. Il suo studio nei giorni cheprecedettero e immediatamenteseguirono l’8 settembre fu un viavai diantifascisti che si organizzano per laresistenza. Scelta la strada dellaclandestinità, fu ben presto chiamato alcomando regionale piemontese delle

formazioni GL. Nell’assolvimento diquesti compiti venne arrestato daifascisti, che lo uccisero lungo la viaCuneo-Torino il 4 dicembre 1944.

dotazione DA VERIFICARE- materiali di informazione- mostra permanente su Duccio Galimberti- spazio espositivo per mostre temporanee- postazione internet- laboratorio didattico e biblioteca- centro visite con servizio di informazione,

prenotazione, promozione eorganizzazione delle attività dellarete”La Memoria delle Alpi”.

riferimento per gli itinerari n.- è riferimento organizzativo per tutti i

sentieri; più direttamente 26 (pag. 111),29 (pag. 123); inoltre è toccatodirettamente dai percorsi didattici urbani“Cuneo in guerra”.

infoente di riferimentoComune di Cuneoinfo e recapitiPiazza Galimberti 6, entrata da via Ponzadi San Martino 6, Cuneo. Tel. 0171.693344www.comune.cuneo.gov.it/cultura/museo-casa-galimberti.html;[email protected] di aperturavisite guidate ore 15.30 e 17 sab., dom. efestivi infrasettimanali; su prenotazioneper gruppi organizzati.

Sacrario PartigianoBastia Mondovì

La cappella Sacrario delle formazionipartigiane autonome delle Langhe,posta sul colle San Bernardo, inaugurata

i centri-rete

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info e recapitiLoc. San Bernardo, Bastia M.vì.Tel. 0174.60112 (municipio), [email protected] della Resistenza e dellaComunità, via delle Scuole 1orari di aperturalun. e gio. ore 15.30-17.30, mar. ore 9.30-11.30

Memorialedella DeportazioneBorgo San Dalmazzo

Il Centro-Rete è nei locali (ora “Sala donViale”), una ex caserma degli Alpini, dovetra il 18 settembre 1943 e il 15 febbraio1944 fu collocato un campo diconcentramento per gli ebrei arrestati inprovincia; il centro è completatooperativamente dal percorso checonduce alla Stazione Ferroviaria, dovedal 2006 è visibile e accessibileliberamente un “Memoriale dellaDeportazione”.

NOTE STORICHENel campo di concentramento di BorgoSan Dalmazzo furono rinchiusicomplessivamente circa 400 ebrei didiversa provenienza in due ondatesuccessive e sotto due diverse direzioni:un primo campo ordinato e controllatodai nazisti, in cui furono internati quasiesclusivamente ebrei stranieri etemporaneamente una trentina dicuneesi; un secondo campo ordinato e controllato dalla Repubblica SocialeItaliana che imprigionò 26 ebrei quasitutti italiani. 357 degli ebrei rinchiusi nel campo furono deportati,prevalentemente ad Auschwitz: di essi,

nel 1951, ricorda i caduti del 1° GruppoDivisioni Alpine delle FormazioniAutonome che combatterono in zona.

NOTE STORICHEBastia Mondovì diventò nel periodo1943-1945 un crocevia obbligato peruomini e merci di tutte le forze in lotta,che qui operarono dall’aprile 1944 alledipendenze del 1° Gruppo DivisioniAlpine del maggiore Enrico Martini“Mauri”. I dodici “distaccamenti” deipaesi circostanti daranno vita nel mese diagosto alla 1° Divisione “Langhe” diMario Bogliolo, con le brigate“Castellino”, “Mondovì”, “LangheOvest” e “Pedaggera”. Per tutta l’estate e l’autunno 1944 ipartigiani compirono azioni verso i centrinemici e le più importanti infrastrutturedella pianura, fino a mandare rinforzi allastessa città di Alba nell’imminenza delcontrattacco fascista contro la “liberarepubblica”. In seguito vi furonospedizioni “punitive” dei nazifascisti egrandi rastrellamenti nell’autunno-inverno 1944; gli ultimi attacchi nemici,con l’”Operazione Marder”, furono delmarzo 1945: quando la guerra stava pervolgere al termine, gli uomini di “Mauri”parteciparono in forze alla liberazionedella pianura fino a Moncalieri.Sempre sul tema delle formazioniautonome si consiglia una visita anche aChiusa Pesio, al Museo della Resistenza“I sentieri della memoria”, sito in viaMazzini 4, tel. 0171.735554;[email protected]

dotazione- materiali di informazione- spazio espositivo per mostre temporanee- postazione internet, presso la biblioteca- laboratorio didattico, presso la biblioteca- book-shop, presso la biblioteca

riferimento per gli itinerari n.- 32 (pag. 135), 33 (pag. 139), 34 (pag.

143), 35 (pag. 147), 36 (pag. 151), 37(pag. 155), 38 (pag. 159), 39 (pag. 163),40 (pag. 167)

infoente di riferimentoComune di Bastia

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332 morirono nei lager nazisti. Questecifre così elevate, la provenienza e lastoria delle vittime, rendono le tracce delcampo di concentramento e la stazionedi Borgo San Dalmazzo importanti luoghidella memoria della persecuzione razzialein Europa.

dotazione- materiali di informazione- postazione internet- laboratorio didattico attrezzato- mostra fotografica sulla storia dei locali del

Centro-Rete dagli anni ‘40 in poi

riferimento per gli itinerari n.- 28 (pag. 119), 30 (pag. 127),

31 (pag. 131), 41 (pag. 171)

infoente di riferimentoComune di Borgo San Dalmazzo, ufficio turisticoinfo e recapitiStazione Ferroviaria, Borgo San DalmazzoTel. 0171.266080; fax [email protected] di aperturarivolgersi all’ufficio turistico il lun. ore 14-18, dal mar. al ven. ore 9-12, 14-18, ilsab. ore 10-12, 15-17

Rifugio PartigianoDronero, loc. Santa Margherita

Il rifugio Detto Dalmastro, inaugurato il 2giugno 1970, sorge al centro della zonadi operazioni delle formazioni GL dellavalle Maira, di cui rappresenta anche ilsito memoriale.

NOTE STORICHEIl vallone della Margherita, ed inparticolare la sua borgata estrema, a1326m. di altitudine, rivestì una notevoleimportanza in provincia nel periodo della Resistenza. Fu la sua stessa collocazione geografica alla testata del vallone diMoschieres sulla destra orografica delMaira, in posizione dominante, a portarlainevitabilmente ad essere scelta comequartier generale della guerriglia. A tre ore di marcia da Dronero, laborgata fu al centro di tutta l’attivitàpartigiana di Giustizia e Libertà, che sisvolse sulla destra orografica della valleMaira e nella confinante valle Grana. Lì inoltre trovarono costantemente rifugio ed ospitalità nei venti mesi dellaResistenza praticamente tutte le bandepartigiane del cuneese di altro colore eprovenienza, che vi approdavanotemporaneamente per riprendersi dairastrellamenti portati dai nazifascisti nelle loro zone di insediamento. Nella prima metà del marzo 1944, nella vicina borgata degli Assarti(1408m.), venne stampato il primonumero di “Giustizia e Libertà” recante ilsottotitolo “Notiziario dei Patrioti delleAlpi Cozie”.

dotazione- materiali di informazione- postazione internet- laboratorio didattico attrezzato- book-shop- posto-tappa con 25 posti-letto e uso di

cucina- spazio di sosta all’aperto per scolaresche,

parco, acqua e servizi- mostra permanente sulla stampa partigiana

riferimento per gli itinerari n.- 24 (pag. 103), 25 (pag. 107), 26 (pag. 111)

infoente di riferimentoComune di Droneroinfo e recapitiLoc. Santa Margherita, Dronero Tel. 340.7334656; fax [email protected] di aperturasu prenotazione

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Casa-Museo dellaTradizione Alpigiana ed EtnograficaOrmeasca Ormea

Il primo piano dell’edificio dedicato allastoria ed alle tradizioni ormeasche svolgela funzione di Centro-Rete: tre ampisaloni collegati da un atrio comune.

NOTE STORICHEOrmea fu sede di caserme militari eimportante crocevia di lotte e di scontrifra i tedeschi e le forze partigiane. Ilcoinvolgimento di questa località con levicende belliche fu evidente sin dai primigiorni successivi all’attacco alla Francia,perché ad Ovest del vicino colle di Navasi staccava la strada militare diarroccamento che congiunge l’Alta ValleTanaro alle valli Roia e Vermenagna,facendo di Ormea un crocevia logisticoimportante per il passaggio di truppe inarmi e di rifornimenti. Inoltre, dallacaserma alpina della vicina borgata diTrappa partì il 31 dicembre 1942, in unclima di grande scoramento e tensione,l’ultima tradotta militare carica di giovanireclute destinate al fronte del Don. Infine, nei giorni seguenti all’armistiziodell’8 settembre 1943, le truppe italianedella 4a Armata in rientro dalla Franciaattraverso il Colle di Nava si scontraronoin battaglia a ridosso dell’abitato con letruppe tedesche in risalita dalla PianuraPadana. Nella primavera del 1944 siconcentrarono in questa zona soldatidella Wermacht, decisi a distruggere laResistenza della vicina Valle Casotto. Nell’autunno di quell’anno irastrellamenti tedeschi investirono la

cittadina e si si conclusero a finedicembre con l’arresto di centinaia dipartigiani e civili del Monregalese.

dotazione- materiali di informazione- spazio espositivo per mostre temporanee- sala attrezzata per conferenze- laboratorio didattico- book-shop- mostra permanente sul tema della

Campagna di Russia

riferimento per gli itinerari n.- 32 (pag. 135), 34 (pag. 143),

38 (pag. 159), 39 (pag. 163), 40 (pag. 167)

infoente di riferimentoComune di OrmeaUfficio Turisticoinfo e recapitiVia dott. Bassi 31, Ormea.Tel. 0174.391101 (int. 5)[email protected] di aperturaferiali e festivi ore 15-18; festivi suprenotazione

Rifugio PartigianoRoccabruna,fraz. Sant’Anna

Il rifugio partigiano “104^ BrigataGaribaldi - Carlo Fissore” fu inaugurato il 25 aprile 1972. Appartiene al Comunedi Roccabruna ed è gestito dall’ANPI diDronero. Circondato da un’area verdeattrezzata con tavoli e panche, occupauno dei siti più rappresentativi dellaResistenza in valle Maira.

NOTE STORICHEIl territorio di Roccabruna fu nei 20 mesi

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della Resistenza un permanenteriferimento per la 104a B.ta Garibaldi cheoccupò costantemente la sinistraorografica della valle Maira sotto la guidadel comandante Stefano Revelli “Steve”. L’appartenenza comune deidistaccamenti garibaldini di Maira eVaraita allo stesso comando superiore, findal febbraio del 1944, fece sì chefrequenti fossero, fino alla Liberazione, gliincontri tra i comandanti sulla linea dicresta, i passaggi di staffette da una valleall’altra per portare ordini ecomunicazioni ed i trasferimenti diuomini in caso di rastrellamento tra ledue vallate: per questi passaggi,Sant’Anna di Roccabruna, la borgata piùalta di quota, costituiva in Maira, cosìcome Lemma e Valmala nella Varaita, ilprimo approdo dopo lo svalicamento.Nella continua mobilità della guerrigliapartigiana, che vedeva spostarsi oraverso il fondovalle ora verso l’alta valle idistaccamenti, a seconda delle necessitàstrategiche del combattimento e diquelle logistiche e diapprovvigionamento, la borgata diSant’Anna non cessò mai di esserepostazione partigiana, anche per la suacollocazione geografica di eccezionalevedetta su tutta la pianura da Dronerofino a tutto il monregalese.

dotazione- materiali di informazione- postazione internet con archivio

informatico a tema- laboratorio didattico attrezzato- book-shop- posto-tappa con 25 posti-letto e uso di

cucina- spazio di sosta all’aperto per scolaresche,

parco, acqua e servizi- mostra fotografica permanente sulla 104ª

Brigata Garibaldi

riferimento per gli itinerari n.- 20 (pag. 87), 21 (pag. 91), 22 (pag. 95),

23 (pag. 99)

infoente di riferimentoComune di Roccabruna e ANPI Droneroinfo e recapitiFraz. Sant’Anna, Roccabruna,

Tel. 0171.916166; fax [email protected] di aperturaultima dom. del mese da mag. a set., tuttele dom. a lug. e ago., 2 giu. e 14 ago. ore9-12 e 14-18

Centrodi DocumentazioneSambuco

Il Centro di Documentazione è statoallestito nel 1988 all’interno dell’edificioscolastico dismesso, coinvolto a piùriprese nelle vicende belliche. È allestitosu tre piani di cui uno dedicato adarchivio e biblioteca tematica.

NOTE STORICHEAllo scoppio della guerra la valle Stura fuinserita nel settore della 1ª Armata,schierata nel 1940 sul confine francese efu valle di passaggio prioritario delletruppe che vennero inviate verso l’Ubayee la Tinée. Il gruppo Armate Ovest sisciolse il 9 luglio: restarono in zona circa2000 militari, 201 dei quali dopo l’8settembre furono fatti prigionieri daitedeschi e deportati in Germania. Lapresenza della Caserma “Monte Fior” edelle fortificazioni nella valle la reseterreno interessante per le formazionipartigiane alla ricercadell’approvvigionamento di armi. La sua natura di zona di valico la fecediventare inoltre una delle terrepartigiane più impegnate contro itedeschi. Nell’aprile 1944 un ferocerastrellamento colpì l’alta valle: lamaestra Maria Isoardo fu aggredita educcisa da un militare tedesco nei localidella scuola di Sambuco. Nell’agosto, inoccasione dello sbarco alleato in

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Provenza, si scatenò la battaglia piùimpegnativa, che si protrasse unasettimana, tra i tedeschi in forze e laBrigata valle Stura “Carlo Rosselli” checombattè per rallentarne il più possibilel’avanzata verso la Francia.Successivamente i paesi subirono larappresaglia tedesca.

dotazione- materiali di informazione- postazione internet- laboratorio didattico attrezzato- biblioteca- mostra permanente sulla Valle Stura

in guerra

riferimento per gli itinerari n.- 27 (pag. 115), 29 (pag. 123)

infoente di riferimentoComunità Montana Valle Stura e Comune di Sambucoinfo e recapitiVia Umberto I 50/a, Sambuco.Tel. 0171.955555; fax 0171.96690orari di aperturanel periodo estivo (lug. e ago.) e suprenotazione

Monumento-Rifugioalla ResistenzaSomano

Il monumento/rifugio fu inaugurato il 9settembre 1983. La struttura è nata conl’esplicito fine di divenire luogo dimemoria degli eventi che si svolsero nelterritorio circostante tra la Langa e lapianura, “centro-studi e sede di unamostra permanente sulla Resistenza”,nodo di una rete di sentieri partigiani.

NOTE STORICHEAlla fine del 1944 esigenze logistiche estrategiche portarono i comandanti GL adecidere di sfoltire le bande di montagnatrasferendone reparti in pianura durantel’inverno. La banda “Monte Bram” e labanda “Monterosso” della brigata GLValle Grana “Paolo Braccini” sitrasferirono in due scaglioni a Somanodopo aver attraversato la pianuracuneese con una faticosa marcia tra il 29dicembre 1944 ed i primi di gennaio1945. Le formazioni GL si inserironoquindi nel contesto dell’Alta Langa doveavevano fino ad allora operato soltanto leformazioni garibaldine (la Brigata“Generale Perotti”, all’interno della qualeera nato il distaccamento dell’”Islafran”)e le formazioni autonome di EnricoMartini “Mauri”. Garombo di Somano fula base dei GL in Alta Langa fino allaLiberazione. Trent’anni dopo, il Comunedi Somano acquisì i terreni su cui siintendeva edificare il monumento-rifugio.I lavori di costruzione furono opera divolontari e le somme per l’acquisto deimateriali furono raccolte tra gli expartigiani della zona e delle formazioniche in quest’area avevano militato.

dotazione- postazione internet- area espositiva museale mista con base

fissa dedicata alla III Divisione Langhe estrutture per mostre temporanee

- aula multimediale (50 posti)- laboratorio didattico- book-shop- posto-tappa con cucina e servizi per gruppi

di max 20 persone- nelle adiacenze: ricostruzione di un

campo di lancio per i rifornimenti alleati

riferimento per gli itinerari n.- 42 (pag. 175), 43 (pag. 179)

infoente di riferimentoComune di Somanoinfo e recapitiLoc. Garombo, Somano.Tel. 0173.730101; fax [email protected] di aperturasu prenotazione

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Palazzo DragoVerzuolo

Il Centro-Rete è all’interno del palazzoche fu per circa cento anni sede delmunicipio. Attualmente ospita labiblioteca civica ed è sede polivalentedelle attività culturali del paese.

NOTE STORICHEVerzuolo ebbe un rapporto molto strettocon la Resistenza. Nella locale CartieraBurgo si concentrava durante il regimefascista e negli anni della guerra circa unmigliaio di operai che scesero in scioperogià nell’agosto 1943, a fianco di altrefabbriche del Nord Italia; nel settembremolti giovani verzuolesi compirono lascelta partigiana. La maggior parte dellapopolazione li sostenne: il Cav. MicheleRiva, Ufficiale di Stato Civile, con laComplicità del Podestà Ing. Bianchi,rilasciava sovente, a chi ne avevanecessità, carte di identità e tessereannonarie false. Nel marzo 1944, inconcomitanza con lo sciopero generaleproclamato in tutto il Nord Italia, igaribaldini della valle Varaita scesero inforze ad appoggiare lo sciopero deglioperai della Cartiera Burgo. Nell’inverno1944 il proclama Alexander e i rigoridell’inverno indebolirono, ma nonpiegarono la Resistenza in montagna:nell’aprile 1945 Garibaldini, GL e brigateMatteotti, erano sulle collina in attesadell’ordine di scendere a proteggere gliimpianti industriali dalla ritirata ditedeschi e repubblichini. Il 25 Aprile 1945 il paese fu liberato.

dotazione- materiali di informazione- postazione internet

- laboratorio didattico- aula multimediale (100 posti)- biblioteca- spazio di sosta al coperto per scolaresche,

parco, acqua e servizi

riferimento per gli itinerari n.- 4 (pag. 23), 5 (pag. 27), 6 (pag. 31), 7

(pag. 35), 8 (pag. 39), 9 (pag. 43), 10(pag. 47), 11 (pag. 51), 12 (pag. 55), 13(pag. 59), 14 (pag. 63), 15 (pag. 67), 16(pag. 71), 17 (pag. 75), 18 (pag. 79), 19(pag. 83)

infoente di riferimentoComune di Verzuolo info e recapitiVia Marconi 3, Verzuolo. Tel. [email protected];[email protected] di aperturamar., gio. e sab. ore 9-12 e 15-18; mer. even. ore 15-18; prima dom. del mese dagiu. a ott. ore 9-12; su prenotazione inaltri giorni tel. 0175.85189

Scuola di PaceBoves

Nata a metà degli anni ‘80 del XX secolo,è stata la prima organizzazione italianaufficialmente riconosciuta ad occuparsidel tema della pace. La Scuola di Pace diBoves ha esercitato da allora un’intensa esistematica attività didattica di granderilievo. Collocare all’interno della scuolal’attrezzatura di Centro-Rete intendecollegare la storia del periodo bellico aitemi civili e sociali del presente e

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INDIRIZZI UTILI

Centri di documentazione e ricerca:

• Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporaneain provincia di Cuneo “Dante LivioBianco”Largo Giovanni Barale 11, CuneoTel. 0171.444832, fax 0171.444840 www.istitutoresistenzacuneo.it;www.isentieridellaliberta.it• Musée de la Résistance AzuréenneNice la Paline 1 - Bât A2 - tel. 04 93 81 1596 http://resistance.azur.free.fr• Musée des traditions Vésubiennes -Centre d’Etudes Vésubiennes, zone du Prad’Agout06450 Saint Martin Vésubie vesubiemusé[email protected]://amontcev.free.fr

Altri:

• ATL - Azienda Turistica Localedel CuneeseVia Vittorio Amedeo II 8a, Cuneotel. 0171.690217 www.cuneoholiday.com• Soccorso in montagna tel. 118

www.memoriadellealpi.net

rappresenta anche materialmente lafinalità della rete dei “sentieri dellalibertà”: conoscere la storia per sapercostruire un futuro comune di pace.

NOTE STORICHEBoves fu bruciata due volte ad operadelle truppe tedesche: la prima il 19settembre 1943, la seconda il 1 gennaio1944. Nel settembre furono uccisi 23 civilie distrutte o danneggiate circa 350 case.Nel rastrellamento del gennaio, condottoper quattro giorni nel quadro di unastessa azione ripetuta in numerosi centridel cuneese, volta a terrorizzare lapopolazione civile, i morti fra civili epartigiani furono 59, enormi le distruzionimateriali. Boves ha pagato, con i morti ele case distrutte, il suo tributo di libertà.Città martire, luogo di pellegrinaggi civilie di memorie ancora dolorose, ha saputotuttavia liberarsi dalle catene del rancoreper far accedere i visitatori e i suoiabitanti ad una cultura di pace.

dotazione - materiali di informazione - postazione internet- laboratorio didattico- aula multimediale (100 posti)- mostra permanente della pittrice partigiana

Adriana Filippi

riferimento per gli itinerari n.- 27 (pag. 115), 28 (pag. 119), 29 (pag.

123), 30 (pag. 127), 31 (pag. 131), 32(pag. 135)

infoente di riferimentoComune di Bovesinfo e recapitiScuola di pace di Boves, c/o Municipio Vecchio, via Marconi 4, Boves.Tel. 0171.391833; 0171.391850www.scuoladipace.it;[email protected] di aperturalun. ore 15-18; da mar. a sab. ore 9-12

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la memoria delle alpi la mémoire des alpesgedächtnis der alpen

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