Guida: I Sentieri di Santa Maria in Bagno

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VIAGGIO A PIEDI IN UNA COMUNITÀ DI UOMINI E Cose TRA LA TERRA E IL CIELO E LE STAGIONI DA BAGNO DI ROMAGNA TERME a cura di William Rossi Vannini e Carlo Lovari Raffaele Monti editore ,

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Viaggio a piedi in una comunità di uomini e cose tra la terra e il cielo e le stagioni da Bagno di Romagna Terme.

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VIAGGIO A PIEDI IN UNA COMUNITÀ DI UOMINI E Cose TRA LA TERRA

E IL CIELO E LE STAGIONI DA BAGNO DI ROMAGNA TERME

a cura di William Rossi Vannini e Carlo Lovari

Raffaele Monti editore

,

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Elementi architettonici

Tenendo sempre presente che gli edifici rurali. così come ci appaiono oggi. sono il frutto di una lunga elaborazione. dobbiamo però sapere che vi sono degli oggetti. o meglio degl i elementi arch itettoni-

ci. che ci permettono in maniera approssimata di stabilire l'epoca di costruzione di un manufatto o parte di esso. Tali elementi sono i portali e le finestre.

PORTALI

Nel I 200-1 300 le forme sono ad arco e a tutto sesto. con mensole arroton­date. Dal 1300 le forme sono a sesto acuto. ogiva. con element i monolitici in pietra o anche laterizio.

Nel 1500-1600 a farla

t--;:=::;~=::;-::~,;~ca;;-;-il I 600 e il 1700 le forme 5i"Y-a-0-0-0-4---­

sempli ficando e i caratteri decorativi per­dono di importanza e scemano nel tem­po. Si notano cosi dei semplici architravi e la struttura che sormonta lo stesso archi­trave è soltanto un accorgimento tecnico per distribuire il carico murario.

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Dal 1700 in poi l'architettura dei portali si va ancor più impoverendo e semplificando. anche se esistono esempi di bellezza e ricchezza archi­tettonica.

La caso rurale nel/"Appennino tosco romagnolo

FINESTRE

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I fiori spontanei nella alta val Savio

Q uesta piccola guida ai fiori spontanei è fatta su misura per il camminatore che. per la prima volta. si awicina alla conoscenza delle fioriture sponta­nee che incontra lungo i sentieri proposti. Quali sono i fiori che si incontrano più frequentemente o che colpiscono maggiormente per la loro bel­lezza o partico larità? E" la risposta a queste domande che ha deter­minato la scelta di alcune specie, tra le centinaia presenti sul territorio, e che non possono owia­mente essere rappresentate tutte in questo pic­colo manuale. Dovendo servire a un primo awi­cinamento ai nor i di questa zona per un pubblico non esperto. il manuale non contempla compli­cate chiavi dicotomiche botaniche es~enziali per il riconosc imento esatto del le specie floreali, ma si affida ad alcune semplici modalità di identifi­cazione. I fiori sono ordinati secondo il loro colore. che è la prima caratteristica da ricercare, e poi attraverso la forma: completano l'identificazione della specie la descrizione de l nome volgare, della famiglia di appartenenza. delle caratterist iche, dell'habitat e delle curiosità, nonché le immagini fotografiche, essenziali per il riconoscimento, Anche i testi de­scrittivi sono brevi e di facile comprensione limi­tando al minimo i termini tecnici. pur rispettando in modo preciso il rigore scientifico.

Non sono state date indicazioni specifiche circa la velenosità o la commestibilità delle piante. salvo alcune specificità nella consapevolezza che solo una conoscenza scientifica appropriata possa de­terminare l'eventuale utilizzo anche culinario del­le stesse. per non incorrere in sgradevoli _e:~i. Pur nella ricercata semplicità del manuale, c'è sta­ta la necessaria rigorosità scientifica nel verificare, per ognuna delle specie descritte, la presenza sul territorio, non solo con l'osservazione diretta. ma soprattutto attraverso quella che è una delle fonti specifiche più autorevoli:"Flora e vegetazione del medio e alto Appennino romagnolo", il volume di Pietro Zangheri che rimane, ad oggi, il testo più importante per questo territorio. Motivo di soddisfazione per lo scrivente, sarebbe il perdo­no per eventuali, sempre possibili imprecisioni, ma soprattutto se il camminatore, incuriosito e affascinato dal fantastico mondo dei fiori sponta­nei, volesse poi approfondire le sue conoscenze botaniche pescando, anche, tra la bibliografia con­sigliata a margine.

202 I {loti spontaneI ne/Io alto val Savio

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Scilla bifolia . Scilla dei boschi - U/iaceoe D : un solo fusto fiorifero e due sole foglie. fiori con sei petali di­sposti a stella. Grappoli noreali con due-otto fiori azzurri o violetti

F: marzo-aprile H: faggete. boschi misti latifoglie C : i semi di queste piante vengono disseminati dalle formiche

Hepatica nobilis Erba tnnità - Ronunc%ceae D: fiori con sei-dieci petal i che cadono facilmente. Foglie basali tri lobate, come il fegato. da cui il nome F: marzo-aprile

H: boschi di latifaglie. su terreni umidi. calcarei C : i fiori, che vivono otto giorn i si richiudono alla sera e quando piove

Viola odorata Viola mammola - V,o/aceae D : fiori viola scuro, profumati. Foglie tutte basali. reniformi. legger­

mente pelose F: marzo-aprile H : boschi radi di latifaglie. margini dei boschi, siepi C : pianta medicinale con proprietà sudori fiche e calmanti

Vinca minor Pervinca - Apocynaceoe D : foglie opposte. sempreverdi. Fiori azzwTo-violett i

F: apri le-maggio H: boschi di latifoglie. siepi

C: viene spesso coltivata nei giardini. Si propaga per stoloni

Echium vulgare ~ Erba viperina - Boroginaceae D : pianta alta fino a un metro. fittamente ricoperta di peli pungenti.

Fiori inizialmente rossastri poi blu. Foglie con peli duri. setolosi

F: giugno-settembre H : terreni incolti. margini dei sentieri. margini stradali C : il nome deriva dagli stami che fuoriescono dalla corolla e ricorda­

no la lingua di un serpente

204 I fiori spon(Qnel nello olto voi Savio

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Che albero è questo? Crite ri per il riconoscimento dei principali alberi e arbusti

dell'alta val Savio

Chiunque cammini in una strada o in una piazza, in­contra tante persone sconosciute che per lui sono solo degli individui. Magari li incontra tutti i giomi. ma ogni volta senza riconoscerli. Se in mezzo ad esse vede un suo amico però. prova un'emozione diversa. perehé lo conosce. sa come si chiama e sa molto di lui. Lo stesso accade con gli alberi: finché non li conosci sono solo pian­te. ma quando impari a distinguerli ti accorgi che sono diversi tra loro, li riconosci quando li incontri e ti emozioni ogni volta che ne conosci uno nuovo. Lo scopo principale di questa piccola guida è pro­prio quello di consentire a chi percorre i sentieri di Santa Maria in Bagno di cimentarsi nel ricono­scimento degli alberi e di riuscirei senza troppe difficoltà e con ragionevole certezza Gli alberi si possono riconoscere da molti ele­menti: i più evidenti sono la sagoma della pianta. la forma delle foglie. il colore dei fiori, la forma dei fr utti. le caratteristiche della corteccia e molt i altri ancora. In questa sede è stato fatto riferimento a quelli più evidenti. accessibili a chiunque voglia cimentarsi in questa awentura. Per le latifoglie. ad esempio. sono stati utilizzati uri maggior numero di caratteri distintivi perché la presenza di fiori dai colori e forme più dispara­te e di gemme tra loro diversificate. permette in molti casi la distinzione delle diverse specie anche in assenza del le foglie. Per le conifere , invece. sono

state trascurate le gemme, in quanto molto simili nel le varie specie e perché le foglie sono comun­que presenti tutto l'anno. Non sono stati consi­derati neppure i microsporofilli in cui awiene la produzione dei gameti maschili. perché difficili da individuare nei rami più alti e perché non sempre sono semplici da distinguere. Anche per gli arbusti è stato fatto riferimento ai soli caratteri distintivi più importanti, tralasciando quell i di scarso signifi­cato ai fini della distinzione tassonomica del le varie specie. Per distinguere alberi e arbusti occorre innanzi­tutto osservame l'aspetto generale (portamento. forma del tronco e della chioma, corte<cia). poi i caratteri distintivi. Per le foglie. ad esempio. dovremo asservame la disposizione sui rami. la forma della lamina. le caratteristiche del margine e la disposizione delle nervature, Per i fiori. la fOlma.le dimensioni. il colo­re e il profumo: per i frutti le dimension i, la forma il colore e l'aspetto. Una volta individuati i caratteri distintivi occorrerà poi effettuare un primo esame attento e ripetu­to delle fotografie e dei disegni. e verificare se la descrizione del testo corrisponde a quella della pianta in esame. Per facilitare il compito. al termine della guida è riportato un glossario illustrato. con il significato dei termini tecnici usati nel testo, resi più comprensibili attraverso schemi e disegni. quando necessario,

168 Che albero è questo?

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Faggio Ordine: Foga/es; Famiglia: Fagaceoe: Ge nere: Fagus; Specie : Fagus Sy/vocica L I 758)

Portamento Albero che raggiunge an­che i 30-35 mt di altezza (raramente 40). con diametro fino a 1.5 mt e oltre. Il fusto

è cilindrico e diritto; quasi privo di rami quando le piante crescono vicine le une

alle altre e con grossi rami ascendenti nel­le piante isolate.

Foglie semplici, alterne, ovali o ellittiche.

con apice acuto, lunghe 4-9 cm. con la massima larghezza a metà lamina o poco più in basso. Sono brevemente picciolate. lucide su entrambe le pagine e con mar­

gini ondulati. Alla foliazione sono sottili, a consistenza erbacea e di colore verde chiaro poi, durante restate scuriscono e

diventano più consistenti.

Fiori I fiori maschili sono numerosi. pen­

duli e riuniti in infiorescenze a capolino con 6- 16 fiori.

Quelli femminili sono poco vistosi e por­

tati su infìorescenze erette, con 2 e a volte

3 fiori. contenuti in una cupola verdastra. awolta da un involucro COpel'tO di aculei

poco rigidi.

Frutti Le faggio le sono frutti legnosi. av­

volti in una cupola copena da acu lei sotti li che a maturità si apre in 4 valve. liberando 2 acheni.

Gemme alterne. fusiformi. appuntite

(1 .5-3 cm). ricoperte da perule lucenti. di

colore bruno rossiccio.

Cort e ccia grigia. con striature orizzontali e maccbie biancastre originate da licheni.

che in generale si mantiene liscia e sottile

anche nelle piante adulte. Solo alla base

del tronco. al crescere dell'età. possono fOmlarsi screpolature nella corteccia,

Che albero è questo?

C uriosit à le faggiole sono commestibili e ricche di

olio e. secondo alcuni au­

tori. sarebbe inferiore come

qualità soltanto all'olio di oliva. Probabilmente la sua

produzione non si è mai

diffusa per !'irregolarità con cui il faggio fruttifica e per le

zone disagevoli in cui cresce.

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I mammiferi dell'alta val Savio Osservazione e riconoscimento delle specie principali e delle loro tracce

Il rumore di una corsa frenetica in mezzo al bosco. poi un capriolo terTOrizzato apparve per un mo­

mento, prima di allontanarsi, in una fuga frenetica.

Bastarono pochi secondi, per accorgersi che due lup i lo inseguivano, in una scena di caccia da accap­ponare la pelle. Il lupo era tornato.

Non fu un incontro casuale. ma voluto e cercato con fo rza e frutto di appostamenti pazienti e di immedesimazione nelle loro abitudini.

Per osservare i mammiferi infatti occorre cono­scerli. immedesimarsi in loro. prevederne i com­portamenti, Non serve affidarsi ai buoni senti­menti e alle buone intenzioni: i selvatici non sanno

distinguere chi ne è animato. da coloro che mani­festano aggressività nei loro confronti. A differenza degli uccelli poi. i mammiferi poi, a

differenza degli uccelli. non sono facilmente os­servabili in natura. sono nottumi e molto restii a

mostrarsi. Gò nonostante sono diffusi in quasi tutti

gli ambienti e spesso sono più numerosi di quanto

sembra. Nella scelta delle specie da trattare sono state

escluse quelle più conosciute (cinghiale. istrice. tasso e nutria). perché tutti sanno riconoscerle e

quelle più elusive (m icromammiferi e mustelidi).

perché di abitudini quasi esclusivamente nottume

e perciò assai difficili da osservare.

Sono perciò state prese in considerazione le spe­cie di medie e grandi dimensioni. come i cervidi

(capriolo. cervo e daino). perché nonostante sia­

no molto comuni. in pochi sanno distinguerli tra

di loro e poi il lupo. la volpe e la lepre. che invece possono essere confusi con specie amni.

Oltre alla descrizione dei caratteri distintivi è stat o

poi dedicato un capitolo anche alle tracce e agli ah:ri segni di presenza che lasciano sull'ambiente.

Anche questi. sono percepibili e riconoscibili con

un minimo di attenzione e le informazioni che

fomiscono. possono essere più o meno facili da interpretare, ma mai banali o irrilevanti per gli ap­

passionati. Per riuscire a osservare i mammiferi senza arreca­

re loro disturbo. sono necessarie tre cose: un'etica

nell'osservazione. un minimo di equipaggiamento e

una adeguata tecnica di osservazione. L'etica di osservazione consiste nel rispetto di un

insieme di regole e comportamenti da seguire ri ­

assumibili nelle seguenti: Il modo di vestire . Non serve essere rigorosa­

mente mimetici: basta vestirsi in modo sobrio per­

ché. anche se i cervidi. ad esempio non distinguono i colori. notano però molto bene il contrasto tra

220 I mommi(en dell'alto voi SaviO

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Daino Supe rordine: UngulatJ; Ordine: Artiodatcili; Famiglia: Cervrdi: Genere: Cervus; Spe cie: Cervus domo

Trofeo Morfologia e dimensioni

Palchi presenti solo nei maschi e co~ stituiti da due aste ramificate che nel­la parte superiore si allargano con la caratteristica conformazione a "pala" che unisce parzialmente tra di loro

le punte nella parte superiore e po­steriore delle stanghe. La forma e le dimensioni del trofeo variano da in­dividuo a individuo ed aumentano al crescere dell' età. I palchi cadono dalla fine di aprile fino alla fine di maggio.

St ruttura e dimensioni corporee da "galoppatore", con peso di­stribuito in prevalenza sui quarti anteriori che facilita la corsa e il movimento nelle aree aperte,

Colorazione del mantello

o O 25-JO kg

lunghezza totale:

00 115-120cm

Altezza al garrese:

O O 70-77 cm

Specchio anale

?? 22-28 kg

?? las-Ilo cm;

?? 60-70 cm;v

,------------------,

In estate (indicativamente da maggio a settembre) bruno-rassiccio nei fìanchi e nella parte superiore. con pomellatura evidente anche negli adulti: parti sottostanti chiare. In inverno (da ottobre ad aprile). colorazione grigio-bruno. con pomellatura meno

evidente e parti inferiori sempre più chiare. Crinie­ra assente nei masch i. Possono esservi anche alcuni ind ividui melanici. con colorazione completamen­te nera. un iforme o grigio scura. leggermente più chiara nelle parti sottostanti.

Colore bianco con bordo nero nella parte supe­riore, a forma di ancora rovesciata. la coda è nera nella parte esterna e bianca su quella interna. visibi­le solo quando è alzata. Specchio completamente nero negli individui melanici.

224 I mammiferi del!"alw val Savio

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