I rischi da radiazioni ionizzanti · cioè acqua ossigenata, un forte agente ossi-dante, anch'esso...

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art. 61, comma 3, lett. e, art. 61, comma 4 del D.Lgs. 17.3.95, n. 230 I rischi da radiazioni ionizzanti Francesco Fontana Fisico sanitario ° Esperto Qualificato N. 621/2 0332 226530 228059 349 8844488 @ radioprotezione ffontana.it www.ffontana.it Attività di radiologia odontoiatrica La presente dispensa raccoglie i contenuti della formazione dei lavoratori sui rischi connessi all'attività con radiazioni ionizzanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . _____________________________________________________________ Sede operativa: ________________________________________________

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art. 61, comma 3, lett. e, art. 61, comma 4 del D.Lgs. 17.3.95, n. 230

I rischi da radiazioni ionizzanti

Francesco FontanaFisico sanitario

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Attività di radiologia odontoiatrica

La presente dispensa raccoglie i contenuti della formazione dei lavoratori

sui rischi connessi all'attività con radiazioni ionizzanti

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Sede operativa:

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La presentazione di questi contenuti assolve l’obbligo di informazione dei lavoratorisui rischi connessi all'attività con radiazioni ionizzanti

ex art. 61, comma 3, lett. e), e comma 4, del D.Lgs. 17.3.95, n. 230

Non concorre invece alla formazione obbligatoria ex art. 7, comma 8, del D.Lgs. 187/2000,nonché circolare 24/SAN/2004 della Regione Lombardia, per il personale medico

che effettua radiologia complementare all’esercizio clinico in ambito odontoiatrico

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Responsabile della formazione:

L’esercente ____________________________________________________________

I sottoelencati dipendenti e/o collaboratori di studio sottoscrivono qui di aver ricevuto la documentazione

e, con essa, una formazione adeguata alla gestione del rischio da radiazioni ionizzanti nell’ambiente di

lavoro.

Nome Mansione Firma

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LE RADIAZIONI

La rappresentazione più comune dell'atomo lo configura come un sistema planetario, formato da unnucleo, avente carica elettrica positiva e in cui è concentrata quasi tutta la massa e da piccole particelle (elet-troni), orbitanti attorno al nucleo e con carica elettrica negativa. Il totale delle cariche negative orbitanti è esat-tamente uguale alla carica positiva del nucleo, sicché l'atomo nel suo complesso appare neutro (privo di cari-ca).

Alcune radiazioni, di origine naturale o artificiale, investendo la materia, hanno la proprietà di pene-trarvi e di strappare elettroni dagli atomi. Questi, privati di cariche elettriche negative non appaiono più neutri,bensì carichi positivamente, in quanto il bilancio carica negativa orbitale - carica positiva nucleare risulta favo-revole a quest'ultima. Le radiazioni che provocano tale fenomeno si chiamano ionizzanti; ioni positivi sonodetti gli atomi o le molecole che hanno perso elettroni e ioni negativi gli elettroni liberati.

L'interazione delle radiazioni ionizzanti con la materia vivente (le cui cellule sono in gran parte com-poste di acqua, H2O), provoca la ionizzazione delle molecole d'acqua:

H2O + radiazione ® H2O+ + e-

ove si è indicato con H2O+ lo ione positivo e

con e- l'elettrone liberato (ione negativo). Questo puòunirsi ad un'altra molecola d'acqua:

H2O + e- ® H2O-

ove H2O- rappresenta anch'esso uno ione

negativo. Gli ioni H2O- e H2O

+ si dissociano:

H2O+ ® H+ + OH•

H2O- ® H• + OH-

I due prodotti neutri H• e OH•, detti radicaliliberi, sono chimicamente molto reattivi in quanto in-stabili; inoltre si ha

OH• + OH• ® H2O2

cioè acqua ossigenata, un forte agente ossi-dante, anch'esso instabile.

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I prodotti H•, OH•, H2O2, con tendenza i primi due a formare legami stabili come nella molecola H2O,

il terzo a perdere un atomo di ossigeno, possono però prima attaccare le molecole complesse dei cromosomicellulari, legandosi ad essi o causando interruzioni delle loro catene.

In tempi che variano da decine di minuti a decine di anni, le possibili alterazioni cellulari sono:a) morte della cellula;b) arresto o rallentamento del suo processo di divisione;c) mutazione cromosomica permanente che viene trasmessa alle cellule figlie.

Nell'organismo vivente le altera-zioni cellulari causate dalle radiazioni ioniz-zanti provocano due possibili categorie didanni quelli somatici e quelli genetici.

I danni somatici si possonomanifestare immediatamente sul soggettoirradiato, quando esso sia sottoposto adalte dosi di radiazioni, oppuretardivamente e con carattere probabili-stico nella insorgenza.

Immediatamente si possono ri-scontrare eritemi, alterazioni cutanee per-manenti, lesioni di organi interni o al san-gue e per altissime dosi perfino la morte.Tardivamente, anche con dosi non elevate,possono insorgere casi di leucemie, carci-nomi o altre forme tumorali.

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I danni genetici, causati da alterazioni cromosomiche, si trasmettono anche alle generazioni futuree si manifestano anch'essi con carattere probabilistico.

Supponendo valide per l'uomo le osservazioni fatte sulle popolazioni di piccoli mammiferi, si puòammettere che anche nella specie umana si possono manifestare i seguenti danni genetici:

· maggiore frequenza degli aborti e dei nati morti;· sterilità, o ridotta fertilità;· aumento del numero dei nati di sesso femminile;· aumento dei nati malformati.

Chiamiamo «critici» o più «radiosensibili» gli organi o tessuti che più frequentemente o in gradomaggiore possono andare incontro a danni da radiazioni.

Dal punto di vista protezionistico gli organi o tessuti critici da prendere in considerazione sono:· l'epitelio (cute), che può andare incontro a radiodermiti o a tumori;· i tessuti emopoietici, che possono dar luogo a una diminuzione degli elementi figurati del

sangue;· le gonadi, i cui danni somatici si manifestano con la sterilità o con la diminuzione della fertilità e i

danni genetici con l'aumento delle malattie ereditarie nei discendenti;· il cristallino, che può essere alterato per cataratta.

E' stato valutato che il rischio radiologico derivante dall'insorgere sia di danni somatici che di dannigenetici nelle due generazioni successive a quella dei soggetti irradiati, è di qualche caso ogni 10.000 indivi-dui sottoposti alla dose di 10 mSv.

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Dose assorbita D: energia assorbita per unità di massa e cioè il quoziente tra dE e dm, in cui dE è l'energia media ceduta dalle radiazioni ionizzanti alla materia in un elemento volumetrico e dm la massa di materia contenuta in tale elemento volumetrico; la dose assorbita indica la dose media in un tessuto o in organo.

D = dE / dmL'unità di dose assorbita è il Gray (Gy):

1 Gy = 1 J/kgcioè 1 Gy corrisponde all'energia di 1 Joule ceduta dalla radiazione ad una massa di materia pari a 1 kg.Il milliGray (mGy) è un millesimo di Gy. Il microGray (µGy) è un milionesimo di Gy.

Dose equivalente HT all’organo o tessuto T: indice di dose ottenuto moltiplicando la dose assorbita DT media a un organo o tessuto critico T moltiplicata per il fattore di ponderazione wR che descrive la radio-sensibilità biologica per quel tipo di radiazione (per i raggi X, unico rischio nella pratica radiologica, wR = 1):

HT = wR DT

L'unità di dose equivalente è il Sievert (Sv).Il milliSievert (mSv) è un millesimo di Sv. Il microSievert (µSv) è un milionesimo di Sv.

Dose efficace E: indice di dose al corpo intero direttamente legato al rischio radiologico sulla persona e otte-nuto sommando i prodotti tra le dosi equivalenti agli organi critici e i fattori di ponderazione wT che descrivonola radiosensibilità di quell’organo o tessuto T;

E = Σ wT DT

L'unità di dose efficace è il Sievert (Sv).

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SORGENTI DI RADIAZIONI

Da sempre l'uomo è esposto a radiazioni ionizzanti, il cosiddetto fondo naturale. Esse provengonoin parte dal cosmo (radiazioni cosmiche), in parte dalle sorgenti radioattive presenti nella crosta terrestre e dairadioelementi contenuti nello corpo stesso degli esseri viventi.

Le radiazioni cosmiche raggiungonola Terra dagli spazi interstellari e dal Sole. Essesono costituite da una grande varietà di radiazio-ni penetranti, soggette a vari tipi di interazionicon gli elementi presenti nell'atmosfera. Questafunge da filtro e ne riduce considerevolmente laquantità che raggiunge la superficie della Terra.Nell'interazione con l'atmosfera le radiazioni co-smiche provocano la creazione di atomi radioat-tivi, atomi cioè che a loro volta diventano fonti di

radiazioni, come il carbonio-14 (14C), il trizio

(3H), il cloro-36 (36Cl), il calcio-41 (41Ca), chepossono essere incorporati nella materia viven-te.

Le sorgenti terrestri sono dovute a ele-menti radioattivi come l'uranio, il torio e i loro pro-dotti, pure radioattivi, sparsi, in concentrazioni piùo meno elevate, in tutta la crosta terrestre.

Le sorgenti corporee come il potassio-

40 (40K), il 14C proveniente dall'atmosfera, e i gasradioattivi, derivanti dall'uranio e dal torio (rispetti-vamente, radon e thoron), presenti nell'aria respi-rata, e altri elementi radioattivi, contenuti nellepiante e negli animali usati come cibo, costituisco-no una fonte di radiazioni che agisce dall'internodegli organismi viventi.

La somma delle dosi dovute al fondo naturaleche in media in Italia ciascun individuo

assorbe alle gonadi per anno ammonta a circa2 - 3 mSv

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Contributi alla dose efficace media individuale annuale per la popolazione italiana.

Dati elaborati da stima riportata in Annuario APAT (ora ISPRA) dei dati ambientali, 2005-2006

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Alle radiazioni del fondo naturale, dall’inizio del Novecento, si sono aggiunte le sorgenti di radiazioniimpiegate a scopo industriale, di ricerca e medico.

Tali fonti artificiali di radiazioni sono costituite dagli apparecchi generatori di raggi X, dalle macchi-ne acceleratrici di ioni e dai cosiddetti «isotopi radioattivi» (che ritroviamo nei rifiuti radioattivi e nel «fall out»ossia nella caduta i materiali radioattivi dovuta alla sperimentazione di esplosivi nucleari).

Valori di dose equivalente HT tipici in radiodiagnostica:

Torace 0.2 mSv (polmone)Cranio 2.2 mSv (tiroide)Rachide cervicale 4 mSv (tiroide)Clisma 4 mSv (corpo intero) 8 mSv (gonadi femminili)Mammografia 7.7 mSv (mammelle)Endorale da 5 a 10 mSv alla cute su un’area di 30 cm²Ortopantomografia circa 20 mSv su un’area di 240 cm²

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E' stato stimato che il 75 - 90% della dose totale assorbita dalla popolazione per scopi medici èdovuto all'uso diagnostico dei raggi X. Una minore quantità pro capite deriva dall'impiego delle radiazioni perterapia, mentre assai piccola è la dose dovuta all'uso di isotopi radioattivi come traccianti o indicatori perdiagnosi medica. Le macchine acceleratrici di ioni, usate a scopo di ricerca e in campo medico per la produ-zione di isotopi radioattivi o per terapia, non sono molto numerose e contribuiscono poco alla dose.

I rifiuti radioattivi danno un contributo per ora trascurabile alla dose assorbita dall'uomo, ma, dato illoro continuo aumento connesso allo sviluppo delle centrali nucleari e all’impiego sempre più diffuso degli iso-topi radioattivi in medicina è da ritenere che per il futuro tale contributo potrà notevolmente aumentare se nonsi pensa sin d'ora a smaltirli in modo controllato.

Al presente, essendo sospesi gli esperimenti con esplosivi nucleari, il fall out è trascurabile ma neglianni passati esso aveva raggiunto livelli preoccupanti per la sicurezza sanitaria della popolazione mondiale.

La somma delle dosi dovute alle fonti artificiali, che in media ogni individuo della popolazio-ne assorbe alle gonadi ammonta a circa 1 mSv all'anno, inferiore alla dose del fondo naturale (2 – 3 mSv),ma, a causa della diffusione degli esami TAC, in aumento.

Il maggior contributo deriva senza dubbio dall'uso delle macchine a raggi X per radiodiagnostica(TAC, radiografie).

Una stima fatta sulla popolazione degli Stati Uniti d'America valuta a 32.700 i decessi annuali (com-prendenti anche gli effetti sulla prima generazione) causati dall'impiego medico delle radiazioni ionizzanti (rag-gi X e isotopi radioattivi per diagnostica e terapia), e ad appena 40 quelli originati dall'industria (reattori nu-cleari, acceleratori, ricerca). Il calcolo è stato eseguito considerando che la dose geneticamente significativafosse di 360 µSv/anno.

La dose geneticamente significativa rappresenta quella frazione di dose che può determinare effetti genetici sulla prole dei soggetti irradiatie sul numero dei discendenti che essi hanno dopo l'irraggiamento

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Dose Dose Dose

Effetti deterministici

con soglia di dose D

Effetti stocastici Effetti stocastici

Modello lineare Modello non lineare

probab.

effettoprobab.

effetto

probab.

effetto

D

1

00 0

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Rank Activity/Cause Average deaths per Year30 Smoking 150,00029 Alcoholic Beverages 100,00028 Motor Vehicles 50,00027 Handguns 17,00026 Electric Power Generation 14,00025 Motorcycles 3,00024 Swimming 3,00023 Surgery 2,80022 Medical X-rays 2,30021 Railroads 1,95020 Private Aviation 1,30019 Large Scale Construction 1,00018 Bicycles 1,00017 Hunting Accidents 80016 Home Appliances 20015 Firefighting 19514 POLICE WORK 16013 Contraceptives 15012 Commercial Aviation 13011 Nuclear Power 10010 Mountain Climbing 30 9 Power Mowers 24 8 HS & College Football 23 7 Skiing 18 6 Vaccinations 10 5 Food Coloring * 4 Food Preservatives * 3 Pesticides * 2 Prescription Antibiotics * 1 Spray Cans *

* TOO LOW TO ACCURATELY ESTIMATEData from Sinclair, Radiology v. 136, pp. 1-9

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Il coefficiente di probabilità di effetti stocastici su lavoratori è assunto dalla Commissione Internazionale perla Protezione Radiologica (ICRP), il massimo organismo internazionale a cui le normative nazionali e sovra-nazionali si ispirano, pari a:

5.6 % per ogni Sv di dose efficace

Per cogliere il significato, si considerino 40 anni lavorativi con una esposizione costante al rischio: siavrebbero i seguenti coefficienti di probabilità di effetti stocastici per radiazioni.

Livello di esposizione Dose efficacericevuta per anno

Dose efficace nell'interociclo lavorativo

Casi attesi1 su 100

Massimo consentito alla popo-lazione

1 mSv 0.04 Sv 0.2

Massimo consentito a lavora-tori di cat. B

6 mSv 0.24 Sv 1.3

Massimo consentito a lavora-tori di cat. A

20 mSv 0.8 Sv 4.5

Fondo ambientale(solo per confronto2)

2.5 mSv 0.1 Sv 0.5

Il rischio massimo ammissibile è rappresentato pertanto da 4.5 casi di danni stocastici ogni 100lavoratori professionalmente esposti alla dose massima ammissibile e 2 casi di danno ogni 1000 personedella popolazione esposte alla dose massima ammissibile per la popolazione. Va tuttavia ricordato che, al dilà dei dati statistici, non esiste una dose soglia al di sotto della quale non vi è più alcun rischio, e che diconseguenza è opportuno ridurre al minimo ragionevolmente accettabile gli irraggiamenti al corpo umano.

1 Numero di casi di effetti stocastici attesi.2 La probabilità degli effetti stocastici va intesa come probabilità in più rispetto a quella rilevata su una popolazione non esposta.

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DOSI MASSIME AMMISSIBILI PER LAVORATORI E POPOLAZIONE

Una piccola categoria di persone: tecnici di radiologia., medici radiologi, operatori dei reattori nu-cleari, ecc. sono esposti a radiazioni per motivi professionali (sono detti appunto «lavoratori professional-mente esposti»): essi pertanto sono portati ad assorbire dosi superiori a quelle assorbite normalmente daogni altra categoria di persone, anche se il contributo di tali dosi mediate sull'intera popolazione è pressochétrascurabile.

Le leggi internazionali hanno posto come limite massimo di dose che può essere assorbita annual-mente dai lavoratori professionalmente esposti alle radiazioni ionizzanti 20 mSv.

Ai fini della protezione sanitaria dai pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti dei lavoratori esposti,non esposti, dei lavoratori autonomi, dei dipendenti da terzi incaricati di particolari compiti nell'ambito azienda-le, nonché della popolazione sono fissate con L'Allegato IV del D.L. 230/95 le dosi massime ammissibili, non-ché i relativi criteri di computo.

Limite di dose(mSv/anno solare)

Lavoratoriesposti

Apprendisti,studenti età 18 +

Apprendisti,studenti, età

16 o 17

Apprendisti,studenti,età < 16

Popolazione

Dose efficace 20 20 6 0.5 1

Dose equivalente cristallino 150 150 50 7.5 15

Dose equivalente mani, avambrac-ci, piedi, caviglie

500 500 150

Dose equivalente pelle (media su 1

cm² indipendente da S esposta)

500 500 150 25 50

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OBBLIGHI DI DATORI DI LAVORO, ESPERTI QUALIFICATI E LAVORATORI

Sarebbe troppo complesso sintetizzare in poche righe le disposizioni di legge che regolano le attivitàai fini della sicurezza e della protezione sanitaria dalle radiazioni ionizzanti.

Si puntualizzeranno piuttosto alcuni aspetti, relativi agli obblighidei datori di lavoro, degli esperti qualificati, dei medici autorizzati, nei con-fronti dei lavoratori esposti al rischio derivante dall'uso delle radiazioni io-nizzanti, per quelle attività alle quali essi siano addetti.

Per una migliore comprensione ecco alcune definizioni di Legge:

Zona controllata: luogo determinato in cui esiste una sorgente di radiazio-ni ionizzanti ed in cui persone esposte per ragioni professionali possono ri-cevere una dose di radiazioni superiore a 6 mSv per anno.

Zona sorvegliata: ogni luogo in cui sussiste un pericolo permanente di su-peramento della dose massima ammissibile per l'insieme della popolazio-ne, pari a 1 mSv per anno, e nel quale occorre esercitare la sorveglianza fi-sica della protezione contro le radiazioni.

Lavoratori espostidi categoria A: lavoratori che in una zona controllataeffettuano un lavoro che li esponga al pericolo delleradiazioni ionizzanti (per tali lavoratori deve essereassicurata la sorveglianza fisica e medica dellaprotezione da parte di un Esperto Qualificato e di unMedico Autorizzato) e che possono ricevere una dosesuperiore a 6 mSv per anno.

Lavoratori esposti di categoria B: persone che permotivi di lavoro si trovano occasionalmente nella zonacontrollata, e che possono ricevere una dose compresatra 1 mSv e 6 mSv per anno (tali lavoratori devono es-

sere soggetti a sorveglianza fisica della protezione e devono essere sottoposti a visite periodiche da parte diun medico competente).

Lavoratori non esposti: persone che possono lavorare in prossimità di una Zona Controllata ma che nonsono suscettibili di ricevere una dose superiore a 1 mSv per anno.

Persone del pubblico: Tutta la popolazione non esposta, compresi i lavoratori non esposti. Devono ricevereuna dose inferiore a 1 mSv per anno.

I datori di lavoro devono:

· limitare all'indispensabile il numero dei lavoratori esposti in conformità alle esigenze del servizio e allanecessità di limitare le dosi assorbite dai singoli;

· attuare tutte le misure di protezione e sicurezza idonee a ridurre l'esposizione dei lavoratori;· fornire ai lavoratori i mezzi necessari di protezione e quelli per la sorveglianza dosimetrica;

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· rendere edotti i lavoratori dei rischi specifici cui sono esposti, delle modalità di esecuzione del lavoro, dellenorme interne, delle norme essenziali di protezione, di quelle di protezione sanitaria e dell'importanza di at-tenersi alle prescrizioni mediche;

· disporre ed esigere che i singoli lavoratori osservino le modalità di esecuzione del lavoro, le norme interneed usino i mezzi di protezione e quelli per la sorveglianza dosimetrica;

· provvedere a che le zone controllate siano delimitate e segnalate mediante appositi contrassegni;· adottare i provvedimenti idonei ad evitare che:

a) le radiazioni assorbite dai lavoratori per irradiazione globale o parziale dell'organismo;b) la dose media per intervallo di tempo e le dosi accumulate;c) le concentrazioni di nuclidi nell'aria inalata e nell'acqua potabile;d) la dose assorbita in caso di irradiazione eccezionale concordata;

superino i valori massimi ammissibili stabiliti dalla Legge;· assicurare la sorveglianza fisica della protezione a mezzo di esperti qualificati ai quali debbono essere forniti

i mezzi e le condizioni necessari per l'espletamento dei loro compiti;· assicurare la sorveglianza medica della protezione a mezzo di medici autorizzati;· provvedere a che i lavoratori, prima di essere destinati ad attività che li esponga professionalmente alle ra-

diazioni ionizzanti siano sottoposti a visita medica;a) ogni qualvolta venga mutata la destinazione lavorativa o aumentino i rischi connessi a tale destina-zione;b) abbiano subito una contaminazione accidentale o una irradiazione il cui grado si presuma elevato ecomunque superiore ai limiti stabiliti dalla Legge;

· rendere edotto il medico autorizzato della destinazione lavorativa del soggetto, nonché dei rischi connessia tale destinazione;

· far ricorso, salvo che l'urgenza non lo consenta a personale indicato dal medico autorizzato qualora insor-ga la necessità di adibire personale ad operazioni che comportano un rischio da irradiazione eccezionaleconcordata;

· allontanare immediatamente dal lavoro che li esponga a rischi dalle radiazioni ionizzanti i lavoratori profes-sionalmente esposti che alla visita medica periodica risultino non idonei;

· provvedere affinché i lavoratori che hanno subito una contaminazione siano sottoposti immediatamente aprovvedimenti sanitari di decontaminazione e a sorveglianza medica eccezionale.

I datori di lavoro non devono:

· adibire alle mansioni proprie dei lavoratori esposti alle radiazioni ionizzanti i minori di anni diciotto e le don-ne gestanti (queste ultime debbono notificare al datore di lavoro il proprio stato di gestazione non appenaaccertato);

· adibire le donne che allattano al seno a lavori che comportino il rischio di contaminazioni od irradiazionielevate;

· far subire alle donne una irradiazione eccezionale concordata prima della fine del periodo riproduttivo;· adibire ad un'attività che esponga professionalmente alle radiazioni ionizzanti i lavoratori che alla visita

medica preventiva risultino sprovvisti dei requisiti di idoneità specifica.

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L’esperto qualificato deve:

· effettuare la delimitazione delle zone controllate e l'applicazione dei relativi contrassegni· effettuare la classificazione dei lavoratori addetti· effettuare l'esame ed il controllo dei dispositivi di protezione, ed in particolare:

a) procedere all'esame preventivo, dal punto di vista della sorveglianza fisica della protezione, deiprogetti di impianti nucleari nonché delle modifiche degli impianti stessi le quali implichino sostanzialimodificazioni delle condizioni, dell'uso e della pericolosità della sorgente, e rilasciare il relativo bene-stare;b) effettuare la prima verifica di nuovi impianti e delle eventuali modifiche sostanziali apportate adessi;c) eseguire il controllo dell'efficacia dei dispositivi tecnici di protezione;d) eseguire il controllo delle buone condizioni di funzionamento degli strumenti protezionistici di misu-ra e del loro impiego corretto;

· effettuare le seguenti valutazioni:a) delle esposizioni nei luoghi in cui sussista il rischio da radiazioni mediante l'indicazione della naturae della qualità delle radiazioni stesse, nonché la determinazione della dose di esposizione, della dosemisurata in aria e del flusso;b) delle contaminazioni, mediante l'indicazione della natura, dello stato fisico e della composizionechimica delle sostanze radioattive contaminanti, nonché la determinazione della loro attività e concen-trazione volumetrica e superficiale;c) della dose individuale assorbita dai lavoratori professionalmente ed occasionalmente esposti effet-tuata su tutto l'organismo o su parti di esso secondo le modalità di irradiazione;d) della dose assorbita dai lavoratori non esposti;

· tenere aggiornati e conservare i seguenti documenti:a) un registro sul quale devono essere annotate le valutazioni delle irradiazioni e le contaminazioni ra-dioattive;b) i verbali dei provvedimenti di intervento adottati;c) le schede personali sulle quali devono essere annotati i risultati delle valutazioni individuali;

I lavoratori devono:

· osservare le disposizioni impartite dal datore di lavoro, o dai suoi incaricati, ai fini della protezione indivi-duale e collettiva e della sicurezza, a seconda delle mansioni alle quali sono addetti;

· usare, con cura ed in modo corretto, i dispositivi di sicurezza, i mezzi di protezione e di sorveglianza dosi-metrica predisposti o forniti dal datore di lavoro;

· segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei dispositivi e deimezzi di sicurezza, di protezione e di sorveglianza dosimetrica, nonché le altre eventuali condizioni di peri-colo di cui vengano a conoscenza;

· non rimuovere né modificare, senza averne ottenuta l'autorizzazione, i dispositivi e gli altri mezzi di sicu-rezza, di segnalazione, di protezione e di misurazione;

· non compiere, di propria iniziativa, operazioni o manovre che non sono di loro competenza o che possonocompromettere la protezione e la sicurezza.

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PROCEDURE DURANTE L’ESPOSIZIONE ODONTOIATRICA DI UN PAZIENTE

Il paziente deve essere istruito sulla posizione da assumere e sulla necessità di stare fermo nellaposizione indicatagli. Ogni persona deve abbandonare la sala con l’eccezione di un accompagnatore in casodi paziente disabile. L’accompagnatore non deve essere un minore o una donna in gravidanza e deve esseredotato di un camice piombifero.

Nel caso di radiologia endorale o di teleradiografia, l’operatore che comanda l’erogazione deve es-sere in grado di effettuare l’erogazione immediatamente dopo aver controllato la corretta posizione del pa-ziente attraverso la porta, una finestra piombifera o uno specchio.

Nel caso di radiologia panoramica, l’operatore deve poter controllare a vista la posizione del pazien-te durante l’erogazione, attraverso un sistema di osservazione che gli consenta di occupare una posizione si-cura (finestra piombifera, specchio).

Si distinguono 3 diversi fasci di radiazioni:1. il fascio primario, all’uscita del collimatore, che diverge dal fuoco dell’apparecchio. Normal-

mente questo fascio è schermato completamente dal paziente, ma in alcuni casi particolaripuò esservi una parte del fascio che emerge lateralmente dal paziente;

2. il fascio residuo, dietro il paziente, è quanto rimane del fascio primario dopo l’attraversamen-to del paziente e del sistema di rivelazione dell’immagine.

3. il fascio diffuso è la radiazione che la parte irraggiata del paziente diffonde nell’ambiente cir-costante: come un oggetto illuminato da una lampadina, la parte irradiata del paziente infattidiffonde radiazioni in tutte le direzioni.

Ad esempio nel campo della radiologia odontoiatrica endorale la radiazione residua è, sperimental-mente, dell’ordine di 10 volte più intensa della radiazione diffusa.

Tutti i fasci citati hanno le caratteristiche della radiazione X: non vengono mai fermaticompletamente, ma si riducono, anche notevolmente, a causa di:

1. distanza dal tubo2. schermature presenti

Di conseguenza, non esiste un luogo dove la radiazione è teoricamente nulla, ma occorre definire laposizione sicura sulla base dei livelli di dose consentiti dalla legge e del carico di lavoro (che dipende dal nu-mero di esami radiologici effettuati in un anno).

Il fattore distanza

La radiazione da sorgente puntiformediminuisce con 1/x² (legge inverso del quadrato delladistanza):

D(x) = D(1) / x²(x distanza in metri dal paziente irraggiato)

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Esempio: dose di radiazione diffusa da CBCT dell’ordine di 40 µGy/scan a 1 m dal paziente:→ 10 µGy/scan a 2 m→ 2.5 µGy/scan a 4 m→ 0.63 µGy/scan a 8 m

Esercizio: se vengono eseguite 50 scansioni alla settimana, la dose da radiazione diffusa a 8 m senza schermature supera il limite massimo per la popolazione e per gli operatori non classificati come esposti (1 mSv/anno)?

2.5 µGy/scan x 50 scan/sett. x 50 sett./anno = 6250 µGy/anno =6.25 mGy/anno = 6.25 mSv/anno

Non è vero quanto si sente talvolta affermare in ambito odontoiatrico secondo cui a oltre 2 metri da un tubo endorale non ci sarebbero più radiazioni: non esiste un luogo dove la radiazione è teoricamente nulla,ma occorre definire la posizione sicura sulla base dei livelli di dose consentiti dalla legge e del carico di lavoro (che dipende dal numero di esami radiologici effettuati in un anno).

Il fattore schermatura

La radiazione X nei mezzi materiali diminuiscecon la legge e-µx (andamento esponenziale)

D(x) ≈ D(0) e-µx

(x spessore del materiale della barriera)

Anche nei materiali la dose non siannulla mai.

Si valuta il fattore di trasmissione B della barriera:B = D(con barriera) / D(senza barriera) = D(x) / D(0)

La schermatura dell’aria è, a distanze ordinarie, assolutamente trascurabile.

Uno spessore di 4 cm di calcestruzzo (che equivale approssimativamente ad una normale parete di-visoria in mattone forato) riduce la dose di un fattore 50 circa per radiazione di 70 kV.

Uno spessore di 7 cm di calcestruzzo (che equivale quasi ad un muro portante medio in abitazionecivile) riduce la dose di un fattore 500 circa per radiazione di 70 kV.

Uno spessore di 1 mm di piombo (Pb) equivale, per radiazione di 70 kV, a circa 7 cm di calcestruzzoe riduce la dose di un fattore 500.

Lo spessore di 0.25 mm di Pb che frequentemente si trova nelle mantelline piombifere per odontoia-tria, riduce la dose di un fattore 10 circa per radiazione di 70 kV.

La schermatura di porte e finestre è normalmente trascurabile, a meno che la porta o la finestra sia-no piombate o la finestra sia realizzata con cristallo pieno spesso. Ne discende che non ci si deve posizionaredurante l’erogazione dietro finestre o porte non idonee.

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NORME INTERNE DI SICUREZZA CONTRO LE RADIAZIONI

In ogni luogo ove si impieghino radiazioni ionizzanti, devono essere poste in vigore apposite normeinterne di radioprotezione.

Alle norme devono attenersi tutti coloro che per motivi di lavoro sono presenti nei luoghi ove opera-no le sorgenti radiogene.

1) Il personale eventualmente dotato di dosimetro personale è obbligato a portare sempre il dosime-tro secondo le disposizioni ricevute.

2) Il personale femminile ha l'obbligo di denunciare il proprio stato di gravidanza appena ne venga a conoscenza.

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NORME INTERNE DI PROTEZIONE E SICUREZZA PER L'UTILIZZO DIAPPARECCHI PER ESAMI RADIOLOGICI ENDORALI

RADIOPROTEZIONE DEI LAVORATORI (Capo VIII, D.Lgs. 230/95)

• Il locale ove opera l’apparecchio radiogeno è classificato «Zona Controllata» ai fini della protezione contro le radia-

zioni ionizzanti quando l’apparecchio radiografico è in funzione. L'accesso durante l'emissione di raggi è vietato a

chiunque con l'eccezione del paziente.

• Prima di procedere all'erogazione dei raggi X, l'operatore verifica che nel locale non vi sia alcuna persona oltre al pa-

ziente da sottoporre all'esame radiologico, e allontana ogni oggetto mobile dell'arredamento dello studio che si trovi, sen-

za necessità, in prossimità del distanziatore del fascio. L'operatore cura che il fascio primario non sia diretto verso

porte, finestre o pareti leggere, si dispone all'esterno del locale nella posizione di comando assegnata e si accerta

che nel breve tempo dell’erogazione nessuno stazioni negli spazi antistanti le porte e i passaggi aperti del locale. Il

personale femminile che opera presso lo studio e che si trovi in stato di gravidanza deve tempestivamente informare il

datore di lavoro e tenersi lontano dalla Zona Controllata durante l’erogazione.

• L'apparecchio radiogeno deve recare apposito contrassegno, deve essere dotato di segnalatore di radiazioni acusti-

co o luminoso funzionante. Il pulsante di erogazione deve essere di tipo «a uomo morto», deve essere correttamente

funzionante e deve esserne obbligatorio il rilascio per la ripetizione dell'erogazione.

• L'ottimizzazione della radioprotezione si ottiene seguendo tre regole fondamentali:

(1) Ridurre al minimo il tempo di esposizione; (2) Tenersi a massima distanza dal tubo; (3) Ripararsi dietro schermature.

RADIOPROTEZIONE DEL PAZIENTE (D.Lgs. 187/2000)

• Operatori autorizzati ad effettuare esami radiologici sono il Responsabile dell’impianto radiologico e lo specialista

da questi autorizzato, in possesso delle necessarie competenze di radioprotezione.

• Occorre effettuare esami radiologici solo quando tale tecnica non sia ragionevolmente sostituibile con altra ugualmente

efficace, ma con minore rischio per il paziente. Occorre evitare radiografie inutili, limitando il numero di esami radiodiagn-

ostici e il tempo di esposizione al minimo indispensabile alle esigenze cliniche. Occorre accertarsi che il paziente non sia

già in possesso di referto analogo effettuato recentemente altrove. Occorre ridurre allo stretto indispensabile l'esposizione

di bambini, di soggetti immunodepressi e di donne in gravidanza, con particolare attenzione per il primo perio-

do di gravidanza. A tal fine è necessario ottenere dal paziente le informazioni opportune.

• Il paziente da sottoporre all'indagine viene protetto con un indumento piombifero di spessore non inferiore a 0.25 mm

Pb-eq che ripari tiroide, torace e addome, e non deve portare occhiali, collane o orecchini. Deve essere messo al

corrente delle norme che lo riguardano, in particolare sulle modalità per sostenere la pellicola senza esporre le mani al fa-

scio, ma con l'uso di idoneo sistema di sostegno della pellicola, e sulla necessità di rimanere fermo nella posizione in-

dicatagli. In caso di incapacità del paziente, questi deve essere assistito da un accompagnatore che sarà

dotato di camice piombifero, sempre che non si tratti di donna in stato di gravidanza, e mai comunque da

personale dello studio.

• In condizioni di incidente (erogazione continua) occorre: (1) ordinare al paziente di abbandonare immediatamente

la posizione e le Zone classificate; (2) interrompere nel modo più rapido l'alimentazione elettrica dell'apparecchio radioge-

no senza esporsi al fascio diretto; (3) ripristinare l'alimentazione elettrica solo dopo aver tolto la spina di alimentazione

dell'apparecchio.

• L'apparecchio radiogeno deve essere usato unicamente con gli appositi localizzatori, distanziatori e limitatori del fa-

scio utile, il cui alloggiamento è previsto sulla finestra di uscita dei raggi X. Nessuna operazione di manutenzione sul

tubo radiogeno deve essere svolta da personale dello studio, ma per qualunque intervento deve essere chiamato un tec-

nico specializzato della ditta installatrice.

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NORME INTERNE DI PROTEZIONE E SICUREZZA PER L'UTILIZZO DIORTOPANTOMOGRAFO O DI TELERADIOGRAFO

RADIOPROTEZIONE DEI LAVORATORI (Capo VIII, D.Lgs. 230/95)

• Il locale ove opera l’apparecchio radiogeno è classificato «Zona Controllata» quando l'apparecchio radiografico è in

funzione. L'accesso ad esso durante l'emissione di raggi è vietato a chiunque con l'eccezione del paziente.

• Prima di procedere all'erogazione dei raggi X, l'operatore deve verificare che nel locale non sia presente alcuna perso-

na, oltre al paziente da sottoporre all'indagine radiografica, e allontana ogni oggetto mobile dell'arredamento che si trovi,

qualora ciò non derivi da una necessità, in prossimità del distanziatore del fascio. L'operatore si dispone nella posizione di

comando assegnata all'esterno del locale. Può procedere all'erogazione solo quando sia certo che nessuno si

trovi dietro porte o finestre non schermate.

• L'apparecchio radiogeno deve recare apposito contrassegno, deve essere dotato di segnalatore di radiazioni acusti-

co o luminoso funzionante. Il pulsante di erogazione deve essere di tipo «a uomo morto», deve funzionare regolarmente

e deve esserne obbligatorio il rilascio per la ripetizione dell'erogazione.

• L'ottimizzazione della radioprotezione si ottiene seguendo tre regole fondamentali:

(1) Ridurre al minimo tempo di esposizione e corrente al tubo (mA);(2) Tenersi a massima distanza dal tubo;

(3) Ripararsi dietro schermature adeguate.

RADIOPROTEZIONE DEL PAZIENTE (D.Lgs. 187/2000)

• Operatori autorizzati ad effettuare esami radiologici sono il Responsabile dell’impianto radiologico e lo specialista

da questi autorizzato, in possesso delle necessarie competenze di radioprotezione.

• Occorre effettuare radiografie solo quando tale tecnica non sia ragionevolmente sostituibile con altra ugualmente effi-

cace, ma con minore rischio per la persona. Occorre evitare radiografie inutili, limitando il numero di esami

radiodiagnostici e i parametri dell'utilizzo al minimo indispensabile alle esigenze cliniche. Occorre accertarsi che il paziente

non sia già in possesso di referto analogo effettuato recentemente altrove. Occorre ridurre allo strettamente indispensabi-

le l'esposizione di bambini, di soggetti immunodepressi e di donne in gravidanza, con particolare attenzione per il

primo periodo di gravidanza. A tal fine è necessario ottenere dal paziente le informazioni opportune.

• Il paziente da sottoporre all'indagine radiografica dovrà essere protetto con un indumento idoneo, che ripari tiroide,

torace e addome, in gomma piombifera di spessore non inferiore a 0.25 mm Pb-eq e non dovrà portare occhiali,

collane o orecchini. Dovrà essere messo al corrente delle norme che lo riguardano, in particolare sulla necessità di rima-

nere fermo nella posizione indicatagli.

• L'operatore deve porre particolare attenzione sul particolare rischio di elevate dosi assorbite dalla pelle in caso di man-

cato movimento del fascio utile. In condizioni di incidente (erogazione continua) occorre: (1) ordinare al paziente di

abbandonare immediatamente la posizione e le Zone classificate; (2) interrompere nel modo più rapido l'alimentazione

elettrica dell'apparecchio radiogeno evitando di esporsi al fascio diretto.

• L'apparecchio radiogeno deve essere usato unicamente con gli appositi localizzatori, distanziatori e limitatori del fascio

utile, il cui alloggiamento è previsto sulla finestra di uscita dei raggi X. Nessuna operazione di manutenzione sul tubo ra-

diogeno deve essere svolta da personale dello studio, ma per qualunque intervento deve essere chiamato un tecnico spe-

cializzato della ditta installatrice.

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NORME INTERNE DI PROTEZIONE E SICUREZZA PER L'UTILIZZO DI CONE BEAM COMPUTED TOMOGRAPHY ad uso odontoiatrico

RADIOPROTEZIONE DEI LAVORATORI (Capo VIII, D.Lgs. 230/95)

• Il locale ove opera l’apparecchio radiogeno è classificato «Zona Controllata» quando l'apparecchio è in fun-

zione. L'accesso ad esso durante l'emissione di raggi è vietato a chiunque con l'eccezione del paziente.

• Prima di procedere all'erogazione dei raggi X, l'operatore deve verificare che nel locale non sia presente alcu-

na persona, oltre al paziente da sottoporre all'indagine radiologica, e allontana ogni oggetto mobile dell'arredamento che si trovi, qualora ciò non derivi da una necessità, in prossimità del distanziatore del fa-scio. L'operatore si dispone nella posizione di comando assegnata all'esterno del locale e procede all'erogaz-ione solo quando sia certo che nessuno si trovi a stazionare o transitare dietro porte o finestre non schermate.

• L'apparecchio radiogeno deve recare apposito contrassegno, deve essere dotato di segnalatore di

radiazioni acustico o luminoso funzionante. Deve essere presente un sistema di interruzione di emergenzadell’erogazione.

• L'ottimizzazione della radioprotezione si ottiene seguendo poche regole fondamentali:

(1) Ridurre al minimo il numero di esposizioni;(2) Ridurre al minimo la dimensione dei voxel (risoluzione), la dimensione del FOV, kV e mA;

(3) Ridurre al minimo il tempo di esposizione;(4) Ripararsi dietro schermature adeguate.

RADIOPROTEZIONE DEL PAZIENTE (D.Lgs. 187/2000)

• Operatori autorizzati ad effettuare esami radiologici sono il Responsabile dell’impianto radiologico e il

personale medico o tecnico da questi autorizzato, comunque in possesso delle necessarie competenze di radio-protezione.

• Occorre effettuare esami radiologici solo quando tale tecnica non sia ragionevolmente sostituibile con altra

ugualmente efficace, ma con minore rischio per la persona. Occorre evitare esposizioni inutili, limitando il nume-ro di esami e i parametri dell'utilizzo al minimo indispensabile alle esigenze cliniche. Occorre accertarsi che il pa-ziente non sia già in possesso di referto analogo effettuato recentemente altrove. Occorre ridurre allo stretta-mente indispensabile l'esposizione di bambini, di soggetti immunodepressi e di donne in gravidanza, conparticolare attenzione per il primo periodo di gravidanza. A tal fine è necessario ottenere dal paziente le in-formazioni opportune.

• Il paziente da sottoporre all'indagine radiologica non porterà occhiali, collane o orecchini. Sarà messo al cor-

rente delle norme che lo riguardano, in particolare sulla necessità di rimanere fermo nella posizione indicatagli. Dovrà inoltre sottoscrivere lo specifico consenso informato. Occorre verificare con i dispositivi a laser la corretta centratura sulla parte irradiata e ridurre le dimensioni del FOV alle minime indispensabili.

• L'operatore deve porre particolare attenzione sul particolare rischio di elevate dosi assorbite dalla pelle in

caso di mancato movimento del fascio utile. In condizioni di incidente (erogazione continua) occorre: (1) or-dinare al paziente di abbandonare immediatamente la posizione e le Zone classificate; (2) interrompere nelmodo più rapido l'alimentazione elettrica dell'apparecchio radiogeno evitando di esporsi al fascio diretto.

• L'apparecchio radiogeno deve essere usato unicamente con gli appositi localizzatori, distanziatori e limitat-

ori del fascio utile, il cui alloggiamento è previsto sulla finestra di uscita dei raggi X. Nessuna operazione dimanutenzione sul tubo radiogeno deve essere svolta da personale dello studio, ma per qualunque interventodeve essere chiamato un tecnico specializzato della ditta installatrice.

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INFORMAZIONI PER LE PAZIENTI IN SOSPETTOO ACCERTATO STATO DI GRAVIDANZA

Ai sensi dell’art. 10 e dell’Allegato VI, D.Lgs. 26 maggio 2000, n. 187

L’odontoiatra è tenuto per Legge a conoscere l’eventuale stato di gravidanza della paziente, al fine di decideredell’esecuzione di esami radiologici.

Pertanto la paziente deve informare il medico sul suo stato di sospetta o accertata gravidanza.

In caso di gravidanza sospetta o accertata sarà valutata con maggiore attenzione la necessità di effettuazione diesami radiologici.

Si informa la paziente che in una radiografia dentale la dose al feto è inferiore a 0.01 mSv (milliSievert), che èmeno di 1/100 della dose che ogni anno assorbiamo dal fondo naturale di radiazioni (radiazioni naturali presenticostantemente intorno a noi). Ne deriva che il rischio per il feto da esami odontoiatrici è trascurabile.

INFORMAZIONI PER ACCOMPAGNATORI DI PAZIENTIAi sensi dell’art. 3, comma 8, e dell’Allegato I, D.Lgs. 26 maggio 2000, n. 187

Un accompagnatore può sostare accanto al paziente durante l’esame radiologico solo se la sua presenza èindispensabile.

Occorre evitare un accompagnatore appartenente ad una della seguenti categorie:• Minori di 18 anni• Donne in gravidanza• Persone che nell’attività lavorativa sono classificate «Esposte alle radiazioni»

Occorre limitare la ripetizione di esposizioni per il medesimo accompagnatore.

L’accompagnatore deve indossare l’indumento protettivo fornitogli dal medico.

Durante l’esame deve disporsi nella posizione indicatagli per avere la maggior efficacia con la minor doseassorbita. Tale posizione sarà dietro o a lato del tubo RX con il corpo alla massima distanza possibile dalla testadel paziente (con il braccio disteso in caso di sostentamento della pellicola tramite il centratore)

Si informa l’accompagnatore che:

• Il fascio di raggi X ha dimensioni ridotte• Investe completamente il paziente se il collimatore da cui sono erogati i raggi è a contatto con la cute• L’unica radiazione significativa presente nell’ambiente è la radiazione diffusa dalla testa del paziente• L’intensità della radiazione diffusa è comunque bassa• Al di fuori del tempo di erogazione la radiazione scompare istantaneamente• La dose si riduce molto aumentando la distanza• La dose assorbita al corpo intero sarà inferiore a 0.1 mSv (milliSievert), cioè meno di 1/10 della dose cheogni anno assorbiamo dal fondo naturale di radiazioni (radiazioni naturali presenti costantemente intorno a noi)